Marzo 2013 • Anno II • Num. 3 (4)

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La rivista ufficiale del programma tv

A soli

Le tate rispondono Capricci, salute, alimentazione… i nostri consigli migliori

magazine

Missione TATA Le storie di questo mese

La bimba non accetta il nuovo compagno della madre... Tutti urlano, nessuno ascolta: ecco la soluzione! Mancanza di rispetto e continue monellerie? Ci vogliono nuove regole

PROBLEMA RISOLTO!

La vita quotidiana è difficile se i genitori non hanno polso Cosa succede quando il papà ricorre alle maniere forti

è l’ora della

pappa!

Il momento dei pasti diventa un gioco da ragazzi con le dritte di Adriana

Dalla parte della Mamma

Quattro chiacchiere con... EDUCAZIONE Arriva un fratellino, gelosia dietro l’angolo!

Antonella Clerici

“Abbracci e carezze, con mia figlia non devono mancare”

BELLEZZA Via tossine e chili di troppo senza sacrifici SALUTE Tic nervosi, quando iniziare a preoccuparsi SHOPPING Biberon, termometri e accessori per il bebè

Marzo 2013 • Anno II • Num. 3 (4) • S.O.S Tata magazine € 1,90 - Mensile • Rivista + S.O.S tata compiega N° 4 a € 9,90 in più


Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca

“Brava Antonella, continua a rassicurare tua figlia, a riempirla di coccole e a comunicarle il tuo affetto, è il modo più immediato per dirle ti amo”

Antonella Clerici

a mia figlia Dico sempre tutto... La regina della televisione italiana parla della sua bambina, Maelle, “il più bel regalo che la vita mi potesse fare”. Nel loro rapporto, dialoghi infiniti e tante, tantissime coccole…

testo raccolto da Giulio Serri

“P

er capire che Antonella Clerici fa due mestieri contemporaneamente basta entrare nel suo camerino agli studi Dear: i tappeti colorati sono a prova di gattonata, i grandi divani ospitano peluche coloratissimi e le pareti sono colme di disegni della sua bambina, mescolati a quelli che tanti piccoli fan le inviano ogni giorno. In poche parole, più che un camerino dove si prepara la più autoironica del piccolo schermo, sembra di trovarsi in una succursale di giocattoli. E così Maelle, quattro anni, può sentirsi come a casa quando va a trovare la mamma al lavoro. A porte chiuse, quando il programma è in onda (in diretta ndr), e la tv rimane accesa, la presenza della sua bambina, normalmente silenziosa e osservatrice, si percepisce, perché quando Antonella si cimenta in uno dei suoi balletti, nemmeno lei riesce a trattenersi. Ed è lì che la presentatrice non è più “la Clerici”, nel momento in cui la piccola grida: “Mamma, 26 | S.O.S TATA

Tutti i Sì di Antonella

Sì a tantissime coccole Sì all’aiuto di una brava tata Sì alle patatine fritte,

con parsimonia


Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca

Una carriera premiata da grandi successi Laurea in giurisprudenza e tesserino da giornalista professionista. Debutta in televisione nel 1986 nell’emittente privata Telereporter. Due anni più tardi arriva in Rai dove diventa una delle prime giornaliste sportive, conducendo praticamente un intero albo d’oro di programmi: da Dribbling alla Domenica Sportiva, e i collegamenti di Mondiali e Olimpiadi. Nel 1998 passa all’informazione non sportiva presentando Unomattina, ma è nel 2000, con La Prova Del Cuoco, che la Clerici diventa uno dei personaggi più amati del piccolo schermo. Dal 2003 è un susseguirsi di prime time di successo: Adesso Sposami, Il Ristorante, Il treno dei desideri. Il 21 febbraio del 2009 diventa mamma. Sale due volte sul palco del Teatro Ariston: nel 2005, con Paolo Bonolis, e nel 2010, entrando nella storia come prima donna a condurre da sola il festival di Sanremo. Oggi, oltre a essere saldamente al timone de La Prova del Cuoco, programma leader del mezzogiorno italiano, presenta il baby talent show Ti lascio una canzone.

Quando Maelle ha detto per la prima volta mamma, mi è si è fermato il cuore, pensavo di morire per l’emozione mamma mangia tutto!”. E un’ora dopo, quando a La Prova del Cuoco, lo show cooking di RaiUno che da 13 anni tiene compagnia agli italiani all’ora di pranzo, si riapre la porta del camerino, per qualche minuto Antonella non c’è per nessuno. Un dialogo fitto fitto tra donne la rapisce: “Devo sempre raccontare tutto a mia figlia”, dice. Raccogliere questi attimi e farli suoi, per essere sempre al timone di una vita professionale molto intensa, senza trascurare la famiglia, è un impegno a tempo pieno per la presentatrice. Ma lei ce la fa e il risultato è che dietro alla donna di spettacolo e di grande successo, c’è anche una madre affettuosissima, che punta tutto sulla qualità del tempo da trascorrere in compagnia della sua bimba, che porta un nome di origine celtica. Il significato di Maelle è principessa: niente di più azzeccato, dunque, per la figlia di una regina della nostra televisione…

In che fase della vita è la tua piccola?

È una chiacchierona alla scoperta di tutto. Usa vocaboli pazzeschi ed è tecnologica: gioca sempre con l’iPad. Ha quattro anni ma ne dimostra cinque e mezzo, sia fisicamente sia di testa. È intelligente e ricettiva perché molto stimolata. Che mamma è Antonella Clerici?

Anche se mia madre purtroppo non c’è più, i suoi insegnamenti e quelli di mio padre li tengo ogni giorno in mente. Ho avuto due genitori straordinari che si sono amati sempre e che, con le loro possibilità, mi hanno dato tutto quello che potevano. Sono una mamma affettuosa, che ama il contatto fisico, che bacia e abbraccia continuamente sua figlia. Sono convinta che ai bambini vadano manifestati questi sentimenti. Maelle è il più bel regalo che la vita mi potesse fare e ogni mattina mi è sufficiente guardarla per rendermi conto di quanto io sia fortunata. A livello educativo S.O.S TATA | 27


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Voglio che la mia bambina sia circondata da persone positive come la sua tata, una signora brasiliana di 60 anni, con personalità e arguta, che la segue dalla nascita non riesco a essere troppo severa anche se a volte mi imputo. Ti fai aiutare nella sua educazione?

La mia bimba è una spugna e voglio che sia circondata da persone positive. Come, per esempio, la sua tata, una signora brasiliana di 60 anni, arguta e con personalità, che la segue dalla nascita. E poi c’è mia sorella Cristina, psicoterapeuta, che è molto dedita a lei. Da quest’anno tua figlia va all’asilo. Come procede la nuova esperienza educativa?

Molto bene. Frequenta una scuola dell’infanzia privata gestita da suore, ma le sue maestre sono laiche. Ha avuto un inserimento sereno, tanto che era lei a darmi coraggio quando è arrivato il momento del distacco dicendomi: “Mamma, vai a casa”. È socievole con gli altri bimbi ed è stimolata dalle attività didattiche che segue con passione. Visto che lavori a pieno ritmo, come è organizzata la tua giornata da madre?

Inizia quando si alza la bambina, cioè alle sette e mezza, perché alle nove deve essere a scuola. Anche se in casa c’è la tata, ci tengo che la prima persona che mia figlia veda al mattino sia io. Le preparo il latte con i biscotti, altro rito di cui voglio avere l’esclusiva. Dopo la colazione passiamo alla fase delle coccole, perché la piccola 28 | S.O.S TATA

quando si sveglia ha bisogno della “decompressione”, come la chiamo io, per cui ce ne stiamo abbracciate per una ventina di minuti. Un altro step irrinunciabile è quello delle mollettine: siccome ha tanti capelli, vuole sempre che sia io a metterle i fermargli. Quindi, le preparo i vestitini che deve indossare. Mi piace sceglierli personalmente, anche se per le scarpe già vuole decidere lei. Dopo la porto all’asilo, e posso andare a lavorare tranquilla. Ogni tanto la porti con te negli studi televisivi?

Sì, veniva soprattutto a vedere le prove di Ti lascio una canzone, un programma che le piace tantissimo. E poi, ho un camerino pieno di giocattoli tutti per lei. Quando ti vede in tv con tenute bizzarre, mentre balli e canti, che cosa pensa?

Si diverte con me, ma quando una volta,

vestita da Wonder Woman, ho fatto la mia performance calandomi dal soffitto, si è spaventata molto. Mi ha chiamata subito dopo, chiedendomi se stavo bene e dopo aver avuto mille rassicurazioni mi ha chiesto di andare da lei: “Ho bisogno di te, vieni subito”, e io sono corsa. Ti ha mai detto: “Mamma, voglio andare in televisione”?

Le piace ballare e cantare, fa gli spettacoli per me. Ogni tanto la osservo di nascosto mentre gioca: canta, presenta, fa la mamma. Dico la verità: non vorrei che lavorasse nello spettacolo, ma che diventasse un bravo architetto, un medico, una ricercatrice. L’ho portata una sola volta in video a Sanremo ma non succederà più. Vorrei che vivesse l’infanzia serena. So che per l’Italia è una bambina particolare, per il colore della pelle e il nome che porta.

Sono una madre molto affettuosa, che ama il contatto fisico, che bacia e abbraccia in continuazione sua figlia


Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca

Maelle a casa ha pure un fratellino…

Certo. Si tratta di Oliver, il nostro meraviglioso cagnolone di dieci anni. Lui e la piccola sono molto amici. Sono come due fratelli: si cercano di continuo e si fanno i dispetti: lei non fa che tirargli la coda, e poi lui la perdona sempre… È una buona forchetta come la mamma?

Mangia un po’ di tutto ed è ghiotta di polpettine. Ma le preparo anche i passati di verdure. E una volta alla settimana cotoletta impanata con patate fritte: ne va davvero matta. Maelle è una dormigliona?

Macché… fosse per lei non andrebbe mai a dormire. Infatti, la sveglia mattutina è un dramma. È vero che è bilingue?

Sì, capisce tutto quando il papà chiacchiera con lei in francese, però non lo parla. Qual è stata la più grande emozione che tua figlia ti ha dato?

L’ho provata quando mi ha chiamata per la prima volta mamma. Me lo ricordo come fosse ieri. Eravamo a Venezia, in albergo. Si è alzata dal letto, mi ha guardata con i suoi occhioni grandi e ha detto: “Mamma”. Mi si è fermato il cuore, pensavo di morire per l’emozione. Sei diventata madre piuttosto tardi. Ti poni mai degli interrogativi anagrafici?

Ogni tanto capita di chiedermi: ci sarò nelle tappe più importanti della sua vita? Domanda che mi pongo con un po’ d’ansia, ma penso anche che una madre più matura sia sinonimo di esperienza, ponderatezza, solidità. Hai da poco concluso Ti lascio una canzone. Se dovessi regalarne una a tua figlia, quale sarebbe?

I believe I can fly di R. Kelly: è la suoneria del mio telefonino e significa “credo di poter volare”. Da ragazzina ho capito che tutti possiamo avere le ali se non ci conformiamo al gregge. E vorrei che anche la mia Maelle lo sapesse.

I consigli di Francesca: l’importanza di abbracci e carezze Cari genitori, vorrei parlarvi di coccole, e per farlo prendo spunto dalle parole di Antonella Clerici, mamma attenta, ma soprattutto che coccola e manifesta apertamente i suoi sentimenti alla figlia. Brava Antonella, che le dedichi tempo quotidiano per il contatto fisico e la stringi tra le braccia. Il contatto è fondamentale Quanto conta per i bimbi la vicinanza di chi si prende cura di loro? Moltissimo... perché la percezione del mondo e la presa di coscienza di noi stessi dipendono dalle sensazioni tattili che viviamo fin dai primi istanti di vita e anche nel grembo materno. Ed è proprio lì che il piccolo impara a conoscere il calore, la voce e le carezze. Attimi di contatto fisico ed empatico che cercherà continuamente una volta venuto alla luce. Come non comprendere allora questo bisogno di vicinanza fisica? E soprattutto, come pensare di non concederla? I piccoli ne hanno bisogno per ritrovare la sicurezza e la beatitudine di quella vita “dentro” e

per mantenerle in quella “fuori”, per ritrovare quell’abbraccio e quella culla persi in pochi istanti. Molti studi dimostrano che le coccole sono importanti per lo sviluppo emotivo dei bambini. Tanti gesti affettuosi Teneteli tra le braccia, continuate a proteggerli e rassicurarli, a comunicare loro che siete vicini, e che sono al sicuro: è il modo più immediato e comprensibile per dire che li amate. Non temete di creare vizi o abitudini sbagliate, non fatevi condizionare dalle voci che reclamano con forza l’indipendenza precoce. Tenere in braccio il proprio cucciolo, permettergli di riposare con il suono ritmato del cuore della mamma, concedergli il tepore di mani che lo cullano e accarezzano significa mettere le basi per un futuro distacco sereno, graduale e senza traumi. Perché in quel momento di separazione, il bambino la sua mamma se la porterà “dentro”. Osservate i suoi segnali per capire quando separarsi e lasciatevi guidare da lui, fidatevi e non forzate la mano. Vi abbraccio Francesca

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La posta di Francesca

Parere di tata Dubbi sull’educazione da dare ai vostri figli? Scrivetemi a tatafrancesca@edmaster.it oppure contattatemi sul mio sito www.francescavalla.it, risponderò! Aggressiva con gli altri bambini

C

ara Serena, in simili situazioni è molto facile per un genitore allarmarsi ed etichettare questi comportamenti come negativi. Ciao, sono mamma di una bimba di Non sempre è così, spesso si 13 mesi che non ha mai dato problemi. tratta di una fase di crescita Infatti, è tranquilla e brava, ma quando la importante in cui i bambini porto allo spazio gioco spesso spinge gli altri bimbi e si mostra un po’ prepotente. Sono cercano l’affermazione di preoccupata per questi atteggiamenti, a cui sé stessi, dei propri spazi e non sono abituata. Vorrei alcuni consigli delle proprie cose che desiper intervenire nel modo giusto. Spesso derano tenersi strette. Spela sgrido, ma non ottengo nulla, rimentano diverse modalità di solo tanti capricci… comportamento per approcciarsi agli altri, per entrare in contatto Serena con i propri pari. La tua bimba è ancora piccola per poter comunicare a parole i suoi desideri, e in un contesto come quello dello spazio gioco utilizza l’unico canale che al momento ha a disposizione, cioè quello non verbale. Cosa puoi fare? Certamente non sgridarla, né punirla in alcun modo. Dopo averla lasciata libera di sperimentare, puoi proporle un modo nuovo per relazionarsi a un bambino: “Ecco qui la tua amica Sara. Dille ciao. Falle una carezza... Dai, datevi la manina e fate un bel girotondo”. In modo semplice e chiaro, le stai insegnando come ci si può comportare con gli altri bimbi. Ogni volta che si mostra “aggressiva” avvicinati a lei e con calma accarezzale le mani. Spiegale, guardandola negli occhi, che così può fare male agli altri bambini, che i giochi in questo luogo

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sono per tutti e che, mentre un giocattolo è occupato, lei ne può scegliere un altro. Sottolinea i suoi comportamenti corretti piuttosto che quelli scorretti. Magari dicendo, semplicemente: “Che brava che sei con i bimbi”. Sappi comunque che i piccoli hanno bisogno sia dell’incontro sia dello scontro con gli altri bambini. Quindi, fino a che è possibile, i genitori devono lasciare che sperimentino da soli le modalità per entrare in relazione con gli altri bambini. Abbi fiducia e presto supererete questa fase.

COSA FARE IN SINTESI:

• Non allarmarsi • Spiegare con gesti e parole la giusta modalità di relazione con gli altri • Gratificare i comportamenti corretti • Non sgridare o punire


La posta di Francesca

Ciucciotto: un distacco condiviso Siamo i genitori di Gaia e ti scriviamo sperando di trovare una soluzione al problema del ciuccio, che la nostra bimba di 2 anni e mezzo ancora usa spesso. Frequenta la sezione primavera all’asilo e pensiamo che sia arrivato per lei il momento di non usarlo più. Abbiamo fatto molti tentativi, ma poi, afflitti dai suoi pianti disperati, siamo sempre tornati sui nostri passi restituendoglielo. Come possiamo fare per convincerla a farne a meno? Forse dovremmo farlo sparire e basta...

C

arissimi, togliere il ciuccio è spesso un incubo per molti genitori. Mi sembra di capire che per la vostra Gaia rappresenti un oggetto insostituibile, e spesso per molti bambini lo è. Proviamo a leggere la questione con gli occhi di vostra figlia: il ciuccio rappresenta la consolazione, il conforto, la coccola quotidiana che la aiuta a trovare la quiete, l’oggetto che è sempre a disposizione per calmarla, anche quando mamma e papà non ci sono. Sotto questa luce è evidente quale importanza abbia per lei. Allora non possiamo pensare di portarglielo via in maniera improvvisa e furtiva, e nemmeno senza il suo consenso. Voi pensate che sia arrivato per lei in momento di abbandonarlo, ma vostra figlia cosa ne pensa? Osservatela bene e cercate di capire se davvero è pronta per un passo tanto importante. Verificate che sia in una fase in cui voglia fare le cose da grande. Togliere il ciuccio implica fare un passettino in avanti nella cre-

scita. Coinvolgetela in questa scelta. Il momento giusto lo dovete decidere insieme. Lei, però, deve sentirsi pronta per un simile cambiamento. Non forzate la mano, aspettate pazienti e nel frattempo decidete insieme alla bambina come fare per “separarsi” dal ciuccio. Potrebbe essere una soluzione proporle di realizzare con voi genitori una scatolina in cui metterlo per donarlo a chi ne ha più bisogno: un bimbo piccolo, un cugino, un vicino di casa ecc. Una volta presa la decisione, fatele capire che non si tornerà più indietro (per questo dovete essere tutti

convinti del cambiamento). Fidatevi di lei e rispettate i suoi tempi, sono certa che vi sorprenderà.

COSA FARE IN SINTESI:

• Non avere fretta • Non far sparire il ciuccio improvvisamente e senza il consenso del piccolo • Osservare il bimbo e capire se è pronto per questa “separazione” • Coinvolgerlo per aiutarlo a separarsi dall’oggetto

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La posta di Francesca

Per una nanna perfetta Cara Francesca, ti scrivo per chiederti consiglio su un problema che riguarda la nanna. Sono mamma di Giacomo, 20 mesi. Durante il giorno lo lascio al nido e nel primo pomeriggio i miei suoceri lo vanno a prendere. Io e mio marito lavoriamo e, purtroppo, entrambi torniamo a casa verso le 19.30, quando ormai il piccolo ha già cenato dai nonni. Le due ore successive sono un incubo tanto che spesso sono costretta a mangiare in piedi rincorrendolo per il soggiorno. Alle 21 vorrei metterlo a dormire, ma invece di andare a nanna si accende e non riusciamo a calmarlo. Solo dopo un paio d’ore di lunghi tentativi si addormenta sfinito. Sono dispiaciuta perché il poco tempo che passiamo con nostro figlio vede me e mio marito tesi e nervosi, oltre che molto stanchi. Spero di avere i tuoi preziosi consigli. Sonia

C

ara Sonia, il tuo bambino probabilmente ha accumulato la stanchezza del giorno e nelle ore serali, come accade alla maggior parte dei bimbi, si sfoga fisicamente ma anche emotivamente. Considera, inoltre, che non vi vede da molte ore e il desiderio di avere la vostra attenzione prevale su ogni cosa. I piccoli apprezzano molto quando mamma e papà raccontano loro che hanno sì lavorato, ma anche pensato molto ai loro

cuccioli. Durante il giorno fategli una telefonata, verrà molto gradita. Sarà un modo per dirgli: “mamma ti vuole bene, ricordatelo”. Sono d’accordo con te nel volerlo mettere a letto presto la sera, ma tieni presente che andare a nanna per lui significa una nuova separazione da te, un altro distacco. Provate, tu e tuo marito, a trovare dei rituali serali piacevoli che lo accompagnino verso il sonno. Spazio al racconto: per prima cosa

raccontatevi quello che avete fatto durante il giorno, chiedetegli se si è divertito al nido e con i nonni, fategli sentire che vi interessa tutto ciò che ha fatto. Poi, iniziate la fase dei rituali. Potete, per esempio, creare un’atmosfera di quiete con della musica soft, oppure sdraiarvi tutti insieme sul divano e leggere un bel libro di fiabe... Fino ad arrivare al momento del pigiamino: si abbassano le luci e concludete con una super dose di coccole. È importante la presenza di entrambi i genitori, perché il bambino possa godere della vicinanza e delle attenzioni di mamma e papà che, dopo una lunga attesa, sono finalmente solo per lui. I suoi sorrisi e la sua serenità vi ripagheranno di ogni fatica.

COSA FARE IN SINTESI:

• Raccontarsi la giornata trascorsa • Creare e mantenere costanti i rituali della nanna • Musica e coccole per rilassarsi

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I consigli di Francesca

Cari genitori,

in questo spazio voglio raccontarvi di ciò che più mi sta a cuore: il bene dei bambini

Tutti a nanna... Dormire nella propria cameretta permette al bambino di diventare più autonomo e di acquisire maggior fiducia in sé stesso. Ma il distacco dai genitori deve essere graduale, e bisogna considerare qualche eccezione…

C

are mamme e cari papà, parliamo del luogo del riposo, il posto speciale in cui i bambini salutano il giorno ed entrano nel mondo della nanna. Lettino o lettone? Il dibattito resta sempre aperto e sulla questione cosleeping ci sono due diverse scuole di pensiero. In ogni caso, l’argomento è delicato perché, come sapete bene, ogni bambino è diverso dall’altro.

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Pertanto, sarete voi a capire quale sarà la scelta giusta per il piccolo. Quello che comunque mi sento di consigliare è di prediligere il lettino, ma con qualche eccezione. Fino al primo anno di vita È bene che il bimbo dorma nella propria culla/lettino, ma nella stanza dei genitori, per favorire l’allattamento al seno e permettere alla mamma di fargli sentire in ogni momento il calore del suo abbraccio, il profumo della sua pelle e il suono della sua voce. Il piccolo, così, si sentirà rassicurato e protetto, e i genitori, avendolo accanto, saranno più tranquilli e sereni. Quindi, per la questione della sicurezza, è importante averlo nella stanza con sé.

Ci vogliono calma e pazienza Dopo il primo anno di vita il bambino è pronto per andare a dormire in cameretta. In questo modo, imparerà a “separarsi”, pian piano, dalle figure di riferimento, riuscendo a sviluppare nuove autonomie. Avere un proprio luogo di riposo gli darà la possibilità di sperimentare nuove emozioni e – perché no? – fare grandi conquiste. Questo cambiamento non vorrà dire lasciarli soli, abbandonarli, bensì accompagnarli gradualmente verso l’autonomia e la fiducia in sé stessi. Non potete pensare, però, che tutto avvenga da un giorno all’altro: si dovranno creare delle routine nuove, che il piccolo imparerà col tempo a riconoscere e accettare solo se si procederà a piccoli passi.


I consigli di Francesca

Ben venga la flessibilità... Ricordate che ogni regola prevede anche le eccezioni, che saranno apprezzate proprio perché situazioni occasionali capaci di creare attesa e desiderio, momenti che diventeranno speciali e magici. Quindi, sì alle coccole nel lettone la domenica mattina o durante i giorni di vacanza, quando i tempi di tutta la famiglia, insomma, sono più distesi e si può stare insieme per raccontarsi i fatti della settimana o i propri segreti. Ovviamente, possono dormire con voi quando non stanno bene, oppure se attraversano un momento difficile o un grande cambiamento.

lettino o lettone? COME ABITUARLO AL DISTACCO? Spesso molti genitori si lamentano di aver lasciato ai figli la possibilità di dormire con loro. Ma è davvero impossibile per mamma e papà riprendersi il proprio spazio serale? A volte è difficile, ma non impossibile, perché anche in questo caso gli ingredienti sono gli stessi: gradualità, tranquillità e tanta costante pazienza! Ecco, quindi, qualche utile consiglio su come procedere, senza dimenticare che per un po’ di notti si farà tanta fatica.

Cosa dire… Spiegategli, in maniera semplice, il perché di questa novità e quale sarà il risvolto positivo. Ditegli, per esempio, che ha una bella cameretta e che dormire lì sara fantastico.

Preparatevi!

Dovete capire che si tratta di un cambiamento impegnativo. È normale, dunque, che il bimbo possa manifestare un rifiuto. Fatevi vedere calmi, ma al tempo stesso convinti della vostra scelta.

… e cosa fare Create con il piccolo nuovi e piacevoli rituali della nanna, senza dimenticare quelli vecchi. Ricordate di non fare troppi cambiamenti tutti insieme. Potete accoglierlo nel lettone per le coccole e poi leggergli una bella storia nel suo lettino. Finita la lettura, stategli accanto per un po’: è importante che senta il calore e l’affetto speciale che c’era nel lettone. Tenete anche una lucina amica accesa per la notte. Date al bambino un oggetto a lui caro: un pupazzetto, una copertina morbida... Attaccate accanto al lettino una foto che vi ritrae insieme. Se piange, coccolatelo e abbracciatelo. Non sgridatelo perché non si tratta di capricci, vuole solo il vostro affetto. S.O.S TATA | 11


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