pnlegge2014 - rassegna stampa uscite nazionali

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rassegna stampa uscite nazionali


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IL DIBATTITO DELLE IDEE

NUOVI LINGUAGGI ARTE INCHIESTE RACCONTI

Il ritratto

#139

Disamina della «letteratura autofittiva» e dei suoi (veri o supposti) esponenti per scoprire come il dolore abbia cambiato l’approccio alla pagina dello scrittore israeliano in «Caduto fuori dal tempo»

L’autofiction di Grossman: scintilla di libertà di FRANCO CORDELLI

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ue circostanze inducono non già a un resoconto intorno a Caduto fuori dal tempo di David Grossman (un libro uscito in Israele nel 2011 e in Italia alla fine dell’anno successivo, poi ristampato in edizione economica qualche mese fa), bensì a una riflessione, più che sul libro stesso, sul genere cui esso comunemente si ascrive: l’autofiction. O, come la chiama Claudia Jacobi, una dottoranda di lingua tedesca, la letteratura autofittiva. Jacobi comincia con il porre una domanda: cos’è Proust per questo genere di letteratura? La seconda circostanza la pone un libro di Arturo Mazzarella, Il male necessario edito da Bollati Boringhieri, nel quale la «Storia a più voci» di Grossman rientra in una serie, secondo l’autore dominante nella letteratura contemporanea, anzi in tutte le arti. Mazzarella ci parla del male, o del dolore, in quanto presenze ossessive e decisive in scrittori contemporanei come Ballard e Ágota Kristóf, o come Carrère e Houellebecq, in registi come Gus Van Sant e Lars von Trier, in artisti come Marcel Serrano e Cattelan. Tornando alla nostra A destra: dottoranda ciò che colpi- David sce è che dia per sconta- Grossman to Proust come riferi- (Gerusalemme mento originario della 1954) in una letteratura autofittiva. Il foto di Koby nome di Proust compare Kalmanovich anche nelle pagine de Il male necessario, sebbene nel senso che il libro esplora, della riduzione dell’etica a un’estetica — e quasi che male come presenza radicale e racconto in forma di autofiction siano (è una mia deduzione) inscindibili. Ma personalmente, tanto per cominciare, non sono affatto sicuro che la Recherche sia letteratura autofittiva. La Recherche non è una confessione, né nel senso di Sant’Agostino, né nel senso impuro di Rousseau. Può darsi non sia neanche un romanzo in cui la prima persona abbia un indiscutibile valore di terza. Il fatto che vi compaia per due volte il nome Marcel somiglia più a una malizia o addirittura a una distrazione che a una nuova e piena consapevolezza. Diciamo che la Recherche è su una linea di confine in cui il mondo esiste per come appare agli occhi del Narratore, ma anche in sé, esiste per come è. Tutto davvero cambia quando proprio il male, il male oggettivo, che è fuori di noi e di cui si vuole rendere testimonianza, e il male che ci colpisce nel momento stesso in cui d’esso vogliamo dire, vengono a coincidere, o a scontrarsi. Sto pensando al romanzo A sangue freddo di Truman Capote del 1966. In esso vi è una chiarezza, una datità del mondo, che potremmo dire preliminare. Capote voleva parlare di due assassini in attesa del processo che li avrebbe portati sulla sedia elettrica, decise di scriverne, volle conoscerli, si innamorò d’uno di loro. È naturale che i suoi piani vennero sconvolti: la realtà è ciò che ci tocca, ciò che ci travolge. Essa si manifesta come amore, ma è o diventerà dolore. La realtà non è più quello che è. La realtà non è, la realtà non è reale o, come disse Nabokov, è «una delle poche parole prive di significato senza virgolette». In A sangue freddo appare la stessa dinamica che nei libri autobiografici, dichiarati o supposti tali, di Michel Leiris; o di quelli ultimi di Céline: ma in più c’è una evidente coincidenza, benché tra esse distinte, tra autofiction e non fiction novel — questo spaventoso, vertiginoso ossimoro. La letteratura autofittiva è quella in cui riscontriamo questo tipo di coscienza: piena coscienza che la realtà è quella di cui ci parla Nabokov. Naturalmente di fronte a una simile consapevolezza si possono escogitare mille trucchi, si può ingannare e ci si può autoingannare, si può scherzare e scherzare con il fuoco. La faccenda diventa terribilmente complicata in un caso come quello di Grossman. Sappiamo tutti come andarono le cose, egli stava scrivendo un romanzo, il fi-

THE END di RANIERI POLESE

Bogart contro l’amata: la vendetta di Casablanca

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on c’è finale più romantico di quello di Casablanca (1942), quando Rick (Humphrey Bogart) fa partire sull’aereo per Lisbona l’amata Ilsa (Ingrid Bergman) insieme con il marito Victor, l’uomo per cui lei lo aveva lasciato anni prima. Poteva, doveva esserci lui su quel volo, in fuga con il suo amore più grande, e invece all’ultimo momento, in mezzo alle brume notturne dell’aeroporto, rinuncia. Gesto di abnegazione sublime, si è detto. E in più c’è pure il sacrificio per la causa, visto che Victor è un coraggioso antinazista. Ma davvero è andata così? Rick non è salito su quell’aereo perché sapeva che a bordo c’era un carico di esplosivo, pronto a scoppiare dopo il decollo. Quello, insomma, che regala alla sua ex amante non è la salvezza; è la morte. Perché un cuore tradito non dimentica. E la vendetta si serve dopo i titoli di coda. © RIPRODUZIONE RISERVATA

glio Uri andò in una delle guerre del Libano (era il 2006), telefonava al padre e gli chiedeva come il romanzo procedesse, il figlio di Grossman morì, il padre finì il romanzo raccontando della morte di un giovane soldato. Ma quello era, e resta, uno dei tanti romanzi oserei dire istituzionali dello scrittore israeliano. Le cose cambiarono pochi anni dopo: della morte del figlio sentì che doveva assumersi la responsabilità proprio in quanto scrittore: rimanendo se stesso doveva uscire da se stesso. Tutti i bambini tranne uno di Philippe Forest era un recente e considerevole precedente. Ma è un romanzo molto diverso da Caduto fuori dal tempo. Tanto il primo è narrativo, analitico e sottile, quanto il secondo è sonoro e teatrale perfino nella forma grafica. Non per nulla, l’ho già ricordato, il sottotitolo è «Storia a più voci». E che voci sono queste voci? Cosa esse ci vogliono dire? Compaiono in scena: lo scriba delle cronache cittadine, un uomo, una donna, una levatrice, un ciabattino, un vecchio maestro di aritmetica, una donna in cima alla torre campanaria, alcuni viandanti, un duca e — personaggio supremo — un centauro. Queste voci sono, io credo, sempre la

i Bibliografia David Grossman, 60 anni compiuti il 25 gennaio, ha esordito con una raccolta di racconti, L’uomo che corre. Dello stesso anno, 1983, è il suo primo romanzo, Il sorriso dell’agnello. La celebrità internazionale è arrivata con Vedi alla voce amore. Lo scrittore ha pubblicato anche molti libri per l’infanzia. Tra gli altri suoi libri celebri Che tu sia per me il coltello, Col corpo capisco, A un cerbiatto somiglia il mio amore e il più recente Caduto fuori dal tempo (tutti Mondadori) L’incontro David Grossman inaugurerà il festival Pordenonelegge il 17 settembre

medesima voce, quella dell’autore. Egli non ha avuto la forza di assumersi tutta la responsabilità. Ha chiamato a raccolta l’intera comunità. O, più che da essa farsi aiutare, ha inteso nel suono di un coro alzare il volume: il proprio dolore gridarlo, farlo sentire da tutti, mostrarlo da tutti condiviso. Esso anzi lo era di fatto, condiviso, doveva esserlo a tutti i costi. C’è, nel libro di Grossman, tanta umiltà quanta volontà di potenza, la stessa che ci allontanava dai libri precedenti. Ma ora, alla sicurezza di un tempo, che la realtà fosse proprio come Grossman la vedeva e narrava, si è aggiunta una coscienza nuova: del dolore e di un male che appare «necessario» (un aggettivo per il quale le virgolette sono di rigore quanto per la parola realtà secondo Nabokov: mi chiedo anzi, e sempre in questi casi, se la letteratura più feconda o più lancinante non sia quella in cui di tali virgolette non vi sarebbe necessità poiché il male, per essere capziosi, non vi si abbiglia: «vuoi parlarmi della morte/ parlami del cane nel cortile» diceva Hofmannsthal). Di fatto, dominante è una linea contraria: una linea, una necessità di parlare del male, del dolore, e d’ogni cosa, in modo diretto. Ossia, non proprio diretto, ma appunto autofittivo: nessuno crede più nella letteratura (nel romanzo), tutti crediamo in ciò che ci colpisce con violenza in modo addirittura personale. Come tacerne? Perché smettere di dirne qualcosa a noi stessi e agli altri — al mondo intero? Cruciale in tal senso nel romanzo di Grossman è il personaggio del centauro. Egli dice allo scriba: «Non è una fortuna pazzesca che tu, nell’ambito del tuo lavoro, e senza dubbio anche in cambio di un congruo stipendio, possa sbirciare a volontà nell’inferno degli altri senza infilarci nemmeno la punta esangue del tuo mignolo? Che c’è di più eccitante dell’inferno degli altri?». E più avanti confessa (è per me una confessione tanto ammirevole quanto sgradevole dell’uomo che non sa alzarsi dalla propria scrivania): «Solo così posso in qualche modo avvicinarmi a quella cosa maledetta senza morire, capisci? Devo muovermi davanti a lei, spostarmi, non rimanere paralizzato come un topo davanti a un serpente. Devo sentire, anche solo per un momento, per mezzo secondo, quest’ultimo luogo di libertà che mi rimane dentro, quel quarto di scintilla che ancora, in qualche modo, mi lampeggia dentro, che quella cosa bastarda non è riuscita a spegnere». È forse ammirevole che neppure la morte di un figlio spenga la scintilla; ed è forse sgradevole che ciò accada. La realtà è indecidibile. Il romanzo ancora di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Editoria «Tirature ’14» dedicato ai videogiochi. Da quest’anno solo versione ebook con i pdf di tutti numeri usciti

Ammaniti: un videogame dai miei libri? «Branchie» di CINZIA FIORI

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l diciassettesimo anno, Tirature lascia la carta e passa al digitale. A partire dall’edizione 2014, l’almanacco che dal 1998 fa il bilancio dell’anno editoriale trascorso sarà disponibile soltanto in versione ebook. E questo numero, curato con il consueto rigore da Vittorio Spinazzola, è particolarmente prezioso, perché è stato fatto un grande lavoro di recupero del pregresso, per offrire anche i pdf di tutte le annate pubblicate. Un autorevole repertorio di tendenze, fenomeni, gusti, andamenti di mercato messo a disposizione di chi voglia indagare la storia

A cura di VITTORIO SPINAZZOLA Tirature ’14.Videogiochi e altri racconti IL SAGGIATOREFONDAZIONE MONDADORI ePub con Social DRM, 10,99

recente dell’editoria italiana. Fatte salve le distinzioni di valore, «nel mondo delle lettere», scrive Spinazzola, «c’è posto per tutti, modesti mestieranti e gran signori della penna». Questo è, secondo il professore, un mercato sano, dove «tutti partecipano al soddisfacimento del desiderio universale dei doni della fantasia». Perciò non c’è proprio da stupirsi se la prima parte di Tirature ’14 è dedicata ai videogiochi, ossia al medium, al contempo bollente e glaciale, che nel 2013 ha salvato il mercato dell’intrattenimento italiano, con un tasso di crescita annuo stimato fino al 2017 al 5,9 per cento, contro (sia pure senza stabili-

re una relazione diretta) il settore librario che segna un meno 5,4 per cento. Ma una relazione Tirature ’14 la stabilisce: anche i giochi sono frutti dell’immaginario autoriale destinati a soddisfare le attese del pubblico. Gli ideatori dei videogame «storici» esposti al Moma possono certo definirsi autori. È da questa premessa che parte la disamina del fenomeno, scandita in dieci capitoli. S’inizia con un’approfondita intervista a Niccolò Ammaniti, ex giocatore compulsivo, che mette in comune le sue riflessioni pionieristiche, per poi raccontare come tra tutti i suoi romanzi quello più adatto a diventare un videogioco

#139

sia Branchie, perché ha una struttura lineare. Se invece doDomenica vesse scrivere un libro ispirandosi a20 un videogame sceglierebluglio 2014 be Silent Hill (un survival horror) per via dell’atmosfera, fattore fondamentale per il successo di un game. Più avanti, Federico Bona spiega che non è difficile rintracciare i debiti specifici dei diversi giochi elettronici nei confronti della letteratura. Ma non si pensi con questo a forzature, l’indagine procede analitica com’è da tradizione dell’almanacco, cui quest’anno piace anche segnalare la più longeva start up dell’editoria italiana: minimum fax. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Unità martedì 22 luglio 2014

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oltre cento lettori invitati per loroattiva presenza nel mondo letterario votavano una classifica deilibri ritenuti più significativi tra nuoveuscite senso dellacosa era questo vediamo se davvero un' alle classifiche vendita come dice se delsommerso valoresul quale puntare un discorso critico Erano gli anni vale pena dirlo deibestseller da un milione copie. Le votazioni unprimo momento erano poi sono diventatetrimestrali poi annuali tutto andatodiluendo soprattutto attenzione sul premio Non ne venuto fuori dal punto vista critico ma classifiche hannofornito unquadrointeressante Va detto che arrivata crisi gli autori scelti quegli anni sonoquelli chehanno tenutosul fronte dell interesse dei lettori mentre numero degli acquirenti libri. Nel frattempo pordenonelegge ha avviato nel 2011 un censimento della poesia italiana under quaranta quale seguito un articolato questionario tra domande più insidiose era richiesta fare nomi non solo dei propri coetanei deiloro libri più significativi maanche dei maestri novecenteschi. Alberto Casadei animainfaticabile del Dedalus professore poeta questo punto che pu? lavorare suqualcosa cheriguarda situazione percepibile ovunquesulfrontedella poesia Partendo dalla constatazione dell attuale sparizione del poetico dall orizzonte culturale degli italiani pensato perci? usare formula della votazione giàsperimentata con del premio conquesto scopo proviamo indicare per provocazione dieci libri italiani più importanti del decennio 2001-2011 Chissà che non accada qualcosa. Che cosa? Che peresempio navigando sul web trovandoda qualche parte risultati votazione unodei moltissimi insegnanti che finiscono programma quinta superiore con Montale Ungaretti Quasimodo venga daun lieve dubbio ancora che qualcun altro stupisca cheesistano ancora poeti da leggere della poesia quando oggi se chiamata anche ultima comparsa della fiction del momento ma mai che veda un poeta. chieda davvero che senso ha Oppure che un' iniziativa questo tipo quando chiaro che della poesia non importa più nessuno. Dovremmo dire che vero contrario se andassimo vedere quantità concorrenti premi tenutari blog poetici scopriremo che moltissimi oggi sonointeressati allapoesia alla propria. Riprova ne che maggior parte questi perché no? Sono poeti!Negarlo non serve niente non hanno nessuna conoscenza non dimostrano nessuninteresse per tradizione che arrivata fino loro Sefosse allora dire Ecco fingiamoche possano condensare dieci anni dieci libri Proviamo ricucire strappo senon altroper avere nell insieme qualche indicazione generale nei singoli casi chissàmai che un poetanon FATTO DISCUTERE

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riflessione per esempio che siano libri diversissimi nei primi dieci posti poi che molti altri abbiano preso parecchi voti indice una divaricazione ampia del gusto composite convinzioni sul valore un' opera Poi che questa diversità pur emergendo singolarità dell opera sulla tendenza scuola valori consolidati accostano voci portatrici unanovità cherisaltasulle altre tentativo farfuori definitivamente lirico favore un anagrafico come seognuno dei poeti riuscisse trovarsi più agli altri esseri umaninontanto cercando ci? che meglioappare comune ma quanto più nella sua singolarità Fa riflettere per aggiungere unultimo spunto anche fatto che non sia nessun preciso segno preferenza merito allacarriera generazionale siano stati molto votati anche se non sono arrivati tra primi dieci esordienti autori giovani alle loro prime provesignificative proposito pu? scegliere scommettere suuna delledue possibili ragioni prima chenon sia più seconda contrapposizione tragenerazioni che non mantenga memoria valore lungo termine che anzi già dieci anni siano una misura eccessiva. Senza dubbio sondaggio parziale era senza dubbio altre impossibile essere esaustivi raccolte potevano essere prese Ma partiti dauna base valutazione che aveva pre-selezionato110 opere non sono poche. Dedalus pordenoneleggenon hanno dare unordine merito queste prime opere che vengono segnalate seguendo orine alfabetico dei nomi degli autori Così come ritenutointeressantedareconto sempre ordine alfabetico delleopere chehanno più quindici segnalazioni Leliste inviate scuole associazioni enti come gli Istituti italiani cultura per favorire come diceva ipotesi un' attenzione. Merita

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cartellone da mercoledì domenica 21 settembre concentinaia grandi protagonisti italiani internazionali Aprirà David Grossman mentre UmbertoEco riceverà Premio FriulAdria Lastoria un romanzo Sabato 20 settembre per corposa sezione poesia spicca presenza del maggior poeta spagnolo Antonio Gamoneda parlerà anche dei sondaggi Un dibattito pubblico che riguarderà anche Censimento dei poeti italianiunder-40 httpWwww.pordenonelegge.it tuttolanno censimento-poeti.html Perinformazioni notizie reperibili suisiti pordenonelegge del Premio Stephen Dedalus pu? scrivere Pordenonelegge 2014

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40 ANNI CONTRO IL CORO

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26 ALBUM Matteo Sacchi

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onc’ènientedipiùlabilechescriveresulla sabbia. Non per nulla è ciò che fa Gesù nell’episodio dell’adultera (in Giovanni 8, 3-11) quando ha a che fare con farisei tutti ordine, unterribilebabau.Ipartitipoprocessiallelenzuolaepubblica gogna: «Parlarono così per tenra nel rinnegare la norma che dergli un’insidia... Ma Gesù eperimembridelnuovoSena- si chinòecol ditosi miseascrivere parlamentare. Eppure gli interra».Comeadirecheleleggi a favoredegliuomini,eingenerale erano firmati da tutti, lecoi. Ma il sedegliuominisonocosì:unsofnuovo clima di terrore fio di vento se le porta via come reso impossibile firmare una unaparolatracciatanellapolvema difesa dei parlamentari. re. Ecco,allora,cheGaetanoCappelli, già nel titolo che ha scelto per la sua raccolta, da pochissimoin libreria, cidicedove vuole andare a parare. Le undici “novelle”, brevi e meno brevi, che compongono Storie scritte sulla sabbia(Marsilio,pagg.176,euro 16), sono leggere leggere, estive estive,comefattediminutissimi granellidiquarzo odi granato.E perdipiùessendostatepensate, nellamaggiorparte,perquotidiani e riviste erano, in un certo senso, «letcavasoltanto teratura ailproblemadelpermunità. dere». NonDisiquella parla d’altro. intrattiene vuole echechi non laevuole. Chi poi finisce nel ceachenonsenepossafareamestino. E, invece, sostienecheisenatorinonne l’autore ha deciso salvarle. perchédinon sonoCome più parlaspiega la nell’esergo in vi, secondo nuova norma, versi sciolti (sciolti per chiotti ilche vanno a Palazzo caldo?) che lelìprecede: «Ho salvato dalla riaredel piùedelmeno,manon sacca del tempo/ questi ono ornamentali, forniscono raccontiscrittisugiornalie ioni marginali, fanno inserti e riviste/ perfinta giorni di una lirad’estate/e e in verità sioffro». beccano a voili Del resto la scrittura surrenababbi.Già,letrasfertecostaal-corrosiva di Cappelli, sul a città cara, qualcuno paghi, breve rende al meglio. Questo scrittorepotentino -classe 1954, un lungo apprendistato letterail dibattito è alto, raggiunge i rio, iniziato con saggi di musica metri. Valela pena diaffrontarelettronicaeapprodatoaromanolo di farsi Riaszi chemale. hanno Allora. uno stile assolutaenda. Matteo quanmente suiRenzi generisda - riesce a tra-

lazzoChigihalafissadielimietto bicameralismo QUASI FAMOSIperfetto. torto?ÈUno sufficientelaCamera scrittore viene suodoppionenonèsoloinutiinvitato a un premio noso, poiché serve esclusivamolto sui generis... e tempo, a intorbidare le acaccidentato l’iter di approvagge. Siamo d’accordo con lui. ò abbiamoscoperto che ilpreealizzareilsuoprogetto,anziout court il secondo ramo del ha trasformato in un posto di erbuontemponiche,nonsodruolo nelle amministrazioni

Giovedì 24 luglio 2014 il Giornale

STORIE PER L’ESTATE Il Sud descritto con dissacrante ironia

Come ti racconto la Lucania (con un pugno di novelle) NelnuovolibrodiGaetanoCappellicompareunmeridioneperiferico,pretenzioso sgarrupatoetuttodaridere.Masottosottoc’èunariflessionesull’animoumano sformare la Basilicata in un pic- tane e le piccolezze dell’uomo. inchiavegrottesca,allaLucania. tere delle maledizioni sul destino colo (e un po’ zozzo) ombelico Sicapiscegiàdalla prima «no- A partire dal suo lunghissimo ti- degli uomini con una stima moldel mondo. In un palcoscenico vella» - il termine ricorre perché tolorococó(altromarchiodifab- to ma molto approssimativa del incuimettereinscenalepiùbiz- intuttiquestiraccontivièunche brica di Cappelli): L’ombra ligieed espatriare verso Paesidelpiùloro ac-tempo di realizzazione. Il zarrecommedieumane.Trasfor- di boccaccesco - che altro non è falco obeso e la Corvette di protagonista,unoscrittoredinocoglienti. UltimaSpringsteen vittima della malaperiferiameridionaleinun se non un ritorno, ovve- smameGuidoGalliano (che sipossa a risposta della politica italia- nia regolatrice italica è l’aranciata. laboratoriopersezionarelematro il po- leggere Gaetano Cappelli?) tor-

na agli eccessi burocratici dell’Europa, alle direttive sulla curvatura delle banane e dei cetrioli, è aggiungere altri oneri a danno delle aziende. Obblighi a carico dei soli produttori nazionali che incoraggianogli imprenditori a fare le va-

Un emendamento del Partito democratico passato qualche giorno fa alla Camera impone ai produttori italiani di usare nelle bibite almeno il 20% di arance. Il limite prima era al 12%. Modifica della legge (...)

CAUSTICO Gaetano Cappelli (Potenza 1954) ha iniziato l’attività di narratore con una serie di racconti di fantascienza per la radio Rai della Basilicata e pubblicando sulla rivista «Re Nudo» la storia (inventata) di Athanasius Kircher. Negli anni ’80 ha scritto vari saggi musicali col fratello Tomangelo tra cui «Minimal trance music ed elettronica incolta» e uno su Brian Eno. Ha poi scritto vari romanzi, arrivando in cinquina allo Strega e vincendo, nel 2009, il premio Hemingway di Lignano Sabbiadoro

nainunpaesellosperdutoperriceverelosgarrupato, mapagante,premio«Ildirupod’oro».Questarentréesitrasformainunvorticoso incontro con ex amanti, etnologhe pazze, notabili da strapazzo, bellone che aspirano al successoeanimalimagicidelfolclorelocale.Nesegueunasciarada che mette lo scrittore molto a malpartitoeloconvincedellanecessità di una rapida fuga sulla sua «Leopard» (che in realtà è una Jaguar) anche se la maledizionelucanacontinueràaseguirlo... EnelseguenteLafigliadiDracula,ambientatonelpiccolopaese di Acerenza, 2500 anime, 37ngela M chilometrida Potenza, a farla daun nu padrone è il perverso rapportoflessibi fralatelevisione,imisteriirrisolpretazione de ti, e la voglia di inventarsi un’atM trazione turistica. Cosìtà la europeo. troupe di una trasmissione incerto a rischio nelle m chiusura per share disastroso, zionato, non «Mystérious»,finiscenelborgoa perché caccia di una inesistente sepol-la canc turadiDraculaedeveinvecefare molto abile, n i conti con i morsi di una locale diquelloched contessa, Sofonisba Ferrillo, la loMarioDrag quale ha qualche problema a controllare la libido...tare Ma se vi i danni ea sembra una trama folle: attenti! taggi, per altro Cappellihapescatodallacronatenendo ca, basta leggere i giornali locali ciò c be.Laragione del2012.Cosìogniraccontosigusta quasi fosse un cocktail con del ne attuale ghiaccio(Cappellihaunapredirende conto c lezione per i Negroni serviti da nell'euro zo certe cameriere... mara questo è giusto ve lo racconti nellamisuras lui). Però nontuttoè“leggero”.Sottolohuneggiaanchel mour, ricorrono il tema della riduce la morte e del rimpianto,ché come in ImmortalepersempreoLavedodipende in pi va perfetta. Spesso torna anchedell'eu quella laparodiaspietatadituttaquella lagodono Cina su cui galassia di semi-vip che nodisoprattutto del famoso quarto d’ora celebrità.Insomma,unlibropiùferoandando al r cediquantoappaia.Così,seuno stringe rappo volessefareilrecensoreallamoaltro grande s da potrebbe anche paragonare Cappelliall’americanoDavidSemania, che ha daris.Peròsarebbeinutileesterotedeschicapis filia. Cosa vuoi che siano le ipotardo. condrie Usa quando noi abbia-Ma m mai. Ma ci son mola Basilicata...

molti «se» in

per il governo TURISMO HORROR tutto la rego Una contessa si finge nonvieneapp discendente di Dracula, ma per fare cassavero, ma a qu

l'andamentod turale, che (...


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Pordenonelegge


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Domenica 17 agosto 2014

CULTURA & SPETTACOLI

COPPIE GLAMOUR / 1

L'attrice di "Hunger Games", Jennifer Lawrence, premio Oscar per "Il lato positivo" e il leader dei Coldplay, Chris Martin, si frequentano. Secondo E! News, la coppia è stata vista «trascorrere tempo insieme dallo scorso giugno». Le indiscrezioni erano rimbalzate già sul Daily Mail dopo che la Lawrence era stata vista a un concerto dei Coldplay a Londra. L'attrice si è appena lasciata con il fidanzato, e co-protagonista di 'X-Men', Nicholas Hoult, mentre Chris Martin si è separato lo scorso marzo, dopo 10 anni di matrimonio, dall'attrice Gwyneth Paltrow, ora avvistata in compagnia di uno degli autori di 'Glee', Brad Falchuk.

fascicolo nazionale

Jennifer Lawrence con Chris Martin dei Coldplay

FASCINO Jennifer Domenica 17 agosto 2014 Lawrence

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CULTURA & SPETTACOLI

"Pordenonelegge" incontra lo spettacolo "Pordenonelegge" incontra lo spettacolo COPPIE GLAMOUR / 1

L'attrice di "Hunger Games", Jennifer Lawrence, premio Oscar per "Il lato positivo" e il leader dei Coldplay, Chris Martin, si frequentano. Secondo E! News, la coppia è stata vista «trascorrere tempo insieme dallo scorso giugno». Le indiscrezioni erano rimbalzate già sul Daily Mail dopo che la Lawrence era stata vista a un concerto dei Coldplay a Londra. L'attrice si è appena lasciata con il fidanzato, e co-protagonista di 'X-Men', Nicholas Hoult, mentre Chris Martin si è separato lo scorso marzo, dopo 10 anni di matrimonio, dall'attrice Gwyneth Paltrow, ora avvistata in compagnia di uno degli autori di 'Glee', Brad Falchuk.

Jennifer Lawrence con Chris Martin dei Coldplay

FASCINO Jennifer Lawrence

Le parole vanno in scena attraverso le performance di attori e registi, da Giancarlo Giannini a Valeria Golino a Zanussi PORDENONE – Un festival nel festival, che incrocia alle parole la musica, il cinema, il teatro e l’happening: "Parole in scena", lo storico progetto di pordenonelegge, è uno dei percorsi più attesi e amati della Festa del Libro con gli Autori. Quest’anno, dal 17 al 21 settembre ci accompagnerà ad esplorare i linguaggi contigui e comunicanti fra spettacolo e letteratura con protagonisti come Marco e Remo Anzovino, Alessandro Bergonzoni, Mauro Covacich, Andrea De Carlo, PORDENONE – Un Di festival Erri De Luca, Stefano Battinel festival,Diritti, che incrocia alle sta, Giorgio Massimiliaparole la musica, il cinema, il no Finazzer Flory, Giancarlo teatro e l’happening: "ParoleFain Giannini, Massimo Giacon, scena", lo storico progetto di brizio Gifuni, Valeria Golino, pordenonelegge, uno deiScarperMauro Covacich,èGiulio corsi più Moscati, attesi e amati della pati, Italo Nicky NicoFesta del Libro con gliFranceAutori. lai, Massimo Salvianti, Quest’anno, 17 al 21 Scarpa, settemsco Piccolo,dalTiziano bre ci accompagnerà ad esploRocco Familiari e Krzysztof rare i linguaggi contigui di e Zanussi. Ecco un assaggio comunicanti fra spettacolo e quanto si potrà seguire. In letteratura protagonisti coanteprima con a Pordenonelegge, me Marco Remo Anzovino, con il primoeromanzo pubblicaAlessandro Bergonzoni, Mauto da Rizzoli, farà tappa il ro Covacich, Andrea De Carlo, regista Giorgio Diritti, cineErri Luca,dopo Stefano Di Battiasta De di culto il fortunato sta, Diritti, filmGiorgio d’esordio “Il Massimiliavento fa il no Flory, Giancarlo suo Finazzer giro”. “Noi due”, che si Giannini, Massimo Giacon, Fapresenterà mercoledì 17 setbrizio Valeria Golino, tembreGifuni, (ore 16.30, convento di Mauro Covacich, Giulio ScarS. Francesco) in collaboraziopati, Italo Moscati, Nicky Nicone con Cinemazero nell’intervilai, Salvianti, Francesta Massimo di Luciano De Giusti, racsco Piccolo, Tiziano Scarpa, Rocco Familiari e Krzysztof Zanussi. Ecco un assaggio di quanto si potrà seguire. In anteprima a Pordenonelegge, con il primo romanzo pubblicato da Rizzoli, farà tappa il regista Giorgio Diritti, cineasta di culto dopo il fortunato film d’esordio “Il vento fa il suo giro”. “Noi due”, che si

conta la storia di un amore al bivio, fra sogni e ferite. E sempre mercoledì (ore 21.30, Palaprovincia) fra letteratura e musica, anche il musicista pordenonese Marco Anzovino regalerà un’anteprima al festival a quattro mani con il fratello Remo: quella del libro + cd del nuovo progetto editorialemusicale “Turno di notte”, dedicato a una Comunità Terapeutica per il recupero di persone tossicodipendenti di Venezia Lido (Biblioteca dell'Immagine). Musica e parole “d’autoconta la storia di un amore al re” sigleranno anche il gran bivio, fra sogniinescena” ferite.e di E finale di “Parole sempre mercoledì (ore 21.30, pordenonelegge 2014, domeniPalaprovincia) fra letteratura e musica, anche il musicista MUSICA PROVATA pordenonese Marco Anzovino regalerà un’anteprima al festival a quattro mani con il fratello Remo: quella del libro + cd del nuovo progetto editorialemusicale “Turno di notte”, dedicato a una Comunità Terapeutica per il recupero di persone tossicodipendenti di Venezia Lido (Biblioteca dell'Immagine). Musica e parole “d’autore” sigleranno anche il gran finale di “Parole in scena” e di pordenonelegge 2014, domeni-

ca 21 settembre (ore 21.30 Aula Magna Centro Studi): protagonista lo scrittore Erri De Luca, a pordenonelegge con i musicisti Stefano Di Battista e Nicky Nicolai, su accompagnamento di Lucio Bardi, per la prima presentazione assoluta de “La musica provata”, il nuovo libro di Erri De Luca, accompagnato da un dvd (prodotto da Oh!Pen e diretto da Emanuele Sana), in uscita per Feltrinelli il 16 settembre. La Musica Provata è una sorta di autobiografia musicale, costruca settembre (ore 21.30 ita 21 grazie alla narrazione di Aula Centro Studi): prouna Magna conversazione tra Gino tagonista scrittore Erri Castaldo lo e l’autore, dove De si Luca, a pordenonelegge con i musicisti Stefano Di Battista e OPERAsuPRIMA Nicky Nicolai, accompagnamento di Lucio Bardi, per la prima presentazione assoluta de “La musica provata”, il nuovo libro di Erri De Luca, accompagnato da un dvd (prodotto da Oh!Pen e diretto da Emanuele Sana), in uscita per Feltrinelli il 16 settembre. La Musica Provata è una sorta di autobiografia musicale, costruita grazie alla narrazione di una conversazione tra Gino Castaldo e l’autore, dove si

Le parole vanno in scena attraverso le performance di attori e registi, da Giancarlo Giannini a Valeria Golino a Zanussi

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Libro di De Luca accompagnato da un dvd MUSICA PROVATA con Nicky Nicolai

Libro di De Luca

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Giulio Scarpati e la dedica alla madre colpita OPERA PRIMA da Alzheimer

Giulio Scarpati

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COPPIE GLAMOUR / 2

I "Brangelina" insieme in un film LOS ANGELES - «Non è un film d'azione. È un piccolo dramma intimo. L'ho scritto per noi alcuni anni fa, Sarà una pellicola sperimentale e indipendente». Angelina Jolie svela in un'intervista all'Inquirer alcuni nuovi particolari di "By the sea"', il film che la vedrà tornare a recitare al fianco di Brad Pitt. L'attrice sarà anche regista e dirigerà per la prima volta il compagno. PG

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COPPIE GLAMOUR / 2

I "Brangelina" insieme in un film LOS ANGELES - «Non è un film d'azione. È un piccolo dramma intimo. L'ho scritto per noi alcuni anni fa, Sarà una pellicola sperimentale e indipendente». Angelina Jolie svela in un'intervista all'Inquirer alcuni nuovi particolari di "By the sea"', il film che la vedrà tornare a recitare al fianco di Brad Pitt. L'attrice sarà anche regista e dirigerà per la prima volta il compagno.

APPUNTAMENTO Pordenonelegge offre anche momenti di musica e recitazione. Nelle foto sotto da sinistra: Erri De Luca e Giulio Scarpati traverso un reading in proincrociano amicizie e canzoni: gramma nella serata di gioveda un terrazzo vista Vesuvio, di’ 18 settembre (ore 20.30, Isa Danieli canta con Erri De Spazio ITASincontra). Al festiLuca Era de maggio. Gian val anche la prima volta letteraMaria Testa, con il clarinetto ria (e a suo dire, l’ultima) di un di Gabriele Mirabassi sussurattore teatrale e televisivo molra la melodia di Monte Canino, to amato dal pubblico, Giulio omaggio alla gioventù presa a Scarpati: a sua madre, colpita cannonate nelle trincee della da Alzeihmer, e al ‘dono’ della Prima Guerra Mondiale. Si memoria e del ricordo rivissuti incontra l'imprevista armonica attraverso sentieri forti famia bocca suonata dall'amico liari, ha dedicato “Ti ricordi la scrittore Mauro Corona, MarLettera a mia maAPPUNTAMENTO offre casa ancherossa? momenti di musica got SikaboniyPordenonelegge e Alessandro dre”, il Luca libroe Giulio che presenterà ePreziosi recitazione. Nellecorpo foto sotto da sinistra: Erri De Scarpati offrono e voce a sabato 20 settembre, alle 12 al versi diventati canzoni. Novità traverso reading in proincrociano amicizie canzoni: Convento un di S. Francesco, in anche per Andrea Dee Carlo, in gramma nella di gioveda un terrazzo vista Vesuvio, dialogo con la serata giornalista Mauscita il 17 settembre con il di’ 18 settembre Isa canta conromanzo, Erri De ria Grazia Capulli. (ore Sarà 20.30, a due suo Danieli diciottesimo Spazio ITASincontra). Al festiLuca de maggio. Gian voci il reading del nuovo libro “CuoreEra primitivo” (Bompiani), val anche laCovacich, prima volta letteraMaria Testa, il clarinetto di Mauro “La spoambientato in con un luglio incanria suo dire, l’ultima) di un di Gabriele Mirabassi sussursa”,(einaanteprima a pordenonedescente con tre personaggi attore teatrale e televisivo molra melodia a dicapitoli Monte Canino, legge per Bompiani (domenica chelarivelano alterni to dal pubblico, Giulio omaggio alla gioventù a 21 amato settembre, ore 15 Istituto le loro ragioni. L’autorepresa li racScarpati: a sua madre, colpita cannonate nelle trincee della Vendramini). conterà a pordenonelegge atda Alzeihmer, e al ‘dono’ della Prima Guerra Mondiale. Si memoria e del ricordo rivissuti incontra l'imprevista armonica attraverso sentieri forti famia bocca suonata dall'amico liari, ha dedicato “Ti ricordi la scrittore Mauro Corona, Marcasa rossa? Lettera a mia magot Sikaboniy e Alessandro dre”, il libro che presenterà Preziosi offrono corpo e voce a sabato 20 settembre, alle 12 al versi diventati canzoni. Novità Convento di S. Francesco, in anche per Andrea De Carlo, in dialogo con la giornalista Mauscita il 17 settembre con il ria Grazia Capulli. Sarà a due suo diciottesimo romanzo, voci il reading del nuovo libro “Cuore primitivo” (Bompiani),


data: 22/08/2014 pagina: 28


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DOMENICA 24 AGOSTO 2014

Ci vuole orecchio

Caratteri Cataloghi

di Arianna Gavioli

{

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 15 Il doppiatore di Spacey aumenta la suspence «È vero, ho sparato sei pallottole in testa al mio migliore amico»: si apre così La cosa sulla soglia, racconto di H. P. Lovecraft, in formato audiobook per Full Color Sound (Cd Audio, 1h38’, 9,90). Ma la verità è diversa da quella più immediata:

una presenza inquietante ha sconvolto le vite di Daniel Upton e di Edward Derby, scrittore appassionato dell’occulto. La bravura di Roberto Pedicini, doppiatore di Kevin Spacey e lettore d’eccezione, aumenta la suspence.

Tendenze Non si interrompe l’onda dei libri sui rapporti familiari dopo il successo della passata stagione. Forse è difficile raccontare il singolo: ed è un fiorire di duetti amorosi o amicali

Giancarlo Neri (1955), The writer/Lo scrittore (2005, installazione, Londra, Hampstead Head)

Viva la coppia, il doppio, il doppione di IDA BOZZI

L

o scrive anche Julian Barnes nel suo libro Livelli di vita: «Metti insieme due cose che insieme non sono mai state. E il mondo cambia». È questo, in nuce, l’elemento di base che serve a far partire un romanzo: un passaggio da A a B (nel postmoderno anche a C e a D), dove A e B sono luoghi, condizioni, o persone in relazione. E lo si vede bene anche nei romanzi in uscita a settembre. Nei quali, ci pare, prolifera il rapporto a due: l’altro, l’amore, la coppia, la relazione, il conflitto protagonista/antagonista, la lontananza tra due eroi separati dal destino (che alla fine li farà incontrare o «riconoscere»), tutti ingredienti basici e un po’ massimalisti sfruttati fin dall’antichità già nei romanzi ellenistici (cioè ben prima della coppia don Chisciotte/Sancio Panza) e in tutte le fiabe (come ha spiegato Propp). E che hanno portato fortuna ad alcuni libri entrati in classifica l’anno scorso, come Gli sdraiati di Michele Serra su padri e figli, o Il nero e l’argento di Paolo Giordano sulle giovani coppie, o Colpa delle stelle di John Green sui giovanissimi amanti messi alla prova dalla malattia.

Qualche esempio tra i primi titoli della rentrée letteraria. Uscirà il 2 settembre il romanzo Class di Francesco Pacifico (Mondadori), in cui la coppia di Ludovica e Lorenzo, giovani sposi radical-chic mantenuti dalle famiglie, si divide implodendo alla prima prova matrimoniale. Un «noi» (però radicato nella storia del Paese) anche nell’esordio romanzesco del regista Giorgio Diritti, intitolato appunto Noi due, in uscita il 27 agosto (Rizzoli), dove la storia

La relazione è la protagonista della rentrée letteraria: padri-figli, mogli-mariti e un’altra infinità di varianti

i Il saggio Un espediente del romanzo, del mito, di tragedia e commedia, è il «riconoscimento», cioè l’agnizione, uno dei trucchi letterari più fertili e antichi. Ne scrive nel saggio Riconoscere è un dio il docente Piero Boitani (in uscita per Einaudi): il caso più illustre è il riconoscimento di Ulisse da parte del cane Argo quando l’eroe arriva a Itaca nei panni di un mendicante. Ma l’agnizione non è solo lo strumento del narratore per creare il colpo di scena, anzi è carica di significati vagliati nel saggio: è prova, peripezia, o illuminazione divina, come spiega la frase di Euripide che dà il titolo al volume

di una coppia di giovani si intreccia con le rovine dell’Aquila dopo il terremoto (l’autore sarà a Pordenonelegge il 17 settembre); e di coppia si tratta anche nel nuovo libro di Daria Bignardi, L’amore che ti meriti (a settembre, Mondadori), in cui Alma e Mario sono due giovanissimi che negli anni 70 si trovano davanti un nemico più grande di loro, la droga. La grande storia si mescola alle piccole storie anche in Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi), in cui i fidanzatini Ifemelu e Obinze, in fuga dalla Nigeria della dittatura, incontrano l’Occidente dei compromessi e di altre tragedie e drammi, pubblici e privati, perdendosi di vista per lunghi anni. Probabilmente non si tratta solo di un momento in cui è difficile narrare un singolo protagonista, in tempi di individuo «liquido», come direbbe Zygmunt Bauman, ma anzi di un vero boom dell’amore e degli affetti, dalle emozioni profonde alle vaghezze sentimentali, e della necessità di raccontare l’Altro in un mondo di cambiamenti repentini, di eventi storici troppo schiaccianti per il singolo, e per contro di flebili relazioni virtuali relegate ai social network. Di questa voga delle emozioni sono testimoni anche vari saggi: ad esempio Eros e amore di Igor Sibaldi (dal 23 settembre, Sperling & Kupfer) o Io amo (dal 18 settembre, Garzanti) di Vito Mancuso, mentre innumerevoli sono i libri sull’amore: uno per tutti, la raccolta di racconti Il mio cuore è idiota dell’americano Davy Rothbart (a settembre, Baldini & Castoldi). Ma la relazione non è solo la coppia amorosa: nella nuova stagione leggeremo di rapporti padre/figlio o figlia con molte varianti, espedienti per raccontare drammi sociali, vicende private, immigrazione,

malattia, ma anche frontiere, confini, lontananze. Ad esempio ne Gli invincibili di Marco Franzoso (Einaudi), un giovane padre e il figlio neonato dovranno cavarsela da soli, senza nessun altro al mondo, mentre in Vita di vita di Eraldo Affinati (Mondadori), lo scrittore racconta la sua amicizia con il giovane immigrato Khaliq nella scuola dove Affinati insegna, la Città dei ragazzi; oppure ne La festa del ritorno di Carmine Abate (a ottobre, Mondadori), è narrata la vicenda di un padre emigrante che si racconta al figlio, una volta ritornato in Calabria per Natale. Tra le uscite, atmosfere leggere e quasi fantasiose (forse un po’ troppo frequenti e ripetitive) si mescolano a toni sofferti e a durissime letture della realtà: ad esempio, nel romanzo Se ho paura prendimi per mano, di Carla Vistarini (Corbaccio, in libreria dall’11 settembre) un bizzarro barbone alleva una bambina di tre anni conosciuta e «adottata» per caso, mentre Lezioni in paradiso di Fabio Bartolomei (in uscita a settembre, edizioni e/o) è la storia di un angelo custode che assiste un «terrestre» problematico; mentre in Niente è come te di Sara Rattaro (dal 4 settembre, Garzanti), si racconta la storia di Francesco e Margherita, padre e figlia lontani da dieci

Emozioni La «formula» a due è antica, movimenta avventure, turbamenti e vaghezze sentimentali; oggi rispecchia il bisogno di narrare l’Altro

anni, divisi da frontiere e burocrazie, e in procinto di incontrarsi di nuovo; ma c’è spazio anche per un libro drammatico come Sulla sponda dello spagnolo Rafael Chirbes, dal 3 settembre in libreria per Feltrinelli, in cui apprendiamo la storia di Esteban, uomo estenuato che accudisce il padre negli ultimi giorni della malattia e riflette sul mondo contemporaneo.

Il meccanismo a due serve a raccontare anche storie di amicizia, tra ragazzi, bambini, adulti, oppure con grandi personalità in particolari temperie storiche: ad esempio Il braccialetto di Lia Levi (a settembre, edito da e/o) in cui due ragazzi, Corrado, ebreo, e Leandro, di origine russa, si conoscono nei giorni della caduta di Mussolini mentre dilaga la tragedia provocata dalle leggi razziali; e invece il personaggio finzionale di Federico e del suo maestro di vita, in Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia (in ottobre, Mondadori) è l’espediente che ci consente di incontrare la figura reale di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia. Un’ultima osservazione: il luogo letterario in cui più di frequente si incontra la coppia (di nemici) è ovviamente il giallo: un esempio per tutti, con caccia all’uomo e i due antagonisti più classici, sarà il thriller Mr. Mercedes di Stephen King che uscirà il 30 settembre per Sperling & Kupfer. Mentre per chi non ne può più di coppie e duetti, un avvertimento dal Mark Twain inedito in uscita il 26 settembre per Piano B edizioni: si intitola Comportati bene e resterai solo. Un manuale cinico sulla dannata razza umana. © RIPRODUZ ONE RISERVATA


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fenomeni letterari

“L’HO VISTO PICCHIARE LA MOGLIE DAVANTI A TUTTI. E IN QUEL MOMENTO È NATO IL MIO ROMANZO” Katherine Pancol è la regina francese del bestseller. Le lettrici considerano le protagoniste dei suoi racconti “amiche immaginarie” (ha venduto 6 milioni di copie nel mondo). Ma ora con Muchachas, la fiction incontra la cronaca. E inizia una trilogia dove le eroine sono donne vittime della violenza maschile di Stefano Montefiori, foto di Sylvie Lancrenon

el giugno 2010 avevo appena finito di pubblicare la trilogia precedente, mi trovavo per un matrimonio poco lontano da Lourdes, ho ordinato un panaché (birra e gazosa) in un bar di Plaisance-du-Gers, e hoassistitoaunascena- unadonnapicchiatadalmaritodavanti ai figli e a me - che non potevo dimenticare. Così mi sono rimessa subito a scrivere». Katherine Pancol è la francese dei best seller: sei milioni di libri venduti nel mondo, i suoi personaggi - Josephine, Hortense - vivono ormai da anni come se fossero persone reali. I lettori scrivono a Katherine chiedendo notizie e nuove avventure, lei risponde a tutti senza lasciarsi influenzare: quando ha fatto morire un’eroina, Iris, Pancol è stata fermata per strada e redarguita: «Ma le mie creature hanno un loro destino segnato, deciso dalla personalità, le cose non possono che andare in un certo modo». Ora esce in Italia il primo volume di Muchachas, la nuova trilogia. Un romanzo più cupo dei precedenti. È stata influenzata da quella scena nel caffè? Senza dubbio, al matrimonio continuavo a chiedere a tutti se conoscevano quella coppia che avevo visto poche ore prima:leibellissima,luiunomettosgraziatoecattivo.Non potrò mai dimenticare gli occhi di lei, che mi imploravano di lasciar perdere per non aggravare le cose, e l’insolenza di lui, sicuro che nessuno sarebbe intervenuto. Per questo nel nuovo romanzo ho voluto raccontare la storia di Léonie e sua figlia Stella, donne segnate dalle violenze. Come ha affrontato il tema della violenza sulle donne? Ho cercato di capire la psicologia di chi è vittima e non si ribella,eanchedeicarnefici.Hoparlatoalungocondueuominichesonoriuscitiacurarsi,figlidipadriviolenti.Credo che molto dipenda da noi, dalle madri, che dobbiamo insegnare il rispetto. Mio padre a casa non ha mai spostato un bicchiere, mio figlio 25enne è abituato a lavare i piatti io donna – 30 agosto 2014

Katherine Pancol, 60 anni. Nata a Casablanca, Marocco, ha sempre vissuto in Francia dall’età di 5 anni. La scrittrice sarà al Festival Pordenone legge il 21 settembre. 69


fenomeni letterari

Finito il primo libro, l’ho sbattuto sulla scrivania di Romain Gary, editore e scrittore, gli ho detto “Dimmi se posso farcela”. Dopo averlo letto mi ha detto “Sì, è roba con le palle”. Avrei preferito qualcosa di più elegante, ma, insomma, era il suo via libera...

In alto, la copertina di Muchachas, il primo volume della trilogia al femminile di Katherine Pancol, che uscirà il 3 settembre. Muchachas 2 sarà in libreria 1 ottobre e Muchachas 3 il 5 novembre, tutti pubblicati da Bompiani. 70

e a dare una mano, e gli sembrerebbe strano il contrario. I lettori saranno delusi da un romanzo che affronta un tema così drammatico? In Francia no, le vendite e l’accoglienza sono andate bene. Lei ha pubblicato il suo primo romanzo, Moi d’abord, nel 1979. Buone critiche e vendite, come i successivi, ma poi all’improvviso sono arrivate le cifre colossali, i milioni di copie. Come se lo spiega? Ah non me lo spiego affatto, ancora non me ne sono fatta una ragione. Io scrivo sempre allo stesso modo, per me stessa. Raccontare storie è un’abitudine che avevo già da bambina. Ho avuto un’infanzia molto dura, mi sono costruita presto un mondo alternativo nel quale rifugiarmi. Come mai era una bambina triste? Senza entrare troppo nei dettagli, mia madre non mi ha dato affetto e ne ho sofferto. Poi è andata meglio? Hoavutotantafortunanellamiavita,hofattoincontrigiusti al momento giusto. E poi ho imparato a non avere paura, dopo quello che ho passato da bambina tutto mi è sempre sembrato una passeggiata, mi sono buttata nella vita senza timori. Una volta ho pure ringraziato mia madre per questo, ma non sono sicura che abbia capito. Ho cercato di essere una buona mamma per mio figlio e mia figlia, che adesso sono grandi. Credo di non essermela cavata male. Come è diventata una scrittrice? Per una serie di combinazioni. Mia madre era un’istitutrice, io a 19 anni ero già laureata e volevo fare l’insegnante di francese e latino, ma poi ho seguito un fidanzato in Svizzera… Al ritorno a Parigi vendevo detersivi e lavoravo a un distributore di benzina, poi ho trovato un impiego in un’agenzia di modelle, ma non sapevo battere a macchina e un giorno mi hanno licenziata. Appena uscita incontro un compagno di facoltà e lui mi dice “Vai da mio padre, che è direttore di Paris Match”… Così ho cominciato uno stage al giornale, lavoravo moltissimo senza vedere un soldo… Poi Cosmopolitan mi ha fatto fare grandi servizi e interviste finché un giorno mi telefona Robert Laffont, l’editore, e mi dice “Vorrei che lei scrivesse un romanzo”. IlprimoaleggereilmanoscrittofuilgrandeRomainGary. Per caso ci siamo trovati vicini di casa, in rue du Bac. Lui anziano e solo, io giovane e selvaggia. Siamo stati amanti per un weekend, e amici per sempre. Viaggiavamo, cenavamo spesso, ci volevamo bene. Appena finito il primo romanzogliel’hosbattuto sullascrivaniae glihodetto “Dimmi se posso farcela”. Dopo averlo letto mi ha detto “Sì, è roba con le palle”. Avrei preferito qualcosa di più elegante, ma insomma era il suo via libera, e adesso siamo qui”.

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io donna – 30 agosto 2014


Diffusione : 147688 PeriodicitĂ : Mensile

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festival PRENOTA IL TUO POSTO IN

PRIMA FILA A MANTOVA E PORDENONE

QUI INCONTRI I GRANDI SCRITTORI

Festivaletteratura dal 3 al 7 settembre 3_^ #' _c`YdY U SU^dY^QYQ TY UfU^dY aeU\\_ TY =Q^d_fQ ~ e^_ TUW\Y Q``e^dQ]U^dY \UddUbQbY `Y Y]`_bdQ^dY Tº5eb_`Q ­E^Q VeSY^Q TY ^e_fY dQ\U^dY T_fU cS_`bYbU ^_]Y `_S_ ^_dY Q\ WbQ^TU `eRR\YS_® TYSU 4QbY_ 6UbdY\Y_ cSbYdd_bU U SbYdYS_ TU\ 3_bbYUbU TU\\Q CUbQ 3_^cYW\YQdYccY]Y \º_\Q^TUcU D_]]i GYUbY^WQ `QbQW_^Qd_ Q\ : 4 CQ\Y^WUb TU 9\ WY_fQ^U 8_\TU^ U \Q RbQcY\YQ^Q 1TbYQ^Q <YcR_Q dbQ W\Y Qed_bY e^TUb $ `Y ae_dQdY Y^ 1]UbYSQ <QdY^Q IL CONSIGLIO ­4Q ^_^ `UbTUbU \ºeSbQY^_ 1^TbUY ;eb[_f® TYSU 6UbdY\Y_ ­9^ 4YQbY eSbQY^Y bQSS_^dQ Y\ ce_ @QUcU QW\Y cdbQ^YUbY Q\ TY \w TUY S\YSX} WY_b^Q\YcdYSY U `_\YdYSY 8Q e^_ cdY\U SQbYS_ TY Xe]_eb ^Ub_ U cebbUQ\Yc]_ E^ UcU]`Y_/ 9 `b_dQW_^YcdY TUY ce_Y \YRbY c`Ucc_ c_^_ Q^Y]Q\Y* e^ `Y^WeY^_ e^ SQ]Q\U_^dU e^ `Q``QWQ\\_¯ ;eb[_f VQ fYQWWYQbU ^U\\Q bUQ\dw `_cd c_fYUdYSQ S_^ \Q VQ^dQcYQ® www.festivaletteratura.it Pordenonelegge dal 17 al 21 settembre ­Í Y\ `Q\S_cSU^YS_ TU\\U Q^dU`bY]U® c`YUWQ 5T_QbT_ 2beW^QdU\\Y TYbUdd_bU TY CSbYf_ ]U Y\ `_bdQ\U =_^TQT_bY

TUTYSQd_ Q\ cU\V `eR\YcXY^W 9^ aeUcdQ UTYjY_^U ") Qed_bY `bUcU^dQ^_ \YRbY SXU ecSYbQ^^_ Y^ Qede^^_* TQ\\Q SQ^QTUcU =QbWQbUd 1dg__T `_UdUccQ U Q]RYU^dQ\YcdQ `Ub \Q `bY]Q f_\dQ Y^ 9dQ\YQ Q\ VY\_c_V_ FYd_ =Q^Sec_ SXU `Qb\Q TY Ub_c ^U\ ce_ ^e_f_ cQWWY_ 9_ Q]_ 7QbjQ^dY IL CONSIGLIO ­@Ub ]U ~ TQ cUWeYbU 4QfYT 7b_cc]Q^ SXU Q`bU \Q bQccUW^Q® TYSU 5T_QbT_ 2beW^QdU\\Y ­E^º_SSQcY_^U e^YSQ `Ub QcS_\dQbU Y bQSS_^dY TU\\Q ceQ fYdQ Y^ 9cbQU\U U Y\ ]UccQWWY_ TY `QSU TY e^ e_]_ SXU XQ `Ubc_ Q^SXU e^ VYW\Y_ ^UY S_]RQddY]U^dY S_^db_ W\Y 8UjR_\\QX >UY ce_Y b_]Q^jY 7b_cc]Q^ SY bYS_bTQ SXU \Q `UWWY_bU S_cQ SXU `_ccQ UcYcdUbU ~ `UbTUbU \Q VYTeSYQ Y^ e^Q c_\ejY_^U Q\dUb^QdYfQ Q\\Q WeUbbQ® www.pordenonelegge.it VALERIA COLAVECCHI0

musica IL CONCERTO-EVENTO IN ITALIA DI DEBBIE HARRY

LA BIONDA REGINA DEL PUNK Chi è 3Q^dQ^dU QddbYSU Uh S_^YW\YUddQ TY @\QiR_i U ]ecQ TY 1^Ti GQbX_\ 4URRYU 8Qbbi ~ e^Q TU\\U YS_^U TUW\Y Q^^Y º' U º( 1]UbYSQ^Q ~ ^QdQ Q =YQ]Y Y\ !ß \eW\Y_ !)$% UT ~ S_^cYTUbQdQ \Q bUWY^Q TU\\Q ]ecYSQ `e^[ U ^Ug gQfU


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fascicolo nazionale PPN Martedì 2 settembre 2014

PPN

PORDENONELEGGE

Social e fotografia si incontrano nella prima edizione di "Fotografa Pordenonelegge!", concorso che per tutto settembre permetterà di condividere protagonisti ed eventi catturati al festival in questa e nelle 14 edizioni precedenti. Le immagini inviate devono avere come soggetto o sfondo un richiamo alla manifestazione pordenonese. Per partecipare basta accedere al sito www.pordenonelegge.it. Intanto è confermato che ad

PORDENONELEGGE Un concorso fotografico

con Grossman, UnIlpoiviaconcorso fotografico Atwood e Kureishi Il via con Grossman, poi Atwood e Kureishi

aprire il festival letterario sarà, la sera del 17 settembre, lo scrittore israeliano David Grossman, intervistato dal direttore artistico di Pordenonelegge, Gian Mario Villalta, intorno alla sua vita di scrittore in un Paese difficile. Fra gli altri incontri top della manifestazione, il 20 settembre, ci saranno quello con lo scrittore e sceneggiatore anglo-pakistano Hanif Kureishi e l'autrice canadese Margaret Atwood, intervistata da Tullio Avoledo.

Social e fotografia si incontrano nella prima edizione di "Fotografa Pordenonelegge!", concorso che per tutto settembre permetterà di condividere protagonisti ed eventi catturati al festival in questa e nelle 14 edizioni precedenti. Le immagini inviate devono avere come soggetto o sfondo un richiamo alla manifestazione pordenonese. Per partecipare basta accedere al sito www.pordenonelegge.it. Intanto è confermato che ad MANIAGO CORTINA D’AMPEZZO

DI UN HACKER aprireBLITZ il festival letterario sarà, Oltre cento attrici nude sul web la sera del 17 settembre, lo scritHollywood è in subbuglio. Un hacker ha tore israeliano David pubblicato sui social media Grossman, foto nude o seminude di oltredal un centinaio di attriciartistico e modelle. Nel intervistato direttore mirino almeno 100 star di Hollywood: Jennifer Lawrence, Kate Upton, Kirsten Rihandi Pordenonelegge, GianDunst, Mario na, Hillary Duff, , solo per citarne alcune. La Villalta, intorno allaLawrence: sua vita diha più colpita è Jennifer l'hacker ATTRICE pubblicato almeno 60 foto e alcuni video che la scrittore in un Paese difficile. Jennifer mostrano in bikini, col seno scoperto e anche completamente nuda. Lawrence Fra gli altri incontri top della manifestazione, il 20 settembre, ci saranno quello con lo scrittore e sceneggiatore anglo-pakistano Hanif Kureishi e l'autrice canadese Margaret Atwood, intervistata da Tullio PADOVA Avoledo.

CULTURA&SOCIETÀ Domani alle 21 alle vecchie scuderie Zerorchestra riporta sul grande schermo i tre capolavori di Max Linder con musiche originali di Ortolan, Cesselli e Todesco

Una Montagna di libri oggi alle 18 presenta Alessandro Toso, con "Destini Verticali" (Edicilo edizioni), e Francesco Vidotto con "Oceano" (Minerva).

La Corte trecentesca fra via Arco Vallaresso e via Accademia farà da cornice da giovedì alla terza edizione di “Musica, Conversazioni & Aperitivo”.


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40 ANNI CONTRO IL CORO

40624 9 771124 883008

L’immunità,unterribilebabau.Ipartitipolitici fanno a gara nel rinnegare la norma che introduceancheperimembridelnuovoSenato l’immunità parlamentare. Eppure gli emendamenti a favore erano firmati da tutti, grillini compresi. Ma il nuovo clima di terrore giustizialista ha reso impossibile firmare una norma di legittima difesa dei parlamentari.

a risposta della politica italiana agli eccessi burocratici dell’Europa, alle direttive sulla curvatura delle banane e dei cetrioli, è aggiungere altri oneri a danno delle aziende. Obblighi a carico dei soli produttori nazionali che incoraggianogli imprenditori a fare le vaimancavasoltanto ilproblemadell’immunità. Non si parla d’altro. Chi la vuole e chi non la vuole. Chi pensachenonsenepossafareameerra di stracotto e ca- noechi,invece,sostienecheisenatorinonne diritto perché non sono più parlapunsèi, di Rinasci- abbiano mentari effettivi, secondo la nuova norma, menti e di incontri bensì dei fessacchiotti che vanno lì a Palazzo piùedelmeno,manon con l’autore, Manto- Madamaaparlaredel contano nulla, sono ornamentali, forniscono vaèormaipiùfamosaperilfesti- pareri su questioni marginali, fanno finta di incassare una lira e in verità si beccano val (padre-di-tutti-i-festival) non deirimborsidanababbi.Già,letrasfertecostache per la Camera degli Sposi di no, Roma è una città cara, qualcuno paghi, Mantegna, che è rimasta chiu- perdio. Come si nota, il dibattito è alto, raggiunge i sa dal terremoto del 2012 a un dueo tre centimetri. Valela pena diaffrontarlo, mesefa.PalazzoTeèincrisiisti- non c’è pericolo di farsi male. Allora. Riasla vicenda. Matteo Renzi da quantuzionaleelagiunta,primavol- sumiamo doèentratoaPalazzoChigihalafissadielimitanellastoriadellacittàpiùros- nareva, il cosiddetto perfetto. «per chibicameralismo visita la zona (e le dare torto?È sufficientelaCamera sa della Padanìa, è pure di cen- Chiglipuò sue prelibatezze)». perlegiferare.Ilsuodoppionenonèsoloinutitrodestra. Peggio di così. Piùdannoso, masterchef, meno male, è anche poiché serve esclusivaa perdere tempo, intorbidare E così gli organizzatori del fe- mente sterpiece. Allaa fine dallele acartique, a rendere accidentato l’iter di approvastival, stretti d’assedio da tutte zionestar si legge. passati stellati. Midi ogni Siamoagli d’accordo con lui. Poiperò abbiamoscoperto che ilprele altre kermesse che l’hanno Finqui. chelin. Siamo alla frutta? Oltre. mierino,purdirealizzareilsuoprogetto,anziché eliminare tout court il secondo ramo del Parlamento, lo ha trasformato in un posto di sostaeristoroperbuontemponiche,nonsoddisfatti del loro ruolo nelle amministrazioni locali(RegionieComuni), puntano atrascorrerealcuni giornilasettimana a Romaa spese delloStato. Cosicchéeglilihaaccontentatiriservando loro un seggio senatoriale. Le cadreghe a disposizione una volta erano 315, ora sono state ridotte a 100. Per motivi di risparmio. Effettivamente, la (...)

imitata negli anni (Sarzana ha appenachiusoePordenonelegge apre tra una decina di giorni),disorientatidaunapanoramaletterarionazionalepiùmonotono del solito (e già abbondantemente saccheggiato nelle edizioni scorse) e per di più, intempidilargheinteserenziane, orfani di quella bella intellighenzia radical e anti-Cav cui piaceva pedalare per le vie del centro agghindate a festival, gli organizzatori, dicevamo, quest’annohannopreferitoabbandonare le accidentate strade dell’editoria di qualità puntandosullepiùredditizieviedelgusto, del cibo, del mangiar bene. Tanto più che siamo già in clima Expo. Festivaletteratura 2014:tantibuoniautoristranieri(TejuCole,laBulawayo,Aleksandar Hemon, Gary Shteyngart...), pochi italiani, nessun verogigante,maicosìpocapoliticaepolitologia(perilmomento è annunciata solo la presenza di Laura Boldrini, e in forma privata), molti appuntamenti per i bambini, e ancora di più per i ghiottoni: dalle consuete colazioni con gli autori ai laboratori di cucina etrusca («Le merende di nonna Anthus»), dal ciclo di incontri «Le parole del cibo» a Le meraviglie delvino e dellavite,dallelezioni negli orti ai «Raccontidizuppe»(«Cosasimangiavanellenostre campagne 2500 anni fa?»), dallalectiomagistralissulnutrizionismoa«Lageneticachesalvail vino», da«L’agricolturadal volto umanO» spiegata dallo svizzeroHansRudolfHerrenalle ossessioni culinarie dell’Italia repubblicana svelate da Roberta Corradin.... E c’è pure un’appgratuita,TerrediManto-

ligieed espatriare verso Paesi più accoglienti. Ultima vittima della smania regolatrice italica è l’aranciata. Un emendamento del Partito democratico passato qualche giorno fa alla Camera impone ai produttori italiani di usare nelle bibite almeno il 20% di arance. Il limite prima era al 12%. Modifica della legge (...)

Mantua me biscuit. Insomma, oggi s’apparecchiailfestival,unagrandebouffe di cinque giorni che ha il cibo elacucinacome sotterraneofiloconduttore.Nessunohalari-

ademagogiadipiazzaèdeplorevole ma la demagogia istituzionale è disgustosa. La rimozione lampo, come mai accade, del prefetto di Perugia per l’infelice frase sulla mamma del drogato conferma una cosa: che il governo del dire schiaccia il governo del fare. Ci sono centinaia, forse migliaia di funzionari che non funzionano, di dirigenti corrotti, incapaci, inefficienti, e ci sono migliaia di episodi di disservizi, malgestioni,dannicommessidallapubblica amministrazione che restano im-

cetta per vendere più libri agli italiani,matuttisannocomeattirarli alle kermesse culturali. Prendendoli per la gola. La star di Mantova, non a caso, quest’anno è l’americano Michael

punitio solo deplorati. Poiun prefetto,inundiscorsocondivisibileesensato, dice una frase sconveniente e scorrettacherimbalza con enfasi nei media. Viene tempestivamente rimosso e massacrato seduta stante. Il direcontapiùdelfare,unabattutavale più di una carriera. Giustizia e buon senso consigliano di rispondere al dire col dire e al fare, anzi al non fareoalmalaffare,colfareecoldisfare. In questo caso sarebbe bastata una lettera di censura per le parole avventate.No,l'ipocrisiadiStatouni-

Pergentileconcessionedell’editore,pubblichiamounostralciodellaprefazionediVittorioSgarbi al libro Diario di un lavapiatti di campagna (Bompiani, pagg. 240, euro 17; in libreria da og-

a cucina ha dato a Romano Tamanila saggezza, e le sue memorie ne sono piene, sia quando racconta la sua infanzia, sia quando descrive le sue esperienze a Londra, sia quando riscontralafelicità,piùcheconiugale, della sua condizione: «Cucinare è come amare. Anzi, e più di amare. Sì, perché a un certo punto di fare l’amore si smette. Di mangiareinvecenonsismettemai».«Il mio grande amore è la cucina. Un amore che dura tutta la vita e dal

ngela Merkel ha aperto un nuovo spiraglio di flessibilità nella interpretazione del patto di stabilità europeo. Ma esso è piccolo, incerto nelle modalità, condizionato, non esente da rischi perché la cancelliera tedesca è molto abile, nel prendere più diquellochedà.SinoadorasoloMarioDraghièriuscitoaevitare i danni e a incassare i vantaggi, per altro non sempre ottenendo ciò che desidererebbe.Laragionedellaconcessio-cheègiàiperrecensitoeunsicune attuale della Merkel è che si rende conto che la congiuntu-ro bestseller. Perché «quanto ra nell'euro zona non migliorapiù invadenti sono i presunti nellamisurasperata.EciòdanneggiaanchelaGermania,per-virtuosismidiaspiranticuochi, ché riduce la sua crescita, chetanto meno sappiamo mettere dipende in più larga parte da in tavola qualcosa di decente». quella dell'euro zona, ora che la Cina su cui i tedeschi aveva-In programma, poi, ci sono anno soprattutto puntatonon stache lo storico Giorgio Boatti andando al ritmo di prima e stringe rapporti con la Russia,che ci spiega com’è il Paese dei altro grande sbocco della Ger-nuovi agricoltori («L’Italia per mania, che ha ora problemi. I tedeschicapisconolecoseinri-campi e per boschi»), Piersantardo. Ma meglio tardi chedro Pallavicini che sorseggia mai. Ma ci sono molte insidie e molti «se» in questa apertura,«Un cocktail con Gunter Saper ildelle governo Renzi.più Innanzi-chs», epersino un intervento di Pollan - «una voci la regola del pareggio ascoltate, e tutto meno ortodosse, donLuigiCiottinonsullamafia nonvieneapplicataalbilancio nel dibattitovero, globale sull’alima a quello corretto perosulledroghemasucome«Ilcimentazione»l'andamentodelciclocongiun- che qui parlerà bo oggi deve essere libero. Per turale, che (...)

delsuonuovosaggioantropologico-culinario Cotto (Adeplhi),

taallademagogiadigovernocomanda la ferocia di una pubblica esecuzione, sul posto. E si caccia il prefetto. Non ho pregiudiziali né antipatia verso il premier e nemmeno verso il ministrodell'Internomainquestavicendavedorappresentatatuttalafumosa inconsistenza del loro stare al governo: compiacere le fabbriche dell'opinione pubblica, governare a colpi di titoli di giornali e di tg. L'importante è l'apparenza. C'è meno senso dello Stato e della realtà nel loro gesto che in quelle incaute parole.

gi)diRomanoTamani,chefdelleggendarioristorante «Ambasciata» di Quistello, vicino Mantova. Il libro sarà presentato venerdì 5 settembre a Palazzo Te, Mantova (ore 18).

quale non si divorzia mai». Caratteristica di Romano non è sololacucinaditradizione,unperfezionamentodiquello chepotresti mangiare a casa tua, ma le porzioni più abbondanti, come misuratesulsuocorposoddisfatto,tempio di un piacere senza fine. Altro chenouvellecuisineesushi:«Cucinaresignificacuocere.Ecertemode sono come le bugie: hanno le gambecorte.Perquestosonoconvinto che piano piano tutto tornerà come prima. Torneremo alle vecchie cotture, alle antiche preparazioni, perché la gente e stan-

ca di queste pappine da dentiera che ci propinano oggi... Non se ne puòpiù con la desolazione di questi piatti vuoti che presentano adesso con una ipotesi di pesce, una prefazione d’insalata e due pallide lacrime d’olio: se uno va al ristorante è per mangiare, se vuoledigiunaresabenissimocomefare,senzacheglielospieghi(magari pure a caro prezzo) un grande chef!». E qui si apre il suo confronto con il gettonatissimo Massimo Bottura «che fa le molecole all’Osteria Francescana di Modena» [...].

una produzione alimentare che riesca a coniugare il rispet-

to e la cura della terra all’affermazionediun’eticadellalegalità». Al termine dell’incontro, degustazioneacuradi«LiberaCoordinamento di Mantova». Ecosì,fortediunaanticaabilità culinaria che riescea trasformare una pietanza con ingredienti poveri in un piatto da 45 euro, Mantova ha preparato per i suoi ospiti un menù nel quale,fra350ospitie240incontri, il «big» italiano è... Claudio Magris... Che insomma. Tanto più che parlerà (non stiamo scherzando) dei diversi tavoli dellaletteratura,dicomesipossa mantenere distinti e vicini il tempodellanarrazione,l’impegno saggistico, la scrittura privata.Èvero,comesuggeriscelo sloganodelcicloLeparoledelcibo: «Non si mangia più come una volta. E neppure si legge.

Romano ha la certezza che «in Europa noi italiani siamo i primi nella gastronomia, perché la nostra vecchia cucina casalinga e la più sana, buona e completa di tutte», e afferma: «Io sono convinto e lo dico senza ombra di dubbio chelacucina italiana sia lamigliore al mondo». In questo lo conforta il pensiero di Carlin Petrini. Lo dimostra il parmigiano reggiano, il più grande formaggio del mondo, che rappresenta la perfezione. Ma anche l’aceto balsamico. Per spiegarequeste cose si serve anche della pittura: «L’insalata che cresce alla luce del sole, ha un sapore completamente diverso da quella che cresce sotto un telonediplastica.C’elastessadifferenzache c’e tra un quadro di Raffaello e la fotografia di quel quadro».


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STAMPA .LA GIOVEDÌ 4 SETTEMBRE 2014

MARIO BAUDINO e in agosto è stato possibile sfidare climi più nordici, per esempio spingendosi fino a Edimburgo dove ci si è beati con una sfilata di star anglofone, J. K Rowling compresa, con settembre trionfa il Mediterraneo. La grande stagione del turista-lettore si gioca tra Spagna, Francia e Italia, anzi soprattutto in Italia. È tempo di Mantova, ossia Festivaletteratura (da ieri a domenica), la manifestazione decana, quella che ha più imitazioni della settimana enigmistica, quella di cui non si può che parlar bene. Anche quest’anno offre qualche autore internazionale di ottima levatura oltre a quasi tutti gli italiani, scrittori, professori, critici d’arte, linguisti. intellettuali, politologi. Anche quest’anno, dunque, tutti a Mantova per inaugurare la «stagione», a spasso in piazza delle Erbe fin verso i laghi, costeggiando la casa del Rigoletto, sciamando nel Palazzo Ducale. Centinaia gli addetti ai lavori, forse migliaia, e decine di

S

Un’immagine del tortello amaro di Castel Goffredo una delle specialità della cucina della campagna mantovana Chi partecipa al festival di letteratura difficilmente rinuncia ad assaggiarlo

E dopo aver ascoltato gli scrittori ci si ritrova al ristorante a scoprire sapori e specialità locali migliaia di lettori: i due mondi si incrociano, si strofinano, non comunicano granché e soprattutto hanno ritmi di vita diversi. Rappresentano forme complementari di vivere il festival; da un lato i lettori forti che fanno clan, per il gusto di incontrare il massimo numero possibile di esemplari della loro specie ritenuta forse a torto in via di estinzione, dall’altro gli «addetti» che fanno, come sempre, pubbliche relazioni. In fondo non importa poi molto chi sale sul palco, dietro un microfono: l’importante è che lo faccia qualcuno, serve l’officiante. A Mantova, mangiare è d’obbligo. Quest’anno ci sono persino le «Food Blogger» in azione. La cucina è celebrata, i ristoranti abbondano, il luogo comune è che sia ottima, il

Nord

Tortello amaro

S

ALBERTO CRISTOFARI/A3/CONTRASTO

Il Festival di letteratura anima piazze e strade del centro storico di Mantova

Mantova & Co. le tribù dei lettori a caccia di piaceri Dalla Lombardia al Friuli, è tempo di migrare per festival inseguendo autori e buona cucina

Pordenone Il campanile della città del Friuli che ospita dal 17 al 21 settembre l’ormai tradizionale festa del libro

colesterolo è in agguato. Due i tormentone ineluttabili: tortelli di zucca - buonissimi - e luccio in salsa (si può discuterne). A Giulio Einaudi piaceva molto, fino a imporla come luogo letterario, la «Antica Osteria dei Ranari», dove come dice il nome esiste un’alternativa. A qualche chilometro, a Quistello, c’è pur sempre l’Ambasciata: grande tradizione, grande nome, grande conto. Qualche editore, talvolta, organizza una cena (con evidente sprezzo del pericolo). Ma se in qualche casa privata vi

offrono lo zampone con lo zabaglione, non rifiutate. Se ne cibavano i Gonzaga, e l’esperienza può risultare illuminante. Stanchi, dopo tanto camminare? Ci si può riposare per qualche giorno, ma non di più. Chi resta al Nord dal 17 al 21 settembre marcerà verso Pordenonelegge, manifestazione cresciuta tantissimo, stessa formula di Mantova e successo paragonabile. C’è un po’ meno mondanità, in compenso tutto il Nord-Est culturale: un panorama interessante per lo stakano-

vista vero, che a questo punto sarà pronto per il Sud: dal 25 al 28 lo attendono i «Dialoghi di Trani» e dal 26 al 29 il Women’s fiction festival a Matera. Ma senza dimenticare Artelibro, a Bologna, festival del libro d’arte, con libri bellissimi, tanti antiquari e artisti della grafica e fino al 19 ottobre al Museo della Musica una mostra curata da Stefano Salis dedicata a Andrea Camilleri: con oltre cento copertine dei romanzi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Com’è ovvio, tortellini di rigore.


N° e data : 140906 - 06/09/2014 Diffusione : 53375 Periodicità : Quotidiano IlMattin_140906_38_13.pdf Sito web: http://www.ilmattino.it

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Domenica 7 settembre 2014

LOREN

Gli 80 anni di Sophia Un’autobiografia e festa vip da Bocelli

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PG

"Ieri, oggi, domani. La mia vita", è l'autobiografia nella quale Sophia Loren, 80 anni il 20 settembre prossimo, ha deciso di raccontare la sua vita «senza filtri». Il libro uscirà mercoledì, edito da Rizzoli «Esistono molte mie biografie non autorizzate, a volte piene di cose non vere», ha spiegato l’attrice napoletana. «Arrivata a questo importante compleanno ho pensato che potesse valere la pena fare il punto, e

raccontarmi al pubblico direttamente, senza filtri. Sono finalmente io in prima persona a raccontare la mia vita». Il compleanno lo festeggerà come sempre con i suoi cari, con la sua famiglia, mentre l’altra sera è stata festeggiata dai vip riuniti a casa di Andrea Bocelli per una serata benefica organizzata dal cantante versiliese: 270 ospiti giunti da tutto il mondo, fra cui John Elkann, Caterina Caselli, John Legend,

Lionel Richie, Ronnie Dunn, David Foster e Reba McEntire per raccogliere fondi a favore del Muhammad Alì Parkinson Centre. Per questa occasione charity la fondazione Bocelli ha organizzato un programma di cinque giorni in Toscana che si concluderà con un'asta benefica in programma stasera sera a Palazzo Vecchio, dove è atteso anche George Clooney con la futura sposa Amal Alamuddin.

fascicolo nazionale

Domenica 7 settembre 2014

LOREN

Gli 80 anni di Sophia Un’autobiografia e festa vip da Bocelli

Sergio Frigo Dopo una prima metà dell’anno decisamente fiacca, tornano in massa in libreria gli scrittori del Nordest, complici anche i festival letterari che in questa stagione si moltiplicano. A Mantova nei giorni scorsi, ad esempio, Antonia Arslan ha presentato il nuovo capitolo della sua storia della letteratura femminile, con un omaggio a Matilde Serao, di cui ha fatto ristampare da Biblos di Cittadella (con una propria introduzione) il potente reportage giornalistico "Il ventre Sergio Frigo Invece lo storico di Napoli". vicentino Emilio Franzina preDopo oggi una prima dell’anno senta sempremetà al Festivaletdecisamente fiacca, in teratura "Storia (quasitornano vera) del massa in libreria gli scrittori del milite ignoto", in cui il soldato Nordest, dei complici festisimbolo cadutianche senzai nome val letterari che ine questa racconta "come perchéstagiosono ne si moltiplicano. A Mantova finito all'Altare della Patria" nei giorni scorsi, ad esempio, (Ed. Donzelli). Un’autobiografia Antonia Arslan ha presentato il immaginaria, insomma, ma nuovo capitolo della sua storia scritta attingendo a una miriade delladocumenti letteraturaautentici femminile,della con di un omaggio a Matilde Serao, di Grande Guerra. E anche il giorcui ha Francesco fatto ristampare Binalista Jori è indadiritblos d’arrivo di Cittadella (con una protura con una ricostruziopria introduzione) il potente rene del conflitto, dalla parte dei portage giornalistico "Il ventre più poveri, dal titolo "Ne ha di Napoli". Invece loBibliotestorico ucciso più la fame" (Ed. vicentino Emilio Franzina preca dell’Immagine), che sarà presenta oggi sempre al Festivaletsentato a Pordenonelegge il 20 teratura "Storia (quasi vera) del settembre. milite in cui il soldato Ma èignoto", sul versante della narrasimbolo cadutilesenza nome tiva che dei arrivano novità più racconta "come e perché sono consistenti: i primi tre nomi finitoinall'Altare Patria" sono libreria indella contempora(Ed. Donzelli). Un’autobiografia nea proprio in questi giorni: immaginaria, insomma, ma Gian Mario Villalta, Simone scritta attingendo una miriade Marcuzzi e Marco aFranzoso. di Il documenti autentici della direttore artistico di PordeGrande Guerra. E anche il giornonelegge è l’autore di "Satyrinalista Jori è inin diritcon 2.0"Francesco (Ed. Mondadori), cui tura d’arrivo con una ricostruzioriscrive il romanzo di Petronio ne del conflitto,indalla parte dei ricollocandolo un ambiente più poveri, dalcontemporaneo, titolo "Ne ha universitario ucciso la fame"materialista (Ed. Bibliotetra unpiù Nordest e ca dell’Immagine), checon sarà preuna Roma decadente, protasentato dei a Pordenonelegge il 20 gonisti giovani ricercatori settembre. universitari che, dopo dottorati, Ma è sul versante della narramaster, stage, a trent'anni passativaancora che arrivano più ti stentanole anovità mettere consistenti: i primi nomi insieme pranzo e cena:tre attorno a sono si in muovono libreria ingenitori-financontemporaloro nea proprio questi e giorni: ziatori, baroniinpotenti avidi, Gian Mario Villalta, Simone editori mantenuti, trafficoni ciMarcuzzi e Marco Franzoso.tutti nesi e donne bellissime, Il direttore artistico di Pordetrascinati in una sarabanda di nonelegge è l’autore di movimentate avventure "Satyriattorno con (Ed. Mondadori), in cui a un2.0" misterioso vassoio d'oro. riscrive romanzo di Petronio Anche ill’altro scrittore pordericollocandolo in un ambiente universitario contemporaneo, tra un Nordest materialista e una Roma decadente, con prota-

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SOPHIA LOREN L’autobiografia

CULTURA&SOCIETÀ PG

"Ieri, oggi, domani. La mia raccontarmi al pubblico diret- Lionel Richie, Ronnie Dunn, vita", è l'autobiografia nella tamente, senza filtri. Sono final- David Foster e Reba McEntire quale Sophia Loren, 80 anni il mente io in prima persona a per raccogliere fondi a favore 20 settembre prossimo, ha deci- raccontare la mia vita». Il com- del Muhammad Alì Parkinson so di raccontare la sua vita pleanno lo festeggerà come Centre. Per questa occasione charity «senza filtri». Il libro uscirà sempre con i suoi cari, con la mercoledì, edito da Rizzoli sua famiglia, mentre l’altra se- la fondazione Bocelli ha orgadai vip nizzato un programma «Esistono molte IL mie biografie ra è stata festeggiata LIBRO IL CONCERTO IN TV di cinque Festival giornidi in Toscana che si da oggi alle 20.40 a casa di Andrea Bocelli non autorizzate, La a mostra volte sui piene "Affari Tuoi" tornerà Pink Floydriuniti nell’ex chiesa Si conclude questa sera l’Home su Raiunobeneficondotto da Flavio Insinna, I di S.ha Marta a Venezia prevede Treviso con ilorgaconcerto diconcluderà Elio e le Storie con un'asta per oggi unaalle serata benefica di cose non vere», spiegato 20 concorrenti quest'anno potranno 15 la proiezione del film "The Wall" di Tese fra i tanti della giornata musicale ca Dogana in programmaavere stasera seradia parenti e amici nizzata dal cantante versiliese: in zona l’attrice napoletana. «Arrivata il supporto Alan Parker con Bob Geldof della manifestazione a questo importante complean- 270 ospiti giunti da tutto il Palazzo Vecchio, dove è atteso no ho pensato che potesse vale- mondo, fra cui John Elkann, anche George Clooney con la re la pena fare il punto, e Caterina Caselli, John Legend, futura sposa Amal Alamuddin. SOPHIA LOREN L’autobiografia

IN LIBRERIA

CULTURA&SOCIETÀ

Escono in contemporanea proprio in questi giorni i nuovi libri di Villalta, Marcuzzi e Franzoso

IL LIBRO

La mostra sui Pink Floyd nell’ex chiesa di S. Marta a Venezia prevede oggi alle 15 la proiezione del film "The Wall" di Alan Parker con Bob Geldof

IL CONCERTO

IN TVPubblico LIBRI il suo nuovo libro "Affari Tuoi" tornerà daper oggipresentare alle 20.40 asuPordenone di racconti Raiuno condotto da Flavio Insinna, I"La sposa", che segna 20 concorrenti Sotto, da quest'anno il potranno suo passaggio da Einaudi a avere il supporto e amici sinistra, Gian di parenti Bompiani; Tiziano Scarpa per Mario Villalta, discutere di "Come ho preso lo Simone scolo" (Ed. Effigie), raccolta di Marcuzzi saggi narrativi in cui racconta e Marco con brio gli effetti collaterali e le Franzoso conseguenze inaspettate dell'avere pubblicato dei libri; Pierluigi Cappello, che con "Ogni goccia balla il tango" ha scritto il suo primo libro di poesie per bambini, edito da Rizzoli; il musicista Marco Anzovino che col fratello Remo presenterà il libro con cd del nuovo LIBRI Pubblico per presentare il suo nuovo libro progetto editoriale-musicale a Pordenone di racconti "La sposa", che segna "Turno di notte" (ed. Biblioteca Sotto, da il suo passaggio le da autrici Einaudi di a dell’immagine); sinistra, Gian Bompiani; Tiziano per "Dark heaven" FlaviaScarpa Pecorari e Mario Villalta, discutere di "Come hocol preso lo Lorenza Stroppa, che solito Simone scolo" (Ed. Effigie), di pseudonimo Bianca raccolta Leoni CaMarcuzzi saggi proporranno narrativi in l’ultimo cui racconta pello volue Marco condella brio gli effetti collaterali e le me saga, "Il bacio proibito" Franzoso conseguenze inaspettate (Sperling&Kupfer); il giornalidell'avere pubblicato deiMezzelibri; sta triestino Alessandro Pierluigi Cappello, che na Lona presenterà invece con "La "Ogni goccia il tango" ha morte danza balla in salita. Ettore scritto ile suo primo libro di Schmitz il caso Bottecchia", poesie per Mondadori; bambini, edito da per i Gialli e persiRizzoli; il musicista Anzono il Maestro Boris Marco Pahor fornivino che colanticipazione fratello Remo rà qualche sulpresuo senteràromanzo il libro con cd del nuovo nuovo in uscita in auprogetto editoriale-musicale tunno per Nuova Dimensione; e "Turno notte"del (ed.Nord-est Biblioteca fra gli di editori la le autrici di nari (oltre che con gli affanni dell’immagine); Marsilio, che ha appena presenFlavia e del lavoro e i genitori anziani), "Dark tato aheaven" Mantova "Il Pecorari male non Lorenza Stroppa, che col solito si riflettono le difficoltà di una dimentica" di Roberto Costantipseudonimo Bianca Leoni Cagenerazione di giovani uomini ni, porterà a Pordenone l’altoatepelloSabine proporranno volucostretti ad affrontare la sfida sina Gruberl’ultimo con "Stillbasaga, "Il bacio intreccio proibito" della paternità senza i modelli di me ch odella della nostalgia", (Sperling&Kupfer); il giornaliriferimento del passato. fra destini locali e la politica. triestino Alessandro MezzeLa maggior parte delle nuove staNon saranno infine a Pordenona Lona "La uscite sarà però ospitata da ne, ma presenterà hanno libriinvece prossimi morte danza in salita. Ettore Pordenonelegge: ha scelto il fe- all’uscita, Giovanni Montanaro e ilsacaso stival "di casa" Mauro Covacich, Schmitz ("Tommaso le Bottecchia", stelle", Ed. per i Gialli Mondadori; persiFeltrinelli, l’incontro fraeun picno il Maestro Boris fornicolo immigrato e Pahor un anziano rà qualche Giulio anticipazione suo drop-out), Mozzi, sul Fulvio nuovo romanzo in uscita Massiin auErvas, Matteo Righetto, tunno perSantarossa Nuova Dimensione; e miliano e Alberto fra gli editori del Nord-est la Garlini. nari (oltre che con gli affanni Marsilio, che ©hariproduzione appena presenriservata del lavoro e i genitori anziani), tato a Mantova "Il male non si riflettono le difficoltà di una dimentica" di Roberto Costantigenerazione di giovani uomini ni, porterà a Pordenone l’altoatecostretti ad affrontare la sfida sina Sabine Gruber con "Stillba-

Si conclude questa sera l’Home Festival di Treviso con il concerto di Elio e le Storie Tese fra i tanti della giornata musicale della manifestazione in zona Dogana

IN LIBRERIA

Escono in contemporanea proprio in questi giorni i nuovi libri di Villalta, Marcuzzi e Franzoso

Letture dal Nordest trascrittoriefestival Letture dal Nordest trascrittoriefestival nonese, Simone Marcuzzi, in "Dove si va da qui" (Ed. Fandango) si misura con le difficoltà del presente, ma stavolta raccontate dall’interno di una coppia di giovani professionisti affermati, sui quale si abbatte la crisi economica, che sconvolge le loro vite e inquina il presente con la paura del futuro. Tema analogo - la crisi vissuta in una

MANTOVA

Arslan, omaggio a Matilde Serao nonese, Simone Marcuzzi, in "Dove si va da qui" (Ed. Fandango) si misura con le difficoltà del presente, ma stavolta raccontate dall’interno di una coppia di

famiglia medio-borghese del Trevigiano - è al centro dell’opera prima "La colpa" del trevigiano Alberto De Poli, presentato dalla Biblioteca dell’Immagine nell’ambito della collana dedicata ai giovani "Inchiostro". Franzoso riprende invece con "Gli invincibili" (Ed. Einaudi) la vicenda familiare narrata ne "Il bambino indaco", da cui è stato tratto il film di Saverio Costanzo “Hungry hearts” appena presentata a Venezia. Nella sua storia di un padre solo, incompetente e angosciato, alle prese con un figlio piccolo insidiato dalla mafamiglia medio-borghese del lattia e da pericoli veri o immagiTrevigiano - è al centro dell’opera prima "La colpa" del trevigiano Alberto De Poli, presentato dalla Biblioteca dell’Immagine

PORDENONELEGGE

Di scena Covacich Scarpa e Cappello


data: 07/09/2014 pagina: 11

Storie «L’uomo che metteva in ordine il mondo» dalla Svezia evoca Foster Wallace, Eastwood, Lennon

La vita agra del misantropo pedante (che si redime) di MAURO COVACICH

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FREDRIK BACKMAN L’uomo che metteva in ordine il mondo Traduzione di Anna Airoldi MONDADORI Pagine 324, 18 In libreria martedì 9. L’autore il 20 dialoga con Mauro Corona a Pordenonelegge (ore 11)

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lmeno una volta nella vita è capitato a chiunque di incontrare un tipo come Ove, il protagonista del romanzo di Fredrik Backman intitolato L’uomo che metteva in ordine il mondo (Mondadori, trad. Anna Airoldi). A molti sarà anche capitato di averlo come vicino di casa, fatto che di solito non si tarda a ritenere una sciagura: non perché quelli come Ove siano pericolosi o scorretti, al contrario perché quelli come Ove applicano le regole fino al punto da renderle una vessazione del demonio. Il «mio» Ove si chiamava signor Marchion, ogni giorno spazzava l’intero cortile condominiale. A noi bambini ci scacciava nel peggiore dei modi. Torvo, solo, sgarbato con tutti, si attaccava al campanello se una macchina sporgeva dalle strisce del parcheggio. Lo stesso se non svuotavi la cassetta della posta o se i panni alla finestra erano asciutti ma non erano stati ancora ritirati. Tutto il cosiddetto spazio comune doveva essere perfetto, anche quello alle finestre, anche quello nelle cassette. Noi bambini lo consideravamo semplicemente un vecchio pazzo da cui tenersi alla larga, ma neanche gli adulti, che io sappia, si sono mai interrogati più a fondo su quella figura solitaria ossessionata dall’ordine.

E qui sta il regalo che ci fa il libro di

nuove generazioni). Risulta quindi fin troppo comprensibile il suo livo re ve r s o u n mondo sempre più sfuggente, la cui inafferrabilità rende ancora più cogenti e dolorosi gli interrogativi esistenziali. Non a caso Ove ama i lavori manuali, riparare auto, ristrutturare case, affrontare problemi che si possano risolvere con la cassetta degli attrezzi. Ma anche i mestieri più rassicuranti e una vita passata ad aggiustare cose non bastano a mettere a tacere la domanda sul senso. «Si lavora, si saldano i debiti, si pagano le tasse, si fa il proprio dovere (...). Si fanno tutte queste cose per finire a oliare il ripiano della cucina di martedì mattina. Ma che senso ha?». Nello stile semplice e un po’ dimesso di Stoner, fortunato romanzo di John Edward Williams, il trentatreenne svedese Backman procede nel ritratto di un uomo onesto, privo di particolari talenti, se non quello di scoprirsi generoso nel momento del bisogno. Ove è un misantropo pronto a gettarsi nel fuoco per salvare un bambino, felice contraddizione che ricorda il film Gran Torino di Clint Eastwood, anche se, a differenza del personaggio ideato e recitato dal regista americano, l’eroe di Backman ha più sfumature e incertezze, il che rende, tra l’altro, più plausibile un suo reintegro in extremis nel cosiddetto consorUna scultura di Nick van Woert al Mambo di Bologna con Nature Calls aperta fino a oggi

E qui sta il regalo che ci fa il libro di Backman: entrare nella casa e nel cervello di Ove, risarcire i vari signor Marchion dello spessore, o forse meglio, della verità personale che è stata loro negata. David Foster Wallace invitava i suoi allievi a staccare la «naturale modalità predefinita», quell’insieme di automatismi mentali con cui siamo soliti guardare (e giudicare) gli altri. Ebbene, sembra che Backman abbia costruito la sua favola lieve a partire da questo consiglio. Nella versione oggettiva Ove è un rompiscatole che annota i numeri delle targhe e li ricontrolla il giorno dopo per verificare se almeno in quel parcheggio viene rispettato il limite di ventiquattr’ore indicato sul cartello. Nella versione soggettiva Ove è un vedovo di cinquantanove anni che continua a parlare con la moglie, in casa come in cimitero, incapace di lasciare al regno dei morti colei che è stata la sua unica ragione di vita. Visto dall’esterno, Ove è il classico brontolone che inveisce contro i nuovi dirimpettai, contro il venditore di computer, contro il nuovo e la novità in generale. Visto dall’interno, ascoltando da vicino il suo ininterrotto rimuginare, apprendiamo che Ove è stato espulso dalla comunità attiva con un rapido prepensionamento più o meno indirettamente indotto proprio dalla novità in generale (nuove tecnologie, nuove competenze,

de, tra l’altro, più plausibile un suo reintegro in extremis nel cosiddetto consorzio umano (a partire dai nuovi vicini, una famigliola sgangherata che gli offrirà aiuto chiedendoglielo). La vena dell’amore e del dolore non si è ancora sclerotizzata: se ciò, da un canto, è un’ottima ragione per tentare il suicidio, dall’altro è anche la condizione indispensabile per essere ricettivi all’amore e al dolore degli altri, di fatto l’unica possibilità per ritornare al bailamme caotico dei viventi. Il modo di questo ritorno costituirà il cuore della storia e richiederà al protagonista una ridefinizione radicale del suo approccio al tempo presente. L’epoca batte un altro ritmo: è vero, nessuno sa più cambiare le gomme della macchina, nessuno sa più riparare un termosifone, eccetera, ma tentare di mettere in ordine il mondo da soli è un’impresa impossibile, nonché fonte inesauribile di ansia, oggi come ieri. Forse l’unica soluzione è smettere di pianificare e arrendersi agli imprevisti. Anche Ove in fondo sembra far sua la lezione del grande John Lennon: «La vita è quello che ti succede mentre stai facendo qualcos’altro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stile Storia Copertina


Repubblica_140907_29_9.pdf Sito web: http://www.repubblica.it

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data: 07/09/2014 pagina: 29


la domenica .

DI REPUBBLICA DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014 NUMERO 496

Cult

La copertina. Quando il web diventa cattivo Straparlando. Jas Gawronski: “Sono superficiale” La poesia del mondo. “Funeral Blues” di Auden

io lo so cos’è Ferguson, Missouri di Jamaica Kincaid La scrittrice afroamericana racconta in esclusiva per “Repubblica” il suo lungo viaggio attraverso il razzismo JAMAICA KINCAID

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ONO CRESCIUTA in un posto dove tutti quelli che conoscevo, tranne una o due eccezioni, erano neri: mia madre e suo marito, i loro amici, i miei fratelli, i molti altri figli che il marito di mia madre aveva avuto da molte altre donne, i molti altri figli che il mio stesso padre aveva avuto con altre donne, i miei amici, uno dei due sacerdoti a capo della nostra chiesa, i miei insegnanti, i dottori che vedevo quando avevo bisogno di vederne uno, le infermiere che assistevano i dottori nei loro studi o in clinica, la donna obeah (sacerdotessa vudù, ndt) di mia madre, il droghiere, il merciaio, la signora del mercato che vendeva gli ortaggi di mia madre, il macellaio, i due uomini che prendevano il pesce che mangiavamo a cena tutte le sere durante la settimana, l’uomo addetto allo svuotamento notturno che veniva tutti i mercoledì a mezzanotte per raccogliere il contenuto della tinozza nella nostra latrina,

tutti i poliziotti che vedevo nelle strade, i magistrati e i giudici in tribunale, i criminali che gli stavano di fronte, i secondini delle prigioni in cui sarebbero stati mandati; tranne una o due eccezioni, nel mondo a me più vicino e che mi ha formata erano tutti neri, ossia, principalmente di discendenza africana. Come questo fosse possibile non era certo un mistero per me, è una realtà così antica: conoscevo molto bene la storia della diciassettesima isola più grande del mondo (l’Inghilterra), fino all’età di diciassette anni era l’unica cosa che conoscevo molto bene. Di tutti i delinquenti e avventurieri europei nel mondo dopo il 1492, gli inglesi (per il mio personale e triste obiettivo escluderò nello specifico scozzesi, gallesi e irlandesi) erano quelli che erano riusciti più di chiunque altro ad assoggettare intere popolazioni e la terra in cui vivevano. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE CON UN ARTICOLO DI ANTONIO MONDA

Spettacoli. Franco Battiato: “Non immaginate quello che vi aspetta” L’incontro. James Franco: “Io, un ribelle disciplinato”


LA DOMENICA

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la Repubblica DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014

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La copertina. Jamaica Kincaid

L’OMICIDIO IL 9 AGOSTO 2014 A FERGUSON, MISSOURI, SOBBORGO DI ST. LOUIS, VIENE UCCISO MICHAEL BROWN, UN DICIOTTENNE AFROAMERICANO. IL RAGAZZO, DISARMATO, MUORE DOPO ESSERE STATO RIPETUTAMENTE COLPITO DAI PROIETTILI SPARATI DA UN AGENTE DI POLIZIA BIANCO

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uando io ero piccola,il loro potere nel mondo era già molto ridimensionato (avevano perso l’India), ma io non lo sapevo; a ogni modo, a quel tempo, il posto dove vivevo circondata da tutta quella gente nera aveva un’importanza marginale per loro. Tutte queste persone che conoscevo erano discendenti di schiavi africani, che con il loro lavoro coatto avevano garantito la ricchezza e il benessere dei nativi inglesi. La cosa più bella che posso dire di questi nativi inglesi è che non vivevano in mezzo a noi. Tenevano una distanza fisica. Se li incontravamo nelle pagine di un romanzo di <SEGUE DALLA COPERTINA

JAMAICA KINCAID

LA RIVOLTA SUBITO ESPLOSA PER LE STRADE DI FERGUSON, LA RIVOLTA PER L’OMICIDIO DI MICHAEL BROWN SI ESTENDE A MOLTE CITTÀ DEGLI USA. SIMBOLO DELLA PROTESTA DIVENTA LA SCRITTA “HANDS UP! DON’T SHOOT”, OVVERO “MANI IN ALTO, NON SPARARE”. SI RIFERISCE AL FATTO CHE IL RAGAZZO UCCISO FOSSE DISARMATO

Dickens o in una poesia di Wordsworth, una volta chiuse le pagine del libro, loro rimanevano dentro. Non dovevamo mai fare i conti con la loro presenza reale, la loro quotidianità, con i loro problemi di capelli, di figli, di genitori, o anche solo di doversi alzare tutti i giorni; non ci capitava mai di pensare ai loro desideri o di considerare come potevano vederci. In realtà lo sapevamo come ci vedevano, ma non dovevamo pensarci ogni giorno, ogni volta che uscivamo. Quello è il mondo in cui sono cresciuta e ho vissuto fino ai sedici anni. E poi, fra la metà e la fine degli anni Sessanta, sono venuta in America. Martin Luther King stava per essere assassinato. Ho sentito parlare di Martin Luther King per la prima volta quanto avevo circa nove anni e vivevo con la famiglia di mia madre sull’isola di Dominica. Andavo a scuola e durante l’ora di lettura, da un numero di un settimanale americano di attualità, l’insegnante ci leggeva delle brutalità che lui, MLK, aveva subito nel Sud degli Stati Uniti alla ricerca del diritto di cittadinanza pieno e paritario per i cittadini neri d’America. Sedevamo all’ombra di un tamarindo (un albero nativo dell’India, molto amato nei Caraibi di lingua inglese come albero da ombra) e noi bambini restavamo ammutoliti di fronte alla descrizione del comportamento dei bianchi. Quel comportamento si adattava perfettamente alla descrizione di uno stato da cui dicevano di averci salvati: uno stato di barbarie. Non aiutava che questi bianchi vivessero in luoghi dai nomi strani: Mississippi e Alabama. I selvaggi vivevano in luoghi con nomi del genere. Molto tempo prima, ci venivamo noi da luoghi con nomi del genere. Ciò che ci aveva trasformato in persone che non sarebbero più state selvagge, era stata la presenza della Bibbia. Su mio suggerimento, la nostra classe di alunni di nove anni decise che avremmo dovuto spedire Bibbie ai bianchi dell’Alabama e del Mississippi. Ed ecco una cosa buffa a proposito del luogo in cui per la prima volta avevo sentito parlare di Martin Luther King: il villaggio si chiamava Massacre, ma era pronunciato alla francese: mas-sàc. Era stato chiamato così, “Massacro”, perché uno dei primi coloni di Antigua, un uomo di nome Philip Warner, aveva dato la caccia al

La mia America nera

suo fratellastro indo-caraibico Indian Warner e lo aveva ucciso non molto distante dal luogo in cui sedevamo ad ascoltare per la prima volta la storia di Martin Luther King. Indian Warner aveva guidato delle incursioni contro i coloni inglesi che stavano espropriando la sua tribù dalle loro terre ancestrali, è vero, ma ciò che aveva fatto particolarmente infuriare Philip, era il fatto che il fratello fosse un selvaggio. Gli immigrati neri: un tempo sono stata una di loro. Non lo sono più. Sono una nera americana, ma anche una nera afroamericana. Sono una cittadina americana. E sono perfino una cittadina nera afroamericana di enorme successo. Ma la questione del successo non mi eccita particolarmente. Perché sono nera e sono afroamericana. Questa esperienza di crescere in un mondo di neri mi ha la-

sciato un segno profondo, talmente profondo che spesso non me ne rendo conto: penso che chiunque sia nero. Nella mia immaginazione, dove risiedo il più delle volte e dove abito da sola, guardo fuori dalla finestra e tutti quelli che vedo sono neri, cioè assomigliano alle persone che vedevo da bambina. Esco e questa impressione è ancora dentro di me: tutti quelli che vedo sono neri, come le persone che conoscevo quando questo mondo mi stava ancora forgiando. Poi accade qualcosa, e la persona che credevo fosse nera ma che in realtà non è nera, mi fa sapere che non lo è. Non è una cosa esplicita o evidente, ma è come se avesse schioccato le dita per scuotermi dalla mia delusione: non è nera. Quando arrivai in America per la prima volta, rimasi perplessa del grande entusiasmo degli afroamericani nei confronti dell’integrazione. Pensavo fra me: perché volete stare con persone che non vogliono stare con voi? Questa è la linea di pensiero che trova dimora nel separatismo nero e non sorprende vedere che è stato inventato quasi esclusivamente da persone (Marcus Garvey: Giamaica; Stokely Carmichael: Trinidad; Malcolm X: sua madre nacque a Grenada) che hanno radici di vario genere in società a maggioranza nere. Poi accadde questo fatto: quando avevo circa ventiquattro anni feci domanda di lavoro per una rivista di moda per giovani donne, un lavoro per cui ero qualificata come chiunque. Feci il colloquio e tutto, poi venni scartata. Raccontai del rifiuto a un amico, molto sbrigativamente, e lui, senza battere ciglio, mi disse oh, non lo sai, loro non assumono ragazze nere. La stranezza della questione razziale in America sarebbe anche divertente se avesse luogo su un altro pianeta o in un teatro, dove poterla vedere allo spettacolo serale domeniche escluse e ai matinée due volte a settimana, o come una lunga serie tv con sviluppi della trama che includano la negazione del diritto di voto alla gente, l’uccisione di ragazzi neri disarmati per non avere fatto altro che respirare, trasformando in reato tutto ciò che fanno e indossano, prima che diventi parte di una pubblicità televisiva. Sarebbe divertente se potesse essere a episodi, trasmessa a puntate e se si potesse spegnere quando diventa pericolosa, noiosa o stupida e la sua inutilità tanto intollerabile e vergognosa da rifiutarne la visione. Ma la stranezza della questione razziale in America in realtà è strana perché non finisce. Trova nuovi modi di animarsi, di riorganizzare i suoi contorni, i suoi contenuti, la sua forma e la sua sostanza. La profonda irrazionalità di tutto questo non può che fare impazzire, se ci si riflette con attenzione, ma qui c’è un altro problema: non hai bisogno di riflettere con attenzione se sei tu l’autore del razzismo. Il poliziotto che il 9 agosto 2014 ha ucciso con tanta facilità il bellissimo e giovane Michael Brown a Ferguson, Missouri, ora deve essere piuttosto sorpreso della sua infamia mondiale. Senza dubbio pensa di essere vittima di un principio discriminante, perché uccidere uno come il giovane Brown è una cosa comune e viene fatta di continuo e non provoca una grinza nell’ordine generale delle cose. Mio figlio è nero. È nato nel Vermont e ci vive da quasi tutta la vita. Il Vermont è considerato uno degli stati più bianchi degli Stati Uniti, ha pochissimi neri. In effetti quando i miei figli erano piccoli, per lunghi periodi di tempo, l’unica persona nera che vedevano era la loro eccentrica madre. Non c’è dubbio che questo abbia influenzato il modo in cui vedono i neri (perché in America, anche se tu stesso sei nero, vedi persone nere e vedi persone bianche, nessuno è una persona e basta). Proprio l’altro giorno stava entrando nella città di Brattleboro, Vermont. Il limite di velocità è cambiato di colpo da 55 miglia all’ora a 35. C’era un’auto davanti a lui e un’auto subito dietro. Tutte e tre stavano superando il limite. Un poliziotto di pattuglia nella zona che rilevava la velocità l’ha fermato per fargli la multa. Il poliziotto gli ha detto che delle tre auto la sua era quella che stava andando più veloce: l’auto davanti andava a 53, quella dietro a 51, lui andava a 55 miglia all’ora. C’è bisogno di aggiungere che gli altri due conducenti non erano neri? (Traduzione di Laura Pagliara) Copyright 2014 Jamaica Kincaid All rights reserved © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica

DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014

La scrittrice senza lieto fine ANTONIO MONDA NEW YORK HI LA CONOSCE BENE sa che la

STATI UNITI 1963 © DANNY LYON/MAGNUM PHOTOS/CONTRASTO

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cosa a cui Jamaica Kincaid tiene di più è la definizione di autrice di libri sul giardinaggio: perché ama le piante e la natura, e ritiene che sia necessario trovare qualcosa di puro e gioioso nel mistero doloroso della vita. Chi ne conosce la scrittura vede uno scarto tra le storie piene di ingiustizie e lo spirito appassionato e ironico: i suoi libri non hanno mai un lieto fine, e lei pensa che sia un dovere rifuggire ogni tipo di illusione per poter cercare la serenità nella quotidianità, che non è mai aurea. Questa convinzione si è accentuata con la morte del fratello, al quale dedicò lo struggente Mio fratello (Adelphi, 1999), ma è stata presente sin da quando fu allevata in condizioni di miseria da una madre single (Autobiografia di mia madre, L’INCONTRO Adelphi, 1997). JAMAICA KINCAID Nata 65 anni fa ad PRESENTERÀ Antigua, Caraibi, IL SUO ULTIMO colonia britannica ROMANZO, “VEDI fino al 1967, con il ADESSO ALLORA” nome di Elaine (ADELPHI, TRAD. SILVIA PARSECHI) A Richardson, fu costretta a lasciare PORDENONELEGGE DOMENICA 21 la scuola per (ORE 17.30, PIAZZA lavorare a SAN MARCO). Scarsdale, periferia WWW.PORDENONE LEGGE.IT ricca di New York, dove a sedici anni si trasferì: le avevano fatto credere che avrebbe fatto la “ragazza alla pari”, in realtà fece la donna delle pulizie. Decise di sfidare la vita rimettendosi a studiare e, ottenuta una borsa di studio, cominciò a scrivere sul Village Voice: nacque così il nome con cui la conosciamo, scelto per diventare una persona diversa da quella umiliata dalla vita. I suoi libri, poi, rivelarono una scrittura cristallina sino all’asprezza, e la semplicità con cui continua a scrivere di razzismo, sessualità e maternità testimonia una sincerità tormentata. Anche la vita sentimentale è stata sempre travagliata: il matrimonio con Allen Shawn, figlio del direttore del New Yorker, è finito in un divorzio doloroso sul quale ha scritto Vedi adesso allora (Adelphi, 2014). Lo aveva conosciuto facendo la gavetta proprio in quella autorevole rivista, dove fu titolare della rubrica Talk of the Town. Nel giro di poco divenne una firma tra le più apprezzate e meno conformiste, ma si dimise quando Tina Brown, diventata direttrice, affidò la supervisione editoriale di un numero alla comica Rosanne Barr. Nelle intenzioni si trattava di un’idea innovativa e femminista, per la Kincaid fu una trovata stupida e volgare. Negli anni ha conquistato estimatori diversissimi che ne invidiano la spontaneità mai filtrata dall’intellettualismo: Susan Sontag, che la ammirava per il coraggio, parlò di «verità emotiva». Lei le rispose che tutto quello che scrive «è vero ma nello stesso tempo non lo è», perché l’esistenza è fallace come i nostri sentimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sito web: www.gazzettino.it

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Sito web: www.famigliacristiana.

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Sito web: http://www.tribunatreviso.it

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Eventi Pordenonelegge Oltre 250 incontri e 15 percorsi espositivi per tutte le età

Venerdì 12 Settembre 2014 Corriere della Sera

LETTERATURA IN FRIULI

L’intervento Le riflessioni di uno degli scrittori italiani che narreranno i sentimenti

L’illusione della

felicità

La tragica bellezza del presente Il mio viaggio alla ricerca di un piacere lungo un minuto di ANTONIO PASCALE

A

vevo 13 anni e frequentavo le medie ai Salesiani e sapete com’è a quell’età, i primi impulsi sessuali, le curiosità verso il proprio corpo, le pratiche faccio da me, e dunque un prete, preoccupato per l’andazzo, prese me e un mio amico in disparte e ci ammonì severamente: ricordatevi — ci disse — che un minuto di piacere non vale l’eternità passata all’inferno. Dopo l’avvertimento, tornando a casa, il mio amico mi chiese: ma come si fa a farlo durare un minuto? Ecco, a distanza di anni sto ancora cercando di rispondere alla domanda di quel mio amico. Come prolungare il piacere, anzi come orientarlo, trasformarlo in sentimento di calma e pace oceanica, o un unguento che rilassi il corpo e spalanchi i miei sensi verso panorami immensi? Sono l’ultimo arrivato e prima di me in tanti hanno affrontato la questione. Pensate a Platone e alla sua missione: sfidare il destino avverso. Impresa complicata. Per prima cosa deve cercare di dimostrare che gli dèi non interferiscono nella vita degli uomini. Agli uomini, solo a loro, spetta il compito di scegliersi il proprio destino. Allora introduce il concetto di anima, il Mito di Er, appunto: l’anima sceglie il proprio destino, siamo liberi, gli dèi non interferiscono. Che ce ne facciamo della libertà? Dobbiamo essere felici. Per esserlo è necessario fare buone scelte, cioè contrastare i demoni interiori. D’accordo. E come? Con la pratica filosofica. Cioè una tecnica. Quindi, per esempio, rispetto all’Edipo re, Platone è l’anti-tragico. Se Edipo più indaga, più conosce, più va incontro al suo destino annunciato, Platone ci dice che con la virtù e la conoscenza possiamo trovare la felicità. Magari uno si iscrive a filosofia con le buone

❜❜ L’interrogativo

L’autore

Antonio Pascale (foto), è nato a Napoli nel 1966. Ha scritto diversi romanzi e saggi e tra le sue opere ricordiamo «Le attenuanti sentimentali» (Einaudi, 2013) e - insieme ad altri autori «Figuracce» (Einaudi 2014) L’incontro Lo scrittore parteciperà a Pordenonelegge venerdì 19/9 a palazzo Montereale nel progetto «Mappa dei sentimenti»: diversi scrittori (da Avoledo a Mari a Fois) analizzeranno un sentimento. Pascale parlerà, appunto, della felicità

La presenza della morte, come un pungolo, ci fa godere il presente. E allora ci abbandoniamo ai piaceri solo per allontanare la paura?

intenzioni, e legge bene Platone e scopre (spesso tardi) che la téchne filosofica è un’arte difficilissima, si tratta di disimparare tanto e contrastare le proprie stesse opinioni: puoi metterci tutta la vita e ottenere poco. Siamo ancora alla domanda del mio amico. Se abbandoniamo Platone e passiamo all’analisi delle felicità collettiva, possiamo dire con quasi certezza statistica che si è felici quando si è parte di un progetto collettivo. I Paesi che si dichiarano più felici sono quelli dove l’idea di futuro non è cupa e stantia, anzi ci si fida dell’altro, si è disposti a lavorare insieme perché ci si convince che non saranno pochi quelli che arriveranno al traguardo (maggior benessere, una vita più facile, più opportunità), ma con pazienza lo taglieremo tutti. Stare nella stessa barca aiuta. Tuttavia se a bordo le diseguaglianze sono troppo evidenti, se le ingiustizie abbondano è difficile provare questo senso di comunione con il proprio equipaggio. Siamo sempre lì, la felicità, più la si invoca, meno ce n’è. Chissà se l’idea di felicità non sia un escamotage dell’evoluzione. Per rispondere alla domanda di Camus: perché non ci suicidiamo tutti? Perché appunto vogliamo essere felici, in fondo al traguardo c’è la morte, meglio non pensare troppo al futuro. Chissà se Nietzsche non aveva visto giusto. Dice, ci sono solo tre modi di vivere. Immaginate un bimbo che gioca con i castelli di sabbia sulla spiaggia. Uno li costruisce belli, alti e pieni di orpelli e poi arriva l’onda e li distrugge. E allora lui pensa: come come? Esiste un mondo cattivo che distrugge le mie creazioni? Io mi ritiro, non costruisco più castelli. Poi ce n’è un altro che dice: lo so che arriva l’onda, che lo costruisco a fare il castello. E poi ci sarebbe quello che dice: siccome arriva l’onda io costruisco un castello ancora più bello. La presenza della morte, come un pungolo, ci fa godere il presente, siamo qui e ora, e ci divertiamo, ridiamo, ci abbandoniamo davanti a un tramonto o tra le braccia di una donna, diamo un bacio ai nostri figli mentre sono addormentati, piaceri, castelli sulla sabbia, e solo per allontanare la paura della morte? Certo se è così vuol dire che la felicità è bella e desiderabile perché è tragica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il programma Dal 17 al 21 settembre: l’impostazione del direttore artistico Villalta

«Pordenone è un laboratorio di comunità Apriamo a tutti ma bisogna saper scegliere» C

inque giorni di ricreazione: sono la complicità di Villalta — «profili per- House of Cards (libro poi serial tv di quelli annunciati dal festival Por- sonalizzati». Chi viene per la prima successo), Katherine Pancol, Jamaica denonelegge. «Lasciamo perdere la volta al festival cosa non può perdersi? Kincaid, che torna al romanzo dopo scuola — spiega Gian Mario Villalta, «Margaret Atwood e Umberto Eco: so- dieci anni, Caleb Crain, Deborah Levy, direttore artistico della manifestazione no quei personaggi che non capita tutti finalista al Booker Prize e Hanna Kent —, la ricreazione in questo caso è i giorni di ascoltare». La scrittrice cana- con un romanzo d’esordio fulminante; un’altra». Spiega: «È l’idea di un luogo dese tiene a battesimo il suo ultimo li- negli italiani battezzano le loro nuove dove ci si ricarica, dove si riprendono le bro L’altro inizio (Ponte alle Grazie), il uscite al festival Mauro Covacich, Anforze e da cui si riparte con nuove enerdrea De Carlo, Nicola Lagioia, Nicolai gie». Il festival è «un valore aggiunto Lilin e Boris Pahor. Nella categoria «da che contribuisce all’orientamento per Un carnet di 363 ospiti non perdere», Villalta mette di diritto l’oggi e per il domani». Perché se il mo- Tra i big Atwood e Umberto Eco. l’anglo-pakistano Hanif Kureishi (con mento è difficile una cosa è certa: «in- Gli incontri con Grossman e il una riflessione sulla scrittura) e la dietro non si può tornare» dice Villalta, «strana coppia» formata dal premio poeta Cappello. Arriva l’autore di affiancato nella gestione della rassegna Strega Francesco Piccolo e Dino Zoff, dai curatori Alberto Garlini e Valentina The House of Cards con il sequel per presentare l’autobiografia di queGasparet; dal presidente della Fondast’ultimo. Altra vita da star, raccontata zione Pordenonelegge Gioin anteprima, è quella di vanni Pavan e dal direttore Giancarlo Giannini. Michela Zin. Chi cerca occasioni E allora avanti tutta con per riflettere non ha che un superfestival, per feda scegliere la materia steggiare i primi quindici da approfondire: la filoanni. Dal 17 al 21 settembre sofia (Massimo Cacciari, duecentocinquanta inconGiacomo Marramao), la tri, quindici percorsi espostoria (Luciano Canfora, sitivi. Quanto agli ospiti Paolo Mieli), la matesono 363, ovvero se arrimatica, l’alimentazione, vassero uno al giorno si l’ecologia, l’arte (Vittopotrebbe andare avanti un rio Sgarbi), la cultura anno intero... «Tutte occa(Marino Sinibaldi). Con sioni per ascoltare, ragio«prof» d’eccezione quali nare, incontrarsi e condiviil sociologo Ulrich Beck, dere idee e confrontare il matematico John D. opinioni» osserva Villalta. Barrow, il docente di fiAttese 90-100 mila perlosofia Vladimir Kantor sone, in linea con le precee l’architetta spagnola denti edizioni, ma Villalta Nel 2013 Attese ancora 90/100 mila persone (foto: Di Terlizzi e Guidorizzi ) Carme Pinós. non ne fa una questione di Felice la formula dei numeri: «La città durante il festival semiologo riceve il premio FriulAdria e «Dialoghi» che permette di affrontare raddoppia i suoi abitanti è vero, ma so- tiene una lezione magistrale su storia e uno stesso tema da punti di vista diverprattutto diventa un laboratorio di co- romanzo. Imperdibile per il neofita an- si. Un esempio? Gian Arturo Ferrari e munità». Ovvero il luogo ideale per che l’appuntamento con David Gros- Pierluigi Battista su passato, presente e sman, ospite dell’evento d’apertura e futuro del libro e dell’editoria. una ricreazione collettiva. Il neofita, la lettrice esigente, l’osser- tra gli autori di «casa» l’incontro con il Avverte in conclusione Villalta: «A vatore attento... chi va a Pordenoneleg- poeta friulano Pierluigi Cappello. Pordenonelegge c’è spazio per tutti, Per la lettrice esigente ci sono trenta- ma non è come quei ristoranti modello ge? La varietà di proposte della rassegna è tale da accontentare tutti, com- tré anteprime letterarie. Tra gli stranie- All you can eat. Qui è impossibile presi i bambini (per loro la star è Nicola ri Michael Dobbs, già consigliere di “mangiare” tutto. Occorre scegliere». Severino Colombo Davies). E permette di giocare con le ti- Margareth Thatcher, con il political © RIPRODUZIONE RISERVATA pologie di spettatori e di creare — con thriller Scacco al re (Fazi), sequel di


Corriere della Sera Venerdì 12 Settembre 2014

Eventi 51

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Il peso della vita «Una donna di sostanza», immagine del fotografo Elliott Erwitt (1928) Contrasto

La guida Dal 17 al 21 settembre «Pordenonelegge. Festa

del libro con gli autori». Festival promosso dalla Fondazione Pordenonelegge.it. La manifestazione si svolge a cura di Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet. Sui social network: #pnlegge2014 #pordenonelegge e facebook.com/pages/Pordenonelegge Tutte le altre informazioni su www.pordenonelegge.it

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Il personaggio Il giornalista-archeologo belga autore di un libro-reportage

Protagonisti

«Non possiamo esportare il fondamentalismo elettorale»

Van Reybrouck: 500 persone nel mio affresco sul Congo

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La mostra fotografica

Il romanziere lontano dalla scrivania «Nel selvaggio mondo degli scrittori. Fotografie di Roberto Nistri» è una delle 15 mostre che accompagnano il Festival. Allestita negli spazi della Provincia di Pordenone di corso Garibaldi, la mostra del fotografo romano Roberto Nistri ritrae gli scrittori in ambienti inusuali, lontani dal Pc. Fra i 99 autori ritratti anche Walter Siti (foto), Faletti, Ammaniti, Brizzi, Giordano, Picca, Troisi e Camilleri.

ominciamo a parlare dell’Africa e finiamo sulle Dolomiti passando per Bologna. Nel giorno del suo compleanno (43 anni l’11 settembre), al telefono da Bruxelles dove vive, David van Reybrouck racconta al «Corriere» che cosa vuol dire passare cinque anni della propria vita a mettere insieme un puzzle del Congo. Il risultato sono 600 pagine straordinarie, in uscita il 17 settembre in Italia per Feltrinelli: Congo. Seicento pagine non sembrano poi tante, considerando che per scriverle (14 mesi il tempo di stesura) David ha intervistato oltre 500 persone consultando cinquemila fonti. Cinquecento congolesi, incredibile gente comune: bambini soldato, ragazzine stuprate, persone di ogni età. La prima pagina del libro fa parlare un uomo nato nell’800, le ultime raccontano il viaggio dell’autore al seguito di donne congolesi in Cina per affari (cercando iPhone taroccati). Gli chiedo se nel suo lavoro (reso possibile da borse di studio in Belgio e Olanda nonché dai proventi di varie attività, dal teatro alla poesia) ha avuto modo di intervistare anche il suo coetaneo Joseph Kabila, il presidente della Repubblica Democratica del Congo dal lontano 2001. «Ci ho provato diverse volte, ma non mi ha mai voluto ricevere». Se potesse aggiungere un capitolo alla sua storia (finita nel 2010, in tempo per i 50 anni di indipendenza) David parlerebbe proprio delle elezioni del 2011 in Congo, quando Kabila ha cambiato le regole elettorali (da due turni a uno) per vincere più facilmente. Anche il voto presidenziale del 2016 si annuncia truccato: Kabila potrebbe cambiare la costituzione per restare al potere «per sempre» come stanno facendo diversi presidenti in diversi Paesi dell’Africa. Il tema del voto è caro a van Reybrouck. Ha scritto un libro che getta una luce critica su quello che chiama «fondamentalismo elettorale» partendo dalle esperienze nel cuore dell’Africa: il mantra del «voto sinonimo di democrazia» che l’Occidente esporta e propugna senza considerare il contesto. C’è un metodo migliore? «Se davvero votare Western style fosse così cruciale, allora bisognerebbe spiegare perché in Congo l’Occidente e la comunità internazionale hanno speso una montagna di soldi per organizzare elezioni parlamentari e presidenziali, però mai elezioni locali. Che sono le più importanti se si tiene alla democrazia come partecipazione». Secondo van Reybrouck più importante è l’educazione. «Siamo di fronte a una nuova forma di colonizzazione: non sono mai state considerate e mantenute forme tradizionali di democrazia nella ricerca del consenso e nella risoluzione dei conflitti». Anche la democrazia, sostiene David, dovrebbe globalizzarsi mantenendo le specificità locali, altrimenti il rischio è quello di una «monocoltura». «Africa rising», l’Africa che risorge, è diventato

un altro mantra che van Reybrouck analizza come un archeologo (qual è per formazione). «È positivo che ci sia questa crescita economica che porta il mondo a considerare l’Africa alla pari, come partner e non come ricettacolo di (rari) aiuti. Ma la crescita del Pil non significa che tutta la popolazione ne ottenga benefici». Sull’intervento della Cina in Africa, linea controcorrente: «La reazione dell’Occidente è di solito negativa. Però la politica cinese in Africa non è quella del mordi e fuggi. È sostenibile e a lungo periodo. Certo, la Cina non è interessata alla propria democratizzazione, perché dovrebbe preoccuparsi di quella africana? Però la sua presenza non è coloniale. I cinesi non vogliono amministrare. Sono come i mercanti portoghesi di un tempo». Immagini e storie che fioriscono naturalmente

Chi è

Andrea De Carlo (Milano, 1952) sarà il 18/09, alle 20.30 a Piazza della Motta con il reading di «Cuore primitivo»

David van Reybrouck (1971), si è laureato in architettura all’ateneo di Cambridge e lavora come ricercatore all’Università di Lovanio. Scrive per il quotidiano belga «De Morgen». È autore di diversi libri e il 17/09 Feltrinelli pubblica «Congo» (pp. 688, € 25). Nella foto al centro, una donna congolese colta in un attimo di quotidianità (foto: Peter Muller)

oppure vengono cercate e dissepolte da un archeologo del presente. A novembre tornerà in Congo per la presentazione di un’edizione economica in francese del libro, realizzata grazie al denaro ricavato dai premi. Un altro libro sull’Africa? Più probabile un racconto italiano. Van Reybrouck è affascinato dalla storia di un alpinista belga «adottato» dagli italiani («lo chiamavano il Divino») negli anni 60. Claude Barbier detto Claudio scalò in lungo e in largo le Dolomiti, precursore delle salite in solitaria. Grandiosa ai tempi l’impresa del 24 agosto 1961, «quando scalò in una giornata da solo cinque vie estreme sulle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo». David vuole incontrare le persone che hanno conosciuto il Divino. Ecco perché ha appena passato tre settimane a Bologna. Ma non ci sono montagne a Bologna! «Però si impara bene l’italiano».

Michele Farina

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Noi svedesi riusciamo anche a far ridere. Qualche volta» y name is Fredrik. I w r i te t h i n gs » . M i chiamo Fredrik e scrivo cose. Si presenta così Fredrik Backman, 33 enne autore svedese che a Pordenonelegge (sabato 20, alle 11, al teatro Verdi) porta L’uomo che metteva in ordine il mondo (Mondadori, tradotto da Anna Airoldi). L’incontro è però singolare: dal titolo «Promettere, mantenere», inviterà a riflettere su un mondo che non sa più usare le mani, che ha perso il contatto fisico con le cose e il giovane scrittore, nonché blogger molto noto non solo in Svezia, ne discuterà con il più anticonformista dei nostri autori, Mauro Corona. Ma il libro va letto. Perché è divertente, tenero, profondo

nella sua leggerezza logorroica. Ove, il protagonista guida una Saab e ha la mania di mettere le cose a posto, di chiamare gli oggetti con il loro nome preciso, di far rispettare le regole. La vita, prima o poi, scompagina ogni certezza e così, Ove si ritrova a essere, come spiega Backman, «solo un uomo ordinario». L’idea, racconta, gli è venuta mentre era in coda in un negozio di computer e «ho visto un signore che discuteva animatamente con uno dei venditori. Oggetto del contendere era il disaccordo sulla definizione di computer per un iPad». L’ironia, però , è il pretesto per scandagliare le vertigini della personalità di chi oggi abita le nostre città. E, soprattutto,

Disincantato Fredrik Backman, 33 anni, è nato e vive a Stoccolma. Dal 9 settembre in libreria c’è il suo «L’uomo che metteva in ordine il mondo»

quella di Backman è una vena grottesca che scorre sottotraccia in molti visionari svedesi (anche nel Bergman della commedia Una lezione d’amore). «Il nostro — afferma Backman — è un curioso senso dell’umorismo, un misto tra inglese e finnico. È un sense of humour un po’ sottotono, come quello degli inglesi, visto che non ci piace essere espliciti, e ogni tanto piuttosto grezzo, perché abbiamo un clima insopportabile. Però a volte facciamo ridere». Di certo, almeno negli ultimi anni, la Svezia ci ha regalato giallisti e autori di polizieschi magistrali; un nome su tutti: Stieg Larsson, autore della trilogia Millennium. «Beh, ma ci sono anche autori che virano

Valeria Parrella (Napoli, 1974) sarà al Convento di San Francesco il 19/09 alle 17 in un incontro sull’amore

mfarina@corriere.it

Il romanzo Fredrik Backman presenterà il suo «L’uomo che metteva in ordine il mondo». Leggerezza surreale eppure profonda

«M

Boris Pahor (Trieste, 1913 ) interverrà il 17/09, ore 11.30 presso il Palaprovincia in Largo San Giorgio

sull’umoristico e sul surreale — continua lo scrittore —. Per dire, il successo mondiale di Jonas Jonasson (autore del divertente L’analfabeta che sapeva contare, Bompiani, ndr) è stato una porta aperta. Un po’ come i polizieschi di Mankell». Una vena, quella di Backman, che si ritrova in altri scrittori svedesi molto raffinati come Torgny Lindgren che nei suoi romanzi e racconti lancia frecciate alla modernità

Autoironia «Il nostro è un umorismo un po’ sottotono anche perché abbiamo un clima insopportabile»

laica raggiunta dal suo Paese o come il Björn Larsson de I poeti morti non scrivono gialli (Iperborea), libro che è un sofisticato esercizio di autoironia. «La cultura svedese? Non saprei con esattezza come inquadrarla in una definizione complessiva — prosegue Backman —. Però penso che abbiamo esportato musica come quella degli Abba e altri autori pop e house». Conosce l’Italia e, come molti, ne apprezza la bellezza, ma se gli si chiede se c’è qualcosa che potrebbe ispirargli un romanzo divertente, preferisce glissare: «Magari la prossima volta».

Roberta Scorranese

rscorranese@corriere.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Margaret Atwood (Ottawa, 1939) interverrà il 20/09 in Piazza San Marco. Presenta il romanzo «L’altro inizio»

Katherine Pancol (nata nel 1954 a Casablanca) presenta il libro «Muchachas I» alle 17 del 21/09 a Piazza della Motta


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Eventi Pordenonelegge Oltre 250 incontri e 15 percorsi espositivi per tutte le età

LETTERATURA IN FRIULI

L’intervento Le riflessioni di uno degli scrittori italiani che narreranno i sentimenti

L’illusione della

felicità

La tragica bellezza del presente Il mio viaggio alla ricerca di un piacere lungo un minuto di ANTONIO PASCALE

A

vevo 13 anni e frequentavo le medie ai Salesiani e sapete com’è a quell’età, i primi impulsi sessuali, le curiosità verso il proprio corpo, le pratiche faccio da me, e dunque un prete, preoccupato per l’andazzo, prese me e un mio amico in disparte e ci ammonì severamente: ricordatevi — ci disse — che un minuto di piacere non vale l’eternità passata all’inferno. Dopo l’avvertimento, tornando a casa, il mio amico mi chiese: ma come si fa a farlo durare un minuto? Ecco, a distanza di anni sto ancora cercando di rispondere alla domanda di quel mio amico. Come prolungare il piacere, anzi come orientarlo, trasformarlo in sentimento di calma e pace oceanica, o un unguento che rilassi il corpo e spalanchi i miei sensi verso panorami immensi? Sono l’ultimo arrivato e prima di me in tanti hanno affrontato la questione. Pensate a Platone e alla sua missione: sfidare il destino avverso. Impresa complicata. Per prima cosa deve cercare di dimostrare che gli dèi non interferiscono nella vita degli uomini. Agli uomini, solo a loro, spetta il compito di scegliersi il proprio destino. Allora introduce il concetto di anima, il Mito di Er, appunto: l’anima sceglie il proprio destino, siamo liberi, gli dèi non interferiscono. Che ce ne facciamo della libertà? Dobbiamo essere felici. Per esserlo è necessario fare buone scelte, cioè contrastare i demoni interiori. D’accordo. E come? Con la pratica filosofica. Cioè una tecnica. Quindi, per esempio, rispetto all’Edipo re, Platone è l’anti-tragico. Se Edipo più indaga, più conosce, più va incontro al suo destino annunciato, Platone ci dice che con la virtù e la conoscenza possiamo trovare la felicità. Magari uno si iscrive a filosofia con le buone

❜❜ L’interrogativo

L’autore

Antonio Pascale (foto), è nato a Napoli nel 1966. Ha scritto diversi romanzi e saggi e tra le sue opere ricordiamo «Le attenuanti sentimentali» (Einaudi, 2013) e - insieme ad altri autori «Figuracce» (Einaudi 2014) L’incontro Lo scrittore parteciperà a Pordenonelegge venerdì 19/9 a palazzo Montereale nel progetto «Mappa dei sentimenti»: diversi scrittori (da Avoledo a Mari a Fois) analizzeranno un sentimento. Pascale parlerà, appunto, della felicità

La presenza della morte, come un pungolo, ci fa godere il presente. E allora ci abbandoniamo ai piaceri solo per allontanare la paura?

intenzioni, e legge bene Platone e scopre (spesso tardi) che la téchne filosofica è un’arte difficilissima, si tratta di disimparare tanto e contrastare le proprie stesse opinioni: puoi metterci tutta la vita e ottenere poco. Siamo ancora alla domanda del mio amico. Se abbandoniamo Platone e passiamo all’analisi delle felicità collettiva, possiamo dire con quasi certezza statistica che si è felici quando si è parte di un progetto collettivo. I Paesi che si dichiarano più felici sono quelli dove l’idea di futuro non è cupa e stantia, anzi ci si fida dell’altro, si è disposti a lavorare insieme perché ci si convince che non saranno pochi quelli che arriveranno al traguardo (maggior benessere, una vita più facile, più opportunità), ma con pazienza lo taglieremo tutti. Stare nella stessa barca aiuta. Tuttavia se a bordo le diseguaglianze sono troppo evidenti, se le ingiustizie abbondano è difficile provare questo senso di comunione con il proprio equipaggio. Siamo sempre lì, la felicità, più la si invoca, meno ce n’è. Chissà se l’idea di felicità non sia un escamotage dell’evoluzione. Per rispondere alla domanda di Camus: perché non ci suicidiamo tutti? Perché appunto vogliamo essere felici, in fondo al traguardo c’è la morte, meglio non pensare troppo al futuro. Chissà se Nietzsche non aveva visto giusto. Dice, ci sono solo tre modi di vivere. Immaginate un bimbo che gioca con i castelli di sabbia sulla spiaggia. Uno li costruisce belli, alti e pieni di orpelli e poi arriva l’onda e li distrugge. E allora lui pensa: come come? Esiste un mondo cattivo che distrugge le mie creazioni? Io mi ritiro, non costruisco più castelli. Poi ce n’è un altro che dice: lo so che arriva l’onda, che lo costruisco a fare il castello. E poi ci sarebbe quello che dice: siccome arriva l’onda io costruisco un castello ancora più bello. La presenza della morte, come un pungolo, ci fa godere il presente, siamo qui e ora, e ci divertiamo, ridiamo, ci abbandoniamo davanti a un tramonto o tra le braccia di una donna, diamo un bacio ai nostri figli mentre sono addormentati, piaceri, castelli sulla sabbia, e solo per allontanare la paura della morte? Certo se è così vuol dire che la felicità è bella e desiderabile perché è tragica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il programma Dal 17 al 21 settembre: l’

«Pordenone è un labo Apriamo a tutti ma bi C

inque giorni di ricreazione: sono la complicità di V quelli annunciati dal festival Por- sonalizzati». Chi denonelegge. «Lasciamo perdere la volta al festival co scuola — spiega Gian Mario Villalta, «Margaret Atwoo direttore artistico della manifestazione no quei personag —, la ricreazione in questo caso è i giorni di ascoltar un’altra». Spiega: «È l’idea di un luogo dese tiene a batte dove ci si ricarica, dove si riprendono le bro L’altro inizio forze e da cui si riparte con nuove energie». Il festival è «un valore aggiunto che contribuisce all’orientamento per Un carnet di 3 l’oggi e per il domani». Perché se il mo- Tra i big Atwoo mento è difficile una cosa è certa: «in- Gli incontri con dietro non si può tornare» dice Villalta, affiancato nella gestione della rassegna poeta Cappello dai curatori Alberto Garlini e Valentina The House of C Gasparet; dal presidente della Fondazione Pordenonelegge Giovanni Pavan e dal direttore Michela Zin. E allora avanti tutta con un superfestival, per festeggiare i primi quindici anni. Dal 17 al 21 settembre duecentocinquanta incontri, quindici percorsi espositivi. Quanto agli ospiti sono 363, ovvero se arrivassero uno al giorno si potrebbe andare avanti un anno intero... «Tutte occasioni per ascoltare, ragionare, incontrarsi e condividere idee e confrontare opinioni» osserva Villalta. Attese 90-100 mila persone, in linea con le precedenti edizioni, ma Villalta Nel 2013 Attese ancora 90/100 m non ne fa una questione di numeri: «La città durante il festival semiologo riceve raddoppia i suoi abitanti è vero, ma so- tiene una lezione prattutto diventa un laboratorio di co- romanzo. Imperd munità». Ovvero il luogo ideale per che l’appuntame sman, ospite del una ricreazione collettiva. Il neofita, la lettrice esigente, l’osser- tra gli autori di «c vatore attento... chi va a Pordenoneleg- poeta friulano Pie Per la lettrice es ge? La varietà di proposte della rassegna è tale da accontentare tutti, com- tré anteprime lett presi i bambini (per loro la star è Nicola ri Michael Dobb Davies). E permette di giocare con le ti- Margareth Thatc pologie di spettatori e di creare — con thriller Scacco a


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Il programma Dal 17 al 21 settembre: l’impostazione del direttore artistico Villalta

«Pordenone è un laboratorio di comunità Apriamo a tutti ma bisogna saper scegliere» C

inque giorni di ricreazione: sono la complicità di Villalta — «profili per- House of Cards (libro poi serial tv di quelli annunciati dal festival Por- sonalizzati». Chi viene per la prima successo), Katherine Pancol, Jamaica denonelegge. «Lasciamo perdere la volta al festival cosa non può perdersi? Kincaid, che torna al romanzo dopo scuola — spiega Gian Mario Villalta, «Margaret Atwood e Umberto Eco: so- dieci anni, Caleb Crain, Deborah Levy, direttore artistico della manifestazione no quei personaggi che non capita tutti finalista al Booker Prize e Hanna Kent —, la ricreazione in questo caso è i giorni di ascoltare». La scrittrice cana- con un romanzo d’esordio fulminante; un’altra». Spiega: «È l’idea di un luogo dese tiene a battesimo il suo ultimo li- negli italiani battezzano le loro nuove dove ci si ricarica, dove si riprendono le bro L’altro inizio (Ponte alle Grazie), il uscite al festival Mauro Covacich, Anforze e da cui si riparte con nuove enerdrea De Carlo, Nicola Lagioia, Nicolai gie». Il festival è «un valore aggiunto Lilin e Boris Pahor. Nella categoria «da Un carnet di 363 ospiti che contribuisce all’orientamento per non perdere», Villalta mette di diritto l’oggi e per il domani». Perché se il mo- Tra i big Atwood e Umberto Eco. l’anglo-pakistano Hanif Kureishi (con mento è difficile una cosa è certa: «in- Gli incontri con Grossman e il una riflessione sulla scrittura) e la dietro non si può tornare» dice Villalta, «strana coppia» formata dal premio poeta Cappello. Arriva l’autore di affiancato nella gestione della rassegna Strega Francesco Piccolo e Dino Zoff, dai curatori Alberto Garlini e Valentina The House of Cards con il sequel per presentare l’autobiografia di queGasparet; dal presidente della Fondast’ultimo. Altra vita da star, raccontata zione Pordenonelegge Gioin anteprima, è quella di vanni Pavan e dal direttore Giancarlo Giannini. Michela Zin. Chi cerca occasioni E allora avanti tutta con per riflettere non ha che un superfestival, per feda scegliere la materia steggiare i primi quindici da approfondire: la filoanni. Dal 17 al 21 settembre sofia (Massimo Cacciari, duecentocinquanta inconGiacomo Marramao), la tri, quindici percorsi espostoria (Luciano Canfora, sitivi. Quanto agli ospiti Paolo Mieli), la matesono 363, ovvero se arrimatica, l’alimentazione, vassero uno al giorno si l’ecologia, l’arte (Vittopotrebbe andare avanti un rio Sgarbi), la cultura anno intero... «Tutte occa(Marino Sinibaldi). Con sioni per ascoltare, ragio«prof» d’eccezione quali nare, incontrarsi e condiviil sociologo Ulrich Beck, dere idee e confrontare il matematico John D. opinioni» osserva Villalta. Barrow, il docente di fiAttese 90-100 mila perlosofia Vladimir Kantor sone, in linea con le precee l’architetta spagnola denti edizioni, ma Villalta Nel 2013 Attese ancora 90/100 mila persone (foto: Di Terlizzi e Guidorizzi ) Carme Pinós. non ne fa una questione di Felice la formula dei numeri: «La città durante il festival semiologo riceve il premio FriulAdria e «Dialoghi» che permette di affrontare raddoppia i suoi abitanti è vero, ma so- tiene una lezione magistrale su storia e uno stesso tema da punti di vista diverprattutto diventa un laboratorio di co- romanzo. Imperdibile per il neofita an- si. Un esempio? Gian Arturo Ferrari e munità». Ovvero il luogo ideale per che l’appuntamento con David Gros- Pierluigi Battista su passato, presente e sman, ospite dell’evento d’apertura e futuro del libro e dell’editoria. una ricreazione collettiva. Il neofita, la lettrice esigente, l’osser- tra gli autori di «casa» l’incontro con il Avverte in conclusione Villalta: «A vatore attento... chi va a Pordenoneleg- poeta friulano Pierluigi Cappello. Pordenonelegge c’è spazio per tutti, Per la lettrice esigente ci sono trenta- ma non è come quei ristoranti modello ge? La varietà di proposte della rassegna è tale da accontentare tutti, com- tré anteprime letterarie. Tra gli stranie- All you can eat. Qui è impossibile presi i bambini (per loro la star è Nicola ri Michael Dobbs, già consigliere di “mangiare” tutto. Occorre scegliere». Severino Colombo Davies). E permette di giocare con le ti- Margareth Thatcher, con il political © RIPRODUZIONE RISERVATA pologie di spettatori e di creare — con thriller Scacco al re (Fazi), sequel di


Elliott Erwitt (1928) Contrasto

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Sera Eventi» È gratis per

Il personaggio Il giornalista-archeologo belga autore di un libro-reportage

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«Non possiamo esportare il fondamentalismo elettorale»

Van Reybrouck: 500 persone nel mio affresco sul Congo

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ominciamo a parlare dell’Africa e finiamo sulle Dolomiti passando per Bologna. Nel giorno del suo compleanno (43 anni l’11 settembre), al telefono da Bruxelles dove vive, David van Reybrouck racconta al «Corriere» che cosa vuol dire passare cinque anni della propria vita a mettere insieme un puzzle del Congo. Il risultato sono 600 pagine straordinarie, in uscita il 17 settembre in Italia per Feltrinelli: Congo. Seicento pagine non sembrano poi tante, considerando che per scriverle (14 mesi il tempo di stesura) David ha intervistato oltre 500 persone consultando cinquemila fonti. Cinquecento congolesi, incredibile gente comune: bambini soldato, ragazzine stuprate, persone di ogni età. La prima pagina del libro fa parlare un uomo nato nell’800, le ultime raccontano il viaggio dell’autore al seguito di donne congolesi in Cina per affari (cercando iPhone taroccati). Gli chiedo se nel suo lavoro (reso possibile da borse di studio in Belgio e Olanda nonché dai proventi di varie attività, dal teatro alla poesia) ha avuto modo di intervistare anche il suo coetaneo Joseph Kabila, il presidente della Repubblica Democratica del Congo dal lontano 2001. «Ci ho provato diverse volte, ma non mi ha mai voluto ricevere». Se potesse aggiungere un capitolo alla sua storia (finita nel 2010, in tempo per i 50 anni di indipendenza) David parlerebbe proprio delle elezioni del 2011 in Congo, quando Kabila ha cambiato le regole elettorali (da due turni a uno) per vincere più facilmente. Anche il voto presidenziale del 2016 si annuncia truccato: Kabila potrebbe cambiare la costituzione per restare al potere «per sempre» come stanno facendo diversi presidenti in diversi Paesi dell’Africa. Il tema del voto è caro a van Reybrouck. Ha scritto un libro che getta una luce critica su quello che chiama «fondamentalismo elettorale» partendo dalle esperienze nel cuore dell’Africa: il mantra del «voto sinonimo di democrazia» che l’Occidente esporta e propugna senza considerare il contesto. C’è un metodo migliore? «Se davvero votare Western style fosse così cruciale, allora bisognerebbe spiegare perché in Congo l’Occidente e la comunità internazionale hanno speso una montagna di soldi per organizzare elezioni parlamentari e presidenziali, però mai elezioni locali. Che sono le più importanti se si tiene alla democrazia come partecipazione». Secondo van Reybrouck più importante è l’educazione. «Siamo di fronte a una nuova forma di colonizzazione: non sono mai state considerate e mantenute forme tradizionali di democrazia nella ricerca del consenso e nella risoluzione dei conflitti». Anche la democrazia, sostiene David, dovrebbe globalizzarsi mantenendo le specificità locali, altrimenti il rischio è quello di una «monocoltura». «Africa rising», l’Africa che risorge, è diventato

Chi è

un altro mantra che van Reybrouck analizza come un archeologo (qual è per formazione). «È positivo che ci sia questa crescita economica che porta il mondo a considerare l’Africa alla pari, come partner e non come ricettacolo di (rari) aiuti. Ma la crescita del Pil non significa che tutta la popolazione ne ottenga benefici». Sull’intervento della Cina in Africa, linea controcorrente: «La reazione dell’Occidente è di solito negativa. Però la politica cinese in Africa non è quella del mordi e fuggi. È sostenibile e a lungo periodo. Certo, la Cina non è interessata alla propria democratizzazione, perché dovrebbe preoccuparsi di quella africana? Però la sua presenza non è coloniale. I cinesi non vogliono amministrare. Sono come i mercanti portoghesi di un tempo». Immagini e storie che fioriscono naturalmente

Boris interv press in Lar

Andr 1952 a Piaz readi

David van Reybrouck (1971), si è laureato in architettura all’ateneo di Cambridge e lavora come ricercatore all’Università di Lovanio. Scrive per il quotidiano belga «De Morgen». È autore di diversi libri e il 17/09 Feltrinelli pubblica «Congo» (pp. 688, € 25). Nella foto al centro, una donna congolese colta in un attimo di quotidianità (foto: Peter Muller)

oppure vengono cercate e dissepolte da un archeologo del presente. A novembre tornerà in Congo per la presentazione di un’edizione economica in francese del libro, realizzata grazie al denaro ricavato dai premi. Un altro libro sull’Africa? Più probabile un racconto italiano. Van Reybrouck è affascinato dalla storia di un alpinista belga «adottato» dagli italiani («lo chiamavano il Divino») negli anni 60. Claude Barbier detto Claudio scalò in lungo e in largo le Dolomiti, precursore delle salite in solitaria. Grandiosa ai tempi l’impresa del 24 agosto 1961, «quando scalò in una giornata da solo cinque vie estreme sulle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo». David vuole incontrare le persone che hanno conosciuto il Divino. Ecco perché ha appena passato tre settimane a Bologna. Ma non ci sono montagne a Bologna! «Però si impara bene l’italiano».

Michele Farina mfarina@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valer 1974 San F 17 in


Il romanziere lontano dalla scrivania «Nel selvaggio mondo degli scrittori. Fotografie di Roberto Nistri» è una delle 15 mostre che accompagnano il Festival. Allestita negli spazi della Provincia di Pordenone di corso Garibaldi, la mostra del fotografo romano Roberto Nistri ritrae gli scrittori in ambienti inusuali, lontani dal Pc. Fra i 99 autori ritratti anche Walter Siti (foto), Faletti, Ammaniti, Brizzi, Giordano, Picca, Troisi e Camilleri.

del «voto sinonimo di democrazia» che l’Occidente esporta e propugna senza considerare il contesto. C’è un metodo migliore? «Se davvero votare Western style fosse così cruciale, allora bisognerebbe spiegare perché in Congo l’Occidente e la comunità internazionale hanno speso una montagna di soldi per organizzare elezioni parlamentari e presidenziali, però mai elezioni locali. Che sono le più importanti se si tiene alla democrazia come partecipazione». Secondo van Reybrouck più importante è l’educazione. «Siamo di fronte a una nuova forma di colonizzazione: non sono mai state considerate e mantenute forme tradizionali di democrazia nella ricerca del consenso e nella risoluzione dei conflitti». Anche la democrazia, sostiene David, dovrebbe globalizzarsi mantenendo le specificità locali, altrimenti il rischio è quello di una «monocoltura». «Africa rising», l’Africa che risorge, è diventato

in architettura all’ateneo di Cambridge e lavora come ricercatore all’Università di Lovanio. Scrive per il quotidiano belga «De Morgen». È autore di diversi libri e il 17/09 Feltrinelli pubblica «Congo» (pp. 688, € 25). Nella foto al centro, una donna congolese colta in un attimo di quotidianità (foto: Peter Muller)

per la presentazione di un’edizione economica in francese del libro, realizzata grazie al denaro ricavato dai premi. Un altro libro sull’Africa? Più pro12/09/2014 babile un racconto italiano. Vandata: Reybrouck è affascinato dalla storia di un alpinista belga «adottapagina: 51 to» dagli italiani («lo chiamavano il Divino») negli anni 60. Claude Barbier detto Claudio scalò in lungo e in largo le Dolomiti, precursore delle salite in solitaria. Grandiosa ai tempi l’impresa del 24 agosto 1961, «quando scalò in una giornata da solo cinque vie estreme sulle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo». David vuole incontrare le persone che hanno conosciuto il Divino. Ecco perché ha appena passato tre settimane a Bologna. Ma non ci sono montagne a Bologna! «Però si impara bene l’italiano».

Michele Farina mfarina@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il romanzo Fredrik Backman presenterà il suo «L’uomo che metteva in ordine il mondo». Leggerezza surreale eppure profonda

«Noi svedesi riusciamo anche a far ridere. Qualche volta» «M

y name is Fredrik. I w r i te t h i n gs » . M i chiamo Fredrik e scrivo cose. Si presenta così Fredrik Backman, 33 enne autore svedese che a Pordenonelegge (sabato 20, alle 11, al teatro Verdi) porta L’uomo che metteva in ordine il mondo (Mondadori, tradotto da Anna Airoldi). L’incontro è però singolare: dal titolo «Promettere, mantenere», inviterà a riflettere su un mondo che non sa più usare le mani, che ha perso il contatto fisico con le cose e il giovane scrittore, nonché blogger molto noto non solo in Svezia, ne discuterà con il più anticonformista dei nostri autori, Mauro Corona. Ma il libro va letto. Perché è divertente, tenero, profondo

nella sua leggerezza logorroica. Ove, il protagonista guida una Saab e ha la mania di mettere le cose a posto, di chiamare gli oggetti con il loro nome preciso, di far rispettare le regole. La vita, prima o poi, scompagina ogni certezza e così, Ove si ritrova a essere, come spiega Backman, «solo un uomo ordinario». L’idea, racconta, gli è venuta mentre era in coda in un negozio di computer e «ho visto un signore che discuteva animatamente con uno dei venditori. Oggetto del contendere era il disaccordo sulla definizione di computer per un iPad». L’ironia, però , è il pretesto per scandagliare le vertigini della personalità di chi oggi abita le nostre città. E, soprattutto,

Disincantato Fredrik Backman, 33 anni, è nato e vive a Stoccolma. Dal 9 settembre in libreria c’è il suo «L’uomo che metteva in ordine il mondo»

quella di Backman è una vena grottesca che scorre sottotraccia in molti visionari svedesi (anche nel Bergman della commedia Una lezione d’amore). «Il nostro — afferma Backman — è un curioso senso dell’umorismo, un misto tra inglese e finnico. È un sense of humour un po’ sottotono, come quello degli inglesi, visto che non ci piace essere espliciti, e ogni tanto piuttosto grezzo, perché abbiamo un clima insopportabile. Però a volte facciamo ridere». Di certo, almeno negli ultimi anni, la Svezia ci ha regalato giallisti e autori di polizieschi magistrali; un nome su tutti: Stieg Larsson, autore della trilogia Millennium. «Beh, ma ci sono anche autori che virano

sull’umoristico e sul surreale — continua lo scrittore —. Per dire, il successo mondiale di Jonas Jonasson (autore del divertente L’analfabeta che sapeva contare, Bompiani, ndr) è stato una porta aperta. Un po’ come i polizieschi di Mankell». Una vena, quella di Backman, che si ritrova in altri scrittori svedesi molto raffinati come Torgny Lindgren che nei suoi romanzi e racconti lancia frecciate alla modernità

Autoironia «Il nostro è un umorismo un po’ sottotono anche perché abbiamo un clima insopportabile»

laica raggiunta dal suo Paese o come il Björn Larsson de I poeti morti non scrivono gialli (Iperborea), libro che è un sofisticato esercizio di autoironia. «La cultura svedese? Non saprei con esattezza come inquadrarla in una definizione complessiva — prosegue Backman —. Però penso che abbiamo esportato musica come quella degli Abba e altri autori pop e house». Conosce l’Italia e, come molti, ne apprezza la bellezza, ma se gli si chiede se c’è qualcosa che potrebbe ispirargli un romanzo divertente, preferisce glissare: «Magari la prossima volta».

Roberta Scorranese rscorranese@corriere.it

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La mostra fotografica

Il romanziere lontano dalla scrivania «Nel selvaggio mondo degli scrittori. Fotografie di Roberto Nistri» è una delle 15 mostre che accompagnano il Festival. Allestita negli spazi della Provincia di Pordenone di corso Garibaldi, la mostra del fotografo romano Roberto Nistri ritrae gli scrittori in ambienti inusuali, lontani dal Pc. Fra i 99 autori ritratti anche Walter Siti (foto), Faletti, Ammaniti, Brizzi, Giordano, Picca, Troisi e Camilleri.

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data: 12/09/2014 pagina: 51

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La guida Dal 17 al 21 settembre ÂŤPordenonelegge. Festa

del libro con gli autoriÂť. Festival promosso dalla Fondazione Pordenonelegge.it. La manifestazione si svolge a cura di Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet. Sui social network: #pnlegge2014 #pordenonelegge e facebook.com/pages/Pordenonelegge Tutte le altre informazioni su www.pordenonelegge.it


data: 12/09/2014 pagina: 15


Diffusione : 36463 PeriodicitĂ : Quotidiano GiornaleBres_140912_42_26.pdf Sito web: http://www.giornaledibrescia.it

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Cultura

La «Rabbia» di Palahniuk in un film Un’altra vicenda «estrema» nello stile di Chuck Palahniuk diventerà film. È il romanzo Rabbia (in Italia pubblicato da Mondadori, pp. 357, 8,50), apprezzato dall’attore e regista James Franco che ne ha acquisito i diritti. Si tratta di una galleria di personaggi alienati e paranoici nello stile di Palahniuk (suo il celebre Fight Club), un gruppo di giovani che partecipa a letali gare di «incidenti stradali».

Anteprima Esce il 17 per Bompiani il nuovo libro dello scrittore che il 21 sarà a Pordenonelegge

L’autore

Una sposa è la vittima designata nel presente ammalato di sterilità Il viaggio di Covacich si apre con l’omicidio di Pippa Bacca di EMANUELE TREVI

A

ncora prima di accennare ai suoi argomenti, mi sembra che La sposa di Mauro Covacich (Bompiani) sia un libro da lodare per come è stato concepito dal punto di vista formale. Purtroppo, si parla sempre meno di questi aspetti, per così dire, artigianali e di bottega della scrittura, che invece sono sempre interessanti e rivelatori. Tendiamo spesso a dimenticare che la letteratura per essere efficace è un’opera d’arte, la costruzione lenta e laboriosa di un’immagine del mondo, e non semplicemente una serie di argomenti, di storie più o meno ben scritte. Ebbene, l’esperimento tentato da Covacich, in questo suo ultimo libro, è molto ben riuscito. La strada scelta è quella di un discorso narrativo che è a metà strada fra la raccolta di racconti e il romanzo. Utilizzando con intelligenza un vecchio trucco (i vecchi trucchi sono i soli che funzionano), Covacich ha costruito un libro di storie autonome, ma legate tra loro da fili sottili e tenaci, così che il protagonista di un racconto può apparire sullo sfondo di un altro, dando all’insieme un effetto di realtà unica, considerata da vari punti di vista. Lo scopo dichiarato dell’autore non è però quello di aggredire la famigerata «realtà» in quanto tale, ma di dare un certo ordine e un certo significato a un «flusso di pensieri sul presente». Anche se è una confusione facile e quasi naturale, non dobbiamo mai confondere l’interesse per il presente e quello per la realtà. Così come la realtà genera molti tentativi di realismo artistico, così l’idea del presente ispira qualcosa che, per analogia, potremmo definire «presentismo». Ma non è che il presente sia più facile da rappresentare della realtà. Lo scrittore spronato da questo interesse è sempre costretto a confrontarsi con la natura più intima e reale del presente, che è quello di essere effimero, e quasi privo di sostanza, prossimo all’illusione. Per catturare questa imprendibile farfalla, Covacich si orienta verso «situazioni o

Osvaldo Vicini (1894 -1958), Alba su fondo rosso

L’incipit

L’autostoppista e l’assassino di MAURO COVACICH Le ha fatto cenno di salire e lei si è tuffata dentro. Che fortuna trovare qualcuno disposto a fermarsi con questo tempo, ti notano all’ultimo momento e tirano dritti. Hanno paura di mettere il piede sul freno, o che gli inzuppi i sedili. Ancora un minuto e avrebbe rinunciato, invece adesso è qui al calduccio, lei e il suo vestito, insieme al tizio

baffuto. Thank you. Tesekkur ederim. No turkish? Where do you come from? Niente, non è riuscita a cavargli altro che un sorriso a denti stretti. (...) C’è stato un momento in cui stava per rinunciare. Il buio, le sventagliate dei tir, tutta quell’acqua nebulizzata dentro cui procedeva compressa la vita degli automobilisti. Un’improvvisa sensazione di ostilità. © 2014 BOMPIANI

comportamenti fuori dell’ordinario», che proprio nella loro singolarità irriducibile rivelano le zone meno illuminate della vita umana. I fatti di cronaca si alternano ai frutti della fantasia dello scrittore senza che avvertiamo una differenza di peso specifico, perché rimane identico il modo di raccontarli. È come se Covacich, ad ogni capitolo, estraesse un nuovo arcano da un mazzo di tarocchi, invitandoci a contemplarlo. È significativo il fatto che il libro si apra con l’immagine di Pippa Bacca, l’artista milanese stuprata e uccisa nel 2008 durante una performance in cui si proponeva di attraversare in autostop e vestita da sposa undici Paesi orientali teatro di guerre e invasioni. Covacich racconta gli ultimi minuti della vita dell’artista con l’intensità e l’em-

Il volume La sposa di Mauro Covacich (nella foto) sarà in libreria il 17 settembre per Bompiani nella collana Narratori Italiani (pagine 190, € 16) Lo scrittore presenterà il suo libro in un incontro con letture, domenica 21 a Pordenonelegge, al Convento di san Francesco (ore 11) insieme a Valeria Golino; coordina Valentina Gasparet (info sul sito pordenonelegge.it) Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965, si è trasferito nel 1991 a Pordenone e nel 2005 a Roma. È autore di Anomalie (Mondadori 1998, 2001), L’amore contro (Mondadori 2001 e poi Einaudi), Trieste sottosopra (Laterza 2006), L’esperimento (Einaudi 2013), oltre alla tetralogia composta da A perdifiato (Mondadori 2003, poi Einaudi), Fiona (Einaudi 2005 e 2011), Prima di sparire (Einaudi 2008 e 2010) e A nome tuo (Einaudi 2011)

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patia che sempre riserva ai fatti di cronaca, ma nello stesso tempo ne ricava una specie di simbolo, di chiave d’accesso universale al senso del presente, che si ripercuote su tutte le altre storie. La sposa uccisa prima di arrivare al matrimonio, come l’opera interrotta dalla violenza del mondo, sono le più eloquenti rappresentazioni di quella che per Covacich è la caratteristica etica e psicologica più determinante del tempo che viviamo: la sterilità. Il caso-limite di Pippa Bacca, allora, ha un significato che si ripercuote, e può essere riconosciuto, anche nella normalità dell’esistenza, nel placido retrovia delle abitudini e delle sicurezze. In qualche modo, ogni vita è una performance, ma questa performance si interrompe sul più bello, qualcosa ci impedisce di trasmettere al futuro ciò che abbiamo ricevuto dal passato. Questa è la sterilità, e la sensazione che ne deriva (e che percorre da un capo all’altro il libro di Covacich) è quella di non vive-

Struttura Un libro di storie autonome, ma legate tra loro da fili sottili, in cui il protagonista di un racconto appare sullo sfondo di un altro re fino in fondo il proprio destino umano. E questa condizione, mi sembra di capire, non è frutto di una qualche tipo di stortura che si possa correggere, e la stessa arma della scelta morale appare spuntata di fronte a un destino che sembra incombere identico, come si suol dire, sui giusti e sugli ingiusti. La stessa fertilità, nella diagnosi di Covacich, anziché essere il contrario e l’antidoto della sterilità, è come una maschera paradossale di quest’ultima. Non c’è tutta questa differenza, a scrutare con attenzione, tra un’umanità che trasforma i bambini in idoli onnipotenti e un’umanità che non fa figli per godersi più comodamente la vita. E uno scrittore, a ben pensarci, se non vuole uscire dal terreno che gli è proprio, deve arrestarsi di fronte alla contraddizione. La letteratura non è un’arte capace di indicare soluzioni utili ai problemi umani. Semmai, è l’arte di riconoscere che nessun problema si risolve mai: eppure, volenti o nolenti, continuiamo a vivere. Il libro di Covacich è un bell’esempio di questo modo di stare al mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Pordenonelegge


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Pord


IO scopro/scelgo

ŠWildlife Photographer ofTheYear 2013 / Natural History Museum and BBCWildlife Magazine

Gli scatti di Kenro Izu, a Modena. Arrivano a Milano i film di Venezia e di Locarno. Libri in festa a PordenoneLegge.

Un dettaglio di The Flight Path di Connor Stefanison, premiata al Wildlife Photographer of The Year, esposta a Milano. io donna – 13 settembre 2014

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.È no». rafgio, cri idi

Tamara Rojo e Ivan Vasiliev, Natalia Osipova e Leonid Sarafanov (nella foto). Info: teatroallascala.org data: 13/09/2014 pagina: 241

Multitasking PORDENONE LEGGE Pordenone, dal 17 al 21 settembre

È la Festa del libro con gli autori, ma i percorsi si intrecciano, sfiorandoscienza,filosofia,storia,cinema.Fraglieventi:l’esplorazionedel“labirintofilosofico”conMassimoCacciari; le riflessioni storiche di Paolo Mieli, Riccardo Chiaberge e GianniOliva;Paroleinscena,readingchecoinvolgono,fragli altri, Valeria Golino (nella foto). Info: pordenonelegge.it







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Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014

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Corriere della Sera Domenica 14 Settembre 2014

Domenica

I sette giorni su Twitter di Luca Dalisi

Lunedì

Martedì

Roberto Bolaño, D. Foster Wallace, Beppe Fenoglio, «2666». «Infinite Jest». «Una questione privata». Domenica Lunedì L’Amleto delMartedì Mercoledì I sette giorni su Twitter Insegui tutte le tue Novecento Al centro del fuoco Roberto Bolaño, D. Foster Wallace, Beppe Fenoglio, Anna Maria Ortese, Ogni settimana un ospite suggerisce di Luca Dalisi ossessioni. Guarda in e l’Edipo americano un freddo perfetto. «2666». «Infinite Jest». «Una questione privata». «Il cardillo addolorato». un libro al giorno ai follower tuoi incubi e in un comicoAle centro del fuoco Resistenza: corale Inseguifaccia tutte le itue L’Amleto del Novecento Poesiaepos declamata de @la_Lettura. consigli Ogni settimana un Ecco ospiteisuggerisce ossessioni. Guarda in e l’Edipo americano sogno, il canto fanne letteratura commoventeun freddo perfetto. e tragedia individuale. italia:in 51575551575557 Corriere Sera Domenica 14 Settembre 2014 un librodella al giorno ai follower dell’illustratore Luca Dalisi. faccia i assoluta. tuoi incubi e in un comico ecaleidoscopio Resistenza: per un dolore di storie.epos corale de @la_Lettura. Ecco i consigli dell’illustratore Luca Dalisi.

fanne letteratura assoluta.

commovente caleidoscopio di storie.

e tragedia individuale.

che non può essere detto.

Domenica

Lunedì

Martedì

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Cultura Cultura I sette giorni su Twitter di Luca Dalisi

Ogni settimana un ospite suggerisce un libro al giorno ai follower de @la_Lettura. Ecco i consigli dell’illustratore Luca Dalisi.

Roberto Bolaño, «2666». Insegui tutte le tue ossessioni. Guarda in faccia i tuoi incubi e fanne letteratura assoluta.

D. Foster Wallace, «Infinite Jest». L’Amleto del Novecento e l’Edipo americano in un comico e commovente caleidoscopio di storie.

Beppe Fenoglio, «Una questione privata». Al centro del fuoco un freddo perfetto. Resistenza: epos corale e tragedia individuale.

Anna Maria Ortese, «Il cardillo addolorato». Poesia declamata in sogno, il canto per un dolore che non può essere detto.

Mercoledì

Anna Maria Ortese, «Il cardillo addolorato». Giovedì Poesia declamata Albert Camus, in «L’uomo sogno, ilincanto rivolta». perAccettare un dolore l’assurdo alla fine, d’amore cheè, non puòatto essere detto. verso il genere umano.

Giovedì

Albert Camus, «L’uomo in rivolta». Accettare l’assurdo è, alla fine, atto d’amore verso il genere umano.

Giovedì

Venerdì

Sabato

Albert Camus, Ben Katchor, Julius Knipl, Philip K. Dick, «L’uomo in rivolta». «Real Estate «Un oscuro scrutare Venerdì Accettare l’assurdo SabatoPhotographer». Amedeo Feniello Fissa abbastanza a Ben Katchor, Julius Knipl, Philip K. Dick, è il nuovo uno specchio e ci ved è, alla fine, atto d’amore Poesia visiva pura «Real Estate «Un oscuro scrutare». #twitterguest verso il genere umano. per racconti sola un estraneo: te stess Photographer». Fissa abbastanza a lungoin una Poesia visiva pura uno specchio e ci vedrai Le scelte di Amedeo tavola.

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per racconti in una sola tavola.

un estraneo: te stesso.

Feniello, storico del Medioevo, per i follower de @La_Lettura

Venerdì

Sabato

Amedeo Feniello

Il testo di Zoja su C Il testo di Zoja su Corriere.it/cultura

Ben Katchor, Julius Knipl, Philip K. Dick, è il nuovo «Real Estate «Un oscuro scrutare». #twitterguest Photographer». Fissa abbastanza a lungo Liberarsi dalle gabbie Liberarsi dalle costruite da noi stessi: è online sul costruite Poesia visiva pura unogabbie specchio e ci vedrai Le scelteoggi di Amedeo canale cultura del «Corriere» (w canale «Corriere» (www.corriere.it/cultura) per racconti in una solacultura undel estraneo: te stesso. Feniello, storico del il testo dell’intervento che, nell’ambito della rassegna testo dell’intervento tavola. Medioevo, per iJewish follower che, nell’a and the City, lo psicanalista Luigi Zojaand farà stasera allelo 20.30 al de @La_Lettura the City, psicanalista Lu

Teatro Parenti di Milano nella «maratona di pensiero, Teatro Parentimusica, di Milano nella « immagini» intitolata Da quale schiavitù dobbiamo liberarci?

Cultura

immagini» intitolata Da quale

Il testo di Zoja su Corriere.it/cultura

Anticipazione Nel suo Anticipazione Nel suo diciottesimo romanzo, «Cuore primitivo» diciottesimo romanzo, (Bompiani), l’autore «Cuore primitivo» torna ai temi a lui cari (Bompiani), Anticipazionel’autore Nel suo torna ai temi a lui cari diciottesimo romanzo, «Cuore primitivo» di CINZIA FIORI (Bompiani), l’autore un matrimonio tornacene aidatemi a lui cariin crisi. Dopo la critica sociale

Liberarsi dalle gabbie costruite da noi stessi: oggi è online sul L’arte di creare il canale cultura del «Corriere» (www.corriere.it/cultura) Carta e tv testo dell’intervento che, nell’ambito della rassegna Jewish and the City, lo psicanalista Luigi Zoja farà stasera alle 20.30 al Andrea De Carlo Teatro di Milano nella «maratona di pensiero, musica, è natoParenti a Milano immagini» Da quale schiavitùAndrea dobbiamo 62 anni fa.intitolata Tra Deliberarci? Carlo l’altro, ha è nato a Milano collaborato con 62 anni fa. Tra Federico Fellini e l’altro, ha con Michelangelo L’arte di creare Carta e etvcon il collaborato con Antonioni musicista Federico Fellini e Andrea DeEinaudi. Carlo Ludovico con Michelangelo èDal nato a Milano novembre 62 anni Tra Antonioni e con il dal nostro inviato 2013 al fa. marzo l’altro, ha MICHELEmusicista FARINA 2014, assieme collaborato agli scrittori con Ludovico Einaudi. Federico Fellini LONDRA —Dal Lo scrittore Taiye Selasi e e novembre con Michelangelo «stagnino» («Mi vedo come Giancarlo De 2013 al artista») marzo si Antonioni con il artigiano, non come Cataldo, è estato musicista 2014, assieme alza presto la mattina: «Ascolto giudice su Raitre Ludovico Einaudi. scrittori un disco, unagli disco di vinile, a «Masterpiece», Dal novembre mentre scrivo. Dopo 15 minuti il primo talent Taiye Selasi e dal inviato 2013 marzo nonnostro sento più la musicaDe e penso show al letterario Giancarlo MICHELE FARINA 2014, assieme solo a scrivere». I libri di Haruki (foto di è stato agli scrittori Murakami, Cataldo, 65 anni, cominciano Malina De Carlo) LONDRA —giudice Lo scrittore Taiye Selasi e Raitredi con una musica e unasuscatola «stagnino» («Mi vedo come Giancarlo De misteri. E così finiscono: «È a «Masterpiece», artigiano, come artista») Cataldo, è stato importantenon che il mistero più si il primo talent alza presto la mattina: «Ascolto giudice su Raitre importante in una storia venga un disco, unshow discoiletterario dilettori vinile, a «Masterpiece», risolto, altrimenti restano mentre 15 minuti il primo talent frustrati.scrivo. Ma(foto seDopo undicerto segreto non sento più la musica e penso show letterario rimane segreto» oltre fine del Malina DelaCarlo) solo scrivere». Haruki (foto di libro,aquesto è unI libri bene,didice Murakami, 65una anni, cominciano Malina De Carlo) Murakami in rara intervista

Carta e tv

Murakami: «Scrittori, non risolvete tutti i misteri» Murakami: «Scrittori, non risolvete tutti i misteri»

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di Villa Metaphora, Andrea di CINZIA FIORI De Carlo torna a scrivere di

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rapporti di coppia. E lo fa sopratcene da un ilmatrimonio tutto raccontando sottaciuto, in l’inespresso, le domande e le pacrisi. Dopo la critica sociale di CINZIA FIORI role non turbinano neldi rivolte Villa che Metaphora, Andrea la testa dei protagonisti. Ossia De Carlo a scrivere da untorna matrimonio in di Craig, cene ex antropologo sul campo, crisi. Dopo lainconsapevolcritica rapporti diquasi coppia. E losociale fa sopratda tempo di Villa Metaphora, Andrea tutto il della sottaciuto, menteraccontando seduto sugli allori ceDee Carlo torna a scrivere di lebrità; Mara, scultrice cheeha l’inespresso, le domande le parapporti di coppia. E lo fa sopratraggiunto la fama in Inghilterra, role non rivolte che turbinano neltutto raccontando il sottaciuto, vive con il marito, pur contil’inespresso, le domande e le paladove testa dei protagonisti. Ossia nuando ad amare il paese ligure in role non che Craig, exrivolte antropologo sulnelcampo, cui abitava prima diturbinano incontrarlo. È la testa deidurante protagonisti. Ossia da tempo quasi inconsapevolproprio lì, una vacanza Craig, ex antropologo sul campo, italiana,seduto con il tetto di casa sfondamente sugli allori della cecon una musica«Penso e una scatola da quasi al «Guardian»: che i di to etempo gli operai cheinconsapevoltrapanano fin misteri. Eabbiano così finiscono: «È lebrità; e Mara, scultrice che ha mente seduto sugli allori della celettori ne bisogno». dall’alba per ripararlo, che il carceimportante cheililtraguardo mistero più lebrità; e Mara, scultrice che ha Forse è questo dello raggiunto la fama in Inghilterra, re di cattivi pensieri e autoinibiimportante in una storia venga raggiunto la fama in Inghilterra, «stagnino perfetto», un artigiano dove con il marito, pur contizioni vive si fa soffocante. risolto, altrimenti i lettori restano dove vive con il marito, purromancontiche non svela tutti i segreti: un Il titolo delamare diciottesimo nuando ad il paese ligure in frustrati. Ma se un certo segreto lavoro di cesello «sfiancante, una nuando adCarlo, amareCuore il paese ligure in zo di De primitivo rimane oltre la fine del cui abitava prima incontrarlo. È discesa segreto» quotidiana nella cantina cui abitava prima di di incontrarlo. È ! 18), nasce (Bompiani, pp. 364, libro, questoeèpoi undi bene, dicesu» proprio lì,durante durante una vacanza della mente nuovo proprio lì, una vacanza da una teoria di Craig Nolan, se- d’essere accuditi implode in livore D e C a r l o , c h e t rova s e m p re bilità morale italiana. È un istin- introdotto anche a quelli del coMurakami una«frase rara intervista alla ricerca in della giusta» o italiana, con il tetto di casa sfondaitaliana, con il tetto di casa sfondacondo il quale siamo ancora do- raziocinante per Craig e diventa un’uscita vitalista. tuale, intuitivo, con una sua etica struttore. Bene e male sfumano i al «Penso che i del«Guardian»: «giusto cassetto di ricordi». to ee gli glidal operai che trapanano fin tominati operai che trapanano cervello primordiale e, fin smarrimento per Mara, che contiLe bestie nere della sua poetica nonostante tutto. Ma è paradossa- loro incerti contorni. Nell’Italia del lettori nediabbiano bisogno». L’autore L’uccello che girava le dall’alba per ripararlo, che il carcenonostante sviluppo della nua a porsi domande cui non sa ri- sono il conformismo e l’inautenti- le osservare come molte fondate malaffare i veri colpevoli sono aldall’alba perlopensieri ripararlo, checoril carceForse questo eil dell’ultimo traguardo dello viti delè mondo re di cattivi e autoinibiogni nostro gesto deter- spondere e sfoga la sua confusio- cità. Perciò il personaggio di se- ragioni di Craig appaiano torti, tri. «stagnino perfetto», un artigiano reteccia, di si cattivi pensieri eè autoinibiL’incolore Tazaki Tsukuru ei zioni fa soffocante. minato da ragioni ataviche biolo- ne sulla pietra da scolpire. gno contrario, Ivo, un costruttore mentre gli indubbi torti di Ivo finiSempre rifuggendo la psicoloche tutti i segreti: un suoinon annisvela di pellegrinaggio zioni si fa soffocante. Il titolo del diciottesimo romangicamente codificate. L’autore coIl narratore non esita a mettere a edile, incarna valori opposti. E scano per esser percepiti come ra- gia, attenendosi invece alla fenolavoro diquest’anno cesello «sfiancante, una tradotto da Einaudi zoIldi De Carlo, Cuore primitivo titolo del romanglie, ancora unadiciottesimo volta e non acritinudo i sentimenti più bassi, in porta scompiglio nell’oppressivo gioni. È un frutto dell’accurata ri- menologia dei moti interiori, De discesa nellaalcantina (il titoloquotidiana fa riferimento disco di ! 18), nasce (Bompiani, pp. 364, zo di De Cuore primitivo camente, laCarlo, tendenza di pensiero particolare quelli di Craig, che cre- schema relazionale della coppia in costruzione dei pensieri che muli- Carlo offre una base solida ai diadella mente e poi didurante nuovo su» Liszt che ascoltava la da teoria di Craig Nolan, se- d’essere accuditi implode livore D e C a r l o ,Ivo c hèe un t rova s e m p re morale italiana. un istinanche ila suo quelli del codel una momento, e impronta mode di controllare la propriainemotidisamore. campione di bilità nano nella testa dei tre.È Dal setti- introdotto loghi e continua peculiare alla ricerca «frase giusta» o ! il18), nasce (Bompiani, pp. 364,ancora stesura) ha della pubblicato condo il quale siamo doraziocinante per Craig e diventa un’uscita vitalista. tuale, intuitivo, con una sua etica struttore. Bene e male sfumano i nologo interiore del «giusto cassetto di ricordi». vità con la ragione ma, in realtà, ha quella che Craig capitolo, infatti, viene percorso di indagine sui persoquest’estate in una coda unadal teoria diall’antropologia Craig Nolan, d’essere implode inLelivore Ddefinisce edella C asua r l olapoetica ,flessic h e tmo rova sem p reMail èlettore bilità morale italiana. È un istinintrodotto anche a Giappone quelli del minati cervello e, sesmarrimento peraccuditi Mara,da cheun contibestie nere nonostante tutto. paradossaloro incerti contorni. Nell’Italia L’autore di sei L’uccello chescritti girava delle relazioni. Nonprimordiale foss’altro perl’intelletto governato ego naggi inaugurato con LeieLuidele raccolta di racconti inle i nonostante lo sviluppo della cornua a porsi domande cui non sa risono il conformismo e l’inautentile osservare come molte fondate malaffare veri colpevoli sonostruttore. alcondo il quale siamo ancora doraziocinante per Craig tuale, intuitivo, con iuna sua etica Bene e male sfumano viti del mondo e dell’ultimo ché Craig continua a parametrare ipertrofico. C’è una spietatezza nel e diventa un’uscita vitalista. proseguito in Villa Metaphora. tre mesi: Uomini senza donne. In teccia, ogni nostro gesto è deter- spondere e isfoga la suaeper confusioAppuntamenti con di ilnere pubblico cità. Perciò il personaggio se- della ragioni Craig appaiano torti, tutto. tri. minati dalriflessioni cervello primordiale e, smarrimento Mara, che contiLe bestie suadipoetica nonostante Ma èromanzo paradossacontorni. Nell’Italia L’incolore Tazaki Tsukuru le proprie ai principi riportarne pensieri le azioni Dall’ultimo riprendeloro an- incerti questo periodo non lavora ae i del minato da ragioni ataviche biolone sulla pietra da scolpire. gno contrario, Ivo, un costruttore mentre gli indubbi torti di Ivo finiSempre rifuggendo la psicoloanni di pellegrinaggio della sua specialità e non compie che ricorda didomande Moravia nei nonostante lo sviluppo della corl’usomolte delle onomatopee che, nua aquella porsi cui non sa ri- sono il conformismo e l’inautenti- le osservareche come fondate malaffaresuoi i veri colpevoli nulla. L’anno prossimo,sono dice, algicamente codificate. L’autore co- confronti Il narratore non esita apersonagmettere a edile, incarna valori opposti. E scano per esser percepiti come ra- gia, invece alla fenotradotto un atto ogni senza analizzarlo alla luce di alcuni oltreattenendosi a generare un effetto ironico, potrebbequest’anno cominciareda unEinaudi nuovo teccia, nostro gesto è deterspondere esuoi sfoga la sua confusiocità.nell’oppressivo Perciò il personaggio di se-dell’accurata ragioni ridi Craig appaiano torti, tri. glie, ancora una volta e non acritinudo i sentimenti più bassi, in porta scompiglio gioni. È un frutto menologia dei moti interiori, De (il titolo fa riferimento al disco di degli studi esistenti. gi. Del ne resto, anche l’autore de Gli finisconotorti per trasformarsi in datiSempre lungo romanzo. Dischi e scrittura minato da ragioni ataviche biolosulla pietra da scolpire. gno contrario, Ivo, un costruttore mentre gli indubbi di Ivo finirifuggendo la psicolocamente, la tendenza di pensiero particolare quelli di Craig, che creschema relazionale della coppia in costruzione dei pensieri che muliCarlo offre una base solida ai diaLiszt chediceva ascoltava durante la Il mondo è più che mai perce- indifferenti aveva scritto un rodi realtà, in richiami oggettivi agli («come Raymond del momento, e impronta il mode di controllare la propria emotidisamore. Ivo è un campione di nano nella testa dei tre. Dal settiloghi e continua il suo peculiare gicamente codificate. L’autore coIl narratore non esita edile, incarna opposti. scano percepiti allaCarver, fenostesura) ha invece pubblicato Andrea a De Carlo ha esordito nel valori l’autore incontreràEi suoi lettoriper a esser zione soggettiva. La narrazione, manzo, diverso ma altrettanto mi- a mettere eventi in corso. come ra- gia, attenendosi una tortura») e poi riscrittura nologo vità con la ragione ma,L’amore in realtà,coha bassi, quella definisce lache flessi- mo capitolo, infatti, ilStore lettore percorso di indagine anni, sui quest’estate inmiGiappone una De glie, ancora unaall’antropologia volta e non acritinudo i sentimenti più inCraig porta scompiglio nell’oppressivo gioni. È un frutto dell’accurata ri- persomenologia moti interiori, 1981che con Treno di panna, Milano al Mondadori diviene infatti, siinteriore sviluppa per punti di vinuzioso sulla coppia, A quasi sessantadue dopo («la dei cosa che piace di più»). delle relazioni. Non foss’altro per- l’intelletto dai due un ego naggi inaugurato conDe LeieLui raccolta dibase sei racconti scritti in venne pubblicato da Einaudi. I Piazza Duomo alle 18.30. sta alternati, un capitolo ciascuno niugale. Ad governato accomunare auoltre trenta di successi, Carlo sae offre Fino a quando arriva il momento camente, la tendenza di pensiero particolare quelli di Craig, che creschema relazionale della coppia in costruzione dei pensieri che muliCarlo una solida ai diaché Craig continua a con parametrare ipertrofico. C’èdei una spietatezza nel proseguito in pugno Villa Metaphora. tre mesi: Uomini senza donne. In suoi libri, ora editi da Bompiani, L’indomani, giovedì 18, De Carlo per moglie e marito, la minutori è il gusto rapporti compliquando ha in il lettore. Il di dire fine: «Non mi pongo Appuntamenti con il pubblico del momento, e impronta il mo- de dii controllare propria emoti- disamore. Ivo è un campione di nano nella testa dei tre. Dal settiil suolavora peculiare le proprie riflessioni ai principi pensieri e le la azioni Dall’ultimo romanzo riprendeloghi an- e continua questo periodo a sono stati tradotti in 26 Paesi. parteciperà al festival letterario ziosa ricostruzione degli eventi, riportarne cati, l’inesausta sulle in fondo, è un dialogo Però anon volte, quando nologo vitàinterpersonali con laindagine ragione ma, quella Craig definisce la flessimo capitolo,suo, infatti, ildelle lettore viene a pundella suainteriore specialità eall’antropologia non compie percorsoscadenze. disoindagine sui dice, persoricorda quella di Moravia neiin realtà, che onomatopee che, nulla. L’anno prossimo, Cuoreha primitivo esce che appunto Pordenonelegge dove sarà ma soprattutto dei pensieri. Sensi- che relazioni e anche non smettere, ci pensa mia tate, l’uso un rapporto quasi personale un atto senza analizzarlo alla luce confronti di alcuni suoi personagoltre a generare un effetto ironico, potrebbe un nuovo delle Non foss’altro governato ego naggi inaugurato con LeieLui per Bompiani (pp. 364, ! 18) e protagonista di un reading alle moglie. Micominciare dice: “Dovresti finirlae bilità relazioni. in urto reciproco che gene- perl’uso dil’intelletto inserire protagonisti di se- da un che non può adagiarsi in un matridegli studi esistenti. resto, anche Gli finiscono per trasformarsi in proseguito dati lungo Dischi e scrittura ché continua a parametrare ipertrofico. C’è unadespietatezza nel Metaphora. qui”.in Eromanzo. ioVilla obbedisco». sarà in libreria mercoledì 17 20.30 allo Spazio Itasincontra in ranoCraig rancori, insofferenze, rim- gi. gnoDel contrario. Ma ill’autore paragone si monio «troppo maturo, intelletIl mondo è più chematrimonio mai perce- indifferenti aveva scritto un rodi realtà, in richiami oggettivi agli Appuntamenti il pubblico («come diceva Raymond Carver, © RIPRODUZIONE RISERVATA settembre. Il giorno stesso Piazzacon della Motta. L’impossibile ferma riportarne qui. La preoccupazione, tuale, esangue». lepianti. proprie riflessioni ai principi i pensieri azioniDe Carlo Dall’ultimo romanzo riprende anha esordito nel l’autore incontrerà i suoi lettori a zione soggettiva. La narrazione, manzo, diverso ma altrettanto mi-a e le Andrea eventi in corso. una tortura») e poi riscrittura © RIPRODUZIONE RISERVATA tra risentimento e tacita richiesta non l’impossibilità appartiene della sua specialità e nondicompie che ricorda che l’uso(«la delle onomatopee che, 1981 nei con Treno di panna, che Milano al Mondadori Store di infatti, si sviluppa per punti vi- nuzioso sulla coppia,quella L’amoredico-Moravia A quasi sessantadue anni, dopo cosa che mi piace di più»). venne pubblicato da Einaudi. I Piazza Duomo alle 18.30. staatto alternati, unanalizzarlo capitolo ciascuno niugale. Ad accomunare i duesuoi au- personagoltre trenta di successi, De Carlo sa a generare un senza alla luce confronti di alcuni oltre un effetto ironico, Fino a quando arriva il momento per moglie marito, con la minu- tori è ilgi. gusto rapporti compliquando ha in pugno il lettore. Il diper dire fine: «Non mi pongo degli studieesistenti. Deldei resto, anche l’autoresuoi de libri, Gli ora editi da Bompiani, L’indomani, giovedì 18, De Carlo finiscono trasformarsi in dati sono stati tradotti in 26 Paesi. parteciperà al festival letterario ziosa ricostruzione degli eventi, cati, l’inesausta indagine sulle suo, in fondo, è un dialogo a punscadenze. Però a oggettivi volte, quando Il mondo è più che mai perceindifferenti aveva scritto un rodi realtà, in richiami agli Cuore primitivo esce appunto Pordenonelegge dove sarà ma soprattutto dei pensieri. Sensi- relazioni interpersonali e anche non so smettere, ci pensa mia tate, un rapporto quasi personale Andrea ha esorditodinel l’autore suoi lettoriina un matrizione soggettiva. Lache narrazione, diverso madialtrettanto mieventi in moglie. corso.Mi dice: “Dovresti finirla 18)Carlo e per Bompiani (pp. 364, !De protagonista un reading alle incontrerà bilità in urto reciproco gene- l’uso dimanzo, inserire protagonisti seche non ipuò adagiarsi 1981 con17Treno di20.30 panna, che Itasincontra Milano Storematuro, di infatti, si sviluppa per punti vi- contrario. nuziosoMa sulla coppia,siL’amore coA quasiqui”. sessantadue anni, dopo E iodegli obbedisco». sarà in libreria mercoledì allo Spazio in al Mondadori rano rancori, insofferenze, rim-di gno il paragone monio «troppo intelletTuttavia, il Campiello industriali veneti © RIPRODUZIONE RISERVATA settembre. stesso della Motta. pianti. L’impossibile matrimonio ferma niugale. qui. La preoccupazione, tuale, venne pubblicatoPiazza da Einaudi. I Piazza Duomo alleesangue». 18.30. sta alternati, un capitolo ciascuno Ad accomunare i due au- Il giorno trenta successi, De Carlo sa coltivaoltre ambizioni piùdi alte. Lo dimostrano le inizia© RIPRODUZIONE RISERVATA tra moglie risentimento e tacitacon richiesta non l’impossibilità appartiene a suoi libri, ora editi da Bompiani, L’indomani, giovedì 18, De Carlo per e marito, la minutori è il gusto dei rapporti compliquando ha in pugno il lettore. Il tive che hanno preso corpo nel tempo, attraverso (perèesempio, l’OperaaPrima, 74 voti), al chefestival la Giurialetterario dei Lettera- altri riconoscimenti vincitore chiudere la porta dietro di Paesi. sé Duddle, Einaudi, da Venezia MARISA FUMAGALLI sono stati tradotti in 26 parteciperà ziosa ricostruzione degli eventi, cati, l’inesausta indagine sulle—. Bisogna suo, in fondo, un dialogo punquest’anno da Stefano Valenti La fabbriti aveva piazzato al primo postodove della cinquina. fine di un libro. Ma quando si riapre è imporCuore primitivo esce appunto Pordenonelegge sarà Il- vinto tate, ma soprattutto dei pensieri. Sensi- relazioni interpersonali eallaanche un rapporto quasicon personale luminante quello di Giorgio Falco (La Gemella H, ca del panico, Feltrinelli) con lo scopo di valoriztante ritrovare qualcuno che ti sostiene». ittoria annunciata, si era detto ipotizzando ! 18) e per Bompiani (pp. 364, protagonista di un reading alle bilità in urto reciproco che genel’uso di inserire protagonisti di seche non può adagiarsi in un matriIl suo è un romanzo asciutto, che racconta l’ul- Einaudi, 36), figurativa invece l’opera di Fausta zare l’arte della scrittura puntando in particolare che la Giuria popolare del Campiello 2014 in libreria 20.30 allo Spazio Itasincontra in sulle nuove rano rancori, rimgno contrario. Ma il paragone si delsarà monio «troppo maturo, intelletgenerazioni. Non è forse questo il senvite di Monsù Desiderio, Bompiani, tima stagione terrorismo in Italiamercoledì (per il «Cor-17Garavini (Le convogliasseinsofferenze, i suoi voti sull’uomo rude delsettembre. Il giorno Piazza della Motta. pianti. L’impossibile matrimonio ferma qui. La preoccupazione, esangue». so deltuale, Campiello Giovani che, al pari del premio riere» Ermanno Paccagnini lo ha recensitostesso su «la 31). la montagne, il boscaiolo con la bandana. E cioè Tuttavia, il Campiello degli industriali veneti in erba? La Non c’è stato il verdetto fotocopia della Giuria principale, porta in finale 5 narratori Lettura» a#127 del 27 aprile scorso). Inizia nelMauro Corona, nato aeErto, testimone della trage© RIPRODUZIONE RISERVATA tra risentimento tacita richiesta non l’impossibilità appartiene ambizioni piùse alte. Lo dimostrano le iniziavoglia di scrivere c’è si considera che per la 19° l’estate del 1981, anno di nascita dell’autore. I pro- dei Letterati ma neppure il ribaltone com’è acca- coltiva dia del Vajont, in gara con La voce degli uomini che hanno preso corpocirca nel tempo, attraverso edizione sono stati valutati 500 racconti. Ectagonisti sono due: il magistrato inquirente Gia- duto talvolta in passate edizioni da parte della tive freddi (Mondadori). Invece, le carte si sono spaririconoscimenti esempio, Prima, Einaudi, 74 la Giuria dei Lettera- altri vincitore —. Bisogna chiudere la porta dietro di sé Duddle, da Venezia FUMAGALLI co, allora, prima tra i(per 5, farsi stradal’Opera la diciottenne Giuria popolare deivoti), 300,che campione trasversale como Colnaghi, che non si accontenta di trovare gliate, comeMARISA aveva auspicato Monica Guerritore, vinto quest’anno da Stefano Valenti con La fabbriti aveva piazzato al primo posto della cinquina. Ilalla fine di un libro. Ma quando si riapre è imporl’assassino di un politico democristiano ma vuole della società italiana da nord a sud: 162 donne pisana Maria Chiara Boldrini con Odore di sogni. presidente della Giuria dei Letterati di questa 52° panico, Feltrinelli)Campiello, con lo scopo di valorizGiorgio Falco (La GemellaimH, ca Ildel tante sostiene». ittoria annunciata, si eraaldetto Premio Fondazione invece, punta (54%), 138 quello uominidi(46%). Mix di casalinghe, capireritrovare le originiqualcuno profondeche deltimale dando un sen- luminante edizione. Corona si è piazzato terzoipotizzando posto, con l’arte della scrittura puntando indella particolare 36), figurativa invece l’opera di Fausta zare suoverità. è un romanzo che ribelle racconta che la Giuria popolare del Campiello 2014 su scrittori affermati, rappresentativi cultura prenditori, lavoratori dipendenti, liberi professioso Ilalla E il padreasciutto, partigiano, di l’uluna Einaudi, 43 voti, su un totale di 291 validi. Il Super CampielnuovePaese. generazioni. Nonedizione, è forse questo il sen(Le vite di Monsù Desiderio, Bompiani, tima stagione del conformista, terrorismo inpresente Italia (per il «Corconvogliasse i suoi sull’uomo rude deldel nostro Per questa il prescelto nisti e rappresentanti delle istituzioni, pensiona- sulle famiglia cattolica nella me- Garavini lo va a Giorgio Fontana, 33voti anni, lombardo. Giovadel Campiello che, alriconoscibile pari del premio riere» Paccagnini lo hatormentato, recensito sunella «la 31). la montagne, boscaiolo condella la bandana. cioè è Claudio Magris,Giovani «voce molto nel ti, studenti. Tra loro, alcuni volti noti: Carlo Crac- so moria Ermanno del magistrato. Un libro notto smilzo, ilche, nel corso Finale alEGran La Non c’è stato il verdetto fotocopia della Giuria principale, porta in finale 5 narratori in erba? Lettura» #127 del 27 aprile scorso). Inizia nelMauro Corona, nato a Erto, testimone della trageTuttavia,

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In libreria a Milano, poi Pordenone

Premi «Morte di un uomo felice» (Sellerio) batte Michele Mari, Mauro Corona, Giorgio Falco e Fausta Garavini. A Claudio Magris il riconoscimento alla carriera

Giorgio Fontana sorprende e stacca tutti, il Campiello è suo

V Giorgio Fontana sorprende e stacca tutti, il Campiello è suo

Premi «Morte di un uomo felice» (Sellerio) batte Michele Mari, Mauro Corona, Giorgio Falco e Fausta Garavini. A Claudio Magris il riconoscimento alla carriera

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Anno 4 - N. 37 (#147) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano - Supplemento culturale del Corriere della Sera del 14 settembre 2014, non può essere distribuito separatamente

IL DIBATTITO DELLE IDEE

NUOVI LINGUAGGI ARTE INCHIESTE RACCONTI

#147

Domenica 14 settembre 2014

Art libre ou la mort

Ernesto Tatafiore

per il Corriere della Sera


10 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

Il programma

Letteratura, sì Ma anche mappe per la storia e i sentimenti di IDA BOZZI

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

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emi pronti a germinare spargendosi in diverse direzioni, come i chicchi della pannocchia sul manifesto di quest’anno, danno il senso del festival Pordenonelegge 2014, la «Festa del libro con gli autori» a cura di Alberto Garlini, Valentina Gasparet e Gian Mario Villalta, che si apre mercoledì 17 settembre nella città friulana. I semi coinvolgono discipline e temi differenti, ma alcuni percorsi saltano agli occhi più di altri. Si notano gli incontri sull’attualità e la guerra (con lo scrittore israeliano David Grossman, il 17), sulla storia (con Paolo Mieli il 20 oppure, lo stesso giorno, con Caterina Bonvicini o il 19 con Lia Celi), sullo sviluppo politico e culturale europeo (con la lectio magistralis di Ulrich Beck il 20).

Alcuni cicli sembrano invece nati per orientare nella confusione del contemporaneo. C’è infatti una mappa dei sentimenti in cui, ad esempio, venerdì 19 si parlerà di Inquietudine con Marcello Fois, Odio con Tullio Avoledo, Amore con Valeria Parrella, Speranza con Giulio Mozzi. La vocazione didattica del festival, con un ricco programma per i giovani e molti incontri con e per le scuole, si mostra in dibattiti (Come la crisi

cambia i giovani del Nord, il 17), o in lectio sui «fondamentali» della vita (ad esempio il 19 la lezione di Luigi Zoja su Utopie minimaliste. Un mondo più desiderabile anche senza eroi). Senza paura di un tema difficile come la fine: magari con l’ironia del recital L’amorte del mattatore Alessandro Bergonzoni (il 20); oppure con la maratona dedicata a Spoon River, o col dibattito con Luigi Galimberti Morire di piacere. Vecchie e nuove dipendenze, il 18. Il tutto, con tantissimi scrittori; a proposito, si parlerà parecchio di letteratura e di poesia: da citare almeno il Gadda di Gifuni il 19, la Duras di Sandra Petrignani il 21, e, tutte le sere, la maratona di poesia contemporanea. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Caratteri

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Speciale Pordenonelegge 2014

Scatti da luoghi terribili Pierpaolo Mittica (Pordenone, 1971) ha iniziato ad avere dimestichezza con la macchina fotografica fin da bambino e si è indirizzato verso immagini che testimoniano quanto possa essere terribile il comportamento dell’uomo, specie nei luoghi teatro delle nuove guerre. Alla Galleria Harry Bertoia sono in mostra ben oltre la conclusione di Pordenonelegge (fino all’11 gennaio 2015) 150 immagini, come quelle dai Balcani (a fianco La memoria, Sarajevo, 1997).

L’intervista A casa dell’autore friulano. Che esordisce con una raccolta di versi per l’infanzia: «Li ha chiesti mia nipote Chiara, 7 anni. I bimbi vogliono rime precise, devono gratificarsi nei suoni»

Nonostante tutto la poesia arriva dal nostro inviato a Tricesimo (Udine) CRISTINA TAGLIETTI

«V

Pierluigi Cappello: per scrivere devi disporre del tuo corpo E io alla malattia non ho concesso troppo della mia esistenza

enga. Tolga quei libri, si sieda. Parliamo un po’ qui, poi se vuole facciamo una passeggiata, andiamo fino al “Boschetti” a pranzo».

È solo? «No, c’è di là la mia assistente, Giuliana. Sta stirando». Di là è una stanzetta usata come ripostiglio in questa baracca di abete (a Tricesimo, una dozzina di chilometri da Udine), eredità del terremoto del 1976, dove vive Pierluigi Cappello, 47 anni, poeta. Da quando ne ha 16 è su una sedia a rotelle, dopo che la moto su cui viaggiava insieme a un amico si è schiantata contro la montagna. «Ho vissuto moltissimo. Non mi sono risparmiato. Se avessi dovuto seguire le prescrizioni dei medici — dice — avrei dovuto mettermi al servizio della malattia. Invece ho cercato di non concederle troppo della mia esistenza». Dentro il prefabbricato ci sono quattro piccole stanze piene di libri, disegni, fotografie, la collezione di modellini di aeroplani, grande passione che lo accomuna a uno scrittore molto amato, Daniele Del Giudice (a entrambi è stato concesso da poco il vitalizio della legge Bacchelli). Sulla porta un aforisma di Oscar Wilde: We are all in the gutter but some of us are looking at the stars. Siamo tutti nel fango, ma qualcuno guarda le stelle. Fuori, un giardino con le ortensie e un cespuglio di piante aromatiche. Cucina lei? «No. Cucina Giuliana. A pranzo è qua, per la sera mi lascia qualcosa da riscaldare nel microonde. Non sono un gourmet. Mi nutro. Così come non mi vesto, mi copro. Quando stai in un ospedale per un anno e mezzo anche il gesto più semplice è una conquista, certe cose non ti interessano più. Quello che mi piace sono le belle conversazioni. Il fumo è l’unico vizio che ho». Tra poco lascerà questo prefabbricato. Le dispiace? «Un po’ sì. Mi ero trasferito qui per stare vicino a mio padre, ricoverato nella casa di riposo di fronte, dopo un ictus. A primavera sarà pronta la nuova casa, una casa vera, costruita su misura per me a Cassacco, il paese di Sgorlon. Ma

Al centro: Pierluigi Cappello, 47 anni, nella sua casa di Tricesimo. A destra: la sua biblioteca. Nella pagina accanto, alcuni particolari: il poeta a letto mentre legge; il manoscritto di una poesia; un disegno che raffigura tre poeti friulani: Pierluigi Cappello, Federico Tavan e Ida Vallerugo; uno dei modellini di aeroplani costruiti dallo scrittore (fotografie di Danilo De Marco)

L’INEDITO

Le parole Annodammo la nostra infanzia ai capelli delle nuvole e non fu la pioggia, fummo la pioggia; la mano dell’uomo ci sradicò dall’aria e lungo i canyon della nostra pelle attecchì il pensiero; noi da una parte, da un’altra parte il cielo.

Pierluigi Cappello (Febbraio 2011) CORRIERE DELLA SERA

questo è il posto in cui ho scritto la maggior parte delle mie cose, dove vengono a trovarmi gli amici. Anche se non amo le improvvisate. Il mio tempo è scandito dalla manutenzione del mio corpo». Qui ha scritto anche il nuovo libro, «Ogni goccia balla il tango». Sottotitolo: «Rime per Chiara e altri pulcini». Chiara è sua nipote. «Sì, la figlia di mio fratello, ha 7 anni. È stata lei a chiedermi di scriverle. Le ho detto: su che cosa? Ha allargato le braccia, come a dire: su tutto il mondo. Allora le ho detto: scrivo su quello che vedi tu, su quello che lo zio vede nelle sue passeggiate. Gli animali, il sole, la pioggia, la coccinella, la formica. Abbiamo fatto diverse conversazioni telefoniche che mi hanno illuminato. Ho capito che i bambini vogliono metri precisi, rime piene, che aggancino la concretezza. Devono riconoscersi, gratificarsi nei suoni». Richiedono un lavoro artigianale. «Quello c’è sempre. La poesia ha un aspetto creativo, la folgorazione, l’appunto veloce, l’idea fulminea. Poi tutto questo viene cucito con un lavoro meticoloso, preciso quanto può esserlo quello dell’orafo o di chi, appunto, per rilassarsi, fa aeromodellismo. Mi piace il tratto nitido, quando la trasparenza porta con sé l’enigma. In quei piccoli aerei ci sono molti particolari, costruiti o dipinti, che conosco soltanto io, che agli altri sfuggono. Lo stesso succede con la scrittura». Dalla poesia è passato alla prosa. «Questa libertà» è una specie di memoir, che arriva fino ai suoi 16 anni. «La poesia ti visita quando decide lei. È più leggera e più invadente insieme. Le parole non ti danno orari. Alcuni versi li scrivo di notte, poi di giorno li rivedo, li sistemo. L’alba è il momento migliore, quell’intervallo che c’è tra quando se ne va l’infermiere della notte e arriva quello della mattina. La prosa, per me, è un atto di volontà, devo scrivere al tavolo, seduto. Ho cominciato facendo delle prove. Mi sono accorto che raccontare come è nata la passione per la scrittura trascinava con sé un mondo intero. E il mondo intero era Chiusaforte, quel paese sul colle chiuso da montagne ancora più alte dove ho trascorso la mia infanzia, una zona depressa, com’era tutto il Friuli allora. Mi sono sentito invaso da figure che avevo conosciuto da piccolo e mi è sembrato di fare un tratto di strada con loro. Credo che mi tratterrò ancora in quei paraggi». È tentato dal romanzo? «Non sono capace di inventarmi le storie. Ho bisogno di un ancoraggio alla realtà. D’altronde, a volte un romanzo non ha l’ardire di affastellare una serie di coincidenze che sembrano improbabili e che, invece, la realtà ti spiattella davanti ogni giorno». E la lettura?


CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 11

DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Debutti /1 L’australiana Hannah Kent narra l’ultima donna decapitata in Islanda, nel 1830

Ghiaccio, fuoco e un’inattesa pietà di SEVERINO COLOMBO

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ono oltre sedicimila i chilometri, in linea d’aria, che separano Adelaide, in Australia, da Illugastadir, piccolo paese nel Nord dell’Islanda. Ad unire le due località, due donne e un romanzo. La prima donna è Hannah Kent, 39enne australiana che in occasione di un soggiorno di studio, da ragazza, sull’isola ha scoperto la vicenda di un’altra donna Agnes Magnúsdóttir, personaggio realmente esistito, protagonista di una vicenda di sangue, passata alla storia per essere stata l’ultima donna morta per decapitazione in Islanda; era il 12 gennaio 1830. Il risultato di questo incontro è Ho lasciato entrare la tempe-

sta, romanzo di grande forza emotiva e solidità stilistica. Un esordio già maturo visto che a firmarlo è una autrice al debutto. L’attenzione che stampa e lettori hanno dedicato al libro — bestseller in Australia, miglior romanzo dell’anno sul social network librario Goodreads, in cima alla lista dei debutti più interessanti per i librai indipendenti — è meritata. «Il rumore improvviso del primo colpo d’ascia riecheggiò in tutta la valle»: è il finale obbligato, noto fin dall’inizio e sempre rimandato, pagina dopo pagina. È il compimento del destino per una donna condannata a morte. Né l’inizio, né la fine, è quello che

sta nel mezzo che conta, lo spazio tra la condanna e l’esecuzione che Agnes trascorre non in una prigione, ma in una fattoria: nell’Islanda di due secoli fa le carceri erano all’occorrenza «le case di buoni cristiani», di coloro che con il buon esempio potessero ispirare il pentimento. Agnes è libera e insieme prigioniera dell’idea che gli altri hanno di lei. Lavora come serva e vive come un corpo estraneo nella famiglia che non ha mai avuto. «Tu non te ne accorgi, ma ormai siamo tutti marchiati a fuoco — si sussurrano l’un l’altra le ragazze di casa — . E non aiuta che ci vedano parlare con lei, darle da mangiare. Non ci sposeremo mai».

Hannah Kent Ho lasciato entrare la tempesta Traduzione di Velia Februari PIEMME Pagine 364, 17.50 In libreria il 17 settembre L’incontro Hannah Kent sarà al festival domenica 21 (ore 19), a Palazzo Badini. Presenta Stas’ Gawronski

Il romanzo ha il doppio passo di un presente (in terza persona) che di volta in volta accorcia l’attesa di quello che deve succedere e di un passato (affidato ai ricordi di Agnes, in prima persona) che l’attesa la genera, la riempie di vita e di passione. È il ritratto di un mondo arcaico permeabile alle credenze, sensibile a superstizioni, leggende e sogni da interpretare. Un microcosmo attaccato a regole etiche e ruoli sociali (donne-serve, uomini-padroni), che tende ad escludere — di più, a eliminare — chi è diverso. Agnes lo è e sa di esserlo: legge, scrive poesie, è istruita, intelligente. «È esattamente per questo che non hanno compassione. Perché mi reputano troppo sveglia, troppo scaltra per restare impelagata in questa storia» spiega. Si direbbe una donna moderna in un mondo arretrato se non fosse che i confini tra la comuni-

tà e l’individuo non sono netti, marcati. Così in un mondo dove non avrebbe dovuto trovare conforto, Agnes, la strega che conosce i segreti della natura, scopre, invece, il conforto di una famiglia, l’orecchio di un confessore e, perfino, il calore di un abbraccio. Pietas per Agnes la spietata arriva insperata da chi è abituato a resistere ai rigori del clima e alle asprezze della vita quotidiana. Agnes è fuoco che scalda (e brucia) in un luogo dove comanda il gelo, dove perfino i rituali di sepoltura (Burial Rites è il titolo originale) devono attendere che il ghiaccio si ritiri per essere portati a compimento, perché la terra accolga i corpi. Finalmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stile Storia Copertina

Debutti / 2 Il regista Giorgio Diritti azzarda vite parallele tra L’Aquila del sisma, l’Emilia e Genova

Due cuori, due Italie: cronache dalla speranza di ROBERTA SCORRANESE

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«Mi piacciono scrittori come Melville, Conrad, che ho letto da ragazzo. Ma ho ancora l’appetito di un bambino quando mi trovo davanti a un libro. Ora amo Cormac McCarthy, DeLillo. Gli israeliani, Yehoshua, Oz, perché raccontano vicende personali, intime, dense, inserite in contesto dove la Storia bussa alla porta ogni notte. Ancora oggi sono capace di sospendere la mia condizione di uomo che ha passato la vita tra i libri per abbandonarmi al piacere della lettura». Pensa di aver scritto grazie alla malattia o nonostante la malattia? «Nonostante quello che mi è successo, senza dubbio. Per scrivere bisogna poter mobilitare tutte le risorse, avere la disponibilità di un corpo che ti risponde. La scrittura passa per una unità biologica fatta di testa e corpo. Avere interne regioni che non comandi richiede uno sforzo enorme. Anche la capacità di concentrazione va conquistata. Non ci sono moventi precisi che ti portano alla scrittura: ci sono piccoli passi, sussulti dell’esistenza, c’è una passione che, secondo me, è innata. Ho cominciato con elenchi di parole, come un uomo di montagna che ha paura dell’acqua e inizia a metterci prima un piede, poi avanza un altro po’, fino a scoprire di starci bene». In «Questa libertà» racconta la prima volta che è stato messo sulla sedia a rotelle, dopo sette mesi a letto. Definisce quell’operazione «il varo», come se fosse una nave spinta nel mare della vita. «Ho visto per la prima volta il mare dopo il terremoto, a nove anni. Sfollammo a Bibione, d’autunno. Il ricordo più intenso è la percezione di questo respiro forte, che all’inizio ho vissuto come qualcosa di incombente. La vera sorpresa è stata prima di partire per tornare a casa: quando ho visto l’azzurro del mare quasi abbracciarsi con l’azzurro del cielo ho avuto il senso dell’avventura dell’uomo. Da allora i mari di Moby Dick nella mia immaginazione sono il calco del mare di Bibione». Sta lavorando adesso? «Sono in un periodo di transizione. Sono

i L’autore Pierluigi Cappello è nato a Gemona del Friuli nel 1967. Attualmente vive a Tricesimo, in provincia di Udine. Con Dittico (Liboà, 2004) ha vinto il premio Montale Europa, con Assetto di volo (a cura di Anna De Simone, Crocetti, 2006) i premi Pisa e Bagutta Opera Prima, con Mandate a dire all’imperatore (Crocetti, 2010) il Viareggio-Rèpaci. Tutti i suoi versi sono stati raccolti in Azzurro elementare. Poesie 1992-2010 (Bur). L’anno scorso Rizzoli ha pubblicato il romanzo Questa libertà Il libro Rizzoli ha appena pubblicato il libro per bambini Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini con illustrazioni di Pia Valentinis (pp. 78, 15) e una nota finale dello stesso Cappello L’appuntamento Ogni goccia balla il tango sarà presentato a Pordenonelegge sabato 20 settembre (ore 17.30 presso Palaprovincia, largo San Giorgio). Con Pierluigi Cappello dialogheranno Pia Valentinis e Susanna Tamaro; presenta Valentina Gasparet

stato al Festivaletteratura, adesso vado a Pordenone. Ma poi conto di starmene tranquillo per mesi, ho bisogno di riprendere i miei riti, di riappropriarmi dei tempi lunghi, dei silenzi, di instaurare di nuovo un rapporto intimo con la lettura e la scrittura. Tu leggi Mantova sulla cartina, io leggo Tokyo. In macchina Milano è al limite delle mie possibilità, oltre devo muovermi in camper perché ho bisogno di stendermi spesso». Qual è il posto più lontano dove è stato? «Roma. So che mi si potrebbe dire: come sai tante cose della vita se hai vissuto sempre così? Non è necessario avere esperienza delle cose per conoscerle se ci sono quelli che le hanno vissute e scritte per te. È come l’indifferenza della natura che Leopardi vede attraverso la luna. Capita che torni distrutto una notte d’inverno, alle due, e quando stai per scendere dalla macchina vedi una luna perfetta, inquadrata dal finestrino dell’auto e allora pensi: “Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, /Silenziosa luna?”. E capisci che quello che stai facendo tu, sotto lo sguardo di questa luna così estranea, è esattamente quello che voleva dire Leopardi sulla fatica di essere vivi». Che cosa le fa paura? «La violenza di questa società, i drammi famigliari che avvengono in continuazione, la maleducazione diffusa, l’ignoranza, l’essere ciechi davanti agli altri, la declinazione impropria di una parola nobile come libertà con “faccio quel cazzo che mi pare”». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Riti L’alba è il momento migliore per comporre, l’intervallo che c’è tra quando se ne va l’infermiere della notte e viene quello della mattina

uella di Giorgio Diritti è una serva la strada di Alice, sradicata dal poesia della migrazione, suo Abruzzo fatto di nonne premurose musicata in addii, partenze, e innestata in una città arrampicata su incontri, ritorni. Lo abbia- se stessa e sulle sue comunità chiuse. mo visto nei suoi film di Piano piano, due Italie quasi agli antisuccesso, da Il vento fa il suo giro podi si dischiudono davanti agli occhi (2005) a Un giorno devi andare (2012). del lettore: c’è quella rampante delle E ora questo reticolo di movimenti, or- aziende del Centro-nord, dove il disechestrati come una sinfonia, riappare gno di un reggiseno è una strategia da in Noi due, il romanzo d’esordio, uscito pianificare con gruppi di lavoro, incenda poco per Rizzoli. tivi, persino giochi di seduzione con le Un addio apre la storia di Carlo e Ali- segretarie. E c’è quella di Alice, fatta di ce, due quasi trentenni costretti a la- bambini italiani che con i coetanei afrisciare L’Aquila, messa in ginocchio dal cani condividono non solo il letto ma terremoto anche nell’economia, per anche un vuoto affettivo; fatta di giovaandare a lavorare al «nord» (sì, esiste ni volontari che si mettono al servizio ancora un nord Italia quale approdo degli altri; fatta di una invisibile ma salper centinaia di giovani del sud senza da rete di solidarietà dal basso, così i lavoro). Lui, architetto, andrà nei pressi commercianti della zona mettono da di Bologna a progettare reggiseni per parte un po’ di pane e carne da regalare un’azienda locale, lei alla casa-famiglia. metterà a frutto i suoi L’Italia che emerge studi di psicopedagogia dal racconto di Diritti in una casa-famiglia di (scrittura semplice e Genova, dove si accolpoco pretenziosa dove i gono bambini e ragazzi dettagli inaspettati ircon problemi sociali. rompono provocando Ma in Diritti, una lunga piccoli incendi qua e là) esperienza di racconto è bifronte: da un lato, si cinematografico prima aggrappa disperataancora che di regia, nesmente a quel sistema sun addio è una fine. È che ha garantito il bepiuttosto un inizio, l’avnessere per anni e, dalvio di uno scavo chirurl’altro, si ripiega sulle gico nell’Italia che ci risue ferite, ricominciantroviamo a vivere. do dai fondamentali, Sta qui la bellezza di dall’aiuto agli altri, dalla questo romanzo, la sua povertà condivisa, dalla GIORGIO DIRITTI riscoperta degli affetti. pazienza archeologica Noi due E le pagine più belle sonell’andare a cercare la RIZZOLI no quelle sui microcofisionomia nascosta Pagine 286, 18 smi, descrizioni che, in dietro la facciata delL’incontro film come L’uomo che l’Italia che affiora ogni Mercoledì 17 (ore 16.30) verrà (2009) rendono giorno nelle sue conal Convento di San poetica una storia tragitraddizioni: danza sulFrancesco, Giorgio Diritti ca. l’orlo dell’abisso? O, al viene intervistato contrario, è un arcipelaSu tutto, però, alegda Luciano De Giusti gia un sentore di sgogo di sparuti pionieri locali che combattono mento: in quel travaso per una ripresa che non si vede? Che di energie da una provincia all’altra, cosa siamo realmente? con giovani incerti, tremanti di fronte Così, proprio come Philippe, ex pro- al destino (anche quello amoroso, fessore francese che, ne Il vento fa il messo a dura prova dalla distanza) si suo giro, cerca di penetrare a fatica nel- sente l’aria di scrittori del passato, da le dinamiche di una comunità occitana Parise a Bilenchi. Pennellate di un Paein Piemonte, Diritti si trasforma in uno se che non sa ancora bene che strada speleologo degli uomini e delle donne, prendere. Come i sentimenti tra Carlo e seguendo i destini (divisi) di Carlo e Alice, che dovranno sviluppare un roAlice. Con asciuttezza guarda il disagio busto senso dell’adattamento. di lui nel trovarsi a disegnare reggiseni rscorranese@corriere.it in un ambiente di donne ostili, l’impe© RIPRODUZIONE RISERVATA gno elastico di chi è abituato a barcamenarsi tra un lavoro e un altro, il capitalismo provinciale di un sistema pro- Stile duttivo che vorrebbe oltrepassare i confini ma che non possiede ancora gli Storia strumenti adatti. E, al tempo stesso, os- Copertina

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DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014

Caratteri Pordenonelegge Testimoni

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La maratona di Spoon River Una maratona di letture dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, a cento anni dall’uscita, apre mercoledì 17 (ore 9, Loggia del Municipio) Pordenonelegge. L’iniziativa coinvolge studenti e insegnanti di istituti cittadini.

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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 13 Piccoli viaggiatori verso il futuro Da L’altezza del cielo (Guarda con il Cuore, pp. 24, 15), racconto illustrato di chi cerca un futuro lontano da casa, è nato un laboratorio (domenica 21, ore 16.30) con l’illustratrice Monika Kwiatkowska: i bambini danno forma all’idea di viaggio.

Era una bimba del Sud, nata a Saigon, e scappò in barca dal suo Paese. Da scrittrice che ha conosciuto la guerra, ora osserva gli scatti dei soldati del Nord, i fratelli-nemici di un tempo, e ricorda

La memoria dimentica, il mio Vietnam no di KIM THÚY

i Le immagini di Perpignan Fotografi nord-vietnamiti in mostra fino a oggi a Perpignan (Visa pour l’image). A destra e in alto a sinistra: scatti di Doàn Công Tính (1970); sotto a sinistra: la diciannovenne Nguyen Thi Hien ritratta da Mai Nam (1966); un vecchio miliziano (Chu Chi Thành, 1967); in basso, scarponi abbandonati a Saigon il 30 aprile 1975 (foto di Duong Thanh Phong tratta dal libro Another Vietnam di Tim Page, National Geographic, 2002) L’autrice, il libro, l’incontro Kim Thúy, (46 anni, foto di Benoit Levac) ha lasciato Saigon nel 1978 e vive in Quebec. Il nuovo romanzo Nidi di rondine (traduzione di Cinzia Poli, nottetempo, pp. 160, 14) esce venerdì 19: a Pordenone l’autrice lo presenta domenica 21 alle 17.30 con Antonella Silvestrini a Palazzo Gregoris

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e in queste fotografie non avessi osservato con attenzione i dettagli delle uniformi dei soldati, non mi sarei resa conto che fossero dell’esercito nordvietnamita; infatti sono sicura che se fossero appartenute ai soldati dell’esercito sudvietnamita avrei ritrovato esattamente le stesse immagini. Se allontanassi le foto stendendo le braccia, i miei occhi leggermente miopi mi consentirebbero di vedere solo l’essenziale, cioè un campo di battaglia. Se le foto divenissero vive e animate, udirei il rumore delle raffiche di mitra, delle esplosioni e soprattutto le grida di dolore e di paura di coloro che sono caduti e anche di coloro che correvano verso la propria morte. Se le foto apparissero in un film, i suoni sarebbero accompagnati dalla musica. Nella mia mente però sento soltanto il crepitio di colpi secchi che fendono l’aria, lo spazio e, inevitabilmente, sento i cuori intrappolati tra due fuochi, tra Nord e Sud, tra due fratelli-nemici. Oggi, poche tracce rimangono in quei luoghi. Talvolta, ci si imbatte in una bomba sotterrata, inesplosa, o in una carcassa di un pezzo d’aereo, ma bisogna scavare a lungo, perché con il passare degli anni la vita ha ripreso il sopravvento. Invece, i corpi dei soldati feriti e anche dei bambini nati nelle zone bombardate con il defoliante, l’«agente arancio», conservano i segni dei campi di battaglia. Su quei corpi, i ricordi sono indelebili e non sbiadiscono col tempo, come invece le foto o la memoria umana. Per fortuna, c’è la facoltà di dimenticare. Altrimenti, in questo Paese messo a ferro e a fuoco e diviso in due, come si potrebbe, dal 30 aprile 1975, portare la stessa bandiera, cancellare la frontiera che lo divideva al 17° parallelo e vivere insieme? La memoria dimentica. Così, conti-

nuiamo a vedere altre foto paragonabili a quelle di questa mostra che illustrano momenti di coraggio e determinazione dei soldati. E riproduciamo, in altri tempi, in altri Paesi, con altra gente, altre immagini equivalenti a quella della bambina di nove anni che corre nuda in mezzo a una strada dopo essere stata

La nostra storia

importante biografia di Togliatti di Aldo Agosti, fu determinante nel far prevalere la fazione staliniana che faceva capo a Molotov, favorevole al nuovo e definitivo intervento. Togliatti ebbe anche una responsabilità nella condanna a morte di Nagy, come dimostra il resoconto che János Kádár, capo del nuovo governo filosovietico, fece dell’incontro con Togliatti avvenuto a Mosca il 10 novembre 1957, in preparazione di un vertice dei partiti comunisti. Togliatti avrebbe chiesto a Kádár una sola cortesia, di rinviare l’esecuzione a dopo le elezioni italiane del 25 maggio 1958. L’unico leader a pronunciarsi contro la condanna, eseguita il 16 giugno, fu il polacco Gomulka.

bruciata dal napalm. Davanti a ogni nuova foto, ci meravigliamo delle atrocità che essa raffigura. Allora, appena possibile, cerchiamo di distinguere una situazione da un’altra, una guerra da un’altra, di giustificare un conflitto rispetto a un altro. Ho il privilegio di guardare tranquillamente queste foto e di interpretarle secondo le mie conoscenze, esperienze e riferimenti culturali. Ma coloro che si ritrovano ripresi in foto simili non hanno il tempo di riflettere su quel che fanno né su dove vivono. Sono nel presente, fronteggiano impassibili la guerra e la morte. Allora, so già che il mio modo di comprendere queste foto è segnato dall’errore e Tim O’Brien, un autore americano, veterano della guerra in Vietnam, me lo conferma in The things they carried («Quel che si portavano dietro»): A true war story is never about war. It’s about sunlight. It’s about the special way that dawn spreads out on a river when you know you must cross the river and march into the mountains and do things you are afraid to do. It’s about love and memory. It’s about sorrow . «(...) Una vera storia di guerra non riguarda mai la guerra. Piuttosto, riguarda la luce del sole. Il modo speciale in cui l’aurora si diffonde su un fiume quando sai che devi attraversarlo e marciare fra le montagne e fare cose che ti fanno paura. Riguarda l’amore e la memoria. Riguarda il dolore». (Traduzione di Daniela Maggioni)

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di Dino Messina

E TOGLIATTI APPROVÒ IL SUPPLIZIO DI NAGY

L’

intensa, documentata biografia scritta da Romano Pietrosanti, Imre Nagy, un ungherese comunista. Vita e martirio di un leader dell’ottobre 1956 (prefazione di Federigo Argentieri, Le Monnier, pagine 462, 28) si conclude con un lungo capitolo dedicato alle responsabilità che il segretario del Pci Palmiro Togliatti ebbe non soltanto nell’intervento sovietico per reprimere la rivolta libertaria, ma anche nella condanna a morte, un paio di anni dopo, del legittimo capo del governo di Budapest. Centrale in questo capitolo non è tanto e solo la posizione dei 101 intellettuali comunisti che si distaccarono dalla linea del più grande Partito comunista dell’Occidente, quanto una lettera

inviata da Togliatti al Comitato centrale del Pcus il 30 ottobre 1956, quando i sovietici avevano provvisoriamente deciso il ritiro delle loro truppe da Budapest. Nella missiva il leader italiano metteva in guardia i Cremlino sul doppio pericolo di quella che lui definiva «la rivolta controrivoluzionaria». Da una parte la possibile spaccatura del Pci, in cui una consistente minoranza voleva affidare la segreteria al segretario della Cgil Giuseppe Di Vittorio, che aveva condannato l’invasione. Dall’altra la possibilità che la «direzione reazionaria» presa dai fatti di Ungheria potesse «lesionare l’unità» dello stesso Pcus. Secondo Pietrosanti, quella lettera, che viene citata in sole tre parole nella



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Pordenonelegge


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Cultura

CHIUDE IL FESTIVAL FILOSOFIA: IL TEMA DELL’EDIZIONE 2015 SARÀ “EREDITARE”

Fax: 06 4720344 e-mail: cultura@ilmessaggero.it

Lunedì 15 Settembre 2014 www.ilmessaggero.it

Anticipiamo un estratto del romanzo “House of cards 2-Scacco al re”, il seguito della storia che ha ispirato il serial tv con Kevin Spacey Giovedì a Pordenonelegge lo scrittore e politico inglese illustrerà le avventure e la nuova sfida del primo ministro Francis Urquhart

Dobbs e il potere al collasso L’ANTICIPAZIONE

N

on era andata come si aspettava. La folla era molto più contenuta che negli anni passati; a dire il vero, quella ventina di persone che l’attendevano in piedi davanti ai cancelli del palazzo, rintanate sotto gli ombrelli e gli impermeabili di plastica come delle tartarughe nel guscio, non sembravano neppure una folla. O forse, più semplicemente, al grande pubblico inglese non importava più un accidenti di chi fosse il primo ministro. Sedeva con eleganza sul sedile in pelle, sorridendo stanco, come se si accingesse ad accettare quell’incarico con noncuranza, quasi controvoglia. Aveva un viso lungo, con la pelle un po’ invecchiata ma ancora tesa sotto al mento, austero come un busto romano, con i radi capelli d’argento pettinati con cura sulla fronte. Indossava il suo solito completo grigio antracite, con due bottoni e un fazzoletto dai colori sgargianti, quasi fatui, che sbucava dal taschino: un vezzo che aveva adottato per distinguersi dalle orde di Westminster, con le loro trite cravatte natalizie e i completi di Marks & Spencer. Di tanto in tanto si chinava in basso, allungandosi dietro al sedile per fare un tiro dalla sigaretta che nascondeva sotto al bordo del finestrino – unico segnale visibile della tensione e dell’eccitazione che gli ribollivano dentro. Prese una lunga boccata di nicotina e restò immobile per qualche istante, sentendo la gola che gli si seccava, in attesa che il cuore rallentasse.

L’ONOREVOLE

L’onorevole, anzi Right Honourable Francis Urquhart, membro del Parlamento, fece un cenno distratto al capannello di curiosi dal sedile posteriore della sua Jaguar ministeriale, mentre entrava nel cortile anteriore di Buckingham Palace. Sua moglie Mortima avrebbe voluto abbassare il finestrino per garantire ai cameraman assiepati all’esterno una miglior visuale su entrambi, ma aveva scoperto che i finestrini dell’auto blu erano saldati e spessi più di un pollice. L’autista le aveva assicurato che solo il colpo diretto di un mortaio caricato a proiettili perforanti sarebbe riuscito a infrangerli. Le ultime ore erano state quasi comiche. Dopo che erano stati annunciati i risultati del ballottaggio per la leadership – alle sei della sera prima –, Urquhart era tornato di corsa nella sua casa di Cambridge Street ed era rimasto lì in attesa con sua moglie. Di cosa, non sapevano. Cosa avrebbe dovuto fare, a quel punto? Nessuno gliel’aveva detto. Aveva indugiato accanto al telefono, che però si ostinava a non suonare. Si sareb-

«AVEVA TRASCORSO L’INFANZIA A VAGABONDARE DA SOLO TRA I CESPUGLI DELLA TENUTA DI FAMIGLIA IN SCOZIA»

IL SUCCESSO Qui sopra, l’attore Kevin Spacey in una sequenza di “House of Cards”. A sinistra, lo scrittore inglese Michael Dobbs. Al centro, Spacey con l’attrice Robin Wright, una veduta di Westminster e la rassegna Pordenonelegge be aspettato una telefonata di congratulazioni da parte di qualche parlamentare, o magari dal presidente degli Stati Uniti, o almeno da sua zia: ma la cautela nei suoi confronti – ora che, da semplice collega, era diventato il Capo – aveva già cominciato a manifestarsi. Il presidente non avrebbe chiamato prima del suo insediamento ufficiale, e probabilmente la sua vecchia zia dava per scontato che il telefono sarebbe stato occupato per giorni e giorni. Nel disperato bisogno di condividere la loro gioia con qualcuno, lui e Mortima avevano cominciato a posare per i photo-call davanti alla porta e a chiacchierare con i giornalisti appostati sul marciapiede.

PORDENONELEGGE Michael Dobbs sarà alla rassegna ”Pordenonelegge” al via mercoledì fino a domenica. In cartellone 363 grandi autori oltre a 250 eventi e 15 percorsi espositivi

IL PASSATO

Urquhart – o FU, come lo chiamavano spesso – non era d’indole socievole. Aveva passato l’infanzia a vagabondare da solo, o al massimo con un cane e uno zainetto pieno di libri, tra i cespugli d’erica della tenuta di famiglia in Scozia, ma pur avendo imparato a convivere con se stesso non gli bastava mai. Aveva bisogno degli altri, non solo per starci insieme, ma anche per scontrarcisi, in modo da misurare le proprie forze. Era per questo che si era trasferito a sud – e anche per via della desolazione economica delle Highlands scozzesi. Suo nonno era morto senza riuscire a fronteggiare l’avidità dell’Exchequer; e il sentimentalismo dolente di suo padre, unito al suo attaccamento alla tradizione, aveva messo in ginocchio le finanze di famiglia. Urquhart aveva visto avvizzire la fortuna dei suoi genitori e la loro posizione sociale come i boccioli di un melo sotto la neve, ed era scappato quando ancora restava

L’anteprima

La seconda serie al Romafictionfest `Boarwalk Empire (il primo episodio fu diretto da Scorsese nel 2009 ) è stato uno dei primi e migliori - political drama della tv. Nel cinema - sia americano sia italiano - c’erano stati decine di capolavori tra cui JfK e Tutti gli uomini del presidente, I tre giorni del Condor, e Le mani sulla città, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Buongiorno Notte, Il divo. Film di denuncia, scomodi, che frugano in una realtà occulta. Così da qualche tempo anche la fiction risponde, mette le mani dentro gli intrighi di Palazzo, sui Servizi Segreti, ispirandosi a storie vere (Romanzo Criminale) o trando spunto da

romanzi . E uno degli ultimi grandi campioni di ascolti, tratto dalle pagine di Michael Dobbs, è House of Cards. Tra poco su Sky Atlantic andrà in onda la II serie, presentata in anteprima, giovedì prossimo al Roma Fiction Fest. Mentre il 15 febbraio 2015 inizieranno le riprese della III. Il successo mondiale va cercato nell’ottima realizzazione e interpretazione (Kevin Spacey e Robin Wright). E nel genere stesso del prodotto: «In un periodo di crisi globale, la gente vuole sapere chi ci ha ridotti così», dice Cerlo Freccero, diretttore del festival al via ieri con un altro political drama sul caso Ambrosoli.

qualcosa da mungere da quelle lande pesantemente ipotecate, ignorando le suppliche di suo padre, i cui disperati appelli all’onore della famiglia s’erano trasformati in lacrimose accuse. A Oxford non era andata molto meglio. L’infanzia passata in compagnia dei libri gli aveva garantito una brillante carriera accademica e un incarico di lettore presso la facoltà di Economia, ma non gli aveva insegnato a vivere. Col tempo aveva cominciato a disprezzare le uniformi di velluto a coste sgualcito e il moralismo fumoso che sembravano accompagnare fino alla tomba la maggior parte dei suoi colleghi; e le nebbie umide che sferzavano costantemente il Cherwell gli davano ai nervi, come le cene tra professori con le loro insulse disquisizioni di politica. Una sera, il collegio accademico dei docenti s’era abbandonato a un orgasmo intellettuale di massa, fustigando un giovane mini-

stro del Tesoro dimostratosi poco all’altezza della sua carica. Per la maggior parte dei presenti, l’episodio non faceva altro che confermare l’inadeguatezza di Westminster; ma Urquhart cominciò a fiutare un’opportunità. Quindi voltò le spalle sia alle fertili brughiere che ai deliri accademici e fece carriera in fretta – badando sempre di mantenere la sua reputazione di studioso. Serviva a far sentire inferiori i suoi colleghi: e questo, in politica, equivale a essere già a metà dell’opera. Fu solo dopo il secondo photo–call, verso le otto di sera, che il telefono tornò alla vita. Una chiamata dal palazzo, il segretario particolare. Poteva presentarsi alle nove del mattino dopo? Certo che poteva, grazie. Poi cominciarono ad arrivare altre telefonate. Colleghi parlamentari ormai incapaci di tenere a bada le loro ansie, nel dubbio che l’indomani gli fosse offerto o revocato un incarico. Direttori di giornali incerti se ottenere la prima intervista esclusiva a suon di minacce o di lusinghe. Solleciti mandarini della pubblica amministrazione decisi a non lasciare al caso neanche il minimo dettaglio. Il responsabile dell’agenzia pubblicitaria del partito che aveva bevuto come una spugna e non riusciva a contenere le sue esternazioni. E poi Ben Landless. Non era stata una vera e propria conversazione, solo una risata sguaiata dall’altra parte della linea e il suono inconfondibile di una bottiglia di champagne a cui veniva fatto saltare il tappo. Michael Dobbs © 2014 Fazi Editore srl Titolo originale: To play the King Traduzione dall’inglese di Stefano Tummolini

HOUSE OF CARDS2 Michael Dobbs Fazi editore 14,90 euro 448 pagine


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Lunedì 15 settembre 2014

PG

PER L’EXPO 2015

CINEMA

Basta paccottiglia, anche i souvenir "made in Italy" MILANO - Basta con gli oggetti paccottiglia - quasi sempre fabbricati in Cina che pretenderebbe di descrivere la cultura, i capolavori artistici, i monumenti. A Homi, la rassegna mondiale del Lifestyle in corso fino al 16 settembre alla Fiera di Milano, c'è «La magica forma 2.0», una mostra laboratorio che affronta il tema dei souvenir. In vista di Expo 2015 parte un'iniziativa patrocinata PG dal Ministero

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dello Sviluppo Economico insieme a quello dei Beni culturali e del Turismo alla quale hanno aderito ventidue designer e 35 aziende dell'eccellenza italiana. Ad aprire il mercato ci dovrebbe aver pensato il governo con una legge che prevede che si possa vendere l'oggettistica ispirata all'arte italiana sulle navi da crociera, negli aeroporti, nelle grandi stazioni, oltreché direttamente presso i musei.

Omaggio alla Grande Guerra

fascicolo nazionale RICORDI I souvenir ormai arrivano dalla Cina (archivio)

Ultimo appuntamento al Multisala Pio X- Mpx di Padova con il cinema dei primi del Novecento. Stasera, alle 21: “La guerra e il sogno di Momi” (Italia, 1917, 41’) di Segundo de Chomón e “La paura degli aeromobili nemici” (Italia, 1915, 16’), diretto e interpretato da André Deed. La rassegna “Cinema Music Live” chiude con un omaggio alla Grande Guerra, in occasione del Centenario, proponendo due opere conserLunedì 15 settembre 2014 vate al Museo nazionale del Cinema di Torino.

CULTURA&SOCIETÀ Il Campiello sdogana &SOCIETÀ CULTURA PER L’EXPO 2015

Basta paccottiglia, anche i souvenir "made in Italy"

CINEMA

Omaggio alla Grande Guerra

MILANO - Basta con gli oggetti paccotti- dello Sviluppo Economico insieme a quelglia - quasi sempre fabbricati in Cina - lo dei Beni culturali e del Turismo alla che pretenderebbe di descrivere la cultu- quale hanno aderito ventidue designer e ra, i capolavori artistici, i monumenti. A 35 aziende dell'eccellenza italiana. Ad Homi, la rassegna mondiale del Lifestyle pensaVENEZIA aprire il mercato ci dovrebbe aver BIENNALE Venerdìdi19 alleto17ila Palazzo Grimani Si tiene da oggi al 21 settembre il workshop "Lucid in corso fino al 16 settembre alla Fiera governo con verrà una legge che prevede inaugurata la mostra "Hiroshige. Da Edo a Kyoto: Skizophrenia" in cui 50 studenti universitari di tutta Milano, c'è «La magica forma 2.0», una che si possa vendere l'oggettistica ispiravedute celebri del Giappone", dalla collezione del Italia lavoreranno sul tema della gestione del patrimonio d’Arte ta Orientale. Fino all’11 gennaio italiano e sulla tesi della schizofrenia lucida. mostra laboratorio che affronta ilMuseo tema all'arte italiana sulle2015 navi dapubblico crociera, dei souvenir. In vista di Expo 2015 parte negli aeroporti, nelle grandi stazioni, RICORDI I souvenir ormai un'iniziativa patrocinata dal Ministero oltreché direttamente presso i musei. arrivano dalla Cina (archivio)

Ultimo appuntamento al Multisala Pio X- Mpx di Padova con il cinema dei primi del Novecento. Stasera, alle 21: “La guerra e il sogno di Momi” (Italia, 1917, 41’) di Segundo de Chomón VENEZIA e “La paura degli aeromobili nemici” (Italia, Alla Casa dei1915, Tre Oci16’), fino all’8 dicembre si tiene la diretto e interpretato da André Deed. mostra "Venezia si difende 1915 - 1918", a cura di La rassegna “Cinema Music Live” chiude con Claudio Franzini, con oltre 350 immagini dall’Archivio Storico Fotografico della Fondazione Musei Civici.Guerra, in occasione un omaggio alla Grande del Centenario, proponendo due opere conservate al Museo nazionale del Cinema di Torino. IL VINCITORE Giorgio Fontana ha 33 anni, vive a Milano, è laureato in storia della filosofia, ama i fumetti e la chitarra. Il padre magistrato l’ha aiutato sulle questioni VENEZIA BIENNALE VENEZIA giuridiche Venerdì 19 alle 17 a Palazzo Grimani verrà Si tiene da oggi al 21 settembre il workshop "Lucid Alla Casa dei Tre Oci fino all’8 dicembre si tiene la toccate nel inaugurata la mostra "Hiroshige. Da Edo a Kyoto: Skizophrenia" in cui 50 studenti universitari di tutta mostra "Venezia si difende 1915 - 1918", a cura di vedute celebri del Giappone", dalla collezione del Claudio Franzini, con oltre 350 immagini dall’Archivio romanzo. Ha Italia lavoreranno sul tema della gestione del patrimonio Museo d’Arte Orientale. Fino all’11 gennaio 2015 Storico Fotografico della Fondazione Musei Civici. pubblico italiano e sulla tesi della schizofrenia lucida. confessato che il libro gli è costato... IL VINCITORE la fidanzata Giorgio Fontana ha 33 anni, vive "Terre di rate. Lui si definianche come valu- Poi tornerà in libreria Sergio Frigo a Milano, è sce «un sincero riterà la scelta di Mezzo" un reportage laureatonarrativo in storia già filosofia, pubblicato suo padre il fragi- sugli immigrati della na vecchia cravatta rossa formatore sociadomattina le figlio di Colna- nel 2008. Comunque diventa simbolo del Pre- le», scrive (anche) ama i fumetti e la mio posto ghi, destinato a ri- sarò di nuovo alchitarra. mio per eccellenza degli su giornali militanIl padredi di software manere orfano, lavoro, un’azienda industriali veneti, che incorona ti (il manifesto, lo magistrato l’ha la comunicazionon sono in grado per la quale curo aiutato un ragazzo dichiaramente di sini- straniero, Open desulle ne. Non ho intenzione di mollarli di dirlo». stra, il vincitore Giorgio Fonta- mocracy), simpaquestioni questo premio, Vuol dire che il perchè ho vinto giuridiche na, tributa un grande applauso tizza per il movisolo nel un incoOccupy dittico sulla giusti- questo lo considero agli appelli di Mauro Corona in mento toccate zia, iniziato con raggiamento a fare meglio». difesa della natura a scapito del Wall Street, ritieromanzo. Ha "Per legge supe- Intanto però incombono gli approfitto, porta in finale Giorgio ne che «le disuguaconfessato che quello tradiriore", è destinato puntamenti, come Falco con un libro che denuncia glianze siano uno il libro gli è a rimanere senza zionale che mercoledì sera inaule rimozioni collettive di cui si dei maggiori procostato...ma per u l t e r i o r i gurerà Pordenonelegge, nutre il capitalismo, premia con blemi odierni su fidanzata FINALISTI Michele Mari e Mauro Corona, secondo e terzo il quale Fontanalanon ha ancora sviluppi? l’Opera Prima il romanzo di scala mondiale», «Assolutamente sciolto la riserva, causa un impeStefano Valenti, che stigmatizza ma non permette in libreria "Terre di Lui si definianche come valuSergio Frigo gno tornerà precedente. fermarmi sulle Poi che tutto questo interferisca coi un uomo felice" (Sellerio), il sì. Io non intendo il lavoro di fabbrica. Senza di- rate. Mezzo" un reportage narrativo sce «un sincero riterà la scelta di giovane giudice Giacomo ColnaInevitabile sollecitare un paracose, non mi interessano dei suoi personaggi, che sono gli menticare Claudio Magris che già degli pubblicato sociasuomi padre il fragi- sugli vecchia cravatta gone immigrati fra i giovani anni interessano unici a cui è realmente interessa- ghi che mette nel conto di essere filoni o dei temi, loda ilnacapitalismo renano rossa della formatore 2008. Comunque (anche) le figlio di Colnadiventa deli lavoPre- le», ’70-’80, in cui si svolgedomattina il romananche doves- nel to alscrive momento di scrivere; e ai ucciso dai terroristi e di lasciare invece i personaggi, Germania, chesimbolo coinvolge nuovo mioQualcuno posto di giornali militan- con forza a la propria famiglia da sola: come sero essere deighi, destinato a ri- sarò eccellenza zo, e diquelli di aloggi. ratorimio e ne per tutela la qualità degli della su pescatori di Banquali si impegna lavoro, un’azienda di software ti (il manifesto, lo manere orfano, industriali veneti, che incorona sostiene che i suoi coetanei sono vita. Difficile dire se sia tutto un garantire una vita propria, facen- d’altra parte aveva fatto il padre, gkok». la quale curo la comunicaziode- indietro, co- ucciso dai fascisti quando lui era A proposito: non sonoprossimo in grado per un ragazzo dichiaramente sini- straniero, troppo passivi... caso, a cui hanno dato unadimano do anche Open un passo il suo ne. Non ho intenzione mollarli simpa- gli si chiedo- appena nato. di dirlo». stra, il vincitore Fonta«Può darsi. Si avvertediuna forte le giurie, oppureGiorgio lo spirito del mocracy), me autore, quando lavoro? perchè ho vinto questo premio, tizza per il moviVuol dire che il na, tributa un grande applauso tempo. In ogni modo gli indu- no opinioni sulle loro scelte. «Questo è il nodo del romanzo, «Qualcosa di completamente di- atomizzazione, manca la compatlo considero un incoOccupy dittico sullafinora, giusti- questo agli appelli di Mauro Corona in mento tezza sociale di un solo desiderio di striali incassano con signorilità, Come sull’atteggiamento del pro- ma l’importante è quello che fa verso da ciò che ho fatto a fare ilmeglio». Street, ritiezia, idee iniziato con raggiamento difesa della natura scapito che del Wall cambiare insieme mondo. Ma e si coccolano gli ascrittori tagonista del suo libro, "Morte di lui, non cosa ne penso io. E ma ho solo vaghe in testa. ap"Per legge supe- Intanto però incombono profitto, in finale Giorgio ne che «le disuguanon me laglisento «aiutano porta a riscoquello tradiriore", è destinato puntamenti, come Falco un libro di generalizzare, prire icon valori che che denuncia glianze siano uno seramolto inaua rimanere senza zionale che mercoledì le rimozioni collettive di cui si dei maggiori proe non amo hanno fatto grangurerà Pordenonelegge, ma per blemi odierni su u l t e r i o r i nutre il capitalismo, premia con le astrazioni. de questa terra, FINALISTI Michele Mari e Mauro Corona, secondo e terzo il quale Fontana non ha ancora sviluppi? l’Opera Prima D’altra parte noi quegli stessi cheil romanzo di scala mondiale», causa un impe«Assolutamente sciolto la riserva, Stefano trentenni potremin alcuneValenti, occasio-che stigmatizza ma non permette il di fabbrica. Senza di- che tutto questo interferisca coi un uomo felice" (Sellerio), il sì. Io non intendo fermarmi sulle gno precedente.mo rimproverani lavoro sono mancati», un paramenticare Claudio Magris che suoi personaggi, che sono gli giovane giudice Giacomo Colna- cose, non mi interessano dei Inevitabile sollecitare re voi adulti di come ha dichiararitengo un maestro - interessano ha risposto Magris -fra Come L’ospite d’onore ghi della finale nel delconto Campiello, che mette di essere gone i giovani degli anni filoni o dei temi, mi unici a cui è realmente interessaloda il capitalismo renano della averci lasciati in to il presidente repossiamo semmai mostrare, e aiutare a siquesta Magris, a Venezia Messico, ucciso dai terroristidal e di lasciare scrittori ’70-’80, in cui svolge ilsituazioromaninvece i personaggi, anche dovesscrivere; e ai arrivava Germania, che coinvolge i lavo- to al momento diClaudio gionale Roberto vedere». «L’Europa a mio parere deve diventare dove ha ritirato un importante premio letterario. zo, e quelli di oggi. Qualcuno la propria famiglia da sola: come ratori e ne tutela la qualità della sero essere dei pescatori di Banquali si impegna con forza a ne». Zuccato. vero stato, per confrontarsi consostiene problemi (ai suoi motivazione del riconoscimento veneziano che sono parte aveva fatto il padre, un vita. Difficile dire se sia tutto un garantire una vitaNella gkok». propria, facen- d’altra Poicoetanei arriva Mauro Giorgio Fontana, dall’immigrazione) che non sono più Corona, il più anletta da Pietro citano «laquando sua capacità troppo passivi... uccisosidai fascisti lui era partire caso, a cui hanno indietro, co-Luxardo A proposito: il suo prossimo il vincitore con ladato una mano do anche un passo darsi. una forte si sono fattiSi avverte di gli interrogarsi modo originale sulle questioni nazionali, le giurie,del oppure nato. si chiedo- in appena lavoro? ma globali. Ultimamente«Può ziano dei cinque cravatta non- lo spirito del me autore, quando la compatindietro su questa strada, credo che il manca ineludibili dell’esperienza la sua passi tempo. In ognihamodo gli indu- no opinioni sulle «Questo è ilumana» nodo dele romanzo, loro scelte. «Qualcosa di completamente di-maatomizzazione, finalisti, e fra i no partigiano, tezza sociale un scatta desiderio di striali incassano prima poi riprenderà. Quan- didue propensione ad esplorare i confini èe aquello mescolare ma l’importante che fa processo del proverso daunitario ciò che ho fattoo finora, un abidee molto chiarecon signorilità, Come sull’atteggiamento cambiare il mondo. Ma esulla si coccolano alle sonoidee come io insieme ad braccio e intrecciare i generi "Morte di hoidentità, solo vaghe in delle testa.matrioske: lui, letterari. non cosa ne penso io. E toma caloroso. letteraturagli e scrittori che tagonista del suo libro, medilatutto sento «aiutano riscoInevitabile, da parte dei conduttori, Geppi esempio sono triestino, ma poi sono anche non Prima le la politica:ainteradi generalizzare, prire i valori che italiano, ed europeo. Tutto si tiene». Cucciari e Neri Marcorè, interrogarlo sul suo persone... giscono, naturalmolto hanno granS.F. e non©amo magistero culturale, sui destini dell’Europa, sul PREMIO FONDAZIONE riproduzione mente,fatto ma devole astrazioni. de questa terra, prepotente ritorno delle identità locali. «Non mi Claudio Magris no starsene sepa© riproduzione riservata riservata D’altra parte noi quegli stessi che trentenni potremin alcune occasiomo rimproverani sono mancati», re voi adulti di come ha dichiaraL’ospite d’onore della finale del Campiello, ritengo un maestro - ha risposto Magris - Come averci lasciati in to il presidente reClaudio Magris, arrivava a Venezia dal Messico, scrittori possiamo semmai mostrare, e aiutare a questa situaziogionale Roberto dove ha ritirato un importante premio letterario. vedere». «L’Europa a mio parere deve diventare

Ilvincitore:«Micolpisceladisuguaglianzachec’èogginelmondo Ma quando scrivo lascio liberi i personaggi, non guardo alle ideologie»

l’impegnopolitico Il Campiello sdogana l’impegnopolitico

Ilvincitore:«Micolpisceladisuguaglianzachec’èogginelmondo Ma quando scrivo lascio liberi i personaggi, non guardo alle ideologie» U

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IL PREMIO ALLA CARRIERA

Magris: «L’Europa deve diventare uno stato unitario»

IL PREMIO ALLA CARRIERA

Magris: «L’Europa deve diventare uno stato unitario»


data: 15/09/2014 pagina: 18 N° e data : 140914 - 14/09/2014 Diffusione : 9000 Periodicità : Quotidiano laCittI_140914_18_1.pdf

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la Repubblica MARTEDÌ 16 SETTEMBRE 2014

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Ecoterroristi. Una peste come Ebola. Sperimentazioni genetiche Parla Margaret Atwood, di cui esce un nuovo romanzo, “L’altro inizio”

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Ecoterroristi. Una peste come Ebola. Sperimentazioni genetiche Parla Margaret Atwood, di cui esce un nuovo romanzo, “L’altro inizio”

LEONETTA BENTIVOGLIO

“Racconto la fantascienza contro la cattiva scienza” “Racconto la fantascienza contro la cattiva scienza”

descrivere la prosa densa ed essenziale, limpida ma sibillina nei suoi ieratici sottotesti, della scrittrice canadese Margaret Atwood. Coi suoi quaranta titoli e l’alone di culto da cui è circonfusa in Nord America, Atwood proietta in un LEONETTA BENTIVOGLIO futuro non lontano scenari violentemente distopici, RDUO descrivere la prosa densa ed esregistrando lesenziale, ferite della Terra condannata dasuoi perlimpida ma sibillina nei verse strategie ambientali, e dipingendo metafore ieratici sottotesti, della scrittrice canapescate da undese immaginario Margaretperturbante. Atwood. Coi suoi qua-

A A

RDUO

Vedi certe vergini germogliate su- nelegge, Piazza San Marco, ore ranta titolico-e l’alone di culto da cui è cirgli alberi con la lingua mozzata, 15,30). me in un inferno alla Bosch. Vedi Nell’epilogo del suo allucinato confusa in Nord America, Atwood proietta in un certi mostruosi eserciti addetti alla trittico il pianeta è scosso da bande futuro non lontanoche scenari distopici, protezione di tecnocrati mani- violentemente di ecoterroristi, mentre gruppi di polano le menti con goduria omicisopravvissuti (da un registrando le ferite della Terra condannatadiluvio-ecada perda. Vedi stuoli di creature di lumi- tombe) lottano fra loro. Dilaga una verse strategie ambientali, e dipingendo nosa perfezione, modellate in labo- peste simile a Ebola, emetafore il flagello delratorio e assorte nell’estasi di una la sperimentazione genetica conpescate da un immaginario perturbante. gioia piatta. templa episodi di sottomissione e Vedi vergini germogliate San Marco, ore Incerte maliziosa attesa della finesudel nelegge, sacrificio Piazza della donna. Oltre a essegli alberi con la lingua mozzata, co- 15,30). mondo, la cantastorie Margaret re una fanta-scienziata, Margaret è me in a un inferno Nell’epilogo del suo Complice allucinato (nata Ottawa nelalla ’39,Bosch. aria daVedi stre- una fanta-femminista. la certi mostruosi eserciti addetti alla trittico è scosso da bande ga buona o da fata cattiva, con molcollegailepianeta amica Alice Munro: «Abprotezione tecnocrati che maniecoterroristi, gruppidelidi to humourdinel volto premiato da di biamo condivisomentre ieri un lunch polano le menti consale goduria omici(da un diluvio-ecaun’aureola di ricci e pepe) rica- sopravvissuti zioso», riferisce da Toronto. «Siamo da. stuoli di creature di lumi- tombe) lottano loro. Dilaga una maVedi apocalittiche tele di Penelope legate dal ‘69 efra ho scritto l’introdunosa perfezione, modellate in laboa Ebola, e il flagello Selected Short delStopronte a sbrogliarsi in visioni in- peste zionesimile alle sue ratorio assorte nell’estasi di una sperimentazione genetica con, libro che ci ha rese felici per tre ries quiete e sfasate, ferocemente sim- la gioia piatta. di sottomissione e motivi: episodi siamo donne, siamo canaboliche. Qualcosa di mitico e fiabe- templa Inpulsa maliziosa attesa della fine del sacrificio della donna. Oltre a essedesi e amiamo i racconti brevi». sco nei suoi affreschi, come mondo, la cantastorie Margaret fanta-scienziata, Margaret è Signora Atwood: la sua Trilogia L’altro inizio , appena uscito in Ita- re una (nata Ottawa nelGrazie ’39, aria dariprostre- una Complice parefanta-femminista. altamente pessimistica suila rilia peraPonte alle (che ga buona o dailfata cattiva, con mol- collega e amica Alice Munro: «Abschi della scienza. L’assaspone anche suo romanzo to humour nel voltodel premiato da biamo lunch deliBooker Prisino cieco, vincitore «No!condiviso Io stessa ieri sonoun una scienziaun’aureola dila ricci sale e pepe) rica- zioso», riferisce datecnologia Toronto. «Siamo ze 2000). È puntata conclusiva ta, o quasi. Ogni può esma apocalittiche tele di Penelope dal ‘69 e ho scritto Adamo Pazzo legate della Trilogia sull’ sere usata a scopo buono l’introduo cattivo e Selected Short Stopronte sbrogliarsi in visionidegli in- zione alle sue (gli altriatasselli sono L’ultimo può avere effetti non previsti. Ma , librol’uomo che ci ha rese per tre quiete L’annoferocemente del Diluvio), esimper ries uominie esfasate, quando crea infelici laboratorio siamodidonne, siamo canaboliche. Qualcosa di mitico fiabepromuoverlo Atwood farà eun tour motivi: nuove forme vita, si apre il vaso di e amiamo racconti brevi».dalla sco pulsa(domani nei suoi affreschi, come desi in Italia a Roma, Teatro Pandora, si faiuscire il genio Signora Atwood: la sua Trilogia L’altro inizio,Festival appena uscito in ItaArgentina, Letterature, bottiglia». pessimistica sui rilia per Ponte Grazie (che ripro- pare Laaltamente scienza muove il mondo… ore 21, il 20 alle settembre a Pordenopone anche il suo romanzo L’assas- schi della scienza. sino cieco, vincitore del Booker Pri«No! Io stessa sono una scienziaze 2000). È la puntata conclusiva ta, o quasi. Ogni tecnologia può es-

GLI INCONTRI

Margaret Atwood sarà domani alle 21 a Roma al Teatro Argentina nella serata speciale del Festival Internazionale di Roma Letterature a cura di Maria Ida Gaeta Sabato 20 settembre la scrittrice sarà ospite GLI INCONTRI di Pordenonelegge Margaret Atwood sarà (ore 15.30 Pordenone domani alle Marco) 21 a Roma piazza San al Teatro Argentina nella serata speciale del Festival Internazionale di Roma Letterature a cura di Maria Ida Gaeta Sabato 20 settembre la scrittrice sarà ospite di Pordenonelegge (ore 15.30 Pordenone piazza San Marco)

«Come sanno i poeti, da Yeats a Blake, l’energia che lo muove è il cuore umano. Di per sé la scienza è neutrale, come l’elettricità. È l’odio a distruggere le città, non le bombe. Abbiamo la maturità emotiva sufficiente per far uso di certe formidabili scoperte scientifiche?». Sua madre era nutrizionista, suo padre entomologo. Nasce così la «Come sannoper i poeti, da Yeats a sua ossessione l’ambiente? Blake, l’energia chedilo muove èmi il «La mia famiglia ricercatori cuore umano. Dicerto. per séMa la scienza è ha influenzata, mi hanno neutrale, l’elettricità. È l’odio stimolatocome soprattutto il contatto aestremo distruggere le natura città, non le bomcon la e i libri. Da be. Abbiamo emotiva bambina, conlai maturità miei genitori, passufficiente far usoin diun certe forsavo metàper dell’anno bungamidabili scientifiche?». low nellescoperte foreste del Québec. Nienmadre eratelevisione, nutrizionista, suo teSua film, niente niente padre Nasce la scuola.entomologo. Sono diventata una così lettrice sua ossessione per l’ambiente? accanita e precoce. In autunno pio«Lamolto! mia famiglia di ricercatori mi veva Leggere era una risorha influenzata, certo. Ma mi hanno sa». stimolato il contatto Un altrosoprattutto suo tema ricorrente è il estremo la natura e i libri. Da controllocon esercitato sull’individuo, bambina, con i miei pasgrazie a Internet, daigenitori, totalitarismi savo metà dell’anno in un bungain atto e a venire. low«Stupefacente nelle foreste del il Québec. modo in Niencui si te film, niente televisione,ovunque niente raccolgono informazioni scuola. Sono diventata una lettricee e su chiunque, a uso di aziende accanita precoce. In autunno pio-è agenzie epubblicitarie. Internet veva Leggere era unaper risoruno molto! strumento utilissimo cosa». municare, ma anche un dispositivo altro suo tema ricorrente è il diUn localizzazione e identificazione. controllo esercitato sull’individuo, Come dicono i Giardinieri di Dio nelgrazie Internet, totalitarismi diluvio,dai se puoi vedere lol’Annoadel in a venire.vedere te». ro,atto loroepossono «Stupefacente il modo in molto: cui si Lei comunque se ne serve raccolgono ovunque è vero che seinformazioni la spassa navigando di econtinuo su chiunque, a uso di aziende e nel cyberspazio? agenzie pubblicitarie. è «Dubito che ci sia unInternet Paese dove uno strumento utilissimo perdicoi servizi segreti abbiano voglia semunicare, mainterazioni anche un dispositivo guire le mie con i lettodi e identificazione. ri!localizzazione Ho 513.000 followers e twitto Come dicono iLa Giardinieri Dio nelogni giorno. gente midi manda di Annodalla del diluvio , se puoi vedere lol’tutto, composizione del primo ro, loro possono vedere te». hamburger di carne artificiale agli Lei comunque se neorgani serve molto: studi sui polli e sugli umani. èCorrispondo vero che se lacon spassa navigando di molti scienziati». continuo nel cyberspazio? «Dubito che ci sia un Paese dove i servizi segreti abbiano voglia di se-

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I LIBRI

L’altro inizio (trad. di F. Bruno, pagg. 550, euro 24) e L’assassino cieco (trad. di R. Belletti, pagg. 634, euro 24) sono Iusciti LIBRI da Ponte L’altro inizio alle Grazie (trad. di F. Bruno, pagg. 550, euro 24) e L’assassino cieco (trad. di R. Belletti, pagg. 634, euro 24) sono usciti da Ponte alle Grazie

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Quale fantascienza predilige? «Orwell, Huxley, Bradbury… Conosco il campo, che risalendo all’indietro giunge fino a Platone. Ma non leggo solo fantascienza, sono onnivora». Qualcosa di magico, buffo e malinconico pervade la sua prosa dal profumo shakespeariano. «Ho sempre studiato Shakespeafantascienza predilige? re:Quale ne sono impregnata. È un geniaHuxley, Bradbury… le«Orwell, innovatore del teatro e dellaColinnosco il campo, che risalendo all’ingua. Sto partecipando a un progetdietro giunge fino a ilPlatone. Ma to di celebrazioni per suo annivernon solo fantascienza, sono sarioleggo che coinvolge alcuni scrittori onnivora». nel mondo, invitati a rivisitare un Qualcosa di magico, buffo e La Tempesta ».maplay. Io riscrivo linconico sua prosa dal Ricorrepervade nella sualanarrativa il cibo. profumo shakespeariano. È la mania di Iris nel noir L’assassisempre studiato ; e la Marian di ShakespeaLa donna da no«Ho cieco re: ne sono impregnata. un geniadecide di nonÈalimentarmangiare lesiinnovatore del teatro e dellaglilinpiù perché crede che siano algua. partecipando un progettri aSto mangiarla, e che atutto ciò che to di celebrazioni mangia sia vivo. per il suo anniversario coinvolge alcuni «Ilche rapporto col cibo e lascrittori sua denel mondo, invitati a rivisitare un generazione sono aspetti-chiave di La Tempesta play. Io riscrivo donna questa civiltà. Ho scritto La ». nellaprima sua narrativa il cibo. che si parlasse daRicorre mangiare L’assassiÈdilaanoressia, mania di Iris nel noir termine pronunciato ; e larecenti, Marian di La donna da no cieco solo in anni come il cancro, nonsmesso. alimentarmangiare e da alloradecide non si di è più Pensisopiù credeinche siano gli alcheperché oggi siano molti a soffrire tri a mangiarla,cerebrale e che tutto ciò di un’anomalia che fache permangia vivo. cepire i sia propri corpi in maniera non «Il rapporto col cibo e la suagrasderealistica: immancabilmente generazione sono aspetti-chiave di si. Ogni relazione umana è condiLa Desidedonna questa Hociscritto zionataciviltà. da come si sente. prima che si parlasse da mangiare rabili? Accettabili? Le risposte vadi anoressia, termine riano nei secoli e neipronunciato decenni. La solo in anni recenti, come il come cancro, grande pittura dimostra la enozione da allora si cambi è più smesso. Pendinon beltà nel tempo». so che oggi siano in molti a soffrire Conduce concrete battaglie polidi un’anomalia cerebrale che fa pertiche per l’ambiente? cepire i propri corpitout-court: in manierala non «Sono battaglie porealistica: litica non immancabilmente c’entra. È sbagliatograsdivisi. Ogni relazione umana è condidere la natura dall’economia. Uccizionata danatura, come ci si sente. Desidedendo la non avremo più rabili? Accettabili? Le risposte vaun’economia». riano nei secoli e nei© RIPRODUZIONE decenni. La RISERVATA grande pittura dimostra come la nozione di beltà cambi nel tempo». Conduce concrete battaglie poli-


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agosto 1961 mostra l'inizio e separavano le due parti l resto della Germania est

riempiendo. Walli pargiovane proprietario, ausmann, e aggiunse il nome all’elenco dei conOrdinò un birra senza rista gli chiedesse l’età. molti ragazzi con la come lui, quasi altretgazze e poche persone ne.

© 2014 by Ken Follett A. Mondadori Editore S.p.A., o per gentile concessione di uigi Bernabò Literary Agents

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DA DOMANI FESTIVAL DEL LIBRO E DEGLI SCRITTORI DA DOMANI FESTIVAL DEL LIBRO E DEGLI SCRITTORI

Scatta pordenonelegge.it con centinaia di eventi

Scatta pordenonelegge.it con centinaia di eventi Giancarlo Giannini e Dino Zoff presenteranno le loro autobiografie Domani David Grossman racconterà un paese provato dalla storia Lorenzo Marchiori

PORDENONE

Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. Il festival presenterà inoltre in anteprima, venerdì, otto racconti inediti a firma di Tullio Avoledo, Marcello Fois, Michele Mari, Rossella Milone, Giulio Mozzi, Valeria Parrella, Antonio Pascale e Laura Pugno, per il progetto La mappa dei sentimenti 2014. Spazio anche ai temi economici, con ospiti quali Alan Friedman, autore del libro "Ammazziamo il gattopardo". Intervistato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti, venerdì pomeriggio racconterà la sua versione dei motivi per cui l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni, tra manovre e avvenimenti internazionali che si intrecciano con episodi, scelte e interessi della classe dirigente italiana. Anteprima anche per l'incontro con Gennaro Sangiuliano che porta l'ultimo saggio scritto a quattro mani con Vittorio Feltri: “Il Quarto Reich, come la Germania ha sottomesso l'Europa". In tempi di crisi, aiuterà a riflettere la filosofia, con ospiti quali Vito Mancuso, il sociologo Ulrich Beck che terrà una lezione su “Come salvare il progetto europeo. L’atteggiamento cosmopolita”, Massimo Cacciari, Armando Torno, mentre di un controverso filosofo dell’antichità, Apollonio di Tiana parleranno Luciano Canfora e Miska Ruggeri, autore di “Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano” (Mursia) che si allargherà poi a un affresco della cultura in quel periodo storico, fra filosofi, maghi e profeti (sabato 20 settembre, ore 11.30 Spazio ITASincontra). Una fra le più autorevoli filosofe italiane, Adriana Cavarero, si interrogherà poi sul significato morale e politico della postura verticale del soggetto, ripensando la soggettività in termini di “inclinazione”.

Giancarlo Giannini e Dino Zoff presenteranno le loro autobiografie Domani David Grossman racconterà un paese provato dalla storia Lorenzo Marchiori PORDENONE

Uno sguardo sulla letteratura mondiale, con ospiti d’onore quali l’israeliano David Grossman, che inaugurerà la giornata iniziale domani alle 18.30, la canadese Margaret Atwood, l’anglopakistano Hanif Kureishi, l’inglese Michael Dobbs, la statunitense Jamaica Kincaid, che si affiancheranno a molti colleghi internazionali, più o meno noti in Italia, autori di grandi prove narrative e a scrittori italiani quali Umberto SCRITTORE Ken Follett. A sin. un'immagine del 13 agosto 1961 mostra l'inizio Eco, ospite d’onore sabato, Mauro della costruzione del Muro di Berlino, 155 km che separavano le due parti della città eCorona, ne isolavano laPierluigi parte occidentaleCappello, dal resto della Germania est Francesco Covacich, Tullio Avolegià riempiendo. Walli parsembrò diPiccolo, vedere uno Mauro di loro stava che lo osservava. Ma nessuno lò con il giovane proprietario, do, i fratelli Gianrico e Francesco gli disse nulla e, senza fermarsi, Danni Hausmann, e aggiunse il proprio nome all’elenco dei conpassò nel mondo libero. Lungo arrivando Carofiglio, a comporre il lato meridionale del parco, correnti. Ordinò un birra senza il barista gli chiedesse geografica dellal’età. narraprese unun’ideale tram direttocarta al che Ku’damm. La cosa migliore di C’erano molti ragazzi con la tiva, poesia e saggistica composta da chitarra come lui, quasi altretBerlino Ovest, pensò, era che tante ragazze e poche persone tutte le ragazze indossavano i 363 250 eventi con ospiti, 33 anteprime collant. Raggiunse il Minnesän- più anziane. © 2014 by Ken FollettQue15 percorsi espositivi. ger Club, letterarie una cantina ineuna © 2014 A. Mondadori Editore S.p.A., laterale del Ku’damm dove sersta è la quindicesima di vivano birra leggera e hot dog. Milano per gentile edizione concessione di Era in anticipo, ma il locale si Luigida Bernabò Literary Agents Pordenonelegge, che domani mattina - ospite lo scrittore italosloveno Boris Pahor, che a 101 anni incontrerà gli studenti delle scuole superiori di Pordenone e Gemona del Friuli animerà la città fino a domenica per una grande festa del libro. Su “Amore e guerra”, temi portanti della sua opera letteraria, Grossman dialogherà con il direttore artistico del festival, Gian Mario Villlalta, in occasione dell’incontro in programma domani alle 18.30, al Teatro Verdi. Altri appuntamenti di spicco, domenica 21 settembre, la presentazione delle autobiografie dell’attore Giancarlo Giannini e dello sportivo Dino Zoff, che hanno scelto la kermesse pordenonese per presentare rispettivamente “Sono ancora un bambino (ma nessuno mi può sgridare)”, e “Dura solo un attimo, la gloria”, in dialogo con il Premio Strega Francesco Piccolo. A Umberto Eco, sabato, sarà invece conferito il Premio FriulAdria La Storia in un romanzo: farà seguito la la lectio magistralis del semiologo su “Storia e letteratura”. A chiudere il festival, nella serata di domenica 21 settembre sarà Erri De Luca con l'anteprima de “La musica provata”, su musiche di

Uno sguardo sulla letteratura mondiale, con ospiti d’onore quali l’israeliano David Grossman, che inaugurerà la giornata iniziale domani alle 18.30, la canadese Margaret Atwood, l’anglopakistano Hanif Kureishi, l’inglese Michael Dobbs, la statunitense Jamaica Kincaid, che si affiancheranno a molti colleghi internazionali, più o meno noti in Italia, autori di grandi prove narrative e a scrittori italiani quali Umberto Eco, ospite d’onore sabato, Mauro Corona, Pierluigi Cappello, Francesco Piccolo, Mauro Covacich, Tullio Avoledo, i fratelli Gianrico e Francesco Carofiglio, arrivando a comporre un’ideale carta geografica della narrativa, poesia e saggistica composta da 250 eventi con 363 ospiti, 33 anteprime letterarie e 15 percorsi espositivi. Questa è la quindicesima edizione di Pordenonelegge, che da domani mattina - ospite lo scrittore italosloveno Boris Pahor, che a 101 anni incontrerà gli studenti delle scuole superiori di Pordenone e Gemona del Friuli animerà la città fino a domenica per una grande festa del libro. Su “Amore e guerra”, temi portanti della sua opera letteraria, Grossman dialogherà con il direttore artistico del festival, Gian Mario Villlalta, in occasione dell’incontro in programma domani alle 18.30, al Teatro Verdi. Altri appuntamenti di spicco, domenica 21 settembre, la presentazione delle autobiografie dell’attore Giancarlo Giannini e dello sportivo Dino Zoff, che hanno scelto la kermesse pordenonese per presentare rispettivamente “Sono ancora un bambino (ma nessuno mi può sgridare)”, e “Dura solo un attimo, la gloria”, in dialogo con il Premio Strega Francesco Piccolo. A Umberto Eco, sabato, sarà invece conferito il Premio FriulAdria La Storia in un romanzo: farà seguito la la lectio magistralis del semiologo su “Storia e letteratura”. A chiudere il festival, nella serata di domenica 21 settembre sarà Erri De Luca con l'anteprima de “La musica provata”, su musiche di

PORDENONE Lo scrittore David Grossman aprirà domani la manifestazione. Sotto: Alan Friedman che converserà con Roberto Papetti

Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. Il festival presenterà inoltre in anteprima, venerdì, otto racconti inediti a firma di Tullio Avoledo, Marcello Fois, Michele Mari, Rossella Milone, Giulio Mozzi, Valeria Parrella, Antonio Pascale e Laura Pugno, per il progetto La mappa dei sentimenti 2014. Spazio anche ai temi economici, con ospiti quali Alan Friedman, autore del libro "Ammazziamo il gattopardo". Intervistato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti, venerdì pomeriggio racconterà la sua versione dei motivi per cui l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni, tra manovre e avvenimenti internazionali che si intrecciano con episodi, scelte e interessi della classe dirigente italiana. Anteprima anche per l'incontro con riproduzionel'ultiriservata Gennaro Sangiuliano che ©porta mo saggio scritto a quattro mani con Vittorio Feltri: “Il Quarto Reich, come la Germania ha sottomesso l'Europa". In tempi di crisi, aiuterà a riflettere la filosofia, con ospiti quali Vito Mancuso, il sociologo Ulrich Beck che terrà una lezione su “Come salvare il progetto europeo. L’atteggiamento cosmopolita”, Massimo Cacciari, Armando Torno, mentre di un controverso filosofo dell’antichità, Apollonio di Tiana parleranno Luciano Canfora e Miska Ruggeri, autore di “Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano” (Mursia) che si allargherà poi a un affresco della cultura in quel periodo storico, fra filosofi, maghi e profeti (sabato 20 settembre, ore 11.30 Spazio ITASincontra). Una fra le più autorevoli filosofe italiane, Adriana Cavarero, si interrogherà poi sul significato morale e politico della postura verticale del soggetto, ripensando la soggettività in termini di “inclinazione”. PORDENONE Lo scrittore David Grossman aprirà domani la manifestazione. Sotto: Alan Friedman che converserà con Roberto Papetti

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la Repubblica MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014

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la Repubblica MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014

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R2Cultura R2Cultura Nel nuovo romanzo Augias torna alla psicoanalisi delle origini. Per raccontare un mistero al femminile

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Nel nuovo romanzo Augias torna alla psicoanalisi delle origini. Per raccontare un mistero al femminile

Dove finisce il principio Dove finisce del piacere il principio del piacere MASSIMO RECALCATI

UID est veritas? È la domanda che Pilato rivolse a Ge-

Q Q

sù e che risuona sulle labbra di un personaggio di Il lato oscuro del cuore, prima prova di letteratura “alta” di Corrado Augias che Einaudi ha deciso di ospitare nella sua collana più prestigiosa, dove appaiono i nomi dei grandi: Rigoni Stern, Roth, Auster, MASSIMO RECALCATI Mc Carthy, Calvino, De Lillo. Questa domanda non è solo la vera UID est veritas? È la domanda che Pilato rivolse a Geprotagonista del libro ma costituisce una sorta di filo rosso che insù e che risuona sulle labbra di un personaggio di Il sistentemente — e come potrebbe essere diversamente? Non si lato oscuro del cuore, prima prova di letteratura “alscrive sempre del proprio fantasma? — percorre l’opera sfaccettata” di Corrado Augias che Einaudi ha deciso di ospita di Augias. Se si osserva infatti la sua imponente produzione — tare nella sua collana più prestigiosa, dove appaionarrativa, giornalistica, televisiva — un tema si impone su tutti gli no i nomi dei grandi: Rigoni Stern, Roth, Auster, altri: quello della verità e dei suoi segreti. Mc Carthy, Calvino, De Lillo. Questa domanda non è solo la vera A questo tema si può riporta- psicoanalisi deve, come nesprotagonista del libro masun’altra costituisce una sorta di filo rosso che inre l’interesse per le città di Padisciplina, la sua rigi, New York, Roma, e la sua genesi. Lo sa sistentemente — e Loncomeidentità potrebbe essere diversamente? Non si dra, ma anche i primi lavori di bene Clara quando ripercorre scrive sempre proprionei fantasma? percorre narrativa noir e ledel inchieste suoi studi i— passi che con-l’opera sfaccettagiornalistiche e dussero a con- produzione — ta di Augias.più Serecenti si osserva infattiBreuer la suae Freud imponente fortunate sui segreti del Vati- cepire i corpi delle isteriche narrativa, giornalistica, undiscorso tema si impone su tutti gli cano, Gesù, Maria e gli italia- televisiva come teatri— di un senni nel loro strambo rapporto za parole, a vedere — sulla via altri: quello della verità e dei suoi segreti. con il potere (Perché agli ita- aperta da Charcot — nelle loliani piacetema averesiun padrone? contorsioni l’affiorare suA questo può riporta- ro psicoanalisi deve, comein nesRecita il sottotitolo del saggio di una verità scabrosa re l’interesse per le città di Pa- perficie sun’altra disciplina, la sua Il disagio An- identità e inconfessabile. rigi, New della York,libertà Roma,).Lone la sua genesi. Lo sa che appaNella scena d’apertura trodra, l’Augias ma anchetelevisivo i primi lavori di bene Clara quando ripercorre re mosso dalla corrente viamo corpoi passi di una donna narrativa noirstessa e le inchieste nei suoiil studi che conse solo si ricorda, tutti ei dussero spaventato, inerme e offeso giornalistiche più tra recenti Breuer e Freud a consuoi fortunati programmi, terrorizzante fortunate sui segreti del Vati- dalla cepirebrutalità i corpi delle isteriche forse divenuto po- di un uomo. È un il corpo di Wancano, quello Gesù, Maria e glipiù italiacome teatri di discorso senTelefono . In- za polare: da.parole, È lei la donna che ni nel loro strambogiallo rapporto a vedere —apparirà sulla via somma pare (evidente cheitala aperta come uno spettro imprevisto Perché agli con il potere da Charcot — nelle loliani piace avere un padrone? ro contorsioni l’affiorare in suLa ricerca della veritàperficie è il tema Recita il sottotitolo del saggio di unaprincipe verità scabrosa Il disagio della libertà ). Ane inconfessabile. dell’autore. Sia in letteratura che in tv che l’Augias televisivo appaNella scena d’apertura trore mosso dalla stessa corrente viamo il corpo di una donna cifra dell’Augias-intellettuasul camminoinerme diligente Clase solo si ricorda, tra tutti i spaventato, e di offeso le è quella di inseguire la vera. Sospettata di essere coinsuoi fortunati programmi, dalla brutalità terrorizzante rità nei suoi luoghi più più oscuri. in qualche mododinell’oforse quello divenuto po- volta di un uomo. È il corpo WanDi qui, non ultima, giallo la sua. pasdel marito, soTelefono In- micidio polare: da. È lei la donna che viene apparirà sione per i labirinti della vita spinta dal suo avvocato verso somma pare evidente che la come uno spettro imprevisto psichica e la sua ammirazione Clara con l’intento di ricavare per il geniale Charcot alla cui qualche informazione utile La ricerca della veritàdalle è il tema lezione si formò, nella Parigi sedute principe psicoterapeutidell’autore. in letteratura che in tvgiovadi fine Ottocento,Sia il giovane che. Il passaggio della Freud. È proprio quest’ultima ne studiosa dallo studio delle vena ricerca a nutrire il ro- prime “eroine“ della piscoacifra di dell’Augias-intellettuasul cammino diligente di Clamanzo di Augias: la psicoananalisi (Bertha di Pappenheim, le è quella di inseguire la ve- ra. Sospettata essere coinlisi “scienza delle trac- Dora, le ritàcome nei suoi luoghi più oscuri. volta inSabina qualcheSpielrein, modo nell’oce” — secondo una la bella di Charcot), alla nuDi qui, non ultima, suadefipas- isteriche micidio del marito, viene sonizione diiFreud. Ladella protagoda vitadal di Wanda è un doppio sione per labirinti vita spinta suo avvocato verso nista della Clara, è in- salto Clara s’imbatpsichica e lastoria, sua ammirazione Clara mortale. con l’intento di ricavare fatti giovane studiosa di te nell’esperienza che utile ogni per iluna geniale Charcot alla cui qualche informazione psicoanalisi, aspirante psico- dalle psicoanalista conosce bene: lezione si formò, nella Parigi sedute psicoterapeutiterapeuta. Si interessa del- l’incontro con unadella storia readi fine Ottocento, il giovane che. Il passaggio gioval’inconscio e delle sue enig- le con unadallo vita disfa ladelle sicuFreud. È proprio quest’ultima neestudiosa studio matiche manifestazioni, in rezza dellapiscoadottrivena di ricerca a nutrire il roprimedogmatica “eroine“ della particolare quelle legate al nalisi na, facendo vacillare le sue manzo di Augias: la psicoana(Bertha Pappenheim, corpo delle donne al quale la fragili Nell’incontro lisi come “scienza delle tracDora, basi. Sabina Spielrein,con le ce” — secondo una bella defi- isteriche di Charcot), alla nunizione di Freud. La protago- da vita di Wanda è un doppio nista della storia, Clara, è in- salto mortale. Clara s’imbatfatti una giovane studiosa di te nell’esperienza che ogni

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IL LIBRO

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IL LIBRO

Il lato oscuro del cuore di Corrado Augias(Einaudi pagg. 280, euro 19) L’autore sarà a Pordenonelegge il 20 settembre alle 16

Il lato oscuro del cuore di Corrado Augias(Einaudi pagg. 280, euro 19) L’autore sarà a Pordenonelegge il 20 settembre alle 16

il mistero di Wanda, Clara vive con smarrimento il punto dove la chiarezza cartesiana della teoria l’abbandona: «Il colloquio con Wanda stuprata e ferita, incapace di una qualunque difesa per ragioni che ignorava aveva avuto su di lei un effetto sconvolgente!... mai come in quel momento si era sentita Clara sospesa il mistero di Wanda, vitra l’analisi astrattaildi casi ve con smarrimento punto vecchiladichiarezza decenni ecartesiana gli urti viodove lenti cui la vita la stava coldellacon teoria l’abbandona: «Il pendo…». La verità della psicolloquio con Wanda stupracoanalisi non riguardadilauna nata e ferita, incapace tura del mondo, maragioni quella qualunque difesa per “umana troppo umana” che ignorava aveva avutodel su sesso; è laeffetto verità della divisiodi lei un sconvolgente!... mai come in quel momento si era sentita sospesa tra l’analisi astratta di casi vecchi di decenni e gli urti violenti con cui la vita la stava colpendo…». La verità della psicoanalisi non riguarda la natura del mondo, ma quella “umana troppo umana” del sesso; è la verità della divisio-

ne e non dell’unità dell’uomo. stanze sfortunate, di una conIl mistero indigesto sulla genita debolezza di carattecui pista si è gettata Clara è un re»), si ribalta in modo sconmistero che ci riguarda. Esso certante in quello di chi ha fa saltare i confini della vitti- una responsabilità attiva nel ma e del carnefice, del buono fare qualcosa di quello che gli e del cattivo, del razionale e altri hanno fatto di lei. Wanda dell’irrazionale. L’oscuro non non è solo una vittima. è l’opposto della luce, la voLa verità che emerge non lontà e la ragione non gover- può non lasciare il lettore nano integralmente le pas- spiazzato. Se perdiun verso ne e non dell’unità dell’uomo. stanze sfortunate, una consioni del corpo, la violenza deidebolezza temi del romanzo è Il mistero indigesto sulla uno genita di carattenonpista è il contrario del piacere: l’occupazione da cui si è gettata Clara è un re»), si ribalta inviolenta modo scon«Potevo direci diriguarda. essere violendi una culturadimaschimistero che Esso parte certante in quello chi ha tata? — sii confini chiede della Wanda — lista e sessista del corpo fa saltare vittiuna responsabilità attivadelnel Un euomo mi era venuto ad- fare le donne (una rapma del carnefice, del buono qualcosa di sorta quellodi che gli dosso a casa mia, mio letto. retroattiva e del cattivo, delsul razionale e presentazione altri hanno fatto di lei. Wanda Era sicuramente violenza. ultimo ventendell’irrazionale. L’oscuro non del non ènostro solo una vittima. Però mi aveva anche provocaper un altro esso non non è l’opposto della luce, la vo- nio?), La verità che emerge to un piacere mai provato pri- sceglie la via comoda dell’allontà e la ragione non goverpuò non lasciare il lettore nano integralmente le pas- spiazzato. Se per un verso Una del vicenda emblematica che cidel svela sioni corpo, la violenza uno dei temi romanzo è non è il contrario delnascano piacere: l’occupazione violenta da come i mostri nella nostra mente «Potevo dire di essere violen- parte di una cultura maschitata? — si chiede Wanda — lista e sessista del corpo delma, cancellando con la vittima. Il raplato Un uomo mi era qualunque venuto ad- leanza le donne (una sorta di altra cosa». Questo piacere è oscuro del cuore è oscuro dosso a casa mia, sul mio letto. presentazione retroattiva un che si mescola al perché non ultimo risponde all’IEraeccesso sicuramente violenza. del nostro ventenmale e all’offesa e che genera deale, ma un allaaltro pulsione. La Però mi aveva anche provocanio?), per esso non un attaccamento mortifero. I domanda finale che investe to un piacere mai provato pri- sceglie la via comoda dell’almostri non vengono mai dal- il mistero della vita di Wanl’esterno ma sgorgano dalla da («com’era possibile, doUna vicenda che ci svela nostra mente. Laemblematica barbarie po tutto quello che le avevacome i mostri nascano nella mente non è il confine esterno e stra- no fatto, nostra che Wanda si chieniero della Civiltà ma la fa- desse se doveva aiutare o no glia, l’orrore che qualunque cresce nel l’uomo chela l’aveva torturama, cancellando leanza con vittima. Il lato suo seno. Clara può allora scota») nondel è diversa quella altra cosa». Questo piacere è oscuro cuore da è oscuro prire in modo che dobbiamo porci su Sabiun eccesso chespaesante si mescola al che perché non risponde all’IWanda non è solo Spilrein — pulsione. tormentata male e all’offesa e cheun’altra genera na deale, ma alla La donna, ma abita in lei, è l’in-I domanda paziente di Jungche e Freud — un attaccamento mortifero. finale investe dice della differenza in- quando di diconsemostri nonsua vengono mai dalil misterodecide della vita Wanterna, della sua divisione.dalla Può gnarsi nella mani dei nazisti l’esterno ma sgorgano da («com’era possibile, doscopriremente. che in questa donna po mentre potuto fugnostra La barbarie tuttoavrebbe quello che le avevala posizione di vittima «Perché Sabinasi sichieconnon è il confine esterno(«della e stra- gire: no fatto, che Wanda società, dei costumi, dell’indiai niero della Civiltà ma la fa- segna desse sevolontariamente doveva aiutare o no genza, di una che cultura insufficarnefici?». Quid est veglia, l’orrore cresce nel suoi l’uomo che l’aveva torturaciente, di Clara un matrimonio ritas? suo seno. può allorasbasco- ta») non è diversa da quella gliato, una spaesante serie di circoprire indi modo che che dobbiamo porci su RISERVATA Sabi© RIPRODUZIONE Wanda non è solo un’altra na Spilrein — tormentata donna, ma abita in lei, è l’in- paziente di Jung e Freud — dice della sua differenza in- quando decide di conseterna, della sua divisione. Può gnarsi nella mani dei nazisti


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la Repubblica GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014

61

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CONTATTI CULT@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

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Nel suo nuovo saggio Vito Mancuso analizza l’emozione umana più forte E svela i limiti della morale Nel suo nuovo saggio sessuale cattolica Vito Mancuso analizza l’emozione umana più forte E svela i limiti della morale sessuale cattolica

Il patto mancato tra amore sacro Il patto mancato etra amor profano amore sacro e amor profano VITO MANCUSO

A PRIMA elementare critica che occorre muovere alla morale sessuale cattolica è che semplicemente non funziona, come dimostra il fatto che la gran parte dei cattolici la disattende. L’etica autentica nasce dalla VITO MANCUSOconcretezza della vita e torna alla concretezza della vita. L’attualeAetica sessuale ecclesiastica invece si rivela astratta, PRIMA elementare critica che occorre muovere alla scolastica, libresca, non nasce dalla vita ma dal desiderio di conformorale sessuale cattolica è che semplicemente non mità alle decisioni magisteriali del passato. questa prospettiva funziona, come dimostra il fattoIn che la gran parte dei per la morale sessuale ecclesiastica il ruolo decisivo spetta concattolici la disattende. L’etica autentica nascealdalla cetto di lex naturalis, nella convinzione che obbedire alla natura e concretezza della vita e torna alla concretezza della viai cicli equivalga a obbedire a Dio. Lainvece natura assunta come ta.suoi L’attuale etica sessuale ecclesiastica sièrivela astratta, criterio di legislazione come legge, da cuidiprocede scolastica, libresca, nonetica, nascenatura dalla vita ma dal desiderio conforuna legge ritenuta naturale. mità alle decisioni magisteriali del passato. In questa prospettiva

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L’OPERA Venere restaurata di Man Ray (1936-71)

per la morale sessuale ecclesiastica il ruolo decisivo spetta al conLe cose però non stanno così. Ol- La morale sessuale ecclesiastica pure la sottomissione a una necetto di lex naturalis, nellaparla convinzione che obbedire allabiologica naturache e impone se tre al logos la natura conosce ancosì tanto di natura e di na- cessità che il caos, e per questo essa non tura umana, ma in realtà, a caustessa quale criterio ai suoi cicli equivalga a obbedire a Dio. La natura è assunta come dell’agire e è la longa manus di Dio, e obbe- sa della sua astrattezza e del suo del non-agire? Io credo che la dicriterio di legislazione naturamostra come legge, cui procede dire alla natura non equivale ne- etica, dogmatismo, di non co- da gnità della persona umana concessariamente a obbedire a Dio. noscere adeguatamente la natusista nell’uso libero e responsauna legge ritenuta naturale. Chi ritiene il contrario deve esse- ra umana, in particolare la nature coerente e istituire la diretta ra femminile. Stante l’assunto connessione amplesso e Le cose però Dio-natura non stannonon così.solo Ol- dell’inscindibilità La morale sessualetra ecclesiastica perallelogos manifestazioni naturali procreazione, essa propone ainacotre la natura conosce an- parla così tanto di natura e di benigne, anche per quelle che intendono evitare una che il caos,ma e per questo essa non niugi tura umana, ma in realtà, a caumaligne, malattie e le esciagudi ricorrere eaidel perioè la longalemanus di Dio, obbe- gravidanza sa della sua astrattezza suo re naturali. La lettura astratta e dogmatismo, di infecondi per fare l’amore di dire alla natura non equivale nemostra di nonecoideologica dellaa natura haa connei periodi fecondi, ma cessariamente obbedire Dio. astenersi noscere adeguatamente la natudotto a unilduplice risultato: da ra viene a rappresentare inla questo Chi ritiene contrario deve esseumana, in particolare natuun lato alla trasformazione della modo una potente quanto nocire coerente e istituire la diretta ra femminile. Stante l’assunto morale in moralismo; mortificazione dell’istinto naconnessione Dio-naturadall’altro non solo va dell’inscindibilità tra amplesso e alla perdita di contatto con la co- procreazione, turale. Infatti ilessa periodo in cuiainelper le manifestazioni naturali propone coscienza la la donna più forte il desiderio di benigne,contemporanea ma anche per per quelle niugi cheèintendono evitare una quale il concetto di legge sessuali è proprio quelmaligne, le malattie e le naturasciagu- rapporti gravidanza di ricorrere ai periore naturali. La lettura astratta e di infecondi per fare l’amore e di La dottrina ecclesiastica assegna il primato ideologica della natura ha con- astenersi nei periodi fecondi, ma dotto un duplice risultato: da la viene a rappresentare in questo alla abiologia, negando libertà di scelta un lato alla trasformazione della modo una potente quanto nocimorale in moralismo; dall’altro va mortificazione dell’istinto nale risulta deldi tutto vuoto. dell’ovulazione, nel pieno del alla perdita contatto con la co- lo turale. Infatti il periodo in cui nelConosce solo la biologia. Il fatperiodo fertile quando la donna scienza contemporanea per la la donna è più forte il desiderio di to di concepire natura come risulta più disposta e più dispoquale il concettola di legge naturarapporti sessuali è proprio quelgovernata direttamente da Dio e nibile, più attratta e più attraenquindi tale da assumere valore di te. Gli specialisti spiegano che Lanaturalis dottrina ecclesiastica il nei primato lex ha condotto la mo- ciò assegna avviene perché giorni ferallaecclesiastica biologia, libertà di scelta rale adnegando assegnare la tili gli ormoni sessuali femminili un primato indiscusso alla biolo- risultano più concentrati. Quasi giarisulta e ai suoi scapito della tutte le persone, cattolici comle delritmi, tutto avuoto. lo dell’ovulazione, nel pieno del coscienza dellalasua spiritualità. presi, naturalmente si guardano Conosceesolo biologia. Il fat- periodo fertile quando la donna Ne scaturita una moralecome ses- bene prendere to diè concepire la natura risultadal più dispostaine considerapiù disposuale contrassegnata dada una zione tali precetti eelaborati da governata direttamente Diovie nibile, più attratta più attraensione dellavalore sessuamorale di uomini celibi, eche inquindibiologistica tale da assumere di una te. Gli specialisti spiegano lità, intendendo con ciò lala riconsecondo la rivista lex naturalis ha condotto mo- fatti ciò avviene perché neiscientifica giorni ferduzione del sesso pressoché solo tili «Human Reproduction» della rale ecclesiastica ad assegnare gli ormoni sessuali femminili alla procreazione. Il primato del- Oxford University Press durante un primato indiscusso alla biolorisultano più concentrati. Quasi la biologica procreatila frequenza dell’atgiafunzione e ai suoi ritmi, a scapito della l’ovulazione tutte le persone, cattolici comva ha avuto secoli anche un al- presi, tività naturalmente sessuale risulta aumentacoscienza e nei della sua spiritualità. si guardano tro negativo: quellosesdi ta deldal 24%. Ne èeffetto scaturita una morale bene prendere in consideraIgnora il primato della coconcepire la donna quasi suale contrassegnata daesclusiuna vi- zione tali precetti elaborati da Occorre chiedersi scienza. vamente in funzione della gene- una sione biologistica della sessuamorale di uomini celibi, eche incosasecondo sia più umano: la libertà che razione dei figli. con ciò la ricon- fatti lità, intendendo la rivista scientifica Non conosce bene la biologia. comprende, vuole e decide, opduzione del sesso pressoché solo «Human Reproduction» della alla procreazione. Il primato del- Oxford University Press durante la funzione biologica procreati- l’ovulazione la frequenza dell’at-

bile della propria intelligenza e della propria volontà. Io credo che natura dellaapersona purelalavera sottomissione una neumana biologica non sia espressa dal ritcessità che impone se mo delquale ciclo criterio biologico, ma dalstessa dell’agire e l’intelligenza volontà del non-agire?eIodalla credo che la redisponsabili. credo,umana in altricontergnità della Io persona mini, nel primato della cosciensista nell’uso libero e responsaza. Edella dicendo questo, non faccio bile propria intelligenza e che il senso più della esprimere propria volontà. Io credo profondo tradizione giuche la veradella natura della persona daico-cristiana. umana non sia espressa dal ritil dato ma biblico. moNon del rispetta ciclo biologico, dall’intelligenza e dalla volontà responsabili. Io credo, in altri termini, nel primato della coscienza. E dicendo questo, non faccio che esprimere il senso più profondo della tradizione giudaico-cristiana. Non rispetta il dato biblico.

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IL LIBRO

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Il brano è tratto da Io amo di Vito Mancuso (Garzanti, pagg. 211, euro 14,90) L’autore sarà a Pordenonelegge sabato alle 11,30 Il brano è tratto da Io amo di Vito Mancuso (Garzanti, pagg. 211, euro 14,90) L’autore sarà a Pordenonelegge sabato alle 11,30

Con ciò non intendo ovviamente za; e lo è a livello intellettuale, per L’OPERA le considerazioni spesso arretra- il massiccio ricorso a ciò che RahVenere restaurata te sulla donna e sulla vita sessua- ner chiamava «cattiva argomendi Manmorale». Ray le contenute nei vari libri biblici. tazione in teologia Oc(1936-71) Intendo piuttosto la logica com- corre intraprendere un profonplessiva del messaggio biblico, do percorso di rinnovamento in ovvero la sua dinamica evoluti- materia di etica sessuale, analova. All’interno della Bibbia infat- go a quello compiuto nell’ambito ti si ritrovano affermazioni a fa- della sociale dove la ChieCon ciò non intendo ovviamente za; e lomorale è a livello intellettuale, per vore della poligamia e altre a fa- il samassiccio è passataricorso dal ragionare le considerazioni spesso arretraa ciò chesulla Rahvore della monogamia, così è base di un astratto criterio ogte sulla donna e sulla vitaesessuaner chiamava «cattiva argomenper la dissolubilità l’indissoludellamorale». verità) aOcun le contenute nei varie libri biblici. gettivo tazione(iindiritti teologia bilità delpiuttosto matrimonio, la feconpiù concreto criterio soggettivo Intendo la logica com- corre intraprendere un profondità e la verginità, l’inferiorità e (i della cambio plessiva del messaggio biblico, dodiritti percorso dipersona), rinnovamento in la paritàladella la svalutadi prospettiva che l’ha condotta ovvero sua donna, dinamica evoluti- materia di etica sessuale, analozione e l’esaltazione del corpo. al rispetto delva. All’interno della Bibbia infat- dall’Inquisizione go a quello compiuto nell’ambito Tutto ciò costituisce un preciso libertà religiosa ti si ritrovano affermazioni a fa- la della morale socialedella dovecoscienla Chieinsegnamento sulla eimprescinza.èIlpassata medesimo applicavore della poligamia altre a fa- sa dal criterio ragionare sulla dibilità delmonogamia, contesto storico. Ma nell’ambito dell’etica sessuale vore della e così è to base di un astratto criterio ogc’è importante conside- porterebbe la Chiesa cattolica alperun’altra la dissolubilità e l’indissolugettivo (i diritti della verità) a un bilità del matrimonio, la fecon- più concreto criterio soggettivo La Chiesa sil’inferiorità apra alla dità e la verginità, e contraccezione (i diritti della persona), cambio la della donna, la svaluta- dieprospettiva che l’ha condotta aiparità rapporti pre-nuziali ai matrimoni gay zione e l’esaltazione del corpo. dall’Inquisizione al rispetto delTutto ciò costituisce un preciso la libertà religiosa della coscienrazione. Nel libro biblico intera- le necessarie aperture: insegnamento sulla imprescinza.seguenti Il medesimo criterio applicamente dedicato all’amore erotisì alla contraccezione; ai rapdibilità del contesto storico. Ma to nell’ambito dell’eticasì sessuale co, Canticoimportante dei cantici,considenel qua- porti prematrimoniali; sì al ricoc’è il un’altra porterebbe la Chiesa cattolica alle la sessualità costituisce il cen- noscimento delle coppie omotro specifico del messaggio. Non sessuali. Qualcuno a questo punLa Chiesa si apra alla contraccezione vi è neppure un minimo accenno to si chiederà se si possa ancora ai rapporti pre-nuziali e ai matrimoni alla funzione riproduttiva della parlare di etica cattolica. gay E io risessualità e l’amore erotico non spondo che in realtà non esiste ha altra giustificazione non una specifica etica cattolica, l’erazione. Nel libro biblicoche interale seguenti necessarie aperture: se stesso, in quanto manifestatica è lacontraccezione; scienza teorica e mente dedicato all’amore eroti- sì alla sìpratica ai rapzione della più generale bene, e il bene, per definizioco, il Cantico dei cantici,fioritura nel qua- del porti prematrimoniali; sì al ricodell’essere. ne, è universale. consegue le la sessualità costituisce il cen- noscimento delle Ne coppie omoLa morale Non ses- che non siQualcuno tratta di a preoccuparsi troConclusione. specifico del messaggio. sessuali. questo punsuale della Chiesa cattolica vor- di lopossa specifico delvi è neppure un minimo accenno to salvaguardare si chiederà se si ancora rebbe essere fondata sull’oggetl’etica cattolica, si tratta diEvoler alla funzione riproduttiva della parlare di etica cattolica. io ritività di una presunta leggenon na- pensare in prospettiva universasessualità e l’amore erotico spondo che in realtà non esiste turale sugiustificazione cui il soggetto che dovrebveramente ha altra non le, unacioè specifica etica cattolica, cattolica, agl’ebe normare propriamanifestaparticola- tica gettivo com’è noto esignifica se stesso, inlaquanto è la che scienza teorica pratica re situazione. provafioritura dei fatti proprio (dal greco zione della piùAlla generale del bene,universale e il bene, per definizioperò essa risulta un peso troppo ne, katholikós formatoNe dalla prepodell’essere. è universale. consegue gravoso da portare: lo è a livello «verso», e dall’agConclusione. La morale ses- sizione che nonkatà, si tratta di preoccuparsi pratico, perChiesa l’impossibilità at- gettivo hólos, «tutt’intero»). suale della cattolicadivordi salvaguardare lo specifico deltuarla essere con efficacia e con coeren- l’etica cattolica, si© RIPRODUZIONE rebbe fondata sull’oggettratta diRISERVATA voler tività di una presunta legge na- pensare in prospettiva universaturale su cui il soggetto dovreb- le, cioè veramente cattolica, ag-


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Giovedì 18 settembre 2014

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CINEMA. NOME ANCORA TOP SECRET

MUSICAL. IL 12 OTTOBRE

Nata la figlia di Ryan Gosling ed Eva Mendes WASHINGTON - Ryan Gosling è diventato papà. L'attore ha avuto una bimba dalla compagna e attrice Eva Mendes. La piccola è nata il 12 settembre, ma sul nome i due genitori, che da sempre proteggono la propria privacy, mantengono il riserbo. Così come hanno mantenuto top secret laPGgravidanza

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della Mendes. Le prime indiscrezioni sono circolate nel mese di febbraio, quando l'attrice si è rifiutata di passare i controlli allo scanner dell'aeroporto di Los Angeles. Ma la stessa Mendes ha poi smentito le indiscrezioni. A luglio è stata fotografata con un abito premaman. Solo a quel punto la notizia è stata confermata.

Jesus Christ Superstar all’Arena

fascicolo nazionale GENITORI Eva Mendes e Ryan Gosling

VERONA - Dopo 41 anni i protagonisti del musical per antonomasia, "Jesus Christ Superstar", tornano a recitare insieme. Una magia che ha dietro un regista tenace e determinato, Massimo Romeo Piparo, attuale direttore del Teatro Sistina, dove la reunion debutterà domani per restare fino al 28. Seconda tappa all'Arena di Verona il 12 ottobre, dove «la struttura dello spettacolo sarà la stessa ma - spiega Piparo - ma lievitata, tre piani di altezza, per fare un esempio, anziché due come al Sistina, e dove sarà presenteGiovedì l'autore18 Tim Rice». 2014 settembre

CULTURA&SOCIETÀ

CINEMA. NOME ANCORA TOP SECRET

Nata la figlia di Ryan Gosling ed Eva Mendes

MUSICAL. IL 12 OTTOBRE

Jesus Christ Superstar all’Arena

VERONA - Dopo 41 anni i protagonisti del musical per antonomasia, "Jesus Christ Superstar", tornano a recitare insieme. Una magia che ha dietro un regista tenace e determinato, ISTRANA (TV) Massimo Romeo Piparo, attuale direttore del Teatro dove la reunion debutterà domani Parte domani la Sistina, XV edizione del Festival internazionale del fino cortometraggio: le serate tappa all'Arena di per restare al 28. 3Seconda prefestival, 5 gli appuntamenti con la rassegna delle Verona il 12 ottobre, dove «la struttura dello spettacolo opere selezionate, fino al 7 novembre. sarà la stessa ma - spiega Piparo - ma lievitata, tre piani di altezza, per fare un esempio, anziché due come al INAUGURAZIONE Sistina, e dove sarà presente l'autore Tim Rice». Un momento dell’incontro con David Grossman, che ha rievocato la morte del figlio. Oggi saranno di scena Michael Dobbs, Andrea De Carlo, Giulio Giorello, il TELEVISIONE MESTRE VENEZIA ISTRANA (TV) video-omaggio a Lilli Gruber, malata, sarà per qualche tempo lontana Si inaugura oggi alle 18.30 al Centro Candiani la Parte domani la XV edizione del Festival Sergio Leone di dal video. Lo ha annunciato il direttore del TgLa7 mostra di fotografia contemporanea "Confini 11", internazionale del cortometraggio: 3 le serate Enrico Mentana, che ha condotto il programma prefestival, 5 gli appuntamenti con la rassegna delle Italo Moscati. fino al 5 ottobre, da mercoledì a domenica, ore "Faccia a Faccia", in onda al posto di "Otto e mezzo" opere selezionate, fino al 7 novembre. 16-20, in collaborazione con l’Ass. Civico 5. Alle 21 serata dedicata INAUGURAZIONE alla poesia Un momento dell’incontro con e questo GOVERNATRICE TEATRO VERDI e grattare la superficie, David Grossman, lo faccio scrivendo». Come accache ha rievocato de a Orah, la protagonista del del suo romanzo "Ala morte un cerbiatto somiglia il miofiglio. amore", che Oggi saranno di tenta una fuga disperata nella scena Michael speranza di evitare di ricevere Dobbs,del Andrea la notizia della morte figlio Carlo, Giulio di cui racconta laDe vita: «SembreGiorello, rà qualcosa di magico, mail cos'alvideo-omaggio tro può fare? In lei c'è qualcosaa Debora Lunghe Sergio Leone di di eroico, combatte per la vita Serracchiani code in Italo Moscati. del figlio nell'unico modo che all’ inauguattesa dell’ conosce». Alle 21 serata razione incontro L'esperienza di Orah è quella di dedicata un intero popoloalla allepoesia prese con una domanda fondamentale: comantenere la normalità e e grattare la superficie, e questo GOVERNATRICE TEATRO è unaVERDI sorta me sufficienti a descrivere il dolo- la e alla «lingua che tutto il mondo lo accetta». come proteggere quella tenera lo faccio scrivendo». Come accaDalle parole traspare una resi- re. Ma se ero stato sfortunato al di archivio nazionale di un popoche è launa famiglia, pur de a Orah, protagonista del stenza per la vita, proprio da punto da essere stato mandato lo», perché «scrivere per me è bolla immersi in una realtà brutale, suo romanzo "A un cerbiatto parte di chi ha vissuto la cata- in quell'isola di punizione, alme- un modo di essere. Non so cosa quando «tutsomigliae violenta, il mio amore", che strofe della morte di un figlio, no avrei dovuto mapparla dando esista dopo la morte, ma da crudele to il Paese è una zona catastrofitenta una fuga disperata nella perso otto anni fa durante la un nome a ogni tonalità di quel laico ho trovato un modo per ca di odio e terrore». Guerra del Libano, un'esperien- sentimento». La via d'uscita sta avvicinarmi a quella specie di speranza di evitare di ricevere L'incontro con lomorte scrittore notizia della del israefiglio za «di fronte alla quale si rima- proprio nella scrittura, nel riu- barriera ermetica che esiste tra la liano -racconta di cui nei prossimi mesi di cui la vita: «Sembrene muti, come pietrificati. Senti- scire a creare una storia e dei la vita e la morte. Non posso uscirà il nuovo romanzo "Un rà qualcosa di magico, ma cos'alvo che le parole non erano personaggi, ritornando alla paro- penetrarla, ma posso arrivare lì cavallo entra in un bar", storia tro può fare? In lei c'è qualcosa Debora Lunghe di un intrattenitore unla locale eroico, combatte inper vita Serracchiani code in notturno Tel Aviv - ha inaugudel figliodinell'unico modo che all’ inauguattesa dell’ rato (presenti le autorità fra cui conosce». razione incontro la governatrice Debora SerracL'esperienza di Orah è quella di chiani, conduzione di prese Gian Maun intero popolo alle con rio 15ma edizione una Villalta) domanda la fondamentale: codel festival letterario in prome mantenere la normalità e la e alla «lingua che è una sorta sufficienti a descrivere il dolotutto il mondo lo accetta». Quello fra il centenario scrittore sloveno italiani alcune situazioni che conoscono gramma fino a domenica. Tra come proteggere quella tenera di archivio nazionale di un popore.delegazione Ma se ero stato sfortunato al o affatto Dalle parole traspare resipoco - ha detto lo scrittore - Le gli Borisuna Pahor e una di studenappuntamenti internazionali, lo», perché «scrivere per me di è bolla che è una famiglia, pur punto da essere stato mandato stenza per la vita, proprio da ti delle scuole superiori di Gemona, ieri nuove generazioni hanno bisogno oggi alle 19 conbrutale, Michaimmersi inl'incontro una realtà un la modo di essere. Nonda so dove cosa in quell'isola punizione, parte di chi ha vissuto la al cataconoscere storia, di capire mattina Palaprovincia, eradiuno degli almeel Dobbs, autore della trilogia crudele e violenta, quando «tutesista dopo la morte, ma dae nodella avreigiornata. dovuto mapparla strofe della morteincontri di un figlio, siamo venuti. La lingua, la cultura più attesi Pahor dando divenuta serie Tv "House of to il Paese è una zona catastrofitrovato un modo per Cards". Ma ci saranno anche un nome a ogni tonalità di l'identità quel laico perso otto anni fa la il suo sono ho fondamentali». hadurante raccontato libro prossimamenca di odio e terrore». avvicinarmi a quella di Andrea De Carlo col suo nuovo sentimento». d'uscita sta Guerra del Libano,teun'esperien«Confrontarsi coi ragazzi è ' specie stata una in libreria, "Quello che hoLa davia dirvi. L'incontro con lo scrittore israebarriera ermetica che esiste tra proprio nella scrittura, nel riuza «di fronte alla quale si rimaDialogo tra generazioni lontane un seco- bella esperienza - ha aggiunto Pahor - libro, primitivo” (Ed. liano - “Cuore di cui nei prossimi mesi vita e di la identità, morte. Non posso Bompiani), creare dei la parlato ne muti, come pietrificati. Senti- scire a ed., di religiolo", Nuovadimensione a una curastoria di eAbbiamo in un reading uscirà il nuovo romanzoserale "Un penetrarla, ma posso arrivare lì e ritornando vo che le paroleAngelo non Floramo, erano personaggi, ne, di passato e futuro... Speriamo che Flavia Valerio e Alber-alla paroun omaggio Sergio cavallo entra ina un bar",Leone, storia serva a qualcosa, a far loro capire cosa è con to Vidon col contributo dei ragazzi. del documentadi unl’anteprima intrattenitore in un locale «Si tratta di un libro che racconta la accaduto veramente e come non ripete- rio SCRITTORE di Italo notturno diMoscati. Tel Aviv - ha inaugustoria senza censure e che mostrerà agli re gli stessi errori». Boris Pahor riproduzione rato (presenti©le autorità riservata fra cui la governatrice Debora Serracchiani, conduzione di Gian Mario Villalta) la 15ma edizione del festival letterario in pro-

WASHINGTON - Ryan Gosling è di- della Mendes. Le prime indiscrezioni sono circolaventato papà. L'attore ha avuto una te nel mese di febbraio, quando l'attribimba dalla compagna e attrice Eva ce si è rifiutata di passare i controlli TELEVISIONE MESTRE VENEZIA Mendes. Lilli Gruber,allo malata, sarà per qualche tempo lontanadi Los Si inaugura scanner dell'aeroporto An- oggi alle 18.30 al Centro Candiani la La piccola è nata il 12 settembre, dal ma video. Logeles. ha annunciato illa direttore del TgLa7 mostra di fotografia contemporanea "Confini 11", Ma stessa Mendes ha poi Enrico Mentana, che ha condotto il programma fino al 5 ottobre, da mercoledì a domenica, ore sul nome i due genitori, che da sempre smentito indiscrezioni. "Faccia a Faccia", in onda alleposto di "Otto e mezzo"A luglio 16-20, inècollaborazione con l’Ass. Civico 5. proteggono la propria privacy, manten- stata fotografata con un abito pregono il riserbo. Così come hanno maman. Solo a quel punto la notizia è GENITORI Eva Mendes mantenuto top secret la gravidanza stata confermata. e Ryan Gosling

PORDENONELEGGEL’autoreisraelianohaapertoilFestival «Non avremo casa nostra finché non ce l’avranno anche i palestinesi»

Grossman,lascrittura CULTURA&SOCIETÀ perconviverecoldolore Grossman,lascrittura perconviverecoldolore PORDENONELEGGEL’autoreisraelianohaapertoilFestival «Non avremo casa nostra finché non ce l’avranno anche i palestinesi» I Valentina Silvestrin

PORDENONE

l dolore personale di un uomo che perde un figlio e quello di un popolo alla disperata ricerca della pace, esausto per quella costante e degenerante esperienza del sentirsi e di essere un nemico: quella di David Grossman, scrittore israeliano che ieri pomeriggio ha strappato dei lunghi e commoventi applausi all'inaugurazione di Pordenonelegge, è una testimonianza di vita. La sua, in un Paese «tormentato, il Medio Valentina Oriente, Silvestrin dove da un lato c'è PORDENONE un'acutizzazione della vita, dall'altro la forte tentazione di l doloredapersonale di un uoscappare questa vita drammo che perde un figlio e matica in perenne minaccia». quello di unche popolo alla disperaUn destino accomuna israeta ricerca della pace, esausto liani e palestinesi, perché «finper costantenon e degeneranché quella la Palestina sarà uno te esperienza sentirsi eacdi stato autonomodel indipendente essere un nemico: quella di canto a quello Israeliano, neanDavid scrittore israeche noiGrossman, avremo mai una casa in liano che ieri pomeriggio ha cui sentirci al sicuro. La tragestrappato dei lunghi e commodia del popolo ebraico nella venti applausi all'inaugurazione storia è che non ci siamo mai di Pordenonelegge, è una testisentiti a casa. La creazione dello monianza di vita. La in un Stato di Israele, che sua, considero Paese «tormentato, il Medio un evento miracoloso, aveva Oriente, dovema dadopo un quasi lato c'è questo senso, 65 un'acutizzazione della quelvita, anni ancora non proviamo dall'altro la forte tentazioneche di la sensazione di tranquillità scappare da questa vita dramsi dovrebbe provare». matica diinGrossman perenne èminaccia». Quella un'analisi Un destino che accomuna israelucida, intessuta di ironia e liani e palestinesi, «finleggerezza, scevra perché di ideologie, ché la Palestina non sarà uno proprio perché «non si tratta stato autonomo indipendente acsolo di un fatto politico, è una canto a quello Israeliano, neanquestione più profonda che ha a che noi mai una casa in che fareavremo con la necessità di non cui sentirci sicuro.col Lasentire trageprovare piùalpaura, dia del popoloa un ebraico che appartieni posto enella che storia è che non ci siamo mai sentiti a casa. La creazione dello Stato di Israele, che considero un evento miracoloso, aveva

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L’INCONTRO

Boris Pahor e i giovani, un libro insieme

L’INCONTRO

Boris Pahor e i giovani, un libro insieme


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19 settembre 2014— numero 38

Giancarlo Giannini fotografato per Sette da Maki Galimberti.

ISOLE D’EUROPA. Alle

Wadden, dove le maree, ogni giorno, ridisegnano il paesaggio di Ilaria Simeone

L’INTERVISTA. Parla

Urbano Cairo: «La mia cura a La7 farebbe bene a tutto il Paese» di Vittorio Zincone

IL PERSONAGGIO. Il tecno-

francescano che studia i droni e fa la consulenza “spirituale” ai Marines di Marco Merola

«Confesso che ho mandato tanta gente a quel paese» - Giancarlo Giannini di Antonio D’Orrico


Giancarlo Giannini è nato a La Spezia nel 1942

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Storia di copertina Esce l’autobiografia dell’ultimo grande attore italiano

Da piccolo mi chiamavano Archimede Pitagorico: costruivo bombe. Sulla mia lapide scrivete Giancarlo Giannini, un elettronico mancato di Antonio D’Orrico - foto di Maki Galimberti

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Sopra, Giannini, nella parte di una spia, accanto a Lucrezia Lante Della Rovere nel film di 007 Quantum of Solace (2008). A destra, l’attore, Monica Vitti, Marcello Fondato, Claudia Cardinale e Vittorio Gassman alla presentazione di A mezzanotte va la ronda del piacere (1974). Sotto, la copertina dell’autobiografia di Giannini, Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi), edito da Longanesi. Il libro verrà presentato da Gloria De Antoni al teatro Verdi per Pordenonelegge il 21 settembre alle ore 16.

OLYCOM

ANSA / KAREN BALLARD

D

a molto tempo desideravo intervistare Giancarlo Giannini. Perché è un grande attore, l’ultimo di una magnifica scuola (Gassman, Mastroianni, Tognazzi, ecc.). Perché ha scandito le epoche della mia e di altre generazioni. Quella beat o yé-yé: quando, ancora ragazzino, trionfava a teatro con Romeo e Giulietta di Zeffirelli e con David Copperfield in televisione. Ma, versatile come è sempre stato (una delle sue tante qualità), faceva anche i musicarelli con la Pavone (Rita la zanzara). Poi attraversò gli inquieti Anni Settanta con una serie di pellicole formidabili: Mimì metallurgico, Travolti da un insolito destino, Pasqualino Settebellezze, di Lina Wertmüller; Dramma della gelosia di Ettore Scola; L’innocente di Luchino Visconti; la struggente (e a me prediletta) La prima notte di quiete di Valerio Zurlini (maestro sottovalutato). E, nei decenni successivi, l’affermazione hollywoodiana: Hannibal di Ridley Scott, accanto ad Anthony Hopkins, e i due 007 (Casino Royale e Quantum of Solace). Chi non avesse visto niente di tutto questo può andare su internet e cercare The Gentleman’s Wager, un corto che l’attore ha girato con Jude Law, regia di Jake Scott, una storia di soli sei minuti che vale un intero film. Adesso Giannini ha scritto una trascinante, gremitissima (di persone e fatti, sentimenti e pensieri) autobiografia, Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi), Longanesi. L’ho incontrato nel giardino dell’hotel Aldrovandi: «Mi piace stare seduto ai tavolini del bar come faceva Hemingway. A Roma il mio ufficio è un tavolo del bar Euclide». Non è stata una intervista. È stato come vedere in carne e ossa e sentir parlare (con la voce italiana di Jack Nicholson o di Al Pacino, due dei grandi attori doppiati da Giannini) un personaggio da romanzo. Un Moses Herzog, un Charlie Citrine (gli eroi immortali di Saul Bellow), o, ancora, il Barney Panofsky di Mordecai Richler. Uno splendido monologo. Ma ora basta con i titoli di testa. Primissimo piano di Giannini, di quel suo volto, che folgorò Vincent Canby, l’incontentabile critico del

New York Times, ai tempi di Pasqualino Settebellezze: «Giannini riesce nell’impresa di fare quelle facce, quelle espressioni, talmente forti e radicate, che ricordano le insenature del Grand Canyon». Primissimo piano dei suoi occhi che contengono tutte le sfumature del Golfo dei Poeti a La Spezia e del Golfo di Napoli, le città dove Giannini è cresciuto. Motore. Azione. I grandi sono tutti gigioni. «Ho voluto molto bene a

Vittorio Gassman. La prima volta lo vidi a una festa in casa Zeffirelli. Stava disteso su un divano, in posa da odalisca, e noi giovani attori non osavamo avvicinarci. Pensai: “Madonna, se devo diventare così meglio che cambio mestiere”. Poi lo conobbi sul set dei Picari in Spagna. Era timidissimo, fragile. Lo accusavano di essere un trombone. Era il contrario. Era gigione, certo, ma tutti i grandi attori lo sono. Brando era gigione. Nicholson (che per me è il più grande) è gigione. Nicholson mi fa morire, sullo schermo e nella vita. L’ho incontrato tempo fa in un aeroporto in America. “Cosa fai qui?”. E lui, che sembrava addormentato: “Non lo so. Non me lo ricordo. Dovevo vedere qualcuno”. A cena, Gassman mi raccontava le sue avventure di vita, tutte le cazzate che aveva fatto. Mi diceva del suo periodo americano, dell’incontro con Chaplin, del matrimonio con Shelley Winters. Poi lo ritrovai sul set dello Zio indegno. E non stava più bene. Mangiavamo nella roulotte ma non era come prima. Lui prendeva riso in bianco e acqua. Stava zitto. Cercavo di scuoterlo: “Vittorio, ma che hai? Dai, sei il leone del palcoscenico. La prima volta che t’ho visto in teatro a Napoli, facevi Adelchi, spaccavi le lance in scena”. Rispondeva: “Sono malato, la depressione è una malattia, si piglia come si piglia il raffreddore. Una mattina mi alzo dal letto, apro la porta della mia camera e la richiudo


I copioni si leggono. Anzi no. «Non avete idea di

quanto mangiava Mastroianni e di come era caro e gentile. Mi diceva: “Fare l’attore è il più bel mestiere del mondo. Peccato che bisogna leggere i copioni”. Lo annoiavano a morte. Se li portava a letto per leggerli e, dopo poche pagine, si addormentava. Diceva che La notte, il film di Antonioni che fece epoca, lui non l’aveva capito per niente malgrado ne fosse protagonista. Teorizzava che per l’attore non è necessario capire. Eppure era bravissimo. Io, invece, i copioni li studiavo fino all’ultima riga. Vengo dalle scuole tecniche, dall’Istituto Volta di Napoli. Il mio professore di fisica era stato il compagno di banco di Enrico Fermi a Pisa. Io dovevo sapere tutto. Sono stato educato col metodo scientifico. Una volta corressi anche Luchino Visconti, mentre giravamo L’innocente, che si era sbagliato su una scena. Nessuno osava contraddirlo. Gli dissi: “Luchino, guarda che nel copione e nel libro di D’Annunzio le cose non stanno come pensi tu”. Lui controllò: “Come fai a sapere tutto?”. “Perché la notte studio il copione”. Però, secondo Mastroianni, era inutile, anzi nocivo. E Mastroianni è stato un grande. Anche un altro grande, Marlon Brando, quando l’ho incontrato una volta, e gli ho chiesto quale era il suo segreto, mi disse: “Non leggere il copione”. Forse hanno ragione loro. Per inventare, bisogna saper tenere il personaggio distante, allontanarlo. Viene meglio. Detesto quegli

Negli Anni 70 Giannini girò una serie di film di grande successo con la regia di Lina Wertmüller. Tra gli altri, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (1974), accanto a Mariangela Melato (foto a sinistra). A destra, l’attore con Anthony Hopkins in una scena di Hannibal (2001)

CONTRASTO

CONTRASTO

subito. Non volevo più vedere e sentire nessuno. Mi facevo lasciare il piatto con il mangiare fuori dalla porta. Quella mattina mi si è spenta la luce». Un medico gli ordinò di mangiare la cioccolata fondente. Era sempre pieno di tavolette. Gliele compravo pure io. Ce le mangiavamo, nelle pause, seduti su un muretto».

attori che per fare un malato di Aids passano mesi in corsia a fianco a un poveretto moribondo. Diffido di chi si immedesima troppo. Qual è il metodo migliore? Non lo so. So solo che quando vide Film d’amore e d’anarchia Marlon Brando disse a Coppola: “Perché mi avete tenuto nascosto questo attore finora?”. E Billy Wilder, il mio idolo, mi vide al ristorante e mi abbracciò recitando le battute dei miei film». Le cassiere dei bar di La Spezia. «Quando ero bambino a La Spezia mi chiamavano Archimede Pitagorico. C’erano le bande dei ragazzi allora, tipo Ragazzi della via Pál. Facevamo come i cani che pisciano per segnare il territorio, lo difendevamo dalle incursioni delle altre bande. Qualcuno aveva anche il fucile e sparava pure. Allora preparai delle bombe al carburo recuperando un po’ di scorie dalle bombole esaurite che lasciavano in giro. Le mettevo in una bottiglia, Bum! Bum! Costruii anche un telegrafo così potevamo parlare a distanza con quelli di sentinella: “Tutto a posto laggiù? Vedete movimenti strani?”. Io da grande avrei voluto fare il costruttore di aerei. In sottordine l’elettronico. Appena diplomato mi chiamarono dal Brasile per lavorare sui satelliti artificiali. Però feci l’attore. Romeo e Giulietta spopolò. Quarantacinque minuti di applausi al Burgtheater di Vienna (record battuto, poi, solo da Pavarotti e Domingo). Una replica la vietavamo ai maggiori di 18 anni. Ricordo questi ragazzini che mentre stavo per prendere il veleno gridavano: “Fermo, non prenderlo”. Diventai attore per caso, mai avuto il fuoco sacro. A mia madre non interessava molto che facessi l’attore. Solo una volta che andai a cantare con Mina nello show del sabato sera mostrò un certo interesse. Mia madre tra pochi giorni compie cento anni. Legge il giornale senza occhiali e quando vado a trovarla mi dice: “Bambino mio! Che bellissimi capelli hai”. Mio padre era un tipo di poche parole. Posava cavi sottomarini. Era sempre in giro. Disegnava benissimo. Aveva fatto la guerra in Africa e se l’era vista brutta. Era un uomo pieno di regole. In casa bisognava salutarsi dicendo buongiorno o buonasera. Numerava e datava le lamette da barba che usava. Che gioia andare SETTE | 38 — 19.09.2014

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IO UL FABRIZIO DI GI

con lui a prendere le paste la domenica. Io preferivo il diplomatico. Prima di uscire mia madre mi fermava il ciuffo con la molletta. Poi ho scoperto che mio padre aveva una passione per le cassiere dei bar. Erano imponenti, prosperose, facevano da frontwomen del locale, attiravano i clienti. Quando diventai famoso, mio padre mi chiedeva foto con dedica. Erano per le sue cassiere». The King of Pesto. «Ci beviamo qualcosa? “Per favore,

una limonata, ma solo limone, senza ghiaccio. Mi raccomando”. Me l’ha ordinata il medico. Sì, lo confesso: The King of Pesto, il titolo che mi hanno dato in America dopo che spiegai, in tv, come si cucina la pasta al pesto, si è messo a dieta. Una dieta speciale. Non devo mescolare la digestione lenta con quella veloce. Non devo mai mangiare pasta condita col pomodoro (connubio che provoca una deflagrazione digestiva, tipo le bombe al carburo di Archimede Pitagorico) e mai prendere assieme latte vaccino e caffè. Mangiare è bellissimo. Nel libro svelo la ricetta della vera pasta al pesto, quella con il basilico ligure a foglia piccolina, quello timido, che cresce in una strisciolina di terra e non quello sfacciato, con le foglie larghe, spaparanzate, che si usa a Napoli e che sa di menta. Il pesto vero, quello con le patate. Fondamentali perché fanno da catalizzatrici e trattengono il calore perché il pesto è un sugo, una salsa fredda. Come mi fanno incazzare quelli che dicono: “So fare il pesto però la patata io non la metto”. Il pesto non esiste senza la patata! 32

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A sinistra, Giannini in Ti ho cercata in tutti i necrologi, il film che ha prodotto, diretto e interpretato (con Murray Abraham) nel 2013. Nella foto a destra, con Alain Delon in una scena di La prima notte di quiete (1972), il film culto di Valerio Zurlini. Giannini interpretava Spider, medico vitellone.

Gli americani volevano farmi scrivere un libro intitolato I 100 spaghetti. Non era una cattiva idea. Ma non la annoio che parlo così? Come un drogato. Gabriella Greison, che mi ha aiutato a scrivere il libro, è stata proprio brava a fare un racconto filato delle tante cose che dico. Ah, ovviamente, drogato non sono anche se lo hanno detto in giro. Così come hanno detto che sono alcolizzato perso e omosessuale. A me sarebbe piaciuto essere oggetto di tutt’altro tipo di gossip. Un gossip che, magari, mi assomigliasse di più. Genere: ho visto Giannini in un ristorante, si è mangiato tre piatti di pasta e quattro cotolette. Che bello sarebbe stato uno scoop così!». L’amore e la morte. «Le risate più belle della mia

vita me le sono fatte con Mastroianni. Ma certe volte c’è stato poco da ridere. Mi ricordo che sul set della Prima notte di quiete con Alain Delon c’era una tensione insostenibile. Il regista era Valerio Zurlini, un mio grande amico. Una volta Valerio, mollato dalla fidanzata, si mise a letto e non si alzava più. Stava lì con la flebo. Andai a trovarlo. Non lo so, forse ho l’istinto della crocerossina. È che quando una persona mi piace, mi piace anche quando sta male e cerco di aiutarla. Per Valerio ero molto preoccupato anche perché io avevo fatto un film, Il graffio dell’anima, in cui si sosteneva che è scientificamente provato che si può morire per amore in una settimana. Nel film, ero proprio quello che moriva in una settimana a causa di una delusione sentimentale. Sarà davvero così? Morire? Soffrire, forse. Sognare, forse. Comunque, avevo davvero paura che Valerio morisse. La donna per cui soffriva tanto era Jacqueline Sassard. Le francesi! Dino Risi aveva una passione per le francesi (e loro per lui). Era bellissimo Dino Risi, aveva quei capelli bianchi alla Gianni Agnelli. Aveva una gentilezza. Affascinantissimo. Lo invidiavo. Torniamo a Zurlini e alla Prima notte di quiete. Ci teneva molto a quel film. Credo che fosse autobiografico. Era la storia di un professore


OLYCOM

Quando morì Gassman mi successe una cosa strana. Mi sembrava che fosse morto un bambino. Perché eravamo due bambini». Che grande attore il vento. «Io parlo con gli alberi. E

(Delon) che si innamorava di un’allieva (la bellissima Sonia Petrova, l’avevo scoperta io vedendo a Londra un documentario su Joyce). Il finale del film era tragico. Io facevo la parte di Spider, un medico, un uomo di buone letture, amico di Delon. Un bellissimo personaggio. Il film ebbe un successo clamoroso ma, prima, sul set, Zurlini e Delon litigarono tutto il tempo con me in mezzo a fare il paciere. Non ho mai capito perché si detestassero così. Anni dopo lo chiesi a Delon. Lui, gelido, mi disse: “Questione di pelle”. Valerio non morì quella volta di mal d’amore, morì più tardi e morì male, cirrosi epatica. Non bisogna avere paura di morire. Penso sempre all’ultimo verso dell’Infinito di Leopardi: “E il naufragar m’è dolce in questo mare”. C’è una dolcezza nella morte. Ci credo sul serio. Qualche mese prima di morire, mio figlio Lorenzo mi chiese, d’improvviso, cosa succede dopo la morte. Io mi inventai lì per lì, non ero preparato, una teoria dei colori: che si passa da un colore all’altro, da una conoscenza all’altra. La morte di un giovane ti cambia la vita, il modo di dare un peso alle cose. Perché un ragazzo di 19 anni deve morire per un aneurisma?

Ospite d’onore al fianco di Mina nello show Sabato sera (1967). In televisione l’attore riscosse molto successo con David Copperfield, lo sceneggiato di Anton Giulio Majano. A destra, con Jude Law nel cliccatissimo corto The Gentleman’s Wage (2014), prodotto da Johnnie Walker Blue Label.

mi capiscono. Me ne sono accorto una volta che avevo piantato dei faggi nella mia casa di campagna. Dopo un mese erano tutti secchi. Ho cominciato a prenderli a schiaffi e gli parlavo in napoletano (mi è venuto così). “Ohì, guagliù, ma che fate? Vi voglio vedere verdi”. La settimana dopo erano tornati tutti verdi. Ai ragazzi del centro sperimentale insegno a recitare le poesie. Non lo fa più nessuno. È fondamentale. Io ho imparato tutto da Giorgio Albertazzi, ascoltandolo mentre leggeva poesie e romanzi. Ci sono altre due cose importanti che ho capito sulla recitazione. Una è una frase che diceva sempre Monicelli, una grande frase: “Quando c’è il vento, quando c’è la nebbia o la pioggia, non ti preoccupare mai: ci pensano loro a recitare per te”. L’altra cosa che ho capito sulla recitazione si chiama Effetto Kulešov. Nel 1919 il regista Kulešov fece un primo piano all’attore Mozžuchin dicendogli di guardare nella macchina da presa senza fare nessuna espressione. Poi montò quel primo piano dopo l’immagine di una tavola imbandita, dopo l’immagine di un cadavere, dopo l’immagine di una bambina che gioca. Ebbene il primo piano di Mozžuchin sembrava, di volta in volta, quello di un uomo affamato, di un uomo triste, di un uomo intenerito. Eppure l’immagine era sembra la stessa. Per cui dico ai miei allievi: “Non recitate!”. O, come dicono gli americani: “The less you do, the best you do”. Quando si recita si deve farlo il meno possibile. Ma quanto ho parlato! Sulla mia lapide vorrei scrivessero: “Giancarlo Giannini, un elettronico mancato”. Che posso aggiungere? Ah, due frasi del libro. La prima dice: “Non ho amici giornalisti, non ho amici politici, non ho amici tra le persone che contano”. La seconda dice: “Io non sono stato né ricco, né raccomandato: e ho mandato tante persone a quel paese”». Antonio D’Orrico © RIPRODUZIONE RISERVATA

SETTE | 38 — 19.09.2014

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data: 19/09/2014 pagina: 63

Da nonna Adelaide a Berlusconi Dino Zoff e una vita in verticale N

ONNA Adelaide glielo ripeteva spesso: «È passato Napoleone che aveva gli speroni d’oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto». Era stata lei, un giorno, a farne un portiere: si mise a tirare le prugne in aria, sfidandolo a prenderle al volo. Ripensando a quelle sagge parole, Dino Zoff ha scelto il titolo della sua autobiografia, in uscita oggi per Mondadori: «Dura solo un attimo, la gloria» (180 pp., 17 euro). La presenterà domenica alle 12 a “Porde-

Il bilancio amaro di una leggenda della nazionale “L’ambiente perdona tutto solo se ne celebri i riti...”

“Ho remato controvento il calcio mi chiama saggio e invece mi ha fatto fuori” DINO ZOFF

an Biabiany si ferma per un’aritmia cardiaca. ad del Parma Pietro Leonardi: a riscontrare il emerso prima per il francese, sono state le effettuate dal Milan quando il giocatore, il 1° va per passare in rossonero in chiusura del blema - ha detto Leonardi - è stato comunicato la trattativa ed è estraneo ad essa. Alla luce di amenti, il Parma ha deciso di sospendere il n periodo limitato: sarà monitorato, tornerà n ci sarà nessun rischio per la sua salute».

CALCIOPOLI

Se avessero chiesto a me, avrei detto in 5 minuti che non andava assegnato lo scudetto all’Inter

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ollerabili”

i in possesso zze, bastoni, oni hanno agno dell’imsteward, poi coverato con turata e una rni. La polizia ervenire più

DA OGGI IN LIBRERIA “Dura solo un attimo, la gloria” (Mondadori, 180 pagine, 17 euro)

le sue mani diventare un francobollo di Guttuso, uno che ha giocato a scopone con Pertini, sorriso con Wojtyla, ricevuto le solite telefonate all’alba dall’Avvocato. Nel capitolo che pubblichiamo in anteprima, l’ex ct azzurro racconta di come il calcio lo abbia emarginato dopo l’Europeo 2000, perso al golden gol con la Francia, quando si dimise in polemica con Berlusconi che lo aveva accusato: «È indegno». Parole che Dino non ha mai dimenticato.

La biografia

y, stop per aritmia cardiaca

NTRI ussi llati rno dello poi cariche trà Cska gli steward enti. Il 3 o scorso, di Napoliina, il colpo la che e poi ucciso posito

nonelegge” dialogando col premio Strega Francesco Piccolo. C’è un velo d’amarezza che traspare già dal titolo, se a parlare della fugacità degli onori è lui, il Mito che ha giocato a calcio per quasi quarant’anni, undici senza saltare una partita, uno che ha alzato la coppa del mondo e visto

rapidamente, la linea tacita imposta dall’alto è di provare a risolvere le situazioni di criticità senza l’intervento delle forze dell’ordine, per non riflettere l’immagine di stadi militarizzati. «L’Uefa non può tollerare queste scene», sbotta il segretario generale Infantino, «ma delle sanzioni si occuperà la disciplinare». Che il 22 settembre potrebbe vietare le trasferte per uno o più turni al Cska. Intanto però il decreto sicurezza sembra scivolato senza risultati, del piano “Roma capitale sicura” non si parla più. Oggi l’Uefa deciderà se affidare a Roma l’ospitalità un intero girone degli Europei del 2020. Intanto, le notti dell’Olimpico continuano a far paura. © RIPRODUZIONE RISERVATA

570 PARTITE IN A Dino Zoff, 72 anni, vanta 570 gare in A (4° di sempre) e 112 in azzurro (4°) Ct dell’Italia dal ‘98 al 2000, ha poi guidato la Lazio (2001) e la Fiorentina (2005)

E

ACCADDE l’inevitabile. Il mondo del calcio non mi perdonò quella mossa. E mi fece fuori. In un primo momento il telefono continuava a squillare. Mi piovevano addosso complimenti di ogni sorta, quelli autentici e sentiti di quanti avevano capito il senso della mia decisione, e quelli un po’ ipocriti di chi ci aveva voluto leggere un significato politico. Poi, piano piano, i complimenti lasciarono spazio al silenzio. E mi resi conto che ciò che avevo previsto si stava lentamente realizzando: il mondo del calcio, il mio mondo, mi stava respingendo come un corpo estraneo. Avevo fatto qualcosa di imperdonabile, di non previsto dal codice non scritto che regola la vita del pallone. Quello che in gergo chiamiamo l’”ambiente” è pronto a perdonare qualsiasi reato, colpa o vizio, a patto, però, che tutto rimanga “all’interno”, che tutto venga processato e metabolizzato dai suoi “organi interni”. Puoi corrompere arbitri, vendere partite, insultare, picchiare, commettere qualunque nefandezza, ma finché ti dimostrerai pronto a restare all’interno del sistema, finché sarai disposto a celebrare i suoi riti. Allora potrai contare sull’assoluzione o, quantomeno, sulla clemenza della corte. E un posto per te, da qualche parte, in qualche commissione, in qualche anfratto della macchina burocratica che tutto sostiene, si troverà sempre. Appena, però, qualcuno rompe lo schema e si ribella, fosse anche solo per difendere la propria dignità, allora viene rapidamente espulso, e con violenza. La violenza stupida e involontaria degli automi. Il fatto era che, di colpo, risultavo “inaffidabile” per il sistema. Zoff inaffidabile. Una specie di ossimoro, a pensarci bene. Perciò mi ritrovai, poco più che sessantenne, tagliato fuori da quella che pensavo fosse la mia vita. (...) A dire il vero, la storia delle dimissioni dalla nazionale, il conflitto con Berlusconi e i berlusconiani, e i giochi di potere dentro la federazione furono solamente una delle cause della situazione in cui mi ero venuto a trovare. E sinceramente, credo, nemmeno la più rilevante. C’era un problema, come dire, antropologico, culturale, alla base della mia “espulsione” dal mondo del calcio. Me ne sono accorto tardi, l’ho capito lentamente. (...) Gli insulti a Bearzot, i riconoscimenti postumi e tardivi a Scirea erano segnali chiari, che forse avrei dovuto cogliere prima in tutta la loro potenza.

E invece... Oggi mi guardo intorno e ho l’impressione di non aver influito, di non aver cambiato niente, di aver remato controvento per quarant’anni. E basta. Mi dicono che sono entrato nella Storia, che sono un monumento. Mi viene da ridere. Parlano di coppe e di trionfi, ma quelli sono solo miei e dei miei compagni di squadra. come campione ho fallito la mia missione. La Storia è un’altra cosa, e i monumenti, quando non fanno una brutta fine per motivi politici, di solito finiscono per essere poco più che arredo urbano, habitat per piccioni, o cose del genere. La verità è che ho vinto qualche coppa, ho battuto molti record, ma non ho lasciato il segno, e il tempo si porterà via tutto, come una folata di vento in autunno spazza le foglie del parchetto sotto casa, dove adesso gioca a palla mio nipote. E mi viene da ridere anche quando mi chiamano “saggio”. Perché in quella parola — che a un certo punto avevano affibbiato anche a Bearzot, ovviamente dopo essere stati costretti a rimangiarsi quell’altra, “vecchio”, con cui lo sbeffeggiavano — c’è tutta l’ipocrisia del calcio e, per estensione, del paese. Se per qualche motivo hai una storia non trascurabile, e però non sei un “personaggio”, non fai notizia, non strepiti cose bislacche, non sei funzionale a qualcuno, allora diventi un “saggio”. (...) Le “istituzioni” ti invitano, quando se lo ricordano, a qualche cerimonia commemorativa, ma per lo più ti ignorano. Poi, quando invece ci sarebbe bisogno della tua “saggezza”, allora spariscono tutti. Perché, in realtà, è proprio la saggezza che gli fa paura. Penso a quello che è successo nel 2006 con Calciopoli. Uno degli scandali che ciclicamente scuotono il mondo calcistico e mettono in mostra quanto sbagliato sia il sistema. Avevano bisogno di un saggio — così dissero — per decidere cosa fare a proposito dell’assegnazione dello scudetto. Invece, fecero in modo di arruolare gente che tutto era fuorché saggia, benché così li chiamassero. Se avessero chiesto a me, glielo avrei detto in cinque minuti che non aveva senso assegnare lo scudetto all’Inter. Se il campionato era stato falsato, era falsato e basta. Come se non si fosse disputato. Ma a me nessuno ha chiesto niente. E i “saggi” decisero che lo scudetto andava assegnato all’Inter. Sarà un caso che da dieci anni quella decisione continua a far discutere? E i “saggi” che ne dicono? Meglio non chiederglielo. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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STAMPA .LA VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014

DOMANI SU TUTTOLIBRI

Le torri di Pynchon Nel nuovo romanzo tutti i complotti dell’11 settembre. Alaa Al-Aswani: nel mio Egitto continua a soffiare il vento della libertà. Andrea De Carlo, Margaret Atwood, Corrado Augias, Katherine Pancol e Kim Thúy tra gli ospiti di Pordenonelegge. Tra cinema e libreria, il trionfo di Colpa delle stelle. Diario di lettura: Vittorio Sermonti e la favola di Ovidio.

CULTURA SPETTACOLI

&

ELISABETH BECK-GERNSHEIM

A

gli inizi del XXI secolo, in tutto il mondo assistiamo all’insorgere di molteplici fo r m e d’amore mediate a livello globale (Internet, Netscape ecc.) e di famiglie miste, dai matrimoni di migrazione ai lavoratori migranti interni, dalle relazioni alle famiglie transnazionali, sino ai genitori transnazionali. In questa ampia gamma di costellazioni familiari, che trascendono i confini nazionali, culturali, etnici e religiosi, si distinguono due principali tipologie. Nella prima tipologia rientrano i membri della famiglia che vivono insieme nello stesso luogo, pur provenendo da background differenti, a livello nazionale ecc. (per esempio una coppia che proviene da due nazioni differenti, lui francese, lei inglese, entrambi vivono con i figli a Parigi). La seconda tipologia riguarda le famiglie i cui membri appartengono tutti allo stesso gruppo nazionale, ma sono andati a vivere in Paesi o persino continenti diversi (per esempio una coppia messicana che vive e lavora negli Stati Uniti, mentre i loro figli sono rimasti nelle aree rurali del Messico). LA «COSMOPOLITIZZAZIONE»

Un’interconnessione basilare tra Noi e Loro, un coinvolgimento con l’Altro globale Per caratterizzare le molteplici e diverse forme di famiglie nel mondo, suggeriamo l’impiego del termine generico «cosmopolitizzazione». Questo termine va oltre il significato di globalizzazione o transnazionalismo. La cosmopolitizzazione fa riferimento a una relazione più profonda, più intima e personale. Indica un’interconnessione basilare tra «Noi» e «Loro», un «coinvolgimento» con l’Altro globale. Significa che ci siamo avvicinati a quelli che sono etichettati come «altri» - gli stranieri, gli estranei ecc. - e «loro» si sono avvicinati a noi. Questo processo di cosmopolitizzazione avviene in diversi aspetti delle nostre vite quotidiane, dal lavoro all’area educativa, dal tempo libero all’amore, e avviene che ci piaccia o meno. Riguarda gli uomini e le donne, migranti e nativi. Non interessa solamente una piccola élite di persone istruite, sofisticate, culturalmente ambiziose ed economicamente ben posizionate. Anzi, va molto oltre, coinvolgendo molto spesso le vittime della violenza e della miseria economica a livello globale. Alcuni sono benestanti ma la maggior parte no, alcuni possiedono titoli accademici, alcuni sono a mala pena istruiti, molti sono in fuga da persecuzioni e povertà, speranzosi di creare un futuro migliore altrove. E ovviamente la cosmopolitizzazione fa parte dell’era dell’interconnessione, laddove l’interazione assume diverse forme: dalle relazioni personali dirette, faccia a faccia, a modalità indirette e mediate come la tv, i film, Internet. Ciò che ne deriva raggiunge nel profondo le nostre vite personali, i nostri territori mentali ed emozionali. Che sia la maggior parte della popolazione o un gruppo minoritario, che siano nativi o migranti, le identità delle persone vengono segnate. Vengono messe in moto delle trasformazioni interiori, alle volte in modo sottile alle volte in modo più evidente e diretto. Le convin-

L’amore ai tempi della globalizzazione La famiglia transnazionale, composta da persone di Paesi diversi o che vivono in Paesi diversi, segna l’identità dei suoi membri determinando trasformazioni interiori ma anche conflitti culturali

Domani a Pordenonelegge Il testo che anticipiamo in questa pagina è una sintesi della lezione che la sociologa e psicologa tedesca Elizabeth Beck-Gernsheim, autrice con il marito Ulrich Bech del libro L’amore a distanza. Il caos globale degli affetti (Laterza), terrà domani a Pordedonelegge, alle ore 19, nell’Auditorium Vendramini. La XV edizione del festival è in programma fino a domenica, scandita da oltre 250 eventi con 363 autori, 33 anteprime letterarie e 15 percorsi espositivi, con una trentina di location nel centro storico di Pordenone. Tra gli ospiti di oggi Paolo Di Paolo, Fabrizio Gifuni, Etienne Klein, Mauro Corona, Francesco Piccolo, Vito Mancuso, Massimo Recalcati, Ulrich Beck, Margaret Atwood, Gianni Biondillo, Corrado Augias, Gianrico Carofiglio, Umberto Eco, Giorgio Fontana, Hanif Kureishi, Alessandro Bergonzoni. Programma completo su www.pordenonelegge.it

zioni religiose, le ideologie politiche, le speranze e le ambizioni personali iniziano a cambiare. L’amore cosmopolita e le famiglie mondiali incarnano gli antagonismi del mondo e questi antagonismi sono elaborati al loro interno. Non tutte le famiglie interpretano ogni tipo di antagonismo, ma la maggior parte delle famiglie ne rappresentano alcuni. Per esempio, nelle coppie di due nazionalità, le tensioni politiche tra i rispettivi Paesi possono tradursi in conflitti personali; mentre nelle famiglie di immigrati le tensioni tra il centro e la periferia, tra l’Occidente e «tutto il resto» possono emergere e creare irritazione, risentimento o aperta ostilità. Ne deriva che all’interno della stessa famiglia possiamo trovare - e di fatto spesso troviamo - persone dal profilo culturale apertamente contrastante. All’interno della stessa famiglia può

esservi un padre rigorosamente fondamentalista; una madre semiscolarizzata e semireligiosa; una figlia profondamente antireligiosa e antipatriarcale; in aggiunta un figlio giovane, fondamentalista, nato in un Paese occidentale e dalle convinzioni fortemente anti-occidentali. Con la cosmopolitizzazione intesa in questo senso e l’«Altro» nel mezzo, le convinzioni, le norme e le idee radicate divengono aree di contesa. La «fine delle distanze geografiche» può non marcare l’inizio della pace eterna, quanto piuttosto la proliferazione di scontri e guerre culturali. Sorgono sempre più controversie e alle volte esplodono, in aree diverse, anche nell’amore e nella vita familiare: cosa è giusto e cosa è sbagliato, decoroso o osceno? Come definiamo il dovere morale? La tradizione deve essere onorata e obbedita, o entra in conflitto con i diritti umani fondamentali? L’omosessualità rappresenta un’indole perversa e un atto criminale degno di essere disprezzato, punito e proibito, o uno stile di vita che va accettato e rispettato? Per quanto riguarda i matrimoni concordati: rappresentano un diritto e una responsabilità dei genitori o un atto di crudele oppressione derivante dai giorni bui del patriarcato? In questo modo, le famiglie del mondo possono diventare terreno di scontro, dove narrative e miti nazionali contrastanti, con tutti i rispettivi angoli oscuri e le loro interpretazioni, si confrontano reciprocamente. Che si tratti di controllo e sfruttamento coloniale, violenza a scapito delle minoranze o guerre di conquista ai danni delle nazioni confinanti: nell’amore e nelle famiglie cosmopolite, il personale è politico e il politico è personale. La storia è attuale, viva e talvolta esplosiva.


ione monetaria

ha messo in luce tutti i ritardi del processo di unificazione del più grande progetto economico e sociale del dopoguerra. E ora chi vuole abbandonare la moneta unica sembra

ATTORE, REGISTA E CANTASTORIE A sinistra l’attore e autore Toni Laudadio. Sopra, il libro «Come un chiodo nel muro»

Quel penalista che perse l’anima negli inferni della malagiustizia Nel noir dell’attore-scrittore si scandaglia il tema del dubbio processuale «Amo i russi e Calvino, indago la rabbia e reciterò la morte di Pasolini» ::: SIMONE PALIAGA PORDENONE

olisti, come ma fase, è infastidiosa. Millet i due l centro del e Maria a antini la prea che prega nte di un filo

■■■ Un avvocato penalista, fanatico del-

do saranno si i passanti vano quella rtista era anlla capanna

dei simboli, e le figure plici. Pastori nari briannche qual-

L'euro ha dodici anni di vita, è una moneta unica ma non unita. Sommella lo indaga senza pregiudizi. Ai primi di ottobre sarà presentato al Movimento Federalisti Europei.

Toni Laudadio

data: 19/09/2014 pagina: 25

o aveva diegantini era suo quadro glio a Ponte oronato da nso, così disità alla Turpiccoli dilethanno avno a impacli. Un cielo errebbe vocartoline di mandarle a nti che Milae una città

xelles». E' questa la tesi centrale del suo saggio L'euro è di tutti. Istruzioni per cambiare l'Europa e ridurre le diseguaglianze, scaricabile dal web su europaquotidiano.it e nelle

che grande dama è passata sulle sue tele, ma sono signore lombarde molto dignitose, sobrie. Davvero Segantini è l'anti Boldini, non c'è una sola concessione alla mondanità,allusso,all'apparenza. Tutto torna nell’opera omnia di Segantini. Anche l'abbigliamento che pare folle nella sua casualità della pittrice sulla metropolitana è così segantiniano nel suo essere reale. Soprattutto se raffrontato alle sue coetanee fresche di parrucchiere che spingono i loro carrelli della spesa con lo stesso sussiego snob delle dame piumate ritratte da Boldini.

la giustizia, in meno di una settimana arriverà a un segreto che ne getterà in frantumi l’ identità. In un mondo dove criminalità e male scuotono dall'innocenza, si ambienta Come un chiodo nel muro dell'attore e scrittore Tony Laudadio da oggi in libreria per Bompiani (pp.364, euro 17,50), e che sarà presentato a Pordenonelegge domenica 21 alle ore 11 presso il Palazzo Badini con Francesco Mari e Francesco Durante. Il suo libro Laudadio può definirsi un giallo? «Detesto la distinzione di genere. Il mio,se così si può dire, è un noir .E'un'indagine su un panorama umano particolare dove mi sforzo di mostrare come i personaggi lavorano su se stessi». Qual è questo panorama umano? «Mi interessa scandagliare quella zona grigia che si estende tra il male e il bene a cui sono abituate le persone per bene. Insomma provo a portare allo scoperto quello spazio descritto bene in Gomorra da Roberto Saviano…». Quale rapporto c'è tra le due sue attività,attore escrittore? «Non ho mai risolto questo rapporto. Fare l'attore mi impone di entrare nella testa dei personaggi che interpreto. E questa capacità la uso anche quando scrivo. Teatro e letteratura sono come compagni di merenda». E in cosa invece si distinguono? «La differenza è nell'uso del corpo. Quando sono sulla scena mi muovo, cammino, agito le mani. Il mio corpo è in azione. Accade il contrario quando mi trovo dinanzi a una tastiera. Lì sono co-

stretto invece a stare immobile». La letteratura ha un ruolo civile? «Se lei con ruolo civile intende un lavoro di denuncia di situazioni degradate, di scandali, di corruzione allora le dico di no. La letteratura non ha certo come scopo primario questo. Non è il suo ruolo essere engagée, come si diceva un tempo. Se invece con l'idea di ruolo civile si intende occuparsi di temi alti allora certamente sì… essi sono il suo pane». Sta lavorando a un film su Pasolini? «Di David Grieco. Sulla morte dello scrittore, che propone una visione nuova e inquietante della sua fine. Reciterò la parte dell'avvocato, del cattivo». Pasolini è un autore che ama?

A «PORDENONELEGGE»

Il duo Miska Ruggeri/Canfora tra Grossman, Eco e Mancuso Pordenonelegge è arrivata alla sua 15a edizione attestandosi tra le più influenti manifestazioni culturali della penisola. Ospiterà quest’anno 363 autori, 250 eventi , 15 percorsi espositivi e 33 anteprime letterarie. Nel fine settimana tra le vie del capoluogo della Bassa friulana sfileranno autori del calibro di David Grossman, Jamaica Kincaid, Hanif Kureishi, Umberto Eco, Vittorio Sgarbi, Giulio Giorello e Vito Mancuso. Tra gli appuntamenti di sabato si segnala alle ore 11.30 il dialogo tra la nostra firma Miska Ruggeri e Luciano Canfora su L’antichità dimenticata. Filosofi, maghi e profeti S.PAL.

«Non è stata una lettura adolescenziale. L'ho scoperto da adulto. Mi affascina di lui è il suo essere cross over, la capacità che aveva di muoversi tra i confini, tra cinema e letteratura.Ne ammiro la capacità di leggere le trasformazioni sull'Italia di quegli anni». Quali sono gli scrittori che più l'hanno influenzata? «Due su tutti. Sicuramente Fedor Dostoevskij e Italo Calvino. Naturalmente nemmeno mi sfiora l'idea di paragonarmi a loro. Di entrambi però ammiro degli aspetti. Del russo mi affascina la sua capacità di indagare l'anima degli uomini; dell’italiano la sua abilità nel muoversi dentro il gioco della narrazione». Ci sono degli autori italiani che sente particolarmente affini? «Le mentirei se le dicessi di sì. Stimo Francesco Piccolo, Antonio Pascale, Roberto Saviano ma ho sempre deciso di distanziarmene. I miei lavori, per esempio, non sono ambientati in Campania e preferisco battere la mia strada. Che cos'è la rabbia che nel suo romanzo è così centrale? «E' un ingrediente civile. A Giustino Salvato, il protagonista del mio libro, sgorga dal cuore. Nasce nel momento in cui si entra in contraddizione con se stessi, come capita al mio protagonista. La rabbia diventa così la sintesi di tutte le inclinazione di un uomo». E in quella zona grigia che lei ci racconta come si sopravvive? «Non esiste una regola universale .Certo se uno è onesto di suo sa già cosa fare. Ma se qualcuno si trova per sua indole tra il bene e il male la sola soluzione che gli rimane è seguire la sua natura, essere fedele a se stesso. E' la sola ricetta per non tradire noi stessi».


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tempo

LIBERO

ARTEMUSICAEVENTISAPORILUOGHIAPPUNTAMENTI DI LORENZO MARCHIORI

U

na festa per tutti i gusti, con i libri serviti al posto delle portate gastronomiche. Dai prodotti a chilometro zero o artigianali, ai più esclusivi autori internazionali. Il finesettimana di Pordenonelegge sarà meta degli appassionati della lettura e della scrittura. Dopo gli ospiti dei primi giorni dall’israeliano David Grossman all’inglese Michael Dobbs, che ieri ha presentato in anteprima italiana il romanzo House of Cards 2 (ed. Fazi) - la Festa del libro e degli autori proporrà a partire da oggi un ricco menù di incontri che saprà soddisfare l’interesse e la curiosità di un pubblico eterogeneo e diversificato. Oggi, per il progetto "La mappa dei sentimenti", sarà presentata l’opera collettiva di 8 autori che hanno scritto per il pubblico del festival altrettanti racconti inediti: Marcello Fois, Tullio Avoledo, Antonio Pascale, Rossella Milone, Laura Pugno, Michele Mari, Giulio Mozzi e Valeria Parrella racconteranno rispettivamente l’inquietudine, l’odio, la felicità, la gelosia, l’amicizia, l’invidia, la speranza, l’amore. Fra le anteprime letterarie odierne, quelle dei libri di Armando Massarenti che spiega, attraverso le sue “Istruzioni per rendersi felici” (Guanda) come dalla filosofia antica possa arrivare l’ispirazione per coltivare il proprio orto di felicità terrena, e di Bianca Leoni Capello (ore 11.30, Ridotto del Teatro Verdi), al secolo le autrici Lorenza Stroppa e Flavia Pecorari, alla terza tappa della loro saga fantasy “Dark Heaven” per Sperling & Kupfer. Saranno invece Gian Arturo Ferrari e Pierluigi Battista, intervistati dal direttore artistico di Pordenonelegge Gian Mario Villalta, a indagare la “Missione del libro: capire, conoscere, preservare”, mentre il cartoonist Silver – il "papà" di Lupo Alberto – festeggerà i 40 anni della sua creatura. Si parlerà anche di filosofia, economia, ambiente, mentre la giovane scrittrice ceca Petra Soukupova presenterà i suoi tre racconti del libro "Sparire", edito in Italia da Atmosphere. In sera-

ISTRANA (TV)

Venerdì 19 settembre 2014

MESTRE

"Confini 11", si presenta la nuova fotografia italiana

GUSTO

COMICBOOKFESTIVAL

Venezia,30 metridi bontà Treviso capitale del fumetto mondiale a due passi da Piazzale Roma Claudio De Min a pagina 28

Gasparin a pagina 26

Prosegue il percorso espositivo di Confini 11: dopo Roma, Milano, Genova, Torino, Trieste, Cosenza e Catania è la volta di Mestre. Sarà aperta fino al 5 ottobre al Centro la Rassegna ItaVenerdìCandiani 19 settembre 2014 liana di Fotografia Contemporanea, principale appuntamento per MESTRE Prosegue il percorso espositivo di Confini 11: dopo Roma, Milano, Genova, Torino, Trieste, Cosenza e Catania è la volta di Mestre. Sarà aperta fino al 5 ottobre al Centro Candiani la Rassegna Italiana di Fotografia Contemporanea, principale appuntamento per

Friedman e i segreti del "Gattopardo Italia"

PG

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Da Venezia a Trieste musei aperti di notte a un euro Musei statali aperti fino a notte inoltrata al costo di un solo euro, domani per le Giornate Europee del Patrimonio 2014. L’iniziativa riguarderà i musei di Adria, Este, Fratta Polesine, Portogruaro, Quarto d’Altino, Villa Pisani, Aquileia,

far conoscere nuovi autori e nuove sensibilità espressive. Il progetto viene diffuso in rete col sito “Photographers” che offre strumenti on line semplici e avanzati di invio dei lavori, oltre alla possibilità di avere visibilità sul web anche agli esclusi dalla selezione.

Allo stand del Gazzettino le poesie diBergonzoni

PORDENONE - Oggi pomeriggio alle ore 18.30, allo Spazio ITASincontra in Piazza della Motta, a presentare il libro "Ammazziamo il Gattopardo", con il giornalista e conduttore televisivo Alan Friedman, ci sarà il direttore del Gazzettino Roberto Papetti. Si discuterà della situazione economica e sociale del Paese, dagli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata a una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche vicende degli ultimi anni.

Cividale e il parco e il castello di Miramare, oltre alla Ca’ d’Oro, l’Accademia e Palazzo Grimani a Venezia. Con l’iniziativa il Ministero intende riaffermare nell'opinione pubblica il ruolo centrale della cultura nelle dinamiche sociali.

Allo stand del Gazzettino Avanguardieitaliane le poesie allaGuggenheim diBergonzoni

Una esposizione dedicata all’esperienza di Azimut\h con opere di Manzoni, Castellani, Fontana e Burri

Musei s inoltrat euro, do Europe L’iniz musei d Polesin d’Altino

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Una e con op

GENIALE AFFABULATORE Alessandro Bergonzoni

Pordenonelegge, una festa con i big della letteratura Oggi di scena otto scrittori con la mappa dei sentimenti e una maratona di poesia domani tocca a Margaret Atwood, Hanif Kureishi, Corrado Augias. Premio a Eco ta è prevista la maratona di poesia con Michelangelo Camelliti, Roberto Galaverni, Gian Mario Villalta e letture dei poeti editati per la nuova Collana Gialla di Pordenonelegge e Lieto Colle: Tommaso Di Dio, Giulia Rusconi, Clery Celeste, Giulio Viano. Anteprime di domani saranno quella della canadese Margaret Atwood, in dialogo con Tullio Avoledo, l’anglo pakistano Hanif Kureishi col nuovo romanzo "L’ul-

tima parola", Corrado Augias e Pierluigi Cappello che pubblica per Rizzoli un libro di filastrocche per bambini. E ancora, Paolo Mieli, Concita De Gregorio, Mauro Corona, anche se mancherà, per cause di forza maggiore, lo svedese Fredrik Backamn, che doveva dialogare con lui. Anteprima anche per l'incontro con Gennaro Sangiuliano che porta al festival l'ultimo saggio scritto a quattro mani con Vittorio Feltri: “Il Quarto Reich, come la Germa-

DOMENICA

I READING

PREMIATO Umberto Eco è tra gli ospiti più prestigiosi della rassegna 2014

Fiaticorti, 700 film in gara da 51 paesi

Da Ve

far conoscere nuovi autori e nuove sensibilità espressive. Il progetto viene diffuso in rete col sito “Photographers” che offre strumenti on line semplici e avanzati di invio dei lavori, oltre alla possibilità di avere visibilità sul web anche agli esclusi dalla selezione. DOMANI

"Confini 11", si presenta la nuova fotografia italiana

L’INCONTRO

Le autobiografie di Zoff e Giannini

DOMA

fascicolo nazionale

Covacich-Golino ed Erri De Luca

VERONA

FESTA Città tutta tinta di giallo, il colore ufficiale di Pordenonelegge. Nella pagina a sinistra, uno degli affollato incontri con gli scrittori nia ha sottomesso l'Europa”. E alle 18.30 al Teatro Verdi premiazione di Umberto Eco con a seguire la sua lectio magistralis dal titolo Storia e letteratura Spazio alle autobiografie domenica, con due incontri che avranno protagonisti due italiani ammirati anche all’estero rispettivamente per lo sport, Dino Zoff, e per il cinema, Giancarlo Giannini. Mauro Covacich, invece, con suo nuova libro "La sposa" (Bompiani) sarà introdotto dall’attrice Valeria Golino. Tra gli altri eventi, Vittorio Sgarbi terrà una lezione sull’arte. Sul fronte straniero, la giornata conclusiva vedrà tra l’altro l’americana Jamaica Kincaid tornata a scrivere dopo anni di silenzio con

una storia di divorzi che farà riflettere e discutere, la vietnamita Kim Thuy, autrice del delicato "Nidi di Rondine", la francese Katherine Pancol e il suo "Muchachas", Caleb Crain che in "Errori necessari" parla della Praga nel periodo successivo alla Rivoluzione di Velluto come luogo di liberazione anche sessuale, Nicolai Lilin che presenterà il nuovo romanzo "Il serpente di Dio". A chiudere il festival, domenica sera, sarà Erri De Luca con l'anteprima de “La musica provata”, per le musiche live di Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. Sul sito del festival www.pordenonelegge.it l’orario di ogni incontro.

PORDENONE - Si chiama "L’amorte" ed è il primo libro di poesia di Alessandro Bergonzoni (ed. Bompiani) che sarà presentato domani sera alle ore 21 al teatro Verdi. Nel pomeriggio, alle ore 16 allo stand del Gazzettino in corso Vittorio Emanuele II, l’attore e scrittore incontrerà il pubblico di Pordenonelegge in una conversazione assieme al giornalista Lorenzo Marchiori. "L’amorte" può essere la dimostrazione che, a forza di «praticare l’inesistente che c’è», non ci si riduce, anzi, ci si spande e si dilaga. Con quest’opera Bergonzoni riparte, ancora, per una delle sue prime incalcolabili volte. Una scrittura piovana, anfibia e incrociata, di chi si sente «più autorizzato che autore, più scritturato che scrittore, perché il pensiero è frequenza e a noi è concesso captarla, riceverla, farla abitare».

FESTA Città tutta tinta di giallo, il colore ufficiale di Pordenonelegge. Nella pagina a sinistra, uno degli©affollato incontri con gli scrittori riproduzione riservata

E’

DI ENZO DI MARTINO

molto evidente la continua crescita di attenzione della critica, ma anche del mercato, attorno alle neoavanguardie artistiche italiane ed europee apparse sulla scena tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Lo documenta anche la mostra “Azimut\H.Continuità e nuovo” che, a cura di Luca Massimo Barbero, la Collezione Peggy Guggenheim dedica alla storica esperienza di Azimut\h, cioè della rivista e della galleria fondate a Milano alla fine del 1959 da due artisti, Piero Manzoni (1933-1963), quello della “merda d’artista”, ed Enrico Castellani (1930), noto per le sue celebri “estroflessioni”. E’ stata in effetti una esperienza breve e radicale che sembrava voler azzerare tutte le precedenti concezioni dell’arte, pur nella dialettica di “continuità e nuovo”, come scriveva lo stesso Castellani nel secondo ed ultimo numero della rivista nel 1960. Una stagione intensa e fulminea, in grado tuttavia di collegarsi con esperienze consimili e contemporanee, come ad esempio il New Dada americano, vale a dire Jasper Johns e Robert Rauschemberg, o il Gruppo Zero, fondato a Dusseldorf nel 1957 da Heinz Mack e Günther Huecker. Nella mostra, accanto alle opere storiche dei due artisti italiani, compaiono anche i lavori di altri protagonisti idealmente assonanti con Azimut\h, come Lucio Fontana – una sorta di

TEOLO (PD) nia ha sottomesso l'Europa”. E una storia di divorzi che farà Inmostraperilcentenarioidipintielesculture alle 18.30 al Teatro Verdi premia- riflettere e discutere, la vietnamizione delfilosofoDino di UmbertoFormaggio,maestrodiCacciari Eco con a ta Kim Thuy, autrice del delicato Dinola Formaggio non fu solo filosofo, critico d’arte,"Nidi docente di Rondine", la francese seguire sua lectio magistralis di Estetica (fra i suoi allievi vi fu anche Massimo Cacciari), Pancol e il suo "Muchadal titolo Storia e letteratura pro-rettore dell’università di Padova negli anni diKatherine piombo: centenario della nascita il Museo d’arte contemporanea chas", Spazionel alle autobiografie domenia lui dedicato a Teolo, sui Colli Euganei, promuove da Caleb Crain che in "Errori domani al 2 novembre una mostra ("L’arte - il senso di una parla della Praga nel ca, con due incontri che avranno necessari" vita") che ne illustra anche le realizzazioni artistiche. Acquerelli, due disegni, oli, sculture appartengono e rappresenperiodo successivo alla Rivoluzioprotagonisti italiani ammiratano i momenti più intimi ma anche più significativi della ne di Velluto come luogo di ti anche all’estero rispettivamensua esistenza, dai ricordi dell’infanzia e della giovinezza (i paesaggi di Marzio o Borgio Verezzi, i ritratti dei genitori o anche sessuale, Nicote perdeilosuoi sport, Zoff, persimboliche il liberazione piccoli Dino allievi) fino alle e figure del suo percorso filosofico, come il "Prometeo" o il "Don Chisciotte". ARTISTA Dino Formaggio che Epresenterà il nuovo cinema, Giancarlo Giannini. lai LilinFILOSOFO Mauro Covacich, invece, con suo romanzo "Il serpente di Dio". nuova libro "La sposa" (Bompia- A chiudere il festival, domenica ni) sarà introdotto dall’attrice sera, sarà Erri De Luca con Valeria Golino. Tra gli altri even- l'anteprima de “La musica provati, Vittorio Sgarbi terrà una lezio- ta”, per le musiche live di Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. ne sull’arte. Sul fronte straniero, la giornata Sul sito del festival www.pordeconclusiva vedrà tra l’altro l’ame- nonelegge.it l’orario di ogni inricana Jamaica Kincaid tornata a contro. scrivere dopo anni di silenzio con © riproduzione riservata

TEOLO (PD)

GENIALE AFFABULATORE “padreBergonzoni putativo” del gruppo Alessandro

IN MOSTRA Piero Manzoni con le "scatolette". Sotto, estroflessione di Castellani

presente con i “buchi” di un “Concetto spaziale” del 1952, ed Alberto Burri, del quale viene esposta una “Combustione” del 1960. Ma vi sono anche gli americani Johns e Rauschemberg, con lavori degli anni Cinquanta, ed i francesi Yves Klein, con un “Monocromo blu” del 1958, e Jean Tinguely, con una piccola macchina mobile. Il vento del cambiamento dell’arte nel dopoguerra - che in Italia aveva avuto inizio già nel 1946 a Venezia con il Fronte Nuovo delle Arti ed a Roma l’anno successivo con il gruppo di Forma – spirava in effetti in tutto il mondo. Ed è davvero importante che un Museo americano come la Collezione Guggenheim dedichi una mostra alla più radicale neoavanguardia dell’arte italiana del dopoguerra.

PORDENONE - Si chiama "L’amorte" ed è il primo libro di poesia di Alessandro Bergonzoni (ed. Bompiani) che sarà presentato domani sera alle ore 21 al teatro Verdi. Nel pomeriggio, alle ore 16 allo stand del Gazzettino in corso Vittorio Emanuele II, l’attore e scrittore incontrerà il pubblico di Pordenonelegge in una ©conversariproduzione riservata zione assieme al giornaLA MOSTRA lista Lorenzo Marchiori. "L’amorte" può essere la dimostrazione che, a forza di «praticare l’inesiSono in mostra anche opere di Bonalumi, Dadamaino, stente che c’è», nonGianni ci si Colombo e di alcuni esponenti del Gruppoci N di Padova quali riduce, anzi, si spanBiasi, Anceschi, Boriani e de e siMassironi. Con Finodilaga. al 19 gennaio, apertura 10-18 tutti i giorni escluso il quest’opera Bergonzoni martedì. Catalogo Marsilio. Oggi alle 12 conversazione riparte, ancora, per una tra Heinz Mack, fondatore del movimento tedesco Gruppo delle sueZeroprime (1957-1966)incalcoe il curatore Luca Massimo Barbero. labili volte. Una scrittura piovana, anfibia e incrociata, di chi si sente «più autorizzato che autore, più scritturato che scrittore, perché il pensiero è frequenza e a noi è concesso captarla, riceverla, farla abitare».

IN MOST

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data: 22/09/2014 pagina: 96

Sito web: www.mondadori.it

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data: 19/09/2014 pagina: 32


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R2 CULTURA

la Repubblica SABATO 20 SETTEMBRE 2014

L’analisi

Di fronte alle sfide di scetticismo e tecnocrazia Ulrich Beck immagina un’altra Ue: cosmopolita, fondata sui centri urbani più che sugli Stati ULRICH BECK

OS’È esattamente l’Europa? L’Euro-

C

pa non è una condizione fissa, non è un’unità territoriale, non è uno stato e neppure una nazione. Di fatto, l’”Europa” non esiste, esiste l’europeizzazione, una metamorfosi, un processo di trasformazioni in corso. Sebbene il processo di europeizzazione — la «realizzazione di un’unione sempre più stretta dei popoli d’Europa», come cita il trattato dell’Unione — sia stato intenzionale, le sue conseguenze istituzionali e materiali sono state fortuite. Il fatto sorprendente è che il processo di integrazione non ha seguito alcun piano generale. Al contrario: l’obiettivo è stato volutamente lasciato aperto. L’europeizzazione “funziona” nella modalità specifica di improvvisazione istituzionalizzata. Per lungo tempo è sembrato che questa politica di effetti collaterali avesse un enorme vantaggio: il colosso dell’europeizzazione andava avanti implacabilmente, sembrava non avere bisogno di un programma politico indipendente o di una legittimazione politica. Lo sviluppo dell’Ue può avvenire attraverso la cooperazione transnazionale di élite con propri criteri di razionalità, per lo più indipendenti da interessi, convinzioni politiche e pubblici nazionali. Questa interpretazione di “governance tecnocratica” è in relazione inversa con la dimensione politica. Il quadro dei trattati europei esercita una “meta-politica” che altera le regole del gioco della politica nazionale attraverso l’entrata in campo furtiva degli effetti collaterali. L’europeizzazione non significa la scomparsa degli Stati nazionali, bensì la metamorfosi dello stato-nazione. Ispirandosi alla legge europea, la differenza amico-nemico è stata istituzionalmente sostituita da un’architettura cosmopolita di cooperazione tra Stati, creando, nel mondo a rischio del ventunesimo secolo, un nuovo livello di potere contrattuale e alcune leve per controllare i rischi globali e il potere economico. L’europeizzazione è un processo di creazione di istituzioni che, per sua natura, è “cosmopolita”. Perché è così? Perché non è uno Stato federale (modello na-

zionale). L’europeizzazione mette in comune la sovranità e la decentra anche ai governi locali-regionali. Questi stati europei cosmopolizzati inoltre subappaltano la sovranità anche alle istitu-

Città Unite d’Europa così rinasce il sogno dell’integrazione zioni internazionali come la Nato, il Fondo monetario internazionale o il G7. Qual è stata, allora, la motivazione che ha spinto a trasformare il progetto dell’Ue da carattere

nazionale a un carattere cosmopolita? La mia risposta è: l’incentivo e la carica per questa metamorfosi sono comparsi con lo shock antropologico causato dagli orrori della seconda guerra

mondiale. Da questa situazione sono emersi un orizzonte normativo e un imperativo: l’etica politica del “Mai più” — mai più Olocausto! L’idea di base è che lo shock

universale davanti alla violazione dei principi etici dell’umanità crei un orizzonte normativo di aspettative, che sfida l’ordine esistente delle cose dall’interno. “Mai più Olocausto!” implica

AUTORI

Ulrich Beck e, più a destra, Umberto Eco, sono tra i protagonisti di Pordenonelegge

IL FESTIVAL

Pordenonelegge, a Umberto Eco il premio “La storia in un romanzo” L’ANALISI di Ulrich Beck che qui pubblichiamo è il testo della lectio dal titolo Come salvare il progetto europeo — l’atteggiamento cosmopolita, che lo scrittore e sociologo tiene oggi al festival Pordenonelegge: appuntamento alle 15, al Convento di San Francesco. Sempre oggi, la manifestazione letteraria (che si chiude domani) ha come ospite d’eccezione Umberto Eco: alle ore 18,30, nella cornice del Teatro Verdi, lo scrittore tiene una lezione dal titolo Storia e letteratura. E in questa stessa occasione riceve anche il premio “La storia in un romanzo”. Tra gli altri ospiti di questi due ultimi giorni festivalieri ci sono, sabato, Vito Mauncuso (11,30 piazza San Marco), Corrado Augias (Teatro Verdi, ore 16), Hanif Kureishi (piazza della Motta ore 21), Giorgio Fontana (piazza della Motta ore 19), Concita De Gregorio (17,30 piazza San Marco), Margaret Atwood (15,30 piazza San Marco); domenica Mauro Covacich (Convento di San Francesco ore 11), Tiziano Scarpa ed Elena Stancanelli (auditorium Istituto Vendramini, ore 17), Nicola Lagioia e Walter Siti (Palazzo della Provincia ore 19), Erri De Luca (Aula Magna Centro Studi, 21,30). © RIPRODUZIONE RISERVATA


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la Repubblica SABATO 20 SETTEMBRE 2014

PER SAPERNE DI PIÙ www.neripozza.it www.pordenonelegge.it

Giovani, carini e mantenuti ecco la generazione “post” divisa tra Roma e New York “Class”, il nuovo libro di Francesco Pacifico, racconta velleità e tristezze degli under 40 ricchi e senza futuro Con un occhio al cinema, a Franzen, Wallace e Arbasino PAOLO MAURI

N

un’intesa di giustizia e legge — l’obbligo di cambiare le istituzioni nazionali e gli atteggiamenti esistenti. C’è un movimento rivoluzionario che sta scuotendo l’Unione europea nel contesto della crisi dell’euro. Non si tratta di un movimento pro-europeista, bensì anti-europeista. Per riuscire a comprendere come si muovono i sentimenti anti-europeisti bisogna fare una grande differenziazione. Ci deve essere una chiara distinzione tra l’accettazione e l’uso dell’europeizzazione nella vita quotidiana e il sostegno politico all’Ue. Per chi vive una vita fortemente europeizzata, in particolare, l’Ue è politicamente molto controversa. C’è questo paradosso: lo scetticismo nei confronti dell’Ue aumenta di pari passo con l’apprezzamento di una vita quotidiana europea. Ad esempio, i danesi e gli inglesi sono entrambi europeizzati nelle loro pratiche quotidiane ed euroscettici, se non addirittura anti-europeisti, come elettori. Come può l’Europa superare questa crisi di convivenza? Una larga parte degli euro-critici e degli anti-europeisti che stanno alzando la voce in questo periodo sono prigionieri di una nostalgia nazionale obsoleta. Ci serve una visione cosmopolita per capire il tipo di disperazione che ribolle sotto la superficie degli ambienti delle periferie europee e che sta tracimando in entusiasmo per la protesta antieuropeista. Tutte le nazioni si trovano a dovere affrontare un nuovo pluralismo culturale, non solo come conseguenza della migrazione, ma anche della comunicazione in Internet, del cambiamento climatico, della crisi dell’euro e delle minacce digitali alla libertà. Persone delle più diverse estrazioni, con lingue diverse, concezioni di valore diverse e religioni diverse, vivono e lavorano insieme fianco a fianco, cercano di inserirsi negli stessi sistemi giuridici e politici, e i loro figli frequentano le stesse scuole. Non dovremmo quindi pensare solo a “un’altra Europa”, dobbiamo pensare anche al prossimo passo dell’europeizzazione: al modo in cui le nazioni europee subiscono la metamorfosi da una concezione di carattere nazionale etnico a una concezione cosmopolita. Questa europeizzazione cosmopolita non è un ostacolo alla sovranità nazionale. È

esattamente il contrario, poiché include il cambiamento della sovranità degli stati nazionali europei dal livello nazionale a quello cosmopolita. L’europeizzazione non deve minacciare il carattere nazionale, è parte di ciò che fa aprire le nazioni al mondo, rendendole cooperative, appetibili e potenti, in un era di rischi globali. Se l’Europa vuole superare le sue crisi di coesistenza, secondo un’altra tesi, deve riscoprire e rinvigorire la sua identità nelle grandi opere, nei monumenti e nei paesaggi della cultura europea. «Dalle coste dell’Africa dove sono nato», scriveva Albert Camus, «si vede meglio il volto dell’Europa. E si sa che non è bello». Per Camus, ammiratore di Nietzsche, la bellezza è un criterio di verità e di vita felice. Ed è radicata nella cultura mediterranea. La storia ha logorato molte cose — l’idea della nazione, l’astuzia della ragione, la speranza nel potere liberatorio della razionalità e il mercato; perfino l’idea di progresso è diventata la fonte dell’apocalisse. Ciò evoca l’immagine di una piacevole Europa delle Regioni che vale la pena vivere. Il legame apparentemente necessario tra lo Stato, l’identità nazionale e una lingua unica verrebbe cancellato. L’Unione, gli Stati membri e le loro regioni si occupano del benessere dei cittadini a diversi livelli. Essi prestano ai cittadini, da un lato, una voce nel mondo globalizzato, dando loro, dall’altro, un senso di sicurezza regionale e di identità. La democrazia quindi sta diventando una realtà a più livelli. Che cosa potrebbe riconciliare, dunque, gli europei anti-europeisti con l’idea di europeizzazione? L’anti-centralismo — l’antiideologia che è priva di nostalgia etnico-nazionale. La svolta e il ritorno alla bellezza delle regioni che, allo stesso tempo, sono anche globalizzate, come métissage culturale, incontro tra diverse culture. E la città come attore europeo cosmopolita! La libertà è nell’aria della città. Se si guarda il panorama politico, si vedrà che le città sono isole rosso-verdi nel mare nero del conservatorismo nazionale. Perciò non dovremmo cercare solo gli Stati Uniti d’Europa, ma anche le Città Unite d’Europa — per un’Europa multicentrica e per la democrazia europea. Traduzione di Laura Pagliara © RIPRODUZIONE RISERVATA

EW York è un quartiere di Roma, neppure troppo remoto, visto che tra skype, cellulari e altre elettroniche delizie si è là, ma anche qua e comunque il flusso della chiacchiera quotidiana largamente insignificante e spesso puramente fàtica, come direbbero i linguisti, non si interrompe mai. New York, questa è la felice idea di Francesco Pacifico, è dunque il quartiere dei figli della Roma bene, spediti là perché si divertano e facciano le amicizie giuste. Quasi nessuno di loro lavora, ma le famiglie provvedono più o meno largamente a seconda dei casi, affittano o addirittura comprano un appartamento dove gli amici si riuniscono, bevono, si fanno, ascoltano musica, dormono insieme per una seduta di sesso spesso semplicemente amicale e senza troppe complicazioni. Class o come esplicita il sottotitolo “Vite infelici di romani mantenuti a New York” è dunque un romanzo antropologico, la “lettura” analitica di una generazione “post” che non sa letteralmente cosa fare di se stessa e infatti non fa nulla. O fa cose inconcludenti. C’è una coppia che inaugura la storia (se di storia si può parlare). Lei, la sposina, citazione da Kill Bill, si chiama Ludovica (che subito diventa l’insopportabile Ludo). A Roma lavora in una libreria-caffè dalle parti di corso Trieste (quartiere borghese): un giocattolo improduttivo che suo padre ha messo su per sua madre, dopo il fallimento di un ristorante in Sabina. In realtà Ludovica lavora sì e no, comunque adesso è a New York al seguito del marito Lorenzo che ha un assegno di studio (ufficialmente dovrebbe occuparsi di filosofia della scienza) mentre spera di fare il regista: ha già girato un corto, però, si saprà quasi subito, bruttino. C’è dentro anche la moglie, Ludovica che pensa di somigliare a Jasmine Trinca e chiama in privato il marito “Muccinomio”. Fare il film… Class allude spesso a film famosi ed è come se i personaggi vivessero un

po’ dentro e un po’ fuori dalle citazioni cinematografiche e lo stesso accade per la musica, ubiqua. L’esperto di musica, Nico Berengo, che scrive qualche articolo per riviste, ma campa grazie ai suoi, è un po’ il perno di tutto il romanzo. Da lui si rifugia Ludovica quando ha capito che il marito non farà mai il regista e non smetterà mai di girare in cerca di occasioni per feste e festini. (Le feste nell’epoca nostra sono come il bosco dei vecchi romanzi e delle favole: non si sa mai chi si incontra e come se ne esce). Pacifico ha una scrittura veloce e insieme ricchissima, spesso molto cinematografica, nel senso che le inquadrature di New York dalle finestre degli appartamenti che via via il lettore visita, e i primi piani sulle figure dei personaggi sono puro cinema, così come cinema è il viaggio in taxi di Ludovica verso Manhattan. Nell’appartamento di Nico Berengo dove si è rifugiata Ludovica, compare Gaspare Tullio. È amico di Berengo da quando ambedue erano boy-scout cattolici, ma è un po’ più grande. Ora ha cinque figli, un lavoro e un forte attaccamento alla fede. Quando scopre che Berengo è stato nel letto di Ludovica, disapprova, sapendo che lei è sposata. Per raccontare Nico Berengo, insinua Pacifico, ci vorrebbe un premio Pulitzer e infatti ecco che un certo James Murphy (come il chitarrista) progetta di scrivere Happy Life of Nico Berengo. La cosa non andrà in porto, ma il lettore potrà leggere in corpo minore tra pagina 88 e pagina 145, in una sorta di macronota a piè di pagina che fa molto Foster Wallace, tutti gli appunti di Murphy. Arrendevole e irritabile Nico Berengo accoglie tutti, anche un giovane fascio romano cui appioppa il soprannome di Cugino Hitler… New York, quartiere di Roma, racconta un mondo e certi modi di essere con il denaro che scorre solo in una direzione e un futuro che non c’è. La seconda parte tutta romana con gli amori di Ludovica con Tullio, già previsti dall’astuto letto-

re, è molto meno intrigante. Romanzo a suo modo corale (molti personaggi li abbiamo inevitabilmente trascurati) Class propone il modello del resoconto-intercettazione che dà spazio alla chiacchiera, alle confidenze, alle scene da un interno. Si fanno esplicitamente i nomi di Franzen e di Foster Wallace nell’accredito editoriale, ma non dimenticherei, alla lontana, l’Arbasino di Fratelli d’Italia non per nulla autore citato due volte. E la lingua che è spesso un pastiche accortissimo con l’inglese usato perfino come un sorta di dialetto. Già, c’era una volta Little Italy… Pacifico ha aggiunto un nuovo capitolo alla nostra lunga storia, anche letteraria, dei rapporti con l’America. © RIPRODUZIONE RISERVATA

* IL LIBRO

Class di Francesco Pacifico (Mondadori pagg. 324 euro 19)

IL CASO

Hilary Mantel uccide la Thatcher ma solo per fiction LONDRA. Hilary Mantel, scrittrice inglese, due volte vincitrice del Booker Prize, il più prestigioso premio letterario britannico, rivela di avere intravisto Margaret Thatcher in strada, senza scorta, dalla finestra di casa propria nel 1983, e di avere fantasticato sulla possibilità di assassinarla: «Se non fossi stata io, se io fossi stata un’altra persona, lei sarebbe morta». L’autrice lo ha rivelato al Guardian, che pubblica un suo racconto di narrativa, intitolato appunto L’assassinio di Margaret Thatcher. In un primo tempo ad assicurarsi i diritti della fiction era stato il Daily Telegraph, che poi, vista la natura estremamente controversa del racconto, ha deciso di non pubblicarlo. Al Telegraph è subentrato il Guardian. In una intervista la Mantel, a proposito del primo ministro britannico scomparso nel 2013, ha dichiarato di nutrire una profonda avversione per lei e di considerarla un’antifemminista.


Dopo l’identificazione del più antico rotolo ebraico completo della Torah, conservato nellabiblioteca universitaria di Bologna (seconda metà del XII secolo e inizio del XIII), rimanevano da chiarire la provenienza e la storia della preziosa pergamena. Una serie di indagini svolte dal settore manoscritti della biblioteca hanno permesso di stabilire con sicurezza che il «Rotulo 2» è lo stesso che per secoli i Domenicani di Bologna hanno conservato fra le loro reliquie.

Oggi a Carzano (Trento) lo storico Roberto Coaloa e l'Arciduca Martino d'Austria-Este (nipote da parte paterna dell'ultimo Imperatore d'Austria-Ungheria, il Beato Carlo d'Asburgo, e, da parte materna del Duca d'Aosta, Amedeo di Savoia-Aosta, l'eroe dell'Amba Alagi) ricorderanno il centenario della Grande Guerra. Tema della serata:Agosto 1914: la partenza dei Kaiserjäger per la Galizia. Con loro il professor Maurizio Dossena. Il dibattito condotto da Luciano Salerno.

Intervista all’autore Francesco Durante

Vita e miracoli dell’esploratore impossibile In «Oh Capitano!» la storia di Moreno, avventuriero, eroe delle Hawaii, venditore di Sumatra Girò e truffò mezzo mondo; coinvolto in guerre e rivoluzioni, tentò inutilmente la carriera politica La favola di Di Paolo

Quando l’infanzia cavalcava la «Mucca volante» ::: MICHELA RAVALICO PORDENONE

::: MISKA RUGGERI PORDENONE

■■■ Soldato in Crimea, imbro-

glione, esploratore, avventuriero in Oriente, genero di un rajah di Sumatra, lobbista, primo ministro delRegno delle Hawaii,candidato alla Camera in Italia, paladino degli italiani di New York, sognatore e diffamatore. Il capitano marittimo Celso Cesare Moreno da Dogliani (come il futuro presidente della Repubblica Einaudi) è stato l’italiano più noto negli States di fine Ottocento. E non è un caso che a riscoprirlo sia ora Francesco Durante, grande studioso di John Fante e della letteratura italo-americana, autore con lo scomparso Rudolph J. Vecoli dell’appassionante biografia Oh capitano. La vita favolosa di Celso Cesare Moreno in quattro continenti,1831-1901 (Marsilio, pp. 366, euro 19), che presenterà questa mattina alle 12 a Pordenonelegge. Come mai un personaggio di tale rilievo, che si paragonava sia pure esagerando - a Marco Polo e Cristoforo Colombo, è stato dimenticato? «E’ molto difficile ricostruire la sua vita, divisa tra tanti diversi scenari. Ha avuto una grande risonanza tra gli scrittori a lui coevi, poi in effetti è sparito, e ora sta riapparendo grazie alle risorse digitali.Nella storia ottocentesca delle Hawaii è un protagonista importante, ma nel resto del mondo chi si interessa delle Hawaii? E poi

come considerarlo? Un italiano, un malese, un cinese, un americano… Complicato seguirne le tracce ovunque. Io mi sono imbattuto in lui per caso, studiando l’immigrazione italiana negli Stati Uniti». Come si fa a distinguere, in una figura così camaleontica e sfaccettata, la realtà dalla fantasia, specie considerando che spesso e volentieri la fonte principale delle sue gesta è Moreno stesso? «Fondamentalmente, è un farabutto, come tanti nell’Ottocento italiano, come Nino Bixio, che vanno un po’ dovunque all’avventura. È un figlio dell’epoca, un uomo certo di genio, con tanto pelo sullo stomaco ma pronto a recepire le idee più all’avanguardia, capace di fare soldi e di incantare il prossimo. Ma possiamo ritrovare anche alcune costanti: le vedute aperte,l’amicizia con gliafro-americani, l’ammirazione profetica per i cinesi, l’odio per inglesi e preti. Di sicuro amplificava e ingigantiva le sue imprese, ma i posti di cuiparla li aveva visti davvero, aveva davvero incontrato di persona re, presidenti e artisti, e davvero li aveva stregati e portati dalla sua parte». Ebbe intuizioni notevoli. Forse se fosse riuscito a far impiantare una stazione commerciale a Sumatra e non in quel forno di sabbia di Assab, la nostra storia coloniale sarebbe stata diversa… «Vinse l’idea che il Mar Rosso era più adatto in quanto più vici-

VARIE GEOGRAFIE Sopra, Kalakau, l’ultimo re delle Hawaii amico di Cesare Celso Moreno e Sumatra oggi A destra, il libro di Durante

no e raggiungibile a costi inferiori. Ma il nostro primo colonialismo fu un affare di privati e il governo non voleva problemi con gli inglesi.Negli Usa la sua proposta asiatica suscitò l’entusiasmo dell’opinione pubblica e se non se ne fece nulla fu solo per le polemiche relative al recentissimo acquisto dell’Alaska». Un gran manipolatore dei media come lui cosa avrebbe combinato nell’era di Internet e dei social? «Non so, forse sarebbe stato più complicato. A Parigi diventa in un attimo l’uomo del giorno perché aveva visto luoghi che nessuno aveva mai visto prima. Ora sarebbe più difficile accreditarsi in questo modo…». Per i suoi imbrogli è stato un vantaggio essere piemontese e non, diciamo, romano o napoletano? «Chi lo sa? Più che piemontese, da un punto di vista caratteriale, era genovese. E poi era alto 1.80, imponente con cicatrici da battaglia sul volto, con un grande carisma… Comunque usò la sua piemontesità contro l’ambasciatore italiano negli Usa rimproverandogli il passato al servizio del Regno delle Due Sicilie. Inoltre, cita-

va spesso Cavour e sfruttava le generali simpatie per il Risorgimento guidato dai Savoia». Di solito i biografi hanno simpatia per il biografato. Tu, invece, sembri negargli la buonafede anche nel caso della sua battaglia contro i ragazzini italiani schiavi in America… «Lì viene fuori tutto il suo farabuttismo,la sua è una lotta dipotere contro il console italiano. C’è un fondo di verità nelle sua accuse, vero, ma Moreno lotta per sé, è geloso del successo altrui, vuole primeggiare a ogni costo e così finisce giustamente in galera per diffamazione». Epperò fu tra i primi in assoluto a parlare di mafia e camorra. Almeno questo è un merito… «Se dai in pasto ai media americani la storia che le istituzioni diplomatiche italiane sono complici di mafia e camorra, aiuti, magari anche involontariamente, il pregiudizio xenofobo. E poi Moreno non fu il primo, quanto piuttosto quello che fece più rumore, il più bravo a polarizzare l’attenzione».

■■■ Leonardo ha otto anni, va alle scuole elementari, vive con la mamma, il papà che fa il pilota di aerei, il nonno e un cane. Una mattina il preside della scuola, senza dare spiegazioni, vieta di passare la ricreazione in cortile. Leonardo è curioso. Vuole capire il perché. Così la sera invece di andare a dormire, complice il nonno, entra nel cortile della scuola e scopre il mistero. Una grande mucca con la pancia gonfia come un pallone è sdraiata nel giardino. Il mattino dopo non c'è più. Dunque, ne deduce in tutta semplicità, «evidentemente i bambini non hanno il diritto di vedere mucche con la pancia gonfia e forse morte. Altrimenti perché il preside ci avrebbe impedito l'accesso al cortile?». Un altro divieto da aggiungere alla lunga serie commenta il narratore, che è Leonardo, e forse un po'anche l'autore «come quello di restare nella vasca da bagno o in mare dopo che i polpastrelli si sono riempiti di rughe. Il divieto di andare in giro con i capelli bagnati e quello di mangiare due gelati di fila». Paolo Di Paolo, giovanissimo autore (nasce a Roma nel 1983) e finalista appena ventenne al premio Calvino, è al suo primo racconto per bambini. La mucca volante (Assaggi narrativa Bompiani, 89 pagine 11 euro) è una storia semplice sul valore dell'onestà e sull'importanza degli addii. «Dopo aver scritto saggi, racconti, romanzi ho capito che avevo rinviato un appuntamento molto importante.Forse ilpiù importante ditutti: quello con la mucca volante» confessa Di Paolo che presenta il libro a Pordenonelegge oggi insieme a Beatrice Masini. Il libro scorre leggero con un finale che lascerà sorpresi per la profondità delmessaggio. Una chiusa che forse non ci si aspetta da un racconto per bambini, ma del resto questo libro - come tutti i grandi titoli per bambini da Pinocchio a Peter Pan, da Alice nel Paese delle Meraviglie ai racconti di Gianni Rodari - risulterà assai gradevole e interessante da leggere anche per gli adulti. Soprattutto per coloro che amano ricordare la propria infanzia e vorrebbero non tradirla. Di Paolo, che scrive in prima persona per voce di Leo: «A volte gli adulti fanno proprio venire i nervi. Hanno un mare di pretese, ma poi troppe volte sono così incoerenti. Non vogliono che si lasci la stanza in disordine e loro che fanno? Sono più che disordinati. Sembra proprio di risentirci. Di rivederci quando non eravamo più alti del tavolo di cucina, il nostro nascondiglio preferito era l'armadio di mamma e odori e sensazioni erano tutte così accesi e vividi. Nota de La mucca volante: ogni pagina è arricchita da disegni a colori -non male, specie la maestra Pompelmo- realizzati dallo stesso Di Paolo...


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Narrativa italiana

IV

IL NOIR FILOSOFICO DI AUGIAS

Freud e Jung, fate luce sugli abissi di Wanda M IRELLA SERRI

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orradoAugiasarmatodibisturi.Obiettivo:aprire Illatooscurodelcuorecomerecitailtitolodelsuo ultimo romanzo. Augias, scrittore, giornalista e animatore di tante trasmissioni televisive, torna a quello che si potrebbe chiamare il primo amore. Approda di nuovo, dopo anni, alla narrativa e lo fa con un racconto molto particolare: un noir filosofico. In un libro che ha l’andamento,itempielecadenzedelgiallo,inunatrama

ricchissimadicolpidiscena,svisceraeaffrontaglianfratti più bui della psiche, esplora i luoghi dell’inconscio e della sottomissione femminile. Sono Clara e Wanda a essere sottoposte ad analisi e radiografia. Due donne e due stili di vita: la prima è una giovane e raffinata studiosa in cerca di occupazione che presenta curricula a tutto spiano e la seconda è una moglie ingenua e annoiata, irretita in un gioco più grande di lei.Clara,sofisticataecoltapsicologaallepreseconitesti diCharcot,Freud,Jung,èfidanzataconCorrado,unbravissimo filologo classico che cerca di ricevere lumi su papiri e affini dall’esimio prof Luciano Canfora. Wanda, invece, ricorda le figure femminili subalterne e frustrate, le isteriche i cui casi clinici sono stati studiati dai grandi maestri otto-novecenteschi. Con tutta la sua fragilità è finita al centro di una storiaccia: suo marito, Ignazio Pantano,guardiagiuratacheleoffreunavitamonotonaerap-

SERGIO PENT

Dal Canada

LA FANTASCIENZA DI MARGARET ATWOOD

La Terra distrutta ricomincia coi craker MASOLINO D’AMICO

Q

uando i grandi romanzieri affrontano un genere diverso da quello in cui si sono affermati, vi si adeguano o lo reinventano? Con la trilogia iniziata nel 2003 e ora conclusa da L’altro inizio, Margaret Atwood per un verso ha rinnovato la fantascienza, magari contaminandola con un po’ di fantasy alla Tolkien, ma per un altro si è rifatta a convenzioni ben collaudate. Proprio come in innumerevoli prove di altri autori precedenti, per esempio, ella offre una terrificante visione di futuro distopico, col nostro globo devastato da una catastrofe che ne ha spazzato via quasi tutti gli abitanti a due gambe. Secondo quanto raccontato nelle due puntate precedenti,equiriepilogatoobliquamentemedianteallusioni all’antefatto e flashback veri e propri, la distruzione dell’homo sapiens, già avviata dal dissennato uso delle fonti di energia, ha avuto la spinta decisiva grazie all’iniziativa di uno scienziato visionario, Crake, il quale è riuscito contemporaneamente a diffondere un virus che ha ucciso quasi tutti i suoi simili e a produrre una nuova razza artificiale, appunto i cosiddetti Craker, di ominidi «buoni», ossiabelli,innocenti,vegetariani, elementari, i quali girano nudi, Margaret parlano una lingua infantile e si Atwood accoppiano quando i loro organi «L’altro inizio» riproduttivi diventano blu. I Craker sono innocui, colma(trad. Francesco no di affetto le creature che inBruno) contrano e cantano incessantePonte alle mente certe loro insipide meloGrazie die.Conloroentranoincontattoi pp. 550, € 24 cosiddetti AdamoPazzi, ultimi, confusi sopravvissuti dell’eccidio. Costoro si aggirano tra le rovine postindustriali cercando di evitare la minaccia di animali feroci trasgenetici, come i terribili proporci (il traduttore Francesco Bruno affronta valorosamente i molti neologismi dell’autrice), alimentandosi coi rifiuti trovati nei supermercati andati in rovina. Tra loro emerge Zeb, il racconto della cui storia precedente occupa la maggior parte dellibro.FiglioofigliastrodiRev,cinicoleaderdellareligione del petrolio e nemico di ogni movimento ecologico, Zeb è un precoce hacker e un genio della truffa, che dopo colorite peripezie era approdato al movimento dei Giardinieri, oppositore dei discepoli di Rev. Adesso si riscatta, anche attraverso l’amore di Toby, altra naufraga dell’epoca pre-catastrofe. La maggior parte dell’inventiva della Atwood si sfoganelladescrizionedell’allucinatomondochestaconfusamente tentando di riorganizzarsi; ma sotto la produzione a getto continuo di innumerevoli piccoli episodi gustosi, estrosi, folli e talvolta un po’ macabri, resta poco materiale per la vicenda principale, che dopo unalungastasisiesaurisceconlabrevebattagliaincuii superstiti e alcuni maiali loro alleati eliminano i pochi malvagi sopravvissuti. Nel finale vagamente ottimista il candore artificiale deiCrakerpotrebbedarvita,fecondandolepochevere donne rimaste, a una neoumanità in migliore sintonia con l’ambiente.

In Piazza San Marco di Pordenone Margaret Atwood dialoga con Tullio Avoledo oggi, alle 15,30

on sarà facile dimenticare i protagonisti di Cuore primitivo, il nuovo romanzo (il 18°) di Andrea De Carlo. La specifica indole dell’autore di leggere tra le righe della contemporaneità è diventata esemplare. De Carlo tratteggia i mutamenti sociali attraverso la psicologia della ricerca interiore, sbozzando tipologie e caratteri con un’abilità introspettiva che a volte anticipa gli errori collettivi, le mode, i segnali di fumo del futuro. Craig Nolan, Mara Abbiati, Ivo Zanovelli: tre personaggi che non hanno bisogno di cercare un autore, perché De Carlo ne ha fatto dei prototipi. Da un lato il romanzo coglie la transizione epocale dell’intellettuale vittima di stagioni troppo veloci, dall’altro cerca nuove forme di riscatto attraverso un ipotetico – utopistico – ritorno alle origini dettato dalle urgenze primitive dei sentimenti assoluti, viscerali. Nella sua scorrevole semplicità il romanzo è un tracciato di ricerca che riserva sorprese – con qualche inconsueto risvolto noir – soprattutto nella parte finale. Per il resto si tratta di una scaramuccia a tre sullo sfondo di una Liguria di collina – Canciale, borgo isolato tra La Spezia e le Apuane – in cui, come ogni estate, vengono a ricaricarsi l’antropologo inglese Craig Nolan e la moglie Mara Abbiati, scultrice innamorata di quella rustica casetta tra gli ulivi acquistata con il marito. Craig sta lavorando al progetto di un libro sui sentimenti più reconditi dell’uomo, Cuore primitivo, dopo anni di viaggi tra le tribù più oscure del pianeta. Mara scolpisce i gattoni di tufo che l’hanno resa famosa, ora che a Cambridge è la moglie ammirata del grande antropologo, che ormai si divide tra libri e tv più che tra viaggi e ricerche. Un incidente cambia prospettiva a un’estate che comunque lascia presagire tensioni di coppia: Craig cade dal tetto marcio della casetta e rimane acciaccato. Occorre far riparare il guasto, ma si presenta in tutta la sua virile ir-

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FILIPPO ALFERO/SYNCSTUDIO

IL 18° ROMANZO DELLO SCRITTORE MILANESE

Andrea De Carlo «Cuore primitivo» Bompiani pp. 364, € 18

De Carlo, il tetto frana sulla coppia Un antropologo, la moglie scultrice e un truce imprenditore intrecciano le loro vite in un casale sull’Appennino ligure ruenza Ivo Zanovelli, con la sua squadraccia di truci operai slavi, offrendo un prezzo stracciato – senza riscontri e permessi – e un lavoro immediato. Il romanzo racconta – con divertito profluvio di suoni onomatopeici e domande reiterate

Una lettura della contemporaneità attraverso tre personaggi in bilico tra dubbi, desideri nascosti, fragilità che consolidano le incertezze dei personaggi – la storia di questo conflitto a tre che diventa emblematico nel momento in cui l’ingombrante presenza

di Ivo – capelli lunghi, tatuaggi, motocicletta da sballo – si scontra con la quieta volontà di confronto di Nolan. Il gioco di accuse, pretesti, sarcasmi e attrazioni mette ovviamente di mezzo Mara, che in un giro casuale con Ivo in una cava di marmo trova il modo di rimettersi in gioco sentimentalmente, intrappolata tra le sicurezze borghesi appena conquistate e il richiamo della foresta verso un destino incerto e confuso, forse anche pericoloso. Non è il caso di svelare gli sviluppi di questa storia semplice ma avvincente, che scatena reazioni contrastanti e av-

volge ogni dettaglio in una urgenza globale, grazie soprattutto alla superba disinvoltura stilistica con cui De Carlo traccia situazioni e dialoghi, improvvisa soluzioni estreme e riflette – tramite Craig Nolan – sull’impossibilità dell’uomo di superare i propri istinti anche in un mondo ipertecnologico: il cuore primitivo prevarica il raziocinio delle menti più grandi, è questo il sunto della storia dell’umanità. A titolo personale, dopo l’inarrivabile Due di due, Cuore primitivo è il risultato più completo e felice della pur lunga carriera narrativa di Andrea De Carlo.

La felicità? È un trio di Muchachas Pancol: “Dirigo una sinfonia di donne in cerca di se stesse tra Francia e New York” M ICHELA TAMBURRINO ono anni che Katherine Pancol si dibatte tra archetipi del femminile. Per indagare li immerge in panorami i più distanti, dalle strade modaiole di New York alla campagna francese. «Ci sono tanti mondi nella mia testa. Ci convivo bene. Quando scrivo dirigo

S La francese Katherine Pancol

un’orchestra, ogni strumento è un personaggio. Tutti suonano e io ne rintraccio l’armonia». Tre donne che sono familiari alle lettrici della Pancol e che tornano con la trilogia di Muchachas (il primo volume è appena stato tradotto in Italia). Hortense è superficiale e ha un’insicurezza combattuta con la determinazione. È fortunata

come quelle che hanno ricevuto in sorte la bellezza. «Una fanciulla di oggi che ha compreso quanto la vita sia difficile. Ne conosco molte di Hortense, non si fermano davanti a niente, emozioni, scrupoli. Tutta energie e velocità. Oggi più di ieri di femmine così dure ce ne sono molte». Stella non si può fare a meno di amarla. È un personag-


LA STAMPA SABATO 20 SETTEMBRE 2014

Corrado Augias «Il lato oscuro del cuore» Einaudi pp. 278, € 19

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Katherine Pancol «Muchachas I» Bompiani pp. 340, € 10

gonisti emanano una loro peculiare forza ed energia. All’inizio della storia, Clara soffre molto perché i suoi sofisticati studi le sembrano inutili e soprattutto assai poco concreti. Tutti quelle pagine divorate e freneticamente compulsate appaiono contenere solo speculazioni inutili. Ma poi nel percorso con Wanda, Clara scoprirà di essersi inoltrata in una personale educazione sentimentale.Scopriràcheproprioilsuostudio«èdiventato un’indagine e una ricerca di identità». Augias ci offre così non solo un noir avvincente ma anche la testimonianza che la conoscenza, proprio oggi, in un momento tanto difficile può rivelarsi una riserva preziosa nella vita reale. Come avviene per la grintosa Clara.

LA «FAVOLA» SVEDESE DI BACKMAN

MARGHERITA OGGERO i grandi uomini che hanno voluto imporre un ordine definitivo e planetario ne abbiamo avuti anche troppi nel passato relativamente recente. Diocenescampi per il futuro, al presente purtroppo qualche fanatico c’è. Ma Ove, il protagonista del libro di Backman, grande non è, per fortuna, e l’ordine cui aspira consiste nel rispetto delle regole di convivenza civile da parte di tutti (pure da chi le ha emanate) e nella cura dei beni comuni. Ove, non a caso, è svedese, ma anche dai suoi compatrioti è considerato un piantagrane dal carattere indisponente; eppure, a scrostarne un po’ la superficie ruvida, si scoprirebbero i suoi lati positivi: l’onestà di fondo, il rifiuto delle ruffianerie tipiche dei piacioni, la straordinaria abilità in ogni tipo di lavoro manuale, oggi sottovalutata nella civiltà frettolosa dell’usa e getta. Gli difetta un po’ lo sguardo ironico sull’umanità e sui fatti della vita, ma a quello suppliva l’amatissima moglie. Già, suppliva un tempo, ma ora è morta e alla sua tomba Ove confida il rimpianto, la nostalgia, l’infelicità che sta diventando insopportabile da quando è stato licenziato, cioè collocato in pensione prematuramente. Anche in Svezia è in corso la rottamazione dei dipendenti che si avvicinano alla terza età, ma i manager delle risorse umane hanno la delicatezza di comunicarglielo di lunedì, per non rovinare a nessuno l’umore durante i weekend. La vita aveva trattato Ove con una certa durezza (la madre morta di parto, il padre quando lui stava per compiere diciotto anni), ma gli aveva anche fatto due regali importanti, un lavoro appagante e una moglie allegra comprensiva e innamorata. Ora però è vedovo, disoccupato, senza figli e senza amici: i figli non sono arrivati a causa di un incidente d’auto invalidante, gli amici li ha via via persi per la rigidità del carattere, così a cinquantanove anni, non avendo più voglia di futuro, organizza il proprio suicidio.

portiamorosipernullaentusiasmanti,èstatofreddatoa colpi di pistola mentre usciva dal poligono di tiro. AClarache,peranni,sièaddentratasoloteoricamente nei meandri della psicologia, tocca il compito di districare la matassa e di sprofondare come una speleologa negli abissi dell’esistenza di Wanda. Deve riuscire a conoscerelaverità,fugarepaureeincertezzeperraccogliere informazioni sui malavitosi che continuano a ricattare eaperseguitarelavedovadelpoveroIgnazio.Ilromanzo si muove su più livelli e nel suo andirivieni tra presente e passato, tra i ricordi delle famiglie delle due donne, finisceperabbracciareunampioarcostorico.Diventacosìla sinfonicanarrazionedipiùmondi,spessodesolatiediviteperduteincercadelquattrinofacile.Ladifferenzatrail noir e il giallo, è stato detto, è che nel primo genere letterario i personaggi sono più tristi e cupi. Ma Augias si diverte a smentire ogni regola e convenzione: i suoi prota-

Fredrik Backman «L’uomo che metteva in ordine il mondo» (trad. Anna Airoldi) Mondadori pp. 321, € 18

gio western, è la rivincita del Conte di Montecristo. Ne ha passate tante e non è finita qui. Ha un segreto che conosce e altri che le si svelano pian piano che avanza nel suo track. Donna forte Stella, per sè e per suo figlio, non cederà mai a differenza della debole madre che l’ha precipitata nel dolore. Joséphine è una che pensa di non valere niente. «Per me dice l’autrice - è l’emblema della donna che dubita, una persona formidabile che si ritiene zero. Una caratteristica tipicamente femminile: siamo convinte spesso di non essere mai

Il sessantenne che ricominciò a provare gioia Rottamato, vedovo, programma il suicidio ma i nuovi vicini gli spengono la misantropia: un romanzo da leggere per migliorarsi l’umore

Fredrik Backman, 30 anni, è un giornalista e blogger molto seguito in Svezia. Sono stati i lettori on line a chiedergli di trasformare Ove, personaggio del blog, nel protagonista del suo primo romanzo, tradotto in 32 Paesi dopo l’enorme successo in patria

abbastanza». Una stilista, una sorta di operaia e una scrittrice, le unisce molto più del caso e le dividono migliaia di chilometri, interessi, accadimenti. «Mi sposto in campagna, in fabbrica, in città e lì metto i miei compagni d’avventura. Li faccio muovere nella loro storia. Cammino per strada e fermo decine di persone. Potrei scrivere decine di libri». Il bello infatti è che si racconta la vita comune e persino la sciagura più funambolica, come un omicidio, un abuso, appaiono realtà piana. Storie di oggi. «È la vita di gente come

Ma avviene una svolta (come nelle favole) e cioè l’arrivo di una coppia di nuovi vicini: il marito, Patrick, è un imbranato di buon carattere, mentre la moglie, un’iraniana di nome Parvaneh, incinta e madre di una bimba di tre anni, portatrice di una visione

Al Teatro Verdi di Pordenone incontro con Corrado Augias oggi, alle ore 16

La boat people

© BENOÎT LEVAC

RITORNO AL VIETNAM

Mãn ritrova in cucina il Paese degli antenati ELENA MASUELLI

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ne che diventa eroina perché interpreta un sentimento medio, di chi non si adatta alla cattiveria, a una realtà materiale e disumanizzante, alla brutalità degli individui. E non è un solo transfert femminile. «Mi ha scritto un soldato cinese di vent’anni e mi ha detto “Io sono Joséphine perché detesto questo mondo”. Le prime mail erano tutte di uomini». Che l’universo maschile stia cambiando? Pancol sorride, non spera tanto.

annoilprofumodellefogliedibananocottenell’acquabollenteedeifioridiloto,lepaginediKimThúy, l’odore dolciastro dei gamberi caramellati e della salsa di pesce con cipolle e aglio. «La prima memoria è olfattiva, non visiva o uditiva. Sono gli aromi che, più di tutto, ci restituiscono sensazioni e atmosfere» racconta la scrittrice, nataaSaigonedemigrataadiecianniinCanada(un’epopea da boat people rivissuta nel romanzo d’esordio, Riva). Con l’ultimoNididirondinedisegnaunnuovoritrattodelsuoPaesed’origine,attraversolastoriadiMãn,giovanedonnacon tre madri, che l’hanno partorita, salvata e cresciuta, finita sposa a un ristoratore vietnamita a Montréal. Il suo passato è ricostruito attraverso flash back e tradizioni,mentreilpresenteètenutoinpiedigrazieallapreparazione di piatti che danno voce alla cura e che hanno il sapore della nostalgia per mercati brulicanti e chiassosi, pieni di frutta candita e tessuti, per i dolci mangiati agli angoli delle strade, con l’aria che si riempie di confidenze: «Anche per me, molto a lungo - ricorda -, il pensiero del Vietnam è stato legatoallaguerra.PoiholettoMargheriteDurasehocominciato a guardarlo con gli occhi di un’esploratrice. Ma l’eco di ciò che è accaduto resta». Così una cultura conosciuta nel profondo viene offerta al lettore, non senza rinnovata meraviglia, ricreando gusti che segnano un confine, ma rappresentano anche la scoperta di territori dove intuire identità comuni. Mãnraccontadiunpostodovenon siparlamaidelclima,«perchéaccettiamo le cose come capitano, senza interrogarcimaisulperchéosulcome»,doKim Thúy ve piuttosto, quando ci si incontra, si «Nidi di conversa del villaggio di origine e degli rondine» antenati, sentiti così presenti nei desti(trad. Cinzia ni di ciascuno. Delle anime erranti, Poli) «che ossessionano la vita, spiano la Nottetempo morte, restano in bilico fra l’una e l’alpp. 156, € 14 tra». Dei pianti, in silenzio, perché mai si può manifestare il dolore sul volto. Piccoli affreschi in brevi capitoli, ognuno segnato da un termine vietnamita e dalla sua traduzione che, più che titolo, ne è anima. Parole imparate attraverso pagine sopravvissute a libri distrutti, usate dai commercianti per avvolgere pane o rane pescatrici e recuperate, «frutti proibiti caduti dal cielo», la Thúy spiega quanto per lei siano preziose: «Mi sembra sempre che il vocabolario delle mie tre lingue, francese, inglese e vietnamita, sia limitato. Così i termini che “possiedo” sono piccoli diamanti. Tengo a loro più che agli oggetti. Cerco di non perderle, non dimenticarle, di non impoverirmi». Ecisonoicolori,pienievivi.Ilrosso,peraugurarefortuna agli sposi. Il violetto dell’inchiostro tatuato sulle dita degli scolari, dopo estenuanti esercizi di calligrafia. Il verde dei braccialetti di giada e degli occhi di Luc, che arriva a turbare cuore e pensieri di Mãn, la sua vita senza sorprese né litigi, a sopravvivere senza esistere, «mimetizzata sullo sfondo». Nidi di rondine è una storia di famiglie, di affetti e sentimenti.Comel’amiciziaconJulie,fattadivecchifilmescambi di ricette.È lei che le fa scoprire e desiderare l’orizzonte, che le insegna a respirare profondamente, non solo quel tanto che basta. «Se devo scegliere un personaggio, io sono JuliediceKim-.Tuttociòchefaccioèmossodall’amore,passionale,materno,amicale.Nellavitahoavutoincontrifelicichemi hanno fatto diventare ciò che sono . E io cerco di “restituire” agli altri, di essere riconoscente».

Allo Spazio ITASincontra di Pordenone Katherine Pancol, domani, ore 17

A Palazzo Gregoris di Pordenone Incontro con Kim Thúy, domani, ore 17,30. Presenta Antonella Silvestrini

sorridente e pragmatica della vita, è il vero motore della svolta, che porterà man mano un riluttante Ove a uscire dal bozzolo della misantropia, a ricucire i rapporti con il vicinato, a rendersi disponibile per ogni riparazione domestica, ad adottare un gatto spelacchiato testardamente ottimista e a diventare il nonno adottivo dei due figli di Patrick e Parvaneh. Il romanzo di Backman L’uomo che metteva in ordine il mondo - ha alcuni convincenti punti di forza, prima di tutto la grazia del tono (la famosa leggerezza così difficile da raggiungere nella scrittura e nella vita) intessuta in filigrana da una sottile verve comica: esemplari a questo proposito sono le scene in cui Ove, così esperto nei lavori manuali e nelle riparazioni, non riesce a portare a termine i tentativi di suicidio, replicando, sia pure in circostanze diverse, l’ inettitudine dello zio Podger di Jerome K. Jerome. Poi c’è la divertita e divertente caratterizzazione dei presonaggi: il burbero benefico Ove, con i suoi riti e fissazioni; l’imprevedibile Parvaneh che invece di adombrarsi di fronte alla ruvidezza le oppone una appassionata e gentile voglia di capire; il vicino grasso e goffo; il gatto quasi cane. Da leggere per migliorarsi l’umore.

me, la mia vita o quella che vorrei fare. Stendhal diceva che il romanzo è uno specchio che trasmette l’ombra dei sentimenti. Io ho l’impressione che i miei libri siano uno specchio della società attuale, la sua ombra. Sono cresciuta con Balzac, Zola, Dickens, scrittori che ci hanno portato l’anima del loro tempo rendendolo sempre attuale. Penso che quello che piace a me possa piacere anche ai lettori. Ho il mio stile, un punto di vista». Si simpatizza e ci si sente un po’ simili, almeno a una delle tre. Normalmente con Joséphi-

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Al Teatro Verdi di Pordenone Fredrick Backman, oggi, ore 11, dialoga con Mauro Corona


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PG

CULTURA & SPETTACOLI

Sabato 20 settembre 2014

IG-NOBEL

Premi all’Italia: prostituzione nel Pil e arte antidolore È andato all'Istituto Nazionale di Statistica (Istat) uno dei due IgNobel vinti dall'Italia, i premi per la scienza 'folle' assegnati dalla rivista Annales of Improbable Research. L'Istat è stato premiato per aver compreso la prostituzione nel conteggio del Pil. Il secondo IgNobel assegnato all'Italia è andato all'università di Bari è per aver misurato il potere 'antidolorifico' dell'arte. Gli

IgNobel vengono assegnati dal 1991 da un comitato di veri premi Nobel, vincitori di IgNobel e giornalisti alle ricerche scientifiche «che fanno inizialmente ridere e poi riflettere». I vincitori, dieci in tutto per altrettanti ambiti (dalla biologia alle scienze artiche, alla fisica), si sono aggiudicati mille miliardi di dollari dello Zimbabwe, all'incirca 25 centesimi di euro.

fascicolo nazionale

ISTAT Anche questo è lavoro

Friedman,unoshow traigattopardid’Italia

A Pordenonelegge le provocazioni del giornalista americano:«I vecchi come BersanieCamussodarebberoungrancontributoandandoinpensione» PORDENONE - Alan Friedman, giornalista americano esperto d’Italia, ha la ricetta per far uscire il nostro Paese dalla crisi: esiliare dalla politica i “vecchi” del Pd e la Cgil, lasciando carta bianca a Matteo Renzi. «Se uomini e donne ormai piuttosto vecchi di testa, come Bersani, D'Alema e la Camusso ha aggiunto - partissero insieme in barca da Lampedusa, andando finalmente in pensione, darebbero un grande contributo al Paese e l'Italia diventerebbe un Paese migliore. Renzi non è certo un angelo ma è l'unico che si è dimostrato disposto ad andare fino in fondo anche a costo di rischiare di schiantarsi contro un muro». Intervistato ieri a Pordenone da Roberto Papetti, direttore de Il Gazzettino, Friedman ha portato con sé il pubbli-

co di Pordenonelegge in un viaggio dichiaratamente ironico, tagliente e spudorato alla scoperta del covo dei “gattopardi” d’Italia. Centinaia le persone rimaste sotto la pioggia in piazza della Motta pur di gustarsi un dibattito senza sconti, in cui Angelino Alfano viene accostato «a Dudù simpatico e molto soffice», con D’Alema perfettamente «coerente con gli anni Settanta, che attacca la neo-borghesia di Forza Italia quando per parlare di sé racconta di quanto valgono gli alberi nella sua proprietà in Umbria e del suo meraviglioso Champagne». Friedman che suscita l’ilarità del pubblico ma anche gli applausi quando si dice indignato per la discriminazione femminile sul lavoro, o nell’auspicare l’abolizione della Cassa Integrazione in deroga

così come dell’articolo 18 «considerando che non siamo più nell’era di Mirafiori ed Electrolux». «È la riforma del lavoro la vera questione per l’Italia; la madre di tutte le battaglie arriva ora – così Friedman stimolato da Roberto Papetti sui futuri scenari politici ed economici italiani – i prossimi novanta giorni saranno decisivi, vedremo se Renzi sarà capace andare fino in fondo nella sua “inco-

«É la riforma del lavoro la vera questione per il Paese»

DIBATTITO Il giornalista Friedman e il direttore del Gazzettino Papetti sciente” battaglia contro la vecchia politica per modernizzare l’Italia. Non c’è più tempo per i giochi da sottobosco romani, siamo già ai supplementari. E non mi scandalizzerebbe un altro Patto del Nazareno con Berlusconi». Friedman divertente ma che si fa serio quando risponde sulla tema della ripresa, «per la quale prevedo almeno tre difficili anni di transizione; intanto si dovrebbero riversare una decina di miliardi di investimenti pubblici e pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni». Quanto ai «bravissimi piccoli imprenditori del Nordest schiacciati dalla globalizzazione e dal predominio asiatico, dovrebbero provare a unirsi in masse critiche, anche attraverso fusioni – ha concluso il giornalista nell’appuntamento di Pn-

legge, sostenuto da Friulovest banca – Bisogna re-inventarsi puntando sul turismo culturale migliorando infrastrutture e trasporti; sulla banda larga per sfruttare le enormi potenziali dell’e-commerce, inventarsi servizi alternativi alla produzione industriale». Così ha concluso il giornalista americano che a febbraio con l’uscita del suo libro “Ammazziamo il gattopardo” (Rizzoli) ha aperto il vaso di Pandora su «un segreto di pulcinella che circolava tra alcuni giornalisti e politici», i progetti del Presidente Giorgio Napolitano su Mario Monti per un governo tecnico già nella primavera del 2011, e che «se fossimo negli Stati Uniti, sarebbe diventato un Watergate». Valentina Silvestrini © riproduzione riservata


data: 21/09/2014 pagina: 17


per qualche congiura, e furfanti folli scatenino la loro furia contro la tirannia umana, i miei pensieri vanno al Tempo che mi ha trasfigurato. Non c’è donna che volga il vólto su un albero spezzato, eppure le belle che io ho amato sono nella mia memoria; io sputo in faccia al Tempo che mi ha trasfigurato. (Traduzione di Carlo Franzini)

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Yeats(natoaDublinonel1865emorto nel 1939 a Roquebrune-Cap-Martin, un villaggio della Provenza), uno dei giganti della poesia inglese dopo Shakespeare, John Donne e Milton, senatore dello Stato libero irlandese e premio Nobel nel 1923. Oscar Wildeparagonòlasuaartedinarratore a quelladiOmero.MentreT.S.Eliot,in un saggio del 1940, esortava a considerarel’importanzastoricadell’ope-

fedele per tutta la vita, «perché soltantoleparole sonounbenesicuro», sono il vero potere dei poeti e fanno grande l’uomo. Nella sua opera più celebre, I cigni selvatici a Coole, Yeats paragona il poeta al cigno, animalealteroearistocratico,fieroesolitario, che procede contro il flusso del fiume per risalire fino alla sorgente, al principio della poesia. «Prescelgo uomini dritti e schietti/ che risalgo-

40 ANNI CONTRO IL CORO

una nuova versione della sua opera poetica (per ora soltanto le prime tre raccolte), realizzata da Carlo Franzini,poetaescienziatodifamainternazionale, e pubblicata da Book Editore. La traduzione di Franzini restituisceintattalapoesiadiYeats,«cheèinsieme pensiero, sentimento, intelligenza», e riesce a ricreare l’unità del suodisegno poetico in tutta lasua armonia e la sua grazia espressiva.

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Sebbene ora io mi ripari dalla pioggia sotto un albero spezzato, Irlandainpienofervoreindi- radiYeats,chefapartedellacoscien- no i torrenti/ fino al balzo della fonla mia sedia era la più vicina al fuoco in ogni compagnia pendentista,lesuetradizio- za di quell’epoca e che, senza di lui, te», scrisse in una sua poesia-testache parlasse di amore o di politica, ni, le sue leggende e il teatro non può essere compresa. mento.strumentiperunaredenzioprima che il Tempo mi trasfigurasse. popolare,lefiabeeilfolcloresegnaroAlmitoeallaforza rivoluzionariae Agli oltre venti volumi di traduzione laica? Benché ragazzi facciano ancora picche no la vita e l’opera di William Butler consolatrice della parola Yeats restò ni italiane di si aggiunge ora «Bella Yeats idea. Forse sono una per qualche congiura, Yeats(natoaDublinonel1865emorfedele per tutta la vita, «perché soluna nuova versione della sua opera sordio romanzesco sorta di redenzione». e furfanti folli scatenino la loro furia to nel 1939 a Roquebrune-Cap-Mar- tantoleparole sonounbenesicuro», poeticaIlsuoèunromanzodiforma(per ora soltanto le prime tre L’immunità,unterribilebabau.Ipartitipocaso letterario controcon la tirannia umana, tin, un villaggio della Provenza), uno sono il vero potere dei poeti e fanno raccolte), realizzata dastile Carlo Franzilitici fanno a garainel la norma peruno stimato te- che zione quasi in Ottocenmieirinnegare pensieri vanno al(eTempo dei giganti della poesia inglese dopo grande l’uomo. Nella sua opera più ni,poetaescienziatodifamainternache mimuto) ha trasfigurato. saggista della to. Tra l’altro lei cita spesso introduceancheperimembridelnuovoSenaShakespeare, John Donne e Milton, celebre, I cigni selvatici a Coole, Yea- zionale,autori e pubblicata Book EditoNon c’ènewyorkese. donna che volga onda Ca-il vólto di quelda periodo. Pento l’immunitànuova parlamentare. Eppure gli senatore dello Stato libero irlandese ts paragona il poeta al cigno, animare. La traduzione di Franzini restituisu un albero spezzato, leb Crain autore di nonfiction, sa che per capire la realtà di emendamentiraccontietraduzioni, a favore firmati da tutti, e premio Nobel nel 1923. Oscar Wil- lealteroearistocratico,fieroesolita- sceintattalapoesiadiYeats,«cheèineppure erano le belle che io ho amato promesoggiservapiùl’OttocheilNodeparagonòlasuaartedinarratore a rio, che procede contro il flusso del sieme pensiero, grillini compresi. Ma ilnella nuovo di terrore sono miaclima memoria; sadellaletteraturaUsa,presenvecento?sentimento, intelliio sputo in faccia al Tempo quelladiOmero.MentreT.S.Eliot,in fiume per risalire fino alla sorgente, genza», e riesce a ricreare l’unità del giustizialista ha reso impossibile firmare una taaPordenoneleg«Beh,cisonomoltitemistoriche mi ha trasfigurato. un saggio del 1940, esortava a consial principio della poesia. «Prescelgo suodisegno poetico in tuttangela lasua arnorma di legittima difesa deiro-parlamentari. Merkel ha aperto ge il suo primo ciottocenteschicheoggitorna(Traduzione di Carlo Franzini) derarel’importanzastoricadell’opeuomini dritti e schietti/ che risalgomonia e la sua grazia espressiva. manzo, Errori neno.I nazionalismi, certe un ingiunuovo spiraglio di cessari (66thanstizie sociali. Dalla caduta delligieed espatriare verso Paesi più acflessibilità nella interdthe2nd, pagg. l’Urss il mercato ha vinto, e, coglienti. Ultima vittima della smapretazione del patto di stabili562, euro 20), amnonsiamoridicoli:nonc’ènesa risposta della politica italiania regolatrice italica è l’aranciata. tà europeo. Ma esso è piccolo, bientatonellaPrasuna alternativa». na agli eccessi burocratici del- Un emendamento del Partito demoincerto nelle modalità, condiga del 1990, subito Com’è il panorama letteradopo la cosiddetta «rivoluziorio di New York? l’Europa, alle direttive sulla cratico passato qualche giorno fa alzionato, non esente da rischi ne di velluto». In questa twili«C’èmoltofermento.Inquecurvatura delle banane e dei cetrio- la Camera impone ai produttori itaperché la cancelliera tedesca è ght zone politica, economica e sto momento c’è inabile, corsonel il prendere più li, è aggiungere altri oneri a danno liani di usare nelle bibite almeno il molto geograficasimuoveilprotagoBrooklyn book festival, che ha delle aziende. Obblighi a carico dei 20% di arance. Il limite prima era al diquellochedà.Sinoadorasonista Jacob Putnam, studente sempre appuntamenti stimosoli produttori nazionali che inco12%. Modifica della legge (...) loMarioDraghièriuscitoaevicon velleità di scrittore, incerlanti.Cisonoottimicritici,siinraggianogli imprenditori a fare le vatare i danni e a incassare i vanto in molte cose. «Questo è il teragisce, si parla». mioquartooquinto“primoroQuali sonotaggi, le mode teori-non sempre otper altro manzo”» racconta Crain. «Per un po’ come la poesia, che orche? Il postmoderno impe(ancheluiscrittore) in quel- tà. Tra l’essere un ragazzo e un comunismo al capitalismo. E tenendo ciò che desidererebimancavasoltanto ilproblemadelstrumentiperunaredenziofortuna i tentativi ra sempre?be.Laragionedellaconcessiomai, da una generazione, si lo scenario? adulto, tra l’eterosessualità e infine, anche geograficamenl’immunità. Non si precedenti parla d’altro. ne laica? sono finiti tutti nella spazzatu- pubblica nelle università, in «Pensi che il caso letterario «È vero, sono luoghi che ho l’omosessualità, tra l’essere te, trovarsi tra Est e Ovest ha il sono una neForse attuale della Chi la e chi laromanvuole. Chi ra»vuole ironizza. «Ilnon tipico questeidea. settimane è 10:4 di Merkel è che si ambiente accademico. E non conosciuto e amato. Ma mi in- uno studente e voler diventare suo significato. Correlativi og- di«Bella sordio romanzesco sorta di redenzione». rende conto che pensachenonsenepossafareamezieredioggicominciaapubbli- neescepraticamentemai.Ean- teressava soprattutto scrivere un artista. E che si trova, an- gettivi del mio protagonista». Ben Lerner. Un romanzo in cui la congiuntucon caso letterario ra nell'euro zona non migliora noechi,invece,sostienecheisenatorinonne care presto, io invece ho co- che il genere-racconto ormai è unromanzoilcuiprotagonista che, in una situazione politica protagonista si chiama Ben Cosa sono gli «errori» di cui il Ilsuoèunromanzodiformaperuno stimatoèstato (e te- diventato così. A parte Har- èalcroceviatramolteambigui- di transizione: il passaggio dal zione quasi in stile Ottocenminciatotardi.Equesto parla il suo libro? Sorta di Lernerescriveunromanzo.Dinellamisurasperata.Eciòdanabbiano diritto perchémuto) non saggista sono più parladella per’s e il New Yorker nessuno Trail l’altro lei cita spesso un vantaggio, perché, avendo reito.che postmoderno sta beneggiaanchelaGermania,permentari effettivi, secondo la nuova norma, nuova onda newyorkese. Caautori di quel periodo. Pengiàunacarrieracomegiornali- paga seriamente per una short nissimo, anche troppo». ché riduce la di sua crescita, che bensì dei fessacchiotti cheevanno lì a Palazzo leb Crain autore di nonfiction, sa che perdal capire la realtà sta culturale, come saggista, story, quindi». E invece punto di vista raccontietraduzioni, promesoggiservapiùl’OttocheilNodipende in più larga parte da Madamaaparlaredel piùedelmeno,manon mi sono sentito libero. Pensaeconomico? È diventato un romanziere. vecento? quella dell'euro contano nulla,sadellaletteraturaUsa,presensono ornamentali, forniscono vo:nessunololeggeràmai,èso«Tutti sanno che internet zona, ora che Che effetto fa? taaPordenoneleg«Beh,cisonomoltitemistorilo un altro tentativo». cambierà, e forse distruggerà, la Cina su cui i tedeschi avevapareri su questioni marginali, fanno finta di«SonoabituatoaconsiderargeInil Italia suo primo rociottocenteschicheoggitornasi ha la sensazione ilmodelloeconomicodellaletmi un critico, un saggista. Ora, no soprattutto puntatonon sta non incassaremanzo, una liraErrori e in neverità si beccano no.I nazionalismi, certe che un vero scrittore debba nelle vesti di romanziere non teratura. Ma andando almeno, traingiuscrital ritmo di prima e deirimborsidanababbi.Già,letrasfertecostacessari (66thanstizie sociali. Dalla caduta delpartorire un romanzo. Gli so comecomportarmi. Strano. tori,cisiragionaecisiarrabbia rapporti no, Roma è una cittàdicara, qualcuno paghi, dthe2nd, pagg. l’Urss il mercato vinto, e, con la Russia, autori racconti non sono insieme. Chestringe non èhamale». Nonhoamiciinquell’ambien562, euro 20), amnonsiamoridicoli:nonc’ènesaltro grande sbocco della Gerperdio. considerati.Hascrittounro- te. Non so socializzare come Abbiamoavutonotiziadella bientatonellaPrasuna alternativa». mania, che ha Come si nota, il dibattito è alto, raggiunge i manzo, e lungo, per questo scrittore». rivoltadegliautoriamerica-ora problemi. I gamotivo? del 1990, subito Com’è il panorama letterani contro Amazon... Lei ha davvero conosciuto e tedeschicapisconolecoseinridueo tre centimetri. Valela pena diaffrontardopo la cosiddetta «rivoluziorio di New York? «Non Il problema ve«Credo chetardo. i guadagni abvissuto la Praga della cosidMasi meglio tardi che lo, non c’è pericolo dicredo. farsi male. Allora. ne di velluto». In questa twili-Rias-detta Rivoluzione di velluto. «C’èmoltofermento.Inquero è che scrivendo racconti basseranno molto, e comunmai. Ma ci sono molte insidie e sumiamo la vicenda. Matteo Renzi da quanght zone politica, economica e sto momento c’è in corso il non si guadagna niente. In que sono già imparagonabili a Nonètroppoautobiografico geograficasimuoveilprotagoBrooklyn festival, molti «se» inha questa apertura, doèentratoaPalazzoChigihalafissadielimiAmerica le short stories sono quelli di 5book o 10 anni fa». che mettere il suo protagonista nista Jacob Putnam, studente sempre appuntamenti stimo-Renzi. Innanziper il governo nare il cosiddetto bicameralismo perfetto. velleitàsufficientelaCamera di scrittore, incerlanti.Cisonoottimicritici,siintutto la regola del pareggio Chiglipuò darecon torto?È


Sito web: http://www.liberoquotidiano.it

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