Prologo
Era il periodo più bello, il periodo più bollente... Dicembre Non avevo mai passato un Natale lontano dalla mia famiglia. Il Natale per me significa famiglia: quella d’origine, quella allargata e, più tardi, quella creata. Parenti e amici si riuniscono, gli alberi vengono addobbati, i regali incartati, il liquore preparato... e consumato senza remore. È un puro Norman Rockwell, con tanto di zio ubriaco. Non lo cambierei con niente al mondo. A parte quell’anno. Quel Natale era stato tutta un’altra cosa. Sempre Rockwell, ma con un retrogusto di Sbatticuore. Come fotografo freelance, Simon aveva un mestiere davvero cool. Girava il mondo per il “National Geographic”, per il Discovery Channel o per chiunque avesse bisogno di mandare un fotografo nei luoghi più remoti del pianeta. Quel Natale doveva immortalare le città europee nel pieno delle feste, e sarebbe stato via per quasi tutto il mese di dicembre. Da quando eravamo ufficialmente diventati un “noi”, avevamo stabilito una nostra routine. Lui aveva continuato a viaggiare per lavoro, in tutto il mondo: Perù, Cile, Inghilterra, persino un weekend lungo a Los Angeles per scattare un servizio alla Playboy Mansion... Una faticaccia, già. Ma quando il mio Sbatticuore giramondo era a casa, era a casa davvero. A casa con me, nel mio appartamento o nel suo. A casa con me per cenare con Jillian e Benjamin, o giocare a poker con 7
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