RASSEGNA STAMPA DEL 25 APRILE 2020

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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 25 Aprile 2020

al contagio fosse migliorato, avrei allentato le restrizioni. In effetti così è stato: registriamo 513 ricoveri in meno, passati da 1672 a 1159, e quasi la metà dei degenti nelle Terapie intensive, scesi da 245 a 130. E allora mantengo il patto con i veneti, che meritano rispetto per i sacrifici fatti. Ho tolto le restrizioni che potevo, ma senza andare in contrasto con le misure nazionali — sottolinea il governatore —. E, sia chiaro, non è il liberi tutti, l’emergenza non è finita. Anzi, ormai parliamo già di fase 3, cioè del ritorno del coronavirus in autunno e della necessità di conviverci». Per evitare multe, sull’ordinanza sono state subito edotte le prefetture. Anche perché tanti negozianti hanno cominciato già ieri il servizio per asporto, come la pasticceria «Corona» di Mestre, la gelateria «La Romana» e la pizzeria «Peperino» di Verona, la gelateria «Artigiano Palladiano» di Vicenza, la gelateria «La Romana» di Padova. «Spero, nella fase due, di poter aprire tutto quello che è apribile — conclude Zaia — con il benestare della comunità scientifica e con le dovute tutele per i lavoratori e la popolazione. Se siamo in fase di riapertura deve valere per tutti, comprese le chiese e gli altri luoghi di culto, ce lo chiedono i cattolici come i musulmani».

LE REAZIONI

Brugnaro Da Governo e Regione voglio indicazioni precise, adesso basta!

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Coordinato A tempo di record le gelaterie hanno riaperto per il take away, addirittura, come in questo caso, con le mascherine intonate al grembiule d’ordinanza

diagonale ma, capirà...». Il mosaico è complicato, senza contare il problema della cucina: «Se è grande ha più personale, avranno tutti la mascherina ma mica possono stare sempre oltre il metro lavorando ai medesimi piatti... E, poi, i cuochi assaggiano, toccano...». C’è anche il timore di una causa legale, tanto difficile da dimostrare ma comunque possibile, da parte di un cliente che si dichiari contagiato: «La paura c’è. Senza regole chiare, è meglio non aprire e aspettare...». Da ieri alle 15, intanto, take away, pasticcerie e gelaterie possono vendere il cibo direttamente dal negozio. Cade il limite della consegna a domicilio, mentre rimane il divieto di consumo all’interno dei locali: lo stabilisce l’ultima ordinanza firmata dal

Liberi tutti? Non proprio, ma liberi di andare a prendere un gelato in piazza sì. In Toscana è possibile da un paio di giorni ma si resta nell’ambito dell’avanguardia. La capriola del Veneto in materia di divieti è repentina e le reazioni di fronte alla regione che passa da capofila del pugno di ferro ad apripista sono le più disparate. Da Roma pare non ci sia intenzione di impugnare alcunché. Fonti vicine al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, lasciano intendere che non si remerà contro un Veneto forte dei suoi successi sanitari e con cui, tutto sommato, la collaborazione non è mai mancata. Certo, qualche perplessità sul take away gli uffici legali ministeriali ce l’hanno. È pur vero, che la nuova ordinanza veneta inizia con un lungo preambolo di «visto che» legali. Si fa leva sulla necessità di fornire pasti caldi a chi legittimamente lavora, sul rischio di assembramenti da scongiurare ai supermercati che forniscono anche questo servizio e su un «Considerato che non si rinviene un divieto posto dalla normativa statale di produzione di pasti caldi per asporto» ma anche sul fatto che sorbetti e pasticcini sono pur sempre generi alimentari. Una forzatura? Se lo è Roma pare decisa a lasciar correre. Del resto manca poco più di una settimana al D-Day del 4 maggio. Intanto il governatore Luca Zaia dichiara «Voglio raschiare il fondo del barile». E strappa un sospiro di sollievo agli agguerriti florovivaisti e agli esercenti.

governatore Luca Zaia, che ha deciso, parole sue, «di raschiare il fondo del barile». Superare lo choc dell’economia e scongiurare il rischio che l’epidemia riprenda vigore; in questo dilemma, il direttore veneto di Confesercenti segue, a grandi linee, la via del presidente della Regione: «A quanto pare - dice Maurizio Franceschi - ci sono due date per la ripartenza: 11 maggio per i negozi, 18 per bar e ristoranti. Fossero o non fossero quelle, arriverebbero comunque tardi». Ovvero? «Ci hanno detto che il movimento delle persone è uno dei principali fattori di rischio. E allora, sarà ben evidente che se è aperta Fincantieri, attorno alla fabbrica c’è ben più movimento che attorno a un bar, che intanto è chiuso...». Mai come ora, il buon senso e

❞ Alajmo Le direttive? Per l’alta ristorazione impossibili Va un po’ meglio per bar e piccoli ma serve chiarezza

Il commento politico (piccato) arriva dal sottosegretario del Viminale, Achille Variati: «Non mi piace la corsa a chi chiude per prima o riapre per primo. La pandemia non è terminata, la riapertura va fatta in sintonia con il governo. Capisco che Zaia sia in campagna elettorale, ma questo è un comportamento da primo della classe. E a me, come ad altri, il primo della classe non è mai piaciuto. Certo, siamo vicini a poter fare quello che anticipa il Veneto, anche perché è tempo che alcune attività commerciali possano riaprire. Da qui la deduzione che il governo non si metterà di certo contro il presidente della Regione. Non è questo il momento». Va anche meno per il sottile il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro che sbotta: «Vogliamo essere informati prima. Non che “alle 3 apri i cimiteri”, e la signora anziana corre per entrare. Come può essere aperto se le chiavi le ho io, ma non mi hai detto niente per tempo. La Regione ha fatto un’ordinanza valida dalle tre del pomeriggio, noi li apriremo da lunedì 27 perché prima non ce la facciamo. Adesso basta fateci un piano, non possiamo continuare a rate». Il rischio di confondere i cittadini c’è? Ne sono convinti i consiglieri regionali del Pd: «La smania di apparire di Zaia continua a creare confusione. Che senso ha annunciare una nuova ordinanza alle 13 con immediata entrata in vigore? Già adesso i sindaci sono in difficoltà perché tempestati dalle richieste dei cittadini».

quel che occorre sono spesso divergenti, ma l’argomento merita rispetto. Confesercenti «attende che le indicazioni, ancora generali, siano ben dettagliate», e spinge perché vi sia, da parte della politica, un’apertura su nuove autorizzazioni, ampliamenti e costi dei plateatici: «Sembrano più facili da gestire in termini di sicurezza, servono a bar e ristoranti ma anche alle altre attività», chiude Franceschi. Eletto a gennaio, il padovano Patrizio Bertin è presidente veneto di Ascom. La sua idea di fase due ha un cardine: «Ripartiamo in sicurezza ma lasciateci fare il nostro lavoro. Così (il riferimento è al ginepraio di prescrizioni all’orizzonte, ndr) molti non ripartiranno. Distanza, igiene, sanificazione... Dico va bene su tutto. Dico però anche che i bar

VE

Lorenzoni, Pd e sindacati vanno all’attacco: «Messaggi pericolosi». L’ira di Brugnaro: «Ci avvisi prima». La virologa: «Si può fare»

«Che confusione» Coro di critiche ma il governo non impugnerà VENEZIA

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Il punto

● La nuova ordinanza regionale che allenta i divieti ha suscitato uno tsunami di critiche dall’opposizion e per le modalità e la tempestica ● Ma gli scienziati (in foto la virologa Sara Richter) danno il via libera a patto si usino le protezioni

Attacca frontalmente Arturo Lorenzoni, candidato alla Regione con Il Veneto che vogliamo: «Lanciare un’ordinanza alle 13 in conferenza stampa, dicendo che entrerà in vigore per le 15 è vergognoso e molto pericoloso. L’annuncio in pompa magna “In Veneto via tutte le restrizioni” fa credere ai veneti che siamo usciti dall’emergenza». Parla di «insensatezza di un’ordinanza a 4 giorni lavorativi all’allentamento del lockdown» Christian Ferrari, Cgil, mentre Gerardo Colamarco, Uil, teme si tratti di una «mossa avventata». Sul fronte opposto le categorie con Agostino Bonomo, Confartigianato, che dice: «Concesso l’asporto per il comparto alimentare e una apertura per l’edilizia (purché sul patrimonio esistente). Bene. Dobbiamo fare di più, bisogna intervenire con urgenza anche negli altri ambiti». A difendere la linea c’è il sindaco di Treviso e presidente dell’Anci, Mario Conte: «È un’ordinanza positiva poi, per riaprire i cimiteri si sono tempi tecnici, noi ad esempio riapriamo sabato mattina. E se un sindaco ritiene di mantenere la chiusura lo può fare. In generale ci avviciniamo a piccoli passi a una sorta di normalità ma continueranno anche i controlli». Che la direzione sia corretta a patto che non si appanni il senso di responsabilità personale è opinione anche di Sara Richter, virologa all’università di Padova alle prese, per inciso, con uno studio a quattro mani col collega Graziano Martello e finanziato da Cariparo per «sezionare il virus» e scovarne i punti deboli, i bersagli più adatti per un farmaco ad hoc. «La riapertura è ciò che deve succedere. Il virus non è scomparso ma con mascherine e distanziamento sociale direi che va bene riaprire, non è diverso dalla dinamica nei supermercati. La nuova ordinanza non è sconvolgente, fermo restando che le misure indicate devono essere rispettate e, aggiungo, meglio rafforzare i controlli. Tutti devono essere consapevoli del fatto che c’è ancora il virus in giro, è stato contenuto ad un buon livello ma c’è ancora». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

possono fare molto ma non tutto. Non può essere il barista a misurare la febbre al cliente e mi fermo qui...». Bertin, come Alajmo, auspica quindi chiarezza in tema di responsabilità dei gestori («Che succede se arriva una causa?») ma anche che la comunicazione istituzionale si adegui alla nuova prospettiva: «Dentro le regole si riparte e prima ci sono meglio è; per noi, però, da qui in poi non va più bene la logica del “restate a casa”». L’orizzonte dev’essere messo a fuoco, pare evidente. Intanto Ernesto Pancin, direttore di Aepe, l’associazione dei pubblici esercizi di Venezia, sottolinea: «Per chissà quanto tempo, dentro i locali ci sarà, quando va bene, un terzo dei clienti...». Renato Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA

❞ Bertin Distanza, igiene e sanificazion e: dico ok a tutto ma lasciateci fare il nostro lavoro

di Giulia Busetto

Claudia:cosìho trasformato laquarantena ingiocodatavolo Numero di giocatori: da due a sei. Età di gioco: dai cinque ai cent’anni. Scopo del gioco: raggiungere per primi l’ultimo giorno di quarantena. Ma attenzione ai ricoveri e alle uscite senza mascherina che prolungano il confinamento. Poi non resta che tirare il dado a forma di Coronavirus. Si chiama «Passa la 40ena». Se lo sono inventato e disegnato Claudia Campana, architetto bassanese, e Ilaria Bertinazzo, studentessa vicentina di grafica. Accedi al sito, scarichi il disegno, stampi, tagli, pieghi, incolli e giochi. Ma come vi è venuta? «In video call. Siamo due amiche che subiscono la quarantena al telefono. Volevamo essere utili. E abbiamo costruito un gioco con le regole dei decreti, richiamand Claudia o il senso di Campana famiglia che si crea con i giochi da tavolo». Che ostacoli si incontrano? «Le caselle dei giorni aumentano se si esce di casa per giocare a pallone, o senza mascherina, o se sei stato beccato da un vigile mentre carichi in macchina damigiane di vino. Allora, ad esempio, ti fermi due giri, quindi stai a casa due giorni in più. Ma ci sono anche le facilitazioni: se ti metti la mascherina vai avanti». E le caselle con le croci? «Quelle sono le tappe in ospedale. Vuol dire che sei uscito e hai contratto il Coronavirus. E lì ti fermi di più, perché prima devi guarire». Ma quando arriveranno nuovi decreti aumenterete le caselle o aggiungerete difficoltà? «Come no. Lo faremo di volta in volta. Aggiorneremo anche le autocertificazioni. In più il prossimo tabellone lo lasceremo in bianco e nero, così chi lo scarica potrà colorarselo». Ora è gratuito, finita l’emergenza lo commercializzerete? «Ci piacerebbe. In un secondo momento cominceremo a contattare le grandi catene».


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Sabato 25 Aprile 2020 Corriere del Veneto

VE

Primo piano L’emergenza sanitaria

L’ORDINANZA Gelaterie, fiorerie, cantieri Zaia toglie in anticipo i divieti

Take away per i bar. Cimiteri aperti, si può uscire dal Comune per andare a trovare i defunti. Il governatore: premio ai veneti che si sono comportati bene

di Michela Nicolussi Moro VENEZIA Non è proprio una «li-

berazione», per esempio oggi e il primo maggio grigliate e pic nic all’aperto restano consentiti solo in famiglia e nel giardino di casa come disposto dall’ordinanza regionale del 13 aprile, ma è un riconoscimento «al rispetto delle regole dimostrato dai veneti nell’emergenza coronavirus». Così il governatore Luca Zaia motiva la nuova ordinanza firmata a sorpresa e in vigore dalle 15 di ieri al 3 maggio, poiché il 4 è atteso il nuovo decreto del governo sulle riaperture. Il provvedimento del presidente del Veneto revoca il distanziamento di due metri tra le persone, che torna a uno, e «allenta le restrizioni», partendo dalle attività commerciali. Via libera alla vendita di cibo per asporto nei take away, nei bar e ristoranti, nelle pasticcerie e gelaterie, esercizi finora autorizzati solo alla consegna a domicilio (opzione che resta), mantenendo il divieto di consumo all’interno del locale. Dove possibile, bisogna fare l’ordinazione on-line o per telefono. L’esercente deve dilazionare nel tempo il ritiro dei prodotti, predisporre le attese anche negli spazi esterni e imporre il metro di distanza tra clienti, obbligati a usare mascherina e guanti o gel igienizzante mani, esattamente come i commercianti. L’ingresso è consentito a una sola persona per volta. Novità anche per i negozi di abbigliamento bimbi, le librerie e le cartolerie, che da due giorni a settimana possono restare aperti dal lunedì al sabato, come gli altri punti vendita autorizzati. Ritirano su le serrande le fiorerie, perché l’ordinanza permette loro, come alle bancarelle specializzate, la vendita di prodotti florovivaistici (semi, piante, fiori ornamentali, fertilizzanti). Nei mercati dunque troveremo banchi di alimentari, piante, abbigliamento e scarpe per bambini. E proposito di prodotti della terra, ora si può coltivare il terreno agricolo per autoconsumo, anche all’interno di orti urbani e comunali, sempre nel rispetto degli obblighi di distanziamento di un metro e dell’uso di mascherina e guanti. Sono permessi i tagli boschivi per autoconsumo, in presenza di effettiva necessità, come fare legna o abbattere un albero pericolante. Restando all’aperto, concessi interventi artigianali resi da terzi per la manutenzione di imbarcazioni di diporto all’ormeggio, nonché per prove, collaudo e consegna delle stesse, oltre alla sistemazione delle darsene per l’attività ordinaria. «E’ un aiuto al turismo», precisa Zaia. Un passaggio importante è dedicato alle opere pubbliche: sdoganati i cantieri per la

La scheda

Via alla vendita per asporto pure in pasticceria e gelateria

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Concessa la vendita di cibo per asporto nei take away, nei bar e ristoranti, nelle pasticcerie e gelaterie, finora autorizzati solo alla consegna a domicilio (che resta), mantenendo il divieto di consumo all’interno del locale. Dove possibile, ordinazione online o per telefono. Ritiri dilazionati, attese anche negli spazi esterni, un metro di distanza tra clienti, mascherina e guanti obbligatori per tutti

Possono riaprire le fiorerie Cartolerie dal lunedì al sabato

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I negozi di abbigliamento bimbi, le librerie e le cartolerie, finora aperti solo due giorni a settimana, possono lavorare dal lunedì al sabato, come gli altri punti vendita autorizzati. Ritirano su le serrande le fiorerie, perché l’ordinanza permette loro, come alle bancarelle specializzate, la vendita di prodotti florovivaistici (semi, piante, fertilizzanti, fiori ornamentali, piante in vaso)

realizzazione di strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, linee tranviarie, metropolitane, funicolari e piste aeroportuali; opere d’arte nel sottosuolo; dighe; acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere di irrigazione e di evacuazione; opere marittime e lavori di dragaggio; opere fluviali, di difesa, di sistemazione idraulica e di bonifica; opere di ingegneria naturalistica; opere strutturali speciali; demolizioni. Si può inoltre eseguire la manutenzione ordinaria e straordinaria sul patrimonio edilizio esistente. Per esempio: posso rifare il pavimento di casa se è ormai consunto, ma non se non mi piace più il colore. Il governatore ha poi accolto una richiesta molto sentita dalla gente, permettendo l’accesso ai cimiteri nel rispetto

Variazioni di bilancio in Regione

Maxi emendamento Sì bipartisan in aula VENEZIA Si avvia a conclusione la combattuta sessione del consiglio regionale sulla variazione di bilancio legata all’emergenza sanitaria. Ieri pomeriggio sono intervenuti gli assessori Gianluca Forcolin (Bilacio), Elena Donazzan (Lavoro) e Manuela Lanzarin (Sanità). Si è votato l’articolato ed è arrivato il via libera al maxiemendamento. Gran parte della seduta è stata occupata dalla discussione generale sul PdL «Prima variazione generale al bilancio di previsione 20202022 della Regione del Veneto» ma il fulcro è stato il maxiemendamento su cui hanno a favore anche gran parte delle forze di minoranza. Unico voto contrario quello di © RIPRODUZIONE RISERVATA Patrizia Bartelle (Iic).

della distanza sociale e dell’uso di mascherina e guanti. Attenzione questo è l’unico caso, assicura l’avvocatura regionale, in cui è possibile uscire dal proprio Comune, perché andare a trovare i defunti si configura come motivo indifferibile di spostamento. «L’accesso ai cimiteri può essere vietato dai sindaci — avverte Zaia — benché i tre decreti emessi dal premier Giuseppe Conte non li abbiano mai chiusi. In ogni caso, sarebbe un bel segnale consentire ai cittadini, sempre con tutte le misure di sicurezza del caso, di andare a trovare gli affetti che non ci sono più, specialmente nei giorni di festa come il 25 aprile. Quanto alla nuova ordinanza, quando ho firmato quella del 13 aprile avevo detto che se nel giro di due settimane il trend relativo

Permesso l’accesso ai cimiteri anche andando fuori Comune

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E’ permesso l’accesso ai cimiteri, nel rispetto della distanza sociale di un metro e con l’obbligo di mascherina e guanti, o in alternativa usare gel igienizzante per le mani. Attenzione questo è l’unico caso, assicura l’avvocatura regionale, in cui è possibile uscire dal proprio Comune, perché andare a trovare i defunti si configura come motivo indifferibile di spostamento

Autorizzati tutti i cantieri per le opere pubbliche

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Via libera a cantieri per la realizzazione di strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, linee tranviarie, metropolitane, funicolari e piste aeroportuali; opere d’arte nel sottosuolo; dighe; acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere di irrigazione e di evacuazione; opere marittime e lavori di dragaggio; opere fluviali, di ingegneria naturalistica e strutturali speciali; demolizioni

Sì alla manutenzione delle barche e del patrimonio edilizio

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Permessa la manutenzione ordinaria e straordinaria sul patrimonio edilizio esistente. Si può inoltre coltivare il terreno agricolo per autoconsumo, anche all’interno di orti urbani e comunali, operare tagli boschivi per autoconsumo, affidare a terzi interventi artigianali per la manutenzione di imbarcazioni di diporto all’ormeggio, nonché per prove, collaudo e consegna delle stesse, oltre alla sistemazione delle darsene

Verso il 4 maggio

Locali, fretta e dubbi: «Così no, la fase due crea troppi problemi» Leassociazioni:noairischimaconbuonsenso VENEZIA «Beh, per il momento le sale da banchetto scordiamocele tutti...», dice il presidente, lo è da sedici anni, dell’Associazione pubblici esercizi di Padova. Anche Erminio Alajmo sta di fronte alla fase due, ovvero la prevista riapertura il 4 maggio di bar, ristoranti e di tutte o quasi le

piccole attività (i barbieri, ad esempio) che ancora hanno le serrande abbassate. Ad indicare la rotta, fin qui, c’è il documento tecnico «sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio nei luoghi di lavoro e le strategie di prevenzione». Erminio è parde di

Massimiliano Alajmo, terzo cuoco italiano nella classifica stellata della Guida Michelin, e di Raffaele, braccio destro del fratello. Il capofamiglia guida «La Montecchia» di Selvazzano, uno dei tanti gioielli Alajmo del gusto, chiusi ormai da quel dì. «Le linee guida? Provvisorie e, almeno le ultime che ho letto, impraticabili per l’alta ristorazione, un po’ meno per bar e altri locali». Il primo problema è la distanza di sicurezza tra i clienti: «Dicono un metro, ma si parla anche di uno e mezzo tra i tavoli. Non è mica la stessa cosa». Questione di superfici? «Sì, e di disposizione nello spazio. Abbiamo tavoli rotondi, diametro uno e venti. Se il punto è non mettere le varie tavolate di clienti a meno di un metro, posso disporle in


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 25 Aprile 2020

al contagio fosse migliorato, avrei allentato le restrizioni. In effetti così è stato: registriamo 513 ricoveri in meno, passati da 1672 a 1159, e quasi la metà dei degenti nelle Terapie intensive, scesi da 245 a 130. E allora mantengo il patto con i veneti, che meritano rispetto per i sacrifici fatti. Ho tolto le restrizioni che potevo, ma senza andare in contrasto con le misure nazionali — sottolinea il governatore —. E, sia chiaro, non è il liberi tutti, l’emergenza non è finita. Anzi, ormai parliamo già di fase 3, cioè del ritorno del coronavirus in autunno e della necessità di conviverci». Per evitare multe, sull’ordinanza sono state subito edotte le prefetture. Anche perché tanti negozianti hanno cominciato già ieri il servizio per asporto, come la pasticceria «Corona» di Mestre, la gelateria «La Romana» e la pizzeria «Peperino» di Verona, la gelateria «Artigiano Palladiano» di Vicenza, la gelateria «La Romana» di Padova. «Spero, nella fase due, di poter aprire tutto quello che è apribile — conclude Zaia — con il benestare della comunità scientifica e con le dovute tutele per i lavoratori e la popolazione. Se siamo in fase di riapertura deve valere per tutti, comprese le chiese e gli altri luoghi di culto, ce lo chiedono i cattolici come i musulmani».

LE REAZIONI

Brugnaro Da Governo e Regione voglio indicazioni precise, adesso basta!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Coordinato A tempo di record le gelaterie hanno riaperto per il take away, addirittura, come in questo caso, con le mascherine intonate al grembiule d’ordinanza

diagonale ma, capirà...». Il mosaico è complicato, senza contare il problema della cucina: «Se è grande ha più personale, avranno tutti la mascherina ma mica possono stare sempre oltre il metro lavorando ai medesimi piatti... E, poi, i cuochi assaggiano, toccano...». C’è anche il timore di una causa legale, tanto difficile da dimostrare ma comunque possibile, da parte di un cliente che si dichiari contagiato: «La paura c’è. Senza regole chiare, è meglio non aprire e aspettare...». Da ieri alle 15, intanto, take away, pasticcerie e gelaterie possono vendere il cibo direttamente dal negozio. Cade il limite della consegna a domicilio, mentre rimane il divieto di consumo all’interno dei locali: lo stabilisce l’ultima ordinanza firmata dal

Liberi tutti? Non proprio, ma liberi di andare a prendere un gelato in piazza sì. In Toscana è possibile da un paio di giorni ma si resta nell’ambito dell’avanguardia. La capriola del Veneto in materia di divieti è repentina e le reazioni di fronte alla regione che passa da capofila del pugno di ferro ad apripista sono le più disparate. Da Roma pare non ci sia intenzione di impugnare alcunché. Fonti vicine al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, lasciano intendere che non si remerà contro un Veneto forte dei suoi successi sanitari e con cui, tutto sommato, la collaborazione non è mai mancata. Certo, qualche perplessità sul take away gli uffici legali ministeriali ce l’hanno. È pur vero, che la nuova ordinanza veneta inizia con un lungo preambolo di «visto che» legali. Si fa leva sulla necessità di fornire pasti caldi a chi legittimamente lavora, sul rischio di assembramenti da scongiurare ai supermercati che forniscono anche questo servizio e su un «Considerato che non si rinviene un divieto posto dalla normativa statale di produzione di pasti caldi per asporto» ma anche sul fatto che sorbetti e pasticcini sono pur sempre generi alimentari. Una forzatura? Se lo è Roma pare decisa a lasciar correre. Del resto manca poco più di una settimana al D-Day del 4 maggio. Intanto il governatore Luca Zaia dichiara «Voglio raschiare il fondo del barile». E strappa un sospiro di sollievo agli agguerriti florovivaisti e agli esercenti.

governatore Luca Zaia, che ha deciso, parole sue, «di raschiare il fondo del barile». Superare lo choc dell’economia e scongiurare il rischio che l’epidemia riprenda vigore; in questo dilemma, il direttore veneto di Confesercenti segue, a grandi linee, la via del presidente della Regione: «A quanto pare - dice Maurizio Franceschi - ci sono due date per la ripartenza: 11 maggio per i negozi, 18 per bar e ristoranti. Fossero o non fossero quelle, arriverebbero comunque tardi». Ovvero? «Ci hanno detto che il movimento delle persone è uno dei principali fattori di rischio. E allora, sarà ben evidente che se è aperta Fincantieri, attorno alla fabbrica c’è ben più movimento che attorno a un bar, che intanto è chiuso...». Mai come ora, il buon senso e

❞ Alajmo Le direttive? Per l’alta ristorazione impossibili Va un po’ meglio per bar e piccoli ma serve chiarezza

Il commento politico (piccato) arriva dal sottosegretario del Viminale, Achille Variati: «Non mi piace la corsa a chi chiude per prima o riapre per primo. La pandemia non è terminata, la riapertura va fatta in sintonia con il governo. Capisco che Zaia sia in campagna elettorale, ma questo è un comportamento da primo della classe. E a me, come ad altri, il primo della classe non è mai piaciuto. Certo, siamo vicini a poter fare quello che anticipa il Veneto, anche perché è tempo che alcune attività commerciali possano riaprire. Da qui la deduzione che il governo non si metterà di certo contro il presidente della Regione. Non è questo il momento». Va anche meno per il sottile il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro che sbotta: «Vogliamo essere informati prima. Non che “alle 3 apri i cimiteri”, e la signora anziana corre per entrare. Come può essere aperto se le chiavi le ho io, ma non mi hai detto niente per tempo. La Regione ha fatto un’ordinanza valida dalle tre del pomeriggio, noi li apriremo da lunedì 27 perché prima non ce la facciamo. Adesso basta fateci un piano, non possiamo continuare a rate». Il rischio di confondere i cittadini c’è? Ne sono convinti i consiglieri regionali del Pd: «La smania di apparire di Zaia continua a creare confusione. Che senso ha annunciare una nuova ordinanza alle 13 con immediata entrata in vigore? Già adesso i sindaci sono in difficoltà perché tempestati dalle richieste dei cittadini».

quel che occorre sono spesso divergenti, ma l’argomento merita rispetto. Confesercenti «attende che le indicazioni, ancora generali, siano ben dettagliate», e spinge perché vi sia, da parte della politica, un’apertura su nuove autorizzazioni, ampliamenti e costi dei plateatici: «Sembrano più facili da gestire in termini di sicurezza, servono a bar e ristoranti ma anche alle altre attività», chiude Franceschi. Eletto a gennaio, il padovano Patrizio Bertin è presidente veneto di Ascom. La sua idea di fase due ha un cardine: «Ripartiamo in sicurezza ma lasciateci fare il nostro lavoro. Così (il riferimento è al ginepraio di prescrizioni all’orizzonte, ndr) molti non ripartiranno. Distanza, igiene, sanificazione... Dico va bene su tutto. Dico però anche che i bar

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Lorenzoni, Pd e sindacati vanno all’attacco: «Messaggi pericolosi». L’ira di Brugnaro: «Ci avvisi prima». La virologa: «Si può fare»

«Che confusione» Coro di critiche ma il governo non impugnerà VENEZIA

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Il punto

● La nuova ordinanza regionale che allenta i divieti ha suscitato uno tsunami di critiche dall’opposizion e per le modalità e la tempestica ● Ma gli scienziati (in foto la virologa Sara Richter) danno il via libera a patto si usino le protezioni

Attacca frontalmente Arturo Lorenzoni, candidato alla Regione con Il Veneto che vogliamo: «Lanciare un’ordinanza alle 13 in conferenza stampa, dicendo che entrerà in vigore per le 15 è vergognoso e molto pericoloso. L’annuncio in pompa magna “In Veneto via tutte le restrizioni” fa credere ai veneti che siamo usciti dall’emergenza». Parla di «insensatezza di un’ordinanza a 4 giorni lavorativi all’allentamento del lockdown» Christian Ferrari, Cgil, mentre Gerardo Colamarco, Uil, teme si tratti di una «mossa avventata». Sul fronte opposto le categorie con Agostino Bonomo, Confartigianato, che dice: «Concesso l’asporto per il comparto alimentare e una apertura per l’edilizia (purché sul patrimonio esistente). Bene. Dobbiamo fare di più, bisogna intervenire con urgenza anche negli altri ambiti». A difendere la linea c’è il sindaco di Treviso e presidente dell’Anci, Mario Conte: «È un’ordinanza positiva poi, per riaprire i cimiteri si sono tempi tecnici, noi ad esempio riapriamo sabato mattina. E se un sindaco ritiene di mantenere la chiusura lo può fare. In generale ci avviciniamo a piccoli passi a una sorta di normalità ma continueranno anche i controlli». Che la direzione sia corretta a patto che non si appanni il senso di responsabilità personale è opinione anche di Sara Richter, virologa all’università di Padova alle prese, per inciso, con uno studio a quattro mani col collega Graziano Martello e finanziato da Cariparo per «sezionare il virus» e scovarne i punti deboli, i bersagli più adatti per un farmaco ad hoc. «La riapertura è ciò che deve succedere. Il virus non è scomparso ma con mascherine e distanziamento sociale direi che va bene riaprire, non è diverso dalla dinamica nei supermercati. La nuova ordinanza non è sconvolgente, fermo restando che le misure indicate devono essere rispettate e, aggiungo, meglio rafforzare i controlli. Tutti devono essere consapevoli del fatto che c’è ancora il virus in giro, è stato contenuto ad un buon livello ma c’è ancora». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

possono fare molto ma non tutto. Non può essere il barista a misurare la febbre al cliente e mi fermo qui...». Bertin, come Alajmo, auspica quindi chiarezza in tema di responsabilità dei gestori («Che succede se arriva una causa?») ma anche che la comunicazione istituzionale si adegui alla nuova prospettiva: «Dentro le regole si riparte e prima ci sono meglio è; per noi, però, da qui in poi non va più bene la logica del “restate a casa”». L’orizzonte dev’essere messo a fuoco, pare evidente. Intanto Ernesto Pancin, direttore di Aepe, l’associazione dei pubblici esercizi di Venezia, sottolinea: «Per chissà quanto tempo, dentro i locali ci sarà, quando va bene, un terzo dei clienti...». Renato Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA

❞ Bertin Distanza, igiene e sanificazion e: dico ok a tutto ma lasciateci fare il nostro lavoro

di Giulia Busetto

Claudia:cosìho trasformato laquarantena ingiocodatavolo Numero di giocatori: da due a sei. Età di gioco: dai cinque ai cent’anni. Scopo del gioco: raggiungere per primi l’ultimo giorno di quarantena. Ma attenzione ai ricoveri e alle uscite senza mascherina che prolungano il confinamento. Poi non resta che tirare il dado a forma di Coronavirus. Si chiama «Passa la 40ena». Se lo sono inventato e disegnato Claudia Campana, architetto bassanese, e Ilaria Bertinazzo, studentessa vicentina di grafica. Accedi al sito, scarichi il disegno, stampi, tagli, pieghi, incolli e giochi. Ma come vi è venuta? «In video call. Siamo due amiche che subiscono la quarantena al telefono. Volevamo essere utili. E abbiamo costruito un gioco con le regole dei decreti, richiamand Claudia o il senso di Campana famiglia che si crea con i giochi da tavolo». Che ostacoli si incontrano? «Le caselle dei giorni aumentano se si esce di casa per giocare a pallone, o senza mascherina, o se sei stato beccato da un vigile mentre carichi in macchina damigiane di vino. Allora, ad esempio, ti fermi due giri, quindi stai a casa due giorni in più. Ma ci sono anche le facilitazioni: se ti metti la mascherina vai avanti». E le caselle con le croci? «Quelle sono le tappe in ospedale. Vuol dire che sei uscito e hai contratto il Coronavirus. E lì ti fermi di più, perché prima devi guarire». Ma quando arriveranno nuovi decreti aumenterete le caselle o aggiungerete difficoltà? «Come no. Lo faremo di volta in volta. Aggiorneremo anche le autocertificazioni. In più il prossimo tabellone lo lasceremo in bianco e nero, così chi lo scarica potrà colorarselo». Ora è gratuito, finita l’emergenza lo commercializzerete? «Ci piacerebbe. In un secondo momento cominceremo a contattare le grandi catene».


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PROVINCIA

SABATO 25 APRILE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

cortina

Contributi agli asili: slitta l’approvazione del nuovo regolamento A poche ore dal consiglio l’associazione “Facciamo un nido” ha fatto due richieste di modifica che hanno bloccato tutto

CORTINA

Ritirato il punto inerente il regolamento per la concessione dei contributi economici agli asili, alle scuole dell’infanzia e ai servizi per la prima infanzia non statali. Appena 20 ore prima del consiglio comunale che si è riunito giovedì, dall’associazione “Facciamo un nido” (che gestisce il Centro

Montessori di Zuel), erano pervenute infatti alla minoranza, ma non al protocollo, alcune richieste di modifiche. «Stupiti del modus operandi e delle tempistiche»: così si sono detti sia dalla maggioranza e sia dalla minoranza. «Resta però la volontà di fare il meglio per la comunità», hanno aggiunto, per cui il regolamento verrà rivisto e sarà approvato

cortina

Le mascherine realizzate dal gruppo “Non ti scordar di me”

Elena e le amiche realizzano e donano ben 620 mascherine CORTINA

La belleza di 620 mascherine realizzate tutte a mano e regale tramite la Protezione civile. È questo il bilancio del lavoro svolto dal gruppo “Non ti scordar di me” crea-

to da Elena Bertelli. «Quando si faticava a trovare le mascherine, appena scoppiata la pandemia», racconta Bertelli, «ho deciso di realizzarle a mano con pezzi di stoffa che avevo. Ho poi coinvolto altre signore

pieve di cadore

Abbonata ai residenti la prima rata della Tari PIEVE DI CADORE

L’amministrazione comunale di Pieve di Cadore taglia la prima rata della Tari per residenti e le attività commerciali. Si tratta di una prima misura concreta, decisa a sostegno della popolazione locale in difficoltà. Nello specifico, la rata sarà abbattuta e non posticipata. I dettagli dell’iniziativa verranno resi noti dal sindaco Giuseppe Casagrande e

dall’assessore al Bilancio Plinio Bridda martedì alle 18.30 nel corso del consiglio che anche stavolta si svolgerà in modalità on line. Il consiglio comunale di martedì sarà l’occasione, inoltre, per tracciare un punto della situazione attorno a nuove iniziative a sostegno alla popolazione. «Abbiamo deciso di aprire un conto corrente dedicato alla solidarietà», ha annunciato a tal proposito l’assesso-

in seguito. Cortina non ha, ad oggi, un regolamento per l’elargizione di soldi pubblici comunali agli asili, alle scuole dell’infanzia e ai servizi per la prima infanzia non statali e l’Amministrazione ha deciso di colmare a questa lacuna. A inizio anno si è iniziato a lavorare per stendere il documento. Si è riunita più volte un’apposita commissione.

che potessero darmi una mano e alla fine siamo state in 12 a lavorarci. Io, Ada, Alice, Anna, Dalila, Edi, Elena, Ilaria, Linda, Marisa, Romana e Rosetta. Abbiamo creato in tutto 620 mascherine», aggiunge, «fatte con la tasca per mettere un filtro, e poi lavabili. Le abbiamo regalate tramite la parrocchia, i conoscenti, e le abbiamo recapitate anche all’ospedale di Pieve di Cadore tramite mia figlia Michela che lavora in quell’ospedale come infermiera. Le nostre mascherine le hanno ricevute in tanti anche nelle case di riposto. Grazie a Laura Paludetti della Protezione civile abbiamo aiutato tutti coloro che potevamo donando le mascherine quando non erano ancora in commercio numerose come lo sono adesso. Ho voluto chiamare il nostro gruppo “Non ti scordar di me” sia perché ricorda il fiore, sia perché noi non ci siamo scordate di nessuno e abbiamo da subito fatto del nostro meglio per aiutare chi potevamo. I ringraziamenti e la gratitudine ricevuta», conclude Elena Bertelli, «ci hanno ripagato di tutte le ore di lavoro per creare le mascherine a mano». — A.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA

re Plinio Bridda, «confidiamo nel supporto dei privati che in queste settimane non hanno fatto mancare il loro aiuto alla comunità». A proposito di solidarietà, l’assessore Bridda ha reso noto che, attraverso il bonus spesa alimentare garantito dal governo (20mila euro), l’impegno dell’Amministrazione e l’intervento di alcuni privati è stato possibile aiutare 55 nuclei familiari, mediamente composti da 4/5 persone con un picco rappresentato da una famiglia di sette. Partirà infine entro la prima decade di maggio la campagna promozionale pensata dal Comune di Pieve per rilanciare il turismo. — DIERRE © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regolamento è stato stilato anche con la supervisione di legali, in quanto le normative sulla concessione dei soldi pubblici vanno applicate alla lettera. Per produrre un regolamento che potesse essere di aiuto a chi gestisce gli asili della Conca, una copia della bozza era stata inviata ai vari istituti, sia alla Frenademetz (che è parrocchiale) e sia al Centro Montessori. Il direttivo della scuola parrocchiale aveva fatto pervenire le sue osservazioni, che per lo più sottolineavano la bontà del documento, e aveva ringraziato il Comune per il coinvolgimento. Dal Centro Montessori non era arrivato invece nulla. Il regolamento era dunque pronto e l’approvazio era inserita nella convocazione del consiglio del 16 marzo. La seduta, per l’epidemia di Coronavirus, è poi stata rinviata. Il consiglio è stato riconvocato per giovedì e all’ordine del giorno c’era il punto sul regolamento. «A poche ore dal consiglio ho ricevuto una lettera di “Facciamo un nido”», rende noto il capogruppo di mino-

ranza Giorgio Da Rin, «con alcune richieste di modifiche. Sono rimasto sinceramente stupito dalla tempistica e ho subito chiamato l’assessore Giulia Girardi cui ho girato la missiva». Al protocollo o agli indirizzi di sindaco e giunta non vi è invece nessuna lettera. «Chiedono due piccole modifiche», ammette Girardi, «e quindi abbiamo deciso di proporre il rinvio del punto». All’unisono il consiglio ha sottolineato la scorrettezza del modus operandi. «Resto allibito», ha dichiarato il sindaco Ghedina, «del modus operandi di questi signori. Non hanno fatto pervenire la richiesta al Comune, ma solo al capogruppo di minoranza, a 20 ore dal consiglio, quando i documenti erano pronti da marzo e dovevano solo essere approvati. Il fine è fare il meglio possibile per avere un regolamento a norma di legge che sia condiviso. Pertanto porteremo il documento al voto in una seduta futura». — ALESANDRA SEGAFREDDO © RIPRODUZIONE RISERVATA

comelico

Riprende martedì il servizio dei bus verso la pianura Riattivazione parziale del servizio di trasporto pubblico locale in Comelico. La Provincia di Belluno ha dato l’ok a Dolomitibus, dopo aver ricevuto una segnalazione da parte del sindaco di Comelico Superiore. Pertanto, da martedì, saranno ripristinate alcune corse dell’autolinea 32 (Danta-Padola-Santo Stefano) che erano state sospese causa Covid-19. Il servizio è necessario per la mobilità quotidiana dei pendolari delle aziende che hanno ripreso le attività in anticipo. Infatti, le corse (coincidenza a Santo Stefano) permettono di proseguire verso Calalzo e la zona industriale di Longarone; e con lo stesso criterio, di tornare indietro a fine mattina e a fine pomeriggio. Servizio sospeso nei giorni festivi.

alto bellunese

Dal Gal 400mila euro per sei progetti La misura è a sostegno di turismo sostenibile e aree rurali I soldi a tre Comuni, Regole d’Ampezzo e a due consorzi

ALTO BELLUNESE

Il GAL Alto Bellunese finanzia con quasi 400 mila euro sei progetti per lo sviluppo del turismo sostenibile e delle aree rurali del territorio. A beneficiarne saranno il Consorzio turistico Marmolada di Rocca Pietore, Arabba Fodom Turismo, le Regole d’Ampezzo e i Comuni di Santo Stefano, Perarolo e Lorenzago. Nella seduta del 10 aprile della commissione congiunta Gal-Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura è stata infatti approvata la graduatoria finale per il bando pubblico denominato “Infrastrutture e informazione per lo sviluppo del turismo sostenibile nelle aree rurali”. Sono state dunque finanziate le sei domande presentate nella zona dell’Alto Bellunese con un contributo complessivo di 397 mila euro. La somma maggiore va al Comune di Santo Stefano che riceve quasi 100 mila euro. Un progetto ambizioso quello guidato dall’Amministrazione, che svilupperà nel municipio un punto informazioni ed un ufficio turistico, sistemando ed ammodernando quello già presente. Il nuovo ufficio IAT non sarà solo finalizzato a promuovere Santo Stefano, ma dovrebbe diventare un vero e proprio centro nevralgico per le informazioni e per il turismo di tutto il Comelico. Ammonta invece a 94 mila euro il contributo a favo-

Il Parco Dolomiti d’Ampezzo

re del Comune di Perarolo. L’ente si occuperà di sviluppare e sistemare l’area wilderness in Val Montina. Un parco naturale che protegge una vasta area impervia e con poche vie d’accesso, ma molto affascinante con una grande varietà ben conservata di fauna e di flora. Sono 78 le migliaia di euro destinate alle Regole d’Ampezzo. Anche qui spazio alla manutenzione e alla messa in sicurezza di alcuni tratti dei sentieri presenti nella parte nord del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo. Al Comune di Lorenzago vengono invece assegnati circa 71 mila euro. Un contributo che l’Amministrazione userà per la sistemazione e il ripristino di alcuni tratti danneggiati del fre-

quentatissimo “sentiero del Papa”. Il progetto proposto dall’ente lorenzaghese prevede poi anche un intervento per rendere accessibile ai disabili alcuni parti del sentiero stesso. A chiudere i finanziamenti i 33 mila euro elargiti ad Arabba Fodom Turismo e i 20 mila al Consorzio turistico Marmolada. Le due associazioni si occuperanno della sistemazione dei propri siti web e, in particolare, andranno a sviluppare un sistema di prenotazione online delle strutture ricettive destinate ai turisti. Un’ ulteriore importante misura che il GAL Alto Bellunese s’impegna a finanziare a favore del turismo, tra l’altro in un periodo non facile come quello che stiamo vivendo. Il programma di sviluppo locale dell’ente, incentrato sopratutto sul turismo, ha una dotazione attuale di risorse da assegnare di circa 8 milioni. Dal 2017 ad oggi di questa dotazione sono stati già impegnati circa 6, 2 milioni. Tra soggetti pubblici e privati, sono stati già finanziati 81 progetti (di cui 51 già conclusi e pagati). Non solo mondo pubblico dunque, le imprese private del settore turistico hanno ricevuto dal GAL Alto Bellunese sostegno per ben 42 progetti presentati in passato per un contributo totale che ammonta a 2, 4 milioni di euro. — LUCA DE MICHIEL © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

L’EX INTERISTA STANKOVIC FERMATO SULL’A4 C’era anche Dejan Stankovic tra gli oltre 500 automobilisti sull’A4 controllati dalla Polstrada: l’ex interista andava in Croazia. Dopo il controllo ha ringraziato gli agenti. Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

«Corte dei conti, troppi esposti politici» Apertura dell’anno giudiziario per la magistratura contabile `Lo scorso anno archiviate 768 denunce. Paolo Evangelista: senza cerimonia per il Coronavirus. Stoccate dal procuratore «Consiglieri di minoranza chiedono giudizi che non ci spettano» `

LA RELAZIONE VENEZIA C’è una tesi per cui spesso il lavoro delle procure contabili sia un freno al buon funzionamento delle pubbliche amministrazioni. Che, liberate dai legacci o dai cavilli posti da chi amministra quel tipo di giustizia, godrebbero di maggior efficienza perché non incatenate a miriadi di processi infiniti. Una tesi che Paolo Evangelista, procuratore della Corte dei conti del Veneto, smonta pezzo su pezzo nella relazione con la quale inaugura oggi (senza cerimonia per via del coronavirus) il nuovo anno giudiziario contabile. E, al contempo, tira le fila di dodici mesi importanti in cui si è chiusa la «vicenda corruttiva del Mose, tra le più sconcertanti della storia recente delle istituzioni venete». Una storia ancora al centro delle indagini della procura erariale per «alcune condotte che avrebbero causato aggravio di costi ed ingiustificati ritardi nel completamento delle opere».

L’ANALISI L’analisi parte però puntando sulla pubblica amministrazione. «Non trova alcun fondamento - scrive il procuratore di palazzo dei Camerlenghi nella sua relazione - la tesi secondo la quale la funzione esercitata dal pubblico ministero contabile fa-

PARTE DELLA SUA RELAZIONE DEDICATA ALLA VICENDA MOSE: «APPROFONDIMENTI SONO ANCORA IN CORSO»

vorisca la paralisi della firma dei dirigenti, per il timore di commettere errori, ed incentivi la cosiddetta burocrazia difensiva o, nell’ambito della responsabilità sanitaria, la cosiddetta medicina difensiva». Per Evangelista sono quindi altri i freni. «Le cause ostative alla efficienza dell’agire dalla pubblica amministrazione - continua il procuratore - hanno ben altra origine, tra cui la (eufemisticamente) complessa disciplina normativa e regolamentare da applicare, ad esempio in materia di appalti pubblici ed immagino, al contrario, una pericolosa deresponsabilizzazione dei dirigenti pubblici laddove rispondano dei danni finanziari a loro imputabili esclusivamente a titolo di dolo».

RUOLO SBAGLIATO Il destro per un’analisi che sa anche da richiamo alle responsabilità, lo fornisce l’analisi dei numeri messi insieme dalla Corte dei conti del Veneto nel 2019. In dodici mesi la Corte dei conti ha recuperati importi per 3,5 milioni di euro. Sempre nel 2019 sono stati emessi sequestri conservativi per 47,4 milioni di euro anche con operazioni innovative. In tutto 6.214 i fascicoli pendenti e di 1.548 istruttorie aperte, 768 si sono chiuse con un’archiviazione. La chiave di lettura la dà ancora il procuratore. «Spesso le denunce di asseriti danni erariali sono presentate da consiglieri di minoranza di Enti territoriali, i quali sottolineano solamente la diseconomicità o l’ingiustificata eccessiva onerosità di delibere di spesa approvate. Ebbene - continua in questi casi è configurabile tutt’al più una responsabilità politica degli amministratori in carica che non può e non deve essere oggetto di sindacato del

Le denunce del 2019 SITUAZIONE DELLE ISTRUTTORIE

TIPOLOGIA DELLE DENUNCE PERVENUTE

PENDENTI

1,45 attività contenziosa 1,22 attività istruttoria e organizzazione

5.469 6.214 al 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2019

1,53 compensi trattamento econ. del personale 1,37 concorsi

1.548 Aperte

35 Numero atti di citazione

786 Archiviazioni

0,84 conferimento incarichi professionali 0,91 contributi pubblici

(escluse le archiviazioni immediate)

1,83 danno al patrimonio 8,64 debiti fuori bilancio 4,13 entrate

ISTRUTTORIE ANNO 2019 Autorità giudiziaria 21%

Regione 3%

14,84 equa riparazione 0,91 incidenti 4,51 incidenti automobilistici 3,13 lesioni da attività sanitaria

Enti sanitari 5% Altri 27%

Provenienza delle denunce

1,37 opere

Stato 23%

2,29 personale 1,53 procedimento di gara 3,28 reati dipedenti pubblici

Anonimi 4%

Enti locali 17%

1,37 verifiche amm.vo contabili 44,85 altre

Fonte:

L’Ego-Hub

giudice contabile». Procedimenti devono essere aperti, anche d’ufficio, quando invece «si rinvengano costi dell’Ente indebiti - il cosiddetto danno erariale ovvero spese sostenute o mancate entrate in violazione della disciplina normativa e regolamentare di settore».

IL GRANDE SCANDALO Riannodando le fila delle varie sentenze emesse lo scorso anno, il numero uno di palazzo dei Carmelenghi richiama la condanna dell’ex Governatore del Veneto Giancarlo Galan a risarcire la Regione con 764.400 euro per aver dirottato 24 milioni destinati alla salvaguardia di Venezia nelle casse della Dioce-

si di San Marco per la ristrutturazione del Marcianum. Mentre l’epilogo della vicenda Mose è considerata la sentenza di fine anno con cui erano stati condannati a risarcire lo Stato con 6,9 milioni di euro gli ex vertici del Consorzio Venezia Nuova e lo stesso Cvn. Tra i condannati anche Giovanni Mazzacurati, semplicemente il padre del Mose ed ex presidente del Cvn, morto il 24 settembre in California: unica condanna, seppur postuma, per lui nell’affaire Mose. «Per la determinazione del danno erariale - si legge nella relazione - la Procura ha ritenuto di avvalersi del criterio della traslazione dell’importo delle tangenti in termini di “maggior co-

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MAGISTRATO Paolo Evangelista

Finto laboratorio tessile dava lavoro a 237 persone: denunciati 55 cinesi L’INDAGINE ARZERGRANDE (PADOVA) Si prendeva gioco del Fisco e dell’Inps producendo buste paga fasulle senza effettuare la denuncia dei redditi. Nei guai è finito un’imprenditore cinese di 45 anni, J.Q. attualmente dimorante in provincia di Bergamo. A stroncare ogni forma di illegalità ci hanno pensato i militari delle Fiamme Gialle del distaccamento di Piove di Sacco nel padovano. L’azienda sotto la lente d’ingrandimento si trovava in via Umberto I nella zona industriale di Arzergrande, piccolo comune della Saccisica. Da quanto ricostruito dai finanzieri il laboratorio tessile era ormai chiuso dal 2016, ma finti operai continuavano a risultare

in servizio con tanto di documentazione. Ma era tutta una truffa.

LA LUNGA RICOSTRUZIONE L’indagine è partita due anni fa e ha permesso di ricostruire nei dettagli tutta la vicenda. Sono stati denunciati 55 cinesi. Sono accusati di aver perpetrato in concorso tra loro, un disegno criminoso teso a truffare lo Sta-

LA TRUFFA SCOPERTA DALLA GUARDIA DI FINANZA SERVIVA PER OTTENERE I PERMESSI DI SOGGIORNO

to mediante una fitta rete di false assunzioni lavorative che avevano l’unico scopo di garantire a cinesi nullafacenti la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno. Il titolare adesso dimorante nel bergamasco è stato anche denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I 55 denunciati sono solo la punta di un iceberg scoperto dai militari della Finanza. Dopo aver recuperato tutta la documentazione hanno infatti appreso che alle dipendenze di J.Q. avrebbero operato 237 finti operai che di fatto non sono rimasti neppure un minuto davanti alla macchina da cucire.

L’AVVIO Tutta l’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Pa-

I CONTROLLI Sono stati i finanziari di Piove di Sacco a scoprire l’azienda fantasma dopo 2 anni di indagini

dova, è partita due anni fa a seguito di un banale controllo fiscale. Ebbene è emerso che l’imprenditore non aveva effettuato la dichiarazione dei redditi risultando di fatto un evasore totale. A fronte di questa posizione sono tuttavia apparsi anomali altri elementi raccolti secondo cui tra il 2016 e il 2017 il responsabile aveva dichiarato una perdita

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sto” dell’opera o della prestazione, considerando che le tangenti erogate abbiano comunque influito anche sulla formazione del “prezzo chiuso”, oltre che influire sul sistema dei controlli, con possibili riflessi sulla qualità dell’opera e conseguente aggravio di costi sull’amministrazione». In tutto, le condanne per le mazzette del Mose che il 4 giugno 2014 decapitarono l’allora classe dirigente della Regione, si calcolano in 20,4 milioni di euro. E non è finita: «Sono tutt’ora in corso di approfondimento istruttorio alcune condotte che avrebbero causato aggravio di costi ed ingiustificati ritardi nella fase del completamento delle opere» conclude Evangelista. A cui fa eco il presidente della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti del Veneto, Salvatore Pilato. È lui a inserire il Mose e la sua conclusione nella programmazione dei controlli di gestione per il 2020. Le dighe mobili per la salvaguardia di Venezia sono fianco a fianco ai fascicoli sulla Pedemontana e sullo stato di attuazione dei piani di razionalizzazione delle società a partecipazione pubblica nella gestione del bilancio della Regione Veneto e del bilancio degli enti locali e indagini ci saranno anche sul non corretto utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche nel sistema socio-sanitario veneto. Nicola Munaro

d’impresa di quasi 5 milioni di euro. Nello specifico la perdita nel 2016 era pari a un milione 492mila euro e nel 2017 di 3 milioni 325mila euro. Perdita che veniva giustificata dalla presenza di centinaia di buste paga fatte ai presunti 237 operai dichiarati. Una parte di questi finti operai, appunto 55 sono stati sentiti a sommarie informazioni e do-

FARO PUNTATO SULL’AGGRAVIO DEI COSTI E I RITARDI DELLE PARATOIE IN LAGUNA

po qualche titubanza hanno avrebbero fatto le prime ammissioni sul sodalizio che si era creato per ottenere il permesso di soggiorno facilmente. L’indagine della Finanza assume un rilievo ancora più importante dato che l’Inps, con la quale i militari hanno collaborato per tutto il corso dell’attività, è riuscita a disconoscere 237 posizioni assicurative fittizie, cui corrispondono contributi dichiarati e non versati per circa 1.400.000,00 euro. Si procederà ora all’annullamento delle varie posizioni con un importante risparmio per mancata erogazione futura di prestazioni assistenziali e pensionistiche. Le indagini della Finanza potrebbero non essere finite qui. C’è infatti ancora da capire quali vantaggi economici riuscisse ad assicurarsi l’imprenditore a fronte dei favori che riusciva a garantire ai suoi connazionali finti operai. Cesare Arcolini © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest IL PROVVEDIMENTO VENEZIA La vigilia della festa della Liberazione il governatore Luca Zaia ha riaperto in Veneto gelaterie, pizzerie, kebab, pasticcerie: non più solo consegna a domicilio, da ieri (e non dalle 15, perché l’ordinanza non indica alcun orario) è possibile anche la vendita per asporto, il cosiddetto tawe away: vado io a prendermi il cibo - meglio se prenotandolo prima - e me lo porto a casa. Andare a comprarsi un cono di gelato rientrerà quindi nell’elenco dei motivi “indifferibili e urgenti” che consentiranno di uscire di casa senza incappare in una multa? A sentire Zaia sì, perché fa parte dell’alimentazione, è un po’ come andare a fare la spesa e siccome la situazione sanitaria in Veneto è nettamente migliorata - ieri “appena” 130 ricoverati in terapia intensiva, dieci in meno nell’arco di ventiquattr’ore - il presidente ha deciso di allentare le maglie.

RIPRENDONO LE VISITE NEI CIMITERI MA RIMANGONO LE RESTRIZIONI: GUANTI, MASCHERINE E DISTANZE

Cibi d’asporto e cantieri Zaia anticipa le aperture Il Veneto non aspetta il governo e allenta già i divieti: `Via libera a lavori pubblici e manutenzioni edilizie gelaterie, pizzerie, kebab e pasticcerie vendono in loco Acquisti dal fiorista e piantine sui banchi dei mercati `

E dunque ecco anche i fioristi aperti, i banchi di piantine nei mercati, gli orti aperti, i cimiteri aperti. E fa niente se i camposanti sono di competenza dei sindaci: all’ora di pranzo, a reti locali pressoché unificate, Zaia rivolge un pensiero a chi ha perso il padre, la madre, il fratello, il figlio e chiede alle amministrazioni locali di mettersi una mano sul cuore: «Lasciate che i cittadini vadano a dire una preghiera sulla tomba dei propri cari perché è soprattutto nei giorni di festa che si sente di più la mancanza di chi ci ha lasciato». Una ordinanza, quella emanata ieri pomeriggio, che ha scatenato le opposizioni: «Il delirio di

Cibo d’asporto Ora è possibile l’acquisto nei locali

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ra è possibile andare a prendere il gelato. E anche la pizza. La vendita per asporto sarà effettuata, se possibile, previa ordinazione on-line o telefonica, garantendo l’ingresso di un cliente alla volta (con guanti e mascherina) o la consegna all’esterno del locale nel rispetto della distanza di un metro tra le persone. Gestore e addetti devono indossare le protezioni; rimane sospesa ogni forma di consumo sul posto e resta la possibilità di consegna a domicilio.

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I NUMERI La premessa di Zaia sono i numeri. «Ve l’avevo detto il 13 aprile: ricordatevi i numeri di oggi che poi li verificheremo in occasione del ponte di San Marco. Quel giorno avevamo 1.672 ricoverati e 245 pazienti in terapia intensiva. Dopo 11 giorni i ricoverati sono scesi a 1.289, cioè quasi 400 in meno e i posti in rianimazione si sono quasi dimezzati. Così siamo andati a raschiare sul fondo del barile per

togliere tutte le restrizioni che possono essere tolte alla luce di un trend positivo che dura da due settimane. Allentare le misure non vuol però dire che è finita, ai cittadini lo dico chiaramente: non è che si vada in piazza a far festa». Il rischio che qualcuno impugni l’ordinanza c’è: «Un ricorso in Italia non si nega a nessuno», ha detto Zaia, ma l’assessore Gianpaolo Bottacin un po’ ha tranquillizzato: «In teleconferenza stamattina con il capo nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli ho fatto presente che stava per uscire questa nostra ordinanza e al rappresentante del ministero dell’Interno ho chiesto che

venissero avvisate le prefetture in modo da non creare problemi ai cittadini: più che l’impugnazione dell’ordinanza, la preoccupazione è per le multe».

LE MISURE Come si può leggere nelle schede pubblicate in queste pagine, l’ordinanza numero 42 allenta le misure su più fronti. Le principali: 1) è consentita la vendita di cibo da asporto, ma non si potrà consumarli sul posto; 2) le cartolerie e i negozi di vestiti (e scarpe) per bambini potranno essere aperti tutta la settimana e non più solo due giorni; 3) possono riprendere tutte le opere pubbliche non più per codice

Ateco ma per categoria, dalle strade alle dighe; 4) l’edilizia riprende solo sui manufatti esistenti, quindi per manutenzioni, ma non per nuove costruzioni; 5) si potrà tornare a lavorare nell’orto anche lontano da casa, ma se si tratta di orti urbani o comunali bisognerà stare distanti un metro l’uno dall’altro, avere guanti e mascherina; 6) possono riaprire le fiorerie («Oggi potete farvi regalare il bocolo di San Marco», ha chiosato Zaia) anche nei mercati. Cos’è che non cambia? Non cambiano le restrizioni sui supermercati che devono restare chiusi nei giorni festivi («Fosse una competenza regionale io li

Costruzioni Via ai cantieri per le opere pubbliche

L’

ordinanza dà via libera ai lavori per le opere pubbliche a prescindere dai codici Ateco intestati all’appaltatore e a condizione che questi sia in possesso della qualificazione Soa. L’elenco comprende strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, linee tranviarie, metropolitane, funicolari, aeroporti, dighe, acquedotti, gasdotti, oleodotti, opere marittime e fluviali, di sistemazione idraulica e di bonifica e demolizioni.

Commercio Librerie e negozi per bambini sempre aperti on la nuova ordinanza viene revocata la disposizione restrittiva (rispetto al decreto del presidente del Consiglio dei ministri) adottata dal Veneto il 13 aprile che limitava a due giorni alla settimana l’apertura di negozi di vestiti - comprese le scarpe - per bambini, cartolerie e librerie. E d’ora in poi abbigliamento e scarpe per i più piccoli potranno essere venduti anche nei mercati rionali.

onnipotenza crea mostri», ha postato su Fb Alessandro Bisato, segretario regionale dei dem e primo cittadino di Noventa Padovana.

Manutenzioni Edilizia privata e imbarcazioni prima ripresa

È

possibile, previa comunicazione, intervenire sul patrimonio edilizio esistente. Resta, invece, ancora vietata la ripresa dei lavori nei cantieri per le nuove costruzioni. Sono consentite anche le prestazioni di servizio di carattere artigianale rese da terzi per la manutenzione a bordo di imbarcazioni da diporto all’ormeggio nonché per prove, collaudo e consegna delle stesse, e di sistemazione delle darsene per l’attività ordinaria.

L’intervista Fabio Pinelli

P

andemia fa rima con democrazia. Ma come si concilia la gestione dell’emergenza sanitaria con la tutela dei diritti fondamentali? È il tema al centro di un paper della Fondazione Leonardo, presieduta da Luciano Violante, del cui comitato scientifico fa parte anche il giurista Fabio Pinelli, avvocato di Padova e consulente della Regione, che sta studiando in particolare il rapporto tra giustizia e intelligenza artificiale. L’app di tracciamento dei contagi ha aperto il dibattito sulla difesa della privacy: ci può essere un punto di mediazione? «L’emergenza sanitaria in corso deve consentire delle deroghe. Il punto è capire che tali devono essere, cioè condizioni temporanee ed emergenziali, non situazioni di non ritorno. In una Costituzione pluralista, qual è la

«Salute e privacy, diritti da bilanciare Tutte le deroghe siano temporanee» nostra, i beni e i diritti devono convivere e bilanciarsi. Il bene -diritto alla salute non è superiore a quelli alla libertà e al lavoro, non può esistere una tirannia dell’uno sugli altri». Nemmeno di fronte a un’epidemia così grave e diffusa? «Nutro dei seri dubbi, e non sono il solo, sulla legittimità anche costituzionale dell’iter seguito, in particolare con l’imposizione di limiti alla libertà personale attuata per mezzo di decreti del presidente del Consiglio dei mi-

nistri. Detto questo, sappiamo che c’è un’emergenza epocale da affrontare e quindi guardiamo con una certa elasticità ai paletti dell’ordinamento giuridico, purché appunto tutto ciò non si trasformi in una situazione irreversibile per il futuro». Vale anche per la tesi dell’uso obbligatorio dell’app, sostenuta ad esempio da Luca Zaia? «L’obbligo potrebbe essere una via derogatoria eccezionale, per far sì che lo strumento sia efficace. Ma su questo secondo me il

problema più rilevante è un altro e riguarda l’utilizzo dell’algoritmo di monitoraggio da parte di società private. Occorre che ci sia certezza di trasparenza e affidabilità in queste piattaforme, perciò è fondamentale il controllo pubblico, anche per lo stoccaggio dei dati. Le nuove tecnologie pongono tante sfide, fra queste la tutela della riservatezza, rispetto non solo ai dati personali ma anche ai gusti, agli orientamenti, alle opinioni. Su tutto questo c’è un percorso educativo da fare, serve una grande

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«SICCOME L’EMERGENZA È EPOCALE GUARDIAMO CON ELASTICITÀ AI PALETTI GIURIDICI MA SENZA APPRODI DI NON RITORNO»

opera pedagogica. Non a caso in Leonardo stiamo affrontando il tema dell’umanesimo digitale». In che termini? «Stiamo assistendo a un processo di disumanizzazione della società. La tecnologia può accorciare le distanze, ma anche amplificarle, ri-


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Primo Piano

terrei sempre chiusi la domenica», ha detto Zaia) e rimangono gli obblighi del distanziamento sociale così come dei guanti o del gel disinfettante e della mascherina. I parchi? «Non dipende dalla Regione, fosse stato per me li avrei aperti pur con l’obbligo della mascherina».

LE INTERPRETAZIONI Se i presidenti di Regione possono emanare solo ordinanze restrittive, come ha potuto Zaia allentare le maglie? A quante multe andremo incontro? Per fare un esempio, si potrà andare a portare un fiore sulla tomba dei propri cari se il cimitero si trova in un altro Comune? A detta dell’Avvocatura regionale sì perché siamo nell’alveo dell’articolo 1, comma 1, lettera a del Dpcm del 10 aprile: è possibile spostarsi in un Comune diverso da quello in cui si abita, oltre che per comprovate esigenze lavorative e per motivi di salute, per “situazioni di necessità”. Tale sarebbe la visita dai defunti. Un po’ come per la spesa se in paese non ci sono negozi. Idem l’orto. Gelaterie, pizzerie, pasticcerie, invece, solo vicino a casa. Zaia precisa: «Nessuna contrapposizione con le misure nazionali. È l’interpretazione e il riordino, in molti casi l’allineamento, con altre realtà regionali e con lo stesso Dpcm vigente». Alda Vanzan

Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

Sindaci presi in contropiede chi si adegua e chi protesta Vicenza riapre subito camposanti e orti `Anche categorie e sindacati si dividono Brugnaro: «Vogliamo essere informati» «Segnali positivi». «No, mossa avventata» `

La citazione «Il ministero? Come una poiana che gira attorno al concetto» Mai vista una poiana? È un uccello, specie protetta, un predatore che preferisce i boschi e caccia in territori aperti. Ecco, da ieri, quantomeno da chi ha visto la diretta di Zaia quando ha annunciato la nuova ordinanza, la poiana è associata al ministero che doveva aprire le fiorerie e non l’ha fatto: «C’è stata una circolare ministeriale - ha detto Zaia - che però non parla di fiorerie, gira attorno al concetto come una poiana... wooo... wooo. Allora lo diciamo noi: fioristi aperti». (al.va.)

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LE REAZIONI VENEZIA C’è chi, come il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, si è immediatamente allineato alla nuova ordinanza regionale revocando le ordinanze comunali sul divieto di accesso a cimiteri e orti urbani. E chi, come Alessandro Bisato, che non è solo sindaco di Noventa Padovana ma anche segretario regionale del Pd, ha tuonato: «Chi è che dice a Zaia che visto che non sapeva come riempire l’ennesima comparsata in conferenza stampa quotidiana, la sua invenzione di fare un’ordinanza che entra in vigore dalle 15 di oggi pomeriggio sta mettendo nelle peste tutti i sindaci del Veneto che adesso impazziranno dietro alle richieste di commercianti su apertura asporto, dei cittadini per disciplinare apertura o meno dei cimiteri, senza certezza su nulla». Ma lo sfogo più singolare, in diretta Facebook, un

po’ in italiano, un po’ in dialetto, è stato quello del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che ha lamentato la mancanza di informazione: «Adesso basta con ‘sta storia. Vogliamo precise telefonate da parte del Governo e della Regione su certe robe. Vogliamo essere informati prima». Fino a sbottare: «Ae tre verze i cimiteri, vado mi a verzer coe ciave?». L’ordinanza sul take away (e non solo) divide partiti, sindacati, associazioni di categoria. Il Pd, che pure in Regione ha votato la manovra di bilancio (il capogruppo Stefano Fracasso: «Sì al maxiemendamento della giunta, anche se le risorse sono insufficienti e bene l’indennità per il personale sanitario, ma continueremo a chiedere di più») dice che il nuovo provvedimento fa solo «confusione». Sulla stessa linea il segretario regionale di Articolo uno, Gabriele Scaramuzza: «L’ultima ordinanza del presidente Zaia gli fa vincere la cintura nera di con-

fusione, sbaragliando ogni avversario». La Lega, con l’assessore Roberto Marcato che aveva proposto l’allentamento delle restrizioni dopo un confronto con le categorie, è ovviamente soddisfatta: «Sono parti di economia che si rimettono in moto». E Simonetta Rubinato, presidente dell’associazione Veneto Vivo: «Zaia segue l’esempio di Toti, un bene per i veneti».

LE CATEGORIE Giudizio positivo da parte del presidente di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo: «Positivi questi segni concreti di apertura. Con questa ordinanza che permette la vendita al minuto, si riesce a dare respiro ad un comparto fondamentale (che solo in Veneto consta di 6.300 imprese e 27 mila addetti), quello delle pasticcerie, gelaterie, gastronomie, birrai, salumifici, prosciuttifici e produttori di pasta fresca ed ogni altra leccornia arti-

Verde Riaprono le fiorerie (e i mercati)

S

emi, piante, fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti possono essere venduti anche nelle fiorerie. Non solo consegne a domicilio, quindi, da parte dei vivai. Anche nei mercati e nelle analoghe forme di vendita su area pubblica o privata è ammessa la vendita di prodotti florovivaistici (così pure l’ abbigliamento per bambini). E sono consentiti i tagli boschivi anche per autoconsumo, ma in presenza di una effettiva situazione di necessità.

1M

È

I SINDACATI Duro il giudizio di Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto: «Una scelta propagandistica nel corso di una emergenza sanitaria tutt’altro che superata. Speriamo di non doverne misurare gli effetti tra 15 giorni». Gerardo Colamarco, segretario generale di Uil Veneto: «Mossa avventata, è in gioco la salute di tutti i cittadini». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cimiteri Consentite le visite al caro estinto

È

consentito l’accesso ai cimiteri nel rispetto dell’obbligo di distanziamento di un metro tra le persone e dell’uso di mascherina e guanti(o gel disinfettante). In questo caso non c’è l’obbligo di spostarsi solamente all’interno del territorio del Comune di residenza: se, per esempio, il figlio abita a Venezia ma ha i genitori sepolti a Padova può recarsi liberamente in visita. Occhio: l’ultima parola per la riapertura dei cimiteri spetta ai sindaci.

Coltivazioni Gli orti urbani tornano “liberi” (con cautela) consentita la coltivazione del terreno per uso agricolo per autoconsumo, anche all’interno di orti urbani e comunali, nel rispetto degli obblighi di distanziamento di un metro e dell’uso di mascherina e guanti o garantendo l’igiene delle mani con idoneo prodotto igienizzante. La disposizione mette fine alle polemiche sollevate da più parti in queste settimane per l’applicazione di sanzioni ai danni di chi si recava negli orti.

giana. Parzialmente positiva anche l’apertura del comparto edile: bisogna però aprire anche ai cantieri per le nuove costruzioni». Lo stesso dicasi da parte di Coldiretti. Puntualizza il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin: «Ben venga il messaggio che si va verso la normalità, però un po’ di preavviso e messaggi univoci non guasterebbero». Cristina Giussani, presidente regionale Confesercenti: «Pur nei limiti imposti dalle competenze regionali, è il segnale che è possibile ripartire. Siamo soddisfatti che siano state accolte le nostre richieste di revocare le restrizioni per librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento e calzature per bambino e fiorerie. Il take away è la soluzione più efficace per far ripartire ristoranti, bar e locali nella sicurezza di tutti, dipendenti e clienti».

Sicurezza Misure d’igiene e distanza di un metro

È

confermato nei luoghi pubblici o aperti al pubblico l’obbligo di rispettare il distanziamento di un metro e di utilizzare mascherina e guanti (o garantire la pulizia delle mani con prodotti igienizzanti). Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro permane l’obbligo di applicazione del protocollo per la sicurezza sottoscritto a livello nazionale il 14 marzo, nonché di ogni ulteriore disposizione più restrittiva operante nel singolo posto di lavoro.

Il ritorno dei bimbi in asilo? Col cambio di scarpe telligenza artificiale nella giurisdizione: il giudice-robot».

«APP OBBLIGATORIA? IN VIA ECCEZIONALE PERCHÉ FUNZIONI MA È FONDAMENTALE IL CONTROLLO PUBBLICO SUI DATI» ducendo drasticamente l’empatia che nutre le relazioni personali. Siamo nel capitalismo digitale, ma la persona umana con la sua dignità non può essere un elemento accessorio. Ancora una volta, sono tutti elementi che devono trovare un equilibrio. Come per l’impiego dell’in-

Cos’è, fantascienza? «No, una sperimentazione già in corso in diversi Paesi, dall’Estonia al Brasile. L’algoritmo è per definizione giusto: assume una decisione prevedibile. Certo, potrebbe essere uno strumento ragionevole in certi contenziosi civili, mentre è molto più problematico nel penale, dove già l’udienza in streaming pone difficoltà nel rispettare il principio del processo pubblico e del contraddittorio tra le parti davanti a un giudice terzo. Quindi lo scenario è avveniristico, tutto da verificare e confrontare con le garanzie costituzionali, ma non possiamo far finta che il mondo non vada in questa direzione». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

`E la Cisl chiede

che anche i papà abbiano i congedi IL PIANO

NIDO VUOTO Un asilo com’è oggi

VENEZIA Una volta davanti agli asili nido e alle scuole materne c’erano gruppetti di mamme che, dopo aver accompagnato i pargoli, socializzano: due chiacchiere, magari un caffè al bar accanto. Domani, quando le strutture per l’infanzia riapriranno, i convenevoli non saranno più possibili: un solo genitore porterà e andrà a prendere il figlio. E quando i bimbi entreranno a scuola, si cambieranno le scarpe. Perché tutto dovrà essere pulito, igienizzato, sicuro. Sono alcune delle linee guida

9456043a-a330-4efd-96bc-6699c2e6c819

che la Regione del Veneto si appresta a redigere per far riaprire i nidi e le materne dopo il confronto con il Dipartimento Prevenzione, i pediatri di libera scelta, la Fism, Assonidi e anche l’Anci perché molti nidi sono comunali. «La nostra volontà è riaprire - ha detto l’assessore regionale Manuela Lanzarin - I bambini devono tornare a fare i bambini, ora stanno soffrendo, gli esperti ci riferiscono di casi di aggressione. E poi c’è una difficoltà legata alla ripresa lavorativa». Ossia: se i genitori torneranno al lavoro, i bimbi con chi staranno a casa? Entro lunedì tutte le parti coinvolte dovranno presentare alla Regione le proprie osservazioni. I tempi di riapertura degli asili? «L’obiettivo è allinearli alle attività produttive». Quindi, il 4 maggio o giù di lì.

«Riprendere il lavoro in sicurezza vuol dire pensare al futuro e i figli sono il futuro», ha detto Gianfranco Refosco, segretario Cisl Veneto, che ha già presentato sei proposte alla Regione tra cui il rinnovo dei congedi speciali aggiungendo ulteriori giorni e aumentando l’indennità («Deve valere la regola dell’alternanza dei genitori, non possono essere solo le lavoratrici ad assentarsi dal lavoro»), il rinnovo del bonus baby-sitting, l’apertura dei centri estivi.

ANZIANI Sul fronte anziani, potrebbero essere riammesse le visite dei parenti anche se, ha detto Lanzarin, «non è facile perché, come per gli ospedali, le case di riposo devono stare il più possibile blindate». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


10

Primo Piano

Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid-19

SARS-CoV-2 in Veneto Dati aggiornati al 24/4/2020 ore 8:00

Calano i contagiati «Ora ci si ammala in ospizio e a casa»

Fonte: AZIENDA ZERO REGIONE VENETO

Sono stati diagnosticati nel territorio della Regione Veneto 17.299 (+348 rispetto a ieri) casi di infezione da Sars-CoV-2

9.679

Numero di casi diagnosticati per Provincia di residenza

(-246) attualmente positivi

8.273 (-206) in isolamento domiciliare

1042

in ospedale

1.159 (-30) in area non critica 130 (-10) in terapia intensiva

3794 413

in strutture intermedie

1.244 (+38)

In tutta Italia diminuiscono i malati, `Studio dell’Iss: nuovi casi in Rsa, rallentano i decessi e salgono i guariti famiglia, ospedale e luogo di lavoro

decessi

2.509 (+60)

IL PUNTO VENEZIA In tutta Italia diminuiscono i numeri delle persone attualmente contagiate (-321) e ricoverate (-897), rallenta la variazione giornaliera dei decessi (+420, mentre l’altro giorno erano stati +468), cresce la quantità dei soggetti guariti (+2.922). Certo, i casi totali aumentano (+3.021, arrivando a 192.994), ma quello è un dato che contiene tutto: malati attuali (106.527, morti (25.969) e negativizzati (60.498), risentendo inevitabilmente anche dell’incremento dei tamponi, arrivati ieri mattina a 1.642.356, di cui 95.273 esaminati nelle ultime ventiquattr’ore rilevate ed evidentemente risultati in larga parte negativi.

LE FONTI Dov’è che avvengono le nuove infezioni, allora? La classifica delle fonti è stata stilata dal friulano Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità: casa di riposo, famiglia, ospedale e luogo di lavoro. A dirlo è

IL FRIULANO BRUSAFERRO: «BISOGNA MANTENERE L’INDICE SOTTO QUOTA 1» IL TRENTINO MERLER: «IN VENETO È 0,61 E IN FVG È 0,62»

LA RICERCA PADOVA Smarrire la percezione di profumi e sapori, rimanere indifferenti al caffè del mattino, a una stecca di cioccolato o a una fetta di tiramisù, insomma insensibili alle espressioni odorose del mondo che ci circonda e al gusto di ciò che mettiamo nel piatto, potrebbe essere una spia dell’avvenuto contagio da Coronavirus, nelle forme lievi o moderate. Oltre il 60% dei pazienti con diagnosi di Covid-19 infatti perde completamente l’olfatto e una percentuale ancora più elevata (88%) soffre di un certo grado di alterazione del gusto: è quanto emerge dal primo studio multicentrico finora realizzato sull’argomento, condotto da un gruppo di ricercatori coordinato dal professor Cosimo de Filippis, direttore della Scuola di specializzazione in Audiologia e foniatria dell’Università di Padova, insieme a colleghi young investigators della International Federation of Otorhinolaryngology Societies (Yo-Ifos) e ad altre società europee. Le conclusioni dell’indagine, che ha coinvolto anche specialisti dell’Unità operativa di Fonia-

I dati

-321 Il calo delle persone attualmente positive in Italia rilevato ieri mattina

420 I decessi registrati secondo l’ultimo bollettino: la variazione rallenta

1,6 I milioni di tamponi effettuati a livello nazionale

I VALORI Aggiunge il trentino Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Kessler e componente del comitato tecnico-scientifico del Veneto: «L’attuale indice di con-

tagio in Italia è tra 0,2 e 0,7, ma ci vuole poco a tornare sopra la soglia. Insomma, c’è un margine, ma non siamo ancora in una situazione di sicurezza». Nel dettaglio, l’analisi più recente evidenzia valori di 0,61 in Veneto, 0,62 in Friuli Venezia Giulia, 0,64 a Bolzano, 0,44 a Trento. E la Lombardia, pur registrando i numeri assoluti più pesanti di tutte le regioni, mostra l’indice più basso della Penisola: 0,40.

6.306 (+556) guariti (negativizzati al test)

57%

10,75%

43%

Numero di casi positivi per SARS-CoV-2 8.000

Per quanto riguarda il Veneto, il bollettino aggiornato alle 8 di ieri mattina segna 348 nuovi casi di infezione, a fronte però di una nuova impennata dei tamponi, giunti ormai a quota 296.896. Cala il numero degli individui attualmente positivi, ora 9.679, così come prosegue la discesa della pressione sui ricoveri nei reparti ospedalieri (1.159, -30) e sulle Terapie intensive (130, -10), un dato quest’ultimo che si è pressoché dimezzato nel giro di dieci giorni. Sale purtroppo il dato dei decessi: +18, per un totale che tra ospedali e case di

6.000 4.000 2. 000 0

/2

/3

24

Deceduti totali

/3

Ricoverati in TI

riposo raggiunge le 1.244 unità. Ma aumentano anche i guariti: ora sono 6.306,

IN FRIULI VENEZIA GIULIA Infine in Friuli Venezia Giulia

Ricoverati non in TI

IL VIDEOCLIP Ecco un frammento di “Gente bella”

Guariti

/4

24

Non ricoverati in ospedale per acuti

i casi totali di contagio a ieri mattina sono 2.882 (+24), di cui 1.320 attualmente positivi. I totalmente guariti risultano essere 1.162, mentre i clinicamente guariti (persone senza più sintomi ma non ancora negative al tampone) sono 142. Altri 2 decessi portano a 258 il numero complessivo dei morti da Covid-19. Sono 16 i pazienti ricoverati in Terapia intensiva, 136 quelli che si trovano in altri reparti. Invece le persone in isolamento domiciliare si attestano a 1.168. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gusto alterato e perdita dell’olfatto possibili spie dell’avvenuta infezione LO STUDIO COORDINATO DAL PROFESSOR COSIMO DE FILIPPIS DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA SU 417 CASI DI 4 PAESI EUROPEI

4 9/

25

10

buona casa: sostenere la Protezione civile del Veneto. Un inno alla forza e alla speranza, nato da un’idea del dentista-musicista Alberto Grollo, poi elaborato insieme al cantautore Stefano Dall’Armellina e assemblato per la parte artistica dal pianista Pietro Brovazzo. Musica e parole registrate in un videoclip, lanciato ieri dal governatore Luca Zaia: «Torneremo a stare insieme e a cantare, un po’ più saggi, con più amore...». (a.pe.)

Sono stati analizzati complessivamente 417 pazienti provenienti da 12 ospedali in 4 diversi Paesi, Spagna, Belgio, Francia e Italia. «Dallo studio è emerso – argomenta de Filippis – che il 79% non presentava sintomi come ostruzione nasale o naso che cola, comunemente associati ad altre infezioni virali a livello nasale. È inoltre significativa, maggiore del 60%, l’alterazione dell’olfatto, e in questa percentuale la propensione delle donne. Per quanto riguarda il gusto,

85+ anni

10.000

IN VENETO

LE CIFRE

34,47%

45-64 65-74 75-84

0-14 15-24 25-44

“Gente bella”, la canzone per il Veneto

tria e Audiologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, sono state pubblicate sulla rivista European Archives of Oto-Rhino-Laryngology.

4,06% 18,31%

14,37%

Musica e solidarietà

VENEZIA Dai Jalisse ad Aldo Tagliapietra, passando per Erica Boschiero e Federico Stragà, ma anche l’ex atleta Sara Simeoni (con marito e allenatore Erminio Azzaro), il medico Francesco Perissinotto, il giornalista Giò Alajmo . “Gente bella”, proprio come “la canzone dell’emergenza” che 31 veneti più o meno celebri nel mondo della musica, dello sport e delle professioni intonano oppure suonano, ciascuno da casa sua in questo periodo di quarantena, ma tutti per una

1,83%

16,21%

dimessi a domicilio

lo studio preliminare condotto dall’Iss su circa 4.500 casi, notificati tra il 1° e il 23 aprile, Gli esiti dell’indagine dicono che il 44,1% dei contagi si è verificato in un ospizio, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in una struttura sanitaria e il 4,2% in contesto lavorativo. Brusaferro rimarca che la situazione epidemiologica «è nettamente migliorata anche se ci sono ancora 106 zone rosse», per cui l’atteggiamento è di prudente ottimismo: «Si riducono i sintomatici ed i pazienti gravi ma c’è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto». L’obiettivo rimane dunque quello di mantenere l’indice di contagio “R con zero” sotto il valore 1: «Se dovesse invece risalire sopra l’1, ci sarebbe una ricrescita della curva, con nuovi grandi numeri per le Terapie intensive e i decessi».

2340

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117 (0)

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l’88% dei pazienti ha riscontrato difficoltà nell’identificare aromi diversi come dolce, salato o amaro. I dati clinici provenienti dal continente asiatico hanno evidenziato come sintomi frequenti febbre, tosse, mancanza di respiro, secrezioni spesse, dolori muscolari o articolari, diarrea, mal di testa, mal di gola o naso che cola. La maggior parte dei sapori che avvertiamo è percepita attraverso il naso più che attraverso la lingua. I sapori si diffondono nel cavo orale e producono una sensazione mista di

56e86806-4853-4404-9e8e-d7fe45ea2d1c

percezione gustativa e olfattiva, responsabile della più ampia percezione del gusto». La perdita di quest’ultimo è dunque una naturale conseguenza della per-

I NUOVI INDIZI ASSOCIATI A FORME LIEVI O MODERATE. IL 79% DEI PAZIENTI NON AVEVA NASO CHE COLA O CHIUSO

dita dell’olfatto. «Tuttavia abbiamo visto - continua de Filippis come la diffusione di Covid-19 in Italia, Spagna e in Europa sia stata accompagnata da due nuovi sintomi come l’alterazione del senso dell’olfatto e del gusto. Fino ad ora, erano state descritte solo alterazioni dell’olfatto associate all’infezione da altri virus, come il virus Epstein-Barr, la parainfluenza, il rinovirus o persino altri virus della famiglia dei coronavirus».

LE IPOTESI Esistono diverse ipotesi sulle cause: la predisposizione alla malattia di alcuni individui o le mutazioni genetiche subite dal virus recentemente descritte anche da alcuni ricercatori italiani. Al momento i risultati sono preliminari ma sono stati confermati da un secondo lavoro scientifico, che porta la firma dello stesso de Filippis e di Andrea Lovato, sempre del gruppo trevigiano dell’Università di Padova. Una metanalisi su più di 1.500 pazienti Covid ha evidenziato una prevalenza significativa dei sintomi come mal di gola, naso chiuso, perdita di olfatto, alterazione del gusto. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA


3

Primo Piano

terrei sempre chiusi la domenica», ha detto Zaia) e rimangono gli obblighi del distanziamento sociale così come dei guanti o del gel disinfettante e della mascherina. I parchi? «Non dipende dalla Regione, fosse stato per me li avrei aperti pur con l’obbligo della mascherina».

LE INTERPRETAZIONI Se i presidenti di Regione possono emanare solo ordinanze restrittive, come ha potuto Zaia allentare le maglie? A quante multe andremo incontro? Per fare un esempio, si potrà andare a portare un fiore sulla tomba dei propri cari se il cimitero si trova in un altro Comune? A detta dell’Avvocatura regionale sì perché siamo nell’alveo dell’articolo 1, comma 1, lettera a del Dpcm del 10 aprile: è possibile spostarsi in un Comune diverso da quello in cui si abita, oltre che per comprovate esigenze lavorative e per motivi di salute, per “situazioni di necessità”. Tale sarebbe la visita dai defunti. Un po’ come per la spesa se in paese non ci sono negozi. Idem l’orto. Gelaterie, pizzerie, pasticcerie, invece, solo vicino a casa. Zaia precisa: «Nessuna contrapposizione con le misure nazionali. È l’interpretazione e il riordino, in molti casi l’allineamento, con altre realtà regionali e con lo stesso Dpcm vigente». Alda Vanzan

Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

Sindaci presi in contropiede chi si adegua e chi protesta Vicenza riapre subito camposanti e orti `Anche categorie e sindacati si dividono Brugnaro: «Vogliamo essere informati» «Segnali positivi». «No, mossa avventata» `

La citazione «Il ministero? Come una poiana che gira attorno al concetto» Mai vista una poiana? È un uccello, specie protetta, un predatore che preferisce i boschi e caccia in territori aperti. Ecco, da ieri, quantomeno da chi ha visto la diretta di Zaia quando ha annunciato la nuova ordinanza, la poiana è associata al ministero che doveva aprire le fiorerie e non l’ha fatto: «C’è stata una circolare ministeriale - ha detto Zaia - che però non parla di fiorerie, gira attorno al concetto come una poiana... wooo... wooo. Allora lo diciamo noi: fioristi aperti». (al.va.)

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LE REAZIONI VENEZIA C’è chi, come il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, si è immediatamente allineato alla nuova ordinanza regionale revocando le ordinanze comunali sul divieto di accesso a cimiteri e orti urbani. E chi, come Alessandro Bisato, che non è solo sindaco di Noventa Padovana ma anche segretario regionale del Pd, ha tuonato: «Chi è che dice a Zaia che visto che non sapeva come riempire l’ennesima comparsata in conferenza stampa quotidiana, la sua invenzione di fare un’ordinanza che entra in vigore dalle 15 di oggi pomeriggio sta mettendo nelle peste tutti i sindaci del Veneto che adesso impazziranno dietro alle richieste di commercianti su apertura asporto, dei cittadini per disciplinare apertura o meno dei cimiteri, senza certezza su nulla». Ma lo sfogo più singolare, in diretta Facebook, un

po’ in italiano, un po’ in dialetto, è stato quello del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che ha lamentato la mancanza di informazione: «Adesso basta con ‘sta storia. Vogliamo precise telefonate da parte del Governo e della Regione su certe robe. Vogliamo essere informati prima». Fino a sbottare: «Ae tre verze i cimiteri, vado mi a verzer coe ciave?». L’ordinanza sul take away (e non solo) divide partiti, sindacati, associazioni di categoria. Il Pd, che pure in Regione ha votato la manovra di bilancio (il capogruppo Stefano Fracasso: «Sì al maxiemendamento della giunta, anche se le risorse sono insufficienti e bene l’indennità per il personale sanitario, ma continueremo a chiedere di più») dice che il nuovo provvedimento fa solo «confusione». Sulla stessa linea il segretario regionale di Articolo uno, Gabriele Scaramuzza: «L’ultima ordinanza del presidente Zaia gli fa vincere la cintura nera di con-

fusione, sbaragliando ogni avversario». La Lega, con l’assessore Roberto Marcato che aveva proposto l’allentamento delle restrizioni dopo un confronto con le categorie, è ovviamente soddisfatta: «Sono parti di economia che si rimettono in moto». E Simonetta Rubinato, presidente dell’associazione Veneto Vivo: «Zaia segue l’esempio di Toti, un bene per i veneti».

LE CATEGORIE Giudizio positivo da parte del presidente di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo: «Positivi questi segni concreti di apertura. Con questa ordinanza che permette la vendita al minuto, si riesce a dare respiro ad un comparto fondamentale (che solo in Veneto consta di 6.300 imprese e 27 mila addetti), quello delle pasticcerie, gelaterie, gastronomie, birrai, salumifici, prosciuttifici e produttori di pasta fresca ed ogni altra leccornia arti-

Verde Riaprono le fiorerie (e i mercati)

S

emi, piante, fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti possono essere venduti anche nelle fiorerie. Non solo consegne a domicilio, quindi, da parte dei vivai. Anche nei mercati e nelle analoghe forme di vendita su area pubblica o privata è ammessa la vendita di prodotti florovivaistici (così pure l’ abbigliamento per bambini). E sono consentiti i tagli boschivi anche per autoconsumo, ma in presenza di una effettiva situazione di necessità.

1M

È

I SINDACATI Duro il giudizio di Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto: «Una scelta propagandistica nel corso di una emergenza sanitaria tutt’altro che superata. Speriamo di non doverne misurare gli effetti tra 15 giorni». Gerardo Colamarco, segretario generale di Uil Veneto: «Mossa avventata, è in gioco la salute di tutti i cittadini». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cimiteri Consentite le visite al caro estinto

È

consentito l’accesso ai cimiteri nel rispetto dell’obbligo di distanziamento di un metro tra le persone e dell’uso di mascherina e guanti(o gel disinfettante). In questo caso non c’è l’obbligo di spostarsi solamente all’interno del territorio del Comune di residenza: se, per esempio, il figlio abita a Venezia ma ha i genitori sepolti a Padova può recarsi liberamente in visita. Occhio: l’ultima parola per la riapertura dei cimiteri spetta ai sindaci.

Coltivazioni Gli orti urbani tornano “liberi” (con cautela) consentita la coltivazione del terreno per uso agricolo per autoconsumo, anche all’interno di orti urbani e comunali, nel rispetto degli obblighi di distanziamento di un metro e dell’uso di mascherina e guanti o garantendo l’igiene delle mani con idoneo prodotto igienizzante. La disposizione mette fine alle polemiche sollevate da più parti in queste settimane per l’applicazione di sanzioni ai danni di chi si recava negli orti.

giana. Parzialmente positiva anche l’apertura del comparto edile: bisogna però aprire anche ai cantieri per le nuove costruzioni». Lo stesso dicasi da parte di Coldiretti. Puntualizza il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin: «Ben venga il messaggio che si va verso la normalità, però un po’ di preavviso e messaggi univoci non guasterebbero». Cristina Giussani, presidente regionale Confesercenti: «Pur nei limiti imposti dalle competenze regionali, è il segnale che è possibile ripartire. Siamo soddisfatti che siano state accolte le nostre richieste di revocare le restrizioni per librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento e calzature per bambino e fiorerie. Il take away è la soluzione più efficace per far ripartire ristoranti, bar e locali nella sicurezza di tutti, dipendenti e clienti».

Sicurezza Misure d’igiene e distanza di un metro

È

confermato nei luoghi pubblici o aperti al pubblico l’obbligo di rispettare il distanziamento di un metro e di utilizzare mascherina e guanti (o garantire la pulizia delle mani con prodotti igienizzanti). Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro permane l’obbligo di applicazione del protocollo per la sicurezza sottoscritto a livello nazionale il 14 marzo, nonché di ogni ulteriore disposizione più restrittiva operante nel singolo posto di lavoro.

Il ritorno dei bimbi in asilo? Col cambio di scarpe telligenza artificiale nella giurisdizione: il giudice-robot».

«APP OBBLIGATORIA? IN VIA ECCEZIONALE PERCHÉ FUNZIONI MA È FONDAMENTALE IL CONTROLLO PUBBLICO SUI DATI» ducendo drasticamente l’empatia che nutre le relazioni personali. Siamo nel capitalismo digitale, ma la persona umana con la sua dignità non può essere un elemento accessorio. Ancora una volta, sono tutti elementi che devono trovare un equilibrio. Come per l’impiego dell’in-

Cos’è, fantascienza? «No, una sperimentazione già in corso in diversi Paesi, dall’Estonia al Brasile. L’algoritmo è per definizione giusto: assume una decisione prevedibile. Certo, potrebbe essere uno strumento ragionevole in certi contenziosi civili, mentre è molto più problematico nel penale, dove già l’udienza in streaming pone difficoltà nel rispettare il principio del processo pubblico e del contraddittorio tra le parti davanti a un giudice terzo. Quindi lo scenario è avveniristico, tutto da verificare e confrontare con le garanzie costituzionali, ma non possiamo far finta che il mondo non vada in questa direzione». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

`E la Cisl chiede

che anche i papà abbiano i congedi IL PIANO

NIDO VUOTO Un asilo com’è oggi

VENEZIA Una volta davanti agli asili nido e alle scuole materne c’erano gruppetti di mamme che, dopo aver accompagnato i pargoli, socializzano: due chiacchiere, magari un caffè al bar accanto. Domani, quando le strutture per l’infanzia riapriranno, i convenevoli non saranno più possibili: un solo genitore porterà e andrà a prendere il figlio. E quando i bimbi entreranno a scuola, si cambieranno le scarpe. Perché tutto dovrà essere pulito, igienizzato, sicuro. Sono alcune delle linee guida

9456043a-a330-4efd-96bc-6699c2e6c819

che la Regione del Veneto si appresta a redigere per far riaprire i nidi e le materne dopo il confronto con il Dipartimento Prevenzione, i pediatri di libera scelta, la Fism, Assonidi e anche l’Anci perché molti nidi sono comunali. «La nostra volontà è riaprire - ha detto l’assessore regionale Manuela Lanzarin - I bambini devono tornare a fare i bambini, ora stanno soffrendo, gli esperti ci riferiscono di casi di aggressione. E poi c’è una difficoltà legata alla ripresa lavorativa». Ossia: se i genitori torneranno al lavoro, i bimbi con chi staranno a casa? Entro lunedì tutte le parti coinvolte dovranno presentare alla Regione le proprie osservazioni. I tempi di riapertura degli asili? «L’obiettivo è allinearli alle attività produttive». Quindi, il 4 maggio o giù di lì.

«Riprendere il lavoro in sicurezza vuol dire pensare al futuro e i figli sono il futuro», ha detto Gianfranco Refosco, segretario Cisl Veneto, che ha già presentato sei proposte alla Regione tra cui il rinnovo dei congedi speciali aggiungendo ulteriori giorni e aumentando l’indennità («Deve valere la regola dell’alternanza dei genitori, non possono essere solo le lavoratrici ad assentarsi dal lavoro»), il rinnovo del bonus baby-sitting, l’apertura dei centri estivi.

ANZIANI Sul fronte anziani, potrebbero essere riammesse le visite dei parenti anche se, ha detto Lanzarin, «non è facile perché, come per gli ospedali, le case di riposo devono stare il più possibile blindate». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 25 Aprile 2020 www.gazzettino.it

La crisi dell’economia LA RICERCA

La crisi dell'economia del Nord

VENEZIA Lo stop da coronavirus ha già compromesso 114,5 miliardi di fatturato nelle tre regioni trainanti dell’Italia: Veneto (27,5 miliardi), Lombardia (62,2 miliardi) ed Emilia Romagna (24,2 miliardi). «Questa è la fotografia degli effetti della sospensione dell’attività in marzo e aprile per un totale di 930mila aziende, 235mila solo in Veneto - spiega Alberto Cestari, l’economista che ha stilato questa ricerca per conto degli artigiani di Cna - con quasi 4 milioni di addetti a casa, un milione nella nostra regione. Ma a questi danni potrebbe aggiungersi lo stop dell’export che dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi: a rischio ci sono 171 miliardi, quasi 43 miliardi solo in Veneto». Una fotografia scatta basandosi sui codici Ateco e la stretta osservanza dei divieti previsti. Ma si sa, ci sono le deroghe e anche i furbi che hanno scavalcato i divieti. Il presidente della Cna del Veneto Alessandro Conte avverte: «C’è in gioco più del 40% del Pil italiano, se non avviamo subito le imprese la crisi per l’economia italiana sarà durissima e chi soffre di più in questa situazione sono le imprese artigiane, quelle dell’edilizia, della moda, dei servizi. Spesso aziende familiari. Per questo servono interventi mirati che abbiano come priorità il sostegno alle Pmi e un piano di riaperture che abbia anche differenziazioni regionali».

Regione

FONDI AI CONFIDI Matteo Ribon, segretario della Cna del Veneto, indica un rischio incombente: «I fondi per la cassa integrazione dei dipendenti dell’artigianato, 80 milioni, sono già finiti. Da maggio senza un rifinanziamento immediato del governo tramite il prossimo decreto Aprile, che doveva essere emanato ben prima, non potranno più essere sostenuti tramite gli enti bilaterali migliaia di lavoratori. Servono almeno 500 milioni. Veneto Sviluppo poi dovrebbe finanziare i Consorzi fidi che così potrebbero rilasciare immediatamente garanzie per sostenere le imprese e fornire a loro nuova liquidità. Molte banche sono ancora ferme sui prestiti fino a 25mila euro e quelli fino a 800mila euro devono ancora partire». Solo gli istituti di più

IL SEGRETARIO RIBON: «MASCHERINE, SERVE UN’INFORNATA IMMEDIATA PER FAR RIPARTIRE LE AZIENDE IN PIENA SICUREZZA»

Numero imprese

Emilia-Romagna Lombardia Veneto Aggregato tre regioni Quota su Italia

di cui, manifatturiero

Addetti delle imprese sospese

di cui, manifatturiero

Fatturato attualmente compromesso (miliardi €)

di cui, manifatturiero (miliardi €)

218.544 476.790 235.379 930.713

26.739 60.053 33.471 120.263

871.070 2.021.564 1.017.994 3.910.628

320.430 714.471 400.552 1.435.453

24,2 62,2 27,5 114,0

11,7 22,8 12,8 47,3

34%

42%

40%

46%

50%

51%

Elaborazioni su dati Istat e Infocamere

Export a rischio (miliardi €)

48,6 79,8 42,9 171,3 57% L’Ego-Hub

In Veneto già in fumo 27,5 miliardi di fatturato Alessandro Conte (Cna): «Situazione durissima, `L’allarme: «Cassa integrazione, fondi finiti servono interventi mirati per comparti e artigiani» Senza nuovo decreto stop agli aiuti da maggio» `

La perdita del giro d’affari in Veneto per lo stop Settori Economici

Fatturato attualmente compromesso

Industria estrattiva Manifatturiero Utilities Edilizia Commercio e Turismo* Logistica Servizi Servizi alla Persona Totale Veneto

32 12.773 0 1.666 11.511 0 1.103 463 27.547

Quota sul fatturato imprese** 17% 10% 0% 11% 10% 0% 4% 6% 9%

*Commercio e turismo: la stima del fatturato compromesso è stata effettuata tenend conto della possibilità per le aziende della ristorazione di effettuare consegne a domicilio (il 30% del fatturato in condizioni di apertura completa) **Nota: la stima del fatturato attualmente compromesso si riferisce a due mensilità del fatturato delle imprese sospese L’Ego-Hub

L’INIZIATIVA VENEZIA (m.cr.) Bar, ristoranti, pasticcerie: il via libera al servizio di asporto deciso in Veneto non basta ad arginare una crisi pesantissimi. Le restrizioni anti-coronavirus tengono i locali ancora chiusi, dipendenti in cassa integrazione e fatture da saldare. Diemme, la torrefazione che dal 1927 rifornisce i locali del Nordest e di oltre 40 Paesi esteri, azienda principale del gruppo della famiglia Dubbini (29 milioni di fatturato l’anno scorso, 18 come torrefazione, 250 addetti), ha aperto

I numeri

235000 1

ge, i proprietari non possono pretendere il canone e i danni devono essere ripartiti. Piuttosto ora dovrebbero azzerare gli affitti e poi, da quando si riaprirà e fino a fine anno, almeno dimezzarli. Così faremo noi con i nostri affiliati affittuari», commenta Dubbini. «Grazie agli esperti di Diemme Academy, mettiamo inoltre a disposizione sui nostri canali social dei video formativi gratuiti, con consigli pratici su come affrontare la riapertura sotto vari aspetti». Suggeriti sconti per esempio per chi ordina online o sceglie il turno meno affollato.

Lo studio della Cna segnala anche settori che vanno a pieno regime come agroalimentare e logistica, ma come in generale il 9% del fatturato delle imprese venete sia già stato bruciato dal lockdown, il 10% nel solo manifatturiero, commercio e turismo. «Per il nostro settore è peggio una Caporetto - avverte Marco Michielli di Confturismo e Federalberghi Veneto - si parla di una perdita di 24mila posti con una proiezione dei fatturati giù del 73% nel solo comparto alberghiero. Calcolato sui circa 18 miliardi di fatturato del turismo veneto ante-emergenza, si traduce in una perdita potenziale di oltre 13 miliardi». Il rischio è che l’anno prossimo molte aziende non possano riaprire disegnando uno scenario sconcertante per quanto riguarda i posti di lavoro e la ricchezza distrutta». Peggio è andata per edilizia, meccanica, moda, che da sola vale oltre 10 miliardi di vendite all’estero. «Gli ultimi due settori rischiano di vedersi azzerare completamente il loro export - ricorda Conte - per questo servono interventi immediati, ma dobbiamo essere coinvolti nelle scelte da fare perché solo così saranno su misura per le esigenze delle piccole imprese». Finanziamenti a pioggia o in ritardo sono inutili. Maurizio Crema

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42,9 10,6

Diemme taglia i costi agli esercenti e chiede lo stop ai canoni d’affitto un ombrello di solidarietà. Il presidente e Ad del gruppo Giannandrea Dubbini, nipote del fondatore dell’azienda, avverte: «I locali sono chiusi e non c’è certezza sulla riduzione o sospensione della tassa di occupazione del suolo pubblico o dell’asporto dei rifiuti. L’apertura all’asporto è una luce in fondo al tunnel, ma per ritornare ai livelli di fatturato

CAPORETTO

milione gli addetti le imprese venete ferme causa emergenza che non hanno lavorato in marzo e aprile coronavirus

miliardi di fatturato a rischio a causa dell’emergenza

pre-emergenza servirà almeno un anno». Per arginare gli effetti della crisi, Diemme ha intanto sospeso i pagamenti a gran parte della clientela e attivato iniziative di supporto . «Offriamo consulenza sul tema dei canoni d’affitto: alcuni nostri clienti stanno già ricevendo lettere di intimazione al pagamento. Ma con i locali commerciali chiusi per leg-

grandi dimensioni come Intesa, Unicredit e Banco Bpm hanno già infatti sottoscritto l’accordo con Sace e da lunedì prossimo potrebbero mettere in lavorazione le prime domande. Mentre una circolare Abi spiega che il prestito garantito dalla Stato fino a 25mila euro per le piccole imprese - Intesa segnala di aver già ricevuto 104mila domande in Italia, un 20% dal Triveneto, molte però incomplete - non può servire a compensare fidi e prestiti precedenti. «Costi per accendere i prestiti e burocrazia devono essere ridotti al minimo - incalza Ribon - serve poi un’infornata immediata di mascherine alle aziende che devono riprendere a lavorare perché noi vogliamo lavorare in piena sicurezza e Regione e governo ci devono mettere in condizione di farlo senza pagare costi eccessivi, per questo chiediamo prezzi calmierati e l’intervento pubblico, almeno nella prima fase della riapertura. In ogni caso il coronavirus cambierà il nostro modo di vivere e lavorare, speriamo in meglio». Nel frattempo c’è da fare i conti con una crisi terribile. Secondo un sondaggio flash di Facile.it sono oltre 790.000 le famiglie venete che hanno visto calare il proprio reddito a causa del Covid-19, il 13% ha visto sparire oltre il 50% del reddito familiare, più di 57.000 famiglie ha addirittura perso il 100% delle entrate.

miliardi di esportazioni che potrebbe perdere il settore moda veneto

Vino: consumi in calo, ma dopo il blocco ripartiranno IL SETTORE VENEZIA (m.cr.) Il consumo di vino è in calo secondo Nomisma, ma appena l’Italia si sbloccherà tutto dovrebbe tornare come prima. Anche se il settore, in Veneto come nel resto del Paese, rischia di subire un contraccolpo pesante. Secondo la prima indagine a focus Covid a cura dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, i consumatori italiani di vino (l’85% della popolazione) si dichiarano in buona sostanza fedeli alle proprie abitudini già a partire dalla Fase 2, compatibilmente con la loro disponibilità finanziaria. Il post blocco sarà come prima per l’80% dei consumatori. O più di prima, con i millennials che prevedono un significativo aumento del consumo, in partico-

lare di vini mixati. Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, «le imprese del vino sono chiamate a profondi cambiamenti, alle prese con la necessità di reagire alle tensioni finanziarie e allo stesso tempo di difendersi dalle speculazioni». La crescita degli acquisti in Gdo non compensa l’azzeramento dei consumi fuori casa. E se il 55% dei consumatori non ha modificato le proprie abitudini, tre su dieci, secondo l’indagine dell’Osservatorio, affermano invece di aver bevuto meno vino (ma anche meno birra) in quarantena, a fronte di un 14% che indica un consumo superiore. L’acquisto online è passato dal 20% al 25%.

SCENARIO DIFFICILE «Siamo alle prese con uno scenario molto difficile – dichiara

Giorgio Polegato, presidente della consulta vino di Coldiretti Veneto a margine del Tavolo Verde convocato dall’assessore regionale Giuseppe Pan – sia per le conseguenza dell’emergenza sanitaria in Italia che i per Paesi esteri. C’è la consapevolezza e la volontà del settore di intervenire per contenere le produzioni e togliere dal mercato parte del prodotto utilizzando tutti gli strumenti possibili (dalla distillazione, alla riduzio-

OTTIMISMO DA NOMISMA MA DAL GOVERNO POCHI FONDI E LA REGIONE PUNTA SUII TERRITORI. POLEGATO (COLDIRETTI): «RIDURRE LA PRODUZIONE»

Ma la “fase 2” può cominciare anche sulla base di una forte spinta al lavoro da remoto, svolto in queste settimane da dipendenti 8 su 10, con 4.500 minuti di videoriunioni sia a marzo che ad aprile. Dice la presidente Luisa Serato: «Aver avviato attività smart in tempi non sospetti, ci sta permettendo di fronteggiare in maniera ottimale la fase emergenziale». Aggiunge l’ad Ugo Dibennardo: «Il nostro primo obiettivo è la sicurezza stradale, il prenderci cura di noi per poter continuare ad offrire servizi a tutti». (a.pe.)

ne delle rese, all’intervento sugli esuberi alla vendemmia verde, fino agli ammassi), ma le risorse per sostenere queste operazioni e per compensare i produttori non sono sufficienti». «Per il settore vitivinicolo da parte del Governo c’è solo la disponibilità a destinare 50 milioni a due misure emergenziali, la distillazione di crisi e l’ammasso - avverte Pan -. Una doccia fredda. Ora bisogna concentrare tali risorse, per quanto irrisorie, sui vini a denominazione». Annunciando un’azione sinergica con Piemonte e Lombardia, Pan sottolinea che «la strategia del Veneto per vini Igt, Doc e Docg deve essere quella di ridurre le rese al fine di salvaguardare il valore di mercato dei vini veneti a denominazione d’origine».

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L’app di Cav

Distanze al lavoro, l’allarme vibra al polso VENEZIA L’addetto non rispetterà il distanziamento sociale? Vorrà dire che gli tremerà il polso, ma in senso fisico: lo smartwatch vibrerà per segnalargli il rischio di avvicinarsi troppo a un’altra persona. A prevederlo è una delle applicazioni che Cav implementerà sui dispositivi indossabili dal personale, dopo il necessario accordo con la rappresentanza sindacale. L’iniziativa rientra in un programma di ricerca a cui hanno partecipato Samsung Electronics Italia e sviluppatori territoriali come AppForGood.

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PRIMO PIANO

SABATO 25 APRILE 2020 IL MATTINO

L’allarme globale: manodopera e imprese CROMASIA

L’IMPATTO SULL’EXPORT VENETO: DISTRIBUZIONE DEL VALORE DELLE ESPORTAZIONI SULLA BASE DELL’IMPATTO DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS SUI COMPARTI MANIFATTURIERI (VALORI IN MILIONI DI EURO) COMPARTI DEL

IMPATTO

IMPATTO

IMPATTO

TOTALE

MANIFATTURIERO

MODESTO

INTERMEDIO

ELEVATO

EXPORT

AGROALIMENTARE

-

4

6.217

SISTEMA MODA

0

-

10.683

10.683

SISTEMA CASA

398

-

4.359

4.756

5.558

-

-

5.558

IMPATTO MODESTO

CHIMICA-GOMMA-PLASTICA METALLURGIA E METALLI

-

-

6.494

6.494

MECCANICA

-

-

21.356

21.356

1.265

6.243

-

7.508

13.435

6.243

42.895

62.573

ALTRE PRODUZIONI TOTALE VENETO

«Una famiglia su quattro ha attinto ai risparmi»

LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO SULL’EXPORT È STATA EFFETTUATA TENENDO CONTO, PER CIASCUN SETTORE, DEL PESO DELLE IMPRESE SOSPESE IN TERMINI DI ADDETTI

6.213

IMPATTO INTERMEDIO IMPATTO ELEVATO

VENEZIA

< 20%

20-50%

>50%

NOTA: DATI PROVVISORI 2019 ELABORAZIONI SU DATI ISTAT

La Cna: cassa integrazione servono altri 500 milioni Il presidente veneto Alessandro Conte: in scadenza oggi la cig per gli artigiani Indagine del Centro studi Sintesi: rischio elevato per 42,9 miliardi di export Nicola Brillo / VENEZIA

Compromesso un fatturato pari a 27,5 miliardi di euro per le aziende venete negli ultimi due mesi. Mentre è a “rischio elevato” una parte dei 42,9 miliardi di euro di export. Intanto si attende il rinnovo dei finanziamenti per la cassa integrazione degli artigiani in scadenza oggi. La Cna del Veneto ha fornito i dati della ricerca realizzata da Centro studi Sintesi, che ha messo sotto la lente le ricadute economiche dello stop imposto dai vari decreti del governo. Sono oltre 235 mila le imprese venete “sospese” a seguito dell’emergenza Covid-19, pari al 55% del totale delle imprese attive (dati riferiti al 2019). Tra i principali settori, i più colpiti sono edilizia (con il 76% delle aziende ferme), commercio e turismo (75%), servizi al-

la persona (74%) e manifatturiero (67%). Non sono coinvolte dal blocco agricoltura e logistica. Presso le imprese “sospese” lavorano oltre un milione di addetti veneti, pari al 52% del totale. «Se non riattiviamo subito, la situazione sarà durissima nella ripartenza – commenta Alessandro Conte, presidente Cna del Veneto -. La riapertura in sicurezza delle aziende deve tener conto delle specificità del comparto artigiano. L'attivazione di protocolli di sicurezza specifici regionali deve essere poi inserita in un quadro chiaro nazionale al fine di evitare ulteriore confusione». Nel 2019 il valore dell’export del Veneto è risultato pari a 64,5 miliardi di euro. Il 97% dell’export (62,6 miliardi) è generato dal manifatturiero, il 69% delle esportazioni manifatturiere del Veneto (42,9 mi-

liardi di euro) è imputabile ad attività economiche che fanno registrare un tasso di sospensione superiore al 50%. Per un ulteriore 10% dell’export si stima un impatto intermedio, mentre il restante 21% appare meno toccato dalle misure restrittive. Alberto Cestari (Centro Studi Sintesi) ha illustrato i diversi gradi di impatto del Coronavirus sui comparti manifatturieri che esportano. Un impatto modesto è atteso su agroalimentare (export pari a 6,2 miliardi), chimica-gomma-plastica (5,5 miliardi), l’impatto elevato si prevede sul sistema moda (10,6), sistema casa (4,7), metallurgia e metalli (6,5), meccanica (21,3), altre produzioni per 7,5 miliardi. A preoccupare la Cna del Veneto è anche la situazione del credito. In particolare si chiede l’intervento della finanzia-

l’appello

Michielli: «Il turismo è una Caporetto in Veneto persi 24 mila posti di lavoro il settore diventi priorità della Regione» VENEZIA

I dati parlano di una perdita di 24mila posti nel settore turistico regionale. «Oggi abbiamo la sconvolgente conferma dei dati: per il turismo siamo perfino oltre Caporetto». Marco Michielli, presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi Veneto, commenta amaramente le stime rilasciate da Veneto Lavoro sul lavoro dipen-

dente nel settore dei servizi turistici. «Finché eravamo solo noi a dire che il nostro è il settore più danneggiato dall’emergenza coronavirus, il primo a chiudere e l’ultimo a ripartire, molti avrebbero potuto pensare che fosse un’esagerazione corporativa – aggiunge Michielli -. Oggi i dati lo confermano, c’è tutta l’amarezza di una situazione pesantissima, in un’emergenza che non fa

prigionieri, con una proiezione dei fatturati giù del 73% nel solo comparto alberghiero, come rileva la stima di Federalberghi nazionale. Calcolato sui circa 18 miliardi di fatturato del turismo veneto ante-emergenza, si traduce in una perdita potenziale di oltre 13 miliardi di euro». Se in Veneto l’emergenza coronavirus ha già prodotto 50mila posti di lavoro dipende-

PRESIDENTE IL TREVIGIANO ALESSANDRO CONTE A CAPO DELLA CNA DEL VENETO

Aziende ferme: in testa l’edilizia poi commercio e turismo, servizi alla persona e manifatturiero te in meno, la metà è il “contributo” del comparto turistico. «Insomma, siamo al 50% dei posti persi, quando il peso specifico del settore sull’economia complessiva del Veneto è tra il 15 e il 18% - ricorda il presidente di Confturismo e Federalberghi -. Una catastrofe che il Veneto non si può certo permettere». Per scongiurare una crisi ancora più profonda Michielli invita il governo ad assumere rapidamente tutti i provvedimenti che sono stati chiesti da Confturismo nazionale. «Per quanto riguarda la Regione Veneto – aggiunge Michielli - la preghiera è di riflettere su quelle che sono le priorità da darsi nell’ottica della tutela dell’occupazione e dei sostegni al mancato reddito nei confronti di tutti i nostri collabora-

facile.it

ria regionale Veneto Sviluppo per fornire strumenti finanziari in aiuto alle piccole imprese e artigiani. Un ruolo maggiore potrebbero averlo i Consorzi fidi nella distribuzione del nuovo credito, che conoscono le aziende del territorio. Delicata è anche la situazione degli ammortizzatori sociali. Il primo intervento stanziato dal governo a favore degli artigiani a livello nazionale è di 80 milioni, ma scade oggi e servirà rifinanziarlo. Per la Cna del Veneto serviranno altri 500 milioni per accompagnare la ripresa. «Anche per gli strumenti a supporto dei lavoratori stiamo lavorando in emergenza - commenta il segretario Cna del Veneto, Matteo Ribon -. Per la ripartenza occorrerà ripensare i tempi di lavoro, vita privata, riorganizzare gli spostamenti, ci vorrà del tempo per recuperare la competitività strategica nei settori maggiormente colpiti». La situazione difficile per l’artigianato si trascina da qualche tempo. Il numero delle imprese attive prima dell'emergenza Covid19 era calato dal 2019 al 2018 dello 0,6%, mentre l'export aveva fatto registrare +1,3% sul 2018. Dall'indagine presentata ieri emerge anche che il 62% del fatturato è generato dalle imprese con meno di 50 addetti.— © RIPRODUZIONE RISERVATA

tori, perché con le aziende chiuse e i conseguenti mancati incassi nessuno di noi è in grado di svolgere una qualsiasi forma di assistenza sociale sostituendosi a chi dovrebbe farsene carico». I numeri della crisi occupazionale nel settore del turismo veneto sono destinati a crescere nelle prossime settimane. «È un dato talmente eclatante che, non lo nascondo, ha preso in contropiede perfino me - dichiara Michielli -. L’appello è di considerare, pur nell’emergenza che colpisce tutti i settori, che una priorità va data al sistema del turismo. Il rischio è che l’anno prossimo molte aziende non possano riaprire». — NICOLA BRILLO © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono tante le famiglie venete messe in difficoltà dall’obbligo di quarantena. Un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat dimostra che 191mila nuclei familiari hanno visto calare il proprio reddito mensile di oltre il 50%. Chi ha ammesso di aver perso tutte le proprie entrate è pari al 4% (equivalente a più di 57.000 famiglie). Quasi un rispondente su 5, pari al 17,9% dei nuclei familiari veneti, ha dichiarato di trovarsi già oggi in una situazione di difficoltà economica. Per superare il Coronavirus il 27,2% dei veneti ha dichiarato di aver fatto ricorso ai propri risparmi, mentre il 19,2% ha cercato di ridurre le spese legate al cibo. Solo il 12,6% delle famiglie ha dichiarato di aver fatto ricorso ad una o più misure del Governo, il più utilizzato è stato il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva (52,6%), seguito dalla possibilità di sospendere il mutuo prima casa (15,8% vs un valore nazionale pari al 9,8%). —

bertolla e versace

“Rialzati Italia” piattaforma per rilanciare il food VENEZIA

Creare una piattaforma a livello mondiale per esportare i prodotti italiani del food, garantendone la tracciabilità dell’origine controllata. Protagonisti gli imprenditori della ristorazione e dell’ospitalità. Nel momento più difficile per gli esercizi commerciali, colpiti dall’emergenza Covid-19, Stefano Versace e Omar Bertolla lanciano il progetto “Rialzati Italia”. Obiettivo: nuove fonti di reddito per gli imprenditori del food e dell’hospitality. Stefano Versace è noto per aver creato la più grande catena di gelaterie italiane degli Stati Uniti, Omar Bertolla è uno specialista del digitale e della tecnologia blockchain. Ieri e lunedì prossimo, dalle 16,30 alle 19, gli eventi online con Versace e Bertollaper spiegare l’iniziativa e dialogare con gli interessati a diventare “ambasciatori del Made in Italy”. Informazioni e iscrizioni sul sito progettorialzatitalia.it, scrivendo a info@progettorialzatitalia.it e sul gruppo Facebook Progetto Rialzati Italia.—


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PRIMO PIANO

SABATO 25 APRILE 2020 LA NUOVA

L’allarme globale: aziende e lavoro

Un Patto per la ripartenza, l’idea del prefetto Zappalorto ha invitato parti sociali e istituzioni a un confronto per la gestione della Fase 2: «Serve l’aiuto di tutti» Gianni Favarato / MESTRE

«La ripresa delle relazioni sociali e il riavvio del sistema economico non potranno che essere graduali e sopratutto condizionati dalla rigorosa assunzione di nuove responsabilità alla situazione di contagio, sia dei datori di lavoro che dei lavoratori e le loro rappresentanza». Con questa premessa il prefetto Vittorio Zappalorto, con una lettera firmata di suo pugno, ha inviato una lettere a tutte le associazioni imprenditoriali, a Cgil, Cisl, Uil e ai presidenti della Giunta regionale, Luca Zaia, e della Città Metropolitana, Luigi Brugnaro, con la quale li invita a un confronto finalizzato alla sottoscrizione di un “Patto per la ripresa sicura” per gestire al meglio la cosiddetta Fase 2. L’invito a partecipare ad un primo incontro, in videoconferenza che dovrebbe tenersi la prossima settimana, è stato indirizzato ai rappresentanti locali della Camera di Commercio, Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Ance, Casa Artigiani, Lega Coop, Confcoperative. Nella sua lettera, Zappalorto, dopo prendere atto «dell’evoluzione positiva della emergenza epidemiologica», ma aggiunge che «purtroppo il numero dei decessi è ancora elevato e l’esistenza di diversi focolai, sopratutto nelle residenze delle persone anziane, rendono possibile una recrudescenza del fenomeno». Da qui la necessità «di mantenere per i prossimi mesi la misure di limitazione della libertà di movimento e delle attività economiche». Il prefetto Zappalorto, in qualità di rappresentante del governo a livello locale, punta a una partecipazione attiva di tutti i rappresentanti delle parti sociali. E a chi non fosse ancora convinto della necessità di riaprire a sottoscrivere un “patto per la ripresa sicura”. Nella lettera spiega che la ria-

pertura delle attività economiche «non può prescindere da un patto che riprendendo e declinando a livello territoriale gli impegni assunto con l’accordo nazionale del 14 marzo scorso, serve da un lato a garantire la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro e dall’altro assicurare la continuità produttiva mettendola al riparo da proteste ed agitazioni dei lavoratori». Naturalmente, il percor-

«Un accordo condiviso potrebbe accelerare la ripresa economica nel nostro territorio» so di confronto, secondo il Prefetto, deve «accordarsi con i provvedimenti del Governo che nel frattempo emessi da Governo e Regione, e potrebbe contribuire a dare una forte accelerazione alla ripresa economica, in un quadro di sicurezza e condivisione garantito da Governo e Regione». Cgil, CIsl, Uil veneziane, che l’altro ieri hanno parlato con Zappalorto in videoconferenza, hanno già dato la loro disponibilità a partecipare al confronto e sottoscrive il patto con le altre parti sociali. Un patto che da ieri può contare sul nuovo “Protocollo nazionale sulla sicurezza e salute” sottoscritto ieri a livello nazionale dalle parti sociali e dal Governo, che dovrà essere applicato ora in tutti i luoghi di lavoro per garantire la ripartenza in sicurezza delle attività produttive. Ora si aspetta l’adesione non solo delle associazioni imprenditoriali ma anche della Regione e della Città Metropolitana, in considerazione dei problemi connessi alla ripresa delle attività produttive, a cominciare dalla gestione del trasporto pubblico per permettere ai lavoratori di raggiungere il proprio posto di lavoro e tornare a casa, in completa sicurezza, evitando ciò affollamenti sia all’interno dei mezzi che delle fermate. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’appello di confartigianato a regione e governo

«Mascherine a prezzi calmierati o le aziende tornano a chiudere» MESTRE

Le mascherina sono la prima ed essenziale protezione personale dal contagio ma per riuscirle a garantirle in tutti i posti di lavoro «bisogna venderle come le medicine, a prezzi controllati dallo Stato». In questa fase di riapertura della maggior parte delle attività economiche Confartiginato veneziana lancia un allarme e un appello alla Regione Veneto e al Governo. «Stiamo per riaprire le attività, ridare più mobilità alle persone ma non è stato ancora risolta la questione mascheri-

ne protettive, unico antidoto efficace contro la ridiffusione del Cotonavirus. Se alla riapertura risaliranno i contagi e si dovesse richiudere rischiamo il fallimento economico totale» dice il presidente della Confartigianato Metropolitana Venezia Salvatore Mazzocca «La soluzione è vendere le mascherine come le medicine, a prezzi controllati dallo Stato» . «Gli artigiani stanno cercando di rialzarsi da una situazione che ha semidistrutto la nostra economia locale, e ora che si deve ricominciare, dopo tutte le difficoltà

create da oltre un mese di lockdown, e all’orizzonte c’è il rischio di dover richiudere nuovamente a breve se i contagi risalissero» argomenta Mazzocca «per noi significherebbe il disastro totale. Per questo è necessario che tutti possano avere a prezzi calmierati, a regime di monopolio se è il caso, gli indispensabili sistemi di protezione passiva che oggi sono l’unica medicina preventiva a disposizione dei lavoratori e delle persone». Secondo Confartigianato mascherine, guanti e gel dovrebbero essere distribuiti direttamente dal Sistema Sani-

al Comune, ora si aggiungono altri tre stalli per gli autobus degli operai dei grandi cantieri navali che hanno ripreso l’attività. Il provvedimento, per ora, è valido fino al 31 luglio di quest’anno. L'azienda tramite la stipula di apposito contratto con la Avm, la società che è la holding del trasporto pubblico comunale, nei giorni scorsi ha potenziato il servizio di trasporto, già precedentemente definito, riservando alcune corse delle linee 2, 4L e 6 agli operai dello stabilimento. E ora arriveranno anche le nuove fermate, a ridosso dei cancelli dei cantieri navali, per migliorare l’organizzazione dei trasporti degli operai. —

priMa Zona industriale

Altre tre fermate per i bus dei lavoratori Fincantieri MESTRE

Messo nero su bianco con una ordinanza e subito realizzata la prima fermata. Una ordinanza del Comune di Venezia prevede in via delle Industrie a Marghera di incrementare il numero di fermate dedicate al trasporto pubblico, per gestire il potenziamento degli autobus per il trasporto dei lavoratori che operano nel grande cantiere della Fin-

cantieri incrementando anche il numero di fermate dedicate ai servizi di trasporto pubblico già individuate con l’ordinanza dirigenziale n° 100/2020, anche in relazione alla necessità di evitare assembramenti di operai in attesa di accedere al servizio di trasporto; le nuove fermate andranno a sostituirsi ad aree di sosta su strada dedicate ai veicoli adibiti al trasporto di cose, posizionate sul la-

to nord di via delle Industrie. E dopo i lavori di Actv per l’allestimento della prima fermata, ecco che la ordinanza comunale del 22 aprile istituisce e segnala sul lato Nord di via delle Industrie, vicino all’ingresso e uscita della società Simar, altri tre stalli di sosta riservati ai veicoli in servizio di trasporto pubblico locale. Per la prima fermata aggiuntiva era intervenuta immediatamente Actv assieme

tario Nazionale, al pari dei medicinali salvavita. «Una mascherina da chirurgo omologata, ovvero il dispositivo minimo per non diffondere il contagio, prima dell’emergenza costava 8 centesimi ora la si trova anche oltre un euro» sottolinea Mazzocca «e questo è un grosso problema, perchè davanti a questi prezzi la gente non potrà permettersi di comprarne in numero sufficiente per farne un corretto utilizzo, e si affronterà la Fase 2 indifesi». «Solo pensare di dover richiudere le attività già massacrate da questo lockdown per una nuova emergenza» conclude «significherebbe il collasso del sistema sociale e produttivo nella nostra area metropolitana e nel Paese. Gli altri Paesi lo hanno già capito, come ad esempio la Spagna dove il ministero della Salute ha imposto i prezzi equi a questi dispositivi». —

La situazione alle fermate Actv della Fincantieri prima del Covid

MITIA CHIARIN


PRIMO PIANO

SABATO 25 APRILE 2020 LA TRIBUNA

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L’allarme globale: l’economia trevigiana cna treviso

il piano siglato con cisl treviso belluno

«I Comuni paghino le ditte entro trenta giorni»

Accordo alla Pebo di Silea Chi tornerà in azienda sarà pagato il 20% in più

TREVISO

Carlo Antiga, primo a sinistra, presidente di Banca Prealpi Sanbiagio, durante una recente assemblea dei soci della Bcc

rantire la stessa rapidità di prima». Anticipo della cassa integrazione da parte delle imprese: è filato tutto liscio? «Ecco, anche in questo caso non c’è una procedura univoca, ce ne sono centinaia. Prendiamo la cassa integrazione ordinaria, anticipata dall’azienda ai dipendenti: abbiamo forzato i nostri sistemi per erogare il prima possibile, perché tutto è

stato cambiato in corso di evoluzione. Abbiamo dovuto superare la procedura “ufficiale” per andare incontro al cliente e fare in modo che i soldi, finalmente, finissero nel conto. Stiamo lavorando come non mai per fare in modo che, in un periodo così difficile, ci sia effettivamente un sostegno concreto». — ANDREA DE POLO © RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberta Marcon, autobus Confartigianato

«I nostri mezzi privati per le scuole e i Comuni» LA PROPOSTA

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tilizzare gli autobus delle società private, fermi ormai da settimane, per il trasporto pubblico e scolastico, così da aumentare le corse durante la “Fase 2”, quando la capienza dei mezzi dovrà essere dimezzata. La proposta, inoltrata a Comuni, Provincia e Regio-

Roberta Marcon

Anche i Comuni possono avere un ruolo importante nella “Fase 2” per sostenere la ripresa economica della nostra provincia. Ne è convinta la Cna territoriale di Treviso che nei giorni scorsi ha inviato ai primi cittadini della Marca il documento “Covid-19 / Fase 2: cosa possono fare i comuni trevigiani per aiutare le imprese a ripartire”. «Per favorire la ripresa economica e sociale, ciascuno deve fare la sua parte, per il ruolo che gli compete mettendo a disposizione le risorse per rimettere in piedi il Paese» afferma Alfonso Lorenzetto, presidente di Cna territoriale di Treviso, «il ruolo dei Comuni, veri attori di sviluppo sociale, è strategico. Ci auguriamo che i nostri sindaci prendano in considerazione i bisogni del mondo dell’artigianato, anche avviando un confronto con le loro rappresentanze». Il documento inviato si articola in 11 proposte che hanno ovviamente al centro il tema della liquidità, il vero problema in questo momento delle imprese. «L’epidemia coronavirus sta colpendo duramente la salute dei nostri cittadini, ma ha anche pesantissime ricadute sul sistema economico ed in particolare sulle PMI. Il Comune può contribuire con proprie iniziative ad alleviare queste sofferenze dei cittadini e a sostenere le imprese che hanno un problema enorme di liquidità». Tra le varie proposte elencate, ai primi posti ci sono «il rinvio, senza sanzioni e senza interessi, degli acconti sulle imposte e tributi comunali con rientro rateizzato pluriennale», e «l’obbligo di pagamento dei debiti del Comune verso i fornitori in un termine massimo di trenta giorni». —

ne, porta la firma di Roberta Marcon, presidente comunità Autobus operators Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Possiamo contare - spiega l’associazione - su autisti attualmente in cassa integrazione per lo stop del settore che sono immediatamente disponibili, idonei al servizio, formati, in regola con le normative su sicurezza; le aziende private sono capillarmente presenti su tutti i comuni del territorio veneto e possono gestire con estrema elasticità e velocità, servizi di linea, servizi a domanda debole, servizi a chiamata con qualsiasi tipo di veicolo: autobus, minibus, autovettura; esiste la possibilità di installare i di-

Gli esterni della Pebo di Silea Stipendio maggiorato per chi torna al lavoro e niente cassa integrazione per chi è rimasto a casa durante l’epidemia SILEA

Niente cassa integrazione per i sessanta lavoratori delle Costruzioni meccaniche Pe.Bo di Silea, azienda specializzata nella produzione di macchinari per la lavorazione del tabacco e, da circa 10 anni, anche per le sigarette elettroniche. Un settore che non è entrato in crisi. Così Pe.Bo, che da 3 anni fa parte del gruppo bolognese Coesia, ha premiato i suoi lavoratori. Particolare l’accordo sindacale che è stato firmato: nel mese di aprile la maggior parte dei lavori sono rimasti a casa senza lavorare a causa dell’emergenza Coronavirus, ma dal 6 al 30 aprile l’azienda pagherà comun-

spositivi di biglietteria, gestire dei protocolli per la protezione dell’abitacolo dell’autista, i pannelli indicatori di percorso». Le imprese trevigiane del settore, ricorda Confartigianato, hanno proposto di mettere a disposizione della Regione Veneto le proprie risorse aziendali sia in termini di veicoli che di persone (autisti), per integrare e rendere sostenibile la futura e diversificata domanda di trasporto. Con i mezzi parcheggiati ormai da troppo tempo, e con la necessità di prevedere corse più “vuote” nel rispetto del distanziamento sociale, pubblico e privati potrebbero quindi venirsi incontro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

que a tutti loro il 100 per cento della retribuzione. Inizialmente, nella prima fase dell’emergenza a fine febbraio, tutti i lavoratori sono rimasti a casa, la maggior parte usufruendo delle ferie dell’anno precedente e di altri permessi, altri continuando a lavorare in smart working. Poi l’azienda ha siglato l’accordo che prevede la ria-

Chi resta a casa usufruisce di permessi che corrispondono al 100% dello stipendio pertura graduale nel rispetto della sicurezza, con il rientro al lavoro del 10 per cento dei lavoratori. Dal 6 aprile quindici persone hanno continuato a lavorare in smart working, ma l’azienda ha scelto di farsi carico al 100 per cento anche della retri-

buzione dei dipendenti rimasti a casa senza lavorare, circa una quarantina. Un modo per evitare la riduzione di stipendio ai propri collaboratori. Non solo. «Per chi andrà a lavorare in questo periodo sarà riconosciuta una maggiorazione oraria del 20 per cento – spiega Massimo Civiero della segreteria Fim Cisl Belluno Treviso - si tratta di un ottimo accordo che è il risultato di relazioni sindacali solide, a dimostrazione, ancora una volta, che nelle aziende in cui il sindacato è presente in maniera partecipativa e collaborativa, i benefici riguardano tutti, impresa e lavoratori, e i momenti di crisi come quello che stiamo vivendo possono essere affrontati meglio». Sono cinque per ora le persone che anche ieri (dalla settimana scorsa) erano al lavoro con la maggiorazione di stipendio per riorganizzare la produzione, provvedendo alla sanificazione degli ambienti. «Grazie a quest’accordo riusciamo a guardare con fiducia al futuro - aggiungono Giuseppe Cosenza, Luigi Maffi e Alessandro Dal Bo, delegati aziendali della Fim Cisl Belluno Treviso – perché i dipendenti mantengono integro il salario e al contempo riusciamo a mandare avanti la produzione». Le persone che per ora sono a casa, usufruiscono di «speciali permessi retribuiti che corrispondono al 100 per cento dello stipendio», questa la formula. «Non abbiamo sentito la crisi neanche nel 2008», dice un lavoratore. «Spesso durante l’anno facciamo gli straordinari, in questo periodo l'incertezza è generale ma il clima di collaborazione con l'azienda ci consente di essere ottimisti». — MARIA CHIARA PELLIZZARI © RIPRODUZIONE RISERVATA

montebelluna

Un “Covid manager” alla coop Castel Monte MONTEBELLUNA

La Divisione Sanità di Castel Monte, cooperativa sociale di Montebelluna con oltre vent’anni di esperienza nei settori della salute e del sociale, lancia i test sierologici in azienda e introduce la figura del “Covid manager”. Il consulente, nell’ambito del suo ruolo, dovrà svolgere attività formative e di attenzionamento alle persone che lavorano in azienda, per

evitare che nella pratica quotidiana si sottovalutino gesti potenzialmente pericolosi. Dovrà aiutare le realtà economiche nel disbrigo di pratiche burocratiche e operative. Il professionista dovrà inoltre consigliare e adoperarsi nella stesura di un piano socio-sanitario specifico di sicurezza sia degli ambienti di lavoro, che delle persone che lo frequentano.— © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 25 APRILE 2020 LA TRIBUNA

L’allarme globale: la fase 2

Zaia: asporto da gelaterie e ristoranti e lockdown finito nell’edilizia privata Nuova ordinanza: distanza ridotta a un metro, sì alla manutenzione delle barche e ai lavori nell’orto. «C’è l’intesa con Conte» e guanti, altrimenti scattano le multe da 400 euro. Chi ama chattare in remoto dal divano potrà dare l’ordine al telefono con la consegna a domicilio: le due ipotesi si integrano. Zaia sorride, sa di aver calato l’asso. «L’ordinanza nasce da una raffinata analisi giuridica del Dpcm Conte, che consente alle Regioni alcune importanti integrazioni. In Veneto il lockdown è finito da due settimane, il 45% delle aziende ha ripreso a produrre. Ora dobbiamo pensare ai bambini e alle famiglie. I dati epidemiologici sono rassicuranti, a metà maggio la curva del contagio sarà azzerata e nel giro di 10 giorni le terapie intensive hanno dimezzato i ricoveri: erano 245 l’11 aprile e sono

Albino Salmaso / VENEZIA

Vi piacciono il gelato e la pizza? Avete un orto da coltivare o un albero da tagliare nel bosco? La vostra barca ormeggiata deve riaccendere il motore? Siete fortunati: per voi la “prigionia” da Coronavirus è finita. Come dire: il sacro e il profano, nella festa del 25° Aprile. Il sacro è la lotta dei partigiani che 75 anni fa hanno liberato l’Italia dal nazifascismo con l’aiuto degli americani. Il profano è la “liberazione” da Covid 19 declinata alla veneta nel giorno di San Marco, con un colpo magistrale di Zaia che nel suo tg-web scardina il lockdown di Conte con una settimana di anticipo. Se a Roma la squadra di Vittorio Colao vaglia le ipotesi ma non decide, a Venezia il governatore tira fuori dal cilindro un’ordinanza “libera tutti” entrata in vigore ieri alle 15, con i sindaci presi in contropiede. LA SVOLTA CONDIVISA CON ROMA

Le novità sono clamorose (vedi tabella nella pagina a fianco) perché senza scardinare i codici Ateco sulle riaperture previsti da Conte, si consente alle famiglie di uscire finalmente da casa, dopo 50 giorni di “prigionia”. I supermercati oggi e anche domani restano chiusi, ma si potrà andare in fioreria per regalare i “bocoli” di San Marco alle signore e comprare le piantine per l’orto. La novità più importante riguarda il cibo da asporto. Gelaterie, pizzerie e ristoranti potranno consegnare i prodotti ai loro clienti non solo a domicilio, ma all’interno dei loro locali. In termini pratici si potrà uscire da casa per acquistare il gelato, la pizza e gli spaghetti alle vongole senza consumarli però al tavolo. La “passeggiata” dietetica aiuta a superare lo stress da Covid 19. Ovviamente con mascherina

«La curva dei contagi sta scendendo e a metà maggio l’emergenza finirà» Il governatore Luca Zaia e l’assessore Manuela Lanzarin durante una delle conferenza stampa su Covid-19

l’assessore lanzarin

«L’apertura di asili e materne ha convinto il ministro Bonetti» VENEZIA

La grande scommessa del Veneto ha il sostegno del ministro della Famiglia, più che mai convinta che gli asili nido e le materne debbano riaprire prima possibile per consentire ai genitori di tornare al lavoro. L’assessore Manuela Lanzarin, ieri ha spiegato i dettagli dell’intesa che sta maturando con la Fism e le altre associazioni di categoria, con il placet del Provveditorato agli studi. «Il protocollo verrà perfe-

zionato la prossima settimana, entro mercoledì siamo convinti di passare alla fase operativa concreta. Noi siamo conviti che gli asili possano riaprire fin dal 4 maggio, anche se non ci facciamo troppe illusioni. Ma il progetto del Veneto è osservato con grande attenzione dal ministro Bonetti che intende estenderlo anche alle altre regioni. So che l’Iss nutre delle perplessità, ma la procedura avviata prevede il massimo rispetto delle misure di sicurezza. Non più di

Il maxi-emendamento al bilancio regionale mette insieme 13 milioni per finanziare gli interventi utili ad affrontate e combattere l’epidemia

Lunedì l’assegnazione del premio ai lavoratori della sanità veneta IL CONSIGLIO VENETO

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l consiglio regionale marcia compatto per approvare il maxi-emendamento da 13 milioni di euro con cui affrontare l’emergenza Covid 19. La novità sta nel premio da riconoscere ai 64 mila dipendenti della sanità, una

proposta delle minoranza che la Lega e il centrodestra hanno condiviso. Lunedì il voto definitivo. «L’apertura dell’assessore Lanzarin sull’indennità agli operatori sanitari del Veneto è un risultato molto positivo. Un messaggio per tutti coloro che stanno mettendo impegno e sacrificio dentro e fuori gli

ospedali. Ho chiesto al vicepresidente Forcolin che mandi un lettera a Salvini: quando c’è di mezzo la salute e il lavoro noi non ci tiriamo indietro» dice Stefano Fracasso, capogruppo Pd. Nicola Finco, speaker della Lega, ribatte: «Lunedì ci sarà il via libera alla variazione di bilancio per destinare fondi all’emergenza Covid-19, che sbloc-

15 bimbi per gruppo e grande spazio all’attività ludica», dice l’assessore. Il protocollo prevede queste procedure: ambienti sanificati, la fornitura a tutti i dipendenti di mascherine e gel, la garanzia del monitoraggio sanitario, la misurazione quotidiana della temperatura, il cambio del vestiario e l’igienizzazione delle calzature. «Saranno previste fasce orarie ‘allargate’ per l’ingresso e l’uscita per evitare così gli assembramenti, con l’allontanamento immediato in caso di eventuali sintomi e la riammissione sorvegliata accompagnata dalla presentazione del certificato medico», ha concluso Manuela Lanzarin. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ca 12,8 milioni per famiglie e lavoratori. Una cifra importante che tamponerà la grave crisi economica con una ventata di aria fresca in diversi ambiti, dalle rette per le case di riposo al sostegno per gli affitti, dalle spese delle scuole paritarie per i nostri bambini e alla cassa integrazione in deroga delle Ipab, normalmente escluse da queste misure. A questi fondi, poi, si aggiunge anche la richiesta, da me presentata in un ordine del giorno insieme alla collega Rizzotto, di destinare fondi al personale medico e sanitario che tanto valore e senso civico ha dimostrato in queste settimane. La Regione del Veneto si è dimostrata molto efficiente nell’assistenza ai malati e ha già deciso di destinare 74 milioni dei fondi strut-

130 oggi. Ecco perché ho tolto le restrizioni, ma se i furbetti vanno in piazza a far festa, si torna indietro». La “liberazione” da Covid 19 consente quindi di andare in libreria tutti i giorni e così pure nei negozi di abbigliamento per bimbi: passeggiate intellettuali per chi ama i romanzi e la saggistica, shopping con il passeggino per le mamme dal lunedì al venerdì, come previsto dal governo Conte. Il limite dei due giorni imposto da Zaia è caduto. LA FILIERA AGRICOLA

C’è poi la filiera agricola: chi vuole calare la pancia e vangare l’orto per coltivare insalata, pomodoro, melanzane e patate deve solo evitare gli strappi alla schiena, ma sarà benedetto perché “l’autoconsumo” anche negli orti comunali - è

ERIKA BALDIN, CONSIGLIERA REGIONALE DEL M5S, CRITICA L’ORDINANZA DI ZAIA

«Bene i 600mila euro al consorzio molluschi Ora la Regione deve rinunciare ai canoni di sua competenza Un aiuto al turismo»

pratica salutare. Basta indossare la mascherina e rispettare la distanza di un metro. La pratica benedettina “ora et labora” viene ora integrata dal “vanga che il Covid passa” e poco importa se il governatore infila una citazione di Aristotele che sa di cavoli a merenda. Ovviamente è autorizzata la vendita di semi, piante, fiori e fertilizzanti, altrimenti germogliano solo le erbacce. L’orto da coltivare diventa un “libera tutti” nel week end per chi ha la seconda casa in campagna: nessun divieto per gli spostamenti, basta restare in Veneto. E così pure per i tagli dei boschi. LE VISITE IN CIMITERO

Se la benedizione della salma è autorizzata ma senza i parenti, si potrà invece andare in cimitero a piangere i propri cari, una scelta di grande umanità che i sindaci avrebbero voluto concordare per organizzare la vigilanza. C’è poi il capitolo edilizia, vera pietra miliare della “liberazione”. Le grandi opere pubbliche sono state sbloccate dal premier Conte e da una settimana i cantieri della Pedemontana hanno ripreso a viaggiare tra Montecchio e Malo. Zaia ha inoltre autorizzato i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sul patrimonio edilizio, a patto che il Comune abbia rilasciato la concessione. L’ultimo atto di liberalità riguarda le barche: via libera alla manutenzione dei motori da diporto e alla sistemazione delle darsene. «Sia chiaro, si tratta di un segmento che ci dobbiamo tenere stretto per salvare il turismo sul litorale adriatico. L’ultimo disastro l’ha combinato Mario Monti che con le sue tasse ha fatto scappare in Croazia le barche dei veneti: ora possono tornare a casa». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

turali europei a imprese e famiglie in difficoltà e al comparto sanitario. Inoltre ha pagato oltre un miliardo di fatture ai propri fornitori, dimostrando grande efficienza». Erika Baldin, del M5S, sottolinea i 600 mila euro erogati al consorzio dei molluschi di Venezia e Chioggia , come risarcimento danni del maltempo di novembre. «Inoltre attendo che la Regione decida di sospendere la riscossione dei canoni demaniale di sua competenza: sono 150 mila euro l’anno. Ci vuole un segnale alle imprese turistiche, ma l’ordinanza di ieri di Zaia ha creato solo confusione, non c’è intesa con i sindaci e temo che oggi ci sia la corsa al mare». — ALB.SAL. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 15

L'ARENA

Sabato 25 Aprile 2020

VIAMATTARANETTA. Icontrolli traSan Michele e leFerrazze fannoscoprirel’assembramento

Grigliataconspinello Ma arrivanoi poliziotti Gliagentisonostati attratti dalmovimento inuna capanna costruitacon rami efogliesecche Cinquegiovaninei guai Alessandra Vaccari

disinfettori dell’Esercito hannosanificato15mila metriquadrati distruttura FOTOSERVIZIOEXPRESS

CarabinieridiSan Massimo

Consegnatalapensione adanzianaindifficoltà

Carabinieridi SanMassimoconsegnano lapensione ad anziana Eranosolitiandare insieme, tenendosia braccetto. Un’occasioneper fareuna passeggiata,quattropassi.Il ritirodellapensione,seppur modestadilei,79 anni, erala scusaper usciredicasa. Malapandemia sconsiglia

aglianziani diuscire.Così quando lui,81 anni,ha lettosul nostro giornalechei carabinieri avevano fattouna convenzioneconPoste italianehapensato dichiamarela stazionediSan Massimoper chiederese fossepossibile chei militariandasseroa ritirare la

pensionedellamoglie. L’anziano,tempo addietroaveva subitoun furto.E comespesso accadetra luieri imilitari della stazione,s’erainstaurato un legamedurato neltempo. Cosìl’anzianosi èmessoin contatocon il luogotenenteVito AlbertoGarofalo,chehasbrigato tuttele pratichecon i suoi uomini chehannoconsegnato,come da accordostipulato tra Armadei carabinieriePoste italiane,la pensionealla coppia residentenel quartierediSantaLucia. Idue anziani, unpoco il lockdown eunpoco per le nonperfette condizionidisalutedellasignora, avevanogrossedifficoltàa riscuoterela pensione direttamenteallaposta. Unavolta presi accordi con l’ufficiopostale diriferimentoe compilatala documentazione necessariaildenaro èstato consegnatodirettamentedal comandantedellastazione cheha coltol’occasioneper scambiare duechiacchiere eportareun po’di compagnia(sempre nelmassimo rispettodelle misuredisicurezza sanitaria)all’anziana coppiache ha ringraziato. A.V.

Braciolata con spinello, finita male per l’arrivo di una Volante alla Mattarana, tra San Michele Extra e le Ferrazze. Un po’ per spavalderia, un po’ per ignoranza, ma la bravata messa in atto da alcuni minorenni ed un maggiorenne è costata cara ai protagonisti che si erano costruiti una sorta di capanna con rami e sterpaglie per non dare nell’occhio ed avevano organizzato tutto per fare una grigliata in campagna, nonostante i divieti ancora in atto disposti da governo e Regione per contrastare la diffusione del virus Covid-19. Tutto pronto per abbrustolire e magari fumarsi pure una «canna», visto che l’unico maggiorenne del gruppo è stato trovato con dell’«erba», della marijuana. I cinque giovani, di cui quattro non ancora maggiorenni, sanzionati poi dalla polizia, sono stati trovati in un campo agricolo, nei pressi di via Mattaranetta. Erano circa le 17 quando gli agenti delle Volanti, impegnati nell’ordinario servizio di controllo del territorio, hanno notato una sorta di capanna realizzata mettendo uno sopra l’altro degli arbusti spezzati. Decisi ad approfondire le verifiche in quella zona, i poliziotti si sono avvicinati e hanno visto che c’era del movimento all’interno. Infatti quasi contemporaneamente è apparso uno dei ragazzini. Vicino all’improvvisata capanna, qualche sedia, una griglia da cucina, una cassetta di plastica contenente diverse confezioni di carne, bottiglie di vino e birra, nonché visibili tracce di brace a terra.

I poliziotti hanno pensato che si trattasse di qualche straniero senza fissa dimora, invece la sorpresa, piuttosto amara è stata quella di trovarsi di fronte a ragazzini che avrebbero dovuto restare a casa. Di fronte all’evidenza, i giovanihanno ascoltato i rimproveri degli agenti che, oltre ad aver fatto appello alla vigente normativa, hanno mostrato la loro apprensione in merito, non solo alle condizioni igieniche in cui i ragazzi avrebbero voluto mangiare, ma anche ai pericoli in cui sarebbero incorsi nel caso in cui fossero riusciti ad accendere un fuoco in un luogo così circoscritto e ricoperto per lo più da sterpaglie secche. Richiamati per la loro noncuranza, tutti e cinque sono stati sanzionati e i quattro minori, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, sono stati riaffidati alle rispettive famiglie che si sarebbero dovute rendere conto che i ragazzini non erano in casa. E per loro valgono le stesse regole che valgono per tutti: limitare le uscite di casa se non sono strettamente necessarie, usare mascherine e guanti. Non creare assembramenti. Nessuna di queste prescrizioni è stata osservata dai ragazzini, che evidentemente non sono stati ben educati dai genitori. Al maggiorenne del gruppo è stata, comminata anche la sanzione amministrativa prevista per il possesso di sostanze stupefacenti per uso personale in quanto, durante il controllo, gli agenti hanno trovato all’interno della capanna due buste di tabacco contenenti 1,11 grammi di hashish e due bustine ormai vuote con odore di marijuana: sostanza di cui il maggiorenne ha rivendicato la proprietà. •

Volantein viaMattaranetta:scoperti giovaniche facevanogrigliate

InterrogazionediComencini, Lega

«Imilitariinmissione hannoricevutoiDpi?» Lasalute deimilitariimpegnati inmissioniall’esteroèal centro diun’interrogazione presentata aiministri dellaDifesa edegli AffariEsteri esottoscrittadal deputatodellaLegaVito Comencini. «Abbiamochiestose abbiano giàprovveduto adinviareai militariinservizio nellesedi dellanostrarete diplomaticae consolare,o impegnati in missionidimantenimento della paceall’estero,idonei quantitativididispositivi individualidiprotezione,per assicurarnel’incolumità in ambienticontaminati da Coronavirus»,spiega Comencini. «L’interrogazionepuntaad approfondireanchequali ulterioriprovvedimenti abbia assuntoil governofinorao

pensidiassumerenell’immediato futuroper garantirela salute del personaledelle ForzeArmate rispettoal pericolodel contagio». Secondoil deputato «preoccupanosoprattuttole posizionidei nostricontingentidi stanzaadHerat, inAfghanistan,e nelKurdistaniracheno,inquanto situatiinprossimitàdell’Iran, fra i Paesipiù colpitidalla pandemia. È quindiopportuno dotarei nostri militarididispositivi protettivi individualiidoneia tutelarnela salutenellembasciate, nei consolatie nellezoneincui sono impegnati». «Daalcuni militari all’esteromiè statosegnalato chesi sentono un pocoabbandonati», spiega Comencini,«voglioassicurarmi cheilministero competente operi perfar lavorareinsicurezza i nostrimilitari». A.V.

ILBOLLETTINO. Altre duevittime ierinegli ospedalidellaprovincia. Boom deinegativizzati:altri 153guaritidel tutto

Crescono i positivi scoperti dai tamponi Altri20veronesisono risultaticontagiati, portandoiltotale a 3.021 Ancorain caloi ricoverati Camilla Ferro

Mentre ieri pomeriggio la nuova ordinanza firmata dal governatore Zaia ha allentato ancora di più i cordoni dell’isolamento e della quarantena (via libera alla vendita per asporto, revoca delle restrizioni per l’edilizia sul patrimonio esistente, sì alle coltivazioni agricole per au-

to-consumo e sì al commercio di prodotti florovivaistici, cimiteri aperti con obbligo di distanziamento), i tamponi positivi a Verona sono aumentati. Il bollettino sanitario ha registrato infatti altri 21 casi di contagio, facendo salire a 3.021 il dato dei veronesi «attualmente positivi», rispetto ai 3.001 del giorno prima. Non significa che il virus, spiegano gli addetti ai lavori, abbia ripreso forza, significa solo che più si fanno test e più vengono alla luce gli «asintomatici», e più se ne individuano e si mettono in quarantena, più si riduce

la diffusione dell’infezione. Il report di ieri, quindi, continua a dirci che nella nostra provincia la curva del Covid-19 è in discesa e che, se verrà confermato anche nei prossimi giorni questo andamento, arriveremo a «contagi zero» il 21 maggio. Anche ieri i nostri ospedali hanno continuato a svuotarsi: non sono arrivati nuovi pazienti da ricoverare e quelli che già erano in corsia da settimane, cominciano via via ad essere dimessi: solo ieri altre 11 persone sono tornate a casa, giovedì erano state addirittura 40. Ma ciò che rincuora i me-

dici è soprattutto il dato relativo alle terapie intensive: dall’altro giorno ci sono letti vuoti, segno che i malati migliorano e possono essere trasferiti nei reparti di area non critica. Purtroppo, c’è chi non ce la fa: ieri le vittime sono state due, una a Villafranca e una a Peschiera, portando il totale dei decessi scaligeri a 332 (compresi quelli extra ospedalieri). Boom, invece, di veronesi «negativizzati», cioè definitivamente guariti dall’infezione (hanno due tamponi negativi), saliti ieri di 153 unità: in tutto, da inizio epidemia, so-

no 1.045 quelli che hanno superato con successo l’infezione polmonare. Ci sono poi ancora molti veronesi in quarantena domiciliare, ma anche loro continuano a calare: l’ultimo dato disponibile, aggiornato a giovedì, parla di 1.488 persone chiuse in casa (60 in meno in un giorno) perchè potenzialmente positive in quanto hanno avuto contatti stretti con soggetti contagiati. Devono rimanere isolate per 14 giorni: se in questo arco di tempo non sviluppano i sintomi del Covid-19, non hanno contratto il virus. •

Tamponidrivein nel padiglionedi Veronafiere FOTOMARCHIORI


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