pnlegge2014 - Rassegna stampa esclusive web nazionali

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Letteratura

Pordenonelegge, ecco chi c'è

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Umberto Eco - Il semiologo e scrittore terrà una lectio magistralis dal titolo 'Storia e letteratura'

363 autori, più di 250 eventi e 15 percorsi espositivi. Sono i numeri Pordenonelegge (17/ 21 settembre). Il programma include anteprime letterarie e incontri con grandi autori. Migliaia di volumi sono poi in vendita nelle 'Tendolibrerie' e in una speciale 'Libreria della Poesia', pensata per rilanciare un genere poco visibile nei canali d'acquisto tradizionali. In queste immagini, una selezione degli ospiti del festival 11 settembre 2014

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< Pordenonelegge 2014 > < > Margaret Atwood parla del suo nuovo romanzo L'altro inizio (Ponte alle Grazie). Presenta lo scrittore Tullio Avoledo. Sabato 20 Settembre ore 15:30.

Le conseguenze della violenza (sulle donne) A Pordenonelegge, il tema degli abusi sulle donne è tornato più volte. Se nella nuova trilogia di Katherine Pancol è al centro della storia, emerge anche in altri romanzi, come quelli di Corrado Augias e del giallista svedese Håkan Nesser [ SHOW / L IBR I]

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8 giorni fa | di Enrica Brocardo

29/9/2014

Katherine Pancol Hakan Nesser Corrado Augias a Pordenonelegge - VanityFair.it

http://www.vanityfair.it/show/libri/14/09/21/augias-nesser-pacol-a-pordenonelegge#gallery=19509-1

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A Pordenonelogge, Katherine Pancol ha raccontato l'episodio che le ha ispirato Muchachas, una storia divisa in tre volumi, il primo appena pubblicato da Bompiani (gli altri due seguiranno a distanza di un mese l'uno dall'altro). «Mi trovavo nei pressi di Lourdes per un matrimonio. Faceva caldissimo, per strada non c'era nessuno. I miei amici si erano allontanati e io ero rimasta sola. Stavo leggendo il giornale seduta in un bar quando vedo arrivare una coppia: lei era bellissima, una sorta di Brigitte Bardot con parrucca nera. Il marito, invece, era un ometto sottotono, un po' rachitico. Con loro c'erano i due figli. Si sentiva che fra di loro c'era un'atmosfera carica di tensione. A un certo punto, lui ha cominciato a parlarle, il tono di voce che diventava sempre più alto. Finché le diede uno schiaffo fortissimo, poi un altro. Io rimasi a guardare, incapace di muovere un solo muscolo. La donna si risistemò gli occhiali da sole come se non fosse

1|16 Pordenonelegge 2014 Margaret Atwood parla del suo nuovo romanzo L'altro inizio (Ponte alle Grazie). Presenta lo scrittore Tullio Avoledo. Sabato 20 Settembre ore 15:30.

successo niente. I bambini chiesero al padre che cosa avesse fatto la mamma: "Sei voi non lo sapete, lei lo sa", rispose lui. Poi lei si alzò per andare in bagno e io la seguii per parlarne. Ma arrivò anche il marito, mi prese e mi sbattè contro il muro.

VEDIanche

Negli occhi di lei lessi: "Vattene, altrimenti mi ammazza". Quello sguardo mi impressionò tantissimo». La Pancol ha aggiunto che la violenza sulle donne è talmente diffusa che non ha neppure avuto bisogno di contattare http://www.vanityfair.it/show/libri/14/09/21/augias-nesser-pacol-a-pordenonelegge#gallery=19509-1

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29/9/2014

Katherine Pancol Hakan Nesser Corrado Augias a Pordenonelegge - VanityFair.it

associazioni che si occupano di donne maltrattate o abusate per raccogliere testimonianze per il suo romanzo. «Pur vivendo in un paesino di poche centinaia di abitanti, parecchie mi hanno raccontato di aver subito violenze simili a quella che descrivo nel libro». «In Francia», ha aggiunto, «ogni due giorni una donna muore per le conseguenze delle botte». CHI UCCIDE E CHI «SPEGNE»

LIBR I

16 mesi fa | di Francesca Bussi

Roberta Gallego, pm giallista: «Non dite che ho le palle»

Si intitola Il lato oscuro del cuore (Einaudi). L'autore, Corrado Augias, che da un po' non frequentava la fiction, lo ha presentato a Pordenonelegge. Il romanzo è ambientato nella Roma contemporanea, ma molte pagine del libro raccontano gli anni della nascita della psicanalisi, tra fine Ottocento e inizio Novecento: l'epoca delle

ST YLE NE W S

17 mesi fa | di Consuelo Michetti

L'impressionismo di Dior

isteriche e dei primi tentativi di cura tra ipnosi e analisi. V A NIT Y P R OMOT ION

È quello l'argomento di interesse di uno dei due personaggi principali, «Clara, una giovane dottoranda in psicologia, mentre l'altro», ha spiegato lo stesso autore, «è Wanda, una donna segnata da un passato drammatico e dall'incontro con un uomo che, quasi senza che lei se ne accorgesse, l'ha trasformata in una puttana». Augias ha ricordato come proprio a Pordenone nacque il sindacato delle prostitute. «Mi raccontarono la storia di una di loro che lavorava per strada e che ormai aveva una certa età. Le colleghe fecero una colletta, e le diedero la somma di denaro raccolta in modo che potesse finalmente andare in pensione. Non si aspettavano che lei reagisse disperandosi: "Se non posso più lavorare, che cosa faccio tutto il tempo?"». Ma la storia di Wanda, spiega Augias, è diversa. «Si parla tanto di femminicidio, ma non si parla mai delle donne che non vengono uccise ma "spente" dai loro mariti, dalle famiglie. A me fanno ancora più impressione perché continuano a perpetrare la loro condizione».

FARE A PEZZI LA VIOLENZA La squartatrice del romanzo dello svedese Håkan Nesser è una donna che in passato ha ucciso e fatto a il marito violento e ci sono (buone?) ragioni per pensare che possa essere coinvolta anche nella sparizione di un altro uomo.

NH HOTELS NH, una nuova esperienza che sorprenderà


INEDITI

"Cianfrusaglie" di Rossella Milone Pubblichiamo il racconto inedito della scrittrice romana, parte del progetto "La mappa dei sentimenti" di Pordenonelegge 2014: 8 scrittori per 8 racconti inediti su 8 sentimenti - 16 settembre 2014

Pordenonelegge aprirà le porte il prossimo 17 settembre, con l'incontro tra David Grossman e il direttore artistico della manifestazione Gian Mario Villalta. Il tema: "Amore e guerra". A partire da lì, saranno presentati 363 grandi autori, 33 anteprime letterarie e oltre 250 eventi scandiranno il festival fino a domenica. Ben 8 i inediti svelati durante il progetto "Mappa dei sentimenti": Inquietudine di Marcello Fois, "Speranza" di Giulio Mozzi, "Gelosia" di Rossella Milone (che potete leggere di seguito), "Amicizia" di Laura Pugno"Invidia" di Michele Mari, "Felicità" di Antonio Pascale, "Odio" di Valeria Parrella e "Odio" di Tullio Avoledo. Fra le novità che saranno presentate fino al 21 settembre, anche le autobiografie di Giancarlo Giannini e Dino Zoff, i libri di Margaret Atwood, Michael Dobbs, Andrea De Carlo, Mauro Covacich, Giorgio Diritti, Kim Rhuy, Deborah Levi, Katherine Pancol, Erri de Luca e molti altri. Al filosofo e scrittore Umberto Eco sarà consegnato sabato prossimo il Premio Friuladria La storia in un romanzo. CIANFRUSAGLIE di Rossella Milone L’Orsa Maggiore e quella Minore si vedevano benissimo: due carretti brillanti di diverse dimensioni ma dalla forma identica, speculari. Massimo le stava dicendo che una volta sposati, lui ed Emilia, sarebbero andati a vivere a Reggio Calabria, dove aveva ottenuto il trasferimento. Allora Debora gli aveva chiesto: “E che ci fate buttati là? Perché non siete rimasti a Roma?” Massimo aveva scrollato le spalle senza energia; Debora gli aveva visto socchiudere gli occhi come quando da piccolo subiva una ramanzina del padre. S’incurvava – mentre il padre planava su di lui furioso – e rimpiccioliva come una larva, abbassava la testa e socchiudeva gli occhi, cercando disperatamente il perdono paterno, la sua approvazione. Non importava quanto avrebbe dovuto piegarsi: se fosse stato per lui si sarebbe messo anche a strisciare. In questo erano sempre stati molto diversi, Debora e Massimo: anche se veniva rimproverata spesso, lei, col mento in su, voltava le spalle ai suoi genitori senza remore e se ne andava a giocare con i sassi, che almeno stavano zitti. Sul prato, sotto quei due carri così nitidi e splendenti, Massimo aveva abbassato gli occhi in quel modo lì, e Debora avrebbe voluto prendergli un orecchio tra le dita, tirare, scuoterlo. Ma era passato da tempo il periodo in cui potevano ancora interferire così tanto l’uno nella vita dell’altra: questo era il tempo della condiscendenza, del rispetto. Le pareva che significasse questo, essere diventati adulti: mordersi la lingua anche quando si vorrebbe gridare. Però, in qualche modo, aveva provato a dirglielo ancora: “Siete pazzi a rinchiudervi in quella città. Non avete nessuno lì”. “Emilia ha la famiglia a Catania – lo sai. Ci andremo tutti i week-end col traghetto”. Debora aveva alzato la testa e socchiuso gli occhi anche lei, ma solo per mettere meglio a fuoco le stelle anteriori delle due Orse. Aveva tirato le gambe sul muretto dove erano seduti, si era appoggiata con il mento sul ginocchio lasciando cadere il sandalo sull’erba. Una volta suo padre le disse che tracciando una linea immaginaria tra quelle due stelle, spostandosi verso il timone, e allungando quella linea immaginaria per cinque volte, si può trovare la Stella Polare. Solitaria. Che palpita.

Debora lo trovava molto affascinante, questo gioco di unire le stelle come i puntini che formano un disegno vero. Soprattutto, era una specie di magia scovare le stelle in mezzo al nulla, riuscire a stanarle da quella massa vaporosa come un fungo nel sottobosco. Ma non ne capiva l’utilità. “E una volta che l’abbiamo trovata?” Gli chiese. Il padre le rispose: “Se sai dove sta la Stella Polare sai dove sta il nord. E se sai dove sta il nord sai dove devi andare.” “Eccola là” aveva detto a Massimo, allungando un dito verso la bocca nera che li sovrastava – un cielo enorme che non finiva nemmeno all’orizzonte. Sapevano che da qualche parte c’era il mare, ma solo perché ne sentivano l’odore. Massimo aveva seguito con lo sguardo il suo dito e a un certo punto aveva annuito, quando aveva visto la Stella Polare. Quella sera era debole, poco appariscente come una fiammella che si sta spegnendo. “Scusa” gli aveva detto lei. “Ma i tuoi? Non li andate mai a trovare, a Roma? State sempre tra Reggio Calabria e Catania, sul traghetto? Andate a trovare solo i genitori di Emilia? E tuo fratello? E i tuoi amici? E io?" Di nuovo, gli aveva visto abbassare gli occhi in quel modo lì, e poi la testa, il busto: si era immerso completamente nel buio, come se cercasse un nascondiglio invisibile. L’evidente, definitiva resa che Massimo compiva verso se stesso. Debora aveva intuito che cosa stava accadendo, per questo aveva voluto incontrarlo da solo, prima del matrimonio, in tenda a Sabaudia, come facevano quando andavano in campeggio da adolescenti. Lontano dai parenti, dal prete, dal sarto. Dalle bomboniere di ceramica siciliana e dal resto dei preparativi. Lontani, soprattutto, da Emilia. “Questa è la cosa che ti volevo dire” aveva fatto lui come una confessione. E aveva taciuto a lungo. Questa cosa che le doveva dire non la diceva, come se aspettando un po’, come se infilando del tempo tra una parola e l’altra, il tempo stesso avrebbe potuto cancellare quello che andava detto e, una volta detto, che andava fatto. Debora aveva capito che una volta confessato, Massimo non avrebbe saputo tornare più indietro, non avrebbe avuto più alcuna scusa per rimettere le spalle dritte e cambiare rotta. La rotta era quella del traghetto tra Reggio e Catania –rigida e definitiva come il timone delle due Orse stampate nel cielo. Allora Debora non aveva insistito. Si era adattata a quel rallentamento che lui le stava chiedendo. Anche lei aveva preferito allungare quel tempo, tenderlo finché potevano, anche a costo di strapparlo. Così gli aveva detto: “Lo sai che sia l’Orsa Maggiore che l’Orsa Minore non tramontano mai?” Lui l’aveva guardata con gli occhi belli aperti, stavolta, dove in un angolo si specchiava il riflesso assopito della volta celeste: “Non lo sapevo”. Poi aveva aggiunto: “Ti va di spiegarmi perché?”

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Pordenonelegge 2014: date, ospiti ed eventi per fare festa con gli autori 1

Postato il 15 settembre 2014 da Corinna Garuffi

Si stanno per accendere i riflettori su Pordenonelegge, la grande rassegna letteraria che invaderà gli spazi della città friulana di incontri ed appuntamenti culturali. Sono attesi 363 ospiti e oltre 250 eventi: continua a leggere per saperne di più

Anche quest’anno la città di Pordenone è pronta a trasformarsi in un grande palcoscenico accogliente: si chiama Pordenonelegge e da mercoledì 17 a domenica 21 settembre porterà letteratura e cultura per le strade, le piazze e i locali della città friulana.

L’attesa festa con gli autori vedrà protagonisti 363 personalità del mondo contemporaneo, ognuno desideroso di raccontare al pubblico di appassionati e curiosi la propria visione della realtà. Il risultato? Una rassegna assolutamente inclusiva, dove trovano spazio tanto la quotidianità quanto le rappresentazioni culturali. Tra gli ospiti di questa 15esima edizione – solo per citarne alcuni – ci saranno Giancarlo Giannini, Corrado Augias, Andrea De Carlo, Vito Mancuso, Masolino D’Amico, Simon Pasternak, Umberto Eco, Tiziano Scarpa, Mauro Corona, Andrea Vitali, Carlo Lucarelli e Beppe Severgnini, ma anche Dino Zoff, Ulrich Beck, Massimo Recalcati, Erri De Luca, Valeria Golino, Alessandro Bergonzoni, Vittorio Sgarbi. Altrettanto incredibile è il numero di eventi che i curatori Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet sono riusciti a pensare e a mettere in piedi: dalle lettura in movimento su un autobus esclusivo ai viaggi “in noir”, dalle presentazioni in anteprima agli spazi dati alla poesia giovanile, fino ad arrivare agli omaggi alla letteratura internazionale. Senza dimenticarsi degli appuntamenti che celebrano l’eccellenza della produzione alimentare e vinicola del territorio e del contest fotografico in cui i partecipanti sono chiamati ad immortalare il meglio del festival. Consulta il ricchissimo calendario sul portale ufficiale.

data: 15/09/2014


data: 16/09/2014

C UL T UR A REDAZIONE 16 SETTEMBRE 2014

STAMPA

A Pordenonelegge in scena la Grande guerra vista dalla trincea Debutta in teatro “La paura”, il racconto di Federico De Roberto. Al festival di Pordenone il testo a cura dell'Arca Azzurra diretto da Daniela Nicosia e interpretato da Massimo Salvianti

La Grande guerra, vinta sì ma a carissimo prezzo, raccontata dal punto di vista della trincea. Una trincea italiana al con ne con l’Austria in cui un plotone di soldati è controllato non visto dai nemici. Finché uno di loro non viene ucciso mentre cerca di raggiungere il posto di vedetta. Non è che il primo di una serie condannata «a morte certa, inutile, ingloriosa». I soldati, il cecchino austriaco senza voce né volto, e un tenente chiamato a

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personaggi di un racconto di Federico

Wojtyla

De Roberto recentemente ripubblicato

Papa Francesco a Redipuglia, una visita fuori dagli

per le edizioni e/o, La paura, in cui

schemi

l’autore de I viceré, che si era schierato a favore dell’intervento dell’Italia, ci consegna il suo implicito ravvedimento.

Ora questo racconto è stato adattato per la scena dalla compagnia dell’Arca azzurra (www.arca-azzurra.it) e debutterà in prima nazionale giovedì prossimo al Teatro Verdi di Pordenone, nell’ambito della rassegna Pordenonelegge (www.pordenonelegge.it), dal domani 17 al 21 settembre, inserito nel percorso “Parole in scena”. La regia è di Daniela Nicosia che spiega che il fulcro e il senso della vicenda poggia sul racconto del tenente Alfani «che ci fa dono di sé, della sua umana fragilità, dell’umana disillusione nello sgretolarsi di ogni mito, di ogni ideale eroico, di fronte all’evidente portato di insensatezza di ogni guerra». L’interpretazione è invece a data a Massimo Salvianti, che riassume in un unico ruolo monologante i diversi personaggi, ognuno con un dialetto e un accento diverso, così diverso da sembrare straniero l’uno all’altro: contadini, artigiani, piccoli commercianti provenienti da un’Italia frammentata e inconsapevole, sopra atti e uniti dalla paura della morte. Il programma di Pordenonelegge, a cura di Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet prevede 363 autori, 250 eventi e 15 percorsi espositivi, 33 anteprime letterarie e una trentina di location. Fra i protagonisti più curiosi Giancarlo Giannini e Dino Zo che presenteranno le loro autobiogra e. Si tratta di

Travolto dal mio insolito destino (domenica 21, ore 16 al teatro Verdi in dialogo con Gloria De Antoni) e Dura solo un attimo, la gloria (domenica 21 ore 12 Spazio ITASincontra, in dialogo con Francesco Piccolo). TAG:

Arca Azzurra

Daniela Nicosia

Dino Zo

Federico De Roberto

Francesco Piccolo


data: 17/09/2014

CULTURA E SPETTACOLO

Libri: Atwood, anticipo mondo possibile 19:40 (ANSA) - ROMA - I Cracker, esseri pseudoumani che vivono vicino al mare. Poi animali geneticamente modificati come i proporci e i calupi. La religione verde dei Giardinieri di Dio e le catastrofi come il Diluvio Senz'Acqua. E' lo scenario con cui si conclude la trilogia dell'Adamo Pazzo della scrittrice canadese Margaret Atwood. In Italia con 'L'altro inizio' (Ponte alle Grazie), la Atwood, ospite il 17 settembre del Festival Letterature al Teatro Argentina, sarĂ il 20 settembre a Pordenonelegge.


TEMPO LIBERO

FIERA DEL LIBRO

Dai guantoni alla scrittura: Zo si racconta a Pordenonelegge Alla Festa del libro di Pordenone, Dino Zo presenta la sua autobiogra a "Dura solo un attimo, la gloria". Oltre all'ex c.t. azzurro, anche Mauro Corona e Devis Bonanni 17 SETTEMBRE 2014 - MILANO

Dino Zoff a Firenze, per la consegna dei riconoscimenti della Figc. LaPresse

Sarà un grande ring letterario quello che dal 17 al 21 settembre andrà in scena a Pordenone. Settantaquattro autori si confronteranno a partire dai loro libri, per interrogarsi su temi ineludibili del proprio mestiere di uomo e di scrittore, incrociando personalità, opinioni, esperienze… Pordenonelegge, (www.pordenonelegge.it (http://www.pordenonelegge.it/)) una delle Feste del libro più vivaci e interessanti del panorama italiano, è arrivata alla 15esima edizione e promette… scintille. Senz'altro imperdibile sarà il dialogo fra Mauro Corona, finalista del Premio Campiello 2014 con il suo La voce degli uomini freddi (Mondandori) e Fredrik Backman, blogger ed editorialista di culto, al suo esordio in Italia e a Pordenone con il romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo (Mondadori). Dialogo d'autore in famiglia per i fratelli Carofiglio, Gianrico e Francesco, che parleranno del loro romanzo scritto a quattro mani, La casa nel bosco (Rizzoli): un ricettario, non solo metaforico, dell'infanzia, dell'adolescenza e di un'età adulta ancora capace di riservare sorprese. DESTINI VERTICALI — Ma se i libri sono una fuga dal quotidiano, alcuni libri in particolare

sono la chiave per raccontare tante declinazioni dell’evasione. Al desiderio di rompere con lo stress del quotidiano attraverso la montagna, alla sfida che accompagna ogni difficile scalata sarà dedicato il dialogo fra Devis Bonanni e Alessandro Toso, in prima al festival con suo primo libro Destini verticali (Ediciclo), uscito dopo gli ottimi riscontri al talentshow di Rai3 Masterpiece. E a Pordenone ci sarà anche Luigi Nacci, esperto e "praticante" di cammini e pellegrinaggi in genere, grande frequentatore della Via Francigena, tra i fondatori dell’associazione Il Movimento Lento e autore di Alzati e cammina. Sulla strada della viandanza (Ediciclo). Con Gianni Biondillo discuterà dell’arte di camminare, tra periferie abbandonate e celebri percorsi storici. GUANTONI BIOGRAFICI — Infine, appuntamento da non perdere per gli appassionati di sport e

di un certo modo di essere italiani: nella giornata conclusiva di Pordenonelegge, Dino Zoff presenterà la sua autobiografia Dura solo un attimo, la gloria (Mondadori), duellando sul palco con un osservatore di vizi e stravizi italici come Francesco Piccolo. Andrea Mattei © RIPRODUZIONE RISERVATA


29/9/2014

Internazionale » Medio Oriente » Grossman, noi ebrei non ci siamo mai sentiti a casa

Internazionale.it ULTIME ASCA

Medio Oriente. Grossman, noi ebrei non ci siamo mai sentiti a casa (ASCA) – Pordenone, 17 set 2014 – “Sono per uno Stato palestinese sovrano ed indipendente”. Cosi’ lo scrittore israeliano David Grossman a Pordenonelegge. “Noi ebrei non ci siamo mai sentiti a casa”, ha aggiunto. “Lo Stato di Israele e’ stato istituito per darci una casa ma, sebbene ci sia uno Stato, non ci siamo mai sentiti a casa, con quella sensazione di benessere e fiducia che si prova quando si e’ casa propria”, ha insistito. Secondo Grossman, la costituzione di uno Stato palestinese passa sicuramente attraverso una “soluzione politica”, cioe’ si dovra’ decidere quanta acqua dare, quali saranno i confini ma c’e’ anche dell’altro: “Essere senza paura”. “Nel Medioriente si vive la durezza della vita e la tentazione della pace – ha ammesso Grossman -. Si avverte che la vita e’ minacciata e tutto questo ingenera paura e la voglia di scappare”. “Io sono contro l’occupazione, non voglio pero’ gettare ombra su nessuno”, ha concluso il saggista israeliano. Questa è una notizia dell’agenzia Asca.



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Vai alla sezione (http://www.gazzetta.it/Calcio)

CALCIO (HTTP://WWW.GAZZETTA.IT/CALCIO) CALCIO

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IL LIBRO

Calcio, Zo si inventa scrittore: "Dura solo un attimo la gloria" Il libro alterna i racconti su vari personaggi: da Scirea (“uomo di una serenità e uno stile autentici”), a Berlusconi, che accusò d'indegnità il friulano quand'era c.t. della Nazionale all'Europeo 2000: “Non potevo non dimettermi. Non sono un integralista del calcio" 22 SETTEMBRE 2014 - MILANO

Silenzioso perché essenziale: “Ai media non parlo tanto per evitare di ripetere le stesse cose”. Concreto: “Vengo da casa contadina”. Mai banale. Nemmeno oggi quando si è (inaspettatamente?) allargato tra attualità e racconti d'amarcord: profezie “zoffiane”. L'ex portiere e capitano della Nazionale, Dino Zoff, le ha dispensate al folto pubblico accorso a Pordenonelegge dove il 72enne friulano, intervistato da Francesco Piccolo, vincitore dell’ultima edizione del Premio Strega, ha presentato la sua autobiografia “Dura solo un attimo, la gloria” (170 pagine, Mondadori). JUVE — Profezie come quella bianconera, sponda Torino: “Anche se non ha più Conte, la Juve

rimane sempre un'ottima squadra. La base è rimasta la stessa della scorsa stagione: una caratteristica importante. Allegri ha iniziato bene ma vedremo più avanti”. CONTE — A proposito di Conte, i riflettori di Dino si tingono d'azzurro: “Antonio è bravissimo,

per lui parlano i tre scudetti conquistati da tecnico. E' bastato poco per vedere la sua impronta: la Nazionale sta già giocando bene anche se, per la grande presenza di stranieri nel campionato italiano, ha una rosa ristretta”. TAVECCHIO — Il Zoff-pensiero va poi su Tavecchio: “E' stato eletto dal Mondo del calcio che l'ha

valutato in grado di mandare avanti la FIGC. Al di là della sua frase infelice che, probabilmente, non ricalca la sostanza del Presidente”. SCUFFET — Sui prospetti italiani l'attenzione è rivolta al portiere dell'Udinese, Simone Scuffet:


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“Penso farà bene: quando esordisci in serie A a 17 anni, se non accadono cose fuori norma hai una carriera assicurata: i portieri di una certa levatura si vedono già da giovani. Certo, ci dovrà mettere sempre del suo”. BUFFON — Sempre fronte portieri: ma dalla promessa al numero 1. “Non mi piacciono le divise

con le maniche corte, l'ho detto anche a Gigi Buffon: mi sembra tanto da mare che da campo di calcio (risata generale, ndr)”. A proposito di Buffon, a Pordenone c'era anche Lorenzo, il portiere friulano che negli anni '50 ha vinto 4 scudetti con il Milan e nel '62-'63 con l'Inter: “Chiedo sempre di te” gli ha detto Dino. BONIPERTI-AMARCORD — Dall'attualità ad alcuni aneddoti deja-vu su Boniperti: “Quando la

Juve perse lo scudetto con Perugia, il Presidente incorniciò la distinta dei calciatori avversari che utilizzò a fine stagione per i rinnovi contratti: “Non vorrete mica chiedermi lo stesso ingaggio dello scorso anno?” diceva ai calciatori mostrando la cornice. Boniperti non era tenero”. PERSONAGGI — Il libro alterna i racconti su svariati personaggi: dall'indimenticato Gaetano

Scirea, “Uomo di una serenità e uno stile autentici”, a Gianni Agnelli che a Tacconi, dopo il ritiro di Zoff, disse “Dino manca anche a noi”. Quindi Silvio Berlusconi che accusò d'indegnità il friulano quand'era ct della Nazionale all'Europeo 2000. “Non potevo non dimettermi. Non sono un integralista del calcio, rispetto il pensiero di tutti. Però sentirmi dare dell'indegno dopo tutti quegli anni di maglia azzurra mi era sembrato un po' troppo”. IL RUOLO DEL PADRE — Per Dino è stata molto importante la figura del padre. L'autobiografia

contiene l'aneddoto di lui ragazzo sul granaio: “Ero seduto a 10 metri di altezza. Stavo stuzzicando un nido di rondini ma mi ero esposto troppo. Mi rassicurò mio padre che ne ha passate molte nella vita: cinque anni in guerra di cui due in prigionia. Da lui ho ricevuto tranquillità: insegnamento che sento anche ora”. TELECRONACA — Tra gli episodi raccontati anche quello del friulano in versione telecronista

mentre giocava: “La facevo durante la partita per evitare di perdere la concentrazione e anche per dimenticare l'eventuale gol subìto”. Il calcio ha fatto crescere Zoff come sportivo e come uomo: “Non mi sento Gesù Cristo ma sono partito in svantaggio per la mia timidezza”. Perché questo libro dall'ermetico Dino? “I miei nipoti vedono che al parco mi fermano in tanti. Da questo volume - che dovevo fare ora perché tra qualche anno potrei dimenticarmi tutto (altra risata generale, ndr) potranno capire qualcosa in più del nonno”. C'è sempre un perché: mai banale, appunto. Fine della profezia. Alberto Francescut © RIPRODUZIONE RISERVATA


29/9/2014

Pordenonelegge 2014: la festa del libro con gli autori - Rai News

data: 22/09/2014

CULTURA LA XV EDIZIONE DEL FESTIVAL IN SCENA FINO A DOMENICA 21 SETTEMBRE

PORDENONELEGGE 2014: LA FESTA DEL LIBRO CON GLI AUTORI Ad aprire la kermesse è stato lo scrittore israeliano David Grossman. 363 gli autori in cartellone, oltre 250 eventi e 15 percorsi espositivi, con 33 anteprime letterarie e una trentina di location pronte ad accogliere il pubblico del festival Pordenone - 22 settembre 2014 - Giunta alla 15esima edizione, la festa del libro di Pordenone non ha disatteso le aspettative: dalla letteratura per ragazzi all’attualità, dall’architettura alla poesia. Fino a domenica è possibile partecipare agli incontri organizzati nelle 30 location sparse per la città. Ad inaugurare la kermesse l’autore israeliano David Grossman, voce straordinaria di un paese provato dalla sua storia. Ha discusso di amore e guerra, i temi che da sempre contraddistinguono le sue opere letterarie, con Gian Mario Villalta, direttore del festival. I grandi protagonisti In Piazza San Marco anche la scrittrice canadese Margaret Atwood che ha regalato al festival l’anteprima del nuovo romanzo “L’altro inizio” e ha presentato la riedizione dello storico successo “L’assassino cieco”. Con la sua ultima opera l’autrice completa la trilogia dell’ ‘Adamo Pazzo’: la storia surreale di una società malata che fa della sperimentazione genetica il suo unico obiettivo. Presentato in anteprima anche l’ultimo romanzo di Michael Dobbs, ‘La parte del re’. Dopo ‘House of Cards’, thriller politico che ha fatto il giro del mondo, arriva il sequel: il secondo capitolo degli intrighi alla Casa Bianca non lascerà delusi gli amanti dei giochi di potere. Michael Dobbs del resto è uno che di politica se ne intende: è stato il capo dello staff di Margaret Thatcher fino al 1987 e dal 2010 è membro della Camera dei Lord. Con l’uscita del libro andrà in onda anche la seconda stagione della fortunatissima serie tratta dal primo libro di Dobbs. Gli autori italiani Fra gli ospiti italiani, il giornalista e conduttore televisivo Corrado Augias che torna al romanzo: a Pordenonelegge ha presentato “Il lato oscuro del cuore”, un noir filosofico che segna il suo ritorno con Einaudi. Novità anche per Andrea De Carlo, che ha proposto al pubblico il suo diciottesimo romanzo, ‘Cuore primitivo’, edito da Bompiani. Storie ambientate in un luglio incandescente con tre personaggi che rivelano a capitoli alterni le loro ragioni. Dialogo d'autore in famiglia per i fratelli Carofiglio, Gianrico e Francesco che hanno parlato del loro romanzo scritto a quattro mani, "La casa nel bosco": un almanacco dell'infanzia, dell'adolescenza e di un'età adulta ancora capace di riservare sorprese. E poi Mauro Corona, finalista del Premio Campiello 2014 con il suo ‘La voce degli uomini freddi’ (Mondandori). Infine al teatro Verdi, Umbero Eco per la lectio magistralis 'Storia e letteratura'.


L'amore e la guerra a Pordenone(legge) Protagonisti della terza giornata del festival letterario lo scrittore danese Simon Pasternak con il suo thriller Zone morte e l'amore di mezza età in un racconto inedito di Valeria Parrella [ SHOW / L IBR I]

data: 19/09/2014

Venerdì, a Pordenonelegge, è stato il giorno (tra tanti autori presenti a festival) dell'esordiente – per l'Italia - Simon Pasternak, e di Valeria Parrella, una delle autrici coinvolte nel progetto «Mappa dei sentimenti»: otto scrittori/scrittrici per esplorare, uno ciascuno, un sentimento, dalla gelosia all'odio, dall'amicizia all'amore (il tema scelto dalla Parrella) attraverso altrettanti racconti inediti. LA STORIA IN SOFFITTA

1|16 Pordenonelegge 2014 Margaret Atwood parla del suo nuovo romanzo L'altro inizio (Ponte alle Grazie). Presenta lo scrittore Tullio Avoledo. Sabato 20 Settembre ore 15:30.

Simon Pasternak, in Italia, non è un nome noto. Ma potrebbe diventarlo ora che il suo romanzo Zone morte è stato pubblicato da Longanesi. http://www.vanityfair.it/show/libri/14/09/19/pordenonelegge-simon-pasternak-valeria-parella#gallery=19509-1

probabilmente più alle donne che1/5agli uomini. Ancor più alle

In Danimarca, Pasternak è stato prima ancora che scrittore,

donne che alle vampate di passione hanno sostituito quelle

editore. «La scelta di passare dalla professione di editore a

della menopausa. Tutta un'altra storia rispetto a quella del suo

quella di scrittore», dice, «è stata terribile. Ho trascorso 15

ultimo romanzo, Tempo di imparare, storia di una madre e di

anni della mia vita con una pila con manoscritti sulla

un figlio «speciale».

scrivania. Tutti, ovviamente, volevano che leggessi il loro libro

Lei si chiama Giulia, lui si chiama Cesare. Da vent'anni si

in due ore. Essere un editore è una tortura».

incontrano quasi ogni settimana in pizzeria: lei è una cliente,

Zone morte è un thriller ambientato nel passato. Per la

lui un cameriere.

precisione nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, in

Per vent'anni non succede nulla finché un giorno, lei incrocia

Russia.

riflesso in uno specchio gli occhi di lui che la fissa sotto la

L'ispirazione per questa storia, Pasternak l'ha trovata in

vita.

soffitta, «nascosta» tra documenti appartenuti alla sua

Forse c'è ancora tempo per chi ormai si vede vecchia, di

famiglia. E anche il titolo non è inventato: «Così le SS

ritrovarsi bella nello sguardo di un altro.

chiamavano le zone dove si nascondevano i partigiani e che loro sceglievano di svuotare completamente, uccidendo o deportando tutte le persone, per trasformarle in piantagioni di piante della gomma. Solo i bambini venivano lasciati affinché lavorassero nei campi». Lui è nato molto tempo dopo la fine del conflitto, nel 1971, «però», spiega, «per quello che so e che ho capito la seconda guerra mondiale è la sola storia che accomuna tutti gli europei, un conflitto col quale abbiamo avuto tutti a che fare». Il romanzo, in realtà, non racconta tanto la guerra, quanto le indagini relative all'omicidio di un gerarca nazista. A condurle, due «detective» tedeschi. «Uno è un nazista, l'altro è una persona per bene che viene trascinata nell'orrore e nella crudeltà. Sarebbe accaduto lo stesso anche a me, se mi fossi trovato in una situazione simile?», si domanda Pasternak. «Io credo che esistano sistemi crudeli, e quello nazista lo era, piuttosto che persone crudeli. Come reagiscono gli individui all'interno di un sistema del genere? Questa è una delle domande del libro».

IL SESSO IN PIZZERIA Se sei una donna divorziata di cinquant'anni, con una figlia di 18 che ha appena lasciato casa per andare a studiare in un'Università lontano da casa, e devi accudire ogni giorno una madre con i postumi di un ictus, come ti senti? «Come qualcuno lasciato in una piazzola dell'autostrada», risponde il personaggio del racconto che Valeria Parrella ha presentato (50 minuti precisi, precisi di lettura) a Pordenonelegge. Il racconto si intitola Il giorno dopo la festa e parla


data: 20/09/2014 pagina: 1 di 2

Condannare i gay è contronatura» Lo dice il teologo Vito Mancuso, a Pordenonelegge per presentare il suo nuovo libro sull'amore. E dice anche che quelli che la dottrina cattolica definisce metodi anticoncezionali naturali, «sono, al contrario, del tutto innaturali» [ SHOW

/ L IBR I ]

12 giorni fa | di Enrica Brocardo

Il teologo Vito Mancuso, a Pordenonelegge per l'anteprima del suo nuovo libro (Io amo. Piccola filosofia dell'amore, edito da Garzanti), non ci gira intorno. «In tema familiare e sessuale la morale cattolica non funziona», dice. «Perché l'etica per essere tale deve essere concreta, incidere nella vita delle persone». Poi spiega: «I dati dicono che oltre il 90 per cento dei cattolici praticati non è fedele al dettato della morale cattolica (leggi: usa metodi anticoncezionali proibiti, ricorre alla separazione e al divorzio, fa figli fuori dal matrimonio, ndr)». Continua: «E qual è la ragione? L'etica cattolica è astratta ed è incapace di interpretare la biologia». Mancuso va ancora più nello specifico e fa un esempio legato al noto metodo Ogino-Knaus, «in base al quale proprio durante il

Vito Mancuso

picco del desiderio femminile, bisognerebbe astenersi». Ovvero: niente sesso quando la natura ti indurrebbe a farlo, via libera quando, invece, la spinta ormonale è minore. «Li chiamano metodi naturali ma, la verità, è che sono innaturali».

daSHOW

Di tutto questo si parla nel suo libro, dedicato al tema dell'amore nel senso più ampio possibile: la relazione con il partner, i familiari, l'amicizia, l'amore per il prossimo, per gli animali, ma anche nei confronti di momenti, situazioni, luoghi, oggetti. Spiega: «Si può amare la natura, la giustizia o qualunque altro grande ideale. Un musicista può amare il proprio strumento». E così via. Ma tornando all'etica familiare e sessuale della Chiesa, Mancuso fa altre affermazioni importanti. Ricorda, per esempio, che se anticoncezionali come la pillola non sono ammessi fu per un «colpo di mano» di papa Paolo VI che, nel 1968, pur di fronte a una maggioranza quasi unanimamente a

C INEMA

7 ore fa | di Raffaella Serini

Con chi lo avreste sposato George?

VEDIanche


data: 20/09/2014 pagina: 2 di 2

favore (solo 4 voti contrari da parte della Commissione di studio), decise in modo opposto nell'enciclica Humanae Vitae. E questo porta a un'altra affermazione «pesante»: «Mi sembra», dice il teologo, «che il papa sia trasparente e sincero quando afferma la sua volontà di cambiamento, quando dice

LIBR I

che occorre considerare la situazione concreta delle persone

11 giorni fa | di Enrica Brocardo

Le conseguenze della violenza (sulle donne)

concrete. E per il potere che gli è conferito se veramente vuole, lo può fare». Come dire: Se non dovesse succedere, non si potrebbe appellare alle correnti contrarie o a nessun altro genere di ostacolo all'interno della Chiesa.

Chiara la posizione di Vito Mancuso anche sull'omosessualità.

LIBR I

«Che io preferisco definire omoaffettività, come del resto

12 giorni fa

L'amore e la guerra a Pordenone(legge)

molti altri negli ambienti gay», puntualizza. «Secondo me è innaturale condannarne la pratica. L'amore per essere tale deve esplicarsi in tutte le sue dimensioni: spirito, psiche e

V A NIT Y P R OMOT ION

corpo. Non si può imporre ad alcuni essere umani di astenersi dal farlo».

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Pasternak e Parrella a Pordenonelegge

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VANITY TODAY !

George e Amal in edicola

Capelli, le star che cambiano

«Sì, siamo sex symbol»

Parigi: le 100 scarpe top

Parigi: le 100 borse top


Un pubblico numeroso e davvero interessato che ha potuto incontrare quasi quattrocento autori, ascoltarli, confrontarne i discorsi, le emozioni e le esperienze. Giuseppe Fantasia (/giuseppe-fantasia/)

A Pordenonelegge con Margaret Atwood, Kim Thúy, Katherine Pancol, Jamaica Kincaid e Deborah Levy Pubblicato: 23/09/2014 10:19 CEST

Aggiornato: 23/09/2014 10:24 CEST

Ho avuto modo di incontrare cinque autrici di fama mondiale che hanno scelto proprio questa manifestazione per presentare i loro ultimi libri. Da Roma - dove è stata l'ospite d'onore all'ultimo appuntamento di Letterature (http://www.festivaldelleletterature.it) in una serata-evento al Teatro Argentina - a Pordenonelegge - è arrivata Margaret Atwood, una delle più note autrici delle narrativa e della poesia canadese che ha scelto proprio l'Italia per iniziare il tour promozionale del suo nuovo libro, L'altro inizio, pubblicato da PONTE ALLE GRAZIE (trad.ne di Francesco Bruno, pagg. 550, euro 24) che ripropone anche L'assassino cieco, libro che nel 2000 le valse il Booker Prize.

GTONPOST.IT/NEWS/CRONACA)

://www.huffingtonpost.it/2014/09/29/doni-uomo-piu-minacciato-in_n_5898408.html)

n Ciotti in pericolo, la scorta non a" ://www.huffingtonpost.it/2014/09/29/donti-uomo-piu-minacciato-ina_n_5898408.html)

Pordenonelegge (http://www.pordenonelegge.it/) ha fatto centro e la sua immagine/guida - una pannocchia di granoturco tutta gialla su uno sfondo nero - ha portato fortuna agli organizzatori di questa quindicesima edizione, facendo registrare circa 130mila presenze nei cinque giorni di festival.

Da sempre interessata alle tematiche ambientaliste, scrittrice di culto, autrice di una quarantina di libri, la Atwood ha spiegato che MaddAdam (il titolo del romanzo nella versione originale con cui si termina la trilogia distopica composta da L'ultimo degli uomini e L'anno del diluvio), "È un palindromo che racchiude alla perfezione il significato che ogni fine è sempre un nuovo inizio". In esso ci racconta le vicende dei sopravvissuti Toby (membro della setta dei Giardinieri di Dio) e Zeb (capo dei Maddamiti) che combattono il bioterrorismo delle corporazioni. Sullo sfondo, un pianeta in un immediato futuro abitato da strane creature come i Crakers e gli spietati Painballers. La convivenza tra il mondo umano e quello transgenico non sarà semplice e quell'equilibrio che è già precario rischia di spezzarsi. ktdEx) La domanda fondamentale da porsi è proprio dove ci può portare un altro inizio, ha spiegato la Atwood che ha tra i suoi fan anche Umberto Eco (nella foto), perché l'uomo è per natura curioso, non fermerà mai la propria corsa verso scoperta e conoscenza e in pochi decenni può succedere qualsiasi cosa. "Sicuramente dovrà essere sempre più veloce nel trovare le soluzioni ai problemi", ha precisato, "Viviamo nell'era dell'etica, ci sarà sempre qualcuno che vuole fare qualcosa di proibito. Sono cresciuta accanto a scienziati, ci sono cose fatte a fini etici, altre no, ed è una cosa questa che vale per tutto".

Un pubblico numeroso e davvero interessato che ha potuto incontrare quasi quattrocento autori, ascoltarli, confrontarne i discorsi, le emozioni e le esperienze. Ho avuto modo di incontrare cinque autrici di fama mondiale che hanno scelto proprio questa manifestazione per presentare i loro ultimi libri. Da Roma - dove è stata l'ospite d'onore all'ultimo appuntamento di Letterature (http://www.festivaldelleletterature.it) in una serata-evento al Teatro Argentina - a Pordenonelegge - è arrivata Margaret Atwood, una delle più note autrici delle narrativa e della poesia canadese che ha scelto proprio l'Italia per iniziare il tour promozionale del suo nuovo libro, L'altro inizio, pubblicato da PONTE ALLE GRAZIE (trad.ne di Francesco Bruno, pagg. 550, euro 24) che ripropone anche L'assassino cieco, libro che nel 2000 le valse il Booker Prize.


"Gli esseri umani hanno davanti a sé una tavola con tutte le cose che vogliono e le hanno sempre volute, ma la scienza non fa quello che gli uomini non vogliono. Ormai siamo al limite. Bisogna diventare intelligenti molto rapidamente se non vogliamo produrre qualcuno come Crake che alla fine trovi il modo di renderci meno numerosi". Ha poi dato un consiglio su come gli uomini debbano rapportarsi con la natura: "Non credo che il sentimento giusto da avere sia il timore, ma il rispetto: dobbiamo capire ciò che vuole fare la natura, o almeno cercare di farlo, ma niente panico!". Se lo dice lei, c'è da crederci. Deborah Levy mi ha parlato di A nuoto verso casa (GARZANTI, trad.ne di Stefania Cherchi, pagg. 145, euro 16,40), il suo nuovo libro (finalista al Booker Prize) interamente ambientato in Costa Azzurra, lì "dove le notti erano sempre morbide e i giorni, invece, erano duri e puzzavano di soldi".

(http://images.huffingtonpost.com/2014-09-22-THUY.JPG) "Ho avuto la fortuna di farlo in un'età in cui ero abbastanza grande per ricordare e troppo giovane per capire", spiega a Pordenone, dove ha presentato in anteprima il suo nuovo libro, Nidi di rondine (NOTTETEMPO, trad.ne di Cinzia Poli, pagg. 158, euro 14). "In Vietnam non ci sono archivi, perché loro non hanno una nozione del passato. Definiscono quel passato proiettandosi sul futuro, senza farlo ripercuotere sul presente", mi ha spiegato. "È come se lo avessero rimosso, anche se è questo un concetto che lì non esiste". Ma lei, che da quando aveva dieci anni vive in Canada, ama ricordare e ritiene che la Storia debba essere studiata e ricordata. Se il suo primo romanzo, Riva (NOTTETEMPO 2010) - grande successo editoriale tradotto in venti lingue - girava tutto intorno al verbo 'sopravvivere' e mostrava il punto di vista di una giovane ragazzina, Nidi di rondine gira invece questo attorno al verbo 'amare', mostrando il punto di vista di una donna oramai adulta.

Protagonista è Nina, una quattordicenne londinese "Abituata a vedersela da sola", con una madre (Isabel) che fa la corrispondente di guerra e un papà (Joe) che è un famoso poeta. Dividono la villa delle vacanze con una coppia di amici e con un ospite inatteso, Kitty Finch, la cui presenza, col passare dei giorni si fa sempre più ingombrante e tutt'altro che casuale. Per Nina, starle vicino "È come stare vicino ad un tappo di spumante appena saltato via da una bottiglia quando, nel primo istante, le bollicine sembrano scappar fuori tutte insieme e per un secondo ogni cosa è spruzzata da una sostanza inebriante". Anche gli altri, grazie a quella bella e stravagante ragazza che ama girar nuda per casa, avranno modo di scoprire che "Il caos non è stato portato dall'estraneo, ma era assolutamente preesistente ed intrinseco alla famiglia stessa", come mi ha spiegato l'autrice, grande appassionata di Bertolucci (impossibile non pensare, leggendolo, al film del maestro, Io ballo da sola) di Fellini e Pasolini, da cui ha tratto ispirazione per questa storia. La Levy ci coinvolge con i suoi personaggi tutti molto british che risaltano ancora di più proprio perché sono in un Paese che non è il loro. Li osserva e li descrive senza però mai prendere posizione per l'uno o per l'altro. Il compito sarà dei lettori, saranno loro a decidere. Avvincente. Scrivere "è una bussola per vivere" per la scrittrice vietnamita Kim Thúy, che lo fa perché ama giocare molto con le parole, ma - soprattutto - per fare in modo che quello che hanno subìto i vietnamiti della diaspora non venga dimenticato. Anche lei è stata una delle milioni di persone che negli anni '70 scappò da Saigon con la propria famiglia via mare, su imbarcazioni di fortuna, cercando rifugio all'estero. Molti di quei boat people - come vennero definiti - morirono in mezzo all'Oceano, altri riuscirono a salvarsi.

Si chiama Mãn, che significa "perfettamente appagata", o "che non ha altro da desiderare", o "colei di cui è stata esaudita ogni aspirazione", una donna cresciuta senza sognare che racconta le sue tre vite, dall'infanzia in Vietnam alla sua vita in Canada con un ristoratore vietnamita, sposato più per interesse che per amore, fino ad arrivare ad un secondo matrimonio che le sconvolgerà la vita. In mezzo, un passato ed un presente di ricordi, di oggetti, di stati d'animo e di esperienze. "Questo romanzo è il risultato della pigrizia - sono pigra, sono storie che conosco molto bene ed è per questo che non ho dovuto fare ricerche - ma anche del fascino per i piccoli gesti", ha precisato. "Nella cultura vietnamita non si verbalizzano troppo le emozioni, non si è capaci di esprimere sentimenti ed è per questo che lo fanno con dei gesti", ha aggiunto. Il titolo, Nidi di rondine, è ovviamente legato al tema del cibo e dell'accudimento, un cibo prezioso, una delle maniere con cui si esprime l'affetto alle persone alle quali si vuole bene. Costruito come se fosse una sorta di diario personale, con un susseguirsi di pagine che a lato riportano il titolo in vietnamita e in italiano, è il racconto speciale di una vita. Dolorosa o no, ma comunque vita. Leggerlo è meraviglioso. Lasciatevi incantare da Hortense, Stella, Leonie, Valentine, Joséphine e tante altre, le irresistibili protagoniste di Mucachas , una storia unica divisa in tre volumi pubblicati in Italia da BOMPIANI (trad.ne di Fabrizio Ascari). Donne che tra la Francia, Londra e New York combattono quotidianamente per difendere la propria autonomia ed affermare il proprio talento.


(http://images.huffingtonpost.com/2014-09-22-Pancol.JPG) "Ho impiegato quattro anni per scrivere questa storia", ha spiegato l'autrice di super bestseller Katherine Pancol (solo in Francia, Gli occhi gialli dei coccodrilli, primo della fortunata trilogia degli animali, da noi ripubblicato da Bompiani, ha venduto oltre un milione di copie). "Tutto ha avuto inizio da una frase che faccio dire al personaggio di Hortense all'inizio del libro, ma essendo poi arrivata a scrivere 1500 pagine, ho deciso con l'editore di dividerlo, ma non si tratta assolutamente di una trilogia, bensì di un'un'unica storia divisa in tre parti". La Pancol ha scritto queste storie nate dall'urgenza di come una donna possa sopportare la violenza di quell'uomo che spesso è il compagno o il marito. "Mi trovavo nei pressi di Lourdes per un matrimonio ed ebbi il dispiacere di vedere nel tavolo vicino al mio una donna presa a schiaffi dal marito davanti ai due figli. La seguii in bagno e lo sguardo di quella donna mi impressionò tantissimo". Da questo episodio è nata la storia di Muchachas e l'autrice ha tenuto a precisare che anche nel piccolo paesino francese in cui vive ha conosciuto molte donne che le hanno raccontato di aver subito violenze simili a quelle descritte nel libro. Del resto, solo in Francia, ogni due giorni una donna muore per le conseguenze delle botte. "Il guaio è che molte pensano che se è successo è colpa loro e a poco a poco diventano tutte degli esseri telecomandati ai quali i mariti possono fare quello che vogliono". Questi ultimi arrivano a comportarsi così perché si sentono minacciati di perdere il loro ruolo dominante e così riversano nei confronti delle loro donne e dei loro figli, tutte le loro insicurezze e frustrazioni. Il segreto? "Avere stima di se stessi per farsi rispettare dal proprio capo o dal proprio marito e denunciare il tutto, sempre". Lo spazio e il tempo diventano una cosa sola nella mente della signora Sweet, la protagonista di Vedi adesso allora (ADELPHI, trad.ne di Silvia Pareschi, pagg. 161, euro 16,50), il libro con cui l'autrice Jamaica Kincaid ritorna in libreria dopo dieci anni di assenza dal mondo editoriale.

La signora Sweet è una scrittrice, ma prima ancora è una donna che ha dentro di sé un inferno che ha il nome di infelicità e depressione. Guarda dalla finestra della sua bella casa nel New England e ripensa al suo matrimonio, oramai finito, col marito musicista. Capisce il paesaggio che la circonda, lo ha sempre capito, cosa che non può dire affatto del marito, che invece "la aborriva" e che spesso le ha augurato di morire. Pensa al suo adesso, "sapendo che quasi sicuramente sarebbe diventato un allora proprio mentre era un adesso, perché tutto sarà anche un adesso allora". Solo la Kincaid è capace di scrivere frasi lunghissime con una punteggiatura essenziale e con uno stile che sorprende ogni volta, capace di riflettere al meglio stati d'animo ed emozioni, creando piacevoli confusioni tra le varie voci narranti. È lei stessa a raccontare che anni fa scrisse un racconto breve, Girl, composto da un'unica lunga frase con seicento parole. "Scrivere per me non è solo una carriera, ma è anche materia di vita e di morte spiega - so che molti può essere difficile leggere un mio libro, ma non posso farci nulla, è questo per me l'unico modo di scrivere e non sarei fare altrimenti". Anche la Kincaid, come la protagonista, è una scrittrice e anche lei ha divorziato dal marito (Allen Shawn, musicista, figlio del direttore del The New Yorker), ma guai a definire questo suo libro un'autobiografia. "Ci sono cose del passato, ci sono i ricordi e cose che la signora Sweet immagina del futuro: ho voluto parlare del tempo, della mia visione del tempo, di come e di cosa crea, ma non è affatto un'autobiografia". Dice poi di avercela con alcuni critici americani che tendono a parlare sbrigativamente di autobiografia "senza essere capaci di riconoscere gli elementi essenziali che ci sono nel libro". Mi vedono come una scrittrice donna, di colore, nera, che può essere capace solo di scrivere di razzismo, di violenza, di miseria e di emancipazione, invece che riflettere sui temi della vita che è invece quello che faccio con grande attenzione". Leggete Vedi adesso allora, ne sarete coinvolti e alla fine le darete ragione.

(photos by Giuseppe Fantasia)


data: 23/09/2014 pagina: 1 di 2

www.tustyle.it

Siamo andate a Pordenonelegge! E ci torneremo

1/10 23 settembre 2014 Dal 17 al 21 settembre si è tenuta la 15esima edizione di Pordenonelegge. Eravamo in tanti, quest’anno (Chuck Palahniuk a parte: all’ultimo ci ha tirato il pacco, peccato): 130 mila presenze, 19 mila app scaricate ( e servivano, eccome: provate voi a orientarvi tra oltre 250 eventi in oltre 30 location…), più di 200 angeli (leggi volontari, ma a lì li chiamano così, sarà per le due ali disegnate sulla maglietta…). Noi non c’eravamo mai state. E sapete che vi diciamo? Che l’anno prossimo ci torniamo. Ecco le nostre scoperte the day after. La Golino è bionda Sei lì, che mangi un piatto in trattoria (per la precisione d’informazione alla Vecia Osteria del Moro) e quando alzi lo sguardo dalle seppie in guazzetto con polenta bianca vedi che al tavolo accanto c’è Valeria Golino (bionda, adesso è bionda) che mangia un riso pilaf al curry e gamberi insieme allo scrittore Mauro Covacich. Insieme, hanno fatto un reading al convento di San Francesco leggendo in anteprima i racconti La sposa (Bompiani). I segreti di House of Cards Se vi diciamo Michael Dobbs vi si accende la lampadina? Forse no. Ma se vi diciamo House of Cards sicuramente sì. Sì, lui è il politico inglese che è stato a capo dello staff di Margaret Tatcher fino al 1987 e che ha scritto House of Cards (in Italia è pubblicato da Fazi) 1 e anche 2, sottotitolo: Scacco al re, appena uscito. Ci siamo mischiate alla folla (vi diciamo solo che all’ultimo hanno cambiato location, parecchio più grande, da tante erano le prenotazioni) e abbiamo scoperto che: 1. Ci sarà una terza stagione, stanno finendo di girarla ora. 2. Gli studios sono a Baltimora. 3. Kevin Spacey è professionista serissimo ma anche capace di scherzare sul set: dovendo fare una foto ufficiale, ha fatto le corrna mentre Dobbs posava nello studio ovale (ricostruito!). 4. Matteo Renzi ha letto (o almeno comprato, House of Cards): Dobbs si augura non lo prenda come un manuale d’uso. 5. In Cina impazziscono per i libri e la serie. 6.Dobbs garantisce che quasi tutto quello che racconta l’ha visto. Precisa: Non ho visto un politico ammazzarne un altro, ma ho visto molti politici che avrebbero voluto farlo. Margaret Atwood è simpaticissima Siamo andati a ascoltare Margaret Atwood. Nata a Ottawa nel 1939, è tra le scrittrici più vendute in tutto il mondo. Da noi la pubblica Ponte alle Grazie. L’ultimo titolo è L’altro inizio. Ci catapulta mesi dopo la catastrofe planetaria


data: 23/09/2014 pagina: 2 di 2

e ci fa fare la conoscenza dei Craker, una nuova specie gentile e quasi umana. Non l’avevamo mai incontrata. Ci ha colpito la sue gentilezza, il suo sguardo intelligente, la sua ironia. Non l’abbiamo mai letta, ma cominceremo. Lucarelli sposa una buona causa Carlo Lucarelli è un buono. Anche se si occupa di efferati delitti. Ha scritto e regalato un suo racconto per ragazzi, Adesso, alla casa editrice Vastagamma. Che l’ha pubblicato in Il mantello di carta, libro che raccoglie il meglio del mondo dell’illustrazione e del fumetto, da Milo Manara a Bruno Bozzetto a Silver e che viene venduto per beneficenza: costa 18 euro e il ricavato viene interamente devoluto all’associazione Maruzza Onlus che si occupa di cure palliative per bambini. Le donne maltrattate della nuova Pancol Non chiamatela trilogia se non volete farvi correggere da Madame Katherine Pancol. E questa volta c’è poco da ridere ma molto da riflettere. Muchachas 1, 2, 3, li pubblica Bompiani, escono a distanza di un mese l’uno dall’altro, perché, come consiglia l’autrice, non si deve perdere il filo delle 1500 pagine che raccontano la storia di Hortense, Stella, Joséphine. Storie di donne che rimbalzano dalla Borgogna a new York a Londra a Miami. Pancol di donne sa scrivere. E quando parla delle sue creature, fa venire voglia di leggerla… Le donne isteriche del nuovo Augias Dopo anni di televisione e saggi, Corrado Augias torna al romanzo. Con una storia che ci intriga: si intitola Il lato oscuro del cuore, esce per Einaudi, se vi intriga la psicanalisi e l’isteria, fa per voi. “Volevo raccontare il momento tumultuoso dell’origine di questa nuova scienza, quando uomini cominciano a denudare la mente di una donna. E quando si denudano le menti, accadono cose…”. Vito Mancuso parla d’amore C’è un teologo che dice scrive d’amore. Vito Mancuso. S’intitola Io amo il suo ultimo saggio, lo pubblica Garzanti. Dentro, ci trovate il diritto a praticare l’omoaffettività e anche la tesi che la morale cattolica è insostenibile, non funziona, è astratta: l’etica deve incidere sulla vita delle persone, ma se il 90 per cento dei cattolici praticanti usa metodi anticoncezionali e pratica il sesso prima del matrimonio… @paolasarabattis


successivo |home Un vulcano a Pordenonelegge Cari Italians, domenica sera Bsev ha chiuso il festival “Pordenonelegge” presentando il suo libro “La vita è un viaggio” in un teatro stracolmo. Ha parlato di brevità, velocità, precisione, resilienza… E’ stato un incontro brioso, dove ha dimostrato la capacità di tenere il pubblico con facilità e simpatia. Ho capito, adesso, come riesce a stare su più fronti (giornale, libri, viaggi e ora anche teatro): ha un’energia formidabile, è una specie di vulcano. Farà strada. Ho visto il suo impegno. Si vede che ci crede. Che vorrebbe spingere gli italiani verso il meglio, in particolare i giovani. A questo riguardo, mi sarebbe piaciuto se Bsev avesse ricordato una frase di Indro Montanelli, che certamente lui ha in mente: “L’unico suggerimento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: “Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s’ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi”. Alberto Pletti, albertopletti@gmail.com Grazie Alberto. Per le belle parole e per aver ricordato quella splendida frase di Indro: la userò alla prossima occasione! Chiudere Pordenonelegge – gran bel festival, che organizzazione! – è stato un onore. Commovente vedere tanta gente in coda per ore pur di entrare al Teatro Verdi. Durante il firmacopie, al termine, una ragazza s’è presentata col simbolo di “La vita è un viaggio” tatuato (!) sulla spalla (fotografata con autorizzazione fidanzato!). Come potevo non mettercela tutta? Delle venti parole del libro, come hai sentito, ne ho scelte cinque: brevità, velocità, precisione, incoraggiamento, resilienza. Sono i miei consigli per tornare a correre: ma ci riusciremo, in Italia? Hai sentito come ho aperto l’incontro. Ho la sensazione che molti italiani abbiamo segretamente scelto: meglio un declino dolce che una risalita faticosa. In discesa, tutto sommato, si fa meno fatica che in salita. Quest’anno di presentazioni ne ho fatte poche; d’estate nei luoghi di vacanza, nessuna. Prima di iniziare il tour teatrale (qui date e piazze http://www.beppesevergnini.com/appuntamento/la-vita-e-un-viaggio-a-teatro/) sarò a Padova/Festival delle Parole l’11 ottobre e a Pescara/Festival Letterature Adriatiche l’8 novembre. Se qualcuno PS “Farà strada”?! Ho 57 anni, poca o tanta la mia strada l’ho fatta (e mi piace guardarla, girandomi).


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Yamina Oudai Celso Ricercatrice e giornalista Segui Yamina Oudai Celso:

‘Estantigua’ racconta Panero, il lato violento della poesia di Yamina Oudai Celso | 24 settembre 2014

Chissà perché, l’opinione comune indulge spesso nell’errore di considerare il poetico come sinonimo di elegiaco, sentimentale, edulcorato, quasi una sorta di più o meno superfluo ornamento decorativo dell’esistenza. Eppure secoli di produzione letteraria, o anche semplicemente i percorsi biografici spesso e volentieri travagliati dei singoli autori, sono lì a testimoniarci l’esatto contrario: la poesia come irruzione di una ferita esistenziale, di uno squarcio drammatico e magnifico su di sé e sul mondo, in cui creatività e disadattamento, splendore e angoscia danno vita ad un misterioso e perturbante miscuglio. Nulla di più pertinente, dunque, dell’identificare nel poeta un “estantigua”, versione ispanica del latino “hostis antiquus”, tipica vox media che designa al tempo stesso un nemico ed un ospite di lunga data. Una presenza sfuggente ma pervasiva, inquietante ma visionaria, esattamente come quella di un fantasma (estantigua, appunto) e, nel caso specifico del documentario presentato domenica scorsa nell’ambito della rassegna Pordenonelegge, il fantasma del poeta Leopoldo Marìa Panero, spentosi lo scorso 2 marzo, proprio appena la giovane regista Irada Pallanca sbarcava sull’isola di Gran Canaria per realizzare l’opera cinematografica a lui dedicata. Estantigua ripercorre in 36 minuti, attraverso la presenza e la voce narrante del poeta Ianus Pravo, testimone e compartecipe dell’avventura letteraria ed umana di Panero, i fotogrammi salienti di una vita solcata dalle droghe, dal tentativo di suicidio, dai 17 anni di ricovero in un ospedale psichiatrico ma soprattutto da quelle intuizioni poetiche affidate ai versi e alla parola scritta. Una sfida cinematografica impervia ed ambiziosa, quella intrapresa dalla Pallanca, poiché, dalla colomba pugnalata di Proust ai fiori del male di Baudelaire passando per il male di vivere montaliano, la “parola scavata nell’abisso” di Ungaretti ed innumerevoli altre analoghe suggestioni letterarie, l’archetipo del poeta sofferente o alienato appare talmente consolidato da rischiare facilmente di affievolirsi in un prevedibile cliché. Al contrario Estantigua persegue e raggiunge un delicato e fragile equilibrio, evitando di sprofondare nel facile registro della “voluptas dolendi” o nel mito platonico della “divina follia” del poeta senza però rinunciare ad evocare, con un linguaggio visivo nitido e contemporaneo, quegli ingorghi inestricabili di vita e dolore da cui è scaturita l’opera di Panero, irremovibilmente convinto che “solo chi è morto sopravvive alla bellezza”. Rigore, chiarezza e capacità di sintesi, abbinate ad una già disinvolta padronanza del mezzo audiovisivo, consentono alla regista di congegnare un’atmosfera onirica ed evocativa, ma al tempo stesso non ingenuamente enfatica né autocompiaciuta: indipendentemente dal fatto che lo spettatore apprezzi o meno l’opera di Panero, gli sarà facile rendersi conto di come attraverso la sua figura il documentario non intenda riproporre il solito binomio trito e ritrito di creatività e follia (su cui ormai, con ben altre armi scientifiche e statistiche, perfino neuroscienziati e psicologi cognitivi da tempo si interrogano), bensì semmai sollecitare una più interessante riflessione sul lato ispido, ruvido e poco conciliante della poesia, ovvero sul modo violento e destabilizzante in cui certi pensieri, immagini o rivelazioni possano irrompere nella quotidianità di un essere umano, sull’interminabile dissidio tra infanzia ed età adulta che strattona brutalmente le nostre vite, sulle mille crepe che continuamente si insinuano nella fragilità di ognuno e su quel disperato tentativo di produzione di senso che da sempre contraddistingue la condizione umana. Irada Pallanca non è nuova alla frequentazione di temi letterari di una certa complessità: il suo precedente cortometraggio, Banned, era ispirato ad un testo di Pasolini e fin da allora evidenziava un’indubbia originalità ed eleganza nella manipolazione delle immagini. Estantigua, dopo un apprezzato esordio in giugno al Festival Internazionale di Las Palmas e due successive proiezioni a Durango (Messico) e, per l’appunto, a Pordenonelegge, proseguirà la sua lotta darwiniana per la sopravvivenza con una prossima presentazione parigina a Pigalle, il 22 novembre. “Il fenomeno a cui sto assistendo è un esodo sempre più massivo dei miei colleghi all’estero -racconta Irada- verso la Francia in particolare. Artè sembra essere in questo momento l’unico interlocutore possibile per documentaristi e registi di fiction che hanno un buon soggetto da produrre”.


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