Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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06/2012 – N. 8

06/2012 – N. 8

www.digitalic.it

Tecnologie e protagonisti dell’ICT

Carta Curious Cosmic Alien Green by

Arjowiggins Creative Papers

Foil e clichè by

Luxoro

Stampa UV by

Tecnostampa

Stampa a caldo by

PI-EMME Serigrafia by

Litover

Vernice serigrafica by

Marabu Italia

Elaborazione immagine by

Imagem

Il mobile pervade ogni attivita’ Punto G. Le bugie verdi e l’oro nero. Sul Green proliferano i falsi miti: complotti o ingenuità?

Creative Park. L’ottima esperienza di un pessimo caffè. Quanto conta il contesto nel marketing

Geografia. L’immagine della Terra alla più alta definizione di sempre: 121 Megapixel


IN PARTNERSHIP WITH

Discover fashion legend and founder of Diesel, Renzo Rosso’s approach to a blank sheet of paper. Agree. Disagree. Discuss. www.theblanksheetproject.com


Tocca con mano

il programma di canale Trend Micro,

sentirai la differenza

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Non serve continuare a cercare: Trend Micro è il partner ideale 1. Soluzioni redditizie e facili da gestire Trend Micro ti aiuta a incrementare la tua attività con la console di gestione gratuita

2. Soluzioni leader del settore - Trend Micro vanta le migliori soluzioni software e in-the-cloud del settore, dalle prestazioni costantemente superiori alla concorrenza*

3. Massima attenzione ai partner di canale - Trend Micro si impegna a fornire servizi al rivenditore

4. Il tuo partner dispone di un programma per rivenditori di servizi gestiti (xSP) Con Trend Micro, il rivenditore gode di un vantaggio sulla concorrenza e ha la possibilitĂ di proteggere i clienti in-the-cloud

*Test effettuati tra aprile e settembre 2011 da Dennis Technology Labs e AV-test.org


Trend Micro Partner Program Crescita fatturato

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Ampiezza delle competenze

Il nuovo programma di canale di Trend Micro punta su due aspetti fondamentali: semplicità e maggiore profittabilità. I vari livelli sono stati resi più comprensibili e soprattutto sono state introdotte nuove specializzazioni per rispondere al meglio alle esigenze di mercato.

La nuova struttura del programma di canale Nuove specializzazioni

Trend Micro Platinum Partner

Network & System Security Data Protection Security

Trend Micro Gold Partner

Cloud & Data Center Security Endpoint & Mobility Security

Trend Micro Silver Partner

Small Business Security

Bronze Resellers

I benifici per i partner Trend Micro

Vantaggi Accesso al portale dei partner Welcome Pack Online e Tool Kit di vendita Comunicazioni personalizzate regolari Sconti Upfront Rebate Registrazione dei deal Eleggibilità per i fondi di co-marketing Leads e strumenti di generazione della domanda Incentivi per le persone e i partner Prezzi speciali (deal strategici) Account Management Partner Locator Guide alla vendita e documenti di posizionamento (case study) Utilizzo logo delle specializzazioni Campagne on-demand Eventi con i partner Accesso agli eventi online e live Accesso ai corsi di formazione online o in classe Supporto tecnico Accesso premiun alla knowledge base Accesso al portale del supporto RFP proposal response tool Crediti per la formazione tecnica Copie demo dei software (NFR) Offerte trial per i clienti Coinvolgimento nei sondaggi sulla soddisfazione dei partner

Bronze

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Silver

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Platinum

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EDITORIALE

QUI,|LÀ|E|IN|OGNI|DOVE Il sogno del teletrasporto – anche se non ce ne siamo accorti – si è già realizzato, solo che a viaggiare alla velocità della luce in tutto il mondo non sono i nostri corpi, ma le nostre idee, le nostre foto, i nostri filmati e tutto quello che può avere una forma digitale. La macchina del teletrasporto la portiamo in tasca: è il nostro smartphone, in grado di inviare (in una frazione di secondo) la foto che abbiamo appena scattato al nostro piatto preferito fino in Australia, dai parenti lontani, e magari a tutti con i social network. Le potenzialità di cellulari e tablet sono ampiamente sfruttate in ambito privato, ma si possono solo immaginare i risultati ottenibili a livello di business. Le aziende ancora giocano con tablet e smartphone: in pochi infatti hanno progettato veri piani per lo sviluppo di tale settore. Eppure l’Italia è al centro di questa nuova possibile economia, grazie ai suoi talenti (si tratta soprattutto di giovani). Alcune delle App rivoluzionarie che hanno attirato l’attenzione dei media internazionali sono nate dalla creatività tricolore: da “Feel Me” – l’applicazione che consente di “toccare” il proprio interlocutore attraverso il telefono – a “Ariadne GPS”, una soluzione di navigazione per non vedenti creata

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da Giovanni Ciaffoni, che è stato addirittura chiamato dal Ceo di Apple, Tim Cook, sul palco della WWDC per le congratulazioni ufficiali. L’Italia è ricca di nuove idee e il mondo mobile è un campo di sviluppo perfetto (e non perché ci siano tanti telefonini nel nostro Paese), poiché consente anche ai singoli di avere successo

“LA BANDA LARGA OGGI E’ COME LE AUTOSTRADE NEGLI ANNI SESSANTA: SENZA NON SI PUO’ PENSARE A UN VERO SVILUPPO DELL’ECONOMIA DIGITALE” internazionale, senza grandi investimenti. Certo per favorire l’economia digitale che ne deriva non bastano gli applausi, servono le infrastrutture. La banda larga oggi è come le autostrade negli anni Sessanta: senza non si può pensare a un vero sviluppo dell’economia digitale, che ha il vantaggio di basarsi (quasi esclusivamente) sulle capacità creative, innovative e realizzative delle persone. Queste tre cose in Italia non mancano di certo, il resto richiede l’impegno di tutti.

Francesco Marino Direttore Responsabile Digitalic francesco@digitalic.it

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SOMMARIO

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Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011 Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2011-31/12/2011

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TECNOLOGIA 10

Photo

Un tuffo nei dati Geografia

La Terra a 121 Megapixel

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White Paper

Numero otto, abbiamo fatto il botto!

Tendenze

Digitalk

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DGPanic

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Punto G

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Viscom

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Ovunque andrò…

Le bugie verdi e l’oro nero

MERCATO Strategie

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Digitalk

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Investire sul canale conviene Tutti verso i servizi, ma il prezzo è giusto?

Viscom Italia 2012, non potete mancare

WEB SOCIAL CLUB

Management

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Creative Park

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Coffee Break

48

E se l’IT fosse un drago? L’ottima esperienza di un pessimo caffè La formazione

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La più formidabile leva è la cultura

The Marketing Side

Il tuo mal di schiena è causato dai clienti nomofobici

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#FF

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Mad4It

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Il Web nell’armadio di Irene

Panasonic 9 Pi-Emme IV cop Salvix 73 Samsung 7 Smau 59, 77 Snt Technologies 35 Symantec 47 Systematika Distribution 45 Tecnostampa III cop Trend Micro inserto, 63 Viscom - Reed Exhibitions Italia 69 Wildix 41 Zyxel 31

Periodicità: 11 numeri Tiratura media:15.250 copie Diffusione media:14.450 copie Certificato CSST n. 2011/2247 del 27/02/2012 Società di Revisione: REFIMI Direttore Responsabile: Francesco Marino - francesco@digitalic.it Caporedattore: Marco Lorusso - marco@digitalic.it Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra - produzione@mmedia.info Hanno collaborato: Alessio Ferri, Sara Fevola, Pierantonio Macola, Biagio Picardi, Francesca Pilone, Riccardo Pirana, Matteo Ranzi, Valerio Rosano, Marco Sampietro, Daniela Schicchi, Antonella Tagliabue, Elena Veronesi. Progetto grafico e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c. Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80 Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00 http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: RDS WEBPRINTING s.r.l. via Belvedere, 42 - 20043 Arcore (MB) Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi

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Ecco Surface, la nuova sfida

29, 55 II cop 20 57 25 18-19 11, 27 37 39 79 83 67 17 71

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SHUTDOWN

Uscita di servizio…

Alias Arjowiggins Aten Brevi Canon Computer Gross - VMware Dell F-Secure Fortinet Imagem iStockphoto Litover Luxoro Marabu Italia

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MacBook Pro e display Retina, il più bel computer mai realizzato

Non dire no!

Smau Wow

INSERZIONISTI

Anno 1 ‚ numero 8‚ giugno 2012 www.digitalic.it

MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393 - fax 039.2326449

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).

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NEWS Roberto Loiola, vice president western Europe e Ceo per l’Italia di Huawei

CA,|ecco|il|nuovo|partner|program

Huawei:|«L’Italia alla|guida|dell’Europa!» Un fatturato di 32,5 miliardi di dollari, 140.000 dipendenti, di cui il 45% impegnato in ricerca e sviluppo: Huawei, il gigante cinese delle telecomunicazioni, punta sull’Italia e sul mercato enterprise. Roberto Loiola, vice president western Europe e Ceo per l’Italia, ha inaugurato l’Enterprise roadshow di Huawei a Milano. Per il colosso cinese il nostro Paese è importante, tanto che ha aperto qui uno dei suoi centri di ricerca e sviluppo di competenza mondiale (proprio a Milano) e tre centri di innovazione (a Milano, Torino e Roma). «Huawei è cresciuta del 12% nel 2001 – ha detto Loiola – ed è cresciuta di più nei mercati fuori dalla Cina. In Italia ha raggiunto i 500 dipendenti e per fine anno supereremo i 700. Perché già oggi il nostro Paese è il terzo mercato europeo per Huawei, ma stiamo lavorando affinché diventi il primo, in breve tempo». Ora la società punta in Italia al mercato enterprise, con le soluzioni di unified communication e collaboration. Ha infatti stretto accordi con i principali distributori e sta scaldando i motori per scaricare a terra la potenza della sua ricerca e del suo sviluppo. La videocomunicazione è uno dei cavalli di battaglia. I prodotti in questa categoria vantano 200 brevetti mondiali, ma oltre al segmento Tlc, Huawei annuncerà servizi cloud.

«Il nuovo “CA Global Partner Program” – racconta a Digitalic Brunello Giordano, direttore delle alleanze di CA Technologies Italia – prevede una serie di benefici a supporto dei partner e dei loro modelli di business in continua evoluzione. Il nuovo programma sostiene le iniziative intraprese da solution provider, service provider, alliance partner e reseller per consentire ai clienti di erogare al business servizi IT di carattere innovativo. Il primo dei tre punti chiave dell’iniziativa è – innanzitutto – l’offerta di soluzioni endto-end indipendenti dalla piattaforma; si parla cioè di soluzioni di pianificazione, gestione e security per ambienti eterogenei ibridi che offrono ai partner gli strumenti necessari per aiutare i clienti a gestire la crescente complessità dell’IT e applicare nuovi modelli d’erogazione. Il secondo punto chiave del nuovo programma – spiega ancora Giordano – è l’ incentivazione alla crescita del business con un programma che comprende un

piano personalizzato per agevolare lo sviluppo di conoscenze relative alle soluzioni CA Technologies. Ultima ma non ultima, – conclude Giordano – la predisposizione per il cloud computing con lo sviluppo di soluzioni basate sull’esclusiva value proposition di ciascun partner, oltre a strumenti di marketing, vendita e risorse tecniche utili a creare una filiera che permetta di accelerare il ciclo di vendita nell’area del cloud computing».

Brunello Giordano, direttore delle alleanze di CA Technologies Italia

ANTEC|Entra|nel|catalogo|di|Esprinet Produrre componenti per assemblare, aggiornare, aggiungere strategico valore aggiunto ai pc e alle soluzioni IT. Questo il mestiere di una società come la californiana Antec. Un mestiere fondamentale quello di Antec soprattutto per chi come Var, system integrator e Oem grandi e piccoli proprio dai componenti specialistici cerca il salto di qualità decisivo per sviluppare offerte e soluzioni ad alta marginalità. Per questo Esprinet ha scelto con decisione di firmare l’accordo di distribuzione proprio con Antec

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Un|tuffo nei|dati Questo è un tuffatore – per l’esattezza un atleta olimpico – visto da una macchina. L’immagine è il risultato di una complessa elaborazione effettuata da un computer del movimento, delle forze, delle modifiche all’ambiente generate da uno sportivo. In questa pagina osservate un fermo immagine di un progetto più ampio denominato “Forms” e realizzato per le Olimpiadi di Londra 2012 da Quayola e Memo Akten, in associazione con Nexus. L’installazione completa è in mostra al National Media Museum di Bradford. I filmati realizzati con il motion capture ed elaborati al computer svelano quanto sia complesso il movimento dell’uomo e in che modo interagisca con lo spazio circostante. Per realizzare queste sequenze sono stati creati intorno ai movimenti degli ambienti virtuali che reagiscono al passaggio del corpo umano. Al link http://vimeo. com/37954818 potete ammirare il filmato originale di “Forms”.

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Server Dell PowerEdge contatta il tuo Dell PartnerDirect di riferimento. © 2012 Dell Inc. Tutti i diritti riservati. Dell, il logo DELL, il marchio DELL, PowerEdge e OpenManage sono marchi di Dell Inc. Nel presente documento possono essere utilizzati altri marchi e nomi commerciali in riferimento sia alle società titolari dei marchi sia ai nomi dei rispettivi prodotti. Dell non rivendica alcun diritto di proprietà su marchi e nomi depositati da terzi. Il presente documento ha scopo puramente informativo. Dell si riserva il diritto di apportare modifiche, senza preavviso, a qualsiasi prodotto descritto. Il contenuto viene fornito “così com’è”, senza garanzie espresse o implicite di alcun tipo. Intel, Intel logo, Xeon e Xeon Inside sono marchi registrati da Intel Corporation in U.S. e negli altri Paesi.


GEOGRAFIA

La|Terra a|121|Megapixel Ecco l’immagine a più alta risoluzione mai scattata del nostro pianeta. Altri stupefacenti ritratti sono il risultato di un mosaico di migliaia di foto riprese nel corso del tempo e poi assemblate. Quella realizzata dal satellite meteorologico russo Elektro-L è invece una fotografia unica, scattata alla distanza di 36.000 km dalla Terra, del tutto simile a quelle che si fanno con le comuni fotocamere… L’unica differenza

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è che la sua risoluzione è di 121 Megapixel! Ogni 30 minuti il satellite fa una foto su tre lunghezze d’onda differenti: due visibili e una infrarossa; questi tre diversi scatti sono poi combinati in un’unica immagine. Proprio per la presenza dell’infrarosso la vegetazione appare arancione o rossa. Collegandovi all’indirizzo http://youtube/6twFHqJ03_k potrete ammirare il video creato con queste foto. Altre immagini si trovano invece al link http:// planet--earth.ca/.


© NTs OMZ

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NUMERO OTTO, ABBIAMO FATTO IL BOTTO! Daniela Schicchi “Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport e fitness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infine – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

Bisogna riconoscerlo, stavolta abbiamo davvero esagerato. Sono sette, sono bravi e sono tutti per noi e con noi di Digitalic. E siccome creare è un’arte, possiamo davvero dire che i partner tecnici di questa nostra copertina sono veri e propri artisti. Nulla è stato lasciato al caso e stavolta persino con gli inchiostri – una componente spesso poco conosciuta ed evidente agli occhi dei più – abbiamo

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voluto dare il massimo. Dovete sapere, infatti, che per un risultato fantastico come questo sono i dettagli a fare la differenza. Un pantone, un retino usato bene, l’immagine rielaborata in 3D, un foil speciale, la stampa a caldo, la carta… insomma, tutto, ma proprio tutto solo per continuare a stupirvi.

Carta, moda e fantasia Altra cover, altra carta, altre emozioni. Questa volta è la Curious Cosmic da 360 grammi di Arjowiggins

Creative Papers che, nella tonalità Alien Green, ci introduce nei colori della bella stagione. La cartiera francese ama particolarmente il mondo del design, del quale è protagonista da tempo con il suo Blank Sheet Project. L’iniziativa invita ad affrontare i temi dell’innovazione e della sostenibilità, individuando nuove soluzioni creative per “lasciare il segno”, come recita la domanda alla quale i designer di tutto il mondo sono chiamati a rispondere. Terzo ambasciatore di questo

ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

LUXORO

Arjowiggins Creative Papers è una cartiera che opera in 82 Paesi con 1.300 collaboratori. Le sue carte creative, commercializzate in tutto il mondo, consentono di ottenere performance eccellenti in termini di resa di stampa e non solo. Ogni linea di prodotto è disponibile in un’ampia varietà di finiture e per infinite applicazioni. Tutte le carte Arjowiggins Creative Papers sono certificate FSC da giugno 2008. L’azienda è costantemente impegnata nell’ampliamento della propria offerta di carte riciclate e collabora con clienti e fornitori, continuando a innovare l’offerta e il modo di operare. www.arjowigginscreativepapers.com

Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. È partner del gruppo Kurz, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo. www.luxoro.it


progetto è Renzo Rosso, il fondatore della nota marca di abbigliamento Diesel. Nella sua videointervista – disponibile online su www. theblanksheetproject.com – Rosso spiega il significato di “Be Stupid”, concept di una delle irriverenti campagne Diesel e come questo assunto sia alla base del suo successo. Orgoglio tricolore, dunque, per un portabandiera di spicco che rappresenta la bellezza e la ricchezza del design made in Italy nel mondo.

Liquid hardware! Modellato in tre dimensioni utilizzando tecniche di computer grafica miste, il telefono che vedete in copertina è stato studiato da Imagem (come accadde per la nostra cover numero 2). Per ricreare l’acqua è stata impiegata una tecnica definita Metaball, grazie alla quale il programma 3D riesce a simulare la proprietà dei fluidi di fondere tra loro due o più particelle in modo organico in base a una tensione superficiale prestabilita. In questo modo è stato possibile riprodurre gli spruzzi sulla superficie liquida e le gocce sul telefono. L’ispirazione è stata “pilotata” dalla fantasia della redazione di Digitalic; Imagem ha poi immaginato la scena “still life” che ponesse l’enfasi sulla trasparenza e purezza dell’acqua ed esaltasse l’idea di una tecnologia immateriale.

Un colore, mille sfumature Un solo grigio, eppure non solo uno! Tutte le sfumature

di colore dell’acqua e del grigio che vedete sono state realizzate grazie alla scelta di un unico pantone grigio che consente di poter essere retinato e quindi di andare a ottenere numerose varianti fino ad arrivare alla completa trasparenza. Tecnostampa, che ha stampato il pantone grigio, ha poi steso uno strato di bianco che ha creato la base necessaria a poter procedere con l’ultimo passaggio, ovvero la quadricromia. In questo modo è stato possibile realizzare varianti di colore realistiche e diverse sebbene sia stato usato un solo colore.

Chiare, fresche e dolci acque Rendere l’effetto liquido che vedete in copertina è stata un’avventura fantastica. Dopo la fase di studio del soggetto è arrivato il momento di raccontarvi cosa Luxoro è riuscita a fare per rendere le onde d’acqua tanto realistiche e tridimensionali. Ciò che vedete, infatti, è frutto di una delle ultime creazioni di Kurz, casa madre tedesca dell’italiana Luxoro e azienda che avete conosciuto con il nostro numero 6. Uno straordinario effetto che è stato presentato in occasione dell’ultimo Drupa, chiusosi lo scorso maggio a Düsseldorf. Si tratta di SB Liquid, foil utilizzato sulla cover che stringete tra le mani per creare l’effetto acqua. Questa nuovissima lamina presenta morbide strutture che si distendono senza

IMAGEM Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire con le giuste competenze tutte le fasi di un prodotto multimediale, dalla sua ideazione alla sua modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo particolare approccio multi-disciplinare, tutto il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali. Carlo Magrì, in particolare, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e

visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Paola Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl. www.imagem.it

TECNOSTAMPA Nata nel 1978 come piccola tipografia artigiana, Tecnostampa si è specializzata nella produzione di stampe ad alta definizione, orientando la sua attenzione a tutti i materiali plastici alternativi alla carta. Sfruttando le potenzialità della stampa offset UV ad alta definizione, Tecnostampa è in grado di offrire alla sua clientela una rete completa di soluzioni creative per la comunicazione: adesivi, vetrofanie, mouse pad, tappetini rendiresto, etichette in raso, etichette bagaglio per tour operator e

molto altro ancora. L’azienda garantisce un servizio di stampa in grado di soddisfare tutte le esigenze di progettazione, stampa, verniciatura UV e confezione, dai piccoli quantitativi in su. www.tecnostampaoffsetuv.com

LITOVER Litover offre tutte le lavorazioni accessorie nel campo della carta stampata. Da sempre le aziende che utilizzano il prodotto stampato hanno il desiderio di risaltare tra i numerosi concorrenti e chiedono che il loro marchio sia unico e accattivante, riconoscibile tra mille. Da qui l’importanza della verniciatura in macchina, fuori macchina, a fondo pieno o con riserva e, ancora, la particolarità della plastificazione, delle serigrafie lucide e opache, la ricercatezza della stampa a caldo, dei giochi di spessore degli sbalzi e dei rilievi o i

prodigi dei gratta e vinci, dei gratta e profuma, del glitter degli inchiostri fluorescenti e di quelli sensibili al calore. Il tutto all’insegna della “qualità totale” del servizio per la massima soddisfazione del cliente. www.litover.com

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WHITE PAPER

RISORSE

interruzioni ed è trasparente e stampabile a caldo sia sopra che sotto la sua superficie. In questa versione la stampa è stata realizzato solo sotto il foil di Luxoro.

www.viscomitalia.it Si è chiuso il 15° tour dei Viscom Regional 2012, gli appuntamenti itineranti che hanno portato il mondo della comunicazione visiva sul territorio romano e, per la prima volta, anche su quello triestino. Sono stati più di 650 i professionisti registrati nelle due tappe; ampio è stato il consenso degli espositori presenti che hanno apprezzato sia l’opportunità di incontrare i clienti locali sia l’occasione di creare nuovi contatti con potenziali acquirenti che difficilmente sarebbero stati raggiunti. E ora non ci resta che attendere il mese di ottobre (dal 4 al 6) per l’appuntamento più atteso, quello milanese.

www.zundlab.com È online il nuovo sito Zund, un luogo di condivisione e di esplorazione delle opportunità offerte dal taglio digitale Zund. La grande novità è l’innovativo sistema di navigazione della sezione MYCUT, un motore di ricerca costruito tutt’intorno all’utente e alle sue necessità. Così – chi ha un’esigenza di taglio e non sa quale strumento Zund usare – può cominciare a navigare, selezionando il settore, l’applicazione o il materiale richiesto. Da qui verrà indirizzato verso il prodotto Zund più adatto alla realizzazione del progetto. Chi invece conosce le soluzioni Zund, potrà scoprirne tutte le potenzialità applicative, anche quelle a cui non aveva mai pensato per intraprendere un nuovo business.

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Sotto sotto… c’è un segreto Come tutte le nostre copertine anche il successo di questa è dovuto a un piccolo segreto. Un po’ misterioso, per chi non ne mastica molto di printing, ma davvero importante. Si tratta degli inchiostri utilizzati per rendere lo spessore delle gocce che vedete. Come in cucina è importante lo chef, oltre agli ingredienti, nella stampa vale la stessa regola. Ottime attrezzature, ottime macchine e ottimi ingredienti garantiscono un risultato… eccezionale.Marabu è uno dei leader del mercato in ambito ink e l’inchiostro trasparente e spessorato usato per rendere l’effetto delle gocce in rilievo è uno dei prodotti di questa azienda tedesca che, dal 2008, ha la sua divisione italiana a Locate Triulzi. Qualunque sia l’altezza che volete dare al vostro dettaglio, non sarà un problema grazie all’estrema elasticità di questo usatissimo inchiostro.

Diamo una mano di vernice Ed ecco quel tocco in più per mettere a frutto gli ingredienti, come dicevamo poco fa. Si tratta dell’abilità e della tecnologia che Litover ha messo a disposizione per stampare lo strato di vernice UV serigrafica e spessorata.

MARABU Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, la cui sede centrale si trova in Germania, è presente in tutto il mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale, offrendo un portfolio di innumerevoli

prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite. www.marabu-italia.it

PI-EMME Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa. Proprio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nelle arti grafiche, necessitano di avere prodotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette a PI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le numerose macchine presenti in azienda uni-

Un telaio da 77 fili dello spessore di 52 micron hanno permesso di far rendere al massimo gli inchiostri firmati Marabu. Toccate, grattate (tanto lo sappiamo che lo avete fatto, impossibile resistere…) e osservate quelle gocce che sembrano letteralmente colate sulla carta. Sembra quasi impossibile vedere un accostamento tanto azzardato come quello tra carta e acqua! Proprio per questo ancora più sorprendente.

Una copertina nobile L’effetto liquido realizzato con il foil olografico Liquid di Luxoro ha reso il massimo grazie alla stampa a caldo

te alla competenza tecnica degli operatori, le consentono di poter soddisfare, quotidianamente, ogni esigenza nell’ambito delle graphic arts. www.pi-emme.com

realizzata sulla testata “Digitalic” e sulla scritta “Tecnologia liquida”. La nobilitazione di PI-EMME in copertina è solo una delle tante meraviglie che questa azienda è in grado di realizzare. Se volete, guardate la quarta di copertina con la pubblicità dell’azienda: vi renderete conto di passaggi ben più complessi. Nell’ordine potete apprezzare il foil olografico trasparente Abalone piatto sui loghi in bianco, il foil rame lucido piatto sui loghi in marrone e il foil oro lucido a caldo rilievato e microinciso per il logo grande in giallo. Il tutto completato dall’oro lucido (piatto). Non male, vero?


www.teamwork-eu.it

LE LUCI DELLA CITTÀ

Nuove e brillanti idee prendono forma sotto la luce delle foglie Kurz. Con Metropolis, il nuovo progetto presentato in occasione di Luxe Pack 2011 e realizzato in collaborazione con Hinderer + Mühlich, Kurz arricchisce le collezioni “Presentation Box” dedicate ai designer. La resa dei dettagli è estremamente nitida e precisa su foglie trasparenti, lucide, olografiche e perlacee: così un packaging nobilitato può diventare una metropoli alle prime luci dell’alba. Embossing, lamine per la decorazione a caldo e a freddo, effetti metallizzati lucidi e opachi, le possibilità di nobilitazione offerte da Luxoro sono infinite e creative, proprio come le idee.

DISTRIBUTORI ESCLUSIVI PER L’ITALIA DELLE FOGLIE KURZ PER LA STAMPA A CALDO E A FREDDO Luxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.

Luxoro utilizza energia rinnovabile a Impatto Zero®.

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Digitalic per VMware

UNA NUOVA E STRATEGICA OPPORTUNITÀ DI BUSINESS

VMWARE-COMPUTER GROSS J.SOFT, LA VIRTUALIZZAZIONE CAMBIA PASSO Migliorare la copertura territoriale, aumentare la capacità di sviluppare valore da parte del proprio canale attraverso le nuove soluzioni e certificazioni disponibili. VMware rilancia sul valore e lo fa in grande stile firmando uno strategico accordo di distribuzione con J.Soft, Business Unit Software di Computer Gross

Matteo Uva, VMware channel manager per l’Italia

David Baldinotti, responsabile della divisione software J.Soft di Computer Gross

L’anno delle Pmi, l’anno del valore alla portata del territorio e di operatori di canale sempre meno semplici rivenditori e sempre più solution provider capaci di costruire e sviluppare progetti complessi e strategici sulle nuvole e in ambiente virtuale. Obiettivi ambiziosi, chiari, importanti, che VMware ha da tempo posto in cima alla propria agenda 2012. Per raggiungerli, il colosso della virtualizzazione ha messo in campo una strategia precisa fatta di nuove soluzioni, nuove certificazioni, nuovi incentivi e che – proprio in questi mesi – sta conoscendo alcuni passaggi cruciali. Su tutti il recentissimo accordo di distribuzione firmato con J.Soft, Buiness Unit Software di Computer Gross. «La strategia di quest’anno – racconta Matteo Uva, VMware channel manager per l’Italia – porta la virtualizzazione a fare un fondamentale salto di qualità. Si tratta di superare la logica della riduzione dei costi per abbracciare un approccio più maturo e a valore che permetterà ai partner di canale di costruire importanti opportunità di business in questo avvincente cammino verso il cloud computing. Non solo, il mondo Smb è per noi sempre più strategico e centrale. Una centralità che in Italia assume una connotazione peculiare vista la particolarità del tessuto economico-industriale nostrano. Proprio in tal senso il recente accordo di distribuzione firmato con J.Soft

rappresenta un fondamentale traguardo. J.Soft ha infatti una copertura territoriale molto precisa e profonda che ci permette di toccare e conoscere da vicino le imprese italiane e, soprattutto, ha la capacità di sviluppare progetti a valore aggiunto grazie a competenze concrete coltivate nel tempo». «Questa collaborazione rappresenta per le due società coinvolte una significativa opportunità di business – conferma anche David Baldinotti, responsabile della divisione software J.Soft di Computer Gross –. Attraverso l’esperienza maturata negli anni, il forte valore aggiunto e l’affidabilità riconosciuta, potremo ampliare la nostra presenza sul territorio in termini di offerta e di conseguenza far adottare le soluzioni VMware al grande numero di piccole e medie aziende presenti sul mercato italiano. Sono due – continua Baldinotti – le principali direzioni verso le quali abbiamo investito: la formazione e la demand generation per il canale. Relativamente alla formazione mettiamo a disposizione dei partner un ricco calendario di seminari tecnicocommerciali “Starter e Advanced” che fanno parte del percorso “Virtual Experience”. Queste edizioni, tenute da nostri specialisti certificati sulle soluzioni VMware, hanno una durata di 2 o 3 giorni e si tengono presso le nostre sedi dislocate sul territorio, in modo da permettere sessioni hands on attraverso il collega-


mento con il nostro Democenter ubicato nella sede di Empoli. Stiamo intraprendendo il percorso di certificazione che ci vedrà protagonisti a breve anche come VATC (VMware Authorised Training Center). Per il tema demand generation ingaggiamo i partner più interessati nella promozione delle soluzioni VMware offrendo un servizio di contact center qualificato». Il salto di qualità per il canale VMware Formazione e concreti incentivi economici per i partner sono anche gli obiettivi su cui punta forte VMware. «Oggi la certificazione sulla nostra offerta VSphere, ovvero Infrastructure Virtualization, rappresenta la base – spiega Uva –, la barriera di ingresso per ogni partner; ma ai partner che a questa base aggiungeranno una nuova certificazione e un’area di competenze garantiremo importanti riconoscimenti economici. Come detto, infatti, intendiamo accompagnare il canale verso un importante salto di qualità a valore. Abbiamo messo a listino altre due tipologie di certificazioni: Desktop Virtualization e Business Continuity. Se a quella obbligatoria si somma una di queste due, allora si può accedere ai vantaggi come l’Opportunity Registration che offre il 10% di rebate ai rivenditori che, una volta presa la certificazione aggiuntiva, venderanno poi le soluzioni relative. Da gennaio di quest’anno, all’interno del programma Advantage+, abbiamo anche introdotto la possibilità di aggiungere un ulteriore 10% di sconto a tutti i rivenditori che venderanno soluzioni a un nuovo cliente. Non solo, abbiamo da poco rilasciato anche le certificazioni Virtualization of business critical application (legata ad applicazioni come Sap) e la Infrastructure as a Service (legata al tema del cloud).

DUE APPUNTAMENTI, UN SUCCESSO DI CONTENUTI E PUBBLICO Nuovi strumenti di business, nuove certificazioni e tecnologie, ma soprattutto un costante interesse per le relazioni e i rapporti diretti con clienti e operatori di canale. Nei giorni scorsi VMware ha confermato ancora una volta la sua attenzione per il valore nella sua declinazione più concreta e ha chiamato a raccolta clienti e partner in occasione della tappa milanese di due dei suoi più seguiti e attesi eventi: il VMware Partner Exchange on Tour e il VMware Forum 2012, entrambi andati in scena sia a Milano

sia a Roma. «In tutte e due le manifestazioni – commenta Uva – abbiamo praticamente raddoppiato le presenze rispetto allo scorso anno; un successo clamoroso che ci rende orgogliosi e ci fa capire come la virtualizzazione sia ormai pronta per un salto di qualità molto importante, che le permetterà di trasformare l’infrastruttura hardware del data center, gli end point e l’infrastruttura applicativa. Un viaggio di alto valore che ha come destinazione finale la rivoluzione del cloud computing».

COMPUTER GROSS-J.SOFT È GIÀ SULLE NUVOLE «Il tema legato alla semplice virtualizzazione dei server è piuttosto consolidato e dibattuto – spiega Baldinotti –. I nostri partner ci stanno infatti chiedendo di accompagnarli nel percorso di adozione e diffusione dei servizi cloud e il nostro ruolo è quello di mettere a disposizione, come sempre, offerte e forme di servizi che siano un valido supporto nell’accelerare questo importante cambiamento culturale e che rappresentino una leva di business addizionale per il canale. La crescente diffusione delle soluzioni e dei servizi cloud computing da

A breve sarà disponibile pure la Infrastructure Management: si tratta di una certificazione connessa a soluzioni che si occupano di gestire un’infrastruttura già virtualizzata. Per fine anno, infine, è attesa una certificazione per sviluppatori in ambito applicativo cloud ready. Il programma dunque evolve e chi vuole essere partner enterprise di VMware dovrà avere almeno due di queste certificazioni. Uno sforzo che, come detto, premiamo concretamente con uno sconto del 10% cui è possibile aggiungerne un ulteriore 10% se i deal includono una terza soluzione, questa volta opzionale».

parte del mercato ICT ci hanno spinto a fare un importante investimento tecnologico con la realizzazione di un data center proprietario nella sede di Empoli. In questa struttura si trovano prodotti e soluzioni dei principali vendor del settore, integrate con l’offerta applicativa e tecnologica dei partner che aderiscono al programma “arcIPelago.net”. Attraverso questo nuovo programma i cloud partners potranno infatti proporre offerte cloud, modulari e scalabili, in base alle esigenze dei loro clienti.

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MERCATO INVESTIRE|SUL|CANALE CONVIENE La buona notizia in soldoni è la seguente: i produttori IT che investono maggiormente sulla propria struttura di canale raggiungono un ritorno sugli investimenti maggiore rispetto a coloro che investono meno sui dealer. A portare la lieta novella sul mercato ICT ci pensa un recente studio firmato Forrester Research a nome di Tim Harmon. L’analista ha infatti analizzato i trend di investimento e marketing delle principali società del mercato ICT. Secondo il rapporto, i responsabili marketing del mondo IT pensano di aumentare il budget destinato all’abilitazione del canale per un buon 8,5% quest’anno, in netta crescita

IN PILLOLE

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dunque rispetto al 7% del 2011. «Il trend che continua a verificarsi con successo a livello di ricavi – racconta Harmon – è quello che vede “buoni dollari” che seguono “buoni canali”. Un trend che sta convincendo i techvendor ad aumentare gli investimenti». In generale – spiega la ricerca – il peso dei partner nei ricavi dei grandi vendor (società con più di 5.000 dipendenti) supera il 60%, una percentuale che è cresciuta molto per più di un decennio e, secondo Forrester, continuerà a crescere. Non a caso, oggi, i produttori IT che hanno investito in software di Partner relationship management (Prm) sono il 31% e il 35% ha in arrivo nuovi investimenti in software Prm per quest’anno.

HP taglia 27.000 posti di lavoro Si tratta circa dell’8% dell’attuale numero di dipendenti. Il Ceo di HP Meg Whitman in un video interno ha spiegato le ragioni di questa difficile decisione. «Abbiamo ancora molto lavoro davanti a noi per rimettere HP in carreggiata – ha affermato la Whitman – e dobbiamo combattere contro il nostro stesso peso».

Novità in casa Iomega Una nuova guida per il team italiano di Iomega. Giacomo Mosca, fresco di nomina a country manager per l’Italia, avrà il compito di consolidare la posizione dell’azienda, già tra i leader in materia di protezione dei dati nel mercato di riferimento.

Non solo analisi però; Forrester si lancia anche in una serie di interessanti consigli, rivolti ai vendor IT, per rendere ancora più efficace la spinta della loro struttura di canale. «Le certificazioni per i partner devono essere allargate e non solo strutturate a livello di linee prodotto – spiega la ricerca –. I partner necessitano non solo di tecnologia, ma di spunti commerciali e di business. Dunque il consiglio è quello di “mixare” con maggiore attenzione i programmi di

certificazione, inserendo una dose maggiore proprio di questi spunti commerciali. Inoltre – continua la studio – i produttori devono aumentare i loro investimenti in social e community market per i loro canali (blog, Twitter, ecc.) poiché favoriscono un incontro più diretto con i clienti finali e, ultimo ma non ultimo, il consiglio è quello di aumentare gli investimenti in soluzioni di Prm sviluppate in casa, con grande attenzione all’analisi dei flussi di dati sul canale e all’ascolto dell’ecosistema social».

Oki punta sulle micro-aziende Nuova gamma di prodotti dedicata da Oki System Italia alle micro-aziende. Con l’ampliata offerta di dispositivi di stampa a colori, di monocromatici a funzione singola (Sfp) e di multifunzione monocromatici (Mfp), Oki punta a supportare la capacità concorrenziale delle Pmi italiane puntando su flessibilità, funzionalità competitive, connessione in Rete, compatibilità Pcl e stampa fronte/retro.

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DIGITALK

IN ANTEPRIMA PER DIGITALIC, I RISULTATI DI UNA RICERCA REALIZZATA DA ACHAB SU UN CAMPIONE DI 70 RIVENDITORI, CUI È STATO CHIESTO DI ILLUSTRARE I PREZZI APPLICATI ALLA LORO OFFERTA DI SERVIZI GESTITI ALLE AZIENDE. LE RISPOSTE RACCONTANO UNA ENORME FORBICE TRA I PREZZI E UN CANALE ATTRATTO DAL BUSINESS DEI SERVIZI GESTITI, MA ALLA RICERCA DI CONFRONTI E RIFERIMENTI

Marco Lorusso

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Fin dalla sua esplosione dirompente, il sogno più affascinante alla base del fenomeno cloud è stato quello di concepire l’informatica come l’energia elettrica. Un servizio al 100% al quale si accede, in base alle proprie specifiche esigenze, semplicemente premendo un bottone… Uno scenario futuribile che ha stuzzicato non poco la fantasia e spesso gli incubi degli operatori di canale, spaventati dall’avvento di un nuovo modello di filiera completamente “disintermediata” in cui il cliente finale è collegato direttamente con l’erogatore del servizio. Il tempo e la pratica concreta ci sta però raccontando che la realtà è ben altra cosa e che, invece,

F


le opportunità di business generate dal cloud – ma in generale dall’Ict come servizio – sembrano essere molte e ghiotte, anche per il canale indiretto. Da una parte infatti il cloud che con maggiore concretezza si sta affermando è quello ibrido, quello che cioè vede coesistere all’interno della stessa infrastruttura IT servizi esternalizzati sulle nuvole, nonché servizi e infrastrutture interne. Dall’altra parte, i servizi gestiti – dalla stampa ai desktop, passando per i server e i notebook – offrono ai rivenditori la possibilità di imbastire con i propri clienti non più un rapporto basato sulla fornitura di prodotti e soluzioni che rispondo a una singola esigenza, ma un rapporto a valore, relazionale, che ha una durata maggiore nel tempo e offre sempre più spunti di business e upgrade. Attraverso un simile legame infatti il dealer diventa il destinatario dello sviluppo e della gestione di una intera componente dei processi di una azienda che non ha la forza e le competenze per seguirli con risorse interne. Un atto di fiducia molto importante che presuppone un rapporto di reciproco rispetto. Troppo filosofico e poco concreto come scenario? Assolutamente no e – dati alla mano – Digitalic, attraverso questo servizio, ha ora la possibilità di certificarlo grazie alla esclusiva ricerca che un distributore, da sempre molto innovativo e attento ai più interessanti trend di mercato come Achab, ha

condotto all’interno della sua vasta squadra di rivenditori. Una ricerca ideata e pensata per capire il grado di interesse nei confronti del fenomeno dei servizi IT gestiti ma, soprattutto, per capire il livello di prezzo che a questi servizi i rivenditori applicano. Un tema strategico sul quale però i rivenditori chiamati in causa (oltre il 50% dei circa settanta contattati) hanno risposto con grande entusiasmo e, soprattutto, con grande dettaglio.

Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione di desktop/laptop? Media 11,6 euro/mese

25

22 20

15

12 10 8 7 5 3,25 3

I risultati a prima vista «Il primo dato interessante – racconta Andrea Veca, Ceo di Achab – è il cospicuo numero di clienti che ha preso parte al sondaggio: circa il 50% di coloro cui l’abbiamo proposto, che approfitto per ringraziare della partecipazione. Solitamente infatti incontriamo una certa riluttanza a parlare di prezzi. Credo che questo indichi di per sé come gli attori si muovano in un mercato ancora ignoto, in cui si è alla disperata ricerca di confronti e punti di riferimento. Tale considerazione è confermata dalla forbice incredibile tra i prezzi dei servizi: tra il più economico e il più caro c’è un fattore dieci per i client e trenta per i server. Laddove la forbice sul costo orario ha “solo” un fattore due tra il minimo e il massimo».

Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione di dispositivi mobili quali smartphone, tablet ecc.? Media 6,2 euro/mese Dei 28 MSP che hanno risposto al questionario solo 6 offrono servizi di gestione di dispositivi mobili

10

8 7

I risultati in dettaglio Venendo al dettaglio della ricerca, si parla in tutto di circa trenta rivenditori/ Managed service provider

5 4 3

(Msp) rispondenti a un totale di cinque semplici domande: le prime tre sulla tipologia di servizi offerti, la quarta sulla presenza di supporto onsite nell’offerta e la quinta sulla tariffa oraria dei servizi non presenti nell’offerta Msp. Come anticipato da Andrea Veca, il primo evidente e non sottovalutabile dato è quello della quantità di risposte. Da sempre – per questioni di grande competizione, concorrenza serrata e riservatezza – i rivenditori e le aziende italiane in generale si dimostrano restie nel comunicare dati e informazioni sensibili relative in particolare ai prezzi applicati.

Desktop, server e… pochi tablet Come detto, le prime tre domande erano legate alla tariffa mensile applicata alla gestione di desktop/ laptop, di server, di smartphone e tablet. Per quanto riguarda i desktop e

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DIGITALK Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione dei server?

100

Media 34,3 euro/mese

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10 7 4 3,25

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laptop, il prezzo medio per i servizi di gestione offerti si aggira intorno agli 11,6 euro. Sul totale di ventotto Msp che hanno risposto, davvero sorprendete è la variabilità e la forbice dei prezzi. Nel “mazzo” il gruppo più omogeneo è solo quello dei sei che offrono il servizio a una tariffa di 10 euro. Per il resto grandissima variabilità: dai 3 euro di due rivenditori fino agli oltre 20 euro mensili richiesti da altri due reseller. Una tendenza che trova una ancora più marcata e sorprendente conferma in ambito server, dove la forbice passa dai 3 euro agli 80 euro fino ad arrivare a 100 euro mensili chiesti da un dealer. La media in questo caso comunque parla di circa 34 euro mensili, con quattro rivenditori attestati a quota 15 euro, ma anche tre rivenditori attestati a 40 euro, tre a 50 euro e altri tre a 60 euro. La prima e più corretta osservazione è che, ovviamente, dipende da come ciascuno riesce a “vestire” di valore un simile servizio e da quanto questi risultano strategici per il business di ciascun partner. Tutto vero, certo, ma la distanza tra 3 e 100 euro resta davvero notevole e racconta di un mercato molto fluido e soprattutto

aperto all’iniziativa e alla creatività di ciascun operatore. Un discorso a parte meritano poi i tablet e gli smartphone. Un settore questo da tempo in grande espansione e oggetto di attenzione da parte di Cio e manager aziendali sulla spinta dello spinoso fenomeno della “consumerizzazione” o Byod (Bring your own device). Un fenomeno che spinge dipendenti e manager a portare all’interno dell’azienda i propri dispositivi mobili personali e a “pretendere” dall’azienda stessa la possibilità di poterli usare anche per la propria attività lavorativa con la medesima fruibilità e immediatezza che – nella vita di tutti i giorni – riescono a sperimentare grazie ai social network, alle chat e al Web 2.0… Un fenomeno importante e complesso da gestire sul quale però i rivenditori chiamati in causa sembrano ancora tiepidi. Solo sei infatti sono coloro che hanno risposto alla domanda legata al livello di tariffazione mensile applicata ai servizi di gestione di dispositivi mobili. Più contenuta in questo caso la forbice di prezzo, ma comunque



DIGITALK Qual è la tariffa oraria che applicate per i servizi non compresi nella vostra offerta MSP?

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Media 55,9 euro/mese 70

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sensibile la varietà. Tutti i sei rivenditori/service provider infatti applicano tariffe diverse, che comunque vanno dai 3 ai 10 euro per una media di 6,2 euro al mese.

Il supporto onsite Detto delle tariffe legate alla gestione dei prodotti e delle soluzioni, un altro capitolo importante è quello che concerne il supporto onsite, una voce su cui spesso gli operatori puntano per vestire di strategico valore aggiunto i propri progetti. Un supporto che prevede però la presenza di competenze e di personale specializzato a disposizione dei clienti. Non a caso, su questo tema, ben ventitré Msp hanno risposto che la loro offerta non include pacchetti di ore di supporto onsite. Gli altri cinque Msp hanno dato le seguenti risposte: «Lo Sla più elevato comprende

assistenza onsite senza limiti di ore»; «La nostra offerta comprende 4 ore all’anno di supporto onsite per ogni macchina gestita»; «Il supporto onsite è previsto solo con il servizio Platinum e limitatamente al ripristino di hardware in garanzia del produttore»; «Offriamo supporto onsite senza limiti di tempo e di interventi per la tariffa di 9,50 euro al mese per macchina»; «Il servizio Gold include 5 giornate all’anno di supporto insite, mentre il servizio Platinum include supporto onsite no-limits». Grande variabilità ma, in generale dunque, grande attenzione nel limitare gli interventi onsite e soprattutto nel legarli sempre alla fascia alta della propria offerta.

I servizi non Msp Ultimo ma non ultimo, il capitolo dei servizi non compresi nell’offerta Msp. Alla domanda circa il livello di prezzo per i servizi non Msp, gli operatori hanno risposto con molta meno variabilità: la media oraria mensile è di 55,9 euro, con la maggior parte dei dealer attestati tra i 50 e 60 euro e solo in un caso si scende sotto quota 40 euro e in un altro si sale sopra quota 70 euro. Un dato che testimonia quanto “pionieristico” sia il mercato Msp, in cui – a differenza dei servizi tradizionali – mancano ancora modelli solidi di riferimento e il canale si muove, di conseguenza, in maniera più flessibile, autonoma e creativa in cerca del modello di business migliore.


Digitalic per Dell

STRATEGIE DI SUCCESSO E VALORE

ACQUISIZIONI, SOLUZIONI, CANALE… L’ANNO DI DELL

Adolfo Dell’Erba, Channel Director Southern Europe di Dell

Collegandovi a questo QR code avrete accesso diretto alla videointervista completa ed esclusiva che Adolfo Dell’Erba ha concesso a Digitalic. Un confronto aperto, sincero e – come sempre – ricco di spunti importanti

Una marcia continua, costante, precisa. Dell prosegue il suo cammino ad alto tasso di valore, scandito da tappe strategiche come la recentissima acquisizione di SonicWall. Le sensazioni, gli obiettivi, il punto della situazione dalla viva voce di uno dei più potenti motori della società, Adolfo Dell’Erba, Channel Director Southern Europe di Dell

Sincero, diretto, sempre aggiornato. Inevitabilmente, ogni intervista, ogni incontro con Adolfo Dell’Erba – Channel Director Southern Europe di Dell – si trasforma sempre in un confronto serrato, utile e a tutto tondo sulle principali evidenze del mercato e i possibili scenari presenti e futuri. In questo caso poi, alla luce del cammino di espansione e sviluppo del proprio canale di vendita e della propria offerta tecnologica (attraverso una serie di strategiche acquisizioni), sentire la voce di Dell diventa davvero molto importante. «Il mercato è difficile ed è inutile nascondersi – esordisce Dell’Erba –. Come Dell abbiamo chiuso il primo trimestre ad aprile; siamo riusciti ancora a crescere grazie a un grosso impegno che ha proprio nella strategia di sviluppo e costruzione di un canale indiretto a valore uno dei suoi motori principali». Ma quali sono le linee guida della strategia di Dell in questo delicatissimo 2012? «Ci sono alcuni filoni principali lungo i quali stiamo articolando la nostra strategia di crescita e di acquisizione di società che completano la nostra offerta – prosegue Dell’Erba –. Uno di questi è

quello di continuare a fornire soluzioni hardware ma in aree in forte crescita. Le acquisizioni di Compellent (febbraio 2011 - ndr) ed Equallogic (novembre 2007 - ndr), per esempio, ci hanno permesso di avere oggi un’offerta di alto valore in un’area fondamentale come quella dello storage e delle soluzioni relative ai dati. Altrettanto importante però è anche il filone del software, dove abbiamo raggiunto due importanti obiettivi come l’acquisizione di Clerity, sulla parte di migrazione, protezione di dati e applicazioni (febbraio 2012 - ndr) e SonicWall, sulla parte della sicurezza (maggio 2012 - ndr). Si tratta di aziende che si inseriscono alla perfezione in un cammino che ci ha visto, lo scorso mese di gennaio,

dare vita a una intera divisione software: una mossa impensabile per Dell fino a qualche tempo fa». Come sta cambiando il canale Dell alla luce di queste acquisizioni? «Stiamo incontrando nuovi partner che rivendevano soluzioni SonicWall o Clerity, per esempio, ma non ci conoscevano – continua Dell’Erba –. Inoltre stiamo parlando con i nostri partner che vendevano Dell ma non conoscevano SonicWall e Clerity. Si tratta di un momento denso di opportunità per tutti loro. In particolare, poi, importante è la fase di analisi del canale della distribuzione. Molte di queste società avevano infatti una loro rete distributiva. Noi invece abbiamo avviato dal 2010 un cammino di sviluppo di un canale distributivo di 4 realtà che, a oggi, non hanno a catalogo nessuna delle soluzioni appena acquisite. La decisione è, al momento, di lasciare le cose come stanno, evitando di creare confusione sulla rete. Dunque in questo momento le due reti distributive sono assolutamente separate. Andremo a vedere poi, nel proseguo di quest’anno, come procedere per arrivare all’inizio dell’anno prossimo alla fine di un processo che ci permetterà di avere un canale distributivo più completo e integrato possibile e soprattutto senza alcuna sovrapposizione».

Contatti DELL ITALIA SPA viale Piero e Alberto Pirelli, 6 20126 Milano Tel. 02 577821 www.dell.it


ATTUALITA’ Joe Tucci, Ceo e timoniere di Emc

«NIENTE|SCHERZI|AL|CANALE, NON|SIAMO|UN SERVICE|PROVIDER» Nuovi livelli di certificazione e nuove soluzioni riservate ai partner. Il canale come motore che traghetterà la società e i suoi clienti verso il cloud. Oltre 15.000 persone – di cui 2.800 partner di canale – e una Las Vegas vestita a festa per l’atteso Emc World 2012

tecnologie e soluzioni che permettono di fornire, costruire e sviluppare servizi e ambienti cloud». Nello specifico Emc ha annunciato le nuove certificazioni Emc Cloud Builder e Cloud Provider (all’interno del Velocity Solution Provider Program), i Cooperative Services (nuovo modello che fornisce ai partner componenti strategiche per integrare la loro offerta di servizi) e il Nemmeno il tempo di alzare il sipario sull’evento mondiale che rinnovamento pressoché totale della propria gamma Emc dedica ogni anno al suo tecnologica legata allo sviluppo ecosistema di partner, che i massimi esponenti della società e alla costruzione di cloud ibrido. Annunci strategici e di avevano già messo in chiaro la strategia e gli prodotto, che fanno seguito obiettivi per i prossimi anni: cloud, Big Data, alle importanti novità piovute trasformazione del data center, nuove e più sul mercato già nelle scorse forti relazioni con i propri partner. Emc – che non perde tempo – vuole cavalcare settimane: dall’infrastruttura Emc VSpex alla nuova al meglio questa sua stagione di grande piattaforma per i Service crescita e sviluppo, sull’onda della montante domanda di storage innovativo e di valore. Uno provider VMax. Nel dettaglio la nuova certificazione di Cloud sviluppo che, nelle parole e negli annunci scanditi a Las Vegas, passa necessariamente Builder abilita i partner a disegnare, costruire e gestire dal canale e dal valore che saprà esprimere con successo infrastrutture sul mercato. «In pochi anni – ha spiegato il cloud basate su tecnologia numero uno di Emc Joe Tucci – siamo Emc. La certificazione di Cloud diventati una società “partner friendly” che Provider permette invece ai pone proprio le relazioni di valore con i rivenditori in cima ai propri obiettivi. Il cloud e i Velocity Solution Provider Big Data stanno cambiando il mercato e sono partners di disegnare, costruire, gestire e rendere una grandissima opportunità per Emc e i suoi operative offerte cloud con il partner. Noi siamo una technology company che ha ben chiaro il suo ruolo, ovvero quello di proprio brand di servizi IT-as-a-Service basate su supporto ai dealer e non di loro competitor; tecnologie Emc. non siamo un service provider ma forniamo

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Collegandovi a questo QR code avrete accesso a un esclusivo reportage video che Digitalic ha realizzato a Las Vegas durante le intense giornate dell’Emc World. Le voci, gli obiettivi, i consigli per i partner dalla viva voce dei protagonisti di questo affollato evento

Per capire a fondo lo spirito e la portata di simili annunci, a margine dell’affollatissimo key note di apertura, Digitalic ha incontrato Riccardo Di Blasio, eccellenza italiana di Emc che dopo avere ricoperto la carica di country manager per il nostro Paese è sbarcato a Boston in qualità di senior vice president Service Provider Corporation di Emc America. «Molti partner legati a nostri concorrenti stanno bussando alla nostra porta temendo che le aziende vendor a cui sono sempre stati legati si stiano sporgendo troppo in direzione del ruolo di service provider diretto. In questo senso noi siamo chiari da sempre: siamo e restiamo un azienda tecnologica che oggi aiuta i partner a costruire o fornire servizi cloud attraverso soluzioni rivoluzionarie. Un cloud che può svilupparsi bene anche in Italia – ha aggiunto Di Blasio –. In Italia c’è un canale di valore, preparato a cui non manca nulla rispetto agli altri Paesi; sarebbe invece auspicabile da parte delle istituzioni il tentativo di “sburocratizzare” e rendere più snelli i rapporti tra le aziende. I rivenditori sono un fondamentale punto di contatto con il territorio che un vendor non può servire così efficacemente».


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La certificazione CSSA è tra le 10 più importanti nel mondo IT (fonte: Techrepublic) e rappresenta un requisito necessario per diventare SonicWALL Partner. Alias, unico centro di formazione autorizzato in Italia, propone su tutto il territorio nazionale corsi base e corsi di certificazione sulle soluzioni SonicWALL. La formazione proposta da Alias viene erogata in aula e tramite webinar online, attraverso corsi tecnici e commerciali. L’importanza di mantenere aggiornato il know-how sui prodotti SonicWALL

diventa fondamentale alla luce del continuo evolvere delle soluzioni che, ad ogni passaggio di firmware, si arricchiscono costantemente di nuove funzionalità. Essere pronti a rispondere alle sempre nuove esigenze di sicurezza dei vostri clienti è un fattore decisivo nella competizione odierna del mercato: con Alias e le soluzioni SonicWALL sarete sempre pronti e preparati a raccogliere nuove sfide!

Essere SonicWALL Partner (Silver oppure Gold) consente di avvalersi di diversi benefici tra cui una scontistica più vantaggiosa, un supporto privilegiato, fondi e strumenti di marketing per l’organizzazione di eventi con i vostri clienti, consolidati, nuovi e potenziali. Certificarsi e mantenere aggiornata la propria certificazione è indispensabile per conservare il livello di partnership con SonicWALL.

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ATTUALITA’

WEB|E|CLOUD: IL|SALTO|IN|AVANTI DI|TECH|DATA Il cliente al centro di strategie e soluzioni. Tech Data Italia ha avviato i lavori della recente due giorni di Ict Trade a Ferrara, organizzata da Sirmi: ecco tutte le novità del business per il canale e i reseller Marco Lorusso

Tanto per cominciare, i numeri. «Se anche in un periodo di grande difficoltà generale siamo riusciti comunque a crescere e a mettere a segno importanti risultati – ha esordito Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia – vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta. Una strada fatta di distribuzione broadline e di una strategica “collection of specialists” che va dal video (con Maverick) alla progettazione (con Datech) al mondo enterprise (con Azlan) fino al mobile e alla telefonia (con Brightstar)». Una strada che si arricchisce proprio in questi giorni di una serie di importantissimi annunci. Primo fra tutti il lancio della nuova piattaforma di e-commerce per i rivenditori InTouch. Non solo, la società ha anche annunciato un nuovo strumento online esclusivo

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Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia

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per l’elaborazione di offerte, in grado di permettere ai rivenditori di produrre in modo rapido e veloce preventivi di qualità professionale per i clienti. Sempre in tema online, Tech Data ha anche previsto il lancio di un portale e-commerce dedicato all’offerta Apple e ai brand che commercializzano prodotti creati appositamente per essere compatibili con gli apparecchi della Mela. «Siamo da sempre attenti ai clienti che ci chiedono di utilizzare metodiche veloci e intuitive per trovare informazioni relative ai diversi settori di business – ha spiegato Cinzia Perucca, marketing director broadline & marketing communication manager di Tech Data Italia –. Con questo nuovo progetto Tech Data vuole confermare la propria attenzione verso i mercati specializzati e affiancare il business Apple alla collection of specialists».

Nuovi modelli di business Ma nel cuore della strategia TD Innovation firmata Tech Data non c’è solo il Web, ma anche nuovi e importanti modelli di business. Si parte con il lancio del servizio TD Activate-Here che rende più facile offrire ai clienti i principali prodotti software. Si tratta infatti di un sistema di Electronic Software Distribution che rappresenta una grossa opportunità per i reseller, che così annullano i costi di gestione dello stock e delle spese di spedizione. Il servizio – disponibile in Italia per i software Symantec e a breve anche su altre soluzioni (all’estero è già utilizzabile per

i programmi Microsoft) – è accessibile grazie al portale Web TD Activate-here, integrato con i sistemi e-commerce Tech Data e in grado di garantire al rivenditore l’acquisto delle chiavi di attivazione del software. Tramite l’invio di una mail all’utente finale, alla conferma dell’ordine, si dà la possibilità infatti di scaricare il codice di attivazione del prodotto acquistato.

Il cloud in salsa italiana Non poteva infine mancare un cenno al cloud, tema intorno a cui molti distributori stanno tentando di costruire una efficace e tempestiva formula di business. Non a caso Tech Data Italia ha appena annunciato l’accordo per la distribuzione del brand Netalia per i servizi di videoconferenza virtualizzata. Netalia è un’azienda italiana specializzata sui temi dello unified messaging, videoconferenza e telepresenza, oltre che sulle necessarie infrastrutture in termini di networking, virtualizzazione e storage. «Siamo entusiasti, perché Netalia non è un potenziale concorrente dei nostri dealer – spiega Riccardo Nobili, enterprise networking director della divisione Azlan di Tech Data Italia –. Si tratta di un brand innovativo che consente loro di offrire ai clienti un servizio di videoconference in modalità cloud senza preoccuparsi né della onerosa gestione della piattaforma né della connettività necessaria. Di fatto il reseller affitta semplicemente una virtual room Netalia e la usa nelle occasioni desiderate».



MANAGEMENT 32

E SE L’IT FOSSE UN DRAGO? Marco Sampietro SDA Bocconi Professor della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management. Responsabile del corso Project Management nei Sistemi Informativi. Faculty Member all’MBA ed al Global Executive MBA. Professore a contratto presso l’Università Bocconi per i corsi Informatica per l’Economia, IT Management e Project Management. Cofondatore di The Base - Project Management Consultancy.

Sebbene la tecnologia informatica venga utilizzata di frequente da molte persone, sia nel tempo libero sia per motivi di lavoro, non ha ancora smesso di avere dei connotati che potremmo definire magici. Molte persone, infatti, sanno utilizzare computer, tablet, smartphone ma ne ignorano completamente i meccanismi di funzionamento e i criteri progettuali. Anzi, paradossalmente, più l’IT è user friendly e meno è necessario comprenderla a fondo: ne risulta che in caso di malfunzionamento,

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la manovra più diffusa è lo spegni-riaccendi e se anche ciò non funziona non resta che appellarsi alla garanzia o direttamente passare a una sostituzione. Insomma, l’aspettativa è che il nostro gadget funzioni, ma come lo faccia è avvolto dal mistero. Quello appena descritto è un tipico scenario del mondo consumer, ma anche nel mondo business le cose non sono completamente diverse: la vera differenza è che, in molte organizzazioni, per risolvere i problemi dell’IT non bisogna andare dal negoziante, ma ci si appella alla funzione “sistemi informativi”, deputata al governo della tecnologia in azienda. Ci si appella quindi a colleghi, con cui possiamo avere un rapporto maggiormente continuativo rispetto a quello normalmente imbastito con un negozio di informatica. Ma come vedono gli utenti la funzione sistemi informativi? Non parliamo del livello di soddisfazione – legato quindi a misurazioni più o meno oggettive della performance erogata dalla funzione IT – parliamo invece di come culturalmente gli utenti vedono l’IT in azienda, quindi affrontiamo un aspetto più emotivo che razionale. Questo tema è stato studiato da non molti autori negli anni e una raffigurazione efficace è quella che paragona l’IT a un

drago magico, quindi un tipico soggetto di racconti fantastici. Ne emergono 5 archetipi. Il primo è il drago magico sulla montagna d’oro. In questo caso la visione degli utenti è che l’IT è fondamentale per il successo dell’azienda, è un asset strategico che non può e non deve essere messo in discussione. Magari non è chiaro il legame tra IT e performance aziendali, ma è opinione comune che l’IT serva, sia il motore dell’azienda. La funzione IT ha quindi molto potere e il budget a disposizione è elevato. Il responsabile IT fa parte del board aziendale: è quindi una figura molto potente e influente sulla futura evoluzione dell’impresa. Il secondo è il drago in gabbia. In questo caso il “potere magico” dell’IT viene considerato un rischio piuttosto che un’opportunità e quindi si preferisce isolare questa parte dell’azienda di cui non si comprendono appieno i meccanismi. La funzione IT ha quindi scarso legame con la strategia aziendale e le informazioni che arrivano sono poche: insomma l’IT è una funzione di mera esecuzione, le decisioni vengono prese altrove e non è raro che molti progetti vengano bloccati senza che l’IT ne comprenda la ragione. Il terzo è il draghetto al

guinzaglio. In questo caso l’IT viene banalizzata e si confondono le abilità degli end-user, sicuramente cresciute negli ultimi anni, con la conoscenza di sistemi informatici complessi. La funzione IT viene quindi coinvolta solo per problematiche squisitamente tecniche, poiché la strategia è nelle mani degli utenti, ormai pienamente consapevoli (o almeno così pensano) delle opportunità che le tecnologie possono offrire al business. Il quarto è il drago morto. In questo caso l’IT è considerata così oscura o addirittura dannosa che si preferisce evitarla: abbondano quindi le procedure manuali a discapito dell’implementazione di un sistema informatico. Le ragioni di ciò si basano sull’impossibilità della tecnologia di replicare il pensiero umano; l’intuito è fondamentale nel business e nessun sistema basato su algoritmi può essere paragonato alle decisioni prese da un essere vivente. Il quinto e ultimo è l’amico drago. Questo punto di vista nasce dalla considerazione che ogni ruolo in azienda ha delle conoscenze informatiche complementari e con livello di approfondimento differente e solo dal consolidamento dei rapporti tra i diversi attori possono vedere la luce soluzioni informatiche utili e affidabili. Rimane il lato magico, incomprensibile dell’IT ma vi è la fiducia nelle persone che la governano e quindi vi è la consapevolezza che ciò che è magico o oscuro per una persona può essere scientifico e razionale per un’altra. E voi, come la vedete l’IT in azienda?

RISORSE

UNA EFFICACE RAFFIGURAZIONE PARAGONA L’IT A UN DRAGO MAGICO - TIPICO SOGGETTO DI RACCONTI FANTASTICI - DI CUI SE NE RICONOSCONO CINQUE VARIANTI: IL DRAGO MAGICO SULLA MONTAGNA D’ORO, IL DRAGO IN GABBIA, IL DRAGHETTO AL GUINZAGLIO, IL DRAGO MORTO E L’ AMICO DRAGO.

http://bit.ly/MmUwKy Bednar P.M. - Welch C., Information Technology Projects - Leaving the “Magic” to the “Wizards”, Springer, 2010. Questo libro spiega la complessità, spesso sottovalutata, dei progetti IT. Se l’organizzazione aziendale è inefficiente, infatti, adottare nuove tecnologie non sortirà alcun effetto “magico”.

http://bit.ly/KS2KI5 Stivers R., Technology as Magic. The triumph of the irrational, The Continuum Publishing Company, 2001. Grazie al link qui presente, potrete raggiungere questo libro pubblicato su Google Books. Secondo gli autori è proprio lo stretto legame tra tecnologia e magia che ci fa apprezzare la tv, la radio e i mass media in generale.

http://bit.ly/J9u9GJ Kaarst-Brown M.L - Robey D., More on myth, magic and metaphor: cultural insights into the management of information technology in organizations, Information Technology & People, 1999, Vol. 12, Iss: 2, pp. 192-218. La tecnologia non è solo razionalità, per molti incarna qualcosa di magico. Uno studio etnografico su due grandi assicurazioni dimostra come la cultura influenzi l’IT. Attraverso la metafora del magico vengono generati 5 archetipi della cultura IT.

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ATTUALITA’

SEMPLICE|E|PROFITTEVOLE, ECCO|COME|SI|FA| IL|PROGRAMMA|DI|CANALE Semplicità e utilità. L’attività sul canale indiretto di Trend Micro si basa su pilastri solidi, concreti. «Per dare nuova forma al programma per i partner – ha spiegato Ottaviano De Cicco, channel sales director di Trend Micro – abbiamo innanzitutto ascoltato, dando voce ai nostri rivenditori, ai dealer e ai system integrator, per capire di che cosa, davvero, avevano bisogno». Quello che è emerso è l’esigenza di una maggiore semplicità, di strumenti efficaci che generino superiore profittabilità e di un riconoscimento delle specializzazioni di ciascuna realtà. «Abbiamo quindi disegnato un programma lineare con quattro livelli (bronze, silver, gold e platinum) e cinque specializzazioni suddivise per aree tecnologiche. Per ogni specializzazione esistono tre livelli di

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GENERAZIONE|DI|LEAD Carla Targa, responsabile marketing di Trend Micro

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Ottaviano De Cicco, channel sales director di Trend Micro

Ascoltare i rivenditori e premiare quelli pro-attivi. Trend Micro punta sulla concretezza per supportare il canale indiretto Francesco Marino

formazione: i primi due si svolgono online, il terzo in aula», ha aggiunto De Cicco. Le aree di specializzazione sono: Network & System Security, Data Protection Security, Cloud & Data Center Security, Endpoint

Oltre a proteggerli, i lead vanno generati. Una parte importante dell’attività di Trend Micro per il canale è proprio quella di far nascere opportunità di vendita per i partner. È un’attività sempre più significativa, che viene svolta sia attraverso i major account che seguono – con i partner di alto livello – i clienti più importanti, sia attraverso il team marketing, guidato da Carla Targa. «Sono molte le attività che il marketing di Trend Micro realizza per supportare il canale e generare lead – ha spigato Carla Targa, responsabile marketing di Trend Micro –. Dagli eventi focalizzati in cui emergono le esigenze dei clienti alle fiere, ai convegni fino alle azioni di comunicazione dell’attività dei partner che generano nuove richieste di approfondimento da parte delle aziende. Così come chiediamo ai rivenditori di essere pro-attivi, noi lo siamo per primi andando a incontrare sul territorio le imprese per capirne i bisogni e trasferire questa conoscenza – e i lead che ne derivano – al nostro canale».

& Mobility Security e Small Business Security. Proprio la specializzazione Smb è particolarmente importante, soprattutto in Italia, perché è un mercato molto significativo; inoltre altri programmi di canale non prevedono una focalizzazione particolare, che invece Trend Micro offre. Un altro aspetto fondamentale è la cura nella gestione dei lead. «Abbiamo un sistema di lead registration – ha spiegato De Cicco – che non solo tutela il partner quando inserisce le opportunità di vendita (vengono protette per sei mesi), ma gli offre anche superiori marginalità». Tutte le attività sul canale, poi, sono guidate dalla scelta di premiare i rivenditori pro-attivi. «Il mondo – ha concluso De Cicco – è cambiato; non si possono più seguire i modelli di vendita del passato. L’iper-competitività del segmento sicurezza rende indispensabile l’azione, il dinamismo e noi vogliamo premiare coloro che si dimostrano capaci di interpretare questo tempo e agiscono di conseguenza: tali soggetti devono essere propositivi e, oltre a trasferire al mercato i nostri prodotti, devono trasmettere la nostra visione».


CI VEDIAMO SU SNTV ONLINE! Veloce, semplice, utile. SNT Technologies, distributore IT a valore attivo dal 1995, in collaborazione con Digitalic, lancia un nuovo strumento di comunicazione diretta e innovativa con i propri partner. Una Web tv che aiuterà i rivenditori ad aggiornarsi in tempo reale sulle più interessanti novità e strategie firmate Fujitsu Technology Solutions, del quale SNT è il principale distributore in Italia. Uno strumento di comunicazione studiato e pensato per aiutare i l canale ad affrontare e cogliere le più interessanti opportunità a valore che il mercato possa offrire

Lorenzo De Pietri, direttore marketing di SNT Technologies

Semplice, efficace, innovativa. Le regole della comunicazione sono in continua evoluzione ma, mai come di questi tempi, gli operatori di canale si trovano di fronte alla stringente necessità di ricevere da vendor – e soprattutto distributori – messaggi chiave, in tempo reale e di immediata comprensione per poi catapultarsi sul mercato e cogliere le più importanti opportunità a valore. Una sfida complessa, ma soprattutto un’esigenza stringente alla quale SNT Technologies – che proprio sul valore aggiunto, dal 1995, ha costruito il suo Dna e il suo approccio al canale – ha deciso di rispondere con un’iniziativa molto innovativa. «Comunicare con i partner è sempre più complesso – racconta Lorenzo De Pietri, direttore marketing di SNT Technologies –. Il tempo per documentarsi e formarsi è sempre di meno e i messaggi che arrivano da vendor e distributori devono essere ben calibrati e soprattutto efficaci. Per questo abbiamo deciso di lanciare una Web tv, la SNTV online, interamente dedicata alla comunicazione diretta con i nostri rivenditori. Un canale Web fruibile, agile e diretto attraverso il quale cercheremo di aiutare i dealer che, da una parte devono necessariamente compiere un esame costante sul listino e sulle promozioni Fujitsu, dall’altra sono obbligati a tenersi aggiornati su tutto ciò che di importante accade nel mondo IT. Si tratta di uno strumento nuovo che abbiamo fortemente voluto – continua De Pietri – proprio per riuscire a comunicare grandi concetti e di elevato valore in poco tempo». La Web tv ovviamente non è una novità in senso assoluto, ma SNT vuole farne un uso molto preciso e innovativo.

«È vero che si tratta di uno strumento ormai diffuso – conferma De Pietri –. Qualcuno usa il Web e i video per invitare giustamente i partner a partecipare a eventi, per esempio; noi però cerchiamo un salto di qualità fatto di immediatezza e velocità. Vogliamo aiutare il partner a usare bene il suo tempo che, in questa fase, per gran parte deve necessariamente essere dedicato alla vendita. Non punteremo ovviamente solo sul listino Fujitsu, ma anche su altri prodotti e soluzioni». Aggiornamenti dei listini dunque, ma anche approfondimenti. «Certo – conclude De Pietri – ogni mese andrà in onda una trasmissione rapida e accattivante che avrà il compito di raccontare in poco tempo i più interessanti aggiornamenti previsti dal listino Fujitsu. Un listino che non solo leggeremo, ma interpreteremo e dal quale estrapoleremo le novità più utili e interessanti per il business. Poi, nel corso dell’anno, proporremo al canale – in anteprima – una serie di trasmissioni di approfondimento dedicate alle più innovative soluzioni in arrivo sul mercato. Partiremo, per esempio, con il nuovissimo ultrabook Fujitsu LifeBook U772, del quale racconteremo ogni dettaglio e sul quale forniremo i più interessanti spunti di vendita». Rivedremo presto sul Web SNT Technologies e… sulle pagine di Digitalic che, d’ora in avanti, ogni mese aggiorneranno i lettori sulle più interessanti novità trasmesse dalla SNTV online e forniranno un accesso diretto al suo nuovissimo canale televisivo attraverso gli ormai classici QR code dedicati, come quello che trovate qui sotto.

SNT TECHNOLOGIES Via Carlo Marx, 131 41012 Carpi (MO) Tel. 059 6227511 Fax 059 6227522 marketing@snt.it www.snt.it


ATTUALITA’

PIÙ|VICINI|AL|CANALE,|PIÙ|VICINI AL|BUSINESS:|FUJITSU|RILANCIA Il maggio che ci siamo appena lasciati alle spalle, per Fujitsu Italia, è stato un mese molto importante e destinato a lasciare il segno. Nel corso degli attesi giorni di “ICT Trade”, storica manifestazione organizzata da Sirmi a Ferrara, ha fatto il suo debutto ufficiale in pubblico Federico Francini, nominato nuovo amministratore

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Federico Francini, amministratore delegato di Fujitsu Technology Solutions

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delegato della filiale italiana di Fujitsu Technology Solutions nella seconda parte dello scorso anno. Un debutto che è coinciso con l’annuncio di una rinnovata e strategica attenzione per il canale indiretto. Non solo, a pochi giorni di distanza – come conseguenza di un simile annuncio –, è arrivata anche la fondamentale nomina di Emanuele Baldi alla carica di channel sales director di Fujitsu Technology Solutions. Un manager di grande esperienza che, dopo l’importante parentesi nel mondo a valore di un distributore come Ingram Micro, è tornato dunque alle origini (Intel su tutte), rientrando nelle file di un vendor di grande prestigio sul mercato. «Il canale per Fujitsu riveste un’importanza cruciale, perché ci consente di massimizzare e indirizzare in

modo capillare sul territorio il valore delle nostre soluzioni, lavorando in sinergia con partner e clienti finali – ha dichiarato Federico Francini –. La nomina di Baldi ha l’obiettivo di rafforzare questo importante aspetto del business di Fujitsu. A livello di numeri – ha aggiunto il manager – il 50% del business di Fujitsu Italia è realizzato tramite il canale indiretto. Di questa fetta, il 70% (pari al 35% del business totale di Fujitsu Italia) è sviluppato da clienti totalmente delegati ai nostri partner, mentre il restante 30% è gestito sempre dal canale indiretto, ma su top client seguiti anche da noi in prima persona. Proprio a questo riguardo puntiamo a rafforzare ai massimi livelli la sinergia con i nostri partner, garantendo loro tutti gli strumenti necessari per una solida crescita, come il

Strategica attenzione sul mercato italiano attraverso un supporto più profondo e costante per i partner di canale e un nuovo channel sales director: il 2012 del colosso IT rappresenta un anno di grande svolta nel nostro Paese Marco Lorusso

supporto congiunto presso importanti clienti, aspetto sul quale ci concentreremo molto. Rilanceremo anche i percorsi di training. Il nostro programma di canale Select Partner Program, infatti, si propone tra le varie attività di incrementare lo skill dei Partner Select e i Select Expert su nuove tematiche di business. Per quanto riguarda poi i rivenditori di dimensioni più contenute abbiamo inoltre deciso di avvalerci di una nuova organizzazione di teleselling integrata, grazie alla nuova struttura interna “Fujitsu for you”, centralizzata a Berlino e a Barcellona, ma in grado di coprire tutto il territorio europeo e di supportare in maniera efficace le singole organizzazioni territoriali». In generale comunque la nuova organizzazione e attenzione che Fujitsu ha deciso di dedicare al canale indiretto, ha spiegato Francini nel corso di “ICT Trade”, «è finalizzata a una maggiore focalizzazione in merito ad alcuni mercati specifici su cui ci concentreremo con una qualificata presenza commerciale, per far conoscere tutta l’offerta di Fujitsu, dai tablet agli ultrabook, fino ai sistemi mission critical e Hpc». «I settori “Telco, Media, Utilities e Manifatturiero” – conclude Francini – sono segmenti su cui Fujitsu ha deciso di porre la sua attenzione e su cui crede potranno esserci ottime opportunità di crescita nei prossimi anni, supportando i partner più attivi su tali mercati, capaci di aggiungere valore alla nostra offerta di fascia alta oltre a quella di volume».


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F-Secure Protection Service for Business è una soluzione realizzata per liberare le piccole imprese dalle problematiche riguardanti la sicurezza IT. Un partner affidabile per gestire da remoto tutta la protezione di cui avete bisogno. Dedicatevi completamente allo sviluppo del vostro business lasciando i problemi legati alla sicurezza nelle mani di esperti. Sviluppato da F-Secure, leader mondiale nella fornitura di soluzioni di “sicurezza come servizio”

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20 11

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ATTUALITA’ Nuova sede e rinnovata attenzione per i clienti, per il canale e per il valore. A tu per tu con Emanuel Arnaboldi, regional manager Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk

LA|NUOVA|CASA DI|AUTODESK Milano, via Tortona 37. Il cuore della tendenza, del design e della creatività made in Italy. Un luogo magico che, non a caso, è stato scelto da Autodesk per ospitare la sua nuova e avveniristica sede. Due piani frutto del lavoro di Matteo Thun & Partners per la progettazione del fabbricato e Gorini & Stranjia nell’interior design. Il tutto in un complesso a basso impatto ambientale ed elevata efficienza energetica. Nuova sede, dunque, nuove progettualità ma anche nuova e crescente attenzione per la centralità degli utenti e per il valore che i partner di canale devono essere in grado di sviluppare concretamente. «Il 1° febbraio – spiega Emanuel Arnaboldi, regional manager

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Emanuel Arnaboldi, regional manager Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk

Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk – abbiamo lanciato il nostro fiscal year 2013. In questa fase i nostri partner, ai quali abbiamo recentemente presentato il nuovo frame work di canale, ci chiedono dove sono le principali opportunità di business che hanno l’occasione di cogliere insieme a noi. La risposta è chiara, semplice, ma fondamentale: la maggiore opportunità oggi è data dal cliente che ha cambiato radicalmente il suo modo di progettare e che, di conseguenza, chiede maggiore supporto, servizi più flessibili e interazione con il cloud. Il mondo, che una volta vedeva il pc come suo cuore pulsante, è cambiato. Ora al centro ci sono gli utenti che chiedono di poter lavorare, creare e progettare ovunque, comunque e attraverso qualsiasi tipo di dispositivo. Autodesk si sta muovendo nell’ambito tecnologico proprio nel senso della flessibilità, dell’interoperabilità e della fruizione via cloud di parte delle proprie soluzioni. Vanno infatti in questa direzione le nostre innovative suite e i servizi cloud recentemente annunciati. Servizi, come quello di rendering sul cloud, che hanno registrato un successo clamoroso, con milioni di accessi e progetti In esclusiva per Digitalic, Emanuel Arnaboldi racconta le ultime novità del programma di canale firmato Autodesk e il caso di eccellenza di uno storico Var italiano. Il DGReport è disponibile collegandosi a questo pratico QR code

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già sviluppati sulle nuvole». «Per quanto riguarda poi la strategia di canale – ha poi aggiunto Arnaboldi – la nostra risposta, come detto, si è concretizzata sul nuovo framework di canale che permette ai reseller certificati di vendere tutte le categorie di prodotto Autodesk, in modo da favorire la possibilità di allestire offerte integrate e cross su vari settori e target. Un altro esempio lampante del valore che oggi il nostro canale può e deve essere in grado di esprimere è il nuovo livello Platinum, inserito nel nostro programma di partnership. Un livello d’élite aperto a pochi rivenditori in Europa: 4 in tutto». Nello specifico, il Platinum Tier identifica i partner che sono in grado di garantire ai loro clienti i più alti livelli di servizio. I reseller di Autodesk raggiungono lo status di Platinum Tier solo dopo aver dimostrato di possedere una profonda conoscenza dell’industria di appartenenza, di aver effettuato training e programmi di certificazione rigorosi e di aver soddisfatto i più alti requisiti di Customer Satisfaction. «In questo ristretto gruppo d’élite di canale – ha poi aggiunto Arnaboldi – siamo orgogliosi di annunciare che figura una società rigorosamente italiana come Negroni Key Engineering». Si tratta di una realtà con oltre 20 anni di esperienza nella progettazione Cad, Cam, Cae, che può contare su uno staff di 40 addetti e rappresenta il primo Manufacturing Partner di Autodesk nel sud Europa.


Digitalic per Fortinet

RETI & SICUREZZA

IPV6 WORLD LAUNCHDAY: FORTINET ANNUNCIA LA PROTEZIONE A OLTRE 500 GBPS Mentre la comunità mondiale celebra l’IPv6 LaunchDay, Fortinet ha annunciato che lo chassis Fortinet FortiGate5140B, dotato di blade FortiGate-5101C, ha raggiunto una velocità di 536 Gbps in presenza di un mix di traffico applicativo e attacchi alla sicurezza durante un test IPv6 condotto da BreakingPointFireStorm CTS. Operatori di telecomunicazioni, provider di servizi e imprese con esigenze di prestazioni elevate che hanno implementato un’infrastruttura IPv6 possono contare su Fortinet per proteggere la rete e mantenere le performance per loro indispensabili. «L’IPv6 LaunchDay rappresenta una pietra miliare nella transizione da IPv4 a IPv6, mentre molti provider di contenuti e alcuni dei network più grandi al mondo rendono definitivamente IPv6-compatibili le loro reti», ha dichiarato Patrick Bedwell, vice president product marketing di Fortinet. «Questo significa – afferma ancora Bedwell – che i contenuti e i servizi su cui aziende e utenti fanno affidamento ogni giorno saranno forniti tramite IPv6». Fondamentale la capacità di ispezionare il traffico IPv4 e IPv6 Una delle problematiche che le reti devono affrontare durante la migrazione a IPv6 è l’incapacità degli strumenti di sicurezza di rete esistenti di rilevare le minacce all’interno del traffico IPv6. Ciò è dovuto al fatto che i firewall legacy non implementano un approc-

cio “dualstack”, secondo cui un firewall esegue contemporaneamente un doppio stack di protocolli IPv4 e IPv6, per consentire l’ispezione e applicare le policy indipendentemente dal protocollo utilizzato. Al contrario, il supporto limitato per IPv6 offerto da questi strumenti legacy implica che inoltrino semplicemente il traffico IPv6 a destinazione, consentendo alle minacce nascoste di passare inosservate. I dispositivi FortiGate utilizzano un approccio dual stack e forniscono le stesse tecnologie di sicurezza di rete in IPv4 come in IPv6, eliminando quindi i potenziali gap nel sistema di protezione causati dal traffico IPv6. La compatibilità della tecnologia IPv6 di Fortinet ha ricevuto la certificazione JITC del DoD (US Department of Defense) dal 2008 e ha ottenuto la conformità “IPv6 Ready Phase-2”. Risultati dei benchmark FortiGate-5140B è stato sottoposto a diversi test prestazionali standard di settore utilizzando traffico IPv6.Highlights: • Traffico UDP stateless: presente in ambienti di streaming e di contrattazione fi-

nanziaria, ha dimostrato una velocità di 536 Gbps per i pacchetti di grandi dimensioni (1.518 byte) e di 532 Gbps per i pacchetti di piccole dimensioni (64 byte). • Traffico TCP stateful: presente nei tipici ambienti enterprise, ha dimostrato una velocità di 503 Gbps per HTTP e di 514 Gbps per traffico applicativo realeche comprendente Facebook, ZyngaFarmville, Pandora radio, AOL InstantMessenger, Microsoft Outlook e altri. FortiGate-5140B è stato inoltre in grado di elaborare oltre 1,4 milioni di connessioni al secondo. Prestazioni ineguagliate tramite l’accelerazione hardware Il blade FortiGate-5101C raggiunge prestazioni eccezionali grazie all’uso dei processori personalizzati FortiASIC basati su una piattaforma tecnologica progettata da Fortinet oltre 10 anni fa. I processori FortiASIC forniscono l’accelerazione delle prestazioni basata su hardware necessaria per offrire il throughput IPv6 più elevato di qualsiasi firewall attualmente sul mercato.


ATTUALITA’ Dal distretto industriale alla community: ecco come cambia l’approccio al mercato nell’era dei social Francesco Marino

VAR|GROUP:|7|COMUNITÀ PER|LA|TECNOLOGIA Vedere il mercato per comunità, non solo per segmenti. Var Group nella sua convention annuale lancia My Var, una nuova modalità di suddividere l’offerta, di guardare al mercato, di guardare ai clienti. «Siamo da sempre stati convinti – afferma Giovanni Moriani, Ceo di Var Group – che l’offer-

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ta tecnologica deve seguire l’organizzazione dell’economia reale. L’Italia è organizzata per distretti industriali e noi ci siamo sempre strutturati per essere speculari a questa struttura: siamo un distretto industriale virtuale. Ma oggi ai distretti si sovrappongo le attività social. Le persone sviluppano infatti autonomamente molte attività sui social network e riorga-

nizzano la propria vita in base alle comunità di cui fanno parte. Molti di questi gruppi ruotano intorno a interessi personali, ma tanti riguardano il lavoro. Fioriscono le community dei responsabili del personale oppure della produzione del marketing. Certo non si tratta di una partecipazione uniforme: è differenziata per età, attività, attitudini. Ma certamente è un fenomeno già molto significativo». Var Group ha deciso quindi di sovrapporre alle modalità tradizionali di produzione di soluzioni e servizi per il mercato verticale un nuovo disegno dell’offerta, per community. Nascono

F-SECURE|FIRMA|CON|ALIAS, «SICUREZZA,|PURCHÉ|DI|VALORE…» Da tempo impegnata ad “aumentare i giri” delle competenze del proprio canale indiretto, F-Secure continua la sua marcia siglando un accordo con Alias, nome di riferimento nella distribuzione a valore

Nel segno del valore e della volontà ferrea di allargare il canale a nuovi strategici partner specializzati. FSecure ha siglato un accordo con Alias, distributore a valore aggiunto di soluzioni tecnologiche specializzato in sicurezza, networking dati e comunicazioni avanzate, che offre una vasta gamma di prodotti e servizi a un’ampia rete di rivenditori, system integrator e service provider in tutta Italia. L’accordo prevede

la distribuzione delle soluzioni F-Secure per il mondo consumer e per le aziende. I prodotti e i servizi indirizzati alle impre-

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Stefano Cucit, responsabile business development di Alias

così 7 brand, 7 comunità di offerta che si rivolgono alle comunità reali: My Italian Style, My collaboration, My media people, My cloud network, My solution value, My engineering e My App store. «Non cambia il nostro modo di produrre, non cambia il nostro organigramma – ha spiegato Moriani –. Abbiamo aggiunto un nuovo livello all’offerta che rispecchia la nuova organizzazione dell’attività lavorativa delle aziende e delle persone». Per capire meglio la nuova filosofia di Var Group c’è anche una App, My Var, disponibile per iOs e Android.

se saranno proposti in modalità security as a service, garantendo semplicità, efficienza e sicurezza. In questo scenario, i rivenditori avranno un ruolo centrale nella distribuzione dei servizi locali alle aziende. Inoltre, la stessa gamma di prodotti sarà offerta al mercato attraverso il modello tradizionale che prevede l’acquisto della licenza. «Siamo soddisfatti di collaborare con un fornitore di tecnologia a valore aggiunto come Alias – dichiara Michele Caldara, sales manager channel business di F-Secure –. Siamo sicuri che questo accordo permetterà ai rivenditori di offrire le più recenti e innovative soluzioni in ambito sicurezza». «Grazie all’accordo con F-Secure, Alias incrementerà la propria offerta di prodotti di sicurezza sia per il canale dei rivenditori e Var sia per gli Internet Service Provider – commenta Stefano Cucit, responsabile business development di Alias –. Con F-Secure saremo in grado di fornire prodotti di sicurezza comprendenti funzionalità di prevenzione delle intrusioni, antispam e antispyware, parental control e protezione dei dispositivi mobili, facendo della tempestività di reazione il nostro punto di forza».


SCOPRI NUOVI MODI DI COMUNICARE

Wildix è un'azienda multinazionale che opera nel settore delle telecomunicazioni ed è specializzata in prodotti Voice Over IP (VoIP). Produce e sviluppa soluzioni di comunicazione integrata, le cui massime potenzialità vengono espresse dalla Comunicazione Unificata.

Wildix offre soluzioni che incrementano la produttività del lavoro nelle imprese. La Comunicazione Unificata è un efficace strumento di marketing, lavora in quello spazio che separa il cliente dall’azienda o un operatore da un collega; la sua efficienza accorcia i tempi e riduce le distanze, migliorando i servizi e l'immagine della propria attività.


CREATIVE PARK 42

L’OTTIMA ESPERIENZA DI UN PESSIMO CAFFÈ Elena Veronesi Laureata in comunicazione d’impresa, è consulente di comunicazione visiva e direttore creativo della Creative Park Srl. Lavora nel settore comunicativo da oltre 10 anni e nella sua carriera ha collaborato con numerose agenzie pubblicitarie in tutta Italia. Da alcuni anni, al ruolo di consulente aziendale ha affiancato quello di formatrice, tenendo corsi sul marketing e la comunicazione visiva presso enti e aziende. È relatrice Smau, dove tiene workshop dedicati al Web design e alla comunicazione efficace e cura un blog nel quale parla di creatività, design e visual communication: www.elenaveronesi. com.

Il caffè più cattivo che abbia mai bevuto l’ho trovato da Starbucks. Una tazzona immensa riempita fino all’orlo di un liquido marroncino che dell’aroma del nettare scuro aveva ben poco. Ricordo con chiarezza il sapore indistinto dell’intruglio, la lunga fila per accaparrarsi il bicchierone, lo stecchino di legno con il quale imbrattarsi le dita cercando di girare lo zucchero. Per un’amante del caffè è stato un pessimo esperimento; per una studiosa di design è stata un’avventura ricca di spunti e suggestioni. Perché quando si entra da Starbucks il caffè è soltanto uno dei tanti desideri che si vuole esaudire. Quello che la gente realmente cerca è un’esperienza.

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Frappuccino e divano Starbucks è presente in 58 Paesi, con 19.435 caffetterie in tutto il mondo, di cui 12.781 soltanto nella madrepatria. Il suo logo (una sirena stilizzata a due code di colore verde) è riconosciuto come il simbolo di un mondo giovane e dinamico, per lo più cittadino e cosmopolita, che nella catena statunitense ha trovato il luogo ideale di

aggregazione. Tutto questo non si deve soltanto a una serie di prodotti ben collaudati e a un ottimo branding, ma anche all’attenta cura che Starbucks mette nel design del punto vendita. Dalla forma delle tazze alla disposizione e decorazione degli arredamenti, tutti i dettagli sono curati nei minimi particolari. «Ogni caffetteria Starbucks è attentamente disegnata con l’obiettivo di enfatizzare la qualità di ogni cosa che il cliente vede, tocca, ascolta, respira o gusta – afferma il Ceo Howard Schultz. Tutti i

messaggi sensoriali devono fare appello agli stessi alti standard. Il design, la musica, gli aromi, le superfici devono comunicare lo stesso messaggio subliminale […]: qui tutto è best-of-class».

L’acquisto inizia dal contesto Il design del punto vendita influenza profondamente il modo in cui i potenziali clienti percepiscono la qualità della merce esposta. Numerosi studi condotti nell’ambito dello store-image hanno evidenziato quanti e quali siano i fattori che concorrono


QUANDO SI ENTRA DA STARBUCKS IL CAFFE’ E’ SOLTANTO UNO DEI TANTI DESIDERI CHE SI VUOLE ESAUDIRE. QUELLO CHE LA GENTE REALMENTE CERCA E’ UN’ESPERIENZA.

Dal caffè alla frutta Il design del punto vendita è una leva di marketing che anche altri brand hanno abbracciato. Primo fra tutti Apple, che con i suoi store offre ai clienti un’esperienza unica. In tal senso, emblematica è l’affermazione di James B. Stewart nel suo articolo su nytimes.com: «In ogni senso, l’architettura del punto vendita è semplicemente la scatola più grande nella quale Apple confeziona i suoi prodotti». L’uso massiccio di strutture in vetro sta diventando la firma di ogni Apple Store, che in questo modo appare riconoscibile e sempre coerente. Per molti clienti i punti vendita della Mela morsicata appaiono più simili a musei da contemplare che negozi da fruire. Nei loro spazi tutto appare mistico e meraviglioso, coinvolgendo lo spettatore-acquirente in un’esperienza a 360°. La presenza del vetro elimina le barriere e abbatte le classiche limitazioni che potrebbero impedire la visuale globale dello store; la presenza delle scale, spesso rese minimali proprio dal vetro, suggerisce un senso di “crescendo”, di ingresso in un luogo speciale ed esclusivo; l’esposizione dei prodotti permette agli utenti di goderli appieno, quasi fossero oggetti di culto.

Il design al servizio di un panino Quello che un tempo era un luogo dove consumare di fretta un hamburger ipercalorico, vuole ora diventare un punto di ritrovo, di relax e di condivisione. Anche McDonald’s sta

intraprendendo la strada del restyling, con l’obiettivo di rinnovare i suoi 13.000 punti vendita in USA alla media di 1.000 all’anno. Si presume che il 75% di questi saranno completati entro la fine del 2015. I nuovi fast food saranno più luminosi, colorati, confortevoli e innovativi, come sottolinea Francesco Cordua, direttore della U.S. Retail Experience: «Vogliamo che i nostri clienti – siano essi famiglie con bambini o business man che desiderano un luogo per un incontro informale – si sentano liberi di prendersi una pausa, fare due chiacchiere, guardare la televisione oppure utilizzare la connessione Wi-Fi. Vogliamo che si divertano». I nuovi ristoranti McDonald’s saranno caratterizzati da materiali più pregiati, luci calde e spazi confortevoli; l’arredamento sarà arricchito da lampadari pendenti e decorazioni alle pareti. Queste scelte progettuali hanno l’obiettivo di cambiare l’attuale immagine, troppo orientata al cibo veloce e all’intrattenimento per bambini, con un’esperienza che vada oltre il semplice pasto. Ciò che un tempo era soltanto un luogo di passaggio, dove acquistare delle provviste, ora è diventato una leva strategica nella comunicazione di ogni brand. Davanti a un’utenza sempre più esigente in fatto di qualità ed esperienza, lo store è la chiave per coinvolgere le persone in un viaggio, in cui il prodotto è soltanto uno dei tanti oggetti magici che il cliente troverà sul suo cammino.

RISORSE

alla costruzione mentale dell’immagine del negozio. Le luci basse e soffuse, ad esempio, vengono recepite come un segno di alta qualità e raffinatezza; al contrario, un’illuminazione forte e diretta viene più facilmente ricondotta a negozi-discount o comunque allo stile “grande magazzino”. Altro dettaglio da non trascurare è lo “sfondo” sonoro: gli store che trasmettono una musica d’ambiente pacata e rilassante vengono valutati più positivamente rispetto a quelli dove la colonna sonora è caratterizzata da toni alti e musiche da top-ten. Anche l’uso di materiali pregiati quali il legno, la pietra o una carta da parati, la presenza di tinte pastello o di tonalità particolari come il nero e l’oro, e un’organizzazione spaziale libera e aperta sono aspetti che il potenziale cliente interpreta come caratteristiche di uno store di alta qualità. E tale percezione viene estesa anche alle merci vendute.

http://tinyurl.com/cyzhjbc Il sodalizio tra Peter Bohlin, famoso architetto americano, e Steve Jobs, il compianto genio di Apple, ha dato vita agli esempi più belli di architettura del punto vendita, illustrati nell’interessante articolo di James B. Stewart.

http://tinyurl.com/7a66ov6 Ristoranti, bar e caffetterie sono luoghi dove il design sperimenta nuove forme e strategie. Capirne le dinamiche ci permette di individuare i migliori trends e le soluzioni più efficaci. Il libro 1.000 Restaurant Bar & Café Graphics offre innumerevoli spunti da cui partire.

http://www.hotelfox.dk/ Una struttura che è una vera e propria esperienza creativa: il Fox Hotel di Copenhagen è infatti la meta ideale per una vacanza nel segno della graphic-design.

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ATTUALITA’ Mario Davalli, country manager di Cegid Italia

CeGID|lancia la|“retail|revolution” Al suo recente convegno “Retail Forum”, Cegid – editor di software gestionali e di soluzioni business per la performance delle società e il loro sviluppo – ha lanciato il suo nuovo e più forte approccio al canale indiretto Riccardo Pirana

Velocità, flessibilità, internazionalizzazione e capacità di gestire più canali; una nuova idea di punto vendita fisico inteso ora come aggregatore di offerte che passeranno sempre più dal Web. Il mondo retail oggi non accetta compromessi o improvvisazioni, servono qualità e caratteristiche molto precise. Di tutto questo e molte altre cose ancora si è parlato al recente e atteso “Retail Forum” di Cegid, editor internazionale

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di software gestionali e di soluzioni business dedicate alla performance delle società e al loro sviluppo. «La strategia di Cegid – spiega Mario Davalli, country manager di Cegid Italia – prevede sempre più la vendita di soluzioni in modalità Saas e la verticalizzazione del prodotto, puntando sulla specializzazione. Oggi occorre essere rapidi e noi forniamo soluzioni snelle adatte al mercato attuale; siamo in grado di installare un sistema retail, partendo da zero, in 20-

Il|valore|di|Avangate, le|sfide|per|il|canale Il mercato ICT fa i conti con delle criticità di portata epocale, ma Avangate – distributore a valore specializzato in sicurezza – sembra aver trovato la strada giusta per fare, anche di questo complesso 2012, l’anno più importante e positivo della sua storia. «E così – racconta Rendall Narciso, giovane amministratore unico di Avangate Italia – il 2012 è l’anno più importante per la nostra società. Abbiamo cambiato passo: per an-

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ni siamo stati percepiti e visti quasi come distributore unico di Avg e per tale motivo venivamo spesso confusi con questo brand. Ora invece abbiamo allargato in maniera decisa la nostra squadra di partner vendor, da Avg a Panda Security, passando per Bitdefender, Avast, Kaspersky Lab, Norman ed eScan». «Questa operazione – spiega ancora Narciso – unita all’implementazione di programmi formativi ad hoc rivolti al canale, è stata la carta vincente:

Attraverso questo QR code, un’esclusiva video intervista con gli obiettivi e le strategie di Avangate Italia dalla viva voce del suo timoniere

25 giorni. Non solo, con il passare del tempo, in fase di sviluppo abbiamo capito quanto, nella strategia di rafforzamento del marchio, era importante puntare anche sul supporto di un canale di terze parti di valore e qualità. Terze parti che in Italia assumono un ruolo chiave proprio per la loro capacità di approcciare realtà piccole e medie disperse su un territorio complesso e variegato. Ora – prosegue Davalli – di fronte alle grandi sfide che ci attendono e che portano allo sviluppo di nuove modalità commerciali che mixano il Web con una gestione sempre più smart del punto vendita – attraverso il nostro Your Cegid Retail per esempio – abbiamo la necessità di compiere un salto di qualità decisivo da parte del nostro canale. Per questo a breve metteremo a disposizione di var e system integrator un nuovo e strategico programma di canale che si andrà ad aggiungere ai corsi di formazione che già svolgiamo».

nel primo bimestre Avangate ha infatti registrato una crescita di fatturato del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e la fidelizzazione di ben 600 nuovi partner. Chi lavora con noi scopre il valore decisivo che può offrire un distributore: il partner è parte di noi, con noi migliora ogni aspetto del suo business e sviluppa ogni giorno nuove opportunità. Questo è l’approccio che continueremo ad avere e che nel 2012 ci porterà a diventare il punto di riferimento per ogni rivenditore di sicurezza ICT in Italia».

Nuovi brand, nuove opportunità di mercato per i rivenditori e la voglia di affermarsi come uno dei più importanti distributori di sicurezza a valore nel nostro Paese. A tu per tu con Rendall Narciso, amministratore unico di Avangate Italia Marco Lorusso


Digitalic per Systematika Distribution

La formazione che fa la differenza

Una lunga estate di valore con Systematika Distribution e VMware Nell’anno più importante e decisivo per il canale che sviluppa soluzioni a valore firmate VMware, Systematika Distribution rilancia il suo ruolo di fondamentale interlocutore e fornitore di competenze/certificazioni attraverso un programma preciso di corsi e servizi di supporto. Tutto sulla lunga estate calda della virtualizzazione

Samuele Cerutti, professional services manager at Systematika Distribution

Un salto di qualità fatto di competenze nello sviluppo del business anche in nuovi ambiti come IAAS, le applicazioni business critical e la gestione degli ambienti virtuali. VMware, proprio alle soglie di questa estate 2012, sta chiedendo uno sforzo importante al suo canale. Anche – e soprattutto per tale motivo – Systematika Distribution desidera ora più che mai affiancare i rivenditori in questo processo, spesso oneroso in termini di tempo, quale distributore di riferimento su tutte le competenze che VMware propone. «Crediamo – spiega Samuele Cerutti, professional services manager at Systematika Distribution – che oggi l’impegno maggiore per i partner sia quello di rimanere allineati con i continui annunci VMware. Annunci che collocano sempre il vendor ai vertici in tema di innovazione. Inoltre, da qualche anno – continua Cerutti – l’offerta formativa di VMware è strutturata secondo una matrice suddivisa per competenza e per ruolo aziendale. La prima categorizzazione è più semplice, dato che viene creata sulla base dei prodotti offerti; la seconda, pur essendo funzionale, risulta invece più complessa e necessita di attenzione in quanto la categorizzazione in personale di vendita, pre-vendita e post-vendita è, in alcuni casi, troppo generica e richiede comunque un fondamentale passaggio “distributore-rivenditore” che individui i giusti spazi per una corretta collocazione nella sessione formativa più idonea».

La formula di Systematika In merito all’organizzazione delle sessioni formative, Systematika crede molto nella formazione in aula con un docente certificato. «Grazie a Internet – prosegue Cerutti – qualsiasi utente è in grado di formarsi come autodidatta; il vantaggio della formazione in classe però consiste nel mettere a disposizione dello studente un flusso organizzato di informazioni, erogato in un ambiente dedicato all’apprendimento. Il termine virtualizzazione è troppo generico o, se vogliamo, la virtualizzazione si è evoluta in molte sfaccettature (tra cui il cloud) che partono da un nocciolo comune, l’hypervisor. L’opportunità fornita dalla formazione è di recuperare immediatamente l’investimento iniziale. Grazie alle capacità acquisite, il partner potrà proporre alla propria clientela soluzioni specifiche ad alto valore aggiunto parlandone con perizia, andando nei dettagli e indirizzando le richieste rompendo la barrie-

ra di timori, incertezze e dubbi che spesso si generano intorno a una nuova tecnologia. Inoltre, l’acquisizione di una competenza si traduce in un vantaggio economico per il partner all’atto dell’acquisto dei prodotti». Le problematiche e le esigenze dei partner Nella lunga esperienza formativa in ambito virtuale di Systematika, due sono le problematiche che i rivenditori sottopongono in aula sempre più spesso. «Il prezzo dei prodotti e la loro interoperatività – spiega Cerutti – sono le criticità che tornano con maggiore frequenza. Paradossalmente la prima questione, che sembra essere l’impedimento più importante, viene risolta facilmente. Il costo di acquisizione di una soluzione o di una tecnologia è solo un indicatore; VMware risulta vincente in termini di Tco e Roi, due elementi chiave per le aziende. Quando si parla invece di interoperatività ci si riferisce a una soluzione, costruita per indirizzare le specifiche esigenze di un’azienda, basata su più blocchi che devono interagire fra loro. In questi scenari la conoscenza della piattaforma e degli strumenti a corredo diventa indispensabile ed è qui, dunque, che un distributore a valore come Systematika diventa “l’olio tra gli ingranaggi” affinché tutte le parti si integrino e funzionino al meglio».

Contatti Systematika Distribution Via Luigi Sampietro, 110 21047 Saronno (VA) Tel. 02 96410.282 Fax 02 9670.3113 corsi@systematika.it www.systematika.it


ATTUALITA’

«PC|PIÙ|STAMPANTI? IL|PERCHÉ|VE|LO|SPIEGO|IO» Dopo la presentazione dell’intera nuova gamma di prodotti, sembrava che le sorprese fossero finite all’atteso Global Influencer Summit 2012 organizzato da HP a Shanghai. Invece a chiusura dei lavori è salita sul palco il Ceo Meg Whitman, per fare il punto sulle linee strategiche della multinazionale di Palo Alto, a cominciare dall’unione

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delle due divisioni Psg (pc) e Ipg (stampanti), che ha portato alla nascita della nuova divisione Pps (Printing & Personal Systems), guidata dal vice president Todd Bradley. Una decisione importante, dal momento che le due aree – insieme – hanno un giro d’affari di 75 miliardi di dollari e nel 2011 hanno venduto 120 milioni di dispositivi. «Questo nuovo assetto – ha spiegato la manager – ci offre maggiori opportunità. In tal modo possiamo rendere più efficace la relazione con i nostri partner e semplificare i processi di business, unificando tutti i prodotti sotto un unico brand». Naturalmente il processo di semplificazione

Digitalic era a Shanghai in occasione del Global Influencer Summit 2012 di HP. Un evento giunto nel bel mezzo di una fase di grande trasformazione dell’azienda. A confermare la solennità del momento, le parole del Ceo Meg Whitman, che ha spiegato il perché della clamorosa fusione delle divisioni Psg e Ipg Serena Piazzi

Meg Whitman, Ceo di HP

I nuovi ultrabook, le nuove stampanti, le strategie marketing dirette ai rivenditori e soprattutto la voce dei manager internazionali di HP incontrati a Shanghai dalla redazione di Digitalic. Collegandovi a questo QR code avrete accesso all’esclusivo video reportage dalla Cina

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comporterà dei tagli e la centralizzazione di alcune attività, in primis quelle di marketing e vendite. Operazioni necessarie per continuare a mantenere una posizione di leadership nell’hardware, sia in ambito pc che stampanti, offrendo ai clienti le soluzioni più adatte alle loro esigenze. «Nel 2012 la nostra attenzione sarà focalizzata in particolare sugli ultrabook, come conferma il lancio dello Spectre – ha sottolineato Todd Bradley – ma la nostra ricerca non si ferma: continueremo a proporre al mercato prodotti nuovi e anche il 2013 e il 2014 saranno ricchi di novità». Nessun riferimento però ai tablet. «Sicuramente si tratta di un business interessante, ma se ne parlerà più avanti», si è limitato ad affermare Bradley. D’altra parte, come accennato dallo stesso manager, non è detto che il lancio del nuovo sistema operativo Windows 8 da parte di Microsoft, uno dei principali partner di HP, non possa cambiare le cose. Molto si è parlato invece dell’importanza strategica del mercato cinese per HP (non è un caso che il summit sia stato organizzato a Shanghai - ndr). «La Cina rappresenta per noi un mercato fondamentale – ha affermato Bradley –. Le potenzialità di crescita sono enormi: basti pensare che entro il 2015 ci aspettiamo che la penetrazione dei pc cresca del 50%». «Si tratta di un Paese in continua evoluzione e HP vuole essere parte integrante di questo processo di sviluppo – ha aggiunto la Whitman –. Per questo ci impegneremo ad accrescere il nostro business in Cina, stringendo partnership con il governo e mettendo a punto prodotti ad hoc per quest’area».


Digitalic per Symantec

LE NUVOLE DI SYMANTEC: OPPORTUNITÀ PER I PARTNER

IL CLOUD È UNA “SICUREZZA”… ANCHE PER IL CANALE

A tu per tu con Tom Powledge, vice president of product delivery, Smb and cloud di Symantec. Viaggio nelle nuvole del colosso della security e nelle opportunità in arrivo per tutto l’ecosistema dei partner

Tom Powledge, vice president of product delivery, Smb and cloud di Symantec

Il cloud firmato Symantec ha da tempo un nome e cognome, “Symantec.cloud”, e anche una missione precisa, ovvero permettere agli operatori di canale di fare uno strategico salto di qualità nei rapporti con i propri clienti finali, in particolare le Pmi. Aziende che nel nostro Paese rappresentano la colonna portante del sistema economico, aziende che mai come in questo periodo sono alla ricerca di partner capaci di farsi carico delle loro infrastrutture IT, alle quali non hanno la possibilità di dedicare tempo e risorse… e le sappiano sviluppare e gestire in modo da offrire ai processi di business un beneficio immediato e quantificabile. Un messaggio importante e strategico in tempi in cui proprio la profondità e l’ampiezza dei cambiamenti, che il cloud e i nuovi paradigmi del software come servizio impongono, spesso sembrano intimorire i rivenditori. «Symantec è da sempre un’azienda channel friendly – racconta Tom Powledge, vice president of product delivery, Smb and cloud di Symantec – e il cloud non ha fatto altro che aumentare un simile focus. È anche normale che di fronte a una novità così importante qualche rivenditore possa essere spaventato, ma i dati in questo senso sono chiari. Grazie al nostro ruolo di leader nelle soluzioni SaaS (Software-as-a-Service), più di 10 milioni di utenti finali in oltre 100 Paesi, spaziando dalle piccole aziende fino alle Fortune 500, utilizzano i servizi Symantec basati sul cloud per proteggere e gestire le infor-

mazioni archiviate sugli endpoint e scambiate tramite e-mail, Web e messaggistica istantanea. In un simile scenario è stato appositamente creato il Symantec.cloud Partner Program che consente ai dealer di consigliare, rivendere, gestire e integrare queste offerte nel proprio portafoglio in base alle esigenze e alle caratteristiche del proprio modello di business». Un’occasione chiara e concreta «Si tratta di un’occasione importantissima – continua Powledge – poiché attraverso i servizi cloud di Symantec i partner possono trarre vantaggio da margini elevati, da un flusso di fatturato ricorrente e prevedibile e da un ingresso chiavi in mano nel crescente mercato dei servizi in hosting (SaaS) con un’offerta di soluzioni leader di settore». I membri del Symantec.cloud Partner Program ricevono inoltre la possibilità di accedere a specialisti di vendita e marketing, a programmi di marketing e a strumenti di abilitazione, progettati per aumentare

il fatturato e acquisire nuove opportunità di business. «Con la sicurezza che diventa servizio gestito nel cloud il rivenditore ha la possibilità di gestire in maniera efficace la security di più clienti contemporaneamente e di monitorarne costantemente i cicli di vita. Clienti che stanno apprezzando questo modello soprattutto quando applicato ad ambiti di strettissima attualità, come quello della protezione dei dispositivi mobili di ogni forma e dimensione, sempre più presenti in azienda. Il fenomeno della consumerizzazione, grazie alla sicurezza sul cloud, può essere tranquillamente affrontato gestendo tutti i dispositivi in maniera scalabile e flessibile, attraverso una singola console nelle mani del proprio fornitore di fiducia. Questo dunque è un momento di trasformazione molto importante in cui i rivenditori si stanno sempre più affacciando sulle opportunità che il modello di Managed Service Provider offre loro. Una nuova forma di vita che sta richiamando molti rivenditori europei che hanno da tempo scelto il cloud in maniera completa; questi rivenditori stanno educando in tal senso i loro end user e molti di loro stanno addirittura costruendo il proprio data center dal quale far partire tutta la propria offerta di servizi personalizzati».

Contatti SYMANTEC ITALIA Via Rivoltana, 2 20090 Segrate (MI) www.symantec.com/it


LA FORMAZIONE

COFFEE NON|BASTA|MAI

La formazione ha sempre rappresentato un’area di particolare attenzione, soprattutto per realtà aziendali come quelle del canale IT, dove non è possibile fare a meno della capacità di differenziarsi dai concorrenti e di sviluppare idee e progetti integrati, completi e in grado di generare nuovo valore per i propri clienti. Oggi questa esigenza di formazione è ancora più vera – in un mercato all’insegna dell’innovazione veloce – dove chi resta indietro difficilmente riesce a rientrare e dove l’evoluzione diventa la parola chiave del successo di qualsiasi modello di business. Formazione significa acquisire (e mantenere sempre aggiornatissime) le competenze sulle soluzioni a portafoglio, essere in grado di declinare le esigenze dei clienti in disegni architetturali concreti e in grado di rispondere ai livelli di servizio attesi. Significa quindi certificazioni – dove il bollino del vendor si sostanzia di esperienze e conoscenze reali – non solamente dettate dalle regolamentazioni dei partner program. Ma tutto questo continua a non bastare. I venditori, generalisti o specialisti, così come tutte le figure di pre-sales e post-sales, devono essere sempre più bravi a svolgere la propria missione di front-end a cui spesso è strettamente correlato il successo dell’azienda. I vendor devono quindi acquisire nuovi soft skill per sapersi relazionare con i clienti con maestria e naturalezza; devono conoscere l’evoluzione delle figure professionali con cui solitamente si interfacciano e utilizzare strumenti sempre nuovi per raggiungerli e stimolarli. La formazione tradizionale quindi non basta più e vengono introdotti nuovi format, che puntano tutto sullo sviluppo delle individualità, offrendo spazi di crescita personali, in grado di sensibilizzare l’area motivazionale. Anche l’elemento del “social” diventa mezzo e soggetto di formazione. Il tutto in modo veloce, continuativo e – ovviamente – economico, poiché spesso il Web continua a farla da padrone. Ma non basta ancora… anche le altre figure professionali devono essere incluse nei piani formativi, con una particolare attenzione al marketing e alle linee manageriali, con percorsi costruiti in base alle specifiche esigenze aziendali e personali, per stimolare la crescita professionale, fidelizzare i dipendenti, aumentare il livello di soddisfazione e innescare un circolo virtuoso utile a tutta l’azienda. Francesca Pilone @FPilone

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BREAK SCUDETTO|“VIRTUALE”|O|“SUL|CAMPO”? In piena era Web 2.0 ha ancora senso parlare di “formazione tradizionale”? La risposta è no. O meglio dipende. Dipende dalla forza del brand e dalla sua capacità di spostare le masse a fini formativi. I corsi di formazione devono mettere sempre al centro le persone: sono gli individui che sentono la necessità di portare avanti un certo percorso. Il tempo rappresenta il valore effettivo degli individui e quindi dell’impresa in cui operano. Se ho il tempo e la voglia di fare un viaggio per seguire la mia formazione, i corsi tradizionali in aula sono la soluzione migliore. Un esempio? I corsi di certificazione, organizzati con i vendor, che prevedono sessioni pratiche di configurazione dei prodotti. La formula vincente è proprio questa: il toccare con mano prodotti e soluzioni sul campo, anche attraverso la metodologia del laboratorio. Oggi però il tempo e il denaro a disposizione delle imprese sono sempre meno e ciò favorisce i corsi di formazione online, i cosiddetti Webinar. La parola Webinar è la contrazione di Web-seminar, ovvero un seminario via Web che si svolge in un tempo prestabilito. La tecnologia crea una esperienza diretta in aula virtuale dove l’insegnante può parlare e collegarsi in tempo reale con il proprio pubblico. Con un Webinar è possibile gestire il processo di invito e di registrazione, creare chat personalizzate, promemoria automatici e follow-up, configurare le impostazioni ottimali di sessione, ecc. Ciò accade in un momento in cui virtualizzazione e cloud computing stanno entrando con prepotenza nelle strategie e nelle infrastrutture IT delle aziende italiane: in questo senso la formazione online è molto strategica poiché, sfruttando la versatilità del Web e della comunicazione su IP, permette di trasferire velocemente know how e informazioni tecniche su prodotti anche molto specifici. La capacità di apprendere più velocemente dei vostri concorrenti potrebbe essere il solo vantaggio competitivo: anche in questo caso la tecnologia è dalla nostra parte. L’esperienza ci ha insegnato che fare formazione online significa essere concisi, incisivi, chiari, specifici e non superare mai i 50 minuti. Oggi i corsi online sono complementari a quelli onsite, perché si pongono obiettivi diversi: i primi servono ad aumentare il prestigio del brand, i secondi ad affrontare argomenti tecnici e commerciali e a creare un contatto diretto, fondamentale per generare fiducia e fidelizzazione. Ciò che determina la scelta è il grado di preparazione iniziale, il tempo a disposizione e gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Insomma, partita “virtuale” o “sul campo”? Tutto dipende da quanto sei allenato e dove vuoi arrivare. È come chiedersi se sia meglio avere l’uovo oggi o la gallina domani… Certo che una gallina ripiena di uova…

Valerio Rosano @ValerioRosano

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SMAU WOW

I dati 2011 sul mercato ICT parlano di una flessione. Le imprese che sostengono più del 90% della domanda d’informatica hanno dovuto rivedere a fondo gli investimenti in innovazione IT, operando tagli nell’ordine del 4,3%. Ciò premesso, le tecnologie digitali rimangono la più formidabile leva di cui le imprese e le pubbliche amministrazioni possono disporre per migliorare le prestazioni sul mercato nazionale e internazionale da un lato, così come i servizi alle imprese e ai cittadini, dall’altro. Guardando al solo mercato europeo e agli investimenti in tecnologie digitali, dei diversi Paesi confrontati con il proprio Pil, l’Italia è fanalino di coda dietro a Inghilterra e Germania (prime classificate) e anche dietro alla Francia, dove il mercato delle tecnologie digitali per le imprese e le PA vale oltre il 50% in più rispetto a quello italiano, a fronte di un Pil nazionale superiore al nostro del 25%. È evidente quindi che esiste

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un fattore “culturale” che impedisce alle imprese e alle pubbliche amministrazioni italiane di cogliere appieno le potenzialità delle tecnologie informatiche; così risulta pressocché impossibile l’allineamento dei volumi del mercato ICT in Italia alla media europea. È proprio in questo scenario che Smau ha costruito una vera e propria “piattaforma di relazione” per semplificare l’incontro tra domanda e offerta di tecnologie ICT, ma anche per facilitare quel cambiamento culturale delle imprese indispensabile per lo sviluppo del mercato ICT. La novità di quest’anno è stato il lancio del progetto Smart City Roadshow, che nasce dal protocollo d’intesa firmato insieme ad Anci (Associazione nazionale comuni italiani) con l’obiettivo di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche sul tema delle città intelligenti in Italia e facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di tecnologie. Smart City è un filone in cui, Comunità Europea da un lato e Governo dall’altro, stanno dedicando risorse economiche

considerevoli. Si rivela perciò essenziale supportare il mercato nella corretta comprensione di queste dinamiche, dalla conoscenza delle possibili ricadute sull’ecosistema di imprese ai meccanismi per reperire fondi per il finanziamento di nuove idee. Il primo progetto pilota di Smart City presso Smau si è svolto con successo durante l’evento di Milano; successivamente si sono aggregati Radio 24 e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur); nel 2012 il modulo Smart City Roadshow verrà abbinato a tutti gli eventi territoriali di Smau e il progetto vedrà poi la nascita di nuovi appuntamenti nel 2013 in territori dove Smau non è ancora presente. Smau vuole infatti portare il cambiamento culturale in ogni regione, in ogni città, in ogni azienda. Pierantonio Macola


TECNOLOGIA MACBOOK|PRO E|DISPLAY|RETINA, IL|PIÙ|BEL|COMPUTER MAI|REALIZZATO Pro è costruito intorno all’hard disk flash, disponibile fino a 768 GB. Eredita, insomma, l’architettura del MacBook Air (l’ultrabook di

Più di cinque milioni di pixel: il display Retina arriva sui MacBook Pro di Apple e cambia il modo di vedere un notebook. Con una risoluzione di 2.880×1.800 pixel (220 ppi), il nuovo 15 pollici è pronto a stupire chi lo guarda. La densità dei pixel è tale che l’occhio umano non può distinguerli: ne deriva una visione immersiva e fluida. Ma non è solo il display a cambiare radicalmente. «È il più bel computer di sempre», ha detto Phil Schiller, vice presidente Apple,

IN PILLOLE

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presentandolo alla WWDC. Il design è infatti un’altra grande novità. Il MacBook Pro diventa sottile, appena 1,7 cm con un peso di 2,2 kg, e presenta una nuova linea, molto affascinante. Ma non è solo bello, è anche molto potente: processore Intel i7 Quadcore da 2,7 GHz, scheda grafica Nvidia Kepler GT 650M con 1 GB di memoria dedicata, fino a 16 GB di RAM. La batteria ha un’autonomia dichiarata di 7 ore. Non mancano le porte: HDMI, USB 3.0, Firewire 800, Thunderbolt, Gigabit Ethernet.Il nuovo MacBook

Cloud Security: Sitecom protegge meglio Più libertà e sicurezza di navigazione da ogni dispositivo domestico: è l’obiettivo di Sitecom, che aggiunge il Cloud Security al WLM-4501 Wireless Gigabit Modem Router N300 X4. Il router comunica con server su Internet e offre protezione agli utenti da virus e malware, phishing, siti maligni (blocco Url) e pubblicità pericolose.

Apple) per dare grande velocità e rapidità nelle accensioni. Altre novità sono FaceTime HD, trackpad in vetro e doppio microfono. Con il nuovo MacBook Pro arriva anche l’ultima versione di iCloud, il servizio Apple che permette di sincronizzare sui vari dispositivi immagini e video; ora però l’offerta di iCloud si amplia anche ai documenti. In pratica, il programma aggiorna tutto sui vari device, dall’iPhone al notebook, senza tralasciare una parte importante, che fino a ora era esclusa, come lo sono – per l’appunto – i

Una soluzione per ambienti virtuali Si chiama Kaspersky Security for Virtualization e offre ai partner di canale una carta in più per dare risposte concrete alle esigenze dei propri clienti business. Progettata per consentire di cogliere tutti i benefici della virtualizzazione, la nuova soluzione si integra con il portafoglio prodotti corporate di VMware e Kaspersky Lab.

documenti di lavoro. Il nuovo gioiello è già disponibile sull’Apple Store a partire da 2.299 euro, ma chi vuole la massima configurazione dovrà arrivare a 2.929 euro.Si tratta del primo esemplare della nuova famiglia MacBook Pro, anche se altri modelli arriveranno e a mostrarli sarà il volto di Tim Cook. L’amministratore delegato di Apple, che ha sempre dimostrato grande attenzione nel massimizzare le tecnologie del colosso di Cupertino, questa volta ha fatto dunque le cose in grande lanciando il display Retina sulla gamma Pro, una nuova integrazione fra tutti i dispositivi della Mela e rinnovando anche la famiglia “tradizionale” di MacBook Pro con i nuovi processori Intel Core i5 e Core i7 “Ivy Bridge”.

Cisco dice addio al tablet Cisco annuncia di avere cancellato ogni piano di sviluppo per il suo tablet Cius. Il dispositivo pensato per la collaborazione e la telepresenza non ha avuto il successo previsto a causa del fenomeno della consumerizzazione dell’IT. I manager al momento sembrano indirizzati verso l’iPad e pochi altri dispositivi.

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Alessio Ferri

In italiano fa molto meno effetto che in inglese, ma questo è un classico… Chiamatelo “consumerizzazione”, chiamatelo “Byod” (Bring your own device) ma il concetto – tremendamente chiaro nella testa e, spesso, negli incubi dei responsabili IT di tutto il mondo – è quello dell’invasione di dispostivi personali (tablet,

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DIMENTICATE LE BARRIERE, DIMENTICATE LA SEPARAZIONE TRA VITA PRIVATA E LAVORATIVA, DIMENTICATE TUTTO… NELL’ERA DELLA “CONSUMERIZZAZZIONE” LA TECNOLOGIA E’ SEMPRE PIU’ LIQUIDA E PERVADE OGNI AMBITO DELL’ESISTENZA. CHI, COME, DOVE E ATTRAVERSO QUALI STRATEGIE E SOLUZIONI STA AFFRONTANDO UNA SFIDA PIU’ O MENO EPOCALE PER I DESTINI DEL MERCATO. VIAGGIO NEL MONDO DEL MOBILE TRA SCOMMESSE, TIMORI E GRANDI OPPORTUNITA’

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smartphone, ultrabook, ecc.) in azienda. La colpa, o il merito, è tutta della rivoluzione del Web 2.0, dei social network e della irresistibile convergenza tra personal computer e mondo della telefonia. L’insieme di questi fattori ha fatto sì che la vita digitale sia ormai diventata un valore imprescindibile da portare sempre con sé e con il quale mettersi in contatto ovunque, comunque e a qualunque costo. Un valore al quale si pretende di poter accedere attraverso i dispositivi e i sistemi che meglio si “declinano” con la propria vita personale e lavorativa. La conseguenza è ormai sotto gli occhi di tutti: da una parte c’è l’esplosione di dispositivi e applicazioni di ogni forma e dimensione (dai tablet agli smartphone fino ad arrivare agli ultrabook), dall’altra manager e dipendenti sono sempre più in fila davanti all’ufficio di Cio

e responsabili IT alla ricerca non del “device” aziendale, ma del “lasciapassare” per poter far funzionare al meglio il proprio dispositivo portatile personale anche in ambito lavorativo. Insomma la tecnologia è sempre più liquida e capace di prendere le forme e le dimensioni che più fanno al caso dell’utente di turno e, soprattutto, è sempre più in grado di penetrare e segnare indelebilmente tutti gli aspetti della propria esistenza. La rivoluzione è di quelle di portata epocale e, soprattutto, di quelle da prendere con le molle poiché chiama in causa un mix vantaggioso – ma anche potenzialmente foriero di dolorosi guai – come quello tra vita privata e processi aziendali. Astenersi perditempo. Vediamo dunque come i più importanti e innovativi player del mercato stanno affrontando la sfida, con quali carte pensano di


vincerla e soprattutto di quali partner di canale avranno bisogno per affrontare una simile impresa…

Felici di lavorare «Probabilmente, le tre innovazioni tecnologiche più importanti degli ultimi 50 anni sono state il personal computing, il mobile computing e la georeferenziazione – esordisce Rosario Moscato, mobile device sales director Roma and South Area di Zte –. I dispositivi di ultima generazione inglobano al meglio tutte insieme queste innovazioni, per cui i loro impieghi sono i più svariati e spaziano dal mobile office al mobile entertainment». «I tablet sono strumenti altamente intuitivi nell’uso – conferma anche Raffaella Stucchi, marketing communication Acer Italy – e non richiedono lunghi tempi di apprendimento. L’avvio istantaneo e la possibilità di

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Elia Lupi - Panasonic

Alberto Acito - Rim

Fabrizio Falcetti - Fujitsu Fabio Capocchi - Asus

Livio Pisciotta - Dell una rapida consultazione del Web dà loro un grande vantaggio rispetto ai tradizionali computer, specialmente nella ricerca di informazioni». Versatilità e varietà non sono però abbastanza per spiegare il momento particolarmente felice attraversato da smartphone e tablet, soprattutto quando si parla di un contesto professionale. «Offrono alle imprese anche la possibilità di usufruire di dispositivi

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immediati, di facile utilizzo e di maggiore durata – conferma Fabio Capocchi, country product manager Italia & Grecia, Divisione Sistemi di Asus –. Non da ultimo, la proliferazione di App anche in ambito business ha determinato lo sviluppo di interfacce utenti intuitive». Agli apparati simbolo della mobility va inoltre riconosciuto il merito di aver definitivamente abbattuto un vecchio stereotipo, secondo cui un sistema troppo immediato da usare non possa rivelarsi utile per gli scopi aziendali. «Dai nostri dati risulta come il 78% degli utenti usi i tablet per foto e video e più del 50% acceda a una serie di funzionalità come navigazione Internet, mappe, ascolto della musica – sottolinea Paolo Caperchione,Vaio & mobile division head di Sony

–. Altre opportunità saranno presto rese disponibili dalla tecnologia Nfc, che non solo abilita pagamenti, ma introduce nuove gestualità per condividere e accedere a informazioni». Per quanto abbia allargato i propri orizzonti, il mondo business non può tuttavia trascurare le sue priorità. «Il vero vantaggio per l’utente e i processi aziendali va inquadrato nella disponibilità del dato più che nel prodotto in sé – afferma Livio Pisciotta, client marketing manager di Dell –. Da un certo punto di vista si potrebbe affermare che i dispositivi di nuova generazione siano la diretta conseguenza del dato pervasivo, disponibile ovunque, slegato dalle barriere fisiche dell’ufficio tradizionale». «Più dispositivi presenti nel contesto aziendale potrebbero, a prima vista, significare maggiore complessità di

gestione – prosegue Pisciotta –. In realtà, tale molteplicità può aprire le porte dei processi a strumenti integrati e standardizzati e al tempo stesso ridurre i costi IT, automatizzando e gestendo tali processi». Più facile a questo punto individuare anche le ripercussioni sulla competitività. «I vantaggi sono innumerevoli – rilancia Elia Lupi, key team manager computer product solution di Panasonic (società che, non a caso, ha da poco anche annunciato il suo rientro in grande stile nel mondo della telefonia attraverso il lancio dello smartphone Eluga, un progetto molto ambizioso - ndr) – e vanno dalla maggior vicinanza dell’azienda ai propri clienti, attraverso un miglior servizio, all’ottimizzazione delle proprie risorse fino a una gestione più rapida e puntuale grazie alla disponibilità di dati in tempo reale per il management». Benefici chiari e concreti, di fronte ai quali non è il caso di esitare a cambiare abitudini, anche se radicate da anni. «Una ridefinizione dei processi aziendali passa anche dalla necessità di prevedere l’integrazione di smartphone e tablet – avverte Fabrizio Falcetti, product manager di Fujitsu Technology Solutions –. Avere accesso ad applicazioni aziendali, secondo i principi del fenomeno Bring your own device, sempre nel pieno rispetto della sicurezza delle informazioni, può contribuire al miglioramento della produttività personale».


Digitalic per Alias

UN NUOVO E STRATEGICO ACCORDO DI DISTRIBUZIONE

F-SECURE SCEGLIE ALIAS, LA SECURITY CERCA IL VALORE

Insieme per una security sempre più di valore e capace di trasmettere i suoi vantaggi sul territorio in modo preciso e completo. Alias e F-Secure hanno unito le forze, dando vita a un nuovo e interessante canale per i rivenditori

Roberto Riccò, sales & marketing director di Alias

Michele Caldara, sales manager channel business di F-Secure

Valore, servizi e capacità di trasmettere ai rivenditori sul territorio i vantaggi e le opportunità che le più innovative soluzioni di sicurezza IT offrono alle imprese. F-Secure ha scelto Alias. Le due aziende si sono strategicamente incontrate sul canale, dando vita a importanti scenari di business per i rivenditori. «Dopo tanti anni – spiega Roberto Riccò, sales & marketing director di Alias – abbiamo trovato un brand con il giusto compromesso tra qualità, identificazione da parte del mercato e un canale distributivo non inflazionato. Questo ci permetterà di portare le soluzioni F-Secure con la certezza di non veder vanificato il nostro lavoro semplicemente con una quotazione economica più bassa da parte di concorrenti che si limitano a “intercettare” il lavoro di altri. A disposizione di FSecure metteremo servizi di pre- e post-vendita, presenza sull’intero territorio nazionale, oltre ad attività di presentazione e formazione per il canale. Con F-Secure forniremo prodotti di sicurezza per desktop, notebook (Windows, Linux e Mac), dispositivi mobili, server, e-mail e Web filtering. Molto interessante poi è la proposta di sicurezza in modalità “as-a-Service”, una tendenza di mercato che aprirà opportunità per i nostri rivenditori che potranno beneficiarne per fornire servizi personalizzati ai propri clienti. Sarà nostro obiettivo ricercare nuovi partner che desiderano integrare l’offerta F-Secure “as-a-Service” con ciò che già propongono in modalità semplice, efficiente e sicura. Sarà possibile offrire licenze perpetue e il partner potrà gestirle nella massima libertà con notevole risparmio di tempo, senza più pre-

occuparsi del rinnovo annuale». «La scelta di ampliare la nostra distribuzione con un partner come Alias – aggiunge Michele Caldara, sales manager channel business di F-Secure – è dovuta alla convinzione che le nostre soluzioni hanno un reale valore aggiunto, ma per renderne fruibili i vantaggi dal canale è necessaria la collaborazione dei nostri distributori. La richiesta nei confronti dei nostri prodotti è assai aumentata negli ultimi mesi e abbiamo sentito l’esigenza di moltiplicare le forze in campo per sostenere questa domanda; nel farlo abbiamo trovato in Alias un distributore che con noi condivide la convinzione dei vantaggi offerti ed è in grado di fornirli al 100% al canale. Siamo consapevoli che l’inte-

sa F-Secure, leader nel mercato security, e la professionalità di Alias permetterà ai rivenditori di offrire le più recenti e innovative soluzioni in ambito sicurezza. Crediamo fermamente nell’affermazione della Security as Service – continua Caldara – quindi cerchiamo dei partner che offrano la sicurezza come servizio utilizzando le nostre soluzioni concepite per quest’utilizzo: Protection service for business e Protection service for e-mail. Abbiamo recentemente aggiunto alla soluzione Psb la protezione per i dispositivi mobili (smartphone e tablet) ampliando ulteriormente le possibilità di business per i nostri partner e confermando il nostro impegno a migliorare costantemente le soluzioni. Siamo già pronti per gestire partner con fatturazione mensile delle licenze, crediamo nell’affermarsi di questa modalità di acquisto da parte dei clienti finali e siamo pronti fin da ora a fornire gli strumenti adatti al nostro canale».

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DIGITALK Notebook sotto pressione L’entusiasmo intorno al mondo tablet non può fare altro che piacere ai produttori del settore. Sulla falsariga di quanto è successo pochi anni fa con l’avvento dei netbook, prima di gridare al successo per i dati di vendita è necessario prendere in considerazione il rischio di un semplice spostamento della domanda, a danno dei notebook. Al riguardo le impressioni concordano solo in parte. «La crescita registrata da smartphone e tablet è la conseguenza naturale della necessità di essere sempre connessi – dichiara Marco Pasculli, regional director Central Mediterranean Countries, Alcatel-Lucent Enterprise –. Il tablet dovrebbe prendere il posto dei notebook in aziende nelle quali è necessario condividere le informazioni e lavorare in team».

«È possibile che qualcosa venga eroso alle altre categorie di prodotti mobile – replica Capocchi –, ma si tratta comunque di una piccola percentuale, in quanto la maggior parte del business si concentra ancora nel mercato dei notebook». «Dopo una fase di euforia iniziale, segnata da acquisti impulsivi se non compulsivi – riprende Moscato – le differenze tra tablet e notebook si faranno chiare e inequivocabili, lasciando aperto a ogni tipologia di prodotto il proprio mercato naturale». «È un po’ presto per parlare di erosione della quota dei notebook – spiega Raffaella Stucchi di Acer –. È innegabile che oggi i tablet stiano lentamente rubando la scena al settore dei notebook, ma complessivamente il mercato

è in espansione e gli utenti tendono a utilizzare più dispositivi mobili». Più che tra notebook e tablet o smartphone, la prospettiva dunque è di una scelta più ampia, in grado di rispondere meglio alle proprie esigenze. «In realtà sono proprio le applicazioni e i processi aziendali cui sono collegate a determinare quale sia il dispositivo corretto per l’operatore che ne usufruisce», rilancia infatti Lupi.

Una missione da mettere a fuoco Il successo di smartphone e tablet è di quelli indiscutibili. Qualche incertezza può invece affiorare guardando al futuro. A conti fatti, la tecnologia mobile resta una tendenza ancora relativamente recente. Si presume abbia quindi ampi margini di evoluzione e, per chi opera nel settore, può rivelarsi decisivo riuscire a intuirne gli orientamenti. Nelle aziende, la situazione appare molto meno frenetica rispetto al mondo consumer. «Credo siano necessari almeno tre

Massimo Buraschi - Toshiba

Marco Pasculli - Alcatel-Lucent

Paolo Caperchione - Sony

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Rosario Moscato - ZTE

anni nelle organizzazioni più strutturate per predisporre il terreno all’introduzione di tali dispositivi – spiega Pisciotta –. Stiamo notando grande attenzione ad attuare progetti o pilot in cui vengono coinvolti i nuovi device, ma quasi sempre in maniera non strutturata. Non dimentichiamo che nel frattempo sta facendo comparsa sul mercato una tipologia di prodotti intermedi come gli ultrabook». Attualmente, tra i traguardi più immediati, vi è quello di offrire all’utente (e all’azienda) le necessarie garanzie. «Due su tre degli attuali utilizzatori di smartphone o pc portatile hanno preso seriamente in considerazione l’acquisto di un tablet nei prossimi tre-sei mesi – puntualizza Falcetti –. Questi dispositivi andranno verso una sempre maggiore attenzione all’aspetto della sicurezza dei dati, soprattutto in quelle aziende che fanno della mobilità dei dipendenti un fattore vincente del proprio business». Spesso inoltre, le imprese manifestano esigenze più specifiche rispetto a un’utenza consumer, più generalista. Un’opportunità da cogliere al volo. «Le applicazioni in ambito enterprise devono consentire di lavorare anche quando non è presente la connettività e un’altra condizione fondamentale è garantire usabilità e affidabilità anche quando si opera all’esterno o in situazioni disagiate», precisa ancora Lupi. A tutto questo si affianca inoltre quella che è ormai diventata parte integrante del cammino evolutivo.


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DIGITALK LA|SFIDA DI|SAMSUNG

«I dispositivi mobili saranno sempre più potenti, avranno schermi più grandi e definiti, un maggiore livello di connettività – rilancia Alberto Acito, managing director di Research In Motion (società che negli ultimi 12 mesi si è mossa molto per rinnovare la sua offerta e ha da poco lanciato il suo nuovo BlackBerry Curve 9320, destinato a rinnovare una gamma di grande successo - ndr) – e app sempre più avanzate per informarsi, lavorare, accrescere le proprie conoscenze tecniche e generali, per gestire micropagamenti, così come divertirsi e rimanere in contatto con le cose e le persone che più contano nella propria vita».

Largo alla semplicità Tra le ragioni del successo dei vari dispositivi mobile, un ruolo determinante è da attribuire alle App. Il concetto di fare una cosa sola ma farla bene e a un prezzo

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Strategie, visioni, strade ma anche annunci tremendamente concreti. Il periodo estivo è da sempre carico di novità molto importanti soprattutto per il mondo mobile. Anche quest’anno le sorprese non sono mancate e nemmeno i “mega-eventi”, come quello fortemente voluto da Samsung per lanciare il suo attesissimo Samsung Galaxy S III, nuovissimo smartphone sul quale il colosso coreano punta forte per segnare in maniera decisa le sorti del mercato. «Il pay off di questo lancio è “Designed for humans”, perché per usare un dispositivo tecnologico non bisogna essere macchine – racconta Carlo Barlocco, vice presidente di Samsung Italia –. Il nostro fatturato è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il mobile è stato proprio il nostro punto di forza».

accessibile a tutti ha di fatto causato una vera e propria esplosione del settore, non senza alcune ripercussioni. «Il numero di applicazioni cresce esponenzialmente e i dati relativi al download sono impressionanti – conferma Moscato –, ma i numeri sulla permanenza media delle App sui vari dispositivi non sono altrettanto entusiasmanti. Questo significa che ci sono anche notevolissimi margini di miglioramento in termini di qualità e di effettiva utilità». «Le più apprezzate sono quelle che offrono una visualizzazione user-friendly – aggiunge Capocchi – e non eccessivamente rivoluzionaria rispetto ad altre in uso; ma, soprattutto, le App devono essere di reale utilità». Nei casi più estremi, la qualità delle App è strettamente correlata al successo di un dispositivo. «Stanno ricoprendo un ruolo sempre più centrale nell’economia dei sistemi mobili – riprende Acito

Quanto alle caratteristiche tecniche, il Samsung Galaxy S III è arrivato con un display enorme: 4,8’’, un design super sottile (appena 8,6 mm di spessore), un processore quadcore e un’intelligenza speciale. Con il Galaxy S III ci si può infatti parlare: l’apparecchio riconosce la voce e agisce di conseguenza. Si può alzare o abbassare il volume, rispondere a una chiamata o rifiutarla. Il dispositivo capisce quando vuoi chiamare qualcuno. Se si sta inviando un messaggio basta portare il telefono all’orecchio e Direct call comporrà il numero del destinatario. Il telefono sa anche che cosa l’utente sta guadando: grazie alla fotocamera integrata che scansiona gli occhi, il Galaxy S III si accorge se si sta leggendo un testo e, nel qual caso, mantiene illuminato lo schermo, senza andare in stand-by…

–. Per questo motivo, offriamo strumenti focalizzati sull’usabilità e la facilità di sviluppo, oltre a un maggiore supporto all’open source e un rinvigorito coinvolgimento della community di sviluppatori».

La soluzione viene dal partner Se per conquistare un consumatore può essere sufficiente fare leva su tendenza, moda e novità, quando si interagisce con le aziende, il discorso diventa più complesso. Una trasformazione deve infatti essere tradotta in vantaggi competitivi ed è qui che il compito del canale diventa come sempre impegnativo, con la necessità di aggiornarsi alla stessa velocità dei dispositivi. «I canali di vendita più indicati li vedo nei rivenditori a valore aggiunto e integratori di sistemi, a conoscenza delle complessità legate alla distribuzione di soluzioni di

mobilità», riflette Lupi. Nonostante la diffusione dell’approccio Byod, inoltre, resta importante riuscire a trasmettere le caratteristiche dei singoli dispositivi. «L’attenzione è alta e l’offerta, attuale e futura, è per noi da sempre incentrata nell’avere uno spettro quanto più ampio possibile di soluzioni in grado di soddisfare i bisogni di qualsiasi tipo di utente – racconta Massimo Buraschi, product marketing coordinator, Computer Systems Toshiba Europe GmbH –. Stiamo lavorando a stretto contatto con gli utenti finali (le aziende) ed i partner di canale per trovare la miglior soluzione possibile che coniughi sicurezza e versatilità». «Il canale sta cercando di mettere in risalto la differenza tra un tablet progettato in maniera nativa per il business rispetto a un device concepito per un’utenza mainstream – aggiunge Falcetti –. Come azienda produttrice, garantiamo tutto il supporto informativo possibile». Per quanto valido possa essere uno strumento, in definitiva, è altrettanto importante riuscire a spingersi oltre le semplici caratteristiche tecniche. «Credo che il tema non sia tanto chi vende, ma come si vende – conclude Caperchione –. I tablet, per esempio, hanno spesso bisogno di essere legati a un progetto aziendale specifico; occorrerà pertanto pensare in termini di soluzioni complete, piuttosto che alla vendita dell’hardware a sé stante».



DIGIPANIC DETTO CHE LA “CONSUMERIZZAZIONE” E’ UN FENOMENO INARRESTABILE E DETTO CHE TUTTI I PRINCIPALI VENDOR DEL MONDO ICT STANNO SPOSTANDO BUONA PARTE DEL LORO FOCUS PROPRIO IN QUESTA DIREZIONE, ORA “LA PATATA BOLLENTE” PASSA NELLE MANI DI CHI QUESTO FENOMENO LO DEVE GESTIRE, RENDERE REALMENTE VANTAGGIOSO E SOPRATTUTTO SICURO… UNA SFIDA DECISIVA, TUTTA DA VIVERE E IL CUI ESITO FINALE DIPENDE, ANCORA UNA VOLTA, DAL RUOLO CHE SAPRA’ GIOCARE IL CANALE INDIRETTO.

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Un tempo la risposta era un secco “No!”. Oggi non solo bisogna rispondere “Sì”, ma anche esserne convinti. I responsabili IT di tutto il mondo hanno preso atto dell’ineluttabilità del fenomeno Byod (Bring your own device) e, di fronte alla marea di dispositivi personali riversatasi in azienda, si stanno affrettando a fare ciò che utenti, vendor e mercati chiedono in coro, per motivi diversi ma ugualmente stringenti: rendere tale fenomeno un vantaggio competitivo per l’azienda. Un traguardo possibile, vicino, ma il cui raggiungimento dipende da due fattori decisivi: la sicurezza e i partner di canale. Senza un’adeguata politica di gestione e protezione di questi device e della miriade di dati che viaggia a velocità siderali dentro e fuori la rete aziendale, il Byod diverrebbe un buco nell’acqua e si trasformerebbe nel peggiore degli incubi. Senza il supporto sul territorio di partner di canale a valore e capaci di parlare la loro lingua, le Pmi rischiano di farsi travolgere dal fenomeno “consumerizzazione” senza cogliere una preziosa occasione per rendere ancor più competitivo il proprio modello di business. «Il grande successo di smartphone e tablet è evidente – conferma Rodolfo Falcone, country manager Check Point Software Technologies Italia – così come i vantaggi che questi device portano a livello della produttività individuale. Per l’IT

U

aziendale si tratta di un trend che implica alcune problematiche importanti che, se sottovalutate, rischiano di trasformare in boomerang i tanti vantaggi di produttività, mettendo a repentaglio i dati aziendali».

Gestire, non proibire Paolo Delgrosso, architecture leader borderless network di Cisco, parte da uno scenario più esteso. «Non si tratta solo di collegare in rete i dispositivi di proprietà dell’utente e dare accesso agli ospiti. Siamo di fronte a un trend che non si esaurirà in breve tempo, bisogna mirare a una strategia globale che soddisfi le esigenze dei dipendenti». Entrando nel merito della questione, Joe Sarno – regional sales vice president di Fortinet – analizza i diversi punti di vista. «La diffusione di dispositivi personali nell’ambiente di lavoro porta maggior efficienza e aumento della produttività, oltre a minori costi per la telefonia, con un altissimo grado di soddisfazione personale ed efficienza produttiva. È però sorprendente come poche aziende abbiano adottato policy per proteggere i dispositivi mobili introdotti nel luogo di lavoro. Senza di queste, le aziende non hanno altra scelta che impedirne l’uso». Affrontare la questione dal punto di vista dei permessi rischia di essere una battaglia persa in partenza. Secondo Patrizia Brera, Tivoli brand leader di Ibm, è meglio concentrarsi sulla gestione. «Oggi i dipendenti possono scegliere le proprie piattaforme e il tipo di dispositivo fisico preferito. È


Si può stare sicuri Per i responsabili IT Byod significa soprattutto sicurezza, con i problemi che

Antonio Marsico HP

Andrea Rossi Netgear

Lina Novetti Symantec

Fabrizio Testa G Data dipendenti». Secondo Andrea Rossi, system engineer di Netgear, spesso l’attenzione è rivolta nella direzione errata. «La percezione riguardo agli effettivi rischi è molto bassa: quasi un’azienda su due non implementa un adeguato sistema di sicurezza che comprenda più livelli». La consumerizzazione implica importanti cambiamenti nelle abitudini degli utenti. Lina Novetti, head of security sales Southern Region di Symantec, indica alle aziende quanto sia importante adeguarsi. «È necessario modificare le policy di utilizzo, così da fornire ai dispositivi aziendali e a quelli personali la stessa attenzione riservata ai pc tradizionali. Le aziende devono pianificare questa attività dal punto di vista legale e operativo, sviluppando una strategia che definisca la cultura mobile aziendale».

Gabriele Provinciali CA

Alessandro Peruzzo Panda Security

Aldo del Bò Kaspersky Cristiano Cafferata Dell quindi necessario definire scrupolosamente le policy che regolano l’utilizzo e la protezione degli svariati apparati, informare adeguatamente gli utenti di questo piano aziendale in modo che sappiano sfruttarli, gestirli al meglio e sapere a chi rivolgersi in caso di problemi». Il tipo di esperienza relativamente nuova non offre punti di riferimento. Antonio Marsico, security & risk management practice manager technology services di HP, ne analizza alcuni aspetti. «Esistono dei falsi miti da sfatare, come per esempio una riduzione dei costi, effettiva solo per alcune aree ben definite, poiché sono necessari investimenti per garantire sicurezza e consistenza del servizio. Altro mito è quello che l’azienda non correrà pericoli. Al contrario, è basilare gestire il rischio presente e futuro adottando contromisure di sicurezza. Il Byod può cambiare la percezione dell’azienda da parte dei

ne conseguono, come rileva Aldo del Bò, sales director di Kaspersky Lab. «Gestire il fenomeno non è semplice per un amministratore di sistema. È essenziale definire e applicare policy che devono essere seguite da tutti i lavoratori dell’azienda. Dal punto di vista della sicurezza, questo rende molto più complicati gli aggiornamenti o limita i software da eseguire, rendendo necessario impostare profili diversi a seconda delle esigenze dei propri dipendenti». Prima ancora di prendere le opportune misure, Roberto Benedetti – systems engineer director Southern Europe di Extreme Networks – analizza l’importanza di sapere “chi fa che cosa”. «Gli amministratori di rete rischiano di perdere il controllo dei dispositivi. L’utilizzo di apparati personali rende infatti difficile associare a ciascun dipendente, o visitatore, gli opportuni profili di sicurezza». Passando all’azione, un buon punto di partenza è estendere le misure già in essere,

secondo le indicazioni fornite da Alessandro Peruzzo, amministratore unico di Panda Security. «Occorre classificare l’integrazione dei dispositivi mobili con i sistemi aziendali, automatizzando la gestione per contenere i costi operativi e l’assistenza. Il Byod può avere infatti un impatto molto pericoloso sulla sicurezza, in quanto in un unico device sono disponibili informazioni private e dati aziendali sensibili. I moderni dispositivi mobili offrono agli hacker, in modo intrinseco, la possibilità di realizzare attacchi sempre più sofisticati e aggressivi». Sulla stessa linea si schiera Gabriele Provinciali, senior solution architect di CA Technologies. «La maggior protezione per ambienti dove i dispositivi sono sia privati sia aziendali risulta efficace con una combinazione di piattaforme di cifratura orientate alla rete (Vpn fino al dispositivo mobile) e un meccanismo di autenticazione forte e multifattore, in grado di adattare costantemente le

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Rodolfo Falcone CheckPoint

Fabrizio Croce Watchguard dell’uso di device mobili. Bisogna sapere la differenza tra un portatile wireless rispetto a un telefono multifunzione vulnerabile, connesso allo stesso tempo al 3G e alla rete Wi-Fi aziendale». Meglio ancora, precisa, Maurizio Martinozzi – sales manager engineering di Trend Micro – è riuscire a prevedere le possibili situazioni di rischio. «Il compito del rivenditore è soprattutto rilevare il bisogno in assenza di una richiesta specifica, anticipando eventuali criticità. Nel momento in cui, per esempio, l’azienda consente l’utilizzo dei dispositivi consumer ai dipendenti, il partner deve offrire tutta la propria esperienza e consulenza per

Michele Caldara F-Secure

Ombretta Comi McAfee

Affrontare qualcosa di nuovo incute sempre un certo timore. Ciò non significa però non essere in grado di reggere la situazione. Gli strumenti del caso sono a disposizione di tutte le aziende e i relativi partner, a partire da quelli analizzati da Michele Caldara, sales manager Channel Business di F-Secure. «I rivenditori dovrebbero informare le aziende sui dati di fatto: le minacce per i dispositivi mobili sono in continua ascesa. Attualmente esistono oltre cinquemila varianti di malware. Il motivo è semplice: gli smartphone e i tablet sono diventati sempre più economici, la diffusione cresce e questo attira tutte le tipologie di criminali attivi su Internet». Una buona dose di prudenza è più che giustificata e

Fabrizio Testa, country manager di G Data, ne analizza le ragioni. «Con una storicità inferiore ai tre anni, anche il canale si è trovato a considerare rischi nuovi e confini difficili da definire. Un software all’altezza può includere un modulo sviluppato per controllare le periferiche in rete e assegnare un set di regole personalizzate». Per un buon rivenditore, l’analisi della situazione effettuata da Cristiano Cafferata, country manager di Dell SonicWall, rappresenta un ottimo punto di partenza. «Bisogna studiare l’esistenza o meno di tali fenomeni nell’azienda, poiché capita spesso che nemmeno il reparto IT sia a conoscenza

Roberto Benedetti Extreme Networks

Rivenditori di conoscenza

Joe Sarno Fortinet

caratteristiche di sicurezza dei sistemi aziendali al livello di rischio determinato per una particolare sessione di un utente».

guidare i responsabili IT». Per i più restii a sposare le nuove tendenze, Ombretta Comi – marketing manager di McAfee – ricorda quanto sia cambiato lo scenario. «Il mondo della sicurezza oggi non è più fatto di antivirus. Le competenze e le tecniche perfezionate sui computer vengono ora estese ad altri sistemi, in particolare quelle mobili. Via via che tali piattaforme si diffonderanno negli ambienti domestici e aziendali, cresceranno di pari passo gli attacchi, motivo per cui tutti gli utenti, a prescindere dalle piattaforme utilizzate, dovrebbero cautelarsi». A conti fatti, le idee risultano decisamente chiare. Un po’ meno la percezione rilevata da Fabrizio Croce, area director Semea di WatchGuard Technologies. Proprio qui entra in gioco la capacità del canale. «Sono poche le aziende che adottano specifiche politiche di sicurezza per i dispositivi mobili personali. Mentre il laptop è fortemente protetto con antivirus, firewall personali ecc., spesso i dispositivi mobili non hanno nulla di tutto questo. Non vi è la completa consapevolezza di come in realtà siano piccoli i notebook, con il difetto però che si perdono facilmente e contengono un elevato numero di dati riservati».

Patrizia Brera Ibm

Paolo Delgrosso Cisco

Maurizio Martinozzi TrendMicro

DIGIPANIC



PUNTO G 64

LE BUGIE VERDI E L’ORO NERO Antonella Tagliabue Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

Le bugie verdi non hanno le gambe corte e producono impatti nocivi. L’ambiente è uno di quei temi sui quali proliferano i falsi miti. Si oscilla tra il fondamentalismo complottista di chi ha qualcuno o qualcosa da screditare e, in genere, anche parecchio da guadagnare, e l’ingenuità o la scarsa consapevolezza di chi, semplicemente, si sta sbagliando. E poi ci sono le mezze verità, come quando si mente a un amico o a una persona cara in ragione di una più alta concezione (o convinzione?) di che cosa sia davvero Bene e Giusto. Jeff Bennett, un professore di management ambientale della Australian National University, ci ha scritto un libro intitolato Little Green Lies (Piccole Bugie Verdi). Probabilmente nemmeno il professor Bennett possiede la verità. Potremmo, con uno sforzo di ottimismo,

L

presumere che sia in buona fede. Comunque la si pensi, i temi che tratta sono buoni, soprattutto come spunto di riflessione e dibattito. Il primo “mito da sfatare” va al nocciolo della questione perché riguarda il cosiddetto “picco del petrolio”. Secondo molti abbiamo già oltrepassato il livello in cui la domanda supera l’offerta, per cui non c’è abbastanza petrolio per tutti. La verità sull’argomento è custodita meglio della formula della Coca Cola, ammettendo che una verità esista. È però verosimile e accettabile che nessuno sappia realmente quali e quante siano le scorte disponibili e che non esistano stime condivise di quanto petrolio eventualmente sia ancora conveniente estrarre.

È sicuramente falso il fatto che l’aumento del prezzo del greggio stimoli innovazione e ricerca, a sostegno di nuove esplorazioni o di energie sostitutive. Credere che i mercati siano perfetti è un’illusione di cui tutti dovremmo essere consapevoli e che non merita più tempo e risorse che la ricerca del Graal. Pensare che sia la domanda a determinare il prezzo è, nel migliore dei casi, ingenuo. Non succede né in mercati maturi né con le commodities e nemmeno con i beni di largo consumo. Ragionare in termini di dinamiche di mercato, di domanda e offerta, quando si tratta di petrolio è un fatto di cattivo gusto. Le dinamiche e le ragioni del prezzo del petrolio hanno a che fare


con questioni che trascendono l’economia e spesso persino il profitto.

Anche il tema degli incentivi alle rinnovabili si nutre delle sue leggende. In questo ambito un dibattito laico sarebbe il benvenuto, senza posizioni preconcette. Ci sono casi, come quello tedesco, in cui gli incentivi hanno funzionato. Il problema è che occorrono piani energetici nazionali, politiche e strategie di dimensioni sovra-nazionali. Da soli non bastano a innescare meccanismi cosiddetti “win-win”, in cui vincono sia l’ambiente sia l’economia. D’altro canto è vero che la storia recente è piena di esempi di incentivi distorti, che hanno fatto un gran bene alle imprese produttrici – ma un gran male alle casse pubbliche – e che non hanno portato a una vera svolta, né in termini di innovazione né di mercato. Incentivi insomma che hanno prodotto paradossi: da un lato un’offerta decisamente superiore alla domanda che non si capisce perché dovrebbe essere assorbita da aiuti pubblici e – sempre dallo stesso lato – aziende

che facendo leva sulla paura e sui costi sociali dei licenziamenti hanno fatto decisamente meno del loro dovere: creare ricchezza condivisa, innovare e trasformare in tempi di cambiamento. La cosa buffa è che spesso i detrattori degli incentivi verdi non si sono sentiti quando si è trattato di sostenere la cosiddetta industria tradizionale.

Trasparenza C’è poi il tema della trasparenza verso i consumatori. C’è chi sostiene che troppa informazione creerebbe fenomeni perversi per cui potrebbe essere per noi troppo “penoso” scegliere, ad esempio, se consumare meno acqua o energia. E alla fine potremmo sbagliarci su cosa va veramente bene per il nostro pianeta. La risposta a chi sostiene che sia meglio dosare la trasparenza è: “Grazie, preferisco sbagliare da solo”. Se c’è una chance per le imprese, soprattutto

RISORSE

Incentivi

di questi tempi, di continuare a essere un modello sociale ed economico valido, è quella di diventare migliori. E la consapevolezza ha sempre fatto bene, sia all’umanità sia alla Terra.

Efficienza C’è poi chi mette in discussione il dogma dell’efficienza: ridurre i consumi di energia, acqua ed emissioni è costoso. Ed è vero, anche l’efficienza ha un prezzo. Costa consumare risorse e costa ridurre i consumi. Ma perché accettiamo di spendere, anche molto, per produrre rifiuti e inquinamento mentre dall’ecologia pretendiamo che sia gratis? L’intelligenza e il buon senso invece non dovrebbero avere un prezzo. Almeno per ora. E ci dovrebbero aiutare a ricordare la differenza che c’è tra il prezzo e il valore delle cose.

Simbiosi industriale L’hanno definita simbiosi industriale ed è la proposta che gli scienziati dell’Enea fanno per coniugare crescita economica e sostenibilità. Si tratta di una strategia che prevede lo scambio di risorse – inclusi scarti e sottoprodotti – tra due o più industrie in modo da ridurre i costi di materie prime ed energia, i consumi, le emissioni, i rifiuti. Un progetto pilota è già stato avviato dall’Enea in Sicilia.

Foglie artificiali Energia solare a basso costo, imitando il meccanismo di fotosintesi delle piante. L’idea è di Daniel G. Nocera del MIT di Boston. Il progetto, The Artificial Leaf, consiste in un’innovazione che di fatto è una foglia a tutti gli effetti, ma artificiale e dotata di un collettore solare chiuso tra due film che generano ossigeno e idrogeno. La novità di rilievo è la sostituzione del platino – solitamente utilizzato per il catalizzatore, ma raro e costoso – con nichel, molibdeno e zinco, semiconduttori più economici.

Centro alla riscossa Oltre al Trentino Alto Adige, le regioni più green sono Toscana e Umbria. Lo stabilisce l’indice Green Economy 2012 di Fondazione Impresa, sulla base di 21 indicatori. In fondo alla classifica ci sono Campania, Sicilia e Puglia; al sud fa bene solo la Basilicata, 7°. Nel complesso il nord è più virtuoso per quanto riguarda gli indicatori individuali, come edilizia e rifiuti. Le regioni del sud, invece, confermano il loro primato nell’indice di imprenditorialità bio (con Calabria, Basilicata e Sicilia prime per numero di operatori nel biologico).

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VISCOM

Viscom Italia 2012, non potete mancare Di questi tempi vengono rivalutati con attenzione gli investimenti aziendali e spesso ridotti o addirittura tagliati. Ma bisogna fare attenzione, perché gli investimenti giusti restano degli alleati vincenti proprio nel momento del bisogno e di maggiore fatica. Visibilità, formazione, divulgazione del brand o della propria attività non devono mancare, perché far parlare di sé e farsi conoscere è una strategia vincente. Ecco il motivo per cui molte aziende scelgono di esserci al prossimo Viscom Italia, in barba alla crisi.

D

La comunicazione, strategia vincente

Una soluzione per ogni esigenza

Quanto detto vale, ovviamente, per tutto il mondo della comunicazione e delle graphic arts che sono il supporto fondamentale per raccontare e spiegare un prodotto, un’attività, un’idea. Immaginate un lavoro che non sa parlare di se stesso. Viscom Italia (Milano Rho, 4-6 ottobre) raccoglie le eccellenze produttive e creative di questo settore, facendole incontrare, confrontare e parlare al fine di condividere problemi e soluzioni innovative per comunicare in un modo nuovo e per affrontare il mercato con prezzi competitivi.

Non importa se un’azienda è grande e ha centinaia di dipendenti oppure se è medio-piccola: le esigenze restano importanti per tutti. Viscom Italia lo sa ed è pronto a ospitare tecnologie di stampa che vanno dal wide format all’insegnistica e cartellonistica, dalla serigrafia alla tampografia e al ricamo, per arrivare agli articoli promozionali, all’incisione, al POP, ai servizi per gli eventi e al digital signage. Un mondo vasto fatto di supporti speciali, inchiostri innovativi e tecnologia di stampa che si adattano e plasmano per incontrare ogni esigenza.

Una visibilità che è garanzia di un investimento sicuro per tutti gli operatori del mondo della comunicazione visiva

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I protagonisti siete voi Tra i plus di una strategica partecipazione all’edizione 2012 di Viscom Italia, ci sono – senza dubbio – la visibilità per ogni brand in una piazza internazionale, la possibilità di esprimere la creatività e l’eccellenza dei prodotti offerti nonché di incontrare i propri clienti, il contatto con nuove applicazioni e tecnologie in grado di anticipare i trend del mercato, il coinvolgimento nei numerosi laboratori e negli eventi speciali, oltre alla grande occasione di

mostrarsi in un centro di rilievo come Milano che ospiterà l’Expo 2015.

Maggiore visibilità Tra le numerose opportunità per incrementare la visibilità del proprio brand, Viscom Italia offre varie possibilità per accendere i riflettori su un’azienda ed entrare in contatto con i clienti non solo durante l’evento, ma anche nel periodo che precede e segue la manifestazione. Qualche esempio? Un banner nel sito ufficiale di Viscom Italia, una pubblicità nel catalogo e nell’anteprima, raccontare con un video le potenzialità delle tecnologie e delle soluzioni presentate in fiera o ancora dare il benvenuto con il proprio logo stampato sul calpestabile in reception. Queste sono solo alcune delle iniziative messe a disposizione degli espositori, ma se volete saperne di più potete contattare direttamente l’organizzazione per informazioni e costi. REED EXHIBITIONS ITALIA SRL Via Marostica, 1 20146 Milano Tel. 02 435170.1 Fax 02 43517065 viscomitalia@reedexpo.it www.viscomitalia.it



ATTUALITA’

LE|NUVOLE|NON|SONO MAI|STATE|COSÌ|VICINE A margine della Microsoft Virtualization & Private Cloud Conference 2012, Microsoft ha deciso di approfondire la sua strategia in ambito virtualizzazione e private cloud presentando System Center 2012, nuova soluzione integrata

A

per la gestione di cloud private e pubbliche, che consente alle aziende di cogliere le opportunità e i vantaggi economici legati al cloud computing. System Center 2012 integra in un’unica soluzione otto prodotti, finora separati, per ottimizzare l’installazione e ridurre i tempi di messa in esercizio. Due le versioni del prodotto: Standard (con due licenze) e Datacenter, con un numero illimitato di macchine virtuali alle quali estendere il licensing. La prerogativa

Il cloud è lo scenario verso cui stiamo andando: proprio per questo i colossi dell’IT fanno sul serio, mettendo nelle mani di aziende e partner di canale strumenti integrati proprio per la gestione di cloud private e pubbliche. Vediamo il caso di Microsoft e del suo Microsoft System Center 2012 Daniela Schicchi

Luca Venturelli, direttore della divisione server & cloud di Microsoft Italia

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di System Center 2012 è quella di essere il primo tool in grado, non solo di abilitare la creazione di private cloud, ma anche di gestire in modo centralizzato tanto le applicazioni aziendali su infrastrutture cloud di tipo privato, quanto quelle residenti in ambienti cloud di tipo public. «La disponibilità sul mercato di Microsoft System Center 2012 rappresenta un passo avanti nella strategia di IT management di aziende in qualsiasi ambiente cloud. La nostra soluzione di private cloud verrà ulteriormente potenziata dal lancio del nuovo Windows Server 2012», dichiara Luca Venturelli, direttore della divisione server & cloud di Microsoft Italia. Caso emblematico che testimonia i vantaggi della gestione integrata delle proprie infrastrutture e dei client nella direzione del private cloud computing è quello del porto di Cagliari che – per rispondere all’esigenza di mantenere continuità e abbattere i costi derivanti da problematici stop nel servizio – ha implementato Microsoft System Center 2012, ottimizzando la gestione di desktop e dispositivi mobili, riducendo al minimo i tempi di manutenzione e aggiornamento software. Il rispetto dei corretti livelli di servizio è stato garantito da Microsoft System Center Operation Manager, che effettua un continuo monitoraggio sui sistemi del porto, offrendo cruscotti di controllo e report per una gestione proattiva dell’infrastruttura. «Microsoft System Center ci ha consentito di adottare un’efficace metodologia di gestione e di ottenere un grande risparmio di risorse tecniche – spiega Alessandro Barrocu, IT manager di Porto Industriale Cagliari SpA –. Tutti i nostri client sono oggi amministrati da una singola postazione. Il personale IT è soddisfatto della maggiore capacità di controllo ottenuta con i nuovi strumenti, mentre gli utenti hanno apprezzato la scomparsa delle interruzioni di servizio per manutenzione».



ATTUALITA’

A|Milano|l’innovazione è|“Mobile”… Molto più di una semplice fiera, molto di più di un salone espositivo. Il Fuori Salone – fiera nella fiera legata al Salone del Mobile – è una vera e propria kermesse di prestigio, durante la quale Milano offre la possibilità a tutte le aziende che hanno nel proprio Dna innovazione e design di mostrare come siano in grado di cambiare la vita di tutti i giorni. Da anni i colossi del mondo IT si lanciano in questo gettonatissimo evento, pronti a mostrare i propri muscoli, fatti di creatività e della capacità di calare la tecnologia negli ambienti domestici e quotidiani. Partiamo con Asus, che ha

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La parte finale di questa primavera milanese è stata caratterizzata dalla kermesse del Fuori Salone che ha animato interi quartieri del capoluogo lombardo. Digitalic era presente, per mostrarvi il rapporto sempre più stretto tra design e tecnologia Sara Fevola

scelto di accompagnarci in un viaggio simbolico alla scoperta delle sue più recenti soluzioni, presentate in un’alternanza di luce e semi oscurità, proprio come pianeti e galassie in espansione. Impossibile non essere attratti dalla gravità dell’attesissimo Asus PadFone. Dotato di sistema operativo Android Ice Cream Sandwich e display touch ultra da 4,3 ”, questo geniale prodotto può mutare da smartphone a tablet da 10,1”,

con una risoluzione di 1.280 x 800 pixel. Il tutto è reso possibile dalla tecnologia proprietaria Asus DynamicDisplay che consente di adattare le applicazioni in uso dallo schermo del telefono a quello del tablet senza interruzioni e senza bisogno di sincronizzare le operazioni. Ma non è tutto. Asus PadFone è dotato di un display ultra brillante Super Amoled qHD, di un processore dual core Qualcomm Snapdragon S4 da 1,5 GHz, una fotocamera digitale integrata da 8 Megapixel e, last but not least, un audio di qualità superiore grazie alla tecnologia Asus SonicMaster integrata nella PadFone Station. Dopo le entusiasmanti novità di casa Asus, ci siamo inoltrati nella foresta di Canon. “In the Forest”, infatti, è il concept della quinta edizione di Neoreal, la serie di installazioni create da Canon per promuovere espressioni visive e creative tramite l’utilizzo di innovative soluzioni di digital imaging. Attraverso quattro installazioni dal design evocativo, la foresta di Canon ha preso corpo grazie a prodotti come la nuova fotocamera reflex digital professionale EOS-1DX (in vendita da giugno 2012) e alla videocamera per il cinema EOS C300, entrambe all’avanguardia nel capture imaging. Per la visualizzazione, invece, è stato utilizzato il più recente modello di proiettore Xeed WUX5000, dotato di tecnologia Lcos. Anche Samsung, come Canon e Asus, ha scelto di creare un ambiente virtuale per presentare le potenzialità dei propri prodotti. E lo ha fatto con il progetto “Life/Installed, quattro minuti per presentare il futuro” sviluppato insieme all’architetto Italo Rota. L’installazione ha riprodotto gli ambienti di una casa “anonima”, con arredi completamente grigi e spogli. Solo guardando attraverso il display del Samsung Galaxy Tab – posizionato davanti a ogni ambiente – le stanze hanno preso corpo, colore e vita con mobili, arredi e… abitanti compresi! “Be Smart. Smiling design for a better life” è, invece, l’invito che Alcatel ha rivolto a tutti i visitatori del suo spazio presso Aria Savona. L’azienda, tra i leader nel mercato della telefonia e di Internet, ha voluto promuovere la filosofia alla base di Alcatel One Touch: ogni tecnologia, se usata nel modo migliore, aumenta la qualità della vita. Come il nuovo Alcatel One Touch Duet App!, uno smartphone dual sim e dual stand-by con sistema operativo Android 2.3.


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ATTUALITA’ Andrea Valle, senior business development manager Emea, digital marketing di Adobe Systems

Un’alleata|di|valore per|il|marketing|2.0 «La Adobe Digital Marketing Suite è una piattaforma aperta e integrata per l’ottimizzazione dell’attività online secondo una strategia

«L

che indirizza l’innovazione del business e migliora l’efficacia delle azioni di marketing, avvalendosi delle informazioni analitiche sui clienti»: queste le parole di Andrea Valle, senior bu-

Il lancio delle ultime e innovative feature della Adobe Digital Marketing Suite mette sul piatto di un target importante, come quello dei professionisti del marketing, nuovi e strategici strumenti di lavoro Daniela Schicchi

siness development manager Emea, digital marketing di Adobe Systems. La suite prevede applicazioni integrate che raccolgono e impiegano tali informazioni per ottimizzare il lavoro di acquisizione, conversione e fidelizzazione dei clienti e la creazione e distribuzione dei contenuti. Con questa suite i professionisti del marketing possono, ad esempio, individuare le migliori strategie di marketing e collocamento degli annunci pubblicitari, oltre a crea­re espe-

Kyocera:|UN|nuovo|nome,|nuove|sfide Più di 23 prodotti lanciati nel 2011, 20 anni di Ecosys (il programma di sostenibilità ambientale presentato in tempi non sospetti), il nuovo nome (Kyocera Document Solutions), la prima partecipazione al Drupa e nuovi prodotti in arrivo. Do-

P

Kyocera Document Solutions è stata tra i protagonisti della recente edizione del Drupa

po l’anno nero di Kyocera (2008), la ripresa della società è stata costante, con un incremento di circa il 20% annuo sulla vendita delle multifunzioni. «Ciò significa anche che il mercato è stato eroso dalla tendenza al paperless, dalla riduzione dei formati e dei quantitativi di documenti Benvenuto a Kyocera Document Solutions: un cambio di nome strategico per sottolineare che la società, nata come fornitore di stampanti e sistemi multifunzione a colori e B/N, oggi punta a offrire soluzioni complete hardware e software

Daniela Schicchi

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rienze-utente personalizzate e omogenee per i diversi canali del marketing digitale: ambienti locali, display, e-mail, social media, video e dispositivi mobili. Tra le novità più importanti introdotte nella soluzione Adobe – presentate in occasione del recente Adobe Digital Marketing Summit – si segnala Adobe Social, che unisce le funzioni di publishing e coinvolgimento sui social media con il monitoraggio, l’acquisto degli spazi pubblicitari e l’analisi per collegare l’attività sui social media ai risultati di business. È stata poi riconosciuta un’importanza strategica al marketing predittivo, efficace e veloce grazie alla suite di Adobe, che rende meno complesso scoprire schemi comportamentali nascosti nei Big Data. Queste innovazioni aiuteranno i professionisti a scorrere volumi di dati crescenti per cogliere le indicazioni di maggiore impatto e al tempo stesso sfruttare enormi quantità di dati storici per prevedere i risultati futuri.

stampati e dalla questione sostenibilità, ma noi abbiamo evoluto l’offerta per stare al passo con i tempi – dice Arturo Pea, direttore commerciale di Kyocera –. L’incremento dell’offerta di soluzioni (l’insieme di hardware, software e assistenza) è stato molto apprezzato, così come il noleggio, il pay per page e l’outsourcing. Il tutto strizzando l’occhio al mondo cloud e mobile che consente flessibilità e accesso rapido dei documenti ovunque ci si trovi. Le soluzioni mobile cloud firmate Kyocera facilitano la condivisione della conoscenza e la collaborazione, salvaguardano la sicurezza interna e consentono alle aziende di tracciare e controllare l’utilizzo dei dispositivi di stampa».


Digitalic per Salvix

SERVIZI AVANZATI

REEVO CLOUD CENTER, LA FABBRICA DEL CLOUD FLESSIBILE Una realtà tutta italiana come Salvix offre servizi avanzati sulla “nuvola” per le grandi aziende, ma anche per le micro imprese che popolano il nostro Paese

Non c’è più alcun dubbio, il cloud ha preso il volo. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, ma pochi anzi pochissimi hanno un’offerta chiara in termini di contenuti, di pricing e di flessibilità che possa essere proposta a un target di aziende che spaziano dalle micro alle medio-grandi. Però, in questo mercato adrenalinico, spicca una realtà tutta italiana che possiede un data center in territorio nostrano da cui vengono erogati veri servizi cloud. La società in questione è la Salvix e la sua “fabbrica” si chiama ReeVo Cloud Center, struttura che risponde a tutti i requisiti di sicurezza e di business continuity più stringenti. Server HP blade, Cisco, NetApp e Microsoft HyperV costituiscono infatti i quattro pilastri su cui poggia il data center. Nella “fabbrica” sono prodotte cinque linee di servizi: Cloud Desktop, Private Cloud, Cloud Backup, Cloud App e Cloud Security. Ma il vero differenziante che Salvix offre all’attenzione del mercato italiano del cloud è quello del Cloud Desktop. ReeVo Cloud Desktop è infatti un’infrastruttura virtuale completa, in grado di sostituire tutti i sistemi informatici

di un’azienda, dai server ai desktop. Attraverso ReeVo Cloud Desktop tutte le società possono accedere a strumenti di lavoro evoluti, senza limitazioni, in piena flessibilità, con efficienza e convenienza. Alla base di questa rivoluzione c’è la tecnologia ReeVo HDV (Hosted Virtual Desktop): un modo nuovo per accedere alle risorse IT (ospitate nel ReeVo Cloud Center) ovunque ci si trovi. Ma proviamo a descrivere in modo semplice come sia possibile usufruire del servizio di Cloud Desktop. Prima di tutto immaginiamoci la struttura di una normale realtà con venti postazioni di lavoro; tipicamente troviamo: personal computer, server per Domain controller, File server, server per gestiona-

le, mail, Office, antivirus, firewall, gruppo di continuità e sistema di backup. Spesso (per motivi economici), l’infrastruttura non è così completa. Nella sua configurazione virtuale, ReeVo Cloud Desktop mette a disposizione: Domain controller, File server, spazio disco secondo le reali necessità, server aggiuntivi per applicativi verticali, Exchange, Office, antivirus, firewall, backup e un servizio garantito al 99,99%. Nella scrivania dell’utente tutto è ridotto a un thin client di dimensioni piccolissime (per altro in comodato d’uso e incluso nel canone) e un monitor. In questo modo l’azienda conosce sin da subito il vero costo della postazione di lavoro, in questo modo l’azienda non deve più preoccuparsi dei fermi macchina e delle spese di mantenance, in questo modo il comparto IT diventa un centro di saving e non un centro di costo. Questa giovane azienda ha reso reale il vero concetto del cloud “usare solo le risorse che servono e quando servono”. Nel mercato del cloud vi sono giganti che lottano in modo confusionario per una fetta di market share, Salvix è il Davide di questo mercato: le sue armi sono i servizi cloud reali per un mondo virtuale.

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IL TUO MAL DI SCHIENA È CAUSATO DAI CLIENTI NOMOFOBICI Matteo Ranzi Negli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry. Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue riflessioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.

È in arrivo un forte mal di schiena per numerose imprese italiane. Forse anche per la tua. Non è un malanno di stagione proveniente da qualche Paese tropicale. È un sintomo dovuto alla tecnologia mobile che ormai dilaga senza tregua nella vita professionale e personale degli italiani. Secondo il Rapporto Eurispes 2012, il 47% degli italiani possiede almeno uno smartphone. In particolare, il 25,4% di loro ne ha uno, il 14,5% ne possiede 2, il 5% ne gestisce 3 e il 2,1% ne ha acquistati 4. Non si tratta di un telefono cellulare evoluto, ma di una sorta di “coltellino svizzero mobile” che, oltre a essere utilizzato per telefonare (funzione ormai divenuta secondaria), viene impiegato per un numero elevato di altre attività. Lo smartphone rappresenta un’estensione fisica del nostro corpo e, come tale, crea delle nuove fobie. Secondo un recente studio britannico, il 66% della popolazione del Regno Unito soffre infatti di nomofobia: la paura di smarrire il proprio mobile device. Lo studio indica anche che

È

gli intervistati arrivano a controllare fino a 34 volte al giorno di non avere perso il loro apparecchio. Risulta chiaro quindi come lo smartphone sia ormai parte integrante della vita e delle attività delle persone e quindi… pure dei tuoi clienti attuali e potenziali. Il 70% di loro, con

il proprio device, naviga in Internet e dedica sempre più ore alla settimana a questa attività. Entro pochi anni – alcune previsioni parlano del 2014 – smartphone e tablet prenderanno il sopravvento su pc e notebook e la navigazione in Rete avverrà nella maggior parte dei casi via mobile. Questo


significa che la tua azienda ha un “nuovo” fortissimo punto di contatto costante con il suo target. Per questo bisogna adeguare la propria attività comunicativa e di relazione con il cliente alle nuove soluzioni tecnologiche. L’avvicinamento delle imprese al mobile, tramite azioni di marketing, può avvenire per gradi. La App non è il primo passo da compiere e non è necessario che tutte le aziende ne siano dotate. La prima cosa da fare per forza è una… Chi non la fa, sicuramente accuserà un mal di schiena dovuto alla perdita di un numero consistente di preziosi clienti potenziali, una risorsa vitale per poter sopravvivere in un mercato in contrazione come quello attuale. Ma di che si tratta? Di rendere il sito Web dell’azienda “responsive” per i dispositivi mobile. Oggi oltre il 90% dei siti Internet non è ancora compatibile con tablet e smartphone. Il tuo Web site probabilmente appartiene a questa percentuale. Questo significa che chi arriva sul tuo sito con uno smartphone, nel migliore dei casi, ha un’esperienza di navigazione pessima. Non riesce a visualizzare bene le pagine, a leggere i testi, a raggiungere le sezioni che gli interessano e nemmeno a vedere dove sei e come contattarti. Il visitatore di un sito, nei primi otto secondi decide se rimanere o meno. Cosa pensi che sceglieranno di fare i clienti potenziali che raggiungono il tuo sito

via mobile e non riescono a vederlo? Come ogni malanno, anche questo mal di schiena da tecnologia è curabile. Lo è, nella maggior parte dei casi, facilmente. Una prima soluzione è dotarsi di una versione minimalista del proprio sito – un vero e proprio mobile Web site parallelo a quello ufficiale – con testi brevissimi, solo informazioni utili a chi è in movimento e call to action chiare e immediate come il “click to call”. Tramite un semplice redirect automatico, chi raggiunge il vostro sito attraverso uno smartphone o un tablet, visualizzerà direttamente la versione mobile. Chi utilizza un pc continuerà invece a vedere la versione “terrestre”. Si tratta di una scelta minimalista ma efficace, che comporta un investimento annuo minimo e non richiede particolari competenze tecniche. Se invece il sito aziendale è complesso e si vogliono mostrare tutti i contenuti anche ai mobile surfer, è bene ricorrere a un programmatore specializzato in siti Web mobile. L’investimento sarà

mediamente consistente, ma la personalizzazione giustifica l’esborso. La soluzione “mobile responsive” standard – immediatamente disponibile e spesso gratuita – è quella che personalmente caldeggio, per averla sperimentata con successo negli ultimi mesi, ed è valida per la maggior parte delle imprese che hanno dei siti con una struttura e delle funzionalità non eccessivamente complesse. Per esempio si può ricreare il sito con un Cms gratuito ed efficace come WordPress, scegliendo tra i numerosi lay-out “mobile responsive” disponibili. Questa scelta prevede un investimento non elevato, dipende comunque dalla Web Agency e dota l’impresa di una soluzione efficacissima. Con qualsiasi device si raggiunga il Web è possibile una visione ottimale in quanto il sito si auto-adatta direttamente rendendo la navigazione ottimale in qualsiasi situazione. Poi, come sempre, è possibile tenersi il mal di schiena, convinti che tanto, prima o poi passerà da solo. Una scelta ottimistica legata alla speranza. Però, si sa, che chi vive sperando…

RISORSE

Un sito ottimizzato per i dispositivi mobile, visualizzato su tablet

http://slidesha.re/wd9lQh Una veloce presentazione sulla necessità di un sito Web “mobile responsive” per la propria azienda.

http://www.hyerasoftware.com/ Un esempio concreto di un recente sito “mobile responsive”, mediamente articolato e creato su base WordPress.

http://paperprint.it/ Ecco un secondo esempio di sito “mobile responsive”, molto semplice e pensato per una tipografia.

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ATTUALITA’ Simone Angeli, amministratore delegato di Nexin

Il|cloud che|parla|italiano «Noi abbiamo fatto una scelta precisa – spiega Simone Angeli, amministratore delegato di Nexin –. I nostri servizi sono a disposizione solo dei dealer, non andiamo direttamente dal cliente e questo lo garantiamo contrattualmente. Questa è la prima garanzia che diamo agli operatori del settore, e non solo. Siamo così convinti della forza della nostra offerta che li supportiamo nel realizzare dei progetti pilota. Il 90% di tali progetti si trasforma poi in contratti a lungo termine». Nexin mette anche a disposizione un help desk efficien-

«N

Il cloud italiano è vivo. Le aziende si fidano degli operatori locali e alcune incontrano già il successo sulle nuvole. Il segreto è non scavalcare i rivenditori Francesco Marino

Fhoster,|il|futuro|dello sviluppo|è|tra|le|nuvole E chi lo ha detto che al canale italiano non piacciono le nuvole? Da qualche mese a questa parte è infatti un continuo fiorire di nuove società, di forme e dimensioni diverse, tutte però accomunate da una chiarezza di idee molto

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In esclusiva per Digitalic, collegandovi a questo QR code avrete la possibilità di vedere e ascoltare la voce e le emozioni di Antonio Leonforte nel corso di una recente tappa di Smau Business

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evidente e che, proprio intorno al cloud, si stanno ritagliando un importante spazio di business ad alto valore. Tra queste un posto di tutto rispetto occupa la romana Fhoster che ha debuttato da pochissimo sul mercato anche grazie allo spazio che storicamente Smau de-

te che risponde al telefono per qualsiasi esigenza: con dei vendor internazionali sarebbe impossibile avere una persona a disposizione per chiarire dubbi e risolvere problemi. Il cloud ha diverse sfaccettature, ma quali sono quelle più adatte alle aziende italiane? «Se parliamo di Softwareas-a-Service – prosegue Angeli – questa tipologia di servizi si adatta molto bene alle piccole imprese; guardando invece alla virtualizzazione dell’infrastruttura, le società che più ne comprendono i benefici sono le medie aziende». Il cloud è spesso visto come un temibile concorrente da parte dei rivenditori, che pensano di essere scavalcati dalle offerte dirette dei grandi operatori; ma per Angeli non è così: «L’imprenditore, soprattutto quello italiano, sceglie le soluzioni che vengono consigliate dal suo fiduciario, che poi è il rivenditore che lo segue da anni sul territorio. Solo il canale indiretto può portare le imprese sul cloud». E i margini? «Sono ottimi – conclude Angeli –. Gran parte dei dealer basa il suo business sulla vendita di hardware, a bassissimo margine; il cloud invece è un servizio, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di marginalità e trattativa. Sui server o sui pc il confronto sul prezzo è istantaneo e si rischia di giocarsi una trattativa importante per qualche euro».

dica nelle sue tappe sul territorio proprio alle start up. Un debutto arrivato però dopo un lungo periodo di sviluppo e costruzione di una piattaforma davvero stupefacente. «Molte piccole e medie imprese, ma anche dipartimenti di grandi organizzazioni, utilizzano spesso semplici fogli di calcolo per memorizzare dati che sfuggono al classico soft­ware gestionale, con gravi rischi per l’integrità e la riservatezza di quei

Generano applicazioni tattiche di business basate sul cloud, il che significa che sviluppano e forniscono ai clienti soluzioni applicative in modalità Platform as a service… Un modello innovativo, efficace, flessibile, sul quale una realtà tutta italiana come Fhoster sta costruendo il suo successo Marco Lorusso

dati – ci racconta in esclusiva Antonio Leonforte, Ceo di Fhoster –. La nostra azienda propone a tutte queste realtà un’innovativa tecnologia cloud, agile e conveniente, per consolidare rapidamente i dati aziendali attualmente sparsi su decine di spreadsheet, metterli in sicurezza in un database relazionale integrato e condividerli sul Web nel rispetto di sofisticati vincoli di integrità e di riservatezza. La piattaforma Livebase – continua il manager – elimina la necessità di sviluppare manualmente il codice, offrendo tutti i vantaggi di un vero e proprio “CMS per dati strutturati” configurabile in poche ore, capace di importare i dati esistenti, facilmente estendibile, integrabile con l’esterno via API e interrogabile da MS Excel via Web Query».



ATTUALITA’

ENTERASYS|NETWORK, UNA|GUIDA|PER|IL|“BRING|OWN|YOUR|DEVICE” Il fenomeno del mobile “ovunque e comunque” non è mai stato così al centro delle strategie di vendor e operatori di mercato come nell’ultimo periodo. Anche Enterasys Network ha messo la sua personalissima firma in questo strategico settore alzando il sipario su Enterasys Mobile IAM (Identity Access Manager), la componente fondamentale dell’architettura OneFabric Security lanciata lo scorso an-

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no. L’innovativa tecnologia, la facilità di utilizzo e il prezzo competitivo rendono i device mobili strumenti alla portata di tutti – dall’utente comune al manager – e inseriti in ogni contesto lavorativo. Pensare alla sicurez-

za e alla tracciabilità dei dati in entrata e in uscita sui dispositivi personali in uso da ogni utente in azienda è pertanto un problema da affrontare e che pretende delle decisioni. «Ecco perché – ci spiega Matteo Baroni,

Chiuso con un segno positivo (+6% rispetto all’anno precedente) il bilancio 2011, Enterasys Network rilancia il suo focus sul mondo della protezione in ambito mobile Sara Fevola

territory manager North Italy di Enterasys Network – l’ambiente Byod è oggi una tendenza irreversibile per le aziende ed è giusto pensare a eliminare tutti i rischi di accesso non autorizzato ai dati di business». In questo contesto si inserisce Enterasys Mobile IAM, un’architettura dall’utilizzo semplice, senza richiesta di personale tecnico dedicato e implementabile su tutti i sistemi operativi attualmente in uso. Fa la differenza perché è una soluzione unica per la gestione di apparati aziendali e personali; dà accesso veloce alla rete, ma limitato a eventuali ospiti del network aziendale; infine la funzione di Auto Discovery verifica in automatico l’utente, la posizione e il device utilizzato, profilando nel caso anche il tipo di dispositivo (tablet, smartphone, ecc.).

QUANDO|L’ANTIVIRUS|È|“TRASPARENTE” Sconfiggere virus, worm, spyware, trojan, bot, rootkit e ogni altro nemico del nostro pc senza subire rallentamenti nelle prestazioni della macchina. È questa la promessa di GFI Vipre Antivirus 2012, ultimo arrivato di casa GFI sul mercato consumer Biagio Picardi

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L’obiettivo? Il più semplice e il più desiderato: dare all’utente ciò che vuole, eliminando roboanti funzionalità inutili e garantendo tutto il necessario per navigare in Internet o scaricare la posta in tutta tranquillità. Il prodotto, certificato da AV-TEST, ICSA, Virus Bulletin e West Coast Lab, in questa versione 2012 presenta soprattutto cinque novità, pensate su misura per l’utente finale: installazione più semplice in soli tre clic, maggiore facilità d’utilizzo (dal neofita all’esperto), rilevazione più

L’

potente, scansione più veloce e assistenza da remoto. Inoltre tutti gli utenti che acquisteranno una licenza Vipre riceveranno gratuitamente gli aggiornamenti sulle minacce più recenti e i vari upgrade. Tre le licensing disponibili sul mercato, a seconda delle differenti esigenze. “Pc Lifetime” è la prima e difende un pc per tutta la vita. Poi c’è “Home Site License”, l’innovativo pacchetto pensato apposta per la famiglia tecnologica: protegge tutte le macchine di casa, fino a un massimo di dieci. Conclude l’offerta “1 anno 1 Pc”. Insomma, il nuovo Vi-

pre antivirus vuole essere pratico e “trasparente”, cucito su misura addosso all’utente, anche al meno esperto. Peccato che non giri pure sui Mac…



BLOGURU

“HO SEMPRE AMATO LA NATURA E GLI ANIMALI: PER QUESTO SOGNAVO DI ANDARE IN AUSTRALIA PER CURARE I KOALA, OPPURE DIVENTARE VETERINARIO IN ITALIA. NON MALE, EH?!” IRENE COLZI

Francesco Marino

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Nome: Irene Cognome: Colzi Età: 24 Difetto: perfezionista Pregio: paziente L’ultimo libro letto: Il diavolo vola a NY Film preferito: ne ho decine, amo i film! Cantante preferito: Madonna Cosa non sopporti: le persone che non si impegnano

Ha uno stile unico, che si vede in ogni foto, in ogni scelta. Ha trovato la sua strada nella moda e nel lavoro. Internet è stata la scintilla che le ha cambiato la vita, oggi il suo blog è anche la sua professione a tempo pieno: un successo esplosivo che ha proiettato Irene Colzi nel gotha delle Fashion Blogger. Fiorentina, 24 anni, una laurea in economia e commercio, ha fondato il suo “Irene’s Closet” (http:// www.ireneccloset.com) nel 2009 con l’obiettivo di condividere la sua passione con altre persone. Ha seguito i siti di maggior successo in Italia e all’estero e alla fine è nato il suo blog, con uno stile unico. Anche perché è tutto farina del suo sacco, dalla scelta degli abiti (famosi i suoi outfit eleganti e low cost) alle foto, che sono scattate dal fidanzato o dal fratello.

H

Cosa sognavi di diventare da ragazzina? Ho sempre amato la natura e gli animali: per questo sognavo di andare in Australia per curare i koala,

oppure diventare veterinario in Italia. Non male, eh?! Quali sono i motivi che ti hanno portato sulla strada attuale? Ho iniziato a scrivere sul mio blog nell’ottobre del 2009 con lo scopo di condividere la mia passione per la moda con persone con i miei stessi interessi, tramite un mezzo, il blog appunto, la cui realtà era per me davvero interessante dopo qualche mese di following di alcuni blog stranieri e italiani. Nato per caso durante gli ultimi mesi di università come semplice passatempo, è diventato il mezzo che mi ha rivoluzionato letteralmente la vita… Adesso quali obiettivi hai con il blog? Di continuare così, con passione e divertendomi! Come lo hai pubblicizzato? Si è pubblicizzato da solo, immagino, grazie alle prime collaborazioni. Quando hai capito che il tuo blog aveva avuto successo? Quando ho cominciato a lavorare con esso.

Quali consigli daresti a chi vuole aprire un proprio blog? Consiglierei di metterci tanta passione, impegno, dedizione e in primis farlo divertendosi! Internet ti ha cambiato la vita allora? Assolutamente sì, è il mio lavoro adesso!

Quali sono state le scelte più importanti nella tua carriera? Rifiutare alcune strade per intraprenderne altre! Cosa ti rende più orgogliosa, ripensando a quello che hai fatto? Essere riuscita a costruire tutto da sola.

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#FF Per giorni non si è parlato d’altro: Microsoft ha chiamato a raccolta a Los Angeles esperti e giornalisti per un grande annuncio. Collegandovi a questo QR code potrete ora toccare con mano l’oggetto di tanta curiosità: la sfida di Microsoft al mondo dei tablet

E alla fine arriva Microsoft. Dunque è proprio un tablet l’oggetto dell’attesissimo annuncio californiano di casa Redmond. «Come con il mouse per Windows 1 – ha raccontato con il suo solito piglio il Ceo Steve Ballmer a Los Angeles davanti a pochi giornalisti selezionati – volevamo regalare a Windows 8 il suo hardware su misura…». I presenti parlano di un dispiegamento di forze e di security senza precedenti per il media event durante il quale Microsoft ha finalmente alzato il sipario sul suo clamoroso guanto di sfida al mondo tablet: Surface, un nuovo device interamente “brandizzato” Microsoft. Come nel caso di Windows 8, presentato come la nuova dimensione dei sistemi operativi, l’obiettivo di Surface è quello di “reimagining the tablet”. Ma veniamo agli attesissimi dettagli: Surface è disegnato per lavorare sia come tablet sia come pc ed è disponibile sia con

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una versione di Windows RT sia con una versione di Windows 8 Pro. Supersottile, il tablet è spesso solo 9,3 mm nella versione Windows RT e 13,5 mm per quella Pro. Entrambe hanno una dotazione completa di porte USB, cosa insolita per tutti gli altri tablet sul mercato. Presente anche una porta Micro SD sul retro della versione RT e una porta a Micro SDXC

nella versione Pro. Surface ha uno schermo da 10,6 pollici 16:9 widescreen HD. Colpisce la cover touch – molto in stile Apple – che protegge il device e lo trasforma all’occorrenza in pc. La cover da 3 mm è infatti anche una tastiera completa e funzionale,

con un built-in trackpad. Surface con Windows RT sarà disponibile in versioni 32 Gb e 64 Gb, mentre il modello con Windows 8 Pro arriverà a 64 Gb e 128 Gb. Ancora nessun dettaglio sul prezzo, ma sarà – secondo i manager di Redmond – molto competitivo. Avanti tutta con l’arena dei tablet dunque… e fuori i secondi!



MAD4IT

USCITA|DI|SERVIZIO…

Non è questione di essere forzatamente ottimisti… di questi tempi sarebbe davvero sciocco e chi scrive non è certo iscritto al partito degli entusiasti a prescindere. Ma, pur nel mezzo di un mare tumultuoso, negli ultimi tempi sembrano arrivare importanti segnali di un certo dinamismo da parte degli operatori di canale e di una feroce voglia di affrontare il mercato trovando la migliore via di uscita dalla situazione creatasi. Di esempi ne potremmo citare molti, ma uno su tutti fa scuola: parliamo della ricerca realizzata da Achab e pubblicata in esclusiva da Digitalic (pag. 22-26), su un campione di circa 70 rivenditori che si sono affacciati sul mondo dei servizi gestiti e stanno per fare, o l’hanno già fatto, il salto verso i “service provider”. La ricerca può strappare più di un sorriso in chi la legge e in chi su questo mercato intende muoversi. Non si tratta di un semplice questionario sulle preferenze politiche o alimentari di un individuo o di una azienda; qui Achab ha deciso di andare a toccare quella che per molti italiani è la carne viva, il nervo scoperto, un tabù da riservare a pochi intimi: il prezzo. Provate a telefonare a una catena o a un negozio retail chiedendo il prezzo di un prodotto o di una soluzione… Nel caso di Achab la risposta è stata numerosa e ricca di dettagli sul listino applicato alle singole tipologie di servizio offerto. Curioso davvero in un Paese che fatica a fare sistema, squadra, gruppo… La seconda notazione riguarda gli scenari apocalittici che l’esplosione di cloud e affini aveva scatenato nell’immaginario e negli incubi di molti. Come spesso abbiamo scritto, non sappiamo esattamente se e quante trasformazioni proprio il cloud imporrà alla filiera IT, ma sappiamo che – viste simili ricerche – risulta evidente come lo stesso canale indiretto si sia da tempo rimboccato le maniche e abbia anche capito che proprio le nuvole e i servizi in outsourcing Marco Lorusso possono essere importanti leve di business. Caporedattore Digitalic Ultimo sorriso è quello che arriva dalla grande marco@digitalic.it forbice (vedi i server) che separa i livelli di prezzo evidenziati. Una forbice che ci racconta di un mercato pionieristico, fortemente aperto alla creatività e alle iniziative anche personali, legate alla capacità o meno di vestire di valore determinati servizi. Niente standard dunque; spazio alla libera interpretazione e alla creatività: in questo dovremmo essere forti, no?

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ata nel 1978 come piccola tipografia artigiana, nel corso degli anni Tecnostampa si specializza nella produzione di stampe ad alta definizione, orientando la sua attenzione a tutti quei materiali plastici che le nuove tecnologie propongono come alternativa alla carta. Tecnologie in grado di interpretare le esigenze di un mercato in continua evoluzione e talvolta di anticiparle, che consentono ben presto all’azienda di affermarsi come leader di un settore ancora poco conosciuto. Sfruttando le straordinarie potenzialità della stampa offset UV ad alta definizione, Tecnostampa offre oggi alla sua clientela una rete completa di soluzioni creative per la comunicazione: adesivi, vetrofanie (elettrostatici e non), mouse pad, tappetini rendiresto, etichette in raso, etichette bagaglio per tour operator e molto altro ancora. Idee originali e personalizzate, pensate per dar forma a progetti innovativi e di sicuro impatto, perfetti per andare incontro alle esigenze pubblicitarie dell’azienda moderna. Siamo in grado di offrirvi un servizio di stampa rapido, completo e moderno, che soddisfa tutte le esigenze di progettazione, stampa, verniciatura UV e confezione, dai piccoli quantitativi in poi. Contattaci direttamente per avere informazioni piÚ dettagliate su preventivi, stampa conto terzi e spedizione in tutta Italia.

via Foligno, 74 10149 Torino Tel. 011 29.04.69 Fax. 011 22.11.710 tecnostampa_to@libero.it



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