Digitalic n26 tech for fashion

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Carta Inuit Ultra Smooth Brilliant White by ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS Stampa a caldo by PI-EMME Foil by LUXORO Cliché by h+m Stampa UV by GRAF3 6HULJUD´D E\ MAGGIONI 6HULJUD´D 2JJLRQR 9HUQLFL VHULJUD´FKH E\ MARABU ITALIA Elaborazione immagine by IMAGEM


A PR I LE 2014

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UN NUOVO O M O N D O P E R L A BELLEZZA B OL O G NA Organizzato da SoGeCos s.p.a. - Milano - tel +3 39. 9..02.796.420 9.0 20 fax +39.02.795.036 - sogecos@cosmoprof.it - c co o m any of om omp

LA S VE VEGAS

HO N G K ONG

In collaborazione con


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F

EDITORIALE

FRANCESCO MARINO Direttore responsabile di Digitalic M@framarin francesco@digitalic.it

VESTITI DI TECNOLOGIA

U

n pc su ogni scrivania: era il sogno di Bill Gates quando ha lanciato Windows. La realtà ha ampiamente superato quella visione. I pc sono arrivati in ogni borsa, grazie ai notebook, e poi in ogni tasca con gli smartphone. Oggi i dispositivi digitali si apprestano a conquistare un nuovo territorio, il corpo umano: questo è il sogno della wearable technology. Perché l’hardware è il nuovo software e le idee più innovative prendono una forma solida. Un infinito numero di start-up sta lanciando nuovi hardware per attività anche molto specifiche, parecchie delle quali hanno a che fare con il corpo umano. Chi braccia, mani e gambe li ha conquistati da tempo, ovvero le aziende della moda, sta introducendo sistemi digitali nei vestiti, nei gioielli e nelle scarpe. Questi due mondi, fashion e high-tech, sembrano andare nella stessa direzione, anche se con sfide diverse da affrontare. I dispositivi digitali hanno il difficile compito di diventare oggetti di lusso, dotati di fascino e non solo di funzionalità. La moda invece dovrà

accettare le nuove tecnologie non solo come gingillo da aggiungere a qualche capo, ma come elemento centrale dei suoi prodotti e della sua attività, altrimenti rischierà di essere una goffa inseguitrice dell’innovazione. Il futuro che si prospetta è affascinante e confuso: decine di oggetti diversi che puntano ad essere indossati al polso, sugli occhi, al collo, alcuni anche sui piedi, tutti diversi e con una loro logica e un differente software. La battaglia rischia di lasciare sul campo molte aziende e nei cassetti tanti dispositivi inutilizzati. Si apre però uno spazio enorme per l’integrazione ad ogni livello. Certo, lo smartphone è oggi il centro a cui tutto cerca di collegarsi, ed è anche il cervello remoto a cui vengono demandati i calcoli computazionali di molte “periferiche”. È insomma il nostro data center portatile, che lavora in wireless con un’infinita gamma di sensori e di visualizzatori: bisogna tenerlo presente anche quando si pensa alla tecnologia per le aziende, in quanto abbiamo tanti piccoli data center che già lavorano in cloud.

Chissà cosa ne pensa Bill Gates... il suo sogno di un pc su ogni scrivania è stato trasfigurato e ora abbiamo un data center in ogni tasca. Forse anche per questo, Microsoft ha cambiato radicalmente linea, nominando un nuovo Ceo (Nadella) e chiedendo a Gates di lasciare il suo posto di presidente del consiglio d’amministrazione: servono sogni nuovi. Noi abbiamo provato ad immaginare, con la nostra copertina, un futuro fatto di abiti intelligenti, che non hanno bisogno di dispositivi ma hanno il digitale nelle loro stesse fibre. Tutto ciò senza perdere il fascino, e il glamour, di un vestito da sera.

www.digitalic.it

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sommario

Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011 Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/1/2012-31/12/2012

ANNO 3‚ NUMERO 26‚ FEBBRAIO 2014 WWW.DIGITALIC.IT

Periodicità: 11 numeri Tiratura media: 15.009 copie Diffusione media: 14.575 copie Certificato CSST n. 2012/2334 del 27/02/2013 Società di Revisione: REFIMI

News 06 Guru 08 I segreti del fashion business Photo 10 Pebble, il piccolo smartwatch che ha battuto i grandi Trend 12 I social che crescono

Server 40 IBM arriva alla sesta generazione

White Paper 14 Tecno/Fashion Cover 04 |

PLM 36 Il software che unisce creativi e manager

Smartphone 68 Haier entra nell’arena del mobile VoIP 70 Wildix, la voce dell’Europa Servizi 72 Fujitsu IT Future, sei passi per cambiare

Il Boss 50 L’anno della wearable technology

Manifestazioni 74 Tre cose che si possono imparare dal Motor Bike Expo

Management 56 Imparate dal fashion le tecniche di social networking

Innovazione 76 PZero, la tecnologia corre per la moda

Integrazione 58 Stealth, le soluzioni per le imprese del fashion

FashionIT 78 La tecnologia si firma

Tra me e Tech 22 Piegarsi alla bellezza

Dossier 28 Il gestionale non ha più confini

Girly Tech 66 Le mode del Web

TECNOLOGIA

Geek Chic 18 Se sei tecno, sei glamour

MERCATO

Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra - produzione@mmedia.info

Printing 42 La stampa è tutt’uno con il Web Punto G 44 Un futuro più umano, dall’economia wiki e social

Direttore Responsabile: Francesco Marino - francesco@digitalic.it

WEB SOCIAL

Geogra´a 80

Risultati 60 La crescita di Dell

Distribuzione 38 Il messaggio di Dell e V-Valley

Retrò 82 Il primo smartwatch era Linux

Documenti 62 Fujitsu, scanner all’altezza

48

Fiera Sicurezza

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Marabu Italia

Arjowiggins Creative Papers

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Fortinet

37

Nital

Brevi

35

Graf3

73

Pi-Emme

IV cop III cop

5

Il Triangolo

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Rds Webprinting

Ciemmeci Light Mark

46-47

Imagem

79

Reed Exhibitions Italia - Viscom

Computer Gross - Arcipelago

24-25

iStore

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Smau

Canon

Epson Evolution Fespa

20-21

30-31

Progetto grafico e impaginazione: Design: Studio Kmzero www.kmzero.com Progetto grafico e Art Direction: Martina Toccafondi Editor: Edoardo Molinelli Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80 Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00 http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: RDS WEBPRINTING Srl Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore MB Cellophanatura: De.Sa Srl Via Chiasserini, 17 - 20157 Milano Legatoria: C&G Srl Via Enzo Ferrari 12 20010 Arluno (MI) Distribuzione: ME.PE. Logistica Milano

MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393 - fax 039.2326449

Il mondo social dei brand fashion

Inserzionisti Alias

Hanno collaborato: Luca Bastia, Fabio Bossi, Cecilia Cantadore, Sara Fevola, Giuseppe Goglio, Marco Lombardo, Luca Mirani, Elena Moriondo, Marco Sampietro, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Antonella Tagliabue

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Kelyan

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Lenovo

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Luxoro

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Synology

Maggioni Serigra´a Oggiono

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The Innovation Group

Snt Technologies SoGeCos - Cosmoprof

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26 69-71 33 II cop 7 59

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).


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NEWS

Wide Side, sicurezza positiva inoltre affidabili valutazioni del livello di conformità di un’azienda riguardo a standard industriali quali Pci Dss, Iso e Sox. “Positive Technologies – ha spiegato Jesusleny Gomes, strategic account manager di Wide Side – ha messo la ricerca al cuore del ciclo operativo, creando uno dei maggiori centri in Europa. Il suo team comprende i più progrediti hacker “white hat” nel settore, che rilevano più di 100 “day 0” vulnerabilità all’anno”.

Wide Side ha chiuso ufficialmente una partnership importante con Positive Technologies, uno dei dieci principali vendor a livello mondiale di sistemi di rilevamento di vulnerabilità ed una delle prime cinque aziende dalla più rapida crescita globale nella sicurezza. Il sistema MaxPatrol rappresenta un metodo accurato e conveniente per scansionare grosse reti aziendali nei confronti di vulnerabilità in grado di aprire delle porte agli aggressori. Si tratta di un sistema “all in one” che consente

Computer Gross sulla vetta d’Europa con Symantec

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È il miglior distributore europeo di Symantec: Computer Gross, con la sua divisione J.Soft guidata da David Baldinotti, è stato premiato durante il Partner Excellence Award di Budapest con il Symantec Emea Best Distributor of the Year, ritirato da Silvia Restelli. Il premio si è basato non solo sui risultati di fatturato, ma anche sui voti e le preferenze arrivate dai clienti. È un altro alloro che si aggiunge alla bacheca di Computer Gross, distributore a valore che da sempre punta sulla

fascia alta del mercato proponendo soluzioni oltre che prodotti. Gli Awards premiano i partner che, nel corso dell’anno precedente, hanno dimostrato l’eccellenza nella fornitura di prodotti Symantec e sono stati in grado di soddisfare le richieste dei clienti in termini di migliore efficienza, ROI, riduzione dei costi e protezione. I premi riconoscono anche l’innovazione nello sviluppo e il bringing-to-market di nuove soluzioni basate sulle tecnologie Symantec.

Michele Papa guida le vendite di Tech Data

crescita sono ambiziosi e sono certo che Tech Data abbia tutte le caratteristiche per vincere questa sfida. Sono estremamente motivato nell’apportare il mio contributo nel guidare il team commerciale, dove ho trovato una squadra molto preparata. Tech Data è il distributore ideale per mettere a frutto le mie esperienze precedenti”. Al suo posto in ITway Vad è stato scelto Silvio Calcina, nella squadra dal 2011.

Le vendite di Tech Data hanno una nuova guida. Si tratta di Michele Papa, la cui scelta segnala una focalizzazione ancora più attenta sul segmento a valore. Papa ha infatti maturato una significativa esperienza in ITway, occupandosi della gestione e dello sviluppo delle attività di vendita e delle relazioni esterne, fino a raggiungere nel 2009 il ruolo di country manager. “Con grande entusiasmo accolgo questa sfida – ha detto Papa – entrando in un’azienda leader mondiale nel mercato distributivo. I piani di

Sgargianti su misura Da oggi Digitalic, in occasione di fiere ed eventi, sarà distribuita in una veste di classe. Sarà infatti contenuta all’interno di una busta Snazzybag, realizzata ad hoc per la rivista, con manico, chiusura a pressione e in versione bicolore: argento trasparente davanti, per dare meritata visibilità alle copertine speciali, e nera dietro, elegante e discreta. La gamma Snazzybags è composta da

buste in poliestere colorate, metallizzate, anche trasparenti, disponibili in vari formati e colori per valorizzare l’attività di comunicazione e dare un forte impatto ai mailing. Per proteggere e impreziosire un gadget, un regalo o un articolo promozionale è disponibile la versione pluriball Snazzybubble. È possibile richiedere formati su misura. Le gamme Snazzybags e Snazzybubble sono distribuite in Italia da Paper & People. www.paperandpeople.com



GURU

I SEGRETI

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del fashion business T

DI FRANCESCO MARINO

È CONSIDERATO TRA I MASSIMI ESPERTI NEL BUSINESS DELLA MODA. SALVO TESTA, PROFESSORE DELL’UNIVERSITÀ BOCCONI CON UNA LUNGA ESPERIENZA NEI SETTORI MODA E DESIGN, SVELA IN QUESTA INTERVISTA I SEGRETI DEL SUCCESSO DEL FASHION E DÀ QUALCHE CONSIGLIO PER IL MONDO DELLA TECNOLOGIA CHE VUOLE LAVORARE CON I GRANDI BRAND

utti guardano al mondo della moda, perché è affascinante, perché è tra i settori italiani che funzionano meglio, perché ha grande successo all’estero, perché rappresenta il nostro Paese nel Mondo. Ma cosa ha di speciale il fashion? E come può la tecnologia essere d’aiuto a questo grande comparto? Lo abbiamo chiesto ad uno dei massimi esperti del settore: Salvo Testa, docente di fashion management all’Università Bocconi e ideatore della piattaforma fashion&design di SDA Bocconi.

PERCHÉ LE AZIENDE ITALIANE DI MODA HANNO PIÙ SUCCESSO DI ALTRE? PER IL PRODOTTO, PER L’ORGANIZZAZIONE O PER LA FLESSIBILITÀ?

In Italia, paese ormai unico al mondo, esiste una filiera completa che consente di proporre e realizzare continuamente un’innovazione di prodotto (anche se spesso si tratta solo di novità estetiche). Tale filiera è al


servizio sia dei brand italiani (tanti, dai big alle numerose piccole e medie aziende familiari di nicchia), sia di quelli internazionali che vogliono posizionarsi nella fascia alta di

C’è necessità di un ricambio generazionale senza cui non è possibile il ricambio culturale del settore. qualità/immagine/distribuzione/ prezzo. Inoltre il sistema delle sfilate e delle fiere (Milano, Firenze) in tutte le categorie merceologiche (uomo, donna, accessori, tessuti e filati) è quello che sviluppa i numeri più elevati, specie nel segmento medio alto e alto, per cui rimane un punto di riferimento per tutti gli operatori internazionali del settore, dai fornitori fino ai buyer. IN CHE COSA DOVREBBERO MIGLIORARE PER CONTINUARE A DOMINARE LA SCENA LE IMPRESE DELLA MODA ITALIANA?

Molte aziende piccole e medie, con forte contenuto artigianale e di prodotto, sono ancora carenti sul piano del marketing e della capacità commerciale, specie sui mercati internazionali in forte sviluppo (Russia, Asia, Medio Oriente e Sud America). Inoltre, la stessa innovazione di prodotto rimane ancora un po’ troppo ancorata ad uno schema di “novità” (semplici variazioni estetiche di prodotti già esistenti) anziché perseguire la sfida di “vere innovazioni” (nuovi materiali, nuove funzionalità, nuovi concetti di prodotto), pur disponendo di una filiera che consentirebbe di porsi tali obiettivi. Un’altra carenza è quella delle nuove tecnologie digitali: siamo molto indietro su questo fronte, che è uno dei pochi in cui i consumi sono in forte crescita anche in questo settore. Tutti questi elementi (marketing/commerciale, innovazione radicale di prodotto, strategie digitali) confermano la necessità di un ricambio generazionale senza cui non è possibile il ricambio culturale del settore, ovvero difendere il patrimonio storico inserendovi al contempo nuovi elementi volti a rivitalizzarlo e a potenziarlo.

QUALI SONO LE TENDENZE PIÙ SIGNIFICATIVE IN ATTO NEL MONDO DELLA MODA ITALIANA?

IN CHE MODO LA TECNOLOGIA PUÒ ESSERE D’AIUTO A QUESTE IMPRESE?

La prima, consolidata, riguarda la supremazia dei big retailer di massa, come Zara, H&M, Uniqlo, GAP, nuovi attori competitivi che stanno coprendo fasce di consumo sempre maggiori, diventando anche “propositivi” sul piano del prodotto oltre ad essere insuperabili sul piano dei prezzi e del servizi. Vi è poi una seconda tendenza tuttora in atto: l’e-commerce e la digital strategy (con riferimento al rapporto one-to-one con il consumatore finale) stanno cambiando completamente non solo la fase terminale (marketing e distribuzione), ma anche il “modello di business” in tutti i suoi aspetti. Infine, in prospettiva è possibile individuare una terza tendenza, quella della maggiore attenzione alla sostenibilità, dal riciclo fino all’utilizzo di materiali e processi più ecologici. Grande importanza assume, in quest’ottica, la totale “tracciabilità” del prodotto, per offrire al consumatore una trasparente informazione su dove e come è realizzato ogni singolo capo.

Enormemente, in tutti i processi innovativi delineati (marketing, distribuzione, produzione, innovazione), anche se c’è ancora un potenziale inespresso per la strutturale ritrosia di tale settore ad accettare le innovazioni. LA TECNOLOGIA VIENE APPREZZATA, CAPITA, BEN VALUTATA?

Poco: la moda è un settore per sua cultura molto autoreferenziale, ancorato a logiche conservative, ma probabilmente le nuove generazioni potranno modificare tale limite e sfruttare al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie. CHE COSA POSSONO IMPARARE LE IMPRESE DI ALTRI SETTORI DALLE AZIENDE DI MODA?

La gestione continua del processo di innovazione, non solo nel prodotto ma anche nelle altre aree aziendali; l'alchimia del rapporto tra creativi (designer, stilisti, art director, architetti) e manager; la capacità di fare 'storytelling' del brand e di vendere e comunicare 'emozioni e sogni', non solo prodotti e servizi.

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F PHOTO

PEBBLE

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IL PICCOLO SMARTWATCH CHE HA BATTUTO I GRANDI ARRIVA LA VERSIONE “GIOIELLO”

DI FRANCESCO MARINO

P

ebble è indubbiamente lo smartwatch che ha colpito di più. Partito dal sito di crowdfunding Kickstarter, ha raccolto in breve tempo 10 milioni di dollari, a fronte di una richiesta iniziale di soli 100mila. Ben 69.000 persone, senza che l’orologio esistesse, hanno dato fiducia ad Eric Migicovsky.

Oggi è il primo smartwatch a tentare la strada del glamour con il nuovo modello Pebble Steel. Interamente in metallo, con due cinturini intercambiabili (uno in pelle) e 3 colori, punta non solo sulla tecnologia ma anche sullo stile, rimanendo comunque abbordabile con i suoi 269 dollari di prezzo. La versione in metallo è stata seguita

anche da miglioramenti tecnologici, come l'apertura di uno store online interamente dedicato alle App per Pebble. Le grandi società si sono fatte sorprendere da un piccolo inventore che ha chiesto alla Rete i soldi per partire. Oggi devono inseguirlo. Internet è stata capace di sovvertire le gerarchie, almeno per una volta.



TREND

CRESCITA DEGLI UTENTI ATTIVI

13%

Reddit

9%

Linkedin Tencent Weibo

9%

Yammer

8%

Sina Weibo

6%

Badoo

6%

Pinterest

6%

Tumblr

6%

Quora

6% 6%

Google+

6%

Viadeo Twitter

2%

Orkut

1%

29%

32%

-3%

YouTube

-3%

Facebook

-3%

vkontakte (Solo in Russia)

12 |

31%

31%

32%

39%

32%

37%

35%

45%

L

Bebo 0%

-12%

25-35

23%

Instagram

-4%

16-24

UTENTI SOCIAL IN BASE ALL’ETÀ

Odnoklassniki (Solo in Russia) Myspace

ORE SPESE SUI SOCIAL DAGLI UTENTI

Non li usa Meno di 30 minuti 13% 21%

3 o più ore

I SOCIAL CHE CRESCONO

18% 22% 9%

Da 30 minuti a 1 ora 17%

Da 2 a 3 ore Da 1 a 2 ore

DI FRANCESCO MARINO È INSTAGRAM IL SOCIAL CHE FA IL RECORD DI CRESCITA IN BASE AGLI UTENTI ATTIVI. FACEBOOK SI CONTRAE (-3%). IN MODERATA AVANZATA TWITTER E G+. MA I SOCIAL SONO LA NUOVA FRONTIERA DEL BUSINESS: IL 44% DELLE PERSONE CI PASSA PIÙ DI UN’ORA LA GIORNO ALLA RICERCA DI IDEE E PRODOTTI

È

l’era dei social network, ma non tutti sono in crescita, anzi… alcuni scompaiono, altri si stabilizzano, altri ancora vedono ridursi il numero degli utenti. Indubbiamente quello che ha fatto registrare la crescita maggiore negli ultimi sei mesi è Instagram. Il network fotografico ha segnato un +23%, passando da 73,72 milioni

a 90,77 milioni di utenti. Al secondo posto Reddit con un +13%, poi LinkedIn (+9%), Google+ (+6%) eTwitter (+2%). A sorpresa cala Facebook, che segna per la prima volta un arretramento in termini di utenti attivi (-3%). Altro big in calo è Youtube con un -3%, mentre il “big loser” rimane MySpace (-12%). Instagram si conferma il social più ammirato (soprattutto dalle aziende) e quello più amato dai giovanissimi (16-24 anni), che rappresentano il

39% degli utenti; per Facebook la comunità più numerosa (29%) è quella rappresentata dalla fascia 25-35 anni, la stessa che domina LinkedIn con il 32% e G+ (31%). Il social network più giovane è Tumblr, che vanta il 45% di utenti tra 16 e 24 anni. Nonostante il calo Facebook ha molti primati (oltre al numero degli iscritti): è, ad esempio, il social più frequentato, con il 56% degli utenti che lo visita più di una volta al giorno; per Twitter sono il 35%, per YouTube il 33%, per Instagram il 31%, mentre per G+ sono il 30%..



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F WHITE PAPER

DI DANIELA SCHICCHI

TECNO/FASHION COVER

UNIRE MODA E DIGITALE, TECNOLOGIA E TENDENZE. QUESTO NUMERO DI DIGITALIC SI SPINGE IN UN NUOVO TERRITORIO CHE PROMETTE GRANDI NOVITÀ. LA SUA COVER RAPPRESENTA TUTTE LE EMOZIONI DI UN’INNOVAZIONE CHE SI SPOSA CON GLI EFFETTI SPECIALI DELLA MODA

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C olori, emozioni e tendenze: questo è il fashion. E questo è anche il cuore della nostra nuova cover (e di tutto il numero), che mette al centro il mondo della moda e la sua interpretazione tecnologica e digitale. Una modella-robot, dunque, che si veste con uno strascico fatto di numeri ed effetti speciali unici. Moda e tecnologia che si fondono per creare qualcosa di inedito. Ancora una volta quello che state ammirando è il frutto del lavoro di partner d’eccellenza. Non vi resta che gustarvelo.

CON IL CALDO… È MEGLIO Intramontabile, sensuale, emotivamente elettrizzante e prezioso, il caldo. Anche stavolta torna Pi-Emme con il suo tocco magico, che rende speciale anche il più piccolo dettaglio. La stampa a caldo, ormai lo sappiamo bene, è una specialità di questa azienda, e in questa nuova copertina ha permesso al foil argento di Luxoro di aderire perfettamente garantendo il risultato finale che potete vedere. Brillante, a registro e luminosissimo. Una tecnica che rappresenta il lusso, la ricchezza e la ricercatezza di un progetto che, nel “caldo”, trova sempre un alleato in grado di stupire ogni volta come se fosse la prima. UV, ALLA RADICE DI TUTTO Partner affezionato alla sua terza cover è anche Graf 3, che ha stampato l’intera copertina in UV per garantire un risultato finale in grado di esaltare tutti i successivi passaggi che gli altri specialisti hanno realizzato. La stampa UV rende vividi e pieni i

colori su ogni superficie e su ogni tonalità. In questo caso, poi, la base bianca rende tutto ancora più esaltante e pieno. La stampa ha dovuto poggiare sul foil argento lasciandone però intravedere i riflessi cangianti, una tecnica raffinata e complessa. TOCCO DA MAESTRI Un’opera editoriale, la cover di Digitalic, che ha potuto godere della professionalità di Maggioni Serigrafia, nuovo nome all’esordio sul nostro magazine. L’azienda è specializzata nelle lavorazioni che abbelliscono e, come si dice in gergo, nobilitano ogni progetto stampato. Le vernici di Marabu Italia, dunque, sono state stese ad arte sulla superficie stampata, per ottenere quegli effetti unici e speciali insiti nei prodotti e che solo l’arte serigrafica è in grado di tirare fuori al meglio. Sono stati necessarie grande precisione ed esperienza per realizzare i tre diversi effetti in serigrafia: lucido, glitter e perlescente. SEMBRA FACILE, MA NON LO È L’elaborazione dell’immagine che vedete è opera, ancora una volta, di Imagem. Tutto è stato modellato in 3D utilizzando due software, uno per creare il manichino-robot e l'altro espressamente dedicato al mondo della moda. Quest'ultimo permette di disegnare, tagliare e cucire un abito


“Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport

e fitness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infine – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le

parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

conformandolo a un modello virtuale, scegliendo il materiale e osservando come il tutto si disponga nello spazio tridimensionale seguendo le leggi della fisica e assecondando le caratteristiche di peso, elasticità, viscosità e attrito del materiale scelto. Per lo strascico, invece, è stato impiegato un software in grado di sostituire alle fibre i numeri; è realizzato da una trama di cifre (da 0 a 9) intrecciate tra loro. Grazie alla fantasia di Carlo Magrì è stato enfatizzato l’effetto ed è stato reso "caotico" il processo di "detramatura", che si è trasformato in una sorta di esplosione che rivela la natura digitale del vestito. PERFETTA COME STOFFA PREGIATA Liscia, bianca, morbida, praticamente perfetta. È la carta scelta per questa nuova cover, firmata Arjowiggins Creative Papers. Si tratta di Inuit, nella variante Ultra Smooth Brilliant white da 300 grammi, una carta non patinata e certificata FSC la cui polpa, quindi, proviene da foreste gestite responsabilmente. La sua superficie

perfetta e omogenea è l’ideale per diversi tipi di lavorazioni, come la stampa a caldo o l’embossing. Di un bianco estremamente elegante e luminoso, è risultata ancora una volta l’alleata perfetta per supportare il messaggio da veicolare e per garantire il risultato impeccabile alle nobilitazioni realizzate sulla sua superficie vellutata. VERNICI, GIOIELLI UNICI I materiali usati per le numerose nobilitazioni comprendono le vernici serigrafiche di Marabu Italia, come sempre preziose e tecnicamente perfette. Su tutto l’abito blu e sul braccio della modella robot è stata stesa una vernice UV lucida ad alta flessibilità e brillantezza. A questa si aggiungono prima il glitter Iriodin Blue dall’effetto perlescente, fine e preciso sui piccolissimi numeri che rappresentano la coda dell’abito e che si alternano perfetti sulla vernice lucida, e infine il glitter C52 Violet, utilizzato sulla testata e sull’esagono centrale - non sulle scritte - che conferisce un ulteriore effetto cangiante.

Arjowiggins Creative Papers, produttore e leader nel settore dei supporti creativi, commercializza brand ben noti quali Conqueror, Opale, Inuit, Curious Collection, Keaykolour, Rives e Pop’Set. I prodotti sono certificati FSC e coprono un’offerta di carte 100% riciclate premium, senza dimenticare che la gamma Conqueror è classificata Carbon Neutral in molti Paesi. L’attenzione per la creatività è supportata da “The Blank Sheet Project”, piattaforma che aggrega la comunità creativa e la invita a lasciare un segno nel mondo in modo responsabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. ARJOWIGGINSCREATIVEPAPERS.COM

LUXORO

Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. Luxoro è partner esclusivo del gruppo Kurz in Italia dal 1968, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo. LUXORO.IT

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ARGENTO E DOPPIO CLICHÉ: GLI OCCHI RINGRAZIANO

Torna la preziosità dei materiali forniti da Luxoro e da h+m. Iniziando dal primo partner, troviamo la lamina sovrastampabile argento ALUFIN che dona, anche in questo caso, un effetto brillante e luminoso unico nel suo genere. Ma non poteva essere tutto piatto nemmeno questa volta! Ecco, allora, i vari livelli che potete toccare e scoprire sulla copertina, realizzati grazie ai clichè di h+m. Questi sono in ottone, perfetti per la stampa in piano del fondo metallizzato che, successivamente, è stato sovrastampato in offset UV. Il secondo cliché, invece, ha permesso di realizzare i due livelli dei bracciali posti sul braccio del robot, che spunta curioso nell’angolo superiore destro della cover.

MAGGIONI

HINDERER & MUEHLICH

GRAF3 Srl

Maggioni Serigrafia nasce nel 1973 come produttore di pellicole e telai per serigrafia, per poi espandere l’attività nel settore della stampa serigrafica. Gli investimenti in tecnologie e infrastrutture hanno permesso all’azienda di essere sempre allineata alle richieste del mercato, fino ad affiancare alla stampa serigrafica tradizionale le più innovative tecnologie digitali. Oggi, nei due stabilimenti, viene offerto un servizio completo di service di stampa con una grande varietà di tecniche e materiali. Attenzione totale al cliente, abilità nello sviluppare¢partnership continuative, flessibilità, capacità di accettare sempre sfide nuove e complesse, rispetto dei valori umani e della natura sono i cardini del lavoro di Maggioni Serigrafia.

h+m è sinonimo di innovazione e accuratezza nel mercato della stampa a caldo. Ecco perché Luxoro si avvale della collaborazione di h+m (azienda partner di Kurz) con oltre 40 anni di esperienza nella produzione di accessori e attrezzature per la stampa a caldo, per realizzare i suoi pregiati prodotti. L’azienda è leader, infatti, nella realizzazione di clichés e tecnologie ad alta precisione mirate a un risultato finale simbolo di vera eccellenza. Caratteristica che fa di h+m un partner sempre affidabile per un successo garantito.

Graf3 è un’azienda che opera nel mercato delle arti grafiche¢da oltre 40 anni, con lo scopo di fornire ai suoi clienti la più ampia gamma di soluzioni per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente stesso conoscenze e tecnologie di ultima generazione. Per questo, alle macchine lito-offset UV e tradizionali, al reparto serigrafico e a quello per la produzione e personalizzazione di card, da settembre 2013 si è affiancato il reparto di stampa digitale wide format, al quale si aggiungono il reparto grafico e quello di prestampa per controllare la qualità e la conformità a quanto desiderato dal cliente. Il tutto per diventare non solo stampatore, ma partner di ogni progetto.

MAGGIONISERIGRAFIA.COM

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MARABU ITALIA

IMAGEM

PI-EMME

Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, che ha la sua sede centrale in Germania, è presente – però - in tutto il mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale per offrire un portfolio di innumerevoli prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite.

Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire tutte le fasi di un prodotto multimediale, dall’ideazione alla modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo approccio multidisciplinare, il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali. Carlo Magrì, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Paola Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl.

Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa. Proprio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nelle arti grafiche, necessitano di avere prodotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette a PI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le numerose macchine presenti in azienda unite alla competenza tecnica degli operatori, le consentono di poter soddisfare, quotidianamente, ogni esigenza nell’ambito delle graphic arts.

MARABU-ITALIA.IT

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le monde fantastique

Le tue idee prendono vita con Inspiration fantastique 2013 by Kurz®. Fantastiche possibilità con le stupende lavorazioni applicate al mondo del packaging. Il tuo prodotto è un sogno che diventà realtà. DISTRIBUTORI ESCLUSIVI PER L’ITALIA DELLE FOGLIE KURZ PER LA STAMPA A CALDO E A FREDDO

Luxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.

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F GEEK CHIC

DI SARA FEVOLA

18 | OVVERO, COME L’IT È DIVENTATA UNA DELLE CHIAVI DI INTERPRETAZIONE DI STILE E TENDENZE PER IL FASHION SYSTEM

L era del digitale avanza e conquista anche il mondo della “haute couture”. Il futuro tanto sognato da designer e artisti come Depero, Tanaka e Sterbak – pionieri nel concepire una moda tecnologizzata nel secolo scorso – ha oggi trovato piena espressione, un posto al sole riconosciuto, voluto, acclamato dalle passerelle di tutto il mondo ed entrato a piena forza nella nostra quotidianità. La tecnologia e l’informatica sono, infatti, parti integranti sia di creazioni straordinarie, come quelle di alta moda, sia di prodotti altamente ingegneristici ma dedicati al mercato di massa, destinati a entrare nelle nostre case e nei nostri armadi. Poteva la moda, seduttrice per eccellenza delle nostre menti, rimanere indenne da ciò che è diventato una tendenza dilagante, ovvero il wearable computing? Assolutamente no. Via, allora, all’esplorazione di una nuova strada verso l’orizzonte della technocouture, la tecnologia che si indossa!


DALL’ELETTRONICA ALLA STAMPA 3D: UNA STELLA CHE NASCE SI RICONOSCE DALLA PASSERELLA

Una moda hi-tech è sicuramente un prodotto che fa tendenza, destinato a far parlare di sé. Ecco perché abbiamo scelto le passerelle e i red carpet per iniziare a darvi un’idea di come questa collaborazione sia oggi più concreta che mai. L’inglese Cute Circuit ha già fatto parlare di sé per gli abiti luminosi indossati da Katy STAMPANTI 3D Il CES 2014 ne ha decretato il Perry e dai Black successo. Le previsioni di fatturato Eyed Peas, oltre vedono nei prossimi sei anni che per il Galaxy uno sviluppo di mercato tale da dress, un abito raggiungere un volume di oltre dieci con una base di miliardi di dollari. Stiamo parlando seta e organza della stampa 3D, una nuova tendenza su cui sono che coinvolgerà trasversalmente stati applicati numerosi mercati. Poteva il fashion ben 24.000 led system stare ai margini? Il 3D printing ultrapiatti e oltre permette ai fashion designer di 4000 cristalli giocare con più materiali, combinando tra loro spessori e consistenze Swarovski. differenti per vestire dalla testa ai Sempre dalle piedi: dagli abiti agli occhiali e alle passerelle è scarpe, per una personalizzazione impossibile non estrema e senza limiti. Ne attendiamo farsi sedurre gli sviluppi dalle prossime passerelle. dall’estro creativo di fashion designers come Vega Wang, che si è ispirata alla costellazione di Alpha Lyrae per creare una collezione di sette abiti luminosi e cangianti, in collaborazione con Vice e Intel. In questo caso, il segreto sta nella scelta di accoppiare il tessuto del vestito a un materiale elettroluminescente in grado, una volta alimentato, di dare profondità all’universo stampato. Assolutamente innovativa e più che attuale è la scelta fatta, invece, dalla stilista Iris Van Herpen. La sua passerella ha visto sfilare alcuni abiti

stampati con le nuovissime tecnologie di stampa 3D Objet Connex di Stratasys e Materialise, per dare “più corpo” ai suoi disegni. Anche Victoria Secrets, il noto brand americano di lingerie, ha adottato questa tecnologia per stampare in 3D un suo corsetto. TESSUTI INTELLIGENTI, FUTURISTICI, INNOVATIVI

La ricerca nel campo dei tessuti tecnologici è molto attiva. La sperimentazione è continua e coinvolge sia i big dell’alta moda sia le società emergenti, impegnate in numerose startup di successo. Traspirazione, resistenza ai raggi UV, utilizzo di nano particelle e di metalli, led e fibre ottiche... ma si lavora anche sui materiali di recupero e green, come ad esempio i tessuti in fibra di bamboo. Sono stati avviati alcuni progetti per lo studio e la messa a punto di tessuti smart che avranno una superficie luminosa e touch, sottile e flessibile. Interessante, a questo proposito, il percorso intrapreso dal gruppo Binda, che con l’orologio Hip Hop è riuscita, tramite la lavorazione RPL (Rubber Pressing Lamination), ad applicare il tessuto sul cinturino di silicone, senza l’utilizzo di colle o elementi tossici. WEARABLE TECHNOLOGY: CHI PIÙ NE HA, PIÙ NE METTA…

Una moda intelligente non è però appannaggio esclusivo dell’haute couture, abituata ai sensazionalismi e ai grandi compratori. La wearable technology ha fatto molto di più, costruendo un legame tra moda e informatica, vestendo di design gli ultimi nanoprocessori (come Edison di Intel, presentato all’ultimo CES a Las Vegas) e trasformandoli in oggetti glamour, utili e irrinunciabili sia per i fashion addicted che per i geek. Il paradigma “Se sei tecno, sei glam!” è la nuova chiave di lettura che il marketing non può ignorare. La moda lo ha capito e allora ecco un fiorire di soluzioni fashion per ogni tipo di tecnologia, di servizio e di consumatore, dal più modaiolo allo sportivo. ED – Emotional Design, ad esempio, è un brand tutto italiano che produce borse molto particolari. Aprendole, uno strip led ne illumina l’interno facilitando la ricerca di portafogli, chiavi, smartphone… e, a questo proposito, la borsa è dotata

anche di un’uscita Usb per ricaricare telefonini, videocamere, tablet. È di Ermenegildo Zegna iJacket, la giacca porta iPod che permette di comandare il lettore mp3 sfiorando un touch control posto sulla manica. Sempre su quest’onda, gli States attendono per la primavera l’arrivo di Motif, un trench impermeabile dotato di un dispositivo wifi e di un caricatore per smartphone posto nel taschino interno, compatibile con gli ultimi modelli Samsung e Apple. …ALTRIMENTI CORRETE AI RIPARI!

Potete scommettere che a Cupertino non stanno certo con le mani in mano riguardo a un argomento così di moda come la tecnocouture. Nasce così la collaborazione tra Apple e Nike: Nike Plus (Nike+). Da Cupertino corriamo a Mountain View: Google e Adidas stanno sperimentando Talking Shoe, una scarpa da running in grado di chattare con i propri contatti di Google + e condividere i progressi fatti in allenamento. E che Google abbia in testa la moda lo hanno fatto capire i celeberrimi Google Glass… Sempre per gli amanti dello sport, all’ultimo Pitti Uomo sono state presentate le calze con led integrato firmate da Gallo. Indossate, la striscia di led si attiva su tutta la lunghezza del polpaccio, segnalando il corridore o chi le ha scelte solo per vezzo.

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DIGITALIC PER CANON

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CANON E LA MODA, AMORE A PRIMA PASSERELLA


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n’altra Milano Fashion Week, un altro fiume di flash e immagini per celebrare quello che – indubbiamente – resta un avvenimento mediatico, oltre che professionale, di indiscussa portata. Proprio sulla base di tutte queste premesse, si comprende facilmente come Canon sia sempre protagonista quando c’è di mezzo il fashion system. Un rapporto stretto e intenso quello tra la moda e l’azienda che, dal 2005, condivide la sua passione per il potere dell’immagine con i professionisti del settore; durante la MFW, ad esempio, grazie all’area Canon Professional Service (CPS) i fotografi presenti alla manifestazione hanno potuto usufruire di un supporto tecnico di qualità, in grado di consentire loro di operare con tranquillità e sicurezza durante le sfilate e non solo. Il portfolio di prodotti Canon è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza: dalla fotografia alle videoriprese, per arrivare al printing con la stampa fotografica home e business, ognuno può trovare il device giusto. Il mondo della moda ha visto protagonista l’azienda affiliata del gigante giapponese Canon Inc., leader mondiale nell’innovazione e nella produzione di soluzioni per l’immagine e l’IT, con un vasto panorama di dispositivi user friendly e professionali di vario genere, proprio per dimostrare che il lato consumer e quello professional possono convivere e integrarsi sapientemente in un settore tanto ambìto ed esclusivo come quello della moda. Naturalmente tutte le attività dell’azienda sono supportate da una vasta gamma di prodotti. Tra le ultime novità ricordiamo PowerShot N100, la selfie camera per raccontare le storie a 360°, dotata di sensore da 12,1 megapixel, zoom ottico 5x, video in formato Full HD e modulo Wi-Fi. La particolarità è il secondo obiettivo posizionato sopra lo schermo posteriore, che serve per immortalare anche l’utente e non solo il soggetto inquadrato. C’è poi Legria mini, il nuovo e originale modello di videocamera che offre flessibilità e libertà ineguagliabili per esprimere e condividere, in tutta semplicità, le proprie passioni attraverso i social media. Legria mini racchiude la tecnologia più innovativa e garantisce un utilizzo facile e pratico, grazie all’obiettivo ultra grandangolare Canon, allo schermo LCD orientabile, al sostegno incorporato e alla connettività Wi-Fi. C’è, poi, EOS 70D, la reflex che combina la tecnologia di imaging Canon con funzioni potenti e creative di condivisione wireless, risultando così una fotocamera ideale per tutti gli usi e in grado di catturare l’istante con immagini e video Full HD mozzafiato. Ha un nuovo sensore CMOS APS-C da 20,2 MP ed è la prima reflex digitale al mondo dotata dell’innovativa tecnologia autofocus Dual Pixel CMOS AF, che offre una messa a fuoco automatica continua durante la ripresa di filmati Full HD e rapida quando si scatta in modalità Live View. Ci sono, inoltre, PowerShot G16 e PowerShot S120, costruite per fornire un entusiasmante livello di qualità delle immagini e di prestazioni nella gamma delle compatte Canon. La capacità innovativa di Canon è a disposizione anche delle aziende, da quelle grandi alle piccole realtà che animano il settore della moda e non solo. Il design, infatti,

non si applica solo ai prodotti, ma anche ai processi e ai servizi. Sfruttando le sue competenze e le sue tecnologie, Canon ha elaborato una soluzione in grado di far risparmiare sui costi di stampa e contemporaneamente migliorare la gestione documentale. La serie di tecnologie e servizi che rende possibile tutto questo si chiama MPS (Managed print services). Con MPS, Canon si pone come partner per la gestione totale o parziale del parco stampanti del cliente, offrendo uno studio sui processi di stampa e quindi l’implementazione della soluzione. Canon dunque non vende più solo prodotti, ma offre un servizio in cui condivide con l’azienda cliente l’obiettivo di ottimizzare le risorse, ridurre i costi e produrre un risparmio concreto. Questo servizio oggi è disponibile non solo per le grandi imprese, ma anche per quelle da 10 dipendenti in su. Con il servizio MPS, Canon si fa carico di tutta l’infrastruttura di stampa, dalle printer ai consumabili, mentre il cliente paga una quota mensile per tutte le sue stampe. MPS si articola in una prima fase di assessment report, che prevede un’indagine sottoposta al cliente online, e in una seconda fase di strutturazione del progetto che definisce le “print policy”, il manuale operativo e la struttura hardware e software. Il programma si conclude con l'implementazione del progetto e con l'integrazione dei dispositivi di stampa nell'infrastruttura, con relativo training per il personale.

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F TRA ME E TECH

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DI MARCO LOMBARDO

Direttore di “Style” - Il Giornale


ANCHE UNA DELLE FIRME PIÙ GLAMOUR DEGLI USA ORA SI INTERESSA DI TECNOLOGIA, PER COLPA DI UNA SUA AMICA. LA STORIA DI RUTHIE FRIEDLANDER E DI COME LA TECNOLOGIA DEBBA ASSOMIGLIARE ALLA GIOIELLERIA PER FINIRE (DAVVERO) INDOSSO ALLE PERSONE

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uthie Friedlander è una giornalista di moda di Elle. Cosa ci facesse lo scorso inizio gennaio a Las Vegas non era chiaro ai più, ma Ruthie in realtà era andata volontariamente ad esplorare un mondo alieno. Ed era tutta colpa di una sua amica: “Allegra lavora nella moda come me ed è una ragazza che ha un gusto grandioso nel vestire. Eppure da un po’ di tempo gira con un terribile braccialetto al polso: si chiama Nike Fuelband e non se ne stacca mai. Com’è possibile? Quel dannato braccialetto mi sta uccidendo”. Ecco dunque perché una columnist di moda si era spinta in Nevada, ma soprattutto ecco perché il mondo del fashion si trova davanti ad una rivoluzione che - a differenza del solito - deve subire: questa volta infatti è la tecnologia ad essere di moda. O quantomeno a diventarlo. Il problema però è mettere insieme le due cose e la chiave - spiega Daniella Vitale, manager (donna) del brand di lusso Barneys - è “disegnare un accessorio tanto bello da diventare oggetto del desiderio”. Roba da stilisti, dunque. E così, ecco che in fondo il giro di Ruthie Friedlander a Las Vegas comincia ad Il vero successo sarà avere un senso: quello tra fashion e hi-tech è un quando le persone si sentiranno fashion matrimonio che s’ha da fare, l’importante è sapere con un accessorio come. “Indossare sempre hi-tech addosso. quel braccialetto al polso è come vestire delle sneakers in metropolitana e cambiarle con dei tacchi a spillo prima di entrare in ufficio. Uccide le mie vibrazioni”. E probabilmente non solo le sue. E quindi: soluzioni? Ayse Ildeniz, vicepresidente di Intel, ne ha una: “Le cose che una persona indossa sono emozionalmente legate al suo carattere, riflettono il suo io. Oggi avere al polso un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un vestito di Prada. Il vero successo sarà quando le persone si sentiranno fashion con un accessorio hi-tech addosso”. Il che vuol dire design, cioè ciò che può unire i due

Le cose che una persona indossa sono emozionalmente legate al suo carattere, riflettono il suo io. Oggi avere al polso un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un vestito di Prada.

mondi che Ruthie fatica ancora a mettere insieme. A Las Vegas ad esempio ci hanno provato quelli di Peeble, l’azienda che ha lanciato lo smartwatch un anno e mezzo fa e che ora si è presentata con modelli in acciaio dal design più vicino a un orologio vero: “Stiamo cercando di produrre qualcosa che non venga considerato solo un pezzo di hardware, ma un modello di gioielleria”. Il risultato di ciò è ancora migliorabile, ma di sicuro è il primo passo in attesa che i chip entrino direttamente nei vestiti, così come futuro comanda. Nell’attesa - e in attesa di convincere Ruthie - non c’è dubbio che la moda debba adeguarsi ai tempi, così come la tecnologia debba piegarsi alla bellezza. Ma soprattutto il primo passaggio sarà spiegare a Rachel Arthur, giornalista del Daily Telegraph, cosa c’è davvero di bello in Nevada ad inizio gennaio: “Durante il Ces ci sono almeno 150mila persone in più a Las Vegas, eppure per entrare nel bagno delle donne non c’è mai la coda”. Ecco: il giorno in cui quei bagni saranno pieni, allora sì che la tecnologia sarà veramente cool.

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INNOVAZIONE IT

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by COMPUTER GROSS La soluzione Cloud 100% per il canale IL CLOUD È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER L’AMPLIAMENTO DEL BUSINESS DEGLI OPERATORI DEL MERCATO ICT. ARCIPELAGO.NET RENDE DISPONIBILE A RIVENDITORI, ISV E SYSTEM INTEGRATOR LE INFRASTRUTTURE, I SERVIZI E LE COMPETENZE INDISPENSABILI PER PORTARE IN AUTONOMIA SUL MERCATO UN'OFFERTA COMPLETA IN QUESTA MODALITÀ

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l cloud è una grande opportunità di business, una delle migliori che la tecnologia metta oggi a disposizione del canale IT. Rappresenta un vero e proprio abilitatore d’innovazione, perché permette di offrire infrastrutture e software as a service, riducendo sia il time to market sia i costi, integrandosi perfettamente con il business tradizionale. Due anni fa Computer Gross ha deciso di operare da protagonista in questo settore e ha fatto forti investimenti infrastrutturali ed organizzativi per poter offrire ai propri rivenditori servizi cloud “white label”, attraverso la business unit Arcipelago.net. I servizi cloud che i partner decidono di portare sul mercato sono erogati dal data center di Computer Gross. Il rapporto con l’utente finale viene quindi condotto completamente dal partner che può aggiungere il proprio valore all’offerta. Bisogna immaginare il data center come un magazzino futuristico che racchiude servizi cloud anziché hardware e software. È un’offerta che il rivenditore può scegliere, comporre, integrare e

proporre, gestendo ogni aspetto della vendita e del servizio. Computer Gross rimane così il fornitore ICT di riferimento per le aziende italiane anche nella delicata transizione verso il cloud. L’offerta Arcipelago.net spazia dai servizi di data center (co-location, housing, hosting, banda di qualità garantita) a quelli di cloud infrastructure (IaaS) come le macchine virtuali e lo storage on demand, senza dimenticare il data management (backup, disaster recovery e business continuity) e gli applicativi in SaaS. Una gamma vastissima che consente di creare delle soluzioni a valore aggiunto per il canale. Inoltre il data center è italiano al 100%, un vantaggio da non sottovalutare. Le maggiori resistenze che il cloud incontra, infatti, sono legate alla perdita di controllo sui dati: gli imprenditori vogliono sapere dove si trovano le proprie risorse IT e vogliono essere rassicurati sulla possibilità di verificarne la collocazione, cosa che non è possibile se ci si rivolge ad altri operatori. Il data center, che ha ottenuto in pochissimo tempo la certificazione ISO/IEC 27001:2005, è stato progettato per garantire elevatissimi

livelli di sicurezza e affidabilità, ospitando un’architettura cloud IaaS scalabile e sicura. Le aree di lavoro adibite all’allestimento e alla manutenzione sono esterne all’area riservata ai rack ed è disponibile un team di tecnici di supporto alle attività degli operatori ICT. Per il monitoraggio dell’infrastruttura interna e dei servizi di cooling, powering ed UPS è stato adottato un unico sistema informativo, che permette di avere 6 livelli di alert e relative procedure di intervento, garantendo SLA elevatissimi per i clienti. Il data center è interconnesso con le reti pubbliche più importanti a livello nazionale ed internazionale. IL CLOUD APRE NUOVE STRADE

Il cloud non è solo una modalità innovativa di offrire tecnologia, ma una vera e propria rivoluzione che apre nuove strade alle software house italiane. Grazie ad Arcipelago.net i partner di canale possono offrire le proprie soluzioni in cloud integrandole all’offerta Computer Gross ed i clienti possono utilizzarle attraverso una connessione web, corrispondendo un canone mensile, certi di avere sempre le soluzioni tecnologicamente più aggiornate sul mercato. Per i


produttori di software ciò si tra traduce in un una riduzione dei costi sti (anche di assistenza) e soprattutto tto nella possibilità di approcciare cia nuovi mercati. “Come Computer Gross è il om distributore a valore alo di riferimento per i prodotti ti ttecnologici hardware e software, e, ccosì Arcipelago vuole essere il p partner principale per tutti gli ope operatori di canale in merito al ccloud – dichiara Moreno Falchi, responsabile dell’intero progetto –. La modalità white label consente agli operatori italiani di crescere nei managed services aggiungendo alla loro offerta un ampio portfolio di servizi cloud. Il programma di canale che Arcipelago.net mette a disposizione è chiaro e attento a preservare il ruolo centrale del partner nella relazione con il cliente finale e la sua autonomia nella definizione della marginalità. Grazie al “Cloud Resource Center” – conclude Falchi –, attraverso un portale e un team di specialisti, siamo in grado di assistere i nostri business partner sia nelle attività commerciali che nelle attività di marketing e post-vendita”. “Computer Gross Italia sta investendo in modo significativo sia nell’infrastruttura del Data Center sia nella creazione di servizi cloud

e nel supporto specialistico – commenta Paolo Castellacci, presidente della società –. Abbiamo deciso di creare una business unit completamente focalizzata sul cloud “Arcipelago.net” che è a totale disposizione dei partner. Per noi si tratta di una scelta strategica in linea con la nostra missione: vogliamo garantire agli operatori italiani di informatica il mantenimento del loro ruolo nei confronti dei clienti, offrendo servizi cloud ospitati nel territorio nazionale ed erogati con un provider che, per sua natura, li affiancherà sempre nella crescita del loro business. Il nostro successo sarà sempre e indissolubilmente legato al successo del nostro canale.”

La nostra missione è essere il partner di riferimento e neutrale per gli operatori di canale nella loro offerta cloud

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COMPUTERGROSS.IT ARCIPELAGO.NET VIA DEL PINO 1 50053 EMPOLI (FI) TEL. 0571 9977 FAX 0571 997 333



MERCATO

COSTRUIRE UN COLOSSO IN 48 ORE DI FRANCESCO MARINO

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Sono bastate 48 ore a Lenovo per guadagnare il posto d’onore al centro del mondo hardware. L'operazione non è stata economica, anzi: l'azienda cinese ha speso infatti 5,21 miliardi di dollari per assicurarsi la divisione server pc di IBM e per rilevare Motorola da Google, che l’aveva comprata solo nel 2011 per 12,3 miliardi di dollari. Il mondo dell’hardware è di fronte ad un nuovo cambiamento di baricentro, spostatosi ad Oriente. Lenovo, dopo aver acquisito anni fa la divisione pc di IBM, si è presa un altro importante pezzo di Big Blue: tutti i server x86, ovvero quelli con processore “pc”. IBM continua dunque nella sua strategia di concentrarsi solo sui business a più alto valore, mentre Lenovo marcia spedita verso la vetta dei produttori hardware, non solo pc, ma anche server. IBM manterrà la serie Z (mainframe), i

Power System, gli Storage System e tutta la linea PureSystem, e proseguirà nello sviluppo di software per le piattaforme Windows e Linux. Contestualmente alla vendita è stato raggiunto anche un accordo Oem: IBM continuerà quindi a fornire il software per i server x86. Il prezzo previsto è di 2,3 miliardi di dollari (di cui 2 miliardi in liquidità e il rimanente in azioni Lenovo). 7.500 dipendenti IBM passeranno al brand cinese, o almeno riceveranno un’offerta per cambiare “casacca”. 48 ore dopo i server è arrivata l’acquisizione da Google, per quasi 3 miliardi di dollari, di Motorola. L’accordo prevede il pagamento di 2,91 miliardi di dollari, di cui 1,41 versati alla chiusura dell’accordo (660 milioni in contanti e 750 in azioni Lenovo); il resto verrà pagato nel corso dei prossimi 3 anni. La multinazionale cinese così si porta a casa tutto il portafoglio di prodotti mobile

di Motorola, compresi i famosi Moto X e Moto G, mentre i brevetti rimangono a Google. Una delle ragioni che può aver spinto Big G a vendere Motorola così in fretta è la volontà di fare pace con Samsung grazie alla cessione di un concorrente diretto del suo principale partner hardware. Per Lenovo, invece, questa acquisizione significa assicurarsi una posizione preminente nel mondo mobile, potendo sfruttare le sue fabbriche per economia di scala e rendendo il brand più profittevole. Molto soddisfatto Yang Yuanqing, Ceo di Lenovo, che ha dichiarato di poter contare ora su un brand iconico. Prima di queste due acquisizioni Lenovo era già una multinazionale potente, al primo posto al mondo nella produzione di pc, ma adesso è un vero e proprio colosso, in grado di competere con tutti in ogni segmento hardware.


DOSSIER

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IL GESTIONALE NON HA PIÙ CONFINI INTERNAZIONALIZZAZIONE E MOBILITÀ SONO I NUOVI REQUISITI PER SOLUZIONI CHIAMATE AD ESSERE SEMPRE PIÙ FLESSIBILI E FACILI DA USARE, DOVE L'INTEGRAZIONE NON DEVE RAPPRESENTARE UN OSTACOLO E IL CLOUD È UNA RISORSA DI GIUSEPPE GOGLIO


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el gestionale di oggi è rimasto ben poco dei vecchi programmi di amministrazione per uffici. Divenuto il centro del sistema informatico di molte imprese, spesso è il trampolino di lancio per nuovi progetti, tecnologie inedite e piani di espansione all’estero. “Le priorità delle aziende vanno nella direzione della flessibilità e della capacità di analisi legate strettamente alle esigenze di mercato, che portano all’internazionalizzazione e all’adozione di strategie che permettano di reagire ai cambiamenti – esordisce Gianluca De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle Applications di Oracle –. La domanda di flessibilità trova una risposta nel cloud, mentre le valutazioni costruite sui dati devono essere infallibili, perché oggi non si possono commettere errori”. Gli aspetti da prendere in considerazione per chi propone e per chi cerca un Erp in linea con le più attuali esigenze sono molteplici. “Nonostante la maturità, il settore continua a crescere mostrando trend positivi – osserva Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione Dynamics di Microsoft –. Le funzionalità richieste sono variabili, ma è possibile individuare alcuni elementi che trainano questo mercato, tra cui la facilità d’adozione e di utilizzo e la mobility, oltre all’integrazione con i social”. La serie di combinazioni è notevole, ma per le software house questa è una possibilità in più di individuare un settore nel quale specializzarsi. “Le richieste sono molto eterogenee, ma ultimamente spicca l’e-commerce – spiega Saimor Schiavon, product manager di Evolution –. Tutti vogliono sfruttare la base dell’Erp e trasformarla in uno strumento di crescita tramite questo servizio”. “Gestione snella della supply chain, internazionalizzazione dei processi e business analytics pervasiva sono elementi emergenti – aggiunge Luisa Ferrari, responsabile presales Sage Erp X3 di Formula –, che si completano con processi visuali intuitivi, workflow strutturato e Crm nativo”. Di fronte a una situazione interna poco favorevole, è importante cercare fortuna all’estero. “Osserviamo ultimamente una maggiore richiesta di Erp in grado di supportare esigenze di internazionalizzazione – sottolinea Massimiliano Ortalli, general business director E&C organization di SAP –. Anche le Pmi italiane cercano quindi soluzioni in grado di gestire non solo lingue differenti, ma anche fiscalità di diversi Paesi”. “Le imprese che competono sono quelle che dimostrano la capacità di muoversi sui mercati internazionali, e questo impone ai produttori di rispettare nuovi requisiti – conferma Alessandro Guidi, business development JGalileo di 4Words –. Oltre a localizzazione e fiscalità, anche integrazione di processi e dati con strumenti di BPM e performance management, indispensabile per andare oltre il tradizionale controllo di gestione e osservare le prestazioni dei singoli processi”. Nuovi scenari determinano quindi nuove esigenze, di fronte alle quali l’offerta deve adeguarsi prontamente.

“Fondamentale è anche il mobile Erp – puntualizza Alexander Kiesswetter, director cast business applications di Dedagroup Ict Network –. Tentativi di mappare tutte le esigenze dell’azienda in un unico gestionale spesso sono falliti, cosa che sta portando lentamente a sistemi più aperti, integrabili e di conseguenza più flessibili”. “Ultime, ma non perché meno importanti, le funzionalità di business risk, ossia rendere disponibili nativamente dati ed elaborazioni atti a calcolare l’affidabilità dei clienti, anche potenziali, e dei fornitori – interviene Attilio Bachetti, product marketing manager di gruppo TeamSystem –. Una funzione che, a causa del contesto economico difficile, sta assumendo sempre più importanza nella gestione aziendale quotidiana”. Dove aumenta la complessità, acquisisce importanza la capacità di combinare gli strumenti a propria disposizione. “La parola chiave è integrazione con tutti gli applicativi aziendali – avverte Giorgio Mini, vicepresidente di Zucchetti –. Un altro requisito fondamentale è la tecnologia web, che rende possibile un modo di lavorare partecipativo e collaborativo”. Rispetto ai primi progetti gestionali c’è però un fattore importante con il quale i fornitori sono chiamati a fare i conti. “Gli utenti sono più esigenti – rileva Massimo Vaccarino, amministratore delegato di Thesma –. Si sta affermando la consapevolezza che un Erp non serve soltanto a rispondere alle esigenze amministrative e gestionali di un’azienda, ed emergono dunque esigenze che in passato davamo per scontate. Funzionalità apparentemente consolidate, quali budget, contabilità analitica, Crm ed e-commerce, vengono ora richieste anche dalle aziende meno strutturate”. INCERTEZZA NELLA NUVOLA Probabilmente più che in ogni altro settore, l’opzione cloud negli Erp pone un’azienda di fronte al fatidico dilemma sul se, come e quando adottare il nuovo modello. “Attualmente lo spostamento nel cloud rimane ancora pionieristico – rileva Giuseppe D’Amelio, ES Italy industry leader manufacturing di HP –, con ostacoli diversi che vanno dal semplice scetticismo alla sicurezza dei dati, fino alla difficoltà di cogliere i benefici di una trasformazione che cambia gli asset del dipartimento IT ”. Prima ancora delle valutazioni tecnologiche, resta spesso insormontabile l’ostacolo di natura emotiva. “La diffidenza in Italia è ancora forte – ammette Guidi –. Tuttavia, due cambiamenti nei costumi individuali ne porteranno in tempi brevi al superamento. Prima di tutto, la generazione digitale è abituata a condividere la propria vita privata in Rete, e inoltre stiamo passando dalla modalità informatica individuale solitaria a quella individuale collaborativa”. Dopo anni di titubanze il cambiamento non sembra lontano. “Negli ultimi dodici mesi il ruolo del cloud è mutato radicalmente – riflette Vaccarino –. Le perplessità iniziali, in particolare delle aziende più piccole, sembrano essere state superate. Ormai la quasi totalità delle richieste

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TECH&FASHION

KELYAN L’ALTA TECNOLOGIA DIVENTA SEMPLICE

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iù di trent’anni di esperienza nel mondo dell’alta sono tanti, e significano ll’alta tecnologia son chee Kelyan ha sap saputo interpretare al meglio tutti cambiamenti e gli stravolgimenti che tti i camb l’innovazione ha portato in questo periodo. nno Per farlo occorre una visione strategica chiara, che ha portato la società ad elaborare un messaggio che è anche una missione: rendere la tecnologia semplice. Le aziende devono guardare alle soluzioni informatiche non come ad una cosa complicata o che limita l’attività, ma come ad uno strumento che libera le potenzialità dell’impresa, risolve i problemi e le procedure e permette di concentrarsi sulle attività davvero strategiche. Da più di dieci anni Kelyan si è specializzata sui servizi in modalità cloud e su soluzioni innovative che aiutano le aziende a creare efficienza di processo e a sviluppare con successo il proprio business. Le soluzioni proposte vanno dall'automazione del processo vendita alla dematerializzazione dei cicli attivo

e passivo, dalla schedulazione della produzione alla gestione della logistica, dalla gestione amministrativa all'acquisizione di informazioni essenziali per il processo decisionale. L'obiettivo di Kelyan è rendere semplici all'utente le tecnologie complesse, affinché possa sfruttarle per il proprio business. Forte della pluriennale esperienza nello sviluppo di soluzioni dedicate, la società si propone come partner alle imprese con lo scopo di operare insieme offrendo tecnologie all'avanguardia per ottenere soluzioni puntuali, indipendenti e integrabili, che consentano una riduzione dei costi e un incremento di produttività, così come l'ottimizzazione delle risorse. Le soluzioni Kelyan permettono di incrementare la competitività, risolvono la problematica della gestione degli utenti in mobilità e garantiscono la sicurezza degli strumenti di lavoro.

I “SERVICE ELEMENTS” Kelyan ha sviluppato una serie di "Service Elements" già pronti per risolvere problemi di processo nei vari ambiti aziendali e per gli utenti in mobilità, utilizzando tecnologie proprie e di terzi. Tra questi il servizio ciclo passivo, la raccolta ordini per tablet, il servizio di Business Intelligence e tanti altre soluzioni relative ai processi di

vendita, assistenza e produzione. Non solo: la società, grazie a innovativi servizi cloud, soluzioni on-demand, on-premise, pay per use e progetti ad hoc, propone le tecnologie di ultima generazione per qualsiasi sistema informativo.

I SETTORI VERTICALI Diversi sono i settori verticali per i quali Kelyan ha studiato soluzioni specifiche: si va dal comparto agroalimentare al finance, dalla logistica e trasporti al machinery, dalla sanità alla moda. Proprio in quest'ultimo segmento la società ha sviluppato NAV Moda. Si tratta di una soluzione gestionale per le imprese di abbigliamento strutturate in commercializzazione e/o produzione.


NAV MODA IL GESTIONALE CHE FA TENDENZA

AV M Moda è stato o sv sviluppato vil come verticalizzazione specifica per il settore errt rt izza zzazi Fashion, F Fa shio una soluzione completa per processi a ciclo stagionale. Basata su Dynamics NAV, dispone dell'interfaccia nativa con Office. Per società che operano anche all'estero è stata localizzata in 46 Paesi. NAV Moda si caratterizza peri suoi costi minimi di avviamento e per la sua semplicità di utilizzo e di manutenzione. Numerosissime le sue funzionalità. Per le collezioni gestisce l'anagrafica prodotto, la distinta base, le schede tecniche e le misure, la cartella colori, l’assegnazione delle varianti, i listini vendita, i barcode dei diversi articoli e la scheda costo. Gestisce inoltre l'ordine di campionario, i lanci multipli, le spedizioni e il tracking. In ordine alle vendite gestisce il budget per obiettivi per gli agenti, consente il data entry (compresi gli ordini via web) e, grazie alle funzioni di Business Intelligence,

realizza analisi e statistiche di vendita, permettendo inoltre di realizzare le proiezioni di vendita per linea di prodotto o singolo articolo. Per le aziende che producono NAV Moda realizza il calcolo dei fabbisogni preliminari dei materiali di consumo, gli approvvigionamenti, gli acquisti, il magazzino degli stessi materiali e tutti gli aspetti fiscali. Per quanto riguarda il Conto Terzi organizza i carichi di lavoro e controlla l'avanzamento della produzione. Gestisce il magazzino, pianifica le spedizioni e la fatturazione, redigendo tutta la documentazione necessaria e le statistiche per successive analisi.

dispone di un portale per la supply chain collaboration, che consente lo scambio di documenti e informazioni in tempo reale tra diversi sistemi, basato sull'integrazione con Microsoft BizTalk Server.

PERCHÈ P PE RC R CHÈ ÈS SCEGLIERE CE C EGL EGL LIE IERE EN NAV AV VM MODA ODA OD A INTERFACCIA INTERF INT ERFACC ERF ACC CIA IA INT IN INTERATTIVA NTERA N ERATTI ATTI T VA VA CON CO CO ON OF O OFFICE FFIC FICE FICE LOCALI LOC LOCALIZZATO AL ZZA ALI ZZATO TO IN 46 PAE PAESI SI COSTI COS TI MIN MINIMI IMI M DI D AV AVVIA AVVIAMENTO V MEN VIA NTO O SEMPLI SEM SEMPLICITÀ PLI LICIT C À DI CIT DI A APPRENDIMENTO PPREND PPR ENDIME END IME MENTO NTO T SEM S SEMPLICITÀ EMPLI PLICIT CIT ITÀ À DI DI M MANUTENZIONE A TE AN ANU TEN NZIO IONE NE MODALITÀ MOD MOD O AL ALITÀ ALI LIT TÀ ÀO ON N PR PRE PREMISE RE EMIS SE MOD DALI AL LIITÀ L TÀ C CLO LOUD U MODALITÀ CLOUD

IL CONTROLLO Per quanto riguarda amministrazione, finanza e controllo, NAV Moda prevede innumerevoli funzioni che coprono tutte le necessità, compresa la contabilità internazionale e il consolidamento dei dati finanziari per più filiali, la gestione del budget con funzionalità di import/ export dati da e verso Microsoft Excel, la gestione cespiti, il cruscotto con indicatori di prestazione, il reporting finanziario e le riclassificazioni di bilancio, l'audit trail completo e molto altro. Inoltre l'accesso a dati, report, avvisi e attività comuni è possibile tramite le pagine Role Center, che forniscono informazioni personalizzate per il ruolo di ciascun utente autorizzato. Infine, la soluzione

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è relativa a soluzioni cloud”. In questo caso, però, i risultati sono strettamente legati al cliente. “L’interesse manifestato è elevato, ma la diffusione al momento riguarda prevalentemente le grandi organizzazioni. In genere i progetti riguardano la posta elettronica e i sistemi di unified communication e di collaboration, piuttosto che il Crm – ribatte Emiliano Rantucci, principal consultant per Microsoft Dynamics di Capgemini –. Il fenomeno è comunque in rapida evoluzione, sia per l’attenzione da parte dei media, sia grazie all’adozione del cloud nei dispositivi mobili personali”. Qualcosa si muove, e se i risultati finora si sono rivelati inferiori alle attese, la colpa non è solo dello scarso coraggio dei clienti. “Il cloud rappresenta una novità molto importante, anche se il mercato in cui operiamo non è ancora pronto a spostare nella nuvola i contenuti delle applicazioni core – riprende Davide Astolfi, market manager imprese di 24 ORE Software –. Per competere è fondamentale presentare un’offerta ibrida che garantisca un’ampia scelta di contenuti fruibili in modalità classica, web o in mobilità”. Il tempo, in ogni caso, gioca a favore dei fornitori. “L’interesse è in grande crescita – conferma Barbara Reffi, amministratore delegato di Passepartout –. Spesso l’imprenditore non conosce ancora i vantaggi concreti che questa tecnologia può offrire, ma quando viene adottata il gradimento è estremamente elevato”. Chi ha trovato la giusta combinazione può cantare vittoria. “Considerando le cinquemila aziende utenti del nostro Giobby.com, la risposta al cloud è sì – puntualizza Nicola Falasca, amministratore unico di Digitalsoft –. La fiducia è aumentata anche grazie agli enormi benefici in termini di collaborazione. Diventa infatti possibile lavorare ovunque, anche lontano dall’ufficio e dal computer”. SOLDI SPESI BENE Una dimostrazione di maturità del settore gestionale è legata al momento in cui i bilanci concedono margini di manovra ridotti all’osso. Contrariamente a quanto si potrebbe infatti ipotizzare, non è il prezzo il principale parametro di scelta. “Le aziende continuano a investire in applicazioni gestionali – osserva

Enza Fumarola, VP sales southern Europe di Infor –. Hanno compreso l’importanza di uno strumento che analizzi e qualifichi le informazioni e le renda disponibili in tempo reale”. Più di spendere poco, il pensiero è orientato verso la garanzia di farlo bene. “È importante accertarsi che le soluzioni da implementare siano standard – riprende Antonella Mori, sales manager ERP Dynamics di Brain Force –. Le personalizzazioni comportano dei costi troppo elevati per la maggior parte delle aziende, sia in fase di sviluppo dei progetti che nei momenti successivi”. Quando la spesa diventa un limite all’apparenza invalicabile, anche timori coltivati a lungo possono essere superati. “Cresce la richiesta di servizi cloud che permettano di lavorare in modo flessibile – osserva Giobby – e siano adattabili al proprio business. Molti cercano gestionali e sistemi gratuiti o comunque utilizzabili senza costi fissi”. Dalla combinazione tra un’utenza più matura e una maggiore attenzione agli acquisti è scaturita una generazione di utenti esigenti. “Si punta a soluzioni integrate che, allo stesso tempo, presentino caratteristiche di modularità e flessibilità – spiega Bachetti –. Un altro aspetto molto importante è la tangibilità del ritorno dell’investimento: le Pmi necessitano di certezza dei tempi entro cui la spesa porterà benefici misurabili”. “Ci chiedono sempre di più tempi e costi certi per avere il prima possibile un ritorno sull’investimento – conferma Mini –. Inoltre, per evitare i disagi provocati dalle attività di system integration, si privilegia il fornitore globale, ossia quello in grado di coprire tutte le aree aziendali con soluzioni nativamente integrate”. AL PASSO CON I TEMPI Un gestionale è chiamato anche a rispondere tempestivamente ai cambiamenti di scenario, senza tuttavia dimenticare la rigidità alla base dettata dalle procedure amministrative e commerciali. “Le caratteristiche in cui viene richiesta maggiore flessibilità sono, da un lato, la possibilità di scalare e crescere senza cambiare il software partendo da un investimento limitato – spiega Schiavon –. E, dall’altro, la versatilità delle piattaforme per poter utilizzare il programma”. Diventato strumento

ALESSANDRO GUIDI 4words EMILIANO RANTUCCI Capgemini Italia ALEXANDER KIESSWETTER Dedagroup ANTONELLA MORI Brain Force ENZA FUMAROLA Infor DAVIDE ASTOLFI 24 ORE Software BARBARA REFFI Passepartout ATTILIO BACHETTI TeamSystem

accessibile praticamente a ogni figura aziendale, un gestionale deve di conseguenza adattarsi a qualsiasi situazione. “Deve essere aperto alla supply chain e ai partner commerciali – sottolinea Ferrari –, inoltre deve essere semplice e impostato con una logica a eventi”. “I gestionali devono consentire l’accesso immediato ai dati attraverso qualsiasi dispositivo, permettendo di adattarsi a nuovi metodi produttivi e a nuove strategie di business – riprende Fumarola –. Interfaccia e procedure devono essere a livello consumer, migliorando la produttività e la connettività, con funzionalità specifiche per ogni settore”. “Tutto questo è possibile soltanto attraverso una flessibilità del sistema informativo – deduce Mori –. Il software deve adattarsi in maniera veloce a nuovi contesti aziendali, in


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L'Erp non passa di moda DI GIUSEPPE GOGLIO CRESCE L'ATTENZIONE DI FORNITORI E SYSTEM INTEGRATOR PER UN SETTORE PROMETTENTE CON RICHIESTE IN AUMENTO, DOVE I CASI DI SUCCESSO SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO

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modo da consentire lo sfruttamento delle opportunità di mercato”. Come un valido collaboratore, inoltre, deve essere in grado di anticipare le mosse dell’operatore. “Per noi l’utente non deve ricercare ciò che deve fare, ma è il sistema che lo informa e gli mette a disposizione le funzioni giuste – spiega Astolfi –, grazie a un motore di workflow che traccia le azioni eseguite nel gestionale”. IL CANALE DELLA PERSONALIZZAZIONE Assecondare le esigenze delle aziende non è un compito facile. “Nelle nostre soluzioni la flessibilità è ottenuta anche attraverso un ambiente di sviluppo per i partner – spiega Reffi –, che permette di realizzare personalizzazioni e verticalizzazioni senza alterare lo standard”. Con la personalizzazione aumentano le quotazioni del canale, a condizione di conoscere il gestionale. “Da tempo ai partner sono richieste non solo competenze relative al prodotto o alle funzionalità – spiega Rantucci –, ma anche una conoscenza dei mercati o relativi segmenti”. Spetta a chi agisce sul campo tradurre le potenzialità di un software in uno strumento capace di giovare alla competitività. “Vediamo nella qualità del catalogo dei servizi l’elemento distintivo – conclude Mimmo Solida, vice direttore generale fashion e retail DDway di Dedagroup ICT Network –. Basato su best practice di settore con una fornitura centralizzata del servizio, facilita la scelta da parte dei clienti, aumentando la trasparenza e la confrontabilità dei servizi IT”.

SAIMOR SCHIAVON Evolution RICCARDO SPONZA Microsoft MASSIMO VACCARINO Thesma NICOLA FALASCA Digitalsoft GIANLUCA DE CRISTOFARO Oracle MASSIMILIANO ORTALLI SAP LUISA FERRARI Formula GIUSEPPE D'AMELIO HP GIORGIO MINI Zucchetti

Componente software indispensabile per un'azienda, il gestionale si presenta spesso come un abito ritagliato su misura. L'offerta verticale nel mondo della moda copre una fetta importante della domanda e, fattore non trascurabile, appare meno sensibile di altre agli umori del mercato. "Il fashion è uno dei mercati più dinamici, proprio perché molto esposto su scala internazionale – afferma Gianluca De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle applications di Oracle –. Le priorità ruotano intorno al concetto di Customer Experience, che include anche il primo contatto e il postvendita. Abbiamo costruito soluzioni ad hoc, che vanno dal mondo dei social media, con la capacità di analizzare e gestire le interazioni, alla realizzazione di siti web intelligenti, fino alla coerenza della comunicazione su più canali". Oltre alle prospettive di un mercato sempre dinamico, la realtà del settore presenta diversi spunti per progettisti alla ricerca di nuove opportunità. "La sfida del fashion è sempre più influenzata dall’innovazione possibile in area CRM, SFA (Sales Force Automation)e market analytics – spiega Giuseppe D'Amelio, ES Italy industry leader manufacturing di HP –. Qua l’ERP fonde in maniera unica i processi di produzione, di gestione magazzino, di distribuzione e di gestione del punto vendita senza soluzione di continuità, con chiare esigenze di integrazione". Anche il presente però non manca di offrire esempi interessanti. "Per ottenere maggiore efficienza e produttività e per gestire al meglio i dati, Massimo Alba Cashmere, azienda produttrice di maglieria, ha implementato Dynamics NAV – racconta Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione Dynamics di Microsoft –. Un altro caso da citare è senza dubbio Macron, azienda produttrice di abbigliamento e accessori tecnicosportivi, che inseguiva il miglioramento del processo di gestione dei dati di magazzino, la tracciabilità real-time di tutte le informazioni a sistema e la scalabilità dell’intera piattaforma". "Abbiamo annunciato a metà gennaio la disponibilità di una nuova applicazione mobile e l’avvio a livello globale di una serie di collaborazioni con aziende operanti nel settore moda, calzature e accessori, a partire da Adidas, Luxottica e Tommy Hilfiger – conclude Massimiliano Ortalli, general business director E&C organization di SAP –. Intendiamo inoltre lanciare una nuova soluzione dedicata al fashion, che consentirà ai marchi di produrre e vendere i propri prodotti facendo leva su un’unica soluzione verticale".


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C

reatività e business insieme. Lectra è specializzata nella produzione di soluzioni tecnologiche integrate per automatizzare, ottimizzare ed accelerare la progettazione, lo sviluppo e la fabbricazione dei prodotti nel settore tessile e ha creato una piattaforma che porta il lavoro di squadra, determinante per le aziende della moda, all’interno di un software. Harari, Ceo Lectra, ci crede: “Il mondo continua ad evolversi

rapidamente. I cambiamenti economici e sociali sottolineano i bisogni delle imprese del fashion per il controllo e la flessibilità. Integrare perfettamente la progettazione e lo sviluppo prodotto nelle aziende del fashion e dell’abbigliamento permette loro di esplorare nuovi territori, in termini di maggiore creatività e maggiore efficienza. L’assetto della squadra e la collaborazione sono prerequisiti per la crescita del business”. Partendo da qui, Lectra ha sviluppato la nuova release del prodotto

Lectra Fashion PLM V3R3: chi lo utilizza è in grado di creare e condividere informazioni attraverso una piattaforma comune di lavoro e così il team creativo può usarla per aggiungervi direttamente informazioni, riducendo i tempi e minimizzando gli errori. “Lectra Fashion PLM V3R3 supporta il lavoro di squadra privilegiando la comunicazione visiva e la condivisione in ogni fase del processo di sviluppo. Abbiamo drasticamente migliorato l’esperienza dell’utente per rimuovere gli ostacoli alla collaborazione e stiamo cercando di soddisfare le esigenze di entrambe le personalità, creative e tecniche, che sono presenti all’interno di un’azienda del fashion”, aggiunge Anastasia Charbin, Lectra Fashion marketing director. Convogliare le diverse aree, dal reparto creativo a quello tecnico fino al reparto produttivo, sulla medesima piattaforma rende possibile fornire importanti contributi alla realizzazione del prodotto utilizzando strumenti e competenze già acquisite dai singoli uffici. Il software integra anche la prototipazione 3D: aumentando le opzioni di design si riducono i tempi e diminuisce l’esigenza di creare prototipi fisici, tagliando i costi e il tempo per raggiungere il mercato con le novità. Il grande vantaggio è che l’ufficio design e lo sviluppo prodotto possono collaborare all’interno di uno spazio di lavoro condiviso, in cui si può anche parlare attraverso la chat. Questa piattaforma collaborativa permette di avere accesso diretto e in tempo reale alle informazioni condivise. Anche il management può beneficiare di significativi vantaggi: approvare gli stili grazie alla visualizzazione di una realistica simulazione senza passare attraverso il prototipo fisico, infatti, facilita il lavoro del manager. All’interno della piattaforma PLM Lectra sono state implementate nuove librerie colore e modelli di analisi, aumentando così la produttività e includendo più modelli ed elenchi di test di laboratorio all’interno delle librerie standard.


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NON SOLO UN SEMPLICE CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE. LE DUE SOCIETÀ HANNO STRETTO UN NUOVO ACCORDO PER PORTARE SUL MERCATO UNA GAMMA COMPLETA DI SOLUZIONI, MA ANCHE UN MESSAGGIO DI INNOVAZIONE

U

n nuovo marchio si aggiunge alla squadra di V-Valley ed è uno dei grandi dell’IT, cioè Dell. “V-Valley si propone come distributore delle tecnologie per data center – ha spiegato Luca Casini, direttore commerciale di V-Valley –, quindi il nostro obiettivo è quello di commercializzare prodotti in grado di proporre diverse soluzioni al riguardo, ma ciò non è sufficiente. In un mercato che si evolve molto rapidamente, infatti, vogliamo avere in squadra vendor non solo in grado di seguire le tendenze, ma che sappiano anche anticiparle: cerchiamo dei visionari. Dell è tra questi”. L’obiettivo è quello di ampliare l’offerta nella fascia enterprise con un brand in grado di proporre soluzioni in diversi ambiti, dal server al software fino al networking. “La tecnologia Dell sta riscuotendo

grande successo sul canale IT – ha sottolineato Adolfo Dell’Erba, channel director di Dell Italia –, in particolare nella fascia delle soluzioni: il networking ci ha dato grandi soddisfazioni, così come lo storage. Era il momento giusto per allargare la nostra presenza sul canale e avere al nostro fianco V-Valley, con la sua capacità di veicolare prodotti e soprattutto di portare un messaggio. È questo ciò che cerchiamo: non solo un distributore, ma anche un partner che ci possa accompagnare in un percorso fatto di formazione, di relazioni e di iniziative”. L’ingresso di Dell nel portafoglio V-Valley è un passo importante, sia perché aggiunge una gamma molto vasta di soluzioni, sia dal punto di vista delle iniziative. “Un’altra delle ragioni di questo accordo – ha spiegato Casini – è l’entusiasmo che abbiamo trovato nel team Dell, nonché la capacità di portare delle novità in termini tecnologici e di approccio. Il loro programma di canale si basa sulla semplicità e questo ci aiuta nella

relazione con i nostri rivenditori”. Le due società hanno già messo in campo diverse iniziative, con l’obiettivo di migliorare la preparazione di Var e System integrator. “Insieme lavoreremo per sviluppare le competenze tecniche e commerciali del canale italiano sull’offerta Dell Enterprise – ha spiegato Dell’Erba –, incrementando ulteriormente il successo riscosso dalla proposizione delle nostre soluzioni, che riteniamo complete e adatte alle esigenze del mercato”. Una su cui puntare da subito è senza dubbio PowerEdge VRTX, una sorta di “data center in a box” pronto per il cloud. Con pochi clic è possibile estenderne la potenza di elaborazione sfruttando risorse che stanno nella nuvola, perché ancora oggi il cloud è considerato dalle aziende italiane come qualcosa di aggiuntivo e non sostitutivo rispetto all’infrastruttura classica. “Stiamo esplorando varie strade – ha concluso Casini – per veicolare le soluzioni cloud più adatte al mercato italiano, e con Dell possiamo valutare differenti alternative”.



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altro nostro punto di forza e sarà l’area nella quale abbiamo intenzione di investire di più. Le Pmi – ha proseguito – le approcciamo al 95% (entro l’anno prossimo al 99%) attraverso i partner. Sono orgoglioso di dire che l’Italia, dal punto di vista dell’utilizzo del canale, ha anticipato già da tempo il programma co-selling, che è diventato una vera e propria strategia a livello mondiale”.

IBM

Arriva alla sesta generazione 40 | DI LUCA BASTIA

GRAZIE AI PARTNER LE VENDITE DEI SERVER SUPERANO LE ASPETTATIVE, E ORA ARRIVA LA NUOVA ARCHITETTURA SPECIFICATAMENTE PROGETTATA PER FORNIRE PRESTAZIONI E RESILIENZA, ADATTA ALLE APPLICAZIONI PIÙ IMPEGNATIVE

L

a X-Architecture per i server System x e PureSystems è giunta alla sesta generazione e promette miglioramenti significativi nelle prestazioni, nella resilienza e nei costi. Questo rafforzerà il buon momento di IBM nel comparto Pmi, che “nel corso del 2013, nonostante l’andamento L'Italia, dal punto di vista del mercato dell'utilizzo del canale, ha IT, ci ha dato anticipato già da tempo il notevoli programma co-selling, che è soddisfazioni”, diventato una vera e propria ha detto Paolo strategia a livello mondiale Sangalli, responsabile del System & Technology Group di IBM Italia (nella foto). “Un successo basato sul fatto che siamo riusciti a

trasferire a questo mercato il nostro messaggio di valore aggiunto della tecnologia integrata, sia per quanto riguarda l’hardware (i sistemi Power, PureSystems e gli X86, lo storage) che il software, portando risultati oltre le aspettative”. Sangalli ha poi aggiunto: “In particolare, le vendite di PureSystems in Italia sono state più elevate che in Germania, Francia e Regno Unito, mentre nel segmento X86 abbiamo la leadership del mercato; ottimi risultati sono arrivati anche nel comparto storage grazie alle nostre strategie dell’Open Stack e del Software Defined (quest’ultima sarà sempre più un fattore di differenziazione). Il successo è stato determinato anche dalla nostra struttura Global Financing, che ha visto crescere del 40% il business finanziato. Lo storage flash è un

X6 ARCHITECTURE Veloce, agile e resiliente. Queste, in sintesi le caratteristiche dell’architettura X6, illustrate Alessandro De Bartolo, manager of PureSystems & System x di IBM Italia. Veloce perché per la prima volta l’architettura dispone di memory channel storage eXFlash integrato, basato su DIMM, che fornisce fino a 12,8 terabyte di storage flash ultrarapido vicino al processore, aumentando le prestazioni applicative grazie alla latenza minima possibile nella scrittura. Agile in quanto la sua concezione modulare e scalabile è in grado di supportare diverse generazioni di CPU, “una caratteristica inedita nel settore – sottolinea De Bortolo – in grado di ridurre i costi di acquisizione fino al 28% rispetto a un’offerta concorrente”. Resiliente, infine, grazie alla funzionalità in grado di estendere i modelli di erogazione cloud ad applicazioni mission-critical. La memoria e lo storage aumentano la capacità della macchina virtuale, per consentire l’erogazione di applicazioni in modalità SaaS. Non solo: i sotto-sistemi di CPU e memoria hanno capacità di autocorrezioni autonome e massimizzano la disponibilità delle applicazioni, individuando anticipatamente i potenziali guasti e intervenendo per correggerli. I modelli di server supportati da questa nuova architettura comprendono attualmente il sistema a quattro socket System x3850 X6, il sistema a otto socket System x3950 X6 e i nodi di calcolo scalabili IBM Flex System x880.


Biennale Internazionale di Security & Fire Prevention

Fiera Milano (Rho) 12.14 NOVEMBRE 2014

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San Paolo - Brasile 13.15 Maggio 2014

Feira Internacional de Segurança e Proteção International Fair of Safety and Protection

San Paolo - Brasile 08.10 Ottobre 2014


PRINTING

LA STAMPA

è tutt’uno con il web 42 | DI FRANCESCO MARINO

HP È IMPEGNATA IN UN PROCESSO DI EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI STAMPA, CHE SEMPRE DI PIÙ SI INTEGRANO CON LA RETE E SI TRASFORMANO IN SERVIZI

S

tampare conviene: non solo perché la carta è tra le risorse più ecologiche del mondo, ma anche perché i nuovi strumenti sono molto più che stampanti. “L’evoluzione dei contenuti – ha spiegato Luca Motta, PPS, printing category director HP (nella foto) – ha portato con sé l’evoluzione della stampa, che oggi è un tutt’uno con la Rete. Oggi si può stampare Grazie alla tecnologia Nfc direttamente (Near field communication) dal telefonino, potremo inviare i dati da e i big data stampare a qualunque printer, stanno solo sfiorandola creando nuove informazioni da visualizzare al meglio sulla carta. Nei prossimi anni questi cambiamenti saranno ancora più intensi e dobbiamo immaginare una

stampa in grado di interfacciarsi con qualunque dispositivo. Grazie alla tecnologia Nfc (Near field communication) potremo inviare i dati da stampare a qualunque printer, solo sfiorandola”. La stampa, soprattutto, diventerà sempre più personalizzata, sia a casa che negli uffici, e sarà l’utente a decidere formati e modalità. La tecnologia che emerge in questo panorama connesso è l’ink-jet, su cui HP punta molto. “È l’unica tecnologia che consente un’altissima qualità – ha spiegato Motta –, ma anche grande produttività per gli uffici, velocità da primato e bassi costi di gestione”. D’altronde i grandi sistemi di stampa industriale analogica sono di fatto delle gigantesche ink-jet, in cui il colore liquido viene versato (con vari strumenti) sulla pagina. HP punta inoltre sulla sua tecnologia PageWide Array.

Si tratta, in pratica, di una testina di stampa larga quanto l’intero foglio che rimane immobile, mentre la carta si sposta e passa sotto gli infiniti microfori. Questo consente di migliorare in maniera significativa la velocità senza perdere in qualità, di abbattere il rumore riducendo le parti meccaniche in movimento e di garantire maggiore affidabilità, perché l’elemento più complesso non subisce stress. Questa tecnologia ha permesso alle stampanti ink-jet di HP di essere utilizzate in ambienti ad alta produttività e di abbassare anche i consumi di energia elettrica, perché non è necessario scaldare ad alte temperature i grandi elementi tipici della tecnologia laser. L’evoluzione della stampa non riguarda solo l’hardware, ma proprio il concetto che, soprattutto nelle aziende, sarà sempre più un servizio. “I documenti sono ormai ibridi – ha aggiunto Motta –. Alcuni nascono sulla carta, altri sono nativamente digitali, ma tutti devono entrare nel flusso di lavoro delle aziende. I sistemi di printing, perciò, dovranno essere sempre più integrati in un ambiente dotato di un'intelligenza software in grado di governare questi documenti così diversi e di mantenere l’efficienza in ogni flusso”. La stampa si evolve in servizio, dunque, come un elemento di un ambiente più ampio. Per questo diventeranno sempre più importanti gli Mps, ovvero i Managed print service. “HP da tempo offre questa possibilità – ha sottolineato Motta –, di trasformare cioè la stampa in un servizio molto personalizzato in cui il cliente possa risparmiare sui costi e avere molte funzionalità aggiuntive”.


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WWW.LENOVO.COM/IT © Lenovo 2014. Tutti i diritti riservati. Lenovo, il logo Lenovo, For Those Who Do e ThinkPad sono marchi o marchi registrati di Lenovo. Intel, il logo Intel, Intel Inside, Intel Core, Ultrabook e Core Inside sono marchi di Intel Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Microsoft e Windows sono marchi registrati di Microsoft Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Altri nomi o marchi possono essere rivendicati come proprietà di terze parti. *Sulla base di dati IDC del luglio 2013.


PUNTO G

DI ANTONELLA TAGLIABUE

UN FUTURO PIÙ UMANO

dall’economia wiki e social 44 |

s

potrebbero venire dai piani o dalle riforme del lavoro, che molti governi hanno annunciato per i prossimi mesi e per i quali si prevede un grande ricorso ai cosiddetti green jobs. Anche per i più scettici nei confronti della politica o delle iniziative istituzionali le buone notizie potrebbero venire dall'economia. Il 2014 potrebbe essere l'anno dell'affermazione dell'economia collaborativa, quella della condivisione massiccia di risorse, in una logica che superi la competizione tradizionale, non solo per eliminare gli sprechi ma anche per raggiungere grandi obiettivi. Un'economia open, molto peer e decisamente wiki. Un altro segnale di incoraggiamento potrebbe venire, in maniera forse inaspettata, dalla finanza. E non si tratta di previsioni, ma di conferme. In attesa dei bilanci 2013, i dati relativi al 2012 delle aziende green italiane sono sorprendenti. Le imprese crescono infatti per fatturato (+3%) ed Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization, un indicatore di redditività spesso utilizzato per comparare i risultati di diverse aziende), che registra una crescita di +13%, e confermano la marginalità media più elevata in Europa (Ebitda margin 25% vs 16%).

SPARITE LE TENDENZE CI RIMANGONO I PARADIGMI. SEMBREREBBE INFATTI CHE SIA ARRIVATO IL MOMENTO DI UN CAMBIO DI PARADIGMA GLOBALE, IN CUI RIDISEGNARE VALORI E MODELLI PER IL FUTURO. IN QUESTO SPAZIO COSÌ APERTO E INDEFINITO UN RUOLO CHIAVE DOVREBBE GIOCARLO LA SOSTENIBILITÀ

econdo alcuni recenti studi sociologici sulle abitudini e motivazioni di acquisto dei consumatori, parlare di tendenze non è più possibile. Nemmeno per la moda, il cui business si è basato per anni sulla capacità di creare, anticipare e affermare nuovi trend. In un mondo in cui tutto avviene in tempo reale anche la moda non può fare altro che "accompagnare" degli stili di vita che non è più possibile imporre, dato che ciò che è trendy nasce in una logica social e collaborativa, cambiando ed evolvendo continuamente. Sparite le tendenze ci rimangono i paradigmi. Sembrerebbe infatti che sia arrivato il momento di un cambio di paradigma

globale, in cui ridisegnare valori e modelli per il futuro. In questo spazio così aperto e indefinito un ruolo chiave dovrebbe giocarlo la sostenibilità. Ma anche in questo caso i segnali sono contrastanti. Molti esperti ritengono che le elezioni europee 2014 porteranno a uno spostamento di voti verso i partiti più conservatori e questo dovrebbe comportare una minore attenzione e un impegno più moderato verso temi verdi, tradizionalmente associati, in maniera troppo sbrigativa, a schieramenti progressisti. I problemi ambientali non hanno finora avuto molto fortuna in politica e, probabilmente, uno degli errori più grandi è stato quello di volerli incasellare in una logica di destra e sinistra, mentre potrebbero essere una buona occasione per accomunare interessi e voti di diverso orientamento; il susseguirsi di eventi meteo estremi, infatti, dovrebbe aiutare la riflessione sui cambiamenti climatici e sulle sue conseguenze. In ogni caso, dei segnali positivi


Amministratore delegato della società di consulenza strategica di Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e gruppi italiani. Da anni si occupa

di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso

biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”.

I risultati sono contenuti nel recente rapporto di VedoGreen e Borsa Italiana http://tinyurl.com/VedoGreen.

RISORSE_ CI CREDONO GLI STRANIERI

Sarebbero però gli stranieri a credere di più in un'Italia verde: nella compagine azionaria delle aziende green nostrane predominano i capitali esteri. Il 75% degli investitori istituzionali è straniero, principalmente statunitense, britannico e svizzero, a conferma di quanto il Belpaese continui a piacere oltreconfine. Le previsioni per le finanze delle aziende verdi sembrano essere rosee per il prossimo futuro. Le sfide da affrontare? Innanzitutto internazionalizzare sempre di più. Poi diversificare la produzione, anche in considerazione del progressivo venir meno di molti incentivi. E, ovviamente, l'immancabile innovazione, soprattutto tecnologica e, perché no, anche collaborativa, laddove sono possibili sinergie industriali. Delle 117 società green quotate, solo 17 lo sono in Italia, mentre le altre sono suddivise tra le borse di tutta Europa. In questo scenario di incertezza qualche dato positivo comunque c'è per chi continua a credere nei trend. La società di ricerche olandese Science of The Time ha raccolto per oltre un anno opinioni e indicazioni "grazie a una rete di oltre 8mila coolhunter" e la collaborazione di decine di università di cinque continenti. Alla domanda relativa a quali forze sociali, economiche e tecnologiche segneranno il 2014, molti hanno risposto indicando la sostenibilità profonda, quella che rende il futuro "più umano per tutti". Non mancano dunque segnali verdi di speranza, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno. E se non rientrate tra gli 8mila che hanno partecipato al sondaggio, non temete. Probabilmente in futuro ognuno sarà coolhunter per qualche minuto.

ASSICURAZIONE DA DISASTRI NATURALI Nel 2013 i disastri ambientali hanno causato più morti che nel 2012, ma sono “costati” di meno. Il dato è fornito da Associated Press in base alle rilevazioni della compagnia di assicurazioni tedesche Munich Re. Nel 2013 le vittime di uragani, tifoni e altri eventi climatici sono state 20mila, quasi il doppio dell’anno precedente. I paesi più colpiti sono stati Filippine, Vietnam, Cina e India. Ma il costo di queste catastrofi sembra essere diminuito. Lo scorso anno 880 eventi sono costati 125 miliardi di dollari, con perdite assicurate per 31 miliardi. Un deciso decremento rispetto al 2012, quando i costi erano di 173 miliardi e le perdite assicurate di 65 miliardi. Ad abbassarli ci hanno pensato un numero maggiore di eventi, ma ciò è dovuto alla minore intensità media degli eventi e al loro verificarsi in paesi sviluppati e meglio attrezzati: i disastri naturali caratterizzati da “bassi costi” sono, infatti, quelli collegati a tempeste e tornado nel centro Europa e negli Stati Uniti.

TRAFFICO DI AVORIO Il governo cinese ha molto ben pubblicizzato la distruzione di 6,15 tonnellate di avorio, seguendo l’esempio di Gabon, Filippine e Usa che hanno recentemente distrutto le loro scorte. Anche la Francia dovrebbe presto fare altrettanto. Si tratta di un atto dimostrativo importante per combattere il traffico illegale e per la gestione trasparente dell’avorio legale. La Cina ha infatti un mercato di avorio legale basato su stock precedenti al 1989, quando è entrato in vigore il divieto internazionale del commercio e l’avorio sequestrato non può essere utilizzato per scopi commerciali. Nonostante i divieti, il 2013 potrebbe rivelarsi un anno record per il traffico illegale di avorio in base ai dati relativi al materiale confiscato, che sono i più alti degli ultimi 25 anni.

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TECNOLOGIA

CONTA L’INNOVAZIONE, NON LA TRADIZIONE DI FRANCESCO MARINO

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“Il nostro settore non rispetta la tradizione, ma solo l’innovazione”: è probabilmente questa la frase più significativa nella lettera che Satya Nadella ha scritto a tutti i dipendenti Microsoft. Da capo del cloud, Nadella è ora alla testa dell'azienda come nuovo Ceo del colosso di Redmond. Un passaggio epocale per molti aspetti. È il primo “non fondatore” alla guida di Microsoft e vi è entrato “solo” nel 1992, ricoprendo vari ruoli sia nella divisione business che in quella consumer. A lui il compito di portare l’azienda che ha dato il software ai pc nel mondo dei post-pc. “In questo periodo di trasformazione non poteva esserci persona migliore di Satya Nadella per guidare Microsoft”, ha detto Bill Gates. “Satya è un leader con grandi competenze ingegneristiche – ha

sottolineato Gates – ma anche con una grande visione di business e la capacità di tenere unite le persone. La sua idea di come la tecnologia verrà utilizzata e vissuta nel mondo è esattamente ciò di cui Microsoft ha bisogno per entrare in un nuovo capitolo della sua storia, fatto di un’estesa innovazione di prodotto e di crescita”. “Microsoft è una di quelle rare società che ha davvero rivoluzionato il mondo attraverso la tecnologia e non potrei essere più onorato di essere stato scelto come leader di questa compagnia – ha detto Nadella –. Le possibilità per l'azienda sono molteplici, ma per coglierle dobbiamo focalizzarci in modo chiaro, muoverci più velocemente e trasformarci continuamente. Una parte importante del mio lavoro è accelerare la nostra capacità di portare prodotti innovativi ai nostri clienti”.

Qui (http://tinyurl.com/NadLett) la lettera che Nadella ha scritto a tutti i dipendenti Microsoft nel momento del suo insediamento, dove si trovano già molte indicazioni su quello che si appresta a fare. “Le opportunità che si aprono davanti a noi ci richiedono di reinventare molto di ciò che abbiamo fatto in passato, innanzitutto per il mondo mobile e cloud, e fare nuove cose” . Nadella parafrasa anche Oscar Wilde: “We need to believe in the impossible and remove the improbable”. Fare l’impossibile, insomma, creando vera innovazione nelle piattaforme e nell’ecosistema tecnologico a disposizione di imprese e persone. “Molte aziende vogliono cambiare il mondo, ma ben poche hanno tutti gli elementi che servono: talento, risorse e perseveranza”, conclude la sua lettera Nadella.


T

F IL BOSS

L ANNO 50 |

DELLA WEARABLE TECHNOLOGY


LA TECNOLOGIA DA INDOSSARE È UNO DEI TEMI PIÙ AFFASCINANTI DEGLI ULTIMI MESI, E STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ L’ATTENZIONE SIA DEGLI OPERATORI DEL SETTORE CHE DEGLI UTENTI. ANCHE SE DEVE ANCORA MATURARE MOLTO, LE PREMESSE PER DEI PRODOTTI DI SUCCESSO CI SONO TUTTE

DI FABIO BOSSI

A

giudicare da quanta “tecnologia indossabile” si è vista nel corso del Consumer Electronic Show di Las Vegas dello scorso gennaio, si può dire che questo è un tema di cui sentiremo molto parlare nel corso di quest’anno. Il pubblico ha mostrato molto interesse per questa nuova categoria di prodotti che, anche se ancora non molto matura, ha evidenziato potenzialità incoraggianti per il futuro. Una gamma ancora in cerca di una propria identità, che si propone al pubblico per sondarne la reazione più che per imporsi. E sembra proprio che quello della tecnologia indossabile sia un settore che vale la pena esplorare. In un futuro non molto prossimo, lo smartphone scomparirà in favore di dispositivi integrati direttamente nei nostri abiti? Sembrerebbe proprio così, soprattutto se si osservano i numerosi prodotti in via di sviluppo e il sempre maggiore interesse dimostrato da aziende del calibro di Samsung, Epson e Sony. Oltre ovviamente a Google e ai suoi Glass, di cui si parla ormai da più di un anno e che (forse) potrebbero arrivare sul mercato già nei prossimi mesi. Le tipologie di prodotto in cui si applica la tecnologia indossabile sono prevalentemente tre: gli smartglasses, gli smartwatch e gli activity monitor. Gli smartglasses devono la loro fama proprio agli occhiali di Google, che è stata capace di stimolare l’interesse sia del pubblico che dei cosiddetti operatori del settore. E il tutto senza che il prodotto sia ancora disponibile: finora sono state distribuite poche centinaia di esemplari a sviluppatori e giornalisti o blogger, e tanto è bastato per saturare la rete con un’infinità di video dimostrativi e di recensioni che esaltano o criticano i Google Glass. Molti ritengono che questi prodotti siano inutili, ma tante altre aziende stanno lavorando su dispositivi analoghi, segno che le opportunità di mercato esistono e sono interessanti. Anche Samsung, infatti, ha annunciato che produrrà dei propri occhiali intelligenti, i Galaxy Glasses, che saranno presentati nel corso dell’IFA di Berlino nel prossimo settembre. Ma Samsung non è la sola

azienda a sviluppare un progetto di occhiali intelligenti. Un esempio tutto italiano è la modenese GlassUp, che dovrebbe lanciare sul mercato i propri smartglasses nel mese di febbraio di quest’anno, secondo quanto riportato nel sito. Anche il settore degli smartwatch è in fermento, sebbene anche qui si parli di numerosi modelli già disponibili ma non ancora pienamente convincenti. La risposta del mercato è infatti tiepida, e anche il Galaxy Gear, lo smartwatch di Samsung, non sembra aver ottenuto i risultati sperati, anche se l’azienda coreana ha smentito i rumors che parlavano di appena 50.000 unità vendute, affermando di aver distribuito ben 800.000 Galaxy Gear in tutto il mondo. In ogni caso, quello degli smartwatch sembra proprio essere un settore che ha bisogno di maturare ancora molto. Le vendite dei modelli esistenti stentano a decollare e, anche secondo autorevoli analisti come Gartner, ci vorranno ancora alcuni anni prima che questi prodotti riescano ad affermarsi. Sempre secondo Gartner, bisognerà attendere almeno fino al 2017 prima che questi dispositivi non vengano più considerati dei semplici accessori degli smartphone e che conquistino il favore del grande pubblico. Un discorso a parte va invece fatto per gli activity tracker, cioè gli oggetti il cui compito è quello di monitorare l’attività fisica degli utenti. Questi dispositivi possono essere delle specie di braccialetti, oppure delle clip da attaccare ai vestiti o da infilare in tasca. Grazie a diversi sensori integrati, gli activity tracker registrano ogni passo compiuto, calcolano le distanze percorse e le calorie consumate, danno suggerimenti su come migliorare il proprio fisico e in alcuni casi anche la propria postura quando ci si siede alla scrivania. Spesso possono anche tenere sotto controllo i battiti cardiaci e analizzare il proprio ciclo del sonno, inoltre si collegano agli smartphone e segnalano chiamate o messaggi in arrivo. Si tratta quindi di prodotti già maturi e con grosse potenzialità, alcune delle quali sono state mostrate nel corso dell’ultimo Consumer Electronic Show.

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Tutti in forma con le calze smart

Una manciata di sensori per App tuttofare

Tra gli accessori “wearable” dedicati al fitness, quelli proposti dall’azienda Heapsylon sembrano essere davvero innovativi. Il brand Sensoria comprende diversi capi di abbigliamento sportivo realizzati con speciali fibre tessibili che, grazie a un procedimento chimico, si trasformano in veri e propri sensori capaci di raccogliere dati. Un esempio sono le Fitness

Quello che l’azienda Kiwi Wearables ha recentemente presentato al Ces di Las Vegas è un prodotto che potrebbe rivoluzionare il mondo della “tecnologia indossabile”. Il Kiwi Move è un piccolo dispositivo, grande circa 4x3x0,9 cm e pesante meno di 30 grammi, che può essere applicato sui propri vestiti e che integra una serie di sensori, cioè accelerometro, giroscopio, magnetometro, barometro, termometro e microfono. Grazie alle interfacce wi-fi e Bluetooth integrate, il Kiwi Move può comunicare con le app di uno smartphone e, con 2 Gb di memoria integrata, può anche semplicemente memorizzare i dati registrati dai sensori. Ma il bello è che può essere programmato con controlli condizionali, e quindi è possibile fargli eseguire una determinata azione quando si verifica un certo evento. Una volta attaccato alla maglietta, per esempio, può capire quando chi lo indossa si sveglia alla mattina ed accendere la macchinetta del caffè, oppure può essere applicato al polso in modo

52 | Socks, delle calze abbinate a una cavigliera elettronica applicata magneticamente. La parte della calza che copre la pianta del piede si trasforma in un sensore che rileva i punti di appoggio del piede e la relativa pressione, mentre la cavigliera, oltre a ricevere i dati, integra un accelerometro e un altimetro che raccolgono informazioni trasmesse a un’apposita app per smartphone tramite Bluetooth. Una piccola memoria interna consente inoltre di utilizzare le Fitness Socks anche senza smartphone collegato, scaricando e analizzando i dati una volta terminato l’allenamento. E le calze, così come gli altri prodotti realizzati con lo speciale tessuto sviluppato da Heapsylon, possono essere tranquillamente lavate in lavatrice. Vale la pena ricordare che Heapsylon è un’azienda americana con sede a Redmond, ma è stata fondata da tre italiani che in passato hanno lavorato per Microsoft. E le calze saranno realizzate da un’azienda di Brescia. Sensoria Fitness Socks sensoriafitness.com

da inviargli comandi tramite gesture, attivando per esempio il microfono o registrando un brano musicale. Il sistema prevede anche la possibilità di impartire comandi vocali. Insomma, un dispositivo le cui potenzialità sono limitate solo dalla fantasia, che sarà venduto a partire da luglio a un prezzo di 99 dollari. Kiwi Move kiwiwearables.com

La musica che aiuta il cuore

Durante il Ces di Las Vegas anche LG ha presentato i propri dispositivi indossabili, segnalandosi per un dispositivo per monitorare la frequenza cardiaca piuttosto originale. Si tratta infatti di un paio di cuffiette stereo con microfono inserito sul filo, che nascondono però due sensori in grado di rilevare il battito cardiaco attraverso il flusso sanguigno dei vasi vicini all’orecchio esterno e di calcolare il massimo consumo di ossigeno. Il filo delle cuffie termina in una piccola scatola che contiene l’interfaccia Bluetooth per il collegamento allo smartphone e alla Fitness App di LG per iOS ed Android, nonché un accelerometro a tre assi per il calcolo delle calorie consumate e della distanza percorsa. Le HRM Earphone possono inoltre funzionare in abbinamento ai Lifeband Touch Activity Tracker di LG, dei piccoli braccialetti dotati di schermo Oled che permettono di visualizzare i dati raccolti dai vari sensori scorrendo fra loro semplicemente con un tocco delle dita sul display. I Lifeband Touch Activity Tracker integrano un accelerometro e un altimetro e possono quindi essere utilizzati anche senza le cuffie. Inoltre permettono, sempre tramite il touchscreen Oled, di controllare la riproduzione di musica e la regolazione del volume audio, di mostrare il Caller ID di eventuali chiamate in ingresso e di rispondere al telefono. LG Heart Rate Earphones lg.com/us/fitness-activity-trackers/ lg-FR74-heart-rate-monitor

Stai dritto su quella sedia!

Chi passa gran parte della giornata seduto ad una scrivania e non mantiene una postura corretta può pagare questa disattenzione con fastidiosi mal di schiena. Lumo Lift è un dispositivo indossabile prodotto da Lumo BodyTech che, fra l’altro, si preoccupa di monitorare la postura dell’utente e di segnalare quando la posizione alla scrivania non è più quella giusta. Di dimensioni molto compatte (circa 25x46x7 mm), il Lumo Lift si applica sui vestiti, preferibilmente nella zona del torace o delle spalle, tramite una clip magnetica che permette di nasconderlo completamente. Per funzionare dev’essere necessariamente abbinato, tramite interfaccia Bluetooth, a uno smartphone e all’apposita app, disponibile per iOS e per Android, che mostrerà il numero di passi compiuti nella giornata, la stima delle calorie consumate e, cosa che distingue il Lumo Lift dagli altri “activity tracker”, il tempo trascorso con una postura corretta. Chi ha la tendenza a “scivolare” sulla sedia può impostare il Lumo Lift affinché gli segnali quando non è più seduto nel modo giusto. Anche in questo caso gli sviluppatori sono ricorsi a una campagna di crowdfunding per procurarsi gli investimenti necessari alla realizzazione del progetto. L’obiettivo era la cifra di 200.000 dollari, ma l’entusiasmo delle persone che hanno aderito ha permesso di raccoglierne ben 500.000. Precedentemente Lumo BodyTech aveva sviluppato, con lo stesso meccanismo di finanziamento, un altro dispositivo per la correzione della postura, il Lumo Back. Lumo Lift lumobodytech.com


iStore

La wearable technology è qui

45° 74· 3.467··/ 9° 21· 6.231··

www.istorelurago.it Lurago d·Erba (Co) Via Dante Alighieri , 48 • tel. 031.69.66.33


Lumus reinterpreta i Google Glass

Mentre Google continua a lavorare ai suoi “occhiali intelligenti”, altre aziende si stanno dando da fare per creare delle alternative. È infatti di pochi giorni fa l’annuncio che Samsung sta preparando i suoi Galaxy Glass, mentre un prototipo particolarmente interessante è stato proposto durante il Ces da Lumus, società specializzata in applicazioni militari che sta per fare il suo ingresso nel settore consumer. Il modello si chiama Dk-40 e si distingue da quello di Google per un diverso sistema di proiezione delle immagini. I Google Glass, infatti, proiettano

La lente a contatto per la realtà virtuale

le immagini in un prisma posto davanti al campo visivo periferico dell’utente, mentre i Lumus Dk-40 dispongono di un sistema che proietta le immagini sull’intera lente destra degli occhiali, eliminando quindi ogni ostacolo dal campo visivo. Sul lato destro c'è un blocco dove si trova tutto l’hardware necessario, mentre al posto del prisma Lumus ha adottato una speciale lente realizzata con le tecnologia LOE (Light-guide Optical Element). Al centro della lente si trovano una serie di microelementi che deviano l’immagine proveniente dal proiettore laterale verso la retina. La risoluzione delle immagini è limitata a 640x480 pixel, mentre quella della videocamera integrata nel blocco laterale è di 5 Megapixel. Lumus distribuirà i Dk-40 a dei partnerselezionati nel corso del mese di marzo, ma non si hanno notizie certe riguardo la loro disponibilità per il grande pubblico.

Uno dei principali problemi nel realizzare dispositivi come i Google Glass riguarda la limitata capacità dell’occhio umano nel mettere a fuoco oggetti molto vicini. Per questo motivo i progettisti devono ricorrere a soluzioni scomode ed ingombranti per mostrare le immagini all’utente, come il prisma dei Google Glass posizionato davanti a una delle lenti. Una possibile soluzione potrebbe arrivare da Innovega, un’azienda che sta sviluppando una speciale lente a contatto che, in combinazione con appositi occhiali, “mixa” le immagini reali con quelle proiettate dal sistema, eliminando i problemi relativi alla messa a fuoco. Le immagini virtuali vengono filtrate dalla lente a contatto iOptik passando solo attraverso una piccola lente al centro della pupilla, mentre quelle reali passano dalla parte esterna. Le lenti iOptik promettono agli utenti di visualizzare immagini in alta definizione in tutto il campo ottico dell’occhio, senza disturbare la visione dell’ambiente. Per esempio, secondo Innovega si potranno vedere film con la stessa qualità delle tecnologia Imax, creare un sistema di realtà aumentata con cinque o più elementi indipendenti visualizzati o immergersi completamente in avvincenti videogiochi. Inoltre le lenti iOptik potranno essere realizzate in modo da sostituire quelle di chi già le indossa per correggere difetti visivi.

Lumus Dk-40 lumus-optical.com

Innovega iOptik innovega-inc.com

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Sony aiuta a “scrivere” il diario digitale

La salute innanzitutto

Sony prosegue il suo viaggio nel mondo della tecnologia indossabile con un “activity monitor”, costituito da un piccolo dispositivo chiamato Core, che si inserisce in un braccialetto in gomma, lo SmartBand, disponibile in vari colori e in tre misure. Il modello di Sony, al contrario dei sistemi analoghi, si preoccupa di creare un log di tutte le attività che si svolgono durante il giorno per 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. In tal modo è possibile misurare l’attività fisica quotidiana, le relative calorie consumate e le ore di sonno. Sony Core è impermeabile ed è anche in grado di riconoscere autonomamente il tipo di attività fisica svolta. Ma lo SmartBand, che lavora in abbinamento all’app LifeLog per Android, è in grado di tenere traccia di tutta l’attività della giornata. Senza bisogno di impostare nulla, LifeLog memorizza le azioni effettuate con lo smartphone, e ogni altro evento può essere “appuntato” dando un leggero colpetto al

Anche il settore medicale guarda con interesse al mondo delle wearable technologies. Per esempio, iHealth ha presentato tre nuovi dispositivi: un misuratore di pressione, un dispositivo per l’elettrocardiogramma e un pulsossimetro. Tutti sono collegabili a tablet e smartphone

braccialetto, che creerà così una sorta di bookmark della giornata. Allo stesso modo è possibile controllare il player musicale dello smartphone, mentre chiamate e messaggi in ingresso vengono segnalati all’utente tramite vibrazione. Lo SmartBand è privo di display, ma è dotato di tre piccoli led che mostrano lo stato del sistema. La sua commercializzazione è prevista per i prossimi mesi, a un prezzo di circa 99 Euro.

tramite Bluetooth e sono in grado di memorizzare informazioni per periodi da 12 a 24 ore. Il dispositivo per la misurazione della pressione arteriosa può essere d’aiuto quando occorre tenerla sotto controllo con rilevamenti continui. Può essere impostato per effettuare la misurazione a intervalli di 15, 30, 45, 60 o 120 minuti, e può memorizzare in autonomia fino a 200 rilevazioni. Il modello per l’ECG integra invece gli elettrodi e si applica al petto del paziente; anche in questo caso i dati raccolti vengono inviati via Bluetooth all’app iHealth MyVitals, che può condividerli con il medico curante tramite cloud. Il pulsossimetro, invece, è costituito da un sensore da dito collegato a un particolare braccialetto e misura la saturazione di ossigeno del sangue, per contribuire a diagnosticare problematiche quali la sindrome da apnea ostruttiva o alcune patologie polmonari. I dispositivi iHealth dovrebbero essere messi in commercio nella seconda metà del 2014, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte dell’FDA.

Sony SmartWare sonymobile.com

iHealth ihealthlabs.com


DIGITALIC PER NITAL

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n un periodo in cui la “wearable technology” sta attirando l’attenzione di molti potenziali utenti, nel settore degli smartwatch spicca il Cookoo Watch dal design classico, con le lancette montate sopra ad un quadrante a cristalli liquidi monocromatico . Una volta abbinato ad uno smartphone tramite l’interfaccia Bluetooth 4.0, il Cookoo Watch avvisa l’utente dell’arrivo di una telefonata o di un messaggio con un segnale acustico e una vibrazione, mostrando la relativa icona sul display. Le notifiche possono essere attivate anche per gli eventi di Facebook e Twitter, per gli appuntamenti presenti nell’agenda dello smartphone e per i promemoria. Anche il player musicale si può controllare dall’orologio, che ha una batteria standard sostituibile la cui durata può coprire un anno intero.

decoder o console di gioco. Il controllo del sistema avviene grazie all’apposita app, disponibile per computer Mac o Windows e per gli smartphone (o tablet) Android o iOS. Tramite l’app Sonos Controller è possibile riprodurre sulle casse wireless i brani musicali della propria libreria, oppure quelli in streaming dai vari servizi online, come Spotify, Rdio o Pandora. Il modello Play:1, inoltre, è resistente all’umidità e può essere installato anche vicino ad una doccia aperta senza correre il rischio di danneggiarlo.

IL SUONO ASSOLUTO A chi ascolta la musica dallo smartphone o dal tablet anche quando torna a casa, Nital propone il sistema audio wireless Sonos, un’intera famiglia di prodotti che possono essere configurati a piacere per creare una vera e propria rete di altoparlanti domestici. Il modello base è il Sonos Play:1, che integra due amplificatori di classe D con un tweeter e un midwoofer da 3,5”, per salire poi verso il Play:3 e il Play:5, rispettivamente a 3 e 5 vie. Per i più esigenti Sonos offre inoltre un subwoofer per enfatizzare ulteriormente i bassi e una playbar che permette di creare un sistema home theatre per lettori blu-ray,

REFLEX CONNESSA Nital è sempre più che attenta allo storico marchio Nikon. Da poche settimane ha infatti lanciato sul mercato una nuova reflex, la D5300, il primo modello ad integrare l’interfaccia Wi-Fi e un ricevitore Gps. È una fotocamera adatta anche agli utenti meno esperti, che garantisce però la qualità d’immagine che ha reso celebre Nikon nel mondo. In questo modello viene impiegato un sensore da 24,2 megapixel in formato DX privo di filtro ottico “low pass”, una soluzione che permette di catturare ogni minimo particolare. La gamma dinamica raggiunge i 12.800 ISO, mentre il processore Expeed4

di Nikon permette alla D5300 di migliorare la qualità delle foto e di velocizzare tutte le operazioni di scatto, riducendo i consumi e quindi prolungandone l’autonomia. In questo modello è stato inserito un ampio display da 8,1 cm di diagonale ad angolazione variabile, che può essere ruotato per mantenere sotto controllo l’inquadratura anche nelle condizioni di scatto più critiche. Grazie al Gps integrato la D5300 registra le coordinate geografiche del luogo in cui si è effettuato lo scatto, mentre ogni foto può essere condivisa tramiten Wi-Fi. Utilizzando l’app per Android e iOS è possibile vedere e scaricare le foto da un tablet o da uno smartphone. Inoltre l’app consente di controllare da remoto la D5300, visualizzando in diretta l’immagine inquadrata e scattando le foto senza intervenire sulla fotocamera.

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F MANAGEMENT

DI MARCO SAMPIETRO

IMPARATE DAL FASHION

LE TECNICHE DI SOCIAL NETWORKING negativi o di domande che l’hanno colta impreparata: rispondiamo? E se sì, chi risponde? Cancelliamo solo quelli negativi e teniamo i positivi? Ma chi monitora i post? Quante volte al giorno? Interazione con commenti moderati. In questo caso l’azienda valuta i post prima che essi vengano pubblicati, oppure agisce a seguito della pubblicazione in modo da eliminare quelli troppo disallineati (per esempio per lessico offensivo, oppure per l’interazione tra utenti che usano Facebook come se fosse una chat personale, perdendo quindi il legame con il post originario). La strategia della moderazione va attuata con molta discrezione, in quanto può causare forti reazioni da parte degli utenti. Commenti liberi. In questo caso l’azienda lascia piena libertà di interazione (salvo interventi in casi eccezionali). Si può notare che le aziende con elevato numero di follower lasciano sempre l’opportunità di interazione (difficile valutare il tasso e le modalità di moderazione presenti). Gli obiettivi comuni alle presenze evolute su Facebook si possono così riassumere: una ricerca di maggiore fidelizzazione del cliente, attraverso un’estensione spaziale e temporale

I SOCIAL NETWORK OFFRONO NUOVE POSSIBILITÀ DI INTERAZIONE CON I PROPRI CLIENTI, MA DA SOLI NON BASTANO: CI VOGLIONO FANTASIA E UNA BUONA DOSE DI CORAGGIO. SOPRATTUTTO SERVE UN’IDEA, E IN QUESTA PROSPETTIVA ALCUNE AZIENDE DELLA MODA POSSONO INSEGNARCI QUALCOSA

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m olti dei brand del settore della moda hanno ormai aperto delle proprie pagine Facebook ufficiali. La presenza sul social network è differenziata a seconda del ruolo che i prodotti svolgono nella pagina e dall’intensità di interazione. Dal primo punto di vista si possono notare due approcci: uno incentrato totalmente sul prodotto, dove la pagina Facebook è composta da diversi post che mostrano la merce dell’azienda; uno che inserisce i prodotti in contesti molto più ampi, in storie o in esperienze documentate sia attraverso foto, sia tramite video e musiche che sicuramente vedono ancora il

prodotto presente, ma non sempre protagonista. Dal punto di vista dell’interazione, invece, si possono notare tre approcci: Interazione solo attraverso “like”. In questo caso siamo di fronte ad aziende che non comprendono appieno la differenza e le potenzialità dei social media rispetto ai siti “tradizionali”. È interessante notare come la storia si ripeta: quando, infatti, nacquero i primi siti web aziendali, alcuni abbracciarono l’opportunità in modalità “l’importante è esserci, poi il come è secondario”. La stessa strategia è però anche adottata da aziende che hanno paura del feedback del cliente, dei suoi commenti (magari anche negativi) oppure non sanno come comportarsi di fronte a questa nuova possibilità di interazione. Personalmente ho assistito al caso di un’azienda del fashion che, da pagina con soli like, ha aperto alla possibilità di postare dei commenti, per poi tornare indietro pochi giorni dopo a causa della presenza di post


SDA Bocconi Professor della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management. Responsabile del corso Project Management

nei Sistemi Informativi. Faculty Member all’MBA ed al Global Executive MBA. Professore a contratto presso l’Università

Bocconi per i corsi Informatica per l’Economia, IT Management e Project Management. Cofondatore di The Base - Project Management Consultancy.

RISORSE I MAGNIFICI 30 Quali sono i brand più amati? Quali hanno più fan e follower? Ecco una classifica stilata da Pivot Conference e Unmetric.

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dell’esperienza nei confronti del brand e dei suoi prodotti; un feedback informativo da parte del cliente che, attraverso modalità destrutturate (commenti) o maggiormente standardizzate (like), permetta alle aziende di comprendere il gradimento e la reputazione del brand, l’accoglienza di alcuni prodotti (con possibili correzioni delle stime di vendita) e le linee di tendenza in atto. Fino a qui il mondo Facebook “classico”. Qualcuno è però andato oltre e ha creato un legame più stretto. Un primo esempio è dato da Nike Mexico attraverso la campagna “Subasta de Kilometros”, lanciata nella seconda metà del 2012. In pratica era necessario scaricare la app Facebook Running+ e poi semplicemente correre, naturalmente portando con sé il device con l'applicazione che teneva traccia dei chilometri percorsi nella settimana, che potevano essere poi caricati

sulla pagina Facebook di Nike per partecipare a delle aste di prodotti aziendali. Ogni oggetto messo all’asta aveva un importo minimo di chilometri per potervi partecipare, e a vincere erano gli utenti disposti a spendere più chilometri. Ogni settimana veniva lanciata una nuova asta. Un secondo esempio è quello di C&A Brasile, che ha lanciato la campagna “C&A Fashion Like”. L'azienda ha aggiunto alle grucce nei propri negozi un piccolo display con il numero dei like dati online a quel capo di abbigliamento, nella speranza che la valutazione “social” influenzasse il cliente presso il negozio. L’azienda ha riportato grande soddisfazione da questa iniziativa, comunicando un incremento delle vendite, dei fan e follower (55.000 nuovi fan e 285.000 nuovi follower durante la campagna). Aspettiamo quindi altre esperienze interessanti.

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BIG DATA E MODA Applicare le metodologie di analisi dei Big Data alla moda può dare risultati davvero interessanti. È quello che ha fatto Dachis Group, scoprendo che i brand che per primi hanno abbracciato i video su Instagram sono diventati rapidamente leader nella condivisione e interazione degli utenti. Un esempio è Burberry, ma spiccano anche Gucci, Louis Vuitton, H&M e Vans. GRUCCE SOCIAL I risultati della campagna C&A Brasile che ha introdotto le “grucce social” sono stati molto positivi, con ben 8,8 milioni di persone coinvolte. In questo video il racconto dell’esperienza. http://tinyurl.com/CAfbCamp


INTEGRAZIONE

STEALTH

Le soluzioni per le imprese del fashion CECILIA CANTADORE

A oggi, circa il 60% delle aziende di moda ha implementato Stealth nelle sue differenti versioni. Dal laboratorio e dalla produzione e distribuzione fino al punto vendita, Stealth accompagna le aziende grazie a una suite di soluzioni disegnate sulla base delle esigenze specifiche e in continua evoluzione. Tra le novità si segnalano lo sviluppo della soluzione Retail; l'allargamento del target clienti con l’elaborazione di una soluzione destinata al mid-market; la proposta di moduli per la gestione “allargata” dell’azienda, estesa ai laboratori e al sistema di fornitori; l’integrazione di un modulo di business analytics e insight specifico per le esigenze dei clienti fashion e fruibile da ogni device. Gianni Camisa, amministratore delegato di Dedagroup ICT Network, ha risposto così alle nostre curiosità.

STEALTH È LA STORICA SUITE UTILIZZATA DA OLTRE TRENT’ANNI DALLE PRINCIPALI CASE DI MODA E REALIZZATA DA DDWAY, SOCIETÀ DI DEDAGROUP ICT NETWORK

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n occasione dello Stealth Day, evento svoltosi a fine 2013 a Milano e Parigi, templi della moda per eccellenza, Dedagroup ICT Network ha raccontato quali sono le nuove potenzialità per supportare le aziende del mondo del fashion e non solo. Da un lato l’internazionalizzazione di Stealth e il valore, per i suoi clienti storici (tra cui ad esempio Versace e Moncler Group), di utilizzare una soluzione non solo italiana, aspetto che pare importante in un’epoca in cui alcuni nomi del nostro paese sono di fatto passati a una gestione multi-nazionale in capo a Abbiamo software nostri che grandi gruppi. si integrano con ciò che di Dall’altro, la meglio c’è sul mercato, dando prospettiva vita a quella che noi chiamiamo di Dedagroup “Innogration”: un mix tra di porsi come innovazione e integrazione, partner per con i piedi per terra. la business technology, in uno scenario evolutivo che vede l’IT come abilitatore dell’in-novazione e dell’evoluzione dei modelli di business.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE E I PUNTI DI FORZA DELLA VOSTRA OFFERTA?

Siamo un gruppo di grandi dimensioni e cerchiamo di distinguerci per la nostra anima dinamica, flessibile, adattiva e imprenditoriale. Offriamo la nostra filosofia a chi lavora con noi, senza imporre un

metodo ma ascoltando i clienti per dar vita a soluzioni tagliate su misura. Il nostro plus è un mix di competenze. Abbiamo software nostri che si integrano con ciò che di meglio c’è sul mercato, dando vita a quella che noi chiamiamo “Innogration”: un mix tra innovazione e integrazione. È un modo di fare innovazione con i piedi per terra, per portare risultati. OLTRE A QUELLO DELLA MODA, A QUALI ALTRI SETTORI VI RIVOLGETE?

A banche, istituzioni finanziarie, pubblica amministrazione locale o centrale e segmenti nel settore industriale (automotive, farmaceutico). Abbiamo deciso di essere su alcuni mercati ma non su tutti, con presenze significative per numeri e competenze. QUALI SONO I VOSTRI FOCUS ATTUALMENTE?

Oltre al cloud e ai servizi gestiti siamo focalizzati sulle nuove frontiere di computing, mobile, app e web. Il target a cui ci rivolgiamo è l’azienda innovativa, illuminata, in cerca di nuovi modelli di business. I clienti, in un contesto difficile come quello attuale, percepiscono il valore e l’importanza di soluzioni che possono diventare strumento competitivo e veicolare nuove opportunità.


DIGITALIC PER THE INNOVATION GROUP

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he Innovation Group ha definito il 2014 come l’“anno del sorpasso”: ovvero, come l’anno in cui le nuove tecnologie digitali e i modelli di servizio ad esse associati (come mobile devices, cloud computing, business analytics, Internet broadband), supereranno in valore le tecnologie tradizionali in continuo declino. Il 2014 si presenta quindi come il punto d’incontro di due onde contrapposte, e il cloud rappresenta parte costitutiva e, insieme, fattore abilitante decisivo di quella montante. Questo perché il Cloud assume diverse valenze, sia a livello di trasformazione dei processi di impresa, sia a livello di nascita di nuove industrie, di semplificazione della macchina pubblica e addirittura di una “nuova Costituzione economica del Paese”. In sintesi, il tema principale del “Cloud Computing Summit 2014” sarà il modo in cui il cloud può produrre nuovo valore. Le modalità di produzione di valore sono sostanzialmente due: z attraverso la riduzione dei costi e il miglioramento delle efficienze interne delle procedure strutturate a livello di back-end. Si tratta della modalità oggi più ampiamente diffusa sul nostro mercato. È facile, ma relativamente di breve respiro: il cloud può consentire vantaggi competitivi ben più consistenti e sostenibili; z in alternativa, supportando i knowledge workers al frontend, impegnati a interagire con mercati dinamici che richiedono decisioni rapide e reazioni immediate. Il cloud diventa così sede di ibridazione e di trasformazione dei processi, che ricadono quindi sulle aziende favorendone a loro volta la trasformazione in Service oriented companies.

EVENTI

CLOUD COMPUTING Nuove tecnologie digitali nel mercato ICT I TEMI DEL CLOUD COMPUTING SUMMIT 2014 DI THE INNOVATION GROUP SPIEGATI DA ROBERTO MASIERO, CO-FOUNDER E MANAGING DIRECTOR DI THE INNOVATION GROUP

Per questo motivo il cloud non riguarda più soltanto i CIO e l’IT – il cui ruolo è comunque necessario per garantire l’integrazione dell’intero sistema – ma diventa fattore abilitante di un possibile vantaggio competitivo di cui il CEO, i CXO e i vari line of business manager dovranno sempre più occuparsi. Nella “Lectio Magistralis” che aprirà il Cloud Computing Summit 2014, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè amplierà ulteriormente questi temi trattandone molteplici articolazioni: z il cloud come nuova “Costituzione economica del Paese” e come occasione di ripensamento strategico dei processi dell’impresa, al di là della semplice sfida dei costi; z il cloud come nuovo “core point” e “miglior marketplace possibile” dei processi dell’impresa; z “cloud economics”: il luogo dove i costi di transazione sono minimi, gli standard di interoperabilità sono al massimo livello e dove l’eccellenza può ricavarsi dei monopoli naturali; z il cloud come “ultimate incubator”, luogo in cui la nuova imprenditorialità concepisce le imprese di domani;

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il cloud come luogo di memoria e non solo di transito, in cui i processi economici portano con sé le esternalità positive di quelli conoscitivi.

z

Cloud Computing Summit 2014, Milano, Hotel Marriott, 19 Marzo 2014. Iscrizioni presso: bit.ly/cloud-2014-mi-reg

The Innovation Group Innovating business and organizations through ICT

VIA PALERMO, 5, 20121 MILANO – ITALIA WWW.THEINNOVATIONGROUP SEGRETERIA.GENERALE@THEINNOVATIONGROUP.IT +39-02-87285500 +39-02-87285519


RISULTATI

La crescita di DELL DI LUCA BASTIA

che ha contribuito IL CANALE per più del 40% sul Negli ultimi anni Dell ha fatto un fatturato annuale. radicale cambiamento, diventando “Siamo sempre una società che fornisce soluzioni stati forti nel per il business delle imprese. Tutto comparto delle ciò grazie a un'offerta che si è imprese di medie ampliata considerevolmnete e al dimensioni – dice coinvolgimento dei partner di canale. Ligresti –, mentre “Il primo trimestre per il canale è per quanto riguarda i nostri storici stato meno difficile che per Dell in punti deboli, il generale – spiega finance e la Pubblica Adolfo Dell'Erba, amminstrazione, channel director di Per il 2014 abbiamo concentrato Dell Italia –. Abbiamo sono tre gli gli sforzi e abbiamo infatti iniziato ad ottenuto dei accelerare già nei obiettivi di segnali molto primi tre mesi con Dell: il primo è positivi. Abbiamo una crescita a doppia l'affermazione infatti vinto in cifra, nel terzo queste aree delle l'incremento è stato del brand come importantissime gare del 50% e l'anno fornitore di che porteranno i chiuderà con un soluzioni ad loro frutti nel 2014, +30% anno su anno. ampio spettro, come ad esempio la Per quanto riguarda convenzione Consip il comparto server e dal tablet al per la parte server, client siamo già oltre networking, di cui ci siamo un +50%. Ci sono fino allo aggiudicati 2 lotti poi altre aree su cui su 3”. stiamo proponendo storage e al “Per il 2014 abbiamo la nostra offerta ai server per data tre obiettivi prioritari partner”. Ligresti center. – prosegue il country sottolinea infine che manager –. Il primo l'apporto del canale è l'affermazione del al fatturato dovrebbe brand come fornitore di soluzioni pesare presto intorno al 70%. E, ad ampio spettro, dal tablet al sempre parlando di futuro a breve, networking, fino allo storage e al conclude: “Daremo forte attenzione server per data center. Il secondo è alla mobilità, proponendo non solo arrivare molto vicini al numero uno tablet e ibridi, ma anche soluzioni in ambito server, con un market share software e sicurezza per collegare tra il 30 e il 35%. E il terzo è la crescita all'azienda ogni device. Inoltre faremo a due cifre sul mercato delle Pmi”. delle release anche per il cloud”.

CON I SERVER A GUIDARE LE VENDITE, DELL CHIUDE UN ANNO IN CRESCITA E SI PREPARA A COMPETERE ANCHE NEI SEGMENTI “POST-PC” CON TABLET E IBRIDI. I PARTNER HANNO CONTRUBUITO NOTEVOLMENTE A QUESTI RISULTATI CON IL 40% DEL FATTURATO

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iù 20% rispetto alle attese, non male in un anno in cui la tecnologia ha fatto fatica, soprattutto in settori poderosi come quello notebook e pc. “In Italia abbiamo chiuso un bel 2013 e anche l’inizio del 2014, che per noi conclude l’anno fiscale, è molto positivo – esordisce Filippo Ligresti, country manager di Dell Italia (nella foto) –. Un anno che era partito male: il primo trimestre è stato davvero difficoltoso, nel secondo c'è stato un miglioramento e adesso stiamo chiudendo in modo molto positivo, con circa il 20% in più rispetto ai nostri obiettivi per il quarto trimestre, decisamente meglio della media del mercato. Questo grazie al grande sforzo profuso da tutti coloro che operano con noi, compreso il canale che ci ha supportato molto bene”. Anche dal punto di vista delle quote di mercato, secondo gli analisti, Dell registra una crescita importante in varie aree di prodotto. Sulla parte server si piazza al secondo posto con un distacco significativo sul terzo, è seconda anche nei desktop mentre è quarta nei notebook, “un segmento che da sempre ci vede poco performanti sulla fascia bassa”. Il 2013 ha visto la società incrementare l'impegno sul canale,



DOCUMENTI

FUJITSU

Scanner all’altezza DI FRANCESCO MARINO

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UNA GRANDE ATTENZIONE ALLA MECCANICA, AL DESIGN E AL SOFTWARE HA RESO GLI SCANNER PFU I PIÙ DIFFUSI. ORA CON LE NUOVE LINEE AUMENTA LA VELOCITÀ DI SCANSIONE E LA PRECISIONE, ANCHE GRAZIE AL SOFTWARE¢

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di scanner serie 7000, la fascia alta della gamma. Il primo dato che emerge è la velocità dei modelli fi-7180 e fi-7280, che possono eseguire la scansione di 80 fogli (160 pagine) al

minuto. anno anche un sensore per Altra caratteristica tecnica importante l’altitudine: sopra i duemila metri è la capacità di riconoscere formati e modificano il modo con cui vengono tipologie di carta, per garantire una trascinati i documenti, tenendo scansione perfetta al primo colpo. conto delle differenze di pressione La meccanica è un elemento su in quota. Non sarà forse la funzione cui questa linea punta molto, più utilizzata degli scanner Fujitsu, ma è un dettaglio che fa capire la cura grazie ai motori indipendenti per costruttiva con cui vengono realizzati. il trascinamento della carta che permettono di riallineare i fogli o “Ogni dieci scanner di questa classe comunque di riconoscere l’errato venduti in Italia, cinque e un pezzo sono marchiati Fujitsu – ha dichiarato posizionamento, che la macchina è, nel caso, in grado di correggere Lorenzo Todeschini, direttore di dopo, attraverso il suo software. PFU Imaging Solution Italia, la “Abbiamo ottimizzato il processo divisione dedicata agli scanner –. di acquisizione per offrire ai Con questa nuova serie abbiamo nostri clienti una gestione ancora di nuovo concretizzato quelli che più semplice e immediata delle sono i quattro punti fondamentali informazioni delle soluzioni contenute su che sviluppiamo: documenti produttività, Puntiamo su cartacei, affidabilità, qualità integrandole e facilità di utilizzo”. produttività, affidabilità, in qualsiasi Queste sono le contesto e senza caratteristiche su qualità e necessità di una cui ha puntato PFU facilità di utilizzo formazione per la nuova linea

specifica” ha sottolineato Todeschini. Tante novità anche sotto l’aspetto software. Il driver PaperStream IP sviluppato da PFU offre un’avanzata ottimizzazione automatica dell’immagine, garantendo un’altissima qualità sia per il bianco e nero che per i colori. Ottimizzazione che, combinata con il lettore OCR integrato, consente una lettura dei caratteri pressoché perfetta. I software PaperStream Capture e ScanSnap Manager, sviluppati in-house, garantiscono una qualità e una fluidità al processo di acquisizione mai viste prima, guidando l’utente nelle scelte e aiutandolo a creare workflow dedicati in base ai documenti acquisiti e ai programmi di terze parti da utilizzare, come ad esempio Scan-to-PDF, Scan-to-Email o Scan-to-Word. Per semplificare la gestione di più dispositivi all’interno della stessa rete, la funzione di amministrazione centrale consente di gestire e monitorare tutti gli scanner della fi Series da un’unica postazione. È possibile quindi impostare profili di scansione, installare driver o applicazioni, eseguire gli aggiornamenti o notificare degli errori, tutto in modo completamente centralizzato.


DIGITALIC PER ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

CREATIVITÀ

Arjowiggins Creative Papers: carta e digitale, un amore lungo tre anni DI DANIELA SCHICCHI

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IL WEB È AMICO DELLA CARTA: TUTTI GLI ATTORI CHE INTERVENGONO NEL PROCESSO CREATIVO USANO LA RETE PER RICERCARE INFORMAZIONI, STIMOLI E CURIOSITÀ, POI HANNO L’ESIGENZA DI STAMPARE SU CARTE DI QUALITÀ

possono scegliere carta, colore e ink per personalizzare i propri progetti. E tra i progetti futuri? Abbiamo scelto di proseguire la collaborazione con Digitalic che ci sta dando grandi spunti innovativi: iniziamo il terzo anno con curiosità e voglia di stupire come e più di prima. Abbiamo lanciato anche il primo mailer-blogger, per coinvolgere i creativi che nei propri blog desiderano appagare curiosità, matericità e informazione legata al mondo della carta. Hanno apprezzato la selezione dei supporti più belli e pregiati insieme a uno strumento digitale, a conferma della necessaria convivenza dei due media.

i apre una nuova stagione di collaborazioni e Arjowiggins Creative Papers, per il terzo anno consecutivo, si conferma partner di Digitalic. Simone Medici, amministratore delegato di Arjowiggins Italia e direttore sales & marketing della divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia, ci racconta cosa sta per accadere nel mondo del gruppo francese.

Quali business focus perseguirete durante questo 2014? L’accento verrà posto sul labelling, che già lo scorso anno ci ha dato risultati ottimi nel food and wine. Accanto a questo, il luxury packaging sarà al centro dell’attenzione. I grandi brand del fashion, infatti, stanno puntando al mondo del pack di lusso, che riveste i loro prodotti di un’esclusività ancora maggiore e offre una brand experience più appagante.

Come si è chiuso per voi il 2013? Visto il periodo mi ritengo soddisfatto degli obiettivi raggiunti. Abbiamo ottenuto risultati accettabili su alcuni mercati dell'area Southern Europe. La Turchia e la Grecia si sono comportate molto bene, mentre in Italia abbiamo tenuto testa alla crisi meglio di altri nostri competitor.

Qual è l’ultima novità nata in casa Arjwoggins Creative Papers? Curious Matter è l’ultima carta creativa del portfolio della gamma Curious. Rispettosa della natura, è frutto di un brevetto esclusivo e presenta caratteristiche uniche.

Avete percorso la strada del mondo digital. Molti potrebbero pensare a un paradosso… Siamo convinti che tutti gli attori che intervengono nel processo creativo usino il web per ricercare informazioni, stimoli e curiosità. Per questo motivo siamo in rete e ci saremo in modo crescente. Ci può fare degli esempi? La pagina Facebook di Arjowiggins Creative Papers è un contenitore in crescita di idee. Ci sono poi i contest lanciati per il mondo dei creativi, come The Blank Sheet Project, che trovano nel web la loro massima esaltazione. E infine l’app della gamma Curious, con il Curious Game grazie al quale si

Come nasce Curious Matter? Nasce da una vera e propria ricetta scaturita dall’attenta osservazione dei tecnici di laboratorio di Arjowiggins Creative Papers, che hanno notato come, affettando le patate, uscisse un liquido misto di acqua e amido. I materiali ottenuti sono stati raccolti per realizzare la metamorfosi della materia: l’amido ha dato vita a una nuova generazione di carta, innovativa e con un approccio alla sostenibilità unico. Dal punto di vista tattile, Curious Matter è un supporto speciale e straordinario. Al tocco offre l’esperienza di una superficie ricoperta da microscopiche particelle sferiche, che realizzano l’impossibile incontro tra la ruvidità della sabbia e la morbidezza della seta.

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WEB SOCIAL

DUE GRADI E MEZZO DI SEPARAZIONE DI FRANCESCO MARINO

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foto by QGPhoto

Il mondo è piccolo, si diceva una volta. In realtà è grande, ma le relazioni legano le persone in maniera sempre più stretta. I passaggi necessari a entrare in contatto con chiunque si sono ridotti moltissimo, e ad una velocità mai osservata prima; se una volta i gradi di separazione erano sei, oggi sono meno di tre. Per la precisione sono due e mezzo, come recita il titolo del libro di Domitilla Ferrari (giornalista e social media strategist), edito da Sperling&Kupfer, che avrebbe anche potuto intitolarsi “L’amicizia è una materia prima” (titolo del primo capito), perché è di questo che parla. Non è un manuale, ma quando lo si sfoglia si ha la sensazione che possa tornare utile in molte occasioni. Ci sono due metodi per leggerlo, dall’inizio alla fine oppure saltando di qua e di là. Un po’ come il “Manuale delle Giovani Marmotte”: da qualunque parte lo si giri, si trova sempre qualcosa di interessante. E questo fin dalla presentazione: “Quando hai bisogno di un consiglio, un parere,

ma anche solo un incoraggiamento a continuare nelle tue scelte, a chi ti rivolgi? Tua mamma, tuo marito-fidanzatocompagno, un’amica, un amico, tuo fratello sono il nucleo del tuo network. E io lo chiamo fan club. Tutti ne abbiamo uno. E se vuoi cambiare lavoro, vita, città? I legami più stretti non bastano. Devi allargare le possibilità di confronto e anche di scontro: devi parlare con più persone, incontrare opinioni anche diverse dalle tue. Devi allargare il network, spingerti oltre i cosiddetti legami deboli lungo gli anelli di una catena che può proseguire all’infinito”. Ci sono molti passaggi che potrebbero essere citati per far capire il tono e gli obiettivi del libro. “Il valore del tuo network non è dato dal numero di persone che conosci, ma da quelle che rispondono quando hai bisogno. Quindi, se stai leggendo questo libro perché vuoi trarre vantaggio dalla condivisione, mi aspetto che anche tu sia disposto a condividere tempo, talenti, competenze, informazioni e idee

con gli altri e per gli altri”. L’idea è che la condivisione dà e non toglie, che la rete siamo noi e non c’è alcuna distinzione con la vita reale: è vita reale che usa altri mezzi. Certo, fare networking non significa essere dei ruffiani digitali, anzi... si verrebbe smascherati in un secondo (o, per meglio dire, in un tweet). Bisogna farlo solo se piace davvero, perché per avere il sostegno della “rete” essere sinceri è una condizione imprescindibile: che senso avrebbe chiedere sostegni, consigli, supporto e pacche sulle spalle per cose (o sentimenti) inesistenti? Lo stile è quello di @Domitilla su Twitter: il libro è una sua extendend-version ragionata, un “director’s cut” con tutte le scene tagliate e le fonti di ispirazione. Lei, come sempre, è precisa (fino quasi alla pignoleria), ordinata, determinata in ogni riga ad insegnare qualcosa, alla fine ci riesce. “Due gradi e mezzo di separazione” è il libro per la generazione che ha scelto di aprirsi alla rete, anzi, di essere rete.


GIRLY TECH

DI ELENA MORIONDO

LE MODE

del web DA RUZZLE A CANDY CRUSH, DA SECOND LIFE A BITSTRIPS, LE MODE SI SVILUPPANO, DILAGANO E PASSANO ANCHE NELL'AMBIENTE VIRTUALE. ALCUNI FENOMENI RESTANO, TANTI SONO METEORE DI CUI NON CI RICORDIAMO GIÀ PIÙ

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agguerrite sfide all'ultima lettera per proclamarsi campioni di Ruzzle; l'applicazione ha raggiunto quasi 10 milioni di utenti. Ora, per la maggior parte delle persone, il rompicapo giace dimenticato in qualche remota schermata dello smartphone. CARAMELLE IN RETE

ome la moda nell'abbigliamento, per cui in una stagione ci si veste di blu e in quella successiva di verde, anche le mode digitali si diffondono e si dimenticano altrettanto facilmente. C'ERA UNA VOLTA UN ROMPICAPO

Circa un anno fa non si faceva altro che giocare a Ruzzle, il videogame su dispositivo mobile creato da Mag Interactive nel quale il giocatore deve comporre il maggior numero di parole possibile con un dato insieme di lettere. In ogni angolo di strada, su ogni sedile dei mezzi di trasporto e in ogni casa erano in atto

In questo momento le parole sembrano avere lasciato il posto alle caramelle: tra i giochi più in voga troviamo infatti Candy Crush Saga, in cui ci si diverte spostando con il dito caramelle gommose, gelatine, cioccolatini e ogni genere di leccornia degna della casa di Hansel e Gretel. Livello dopo livello, nel gioco lanciato dalla multinazionale dei casual games King.com, si esplora un mondo fantastico popolato di montagne di cioccolato, laghi di limonata e città di caramelle. Le statistiche parlano di oltre 500 miliardi di download nel mondo (e non mi sembra così strano dal momento che io l'ho scaricato su due diversi device), di cui 100 milioni su

Facebook. Il segreto del gioco, ideato dall'italiano di nascita ma londinese d'adozione Riccardo Zacconi, sembra essere la forte dipendenza che crea, con i suoi ben 550 livelli.

LA DIFFUSIONE DELLA MODA

I giochi, anche quelli virtuali, si diffondono sulla base di meccanismi sociali, per cui l'interesse aumenta in modo direttamente proporzionale al numero di persone che sono coinvolte nell'attività ludica. Il gioco diventa così un argomento di discussione tra amici o un'occasione per ostentare la propria abilità. Queste dinamiche vengono accentuate se i social network le alimentano, ad esempio diventando un'arena in cui confrontarsi all'interno del cerchio delle proprie amicizie. Il ricambio delle attività ludiche da social network è però piuttosto dinamico: chi si ricorda Pet Society, il gioco similtamagotchi in cui bisognava prendersi cura di un animaletto virtuale e della sua casa, sono ancora meno di quelli che si sono messi nei panni del fattore di Farmville, seminando e raccogliendo fragole e carote.


Cammino sempre sollevata da terra - sia per i tacchi sia perché ho la testa fra le nuvole - e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante.

Ho imparato a usare il computer da bambina, impallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma.

Così, da sempre, lotto perché quello tra tecnologia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.

RISORSE_

LA METEORA SECOND LIFE

Uscendo dal mondo squisitamente "game", questo tipo di dinamiche si estende a tutte le attività di intrattenimento online. Si pensi ad esempio alla meteora di Second Life, il mondo virtuale che sembrava essere la rivoluzione all'inizio degli anni 2000. Per dare prova del senso della propria esistenza era irrinunciabile crearsi un avatar in questa realtà parallela, tanto che – per fare un esempio – Irene Grandi vi girò il video della sua hit "Bruci la città". (http://youtu. be/1LHcmruxLAk) Ora la piattaforma della californiana Linden Lab è ancora attiva, ma chi ne sente più parlare? L'attenzione per la vita sociale on line da qualche anno è totalmente catalizzata da Facebook, il social network per eccellenza che conta più di un miliardo di utenti al mondo (sui 2,4 totali, stima di Royal Pingdom, 2013) e circa 24 milioni di utenti registrati in Italia (quasi la totalità dei 27,5 milioni di utenti attivi stimati da Audiweb). BITSTRIPS: L'ULTIMA TENDENZA

L'ultima moda su Facebook è quella delle vignette di Bitstrips, un'applicazione che trasforma le persone in fumetti e permette in pochi semplici passaggi di creare vignette personalizzate.

GIOCARE NELLA FATTORIA Dai realizzatori di Candy Crush Saga, a gennaio 2014 è stato lanciato Farm Heroes Saga, gioco il cui obiettivo è raccogliere frutta e ortaggi per difenderli dal procione Rancid. Diventerà la nuova mania dell'anno? (Disponibile su App Store e Play Store).

La società di Toronto, fondata già nel 2007, ha recentemente lanciato le applicazioni Facebook e mobile, mossa strategica che ha permesso di attivare molto rapidamente circa 30 milioni di utenti nel mondo basandosi sull'idea di rendere la comunicazione online più espressiva e aggiungervi parte della ricchezza della comunicazione offline. In poche parole, l'utente crea il suo avatar a sua immagine e somiglianza, cerca una scenetta tra quelle proposte, riempie i fumetti e condivide la vignetta come preferisce. Un passatempo molto divertente, almeno fino a quando sarà di moda.

COM'È NATO FACEBOOK? Le origini del social network per eccellenza, Facebook, sono raccontate nel film di David Fincher "The social network" del 2010. Da vedere per capire com'è nata e ha iniziato a diffondersi questa moda dilagante.

+ ANCHE GOOGLE È PRONTO PER LE STRIPS Pare proprio il momento del fumetto: anche Google lancerà a breve un'applicazione per creare strips da condividere. Il brevetto, depositato circa 3 anni fa, per un singolare tempismo è stato accettato lo scorso 31 dicembre.

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SMARTPHONE

HAIER

Entra nell’arena del mobile 68 | DI FRANCESCO MARINO

LA CASA DEL FUTURO SARÀ GOVERNATA DAL TELEFONINO, ANCHE PER QUESTO HAIER HA DECISO DI FARE IL GRANDE PASSO E PRESENTARE UN’ITERA GAMMA DI TABLET E SMARTPHONE PUNTANDO SULLA SUA CAPACITÀ (E VELOCITÀ) PRODUTTIVA

H

aier entra nel mondo del mobile. La multinazionale cinese da 70.000 dipendenti è già presente nel mercato europeo con gli elettrodomestici e le Tv. “Siamo una delle poche aziende multi- prodotto – ha detto Enrico Ligabue, market director di Haier Italia – simile alle grandi coreane, non per niente al CES di Las Vegas abbiamo presentato un Oled curvo e un televisore con sistema operativo Android”. Il fatturato, in crescita del 15%, è arrivato a 29,5 miliardi di dollari. Anche l’Italia fa la sua parte nel grande panorama della multinazionale: Haier Italia fattura 85 milioni di euro e nel 2014 l’obiettivo sono i 100 milioni (+14%). I cinesi amano il nostro Paese e hanno deciso

di investirvi anche con una fabbrica di frigoriferi combinati in provincia di Padova. La grande novità è l’ingresso di Haier nel mondo del mobile con una linea di smartphone e Pad. La scelta di entrare oggi in quest’arena affollata è dovuta alla visione di uno sviluppo digitale della vita quotidiana: secondo Haier, infatti, tutti gli elettrodomestici saranno sempre più connessi in rete e gestiti tramite cellulare, dunque per essere presenti nelle case (e nelle vite) di domani era necessario aggiungere alla propria offerta il “centro di comando”, ovvero lo smartphone. Nella linea mobile saranno presenti solo prodotti Android e touch con schermi da 4 a 6 pollici, tutti dual Sim, tra cui alcuni saranno dotati di processore a 4 core, fotocamera da 13 megapixel e display retina. Haier

punta sulla velocità di realizzazione, contando di far passare solo un mese e mezzo tra l’ideazione e l’uscita nei negozi di un nuovo modello. Il top di gamma in questo momento è il W867, con display da 5,5 pollici, chip quad-core da 1.3 GHz, 1 GB di RAM e 4 GB per archiviare i dati, batteria da 2050 mAh, una fotocamera posteriore da 8 megapixel con flash, una frontale di tipo VGA e un insieme di connessioni quali wi-fi, bluetooth e GPS. Il terminale supporta due SIM. Il sistema operativo è Android 4.2. Anche nel mercato dei tablet Haier propone una sua linea, che vede come prodotti di punta i modelli unibody in alluminio dallo spessore di 6,5 millimetri. Tutti i tablet hanno la possibilità di telefonare. “Lo abbiamo fatto non tanto perché pensiamo che le persone vogliano usarlo al posto del telefono, ma perché molte applicazioni di comunicazione hanno bisogno di questa funzione per essere attivate”, ha spiegato Ligabue. Per i telefoni la fascia di prezzo va da 99 ai 349 euro. L’assistenza sui prodotti è stata affidata a Video Pacini (partner Telecom e Vodafone) per garantire agli utenti un risposta efficace per gli eventuali problemi tecnici. Inizialmente i prodotti Haier Mobile saranno distribuiti solo sul mercato libero, non in abbinamento con le offerte degli operatori telefonici.



VoIP

WILDIX

La voce dell’Europa DI LUCA BASTIA

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così di creare un access point che spazia fino a 3mila mq. Infine, grazie a un accordo con DigiTel, operatore di fonia, Wildix svilupperà una rete di comunicazione che permetterà, a prezzi concorrenziali, di fornire un’ottima connettività per le imprese. Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, come ha sottolineato Cristiano Bellumat, direttore commerciale di Wildix, “abbiamo WILDIX, SOCIETÀ TRENTINA SPECIALIZZATA varato una strategia che si svilupperà IN PRODOTTI VOICE OVER IP E SOLUZIONI DI nei prossimi tre anni: prima di COMUNICAZIONE UNIFICATA, IN OCCASIONE tutto l’incremento del mercato DELLA CONVENTION ANNUALE CON CLIENTI integrazione estero; in secondo luogo una E PARTNER HA PRESENTATO GLI OTTIMI tra Tlc e RISULTATI DEL 2013, LE NOVITÀ DI PRODOTTO E focalizzazione sulla Communicationinformatica. LA PROPRIA STRATEGIA EVOLUTIVA Enabled Business Process (CEBP), “Un altro cioè l’integrazione tra business punto communications, le funzioni di strategico è contact center e i processi di business; a convention Wildix dedicata l’offerta in ambito cloud, per il quale il terzo punto riguarda il cloud, e ai partner svoltasi a Milano è presenteremo una soluzione ibrida”. non va dimenticato da ultimo il stata l’occasione per incontrare Durante la convention è stata grande impegno che mettiamo nella il management della società, che annunciata la nuova release (3.40) del formazione”. Nasce infatti in questi ha illustrato i propri successi e la software principe dell’offerta Wildix, giorni la Wildix Academy, una strategia attuale e futura. il WMS, con diverse innovazioni, business unit che ha l’obiettivo di Stefano Osler, amministratore così come la nuova versione di trasmettere nuovi contenuti al canale delegato, si è detto soddisfatto dei Kite, la soluzione WebRTC che di vendita, formandolo dal punto di risultati ottenuti nel 2013, “che hanno consente di condividere documenti vista commerciale, tecnologico e di visto un incremento di fatturato e il desktop con utenti remoti che si marketing, “in modo che i partner del 30% e il consolidamento della connettono dal web. In ambito wi-fi, possano proporre servizi a valore filiale francese, che ha ottenuto una inoltre, Wildix aggiunto alla crescita del 107%”. All’estero la corsa presenta una propria clientela. di Wildix non si ferma qui: è stata soluzione con Un’esperienza che appena aperta una filiale a Monaco di prestazioni vogliamo replicare vo Wildix svilupperà una Baviera, in Germania, e i primi passi uniche, aanche all’estero”, rete di comunicazione sono stati fatti anche in Svizzera, eliminando che permetterà, a prezzi ha concluso Bulgaria, Russia, Ucraina e Moldavia. la necessità concorrenziali, di fornire Moreno Perticaroli, L’obiettivo 2014 è il consolidamento di roaming e un’ottima connettività per le channel manager di nei mercati esteri e il processo di permettendo imprese. Wildix.

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SERVIZI

FUJITSU IT FUTURE

Sei passi per cambiare DI LUCA MIRANI IL NUMERO DUE DEL MONDO, SATORU HAYASHI, DISEGNA IL FUTURO DELLA SOCIETÀ CHE PUNTA SEMPRE DI PIÙ SU CLOUD, MOBILE, BIG DATA E SOCIAL

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l’ora della “human centric intelligent society”, in una trasformazione che coinvolge le quattro forze principali di oggi: cloud, mobile, big data e social. Lo ha sottolineato Federico Francini, presidente e amministratore delegato di Fujitsu Italia, nel suo keynote alla tappa italiana dell’evento Fujitsu IT Future. Ma come tradurre in termini concreti le opportunità offerte dalla convergenza tra queste quattro forze? Secondo il numero uno di Fujitsu in Italia, sono sei gli step fondamentali per costruire una nuova infrastruttura IT o per modernizzarne una esistente. “In primo luogo, è opportuno verificare se nel cloud c’è già ciò che serve – ha spiegato Francini –, mentre il secondo passo richiede che si operi uno shift dal tradizionale approccio ai dati, che talvolta vede tuttora prendere in considerazione solo quelli strutturati, per rivolgere l’attenzione anche ai sentiment, alle tendenze e alle analisi predittive. Come terzo passo è necessario condividere le attività con altri attori del proprio settore: anche se può sembrare strano in epoca di forte concorrenza, bisogna tenere presente quali tecnologie

utilizza chi fa parte del nostro settore, perché nel mondo di oggi nessuno può più considerarsi una enclave”. Il quarto passo è quasi scontato, visto che utilizzare tutte le tecnologie ‘mobile’ è assolutamente irrinunciabile, “ma mobile significa anche BYOD e tutti gli altri paradigmi a corollario – fa notare Francini –. Ciò ci introduce a quello che è il quinto passo, ovvero la necessità di utilizzare la tecnologia per coinvolgere sempre di più i clienti, con interazioni quotidiane anche tramite mobile. Infine, il sesto passo racchiude in sé tutto quanto abbiamo visto finora: per cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione in atto bisogna avere notevoli capacità di gestire un mix di servizi sempre più complesso”. STRATEGIE FUTURE

All’evento IT Future 2013 è intervenuto anche Satoru Hayashi, executive vice chairman of the board di Fujitsu, dal quale abbiamo avuto l’opportunità di avere qualche informazione di prima mano sulle strategie della società. Erede di tradizioni gloriose, Fujitsu è oggi un colosso globale con 75

anni di vita e un fatturato vicino ai 50 miliardi di dollari, che occupa la quarta posizione mondiale nell’ambito dei servizi alle spalle di IBM, HP e Accenture. Proprio quello dei servizi, soprattutto orientati al cloud, è il focus principale della trasformazione in atto nell'azienda. “Se a livello globale la percentuale del nostro fatturato è equamente divisa tra hardware e servizi, nell’area europea stiamo operando per far crescere questi ultimi puntando in primo luogo sul cloud, grazie anche alla nostra capacità di erogare servizi IT su scala realmente mondiale”, ha sottolineato Hayashi. Il dirigente, poi, non ha mancato di precisare che “l’area prodotti è tuttora molto importante per noi e non abbiamo alcuna intenzione di metterla in secondo piano”, ricordando anche che i server Primergy e i desktop continuano a essere prodotti ad Augsburg in Germania, “unica società in assoluto a produrre in Europa”. Infine, un altro ambito di interesse è quello dei servizi all’avanguardia. Un esempio tra i tanti, citato con orgoglio da Hayashi, è quello della tecnologia Palm Secure, che utilizza l’impronta delle vene del palmo della mano per autenticare gli utenti in maniera univoca, con maggiore sicurezza rispetto all’impronta digitale. Questa tecnologia è già impiegata in Italia dal colosso chimico Solvay per la gestione dei magazzini ed è oggetto di una sperimentazione da parte di Unicredit per la realizzazione di un nuovo tipo di sistema di pagamento biometrico touchless, con il nome in codice di Papillon.


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MANIFESTAZIONI

TRE COSE

che si possono imparare dal Motor Bike Expo 74 | DI FRANCESCO MARINO

OLTRE 140MILA VISITATORI E I MARCHI PIÙ PRESTIGIOSI, MA ANCHE LE AZIENDE PIÙ INNOVATIVE, PROTAGONISTI DELLA KERMESSE. MOTOR BIKE EXPO FONDA IL SUO SUCCESSO SU BASI SOLIDE ED È UN ESEMPIO A CUI SI PUÒ GUARDARE PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSERE UNA FIERA, MA NON SOLO

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nche quest’anno il Motor Bike Expo supera se stesso. Paola Somma e Francesco Agnoletto, che guidano la manifestazione, festeggiano i vent’anni di attività, iniziata con il “Chopper & Custom Show” nel 1995. Nell’edizione 2014 dell’Expo i visitatori sono stati oltre 140.000, sgretolando tutti i precedenti record di presenze. È un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati di moto e tecnologia, ma anche una fiera di successo (non a caso l’ente Veronafiere ne possiede il 50%) che ha almeno 3 cose da insegnare a tutti. 1) Non bisogna necessariamente costruire il motore per fare una moto. Ovvero fare tutto in casa non

è sempre la scelta giusta. Il Motor Bike Expo era pieno di moto straordinarie realizzate sulla base di modelli di marche famose, che però non avevano nulla in comune con l'originale. E non si trattava di pezzi unici, di esercizi di stile, ma di vere e proprie linee di prodotto. Allo stesso modo non è necessario produrre il software gestionale per creare intorno una soluzione completamente diversa. Vale ancora di più per il cloud: non serve realizzare il proprio piccolo data center per creare servizi innovativi, magari utilizzando il cloud (e gli investimenti) di altri. 2) Si possono coinvolgere i clienti in modo innovativo (e produttivo). Una delle attività più coinvolgenti è stata il concorso di Gimoto, che ha

chiesto ai propri clienti di disegnare la tuta da moto del futuro. La creatività e le soluzioni innovative che ne sono scaturite sono state molto interessanti e le persone sono state chiamate a dire la loro sul cuore dell’attività dell’azienda. Un’idea coraggiosa, ma quanti chiederebbero ai clienti di progettare il “core business” aziendale del futuro? Se si vuole davvero coinvolgere le persone e le aziende, bisogna innanzitutto mettersi in gioco; non basta uno slogan per fare un concorso che fidelizzi davvero, ma occorre offrire la possibilità di incidere. 3) Il prodotto (e quello che fa) attirano le persone. Al Motor Bike Expo c’era la coda non solo davanti ai modelli più interessanti e alle novità, ma anche ai grandi classici su due ruote, così come erano affollate le gare all’aperto e le dimostrazioni. Il motivo è semplice: alle esposizioni la gente vuol vedere il prodotto e possibilmente osservarlo all’opera, per capire com'è e cosa fa. Questo vale per le fiere di ogni settore e il motivo è semplice. Ogni azienda è sul mercato per qualche buona ragione, che è riassunta nei prodotti o nelle soluzioni che realizza. Quindi vale sempre la pena mostrare quello che si fa, che sia una moto, un hardware o un software.


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PZERO

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LA TECNOLOGIA CORRE P PER LA MODA

TUTTA LE TECNOLOGIA DELLE CORSE, L’ESPERIENZA SU STRADA, IL DESIGN E IL GLAMOUR IN UNA SCARPA. È LA SFIDA HIGH-TECH DI UN BRAND DEL FASHION CHE TORNA ALLE SUE RADICI, QUANDO FACEVA IMPERMEABILI PRIMA DEI PNEUMATICI

DI BARBARE SILBE

irelli reinterpreta la sua anima di gomma e la tradizione delle corse declinandola in PZero, una delle griffe di successo nel nostro prêt-à-porter. Per spiegarvi, il prossimo autunno-inverno 2014-2015 (perché, si sa, il fashion system è sempre avanti) vedrà disponibili calzature le cui suole sono fatte con le mescole del pneumatico invernale Pirelli, progettate trasferendo il disegno e le caratteristiche del battistrada sulla suola, per un’ottima tenuta in caso di maltempo e dedicate sia all’uomo che alla donna “very urban style”. Con la differenza che noi non dovremo far controllare la convergenza come le auto. Scherzi a parte, abbiamo chiesto ad Antonio Gallo, responsabile della LA TECNOLOGIA DA INDOSSARE È UNO comunicazione di PZero, di raccontarci i segreti della DEI TEMI PIÙ AFFASCINANTI DEGLI ULTIMI tecnologia applicata ai prodotti. MESI, E STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ L’abbiamo incontrato nell’elegante flagship store di corso L’ATTENZIONE SIA DEGLI OPERATORI Venezia a Milano, 1.500 metri quadrati di spazio dove DEL SETTORE CHE DEGLI UTENTI. ANCHE tutte le collezioni e i progetti speciali sono esposti tra SE DEVE ANCORA MATURARE MOLTO, pezzi LE PREMESSE PER DEI PRODOTTI DI iconici su due e quattro ruote e video wall della Formula 1. SUCCESSO CI SONO TUTTE


INNOVAZIONE

AVETE TRASFERITO LA TECNOLOGIA DEI PNEUMATICI ALLE SUOLE DELLE SCARPE PZERO E ALL’ABBIGLIAMENTO. CON QUALI VANTAGGI? PZero si avvale da sempre della collaborazione di ingegneri del dipartimento di ricerca e sviluppo di Pirelli. Sulle suole invernali lo studio delle mescole permette la tenuta su fondi ghiacciati e bagnati, per garantire un grip elevato sui percorsi urbani e conferire comfort nella camminata e altissime performance. Per quanto riguarda l’abbigliamento, la collaborazione con i dipartimenti di ricerca e sviluppo garantisce la massima impermeabilità ai capi anche in condizioni estreme con l’ausilio di materiali iper-tecnologici. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PIÙ IMPORTANTI? QUALI I MATERIALI USATI? Numerose accortezze sono studiate dai nostri ingegneri e dai disegnatori di battistrada per garantire il massimo grip e drenaggio dell’acqua. La sostanza maggiormente utilizzata è la gomma, lavorata abbinandola a materiali e pellami più pregiati come il vitello pieno fiore, la nappa e la crosta. QUANTO CONTA IL DESIGN E QUANTO IL COMFORT? Contano entrambi allo stesso modo. CHE MACCHINARI SERVONO PER PRODURRE LE SCARPE?¢ Per quanto riguarda le sneaker vulcanizzate, in particolare la sneaker New Volley, i processi e i macchinari sono diversi e complessi. La tomaia viene montata su forme di metallo a cui viene applicato il fondo; a mano si applica poi un foxing di gomma attorno a tutta la superficie laterale della calzatura. Dopo varie pressature per far aderire il foxing e la suola, entrambi in gomma, le tomaie ancora montate sulle forme vengono messe in un forno dove avviene il processo di vulcanizzazione, cioè la gomma aderisce attorno alla tomaia. I modelli di metallo sono necessari perché nel forno si riscaldano meglio di quelli in plastica, facendo aderire perfettamente la tomaia alla gomma esterna. A questo punto, tolte dalle forme le tomaie passano al finissaggio. La tomaia dei “Sottozero boots”, invece, viene montata su una forma

in plastica sotto cui è stato inchiodato un “soletto” rigido con un macchinario chiamato premonta. Dopo il montaggio totale (punta e tallone), dove durante il processo vengono messi dei collanti, avviene la grattatura della tomaia rimasta sotto la forma per spianare e rendere liscia la superficie intera, sulla quale verrà incollata la suola. Infine la tomaia, ancora in forma con suola incollata, passa sotto delle presse per fare in modo che la suola attacchi bene. Alla fine di questo processo la calzatura passa dentro un forno, quindi la forma viene tolta e la calzatura inizia a ricevere i vari passaggi di finitura. Nel caso della variante martellata vengono applicate delle creme con spazzole morbide per la lucidatura, e lo stesso vale per la versione in vitello pieno fiore liscio. CHI COMPRA I VOSTRI CAPI? I nostri clienti sono persone interessate a capi senza stagione, non legati alla moda ma con un comune denominatore: casual con dettagli tecnologici e performanti. DA QUANDO ESISTE PZERO E DA COSA NASCE IL NOME? Nasce nel 2002, quando venne lanciato un progetto con un’anima sperimentale e hi-tech e con un nuovo marchio, dove la lunga P diventò una P dalle proporzioni aerodinamiche decorata da un piccolo zero: il progetto PZero. Nel 1877 (anno di fondazione dell’azienda) vi erano scarpe, stivali, borse, impermeabili, soprabiti, cappotti realizzati in un allora sconosciuto caucciù. Oggi il progetto ha un’anima nuova, sperimentale, ad alta tecnologia. Da una ricerca di marketing era emerso che il marchio Pirelli era glamour, sexy e fashion. E questo appeal era stato dato al brand proprio dal mitico calendario. Per questo motivo si è deciso di dare il via a un progetto di industrial design che ha fatto da apripista per una serie di avventure molto simili.

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F FASHION IT

LA TECNOLOGIA SI FIRMA DI CECILIA CANTADORE

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APPLE ASSUME L’EX CEO DI YVES SAINT LAURENT, UN ALTRO SEGNO DI COME MODA E TECNOLOGIA LAVORINO INSIEME. LO CONFERMANO I NUMEROSI STILISTI E MARCHI DI ALTA GAMMA CHE QUOTIDIANAMENTE SI CIMENTANO NELLA CREAZIONE DI COLLEZIONI O LIMITED EDITION TECNOLOGICHE RIGOROSAMENTE GRIFFATE

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parallelismi tra le tendenze in atto nel mondo della moda e del lusso e quelle che sottendono il mercato della tecnologia a volte sono volutamente evidenti. Il senso estetico sposa le performance tecniche catturando l’attenzione di fashion addicted e appassionati. Non è un caso che recentemente Apple abbia inserito nel suo team Paul Deneve, ex Ceo della casa di moda francese Yves Saint Laurent, che ha assunto il compito di seguire alcuni progetti speciali: una conferma di come “la mela” voglia continuare a dettare stile e tendenze in fatto di estetica e design. Deneve non è l'unico del settore della moda a essere nel team di Apple: nel board di Cupertino si trova infatti

Mickey Drexler, presidente e amministratore delegato del gruppo di scarpe e abbigliamento J Crew. Lo stesso Tim Cook, Ceo di Apple, è anche nel board di Nike. Era stata Apple, già nel 2009, ad avere l’idea di associare il famoso marchio di lusso Swarovski e il cantante britannico Elton John per lanciare un’edizione limitata dell’iPod Nano, decorato nella parte anteriore da circa duecentocinquanta cristalli e autografato sul retro. Ci sono poi numerose case di moda e stilisti che hanno lanciato vere e proprie collezioni speciali, soprattutto nell’ambito degli accessori per smartphone e tablet. Elemento comune a tutte è la “firma” del brand, ben visibile e riconoscibile. È il caso di Marc Jacobs, lo stilista americano che ha firmato per anni le collezioni Louis Vuitton, che ha

decorato borse e accessori hi-tech con fantasie pop. Nel 2013, la linea Marc by Marc Jacobs si è distinta per il suo essere giovane e irriverente, dal design chic ma allo stesso tempo ironico, ricco di dettagli colorati, tra animali e sagome che sembravano provenire dall'universo dei comics. Anche Moschino ha scelto di firmare accessori per smartphone, in particolare lanciando cover per iPhone riconoscibili a colpo d’occhio, ormai diventate vere e proprie icone da collezione. Si tratta infatti di cover a forma di animali dotati di nomi e personalità ben definite: dopo l’Orsetto Gennarino e l’Oca Luisa, Moschino ha presentato Violetta ed Agostino, rispettivamente un coniglio e un panda. Numerose custodie sono state firmate anche da Yves Saint Laurent, alcune ornate di strass e brillantini, altre in versione più rock, per gli amanti dell’audace fascino delle borchie. Byblos Milano, maison di pret à porter di lusso, ha invece creato una speciale limited edition per una cover per iPhone caratterizzata da un design semplice e da colori essenziali, bianco o nero. La cover si arricchisce di carattere grazie a un tema arabescato a contrasto che produce una tela grafica di appeal, sulla quale spicca il logo della maison.



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F GEOGRAFIA

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ADIDAS FOOTBALL #16.897.669

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LEVI’S #21.079.254

ADIDAS #15.392.650

NIKE #16.500.860 LOUIS VUITTON #16.185.542

VICTORIA’S SECRET PINK #13.887.869 VANS #13.007.380 DIOR #12.841.286

L I N K E D I N

2 5 9 M I L I O N I D I U T E N T I

F A C E B O O K 1 . 1 9 M I L I A R D I D I U T E N T I


Y O U T U B E

DIESEL #789.888

1

M I L I A R D O D I U T E N T I

ARMANI #1.002.219

DIOR CHANEL #1.324.956 #1.324.956 VERSACE #1.512.140 LACOSTE #1.854.823 HUGO BOSS #2.623.874 BURBERRY #3.231.098 H&M #3.552.025 DIOR #4.256.686 CHANEL #4.102.604

PACO #46.175.641 RREDWOLF AIRSOFT #48.941.633

NIKE FOOTBALL #50.190.216

NIKE #55.010.566

| 81

ADIDAS FOOTBALL #65.392.989 VICTORIA’S SECRET #66.602.782

LOIUS VUITTON #67.646.702

VICTORIA’S SECRET #3.496.122

STOPROCENT TV #77.651.447 DIOR #103.211.364

T W I T T E R

2 3 2 M I L I O N I D I U T E N T I

IL MONDO SOCIAL DEI BRAND FASHION

DC SHOES #318.570.218

DI FRANCESCO MARINO

Social, ultima frontiera. Nel loro viaggio verso il cuore (e gli acquisti) dei consumatori, i marchi della moda si sono gettati nel mondo dei social media. L’obiettivo è diffondere la conoscenza del marchio e dei prodotti, ma soprattutto costruire una relazione

Fonti: Alianzo , Business Insider, Dustn.tv, Google, Nitrogram, Social Bakers

G O O G L E +

5 4 0 M I L I O N I D I U T E N T I

duratura con i clienti e i fan. I brand fashion sono tra i più amati online e possono beneficiare dell’aura di prestigio che li circonda. Hanno anche a disposizione molti contenuti, foto e video da poter condividere. È un panorama in divenire, come un mondo

con i continenti ancora alla deriva, in formazione. Sono pochi i marchi che dominano in tutti i social network. Nell'infografica il numero di utenti che seguono i brand fashion nei vari social. Per Youtube sono indicate le visualizzazioni dei video.


RETRÒ

IL PRIMO SMARTWATCH ERA

Linux DI FRANCESCO MARINO

82 |

IN SOLI 43 GRAMMI OSPITAVA FUNZIONI ALL’AVANGUARDIA. 14 ANNI FA PASSÒ INOSSERVATO, MA LEGGENDO OGGI LE SPECIFICHE E LE FUNZIONALITÀ OFFERTE CI SI ACCORGE CHE WATCHPAD ERA UN PRODIGIO CHE ANTICIPAVA I TEMPI

H

a ben 14 anni il primo smartwatch, anche se chiamarlo così è riduttivo. Era infatti qualcosa di più il WatchPad, un computer da polso dotato del sistema operativo Linux e realizzato da IBM con Citizen. L’idea era già tutta lì: nella descrizione del prodotto, che risale al 2000, si legge che è possibile usarlo non solo come dispositivo a sé stante, ma anche come interfaccia per interagire con altri strumenti come pc e telefoni cellulari. Era dotato di bluetooth e addirittura di un sensore per il riconoscimento

delle impronte digitali, nonché di uno di quegli accelerometri che, a distanza di molti anni, avrebbe equipaggiato gli smartphone. La Ram era di 8 MB e il processore, a 32 bit, viaggiava a 74 Mhz. Il WatchPad poteva essere usato come accesso sicuro al pc (tramite le impronte digitali), telecomando per le presentazioni Powerpoint, dispositivo per la dettatura, strumento per i pagamenti elettronici e anche per controllare la posta elettronica senza usare il pc e per il chek-in automatico negli hotel. Insomma, molte delle funzioni oggi presenti nei telefonini e altre ancora all’avanguardia.


in equilibrio perfetto con le esigenze del mercato # # #

ERRE DI ESSE GRAFICA S.p.A.

RDS WEBPRINTING S.r.l.

Sede di Merate Via delle Industrie 8 23807 Merate (LC) Tel. 039 990 22 95 Fax 039 990 52 61 Sito: www.errediesse.it E-mail: errediesse@errediesse.it

Via Belvedere 42 20862 Arcore (MB) Tel. 039 596 81 30 Fax 039 596 81 31 Sito: www.rdswebprinting.it E-mail: roto-offset@rdswebprinting.it

MODULO CONTINUO

STAMPA ROTATIVA E PIANA

I.B.E. S.r.l. Industry Business European Via Campi 35 23807 Merate (LC) Tel. 039 598 20 06 Fax 039 927 03 68 Sito: www.ibe-etichette.it E-mail: vendite@ibe-etichette.it

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