RASSEGNA STAMPA DEL 30 MAGGIO 2020

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29-MAG-2020 Estratto da pag. 42

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO

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27-MAG-2020 Estratto da pag. 19

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO

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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO

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PRIMO PIANO

SABATO 30 MAGGIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: l’industria del tempo libero

La Croazia riapre ai vacanzieri italiani Meta preferita di tanti a Nordest: se c’è la prenotazione alberghiera si passa la frontiera. Invece la Grecia chiude le porte

Nicola Brillo / VENEZIA

Chiuse le porte della Grecia, socchiuse quelle della Croazia. Nelle ultime ore si delineano meglio i contorni delle prossime vacanze degli italiani e dei veneti. L’emergenza Coronavirus mette in forse molte mete amate dai turisti. Dopo la chiusura di Austria e Slovenia, anche la Grecia ha preferito per ora escludere l’arrivo di turisti dal nostro Paese. Atene ha infatti annunciato la lista dei 29 Stati i cui turisti potranno visitare il Paese dal 15 giugno, quando gli aeroporti riapriranno ai voli internazionali. E l’Italia non figura. Discorso differente per la Croazia. Per Zagabria i confini italiani sono chiusi, ma si aprono “magicamente” per motivi di lavoro e per comprovate ragioni economiche, tra le quali sono incluse anche quelle turistiche. Sarà possibile dunque entrare in Croazia anche dall’Italia se si esibisce alla frontiera una prova di prenotazione alberghiera o in altra struttura ricettiva. Per accelerare l’ingresso, il ministero degli Esteri croato consiglia di presegnalare l’arrivo in Croazia compilando un modulo disponibile sul sito del ministero degli Interni

croato. Ieri il governo di Zagabria, per far ripartire il turismo duramente colpito dalla pandemia del Coronavirus, ha deciso di riaprire i confini senza alcuna restrizione per i cittadini di Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Paesi, secondo il governo, che registrano una situazione epidemiologica positiva, analoga a quella della Croazia. Nel frattempo l’ente per il turismo croato ha pianificato anche in Italia campagne pubblicitarie

Federalberghi

Appello di Michielli «Risposte chiare o tutto è perduto»

Da metà giugno anche l’Austria dà via libera agli stranieri. Ma non a chi viene dal Belpaese

Federalberghi Veneto chiede «risposte chiare o il turismo morirà». Lo dice il presidente Marco Michielli il quale sottolinea che «gli albergatori fremono per riaprire, ma ogni mattina leggono tutto e il contrario di tutto: alle dichiarazioni dei Paesi stranieri di un sostanziale boicottaggio dell'Italia fanno da contraltare gli annunci di alcuni esponenti del nostro governo che tendono a rassicurare, ma senza dare certezze».

delle proprie coste in attesa di un’apertura totale. Intanto stanno riaprendo le agenzie viaggi, dal 3 giugno saranno aperte la totalità in Veneto. «Purtroppo la situazione è ancora incerta a livello internazionale per le partenze e arrivi, speriamo di tornare a lavorare dai primi di luglio - spiega Giancarlo Reverenna, presidente Fiavet Confcommercio

Veneto -. Quest’estate gli italiani non credo potranno permetterci grandi vacanze. Il mercato tedesco è ancora sospeso, qualche turista forse arriverà a settembre dalla Germania, ma la gran parte tornerà l’anno prossimo. Se guardiamo le mete a lungo raggio, questo settore ripartirà solo verso la fine dell’anno». Per Fiavet Confcommercio

La spiaggia di Pola, in Croazia

Quadro a tinte fosche nell’analisi commissionata dalla Cna del Veneto al Centro studi Sintesi Il presidente Conte: «Preoccupazione per strutture ricettive, ristorazione e tutto l’indotto»

Il turismo veneto torna al 1999 «A rischio il 71% dei ricavi» LA RICERCA

emergenza Coronavirus rischia di portare indietro il Veneto di 20 anni. E mettere a rischio il 71% del fatturato delle imprese turistiche nella nostra regione. Il Pil di quest'anno si dovrebbe infatti attestare ai valori del 1999. Sono le stime diffuse ieri dalla Cna del Veneto in base ad una ricerca realizzata dal Centro Studi Sintesi di Mestre. «Sulla base degli attuali documenti di finanza pubblica, dopo sei anni di crescita, il Pil regionale sarà di nuovo in picchiata del -8,6% – spiega il presidente della Cna del Veneto, Alessandro Conte -. E per il turismo i dati sono allarmanti: la preoccupazione è per le strutture ricettive, ristorazione, e tutto l'indotto turistico». Il 2019 del turismo veneto si era chiuso in crescita, con 20,2 milioni di arrivi e 71,2 milioni di presenze, dando lavoro a oltre 160mila lavoratori (impiegati in 34.801 aziende), generando un fatturato di 11 miliar-

L’

di di euro, cui si deve poi aggiungere l’indotto. Numeri che per la stagione 2020 saranno solo un lontano ricordo. Secondo la ricerca del Centro Studi Sintesi le attività del settore turistico in appena due mesi hanno già perso il 10% del fatturato annuo. Tuttavia, l'entità dell'impatto dipenderà da come evolverà la situazione nei prossimi mesi. Lo studio ha provato a delineare una stima per il 2020, ipotizzando un possibile scenario di domanda turistica che si caratterizza per tre condizioni. La prima: non

Le attività in appena due mesi hanno già perso il 10% del fatturato annuo sarà necessario il ripristino delle precedenti misure restrittive; la seconda: gli stranieri torneranno a partire da luglio, anche se in misura pari al 30% dello scorso anno; la terza: i turisti italiani nei mesi di maggio e giugno saranno pari al 20%

LA PREVISIONE VENETO: STIMA DEL FATTURATO PERSO DALLE IMPRESE DEL TURISMO ELABORAZIONI SU DATI REGIONE DEL VENETO

PRE-CRISI

LOCKDOWN

AVVIO FASE 2

NUOVA NORMALITÀ

GEN-FEB

MAR-APR

MAG-GIU

LUG-DIC

STRANIERI

100%

0%

0%

30%

ITALIANI

100%

0%

20%

50%

FATTURATO PERSO (VALORI CUMULATI, MILIARDI €)

-

-1,1

-3,4

-7,8

FATTURATO PERSO (SUL FATTURATO ANNUO)

-

-10%

-31%

-71%

GEN-APR

GEN-GIU

GEN-DIC

QUOTA DI PRESENZE TURISTICHE

PERIODO

GEN-FEB

CON I DUE MESI DI LOCKDOWN, LE IMPRESE DEL TURISMO HANNO GIÀ PERSO IL 10% DEL FATTURATO ANNUO

dello scorso anno, quota che si auspica possa salire al 50% nei restanti sei mesi. Sulla base di queste ipotesi, a fine anno la perdita del fatturato per il comparto turistico in Veneto potrebbe essere del 71%. «Il turismo veneto ri-

SULLA BASE DELLE IPOTESI CONSIDERATE, A FINE ANNO LA PERDITA DI FATTURATO DEL TURISMO SAREBBE DEL 71%

schia di bruciare in un anno i progressi fatti negli ultimi cinque – spiega Alberto Cestari, ricercatore del Centro Studio Sintesi –. Le nostre stime sono in linea con le previsioni fatte dall’Organizzazione mondiale del turismo che segna nel

Alessandro Conte

mondo un calo fino all’80%». La domanda turistica veneta si caratterizza per la netta prevalenza degli stranieri (68%) e per una stagionalità ad alta intensità: il 65% delle presenze annue si concentra tra giugno e settembre. Dalla Germania arriva il 33% dei turisti stranie-

Gli stranieri torneranno a partire da luglio, anche se in misura pari al 30% dello scorso anno ri, poi Austria (8%) e Gran Bretagna (5,4%). Tra le mete preferite troviamo al primo posto (per il 55,8%) le città d'arte, per il 20,2% il mare, poi il 14,2% preferisce il lago, il 5,7% la montagna e il 4,1% le terme. «Appare evidente che

Veneto la “normalità” delle agenzie di viaggi tornerà solo a marzo 2021. Sulle “non aperture” ai turisti italiani interviene il deputato veneziano della Lega Alex Bazzaro. «L’incapacità del ministro Di Maio non solo è vergognosa, ma porterà l’Italia ad essere lo zerbino d’Europa – dichiara il componente della Commissione Attività Produttive e Turismo -. Il nostro Paese sta subendo un danno economico, occupazionale e d’immagine che difficilmente potrà risanare e tutto per l’inadeguatezza del nostro ministro che non è minimamente in grado di svolgere il proprio lavoro: salvaguardare il turismo italiano. Basti pensare al Veneto regione leader in Italia con 70 milioni di presenze e un fatturato di 18 miliardi di euro, che rischia di essere il settore più danneggiato dall’emergenza Coronavirus». L'Austria aprirà il 15 giugno i confini con Germania, Liechtenstein e Svizzera. Niente da fare con l'Italia. «La situazione in Italia è la più difficile - precisa il cancelliere austriaco Sebastian Kurz -. Cerchiamo comunque a breve una soluzione. I dettagli non saranno presentati prima di mercoledì».— © RIPRODUZIONE RISERVATA

per numeri e importanza il settore turistico, che rappresenta circa l'11% dell'economia regionale, dovrà non solo essere sostenuto – commenta il segretario della Cna del Veneto, Matteo Ribon - ma anche rilanciato attraverso investimenti in termini di risorse e di immagine». L’invito della Cna è chiaro: «Restare in Veneto per le vacanze, ciò significa non solo contribuire alla ripresa delle attività locali, ma anche avere la garanzia di godere di vacanze sicure e di qualità». «L'impatto delle misure di contrasto al virus imporranno un'accelerazione nella riscoperta di nuove tipologie di offerta turistica alla riscoperta del nostro valore artigiano. Il Veneto – sottolinea Conte - come emerge dai dati, attrae visitatori grazie alla presenza di molte bellezze artistiche e culturali. Far conoscere i nostri borghi, le storie, i prodotti del territorio magari ancora poco noti, attraverso esperienze “cucite su misura” potrebbe rappresentare la chiave di volta della stagione». E sulle risorse messe in campo dalla Regione Veneto il presidente della Cna del Veneto Conte ribadisce: «È necessario che i tempi siano rapidi, altrimenti qualsiasi misura perderebbe di efficacia – conclude Conte -. Ci auguriamo inoltre che vengano destinati dei fondi proprio per la filiera del turismo che insieme al comparto casa e al made in Italy rappresentano gli asset fondamentali dell'economia regionale».— NICOLA BRILLO © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 30 MAGGIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: politica e ripartenza

La vacanza in Grecia vietata agli italiani Atene non ammetterà nemmeno inglesi, spagnoli e francesi: «Pronti a riaprire se il contagio dovesse diminuire» Alessandro Di Matteo / ROMA

Chi vuole andare in vacanza all’estero quest’anno dovrà affidarsi al last minute, sperando che nel frattempo l’Italia esca dalla “lista nera” dei “Paesi coronavirus”. Di sicuro, dovrà aspettare – incrociando le dita – chi pensava di andare in Grecia, e lo stesso vale per parecchie altre destinazioni. Atene comincia a riaprire le frontiere, ma non a tutti, e almeno fino all’inizio di luglio Partenone e isole saranno off limits per gli italiani, ma anche per inglesi, francesi, spagnoli, per esempio. In generale, in vista delle vacanze molte nazioni stanno approntando delle liste di Paesi “sicuri”, escludendo gli Stati più colpiti dall’epidemia. DOCCIA FREDDA

Una doccia fredda per molti, a cominciare dai più previdenti che magari avevano già prenotato barche o alberghi prima ancora che scoppiasse la pandemia. Per il momento la Grecia riapre le frontiere ai turisti che arrivano da 29 Paesi e nell’elenco non c’è l’Italia, come appunto nemmeno la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna. Le restrizioni, va precisato, non riguardano la nazionalità, ma il Paese dal quale si proviene: un italiano che vive in Germania, per fare un esempio, sarebbe ammesso. AGGIORNAMENTI IN VISTA

Ma il governo di Atene ha spiegato che il primo luglio la lista verrà aggiornata e l’Italia potrebbe essere riammessa, se la situazione dovesse essere più tranquilla. Una scelta che però fa infuriare parecchi esponenti politici, in qualche caso gli stessi che a febbraio chiedevano di chiudere le frontiere italiane per proteggere il paese dal coronavirus. Il problema è che la Grecia non è sola, nei giorni

scorsi anche Austria e Svizzera hanno annunciato linee guida simili, mentre l’Italia ha annunciato la riapertura delle frontiere ai cittadini Ue a partire dal 3 giugno. CORRIDOI BILATERALI

Il timore di molti è che tra i Paesi dell’Unione europea nascano dei «corridoi bilaterali» che escludono l’Italia, penalizzando tutto il settore del turismo. La Svizzera, per esempio, che pure ha un numero di casi non distante da quello italiano se rapportato alla popolazione, ha deciso di riaprire i confini con Austria, Francia e Germania, ma non con l’Italia, appunto. Berlino, a sua volta, po-

Stop anche in Austria e Svizzera. Il timore di corridoi bilaterali nell’Unione europea trebbe permettere ai tedeschi di andare in vacanza in Grecia, ma non in Italia. Un problema ben chiaro anche al governo. Ieri sera Giuseppe Conte ha parlato della questione al tavolo con i capi delegazione di maggioranza e Luigi Di Maio ha in programma un tour che lo porterà il 5 giugno in Germania, il 6 in Slovenia e il 9 in Grecia. L’ATTACCO DELL’OPPOSIZIONE

L’opposizione attacca. Giorgia Meloni, leader di Fdi dice: «Gli accordi bilaterali con i quali la Germania e altri Stati europei vorrebbero mandare i loro turisti in Grecia o in Croazia, tagliando fuori l'Italia sono vergognosi». Simile la posizione del presidente del Veneto, Luca Zaia: «La Svizzera apre a tutti fuorché a noi, e ci considera appestati. Che differenza c'è tra noi e la Francia? Non può passare l’idea che siamo un lebbrosario». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una spiaggia paradisiaca a Cefalonia

Il ministro degli Esteri a Berlino e Atene per sbloccare i viaggi «Se tutti rispetteranno le regole non si correranno rischi»

Farnesina: «No discriminazioni» Di Maio a caccia di una soluzione IL RETROSCENA Francesca Sforza / ROMA

l turismo deve ripartire, in entrata e in uscita dall’Italia. Non si tratta solo di vacanze, ma di economia, di rilancio, di benessere. E anche di un pizzico di orgoglio nazionale, perché impedire agli italiani di viaggiare – così come comunicato dalla Grecia, che ci ha escluso dalla lista dei Paesi da accogliere – non significa soltanto limitare lo spostamento di cittadini europei, ma anche mettere in dubbio le misure di profilassi e sicurezza messe in atto dal nostro Paese. Per questo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha intenzione di farsi sentire

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con forza in Europa, e ha già messo in agenda un’azione diplomatica su tre tappe: sarà in Germania il prossimo 5 giugno, in Slovenia il 6 e in Grecia il 9. L’obiettivo: garantire una ripartenza dei flussi turistici che non discrimini nessu-

«Il turismo per l’Italia rappresenta il 15 per cento del prodotto interno lordo» no. E lanciare un messaggio chiaro a quei Paesi che in questo frangente si stanno dimostrando ostili: «Se si rispettano le regole, non ci sono rischi per la salute». IL PIANO OPERATIVO

La strategia della cautela

che ha contraddistinto la Farnesina fino a ieri sera si è risolta in un piano operativo più preciso con la conferma da parte del governo di riaprire la mobilità interna fra le Regioni il 3 giugno prossimo. Sarebbe stato difficile infatti immaginare un negoziato all’interno dell’Unione Europea con i singoli stati membri nel caso in cui la circolazione fra le Regioni fosse rimasta bloccata e si fossero nutrite perplessità sulla data del 3 giugno. Chiarezza e trasparenza sul fronte interno sono necessarie per rassicurare i dubbiosi e non offrono alibi a chi si dimostra ostile. LA MISSIONE FRANCESE

Un primo segnale di apertura arriva proprio il 3 giugno, con la visita del mini-

stro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, che ha scelto l’Italia come prima tappa estera dopo il lockdown. Per il successo dell’azione diplomatica su Berlino e Atene, città strategiche per il turismo italiano (sia in entrata che in uscita) la Farnesina ha già messo a fuoco il principio della normativa omogenea, espresso dal Ministro Luigi Di Maio in occasione della Conferenza dei ministri degli Esteri dell’Unione europea il 18 maggio scorso. Al termine dell’incontro è emerso un ampio consenso sulla necessità di mantenere uno stretto coordinamento per la ripresa dell’attività turistica e di sviluppare protocolli comuni, per far sì che i flussi possano gradualmente tornare alla normalità, garantendo al tempo stesso la salute dei cittadini. REGOLE OMOGENEE

È evidente che la mossa della Grecia di escludere gli italiani si muoverebbe in contrasto con quanto definito in quell’occasione. L’omogeneità di regole su scala regionale e la trasparenza dei dati sanitari interni costituiscono una doppia garanzia, sia per i turisti europei che intendano venire in vacanza in Italia, sia per gli italiani che scelgano di muoversi verso destinazioni estere. «Il turismo per l’Italia rappresenta il 15 per cento del prodotto interno lordo», ha detto Di Maio nella sua ultima intervista al quotidiano tedesco Bild, dopo l’incontro con il ministro Heiko Maas. In quell’occasione il ministro degli Esteri ha ricordato l’importanza del turismo tedesco per l’Italia – «un turismo importante, di alto livello» – adesso si tratta di ricordare la stessa cosa ai greci. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Primo Piano Le protezioni Quando resta obbligatoria la mascherina al 1° al 14 giugno in Veneto è fatto obbligo di usare le mascherine nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico e, all’esterno, in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza tra non conviventi. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni e i disabili. Capitolo autovetture: per i lavoratori che usano mezzi aziendali valgono le disposizioni dettate dall’azienda. Negli altri casi, invecem è obbligatorio l’uso della mascherina se si viaggia nella stessa auto e non si è conviventi. Restano vietati gli assembramenti in area pubblica o aperta al pubblico tra non conviventi: significa che i conviventi - ha spiegato Zaia - possono farsi la grigliata all’aperto.

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In spiaggia Aumentano le distanze: da 10 a 12 metri

Sabato 30 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Dagli ombrelloni alle grigliate a casa D Ecco cosa cambia Punto per punto le nuove regole previste dall’ordinanza Centri estivi: patto di responsabilità tra famiglie e gestori `

IL FOCUS VENEZIA Le grigliate (ma tra conviventi) non solo nel giardino di casa, ma anche nelle aree all’aperto attrezzate per i picnic. La “liberazione” delle mascherine (che col caldo cominciavano a diventare pesanti). Gli spazi allargati in spiaggia tra un ombrellone e l’altro. Sono alcune delle novità contenu-

te nella nuova ordinanza, in vigore dal 1° al 14 giugno, firmata ieri dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, e riassunte nelle schede in questa pagina. Tra le novità anche il “Patto di responsabilità reciproca” per i centri estivi: lo dovranno firmare il gestore del servizio e le famiglie dei bambini iscritti. «È un patto che famiglie e gestori si impegnano a rispettare in buona fede», ha spiegato l’as-

sessore Manuela Lanzarin. Per il gestore, ad esempio, la pulizia; per la famiglia il controllo della salute del proprio figlio. E poi c’è la semplificazione delle procedure: con un semplice modulo il gestore dei centri estivi comunicherà al Comune l’inizio dell’attività. Dopodiché, ha puntualizzato Zaia, saranno le Ulss a controllare. a cura di Alda Vanzan

a lunedì 1° giugno in Veneto sono consentite praticamente tutte le attività economiche e sociali. L’ordinanza le mette in fila: ristorazione, stabilimenti balneari, alberghi, bed&breakfast, agriturismi, acconciatori, estetisti e tatuatori, commercio al dettaglio, mercati, uffici, autoscuole, piscine (escluse le piscine ad usi speciali di cura, di riabilitazione), palestre, manutenzione del verde, musei, biblioteche, strutture turistico-ricettive all’aria aperta, rifugi alpini, attività fisica all’aperto, noleggio veicoli e altre attrezzature, informatori scientifici, aree giochi per bambini in spazi pubblici e aperti al pubblico, circoli culturali e ricreativi, formazione professionale, parchi tematici, giostre, strutture termali e centri benessere, professioni della montagna e guide turistiche.

Spettacoli Al chiuso 200 al massimo in platea

© RIPRODUZIONE RISERVATA

a nuova ordinanza pubblicata ieri sul Bur ha tre allegati: si tratta delle linee guida per ciascun settore. La maggior parte delle indicazioni è nota (come ad esempio per i ristoranti con la distanza di un metro tra le sedute o il fatto di consentire il buffet solo se servito dal cameriere), in alcuni casi invece ci sono stati degli aggiustamenti. Che però non sono stati recepiti nelle schede. Il caso più emblematico è quello degli ombrelloni in spiaggia: mentre le schede dicono che bisogna “assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 metri quadra per ogni ombrellone”, l’ordinanza ha allargato a 12 metri quadri lo spazio.

e linee guida allegate all’ordinanza danno indicazioni anche ad attività che però da lunedì non potranno riaprire. È il caso dei cinema. Ma è interessante leggerle per capire cosa succederà da metà giugno quando, se non ci saranno colpi di scena, si potrà tornare al cinema così come a teatro. Ad esempio: i posti a sedere dovranno prevedere una seduta ed un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l’altro, sia frontalmente che lateralmente, di almeno 1 metro. Solo familiari e conviventi potranno sedere accanto. L’eventuale interazione tra artisti e pubblico deve garantire il distanziamento di almeno 2 metri. Tutti gli spettatori dovranno indossare la mascherina. Per spettacoli al chiuso il numero massimo sarà di 200 persone, per quelli all’aperto 1000.

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Alle terme In piscina 7 metri quadri per persona ettagliate anche le regole per la riapertura delle terme e dei centri benessere. Le linee guida stabiliscono che gli accessi nei locali dovranno essere contingentati per mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri in tutti gli ambienti chiusi, salvo per li appartenenti allo stesso nucleo familiare, conviventi o persone che occupano la stessa camera. Resta vietato l’accesso agli ambienti altamente caldo-umidi, come il bagno turco, e alla sauna. Potrà essere consentito l’accesso a tali strutture solo se inserite come servizio esclusivo per le camere per gli ospiti. Per i clienti, uso della mascherina obbligatorio nelle zone interne di attesa. Quanto alle piscine termali, la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 metri quadri di superficie di acqua a persona.

L’economia Riapertura di massa per le attività

Centri estivi Accompagnatori senza limiti d’età “Salvi” i nonni

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ossono riaprire i centri estivi e tutti i servizi per l’infanzia da 3 a 17 anni, ma le linee guida della Regione Veneto sono pronte anche per la fascia 0-3 per la quale però si attende il nullaosta governativo. I gruppi dovranno essere limitati con un rapporto tra personale educativo e minori di 1 a 5 nel caso di bambini da 0 a 5 anni; 1 a 7 da 6 a 11 anni; 1 a 10 da 12 a 17 anni. Ai genitori (o accompagnatori) non è consentito l’accesso alla struttura ad eccezione che per l’area accoglienza/commiato. A tutti, genitori/accompagnatori e minori, dovrà essere misurata la temperatura sia all’ingresso che all’uscita. Il divieto che ad accompagnare i bimbi siano i nonni è scomparso: ora è solo scritto che “è preferibile” che gli accompagnatori non siano persone con più di 60 anni.

P Le Frecce nel cielo di Venezia Il cielo azzurro ha salutato il passaggio delle Frecce Tricolori sopra Venezia, nuova tappa del tour nazionale della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica in vista del 2 giugno, Festa della Repubblica.

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Primo Piano L’azione del governo Decreti, DPCM e principali contenuti

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Decreti legge adottati dal governo

Decreto “Rilancio” Decreto “Cura Italia” Decreto studi epidemiologici COVID-19 Decreto Carceri

Sabato 30 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Il governo adesso apre: ok agli spostamenti dal 3 Vertice a palazzo Chigi, alla fine passa `Superati i dubbi di Speranza: non c’è ragione la linea di non lasciare indietro nessuno per rinviare. Boccia: confronto con le Regioni `

Decreto Giustizia e tutela della privacy Decreto Credito e Decreto Scuola

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DPCM e dm approvati

Fase 2 fino al 18 maggio Proroga del lockdown Chiusura delle scuole Trasferimento di 4,3 miliardi ai Comuni Sospensione dei termini e degli adempimenti degli obblighi tributari Limitazioni delle attività in Italia Chiusura totale fino al 3 maggio

Il ministro Boccia e il Premier Conte a Montecitorio (foto ANSA)

mentare, per frequenza ed entità, il movimento di persone sul territorio nazionale». Il lockdown in Italia ha permesso di controllare l’infezione e ora la ripresa della circolazione non deve far abbassare la guardia. Si riapre, quindi, senza ulteriore proroghe e «tutti insieme», come sostenuto il giorno prima dal ministro Boccia e anche dal reggente M5S Vito Crimi che solo due giorni fa chiedeva che fossero consentiti solo «spostamenti in aree limitrofe, considerando che in Lombardia ancora si muore». Nella riunione serale il confronto procede rapido. Tutti concordano sul via libera per il 3 giugno, come da programma, ma nel rispetto rigoroso delle misure di distanziamento, igiene e divieto di assembramento. Resta l’impegno a rafforzare i sistemi sanitari anche in vista di una possibile risalita dei contagi in autunno. Attenti, quindi, a non sottovalutare i segnali e pronti ad intervenire con tempestività.

se, dopo tre mesi di blocco, non è però esente da rischi. Il ministro Speranza, illustrando i dati del monitoraggio divisi per province, lo dice e insiste molto sulla necessità di essere pronti a possibili nuove chiusure qualora dovessero emergere nuovi focolai, magari in zone sinora poco sfio-

IL PREMIER DÀ UN SEGNALE DI FIDUCIA AL NORD E MANDA UN MESSAGGIO AI GOVERNATORI: DECIDE L’ESECUTIVO

IL RETROSCENA ROMA «Ci siamo! Non servirà un altro dpcm». A metà pomeriggio di ieri Giuseppe Conte convoca una riunione con i capidelegazione per valutare insieme i dati che il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto arrivare sul tavolo di palazzo Chigi. I tanto attesi dati dell’Istituto Superiore di Sanità non segnalano situazioni critiche e l’indice di trasmissione del contagio (RT) è sotto il livello di allarme, ovvero sotto l’1, pressoché in tutte le regioni.

IL TASSO

Principali ordinanze 115 e direttive collegate ai DPCM Nomina del Commissario straordinario Rientro degli studenti dalle aree a rischio salute Utilizzo di dispositivi di protezione individuale Controlli relativi a limitazioni degli spostamenti Ricetta elettronica Prezzo delle mascherine fissato a massimo 0,50 euro Sicurezza sui trasporti Fonte: NOMOS Centro Studi Parlamentari, aggiornato al 18 maggio

L’Ego-Hub

IL CASO ROMA Si riapre dappertutto - così sembra - la mobilità tra regioni. In un mare di polemiche però: «Limitare gli spostamenti dalle zone a rischio», cioè da quelle del Nord, specie la Lombardia, chiedono diversi governatori del Mezzogiorno. Il più duro è il presidente della Campania, Vincenzo De Luca: «Stop agli sposta-

Alle otto di sera si collegano con palazzo Chigi i capidelegazione nonchè ministri Franceschini, Fraccaro, Lamorgese, Di Maio, Boccia, Bellanova e Speranza. Conte è soddisfatto. Le riaperture decise il 18 maggio non hanno compromesso la discesa dei contagi e dal 3 giugno si potrà quindi riaprire il Paese permettendo la circolazione tra regioni. Per il ministro della Salute «non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti». Il trend dei nuovi casi è in diminuzione e anche se alcuni territori hanno ancora una base numerica molto alta, il sistema sanitario è in grado di provvedere e reagire. Tornare a muoversi liberamente sull’intero Pae-

rate dal virus. D’altra parte, in alcune regioni il numero di casi è ancora elevato anche se sotto controllo, mentre in altre è da tempo molto contenuto il numero dei contagi. Speranza racconta i dati del monitoraggio specie laddove si raccomanda cautela «nel momento in cui dovesse au-

Fronte del Sud, De Luca guida la rivolta: «Spostamenti limitati da zone a rischio» menti dalle zone con contagi ancora preoccupanti in corso». Ma il fronte dei governatori contro il governo è assai più ampio e variegato. La Sardegna, con il presidente Solinas, continua a dire: «Chi è senza passaporto sanitario nell’isola non entra». Nel Lazio,

la linea è questa: «Se servirà, prenderemo delle contromisure. Non accetteremo forzature». Ossia il timore che arrivino magari asintomatici capaci di trasmettere il virus non fa dormire sonni tranquilli la Regione governata dal segretario del Pd, Zingaretti, il quale però non fa minimamen-

te polemica con il governo. Enrico Rossi, il presidente della Toscana, al governo amico dice: «Riaprire i confini della Lombardia il 3 giugno sarebbe un errore. Occorre una ripresa della mobilità diversificata tra le Regioni». E via così. Non ha la nettezza della Sardegna il presiden-

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Toccherà ora al premier Conte e al ministro Boccia “gestire” la preoccupazione di alcune regioni, su tutte Sicilia e Sardegna, per il possibile arrivo dal Nord Italia. Timori che ieri si sono estesi ai governatori di Puglia, Lazio e Campania e che potrebbero scatenare nuove polemiche anche se il governo è stato molto fermo nel giudicare «inaccettabile» il fai-da-te dei governatori. Conte non può perdere la sfida con i governatori, con i quali ha duellato per quasi tre mesi, e ieri sera - decidendo con i ministri la riapertura - manda un messaggio ai governatori: decide Roma.

IL TIRO Permettere al Nord di riaprire insieme al resto del Paese, malgrado non tutti i dati siano andati a posto, rappresenta un segnale di disponibilità e di fiducia dell’attuale governo che fatica a trovare interlocutori nelle aree più produttive del Paese. Personalità come Zaia e Bonaccini, eletti direttamente e in stretto contatto con il proprio territorio, potrebbero alla lunga rappresentare un problema per Conte che guida una maggioranza a trazione meridionale e a forte vocazione assistenzialista. Chiusa la stagione dei dpcm, resta quella della ricostruzione del tessuto economico e sociale con i presidenti di regioni che non sembrano voler mollare il proscenio. La contesa sulla data delle elezioni, e soprattutto il possibile utilizzo dei fondi che il Mes mette a disposizione per i sistemi sanitari regionali, saranno infatti occasione per nuovi scontri. Per ora l’unico modo che ha escogitato il governo per non trovarsi assediato, è quello di chiamarli uno ad uno mettendo fine alle adunate via web. Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA

te siciliano Musumeci che chiede soltanto un «protocollo di sicurezza» per chi arriva e non un passaporto sanitario.

IL MINISTRO Intanto il ministro Boccia se la prende con la Sardegna: «È incostituzionale il passaporto sanitario». Di fatto su questo passaporto la Sardegna è isolata, gli altri governatori sono più frenati. CAMPANIA Vincenzo De Luca

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VII

Primo Piano

UNIVERSITÀ MESTRE Ca’ Foscari ascolta gli studenti e decide di stanziare 4 milioni e mezzo di euro, l’intero utile previsto del bilancio, per finanziare borse di studio, riduzione delle tasse, affitti, trasporti e connettività. Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione dell’Università veneziana «per contribuire a garantire a tutti la possibilità di proseguire negli studi, in un momento critico per molti studenti e molte famiglie».

Sabato 30 Maggio 2020 www.gazzettino.it

L’Università aiuta gli studenti con 4 milioni e mezzo di euro L’utile di bilancio per finanziare borse di studio `Contributo di cento euro per comprare un nuovo riduzione delle tasse, affitti, trasporti e connettività personal computer e per coprire i costi della rete `

colpite dall’emergenza, grazie a una rimodulazione dei contributi universitari a fronte della presentazione dell’Isee corrente. Le rette, dunque, potranno essere diminuite, o non aumentate, e in proposito è attiva la campagna di crowdfunding lanciata da Ca’ Foscari accessibile all’indirizzo internet: https://sostienici.unive.it/projects/covid-19-sostieni-gli-studenti-cafoscarini.

LA MOBILITAZIONE Da un po’ di tempo tra gli studenti c’era chi lamentava le crescenti difficoltà nel sostenere i costi per laurearsi, e poco una decina di giorni fa alcuni di loro si erano collegati alla diretta facebook del governatore del Veneto Luca Zaia postando vari commenti con i quali gli chiedevano aiuto. L’Università aveva risposto che la rata dipendeva da vari fattori quali i redditi Isee di ogni studente, i crediti formativi e la regolarità degli esami sostenuti, precisando comunque che le tasse non erano ayumentate. Ora, dunque, Ca’ Foscari ha buttato il cuore oltre l’ostacolo: «Vogliamo dare un messaggio della nostra volontà di investire per riportare la comunità studentesca all’università. È importante per Ca’ Foscari, ed è importante per Venezia, a cui le università e gli studenti contribuiscono a dare energia e vitalità sul piano sociale, economico e culturale» ha commentato il rettore Michele Bugliesi. «Se un proprietario veneziano sbarca il lunario di questi tempi è grazie ai nostri affitti» scrivevano infatti gli studenti a Zaia. Entrando nei particolari, l’intervento sarà di due ordini. Da un lato uno stanziamento di 1,1 milioni di euro a copertura delle borse di studio regionali per l’Anno Accademico 2019-2020; inoltre è già stato stanziato un fondo di 500 mila euro per rispondere alle difficoltà economiche più urgenti delle famiglie

IL RETTORE BUGLIESI: «GARANTIRE A TUTTI DI POTER STUDIARE IN UN MOMENTO CRITICO PER MOLTI RAGAZZI E FAMIGLIE»

GLI INTERVENTI

CA’ FOSCARI La sede dell’Università veneziana sul canal Grande; nel tondo il rettore Michele Bugliesi. Il Consiglio di amministrazione ha varato un piano di aiuti per gli studenti

Per l’anno 2020-2021, vengono stanziati 2,9 milioni di euro per connettività, residenzialità e mobilità destinati agli studenti, in corso o al primo anno fuori corso, con un Isee fino a 60mila euro. Per la connettività l’Università darà un contributo di 100 euro per l’acquisto di un nuovo personal computer o per i costi di internet, su rete fissa o mobile. Gli studenti potranno, inoltre, scegliere tra i contributi per residenzialità e mobilità: il 50% del costo di un abbonamento urbano o extraurbano (fino a un massimo di 250 euro); 600 euro per le spese di affitto. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Fondazione di Venezia sostiene il volontariato quindi, a coordinare una serie di azioni innovative in risposta ai nuovi bisogni legati all’emergenza sanitaria. Le attività svolte nell’ambito del progetto saranno pubblicate e visibili sul sito e sui canali social della Fondazione di Venezia. «Il perdurare dell’emergenza, non solo sanitaria ma anche sociale legata alla diffusione del Coronavirus ci ha fatto riflettere su quali azioni potessimo mettere in campo per rispondere alle esigenze del nostro territorio - afferma Giovanni Dell’Olivo, direttore della Fondazione -. Così, nell’anno

Europeo del Volontariato, ci siamo impegnati a supportare il terzo settore e, in maniera concreta e fattiva, l’impegno e le attività del Centro Servizi Volontariato di Venezia per contrastare le problematiche generate e connesse all’emergenza sanitaria con il progetto Dona il tuo tempo. Un progetto con cui intendiamo valorizzare l’importanza della risorsa “tempo” che prima del lockdown abbiamo sempre ritenuto scarsa e che invece si sta rivelando fondamentale per la ri-costruzione del futuro».

Beni alimentari, sempre più richiesta Drastico aumento di chi è in difficoltà

mento, quelle che ci preoccupano di più. Si manifestano man mano che la cassa integrazione finisce o non basta più, man mano che gli stagionali, finiti i risparmi, non riescono a trovare un lavoro, ed anche le partite Iva che continuano ad avere costi e non più incassi. Temiamo che ci porteremo dietro questa lunga onda della crisi per parecchio tempo. In una città come la nostra caratterizzata dal turismo e dalla stagionalità la crisi non terminerà con la riapertura delle frontiere. Ci stiamo preparando ad un autunno di forti bisogni sociali, e per questo ci stiamo strutturando per farne fronte, sapendo che non sarà facile fino all’estate 2021. I Comuni fanno la loro parte e noi, nonostante nel bilancio comunale vengano a mancare decine di milioni, non abbiamo tagliato nulla, anzi stiamo rafforzando i dispositivi di sostegno sociale. Possiamo però arrivare solo fino ad un certo punto, non possiamo sostituirci alla previdenza sociale statale che deve fare la sua parte, in particolare per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e i lavoratori stagionali che sono in grossa difficoltà e non hanno alcun tipo di sostegno e supporto». Daniela Ghio

L’INIZIATIVA VENEZIA Con un contributo di 30 mila euro anche la Fondazione di Venezia sostiene il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato Della Città Metropolitana Di Venezia con “Dona il tuo tempo”, il progetto che mira a supportare l’acquisto di attrezzature e beni, e la realizzazione di servizi necessari allo svolgimento di attività di volontariato finalizzate a favorire la ripresa nella fase 2 dell’emergenza da Covid 19. Cavv–Csv di Venezia (il Coor-

dinamento delle Associazioni di Volontariato della Città Metropolitana di Venezia) ha coordinato e supportato le associazioni della Città Metropolitana nel periodo di emergenza sanitaria. Considerando il momento di difficoltà le associazioni di volontariato hanno reagito attivandosi e adattandosi alle normative vigenti per sostenere le fasce più deboli della popolazione veneziana senza mai fermarsi. Allo stesso tempo il Centro di Servizio ha riscontrato un considerevole aumento delle richieste da parte della cittadinanza di attivarsi come vo-

lontari, e ha quindi potenziato il suo servizio di collegamento fra cittadini e associazioni del Terzo settore. Tramite il progetto “Dona il tuo tempo” il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato di Venezia continuerà,

DESTINATI 30 MILA EURO AL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DELLA CITTÀ METROPOLITANA

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Nuove povertà I lavoratori stagionali IL PUNTO VENEZIA Continuerà ancora a lun-

go la distribuzione gratuita di kit alimentari alle famiglie veneziane in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid. I nuclei familiari bisognosi di aiuto sono in un costante crescendo, come attestano i dati delle Agenzie per la coesione sociale del territorio: se prima della pandemia erano 1.300 i nuclei familiari seguiti nel Comune di Venezia con contributi economici da parte dell’amministrazione comunale, ora sono cresciuti di 3.000 unità, per un totale di 4.300 utenti. In particolare a Venezia dalle 214 famiglie iniziali si è passati a 822 famiglie, con un aumento di 608 unità; nel territorio di Marghera Chirignago Gazzera e Zelarino da 400 iniziali si è passati agli attuali 1.333 nuclei seguiti (+ 933); a Mestre Favaro da 684 si è passati a 2.144 famiglie (+1.460). I kit alimentari finora distribuiti sono stati 5.000 e anche ieri è arrivato un nuovo carico alimentare. A presenziare allo Scalo fluviale del Tronchetto alle operazioni di scarico del materiale destinato al Centro storico e alle isole, anche l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini. «È un lavoro importante – ha sot-

tolineato l’assessore – che è cominciato da settimane e continuerà almeno sino a settembre-ottobre, visto l’onda lunga di questa crisi. Un lavoro che nasce dalla collaborazione di tante realtà, a cominciare dalle parrocchie, coordinate dalla Caritas, e dagli empori solidali, che hanno il compito di segnalarci le famiglie in difficoltà e che continua attraverso l’opera della Protezione civile, dei volontari e di tante aziende, che si fanno carico di consegnare i pacchi a destinazione, anche in zone non sempre

PRIMA DELLA PANDEMIA ERANO 1.300 I NUCLEI FAMILIARI SEGUITI DAL COMUNE MA ORA SONO CRESCIUTI DI TREMILA UNITÀ

BENI ALIMENTARI Prosegue senza sosta da parte del Comune e dei volontari la distribuzione di generi di prima necessità

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semplici da raggiungere, come il centro storico e le isole. Ogni dieci giorni, grazie anche alle continue donazioni che stiamo ricevendo e smistando, riusciamo a portare alle famiglie generi alimentari a lunga conservazione. La nostra realtà è complessa, riusciamo ad arrivare in ogni suo angolo grazie alla disponibilità di tanti, dalla protezione civile, alle parrocchie e ai lavoratori della Transbagagli, tutti in cassa integrazione, che si sono messi a disposizione». Ai servizi stanno arrivando volti nuovi, di gente che finora non aveva avuto problemi e che ora non ha più un lavoro, perché con impiego stagionale. Alcune di queste persone hanno già avuto i buoni spesa, altre stanno facendo un percorso più complesso con i servizi sociali per una assistenza non solo economica. «Sono le nuove povertà ancora sommerse - afferma Venturini - e in continuo au-


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Provincia

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Sfida alla crisi: alza le serrande un nuovo negozio `”Alberi di mango”

dopo l’esordio a Costa rinnova la scommessa

economico, hanno dato la loro collaborazione anche gli enti istituzionali del paese. In primis le due Regole di Mezza e Tutta Danta.

IL SOSTEGNO

DANTA

IN CIELO La funivia che sale al rifugio Lagazuoi partendo dal passo Falzarego, domani ricomincia a girare, è la prima dell’intero arco alpino

Turismo: Ghedina ci crede gli albergatori ci sperano Il sindaco scommette sulle seconde case `Oggi intanto riprende a girare la funivia Alverà: «Bene se riempiremo metà hotel» del Lagazuoi, è la prima dell’arco alpino `

CORTINA L’estate di Cortina si salverà con le seconde case, a compensare il minore afflusso di turisti negli alberghi. È quanto sostiene il sindaco Gianpietro Ghedina, presentando la riapertura della funivia del Lagazuoi, al passo Falzarego, da questa mattina: sarà il primo impianto di risalita dell’arco alpino italiano a riprendere l’attività, dopo la chiusura del 10 marzo per la pandemia Covid-19.

IL PRECEDENTE «A marzo eravamo lanciati in una stagione invernale strepitosa, quando siamo stati bloccati di colpo – ha spiegato Ghedina è stato un pit stop, che abbiamo sfruttato per prepararci a ripartire. Cortina è stata l’ultima a chiudere, anche perché allora le informazioni sul contagio non erano state chiare. Oggi siamo i primi a ripartire, con un segnale forte della nostra voglia di lavorare». Sull’andamento dell’estate, Ghedina è fiducioso: «Da questa esperienza Cortina non esce con le ossa rotte, ma fortificata: c’è un grande interesse, c’è ovunque molta voglia di Cortina. Conto su un “effetto rimbalzo”: assisteremo ad una forte ri-

presa, nel 2021 e 2022, quando ci sarà tanta voglia di viaggiare, dopo questo blocco. C’è voglia di montagna: per questo abbiamo una carta in più. Per questa stagione prevedo che non ci sarà un calo di presenza. A Cortina ci sono 25mila posti letto nelle seconde case; 4.000 negli alberghi. I proprietari di appartamenti e ville verranno di più a Cortina, nelle loro case, e per periodi più lunghi. La stagione si allungherà a fine estate, a settembre, periodo stupendo. Stavamo lavorando, da prima della crisi, alle “Quattro stagioni di Cortina”, per puntare a dieci mesi di vacanza all’anno, con l’obiettivo finale di dodici mesi. Spingiamo per avere Cortina aperta tutto l’anno».

ra più cura per pulizia e igiene. Tutti dovremo adottare semplici regole e affidarci al senso civico e alla responsabilità. Oggi siamo tutti più preparati di quando abbiamo chiuso. Le prime strutture apriranno il 30 maggio; contiamo siano il 30% a metà giugno. Per i primi di luglio pensiamo di attivare il 90% dei nostri alberghi». Federico Caner, assessore regionale al turismo, ha sottolineato l’impegno del Veneto per richiamare il turismo straniero di prossimità: «La Regione ha forzato il gover-

LA CAUTELA

L’estate dei camper. La prossima stagione turistica, in montagna così come nelle altre destinazioni, potrebbe essere contrassegnata dall’aumento dell’uso di quello che non è soltanto un veicolo, ma è un modo di vivere la vacanza. Il camper consente maggiore libertà di movimento ai vacanzieri, non costretti dalle norme sull’utilizzo dei dispositivi personali, mascherine, guanti e disinfettanti. In camper non si

È più cauta Roberta Alverà presidente dell’associazione albergatori: «Non sarà l’estate che avevamo programmato. La mancanza di eventi, soprattutto sportivi in giugno e luglio, ci penalizzerà: saremo contenti se, a conti fatti, avremo un calo del 50 per cento di occupazione. In questa stagione punteremo a limitare i danni. Speriamo nella coda dell’estate, a settembre. Nei nostri alberghi saranno rimodulati gli spazi, ci sarà anco-

no centrale per riuscire a riaprire, con attenzione alla sicurezza. Arrivano i primi segnali positivi, sono fiducioso. C’è un movimento interno italiano, ma nel contempo lavoriamo per un turismo di prossimità, dalle nazioni estere più vicine: due terzi del turismo straniero in Veneto provengono da Austria e Germania. È già passata l’idea di creare un corridoio in Austria, per fare affluire in Veneto l’ospite tedesco. Lavoriamo per questo, assieme all’Austria». Marco Dibona

Dopo la prima esperienza di riapertura del bar alimentari Dolomiti di Costa, la cooperativa di comunità “Alberi di Mango”, fondata lo scorso anno da un gruppo di volontari del Comelico, prova un secondo esperimento a Danta. Anche lassù, nel paese più alto del Comelico, dove si gode un panorama circolare sulle montagne circostanti, lo spopolamento di questi decenni ha portato alla chiusura di tanti negozi, che sostenevano la vita della comunità dantina.

IL PRECEDENTE Macellerie, negozi di generi alimentari, mercerie e abbigliamento: a Danta, nei ricordi degli anziani, si trovava veramente di tutto. Ora c’è solo un negozio di alimentari. Così i soci volontari della cooperativa di comunità Alberi di Mango hanno preso molto a cuore la sfida di alzare le serrande di un nuovo negozio nel centro del paese che sia commerciale, ma anche luogo di cultura e socializzazione , grazie alla biblioteca con cui divide gli spazi di imminente organizzazione, un locale polifunzionale, moderno e al servizio della comunità. Dietro alle iniziative sia di Costa che di Danta c’è la spinta dell’attivo parroco dei due paesi, don Fabio Fiori, che a questa forma di cooperativa di comunità ha creduto per primo, ma per dare corpo alla nuova impresa, che ha l’ambizione di reggersi sia sul volontariato che sul rientro

«La Regola - dice il presidente Valentino Maddalin Zoldodà un contributo di 18mila euro su 30mila di investimento. Se non sostenessimo queste attività, come prevede il nostro statuto, io rimarrei a casa». Anche il Comune guarda con fiducia a questa iniziativa. «Dove la Cooperativa di comunità aprirà il suo negozio — ricorda il sindaco, Ivano Mattea — quand’ero bambino c’erano un negozio di ferramenta e uno di scarpe. Fino agli anni ‘70 a Danta c’erano tutti i negozi ed alcuni concittadini, grazie anche alle fabbriche, non sono mai usciti dal paese per trovar lavoro. L’apertura di questo nuovo negozio è un segnale forte soprattutto per i giovani». A questa nuova avventura si dedicherà in particolare il presidente della cooperativa di comunità, Luciano Ianese: «Aprire un negozio quando tutti chiudono -dice- è una sfida. Si spera di poter dare un buon servizio alla comunità, ma bisogna tenere a mente che, come al giro d’Italia, non si tratta di un punto d’arrivo, ma di un traguardo volante: subito dopo ricomincia la salita e bisogna continuare a pedalare». Lucio Eicher Clere

REGOLE E COMUNE CONTRIBUIRANNO AL FUNZIONAMENTO DELL’ESERCIZIO CHE AVRÀ ANCHE COMPITI DI AGGREGAZIONE

Cortina

Ma la vera sorpresa saranno i camper dovrà neppure sottostare alle regole sul rapporto con le altre persone, come accadrà nelle sale da pranzo degli alberghi, o durante la colazione nei bed and breakfast. A Cortina potrà dunque esserci, ancora più intensa, l’invasione dei parcheggi più isolati, sul Lungoboite, sotto il tennis, allo stadio Olimpico. Chi preferisce le strutture organizzate avrà a disposizione quattro campeggi, tre nella piana di Campo e uno a Fiames. (MDib.)

Hockey in lutto per la morte di Valentino Monti Malga Vedorcia alla Taferner AURONZO Hockey auronzano in lutto per la perdita del suo ex-presidente, Valentino Monti Cavaler, 75 anni, già imprenditore nel settore degli occhiali, le cui esequie sono state celebrate ieri in mattinata nella chiesa parrocchiale di Santa Giustina alla presenza della stretta cerchia di parenti e amici in ossequio ai regolamenti Covid in corso. Una passione sviscerata quella di Valentino per disco e stecca trasferita al figlio Mario, attaccante di punta dei “galli auronzani. Sportivo a tutto tondo, con un carattere senza fronzoli, Valentino aveva per molti anni militato con successo nella locale squadra di calcio come ala destra. Poi, appese le scarpe

LO SPORTIVO Valentino Monti era stato una colonna dell’hockey

IN COMUNE L’ex assessore degli anni 70 Florio Zandegiacomo

al chiodo, dal rettangolo d’erba era passato a quello di ghiaccio. Lo ricorda così, Angelo Perin, uno dei suoi più stretti collabo-

ratori alla guida delle casacche rossoblù a metà degli anni ‘80: «Tenace e dinamico l’amico Valentino ha dedicato anima e

corpo all’hockey, anche se di soddisfazioni e riconoscimenti ne ha avuti ben pochi. Eppure eravamo giunti secondi nel campionato di serie B contro squadre di tutto spessore. Particolarmente a cuore aveva le numerose squadre giovanili, a cui aveva completamente rinnovato l’attrezzatura messa gratuitamente a disposizione e dove la formazione juniores aveva vinto il campionato italiano». Altra celebrazione funebre ieri nel pomeriggio di Florio Zandegiacomo, 86 anni, per un paio di lustri vicesindaco e assessore comunale negli anni Settanta del secolo scorso. Uno stillicidio di dipartite dunque di cittadini auronzani in questo mese. Si contano ben 6 funerali dal 19 maggio a ieri. G. G.

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affitto prorogato fino al 2021 PIEVE DI CADORE Dal 2016 la ditta Wolfgang Taferner di Cortina ha in concessione malga ‘Vedorcia’, due fabbricati (uno ad uso casera per il malghese e uno ad uso stalla e deposito), oltre ai terreni per il pascolo il tutto di proprietà del comune di Pieve di Cadore. L’affidamento era stato disposto anche per l’esecuzione, a cura e spese della ditta affittuaria, di interventi manutentivi e migliorativi riguardanti i terreni avuti in consegna, oltre al ripristino del pascolo in zona Tamarì. Non è stato finora possibile realizzare gli interventi programmati per

eventi eccezionali (Vaia) non dipendenti dalla volontà della ditta. La ditta Taferner si rende disponibile ad onorare gli impegni assunti a fronte di una proroga del contratto di affitto che è stata quindi concessa per altri due anni fermo restando il canone annuo complessivo di 5.010 euro, Iva esclusa. Ma si stabilisce che il contratto così prorogato si risolve di diritto in caso di mancata ultimazione degli interventi di miglioramento previsti nel progetto approvato da parte della ditta affittuaria entro il termine inderogabile del 30 aprile 2021. GB


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Vittorio

L’ASSESSORE Il Comune avvia un corso online gratuito per babysitter: «Dal gioco alla gestione dei compiti, alla sicurezza negli ambienti di lavoro, alla relazione con le famiglie»

Veneto

Sabato 30 Maggio 2020 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

Un piano di aiuti dedicato a famiglie e persone in difficoltà La giunta impegna 85mila euro. Caldart: «Dopo la fase emergenziale servono interventi di sostegno strutturali» `

VITTORIO VENETO Un piano di aiuti a favore delle famiglie e delle persone in difficoltà da 85mila euro. Lo ha varato giovedì la giunta. Gli interventi sono finanziati dalle risorse che il Comune ha ricevuto in donazione da privati in questi mesi di pandemia: aiuti alle associazioni e alle parrocchie che organizzano attività estive, alle famiglie in difficoltà per il tramite dei servizi sociali, sostegno per il pagamento degli affitti e per l’assistenza scolastica. Inoltre, con fondi propri, il Comune ha potenziato con ulteriori 30mila euro, portandolo a 90mila euro, il budget per i centri estivi.

SOSTEGNO Dopo gli aiuti alimentari nuove misure alle famiglie. In alto l’assessore Antonella Caldart

De Luca: «Folle rinunciare all’acquedotto a Cadolten» FREGONA

GLI INTERVENTI «Dopo la fase emergenziale, durante la quale ci siamo preoccupati di garantire a tutti cibo e sostegno economico per le prime necessità come affitto e bollette, oltre ad assistenza psicologica telefonica, ora - spiega l’assessore al sociale Antonella Caldart - abbiamo approvato un piano di sostegno strutturale destinato alla famiglia, perno della nostra società. Il piano prevede l’investimento di ulteriori 85mila euro, oltre alle risorse già stanziate». 20mila euro andranno in aiuto alle famiglie che vivono difficili condizioni, mentre per gli affitti il Comune ha deciso di co-finanziare il progetto regionale con 10mila euro. «Consapevoli di quanto è importante il ruolo che le associazioni sportive e non, le parrocchie con i Grest ed altri enti possono giocare nell’attivare servizi per l’infanzia e l’adolescenza, abbiamo stanziato ulteriori 40mila euro per sostenerli – prosegue Caldart - Sul sito del Comune è pubblicata la manifesta-

zione di interesse: invito tutti a compilarla per poter essere ammessi al sostegno. Infine, 15mila euro sono stati stanziati in assistenza scolastica, come fondo straordinario, per offrire sostegno in previsione di possibili difficoltà alle quali i genitori potrebbero andare incontro alla ripresa del prossimo anno scolastico».

gioco alla gestione dei compiti, alla sicurezza negli ambienti di lavoro domestici, alla relazione con le famiglie: sono i temi che vengono affrontati nei 7 incontri» spiega Caldart. Il corso partirà mercoledì 10 giugno (iscrizioni entro le 12 del 9 giugno sul sito internet del Comune, posti 25).

IL CORSO

Sempre in tema di aiuti e sostegno alle famiglie, Alì Supermercati, proprietaria dell’area ex Carnielli, ha consegnato al Comune prodotti alimentari sufficienti a preparare 5.000 pasti che verranno destinati a chi ne ha più bisogno. «Grazie ad Alì per lo spontaneo gesto di solidarietà a favore della nostra città» le parole del sindaco Antonio Miatto. «A Vittorio Veneto non abbiamo ancora un negozio, ma abbiamo comunque voluto dare il nostro sostegno alla comunità» ha detto Gianni Canella vicepresidente di Alì. Claudia Borsoi

Parallelamente il Comune ha avviato un corso online gratuito per babysitter curato dalla cooperativa Insieme Si Può: è destinato a chi intende accudire a domicilio bambini da 0 a 10 anni. «Dal

IL GRUPPO ALÌ NUOVO PROPRIETARIO DELL’EX CARNIELLI HA CONSEGNATO PRODOTTI ALIMENTARI PER 5MILA PASTI

GENEROSITÀ

«Una follia aver abbandonato il progetto di portare l’acqua potabile a Cadolten e di aver rinunciato al finanziamento regionale da 370mila euro che duramente l’amministrazione Buso, grazie anche all’impegno della cooperativa Solidarietà, aveva ottenuto». Giacomo De Luca, già vicesindaco ai tempi dell’amministrazione Buso, ora consigliere di opposizione, boccia la decisione presa dalla giunta Chies di rinunciare al contributo regionale per realizzare la rete idrica dalla località della Crosetta al Cadolten. Il sindaco Patrizio Chies ha motivato tale scelta per le scarse adesioni arrivate dai privati proprietari di malghe e casere a fronte di un investimento da 575mila euro, preferendo investire i 205mila euro che avrebbe messo il Comune su altri interventi, dalla messa in sicurezza delle scuole alla frana di via degli Alpini. «Mi fa una rabbia il fatto che abbiano abbandonato questo progetto che avrebbe

giovato alla nostra montagna e a chi qui ha delle attività, penso alle malghe, o a chi sta portando avanti da anni delle attività con i disabili, cioè la cooperativa Solidarietà che ha in conces-

«IL PROGETTO AVREBBE GIOVATO ALLA NOSTRA MONTAGNA, LA GIUNTA È SENZA VEDUTE»

La pandemia ferma “Victor sotto le stelle”. L’evento dell’estate vittoriese, che fino allo scorso anno ha dato appuntamento a migliaia di persone il mercoledì sera in centro città con negozi aperti, musica e animazione, quest’anno non si terrà. Le misure per il contenimento del coronavirus, oltre alla difficile congiuntura economica innescata sempre dalla pandemia e ai tempi stretti, hanno spinto gli organizzatori allo stop. «Non c’è tempo per organizzare un’edizione di Victor, per

cui l’appuntamento salta completamente» annuncia Michele Paludetti presidente di Ascom Vittorio Veneto che, insieme all’associazione Vittorio Veneto Città del Benestare e con la collaborazione del Comune, è storicamente alla regia dell’evento

PALUDETTI (ASCOM) «LE ATTIVITÀ DEL CENTRO POTRANNO COMUNQUE ORGANIZZARE CONCERTINI MUSICALI NEL RISPETTO DELLE NORMATIVE»

nato nel 1999 da una fortunata idea di Marzio Gava e di Walter Dal Mas, entrambi deceduti. «Vedo che tutti gli eventi sono stati spostati in avanti, penso all’adunata nazionale degli alpini slittata ad ottobre, altri addirittura sono stati cancellati. Per evitare nuovi contagi e di creare situazioni in cui ci possa essere affollamento di persone, non resta che fermarsi. E questo vale anche Victor – prosegue Paludetti - Ciò non toglie però che i pubblici esercizi del centro possano organizzare dei concertini musicali per animare le serate estive, sempre nel rispetto delle disposizioni anti-Covid».

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CANCELLATA La tradizionale iniziativa del mercoledì attirava in centro migliaia di persone

Si ferma Victor sotto le stelle «Evitiamo assembramenti» VITTORIO VENETO

sione l’ex casa della forestale di Cadolten dove ha anche ricavato un ostello – afferma De Luca -. Portare l’acqua avrebbe permesso di sviluppare il turismo e di soddisfare dei bisogni. Invece, l’amministrazione ha preferito abbandonare tutto. Alla faccia di quanto dicevano nel loro programma elettorale». Da Cadolten nei progetti dell’amministrazione Buso l’acqua poi negli anni successivi avrebbe potuto raggiungere anche il Pizzoc, dove si trova il rifugio di proprietà comunale, ma anche un agriturismo e una malga. «Sono senza vedute – tuona il consigliere d’opposizione riferito alla giunta Chies E poi gioiscono di beni e di investimenti fatti dalla mia amministrazione e da quella Buso su Pizzoc e grotte del Caglieron quando, ai tempi in cui erano all’opposizione, non facevano altro che osteggiarci». Per De Luca i soldi che avrebbe dovuto mettere il Comune si sarebbero trovati: «Provincia o Regione ci avrebbero dato una mano come ai tempi del Pizzoc». C.B.

«L’idea – interviene il vicesindaco Gianluca Posocco – è comunque quella di lasciare alle attività la possibilità di fare qualcosa, sempre in base alle normative in vigore». L’estate vittoriese, oltre a Victor, perde a luglio anche l’appuntamento con “Tutti in strada in via Caprera” manifestazio-

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ne promossa dall’omonimo comitato. «Le incertezze sull’evolversi della situazione ci impediscono di organizzare al meglio la festa – afferma il comitato annunciando un arrivederci al 2021 - Restiamo comunque pronti, se sarà possibile e con la certezza di rispettare le norme di sicurezza, ad organizzare pic-

coli incontri estivi come il cineforum o la lettura di un libro». Pare in bilico anche l’appuntamento agostano con la secolare sagra di Santa Augusta, celebre soprattutto per lo spettacolo pirotecnico. Va invece avanti l’organizzazione, a cura della Pro Loco di Vittorio Veneto, della manifestazione “Rive Divine”, le passeggiate enogastronomiche tra le colline in programma il 19 luglio. E guardando avanti, incerto anche l’appuntamento del Natale in centro città: «Chi finanzierà il tutto?» si chiede Paludetti, conscio che per commercio, bar e ristoranti ci sono stati due mesi di stop totale che hanno minato i bilanci delle attività. Cla.Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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La Fase 2 a Nordest LE NOVITÀ VENEZIA Addio mascherina. Da lunedì 1° giugno e fino al 14 giugno in Veneto non la indosseremo più, ma la terremo in tasca nel caso in cui sia necessario proteggersi. E cioè quando si starà al chiuso, nei negozi, nei supermercati, in chiesa. E all’aperto, ad esempio al mercato, nel caso in cui non si riesca a garantire il distanziamento sociale. La regola è sempre quella del metro: se all’aperto si riesce a stare distanti gli uni dagli altri di almeno un metro allora la mascherina non serve, se il metro invece non c’è allora bisogna tapparsi naso e bocca. Dopo il 14 giugno si vedrà. Intanto la “liberazione” è stata comunicata ieri dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, nel corso della consueta diretta social e tv e poi ufficializzata con la pubblicazione sul Bur dell’ordinanza numero 55. In anticipo rispetto ai tempi cui ci ha abituato il governo nazionale, la Regione non solo ha comunicato la nuova ordinanza, ma ha anche interrotto i termini del suo precedente provvedimento. E qui val la pena fare un passo indietro: il 17 maggio il governatore ha firmato l’ordinanza numero 48 che, tra le varie cose, obbligava tutti in Veneto a dotarsi di mascherina anche solo per uscire di casa.

IL GOVERNATORE NON SARÀ A ROMA PER MANIFESTARE CON IL CENTRODESTRA «È PROIBITO SPOSTARSI FUORI REGIONE»

Veneto, giù le mascherine Zaia: «Ma tenetele in tasca» La nuova ordinanza allenta le misure di protezione `Definite linee guida per case di riposo e centri estivi a partire da lunedì: norma valida fino al 14 giugno Terme riaperte, ma non ancora saune e bagni turchi `

Quell’ordinanza entrava in vigore il 18 maggio e scadeva - scadrà - il 3 giugno. In realtà scadrà prima, perché dalle 00:01 di lunedì 1° giugno varrà il nuovo provvedimento firmato ieri da Zaia che toglie la mascherina.

dell’emergenza», ha detto Ivan Bernini, segretario generale Fp Cgil Veneto.

In tv

Luca e il virus secondo Crozza

LE DISPOSIZIONI L’ordinanza mette anche nero su bianco le linee guida per la riapertura delle case di riposo, quelle già annunciate nei giorni scorsi per l’ammissione di nuovi ospiti ma anche per le visite dei familiari agli anziani ricoverati. Il fatto, però, che la riaperture delle case di riposo sia dettagliata nell’ordinanza non significa che le strutture siano obbligate ad eseguire quei dettami: vale l’autonomia gestionale e, quindi, chi vuole può anche decidere di tenere chiuso. Tra l’altro le linee guida sono già state contestate: «Sono disposizioni che sostanzialmente dicono tutto e il suo contrario e che caricano sulle singole strutture le responsabilità, esattamente come è successo nella fase

`«Posso dire una roba che

magari farà incazzare qualcuno? Se perde forza, vuol dire che il virus è artificiale». Ecco Luca Zaia secondo Maurizio Crozza. Il famoso comico ieri su Nove ha presentato il suo nuovo personaggio: il governatore del Veneto.

I NODI I nodi irrisolti? Le terme possono riaprire, ma non le spa: saune e bagni turchi sono troppo pericolosi, basta che entri un cliente positivo al coronavirus e l’effetto aerosol è assicurato. E sempre in tema di prudenza, in spiaggia è stato aumentato da 10 a 12 metri quadrati lo spazio di ogni ombrellone. Sarà accolta con favore, invece, la disposizione dell’ordinanza che semplifica i centri estivi per i ragazzi dai 3 ai 17 anni: basterà che i gestori inviino un modulo al Comune per comunicare l’inizio dell’attività (l’Ulss è saltata a pie’ pari, ma può sempre controllare), mentre dovrà esserci una “assunzione di responsabilità” da parte delle famiglie e dei gestori: le prime si impegneranno a tenere monitorati i figli (ad esempio: se hanno la febbre devono stare a casa), i secondi a rispettare le linee guida. La bella

notizia per i nonni (e ancor più per i genitori) è che il divieto per gli over 60 di accompagnare i bimbi ai centri estivi è stato declassato a raccomandazione. La brutta notizia è che i nidi 0-3 anni sono ancora bloccati in attesa del via libera del Governo.

LA MANIFESTAZIONE Rispondendo a una domanda, Zaia ha comunicato che non parteciperà alla manifestazione indetta per il 2 giugno dal centrodestra a Roma: «Mi è proibito per legge spostarmi fuori regione». Magari andrà a Venezia? «Dipende dall’orario», sottintendendo che non sarà possibile se coinciderà con l’appuntamento della quotidiana conferenza stampa. Quanto all’ospedale del Qatar, l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin è stato esplicito: «Sanno che o ci danno l’ospedale completo o non ci interessa. Se non viene completato, se lo vengono a riprendere». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROVIGO Nella foto d’archivio una festa per la fine del grest in piazza

LA VICENDA TREVISO A Treviso hanno pure interpellato un avvocato. «Il ministero ci chiede la responsabilità penale. Questa postilla ci mette in ginocchio. - sottolinea Christian Bison, referente per Noi Treviso, l’associazione pastorale diocesana che segue anche i Grest - I nostri servizi vivono di volontariato, i parroci sono anche andati dagli avvocati per capire, ma è chiaro che se nel caso di contagio sono tenuti a risponderne penalmente, diventa impossibile. Purtroppo abbiamo diverse perplessità: e una cosa è certa. Vogliamo fare delle attività ma sicuramente non sarà il Grest tradizionale». Ma la determinazione per portare a compimento l’operazione Grest c’è tutta: «La prima possibilità - confessa ancora Bison - è che si creino alleanze con cooperative e comuni. Le parrocchie possono mettere gli spazi e le cooperative il personale. E magari le amministrazioni intervenire per capitoli come sanificazione e presidi». Una situazione quasi inverosimile anche se almeno dal punto di visto procedurale, ora i Centri estivi comunali e i Grest parrocchiali si possono ufficialmente fare. Con prescrizioni. Ieri, infatti, sono uscite le attese linee guida della Regione che dettano nel dettaglio le modalità di svolgimento pur con tutte le limitazioni e i dispositivi di sicurezza anti contagio da Covid-19: dall’uso della mascherina al distanziamento di almeno un metro, dagli ingressi scaglionati, ai gruppetti e altro ancora. Tra cui il “patto di responsabilità” che impegna famiglie e gestori a vigilare sulla salute dei piuù pic-

Guadagnini candidato del Partito dei Veneti VERSO IL VOTO VENEZIA Antonio Guadagnini è il candidato governatore del Partito dei Veneti. Nell’aria da tre mesi, ma non più ufficializzata a causa dell’emergenza Coronavirus, la notizia è stata comunicata ieri dallo stesso consigliere regionale uscente, al termine della sfida interna con Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave. Si consuma così definitivamente lo strappo con il centrodestra di Luca Zaia: «La Lega ha le sue priorità – chiosa Guadagnini – che non sono le mie. Tra l’altro, da due anni non facciamo incontri di maggioranza per concordare le cose da fare, mi pare di poter dire che l’alleanza si è, via via, auto-dissolta». Fra i messaggi di sostegno alla sua candidatura, anche quelli di Stefano Zecchi, Alessio Morosin e Corrado Callegari. Intanto nell’ultima riunione della segreteria regionale del Partito Democratico è stato deciso di verificare se il candidato governatore Arturo Lorenzoni è ancora tale: dalle consultazioni effettuate dal segretario Alessandro Bisato sono emerse considerazioni e valutazioni positive. E cioè: nonostante la gaffe sul professor Andrea Crisanti («Se si candida gli lascio il posto»), la candidatura di Lorenzoni è confermata. Dovrà però recuperare i calendiani di Azione, mentre i renziani di Italia Viva continuano a spingere per candidare Orietta Salemi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le parrocchie si arrendono: saltano i grest «Con queste regole troppe responsabilità» coli. Ma la situazione è ancora molto incerta. Il tempo stringe. E in molte parrocchie sventola bandiera bianca.

L’ORGANIZZAZIONE A Venezia, in diocesi verrà limata la bozza di progetto già redatta da giorni e che sarà diffusa alle parrocchie le quali poi, in autonomia, decideranno se organizzare i Grest. Gli uffici comunali invece non hanno perso tempo, emanando già il giorno

dopo il bando per assegnare le sedi, in buona sostanza le scuole che non necessitano di lavori di manutenzione e con giardino, e assegnare la gestione del servizio alle associazioni e alle cooperative che si candidano.

IN ALTO MARE Situazione in divenire anche a Padova dove le nuove norme hanno costretto a rivedere l’organizzazione di campi estivi e Grest parrocchiali. Per il mo-

mento non si sa ancora quando questi si terranno e come. Una situazione chiarita da Mirko Cecchinato (Fism Padova), che cura le iniziative estive: «Quello che cambia è la gestione delle procedure e dei progetti. Ci ha stupito come siano state modificate le “regole del gioco” a due giorni dall’apertura, in termini di autorizzazioni quando molte scuole dell’infanzia di stavano già organizzando. Spiace perché si poteva lavorare serena-

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PRETI A CONSULTO CON GLI AVVOCATI DA TREVISO A ROVIGO SI CERCANO I RIMEDI «MA NON SARANNO I SOLITI CENTRI ESTIVI»

mente, in sintonia. Siamo dispiaciuti che molte scuole avessero già avviato progetti, Fism aveva lavorato con il comune di Padova, adesso dobbiamo ricominciare da capo con regole nuove. Lunedì nessuno dei nostri centri è pronto ad aprire». Anche in Polesine la situazione si presenta delicata. Pur con tutta la buona volontà da parte di enti, associazioni e parrocchie, la situazione è ancora molto incerta e soprattutto c’è la preoccupazione di non riuscire in tempo debito ad organizzare campeggi e ritrovi estivi. Persa la scuola, i bimbi rischiano di dover rimanere a casa anche questa estate. R.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 30 MAGGIO 2020 IL MATTINO

Coronavirus: il fronte sanitario

Via libera alle terme e ai centri estivi Spiagge, 12 metri quadri a ombrellone L’ordinanza di Zaia: dal 1° giugno mascherina non più obbligatoria in strada, andrà indossata nei luoghi chiusi e affollati Filippo Tosatto / VENEZIA

Cadono come birilli le restrizioni adottate nella fase più buia della pandemia. A partire da lunedì, l’obbligo di indossare la mascherina sarà limitato ai luoghi chiusi o affollati mentre l’adozione dei guanti svanirà del tutto; terme e centri benessere riapriranno al pubblico, i ragazzini potranno frequentare i centri estivi, agli ombrelloni da spiaggia sarà garantito uno “spazio vitale” mentre le case di riposo riapriranno le liste d’ingresso e le visite agli anziani. È quanto prevede l’ordinanza -l’ennesima di questa caotica stagione normativa firmata da Luca Zaia che avrà

La protesta organizzata dal centodestra a Roma «Non ci sarò, è vietato spostarsi tra regioni... efficacia sul territorio veneto fino al 15 giugno. Un allentamento generale, quello deciso dal governatore, coerente al crollo di isolamenti e ricoveri («Il virus si sta spegnendo, l’azzeramento dei contagi è previsto entro luglio») che, aldilà dei richiami di maniera alla prudenza, suona come avviso di cessato pericolo. BASTA GUANTI, MEGLIO USARE IL GEL

Nel dettaglio, chi esce di casa potrà farlo a volto scoperto a condizione di mantenere la distanza di sicurezza (un metro, almeno) da chi incontra; dovrà comunque portare con sè la mascherina e indossarla nei luoghi chiusi (bar, negozi, supermercati) e laddove, dai mercati ai centri commerciali, ci sia assembramento. Cade invece la prescrizione dei guanti, poco salutari e ingombranti: a clienti e nego-

CROMASIA

LE NUOVE REGOLE I contenuti essenziali dell'ordinanza regionale in vigore dal 1° al 15 giugno

zianti è indicato l’uso del gel igienizzante. Sul versante delle riaperture, spicca lo sblocco definitivo delle attività termali e dei centri benessere: l’accesso alle piscine, non più limitato alle prestazioni terapeutiche, sarà consentito a tutti, resta invece il divieto di fruizione collettiva di bagno turco e sauna, limitato all’uso individuale qualora questi servizi siano in dotazione alla camera d’albergo. IL PATTO TRA GESTORI E FAMIGLIE

Allentate le regole sulle protezioni individuali: chi esce di casa non sarà più tenuto a indossare la mascherina a condizione di mantenerela distanza di sicurezza (un metro almeno) dalle altre persone; dovrà comunque tenerla in tasca e permane l'obbligo di indossarla nei luoghi chiusi (bar, negozi, supermarketi) e laddove ci sia assembramento. Stop invece ai guanti usa e getta: si userà il gel igienizzante.

Formalizzate le linee guida per i nuovi ingressi e i visitatori in case di riposo e residenze sanitarie assistite: gli istituti, in autonomia, potranno decidere di non accogliere nuovi ospiti o di mantenere il blocco delle visite ma in caso contrario dovranno tassativamente adottare le regole regionali.

Via libera agli impianti termali e ai centri benessere: cade il limite delle attività terapeutiche, le piscine saranno riaperte al pubblico senza restrizioni. Resta vietato, al momento, l'uso collettivo di sauna e bagno turno.

Nelle spiagge è ampliato a 12 metri quadrati (rispetto ai 10 previsti dal decreto nazionale) lo spazio minimo riservato ad ogni ombrellone.

Semplificata e regolata in via definitiva la riapertura dei centri estivi per la fascia d'età 3-17 anni; previsto un "patto di responsabilità" tra gestore e genitori. Diventa facoltativo il limite d'età di 60 anni per accompagnatori, personale, educatori: il divieto precedente è sostituito dalla "raccomandazione". Cancellata anche l'autorizzazione preventiva dell'Ulss. Non è prevista, al momento, la riapertura per i bimbi da 0 a 3 anni.

Molto attesa la ripartenza dei centri estivi: il via libera alla fascia 3-17 anni è condizionato ad un “patto di responsabilità” sottoscritto in forma di modulo da gestore e genitori; il primo si impegna ad appli-

Il governatore non sarà a Roma alla protesta del centro destra: «La legge vieta i viaggi» care le norme di prevenzione e sanificazione previste dalle linee guida; le famiglie verificheranno lo stato di salute dei figlioli, controllandone la temperatura corporea e segnalando eventuali sintomi patologici. Novità anche per gli over 60: l’esclusione dal ruolo di accompagnatori, educatori e dipendenti cede il passo alla generica “raccomandazione” di optare per figure più giovani. Tuttora esclusi i bimbi da 0 a 3 anni («A riguardo il Governo mantiene il veto», fa sapere l’assessore alla salute Manuela Lanzarin) è prevista una semplificazione burocratica che sgraverà i Comuni da incombenze: riceveranno una semplice comunicazione di avvio attività a parte dei centri (numerose le prenotazioni a materne, fattorie didattiche, oratori)

Bottacin: l’ospedale del Qatar è stato bloccato dal Ramadan

VENEZIA

Che destino attende l’ospedale da campo versione “luxury” donato dal Veneto dall’emiro del Qatar e via di montaggio a Schiavonia ad opera della Pro-

tezione civile? Luca Zaia l’ha definito «un tendone ancora vuoto», alludendo al mancato invio di materiali e attrezzature da parte degli arabi, che pure si erano impegnati a fornirlo chiavi in mano, dotato cioè di 200 posti letto distribuiti su 5200 metri quadrati e di tutti gli impianti conseguenti. Supervisore dell’operazione (ahilui) è l’assessore-ingegnere Giampaolo Bottacin: «Ho sempre dichiarato che la

struttura è incompleta e che non sarebbe stata pronta ad affrontare il picco dell’epidemia», la premessa «si tratta di un allestimento complesso, i moduli che lo compongono hanno riempito cinque voli cargo. Detto ciò, abbiamo più volte segnalato all’ambasciata del Qatar che alcune componenti fornite, dai materiali agli impianti anti incendio, erano incompatibili con la legislazione italiana in materia di

SPAZIO VITALE

A proposito di estate, nelle spiagge cresce lo “spazio vitale” riservato agli ombrelloni: 12 metri quadrati, almeno, a fronte dei 10 previsti dal decreto nazionale; una distanza di sicurezza già adottata spontaneamente in molte località di mare. Ultime. but not least, le case di riposo e le residenze sanitarie assistite: regolati in via definitiva l’accoglienza di nuovi ospiti e l’ingresso di visitatori; alla direzione degli istituti, autonoma rispetto alla Regione, è lecito bloccare ulteriormente liste d’accesso e visite dei congiunti, in caso contrario dovrà rispettare le linee guida vigenti. COLPI BASSI AL TURISMO VENETO

Fin qui l’ordinanza, che ha calamitato gran parte del briefing quotidiano. A margine, Zaia – imitato in serata da Maurizio Crozza che, parodiando la parlata veneta, ha citato lo svarione sulla natura artificiale del Covid – ha affrontato l’attualità politica: «Non parteciperò alla manifestazione di Roma del 2 giugno, perché la legge mi vieta spostamenti extraregione, ma la condivido pienamente», ha chiarito in relazione alla protesta del centrodestra indetta da Lega, Fratelli d’Italia e forzisti contro il Governo Conte; e l’analogo flash mob previsto a Venezia? «Dipende dall’orario e dagli impegni all’unità di crisi», la replica sibillina. L’ultima battuta è riservata alle manovre di Austria e Croazia per escludere il Belpaese dai flussi turistici: «Ciò che sta accadendo è gravissimo, dov’è l’Unione europea e di che si occupa il ministerro degli Esteri? Se Di Maio c’è, batta un colpo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sicurezza, sollecitando anche l’invio delle attrezzature medicali previste. ci hanno chiesto di avere pazienza, da loro il Ramadan è proseguito fino al 23 maggio con notevole rallentamento delle attività, so che ora stanno cercando sul mercato i materiali mancanti». Ma che accadrebbe se le forniture promesse non arrivassero? «Una tensostruttura vuota di queste dimensioni non ci serve. In questo caso, li inviteremo a riportarselo a casa. Ma voglio credere che questo non avverrà». Nel frattempo? «L’ospedale da campo resterà a Schiavonia per l’intera estate, poi lo smonteremo e, se attrezzato a dovere, sarà disponibile in caso di emergenza». —

il giallo di schiavonia

Il colossale tendone ancora privo dei materiali e delle attrezzature pattuite con l’Emiro. L’assessore sollecita l’invio: in caso contrario restituiremo tutto al mittente

ma la vigilanza sanitaria competerà alle Ulss.

FILIPPO TOSATTO

Uno dei 23 ingegneri inviati dal Qatar per il montaggio dell’ospedale

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PRIMO PIANO

SABATO 30 MAGGIO 2020 LA NUOVA

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Coronavirus: il turismo in montagna

Cortina riparte con tanto ottimismo Boom di richieste per gli appartamenti Oggi il via della stagione con l’apertura della funivia Lagazuoi. Per il primo luglio sarà aperto il 90% degli alberghi grandissimo lavoro fatto e per la costante collaborazione che c’è stata con i Comune. A febbraio andavamo a 300 all’ora in una stagione che era eccezionale. Ci siamo trovati ad affrontare l’incubo della pandemia, abbiamo saputo fare squadra e oggi pensiamo al futuro con fiducia. Mi guardo intorno e vedo che c’è voglia di Cortina, voglia di investire, voglia di futuro. Io conto su quello che mi piace definire “l’effetto rimbalzo”: dopo la crisi, vivremo un 2021 e 2022 di forte spinta, con tanta voglia di viaggiare e di spendere». Per Ghedina il segnale della volontà di ripartire e lavorare, da parte della comunità, è molto forte: «Anche per questo ci stiamo impegnando al massi-

Alessandra Segafreddo CORTINA

La Regina saluta l’emergenza Covid-19 e riparte. Con l’apertura della funivia Lagazuoi, inizia oggi la stagione estiva a Cortina d’Ampezzo e lo fa con tanto ottimismo, visto il boom di richieste per le seconde case e la fiducia di commercianti e impiantisti. Più cauti gli albergatori, in attesa della riapertura delle frontiere e di prenotazioni anche dall’estero. A narrare la ripartenza della Regina delle Dolomiti, il racconto corale delle istituzioni, degli operatori turistici e degli impiantisti a fune, profondi conoscitori e custodi del territorio ampezzano, tanto a valle quanto in quota. «Compatibilmente con il periodo difficile che stiamo vivendo, credo sarà un anno positivo per la montagna», ha dichiarato Federico Caner, assessore al Turismo della Regione, «non lo dico solo per ottimismo, ma su una base di dati concreti. Gli italiani, ma anche moltissimi stranieri, andranno in montagna per potere vivere un turismo lento, green, con la possibilità di distanziamento sociale. La Regione ha spinto per riaprire gli impianti a fune, perché siamo certi di poter garantire standard di assoluta sicurezza». L’assessore ha quindi concluso ricordando l’importanza di non abbassare la guardia e mantenere anche in vacanza un comportamento responsabile. Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il sindaco Gianpietro Ghedina: «Cortina non esce da questo momento drammatico con le ossa rotte, ma fortificata. In questo momento siamo davvero orgogliosi di essere in Veneto. Dobbiamo dire grazie al presidente Zaia e alla sua giunta per il

Ghedina: «Tantissime le prenotazioni Qui c’è tanta voglia di investire nel futuro»

Gli ultimi collaudi alla funivia del Falzarego, che oggi tornerà in azione

le iniziative nella conca ampezzana

Un’assicurazione anti Covid e negozi aperti anche la sera Le proposte di Cortina for Us per lanciare il turismo estivo Si pensa di organizzare anche piccoli intrattenimenti e si punta sul turismo religioso CORTINA

Assicurazione anti Covid e negozi aperti anche alla sera nei fine settimana. Sono queste le proposte lanciate da Cortina for Us. «Dal pri-

mo per andare incontro agli imprenditori. Io sono ottimista. Prevedo una stagione pari alla scorsa o anche con segno più. Cortina ha circa 25 mila posti letto nelle seconde case e poco meno di 5 mila negli alberghi. La richiesta degli appartamenti è altissima. Tanti proprietari che in estate affittavano, perché andavano al mare, hanno deciso di fare qui le vacanze. C’è richiesta di appartamenti anche per lunghi periodi, con tanta gente che arriverà a Cortina a lavorare in smart working. Cercheremo poi di allungare la stagione sino a fine settembre». Più cauti gli albergatori: «Io sono ottimista, ma non si possono negare le preoccupazioni per la nostra categoria», dice Roberta Alverà, presidente dell’associazione albergatori, «se riempiamo il 50% dei po-

mo giugno», spiega Franco Sovilla, presidente dell’associazione ampezzana, «partirà la proposta “Andrà tutto bene in vacanza a Cortina”, che riguarda una copertura assicurativa in grado di tutelare il turista in caso di contrazione del Covid-19 per un totale di novanta giorni, che offriamo grazie all’accordo con Unipol Sai che è nostro partner. Al costo di 5 euro a persona si avranno

dei rimborsi in caso di ricovero per Coronavirus e c’è un plafond se si verrà ricoverati in terapia intensiva». «L’obiettivo», continua, «è quello di rendere più sereno il ritorno a Cortina in vista della nuova stagione. Inoltre, abbiamo chiesto ai commercianti di prolungare i propri orari d’apertura durante i week-end di luglio e agosto, organizzando anche piccoli spettacoli d’in-

trattenimento, così da non privare gli ospiti di ore di shopping, che come sappiamo sarà contingentato. Stiamo anche lavorando agli eventi: il The queen of taste dedicato alla gastronomia di settembre e il Fashion week-End che apre la stagione invernale all’Immacolata, per il 2020, saranno svolti in 2.0, ossia on line». Giugno sarà senza eventi, ma già dalla fine di luglio potrebbe tornare la Coppa d’Oro delle Dolomiti e si punterà sul turismo religioso. «Sfrutteremo per la prima volta a Cortina il turismo religioso», ha rivelato Roberta Alverà, presidente degli albergatori, «dato che a fine luglio, in Faloria, sarà issata la croce astile più alta del

mondo delicata a Santo Papa Giovanni Paolo II. Ci saranno cerimonie sia a luglio che poi ad ottobre, quando prevediamo un’affluenza di polacchi devoti al Papa in ricordo della data del 22 ottobre 1978, giorno dell’insediamento di Karol Wojtyla, eletto Papa il 16 ottobre col

Il The Queen of taste e il Fashion weekend saranno online A luglio la Coppa d’oro nome di Giovanni Paolo II». Il Comune è poi al lavoro per eventi che si terranno nei fine settimana di settembre. Molto dipenderà dai

sti letto per limitare i danni sarà già un bel risultato. Agosto andrà meglio, ma partiamo già in salita con l’annullamento di tutti gli eventi di giugno, che avrebbero riempito gli hote. Abbiamo il Villa Argentina già aperto, entro la metà di giugno apriranno il 30% degli hotel e per i primi di luglio il 90%. Alcune strutture resteranno chiuse per lavori di ampliamento e ammodernamento, ma le altre alle fine apriranno tutte. Abbiamo rimodulato gli spazi, incrementato gli standard di pulizia che erano già elevati; rispetteremo le regole, confidando anche nel senso civico che permetterà a tutti di godere di un’estate di relax». Gli impiantisti, grazie alle ordinanza di Zaia, aprono oggi in Lagazuoi e poi a seguire nel resto della Conca. «Con grande responsabilità ed impegno», hanno sottolineato Marco Zardini e Stefano Illing del Consorzio impianti a fune, «abbiamo lavorato per individuare soluzioni in grado di garantire tranquillità e sicurezza agli ospiti. Bastano semplici regole: indossare guanti e mascherine, mantenere le distanze, seguire le istruzioni per accedere agli impianti. Verranno messi a disposizione anche dispositivi igienizzanti per le mani. In funivia e in cabinovia si viaggerà con finestrini aperti per consentire l’areazione e la ventilazione, sulle seggiovie non vi è alcuna restrizione, se non le regole disposte dagli impianti stessi. L’igienizzazione per tutti gli impianti di risalita è garantita». A far ben sperare anche i dati di Enit, secondo i quali la montagna italiana, questa estate, sarà la scelta di molti turisti: i suoi spazi infiniti e l’aria pura la rendono, infatti, la meta ideale per una vacanza nella delicata fase post Covid-19. —

nuovi decreti che verranno emessi per poter capire anche come poter organizzare le manifestazioni sia all’aperto che al chiuso. «Abbiamo dovuto riorganizzare tutte le attività», ammette il sindaco Gianpietro Ghedina, «ma stiamo lavorando per mantenere la Coppa d’Oro a fine luglio, e per la programmazione della rassegna “Una Montagna di Libri”. Poi abbiamo varie proposte per i fine settimana di settembre e stiamo attendendo di poter verificare cosa accadrà sotto il profilo sanitario e come saranno le direttive per utilizzare sia l’Alexander Girardi che il cinema Eden». – A.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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TREVISO

SABATO 30 MAGGIO 2020 LA TRIBUNA

la ristorazione perde un altro simbolo

il caso

«Le nostre serate con Franco a parlare di pesce e ciclismo» Il ricordo di Menegaldo dei colleghi chef e degli amici del mondo sportivo Il tributo di Zaia. Lunedì pomeriggio l’ultimo saluto nella chiesa di Monastier

Gianfranco Menegaldo al lavoro nel suo ristorante a Pralongo di Monastier

Mattia Toffoletto

«Il numero uno per il pesce». Ma anche «la grande passione per il ciclismo: sapeva trasformare ogni anno la sua corsa in una festa». Ristorazione e bici erano i grandi amori di Gianfranco Menegaldo, scomparso giovedì a 82 anni e da 60 alla guida del notissimo ristorante a Pralongo di Monastier, un’istituzione per gli appassionati di pesce. Addolorati gli amici, quelli che frequentava da sempre e a cui dava appuntamento ogni lunedì sera nel suo “tempio”. Presenze immancabili come Renato Barzi, oggi presidente dell'Uc Trevigiani, ed Egidio Fior, che ha condiviso le stesse passioni di Menegaldo, complice l’impegno nel ciclismo con la Zalf. «Ci hanno unito 50 anni di amicizia, lo consideravo un fratello», il ricordo di Fior, «Un nome che ha

fatto storia, un numero uno per il pesce. Qualità e freschezza come punti di forza. Ogni mattina andava di persona al mercato a Caorle, sceglieva con scrupolo. Sul piatto trovavi sempre il pescato del mattino, sentivi il profumo del mare. E la sua cucina era semplice, al naturale. Tantissimi arrivavano da fuori provincia per mangiare da lui. E, fino a quando l’ha organizzato, sapeva trasformare il Gp Menegaldo, competizione per dilettanti a Pralongo, in una grande festa. Conclusa la corsa, ci si ritrovava tutti con le gambe sotto il tavolo. A godere del suo pesce». Gli fa eco Barzi: «Ci davamo appuntamento ogni lunedì, eravamo sempre quei cinque-sei, un forte legame d’amicizia. E la bici era fra gli argomenti principali delle nostre chiacchierate: mi chiedeva spesso della Trevigiani,

enologo e funzionario in regione

Cordoglio per Catarin per 40 anni una colonna del settore vitivinicolo Uno dei dirigenti regionali che ha reso possibile l’ascesa del Veneto nell’Olimpo dell’enologia internazionale: è così che viene ricordato Giuseppe Catarin, enologo e storico funzionario della Regione, in forze al dipartimento agricoltura. «Con Bepi Catarin», è il messaggio di cordoglio del presidente del Veneto Luca Zaia, «se ne va l’eminenza grigia della vite e del vino, il Veneto perde un’istitu-

Giuseppe Catarin

aveva 79 anni

Addio a Cadamuro fondò Ca’ Busatti È morto all’età di 79 anni Luigi Cadamuro, fondatore insieme a Mario Busato del ristorante Ca’ Busatti a Zero Branco. Era in casa quando ha accusato un malore, probabilmente un ictus, che non gli ha lasciato scampo.Nonostante il ricovero all’ospedale, non si è ripreso ed è spirato dopo qualche giorno di cure. Cadamuro era un punto di riferimento per il mondo della ristorazione della Marca. Il suo ristorante proprio questa settimana ha riaperto dopo il periodo di lockdown imposto dal governo. I filgi Anna e Augusto hanno deciso di portare avanti l’attività iniziata dal padre, che lascia anche la moglie Giovanna Corrò. «Continueremo portando avanti i suoi insegnamenti», hanno detto i familiari.

zione». Enologo, formatosi anch’egli al Cerletti di Conegliano, per quasi quarant’anni è stato una colonna del settore: «Catarin», ricorda Zaia, «era un’autorità riconosciuta e indiscussa a livello nazionale e internazionale, un appassionato del comparto della vitivinicoltura che, anche per merito suo, ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita dei territori della regione». Tra le sue tante battaglie la creazione della doc del Prosecco, la valorizzazione dell’Amarone e la nuova etichetta del Pinot grigio delle Venezie, per il cui consorzio Catarin ha lavorato dopo il pensionamento da funzionario regionale, avvenuto nel 2016. Aveva 67anni, era residente a Treviso, se n’è andato sconfitto da

d’inverno voleva notizie sui nuovi arrivi del team. Ma si tornava spesso ai tempi in cui correva: quando vincere significava regalarsi un salame o un tubolare. E quando raggiungere le sedi di partenza voleva dire sciropparsi 100 km in bici». Anni lontanissimi, pionieristici. Menegaldo aveva corso con la mitica Trevigiani, simbolo non solo sportivo, del capoluogo. Passista veloce, l’aveva fatto fino ai dilettanti. Spicca la vittoria nella Coppa Adriana per Allievi, ambìta cronosquadre. L’edizione del '55, a Milano, lo vide primeggiare con Franco Da Ros, Giovanni Marcon, Renato Fioretti. E, malgrado la carriera non abbia riservato altri acuti, la maglia della Trevigiani è sempre rimasta una seconda pelle. «Eravamo compagni di squadra, lui più vecchio di un anno. In ammiraglia Otello Conte e Wilfredo Perini, massaggiatore Umberto Pini», fruga nella memoria Germano Bisigato, presidente dell'associazione Ex Ciclisti Provincia di Treviso. Il nome di Mengaldo valicava i confini della Marca. E, nelle ultime ore, sono in tanti a piangerlo. Celeste Tonon: «Una figura indimenticabile, un personaggio. Mi mancherà tanto». Il governatore Luca Zaia: «Per la ristorazione trevigiana, il 2020 sarà ricordato come un annus horribilis. Dopo la scomparsa di Arturo Filippini e Tonino Palazzi, con Menegaldo s'ingigantisce la perdita di conoscenze e tradizioni. La sua cucina ha saputo portare i sapori poveri a livello di prelibatezze». Federico Capraro, Confcommercio: «Un maestro punto di riferimento per il pesce. Considerando gli altri lutti recenti, stiamo perdendo una generazione di ristoratori cui tutti dobbiamo molto». I funerali si svolgeranno lunedì, alle 15.30, alla chiesa di Monastier. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

una malattia; lascia la moglie Paola Fabricatore e i figli. «Con la scomparsa di Catarin», aggiunge l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, «il Veneto perde la cattedra ambulante della vite e del vino. Io, personalmente, perdo un amico, un compagno alpino, un appassionato e competente funzionario, innamorato del suo lavoro». Catarin, oltre che formatore per imprenditori e operatori del settore vitivinicolo, è stato un punto di riferimento per i progetti più importanti del comparto, ai quali ha partecipato intervenendo con competenza nelle sedi istituzionali a Roma e a Bruxelles, e accompagnandone con passione lo sviluppo, da consulente. — MA. MA.

Scrive sul quaderno mentre è al volante Multa e perde 1 punto Una donna è stata fermata e sanzionata dalla polizia locale perché sorpresa a guidare e contemporaneamente a scrivere a penna su un quaderno. Il fatto è avvenuto in viale Nino Bixio, mentre percoreva il tattto orienatle del Put . La conducente è stata fermata dagli agenti che stavano pattugliando il territorio in moto. «Hanno affiancato una Mercedes che stava procedendo con andamento indeciso», spiega il comandante Andrea Gallo. «Gli agenti

hanno subito notato un comportamento molto rischioso: la conducente stava scrivendo su un quaderno mentre era intenta a guidare». La donna, una 40enne di origini albanesi e residente a Campagna Lupia (Venezia), ha cercato di giustificarsi riferendo che si stava appuntando un indirizzo comunicatole per telefono (sempre mentre guidava?) poco prima. «Per lei è scattato un verbale di 87 euro con la decurtazione di un punto dalla patente». — F. C.

ieri sera

Admiral, corto circuito Fiamme alla sala giochi Intervento dei vigili del fuoco ieri sera all’ora di cena, in pieno centro, nella zona delle Muraa. Fiamme e fumo si sono levati poco dopo le 20 dalla sala giochi Admiral, in via fra Giocondo, proprio sotto i bastioni. Il locale è chiuso da quasi tre mesi, sin da quando è scattata l’emergenza coronavirus, e non aveva ancora riaperto i battenti essendo ancora tra gli esercizi non autorizzai alla riparten-

za. Immediato l’allarme e l’arrivo degli uuoini dal comado di via santa vbarbaraa, che hanno domato le fiamme. Dai primi rilievi area che tutto sia stato innescato da un corto circuito che ha poi interessato lo stesso sistema di allarme. Esclusa quindi ogni ipotesi legata al dolo. I danni, anche per la tempestività dell’intervento, sarebbero limitati.

sindacato filcams cgil

Formazione non pagata Camst deve risarcire Sono pochi euro ma hanno un gran valore. Finisce con una transazione la vertenza promossa dalla Filcams Cgil di Treviso nei confronti della società Camst Cooperativa che opera nel settore della ristorazione collettiva a tutela di quattro dipendenti, tutte donne. La vicenda: le lavoratrici della ditta emiliana attive nel Trevigiano hanno svolto online un corso di formazione sulla sicu-

rezza, ore che l’azienda non ha ritenuto di dover considerare come lavorative, trasgredendo come evidenziato dal sindacato alla normativa e al Ccnl di riferimento. Rivoltesi alla Filcams Cgil, dopo un confronto senza esito, è partita l’azione legale finita con una transazione risarcitoria di 30 euro per ciascuna dipendente, all’incirca il valore intero delle ore non retribuite. —


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... Sabato 30 Maggio 2020

La Voce

RIAPERTURE Mauro Agnoletto, presidente della Fism Rovigo: “Il 45% è già preparato”

Materne paritarie, è tutto pronto Sono 15 quelle che da lunedì accoglieranno i bimbi, a un’altra decina mancano poche adesioni Luca Crepaldi

ROVIGO - Dall’1 giugno dovrebbero riaprire, a meno di novità dell’ultim’ora, le scuole dell’infanzia in tutta la Regione Veneto. E in Polesine sono già una quindicina quelle che sono pronte ad accogliere i bambini dagli 0 ai 6 anni. Lo sottolinea Mauro Agnoletto, presidente della Fism (Federazione italiana scuole materne) della provincia di Rovigo. Anche se, dall’ultima ordinanza del governatore del Veneto, Luca Zaia, c’è il via libera solo dai 3 ai 17 anni (e quindi per i centri estivi). Per i minori di 3 anni, sarà definito l’inizio con un apposito provvedimento dopo un confronto col governo. “Le scuole paritarie sono pronte - annuncia intanto Agnoletto - quindici hanno già raccolto un numero sufficiente di bambini per poter riaprire, un’altra decina stanno cercando di arrivare alla quota minima, attendendo la conferma delle famiglie”. “Siamo pronti su tutto, nel rispetto della normativa vigente e, comunque, in attesa di capire se ci saranno ulteriori indicazioni - prosegue - per ora è stato ridotto il rapporto tra bambini e animatori, cinque bimbi ogni animatore della fascia tra gli zero e i sei anni di età. Inoltre non ci sarà un servizio di didattica, ma solo ricreativo. Siamo fiduciosi che da lunedì si possa ricominciare”.

n “Se non trovate posto in quelle del vostro comune chiamate in quelle dei vicini”

Mauro Agnoletto Il presidente della Fism Rovigo “Tutte le scuole si sono attrezzate con i dispositivi di protezione individuale - spiega Agnoletto - e come Fism Rovigo abbiamo fatto una scelta precisa: acquistare solo prodotti italiani da aziende italiane e, per quanto riguarda quelli usa e getta, solo biodegradabili, un’attenzione in più per l’ambiente”. Le scuole dell’infanzia che riapriranno copriranno più o meno tutto il territorio polesano. “Diciamo che siamo un po’ carenti da Adria in giù, ma attendiamo per capire se ci saranno nuovi iscritti -

spiega Agnoletto - si tratta comunque di realtà con numeri piccoli, che devono essere congrui per poter riaprire. I numeri fino a oggi (ieri ndr) sono questi, ma speriamo in altre iscrizioni entro sabato, il paletto messo dalle scuole per potersi organizzare. Delle 55 paritarie del Polesine, quindi, arriveremo a riaprirne il 45%, se anche le dieci che sono in stand by riusciranno a raggiungere il numero minimo”. “Poi è evidente che se i genitori si trovano in un comune dove la scuola non apre, possono

L’INVITO Bimbatti e Rossi di Forza Italia

“Rsa da sostenere” ROVIGO - Lo ha ribadito ieri mattina nel consueto punto stampa il governatore del Veneto, Luca Zaia: dall’1 giugno le residenze per anziani saranno riaperte per permettere le visite dei parenti, ma pure per autorizzare la presa in carico di nuovi ospiti. “Sicuramente l’occasione è importante per ringraziare non solo tutto il personale delle case di riposo della nostra provincia ma anche il personale dirigente che sin dalle prime settimane dall’inizio della pandemia hanno tutelato i nostri anziani con estrema professionalità e diligenza, evitando che i numeri dei decessi potessero essere molto più pesanti come successo in altre realtà”. Il ringraziamento e la stima verso le case di riposo e il loro personale arrivano dal commissario vicario di Forza Italia, Andrea Bimbatti, e dal coordinatore azzurro dell’Alto Polesine, Fabrizio Rossi. “E’ fondamentale che ora, migliorando la situazione sanitaria, non si abbassi la guardia nei confronti di queste strutture numerose e importanti presenti nel territorio polesano, noto per avere una popolazione an-

Forza Italia Fabrizio Rossi e Andrea Bimbatti ziana molto numerosa - proseguono - così come la Regione ha ben gestito questi mesi di pandemia, ci appelliamo affinché si dia il giusto sostegno anche economico oltre che, come dimostrato, organizzativo, a chi con impegno gestisce quotidianamente i nostri centri”. “La questione degli acquisti dei Dpi è sicuramente un aspetto nuovo che graverà sui bilanci delle strutture, quindi chiediamo che si trovino delle forme di supporto condivise e che, coinvolgendo tutte le strutture del terri-

torio, possano anche consentire di ottenere economie di scala negli acquisti” aggiungono Bimbatti e Rossi. “La Regione sarà sicuramente in grado di intervenire prontamente a sostegno di strutture che riteniamo di primaria attenzione - concludono - essendo gli anziani mai stati, come in questo momento, la categoria più fragile della nostra società. E di certo non mancherà la nostra attenzione e il nostro supporto anche attraverso i nostri rappresentanti regionali”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

informarsi in quelle dei comuni limitrofi le quali, se ci sono posti disponibili, potranno accogliere anche altri bimbi - spiega - fermo restando che la precedenza ce l’hanno quelli già iscritti”. Agnoletto spende poi parole di elogio nei confronti dei gestori e dei dipendenti delle paritarie. “In questi mesi alcuni dipendenti delle nostre scuole hanno potuto accedere alla cassa integrazione Covid, altri al Fis (Fondo integrazione salariale) - precisa Agnoletto diciamo che chi ha dovuto attendere l’Inps, qualche ritar-

do nel pagamento l’ha avuto. Ma molte scuole hanno deciso di anticipare loro la cassa integrazione. Dico con orgoglio che i gestori delle scuole sono stati prudenti, attenti e hanno fatto un lavoro egregio, e le famiglie sono state molto sensibili, mi devo complimentare con entrambi”. Ecco l’elenco dei comuni dove riapriranno di sicuro le paritarie per aver già raggiunto il numero di bambini: Piano di Rivà (Ariano nel Polesine), Gaiba, Bosaro, Fiesso Umbertiano, Lusia, Boara PolesineGranzette (Rovigo), “Mamma

Margherita” (Rovigo), San Bortolo (Rovigo), Pio XII (Rovigo), “Sichirollo” (Rovigo), San Pio X (Rovigo), Grignano Polesine (Rovigo), Badia Polesine, Lendinara e Santa Maria Maddalena (Occhiobello). “Tante altre, ribadisco, attendono conferma per il numero di bambini, per questo invito tutti i genitori a informarsi prima nella scuola del loro comune o quartiere e dopo, se non dovesse essere aperte, in quelle dei comuni a loro più comodi” conclude Agnoletto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


30 Provincia

L'ARENA

Sabato 30 Maggio 2020

AMBIENTE. Secondo i datidell’Arpav, i primi quattromesi dell’anno sonostati asciuttie caldi, equestohaobbligato gli agricoltoriad anticipare l’irrigazionedei campi

Piogge sotto la media, allarme siccità Lasituazioneperoraèsottocontrolloeillivellodell’Adigeèbuono masenzaprecipitazioniimportantisisarannorischiperlecolture Luca Fiorin

Allarme siccità nelle campagne. C’è chi arriva ad affermare che l’acqua dell’Adige, dalla quale dipende l’irrigazione di tutto il territorio veronese, basterà solo per altre due settimane, e chi, invece, che ottimizzando le risorse, si potrà andare avanti per più tempo. In ogni caso, agricoltori ed enti della bonifica sono d’accordo nel chiedere nuove regole. Non è un caso, d’altro canto, che la Regione abbia autorizzato il ricorso all’irrigazione di soccorso alla quale si ricorre quando non ci sono altri modi per abbeverare le colture. Cosa che accade, ad esempio, quasi regolarmente nella Bassa. «Una primavera così calda e soleggiata non si era mai vista in Veneto da almeno un quarto di secolo», ha spiegato Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura. Pan ha precisato che «il centro meteo dell’Arpav ha documentato che nel primo quadrimestre 2020 la piovosità è stata inferiore alle media degli ultimi 25 anni». A parlare apertamente di pericolo di restare all’asciutto è Paolo Ferrarese, presidente

Lenormativenon sonoadeguate vistocheinquesti periodisipuò prelevarepoca acquadalfiume

di Confagricoltura Verona. «Il prelievo d’acqua dall’Adige è iniziato con un mese di anticipo; attualmente il livello del fiume è buono, ma, se continuerà a non piovere, già prima di arrivare a metà giugno saranno guai», dice. Per il momento nella nostra provincia la situazione è, comunque sotto controllo. Ad assicurarlo è il Consorzio di bonifica Veronese. Il suo presidente, Alex Vantini, spiega che le riserve nevose ci sono e si stanno sciogliendo gradatamente, ma precisa anche che i tecnici stanno tenendo alta l’attenzione, soprattutto nelle zone in cui i terreni trattengono meno l’acqua a causa della loro conformazione. «In questo momento la nostra rete lavora con portate adeguate», aggiunge l’ente. Il quale, però, sottolinea che, se la situazione dovesse peggiorare, andrà attivata la cabina di regia interregionale in modo da rendere disponibili le risorse idriche presenti nei bacini delle centrali elettriche trentine. Va detto che l’Adige, oltre a rifornire gli impianti irrigui della nostra provincia, serve anche quelli di grandi territori posti nelle provincie di Vicenza, Padova e Venezia. A permetterlo è il canale artificiale Leb, che parte da Belfiore ed arriva sin nel Padovano. Michele Zanato, il presidente del Consorzio Adige Euganeo, il cui territorio di competenza comprende anche alcune zone del Colognese, afferma che serve una riforma integrale del sistema. «Le normative risalgono a

Leconseguenze

Abbeverarelecampagne alzaicostietagliairedditi Ilcanale Lebpotrebbe aumentarela quantitàd’acqua chederivadall’Adige, matutto èlegatoadautorizzazioni sulle qualisidebbono esprimerenon solole istituzionivenete, ma anchequelletrentine. «Circaunannofa abbiamo chiestodipoterutilizzare, modulandonel’uso inbasealle disponibilitàdell’Adige,4 metri cubid’acquaal secondoinpiù rispettoagli attuali, chesono 34nelperiodo piùcaldo», spiegaMorenoCavazza, presidentedelconsorzio Leb. «Vacomunque dettochein questianninonabbiamo mai lasciatoall’asciuttonessuno e cheperpoter aumentarein manieradefinitivala portata delcanale sidovrebbero completarei lavori di sistemazionedellepareti interneincemento, cosache avverràfra 3-4anni»,aggiunge Cavazza. Intanto,Coldirettispiegache «quest’annoperla primavolta sièirrigatoil grano inmaniera

tempi in cui non c’erano le situazioni di emergenza attuali, che sono pressoché continue», dice. «In periodi come questo, nei quali la quantità di acqua prelevabile dall’Adige è limitata, buona parte delle risorse derivanti dallo scioglimento delle nevi finiscono direttamente in mare; biso-

MorenoCavazza diffusaa causadel protrarsidella siccitàprimaverile». Secondo l’associazione,asoffriredi piùèla mediaebassa pianura veneta,e quindianche quellaveronese, in cuil’assenza diprecipitazioniè perdurataper piùdi60 giorni.I riflessieconomici diquesta situazione,secondola federazionepresieduta da DanieleSalvagno, sonomolto preoccupantiper mais, barbabietole,soiaefrumento, che copronounasuperficie dioltre 450milaettari.Le prolungate irrigazionihanno costiche rischianodiazzerare ilreddito dei coltivatori. LU.FI.

gnerebbe invece poterle usare per irrigare i campi», aggiunge. E sul fatto che servano nuove regole è d’accordo con lui anche Vantini. «I cambiamenti climatici in atto renderebbero necessari sia l’anticipo ed il posticipo della stagione irrigua che la creazione di quei bacini di riserva che

Uncampodi mais inperiodo di siccità

Ilcanale LebaCologna Veneta

GREZZANA. Con una manovral’enteha stabilitodi sosteneretutti, daiprivati alle aziende

Pagamentirinviati e«bonus» CosìilComuneaiuta icittadini L’obiettivoèconsentire achiunqueun livellodignitoso divitasociale La Giunta ha stabilito, con delibera, le linee di indirizzo per il rilancio di una politica economica attiva sul territorio. «L’obiettivo è far riemergere l’economia circolare per consentire ai cittadini, alle aziende, ai negozi e alle attività artigianali, un livello dignitoso di vita sociale», ha sottolineato il sindaco Arturo Alberti. Le agevolazioni, in termini di contributi, sono spendibili sul territorio e riguarderanno famiglie e aziende - produttive e commerciali - del capoluogo e delle frazioni, messi a dura prova dall’emergenza sanitaria, causata dal Covid-19, evitando, se possibile, che si trasformi in emergenza economica. Uno dei primi provvedimenti, che interessa davvero tutti i cittadini, è lo spostamento dei termini del pagamento delle tasse. A partire dalla prima rata di acconto dell’Imu (che quest’anno incorpora anche la Tasi), il cui pagamento è stato rimandato al 30 settembre 2020 (anziché il 16

Ilsindaco di GrezzanaArturo Alberti

giugno); per il saldo, resta fissata la data del 16 dicembre. Per la categoria catastale D2, cioé degli alberghi e delle pensioni, è prevista l’esenzione della prima rata Imu. Spostate anche le rate della Tari, la tassa sui rifiuti solidi urbani. Il primo acconto dovrà essere versato il 30 ottobre e il saldo avverrà il 31 gennaio 2021. In merito alla Tari verranno applicati anche degli sconti, sulla parte variabile della tariffa. Questi i termini fissati: riduzione di due

mensilità per le attività produttive (chiuse per la pandemia) e di cinque mensilità per bar, ristoranti e negozi, chiusi a seguito del lockdown. La Tosap, tassa occupazione del suolo pubblico, plateateci gratuiti dal primo maggio al 30 ottobre 2020 e rimborso della tassa (per lo stesso periodo) a chi l’ha già versata. Riduzione del 40 per cento del canone di affitto sugli immobili comunali per tre mesi. Per il trasporto scolastico, il

Comune rimborserà tre mensilità ai genitori dei ragazzi di terza media, mentre per gli altri studenti, lo stesso importo verrà considerato come anticipo per il trasporto nell’anno scolastico 2020/2021. I contributi: il comune mette a disposizione il 100 per cento degli interessi pagati sui finanziamenti erogati dalle banche nel 2020-2021, fino a 45mila euro. Alle famiglie verrà consegnato un «buono scuola» di 100 euro (in pezzi da 10 euro), per ogni figlio da 1 a 18 anni d’età (indipendentemente dal numero di figli), nati dal 2002 al 2019. Il buonom è spendibile nei negozi del comune (ad esclusione di bar, alimentari, giochi d’azzardo e tabacchi). Un «Buono bebè», di 500 euro, andrà alle famiglie che hanno avuto, o avranno, un figlio nel 2020, che sarà spendibile spendibile nei negozi del paese. Previsto infine un contributo di 20.000 euro agli organizzatori dei centri estivi, atti-

noi chiediamo da anni», afferma. «Gli agricoltori stanno sostenendo già costi elevatissimi per far fronte alla siccità», rimarca Ferrarese, «parliamo di 150 euro all’ettaro per ognuno di quegli interventi che sinora gli agricoltori hanno già fatto sia su mais e grano che sulle semine di soia». «Rischiamo che anche quest’anno coloro che coltivano seminativi fatichino a far quadrare i conti», aggiunge Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Agricoltori Italiani. «In merito al problema idrico», aggiunge, «Veneto Agricoltura ha avviato una sperimentazione, denominata Aquor, per vedere come rivitalizzare le falde acquifere; vorremmo sapere se il progetto ha prodotto dei risultati». •

BUSSOLENGO. Dai primigiorni di giugno vati sul territorio e patrocinati dal Comune, per i maggiori costi di gestione che si devono sostenere in conseguenza all’adeguamento degli spazi ed altro per il contenimento di contagi da Coronavirus. Le agevolazioni comunali potranno essere cumulate. Mentre assessori e consiglieri (di maggioranza), potranno rinunciare alle agevolazioni, versando gli importi sul conto corrente municipale al Monte dei Paschi di Siena (agenzia di Grezzana), causale: emergenza Covid-19. Questo vasto progetto di interventi sarà presentato al prossimo Consiglio comunale, di metà giugno, e quindi le singole iniziative saranno formalizzate dalla Giunta. Il sindaco Arturo Alberti ha concluso: «Il nostro obiettivo è favorire la collettività, da un lato le famiglie e dall’altro le attività commerciali, sulla scia di quanto già realizzato. Abbiamo già destinato 100.000 euro per generi e servizi di prima necessità, aggiunti ai 68.000 pervenuti dallo Stato per la solidarietà alimentare. Purtroppo il Coronavirus ha colto tutti di sorpresa e anche alla fine del lockdown sul territorio, c’è tanto disorientamento. Pertanto invito i cittadini a segnalarmi le situazioni di incertezza economica e lavorativa, per cercare di trovare insieme soluzioni positive, per il bene dell’intera comunità». • AL.SC.

Casa di riposo aperta aifamiliari conpreciseregole Sceltaun’ampia sala dovevedersi muniti dimascherineeguanti eassistitidaesperti All’Ipab Centro anziani di via Paolo veronese ci si prepara a riprendere le visite dei parenti: le indicazioni della Regione sono appena uscite. «Riattivare il contatto coi parenti e attuare i primi inserimenti di nuovi ospiti nella struttura, dopo l’emergenza Covid», dice il presidente Gilberto Pozzani, «sono nostri obiettivi». Per i primi incontri con gli anziani è stata scelta una zona del salone particolarmente arieggiata e con percorsi diversificati tra familiari ed ospiti, con idonee barriere di protezione. «La procedura delle visite», continua Pozzani, «è stata messa a punto tra il direttore della struttura, il medico, la responsabile dei servizi sanitari, la psicologa e l’educatrice». Funziona così: il familiare sottoscriverà un’autocertificazione per dire che non ha avuto Coronavirus. Quindi, con mascherina e guanti, po-

trà incontrare il familiare per circa 20 minuti, intercambiabili con altri famigliari. L’incontro sarò assistito dalla psicologa e dall’educatrice per i familiari. Gli incontri inizieranno dopo la prima settimana di giugno e saranno a rotazione, mattina e pomeriggio, previa prenotazione. Per quanto riguarda agli inserimenti, la situazione è un po’ più complessa. Conclude Pozzani: «Stiamo mettendo a punto una serie di osservazioni alle indicazioni della Regione perché non siamo perfettamente convinti della possibilità che ci viene offerta. E su questo, ovviamente, stiamo collaborando coi vertici dell’Ulss 9. Capisco, come presidente, le esigenze ma, in realtà, sono a tutela degli ospiti presenti, di quelli da inserire nella struttura e anche del personale. Questo per non vanificare lo sforzo e il risultato raggiunto in questi tre mesi, considerando che questa ipotesi di nuovi inserimenti si rende possibile all’Ipab Centro anziani perché non siamo stati toccato dal Covid nei mesi scorsi». • L.C.


Cronaca 21

L'ARENA

Sabato 30 Maggio 2020

URBANISTICA. Anchegrazie allavorodel gruppoRestart sisostiene un settore concalodi fatturatodel 20per cento

Menocartee tempi brevi «Cosìl’edilizia riparte» IlComune riscriveconlaRegione leregole perfavorirei progettisti eicostruttori.Segala: «Matutti ipianipassano poiinConsiglio» Meno burocrazia e quindi tempi più rapidi per i progetti urbanistici e per far ripartire con maggiore velocità l’edilizia e l’economia. Messe a dura prova dopo quasi tre mesi di stop a causa dell’emergenza coronavirus. Quindi, cambi di destinazione d’uso più semplici, per gli immobili e i terreni; ricorso più esteso a procedure urbanistiche semplificate come la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) e la Segnalazione certificata di inizio attività (Scila); facilitazioni al recupero dell’esistente e sgravi contributivi. Sono proposte del progetto di legge regionale che ha l’obiettivo di semplificare e velocizzare le pratiche edilizie per rilanciare il settore delle costruzioni. Verona su questo è in prima linea. La proposta di legge, in discussione in questi giorni in commissione regionale, accoglie infatti i contributi emersi dai tavoli e dai gruppi di lavoro, come “Restart” guidato dal Comune, ai quali hanno dato il proprio appor-

to tecnici delle amministrazioni e rappresentanti di ordini professionali e di categoria. «Dopo aver avanzato un pacchetto di proposte per sburocratizzare l’edilizia a livello comunale», dice l’assessore all’urbanistica e all’edilizia privata Ilaria Segala, «abbiamo collaborato per semplificare la normativa anche a livello regionale. È una grande opportunità, perché le soluzioni proposte in questo progetto di legge mantengono il giusto equilibrio tra le necessità di rispettare le linee guida della pianificazione comunale e l’utilizzo di strumenti più flessibili e veloci per gli interventi». In un’intervista di un mese e mezzo fa a L’Arena Carlo Trestini, presidente di Ance Verona-Costruttori edili (350 imprese tra Verona e provincia; mentre alla Cassa edile ne sono iscritte 1.800) aveva stimato che se il 3 maggio ci fosse stata la ripartenza (ed è stato così) il calo di fatturato per le imprese sarebbe oscillato tra il 15 e il 18 per

ILCASO. Ifinanziamenti perleristrutturazioni

L’esternodi PalazzoBoccaTrezza, aVeronetta, delComune

SoldiperVeronetta La Lega attacca il Pd «Ilmeritoènostro» Comencini:«Rieccoi18 milioni» Zanotto:«La progettazionec’è»

Uncantiere edilein centrostorico, vicino allaTorre deiLamberti: ilsettorecostruzioniha subito perdite

cento. «Ringrazio il presidente della commissione regionale Seconda Francesco Calzavara e i consiglieri veronesi della commissione consiliare per il lavoro svolto. Le proposte di Restart sono state condivise dall’assessore regionale al territorio Corazzari, prima di confluire nel progetto di legge», precisa l’assessore. Tra le modifiche di maggiore rilievo, rispetto all’attuale normativa, c’è la possibilità di introdurre una procedura semplificata per approvare varianti al Piano degli interventi in fase di approvazione

dei piani attuativi, come previsto dall’articolo 4. Con la nuova normativa «si riuscirebbe ad accelerare l’approvazione dei progetti pur mantenendo il controllo da parte del Consiglio comunale e nel rispetto delle esigenze di partecipazione e trasparenza». Altro punto rilevante è l’articolo 5, che ha l’obiettivo di rendere più facile il riutilizzo degli spazi vuoti soprattutto nei centri storici, consentendo così un maggiore dinamismo imprenditoriale. «La proposta rispetta le competenze comunali in materia di

governo del territorio e assegna agli enti locali 60 giorni per individuare destinazioni incompatibili per specifiche porzioni del loro territorio» Va nell’ottica di facilitare i progetti di rigenerazione urbana la proposta dell’articolo 6 che punta a favorire l’utilizzo del procedimento più semplice del Permesso di costruire semplificato. È uno strumento più efficiente nei casi in cui, viste le scarse opere di urbanizzazione necessarie, approvare un Piano urbanistico attuativo risulterebbe lungo e dispendioso». • E.G.

È ancora scontro sul Bando periferie e sui 18 milioni rifinanziati dal Governo al Comune (L’Arena di ieri) per rilanciare Veronetta, grazie alle ristrutturazioni di Palazzo Bocca Trezza, del silos di Levante dell’ex caserma Santa Marte e dell’ex caserma Passalacqua, per l’Università (da aggiungere ad altri 18 milioni che andranno stanziati a livello locale). La Lega, con il deputato e consigliere comunale Vito Comencini contesta al Pd di essere stato l’artefice di questo ritorno del finanziamento. «Il Pd è senza faccia. Ma quale fondi bloccati dalla Lega? È vero il contrario», sostiene Comencini. «Infatti, è solo in forza dell’azione della Lega al Governo che sono arrivati i fondi da Roma, quelli veri, anche quelli per riquali-

ficare Veronetta. Ricordiamo infatti agli esponenti del Pd», prosegue il deputato leghista, «che il loro piano era stato bocciato dalla Corte costituzionale con la sentenza 74 del 2018 e che se non ci fosse stata la Lega, all’epoca al Governo, a metterci una pezza, oggi quelle risorse non sarebbero mai arrivate». E Luca Zanotto, assessore ai lavori pubblici, sottolinea «il continuo avanzamento del progetto fra le parti», cioè Governo e Comune. «La comunicazione è stata costante e oggi non è necessaria alcuna ulteriore rimodulazione del cronoprogramma, perché quello accolto e approvato è quello formulato dal Comune. I rimborsi per le spese sostenute? Il Comune non li ha ancora avanzati perché ancora non si può». • E.G.


PRIMO PIANO

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SABATO 30 MAGGIO 2020 MESSAGGERO VENETO

La ripartenza 160 20

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Osservati

Stimati

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26 Maggio 2020

1 Luglio 2020

CROMASIA

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La data “zero contagi” spostata al primo luglio se non ci saranno positivi La nuova stima dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni Brusaferro (Iss): «Paese a tre velocità. In tutti i territori c’è un decremento» Elena Del Giudice / UDINE

L’individuazione di nuovi casi di positività al Sars-CoV-2 sposta in avanti la data in cui, il Friuli Venezia Giulia, sarà finalmente Covid Free. Se in precedenza la data dei contagi zero era stata indicata al 12 giugno, ora è stata spostata al primo luglio. La stima arriva dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane che ha analizzato il trend dei nuovi casi giornalieri sulla base dei dati della Pro-

tezione civile rilevati dal 24 febbraio al 26 maggio 2020. LE CURVE

I dati osservati (riportati nel grafico con una linea blu) sono stati interpolati con delle curve (la linea rossa presente sempre nel grafico) «stimate attraverso dei modelli di regressione con polinomi frazionari – si legge nel rapporto –. Le curve mettono in luce che i nuovi casi giornalieri sono in diminuzione in tutte le regioni, ma con intensità di-

versa scendendo da Nord verso Sud. La Lombardia e il Piemonte evidenziano ancora focolai epidemici attivi, pertanto sperimentano un numero ancora elevato di nuovi casi di contagio nella popolazione. Umbria, Calabria e Sardegna, invece, si trovano nella fase finale dell’epidemia caratterizzata da assenza di nuovi contagi o da singoli casi giornalieri. Ci sono poi altre regioni che alternano giorni senza contagi ad altri con un basso numero di nuovi ca-

si. Si sottolinea, comunque, la consistente variabilità dei dati rilevati in tutte le Regioni, questa circostanza potrebbe segnalare una sotto notifica dei nuovi contagi o di ritardi nella loro notifica». 40 GIORNI

«Per valutare lo stato della pandemia – avvertono dall’Osservatorio – è utile ricordare che l’Organizzazione mondiale della Sanità considera terminata una pandemia quando il numero di nuo-

dura replica di fedriga: noi i migliori

Le opposizioni: una Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid UDINE

Una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Friuli Venezia Giulia. A chiederla, attraverso una mozione, sono i gruppi di opposizione in Consiglio regionale (Pd, Cittadini, Patto per l’Autonomia, Open–Sinistra Fvg), cui si aggiunge il consigliere Walter Zalukar, che hanno aderito all’iniziativa promossa dallesponente del M52, Andrea Ussai. «L’obiettivo – ha spiegato Ussai – è capire perché alcune aree della regione, in particolare Trieste, e alcune residenze per anziani siano state più colpite dalla pandemia rispetto ad altre. È necessario un approfondimento su cosa non abbia

funzionato al meglio, e penso alla non omogeneità delle procedure adottate sugli spostamenti degli operatori sanitari tra le varie strutture, l’uso dei dispositivi di protezione e l’effettuazione dei tamponi al personale sanitario e agli ospiti delle strutture per anziani, per non ripetere gli errori commessi e per tutelare i cittadini e chi lavora quotidianamente in prima linea». «Alcuni interrogativi vanno posti – ha aggiunto il consigliere del Pd, Roberto Cosolini – e non condividiamo certi toni trionfalistici, pur riconoscendo che certe cose hanno funzionato, grazie anche al contributo dei cittadini e delle professionalità dell’ambito sanitario. Ma il fatto che Trieste, che

I consiglieri regionali Roberto Cosolini (Pd) e Andrea Ussai (M5s)

rappresenta il 20% degli abitanti del Friuli Venezia Giulia, abbia avuto il 42% dei contagi, e che la case di riposo siano state particolarmente colpite, sono aspetti su cui ancora non abbiamo avuto risposte, così come per la scelta, poi rientrata, della nave “Allegra”». «La Commissione d’inchiesta – secondo la consigliera dei

Cittadini, Simona Liguori – ha come obiettivo fornire approfondimenti per la predisposizione di atti legislativi che servano a fare fronte ad eventuali nuove emergenze ma anche a potenziare forme di tutela delle persone più fragili, come gli anziani. L’istituzione di questo organismo può rappresentare una proficua occasio-

vi contagi è pari a zero per almeno 40 giorni consecutivi, pertanto, anche nelle Regioni con il quadro epidemiologico migliore, ancora non è possibile affermare che l’epidemia si sia arrestata. Inoltre, resta inteso che i dati rilevati dalla Protezione civile ignorano i casi asintomatici che quindi non rientrano nelle curve stimate». Dal raffronto con altre regioni, il Fvg non ne esce male,

ma resta l’incognita legata all’esito dei test in corso di esecuzione che potrebbero individuare nuovi positivi e quindi imporre un aggiornamento delle previsioni sulla data di uscita dell’epidemia. Al momento, e resterà probabilmente così ancora a lungo, la Lombardia è il territorio che dovrà attendere di più. Allo stato la data stimata per zero casi è il 27 agosto. L’Emilia Romagna vede il 12 luglio, la Liguria il 14 luglio, il Veneto il 3 luglio. Secondo le previ-

ne per raccogliere informazioni, dati e proposte, prendendosi carico delle preoccupazioni di cittadini e operatori». Secondo Furio Honsell, «la Commissione proposta non ha l’obiettivo di cercare colpevoli, anzi dobbiamo esprimere il ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e dell’emergenza. Lo scopo è capire quali focolai potevano essere evitati soprattutto in vista del futuro, e come prepararsi. È paradossale, ma sono stati proprio i luoghi che dovevano essere più protetti: le analisi ascoltate in III Commissione non sono state soddisfacenti e c’è la preoccupazione che l’eccessivo trionfalismo faccia perdere di vista il riconoscimento di che cosa poteva essere evitato e di come evitarlo in futuro». «Davanti alla possibilità di una recrudescenza dell’epidemia o di eventuali future emergenze, dobbiamo essere in grado di conoscere i dati che finora sono stati assolutamente scarni – ha sottolineato Zalukar (Misto) –. Se vogliamo fare in modo che il nostro sistema sanitario sia in grado di

contrastare al meglio l’epidemia, è fondamentale avere un piano basato sulla reale conoscenza della situazione, applicandolo con personale competente e risorse adeguate». «Si tratta di un’occasione per trovare soluzioni, senza l’intento di colpevolizzare nessuno», ha detto Cristian Sergo (M5s). Non si è fatta attendere la replica del Governatore Massimiliano Fedriga, sorpreso dalle iniziative. «Mi lascia stupito perché il Fvg – ha detto il presidente in un video in cui mostrava un’analisi del Sole 24 Ore – è l’unica realtà italiana che vede convivere entrambi gli indicatori al di sotto della media. Siamo la regione migliore. Anche la fondazione Gimbe, indipendente, ci colloca in cima alle classifiche. Non siamo stati perfetti, è una emergenza, ma dobbiamo essere orgogliosi di tutta la comunità del Fvg, non solo di chi la amministra. Invece di riconoscere questo lavoro, le opposizioni cercano solo la provocazione e denigrano. In questo modo attaccano tutto il Fvg, che invece è da valorizzare». —

IL RAFFRONTO

Copia di promopress


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