Digitalic23 Spazio Infinito

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EDITORIALE E

L’UNIVERSO DEI DATI UN MONDO UMANO

FRANCESCO MARINO

Direttore responsabile di Digitalic M@framarin francesco@digitalic.it

www.digitalic.it

dati sono un mondo, non solo sequenze di zero e uno. Certo sono anche quello, ma in realtà rappresentano molto di più. Siamo noi a generarli, da quando ci alziamo la mattina: guardiamo le previsioni del tempo, scriviamo ad un amico, poi arriviamo in ufficio e prepariamo un foglio di calcolo, compriamo un libro sul web, realizziamo una presentazione, facciamo una foto, analizziamo un bilancio, programmiamo una app. I dati siamo noi, in mille sfaccettature, perché aumenta di continuo la fetta di attività svolte con l’ausilio di mezzi digitali. Per questo, l’universo dei dati è in rapida espansione: tutti contribuiscono a crearne, sempre di più e nei più svariati territori. È in atto un’epocale migrazione: intere astronavi di esperienze e di competenze si stanno trasferendo nel mondo dei byte. Quando si devono trattare questi dati, queste sequenze di zero e di uno, bisogna tenere presente di cosa sono fatti. Oggi più che mai non esistono “freddi numeri”, ma numeri che rappresentano il segmento, magari piccolissimo, di un’azione, di un pensiero umano, di un’idea.

I

Pensate all’archivio delle foto di Federico Garolla che la figlia ha costruito con amore: sono byte come tutti gli altri, ma dentro hanno la storia del nostro Paese. Chiunque si occupi di archiviazione, protezione e replica dei dati dovrebbe (ogni tanto) pensarci.

L’UNIVERSO DEI DATI è in

RAPIDA ESPANSIONE, perchè tutti contribuiscono a crearne, sempre di più, e nei più svariati territori.

In questo universo ci sono giocattoli magici in grado di ospitare un numero di byte che sembrava impensabile solo fino a qualche anno fa. A questo incredibile sistema è dedicata la copertina, che rappresenta la meraviglia

di quello che la tecnologia è stata in grado di costruire. Un universo parallelo fatto di pianeti di archiviazione in cui abitano le nostre informazioni. Potete ammirarlo anche in 3D, come un planetario, staccando dalla copertina e alzando i vari elementi. Ma la cover è anche una vera rappresentazione dell’evoluzione dello storage, dove il volume di ogni pianeta rappresenta la capacità dei vari strumenti apparsi sul mercato dal 1947 ad oggi: l’epoca del cloud che apre le porte all’archiviazione infinita. Un’infografica sul retro spiega i dettagli dell’evoluzione dello storage e di cosa raffiguri ogni pianeta. I mondi alternativi, gli universi paralleli e i sistemi di immagazzinamento caratterizzano questo numero di Digitalic: cercateli tramite l’icona “Spazio Infinito”. Potrete scoprire la memoria Usb fatta per non essere usata, la nebulosa delle ricerche scientifiche o ancora la mole di dati prodotta per studiare il clima, ma anche strumenti che si possono usare tutti i giorni per migliorare l’attività delle imprese. Il mondo dello storage è grande: viaggiate con noi.

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sommario ANNO 3‚ NUMERO 23‚ NOVEMBRE 2013 WWW.DIGITALIC.IT

NEWS 06 GURU 08 Un archivio che è una vita PHOTO 10 La dea della memoria TREND 12 Arriverà l’era del Brontobyte

BRANDING 50 I fantastici 100 SOLUZIONI 52 Social, mobile, big data e cloud DATI 54 I Big Data al centro dello storage

GEOGRAFIA 14 La galassia della ricerca

MOBILITÁ 56 I dati non hanno fissa dimora

WHITE PAPER 16

INNOVAZIONE 58 Samsung guarda al futuro

Universo chiama Terra

MERCATO

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TECNOLOGIA

DESIGN 60 L’ergonomia ti rende produttivo

INNOVAZIONE 22 È ora di cambiare aria. Aprite la finestra a Windows 8.1 e ai nuovi Surface DOSSIER 24 Storage, verso lo spazio infinito IL BOSS 34 L’intelligenza dello storage FORMAZIONE 40 Computerlinks all’University 2013 con lode TAVOLA ROTONDA 42 Citrix: il mobile e la virtualizzazione che fanno bene alle imprese PUNTO G 46 Clima: i dati sul tempo che cambia

CLOUD 62 Una nuvola solo per te IMAGING 64 La moda vista con gli occhi di Canon

PMI 76 Le piccole imprese hanno bisogno del cloud SICUREZZA 78 Symantec presenta il Norton report 2013 SICUREZZA/2 80 Il costo dei Cyber crimini ENERGIA 82 UPS Eaton, tutta l’energia necessaria OUTSOURCING 84 Solo il meglio delle risorse umane ANALYTICS 86 Una sola risposta per tante soluzioni SICUREZZA/3 88 Nella rete di Barracuda NETWORKING 90 V-Valley sceglie Juniper per conquistare le reti

FASHION_IT 66 Ritorno al vintage

CRIMINE 92 Lotta aperta al Cybercrime

DESIGN/2 68 Luxe Pack, un mondo da inventare

SOFTWARE 94 L’open source anche per lo storage

CARTA 70 Paper world: l’arma anticrisi è l’innovazione

#FF 96 Il cubo per la musica cloud

81 59 7 11-37-41 29-57 67 71 44-45 53 72 13 19

GIRLY TECH 74 La tecnologia ci mette sotto stress

Fortinet Fujitsu Technology Solutions Graf3 Gruppo Cordenons Hitachi Data Systems Italia - Accadis Hubergroup Ibm Il Triangolo Imagem iStockphoto Italgrafica Lenovo

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2012-31/12/2012

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MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393 - fax 039.2326449

RETRÒ 98 I dischi morbidi

WEB SOCIAL

INSERZIONISTI 4Minds Achab - Avira Agile Telecom / Digitel Alias Avnet -Red Hat Brevi Ciemmeci Light Mark Computer Gross - Cisco Computerlinks - Huawei Eaton Industries Italy Epson Evolution

Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011

23 39 91 IIcop-IIIcop 65 48 5 55 89 20 95 51

Litover Luxoro Marabu Italia NetApp Panda Security Pi-Emme Qnap Systems Smau Snt Technologies Systematika Tech Data Thinkstock

83 85 93 31-32-33 35 IV cop 61 77-87 27 63 Ip in IV cop 79

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).



NEWS

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IL PIÙ GREEN DEI DATA CENTER

AOF13, UN EVENTO SPECIALE

LA RAI STAMPA GREEN

ASHTON KUTCHER SCEGLIE LENOVO

Eni ha varato un progetto ambizioso: si chiama Eni green Datacenter (nome in codice Zephyr) e nasce con il duplice obiettivo di garantire altissima affidabilità per tutte le esigenze informatiche aziendali e di ottenere risultati di efficienza energetica “green” di eccellenza mondiale. L’impianto ospiterà tutti i sistemi centrali di elaborazione, destinati sia all’informatica gestionale che alle elaborazioni di simulazione computazionale (in totale oltre 7.000 sistemi, con più di 60.000 core Cpu), ed è progettato per ospitare strumenti IT con assorbimenti energetici fino a 30MW di potenza utile (come una città), in uno spazio fino a 5.200 mq. Si tratta di un’eccellenza italiana situata a Ferrera Erbognone (in provincia di Pavia). L’edificio si sviluppa all’interno di un’area di circa 100.000mq, per una superficie lorda di quasi 45.000mq, ed è costituito da due corpi perfettamente simmetrici, distanti 20 metri tra loro, completamente indipendenti in tutto per garantire la continuità d’esercizio; ognuno dei due corpi, chiamati trifogli, contiene 3 sale per gli apparati IT, per un totale di 5.200mq utili. Particolarmente interessanti sono i camini, 6 enormi strutture che hanno il compito di aspirare (come fa un caminetto) l’aria calda prodotta dai server.

L’Achab Open forum è indubbiamente un evento speciale, e non solo perché la gente indossa cappelli stravaganti (anche se questo contribuisce all’atmosfera). È speciale perché la comunità dei rivenditori Achab diventa per due giorni tangibile: quei dealer che hanno scelto la strada meno battuta hanno così la possibilità di vedersi e di conoscersi. Achab open Forum (per gli amici AOF) è un’occasione per scoprire persone e tecnologie, perché la qualità migliore del distributore è quella di essere un talent scout, uno che cerca i prodotti che altri non hanno. Tra i brand più interessanti si poteva incontrare “PowerFolder”, un “dropbox” privato con tutta la potenza del cloud e la possibilità di usarlo nei propri data center, senza che sia “pubblico” ma sfruttando il meglio di app per smartphone e tablet. Il fondatore è Christian Sprajc, con cui si poteva parlare ai tavoli dell’evento.organizzato da Autotask, società che realizza soluzioni con cui i rivenditori possono tenere traccia dei servizi realizzati, rappresentata da Hannah Arnold, una delle persone che parlano più amabilmente di tecnologia che si possano incontrare. Insomma, ci sono i cappellini strani, ma soprattutto ci sono idee nuove.

La Rai, Radiotelevisione Italiana Spa, in collaborazione con Xerox ha realizzato il progetto denominato “Rai Greenprinting” per ottimizzare il proprio ambiente di stampa, che consente all’azienda di ridurre i costi senza effettuare tagli lineari. Il progetto prevedeva l’inserimento, in tutte le sedi Rai d’Italia, di un numero sufficiente di multifunzioni A3/A4 B/B e color, garantendo stampa di qualità, sicurezza nella produzione e nei flussi documentali, oltre ad innovazione legata alle nuove funzionalità dei dispositivi, tra cui fax over IP e scansione. I risultati del progetto sono stati immediati, incrementando notevolmente la sostenibilità ambientale dei luoghi di lavoro. Anche i dipendenti dell’azienda hanno dei vantaggi, potendo usufruire di servizi aggiuntivi legati all’ambiente di stampa e di funzioni avanzate; FollowMe, ad esempio, è una soluzione di sicurezza che consente agli utenti di rilasciare il loro lavoro di stampa su una qualunque multifunzione abilitata, semplicemente utilizzando il badge aziendale come mezzo di autenticazione (Secure Access). L’obiettivo finale del progetto è di ridurre dell’80/90% il numero di dispositivi di stampa personali e di circa il 90% il numero di scanner.

Un attore come ingegnere: Lenovo ha nominato Ashton Kutcher product engineer per il suo Yoga Tablet. E non è solo una trovata pubblicitaria: Kutcher, infatti, affiancherà il team di sviluppo di Lenovo per progettare e promuovere la linea Yoga Tablet, contribuendo allo sviluppo del prodotto a livello di design, software e modalità di utilizzo. “La collaborazione con Lenovo unisce la mia passione per la tecnologia e un design di prodotto che sa migliorare la qualità della vita. Non vedo l’ora di affiancare Lenovo nello sviluppo di prodotti mobile del futuro, a cominciare dal Tablet Yoga”, afferma Ashton Kutcher. “Lenovo rappresenta innovazione e leadership e lo spirito imprenditoriale fa parte del suo DNA: non avrei potuto chiedere di meglio”. Kutcher è il protagonista della serie TV “Due uomini e mezzo” e si è distinto, negli ultimi anni, anche per i suoi investimenti nella tecnologia: è infatti co-fondatore di A-Grade Investments, che ha fornito venture capital a numerose aziende tech come Airbnb, Fab, Foursquare, Spotify, Path e Uber. Ma Kutcher è anche l’interprete di Steve Jobs nel film a lui dedicato e la sua scelta è risultata ancor più d’impatto. http://youtu. be/7a9K59G0Z0g


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SPAZIO INFINITO

GURU

UN ARCHIVIO CHE È

UNA VITA di BARBARA SILBE

La memoria dell’Italia è fatta di immagini, quelle di Federico Garolla, che ha dedicato la sua vita alle nostre, alla storia, ai sentimenti del nostro Paese. Oggi questa eredità è un archivio digitale creato dalla figlia Isabella perché i dati non sono solo byte, ma pezzi di vita digitalizzati.

08 |

È

scomparso nel maggio dell’anno scorso, Federico Garolla. La sua memoria è la nostra: le sue immagini sono icone senza tempo che testimoniano i cambiamenti della società, un immenso patrimonio che ci ha lasciato in tanti anni di carriera, custodito oggi anche in un prezioso archivio digitale curato dalla figlia Isabella. Il grande maestro dell’obiettivo, soprannominato “L’Occhio del tempo” perché il suo sguardo sul mondo influenzò molti autori che seguirono, venne paragonato a Doisneau e Brassaï ed esordì come fotografo all’Europeo, diretto da Arrigo Benedetti,

nel 1951, per collaborare poi con i maggiori rotocalchi italiani. Su Epoca, L’illustrazione Italiana, Grazia, Amica, Oggi, Paris Match, raccontò da inviato speciale l’Italia del Dopoguerra, la nascita dell’alta moda, il boom economico, il cinema e la cultura con una poesia e una delicatezza senza paragone, fino a scegliere di abbandonare il fotoreportage agli inizi degli anni Settanta, quando capì che il mondo dell’informazione stava cambiando in un modo che non gli piaceva. Da quel momento in poi preferì dedicarsi a illustrare libri per case editrici come Longanesi e De Agostini. Garolla non aveva mai amato l’aggressività dei paparazzi

d’assalto e il taglio un po’ ambiguo delle riviste dozzinali, che finivano spesso per indugiare su scandali e pruderie. Il suo stile era quello del racconto con garbo, dentro e fuori dalle scene, interagendo con i soggetti senza rubare attimi. Ai suoi personaggi chiedeva un legame personale e intimo, fino a diventarne specchio e interprete. Del regista Pietro Germi divenne amico, di Virna Lisi seguì il matrimonio, a Ungaretti faceva da autista pur di seguirlo nelle sue giornate, con Claudia Cardinale c’era un’intesa di estrema fiducia che traspare dagli scatti che più volte le fece. Il suo segreto era considerarle persone normali, per capirle e finire nei

loro ambienti domestici, nelle passeggiate dello shopping o nelle pause di lavoro sul set. Realizzò anche molti reportage sociali nell’Italia del suo Sud. Immortalò il come eravamo e ne interpretò il perché. Era napoletano, nella sua terra natale faceva il giornalista, poi Milano lo accolse e divenne la sua città. Sulla scrivania dello studio, nella sua casa in zona Fiera, troneggiava un modernissimo computer. Qui, con la figlia Isabella, iniziò la costruzione di un importante archivio digitale di cui lei oggi è custode e che di recente ha ricevuto la prima edizione del premio “Il tempo ritrovato. Fotografie da non perdere”, ideato dal magazine Io Donna


Sophie Malga © Federico Garolla A sinistra: Il Maestro Federico Garolla

Silvana Mangano © Federico Garolla

in collaborazione con MIA Fair, Eberhard&Co e il Museo della Fotografia di Cinisello Balsamo. “Iniziando con mio padre alla fine degli anni Novanta – ci racconta Isabella Garolla – ho avviato la catalogazione e il recupero di tutto il materiale da lui prodotto partendo dal 1948. Lui stesso aveva voluto questo progetto, per difendere il suo

Valentino © Federico Garolla

patrimonio iconografico e offrire a tutti la possibilità di riscoprire il lavoro che aveva fatto. Tengo tutto in casa, dentro quattro hard disk, e il lavoro non è ancora finito. Manca tutta la parte più recente, dalla fine degli anni Sessanta in poi. Più che altro mi resta da affrontare l’archivio colore, oltre 200 mila scatti dove si trova il materiale sulla storia dell’arte, i musei, la gastronomia e gran parte dei paesaggi”.

CHI L’HA AIUTATA NELLA SELEZIONE DELLE IMMAGINI?

“Prezioso è stato l’apporto di Marco Delogu, che è sia fotografo che editore e curatore di mostre. Ho sempre seguito molto i suoi consigli, e ancora me ne dà. Poi ha contribuito Uliano Lucas, che a mio padre era molto legato e che ha saputo fare una selezione finissima”. LE STESSE SCELTE CHE AVREBBE FATTO FEDERICO GAROLLA?

“Papà era strano. Non gli era mai passata la voglia di creare, per fortuna. E ogni tanto aveva idee innovative, proiettate nel futuro. Ma lui non era per nulla legato a un fattore estetico dell’immagine, quanto piuttosto ai suoi personaggi, alle storie che aveva testimoniato, e quindi faceva delle valutazioni in base ai ricordi a cui dava importanza. Di questo si era reso conto e così aveva preferito lasciarmi fare da sola, sapendo che le mie decisioni sarebbero state migliori”. E OGGI LEI SI OCCUPA DI QUESTO A TEMPO PIENO?

“Sì, dirigo l’Archivio Garolla. Mi occupo io della ricerca iconografica e della digitalizzazione, curo il sito e i rapporti con le agenzie e le case editrici che hanno bisogno di sue opere. Poi seguo in prima persona la realizzazione di pubblicazioni e di mostre”.

CI REGALA QUALCHE DATO?

“L’Archivio Garolla si compone di oltre 200.000 scatti in bianco e nero e 300.000 a colori, dedicati alla cultura, al cinema, alla moda e al sociale. Fino ad oggi sono state effettuate oltre 15.000 scansioni. Le immagini sono trasformate in file TIFF, scala uno a uno ad altissima definizione, e poi riportate a 300 DPI per la massima risoluzione (ad esempio: 35 mm scansito a 3000 e sceso poi a 300). Esiste anche una copia di ogni immagine in bassa risoluzione per le preselezioni. L’archivio colore spazia dalla storia dell’arte ai musei e alle zone turistiche, dalla storia della musica alla pubblicità, dalla gastronomia, anche regionale in loco, all’artigianato, agli animali e ad altro ancora. È stata scansita per ora solo la parte dedicata alla gastronomia. C’e’ anche abbastanza materiale analogo al b&n, perché papà usava portare con sé sempre una seconda macchina. Ha immortalato circa ottocento personaggi celebri. Lui amava ritrarre un aspetto felice del nostro Paese, e in un singolo scatto sapeva dire tutto. È la dimostrazione che il digitale non è qualcosa di sterile e freddo. Qui dentro c’è vita, arte, passione, quotidianità, ci sono storie indimenticabili. È la nostra memoria”.


SPAZIO INFINITO

PHOTO

LA DEA DELLA

MEMORIA di FRANCESCO MARINO

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S

i chiama Mnemosyne ed è dedicata alla dea greca figlia di Urano e Gaia. È una memoria Usb da Olimpo, anche nel prezzo, costa infatti 10.000 dollari. Il suo design ha l’obiettivo di sovvertire l’utilizzo delle flash memory. Toshiki Sathoji, il designer, spiega che “normalmente le memorie Usb sono utilizzate per contenere i dati provvisoriamente. Sono leggere, poco costose e piccole, per questo hanno avuto successo, ma per gli stessi motivi vengono usate

con poca attenzione, dimenticate”. Esistono ricordi, idee, immagini che rappresentano una vita e che devono essere conservate per sempre: per custodirli nel tempo è nata Mnemosyne. Si tratta di una scultura cubica suddivisa in 5 pezzi di alluminio lucidato che contengono al loro interno un piccolo cubo nero, che è la vera e propria memoria Usb. Per utilizzarla bisogna risolvere il “rompicapo”, smontare tutti i pezzi e prelevare la memoria. Una volta riposta rimane al sicuro. http://tinyurl.com/m3o6of


Alias, da 20 anni, ricerca e seleziona i marchi e le soluzioni migliori nell’ambito della Sicurezza, dello Storage/Backup, del Networking/Wireless e del Voip. In linea con la costante evoluzione del mercato di riferimento e con le esigenze che lo stesso esprime, Alias forma i propri rivenditori fornendo loro uno specifico know how e strumenti altamente innovativi indispensabili per far fronte alle necessità della propria clientela. Attraverso percorsi formativi specifici, Alias dà identità e valore ai propri rivenditori, condividendo l’importanza di saper offrire qualità e servizio attraverso soluzioni dall’efficacia comprovata e marchi di rilievo internazionale.

Sicurezz a

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Stor age

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Backup

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Networking

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Wireless

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Voip

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Videoconferenz a


SPAZIO INFINITO

TREND

MEGABYTE = 1.000 KILOBYTES

GIGABYTE = 1.000 MEGABYTES

ARRIVERÀ L’ERA DEI BRONTOBYTE

TERABYTE = 1.000 GIGABYTES

PETABYTE = 1.000 TERABYTES

di FRANCESCO MARINO

EXABYTE = 1.000 PETABYTES

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L ZETTABYTE = 1.000 EXABYTES

Le unità di misura dei dati disegnano la storia dell’archiviazione digitale. Negli anni ’80 un Mb di memoria era un sogno quasi inavvicinabile, oggi una memoria usb da 1 GB ci sembra poca cosa. I sistemi storage per le aziende si misurano in Terabyte (TB), ovvero 1.000 Gibabytes, ma questa grandezza comincia già ad andare stretta. Quando si parla di dati scambiati su Internet si usano già i Petabyte (1.000 TB) e gli Exabytes; per dare un’idea più precisa, cinque Exabytes racchiudono tutte le parole pronunciate nella storia dagli esseri umani. Più in là ci sono gli Zettabytes e gli Yottabytes, enormi oltre ogni immaginazione: basti pensare che occorrerebbero circa 11 trilioni di anni per scaricare da Internet (a banda larga) un file grande 1 Yottabyte. 1.000 Yottabyte corrispondono a 1 Brontobyte, una nuova unità di misura non ancora certificata ma che tra qualche anno probabilmente sarà realtà, visto che la vita delle persone e delle aziende viene digitalizzata con un ritmo sempre più alto.

YOTTABYTE = 1.000 ZETTABYTES

BRONTOBYTE = 1.000 YOTTABYTES



GEOGRAFIA

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LA GALASSIA DELLA RICERCA di FRANCESCO MARINO

SPAZIO INFINITO


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Q

uesta galassia l’ha disegnata un computer: sono tutte le ricerche scientifiche (882.087) pubblicate sul sito arXiv dal 1991 ad oggi. Ricercatori e scienziati di tutto il mondo mettono a diposizione i loro studi attraverso un sito aperto a tutti, dove ogni giorno vengono pubblicate 300 nuove ricerche scientifiche nei campi più vari, dalla fisica quantistica alla biologia, dai buchi neri al grafene, dalla medicina ai computer, dai neutrini ai superconduttori. Grazie al computer a riconoscimento semantico è stata creata una mappa, Paperscape (http:// paperscape.org), una galassia nella quale ogni colore rappresenta l’argomento trattato e la dimensione dei cerchi è proporzionale al numero delle ricerche sullo stesso argomento. Si disegnano così vere e proprie nebulose interattive, che possono essere esplorate per scoprire quali studi compongano i vari agglomerati. Osservandola con attenzione, ad esempio, è possibile notare come il Grafene sia molto studiato, e come lo siano ancora di più tutti i temi sulla AdS/CFT (Anti de Sitter/Teoria di campo conforme). La “computer science” è in un angolo periferico della galassia di Paperscape, mentre occupa un posto di rilievo, nell’area della fisica, il computer quantistico. Questa mappa è in continua evoluzione e traccia i confini di un mondo sempre in espansione, proprio come la ricerca scientifica.


WHITE PAPER

universo

chiama

terra a cura della REDAZIONE

Un mondo in espansione fatto di informazioni, dati e oggetti in grado di raccogliere tutto quello che sappiamo e che facciamo. Questa copertina è anche un planetario e un’infografica che mostra quanto sia grande l’universo dei dati

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T

utto un altro mondo quello nel quale viviamo noi di Digitalic. Questo universo è fatto delle più belle tradizioni grafiche che, unite alle moderne tecnologie e alle abilità dei nostri partner, offrono sempre uno spazio nuovo per la fantasia. Ecco un’altra cover che sfida la tradizione della carta stampata per mostrarne le infinite possibilità applicative. Dalla carta firmata Cordenons, passando attraverso la creatività di Imagem per l’elaborazione 3D, gli inchiostri serigrafici firmati Marabu e UV firmati Hubergroup, per arrivare fino alla stampa UV di Graf3, a quella a caldo di Pi-Emme, alla serigrafia di Litover, e per concludere infine con la precisione della fustella di Italgrafica e la meraviglia delle lamine Luxoro e dei cliché h+m. Anche questa volta, abbiamo voluto esagerare.

TUTTO INIZIA DA UN’IDEA L’immagine è l’inizio di ogni cover che avete visto e anche in questo caso il supporto di Imagem è stato fondamentale per la modellazione tridimensionale dei principali pianeti. Questi, infatti, sono composti da migliaia di hard disk e pen drive addensati intorno a delle sfere per rappresentare i singoli device utilizzati per l’immagazzinamento dei dati, mentre per il pianeta cloud è stato utilizzato un effetto di fumo volumetrico, per rendere eterea l’idea della “nuvola” nella quale inviamo i nostri dati. Il resto dei pianeti si ispira alla fantascienza di Star Wars, Star Trek e di tutte le serie che hanno accompagnato l’adolescenza di Carlo Magrì, Imagem. Il tutto per darvi il benvenuto nel pianeta Digitalic. CARTA SPAZIALE L’universo dei dati della Cover poggia su un supporto speciale: la Malmero Perlé Blanc di Gruppo Cordenons, da 250 gr/mq.

Si tratta di una carta realizzata con fibre di pura cellulosa vergine dotata di un’ottima tenacità, che è servita per i diversi passaggi a cui è stata sottoposta. La variante Perlé è finemente decorata con inclusioni perlescenti, che hanno dato allo sfondo spaziale ulteriore profondità e luminosità astrale. EFFETTO ROBOT, MA NON SOLO Che universo sarebbe se non ci fosse metallo argentato a rendere l’idea degli ingranaggi che muovono tutto? Così ecco arrivare, come di consueto, la lamina firmata da Luxoro. Si tratta del foil sovrastampabile argento Alufin GIO–N. Un effetto ottico unico che solo i foil più belli di questo partner riescono a rendere in modo ineccepibile. Ma non basta. Frutto delle abilità, potremmo dire davvero orafe, di h+m è lo splendido cliché in ottone, realizzato dall’azienda tedesca per la stampa in piano del fondo argento che è stato poi sovrastampato.


INCHIOSTRI A EFFETTI SPECIALI Ancora una volta bisogna ricordare come l’effetto finale sia frutto di numerosi dettagli, prodotti e lavorazioni applicati sul supporto cartaceo. Tra gli effetti che potete apprezzare su questa cover ci sono lo spessore e la luminescenza dei dettagli e delle scritte. Per donare spessore ad alcuni particolari (passate il dito e lo sentirete con facilità) è stata usata una vernice spessorata UV firmata mata Ma Marabu. A questo prodotto si sono uniti gli inchiostri lumines luminescenti a base solven che, una volta solvente lavor in serigralavorati fia, h hanno reso visib al buio la visibile bella testata di Digita Digitalic.

TOCCANDO E OSSERVANDO Gli inchiostri serigrafici di Marabu sono sempre qualcosa di affascinante. L’effetto tattile e visivo, però, anche in questo caso è stato il frutto della collaborazione tra i consumabili e la loro messa in macchina, curata da Litover. L’azienda specializzata nelle lavorazioni serigrafiche ha steso in modo ottimale inchiostri e vernice spessorata perché tutto fosse toccabile con mano e visibile agli occhi. Perché la stimolazione dei sensi è il fascino totale di questa lavorazione. QUANDO LA STAMPA È MODERNA La stampa di un prodotto è un elemento fondamentale per la resa qualitativa finale.

Oggetti eccezionali stampati male rovinano il lavoro di tutti. Ecco perché su questo numero trovate Graf 3 che, per la prima volta, scende al nostro fianco per la realizzazione di una cover. La copertina è stata stampata su una Heidelberg Speedmaster 102 a 6 colori con spalmatore con essiccazione a raggi UV. La quadricromia e due bianchi sono i colori che potete vedere perfettamente stesi grazie alla tecnologia lito-offset UV, che garantisce sempre un risultato impeccabile. GLI INK UV, COMPAGNI DI SEMPRE Tutti gli inchiostri, eccetto quelli serigrafici, sono inchiostri UV che hanno offerto un servizio eccellente per la resa cromatica finale. Gli ink UV sono, di nuovo,

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RISORSE CORDENONS

MARABU ITALIA

HUBERGROUP

ITALGRAFICA

Gruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte che offre al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti specializzati. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare carte preziose, che evocano l’eleganza e il fascino delle carte fatte a mano. Gruppo Cordenons ha sviluppato un portafoglio prodotti molto ampio che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti e carte innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica o dei tessuti alla moda.

Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, che ha la sua sede centrale in Germania, è presente – però - in tutto il mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale per offrire un portfolio di innumerevoli prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite.

Hubergroup è uno dei maggiori produttori europei di inchiostri, vernici e ausiliari per la stampa. L’azienda comprende 40 consociate e oltre 150 organizzazioni commerciali. Con più di 250 anni di esperienza nel settore degli ink, il gruppo è in grado di produrre consumabili per la stampa di imballaggio e di quotidiani e per la stampa commerciale. Huber Italia è uno dei principali attori nel mercato italiano in tutti i settori della stampa. Grazie al completo portafoglio prodotti e all’eccellente assistenza tecnica, è in grado di supportare la propria clientela per qualsiasi esigenza.

Attiva da oltre trent’anni a Novara, la tipolitografia Italgrafica Srl nasce nel 1980 dall’iniziativa di tre soci. Dal 1998 Italgrafica ha vissuto una notevole crescita. Oggi conta infatti circa quaranta dipendenti e ha chiuso il 2011 con un fatturato di 7,2 milioni di euro: uno sviluppo frutto di notevoli investimenti, indispensabili per poter seguire l’evoluzione del mercato e destinati al rinnovamento tecnologico del parco macchine e alla formazione del personale. Certificata FSC e PEFC vanta personale altamente qualificato in grado di garantire, con la sua flessibilità, sempre il risultato migliore.

GRUPPOCORDENONS.COM

MARABU-ITALIA.IT

HUBERGROUP.IT

WWW.ITALGRAFICA.NET


il frutto della ricerca tecnologica di Hubergroup. Tutta la vasta gamma di prodotti UV di questa azienda è perfetta per la stampa offset e garantisce, in accoppiata con la stampa di Graf 3, un’immagine nitida e carica di colore. Come di consueto, la qualità elevata dei prodotti usati riesce a dimostrare come la cooperazione tra partner sia strategica nella realizzazione finale di un qualunque progetto stampato.

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QUEL “CALDO” COSÌ NOBILE! Più volte ci avete sentiti parlare di “caldo”, ovvero di stampa a caldo. Anche questa volta le lamine Luxoro sono state stese ad arte per rendere al massimo il loro effetto, grazie a un partner che è una vecchia conoscenza, Pi-Emme. L’azienda, specializzata nella stampa a caldo, riesce a utilizzare prodotti come queste lamine per offrire tutta la bellezza che meritano i progetti dei suoi clienti. Anche gli sbalzi che potete apprezzare sui pianeti sono il risultato della collaborazione tra h+m, che ha fornito i cliché, e Pi-Emme, che ha saputo “scavare e deformare” la carta per renderla materiale duttile e ancor più prezioso. UN TAGLIO NETTO Riuscire a far diventare i nostri pianeti reali è stata una vera impresa per tutti. Il tocco finale è stato dato da Italgrafica, grazie a un precisissimo taglio intorno a tutti gli elementi principali e più grandi di questo universo tecnologico. La fustella si è evoluta nel corso del tempo, anche se rimane un’opera di alto artigianato. Anche in questo ci piace essere tecnologicamente avanzati, e così con Italgrafica abbiamo trovato lo strumento perfetto e ottimale per ritagliare i pianeti in modo da poterli far diventare veri pop-up.

GRAF3

IMAGEM

PI-EMME

Graf3 è un’azienda che opera nel mercato delle arti grafiche da oltre 40 anni, con lo scopo di fornire ai suoi clienti la più ampia gamma di soluzioni per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente stesso conoscenze e tecnologie di ultima generazione. Per questo, alle macchine lito-offset UV e tradizionali, al reparto serigrafico e a quello per la produzione e personalizzazione di card, da settembre 2013 si è affiancato il reparto di stampa digitale wide format, al quale si aggiungono il reparto grafico e quello di prestampa per controllare la qualità e la conformità a quanto desiderato dal cliente. Il tutto per diventare non solo stampatore, ma partner di ogni progetto.

Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire tutte le fasi di un prodotto multimediale, dall’ideazione alla modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo approccio multidisciplinare, il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali. Carlo Magrì, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Paola Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl.

Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa. Proprio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nelle arti grafiche, necessitano di avere prodotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette a PI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le numerose macchine presenti in azienda unite alla competenza tecnica degli operatori, le ntono di poter soddisfare, consentono ianamente, ogni esigenza quotidianamente, mbito delle graphic arts. nell’ambito

WWW.GRAF3.COM

IMAGEM.IT

HINDERER & MUEHLICH

LUXORO

LITOVER OVER

h+m è sinonimo di innovazione e accuratezza nel mercato della stampa a caldo. Ecco perché Luxoro si avvale della collaborazione di h+m (azienda partner di Kurz) con oltre 40 anni di esperienza nella produzione di accessori e attrezzature per la stampa a caldo, per realizzare i suoi pregiati prodotti. L’azienda è leader, infatti, nella realizzazione di clichés e tecnologie ad alta precisione mirate a un risultato finale simbolo di vera eccellenza. Caratteristica che fa di h+m un partner sempre affidabile per un successo garantito.

Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. Luxoro è partner esclusivo del gruppo Kurz in Italia dal 1968, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo.

Litover offre tutte le lavorazioni accessorie nel campo della carta stampata. Da sempre chi utilizza il prodotto cartaceo ha il desiderio di risaltare: da qui l’importanza della verniciatura in macchina, fuori macchina, a fondo pieno o con riserva; la particolarità della plastificazione, delle serigrafie lucide e opache; la ricercatezza della stampa a caldo, dei giochi di spessore degli sbalzi e dei rilievi; i prodigi dei gratta e vinci, dei gratta e profuma, del glitter degli inchiostri fluorescenti e di quelli sensibili al calore. Il tutto all’insegna della “qualità totale” del servizio per la massima soddisfazione del cliente.

Srl

HINDERER-MUEHLICH.DE

LUXORO.IT

MME.COM PI-EMME.COM

LITOVER.COM




MERCATO

SE LA TECNOLOGIA PERDE di EMANUELA PASINO

Non lasciano molto spazio all’entusiasmo i dati dell’Assintel Report 2013. L’analisi, svolta da Nextvalue per l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio, fotografa una Information Technology italiana in piena recessione, con quasi 4 miliardi persi dal 2008 ad oggi. E per la fine dell’anno la chiusura sarà ancora in negativo, con un -4% rispetto al dato (già di segno meno) del 2012. Tutti i comparti soffrono: hardware -9,5%, software -3,2%, servizi IT -4,3%. Lo stesso vale per i mercati verticali, eccetto quello Consumer che registra un timido +1%: PA e sanità oltre il -11%, commercio, distribuzione e servizi -5,4%, industria -4,7%, trasporti e logistica -4,8%, telecomunicazioni -2%, banche (il maggior spender IT) -2,1%. “Che cosa vogliamo fare? Questa è la domanda che più ci preme, non solo come rappresentanti di aziende che fanno innovazione, ma anche come cittadini che assistono al depauperamento del sistema economico. Non siamo più nel tempo del dire ma in quello del fare, semplicemente perché non c’è più tempo”, questo il commento amareggiato e quasi rabbioso di Giorgio Rapari, presidente di Assintel e

della Commissione Innovazione e Servizi di Confcommercio. “Le parole della politica ormai sono miraggi dissolti a cui nessuno crede più, come l’agenda digitale che aspetta ancora i decreti attuativi, come la strategia nazionale per l’Innovazione che non arriva, come il credito alle piccole imprese e il sostegno agli investimenti digitali inesistenti, o infine come il supporto all’occupazione attraverso la vera riduzione del costo del lavoro. Non per nulla nel Global Competitivenes index del World Economic Forum, l’Italia è quest’anno scesa al 50° posto, ma è addirittura al 118° posto per l’importanza dell’IT nella visione del Governo e al 130° per la promozione fatta, anzi non fatta”. Come sempre i dati vanno letti nella loro completezza e, anche se lo scoramento è giustificato, l’economia digitale - nel suo complesso - non si ferma. I tablet sono al +42%, gli smartphone, già 28 milioni, crescono a vista d’occhio e con essi l’accesso al web e il cloud. Il PIL digitale ha raggiunto il 3,1% di quello nazionale (al momento non proprio esaltante, a dire il vero), l’e-commerce cresce del +18% e il Mobile Commerce del +160%.

Numeri che farebbero sorridere se non dovessimo confrontarli con quelli europei, visto che l’Italia ancora una volta è sotto la media continentale. Una nota positiva - fortunatamente - arriva dalle aziende Top, con il 13% di esse che prevede un aumento della spesa IT esterna superiore al 5% nei prossimi 12 mesi. Le altre, invece, contraggono: -19,7% le micro imprese, -14,8% le piccole, -11% le medio-piccole e -7,4% le medie imprese. La tendenza è quella di spostarsi verso budget IT esterni all’azienda, che incidono per il 54% del totale. La buona notizia è che il 20% di esso è dedicato a nuovi progetti e innovazione, primi fra tutti quelli di Mobile Computing (64%), con un aumento del 48% rispetto allo scorso anno. Infine uno sguardo più nel dettaglio sul software e sui servizi, che coprono i 2/3 della spesa complessiva. Per la prima volta il software cala decisamente a -3,2% (4.145 milioni di euro), facendo segnare una flessione in ogni comparto, dal software di sistema (-4,3%) al middleware (-3,8%); scende anche il software applicativo (-2,6%), non ancora compensato dalle nuove voci di applicazioni di Digital marketing, social e-commerce, App, Internet of Things e Big Data.

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INNOVAZIONE

È ORA DI CAMBIARE ARIA. APRITE LA FINESTRA A WINDOWS 8.1 E AI NUOVI SURFACE di SARA FEVOLA

Interattivi e personalizzabili, i nuovi tablet firmati Microsoft spiccano il volo grazie alla nuova release del sistema operativo, per un’esperienza d’uso altamente personalizzata

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“B

e more… You” è più di un semplice claim. È l’invito rivolto a non porre limiti nell’affrontare la quotidianità, a essere liberamente noi stessi al 100% e a puntare sempre più in alto. Con il lancio di Windows 8.1 e i nuovi Surface v2, questo colosso IT dà la possibilità di interagire con i device più all’avanguardia personalizzandoli secondo le esigenze di ciascuno, grazie a funzionalità innovative, a un catalogo app ancora più fitto di novità e ad un’interfaccia intuitiva. Per Microsoft, infatti, è la tecnologia a doversi adeguare alle esigenze quotidiane delle persone e non il contrario. La personalizzazione del proprio device diventa dunque una priorità per rispondere sempre meglio agli obiettivi quotidiani. Tutto questo è reso possibile da una rete efficiente di soluzioni interconnesse tra loro, nelle quali si incastra alla perfezione la nuova release di Windows 8.1: cloud service, applicazioni, funzioni innovative, pc, ma soprattutto le funzionalità

touch di tablet, smartphone, smart tv e dei nuovi device wearables. Tra le implementazioni, torna a gran voce il pulsante Start, le funzioni di ricerca sono potenziate con il nuovo Bing Smart Search, la connessione continua e lo scambio di informazioni e di dati sono garantiti con il servizio cloud e con SkyDrive. Questo nuovo aggiornamento del sistema operativo è disponibile gratuitamente per tutti gli utenti Windows 8. Arrivano anche veri e propri gioiellini tecnologici, realizzati dai 10 partner OEM: Acer, Asus, Dell, Fujitsu, HP, Lenovo, Olivetti, Samsung, Sony e Toshiba. Tra i tablet e i convertibili, le star sono i nuovissimi Surface 2 e Surface Pro 2. Per il primo, sono significativi gli aggiornamenti apportati rispetto alla prima generazione di tablet di questa famiglia. Più sottile e leggero, Surface 2 ha una maggiore durata della batteria (fino a 10 ore di autonomia nella riproduzione di video), un display HD ClearType da 10,6” con una risoluzione da 1080p e una porta USB aggiornata alla versione 3.0.

Interessante anche l’aumento della risoluzione della fotocamera: 3,5 mpx per quella anteriore e 5 mpx per quella posteriore. Naturalmente basato su Windows 8.1 RT, questo device monta un processore Nvidia Tegra 4 ed è disponibile nella configurazione da 32 e 64 GB a partire da 439 Euro. Surface 2 Pro, invece, si presenta come completo sostituto del pc portatile, in grado di eseguire qualsiasi prodotto software Windows, inclusa la famiglia Office. Monta un processore Intel Core i5 di quarta generazione e garantisce un miglioramento della batteria pari al 75%. Surface Pro 2 è disponibile nella versione da 64 GB e

station per Surface Pro, un caricatore auto con USB e un Arc Touch Mouse Surface Edition dotato di bluetooth 3.0. Abbiamo incontrato Silvano Colombo, Direttore della divisione Consumer Channel Group di Microsoft, per una chiacchierata di approfondimento al termine dell’evento di lancio. La vostra presenza permea la quotidianità… Fa parte della vostra strategia di canale? Questo periodo per noi è molto importante. Usciamo sul mercato con ben venticinque nuovi prodotti: se non è questa un’importante prova del mercato in crescita! Le nostre previsioni vedono

Le nostre previsioni vedono

NEL 2020 una diffusione di circa

30 MILIARDI DI OGGETTI TECNOLOGICI interconnessi e comunicanti in tutto il mondo da 128 GB con 4 GB di RAM, oppure nella configurazione da 256 GB e da 512 GB con 8 GB di RAM. Il prezzo parte da 889 Euro. Per migliorare ancora di più la nostra esperienza d’uso, Microsoft ha pensato anche a sei nuovi accessori per la gamma Surface: le nuovissime Cover Touch 2, Type Cover 2 e Power Cover, una docking

nel 2020 una diffusione di circa 30 miliardi di oggetti tecnologici interconnessi e comunicanti in tutto il mondo. L’uso quotidiano della tecnologia che vi stiamo mostrando è solo un assaggio di quella che sarà un domani la presenza di device nella risoluzione di qualsiasi problema. Il nostro focus strategico va verso un’offerta sempre più integrata di servizi e dispositivi perché semplicemente aiuterà a vivere meglio. Ecco perché Be… More!


Il più intelligente e potente Next Generation Firewall del mondo Le reti delle imprese come la vostra necessitano dei più elevati livelli di protezione e prestazioni. Le vecchie tecnologie per la sicurezza non sono riuscite a stare al passo con il cambiamento del panorama delle minacce e con l’evoluzione della vostra infrastruttura IT. Esse non sono in grado di fornire la protezione di cui avete bisogno. I Next Generation Firewall di Fortinet (NGFW), basati sull’innovativo sistema operativo FortiOS 5, introducono “l’intelligenza” nella sicurezza delle reti. Grazie alla visibilità granulare e al controllo di applicazioni, dispositivi e utenti, le loro esclusive caratteristiche consentono un’ampia protezione dell’impresa. Integrando le funzionalità superiori di firewall, IPS, controllo delle applicazioni e VPN con il controllo avanzato del comportamento, gli NGFW FortiGate di Fortinet aiutano a respingere gli attuali attacchi mirati esterni ed interni che tendono a compromettere la vostra rete. Che siano impiegati per la protezione del data center e del perimetro della rete o come parte di un servizio per la sicurezza gestito, gli NGFW FortiGate offrono eccezionali prestazioni grazie alla tecnologia dei processori ad hoc, che li rende ideali per la sicurezza delle reti a larga banda.

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Nella lotta alle minacce avanzate, desiderate rendere sicuri i vostri ambienti mobili, cablati e wireless o volete semplicemente recuperare il controllo della vostra infrastruttura IT? Potete affidarvi a FortiGate di Fortinet, il più intelligente e potente NGFW del mondo.

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DOSSIER

STORAGE 24 |

VERSO LO SPAZIO di GIUSEPPE GOGLIO

La necessità di archiviare dati aumenta in modo vertiginoso. Non si tratta solo di far crescere lo spazio a diposizione, ma di essere in grado di utilizzare la massa di informazioni archiviata, di trarne indicazioni per la propria attività e di utilizzare al meglio l’universo dei dati

SPAZIO INFINITO


uardando al futuro della tecnologia molte cose sono difficili da prevedere, ma alcune fanno eccezione. Non ci sono dubbi, infatti, che lo storage sia in espansione e che le aziende non possano considerare definitiva una soluzione in ambito di archiviazione dati. La crescita ormai è inarrestabile, ma l’evoluzione non riguarda solo la quantità e lo spazio. Una volta tutto si riduceva a una mera questione di megabyte prima e di gigabyte o terabyte poi, mentre oggi, oltre ai petabyte, è necessario considerare anche fattori diversi, immersi in uno scenario del tutto nuovo e che richiede grande flessibilità e capacità di adattamento.

G INFINITO

CRESCITA INARRESTABILE “Secondo IDC, le dimensioni dei dati prodotti nel 2020 saranno 44 volte superiori a quelli generati nel 2009, e nel 2015 il totale sarà pari a 7,9 zettabyte (o 8 miliardi di gigabyte) – esordisce Elena Chiesa, presales director server & storage systems di Oracle. – Questa crescita è alimentata dalla diffusione delle tecnologie mobili, che consentono agli individui di connettersi alla Rete e di generare dati ovunque si trovino, e dalle piattaforme social”. A questo elemento, generato dall'utente finale e ingigantito dal BYOD, se ne affianca un secondo di natura più strettamente aziendale. “Un’altra causa è relativa ai dati esponenziali legati alle attività di monitoraggio delle diverse funzioni aziendali in molteplici settori produttivi – spiega Dario Pardi, vice president, global markets di Hitachi Data Systems, – comprese la Sanità e la Pubblica Amministrazione. Un ulteriore aspetto riguarda le norme di legge, che impongono oggi la conservazione di alcuni tipi di documenti per diversi anni sui server aziendali”. Per quanto riguarda il mondo business, inoltre, la crescita nel fabbisogno di storage non è più alimentata solamente dalle maggiori quantità da trattare. “Anche il data center sta vedendo una massiccia crescita delle informazioni, sia a livello di dati strutturati che di dati non

strutturati – dice Umberto Galtarossa, senior systems engineer di EMC. – Le ragioni, in questo caso, vanno ricercate nella massiccia digitalizzazione dei contenuti e nel fisiologico arricchimento di informazione, che ha portato ad un aumento vertiginoso delle capacità in gioco”. Alla crescita delle quantità prodotte dalla singola sorgente si combina il frutto della proliferazione dei dispositivi. “Aumenta il set di dati generati dai computer, dalle imprese e dagli oggetti connessi a Internet – prosegue Roberto Patano, senior manager systems engineering di NetApp. – Secondo gli analisti, nel 2020 saranno già 50 miliardi e si consolideranno applicazioni quali il tracciamento delle abitudini dei consumatori, le analisi dei mercati finanziari, la condivisione e l’accesso sicuro dei dati prodotti nel settore sanitario e l’elaborazione di diagnosi basate sui sintomi del paziente e sui risultati di laboratorio”. “Uno studio di Gartner ha stimato che in una casa normale ci sono in media 15 apparecchi diversi che generano dati digitali – conferma Luca Marazzi, country manager di WD branded. – Gli 1,5 TB di contenuti digitali presenti in media in ogni abitazione diventeranno 3,3 TB da qui al 2016”. Per quanto esplosiva, almeno sotto certi punti di vista, la realtà non dovrebbe stupire più di tanto un esperto del settore. “L’incremento è in corso da molti anni – osserva Paolo Rossi, channel sales manager di Tandberg Data. – Basti pensare alla storia digitale di ogni individuo, che fin dalla nascita sviluppa circa 500 MB di informazioni digitali che dovranno essere archiviate, andando ad accrescere l’universo di dati che già ci circonda”. In definitiva, la prospettiva di poter interrompere la periodica carenza di spazio su disco resta ancora ben lontana, nonostante la crescita dei supporti. “Si parla spesso del fenomeno delle 4 V relative ai dati digitali – spiega Sergio Resch, systems storage platform evangelist di IBM, – ovvero volumi, varietà, velocità e veridicità. Il risultato finale è il cosiddetto paradosso dello storage in base al quale, pur migliorando il costo per unità di memoria, crescono i costi totali per l’azienda”.

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UN FLASH SULL'INNOVAZIONE Considerata ormai quasi una commodity la quantità di spazio di memorizzazione, grazie anche alla massiccia diffusione del cloud computing, l'evoluzione del mondo storage segue altre direttrici. Una in particolare ambisce a colmare un limite storico degli hard disk. “Fin dal 1956, data di nascita del primo disco magnetico, il livello dei dischi non è mai andato di pari passo con la potenza di calcolo dei processori – afferma Pardi. – Le memorie flash colmano questo gap in quanto, essendo loro stesse dei dispositivi elettronici, seguono gli stessi ritmi evolutivi tipici della legge di Moore, applicabile alle CPU”. “L’utilizzo delle tecnologie flash è oggi diventato un trend di riferimento – conferma Yari Franzini, country manager di HP Storage

Division. – Su queste soluzioni hardware ad alte prestazioni (ma a bassi consumi), nel mercato trova naturale applicazione l’introduzione di un nuovo standard di riferimento all’interno dei data center di tutte le dimensioni: il Software Defined Storage”. A livello strutturale il passaggio è tanto più importante quanto ancora poco noto, soprattutto ai non addetti ai lavori. “Parliamo di Software Defined Storage: l'astrazione delle tecnologie storage dall'hardware sottostante – spiega Antonio Forzieri, Emea cyber security and iss lead technology sales and services di Symantec, – la possibilità di poter utilizzare commodity hardware con la logica storage inserita nel software”. “Si tratta di abilitare l’interazione tra le applicazioni che richiedono un servizio con particolari caratteristiche all’infrastruttura

DARIO PARDI Hitachi Data S DANILO CHIAVARI Veeam SERGIO RESCH IBM

JOHN TSAI Thecus

26 | DAVIDE BENELLI Fujitsu

ANTONIO FORZIERI Symantec

ALVISE SINIGAGLIA Qnap

storage – aggiunge Resch. – In altre parole, far combaciare i requisiti di business in termini di capacità richiesta, prestazioni, disponibilità, conservazione, livelli di servizio e sicurezza, con le potenzialità offerte dall’infrastruttura storage”. Per il cliente ciò si traduce in flessibilità nel rilascio delle risorse, maggiore velocità, processi ripetibili e automatizzabili, efficienza, riduzione dei consumi energetici e maggiore disponibilità dei sistemi. In pratica, tutto quanto serve per assecondare la maggiore tendenza del momento a livello più esteso, non solo di storage. “Il cloud computing richiede una piattaforma storage che possa essere facilmente implementata, sia in ambienti pubblici che privati – precisa Gianni Anguilletti, country sales manager di Red Hat, – e che offra solidità ed affidabilità integrate in ogni tipo di cloud e possa facilmente scalare, in alto o in basso, in caso di necessità”. Di pari passo, il mondo storage si trova ad affrontare un'altra sfida

altrettanto cruciale, in questo caso orientata più alla produttività che non all'infrastruttura. “I Big Data necessitano di una piattaforma dalla capacità eccezionale, fino al livello dei petabyte e in qualche caso oltre – prosegue Anguilletti, – che sia in qualche modo conveniente e possa offrire le prestazioni necessarie per supportare applicazioni caratterizzate da un elevato throughput”. In questo caso la quantità è sì il fattore più evidente, ma non certamente il più strategico. “Le aziende devono poter far fronte ai Big Data con architetture in grado di scalare in modo automatico e soprattutto a costi contenuti – interviene Albert Zammar, country manager di Riverbed Technology. – Per questo motivo stanno riscuotendo sempre maggiore successo il cloud storage e le relative soluzioni di backup, che consentono di utilizzare e pagare lo spazio effettivamente occupato”. Per i più attenti all’evoluzione, inoltre, è già tempo di guardare

oltre i Big Data. “Un altro aspetto che continuerà ad alimentare la crescita del fenomeno è l’Internet delle cose, la varietà di strumenti e sonde che raccolgono e scambiano dati in maniera continua e interconnessa – avverte Luca Rossetti, senior business technology architect di CA Technologies. – Tutte queste fonti, attive o passive che siano, immettono stream di dati in Internet e nelle intranet e generano flussi continui eterogenei e non strutturati”. Trasferire le informazioni dalla postazione fissa alla nuvola aiuta a risolvere anche altre situazioni che si vanno affermando. “Siamo tutti sempre in movimento e la maggioranza di noi possiede e utilizza vari dispositivi – riflette John Tsai, Tme VP di Thecus Technology. – È quindi logico che il quantitativo di dati continui a crescere, ed è altrettanto logico che vi si voglia accedere da qualsiasi luogo. Lo storage virtualizzato è ancora una volta in primo piano, così come l’accesso”.


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Un tale scenario, complesso, articolato e in continuo movimento, comporta inevitabilmente anche importanti ripercussioni sull'infrastruttura. “Stanno prendendo sempre più piede le architetture Tiered Storage, che utilizzano tecnologie diverse, dagli SSD ai tape, e offrono quindi prestazioni e costi differenti in funzione del valore del dato e della frequenza di accesso – sottolinea Chiesa. – Ciò produce un significativo efficientamento rispetto a soluzioni basate solo su storage enterprise e consente di ottimizzare i processi e le risorse”. “È utile notare come la sempre maggiore diffusione di consolidamento e virtualizzazione abbia un forte impatto sulle scelte architetturali di un’impresa – conferma Davide Benelli, Business program manager di Fujitsu. – Inoltre, l’incremento della densità crea

una concentrazione dei dati in un numero minore di sistemi, rendendo l’eventuale guasto un danno potenziale più esteso. Infine, un sistema storage moderno permette di ridurre considerevolmente lo spazio disco necessario. Attraverso meccanismi di deduplica, poi, questa riduzione può essere ulteriormente accentuata”. L'archiviazione, dunque, sarà sempre meno influenzata dalla quantità di spazio disponibile, che diventerà solo uno dei vari aspetti da tenere in considerazione, e neppure il più importante. “La possibilità di avere i dati sempre in linea porterà all'archiviazione multilivello nel lungo periodo – svela Walter Brambilla, regional sales manager Italy, Spain & Portugal di Imation. – I dati saranno sempre disponibili con differenti tempi di accesso a seconda

WALTER BRAMBILLA Imation

ALBERTO PATANO NetApp

28 | GIACOMO MOSCA Lenovo EMC

GIANNI ANGUILLETTI Red Hat

ALBERT ZAMMAR Riverbed GAVEN EGAN Verizon

ELENA CHIESA Oracle

della frequenza delle richieste per quell’informazione e delle necessità particolari degli utenti, passando da costose memorie SSD per richieste da soddisfare real time a dischi più economici per dati storici, ormai consolidati e che fino a pochi anni fa si recuperavano dai nastri messi in cassaforte”. “Non parliamo più solo di hardware pregiato e potente, ma soprattutto di maggiore intelligenza a livello software e di scalabilità migliorata – riprende Danilo Chiavari, systems engineer di Veeam Software. – Concetti relativamente nuovi come object storage o appliance di tipo scale-out possono rappresentare una risposta ai fabbisogni del mercato”. NELLA NUVOLA QUANTO BASTA Per la maggior parte degli aspetti legati allo storage, la decisione riguarda in genere come e quando adottarli una volta che siano considerati utili per la propria organizzazione. Quando però entra in gioco il cloud, l'interrogativo

più ricorrente è ancora tutto da risolvere, anche se una tendenza inizia a delinearsi. “Indipendentemente dal modello di rilascio, una soluzione enterprise dovrebbe coniugare i controlli di sicurezza di alto livello alla ridondanza – sottolinea Gavan Egan, vice president sales, VerizonTerremark Emea di Verizon. – Tutto ciò include la capacità fisica e virtuale dei server su richiesta (cosa che riduce la necessità di approvvigionare infrastrutture sulla base di analisi preventive di possibili richieste di picchi di capacità o su configurazioni ridondanti tradizionali), un alto livello di automazione, che permette l’auto-approvvigionamento in ore e non in giorni e, cosa più importante, uno SLA competitivo”. In generale, emerge una certa diffidenza verso la soluzione completamente pubblica, anche a causa della situazione della connettività in Italia. “C’è un orientamento sempre più marcato verso i modelli ibridi, che consentono di ottimizzare i costi, sfruttare


Red Hat Enterprise Virtualization (RHEV), realizzato dalle stesse persone che hanno creato Red Hat Enterprise Linux®, supera il bare metal e offre una base agile e aperta, pronta per ogni sfida futura. In particolare RHEV è una soluzione: Aperta: nessuna dipendenza da fornitori unici con una soluzione completamente open source. Multipiattaforma: prestazioni eccellenti per ambienti Microsoft Windows e Linux®. Pronta per le aziende di ogni settore e dimensione: una potente combinazione di funzionalità per ogni tipo di azienda e una vasta gamma di partner a supporto. Accessibile: riduce i costi totali e velocizza il ritorno sugli investimenti rispetto ad una soluzione proprietaria equivalente. Ad alte prestazioni: benchmark sulla virtualizzazione più elevati per prestazioni e scalabilità con i carichi di lavoro Windows e Linux.

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le opportunità e ridurre i rischi – riflette Patano. – In tale contesto, i dati devono poter viaggiare senza problemi fra vari modelli, siano essi privati, pubblici o ibridi. L'IT al contempo deve mantenere il controllo centralmente, gestendo, governando e spostando i dati fra risorse cloud”. Almeno per i primi approcci, la via interna resta ancora largamente battuta. “L’infrastruttura privata offre un’ampia autonomia nella gestione del proprio server – afferma Chloé Bordas, product manager di Synology, – in modo da lasciare alle aziende un controllo completo delle proprie risorse. Inoltre, fornisce un supporto completo dei protocolli di rete e dei domini d’integrazione, per dare all’azienda la flessibilità e la semplicità di cui ha bisogno per gestire un’organizzazione complessa”.

“I vantaggi di un cloud privato sono diversi – rilancia Alvise Sinigaglia, Business Development Manager di Qnap. – Tra questi, la facilità di accesso, il controllo e la protezioni dei dati, esattamente quelli che abbiamo messo al centro della nostra offerta. Senza contare che si è certi di essere proprietari del dato e la capacità del personal cloud può essere espansa facilmente, poiché dipende solo dalla quantità di dischi installati”. EFFICIENZA AL CENTRO DELL'OFFERTA Di fronte a uno scenario così articolato e in rapida evoluzione,

lo storage, anche un’azienda cambia e si evolve. La capacità di assecondare ogni sorta di transizione è un altro fattore pesante nella scelta del partner. “Crediamo nella capacità di poter supportare al meglio la crescita e la gestibilità del dato con architetture scale-out e federate – puntualizza Franzini, – e nella possibilità di orchestrare l’intera infrastruttura da un unico punto di accesso”. “Garantiamo un solo approccio, un solo sistema operativo e un solo tool sia per l’utenza privata che per la media impresa – riprende Giacomo Mosca, senior

LUCA MARAZZI WD

ROBERTO DI DIEGO Netgear

30 | PAOLO ROSSI Tandberg Data

YARI FRANZINI HP

CHLOÉ BORDAS Synology

presentarsi al mercato forti di un’offerta completa è certamente un punto a favore. Un compito più abbordabile per le grandi aziende, mentre chi non può contare su mezzi imponenti riesce comunque a ritagliarsi ruoli significativi grazie alla specializzazione. “Il portafoglio deve risultare focalizzato su uno degli aspetti più importante per i clienti: la gestione del dato aziendale – evidenzia Galtarossa. – Altri aspetti vincenti sono legati sia alla lungimiranza nello sviluppare o acquisire soluzioni leader di mercato, sia alla capacità di completare queste soluzioni con tutti i servizi di integrazione”. Tuttavia una vasta offerta da sola non basta, se non si mette il cliente in grado di sfruttarla a dovere. “Cerchiamo prima di tutto di consentire una maggiore efficienza – sottolinea Resch – e, quindi, di facilitare l’accesso alle risorse attraverso integrazione applicativa, portali self-service e sostegno alle iniziative open come OpenStack. Infine, automatizziamo la gestione dei sistemi”. Esattamente come

manager storage and servers di LenovoEMC. – I concetti chiave sono l’espandibilità e la flessibilità dei sistemi, ovvero la possibilità di aggiungere applicazioni successivamente, la disponibilità di funzionalità enterprise a costi limitati, la semplicità di utilizzo e le soluzioni verticali integrate”. Per fare la differenza c'è anche chi conta su funzionalità particolari, fornite di serie. “Integriamo nei NAS alcune possibilità come gli snapshot illimitati, che consentono il recupero point-intime di file cancellati o versioni precedenti a modifiche – rilancia Roberto Di Diego, marketing manager di Netgear. – Inoltre, forniamo la replica dati in modalità remota tra dispositivi localizzati su LAN differenti, che garantisce un’efficace soluzione per il disaster recovery, o ancora real time anti virus". UNA MINIERA DALLE ENORMI POTENZIALITÀ In definitiva, se la realtà propone scenari in constante movimento

e rinnovamento, è difficile trovare una ragione per l’esclusione dell'elemento che ne costituisce il fulcro, le informazioni. “L'ottimizzazione dei processi organizzativi, la distribuzione e il backup sono elementi che nell’attuale scenario risultano fondamentali per il successo di un’azienda – asserisce Benelli. – La velocità con cui i clienti devono adattarsi e riorganizzarsi in relazione ai mutamenti del mercato ha fatto sì che il semplice storage non sia più sufficiente per affrontare le sfide quotidiane di business”. I risultati sono tutt'altro che difficili da stimare. “Alcuni studi socio-economici sostengono che una vera e pressoché completa digitalizzazione dei dati archiviati comporterebbe in Italia un aumento del PIL dell’1%-1,3% – conclude Marazzi. – Al di là dei vantaggi sinergici e di spazio, avere tutti i dati archiviati permette un flusso decisionale molto più veloce all’interno delle aziende, fornisce nuovi livelli di efficienza e consente di competere con più successo a livello internazionale”.


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STORAGE

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NETAPP IL CLOUD IBRIDO È AL SICURO

Il sistema operativo per lo storage abilita la portabilità dinamica dei dati fra i cloud, consentendo una perfetta gestione per qualsiasi mix di risorse pubbliche e private. Novità anche per i partner !

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“I

l sistema operativo, Clustered Data OnTap, è il cuore della nostra strategia – afferma Bruna Bottesi, Country Manager di NetApp Italia. – Un sistema operativo che abilita le aziende a costruire il proprio private cloud e si rivolge in particolare anche ai cloud service provider, che erogano servizi pubblici, e ai grandissimi fornitori di servizi Internet/ cloud”. Le aziende oggi, secondo Bottesi, stanno sviluppando il cloud privato e si stanno avvicinando a quello pubblico, ma la soluzione ibrida sarà quella vincente in futuro. “Clustered Data OnTap, base dello storage NetApp, al momento è solo una componente del sistema

informativo, ma siamo convinti che sia una parte fondamentale per diventare un enabler di servizi cloud – approfondisce Roberto Patano, Senior Manager Systems Engineering NetApp Italia. – Se si dispone del medesimo sistema operativo in tutti e tre i settori (sistema informativo, cloud privato e pubblico), il cliente può veramente scegliere quali servizi tenere in casa e quali affidare al cloud pubblico, perché dati e applicazioni restano omogenei, che siano all'esterno o all'interno dell'azienda. Un altro vantaggio fondamentale dell'avere Clustered Data OnTap è il poter scegliere di movimentare i dati tra diversi service provider, senza vincolarsi a nessuno in modo specifico”.

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“Quando è stato definito in maniera visionaria il Software Defined Data Center – spiega il manager di NetApp, – noi siamo stati i primi a essere conformi a questo standard, poiché abbiamo virtualizzato tutto ciò che c'era alle spalle, fornendo gli strumenti per dialogare verso l'esterno, in termini di orchestration, e per integrarsi con i diversi sistemi di virtualizzazione. Tantissimi service provider oggi stanno utilizzando la tecnologia NetApp”. “Attualmente – aggiunge Patano – la richiesta di servizi da parte delle imprese è molto verticale e riguarda prima di tutto il backup-as-a-service e il disaster recovery, legati alla protezione delle informazioni con un costo a GB. I servizi maggiormente a valore come il SAP-as-a-service, l'infrastructure-as-a-service o il desktop-as-a-service stanno crescendo, lentamente ma in modo costante. Alcuni partner si stanno muovendo in maniera autonoma anche nei managed services”.

IL SISTEMA OPERATIVO “Il nostro sistema operativo è in continuo miglioramento – prosegue Patano. – L'ultima versione lanciata è un'evoluzione del precedente, che già forniva gestione semplificata, snapshot, deduplica e compressione e consentiva di creare l'unified storage (dall'entry level fino all'enterprise), ma il mercato chiedeva un ulteriore passo, cioè di andare oltre la fisicità del rack. Precedentemente potevamo virtualizzare ciò che c'era all'interno del rack, ma ciò rappresentava un limite nella flessibilità; con Clustered Data OnTap, invece, abbiamo accresciuto la flessibilità orizzontale anche tra tipologie

diverse di rack. In pratica si possono creare diversi storage, con differenti famiglie e tipologie di dischi, virtualizzarli e mostrarli come se fossero un unico dispositivo, raggiungendo una flessibilità prima impossibile; si possono inoltre movimentare, senza mai fermare l'operatività, le informazioni e gli applicativi, non solo tra diverse tipologie di dischi, ma anche tra differenti controller di storage”. “Questo è un grande vantaggio per i service provider, perché permette loro di crescere in concomitanza con il loro business nel momento in cui nasce la

Sotto: ANTONIO LUPO, Marketing Program Manager Emea di NetApp A destra: ROBERTO PATANO, Senior Manager Systems Engineering NetApp Italia; BRUNA BOTTESI, Country Manager NetApp Italia.

necessità, senza dover acquisire delle infrastrutture in anticipo in previsione di una possibile crescita e facendo l'investimento nel momento preciso in cui è richiesto – sottolinea Bottesi. – Lo stesso ragionamento è valido per una grande azienda che, con il proprio data center, deve fornire servizi ai suoi clienti interni”.

LA SICUREZZA Per quanto riguarda la sicurezza ci sono due livelli: uno che riguarda la protezione dell'informazione, l'altro legato al livello di accesso. Nel sistema operativo di NetApp c'è una funzionalità che crea la multi-tenancy, cioè la possibilità di sezionare logicamente lo storage e di presentarlo all'esterno come se fosse uno storage dedicato, senza alcuna possibilità che ci sia un travaso di informazioni. “È una funzione molto apprezzata, soprattutto nell'ottica dell'infrastructure-as-aservice”, sottolinea Patano. Non bisogna dimenticare, poi, il livello di protezione basato su elementi ad alta affidabilità con le componenti ridondate. “Un'ulteriore sicurezza che abbiamo introdotto è nell'ottica


dei mobile worker, utilizzatori di smartphone e tablet. Recentemente abbiamo acquisito una società da cui proviene la soluzione NetApp Connect, che permette di fare streaming di qualsiasi documento senza scaricarlo sul device mobile oppure, in casi particolari, di fare il download dei file in un'area criptata sul terminale per un tempo definito; quando il device ritorna in copertura di rete, i documenti vengono cancellati”. LE FLASH MEMORY “L'approccio di NetApp è particolare: pur essendo particolarmente innovativi nella nostra proposizione, non abbiamo mai forzato l’adozione delle ultime tecnologie disponibili per lo storage, ma cerchiamo di capire come utilizzarle al meglio nell'ottica del business”, afferma la Country Manager. “Abbiamo iniziato posizionando una memoria cache flash di sola lettura all'interno del controller per accelerare le operazioni – chiarisce Patano. – Poi, con l'evoluzione dei dischi a stato solido, l'approccio è stato duplice: ora gli SSD si possono inserire tra le diverse tipologie di dischi nell'array, ma dato il costo importante possiamo creare un aggregato di storage che metta a fattor comune velocità (SSD) e capienza (dischi Sata). Grazie all’utilizzo di un automatismo unico e brevettato, le informazioni vengono movimentate nei diversi livelli, mantenendo quelle più accedute sui dischi SSD e le altre sui dischi più economici; ciò permette di ottenere un costo totale più basso, anche perché tutto avviene in forma automatica, agendo sull'unità di blocco e non sul file.

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NUOVO PROGRAMMA PARTNER “Recentemente abbiamo lanciato un nuovo programma per i partner che si basa su due cardini, ‘semplicità’ e ‘scelta’. Semplicità perché, in un unico accordo contrattuale, copriamo le diverse tipologie di partner; scelta perché, in qualsiasi momento, il rivenditore può decidere quale business intraprendere senza dover modificare il contratto”, ha sottolineato Bruna Bottesi. Un unico accordo per reseller, service provider locali, system integrator locali e vertical solution integrator con accesso agli stessi incentivi e supporto per le competenze attuali e future. Il passaggio a un programma con un unico modello mette i partner nella condizione di decidere il percorso da intraprendere, in quanto possono ampliare o adattare l’offerta senza essere limitati dalla diversità dei programmi e dalle loro specifiche. Ora un reseller a valore aggiunto può anche essere un service provider e un service provider può anche essere un system integrator, senza cambiare i contratti o perdere i benefici dei propri programmi. “È il nostro ecosistema che eroga i servizi, visto che noi non siamo presenti come service provider. Molti dei nostri partner non hanno un proprio data center e si appoggiano a service provider o a distributori (che hanno portali dove sono presenti servizi forniti da altri loro partner o addirittura dispongono di un proprio data center dove poggiare applicazioni dei rivenditori fornite come servizio), e fanno da broker di servizi”.

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APPROCCIO AL MERCATO ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA “Abbiamo fatto partire una campagna Europea di approccio al social – ci dice Antonio Lupo, Marketing Program Manager Emea di NetApp – e anche in Italia stiamo avviando alcune iniziative per incentivare l’uso dei social media anche da parte della nostra comunità, che vada oltre l’utilizzo interno”. A tal fine, NetApp sta inserendo una serie di contenuti di qualità. “Abbiamo un programma che ‘ascolta’ e monitora i social e ci permette di riflettere su ciò che sta accadendo sul mercato e di dialogare su questi temi, per ampliare il livello di coinvolgimento e fornire un ulteriore elemento di informazione”, spiega il marketing manager. Il programma è europeo e ha alcuni Paesi pilota, tra cui l’Italia. “A livello EMEA NetApp è presente con tutti i principali social: LinkedIn, Xing, Twitter, Facebook, YouTube, oltre ad avere un’attiva community di dipendenti blogger, come il VP marketing David Gingell con tangentialthoughts. com o il direttore del product marketing JR communities. netapp.com/community/ netapp-blogs/jr”. In Italia , abbiamo attivi sia il canale Facebook sia Twitter, con l’ausilio anche di un’agenzia esterna; l’obiettivo è partecipare alle discussioni con una buona interazione, differenziando il messaggio in base al social network e puntando al dialogo con i followers. I numeri oggi sono ancora abbastanza contenuti, ma rileviamo crescente interesse da parte delle comunità social, sia di partner che di utenti finali”.

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uesti piccoli “scatolotti” non sono più dei semplici dispositivi per lo storage di rete, ma dei veri e propri computer dalle mille risorse, che (al contrario di un pc o di un server) consumano pochissima energia e possono funzionare 24 ore al giorno senza problemi e senza incidere troppo sulla bolletta della luce. Mettono i dati al sicuro anche in caso di guasti, grazie ai dischi ridondanti delle soluzioni a due o più drive, e possono svolgere numerose funzioni di indubbia utilità. I loro processori oggi sono infatti molto potenti, e si occupano dei diversi compiti a loro assegnati senza difficoltà. Nei modelli più recenti possono essere installate delle app, scaricabili da Internet come avviene con gli smartphone o i tablet; per esempio, si possono trasformare in server Web con tutto il necessario per ospitare siti anche complessi, possono essere utilizzati come Network Video Recorder per gestire sistemi di videosorveglianza su protocollo IP o, ancora, possono gestire file multimediali di tutti i tipi, trasmetterli in streaming e addirittura collegarsi a un sintonizzatore Tv Usb e centralizzare la registrazione dei programmi, che poi risulteranno accessibili da qualsiasi sistema client. Anche la parte relativa al “semplice” storage si è evoluta, e ormai tutti i modelli permettono di realizzare un cloud personale per accedere ai propri documenti tramite Internet anche dall’esterno del proprio ufficio. Il tutto anche da dispositivi mobili che, tramite apposite app, si collegano al proprio Nas nel modo più semplice possibile. Una serie di funzioni utili non solo alla clientela business, ma anche a quella consumer. Alla luce di tutto ciò, risulta difficile pensare di poter fare a meno di un dispositivo di questo tipo: anche se la spesa iniziale può essere consistente, soprattutto se si sceglie una versione dalla grande capacità, si tratta di modelli assolutamente adatti ad una piccola azienda.

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SYNOLOGY DS412+

QNAP TS-470 CAPACITÀ

CAPACITÀ

Fino a 16 Tb

Fino a 16 Tb

DRIVE

DRIVE

4 x 3.5” o 2.5” S-Ata fino a 6Gb/s

4 x 3.5” o 2.5” S-Ata fino a 6Gb/s

LIVELLI RAID

0, 1, 5, 6, 10 INTERFACCIA LAN

4 x 10/100/1000 Mbps Ethernet; possibilità di espansione 2 x 10 GbE PROTOCOLLI DI RETE

Cifs/Smb, Afp (V3.3), Nfs(V3), Ftp, Ftps, Sftp, Tftp, Http(S), Telnet, Ssh, iScsi, Snmp, Smtp, Smsc PROCESSORE

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Intel dual-core a 2,6 GHz RAM

2 Gb SISTEMA OPERATIVO

Qts 4.0 CLIENT

Windows, Mac OsX, Linux/ Unix CONNESSIONI

2 x Usb 3.0, 2 x Usb 2.0, 2 x eSata, Hdmi CONSUMO MASSIMO

38,4 Watt DIMENSIONI

177 x 180 x 235 mm PESO

4,56 Kg PREZZO

ca. 970 Euro (senza drive)

Il modello TS-470 di Qnap fa parte della serie dedicata alle Pmi, che comprende dispositivi dalle prestazioni di altissimo livello. Questo Nas, infatti, può consentire una velocità di trasferimento dati eccezionale, che secondo il produttore può superare i 400 Mb al secondo. Per poter sfruttare tutte le sue potenzialità occorre però inserirlo in una rete 10 GbE e installare all’interno del Nas la scheda opzionale, che sostituisce due delle quattro porte Ethernet da 1 Gbps con altre due da 10 Gbps. Il “motore” di questo Nas è un processore con architettura x86 simile a quello utilizzato nei normali pc e notebook. Si tratta, nel dettaglio, di un modello a doppio core di Intel dalla frequenza di 2,6 GHz, abbinato a 2 Gb di memoria Ram. Il TS-470 è un modello a quattro bay che può supportare attualmente una capacità massima di 16 Tb, con gli alloggiamenti per i dischi accessibili frontalmente. La capacità può essere abbondantemente espansa, se necessario, ricorrendo alle speciali enclosure di espansione RAID, che permettono di aggiungere a questo Nas fino a 36 dischi per una capacità totale di ben 144 Tb, così da poter far crescere il dispositivo assieme alla propria attività. Come tutti i modelli di Qnap, anche il TS470 può accedere a numerose applicazioni aggiuntive che permettono di estenderne le funzionalità e soddisfare praticamente qualsiasi esigenza. Una porta Hdmi consente inoltre di collegare direttamente il Nas a uno schermo esterno, per accedere tramite il media center Xbmc a contenuti multimediali o per visualizzare pagine Web dal browser integrato.

LIVELLI RAID

0, 1, 5, 6, 10 INTERFACCIA LAN

2 x 10/100/1000 Mbps Ethernet PROTOCOLLI DI RETE

Cifs, Afp, Ftp, iScsi, Telnet, Ssh, Nfs, Snmp, WebDav, CalDav PROCESSORE

IIntel Atom dual-core a 2,13 GHz RAM

1 Gb SISTEMA OPERATIVO

Dsm 4.3 CLIENT

Windows, Mac OsX, Linux Ubuntu CONNESSIONI

2 x Usb 3.0, 1 x Usb 2.0, 1 x eSata CONSUMO MASSIMO

44 Watt DIMENSIONI

165 x 203 x 233,2 mm PESO

2,03 Kg PREZZO

ca. 600 Euro (senza drive)

Il DS412+ di Synology è un Nas a quattro bay in cui possono essere installati dischi con interfaccia Serial-Ata in formato da 3,5 o 2,5”, per una capacità massima di 16 Tb. Gli hard disk si inseriscono frontalmente, ma il loro alloggiamento è nascosto da uno sportello. Al contrario di molti modelli di questa fascia, il DS412+ non dispone di un display Lcd che permetta di tenere sotto controllo lo stato del Nas, ma solo di una serie di spie Led. Questo modello è basato su di un processore Intel Atom a doppio core dalla frequenza di 2,13 GHz e con 1 Gb di memoria Ram, sul quale “gira” il sistema operativo DiskStation Manager (DSM) che ha raggiunto ora la versione 4.3. L’interfaccia di gestione è di tipo Web, accessibile quindi tramite un qualsiasi browser, e replica il desktop di un sistema operativo “tradizionale”, con icone e finestre che semplificano l’accesso alle varie funzioni. Sul retro del dispositivo si trovano due porte di rete di tipo Ethernet da 1 Gbps, che, grazie alla tecnologia Link Aggregation, possono essere utilizzate contemporaneamente per incrementare la banda disponibile e prevenire disservizi causati da eventuali guasti a una delle due interfacce. Anche il Nas di Synology può essere espanso con una serie di pacchetti software che aggiungono al sistema nuove funzioni, per esempio per applicazioni per la videosorveglianza, il backup e la gestione di contenuti multimediali da condividere in rete. Tra le numerose app disponibili c’è anche Asterisk, il centralino software che permette di gestire la telefonia VoIP all’interno della propria rete.


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LENOVO IOMEGA IX4-300D

NETGEAR READYNAS 314 CAPACITÀ

CAPACITÀ

Fino a 16 Tb

Fino a 16 Tb

DRIVE

DRIVE

Drive 4 x 3.5” o 2,5” S-Ata

4 x 3.5” S-Ata fino a 3 Gb/s

LIVELLI RAID

0, 1, 5, 6, 10 INTERFACCIA LAN

2 x 10/100/1000 Mbps Ethernet PROTOCOLLI DI RETE

Cifs/Smb, Nfs, Afp, Ftp, Sftp, Tftp, Http, iScdsi, Ssh, WebDav, Snmp PROCESSORE

Intel Atom dual-core a 2,1 GHz RAM

2 Gb

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SISTEMA OPERATIVO

Ready OS 6 CLIENT

Windows, Mac OsX, Linux CONNESSIONI

2 x Usb 3.0, 1 eSata, 1 condivisa eSata/Usb 2.0 CONSUMO MASSIMO

49 Watt DIMENSIONI

223 x 134 x 205 mm PESO

3,9 Kg PREZZO

ca. 500 Euro (senza drive)

LIVELLI RAID

I Nas della serie ReadyNAS 300 di NetGear sono modelli per applicazioni Smb basati su processori Intel Atom. Il 314 è la versione a quattro bay della serie, equipaggiata con una Cpu dual core da 2,1 GHz di frequenza e in grado di ospitare drive dalla capacità massima di 4 Tb, per un totale di 16 Tb. Questo modello, come gli altri della serie, è venduto sia in versione “vuota”, sia già fornito di hard disk. Per esigenze superiori è comunque possibile collegare il Nas a una o due unità di espansione EDA500, ognuna delle quali può ospitare 5 hard disk da 4 Tb l’uno. Il collegamento viene effettuato tramite le interfacce eSata disponibili, presenti una nella parte posteriore del Nas e una in quella anteriore. Quest’ultima è di tipo condiviso eSata/Usb, mentre altre due porte Usb di tipo 3.0 si trovano nel retro del Nas, affiancate alle due interfacce Ethernet da 1 Gbps e a un’uscita video Hdmi per la riproduzione diretta di contenuti multimediali su di uno schermo esterno. Il sistema operativo installato in questo Nas è chiamato ReadyOs, qui presente nella recente versione 6, rinnovato per competere con le migliori soluzioni concorrenti. Oltre a poter espandere le proprie funzionalità scaricando speciali app dal marketplace Genie+, i Nas NetGear integrano anche funzioni cloud personali, che permettono di accedere ai propri file da remoto (ReadyNAS Remote) anche tramite app per iOs ed Android, nonché di sincronizzare i propri file su pc o Mac tramite una piccola utility da installare nel sistema client (ReadyNAS Drop).

1, 5, 10 INTERFACCIA LAN

2 x 10/100/1000 Mbps Ethernet PROTOCOLLI DI RETE

Cifs/Smb/Rally, Nfs, Afp, Ftp, Sftp, Tftp, Http, Https, WebDav, Dfs, Snmp PROCESSORE

Marvell Armada XP 1,3 GHz MV78230 RAM

512 Mb SISTEMA OPERATIVO

Emc LifeLine CLIENT

Windows, Mac OsX, Linux CONNESSIONI

2 x Usb 2.0, 1 x Usb 3.0 CONSUMO MASSIMO

60 Watt DIMENSIONI

168 x 196 x 206 mm PESO

3,9 Kg PREZZO

ca. 300 Euro (senza drive)

L’IX4-300D appartiene alla fascia media di Lenovo Iomega, quella dedicata ad applicazioni small business. In questa classe l’IX4300D è il top di gamma, e dispone di quattro bay per ospitare altrettanti dischi con interfaccia Serial Ata. L’accesso ai bay non è però comodo come nella maggior parte degli altri Nas: per inserire o sostituire i dischi è infatti necessario smontare il coperchio in metallo del cabinet svitando le due viti posteriori. Basato su di un processore Marvell 6282 con architettura Arm e frequenza di 1,3 GHz, l’IX-300D offre una serie di funzioni aggiuntive rispetto a quelle dei Nas standard, ma non prevede l’installazione di ulteriori app. C’è però tutto quanto serve a soddisfare le esigenze più comuni, con le varie funzioni accessibili dall’interfaccia Web del sistema operativo LifeLine di Emc, comodamente organizzata a icone. Questo modello dispone, fra l’altro, di un server multimediale Dlna, di un sistema di backup basato sull’applicazione True Image Lite 2013 di Acronis (con tre licenze incluse) e dell’antivirus McAfee VirusScan Enterprise, che controlla i file memorizzati sul Nas per evitare la diffusione di pericolose “infezioni” all’interno della rete. Tra le funzioni aggiuntive troviamo poi un software integrato per la gestione di sistemi di videosorveglianza, Mindtree SecureMind Surveillance, che può controllare fino a otto telecamere. Non manca la possibilità di creare un cloud privato grazie alla tecnologia LenovoEMC Personal Cloud, che rende accessibili i contenuti del Nas da ovunque sia disponibile una connessione Internet, anche tramite dispositivi mobile Android o iOS, grazie alle app gratuite LenovoEMC Link.


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FORMAZIONE

COMPUTERLINKS ALL’UNIVERSITY 2013 CON LODE di LUCA MIRANI

Si conferma anche quest’anno il successo per l’evento organizzato dal distributore a valore aggiunto, che potrebbe presto annunciare grandi novità

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25 38

I PRODUTTORI INTERVENUTI, CHE HANNO ANIMATO

WORKSHOP FORMATIVI A CUI HANNO PARTECIPATO PIÙ DI

400 PERSONE. LA COMPUTERLINKS UNIVERSITY SI CONFERMA UN EVENTO DI SUCCESSO

iamo arrivati all’undicesima edizione e la formula si rivela ancora vincente, come dimostrano le oltre 400 persone che hanno preso parte alla nostra giornata – esordisce Federico Marini, amministratore delegato di Computerlinks Italia (nella foto) –. Nel panorama IT, tra gli eventi organizzati dai distributori, il nostro è l’unico che ha mantenuto nel corso degli anni una audience alta e in crescendo. E il successo di quest’anno vale ancora di più se si pensa al contesto di mercato in cui ci troviamo”. In effetti, la formula innovativa introdotta dal distributore a valore è sempre vincente: formazione, strategie, business e numerose occasioni di confronto in un evento di una giornata che riunisce i maggiori player del settore IT, tutti a portafoglio del VAD. DUE NOVITÀ TRA LE TANTE Quest’anno sono intervenuti 25 vendor che hanno animato 38 workshop formativi, sui quali hanno spiccato le due novità di Ca Technologies e di Secunia. Per il primo, un brand conosciutissimo, la novità era costituita dalla prima volta alla University, anche perché la collaborazione con Computerlinks è iniziata da poco meno di un anno, ma

con grande soddisfazione da ambo le parti. In particolare, Gianpaolo Sticotti, responsabile del canale di Ca Technologies, ha tenuto a sottolineare la capacità di Computerlinks di posizionare sempre nella maniera migliore l’offerta, creando numerose occasioni di formazione e di generazione di contatti che poi si traducono in risultati tangibili. Queste riconosciute capacità di Computerlinks hanno anche convinto un brand nuovo come Secunia, società danese attiva nella sicurezza, con soluzioni per gestire le vulnerabilità e il patch management anche in infrastrutture complesse, a rivolgersi al VAD italiano nel momento in cui la strategia di go-to-market è stata orientata esclusivamente all’indiretta. Silke Ahrens, regional sales manager di Secunia per le aree Emea e Apac, ha spiegato come l’accordo di distribuzione, praticamente in dirittura d’arrivo, “riguarda per il momento il solo mercato italiano, che offre ottime opportunità per chi cerca partner di qualità e non di quantità, ed è anche per questo che Computerlinks rappresenta per noi la scelta ideale”. UN BILANCIO POSITIVO Un evento autunnale è anche l’occasione più adatta per fare una prima stima sull’andamento dell’intero anno.

E qui Federico Marini mostra un prudente ottimismo: “Dopo i primi nove mesi del 2013 possiamo dire con orgoglio che siamo flat, e di questi tempi si tratta di un ottimo risultato, anche perché è in linea con il budget che ci eravamo prefissati, visto che prevedere una crescita sarebbe stato azzardato. Anche come margini riusciremo a fare più o meno lo stesso, forse scontando qualche costo finanziario in più per continuare ad aiutare i nostri clienti. Ma, sempre dal punto di vista finanziario, abbiamo motivo di soddisfazione dal fatto che quest’anno non si sono viste le posizioni difficili che si erano verificate lo scorso anno. Forse i tempi di incasso si sono allungati, ma i clienti sono molto attenti e hanno fatto pulizia in casa. Il numero dei dealer è rimasto flat sugli 800, un livello che ci permette di seguirli sempre al meglio”. Le prospettive si preannunciano comunque interessanti, dato che a breve la società potrebbe proporre rilevanti novità per networking e storage, due ambiti che, seppur importanti, occupano ancora uno spazio inferiore alla security, che pesa per il 70% circa del fatturato di Computerlinks. Un abbottonatissimo Marini non ha voluto commentare direttamente queste nuove prospettive, ma è certo che qualcosa di grosso bolle in pentola.


DIGITALIC PER ALIAS

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SECURITY

ALIAS

tutta la sicurezza che serve Il distributore a valore ha riunito i principali brand del suo portafoglio in ambito security per incontrare i riveditori. Un momento importante non solo per gli aggiornamenti tecnici e commerciali, ma anche per rinsaldare un rapporto di vera partnership

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contatti

ALIAS SEDE OPERATIVA Via Postumia, 21 33100 Udine Tel. 0432 287777 Fax 0432 508305 info@alias.it www.alias.it

n giorno dedicato alla sicurezza, con aggiornamenti, tecnologie e politiche commerciali. Alias ha raccolto i principali brand del suo portafoglio e li ha portanti dai rivenditori in una giornata, il Secuity Day, dedicata al business e alla tecnologia. “L’aggiornamento è un momento fondamentale – ha spiegato Roberto Riccò, responsabile commerciale di Alias – soprattutto in questo periodo. In un contesto in cui il mercato fatica a riprendersi, assumono grande importanza il contatto e la relazione con i nostri rivenditori: incontrarli, condividere con loro le strategie e le opportunità diventa dunque fondamentale. Oggi per noi c’è un motivo in più, ovvero fare il punto della situazione dopo l’acquisizione da parte di Dell di uno dei nostri principali brand, SonicWall”. Era importante raccontare non solo le novità dell’approccio

al mercato, ma anche tutti gli elementi di continuità nell’offerta e nella strategia. Cristiano Cafferata ha spiegato le nuove tecnologie e il programma di canale, che è stato aggiornato con l’entrata in Dell di SonicWall. Il Security Day organizzato da Alias ha visto anche la partecipazione di F-Secure, tra gli acquisti recenti del distributore. Con Michele Caldara, Sales Manager Channel Business di F-Secure, i rivenditori hanno avuto la possibilità di conoscere l’azienda e la rivoluzionaria soluzione di protezione degli endpoint cloud-based Protection Service for Business, per poi procedere con una panoramica delle soluzioni client/server in rete locale Server Security e Business Suite. Retrospect, un marchio storico dell’offerta Alias, ha spiegato le soluzioni software di backup e ripristino per migliorare la protezione e il recupero dei dati diminuendo i costi di gestione e storage.

Jean-Christian Dumas, Director, Emea & India sales di Retrospect, ha anche spiegato gli elementi salienti del Partner Program che, tra i nuovi strumenti, offre la possibilità ai dealer di creare dei mini-siti dedicati, un aiuto per la comunicazione e le vendite. TandbergData, con il Channel Sales manager Italia Paolo Rossi, ha presentato le ultime soluzioni storage lanciate sul mercato nel corso dell’anno, tra cui il BizNAS e il nuovo drive esterno LTO6 Fibra. “Abbiamo voluto fare una panoramica dei prodotti RDX e di automazione LTO di cui Tandberg è leader di mercato – ha spiegato Rossi – e anche illustrare il Partner Portal e i benefici messi a disposizione dal vendor per i dealer registrati”. “Per un distributore che punta sulla formazione e sul supporto continuo, incontrare i propri rivenditori è una grande opportunità per confrontarsi, conoscersi e continuare insieme nella strada di una vera partnership” ha concluso Riccò.


TAVOLA ROTONDA

citrix: il mobile e la virtualizzazione che fanno bene alle imprese di FRANCESCO MARINO

La rivoluzione portata dalla diffusione dei dispositivi mobili rappresenta una grande opportunità per le aziende, che trasferiscono il proprio business sulle piattaforme mobili attraverso la virtualizzazione delle applicazioni. Se n’è discusso in una tavola rotonda organizzata da Citrix e Digitalic.

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l 93% delle aziende italiane vorrebbe offrire ai propri dipendenti un accesso mobile ai dati aziendali. La trasformazione in atto è dirompente, e quello che tutti chiamano “consumerizzazione” è un fenomeno molto più profondo, che mette le aziende di fronte ad un’evoluzione sostanziale. I manager, così come i clienti delle imprese, si aspettano di poter usufruire delle tecnologie aziendali allo stesso modo con cui sperimentano facilità d’uso e multicanalità dei nuovi dispositivi digitali, dal tablet allo smartphone. Per farlo è necessaria non solo una soluzione di mobility, ma anche la virtualizzazione delle applicazioni aziendali, che le renda sempre disponibili su qualunque device in qualunque

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momento. “È proprio questa la funzione della tecnologia Citrix – ha spiegato Massimiliano Grassi, responsabile marketing di Citrix Italia, – che noi chiamiamo “Any-Any”, ovvero any application on any device. Una disponibilità continua di tutta la tecnologia dell’impresa su qualsiasi dispositivo”. Il tema è molto attuale ed è stato discusso all’interno della tavola rotonda “Il mobile che fa bene alle imprese: la virtualizzazione di applicazioni e desktop”, organizzata da Digitalic e Citrix. Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Computing, ha spiegato come “questa evoluzione verso la virtualizzazione desktop e la disponibilità in modalità mobile delle applicazioni aziendali è un tendenza forte, determinata dalle aspettative della dirigenza e dalla pressione dei

clienti che chiedono soluzioni in mobility. Il potenziale di innovazione è forte; far fruire il patrimonio applicativo sui dispositivi mobili è una via maestra, perché ha un impatto diretto sulle linee di business e genera immediatamente valore. Utilizzando tecnologie come la virtualizzazione desktop e il cloud, poi, è possibile ottenere questa innovazione senza affrontare costi eccessivi”. “Il nostro obiettivo, quello su cui si concentrano gli investimenti in ricerca e sviluppo – ha spiegato Grassi, – è dare la possibilità di sfruttare l’esperienza nella virtualizzazione applicativa e desktop, coniugandola con le soluzioni di mobility, che possono essere a disposizione di tutti in maniera sicura, controllata e soprattutto come abilitatori di processi di business”.

Guarda il video della tavola rotonda scansionando il QrCode

SOLUZIONI DI BUSINESS È esattamente quello che è successo a ING Direct. “Abbiamo sviluppato un nuovo concetto di banca e la direzione business ha voluto una presenza innovativa sul territorio, che potesse regalare ai clienti la stessa esperienza di entrare in banca da casa o attraverso il contact center – ha raccontato Stefano Gallotti, Enterprise Solution architect di ING Direct. – L’obiettivo era anche ottenere tutto ciò con il minor impatto sull’infrastruttura IT, con una gestione dinamica e il massimo delle performance. Per questo abbiamo scelto la soluzione di virtualizzazione delle applicazioni di Citrix, partner che ci ha supportato sia nel disegno, che nell’implementazione della soluzione”. “Le aziende italiane sono molto interessate a queste tecnologie con due approcci diversi – ha


spiegato Alessandro Gatti, responsabile commerciale di Sinthera, partner di Citrix che si occupa di progetti nelle infrastrutture informatiche. – Alcune partono da un’esigenza di scurezza, altre, vista la diffusione dei dispositivi mobili, si avvicinano al mondo della virtualizzazione e delle soluzioni mobile per governare l’accesso alla rete e alle risorse aziendali. Si parte cioè dalla necessità di gestire i dispositivi consumer che entrano prepotentemente nelle aziende. Ci sono poi altre realtà in cui è l’area business a voler utilizzare i dispositivi mobili per garantire ai clienti una migliore fruibilità dei

servizi offerti, sia verso gli utenti interni, sia verso quelli esterni, ovvero i clienti”. NON SOLO FINANZA Proprio il settore finanziario è quello che, forse prima di altri, ha capito i vantaggi della virtualizzazione e del mobile. “Credem ha trasformato il modo di lavorare dei propri promotori finanziari attraverso la soluzione di mobility Citrix – ha spiegato Daniele Gelati, IT specialist di Credito Emiliano. – Avevamo bisogno di una soluzione che consentisse loro di utilizzare le applicazioni aziendali, che fosse indipendente dalla piattaforma e dal

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Hanno partecipato alla tavola rotonda: Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Computing Massimiliano Grassi, responsabile marketing di Citrix Italia Daniele Gelati, IT specialist di Credito Emiliano Stefano Gallotti, Enterprise Solution architect di Ing Direct Alessandro Gatti, responsabile commerciale di Sinthera Dario Tecchio, responsabile commerciale di Infonet Solutions

device utilizzato e che potesse essere usata con facilità in mobilità. I promotori sono infatti liberi professionisti che hanno la propria dotazione informatica, e grazie a Citrix siamo riusciti a rendere più efficace il loro lavoro, abbattendo le problematiche tecniche e varando un sistema accessibile da ogni tipo di dispositivo , grazie al quale possono svolgere tutte le operazioni legate alla loro attività”. Ma se il settore bancario è quello che prima di altri ha scelto la strada della virtualizzazione delle applicazioni, qual è la situazione degli altri mercati? “Quello che vediamo è un interesse molto forte in alcune aziende – ha spiegato Dario Tecchio, responsabile com-

merciale di Infonet Solutions, partner di Citrix – ma che è indipendente dal settore di appartenenza; ci sono imprese in cui la direzione business ha capito quanto la tecnologia possa migliorare le opportunità di mercato e spinge per l’adozione di questi sistemi, che hanno un grande successo nelle aziende determinate ad ottenere un risultato. Tra i clienti che serviamo ci sono, per esempio, delle aziende ospedaliere, per le quali dare accesso ai dati e alle applicazioni più importanti in modalità mobile e sicura diventa essenziale per assistere i pazienti. Ma anche il mondo retail sta apprezzando queste funzionalità, avendo molti punti vendita in cui tante persone lavorano di fatto in mobilità”.


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BUSINESS EVOLUTION

CISCO E COMPUTER GROSS PREPARANO UN ANNO DI SUCCESSI

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CONTATTI

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l simbolo di Cisco è un ponte, “ed è proprio questo che gli innovatori devono fare: costruire ponti, unire mondi che sembravano lontani, liberare nuove energie portando la tecnologia in territori inesplorati”: questo è il messaggio di Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di SDA Bocconi che ha partecipato al Kick Off 2014 di Cisco con Computer Gross. “Il compito di coloro che operano nel mondo della tecnologia non è più quello di fare gli elettricisti, ma di indirizzare i bisogni delle imprese. Allo stesso tempo, il budget a cui bisogna guardare non è quello dedicato all’IT, ma il Pil di una nazione per ogni attività può comunque essere migliorato attraverso la tecnologia”. Da sempre Computer Gross e Cisco collaborano per portare al canale IT non solo nuovi prodotti, ma anche nuove idee. Il Kick Off 2014, che si è

tenuto a Forte dei Marmi nel prestigioso stabilimento Twiga, è stato un esempio perfetto di come questa collaborazione porti valore ai rivenditori, indirizzandoli verso un nuovo modo di rivolgersi al mercato. Federico Grassi, General Manager di Computer Nessos, era il “padrone di casa” e ha introdotto i lavori insieme a Eric Moyal, Direttore dei canali di vendita indiretta di Cisco Italia. “Il Kick Off 2014 è stato un momento molto importante – ha detto Gassi – perché stiamo assistendo ad un’evoluzione significativa del modello di business. Questa trasformazione dovrà essere portata sul mercato dai partner Cisco e Compuer Nessos è al loro fianco, offrendo tutto il supporto che tali cambiamenti rendono necessario”. NUOVE STRADE L’evoluzione delle reti è ormai mai evidente. “Il mondo dellee connessioni è cambiato in modo

radicale – ha sottolineato Giorgio Campatelli, Channel Country Leader di Cisco Italia, - basti pensare ai collegamenti dei cellulari e agli oggetti che comunicano sulla rete creando l’Internet of Things. Tutto ciò influisce profondamente sulla tecnologia e anche sul nostro modo di vivere, perché modifica, ad esempio, la gestione delle cose, che in futuro saranno sempre più dotate di sensori in grado di comunicare e di fornire informazioni circa il loro stato e il loro funzionamento. La rete diventa intelligente te e svolge una serie di attività tività nuove. L’attività deii partner Cisco assume pertanto ertanto un ruolo essenziale: ale: sono loro che dovranno anno portare questa nuova visione e struttura della rete te alle imprese. Cisco già oggi è in grado di fornire tutta la tecnologia necessaria, che è completamente aperta agli standard perché l’integrazione di strumenti eterogenei sarà


A Forte dei Marmi le due società hanno dato il “calcio d’inizio” al nuovo anno, che sarà caratterizzato da grandi cambiamenti. Si modifica il ruolo della tecnologia, delle reti e quindi del canale IT, ma ci sono tutti gli strumenti per competere al meglio

Da sinistra: MICHELE FESTUCCIA, Solution Led Leader di Cisco Italia; ALBERTO DEGRADI, Infrastructure Architecture Leader Borderless Network e Data Center ; GIORGIO CAMPATELLI, Channel Country Leader di Cisco Italia; FEDERICO GRASSI, General Manager di Computer Nessos

una delle chiavi dello sviluppo futuro”. Proprio l’integrazione di soluzioni diverse ha dato vita ad un progetto unico, BizMall, realizzato da Cisco e Computer Gross. “BizMall è un hub – ha spiegato Michele Festuccia, Solution Led Leader di Cisco Italia, - una realtà in cui tutti i rivenditori possono trovare delle soluzioni nel campo del cloud, delle reti intelligenti e dei sensori, che possono essere poi proposte ai loro clienti. Queste soluzioni sono state realizzate da vari partner di Cisco e Computer Gross e anche da alcune startup innovative, dopodiché sono state messe a disposizione di altri. BizMall è quindi una concreta occasione per entrare subito in un mercato più ampio, quello delle soluzioni di business. In BizMall si incontrano le competenze del canale e, per chi già sviluppa questo tipo di soluzioni, la tecnologia è inoltre un’occasione per trovare nuovi strumenti

di espansione attraverso altri rivenditori”. Con questi cambiamenti in atto anche il data center modifica il proprio ruolo, rimanendo però centrale nello sviluppo delle imprese. “Bisogna sottolineare - ha detto Alberto Degradi, Infrastructure Architecture Leader Borderless Network e Data Center - che, oggi più che mai, il data center è un elemento importante, che non va visto solo in termini tecnologici ma come strumento in grado di abilitare le trasformazioni di business. Per questo deve essere flessibile, cioè deve avere la capacità di sfruttare al meglio le risorse presenti, e agile, ovvero deve essere in grado di mettere a disposizione dell’azienda le applicazioni utili per l’attività. Per rispondere a queste due esigenze è fondamentale la virtualizzazione, che da aspetto tecnico si trasforma in nuova capacità di azione per le varie linee di business”.

I PREMI Computer Gross, attraverso Computer Nessos, ha messo a disposizione dei rivenditori tutti gli strumenti formativi e di supporto in grado di aiutarli ad entrare da protagonisti nel nuovo panorama delle reti. Queste attività sono valse all’azienda anche un premio internazionale: Computer Gross ha ricevuto, infatti, il riconoscimento mondiale “Cisco WorldWide Collaboration Distributor of the Year”. L’award assegnato “testimonia la consolidata e vincente Partnership con Cisco, che ha permesso nel tempo di trasferire valore non solo su tecnologie mature e consolidate, ma soprattutto su soluzioni innovative come quelle legate al mondo della Collaboration, che hanno reso possibile anticipare i trend di mercato e cogliere insieme ai Partner le numerose opportunità che si presentano ogni giorno”.

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PUNTO G

ANTONELLA TAGLIABUE

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Amministratore delegato della società di consulenza strategica di Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”.

clima: i dati sul tempo che cambia

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el racconto “Le nevi del Kilimangiaro”, Ernest Hemingway raccontava di aver visto un presagio funesto sulla grande montagna africana. Parlava della vetta occidentale, denominata dai Masai Ngàie Ngài, ovvero la casa di Dio. Hemingway era convinto che le nevi del Kilimangiaro fossero senza fine, perenni. Sono passati circa 70 anni da allora e le cose sono cambiate radicalmente. Lo conferma il Quinto Rapporto dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change), la task force dell’ONU che ha recentemente pubblicato un’enorme mole di dati: 2.200 pagine, frutto di sei anni di lavoro di 259 scienziati, coadiuvati da un team di 1.500 esperti. Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850 e il periodo 1983 -2012 è stato probabilmente il trentennio più caldo negli ultimi 1.400 anni. E, in tema di nevi perenni, nei prossimi anni ci sarà una forte diminuzione della copertura glaciale, stimata tra -15% e -55% entro fine secolo, esclusa l’Antartide.

Oltre al riscaldamento globale e alla diminuzione dei ghiacci, il Rapporto conferma l’aumento della frequenza di eventi meteorologici e climatici estremi e l’accelerazione nell’aumento del livello delle acque del mare. QUASI SICURAMENTE È COLPA NOSTRA

È infatti “estremamente probabile” (al 95%-100%) che più della metà dell’aumento della temperatura superficiale osservato dal 1951 al 2010 sia stato provocato dall’effetto antropogenico sul clima. Il documento prevede quattro possibili scenari per la fine del secolo. Nel più drammatico, il livello del mare salirà di 62 centimetri e la temperatura crescerà di 3,7 gradi rispetto al periodo 1986-2005: si sfonderà il muro dei quattro gradi rispetto all’epoca preindustriale che la stessa Banca Mondiale aveva denunciato in tono allarmato circa un anno fa. Lo scenario più favorevole prevede l’aumento di un grado per la temperatura e di 24 centimetri per il livello dei mari. La salvezza sta nel ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, in modo da

rimanere al di sotto del tetto di 421 parti per milione di CO2. Abbiamo già superato la soglia delle 400 parti per milione e le emissioni continuano a salire al ritmo di 2 parti abbondanti ogni anno. Tra dieci anni, se nulla cambia, saremo al di fuori dell’area di sicurezza. I combustibili fossili e la produzione di cemento sono responsabili dell’89% delle emissioni, mentre il rimanente 11% è ricollegabile alla deforestazione.

BIG DATA IN CAMPO Tutti parlano di Big Data. Secondo un articolo apparso recentemente in una rivista statunitense, Big Data potrebbe diventare il miglior amico degli agricoltori. Le applicazioni sono numerosissime: informazioni sul potere nutritivo delle coltivazioni, efficientamento nell’utilizzo dei fertilizzanti e nell’irrigazione, uso controllato dei pesticidi e conoscenza delle condizioni atmosferiche. Agricoltori tecnologici, iperconnessi e in futuro anche social.


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2.200 PAGINE, FRUTTO DI SEI ANNI DI LAVORO DI 259 SCIENZIATI, COADIUVATI DA UN TEAM DI 1.500 ESPERTI.

RISORSE VOLONTARI PER UN GIORNO

SINTESI DI DATI

Torna Volontari per un Giorno, la più grande campagna di volontariato mai realizzata a Milano e provincia. L’obiettivo è rispondere alla richiesta di oltre 200 associazioni che cercano aiuto per i loro progetti. La novità del 2013 è il volontariato delle competenze. Sul sito - www.volontariperungiorno.it - è infatti possibile scegliere un’iniziativa a cui dedicare non solo il proprio tempo, ma anche le proprie conoscenze e la propria esperienza.

La versione sintetica del Quinto Rapporto dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) è scaricabile all’indirizzo http:// www.climatechange2013. org, dove si trovano anche interessanti sintesi. 259 autori, provenienti da 39 nazioni diverse, hanno generato 54.977 commenti. Per chi volesse approfondire, sul sito è disponibile la sezione “background” con la storia e i passi che hanno portato alla realizzazione del rapporto.

Le riduzioni volontarie attualmente stabilite dai principali produttori di gas serra non sono sufficienti, in un contesto in cui l’inerzia di un sistema energetico che punta ancora su carbone, petrolio, gas tradizionale e gas da scisti ci porta verso livelli di non ritorno. Non c’è più tempo nemmeno per le assurde critiche dei negazionisti e degli scettici sul riscaldamento del Pianeta e sulle responsabilità dell’uomo. Chi non ci crede dovrebbe leggere con attenzione i dati del Rapporto o cercare sul Web la spiegazione sull’interpretazione dei dati dell’italiano Sergio Castellari, IPCC Focal Point per il nostro paese. Il Rapporto presentato a Stoccolma è la versione, in 35 pagine, destinata ai decisori politici, mentre la versione integrale sarà resa nota a gennaio 2014. Dopo il primo passo dedicato alla conoscenza scientifica del clima, nel corso del prossimo anno verranno pubblicati altri due lavori: quello sugli impatti e gli adattamenti e quello relativo alle politiche di mitigazione necessarie a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Il Rapporto si esprime in termini cauti e sembra considerare le difficoltà di molti paesi che attraversano una profonda fase di crisi economica.

La riflessione da fare, tuttavia, riguarda le possibili risposte alla domanda di energia di un mondo che sarà popolato a breve da 9 miliardi di persone. Una seria politica di riduzione delle emissioni di carbonio, per esempio, determinerebbe un calo della domanda e una discesa dei prezzi di gas e petrolio. Secondo la Banca Mondiale, un taglio dei gas serra che eviti un innalzamento della temperatura del Pianeta di due gradi centigradi renderebbe inutilizzabili dal 60% all’80% delle riserve di carbone, petrolio e gas delle aziende quotate. “Gli investitori attenti si stanno accorgendo che puntare su questo tipo di aziende sta diventando una scelta moto rischiosa” sostiene Sir Nicholas Stern, già capo economista della Banca Mondiale e Presidente della British Academy. Efficienza energetica ed energie rinnovabili sembrano dunque essere la risposta, anche economica, per evitare il peggio. Numerose ricerche confermano che sono in diminuzione gli eco-scettici. Il passo successivo saranno le buone intenzioni e quindi, è auspicabile, i fatti concreti. Il tempo a disposizione è poco e, probabilmente, sarà piovoso in maniera violenta.

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TECNOLOGIA

TRE COSE CHE POCHI SANNO DI APPLE di FRANCESCO MARINO

Ci sono alcune cose che sono passate un po’ inosservate negli ultimi annunci Apple. La Grande Mela della tecnologia sembra stia preparando il campo per un ritorno in forza sul mondo business, su quello dei professionisti, che erano lo zoccolo duro degli utenti Apple, quelli che non l’hanno mai abbandonata anche iPad Air è il nome del nuovo iPad 5. Apple punta su una parola che ha caratterizzato il successo di un altro prodotto: il Macbook Air, un notebook nato per utenti professionali in movimento, poi diventato anche consumer, ma che fu studiato per un pubblico “business”. La parola “Air” racconta già qualcosa delle caratteristiche tecniche della nuova “tavoletta” di Apple. Lo slogan di lancio è “la forza senza la gravità” e un altro azzeccato è “fa molto più di prima ma non lo fa pesare.” L’iPad Air è è il 28% più leggero del modello precedente, il 20% più sottile e non arriva al mezzo chilo. È spesso soltanto 7,5 mm, riduce notevolmente la cornice intorno allo schermo da 9.7

pollici e monta il processore Apple A7 già visto con iPhone 5S. In qualche modo con l’aggiunta di “aria” l’iPad sembra volersi posizionare più in alto, guardare con maggiore attenzione alle aziende. Un altro dato significativo è il Mac Pro: il barilotto lucido che segna il ritorno in grande stile sul mercato dei grafici e creativi, sono loro (da sempre) la comunità che ha sostenuto Apple, sono loro che, anche in mancanza di un nuovo prodotto da anni, ha continuato a tenere sulla propria scrivania un desktop della Mela, senza dubbi. Per loro Apple ha rivoluzionato il design e introdotto prestazioni da capogiro. Il Mac Pro nasce con la capacità di fare editing di filmati 4K, ed è silenzioso, come Steve Jobs ha sempre sognato (dai tempi del G4 Cube). Il prezzo è consistente: a partire da 2.999 dollari, ma si tratta di un computer senza paragoni sul mercato, almeno. Il processore è uno Xeon quad core da 3.7 GHz, 12 GB di DRam e 2 GB di VRam. Lo vedremo a dicembre anche in Italia. Nel materiale di lancio

si legge “È il computer che siamo stati abbastanza pazzi da costruire. Abbiamo abbandonato tutti i preconcetti, eliminato ogni limitazione. È diverso da qualunque altro Mac che abbiamo realizzato fino ad ora e non vediamo l’ora di scoprire che cosa creerete con esso”. Stranamente è passata sotto silenzio o quasi, un’altra rivoluzione: il sistema operativo gratis. Con il nuovo Mavericks, Apple ha deciso di rendere gratuito l’aggiornamento del sistema operativo. Anche in passato il costo dell’aggiornamento non era elevato, ma gratis non si era mai visto. La trasformazione che il mondo mobile ha portato alla tecnologia si riverbera anche sul mondo pc, così come il sistema operativo iOS di iPhone e iPad è gratuito, ora lo diventa anche quello dei computer. Questa scelta rende Apple ancora più unica, perché nessun altro produttore, al momento, lo fa. Il software diventa un servizio, qualcosa di dovuto all’utente. È una nuova filosofia. .

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BRANDING

I FANTASTICI 100 di DANIELA SCHICCHI

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fermato il trend del mondo tecnologico e digitale. Sì, perché subito dopo viene seguita dall’altro colosso della Rete, Google che con un bel +34% fa scivolare Coca Cola addirittura al terzo posto, al quarto c’è IBM e al quinto Microsoft. Praticamente un dominio hitech, anche perché Samsung è ottava e Intel nona, Cisco tredicesima. Questi i dati più significativi del report annuale firmato da Interbrand, nel quale è stata resa nota la classifica dei top 100 brand, a livello mondiale, con relativi dati di crescita e fatturato. Parliamo di aziende rigorosamente quotate in borsa e che hanno saputo fare la differenza nel panorama del business di tutto il mondo.

1 2 La classifica dei cento brand più conosciuti al mondo vede svettare nei primi posti le aziende tecnologiche. Dopo 13 anni il primato non è più di Coca Cola, ma di Apple, seguita da Google

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ella classifica dei primi 100 brand al mondo il risultato più sorprendente (soprattutto per l’azienda interessata) è stato quello di Coca Cola che, forse nemmeno troppo inaspettatamente, ha

perso il suo podio dopo 13 anni di permanenza. Nemmeno a dirlo, la bibita americana più amata da tutti ha lasciato il posto alla “mela morsicata” più amata a livello globale: Apple che con un + 28% ha ufficialmente con-

tecnologico). I suoi prodotti sono diventati veri e propri stili di vita. Se il comparto laptop è cresciuto del 3%, per Apple lo stesso settore ha segnato un 15%. Il “solo” compito che l’azienda di Cupertino avrebbe, secondo Ricca, sarebbe quello di fare attenzione a Samsung che – pur avendo scalzato Sony – ha effettuato un’azione di branding a carattere monolitico; centrata, non dispersiva e miratissima. Insomma, di Samsung se ne parlerà meno, ma non bisognerà abbassare la guardia. Ma cosa accomuna i top 10? Secondo Manfredi Ricca il minimo comune denominatore è la profonda, totale e incredibile capacità di reagire alle richieste del mercato e alle relative tendenze. Una dote non di molti, che

APPLE

GOOGLE

“Questi risultati rappresentano lo sconvolgimento più massiccio al quale abbiamo mai assistito dopo la Rivoluzione Industriale - ha dichiarato Manfredi Ricca, managing Director di Interbrand Milano - stiamo vedendo una rivoluzione tecnologica che ci dimostra come il mondo sia ineluttabilmente cambiato”. Apple, infatti, è un colosso che è difficilmente collocabile in un settore specifico (quello

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COCA-COLA

porta i marchi a trasformare il loro business. “Pensiamo a Nokia – ha detto Ricca - leader di mercato nella telefonia, fino a quando non è stata più in grado di reagire al cambio di direzione preso dal comparto. Non è riuscita a cambiare e oggi ha siglato un accordo con Microsoft (quinta in classifica con un +3%) che le potrebbe essere di aiuto nella ricollocazione (faticosa) in questo mercato”.


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SOLUZIONI

SOCIAL, MOBILE, BIG DATA E CLOUD

di LUCA BASTIA

Durante l’IBM SolutionsConnect 2013, oltre ad alcune novità, la società ha presentato numerosi esempi di applicazioni relative a tecnologie che stanno caratterizzando il mercato on solo tecnologie ma applicazioni concrete: l’IBM SolutionsConnect 2013 è stata l’occasione per mostrare soluzioni pratiche che hanno davvero cambiato il modo di operare delle aziende. Paolo Degl’Innocenti, Vice President Software di IBM Italia (nella foto), ha introdotto la giornata sottolineando che IBM “mette al centro dei propri interessi quattro tematiche, social, mobile, big data e cloud, aiutando le imprese a implementare soluzioni in questi ambiti e ricavandone benefici per il loro business. Secondo una serie di ricerche internazionali, le aziende non ancora pronte sono circa il 73% per la collaboration, l’82% per il mobile, il 78% per i dati non strutturati e l’82% per il cloud. Insomma, c’è ancora molto da fare. IBM, per arrivare ad avere un portafoglio d’offerta ampio, articolato e funzionale – ha aggiunto Degl’Innocenti – dal 2000 a oggi ha investito 33 miliardi di dollari, acquisendo 140 aziende per poi integrare

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SOCIAL, MOBILE, BIG DATA E CLOUD SONO LE QUATTRO AREE CHE PIÙ DI OGNI ALTRA POSSONO AIUTARE LE IMPRESE NEL LORO PERCORSO DI INNOVAZIONE, NON IN ASTRATTO, MA MIGLIORANDO CONCRETAMENTE I RISULTATI DI BUSINESS.

la loro tecnologia in un’offerta omogenea. La ricerca e sviluppo per noi è fondamentale e lo testimoniano gli investimenti, pari a circa 6 miliardi l’anno, per ottenere soluzioni con applicabilità immediata presso le aziende clienti”. Integrazione e trasformazione, queste sono le parole chiave secondo Paolo Sangalli, Director of Systems and Technology Grop di IBM Italia. “Per quanto riguarda la tecnologia – ha sottolineato Sangalli – IBM sta lanciando release nell’ambito del Power, dell’x86 e anche dello storage, con soluzioni basate sulle memorie flash che permettono di velocizzare fortemente le operazioni ad un costo minimo. Altre novità riguardano i sistemi Pure e il mondo dello Storwise, dove è stato annunciato un sistema di medie dimensioni particolarmente adatto alle Pmi”. Il PureFlex System-Express, a chassis singolo, è disponibile a un prezzo d’ingresso indirizzato alle Pmi, mentre il PureFlex System-Enterprise, con offerte rack selezionabili, è progettato per ambienti cloud scalabili,

con ridondanza incorporata per una maggiore resilienza. Le soluzioni sono completate da “The PureFlex Solution for IBM”, un sistema integrato di software che consente ai clienti di piccole e medie dimensioni di ridurre i costi e la complessità IT consolidando le applicazioni. IBM semplifica anche il supporto cloud con la nuova offerta SmartCloud Entry, che rende più semplice avvicinarsi alla sua tecnologia e ai suoi servizi. Sono state anche annunciate offerte Power Systems create su piattaforme opensource come Linux e OpenStack, per gestire l’analisi dei dati con tecnologie avanzate di virtualizzazione e cloud. Riguardo allo storage, IBM ha lanciato lo Storwize V5000, sistema di fascia media che può essere configurato con disco e Flash e supporta le funzionalità Easy Tier. Il sistema è adatto per il cloud e, oltre ad essere dotato di supporto incorporato per OpenStack, propone funzionalità di virtualizzazione e clustering che permettono di sfruttare i vantaggi di un Software Defined Storage, in grado di crescere e adattarsi all’evoluzione dei bisogni delle aziende.


Il primo sistema di videoconferenza HD all-in-one

Huawei TE30 Plug & Play. Accesso Wi-Fi

design 3-in-1, un solo cavo Semplice da installare, senza la necessità di assistenza tecnica 50% di banda risparmiata voice dialing intelligente, facile da usare

Huawei TE30, il nuovo sistema di videoconferenza ad alta definizione di Huawei, è il primo sistema multifunzione che supporta il Voice Dial. Il dispositivo è dotato di un’interfaccia agevole e un design compatto che integra videocamera, microfono e codec, assicurando un’installazione completa e accurata senza l’impiego di altri fili o cavi. Semplice da installare, Huawei TE30 permette di trasformare una sala riunioni di piccole o medie dimensioni in una sala videoconferenze HD, senza la necessità di assistenza tecnica. Il supporto Voice Dial permette agli utenti di pronunciare semplicemente il nome del luogo della conferenza per connettervisi. La funzione Voice Dial riconosce il comando vocale e fa partire direttamente la chiamata senza dover ricorrere al controllo remoto o alla digitazione di comandi.

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DATI

I BIG DATA AL CENTRO DELLO STORAGE di LUCA BASTIA

Hitachi Data Systems guarda oltre l’archiviazione e propone una visione integrata di storage, analisi delle informazioni e cloud

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l Byod è il nuovo paradigma e il cloud ha oggi una penetrazione significativa, in particolare per ciò che riguarda l’ibridizzazione della “nuvola”. “Queste tecnologie diventano un elemento decisivo per le imprese”. Così Roberto Masiero, Amministratore Delegato di Innovation Group, ha aperto l’Hitachi Information Forum.

I BIG DATA SONO LA PIÙ GRANDE RISORSA DEL PRESENTE E LA LORO CONSERVAZIONE È UNA VERA SFIDA PER IL FUTURO.

“Ma per fare questo serve un consolidamento. Le aziende devono cambiare per sviluppare nuovi canali di valore aggiunto, soprattutto per commercializzare tecnologia e cloud”. Masiero ha poi accennato all’economia dei dati: “Nelle imprese ogni evento, esterno o interno, scatena una gran quantità di dati, che rappresentano un grande potenziale di capacità competitiva”. Secondo Gartner, infatti, i dati (strutturati e non) nelle società cresceranno del 650% nei prossimi cinque anni. Nel corso di un intervento successivo, Walter Simonelli, managing director di Hitachi Data Systems Italia, ha sottolineato come le dinamiche principali che tutti hanno dovuto affrontare siano state la contrazione dei budget, la complessità in fortissimo aumento e la crescita dei dati. “Importante è mettere a fattor comune le esperienze di consulenza e quelle legate al mondo degli affari, per creare un bilanciamento tra business e IT tradizionale - ha aggiunto. - HDS, che è attenta a queste tematiche, ha registrato un aumento di fatturato del 19%, che ha confermato il trend di crescita regolare negli ultimi anni, sempre a doppia cifra anche in Italia. Inoltre, e questo è motivo di orgoglio, abbiamo creato occu-

pazione nella nostra azienda e nell’ecosistema a noi legato”. “Dobbiamo essere strategici, rilevanti per i nostri clienti - ha proseguito Simonelli, - non dobbiamo essere solamente un vendor, sia per i clienti che per i partner. Abbiamo un portafoglio di offerta sempre più ricco, dettagliato e vicino alle esigenze dell’utenza, declinato su performance, efficienza ed economics. Ciò grazie a un investimento di oltre un miliardo di dollari all’anno in ricerca e sviluppo”. “Il nostro go-to-market - ha poi spiegato Simonelli - consiste nel rivolgerci con una forte focalizzazione ai top e ai key player. Abbiamo suddiviso il territorio in macro aree e abbiamo fatto una scelta di campo ben precisa, considerando business del canale indiretto tutto ciò che vi ricade, senza fare inutili sovrapposizioni. Inoltre, abbiamo deciso di rivolgerci anche alle PMI, a cui i nostri partner possono fornire servizi di cloud”. Ha chiuso la giornata di lavori Dario Pardi (nella foto), Emea vice president global markets di Hitachi Data Systems e presidente di HDS Italia, che ha voluto rimarcare come “i Big Data sono la più grande risorsa del presente e la loro conservazione è una vera sfida per il futuro”.



MOBILITÀ

I DATI NON HANNO FISSA DIMORA di GIUSEPPE GOGLIO

Mobility, efficienza e sicurezza contrassegnano le nuove abitudini delle persone e delle aziende e anche le linee di prodotto HP. I dati seguono gli individui e le loro attività: nascono così le risposte per i nuovi nomadi digitali, dalla stampa via Nfc alle soluzioni ibride ultrabook e tablet

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NEL 2012 HA PRESO IL VIA LA QUARTA ERA DELL’IT, CONTRASSEGNATA DA MOBILITÀ, SOCIAL NETWORKING, BIG DATA E CLOUD COMPUTING. DOVE UNA VOLTA SI USAVA LA CARTA, OGGI SI USANO STRUMENTI COME FACEBOOK, TWITTER O WHATSAPP.

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iamo nomadi digitali, sempre in viaggio con un terminale a nostra diposizione, si tratti di uno smartphone, di un tablet o di un pc. Le esigenze di mobilità tecnologica, ora esplose anche nel settore consumer, sono in realtà nate in contesti aziendali per agevolare l’operato di chi passa più tempo in movimento che nel proprio ufficio. Anche se con l’avvento del Byod la separazione tra i due mondi si è rapidamente assottigliata, alcune

esigenze restano esclusive dell’attività aziendale ed è su queste che HP ha concentrato i suoi sforzi più recenti. “Nel 2012 ha preso il via la quarta era dell’IT, contrassegnata da mobilità, social networking, Big data e cloud computing - afferma Erbert Koeck, senior vice president printing and personal systems group & managing director dell’azienda (nella foto). - Dove una volta si usava la carta, oggi si usano strumenti come Facebook, Twitter o WhatsApp e noi siamo chiamati a supportare tutto questo”. Forte di un’offerta tanto estesa quanto consolidata da anni, durante il Commercial Fall Launch di Barcellona l’azienda si è concentrata sulle lacune più evidenti emerse di recente all’interno dei flussi di lavoro. “Il 90% degli utenti di smartphone e tablet chiede di stampare senza dover seguire procedure complicate - spiega George Brasher, vice president, general manager worldwide laser printer business & Les marketing and strategy, printing and personal systems group di HP. - Inoltre, entro il 2015 saranno digitalizzate e spostate nel cloud circa un trilione di pagine. Tenendo presente che il costo medio di un furto di dati in azienda ammonta a 5,5 milioni di dollari, siamo chiamati a presentare risposte garantendo al tempo stesso la massima sicurezza”.

Il primo obiettivo è quello di mettere in grado i possessori di dispositivi mobile di stampare senza complicazioni e garantendo la sicurezza. La scelta ricade sulla tecnologia Ncf abbinata alla cifratura, integrata in alcuni multifunzione della Serie M800 e fruibile anche sui meno recenti grazie a un modulo USB. In particolare, la soluzione corredata di software per l’autenticazione utente debutta sui sistemi Colour LaserJet Enterprise flow MFP M880 e LaserJet Enterprise flow MFP M830, soluzioni peraltro garantite per un’attività in fase di acquisizione pari a tre milioni di pagine. Sul fronte della mobility vera e propria, la novità principale riguarda l’interpretazione di ibrido tra ultrabook e tabletPC. Spectre x2 Pro ha l’aspetto di un comune laptop con processori Intel Core i3/i5; in pratica, si tratta più di un grosso tablet da 13” nel quale è contenuto tutto l’hardware, abbinato ad una base con tastiera standard nella quale è integrata una batteria aggiuntiva. Proprio ad autonomia e sicurezza sono state dedicate particolari attenzioni. “Gli Elite Book 800 sono stati resi più sottili del 40% e più leggeri del 28% - sottolinea Enrique Lores, senior vice president & general manager printing and personal systems business Pc solutions di HP. – Non dobbiamo poi dimenticare la nuova funzione Sure Start, in grado di ripristinare in automatico il Bios di sistemi compromessi e ridurre il rischio di fermo macchina”.


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OPEN CLOUD

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l fatturato di un’azienda dipende anche dalla presenza di un’infrastruttura IT robusta, ad alta disponibilità e che sia rapidamente scalabile, in modo da poter affrontare al meglio le sfide introdotte dalle nuove tecnologie, dalle esigenze aziendali e dai continui cambiamenti richiesti dalle necessità di business. Red Hat Enterprise Virtualization (RHEV), realizzata dalle stesse persone che hanno creato Red Hat Enterprise Linux, è pensata per rispondere alle crescenti richieste del mercato in tema di virtualizzazione open, che non scenda a compromessi su prestazioni, scalabilità, sicurezza o funzionalità. RHEV è una soluzione end-to-end, utilizzabile sia per server sia per desktop, progettata per consentire la virtualizzazione del datacenter e fornire un’efficienza operativa ed economica senza precedenti. Red Hat Enterprise Virtualization è anche un elemento fondamentale della piattaforma Red Hat Cloud Infrastructure, che combina le tradizionali funzionalità di virtualizzazione del datacenter fornite da RHEV con l’infrastruttura cloud-enabled offerta da Red Hat OpenStack e la gestione dell’hybrid cloud resa possibile da Red Hat CloudForms. Attraverso la combinazione di questi innovativi prodotti è possibile fornire una soluzione

completa per la realizzazione e la gestione di architetture open hybrid cloud. In particolare RHEV è una soluzione: Aperta: nessuna dipendenza da fornitori unici grazie a una soluzione completamente open source. Multipiattaforma: prestazioni eccellenti per ambienti Microsoft Windows e Linux. Pronta per le aziende di ogni settore e dimensione: una potente combinazione di funzionalità per aziende e una vasta gamma di partner. Accessibile: costi totali di proprietà ridotti e velocizzazione del ritorno sugli investimenti rispetto ad una soluzione proprietaria equivalente. Ad alte prestazioni: benchmark sulla virtualizzazione più elevati per prestazioni e scalabilità con i carichi di lavoro Windows e Linux. Red Hat Enterprise Virtualization sfrutta le prestazioni avanzate dell’hypervisor KVM (Kernel-based Virtual Machine), già adottato da tutta la comunità Linux come virtualizzatore di riferimento, e grazie ad un potente gestore di macchine virtuali garantisce flessibilità e prestazioni eccellenti, per offrire una soluzione di classe enterprise di virtualizzazione e gestione del datacenter ai clienti che intendono ridurre i propri costi e parallelamente implementare un’architettura aperta.

AVNET A SUPPORTO DEI PARTNER RED HAT

Il portafoglio prodotti Red Hat offre un’ampia gamma di soluzioni nell’area della virtualizzazione, dell’infrastruttura, del middleware e dello storage. In quest’ottica, la partnership con Red Hat assume per Avnet un’importanza strategica, che le consente di offrire ai propri partner soluzioni di business integrate libere dal vendor lock-in e aperte agli standard. Inoltre, Avnet propone ai partner servizi di formazione, consulenza e supporto pre e post vendita, consentendo loro di offrire ai clienti finali soluzioni Linux complete per la propria infrastruttura tecnologica. Il team di sviluppo e marketing di Avnet aiuta il rivenditore nella proposta del brand, supportandolo durante i diversi step del ‘Partner Program’ Red Hat. Avnet affianca i propri partner nel percorso formativo e nella creazione di programmi go-to market ad hoc: azioni di lead generation e brand awareness, nonché attività commerciali mirate, consentono di ampliare le proprie competenze ed incrementare le opportunità di business.


INNOVAZIONE

samsung guarda al futuro di DANIELA SCHICCHI

Premia i giovani e sviluppa nuovi sistemi di stampa, anche da cellulare. Il gigante coreano vuole anticipare le tendenze e lo fa non solo con i designer, ma anche con le printer e il sistema NFC per stampare da celluare 58 |

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l Samsung Young Design Award riserva sempre piacevoli sorprese. Il concorso, creato da Samsung Electronics Italia con il patrocinio di ADI (Associazione Design Industriale) e rivolto agli studenti universitari e ai giovani professionisti fino ai 30 anni, guarda al futuro e valorizza le idee più interessanti dei giovani designer. Tema di questa edizione è stato “Una lezione per il Domani. Tecnologia per l’Educazione del Futuro”, ovvero una libera e digitale interpretazione di spazi, metodologie didattiche e tendenze per l’istruzione. Dalla fitta rosa di partecipanti (150 i concorrenti) sono stati selezionati i 10 finalisti che, sotto la guida di designer del calibro di Ilaria Marelli e Fabio Di Liberto, hanno perfezionato i loro progetti per la sfida finale. Ad aggiudicarsi il prestigioso Gold Award di 5.000 euro è stato il progetto “Wikid”, di

Geng Kun, uno strumento che stimola i bambini a esplorare il mondo della natura e a salvare informazioni, foto e contenuti sul sistema. L’idea si basa sull’esperienza diretta, la parte più importante del processo di apprendimento dei bambini, che attraverso la tecnologia possono raccogliere e condividere le loro avventure con i genitori ed i coetanei. Il Silver Award, invece, è andato ad Andrey Rafael De Carvalho Pinto e Antonio Michele Cuccu per il progetto “Galaxy Eye”, un device portatile in grado di connettere, acquisire, organizzare e mostrare nello spazio adattamenti 3D di un progetto, per rendere più efficiente il lavoro del designer e condividerlo con semplicità. A “Cerere” di Roberto Salodini e Francis Leo Tabios, infine, è stato assegnato il Bronze. Questo dispositivo stimola i bambini all’adozione di un comportamento alimentare corretto durante tutta la fase di crescita; attraverso un avatar

e un’applicazione mobile si possono controllare il processo di crescita, individuare gli errori della dieta dei ragazzi e proporre alternative alimentari. Menzione Speciale, infine, al progetto LessOn, ideato da Andrea Fiorito, Federico Elli e Marco Febbo, un sistema d’insegnamento di nuova generazione in grado di immergere letteralmente gli studenti nella materia e di farli interagire grazie a un proiettore ibrido, che permette lo scambio di dati software, il controllo gestuale e la proiezione ad alta risoluzione. “Per Samsung il SYDA rappresenta un vero e proprio patrimonio, un’iniziativa con cui concretamente vogliamo sostenere i talenti del futuro”, ha dichiarato Luca Danovaro, corporate marketing Director di Samsung Electronics Italia, che ha proseguito: “È un progetto che vuole offrire ai ragazzi l’opportunità di sviluppare la propria creatività e professionalità, confrontandosi con professionisti e famosi

designer”. Senza perdere tempo, poi, è stato presentato il tema per il SYDA 2014: “Link to Me”, ovvero le tecnologie digitali come strumenti abilitanti delle relazioni intergenerazionali. STAMPE A PORTATA DI SMARTPHONE Uno standard già presente nei telefonini Samsung ma che guarda al futuro è il Near Field Communication, o più comunemente NFC: si tratta di una tecnologica all’insegna della semplicità, che consente a dispositivi diversi di comunicare a breve distanza. Proprio per tali caratteristiche, la tecnologia NFC è stata messa al centro di una politica aziendale che ha aperto il mercato italiano alle prime stampanti dotate di questo sistema di connessione. Samsung Electronics, infatti, ha reso disponibili sul nostro mercato le nuove stampanti laser Xpress C410W (a colori) e Xpress M2022W (in bianco e nero) e multifunzione laser


Xpress C460FW (a colori) e Xpress M2070FW (in bianco e nero), che consentono di stampare direttamente dal proprio device mobile avvicinando quest’ultimo al tag presente sulla stampante. “Investiamo con regolarità il 5% del nostro fatturato in ricerca e sviluppo, sia dal punto di vista tecnologico che da quello del design. Una stampante, oltre a funzionare bene, deve essere anche bella da vedere, soprattutto se è

e rendere tutto disponibile on-the-go. Se un dispositivo è di difficile installazione o non ci permette di stampare in modo veloce, non si utilizza”, ha proseguito Massone. Ecco spiegato perché l’azienda veda nella tecnologia NFC il futuro. Se pensiamo che entro il 2017 ci saranno circa due miliardi di dispositivi predisposti per questo tipo di connessione, risulta chiaro perché Samsung

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GRAZIE ALLA TECNOLOGIA I GIOVANI DESIGNER SI CONFRONTANO CON PROGETTI INNOVATIVI DI DIDATTICA DIGITALE. MUTANO LE ABITUDINI DELLE PERSONE E DIVENTA UTILE, CON IL SISTEMA NCF, STAMPARE DA CELLULARE. | 59 in vista in un bell’ufficio o, addirittura, in un appartamento”, ha dichiarato Corrado Massone, Direttore marketing divisione Information Technology di Samsung Electronics Italia. Inutile, poi, negare l’evidenza delle tendenze odierne, che vedono nella mobility e nel cloud il futuro e la quotidianità. “Vogliamo offrire una user experience sempre più positiva

Electronics abbia voluto anticipare i tempi nella fascia small office e home printing. Grazie ai nuovi dispositivi con tecnologia NFC è possibile stampare immagini, documenti, biglietti aerei e qualunque altro contenuto presente sul proprio device, online o all’interno di un’email, senza essere costretti ad avere un PC a portata di mano.

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DESIGN

L’ERGONOMIA TI RENDE PRODUTTIVO di DANIELA SCHICCHI

Bisogna stare comodi: la tecnologia deve regalare comfort, altrimenti cala la concentrazione. Microsoft punta così sul design dei suoi accessori hardware per dare una migliore esperienza di utilizzo del pc

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In mancanza di comfort il

46%

dei lavoratori ha cali di concentrazione. Il

43%

sente di non riuscire a dare il meglio.

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na ricerca condotta da Kelton ha evidenziato come il concetto di comfort dell’ambiente di lavoro abbia un ruolo chiave per garantire l’efficienza e la soddisfazione dei dipendenti. I dati parlano chiaro: in mancanza di comfort il 46% dei lavoratori ha cali di concentrazione e il 43% sente di

non riuscire a dare il meglio. Un terzo degli intervistati lamenta l’assenza di oggetti ergonomici in ufficio, mentre secondo loro maggiore comodità consentirebbe di ridurre le pause (20%) e lavorare più velocemente (45%). La ricerca, commissionata da Microsoft, è stata presentata in occasione del lancio di una nuova linea di accessori PC Microsoft totalmente ergonomici e volti a rispondere alle esigenze degli utenti. Sculpt Ergonomic Desktop e Sculpt Comfort Desktop sono un concentrato di tecnologia applicato ai più innovativi principi ergonomici, il tutto ottimizzato per Windows e per l’utilizzo con i dispositivi di ultima generazione. “Da sempre gli utenti giocano un ruolo chiave per Microsoft nello sviluppo di prodotti e servizi che possano migliorarne e semplificarne la vita, talvolta anticipandone le esigenze” ha dichiarato Lorena Landini, category manager accessori PC di Microsoft Italia. Osservando i nuovi accessori, tutti all’insegna del design e della comodità, non si può fare a meno di rimanere colpiti. Lo Sculpt Ergonomic Mouse, ad esempio, presenta forme

decisamente insolite per un mouse: è infatti quasi rotondo, con un incavo appositamente studiato per appoggiare il pollice senza dover ruotare la mano che può, così, restare in posizione di “taglio” senza sollecitare tendini e muscoli con rotazioni antiergonomiche. Accanto a questo c’è la versione mobile, un vero e proprio classico arricchito da elementi innovativi e disponibile in quattro brillanti colori, nero, rosa, rosso e blu. Entrambi i prodotti, per rispondere all’esigenza degli utenti Windows 8 di poter accedere in maniera ancora più rapida alla schermata Start, sono stati dotati del nuovo pulsante Windows: basta premere il logo per visualizzare in maniera immediata la videata Start e accedere in un solo clic alle applicazioni preferite. Inoltre, grazie anche allo scorrimento in quattro direzioni, la navigazione su Windows 8 è ancora più user friendly. In ambito desktop, poi, è stato presentato Sculpt Ergonomic Desktop, che nasce dalla pluriennale esperienza di Microsoft nel campo dell’ergonomia ed è basato su avanzati principi legati al benessere globale, per garantire agli utenti un comfort superiore nel lungo termine. Si caratterizza per un layout diviso, che favorisce una posizione più naturale e rilassata per il polso e l’avambraccio, un poggiapolsi imbottito e una forma bombata, che riduce la pronazione del polso. Inoltre, la tastiera consente di reclinare gli angoli per favorire una posizione delle mani diritta e neutrale e include un tastierino numerico separato, che può essere facilmente rimosso quando non utilizzato.


DIGITALIC PER QNAP

NAS

QNAP

presenta il nuovo sistema operativo e molte innovazioni Tra le novità, le unità di espansione che consentono di aumentare la capacità di archiviazione di alcuni modelli fino a 400 TB. Tante poi le funzionalità introdotte dalla release 4.0 del sistema operativo, a cominciare dalla virtualizzazione.

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contatti

uccesso delle vendite e grande apprezzamento da parte dei clienti: così QNAP sta conquistando il mercato europeo del Nas. Per migliorare ancora di più le prestazioni, la società ha rilasciato il nuovo sistema operativo modulare QTS 4.0 anche per i modelli Turbo NAS professionali e le nuove unità di espansione con capacità fino a 400TB. “La versione del nuovo QTS 4.0 per la linea di Turbo NAS home-storage ha avuto un enorme successo - afferma Tony Lu, product manager di QNAP. Siamo lieti di poter offrire il nuovo QTS 4.0 anche per i modelli professionali, che porteranno innumerevoli benefici in ambito aziendale”. SOLUZIONI SCALABILI FINO A 400 TB

QNAP www.qnap.com/it/ marketing@qnap.com

QNAP ha reso disponibili le nuove unità di espansione Raid da 400 TB, in particolare i nuovi REXP-1200U-RP e REXP-1600U-RP, che consentono di aumentare la capacità totale dei Turbo NAS anche oltre i 400 TB, per soddisfare le esigenze di crescita dei dati delle aziende.

GESTIONE FLESSIBILE DEI VOLUMI

UNA NUOVA ESPERIENZA PER LA VIRTUALIZZAZIONE

QTS 4.0 introduce il nuovo Storage Pool, che permette ai responsabili IT aziendali di aggregare gruppi Raid su livelli differenti per utilizzare in modo flessibile lo spazio a disposizione. Sullo Storage Pool possono essere creati volumi multipli, con nuove ed interessanti funzionalità come il block-level iSCSI LUN, l’espansione della capacità di storage online, volumi thin-provisioned e space reclaim. Attraverso l’intuitiva interfaccia grafica del QTS 4.0 Storage Manager, gli amministratori IT possono gestire lo spazio di archiviazione su una piattaforma centralizzata.

I modelli Turbo NAS professionali di QNAP supportano VMware vSphere, Microsoft Hyper-V e Citrix XenServer. Sono inoltre incluse importanti funzionalità come VMware VAAI for iSCSI and NAS e ODX in Microsoft Windows Server 2012. Queste funzionalità introdotte dal QTS 4.0 incrementano notevolmente le prestazioni degli ambienti virtualizzati; inoltre, QNAP vSphere Client plug-in e QNAP SMI-S provider for Microsoft System Center Virtual Machine Manager (SCVMM) semplificano la gestione ed incrementano la produttività.

PROTEZIONE DEI DATI PROATTIVA

QTS 4.0 offre nuove funzionalità per proteggere i dati aziendali, come le unità RAID Hot Spare e Global Hot Spare, la migrazione dati SMART, i Time-Limited Error Recovery e Error Recovery Control ed una nuova tecnologia avanzata di recupero degli errori RAID in lettura. La protezione proattiva dei dati rende i Turbo NAS la soluzione ideale per tenere al sicuro le informazioni aziendali.

INCREMENTO PRESTAZIONALE

QTS 4.0 supporta il SSD caching, che potenzia le prestazioni IOPS dei volumi, e la connettività 10GbE che sviluppa notevolmente il trasferimento dati. Il supporto per SMB 2.0 migliora la velocità del protocollo Microsoft Networking. Gli utenti Windows noteranno un notevole incremento delle prestazioni in lettura e scrittura, e sarà possibile lanciare applicazioni concorrenti multiple o ambienti ad alta latenza di rete come le VPN.

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CLOUD

UNA NUVOLA SOLO PER TE

di DANIELA SCHICCHI

“Abbiamo bisogno del supporto dei media per far comprendere le differenze tra cloud pubblico e privato, e i relativi vantaggi di uno rispetto all’altro” (Luca Marazzi, Country Manager WD Branded Italia) 62 |

“U ATTUALMENTE NELLE NOSTRE ABITAZIONI SONO CUSTODITI

1,5

TERABYTE CHE NEL

2016

POTREBBERO ARRIVARE AD ESSERE CIRCA

3,3

n utente medio ha circa 15 device a casa propria, con una conseguente produzione di dati da fare invidia ai Big Data in ambito business. Attualmente nelle nostre abitazioni sono custoditi 1,5 Terabyte, che nel 2016 potrebbero arrivare ad essere circa 3,3”. Così Luca Marazzi, country manager WD Branded Italia, ha esordito in occasione dell’ultimo lancio di prodotto. Un supporto importante per la gestione di una tale mole di dati potrebbe arrivare dal cloud, se non fosse per i dubbi spontanei che ancora esistono e che lasciano gli utenti sempre titubanti sull’adozione della nuvola come strumento per l’archiviazione e il backup. Se consideriamo i diversi servizi di cloud pubblici come Dropbox, Skydrive e Google Drive, solo per fare alcuni esempi, è noto che i dati una volta appoggiati sui server restano accessibili, ma con la perdita della piena proprietà

da parte degli utenti; i costi, inoltre, non sono affatto irrisori, soprattutto per fruitori medio-piccoli. A questi interrogativi ha dato una risposta Western Digital, che ha presentato un dispositivo in grado di creare una vera e propria nuvola privata per ovviare ai vari problemi elencati. Si tratta di “My Cloud”, un insieme di soluzioni complete che permettono agli utenti di organizzare, centralizzare e rendere sicuri i propri contenuti digitali che si trovano su computer e dispositivi mobili; i file archiviati saranno poi accessibili da ogni dispositivo, ovunque ci si trovi. Connettendo un drive My Cloud a Internet, infatti, gli utenti ottengono l’accesso universale che è possibile sperimentare sul public cloud, senza dover pagare alcun costo mensile e senza perdere il controllo dei propri dati personali. Gli utilizzatori possono creare il loro personal cloud nel giro di pochi

minuti, grazie all’avanzata interfaccia web-based che consente un’impostazione immediata. Il software WD trova automaticamente il drive e rende l’installazione ancor più semplice. Una volta configurato il sistema, gli utenti possono connettere con la massima semplicità i propri computer e dispositivi mobili grazie alle app gratuite – mobile e per il desktop – di WD. Con un collegamento Gigabit Ethernet e un processore Dual-Core, il trasferimento dei file è straordinariamente veloce e consente di centralizzare rapidamente su My Cloud tutti i contenuti digitali distribuiti su più dispositivi. Ma non è tutto. Con questo sistema, infatti, è possibile effettuare il backup di computer e file digitali. My Cloud è disponibile al momento in due formati: 2 TB al prezzo di 189,90 euro e 3 TB al prezzo di 239,90 euro. Entro novembre dovrebbe arrivare anche il dispositivo da 4 TB (299,90 euro).


DIGITALIC PER SYSTEMATIKA DISTRIBUTION

STORAGE

NUOVE TECNOLOGIE

storage per necessità emergenti Nutanix e Violin Memory sono due nuove soluzioni, distribuite da Systematika, specificamente studiate per ambienti virtualizzati, la prima, e per ambiti che necessitano di alte prestazioni

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contatti

SYSTEMATIKA Tel. 02 96.410.282 www.systematika.it Maggiori Informazioni: Valentino Erre – Branding Manager Nutanix e Violin Memory valentino.erre@systematika.it Tel. 02 - 96410252

’offerta di Systematika Distribution in materia di storage si concretizza in due soluzioni dall’alto profilo tecnologico, mirate ad affrontare il tema con un orizzonte più allargato rispetto a quello tradizionale; tutto ciò grazie all’utilizzo di tecnologie convergenti per Nutanix e di Flash Memory Array per Violin Memory. Quando si parla di infrastruttura, lo storage è un elemento fondamentale sia per l’archiviazione del dato che per la sua accessibilità. Nell’ambito di ambienti virtualizzati e cloud, i layer che il dato deve attraversare prima di toccare lo storage sono molteplici, quindi i sistemi tradizionali potrebbero non essere più adeguati. Inoltre la virtualizzazione è una sorta di “frullatore” per lo storage, che viene presentato all’hypervisor da dove vengono create le virtual machine (VM). Questo scollamento rende più

difficoltose alcune attività, quali il dimensionamento dell’apparato, in quanto in un medesimo “contenitore” insisteranno VM con carichi di lavoro eterogenei, e la prestazione attesa dell’applicazione con riferimento allo storage. In questo caso, infatti, il piazzamento dei workload è arbitrario, quindi è possibile che una VM con modeste richieste di I/O venga collocata in un datastore ad alte prestazioni inquinando i rendimenti delle altre VM o, caso peggiore, viceversa. Qui entrano in gioco le soluzioni emergenti Nutanix e Violin Memory. Nutanix è una piattaforma convergente, concepita per estendere anche alla parte di storage il beneficio che gli hypervisor hanno portato al lato computing. Lo slogan del vendor è “NO-SAN”, ovviamente senza sacrificare lo storage, con un principio di base semplice: utilizzare lo storage locale, evitando le latenze che si possono generare attraversando gli apparati, in abbinamento a un

file system studiato affinché i dati possano essere replicati. In tal modo è possibile raggiungere tre obiettivi: rendere condiviso lo storage locale; garantire l’affidabilità del dato in caso di crash; abilitare la scalabilità dell’infrastruttura semplicemente aggiungendo nodi. Violin Memory è la soluzione per le altissime prestazioni. L’idea è di allineare anche sullo storage l’evoluzione avvenuta a livello di sistemi con la crescita esponenziale dei cicli di calcolo e della memoria, al fine di ottenere un data center completamente incentrato sul silicio. Gli Array basati su Flash Memory rappresentano la casella mancante per completare l’evoluzione dei data center, lasciando ai dischi tradizionali la funzione di contenitori per i dati near-line e off-line. Nutanix e Violin Memory rappresentano, seppur con background differenti, le soluzioni più indicate per gli ambienti che richiedono scalabilità lineare in tutti gli ambiti dell’infrastruttura, come gli impianti per la virtualizzazione dei desktop e delle applicazioni critiche e per il cloud computing. Entrambi i brand vengono seguiti da Valentino Erre, responsabile delle soluzioni emergenti, che, da un lato, ha il compito di recepire i benefici delle tecnologie e, dall’altro, deve alimentare l’attenzione degli utenti finali e dei rivenditori che concluderanno il deal.

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LA MODA VISTA CON GLI OCCHI DI CANON di DANIELA SCHICCHI

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La settimana della moda è l’occasione, per la tecnologia, di mostrare il meglio di sé, ovvero i prodotti che segnano la nascita di nuove linee di tendenza. Ecco che arrivano la Legria Mini e la PowerShot G16.

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UNA PICCOLA VIDEOCAMERA PER UTILIZZI INNOVATIVI. CANON PRESENTA UNA NUOVA CATEGORIA DI PRODOTTO: LA LEGRIA MINI, CHE È IN GRADO DI EFFETTUARE RIPRESE CON ANGOLO DI 160°.

ra i protagonisti della Milano Fashion Week, accanto a Camera della Moda, c’è stata ancora una volta Canon, che ha presentato moltissimi prodotti in anteprima. Dovendo sceglierne un paio, segnaliamo sicuramente Legria Mini e la fotocamera PowerShot G16. Legria Mini è una piccolissima alleata di riprese veloci e affidabili. Racchiude la tecnologia più innovativa e garantisce un utilizzo facile e pratico grazie all’obiettivo ultra grandangolare Canon, allo schermo LCD orientabile e al sostegno incorporato. L’obiettivo ultra grandangolare f/2,8 cattura filmati Full HD a 160° e fotografie a 170°, mentre l’esclusivo schermo LCD orientabile da 6,8 cm (2,7’’) può essere rivolto verso il soggetto inquadrato o ruotato posteriormente offrendo diverse opzioni di ripresa. È dotata di connettività Wi-Fi per la condivisione di video di alta qualità, funzionalità che include il remote live

streaming per consentire agli utenti iOS o Android di riprendere a distanza tramite un’applicazione del proprio smartphone o tablet. La funzione Remote Browser permette invece di visualizzare immagini e video su altri dispositivi, come tablet o monitor a grande schermo, attraverso browser tra cui Safari o Internet Explorer, eliminando la necessità di utilizzare software specifici. Per un pratico caricamento in modalità wireless su piattaforme di social media come YouTube e Facebook senza la necessità di un computer, gli utenti con dispositivi Apple iOS possono usufruire dell’applicazione Canon Movie Uploader, gratuita e facile da usare. Power Shot G16, invece, è una fotocamera dotata di un obiettivo Canon super luminoso (f/1,8-2,8), in vetro ad alta rifrazione e con un rivestimento antiriflesso multiplo esclusivo, progettato per gestire specifiche lunghezze d’onda della luce su scala nanometrica.

Il suo zoom ottico 5x è caratterizzato da una grande versatilità, con un’apertura di f/1,8 alla focale grandangolare di 28 mm e un’apertura di f/2,8 alla massima focale di 140 millimetri. Lo stile è quello tipico della gamma PowerShot serie G, ma G16 offre anche una serie di controlli manuali e presenta un’eccellente maneggevolezza per l’uso quotidiano; il suo corpo in alluminio leggero e robusto la rende il complemento ideale ad una fotocamera reflex. Progettata per essere utilizzata rapidamente con una sola mano, la G 16 ha una ghiera di controllo a due livelli, un pulsante video dedicato, una rotella personalizzabile anteriore, una ghiera posteriore, un tasto di scelta rapida che rende veloce e semplice la regolazione delle impostazioni della fotocamera tra uno scatto e l’altro, ed è dotata di connettività wireless. Per gli amanti delle immersioni, inoltre, è disponibile un guscio impermeabile fino a 40 metri.


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Il distributore a valore aggiunto aveva l’esigenza non solo di migliorare la gestione sicura dello storage in grande espansione, ma anche di aggiungere nuovi servizi cloud alla propria offerta. La tecnologia HDS ha saputo rispondere a tutti i requisiti, migliorando l’efficienza e aprendo nuove opportunità di business.

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ccadis è il principale VAD italiano per i prodotti e le soluzioni di data storage di Hitachi Data Systems, ed è specializzata nello sviluppo di offerta di sistemi complessi per la gestione dei dati. Fornisce ai suoi clienti una vasta gamma di prodotti e tecnologie per accedere tempestivamente alle informazioni e per proteggere quelle aziendali critiche. L’aumento dei big data ha causato la crescita esponenziale dei dati da archiviare, sia aziendali che dei clienti, e di conseguenza è emersa la necessità di una soluzione integrata e affidabile per la gestione delle applicazioni critiche, l’archiviazione e la condivisione dei file. LA SOLUZIONE Accadis, dopo un periodo di try&buy, ha scelto la soluzione di Hitachi per la grande scalabilità, l’elevato livello di integrazione di tutte le componenti e l’affidabilità, grazie alla quale l’azienda è riuscita a semplificare e migliorare in modo significativo i suoi processi interni. Al tempo stesso, questa soluzione ha garantito l’agevole accesso al cloud e la scalabilità necessaria per una

crescita futura. Hitachi Unified Computer Platform (UCP) Pro for VMware vSphere è stato implementato per consentire ad Accadis di consolidare e virtualizzare applicazioni business-critical utilizzate all’interno dell’azienda; contemporaneamente, la soluzione consente di aggiungere soluzioni offerte in servizio in cloud alla sua offerta, ampliando in tal modo la gamma di servizi da offrire ai propri partner ed al mercato. Con UCP Pro, Accadis è in grado di assicurare una gestione efficiente dal punto di vista dei costi, fornendo e amministrando in modo semplificato e omnicomprensivo servizi cloud. “Hitachi UCP Pro ci ha fornito una piattaforma integrata, grazie alla quale possiamo offrire servizi cloud flessibili ai nostri clienti dice Marina Tedone, Marketing and Alliance Manager di Accadis. - L’affidabilità, la flessibilità e il livello di performance incomparabili di questa soluzione esclusiva sono in grado di gestire anche i carichi di lavoro più impegnativi dei nostri clienti, riducendo il time to value e i costi e incrementando al tempo stesso la nostra efficienza a livello operativo, oltre all’utilizzazione razionale delle risorse”.

I VANTAGGI Una volta eseguita l’implementazione, la flessibilità e le prestazioni convincenti della soluzione, hanno consentito ad Accadis di migliorare l’archiviazione e l’analisi dei dati e di realizzare un risparmio significativo sui costi operativi, in quanto tutti i servizi vengono erogati da un’unica piattaforma consolidata. Accadis, inoltre, ha potuto approfittare di un ulteriore vantaggio, ovvero della possibilità di ampliare i suoi servizi con l’offerta del cloud. “Senza Hitachi Data Systems non saremmo riusciti a fornire servizi cloud. La soluzione UCP Pro, in particolare, ha accelerato la nostra decisione di proporre sul mercato italiano questa offerta, conveniente, scalabile e non paragonabile ad altre del settore. Abbiamo raggiunto partner e clienti che sarebbe stato difficile coinvolgere in precedenza, come ad esempio Service Provider e abbiamo esteso il nostro ambito aziendale rivolgendoci a un mercato più ampio”, conclude Tedone. Un altro vantaggio importante è dato dalla flessibilità e dalla scalabilità sia orizzontale che verticale della soluzione, che fornisce all’azienda una piattaforma a prova di futuro: è infatti possibile continuare ad aggiungere servizi per i clienti oltre agli attuali proposti di monitoraggio delle performance e di archiviazione dati, basati rispettivamente su Cumulus Mars di Hitachi Systems e su Hitachi Content Platform.


FASHIONIT

RITORNO AL VINTAGE di CECILIA CANTADORE

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A prima vista sembrano usciti da un baule impolverato in soffitta, ma sono invece oggetti tecnologici di nuovissima generazione, che spesso richiamano nel design e nell’estetica quelli del passato

Cavalcano la moda vintage molti dispositivi tecnologici che, pur nascondendo PRESTAZIONI ELEVATE, si presentano nella veste degli anni che furono. Il PASSATO piace, e molto, sempre che sia HIGH-TECH.

M

oda e IT sembrano legate da un filo, invisibile ma solido. Se sulle passerelle e nei negozi di abbigliamento assistiamo a un grande ritorno del vintage, anche le ultime innovazioni tecnologiche s’ispirano a ciò che è stato e alle tendenze degli anni scorsi. Il passato piace molto. Da qui arriva lo strepitoso successo di Instagram, applicazione per smartphone che permette agli utenti di scattare foto e condividerle sui social network, applicando filtri che riescono a riprodurre i colori delle vecchie pellicole. Oltre alle foto, è possibile creare e condividere anche dei filmati con un’altra applicazione che si chiama Vintagio (il nome dice tutto), che permette ai non

addetti ai lavori di montare video con effetti dai toni nostalgici. Si possono inserire anche i cartelli da film muto, proprio per emulare l’arte dei fratelli Lumière e – ovviamente – aggiungere dei filtri. Estetica retrò ma funzionalità ultra moderne sono frequenti in ambito fotografico. Basti citare la forma della nuova macchina Fujifilm XM1 o la fotocamera Lomography, i cui scatti sono caratterizzati da una “vignettatura” da sottoesposizione tutto intorno, che crea una sorta di “effetto tunnel”. Cavalcano la moda del passato anche una serie di oggetti che, pur nascondendo prestazioni elevate, si presentano nella veste degli anni che furono. Pezzi di design passati alla storia veicolano l’eccellenza di prodotti all’avanguardia.

Qualche esempio? La cornetta telefonica “da passeggio” Hi-Ring firmata Hi-Fun richiama i mitici anni ‘60. Il jack universale le permette di essere collegata a qualsiasi iPhone, iPad, tablet, pc e ai più moderni telefoni cellulari. Anche la Radio Cubo Brionvega, mantenendo il suo design originale del 1963 di Marco Zanuso e Richard Sapper, è oggi disponibile in versione docking station per connessione iPhone e iPod, con la possibilità di ascoltare le web radio e le playlist preferite. Sembra uscita direttamente dagli anni ’80 la Boombox di Logitech. Pensata per essere presa e portata in spalla, riporta alle gestualità di quel periodo in cui i mega stereo portatili erano l’unico strumento per ascoltare la musica fuori casa. Oggi la Boombox integra numerose funzionalità moderne, in primis la connettività Bluetooth. Rifiniture di pelle e laccature in legno caratterizzano invece la Boite LD 120W (acronimo di Laptop Dock Wireless), docking station per computer portatili con un sistema di speaker di ultima generazione. L’audio digitale si sposa con un design retrò, coniugando l’estetica di uno scrittoio del primo ‘900 a un tavolo da lavoro 2.0.


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DESIGN

luxe pack, un mondo da inventare a cura della REDAZIONE

I produttori di tecnologie, così come quelli di supporti come carta e materiali innovativi, si sono riuniti qui per presentare ciò che di nuovo il mercato aveva in serbo per tutti. Noi di Digitalic c’eravamo, come sempre. E insieme a noi c’erano molti dei partner che hanno contribuito al successo delle nostre copertine. 68 |

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alla carta partì il progetto Digitalic e nella carta continua a trovare la sua ragione d’essere. Tra tante vecchie conoscenze presenti alla fiera Luxe Pack, abbiamo incontrato anche volti nuovi, come Favini. La cartiera di Rossano Veneto (che vedremo tra i protagonisti del 2014) era presente con uno stand dove è stata presentata la nuova carta in grado di garantire protezione dalla contraffazione; un prodotto che, grazie a un’app (al momento la partnership è con Samsung), nasconde tra le sue fibre codici, segni e righe verificabili tramite una luce led che ne consente la lettura attraverso lo smartphone. Stora Enso, invece, ha presentato un packaging che ha spaziato dal mondo wine al fashion, con un una particolare attenzione a Ensocoat, il prodotto certificato FSC che è l’evoluzione di SBS di pura cellulosa; migliorato nella brillantezza del

bianco e nel grado liscio, ha il retro leggermente pigmentato, perfetto per la fine cartotecnica e la creatività grafica. Infine abbiamo ritrovato due nostri fedelissimi amici, Arjowiggins Creative Papers e Gruppo Cordenons. Per quanto riguarda il gruppo cartario francese, presso lo stand è stato presentato il nuovo Curious Matter, parte della gamma Curious Collection, prodotto prestigioso che prende vita dalla natura grazie all’esclusivo brevetto firmato dai laboratori di ricerca Arjowiggins Creative Papers che, nell’amido di patata, hanno trovato l’”ingrediente” per questa carta unica nel suo genere. Per quanto riguarda Gruppo Cordenons, tra le splendide novità ci ha colpito soprattutto il nuovo catalogo di Wilde dai toni coloratissimi, che ha unito la particolarità di una carta estremamente naturale, realizzata con il 35% di cotone e fibre provenienti da fonti gestite in modo responsabile,

ad una gamma cromatica che è andata ad integrare i colori naturali inizialmente proposti. Grande successo per Luxoro, che ha presentato i nuovi colori dei suoi foil e i cliché h+m che sono delle opere d’arte. CURIOSANDO QUA E LÀ Di elementi curiosi e interessanti ne abbiamo visti molti. E così abbiamo incontrato un’altra azienda amica che, a suo tempo, lavorò con noi alla realizzazione della limited edition con la busta bianca stampata su Setalux (Digitalic 17, 2013): parliamo di Manifattura del Seveso. La sorprendente preziosità dei lavori proposti dall’azienda riesce sempre a incantare anche il più esperto e abituato osservatore. Partendo dalla lunga esperienza maturata nel campo della nobilitazione e del finissaggio dei tessuti, l’azienda si è affermata come produttore di tele per legatoria, cartotecnica e packaging. Dalla tradizione alla tecnolo-


gia: ospite di Luxe Pack è stata anche la piccola ma portentosa stampante 3D, che ha catturato l’attenzione di tutti grazie alla possibilità di poter realizzare piccoli progetti tridimensionali partendo da un file preparato ad hoc. Di printing in 3D si sente parlare con sempre maggior interesse e attenzione, quindi seguire i progressi in questo settore è fondamentale, così come lo è approfittare dei vantaggi, ad esempio in ambito di prototipazione, che questi gioielli tecnologici sono in grado di offrire in fase di realizzazione di un progetto. NUMERI Luxe Pack è senza dubbio una fiera d’élite, ma con numeri molto interessanti: 400 espositori e 7.000

visitatori, il 52% dei quali è internazionale. Il successo della manifestazione si basa sulla qualità degli espositori che aspettano l’evento per presentare le ultime novità, creando qualcosa di speciale da mettere in mostra in quei giorni. All’area espositiva che occupa il Grimaldi Forum si affianca, inoltre, un ricco calendario di eventi e conferenze, i cui temi spaziano dall’arte al business. Due delle nuove tendenze emerse quest’anno sono l’utilizzo creativo della tecnologia, in particolare il laser, e un nuovo assetto dei prodotti green, che ora vengono utilizzati nel settore del lusso. Il green è chic, insomma, e lo si è visto in molti dei prodotti presentati in fiera.

CARTA, IDEE E DESIGN, MA ANCHE STAMPANTI 3D. IL MONDO DEL PACKAGING STRIZZA L’OCCHIO ALLA TECNOLOGIA E CERCA NUOVE STRADE CREATIVE.

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CARTA

PAPERWORLD: L’ARMA ANTICRISI È L’INNOVAZIONE di SARA FEVOLA

Frizzante, creativa e propositiva: ecco in anteprima un assaggio della prossima edizione delle fiere dedicate al mondo paper. Anche la carta punta sull’innovazione.

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+ 1.700 espositori

+ 45.000 visite

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iete dei creativi? Amate il mondo delle arti grafiche e non potete fare a meno di trasformare qualsiasi materiale e superficie in qualcosa di unico? Allora non potete perdervi la nuova edizione di Paperworld, Creativeworld e Christmasworld a Francoforte dal 25 al 28 gennaio 2014.

Un appuntamento unico per tre fiere leader nel loro settore, un vantaggio da cogliere al volo se siete dei trends hunters. Già, perché è questa la promessa fatta da Messe Frankfurt: un evento sui generis che si qualifichi come vero e proprio “trend show”, crocevia di materiali, tendenze e idee, insomma una vera e propria agorà tra domanda e offerta. La contrattazione commerciale è fulcro centrale dell’economia e, “anche se in questi ultimi tempi i mercati non hanno fatto registrare una crescita significativa, il commercio di settore non è fermo”, ha detto Michael Reichhold, direttore di Paperworld e Creativeworld, commentando i dati raccolti durante la passata edizione della fiera. Ecco perché, parafrasando il vecchio detto “chi si ferma è perduto”, Messe Frankfurt ha lavorato per offrire al pubblico e agli espositori una terna di fiere interattive, dallo spirito innovativo e dallo sguardo internazionale. Chi si accinge a visitare Paperworld 2014 sceglie la più importante manifestazione internazionale dedicata agli articoli di cancelleria, cartoleria e ufficio. L’Italia è al primo posto sia come quantità di espositori presenti (oltre 1.700), sia per il

numero delle visite registrate (più di 45.000). A questo proposito, un dato interessante ha evidenziato che, dopo l’Europa col 69%, è l’Asia l’area geografica con più visitatori (+ 14% circa). Chi sarà in fiera, oltre ad instaurare nuove opportunità di business, andrà in cerca delle ultime tendenze e delle principali innovazioni, soprattutto nei settori office, school e gift. La risposta di Paperworld 2014? Uno show ad opera di designer con visite guidate e conferenze; una mostra speciale dedicata al mondo Pop/Pdv nelle librerie; un evento specifico sulla gift communication e un’area Asia Design Excellence, dove si potranno trovare prodotti asiatici. Si continua con il Paperworld Forum, una piattaforma di knowledge sharing delle competenze, e per ultima, ma non per importanza, un’area start-up dedicata ai giovani imprenditori. Anche Creativeworld, ne siamo certi, non deluderà le aspettative degli appassionati di hobbistica e belle arti. In questi padiglioni l’ambiente sarà diverso: i cinque sensi, infatti, entreranno in gioco contemporaneamente, perché i vari espositori potranno coinvolgere direttamente il pubblico. Descrivere l’atmosfera che si respirerà a Christmasworld, infine, non è semplice, perché ogni volta coinvolge ed emoziona in maniera diversa. I vari padiglioni saranno dedicati alle varie declinazioni della decorazione festiva. “Non solo Natale, quindi - come tiene a precisare Eva Olbrich, direttore generale di Christmasworld, ma anche le altre festività, oltre a tutti gli avvenimenti più importanti del calendario”.




WEB SOCIAL

INTERNET VA VELOCE di FRANCESCO MARINO

Internet è più veloce, rispetto allo scorso anno, in Europa e anche in Italia. Non siamo tra le nazioni che possono vantare dei record, ma l’incremento è significativo: +23% rispetto all’anno precedente e +11% rispetto al trimestre passato. Sono i dati che emergono dal rapporto di Akamai sullo stato di Internet per il terzo trimestre del 2013. La Svizzera, però, è lontana. I cugini vantano la più alta velocità media di connessione, unica in Europa insieme all’Olanda a superare i 10 Mbps, un dato che consente loro di piazzarsi al terzo posto nel mondo. Tanto per dare un’idea, l’Italia è 44esima con una velocità media di 4,9 Mbps, anche se il picco medio di velocità di connessione raggiunto nel nostro Paese, pari a 23.3 Mbps, è aumentato del 5.6% rispetto al trimestre precedente e del 34% rispetto allo scorso anno. Sebbene si tratti ancora del più basso di tutta Europa, i numeri lasciano ben sperare. In generale, l’alto tasso di crescita del picco medio della velocità di connessione è indice di un progressivo miglioramento della qualità dei collegamenti internet

e della disponibilità di servizi ad alta velocità in Europa. Nel secondo trimestre 2013, la velocità media globale in Europa è aumentata del 5.2% rispetto ai tre mesi precedenti, attestandosi a 3.3 Mbps. Nel trimestre in esame, Romania e Svizzera sono stati gli unici Paesi europei ad avere raggiunto un picco medio della velocità di connessione superiore ai 40 Mbps – rispettivamente 47.5 Mbps e 41.4 Mbps – seguite da Belgio (39.9 Mbps), Paesi Bassi (38.8 Mbps) e Gran Bretagna (37.1 Mbps). Considerando gli aumenti anno su anno del picco medio, è ancora la Gran Bretagna ad aver registrato la crescita maggiore (+ 52%), mentre Svezia, Austria e Norvegia hanno riscontrato un aumento intorno al 40%. L’high broadband (superiore ai 10 Mbps) continua a crescere in tutta Europa. La Svizzera guida la classifica con il 37% di connessioni, seguita dai Paesi Bassi al 31% e dalla Repubblica Ceca (27%). L’adozione di high broadband è aumentata anche in Italia (+16% rispetto allo scorso trimestre): ad oggi, il 3.7% degli italiani

utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps, una crescita del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’adozione della banda larga è aumentata dell’88% rispetto all’anno precedente e del 37% rispetto al primo trimestre 2013, stabilizzandosi al 52%. Abbiamo dunque superato la soglia del 50%, lasciandoci alle spalle la solita Turchia e, addirittura, la Norvegia, dove le connessioni broadband si sono attestate al 49%. Per quanto riguarda il mobile, la media di connessione è tra i 9.7 Mbps e gli 0.5 Mbps in Europa. Il provider che ha offerto la velocità di connessione maggiore si trova in Repubblica Ceca, con 6.4 Mbps, mentre il picco medio di velocità di connessione, pari a 54.9 Mbps, è stato raggiunto in Grecia. In Italia esiste un divario di 1.4 Mbps tra il provider che offre la velocità di connessione mobile media maggiore (4.1 Mbps) e quello che offre la velocità media minore (2.7 Mbps). Le velocità di connessione massime offerte dagli operatori italiani vanno dai 28.5 Mbps ai 18.9 Mbps.

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GIRLY TECH

la tecnologia ci mette sotto stress

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GIRL IN THE CLOUD

Cammino sempre sollevata da terra - sia per i tacchi sia perché ho la testa fra le nuvole - e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante. Ho imparato a usare il computer da bambina, impallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma. Così, da sempre, lotto perché quello tra tecnologia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.

uante volte avete pensato, durante una giornata di lavoro, di alzarvi dalla scrivania, spegnere il cellulare, dimenticare il tablet e andare a fare una passeggiata in mezzo alla natura? È vero, spesso non c’è nemmeno il tempo di distrarsi dalle pressioni della giornata lavorativa, ma la necessità di staccare il cervello dalle immagini di affollatissimi fogli di calcolo, complicate presentazioni e fittissimi report tante volte sembra prendere il sopravvento. Si chiama tecnostress ed è causato dall’utilizzo massiccio dei dispositivi digitali, in grado talvolta di creare un sovraccarico informativo che il cervello umano non riesce ad elaborare. Quando la nostra “Cpu” si trova a dover processare un vasto carico di stimoli che superano la sua normale capacità di “calcolo”, infatti, si crea una tensione psicocorporea che favorisce l’insorgere di disturbi come calo della concentrazione, ansia, insonnia, mal di testa e anche, pare, calo del desiderio.

REPERIBILI H24 Un’indagine condotta lo scorso anno dalla multinazionale olandese Randstad, Work Monitor 2012, ha evidenziato che gran parte degli italiani ha un accesso a Internet sul luogo di lavoro (3/4 dei lavoratori); di questi, un quarto è dotato anche di uno smartphone aziendale con accesso alla rete. A ciò si aggiunge che il 39% dei datori di lavoro pretendono reperibilità costante, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Lo studio, condotto attraverso interviste online tra persone di età compresa tra 18 e 65 anni che hanno lavorato almeno 24 ore a settimana in un impiego dipendente, fa emergere inoltre che il 63% del campione ammette di aver ricevuto telefonate o mail al di fuori dell’orario di lavoro, il 52% di questi durante le vacanze. Si tratta di una situazione che mette a dura prova la gestione del flusso delle informazioni, sia lavorative che private, a cui una persona si trova quotidianamente a fare fronte. DISTRATTI DALLA TECNOLOGIA Queste evidenze convivono, prova inoltre lo studio, con la consapevolezza che la

tecnologia riduce la concentrazione e la produttività, costituendo una distrazione. Comunque, il 73% del campione ha dichiarato di preferire un contatto diretto con i propri interlocutori, nonostante tutte le opportunità offerte dalla tecnologia. Un dato molto interessante che emerge dal sondaggio è che quasi la metà del campione riconosce di ricevere più informazioni di quante ne riesca a gestire. I problemi che si delineano sono quindi sostanzialmente due: da un lato un progressivo sovrapporsi della sfera lavorativa con quella privata, dovuta all’utilizzo pervasivo della tecnologia, dall’altro lo stress derivato dal sovraccarico informativo che l’utilizzo di questi mezzi di comunicazione comporta. Il paradosso è quindi che proprio gli strumenti che dovrebbero migliorare il lavoro sono quelli che generano ora distrazione, ora sovraccarico di informazioni, trovandosi di fatto a peggiorare la qualità del lavoro. Diventano quindi evidenti le conseguenze per le imprese da un punto di vista economico e gestionale.


tecnostress: disturbo causato dall’utilizzo massiccio dei dispositivi digitali, in grado talvolta di creare un sovraccarico informativo che il cervello umano non riesce ad elaborare.

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RISORSE

youtu.be/yn3wbHSUvbQ È il video informativo creato da Netdipendenza Onlus. L’associazione organizza anche corsi di formazione per la prevenzione del tecnostress in azienda. tinyurl.com/npwl3za

ALLARME SULLA COPPIA

RIMEDI AD ALTO IMPATTO Due studenti del MIT hanno inventato un dispositivo per combattere l’eccessivo tempo passato su Facebook. Pavlov poke è un apparecchio che si collega alla tastiera e rilascia scosse elettriche ogni volta che il tempo trascorso tra email e social network supera una soglia prestabilita. L’utente così è in grado di rendersi conto che sta esagerando. tinyurl.com/mhhs794

Due recenti studi d’oltreoceano mettono all’erta sui problemi che il tecnostress causa nella vita di coppia. Il primo, pubblicato sul Journal of American Medical Association, evidenzia che il 16% degli americani non prova stimoli sessuali verso la propria partner a causa del tempo trascorso sui social network. Nell’altro, condotto da Harris Interactive, si rileva che 1 americano su 10 usa lo smartphone anche durante un rapporto sessuale. tinyurl.com/oyj8x79

UN PROBLEMA REALE Il tecnostress è riconosciuto dalla legge italiana tra le sindromi da stress lavorocorrelato che, secondo il Decreto Legislativo 81/2008, devono essere incluse in un documento annuale di valutazione del rischio da parte delle imprese ai fini della sicurezza sul lavoro, in modo da mettere in atto adeguati meccanismi di prevenzione. Le categorie più colpite da questa sindrome sono lavoratori ICT, giornalisti, pubblicitari, operatori di call center e commercialisti: si stima che in Italia i lavoratori a rischio siano quasi 2 milioni. PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE Molti sono i comportamenti che possono essere messi in atto per prevenire il tecnostress. Un’idea è quella di migliorare il proprio ambiente di lavoro, aggiungendo una pianta sulla

scrivania - particolarmente indicate il filodendro che assorbe la formaldeide e le piante grasse che generano ioni negativi, migliorando la qualità dell’aria - o applicando alcuni semplici principi di cromoterapia. Ci si può ad esempio procurare un oggetto di colore verde o azzurro per stimolare la concentrazione, oppure arancione per favorire la creatività. Il più radicale è quello di imporsi per un giorno, un momento della giornata o nel week end un vero e proprio digiuno digitale, per riappropriarsi dei propri tempi e sconfiggere l’obesità digitale che rende la mente stanca, lenta e affaticata. Per questo è molto utile staccare fisicamente la spina a tutti i dispositivi tecnologici e andare a fare una passeggiata all’aria aperta: muoversi e stare in contatto con la natura ha infatti un effetto benefico anche sulla mente.


PMI

LE PICCOLE IMPRESE

HANNO BISOGNO DEL CLOUD di CECILIA CANTADORE

Il 53% delle piccole aziende italiane ritiene il cloud sempre più importante per il proprio successo, ma il 42% non possiede un IT Manager. Microsoft offre una guida alle Pmi e promuove l’innovazione attraverso un ecosistema di partner

44 I %

76 |

DELLE IMPRESE ITALIANE USA STRUMENTI CLOUD

l cloud è un elemento differenziante: le piccole imprese che ne fanno uso si rivelano le più innovative e propense a investire in tecnologia per far fronte al difficile momento socio-economico. In particolare il 47% ritiene che l’IT giochi un ruolo chiave per il successo e il 70% concorda sul valore delle proprie soluzioni IT per lavorare in modo efficiente. L’atteggiamento delle piccole imprese italiane è nel complesso sempre più

positivo rispetto al Cloud Computing e la maggior parte è convinta che il Cloud diventerà sempre più importante per il successo (53%), percentuale ben più alta rispetto al dato dell’Europa occidentale (33%). Sono questi i risultati di uno studio, commissionato da Microsoft a Ipsos Mori, che ha coinvolto 22 mercati d’Europa ed è stato condotto tra febbraio e marzo 2013, intervistando i dipendenti a tempo pieno di aziende con meno di 25 collaboratori. In Italia si assiste a un crescente interesse per l “nuvola” e quasi la metà (44%) del campione dichiara di utilizzarlo. Sono le aziende più giovani e dotate di almeno un addetto IT quelle più propense. I servizi cloud più diffusi sono la posta elettronica (67%), la condivisione di documenti (50%), l’archiviazione di dati/ back up (37%), la messaggistica istantanea (31%). Nei prossimi mesi quasi un terzo delle piccole aziende (29%) dedicherà probabilmente più budget alla nuvola, principalmente quelle che lo hanno già adottato e che quindi ne riconoscono il valore. Per decidere di puntare sul cloud si considera: la sicurezza

(75%), la semplicità (74%) e la business continuity (72%). La sicurezza, in particolare, è un tema che genera resistenza rispetto alla scelta di adottare questa tecnologia (60%), ma è uno dei plus riconosciuti dalle aziende che lo hanno adottato e uno dei driver che ne ha guidato il processo decisionale (75%). Consapevole del ruolo chiave delle Pmi nell’attuale contesto economico italiano e del valore del cloud computing come traino per l’innovazione, Microsoft Italia ha affidato a una nuova squadra il compito di promuovere la diffusione di questo sistema. Alla guida della Divisione dedicata alle Pmi c’è, da giugno 2013, Vincenzo Esposito (nella foto). Il suo obiettivo è promuovere la digitalizzazione delle Pmi facendo leva su una rete di partner radicati sul territorio. Come? Microsoft offre molteplici soluzioni in linea con gli attuali trend tecnologici e s’impegna per offrire consulenza attraverso il proprio sistema di 27.000 partner radicati sul territorio e per garantire costanti occasioni di formazione rivolte alle PMI. Il nuovo progetto “Digitali per crescere” è stato sviluppato proprio in questa prospettiva e intende accompagnare le PMI nel loro percorso di adozione del cloud computing e delle nuove tecnologie, anche attraverso un ciclo itinerante di eventi nelle principali città italiane.



SICUREZZA

SYMANTEC

PRESENTA IL NORTON REPORT 2013 di DANIELA SCHICCHI

Il 50% degli adulti intervistati ha ammesso di aver vissuto situazioni negative in rete, il 41% ha dichiarato di essere stato una vittima e con una percentuale del 64% gli uomini sarebbero i più colpiti

U

n quadro esauriente della situazione attuale nel campo della sicurezza è stato fornito di recente dal Norton Report di Symantec. Nonostante gli utenti dimostrino di acquisire sempre più consapevolezza circa i pericoli della Rete, restano ancora pochi coloro che adottano misure per prevenire i danni causati da virus e attacchi informatici. Con 1.900 brevetti al mondo e un 14% di fatturato regolarmente reinvestito in ricerca e sviluppo, Symantec è azienda leader nel settore security. Dal Norton Report, commissionato a Edelman Berland, è emerso

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HA SUBITO CYBERCRIME E/O SITUAZIONI ONLINE NEGATIVE NELL’ULTIMO ANNO

HA SUBITO ATTACCHI COME MALWARE, VIRUS, HACKING, TRUFFE, FRODI E FURTO

un dato scioccante: ogni giorno sono circa un milione le vittime di attacchi informatici, una media di circa dodici al secondo. Il 50% degli adulti intervistati (il campione va dai 18 ai 64 anni) ha ammesso di aver vissuto situazioni negative in rete, il 41% ha dichiarato di essere stato una vittima e con una percentuale del 64% gli uomini sarebbero i più colpiti. Questi numeri non possono non allarmare, anche perché si stima che nel 2015 saranno circa 2 miliardi i dispositivi elettronici in circolazione, e con loro aumenteranno senza dubbio anche i crimini informatici. Complice dell’espansione degli attacchi è, senza dubbio, la questione sempre annosa e discussa del bring your own device (o, come ammettono in molti, “bring your own disaster”). “Secondo i risultati del Norton Report, il 49% degli utenti usa il proprio dispositivo mobile personale sia per lavoro sia nel tempo libero, e questo crea alle aziende nuovi rischi per la sicurezza, poiché gli autori dei crimini informatici possono accedere a informazioni ancora più preziose” ha dichiarato Ida Setti, Head of sales Norton/SB Italy. L’attenzione e la cautela, insomma, non basterebbero.

Guidati dall’ingegneria sociale, ma senza protezione idonea, anche gli utenti più guardinghi sono potenziali vittime. “Per questo motivo i prodotti Symantec consentono una customer experience ottimale: sono multi device, perfetti per i dispositivi mobili ed estremamente semplici da installare, caratteristiche che si riassumono nel concetto installa e dimentica”, ha dichiarato Silvia Signorelli, consumer marketing manager Symantec Italia (nella foto). La vera novità dei prodotti Norton è data dai cambiamenti e dalle ottimizzazioni apportate ai livelli di protezione, che sono stati rivisti in termini di sicurezza, prestazioni e facilità d’uso. Il ripristino avanzato, ad esempio, non rende più necessaria la reinstallazione del sistema operativo, grazie al Global Intelligence Network di Symantec. Il motore Sonar migliorato opera invece in base alla premessa per cui, nonostante i possibili cambiamenti di natura fisica, il comportamento di un malware spesso resta lo stesso; come risultato, Sonar consente ai nuovi prodotti di individuare e arrestare il malware nascosto operando all’interno di processi di Windows sicuri. Infine, i sistemi di pulizia di Sonar permettono di capire cos’è accaduto dopo l’attacco e ne agevolano la rimozione, salvando le prove dell’aggressione informatica.


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SICUREZZA

IL COSTO DEI CYBER CRIMINI di CECILIA CANTADORE

Lo scenario delle minacce informatiche continua a evolvere. Aumentano la complessità, la frequenza e l’impatto economico degli attacchi informatici. Per il quarto anno HP ha studiato il fenomeno, per rispondere con strumenti intelligenti e procedure di governance per le aziende

LE PRINCIPALI PREOCCUPAZIONI DEGLI IT MANAGER 80 |

VIOLAZIONI DELLA PRIVACY

MANCANZA DI PERSONALE PREPARATO ALLA SICUREZZA

Fonte: Hp

7

,2 milioni di dollari all’anno per azienda. È questo “lo scotto da pagare”, in media, per i danni derivati dal crimine informatico. A dirlo è una ricerca condotta da Ponemon per conto di HP Enterprise Security su un campione di aziende di Stati Uniti, Germania, Francia, UK, Australia e Giappone. L’incremento è del 30% rispetto ai dati dello scorso anno. I cyber attacchi sono generalmente condotti via Internet e comprendono il furto di dati sensibili e di proprietà intellettuali, la confisca di account bancari, la creazione di virus e il furto di informazioni confidenziali. Quanto costa tutto ciò? I risultati indicano che la spesa media per la risoluzione di un singolo attacco ammonta a oltre 1 milione di dollari. I crimini più cari sono quelli causati da denial-of-service, malicious insider e intrusioni dal web. Queste tre tipologie costituiscono oltre il 55% dei costi sostenuti annualmente da ogni azienda. Il furto d’informazioni rappresenta il costo esterno più elevato (43% del totale, dato in diminuzione del 2% rispetto

al 2012), mentre l’interruzione dell’attività lavorativa o la diminuzione di produttività contribuiscono per il 36%. Per quanto riguarda le operazioni interne, il rilevamento del danno e il ripristino sono le più costose; la spesa, inoltre, aumenta nel caso in cui l’attacco non venga individuato e risolto velocemente. Il danno economico provocato dai cyber criminali varia a seconda delle dimensioni dell’azienda. Le realtà più piccole sostengono costi pro capite superiori rispetto alle aziende più grandi, perché per rimanere sempre aggiornate e protette devono impegnare risorse maggiori di quelle che hanno effettivamente a disposizione. Secondo l’indagine, però, è possibile limitare i rischi dotandosi di strumenti di security intelligence avanzati come le soluzioni SIEM (Security Information and Event Management). HP fornisce soluzioni ad hoc e ha ideato una piattaforma dove le aziende possono condividere le esperienze su attacchi ricevuti. Larry Ponemon, presidente Ponemon Institute, ci spiega la questione nel dettaglio. Quali sono le minacce a cui le

aziende non fanno caso? I pericoli che arrivano “dall’interno” di un’azienda sono i più rischiosi. In cima alla classifica delle minacce troviamo ad esempio la disattenzione del personale, il turn over dei dipendenti e degli account e la fuoriuscita dei dati. Come si comporta l’Italia, e più in generale l’Europa, in fatto di sicurezza? Anche in Italia sono stati fatti numerosi studi sull’argomento, dai quali è emerso che, in generale, le aziende europee mettono in atto numerose azioni per proteggere i dati. Ci sono una forte attenzione alla privacy e una radicata cultura legata ai temi della sicurezza, è la prassi. Le aziende tedesche sono le più attente, seguite a “pari merito” da quelle francesi, spagnole e italiane. L’Italia è culturalmente attrezzata, non ci sono grosse differenze rispetto agli altri paesi. C’è differenza tra le piccole e medie aziende rispetto alle grandi? Sì. Le piccole imprese subiscono meno cyber-attacchi rispetto alle grandi. Il motivo è semplice: colpendo le grandi, c’è maggior possibilità di “rubare” e di guadagnare dal crimine informatico. Le piccole realtà sono molto attente ai propri dati, che spesso sono il valore più grande dell’azienda.


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4MINDS Viale Livio Salinatore, 1 47121 Forlì (FC) Tel. + 39 0543 370452 Fax + 39 0543 1990452 direzione@4minds.it www.4minds.it

l Web ormai è tutto per un’azienda, o quasi. L’immagine dell’impresa, così come le sue attività, passano sempre più spesso dalla Rete. 4Minds da dodici anni segue l’evoluzione del Web e delle realtà imprenditoriali italiane, creando per loro progetti completi per la presenza online. Non solo una Web Agency capace di dare vita a realizzazioni d’impatto, ma anche una struttura diversificata che segue i clienti in ogni aspetto. “4Minds – racconta Gioacchino Caponetto, fondatore della società – è nata nel febbraio 2002 dalla passione per la grafica. Utilizzando tecnologie e risorse umane all’avanguardia, abbiamo sviluppato progetti mirati per i nostri clienti, garantendo la migliore visibilità e un’efficace comunicazione della loro immagine aziendale in Rete”. Oggi 4Minds si occupa di progettazione e sviluppo di siti Web, registrazione di domini, hosting, progettazione e sviluppo

di applicazioni Web dinamiche, posizionamento dei siti sui motori di ricerca e, ovviamente, grafica. Dall’esperienza sul campo sono nate altre attività legate al mondo Web, che aggiungono ulteriore valore alla proposta coordinata di 4Minds. In particolare: 1 SMILE TOWN www.smiletown.it Portale per negozi e piccole attività volto a moltiplicare le vendite sul Web anche attraverso l’e-commerce. Si compone di due sezioni principali: Prodotti in vetrina, nella quale i clienti espongono i loro prodotti con 5 foto e un breve filmato; E-commerce, nella quale il cliente, oltre a esporre il prodotto, lo propone anche in vendita 365 giorni all’anno. L’ultima novità consiste nel linkare tutti i prodotti su Facebook, in modo da renderli più visibili. Per ultimo, attraverso l’uso di

tag dinamici vengono linkati su Google, per ogni cliente, i dati dell’azienda, le parole chiave e le località in cui l’utente desidera essere rintracciato, oltre ad ogni singolo prodotto. Questa panoramica alquanto vasta è stata ampliata tramite l’aggiunta della sezione Turismo e Ristorazione, nella quale nel 2014 verranno inseriti hotel, b&b, agriturismi, ristoranti e pizzerie, settori che alimenteranno imperdibili offerte. Il progetto, sempre nel 2014, verrà proposto in franchising.

2 COMPANY&COMPANY www.companyandcompany.it Sito nato per fornire alle aziende tutti gli strumenti, attivi e passivi, per poter essere visibili nel mondo del Web. Dal 2014 il progetto verrà proposto in franchising.


ENERGIA

UPS EATON

TUTTA L’ENERGIA NECESSARIA di LUCA BASTIA

L’offerta UPS, che copre dal singolo utente fino ai data center di grandi dimensioni, ha due peculiarità: lo sfruttamento perfetto dell’energia con massima efficienza e il supporto alla virtualizzazione, che permette di avere una gestione all’avanguardia per chi deve utilizzare il cloud

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aton è un’azienda diversificata che ha mosso i primi passi nel mondo dell’automotive; successivamente ha investito risorse ingenti nel settore elettrico e quindi, con l’acquisizione lo scorso anno di Cooper Industries Plc (sicurezza per ambienti oil&gas o con situazioni deflagranti), ha ulteriormente aumentato le dimensioni di questo settore. Oggi la società Eaton in Europa ha circa 15mila dipendenti, mentre a livello globale sono 100mila. L’estrema focalizzazione di Eaton sulla Power Quality si traduce in una gamma completa di soluzioni, che parte da 500 VA per arrivare fino a 4,4 MegaWatt. Negli ultimi 12 mesi, inoltre, lo sviluppo particolare di Power Quality ha portato all’uscita di numerosissimi UPS, dai monofase alle macchine da 5-10 kilovolt ampere per applicazioni data center, senza dimenticare alcune macchine trifase dai 30 ai 200 KW. L’offerta UPS copre dal singolo utente fino ai data center di grandi dimensioni. “Tutta la gamma è stata

aggiornata con caratteristiche funzionali, che permettono di avere grande efficienza senza problemi di affidabilità – afferma Marco Ravaioli, Product Manager UPS di Eaton (nella foto). - Quello che Eaton, a livello di UPS, può offrire in più rispetto ai concorrenti è la possibilità di dare un’energia efficace. In passato si pensava che la maggiore efficienza andasse a discapito dell’affidabilità, ma le nuove apparecchiature Eaton sono talmente intelligenti da riuscire a mantenere un’affidabilità elevata nonostante una capacità di risparmio energetico considerevole, tanto che alcune di esse sono state insignite dell’Energy Star”. Eaton, tra l’altro, ripone una forte attenzione nel software. “Tutto ciò che riguarda la virtualizzazione viene affrontato nel miglior modo possibile,

senza distinzione di prodotto (VMware, Citrix, Microsoft IperV e NetAPP). In Francia – aggiunge Ravaioli - abbiamo 40 ingegneri che sviluppano e aggiornano i software degli UPS per ambienti virtuali”. “Siamo l’unico brand in grado di supportare una vera e propria migrazione – spiega il manager. - Quando un server virtuale si accorge che il server fisico cui è appoggiato ha dei problemi, l’UPS dà un’informazione che permette di spostare tutti i dati residenti nella macchina virtuale su un altro server fisico, fornendo un supporto essenziale per affrontare questo tipo di emergenze”. MERCATO E CANALE “In Italia – spiega Ravaioli - ci siamo concentrati solo da due anni sulla commercializzazione degli UPS, dunque abbiamo una fetta di mercato non

CON I SERVER VIRTUALIZZATI SI RISCHIA DI PERDERE DI VISTA IL FATTO CHE ESISTE SEMPRE UN SEVER FISICO CHE HA BISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA CONTINUA E DI QUALITÀ.

elevata rispetto al resto del mondo; il mercato comunque è in crescita e abbiamo una prospettiva di sviluppo molto forte. Già oggi annoveriamo tra i nostri clienti nomi importanti come l’Istituto Nazionale di Fisica e la Nato”. Per la distribuzione degli UPS Eaton si affida soprattutto al canale, sia elettrico che informatico, e anche parte della vendita diretta transita da lì. La divisione canale informatico si appoggia ai maggiori distributori come Tech Data, Esprinet e Ingram Micro, mentre l’altra è legata agli installatori elettrici. “Abbiamo inoltre dei promotori che supportano la vendita presso le aziende utenti, soprattutto per i trifase – aggiunge Ravaioli; - la metà circa dei contratti è gestita direttamente, l’altra transita invece dal canale. Per il canale informatico abbiamo anche un partner program, che consente alle terze parti accreditate di accedere a informazioni e promozioni. Non tutti conoscono le potenzialità di Eaton – conclude Ravaioli. - La nostra filiera di possibile fornitura è veramente lunga, dalla cabina di media tensione fino al’UPS e agli armadi rack”.


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OUTSOURCING

1,5 MILIONI DI LAVORATORI SONO PROTETTI DA

ADP

SOLO IL MEGLIO

DALLE RISORSE UMANE di GIUSEPPE GOGLIO

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I servizi ADP permettono alle aziende di liberarsi dalle incombenze amministrative per il personale, con maggiore gratificazione di dipendenti più produttivi e motivati, presto anche in modalità cloud

La gestione delle procedure relative al personale non si può evitare: È UNA DI QUELLE ATTIVITÀ NECESSARIE MA POCO AMATE.

Oggi grazie anche alle soluzioni CLOUD molti adempimenti possono essere gestiti in OUTSORCING.

L

a gestione delle procedure relative al personale non si può evitare: è una di quelle attività necessarie ma poco amate, in quanto complessità dei vari aspetti, tempo richiesto e attenzione ai dettagli assorbono risorse che potrebbero essere impiegate in contesti più redditizi. Sono queste le ragioni che hanno portato alla diffusione dei sistemi di outsourcing in questo settore, ovvero alla gestione remota di procedure e adempimenti relativi alle risorse umane, con un apporto sempre più importante della tecnologia IT. “Riusciamo a garantire alle aziende supporto in vari modi – afferma Antonella Figini, General Manger di ADP - dall’ottimizzazione dei processi alla riduzione dei costi,

senza comunque intaccare l’efficienza”. Da sempre concentrata su questi aspetti, l’azienda dal 1949 è impegnata nella messa a punto di soluzioni in grado di garantire una gestione del personale senza sprechi e di valorizzare meglio i dipendenti, che, liberati da una serie di incombenze, possono dedicarsi a funzioni più strategiche. “Secondo una definizione di Gartner, siamo quelli che hanno inventato il concetto di HR outsourcing – sottolinea Figini - attualmente, ci definiamo un’azienda di servizi fortemente abilitata dalla tecnologia, punto fondamentale della nostra offerta”. A conferma della bontà della propria visione di mercato, vengono sottolineati i novecento clienti seguiti in Italia da sei sedi operative. In pratica, 1,5 milioni di lavoratori sono assistiti dal

punto di vista amministrativo da procedure ADP. Pur senza trascurare il mercato più tradizionale del software su licenza, oggi l’orientamento è di puntare maggiormente sulla presa in carico del servizio gestito in remoto, cavalcando l’ondata legata al cloud computing. “Bisogna capire quale modalità sia la più indicata per ciascuna realtà – riprende Figini - operiamo in un settore dove il concetto di servizio è molto radicato e partiamo da un approccio secondo il quale siamo chiamati a gestire diverse esigenze degli utenti, che in Italia spesso presentano un costo elevato se seguite in casa. Quindi, forti delle garanzie che possiamo offrire, la tendenza è ormai quella di andare verso una forma di SaaS (software as a service), dal quale eventualmente sviluppare nuovi servizi di livello superiore”. Con le nuove tecnologie si affaccia per l’azienda anche la prospettiva di apportare qualche modifica al proprio modello di vendita. “Abbiamo intenzione di dedicare maggiore attenzione a persone del settore, come consulenti del lavoro, commercialisti e figure simili in gado di offrire servizi al mondo PMI. Ad alcuni partner forniamo già la piattaforma e stiamo sviluppando un canale europeo intorno al modello SaaS. In Italia siamo ancora ai primi passi, ma sarà uno degli elementi portanti della strategia futura”.


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ANALYTICS

UNA SOLA RISPOSTA PER TANTE SOLUZIONI di GIUSEPPE GOGLIO

Al termine di una serie di acquisizioni mirate, Talentia Software racchiude sotto un unico marchio le competenze acquisite nel campo dell’analisi, soprattutto da Lefebre e Cezanne Software

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50% DEL MERCATO CHIEDE SOLUZIONI

CLOUD Il mercato tende a chiedere soluzioni cloud nel 50% dei casi. In genere si tratta di esigenze standard, mentre quando entrano in gioco personalizzazioni spinte, allora il cliente preferisce gestirle in casa, e ora possiamo soddisfare entrambe le richieste.

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uando i budget vengono conteggiati sul filo del centesimo, ogni voce di spesa deve essere pienamente giustificata e niente può essere lasciato al caso in materia di bilancio. Questa è una delle ragioni per cui, anche in periodo di vendite in calo, le applicazioni legate all’analisi in campo finanziario non accusano il colpo. “La nostra fascia di mercato, quella delle aziende mediograndi, è composta prevalentemente da società in buona salute e alla ricerca di strumenti per valutare le prestazioni – afferma Marco Bossi, direttore generale di Talentia Software. – Molte di queste, inoltre, negli anni passati hanno investito in Erp internazionali e ora sono alla ricerca di competenze su aree specifiche, sviluppate all’esterno dove sono sicuri di

poter trovare competenze e una risposta completa”. Proprio in quest’ottica va letta la nuova organizzazione aziendale, scaturita da una svolta decisa. “Da anni Lefebvre Software applica una strategia di acquisizione mirata ad aumentare competenze e clienti – spiega Bossi, – ora, invece, vogliamo identificarci sempre più come azienda software, capace anche di seguire i clienti con un valore aggiunto nelle aree specifiche di amministrazione, finanza e controllo del personale”. Una strategia per effetto della quale l’azienda si era trovata ad assumere connotati internazionali, restando però eccessivamente legata alle origini francesi piuttosto che ai territori delle società inglobate. Anche in considerazione dell’importanza dell’ultimo nome acquisito, Cezanne Software, il momento

di prendere una decisione non poteva più essere rimandato. “Ora abbiamo assunto una presenza molto forte in una buona parte dell’Europa, arrivando a 600 clienti – sottolinea Bossi. – Continuare a promuoversi con nomi e loghi diversi era diventato sempre più difficile, e in più vogliamo dimostrare di possedere soluzioni integrate a tutti i livelli di caratura internazionale. Per questo abbiamo raccolto tutto sotto la nuova denominazione Talentia”. In particolare, uno degli effetti immediati del rinnovamento è la possibilità di completare il portafoglio con risposte a ogni tipo di esigenza. “Avevamo già un’offerta cloud e ora intendiamo estenderla con una proposta al servizio di aziende impegnate in diverse nazioni europee. Il mercato tende a chiedere soluzioni cloud nel 50% dei casi. In genere si tratta di esigenze standard, mentre quando entrano in gioco personalizzazioni spinte, allora il cliente preferisce gestirle in casa, e ora possiamo soddisfare entrambe le richieste”. La nuova azienda si propone quindi come perfetta integrazione di due realtà diverse ma complementari. Una sfida propagata anche dove spesso due aspetti differenti rischiano di entrare in contrasto. “Cezanne operava soprattutto tramite vendita indiretta, mentre Lefebvre preferiva l’approccio diretto – conclude Bossi. – Unite anche queste aree e competenze, stiamo lavorando per trasferire il know how e poter gestire il mercato indiretto nei settori dove non c’era, e viceversa. La nostra struttura interna servirà anche da supporto ai partner. L’importante è avere regole ben precise e strutturate per non entrare in contrasto, perché per noi un partner vale ancora più di un cliente”.



SICUREZZA

NELLA RETE DI

BARRACUDA di GIUSEPPE GOGLIO

Difendersi dalle minacce informatiche oggi è più complesso, perché mutano rapidamente le tecniche di attacco e gli scenari. Barracuda ha creato un sistema in grado di proteggere senza interferire con le infrastrutture già esistenti

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Il cloud computing in ITALIA non è ancora stato adottato su larga scala. In genere si parla di SOLUZIONI IBRIDE, dove la componente nella “nuvola” viene utilizzata prevalentemente per RISOLVERE ESIGENZE DI HARDWARE, ma le possibilità che offre sono molto più grandi, anche per la sicurezza.

er i responsabili IT, la sicurezza è storicamente una questione spinosa. Nel migliore dei casi, quando cioè il sistema difensivo funziona, tutto procede secondo le attese e diventa di conseguenza più difficile percepire se un apparato entra in azione. Un’operazione già complessa con un perimetro aziendale ben definito, tipico di qualche anno fa, e oggi resa ancora più impegnativa dal cloud computing. Chi ha fatto della sicurezza altrui la propria ragione di vita, tuttavia, non crede di dover temere il nuovo cambiamento più di quanto sia successo in passato. “Storicamente, abbiamo puntato a differenziarci grazie ad una serie di soluzioni capaci di rispondere alle diverse aree della sicurezza – spiega Wieland Alge, vicepresidente & general manager Emea di Barracuda Networks. – In particolare, in Italia ha avuto subito successo la nostra capacità di consolidare un’in-

frastruttura esistente, con la possibilità di contare su supporto, assistenza e formazione locali”. L’idea alla base di Barracuda è quella di farsi carico della sicurezza aziendale senza interferire con le infrastrutture esistenti. “Il cloud computing in Italia non è ancora stato adottato su larga scala – riprende Alge – e in genere si parla di soluzioni ibride su server anche virtuali ma comunque proprietari, dove la componente nella “nuvola” viene utilizzata prevalentemente per risolvere esigenze di hardware”. Un altro settore interessante dal punto di vista dell’offerta, probabilmente non del tutto previsto da parte dei fornitori, è il ricorso al cloud per estendere la potenza di calcolo e di storage necessaria, al fine di rimandare il rinnovamento del parco macchine. “In genere, ho rilevato un’attenzione verso le nuove tecnologie piuttosto bassa – commenta Alge, – quanto basta per risolvere un problema ma senza spingersi oltre a guardare in prospettiva”.

Su queste basi, è stato necessario adattare il modello di approccio al mercato, in modo da risultare più stimolanti per i potenziali clienti. “In realtà, la nostra organizzazione di base è un classico canale di vendita a due livelli, dove un centinaio di rivenditori si appoggiano a tre distributori – ha sottolineato Stefano Pinato, sales manager per l’Italia di Barracuda Networks. – La particolarità è da ricercare nel “Try & Buy”: la possibilità che offriamo, una volta individuata la soluzione più adatta alla singola azienda, di provare gratuitamente per trenta giorni le nostre soluzioni, fisiche o virtuali che siano”. In un Paese dove il rapporto personale tra rivenditore e cliente finale conserva un peso importante, anche la strategia commerciale ha saputo adeguarsi. “Osserviamo una crescita di soluzioni dove sono i nostri reseller a prestare un servizio remoto come antispam o replica remota dei dati, in una sorta di cloud privato – ha concluso Pinato. – Dal momento che il cliente si fida maggiormente del fornitore locale, con il quale ha più confidenza, non c’è ragione di andare a sovrapporsi e ci conviene invece assecondare questa tendenza”.



NETWORKING

V-VALLEY SCEGLIE JUNIPER PER CONQUISTARE LE RETI di FRANCESCO MARINO

+2% SERVICE

PROVIDER

90 | 9

+5% +7% SECURITY

MANAGEMENT

Il networking offre grandi possibilità di espansione: i settori a maggior crescita sono soprattutto il service provider (+2% secondo Canalys) e il security management (+5%,7%), ma sono attesi ottimi investimenti anche dai piccoli comuni italiani.

Il distributore a valore ha scelto il suo nuovo partner per il networking di alto livello. Nella decisione ha contato non solo la tecnologia, ma anche la visione del mercato dell’evoluzione del settore

I

l data center è il nuovo cuore del mercato tecnologico. È qui che, oggi più che mai, punta V-Valley, la divisione ad alto valore aggiunto di Esprinet, che ha annunciato la sua partnership con Juniper Networks. “V- Valley – ha sottolineato Luca Casini, responsabile commerciale – si vuole proporre come distributore di riferimento per le tecnologie del data center, ambito nel quale abbiamo un focus particolare sul networking e la security. All’interno di questo disegno, il progetto è di stringere accordi con produttori leader nel proprio segmento che abbiano una visione e che sappiamo immaginare anche il futuro, non solo il presente. Juniper Networks è un’azienda tra queste, anche perché investe 1 miliardo di dollari in ricerca e sviluppo”. Juniper Networks offre soluzioni networking di alto livello che commercializza attraverso il canale, pertanto la scelta di V-Valley rappresenta un cambiamento davvero significativo. “Per noi un distributore come V-Valley è una svolta epocale” ha dichiarato Paolo Tosi, Senior partner account manager di Juniper Network.

Con l’accordo di distribuzione parte anche un programma di recruiting che mira ad aumentare il numero dei rivenditori certificati, a partire da quelli che servono le piccole e medie imprese, denominati J-seller (dei quali si occuperà Esprinet), e dai partner di più alto livello, chiamati Select (che verranno seguiti da V-Valley). “Siamo in grado di offrire a Juniper quello che chiamiamo l’effetto “double V”: Volume e Valore. Volume con Esprinet e valore con V-Valley”. Il distributore porta la tecnologia ai rivenditori e anche Juniper salirà quindi a bordo del truck V-Valley, un Tir che è un data center semovente e che porta un ambiente attivo e funzionante direttamente ai clienti. Gli ambiti in cui si concentrerà l’azione congiunta sono quelli a maggior crescita, in particolare il settore dei service provider (+2% secondo Canalys) e il security management (+5%,7%). Ci sono però opportunità anche nei piccoli comuni, coinvolti nell’ambizioso sviluppo delle Smart City: per ogni progetto che riguardi anche il WiFi, infatti, ogni comune con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti potrà richiedere finanziamenti fino a 1 milione di euro.


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è una moderna azienda che opera neO mercaWo deOOe arWi Jra¿che da oltre 40 anni. Lo scopo di Graf3 è fornire alla propria clientela la più ampia gamma di soluzioni possibili per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente le proprie conoscenze e tecnologie di ultima generazione, fornendogli un “SERVIZIO COMPLETO”. Proprio per questo motivo alle macchine LITO-OFFSET UV E TRADIZIONALI, al REPARTO SERIGRAFICO, e quello per la produzione e personalizzazione di CARD, da SETTEMBRE 2013, GRAF3 possiede un nuovissimo reparto di STAMPA DIGITALE a medio - grande formato. A questo si aggiunge il REPARTO GRAFICO e il REPARTO DI PRESTAMPA, in grado di ottimizzare al massimo la produzione, controllandone ¿n dall¶inizio la qualità e la conformità a quanto ipotizzato dal cliente stesso.

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CRIMINE

LOTTA APERTA AL CYBERCRIME di DANIELA SCHICCHI

La complessità delle minacce aumenta: quella che compie attacchi alle aziende è ormai una vera e propria rete criminale con interessi complessi e differenziati. Per comprenderla occorre analizzarla a fondo, come ha fatto Trend Micro

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57.4%

aziende che hanno subito un attacco nell’ultimo anno

13.2% aziende che subiscono attacchi con frequenza

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l modello legato ai crimini informatici si è progressivamente modificato, passando dalle semplici mail di phishing a veri e propri crimini mirati, studiati e sferrati senza tante complicazioni e nemmeno troppe macchinazioni tecnologiche. “A partire dal 2004 circa, i malware sono divenuti sempre più dei veri e propri modelli di business sui quali fare

molti soldi”, dichiara Raimund Genes, chief technology officer di Trend Micro. L’azienda ha promosso uno studio realizzato da IDC sulla sicurezza, con un particolare focus su “La diffusione degli attacchi APT (Advanced Persistent Threats) in Italia”, per delineare la penetrazione di queste nuove minacce e la consapevolezza delle aziende del segmento enterprise sulle misure di protezione da adottare. Dal rapporto emerge che il 57,4% delle aziende di grandi dimensioni ha subito un attacco occasionale ai propri sistemi negli ultimi 12 mesi, il 13,2% ha segnalato intrusioni che, ormai, hanno una frequenza regolare e il 9,6 ha dichiarato di avere subito un attacco APT. Tale assalto ha determinato un impatto rilevante sul business nel 2,2% dei casi, mentre il 7,4% delle volte è stato neutralizzato in tempo. Questo dato con ogni probabilità è però sottostimato, perché la maggior parte delle imprese non dispone di un sistema di rilevazione per gli APT, o comunque prevale la tendenza a non rivelarli. “Da tempo Trend Micro solleva l’attenzione sugli attacchi APT e sull’intensità con la quale vanno a moltiplicarsi le varianti di malware dalle quali devono difendersi le imprese - spiega Gastone Nencini, Country Leader di Trend Micro Italia. -

Sono felice di constatare come la consapevolezza rispetto agli APT nel segmento Enterprise stia crescendo, anche se alcuni aspetti legati ai rischi effettivi e alle misure di protezione da adottare devono ancora essere recepiti”. “Nell’ambito delle modifiche delle tipologie di attacchi - prosegue invece Raimund Genes l’excursus tecnologico ha visto il cybercrime partire nel 2004 con azioni di spyware, proseguire con l’intelligent botnet e i web threats, passare attraverso gli attacchi mirati del 2010 e quelli verso i dispositivi mobili del 2011, per giungere infine alle intrusioni di oggi, che sono rapide, semplici e prescindono dal sistema operativo, mentre la facilità di accesso a sistemi open source costituisce un elemento di grave pericolo e forte interesse da parte dei criminali informatici. Le vittime vengono profilate grazie al social engineering che traggono in inganno anche l’utente più attento, col rischio di cadere in una trappola in grado di provocare una chain reaction che, di solito, viene scoperta solo dopo molto tempo dall’infezione”. “Bisogna rendersi conto che, ormai, il vero prodotto che i criminali cercano in rete siamo noi - sottolinea Genes. - Tutto ciò che riguarda la nostra vita è monetizzabile in caso di attacco informatico: dati bancari, indirizzi, beni posseduti e dati aziendali presenti sui dispositivi privati…” conclude il Cto di Trend Micro.


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SOFTWARE

L’OPEN SOURCE ANCHE PER LO STORAGE di LUCA BASTIA

L’offerta di software defined Storage può far fronte all’esplosione del dato senza avere un’esplosione proporzionale in termini di budget IT. Grande l’interesse mostrato dai system integrator italiani

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Si sta sviluppando una nuova TENDENZA nel mondo dell’archiviazione dei dati, il software DEFINED STORAGE, e cominciano ad arrivare sul mercato anche soluzioni OPEN in questo segmento.

D

a oltre un anno e mezzo Red Hat propone soluzioni software open source in ambito storage. “Oggi – ha spiegato Gerald Sternagl, business unit manager storage Emea di Red Hat, in Italia per illustrare la strategia della società in questo segmento – offriamo una soluzione open per lo storage in grado di gestire le informazioni residenti sia su macchine fisiche che virtuali, così come nel cloud, facendo convivere sullo stesso hardware dati e

applicazioni”. “Non siamo i soli – ha ammesso Sternagl - a proporre una piattaforma software per gestire lo storage, ma siamo gli unici a farlo con una soluzione aperta”. E si è detto fiducioso che tali soluzioni avranno il medesimo successo che Linux ha avuto presso i data center. “In Italia – è intervenuto il country manager Gianni Anguilletti – siamo partiti molto recentemente nell’offerta in ambito storage e abbiamo riscontrato un enorme interesse da parte dei clienti, soprattutto nell’area dei servizi, delle telecomuni-

cazioni e del finance, proprio per adottare tecnologie che possano fungere da completamento alle infrastrutture già esistenti”. Non tutti, per Anguilletti, sono dati “mission critical”, soprattutto quelli che si stanno generando in seguito alle ultime tendenze (file oggetti, immagini, documenti, ecc.), “per cui molte società sono interessate a complementare queste architetture con tecnologie che possono consentire loro di fare fronte all’esplosione del dato, senza avere un’esplosione proporzionale in termini di budget IT. Noi ci stiamo impegnando nel realizzare l’insieme infrastrutturale più completo dal punto di vista funzionale e più sostenibile dal punto vista economico oggi presente sul mercato”. Red Hat, ha infine spiegato Sternagl, propone la gestione dell’archiviazione attraverso una soluzione definita dal software che garantisca accesso continuo ai dati, elevata disponibilità e disaster recovery. Oggi nei data center c’è una forte spinta verso la convergenza e la standardizzazione di potenza di elaborazione, storage dei dati e tecnologie di rete, e ciò consente di memorizzare le informazioni e analizzarle contemporaneamente sulla stessa piattaforma. “Per fare questo - chiude Sternagl - Red Hat utilizza l’Enterprise Linux Openstack Platform e Hadoop. Lo storage costituisce le fondamenta della Open Hybrid Cloud Strategy della società”.


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IL CUBO PER LA MUSICA CLOUD di CECILIA CANTADORE

Design anni ’70, arriva dalla Svezia OD-11, “cubo musicale” di ultima generazione. L’alta tecnologia incontra l’interior design minimalista in questo speaker, capace di connettersi wireless e riprodurre musica in streaming senza bisogno di cavi o computer 96 |

C

orreva l’anno 1974 quando l’ingegnere del suono svedese Stig Carlsson ideò una cassa audio a forma di cubo, innovando quelli che ai tempi erano gli standard e i canoni del design. Oggi, nell’era di Spotify e SoundCloud, quella in cui la musica si trova e si archivia in cloud, il team svedese di Teenage Engineering (www. teenageengineering.com) rilancia un nuovo OD-11 Cloud Speaker, versione moderna dell’omonimo cubo degli anni ’70. Coniugare un classico del design con le necessità odierne non è sempre facile, ma OD-11 riesce a farlo con classe. “Abbiamo scelto di non inventarci un prodotto dal design nuovo, ma di riprendere quello dello speaker inventato dal famoso ingegnere del suono e farlo conoscere fuori dai confini svedesi. Lavorando a stretto contatto con la fondazione Stig Carlsson, abbiamo cercato di riproporre le stesse carat-

teristiche distintive a livello estetico e funzionale dello speaker originale. A queste si aggiungono però funzionalità moderne e ad alta tecnologia. Probabilmente quello che più sarà apprezzato in questo revival dell’iconico OD-11 di Stig Carlsson è proprio la forma, identica all’originale, che supporta però funzioni e caratteristiche studiate per essere competitive nel 2013” hanno raccontato i giovani designer di Stoccolma. Se la solita playlist è diventata noiosa, basta accedere a un network cloud, raggiungibile via WiFi, per ascoltare musica audio in streaming, senza cavi, allacciamenti o computer. Ad accompagnare OD-11 c’è un altrettanto innovativo e accattivante telecomando, ”Ortho remote”. Si tratta di un magnete dalla forma cilindrica, ricoperto di gomma, che può essere “attaccato” a qualsiasi superficie metallica o sullo speaker stesso. http://tinyurl.com/ns6z6mt.


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RETRÒ

I DISCHI MORBIDI di FRANCESCO MARINO

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Nel momento di massimo splendore avevano una capacità di 1,44 MB, eppure fino a 10 anni fa si utilizzavano per fare tutto. Oggi sono solo un ricordo, ma sui floppy disk è stato costruito tutto il digitale che conosciamo.

È

la memoria che tutti hanno nella memoria: il floppy disk. Nato nel 1967, era largo ben venti centimetri e ufficialmente venne commercializzato solo nel 1971, quando andò ad equipaggiare i Mainframe IBM. Lo inventò David Noble sotto la direzione di

Alan Shugart, e inizialmente poteva contenere 80Kb di informazioni. L’idea di base era creare un nastro magnetico più veloce di quelli esistenti, anche se alla fine da un nastro nacque un disco. In realtà un giapponese, Yoshiro Nakamatsu (che poi inventò il CD), affermò di aver ideato il principio alla base del Floppy Disk già nel

1950, e IBM ne acquistò la licenza. Nel 1976 il floppy diventò largo come un tovagliolo, ovvero 5 pollici e ¼ (13 cm), proprio perché se ne discuteva in un bar e qualcuno, indicando un tovagliolo, disse “Deve essere grande così!”. Nel corso degli anni seguirono molti tentativi e molti formati, fino ad

arrivare all’involucro rigido e al formato da 3 pollici nel 1984. Nel 1987 venne lanciato sul mercato il floppy a doppia densità da 1,44 Mb, capacità che oggi fa sorridere. La prima ad abbandonare questo formato è stata Apple nel 1998. Dal 2009 nessun computer ha più un lettore di floppy. tinyurl.com/l7nlrwyt



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