Comunicare il museo, narrare l’archeologia: identità e corporate image del Museo Archeologico di Bari
Politecnico di Bari Facoltà di Architettura CdL in Disegno Industriale Laboratorio di Sintesi FInale in Progettazione Grafica Anno accademico 2007/2008 Autori: Marina Barbieri Francesca Depalma Relatori: Mauro Bubbico Nino Perrone
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Indice
5 Ricerche 6 8 10 12 13
Premessa Il Museo Archeologico di Bari: storia e collezioni Il Museo Archeologico di Bari: mappa dei ritrovamenti Caso studio 1. MARTA, Museo Archeologico di Taranto Caso studio 2. Detroit Institute of Arts
15 Idea 17 18 19 21 22 23
Il museo ideale Riferimenti. Marion Deuchars Riferimenti: Lazlo Moholy-Nagy Il museo ideale. Struttura delle tavole Il museo ideale. Elementi delle tavole Il museo ideale: le tavole
29 Progetto 31 33 35 37 38 39 40 41 42 43 44 47 48 49 50 51 52 55 56 57 59 60 61 69 72
Dal nome al marchio Prove per il marchio Il marchio Il marchio in negativo Disegno costruttivo del marchio Proporzioni del marchio Carattere istituzionale Combinazione logotipo/marchio Definizione dei colori istituzionali Colori istituzionali Colori istituzionali applicati a marchio e logotipo Carta da lettera e biglietti da visita Block notes ed etichette per spedizioni Cartella portadocumenti e custodia cd Segnaletica interna verticale Segnaletica interna: pannello ingresso sala Freccia Didascalie e pannelli informativi Didascalie dei reperti Panneli di sala Archigrafia interna Archigrafia esterna Comunicazione. Poster Textures Merchandise
78 Bibliografia 78 Iconografia
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Ricerche
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Premessa
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Nell’immaginario comune, i musei appaiono molto spesso come luoghi freddi e noiosi, che incutono nel visitatore una sorta di timore reverenziale. In particolar modo, la categoria dei musei archeologici si rivela la meno attraente tra tutte. Guardare ma non toccare! Questo è lo spirito che aleggia nelle vaste sale popolate da oggetti che sono testimonianze di un passato che ci appare ormai ammuffito. Ogni oggetto ha una storia da raccontarci.
Molto spesso ciò non gli viene permesso. Ecco accumularsi, su scaffali polverosi e male illuminati, un gran numero di reperti, accompagnati da sciatte didascalie il cui destino è di essere dimenticate dopo pochi minuti. Lo scopo di un museo archeologico è quello di conservare il passato e comunicarlo alle generazioni future. Luogo d’incontro tra passato e presente, dove noi uomini di oggi possiamo entrare in contatto con ciò che siamo stati.
Quasi sempre questo scopo viene disatteso. L’oggetto resta qualcosa di distante e irraggiungibile, del quale conosceremo ben poco, le poche informazioni che qualcun altro ha scelto per noi. La smania degli archeologi di indugiare in dettagli sicuramente importanti ma inaccessibili ad un profano visitatore impedisce l’interazione tra passato e presente che dovrebbe essere lo scopo del museo.
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Avvenimenti
Il Museo Archeologico di Bari : storia e collezioni
1870
1880
1890
1900
1875: Viene fondato a seguito di una votazione all’unanimità del Consiglio Provinciale, il Museo Provinciale di antichità, primo nucleo del Museo Archeologico, affidandone il compito alla Deputazione di Storia Patria.
1882: Gli oggetti del Museo vengono trasferiti dall’Istituto Tecnico ai locali provvisori del pianterreno del Palazzo Ateneo, ancora incompleto.
1890: Il Museo è ufficialmente trasferito nelle nuove sale ed aperto al pubblico.
1903: Mayer viene licenziato a causa di incompatibilità sorte con la Commissione.
1886: Viene dato il permesso di trasferire il Museo nella grande sala al primo piano dell’Ateneo e nelle due camere ad essa adiacenti.
1892: Muore il presidente della commissione di Archeologia e Storia Patria che aveva il compito di curare il museo, Michele Mirenghi. Il Museo viene momentaneamente chiuso mentre si cerca un nuovo capo della Commissione.
1909: Dopo tre concorsi per la nomina di un direttore del Museo, viene scelto Michele Gervasio che resterà in carica fino al 1957. Gervasio continua l’opera di Mayer, dirige inoltre importanti scavi a Ceglie del Campo e Canne.
1910
1920
Reperti provenienti dagli scavi nei pressi dell’ Ex Ospedale San Pietro di Bari
Ritrovamenti di necropoli a Ruvo.
Collezioni
1894: Il Museo viene riaperto con l’arrivo del suo primo direttore, Massimiliano Mayer. Mayer compila il primo inventario del Museo, ne pubblica una breve guida e contribuisce al progresso delle conoscenze sulle ceramiche pugliesi.
Primo nucleo di oggetti esposti: piccola raccolta di vasi messa assieme dal prof. G.B. Nitto De Rossi. Collezione di manufatti litici donati dal Museo da De Romita
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Ritrovamenti nel Pulo di Molfetta. Monetiere Maselli. Materiali provenienti dai dolmen nella zona di Bisceglie.
Iscrizioni romane, un bronzetto, e diversi corredi vascolari da Ceglie del Campo Oggetti enei, ceramici, e bronzei da Noicattaro, Valenzano e Gioia del Colle.
Collezione Polese, con più di 2000 oggetti.
1930
Direttori Michele Mirenghi Massimiliano Mayer Michele Gervasio A.M. Bianchi Martini Ettore Maria De Juliis Emanuela Angiuli
1940
1950
1960
1970
1957: L’ Amministrazione Provinciale affida il Museo alla Sopraintendenza delle Antichità della Puglia e del Materano con sede a Taranto, al Museo Nazionale perchè il Museo venisse gestito in maniera più efficace, La direzione del Museo viene affidata ad Anna Maria Chieco Bianchi Martini fino al 1965.
1961: Museo riaperto all’Ateneo.
Riprende l’attività interna del Museo, con inventario, schedatura e riordino di tutti i reperti. Documentazione grafica e fotografica del patrimonio, pubblicazione dei materiali, attività esterna e nuovi scavi.
Corredi tombali provenienti dalla campagna di scavi del 1957 a Monte Sannace. Oggetti dagli scavi di Conversano del 1958.
1980
1990
2000 É prevista la riapertura del Museo presso il complesso dell’ex Monastero di Santa Scolastica.
1965: L’attività del Museo subisce un rallentamento a causa della penuria di personale e di ristagno di attività di ricerca nel territorio della Provincia.
Scavi a - Monte Sannace - Acquaviva delle Fonti - Canosa - Rutigliano - Conversano - Turi
Reperti dal museo paleolitico di Bisceglie da scavi del 1959.
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Il Museo Archeologico di Bari : mappa dei ritrovamenti
Canosa di Puglia
Tra
Ruvo
Daunia
Peucezia
Messapia
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ani Bisceglie Molfetta Bitonto Modugno
Bari Adelfia
Valenzano Rutigliano Conversano
Acquaviva delle Fonti Altamura
Egnazia
Turi Gioia del Colle Brindisi
Laterza
Lecce
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Caso studio 1. MARTA Museo Nazionale Archeologico di Taranto
Il Museo Nazionale di Taranto è stato istituito nel 1887 e inaugurato ufficialmente nel 1905. A causa di lavori di restauro, dal 2000 le collezioni sono state spostate nel Palazzo Pantaleo e il 21 Dicembre 2007 il Museo è 12
stato riaperto al pubblico. Dalla riapertura, il Museo propone al visitatore un nuovo itinerario di visita, concentrato sui temi strettamente legati alle popolazioni e culture che coesistevano nell’antica area di Taranto. A
differenza degli allestimenti però, le didascalie e più in generale i supporti per le informazioni non risultano abbastanza efficaci.
Caso studio 2. Detroit Institute of Arts
L’arte di mangiare videoproiezione
Silhouette d’antichità videoproiezione
Il libro degli artisti
libro interattivo digitale
Il libro delle ore
libro interattivo digitale
Fondato nel 1885, il Detroit Institute of Arts è andato incontro negli ultimi sei anni ad un importante rinnovamento. Il dipartimento del Museo che si occupa di educazione e interpre-
tazione ha sviluppato infatti un insieme di esibizioni interattive permanenti che hanno lo scopo dichiarato di rendere la collezione del museo più accessibile, coinvolgere il visitatore, creando
un’esperienza unica tramite l’uso della tecnologia. Nello sviluppo dei supporti tecnologici il principio base è sempre stato quello di mettere l’arte al primo posto e la tecnologia a suo servizio. 13
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Idea
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Il museo ideale
Le nostre ricerche, condotte sui libri, non ci hanno permesso di conoscere il reale aspetto degli oggetti, il loro volume, il loro vero colore... Le immagini in bianco e nero di questi reperti ci sono apparse come immagini prive di riferimenti spaziali o reali, distaccate dalla realtà. É da queste considerazioni che nasce la nostra idea del Museo Archeologico di Bari, un “museo ideale”. Questo è il nostro museo. La necessità di voler interrogare le
immagini per cercare di capirne la storia al di là delle informazioni fornite dal libro, pedanti e noiose, ha creato in noi la volontà di liberarle dalla pagina ingiallita del tempo e di creare per loro un nuovo mondo. Con lo spirito del bambino, nostro interlocutore privilegiato, che non conosce la reale funziione delle cose e con “sapiente spensieratezza” prova ad immaginarla, abbiamo scelto le immagini che avevano maggiormente colpito la nostra fantasia, rielaboran-
dole secondo un linguaggio che potesse comunicare anche agli adulti questo nostro intento. Derivano da questa riflessione, 12 tavole dove reinterpretiamo a nostro modo alcuni dei reperti del museo le cui immagini ci hanno ispirato; queste vogliono comunicare il modo alternativo con cui invitiamo tutti a guardare l’archeologia, che, se vista con gli occhi della fantasia, può essere meno “noiosa”.
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I grandi maestri. Marion Deuchar
Ciò che ci ha ispirato dei lavori di Marion Deuchar è la combinazione di disegno e immagini fotografiche che si uniscono a formare un linguaggio evocativo e poetico.
Marion Deuchars è un’illustratrice inglese. Studia illustrazione e tipografia al Royal College of Art a Londra. Lavora con le maggiori agenzie di design e pubblicità. Ha esteso la sua attività di illustratrice a
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vari settori, includendo lavori per case editrici, packaging, design per il web, interior design. Ha sviluppato uno stile immediatamente riconoscibile, che si distingue per gusto, una rarefatta e poetica dimensione spaziale,
la facilità con cui compone i testi manualmente. Si serve di qualsiasi materiale, dalla vernice ai pastelli a cera, sperimentando tecniche diverse.
I grandi maestri. Làzlò Moholy-Nagy
Abbiamo scelto come riferimento il lavoro di Làzlò Moholy-Nagy e in particolare i collages, in cui combina immagini fotografiche provenienti da diversi contesti ricombinate tra loro a creare nuovi significati.
Il tema della ricerca che impegnerà Moholy-Nagy durante tutto il corso della sua attività è enunciato dal titolo di un suo libro, Vision in motion, in cui si interroga sul fenomeno estetico quale sequenza di immagini. Uno
dei suoi procedimenti preferiti è il fotomontaggio, attraverso cui combina diverse immagini fotografiche e non, avulse dal loro contesto, ritenuto insignificante o banale,e composte in un nuovo contesto al contrario, molto sig-
nificativo. Oggetto del suo interesse è la luce ed i suoi fenomeni: studia le qualità assorbenti, riflettenti, filtranti e rifrangenti della superficie.
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Il museo ideale. Struttura delle tavole
Immagine fotografica di un particolare del reperto
Silhouette del reperto
1. Askos plastico e policromo IV - III sec. a. C., Canosa. L’askos è decorato con statuette rappresentanti una maschera Questi vasi erano prodotti solo per essere inseriti nei corredi funebri: infatti erano troppo delicati da maneggiare e non avevano il fondo.
Il cartiglio ha un’estensione di 1/12 rispetto alla dimensione dell’intera pagina A4
gorgonica, delle prefiche offerenti e dei cavalli alati. L’intero vaso è colorato di rosa e decorato con motivi floreali sul rosso.
Cartiglio con indicate epoca, provenienza e caratteristiche del reperto più informazioni circa il suo reale utilizzo.
Le tavole sono 12, realizzate in formato A4 orizzontale. Le tavole sono realizzate unendo il disegno a mano con immagini fotografiche, spesso mettendo da parte l’uso del colore, per evitare ancora di più ogni riferimento
con la realtà.Gli oggetti o le decorazioni che appaiono su essi vengono inseriti in scenari del tutto nuovi. Sul lato di ogni tavola compare un cartiglio in cui si spiega a che oggetto si fa riferimento nella composizione e
alcune notizie relative al suo vero uso. La font utilizzata è il Franklin Gothic, nella variante Heavy per il nome del reperto, Book Italic per l’epoca e il luogo di provenienza, e Book per la descrizione, tutti a corpo 8,5 pt. 21
Il museo ideale. Elementi delle tavole
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1. Frammento di vaso 6000 - 2500 a. C., Molfetta Questo frammento ci mostra come la decorazione di questi vasi rico
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1. Fibule ad arco serpeggiante Età del Ferro, provenzienza
varia Sono di tipo siculo, con decorazione incisa a spina di pesce sull’arco
e staffa a canale, o a disco, o ad arco serpeggiante, e sono composte di due pezzi.
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prisse fittamente l’intera superficie del vaso, con un preciso intento decorativo. Essa era ottenuta con l’impiego delle dita a pizzicato e a
unghiate, sull’impasto ancora crudo del vaso, o con l’aiuto di punzoni e stecche a varia sezione.
decorati a impressione con motivi di cerchi concentrici, nei quali sono sovraddipinti in bianco motivi di tondini e ovuli.
nico dell’età giovanile, che il puer deponeva il giorno in cui, raggiunta la maggiore età, indossava la toga virile.
2. Coppe su piede V - III sec. a. C., collezione Polese Le due coppe sono in ceramica a vernice nera; i loro fondi sono
i lati; l’appiccagnolo è di forma cilindrica, decorato da costolature. La bulla, che in genere era in ambra, era u nsegno distintivo e talisma
1. Punta di selce 6000 - 2500 a. C., Molfetta Ritrovata durante gli scavi effettuati al Pulo di Molfetta nel 1913.
1. Bulla d’avorio Età romana, collezione Polese Essa è a forma di disco, ed è ornata da cerchietti incisi su ambedue
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1. Oinochoe peuceta classe D 500 - 300 a. C., collezione Polese Questa classe di vasi presenta una decorazione a fasce e linee con
l’inserimento di elementi fitoformi o figurati, come in questo caso, in cui oltre alla palmetta stilizzata sono rappresentati anche due
uccelli. Questo tipo di rappresentazioni vennero infulenzate dal contatto con la ceramica attica a figure rosse.
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1. Fibule ad arco doppio Età romana, collezione Polese Fibule d’argento a ad arco doppio e staffa coi due bordi ripiegati. Sul
bordo superiore è inciso un motivo a zig zag, mentre sulla staffa è inciso un fior di loto stilizzato. Terminano con un piccolo bottone
emisferico. Le fibule possono essere databili al V IV sec. a. C., ed erano utilizzate per fissare il lembo della toga sulla spalla.
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1. Elmo apulo funerario IV sec. a. C., Ruvo. Tipo “apulo-corinzio�; occhi resi in pasta vitrea e avorio.
2. Olla listata (della classe B) 320-300 a. C., Canosa. Corpo piriforme, labbro a imbuto, dotata di anse a maniglia circolare e
una coppiadi mani, alternate. Decorata da motivi vegetali e figurine di quadrupedi.
26 1. Ganci di cinturone IV sec. a. C., provenienza varia I ganci hanno gli attacchi alla lamina generalmente a forma di
13/14 palmentta, con la superficie decorata da eleganti motivi incisi di tipo fitomorfo. Questi ganci venivano applicati ai cinturoni, costituiti da
una striscia laminare di bronzo con coppie di buchi a distanze regolari, in cui si inserivano i ganci fissati sull’estremità opposta.
formato da un elemento conico, spesso d’oro o di plasma, oppure da un’anforetta della stessa materia. 2. Ansa mobile Età arcaica, collezione Polese probabilmente applicata a un lebete. In lamina bronzea battuta.
lazione, avente al centro la gemma incastonata e vari pendenti a globetti. Di questi il centrale si distingue per grandezza ed è
sali, e da una mobile, che consta di un grosso cerchio cui è sospeso il batacchio. Potrebbe anche trattarsi di un finimento di cavallo.
1. Orecchini d’oro Età ellenistica (III sec. a. C.) La forma è quella del disco con fili godronati e parti decorate a granu
1. Battente di una porta Età arcaica, collezione Polese E’ costituito da una parte fissa ondulata, con tre bastoncelli trasver
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1. Askos listato classe listata B 320 - 300 a. C., Canosa. La decorazione occupa tutta la superficie del vaso, compreso il
fondo, e vede strette liste concentriche comprendenti motivi vegetali nella parte superiore e nella fascia mediana motivi vegetali, allunga
ti, penduli, figurine di quadrupedi e altri motivi isolati. Il materiale è l’argilla compatta ed è dipinto in bruno e rosso.
1. Askos plastico e policromo IV - III sec. a. C., Canosa. L’askos è decorato con statuette rappresentanti una maschera
gorgonica, delle prefiche offerenti e dei cavalli alati. L’intero vaso è colorato di rosa e decorato con motivi floreali sul rosso.
Questi vasi erano prodotti solo per essere inseriti nei corredi funebri: infatti erano troppo delicati da maneggiare e non avevano il fondo.
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Progetto
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Dal nome al marchio
Il progetto di immagine coordinata, di un’azienda o di un ente pubblico, deve partire dallo studio di un marchio che ne permetta l’immediata riconoscibilità. Il primo passo nel progetto di un marchio è lo studio del nome e
Simbolo verbale: logotipo
Simbolo verbale: abbreviazione
quindi la sua applicazione visiva sotto forma di marchio e seguenti applicazioni. Il simbolo o marchio assume una sua forza nel contesto in cui è collocato, senza di questo non ha alcun significato. I marchi vengono classificati da
Simbolo verbale: iniziale
Icona: product-oriented
Walter Diethelm nelle quattro categorie elencate nello schema sottostante a seconda delle loro caratteristiche.
Icona: metaforica
Simbolo verbale: logotipo
Simbolo verbale: abbreviazione
Simbolo verbale: iniziale
Icona: product-oriented
Icona: metaforica
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Prove per il marchio
Il disegno del carattere MAB acronimo di Museo Archeologico di Bari si ispira dalle fibule a doppio arco presenti nella collezione. La fibula è una spilla che veniva utilizzata per fissare i lembi delle
toghe presso gli antichi romani: allo stesso modo, il Museo Archeologico di Bari tiene insieme al suo interno oggetti provenienti da diverse zone della Puglia e appartenenti a diverse epoche
storiche. Le forme curve della fibula comunicano accoglienza e protezione, così come l’istituzione museo.
1. Prima versione del marchio 2. Versione geometrica del primo marchio 3. Sviluppo dell’acronimo 4. Sviluppo dell’acronimo con b minuscola
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Il marchio
Forme della natura
La versione definitiva del marchio è basata sulle geometrie della spirale. Significati: la spirale è una curva che si muove verso l’interno; essa in natura dà vita a viticci
(la crescita), le onde del mare, i riccioli dei capelli (simbolo di bellezza). Nella spirale il centro è ben evidente, come un occhio, e i cerchi concentrici generano rotazione e movimento. La spi-
rale è stata da sempre utilizzata come segno rappresentante il sole e la vita, la sua rotazione costante è simbolo della pulsazione e della periodicità di ogni forma vivente.
Carattere di Jan Tschichold del 1929, font totalmente geometrico progettato anche come carattere fonetico
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Il marchio in negativo
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Disegno costruttivo del marchio
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La forma base delle tre lettere è costituita da una spirale iscritta in un quadrato. Il modulo base del marchio è la A. La M è ottenuta dall’incrocio delle curve di due A, mentre la B
è data dalla rotazione della A. La M quindi è compresa in due quadrati, la A in uno e la B verticalmente è racchiusa in due. L’ascendente della B è lunga 4/5 dell’altezza del modulo quadrato.
La lunghezza delle aste verticali della M e della A è leggermente arretrata rispetto alla pancia delle due lettere, per correzione ottica.
La lunghezza del modulo che si ripete all’interno del marchio è indicata dal valore ‘a’. La lettera m occupa il doppio di spazio rispetto alle altre due lettere, che hanno invece la stessa
larghezza data dal modulo base. La spaziatura tra le lettere è di 1/8 di a. La lunghezza dell’intero marchio è pari a 2,6 volte la sua altezza, indicata dal valore ‘b’. Queste
proporzioni rendono il marchio armonico e permettono di distinguere le tre lettere tra loro.
b
Proporzioni del marchio
2a
1/8 a
a
1/8 a
a
2,6 b
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Carattere istituzionale
Il Franklin Gothic è stato progettato da Morris Fuller Benton tra il 1904 e il 1913 per l’ ATF. E’ un ottimo carattere senza grazie, compresso ed equilibrato, dai tratti inconfondibili nelle loro
asimmetrie. Sempre molto usato negli USA, il Franklin ha conosciuto recentemente nuova fortuna grazie al redesign dell’ International Typeface Corporation. E’ stato utilizzato nel logotipo del
MoMA di New York tra il 1984 e il 1991. E’ disponibile nella versione Book, Demi, Demi Condensed, Heavy, Medium e Medium Condensed. E’ considerato un ottimo carattere per titoli.
Aa Bb corpo 24 Franklin Gothik Book
corpo 24 Franklin Gothic Heavy
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ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890.:,;(:*!?’) ABCDEFGHIJLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890.:,;(:*!?’)
Combinazione logotipo/marchio
Il marchio e il logotipo vengono articolati in modo flessibile: in verticale e orizzontale, come se fossero contenuti all’interno di due box adiacenti. Nella versione orizzontale, tra
museo archeologico bari
museo archeologico bari
marchio e logotipo, compare un filetto. In particolare questa disposizione è utilizzata nei poster e nei manifesti, affiancata da un’altra cella contenente informazioni sugli sponsor,
sull’indirizzo del museo e sugli orari. È utilizzabile sia in bianco con fondo nero, in negativo e con i colori istituzionali.
museo archeologico bari
Regione Puglia
Provincia di Bari
Comune di Bari
Ex monastero di Santa Scolastica Borgo antico Tel. 080/5211576
Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi Visite guidate
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Definizione dei colori istituzionali
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I colori presenti nei reperti sono quelli della terra e dell’argilla, colori caldi come il marrone, in tutte le sue gradazioni, il grigio chiaro, il bruno scuro, l’arancio e il bruno scuro. Gli oggetti in metallo sono
color bronzo, oro, argento, e soprattutto il color verde del bronzo segnato dal tempo. Questi colori possono essere considerati i colori tradizionali dell’archeologia, in quanto si ripe-
tono in tutti i reperti archeologici di qualsiasi museo, e sono appunto ipersfruttati nell’immagine coordinata dei musei archeologici.
Colori istituzionali
I colori istituzionali sono il verde scuro e il magenta, ricavati dai vasi plastici e policromi provenienti da Canosa e risalenti al IV III sec. a.C. e dal verde degli elmi funerari di bronzo del IV secolo
Brocca policroma e plastica IV - III sec. a.C. Canosa
provenienti da Ruvo. Il magenta, colore derivato del rosso, era per questi vasi ottenuto da una lacca vegetale, l’alzarina naturale, che veniva fissata sulla calce bianca. Questo
procedimento rende molto precaria questa decorazione, che oggi, nei reperti conservati nel museo di Bari, presentano un colore rosa molto chiaro.
Elmo apulo funerario IV sec. a.C. Ruvo
100 %
80%
60%
40%
20%
100 %
80%
60%
40%
20%
Pantone: DS 265-1 U
Pantone: Magenta U PANTONE Process uncoated DS 265-1 U
PANTONE DS Process Magenta U
4cromia: C0 M 100 Y0 K0
4cromia: C 100 M0 Y 70 K 40
RGB: R 236 G0 B 140
RGB: R0 G 91 B 73
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Colori istituzionali applicati a marchio e logotipo
museo archeologico bari museo archeologico bari
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museo archeologico bari
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Carta da lettere e biglietti da visita
Carta da lettere in formato A4 297 x 210 mm Margini: superiore, destro, sinistro: 15 mm inferiore: 20 mm.
Busta semplice formato 230 x 110 mm. Carta utilizzata per buste e carta da lettera: Diamant 80 gr/m² o Conqueror 90 gr/m².
Biglietti da visita formato 85 x 50 mm Cartoncino utilizzato: Bristol 250 gr/m². Scalato al 40%.
museo archeologico bari Depalma Francesca Via Giovannello Sasso, 8 70054 Giovinazzo (BA) Italy
Servizio Biblioteca e Museo Archeologico S. Teresa dei Maschi De Gemmis Strada Lamberti, 4 70122 Bari
Dit laor augiamcore eugiam eu feui tio od tat. Duis augait wis ad ent la feugue er ing elisciduis numsan hent eum eugue commoluptat ipis nisismo dolessed dolobor susciduisci ea feu feu feugait velis nostisit dolor ad eros acilit, sequisl dipit lum esed dolent er alit vel ip er si tet alismod eugait acillan hendio erci tie dio do od deliqua tueriure magna aci bla ad te mod tem zzrit delit lutpat, commodo od dit lum ipit wisisi. Tio conse dolorpero eugait delenim venit prat velis nostrud dolendit, conse vel ing euisis ercilit dolorperit am iuscinc incipit autat aut augue dolessi euis delis nis num doluptat. Volut wissed magna feum volutat. Pis am inim vullam quamcorpero dions doloreet la facillummy num irillam etummolorem ver sectem nos autpat iusciliquisi blam duisi. Feugiamcor iurem vulputet volor sis autet vulla aut vulla at, sumsandio cons dolore molobore duis dolore consectem alisi eu facilis nonullam, sum dio dunt iuscil do cor sum zzriure molut prat wis ad tem ipit aliquam, quat eros nonullamet esed tatis nibh esed do dolore corem nim venis dolorem atum quismod magna con exer sed el delessecte te commodo conse magna am, conse vulla acidunt utpat, conse volum volore te ming enissenibh etum eugiat. Nulputem aut nummodo lestrud tem dio dipit nostrud tatumsan vel ut irit at. Os er sed ercinim vulput laoreet am nim acilit autpatis nis dolore dolor augiam, consed eumsandio consequ ipsuscidunt irit nisi bla feuisse te modolobore vulpute magna feuguer adiam quam adiam volestio ex eliquipis aliqui tatisi bla augiam iriusto eugiatum velit inim ip euipsuscing enit ercipit nummodo ecte magna feugue cons er alis et, sum velit nis erosto cons esse feugait, quat luptatu erostis nulputem veros nisl in utpat. Do core mod mincilisit, corem velessi scillaorer ipit vullummod dit utpat velent autem zzrit laore minit lumsan hent ip ex et, venisim dionsed deliquipit dolessissim ero con ea at. Iquisis dunt prat alis acilit ulla alit alit velenis cipsustrud erit amet, sequat ex endionse feugueros alit accummy nulluptat at. Met, commod minit nulputem alismolent dionsequatem zzriustrud dolobore dit, quis eugiam irit adipit nullaortio od eugait lutpatis nosto od esequatis autpat. Put duisit essim diam venissit, sit nis nullaor ipit la amet, cons elit praesto ea con ullum volor sim aut wisismolorem veliquipis dolessit lumsandion vel ex euissim quis nim vel iurer ing enim aliquip etue venis digna commolut prat, senis adignibh el dolore dolore essequate tie consed tie facidunt ut doloborpero odit, quate vel exero ea faccum vullandre te eu feui eugait in henim zzrit praessequat. Dolortis num ver accum dui tat lore tem eugiam, vullan veliquat et prat at ad elis nulla at, consequis do dionsecte modit adignissed tem vent acidunt nit lummolorem zzrit nulla faccum veril ullam, sit ullumsan velis num in heniscilit nim dunt alit nullute feu faccummy nonsenim velenis num vel etuerat nonse magnibh er sustrud dolore elit lobore tem dolor acipisisl ut exerit at luptatumsan et aut lorem veniam dolor ipsumsan velessi blamet prat vent lut wisim ipis dolut alit iureet inim ea con eugue venis augiatum zzrit acipsum volorer ostrud tat. Ut accum vendit la faccum eu faccum zzrit, sequamXerit, quat adip et ulputat. Ut vullaortis nit iureet prate mod magnis alis dolorper sim quamcommolor alis nismod minisim zzrillummy nullut praesse dolutatin vullum vullum velendrem voloreet nonumsan et, vel il utatuerosto dio odolort ionsequis exerat. Onulputat vel ip eum zzriureet nit aliquam verci eugait nonsed magna faccum init autpat.
Massimiliano Mayer Direttore del MAB
museo archeologico bari
museo archeologico bari Servizio Biblioteca e Museo Archeologico S. Teresa dei Maschi - De Gemmis Strada Lamberti, 4 70122 Bari
Dott. Massimiliano Mayer DIrettore
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museo archeologico bari Biblioteca De Gemmis S. Teresa dei Maschi Strada Lamberti, 4 70122 Bari tel. 080 000 0000 fax. 080 000 0000 email: m.mayer@mab.it
Dott. Massimiliano Mayer DIrettore
Biblioteca De Gemmis S. Teresa dei Maschi Strada Lamberti, 4 70122 Bari tel. 080 000 0000 fax. 080 000 0000 email: m.mayer@mab.it
museo archeologico bari
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Block notes e etichette per spedizioni
Block notes A4/A5
Etichetta per spedizioni
Copertina in cartoncino 300 gr/ m² patinato opaco. Spessore blocco 10 mm. Scalato al 30%.
Stampata su carta adesiva tipo Fasson. Dimensioni: 110 x 70 mm. Scalata al 50%.
Museo Archeologico Bari
museo archeologico bari Servizio Biblioteca e Museo Archeologico S. Teresa dei Maschi De Gemmis Strada Lamberti, 4 70122 Bari
museo archeologico bari Servizio Biblioteca e Museo Archeologico S. Teresa dei Maschi De Gemmis Strada Lamberti, 4 70122 Bari
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Etichetta applicabile sulle buste a sacchetto e pacchi; le dimensioni possono variare a seconda della dimensione della busta.
Cartella portadocumenti e custodia cd
Cartellina per documenti
Custodia per cd
formato 220 x 310 mm Cartoncino 300 gr/m² patinato opaco. Scalato al 30%.
formato 122 x 122 mm Cartoncino 200 gr/m² patinato opaco. Scalato al 30%.
Entrambi sono caratterizzati dalle lettere del marchio e da textures nei colori istituzionali magenta e verdone, su fondo bianco.
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Segnaletica interna verticale
Segnaletica interna in pannelli adesivi in pellicola di vinile da collocare sulle pareti. Dimensione pannello singolo: 400 x 200 mm. Font: Franklin Gothic Book
corpo 120 pt, interlinea 100 pt, composto su due righe. Il testo compare sempre nella parte superiore del pannello, mentre la freccia direzionale è posizionata sempre nella parte
inferiore. I colori della segnaletica sono quelli istituzionali declinati fino al 20%, con l’introduzione in alcuni casi del verde acido (C=50, Y=100). Scalato al 40%.
200 mm
ceramiche canosine
400 mm
ceramiche canosine
monete
ceramiche geometriche ceramica a figure rosse
terrecotte figurate oggetti di ornamento
uscita
ceramiche canosine uscita VII - III sec. a.C.
toilette
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informazioni
le prime ceramiche geometriche risalgono all’ VIII sec. a.C. terrecotte figurate
All’ingresso della singola sala, sempre a parete, sarà posto un pannello in plexiglas trasparente. Dimensione pannello: 200x 200 mm. Font: Franklin Gothic Medium
corpo 120 pt interlinea 100 pt composto su due righe. Il testo compare nella parte superiore del pannello, mentre la freccia direzionale è posizionata
ceramiche canosine
sempre nella parte inferiore. In basso a sinistra può essere inserita una sagoma degli oggetti principali contenuti nella sala. Scalato al 50%.
200 mm
Segnaletica interna: pannello ingresso sala
200 mm
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Freccia
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La freccia è costruita su una griglia rettangolare di 169 moduli (13 x 13). La gabbia costituisce lo spazio di rispetto entro cui la freccia vive, potendo ruotare di 180, 90 o 45
gradi, a seconda della direzione che essa deve indicare nel pannello.
Segnaletica
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Segnaletica
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Il decalogo del visitatore: 1. Non cercare di vedere troppo. 2. Ricorda che è meglio un oggetto visto bene di una serie di oggetti esaminati distrattamente. 3. Prima di entrare in un museo chiediti “che cosa” vuoi veramente vedere e concentra a lungo su quello la tua attenzione. 4. Ricorda che il principale scopo degli oggetti è istruire. 5. Fa in modo di avere con te un taccuino e annota le tue impressioni; così in una visita successiva potrai riprendere le tue osservazioni dove le hai interrotte la volta precedente. 6. Inserisci nella tua conversazione le tue impressioni su quanto vedi nei musei. 7. Consulta frequentemente la letteratura specializzata sul particolare argomento che ti interessa. 8. Visita periodicamente il museo più vicino e lascia che sia per te una scuola avanzata di autoeducazione. 9. Ricorda che ogni volta c’è qualcosa di nuovo da vedere. 10. Fa una collezione personale di qualcosa. Ricorda che anche una collezione di francobolli ti può essere utile in molti modi. 11. Segui da vicino qualche particolare argomento di studio relativo ai musei. 12. Guarda attentamente, osserva con attenzione e rifletti molto su ciò che vedi.
Didascalie e pannelli informativi
Nella progettazione di didascalie e pannelli informativi abbiamo cercato di applicare le idee di semplicità, chiarezza e fruibilità che la museologa Maria Teresa Balboni Brizzi espone nel suo saggio ‘Immaginare il museo’. In genere, i cartellini dei reperti sono incomprensibili e poco esaurienti. Molto spesso presentano termini tecnici che non vengono spiegati a chi non è esperto del settore. Inoltre, vengono spesso composti con carat-
teri in corpo illegibile, e questo riduce ulteriormente il desiderio di leggerli nel visitatore. Per quanto riguarda i pannelli esplicativi, quasi sempre presentano troppe informazioni, testi lunghissimi, che non invogliano alla lettura. Come a casa nessuno leggerebbe un giornale o una rivista in piedi, così non si può obbligare i visitatori a leggere noiosi e lunghi testi per lungo tempo senza essere seduti comodamente. I pannellli dovranno quindi avere dei testi semplici,
periodi brevi senza subordinate. Per spiegare meglio i concetti, inoltre, dovrebbero possedere un maggior numero di immagini di riferimento, creando così una relazione più immediata tra testo e concetto. I visitatori devono però anche imparare a fruire di questi apparati comunicativi e in generale di quanto il museo può offrirgli. E’ del 1888 il decalogo del visitatore riportato qui sopra, steso da Thomas Grenwod, ma le sue regole sono ancora validissime.
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Didascalie dei reperti
Didascalie per i reperti contenuti nelle bacheche. Dimensione cartellino: 150 x 100 mm. In cartoncino 200 gr/m² opaco. Inserite su supporto plastico
inclinato, per permetterne una migliore lettura. Nome reperto in Franklin Gothic Demi; Epoca: Franklin Gothic Book Italic; Provenienza: Franklin Gothic Book. Grandezza carat-
tere: corpo 15, interlinea 15. Testo descrittivo: Franklin Gothic Book corpo 14 interlinea 14,5. Grandezza reale.
Nome reperto Epoca Provenienza Spazio adibito alla descrizione del reperto, molto breve; la maggior parte delle informazioni saranno date in maniera piĂš ampia e chiara nei pannelli di sala.
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Pannelli di formato 190 x 100 mm. Nela griglia verranno disposti i testi nella parte inferiore, con informazioni sulla zona di provenienza dei reperti, sulla loro
manifattura, sugli studi e approfondimenti su di essi. Potranno essere utilizzate sagome, per rimandare al reperto di cui si parla, immagini fotografiche dell’area geografica
da cui il reperto proviene, cartine geografiche, utilizzando i colori istituzionali del museo. Scalato al 10%.
titolo pannello: Franklin Gothic Demi corpo 180 pt spazio per sagome reperti, disegni, foto, linee del tempo delimitato da due filetti magenta didascalie immagini: Franklin Gothic Book corpo 60 pt testo pannello: Franklin Gothic Book corpo 90 pt cartina della Puglia che indica il luogo di ritrovamento in rapporto alla posizione di Bari
Olorerit num vullao dunt dolorem al
cittĂ Bari
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Olorem iliquat. Ut iuscidunt wisl do dolum exer sustrud dolortisis el utpatum doloreet inci exerate conse min vullandre eraesendiam, quatue corerit wisl in eugait la feu feum num ipisis nonsequat, quamet in hendrero cons ex eriuscipsum iriuscipit at nisl eugait ilit praesto eum irit ad eui bla corper sum quam et do dolore min hent praesto odit luptatum ilisl doluptat. lis augait accumsandre euisit nit accum illuptat. San henim nim vendreet iurercidunt eu faccum zzril utet auguerit iuscilla faciliquat volortiniam nonulluptat, commy nim in ulla feugiam, vel ipsum eugiam acinis nummod tate dolobore tat amet acin hent lore modiam, susto cor summodigna ad mod temp.
190 cm
Pannelli di sala
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Didascalia
Pannello di sala
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Archigrafia interna
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Archigrafia esterna
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Comunicazione. Poster
I mezzi principali di promozione del museo saranno i poster in giro per la città e la pubblicità su edifici e mezzi di trasporto pubblico. I poster sono sempre incentrati
sull’idea di un museo archeologico lontano dagli stereotipi di noia e seriosità legati a quest’istituzione, ma presenteranno immagini che reinterpretano i reperti in chiave moderna
e spiritosa, creando rimandi con il mondo naturale e i paesaggi a cui essi appartenevano, oppure utilizzando il marchio come una texture, per farlo diventare familiare e riconoscibile.
sagome dei reperti contenuti nel museo
tavole del ‘museo ideale’
immagini fotografiche che rappresentino il paesaggio naturale della Puglia
sagome effetto ‘collage’ ricavate dalle pagine dei libri consultati e texturizzate con i termini dell’archeologia
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museo archeologico bari
Regione Puglia
Provincia di Bari
Comune di Bari
Ex monastero di Santa Scolastica Borgo antico Tel. 080/5211576
Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi Visite guidate
la donna e i gioielli
museo archeologico
bari
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Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi 63 Visite guidate
museo archeologico di barbie prossima apertura 64
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Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi Visite guidate
la ge ce om ra et mic ric a a pu gl ie se museo archeologico bari
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Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi Visite guidate
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Ingresso gratuito Orari: 9,30 - 18,30 feriali 9,30 - 22,30 festivi Visite guidate
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PubblicitĂ sugli autobus cittadini
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prossima avventura
Ex monastero di Santa Scolastica, borgo antico
Poster 6x3m
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Merchandise. T-shirts, shopper di tela
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Merchandise. Mug
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Merchandise. Cartoline
museo archeologico bari
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Merchandise. Segnalibri
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Merchandise
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Bibliografia
Testi sul Museo Archeologico di Bari:
Testi di museologia:
Testi di grafica:
_ De Juliis Ettore M., Il museo archeologico di Bari, vol.1, Adriatica Editrice, Bari, 1983
_ Ferrara C., La comunicazione dei beni culturali, Lupetti Editore, Milano, 2007
_ Baroni D. Vitta M., Storia del design grafico, Longanesi, Bergamo, 2007
_ Tomma G., Le gemme del museo archeologico di Bari, Edipuglia, Bari, 1991
_ Marani Pietro C., Pavoni R., Musei. Trasformazioni di un’istituzione dall’età moderna al contemporaneo, Marsilio Editori, Venezia, 2006
_ Frutiger A., Segni e simboli, Stampa Alternativa e Graffiti, Roma, 1998
_ La collezione Polese nel Museo Archeologico di Bari, Ediz. Favia, Bari, 1970 _ Cassano R., Principi imperatori vescovi: duemila anni di storia a Canosa, Marsilio Editore, Venezia, 1992 _ Melagrinò P., I musei di Puglia, Schena Editore, Fasano, 1980 _ A.A. V.V., La Puglia dal Paleolitico al Tardoromano, Electa Editrice, Milano, 1979 _ Baldassarre I., Bari Antica, ricerche di storia e topografia, Molfetta, 1966 _ Apollonj Ghetti Bruno M., Bari Vecchia: contributo alla sua conoscenza e al suo risanamento, Favia, Bari, 1972
Iconografia
Immagini fotografiche e illustrazioni di Francesca Depalma e Marina Barbieri. Foto degli interni di Santa Scolastica di Nino Perrone. Fonte altre immagini: Internet.
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_ Bartoli G., Giannini A., Bonaiuto P., Funzioni della percezione nell’ambito del museo, La Nuova Italia, Firenze, 1996 _Balboni Brizza M. T., Immaginare il museo, Jaca Book, Milano, 2007
_Unger G., Il gioco della lettura, Stampa Alternativa, Viterbo, 2006 _ Noorda B., Sambonet R., Tovaglia P., Ricerca e progettazione di un simbolo, Zanichelli, Bologna, 1977 _Bandinelli A., Lussu G., Iacobelli R., Farsi un libro, Stampa Alternativa, Roma, 1990
_Spera M., Abecedario del grafico, Gangemi editore, Roma, 2005