La rivista ufficiale del programma tv
A soli
Maggio 2013 • Anno II • Num. 5 (6) • S.O.S Tata magazine - Mensile • Rivista € 1,90 • Rivista + S.O.S tata compiega N° 6 a € 5,99 in più
Benvenuto bebè
Pianto, pappa, nanna... Neomamme, gli esperti vi aiutano a risolvere i problemi dei suoi primi giorni di vita
magazine
Missione TATA Le storie di questo mese
C’è chi impone ai figli il proprio punto di vista. E non li aiuta a crescere Un papà permissivo e poco presente: è lui ad aver bisogno del nostro aiuto! Meno tv e videogiochi: per riscoprire il sorriso serve più complicità
PROBLEMA RISOLTO!
I genitori lo trascurano, lui risponde male, fa i capricci ed è violento con il fratellino Viziatissima, è la regina della casa. Serve un freno!
Ecco le regole per
bimbi sereni e ben educati Battibecchi, bisticci, screzi… i consigli delle tate per ritrovare l’armonia con gli amichetti, a scuola e in famiglia
A tu per tu con…
Adriana volpe
“Per mia figlia non ho fatto rinunce, solo scelte che non mi pesano per nulla”
Dalla parte della Mamma
BELLEZZA Prodotti consigliati e soluzioni naturali per prevenire e ridurre le smagliature ALLERGIE ALIMENTARI Come capire se il vostro bambino ne soffre, senza troppi allarmismi SHOPPING Giochi intelligenti e creativi per i più piccoli
Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca
“Adriana mi chiede consiglio sulla scelta tra i nonni o il nido per la propria bambina. Per entrambe le soluzioni, l’importante è che vada nella direzione che più la rende serena, perché la sua tranquillità ricadrà di riflesso sui bambini”
Adriana Volpe
“Con Gisele tanti momenti di coccole” “Sono una mamma molto amorevole, ma capace di dare le giuste regole. Per mia figlia non ho fatto rinunce, solo scelte che non mi pesano per nulla. Quando lavoro la lascio in mani sicure”
testo raccolto da Giulio Serri
“D
ilemma pedagogico: portare o no la mia piccola Gisele all’asilo nido, quando ad accudirla ci sono i nonni? Io ritengo importante la socializzazione con i coetanei, fin dalla primissima infanzia almeno qualche ora al giorno come momento di confronto e crescita. Mio marito è contrario e pensa sia più giusto proteggerla ancora un po’ in un ambiente famigliare, per poi iscriverla alla scuola materna a tre anni. Cosa dice la tata?”. Adriana Volpe, regina indiscussa de I fatti vostri, il programma del mezzogiorno di Raidue firmato dall’inossidabile Michele Guardì, apre un interessante dibattito educativo all’interno del nostro 34 | S.O.S TATA
magazine. Quesito che fa della bella conduttrice di origine trentina una madre ben organizzata, attenta e premurosa verso la sua splendida bambina, nata nell’agosto 2011 dal matrimonio con l’imprenditore svizzero Roberto Parli. Che madre sei?
Non particolarmente apprensiva e tanto affettuosa. Mi piace ritagliarmi momenti dedicati soltanto a mia figlia, come quello delle coccole e dei bacini. E Giselle che bimba è?
Si sta affacciando al mondo con tanta curiosità e meraviglia.
Tutti i Sì di Adriana
Sì alla nanna nella prop ria
cameretta Sì all’aiuto dei nonni
Sì a baby talent show,
senza competizion e
Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca
Dalle passerelle al piccolo schermo
Quarant’anni, il prossimo 31 maggio, portati splendidamente. La statuaria Adriana Volpe inizia la sua carriera come modella, sfilando a Milano, Parigi e Tokio. Debutta in televisione nel 1992, accanto a Fabrizio Frizzi, con Scommettiamo che?. Il regista Michele Guardì la vuole anche in altri suoi programmi e per Adriana, si accendono le telecamere di Mezzogiorno in famiglia e di Mattina in famiglia. Nel luglio 2008 sposa l’imprenditore svizzero Roberto Parli. Dall’anno successivo è il volto femminile de I fatti vostri, accanto a Giancarlo Magalli, Demo Morselli, Marcello Cirillo e Paolo Fox. L’11 agosto 2011 diventa mamma della piccola Gisele e nel 2012 consegue la laurea in Lettere.
Sono una mamma poco apprensiva e molto affettuosa. I momenti di coccole con mia figlia sono tanti Come genitore ti sei mai trovata in difficoltà?
I primi mesi sono stati difficili. La bambina piangeva e non capivo perché (ora riconosco tutte le sfumature del suo pianto e lo distinguerei in mezzo a mille). Inoltre, dormiva nemmeno tre ore a notte perché voleva il latte. Insomma, è stata dura. E adesso come va?
Sono stata ferrea nel darle delle regole: orari fissi per i pasti e a nanna verso le 21, per svegliarsi intorno alle 7.30. Ha sempre dormito in un lettino nella mia camera, anzi confesso che spesso l’ho portata con me nel lettone. Da qualche mese, però, S.O.S TATA | 35
Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca Hai rinunciato a qualcosa per lei?
A tutto il rinunciabile, ma la chiamo scelta, non rinuncia. Per esempio, mi faccio io la tinta, mi metto lo smalto da sola, faccio ginnastica in casa. Ma non è stato certo un sacrificio. Che padre è Roberto?
Lavora lontano da Roma e ci raggiunge nei weekend, ma ogni volta che telefona il suo primo pensiero è per la bimba. È estremamente affettuoso, un po’ spericolato. Fosse per lui lo scorso inverno l’avrebbe già messa sugli sci. Tuo marito è svizzero. Il nome della bambina l’ha scelto lui?
No, insieme. Volevamo un nome intersono riuscita a farla riposare nella sua cameretta. Credo che sia più salutare per tutti: il sonno seppur non continuativo è stata una grande conquista.
Poi, piano piano, siamo passati a un latte ipoallergenico e adesso beve quello di capra. Con lo svezzamento ha iniziato a mangiare tutto e sono parecchio fortunata perché apprezza pure le verdure.
Come è organizzata la tua giornata?
Lascio la bimba attorno alle 8.30 per recarmi agli studi televisivi dove vado in onda, in diretta, con I fatti vostri. Alcuni giorni rientro per le 13, appena finito il programma; altri, invece, in cui ho riunioni, raggiungo la piccola intorno le 17. Ma sono tranquilla perché è “in mani sicure”. Chi ti aiuta nella sua educazione?
I miei genitori, ai quali ho “stravolto” la vita. Con la nascita della bambina, da Trento sono venuti a vivere a Roma. Mia mamma, in particolare, è molto presente, ma le regole le detto io, lei segue la mia impostazione. So che comunque le nonne hanno tanto da insegnare, perciò spesso chiedo consiglio anche a mia suocera. A tavola ti fa tribolare?
È stata dura il primo periodo, perché abbiamo scoperto un’intolleranza al latte e ha dovuto seguire una dieta particolare.
Che importanza ha il pediatra?
È il nostro faro, il punto di riferimento che detta le regole precise della crescita. Specialmente con il primo figlio, è un tragitto nuovo che si percorre assieme. Ci trasmette quella maggiore consapevolezza per essere genitori anche nei momenti difficili, quali sono le malattie. In particolare, la pediatra di Gisele ha un metodo molto efficace e coinvolgente con il genitore. Che rapporto ha con il gioco tua figlia? Ha pupazzetti o bamboline preferite?
Si perde ad aprire i cassetti della cucina e tira fuori lo scolapasta, le pentoline, il mestolo. Negli ultimi tempi è d’aiuto nei nostri giochi la musica per bambini. È anche molto incuriosita dall’aspetto tecnologico dei giocattoli. Si diverte, per esempio, con il passeggino della bambola osservandone le ruote, il movimento.
I miei genitori mi aiutano tanto con Gisele. Mia mamma è molto presente, ma le regole le do io: lei segue la mia impostazione 36 | S.O.S TATA
I consigli di Carissimi genitori, Adriana mi chiede consiglio sulla scelta dei nonni o del nido per la propria bimba. Protezione familiare fino almeno ai tre anni o socializzazione con i coetanei già in tenerissima età? A lei e a ciascuno di voi mi sento di dire che entrambe le cose sono aspetti irrinunciabili per il benessere dei bambini. E allora qual è la risposta giusta? La scelta più indicata è quella che meglio corrisponde ai bisogni di ciascuna famiglia. Spesso si decide in base a ciò che, dal punto organizzativo ed economico, è più congeniale. Oltre a questi fattori, sicuramente di rilievo, è fondamentale che i genitori si prendano il tempo necessario per valutare non solo l’opzione più “conveniente”, ma anche quella che dà più fiducia. Il nido è certamente un importante luogo di crescita e di condivisione che consente ai piccoli di stabilire le prime relazioni con i pari.
Sos mamme Vip/Nel salotto con Francesca nazionale che non venisse storpiato nelle quattro lingue parlate in Svizzera. Consultando i nomi francesi, la scelta è ricaduta subito su Gisele scritto nella forma arcaica senza la doppia. È piaciuto a entrambi.
occorrerebbe una nursery per le tante mamme che lavorano in questa azienda. Non solo per le conduttrici, penso ai tanti bambini delle sarte, delle truccatrici costrette anche a turni serali.
Faresti mai partecipare Gisele a un baby talent show?
Ti piacerebbe condurre un programma dedicato all’educazione?
Se maturasse la passione per il canto, perché no? Credo possa essere un momento di giocoso confronto. Basta che non diventi competizione.
Uno come Sos Tata mi interesserebbe molto, perché credo sia una vetrina educativa concreta alla quale madri, padri e nonni possono attingere.
Tua figlia sarà la principessina dello studio de “I fatti vostri”…
C’è qualcosa della tua infanzia che vorresti passare a tua figlia?
Purtroppo non posso portarla come me negli studi. Sono d’accordo con Antonella Clerici quando afferma che anche in Rai
Certe mie letture che considero formative come Il piccolo principe, ma chissà se questa generazione leggerà quei libri che
piacevano a noi. Loro sono già “digitali” e forse avranno un modo completamente diverso di fruire l’editoria. Una cosa che sicuramente non racconterò a Giselle sono le fiabe: quelle che ricordo erano tremende, piene di orchi e fatti terribili. Penso solo a Cappuccetto Rosso: il lupo mangia la nonna, il cacciatore sventra il lupo. Che orrore! E poi penso alle generazioni di donne rovinate dal mitizzare il Principe Azzurro… (ride ndr) Giselle resterà figlia unica?
Credo di sì. Un figlio avuto dopo i 35 anni è più faticoso: non si hanno più le energie che si avevano a vent’anni. Al momento non ci sono lavori in corso, poi tutto resta nelle mani della Provvidenza.
Francesca: nonni o nido? Una scelta soggettiva I nonni, dal canto loro, sono “grandi maestri di felicità e di positività”. Per quanto riguarda la mia esperienza, non posso che ritenermi pienamente appagata dalla scelta di farmi aiutare dai nonni per accudire la mia bimba. Loro sono un porto sicuro, un insieme di certezze, affidabilità e amore incondizionato. Tuttavia, qualunque direzione si prenda, non si tratta mai di “parcheggiare” i bambini mentre noi siamo alle prese con le incombenze, ma di trovare le persone per noi più qualificate e adatte a sostituirci temporaneamente. Aspetti da valutare Bisogna decidere senza influenze esterne, perché solo i genitori sanno cosa è bene per il loro bambino. Scegliere, quindi, deve essere un traguardo condiviso
da entrambi dopo aver valutato pro e contro. Se il bimbo andrà al nido… • Prima di tutto fiducia: rivolgetevi a persone che soddisfano il vostro bisogno di tranquillità. • Se non le conoscete bene, prendetevi tutto il tempo per approfondire i rapporti. Non temete di fare domande. • Anche l’ambiente è importante, quindi non dimenticate di fare attenzione al luogo in cui il piccolo dovrà stare in vostra assenza: la sicurezza non va mai sottovalutata. • Verificate che gli educatori conoscano le manovre di primo soccorso e sappiano cosa fare in caso di necessità. • Scegliete persone competenti capaci di stimolare i bambini, di proporre giochi e attività adeguati alla loro età.
E che siano anche in grado di elargire coccole e affetto. • Procedete con un inserimento graduale, lasciando ai bimbi il tempo di cui hanno bisogno per sentirsi al sicuro e a loro agio. La fretta non è di aiuto né per grandi né per i piccini. • Mostrate ai vostri figli che vi fidate delle persone a cui li state affidando. Se siete sereni, sarà più semplice anche per loro vivere con tranquillità la separazione. • È importante esporre le proprie esigenze alla chi si occuperà dei vostri bimbi. Fate in modo che ci siano momenti di scambio e dialogo per procedere nella stessa direzione educativa. Se il bimbo starà con i nonni…
• Controllate che abbiano
desiderio e disponibilità di prendersi cura dei nipotini. • Confrontatevi con loro
e concordate metodologie comuni per non creare confusione ai piccoli. • Fate in modo che anche i nonni conoscano le manovre di primo soccorso e sappiano cosa fare in caso di necessità. • Lasciate loro i numeri utili: pediatra, pronto soccorso... • Adeguate la casa mettendo in sicurezza prese della corrente, scale, spigoli, ecc. • Ricordate che i nonni non sono mamma e papà. Lasciate che nel tempo costruiscano il loro rapporto speciale con i nipoti. Dopo aver preso in esame ognuno di questi aspetti, fidatevi anche dei vostri figli. Osservateli mentre entrano in relazione con chi si prende cura di loro. Se si mostreranno sereni e fiduciosi, avrete fatto la scelta giusta. Un caro abbraccio Francesca
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La posta di Francesca
Parere di tata Dubbi sull’educazione da dare ai vostri figli? Scrivetemi a tatafrancesca@edmaster.it oppure contattatemi sul mio sito www.francescavalla.it, risponderò!
C
ara mamma Elena, direi che la cosa migliore che puoi fare è assecondare le richieste ed esigenze della tua bambina. Se inizia a farti capire di voler provare a mangiare da sola, lasciala libera di sperimentare. È importantissimo dare ai bimbi di questa età la possibilità di conoscere il cibo attraverso tutti i loro sensi. La pappa per la tua piccola non é solo sapore, é anche colore, consistenza e profumo. Quindi, mi raccomando, nessuna paura, piuttosto organizzati con un bel grembiulino, piattino e posatine di plastica. E due cucchiaini: uno per te e uno per lei. Imboccala lentamente perchè così potrai sincronizzarti con le sue necessità e capire meglio quando PROBLEMI sarai tu a imboccarla e quando CON LA PAPPA sarà lei che si porterà il cibo Ciao tata Francesca, sono Elena, alla bocca. mamma di Ilaria, una splendida Vedrai che lasciare e buonissima bimba di quasi 9 mesi. Leggo spazio alla sperimensempre la vostra rivista, piena di tanti utili tazione la incoragconsigli e mi piace molto la possibilità di poter gerà a fare da sola. interagire così con voi! Leggevo sull’ultimo numero Proverà a portare il che già all’età di mia figlia i bambini dovrebbero suo cucchiaino alla iniziare a mangiare da soli, per poi essere bocca (che meravidefinitivamente autonomi intorno all’undicesimo gliosa conquista!), mese. Ti chiedo allora come iniziarla verso questo e se mette le mani step. Tante volte noi mamme preferiamo imboccarli per paura di avere poi pappa per tutta la casa nel piatto lasciagliee per evitare di sporcare i vestiti del piccolo. lo fare. Tu sorridi inCos’è meglio fare? Aspetto i tuoi preziosi sieme a lei! Ricorda che consigli e ti mando un caro saluto. attraverso il tatto i bambini apprendono le proprietà delle Elena cose e proprio per questo le mani-
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ne rappresentano un canale privilegiato di conoscenza. Mentre mangia aiutala a sperimentare e a farle cogliere alcuni particolari: “che bel colore arancione la pappa di oggi, perché è fatta con la carota, come quella che mangiano i coniglietti”. Puoi inventare mille situazioni per stimolare la curiosità di tua figlia e rendere il momento del pasto sereno e piacevole, non solo perchè quello che sta mangiando è buono, ma anche perchè mangiando può raggiungere un nuovo e importante traguardo che la porterà verso l’autonomia.
COSA FARE IN SINTESI:
• Assecondate le sue richieste e cercate di capire quando il piccolo manifesta la volontà di mangiare da solo • Lasciatelo libero di sperimentare così che possa conoscere il cibo attraverso tutti i suoi sensi • Rendete il momento della pappa stimolante, sereno e piacevole, magari facendo cogliere al bambino particolari divertenti
La posta di Francesca
GIOCARE SEMPRE CON LORO
Carissima Francesca, la mia Gaia ha da poco compiuto un anno. Mi accorgo di essere sempre presente ai suoi occhi, gioco tantissimo con lei e se a volte la lascio da sola a giocare, provo nei suoi confronti una grande tenerezza e mi sento quasi in colpa. Forse questo deriva da mie insicurezze. Vorrei sapere se i piccoli hanno anche bisogno di questi attimi di solitudine. Ti ringrazio fin d’ora per la tua disponibilità. A presto! Elisa
COSA FARE IN SINTESI:
• Approfittate dei momenti in cui vostro figlio gioca da solo per osservarlo per cogliere sfumature che vi possono essere sfuggite: quali giochi
predilige, come li utilizza… • Non sentitevi in colpa se ogni tanto lasciate che giochi da solo, per lui può essere un’occasione per crescere e sperimentare le sue abilità
C
ara Elisa, da ciò che mi scrivi capisco che sei una mamma attenta e presente, ma proprio perchè sei così attenta il consiglio che mi sento di darti è quello di approfittare dei momenti di gioco solitario della tua bambina per osservarla, per cogliere sfumature che in altre situazioni magari ti possono sfuggire. Per esempio, quali giochi preferisce, come si muove nello spazio che ha a sua disposizione, come utilizza i giocattoli etc. Non sentirti in colpa se la osservi mentre gioca da sola, le stai dando un’occasione importante per crescere e sperimentare, attraverso il gioco, le sue abilità. Le permetti di fare conquiste e di conseguenza di diventare “grande”. É importante che i piccoli vivano momenti di “solitudine” in cui si sentano liberi di giocare e di conseguenza di apprendere. Anche la noia, a volte, è spazio creativo, una condizione in cui i pensieri corrono liberamente.
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La posta di Francesca
C
ara Gabriella, una madre che si interroga e si mette in discussione non è mai superficiale. La soluzione, in casi come il tuo, é la scelta di un percorso educativo condiviso. Ti consiglio, quindi, di dire anche a tuo marito quello che hai scritto a me. Certo, mamma e papà sono diversi
e per certi aspetti hanno ruoli differenti, ma i bambini necessitano che le loro figure di riferimento mandino messaggi coerenti e diano risposte condivise. Sappiamo bene che la sicurezza dei nostri piccoli viene prima di tutto, ma proteggerli non significa evitare loro qualunque situazione
UN PAPÀ TROPPO PROTETTIVO
Ciao tata Francesca, spero che tu possa darmi un consiglio. Ho un figlio di quasi 2 anni che cresco insieme a mia mamma perché il suo papà è via per lavoro tutta la settimana. È un bravissimo bambino, non ci ha mai dato problemi, e con lui possiamo andare dappertutto. Le vere difficoltà si presentano con l’arrivo di suo padre, che è un ottimo compagno di gioco per il piccolo, ma esagera con le raccomandazioni. Se fa un po’ di freddo pretende di coprirlo lasciando scoperti solo gli occhi. Se il piccolo starnutisce, dovrei correre immediatamente dal pediatra, secondo lui. Se vuole provare a cimentarsi in qualcosa di nuovo, lo blocca per paura che si faccia male o che incorra in qualche errore. È un bravo papà, ma forse è iperprotettivo o forse sono io una mamma troppo superficiale. Ti prego, dimmi come posso fare per risolvere questa situazione, che ultimamente ci crea non pochi problemi. Grazie! Gabriella 18 | S.O.S TATA
o esperienza nuova. Devono essere lasciati liberi di sbagliare e imparare dagli errori. Sono tappe obbligate di crescita. L’atteggiamento iperprotettivo può, inoltre, trasmettere ansie e paure, far credere ai bimbi di non essere capaci, di non essere all’altezza. Trova, con serenità, un momento adatto per parlare con tuo marito su quanto sia importante un confronto su questo tema. Mi scrivi che è un bravo papà. Bene, dillo anche a lui e insieme cercate una strada comune e condivisa. Sono certa che per il bene di vostro figlio farete grandi passi avanti.
COSA FARE IN SINTESI:
• Esponete le vostre perplessità a vostro marito (o vostra moglie) e cercate insieme un percorso educativo condiviso • Lasciate i bambini liberi anche di sbagliare, così che imparino dagli errori • Non siate eccessivamente protettivi, altrimenti rischiate di trasmettere ansie e paure
La posta di Francesca
FARGLI ACQUISTARE PIÙ SICUREZZA
Carissima Francesca, sono Daniela e ho un bimbo di 5 anni che in questo ultimo anno di scuola dell’infanzia mi sta dando qualche pensiero. Sembra aver perso la sicurezza in sé stesso: quando qualcosa non va come dice lui, piange. Mi sembra non abbia altro modo per combattere le piccole frustrazioni della sua età. Io e mio marito abbiamo cercato di spiegargli che non sempre tutto può essere come vogliamo noi, che bisogna saper accettare
C
ara Daniela, prima di tutto sarebbe importante capire cosa ha determinato questo cambiamento. Un insuccesso che lo ha particolarmente frustrato, il timore del confronto con qualche altro bambino che ai suoi occhi è più capace, o forse è un modo per attirare l’attenzione su di sé. A volte potrebbe essere che siamo noi genitori ad avere aspettative troppo alte. Comunque, in ciascuno di questi casi è importante che tu e tuo marito rassicuriate vostro figlio, lavorando sul rinforzo positivo. Potreste, per esempio, affidargli incarichi che lo mettano nella situazione di riuscire, di raggiungere un buon risultato. Se è bravo a disegnare, chiedetegli di fare un disegno e poi incorniciatelo, e appendetelo a una parete di casa, in bella mostra. Lodatelo se si è comportato bene, fategli sentire che siete orgogliosi di lui. Cercate, insomma, di mettere in luce ogni evento positivo che lo riguarda, in modo che si senta capace e adeguato. Dire al bambino: “Sei veramente bravo, più diventi grande e
le divergenze e anche le piccole sconfitte, ma all’atto pratico, poi, non raccogliamo tanto. Mi spiace molto perché a settembre inizierà a frequentare la scuola primaria e non voglio che diventi la parte debole del gruppo. Fino allo scorso anno era sicuro di sé e non piangeva per le piccole cose. Eppure non è accaduto nulla in questi mesi, forse si sta rendendo conto che sta crescendo e la cosa lo spaventa. Ti prego, dammi un consiglio. Daniela
più impari a fare cose nuove e difficili” è un buon inizio per fargli acquistare più sicurezza.Non sostituitevi mai a lui, piuttosto aiutatelo e guidatelo a fare bene. Di fronte a un insuccesso, ditegli che non c’è motivo di preoccuparsi e di stare tranquillo perché anche mamma e papà fanno degli errori. In più, fategli praticare uno sport che gli piaccia e che, al contempo, lo faccia sentire capace. Dategli fiducia e di riflesso imparerà ad averne in sé stesso e nelle proprie abilità.
COSA FARE IN SINTESI:
• Provate a capire cosa ha determinato questo cambiamento in vostro figlio • Rassicuratelo e affidategli compiti che lo mettano nella situazione di ottenere un buon risultato, così che acquisti maggiore sicurezza nelle sue capacità • Di fonte a un insuccesso dite al bambino di non preoccuparsi perché tutti possono sbagliare, anche mamma e papà
I consigli di Francesca
Cari genitori,
in questo spazio voglio raccontarvi di ciò che più mi sta a cuore: il bene dei bambini
Tra le pagine di Leggere una storia a vostro figlio regala momenti magici sia a lui sia a voi. E permette al bambino di viaggiare con la fantasia e ampliare il suo vocabolario
C
arissimi genitori, vi voglio parlare di un’esperienza unica capace di rafforzare il rapporto con i vostri piccoli. Si tratta del momento della storia, del tempo in cui mamma e papà entrano con il loro bambino in un mondo incantato. Lewis Carrol, autore di Alice nel paese delle meraviglie, diceva che le storie
sono doni d’amore. Come è vero! Quando accogliete tra le braccia il bimbo per leggergli un libro, gli state donando il vostro tempo e la vostra attenzione. State regalando a lui e anche a voi stessi momenti magici che contribuiranno a consolidare il legame affettivo che già vi lega. È un modo meraviglioso per dire a vostro figlio “sono qui per te, ti ascolto, comprendo le tue emozioni e come te mi emoziono”. Si tratta di un gesto d’affetto profondo e intimo, un momento in cui adulto e bambino parlano lo stesso linguaggio e provano le medesime sensazioni. Spazio all’immaginazione Tra le pagine di un libro il tempo resta sospeso e la narrazione lascia ai piccoli la possibilità di coltivare
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pensieri favolosi, permettendo loro di allenare la fantasia e di viaggiare lontano. Ascoltare le storie educa all’ascolto e allunga i tempi dell’attenzione. Non solo, ma attraverso la lettura di una favola si permette ai bimbi di rivivere situazioni personali identificandosi nei personaggi e di affrontare ed esorcizzare le proprie paure. Per questo motivo, anche i cattivi delle storie sono importanti, perché alla fine vengono puniti e sconfitti. Leggere ad alta voce per i propri bambini ha ricadute positive sull’acquisizione del linguaggio e sull’ampliamento del loro vocabolario: condizioni che metteranno le basi per un futuro scolastico positivo. Ricordate che l’amore per i libri nasce tra le braccia di mamma e papà o delle altre persone care.
I consigli di Francesca
Fiaba o favola? È abbastanza comune confonderle. Tuttavia, ognuna rappresenta un genere letterario connotato da caratteristiche specifiche. La fiaba è una breve narrazione popolata da umani e personaggi fantastici come streghe, orchi e maghi. Non sempre ha una morale. La favola, invece, ha per protagonisti animali o esseri normalmente inanimati che agiscono come se fossero umani. Si conclude sempre con una morale o un insegnamento.
un libro... PER QUALI ETÀ?
Quando cominciare? Subito. Già quando il bambino è nella pancia la mamma può iniziare a leggere per lui. Cosa c’è di più rilassante che farsi cullare della calda voce della mamma? L’amore per la lettura sboccia fin dalla più tenera età, quando il libro è tatto, colore e coccole. E, attraverso il ripetersi quotidiano della voce di mamma e papà che leggono, diventa oggetto magico di casa, per questo iniziate fin da subito. Quando sono più grandicelli, verso i due anni, li si può cominciare a portare in biblioteca o in libreria, così che si avvicinino piano piano nel mondo meraviglioso dei libri, permettendo loro di osservare i volumi, consultarli e poi di scegliere quelli preferiti.
Il mondo dell’editoria per l’infanzia é molto vasto, quindi non sarà difficile scegliere testi adeguati all’età e alle competenza dei bambini. Nel primo anno di vita avvicinate i piccoli alla scoperta dei suoni, delle parole (del linguaggio) attraverso un approccio ludico. Date il via alla lettura e all’ascolto di storie. Iniziate con il leggere brevi storielle in rima, scioglilingua, filastrocche e canzoncine che permettono al bambino di avvicinarsi al fantastico mondo delle parole e dei suoni che le compongono. Ed ecco, dunque, come la magia delle storie è data dal ritmo della narrazione e dalla voce espressiva dei genitori. Ai bambini di 2-3 anni potete proporre la lettura di libri che raccontino storie di vita quotidiana. Successivamente, verso i 3-4 anni circa (il momento
è sempre indicativo, perchè molto dipende dalla sensibilità e dalle inclinazioni dei bimbi) si possono affrontare le fiabe classiche della tradizione. L’importante è che si proceda sempre senza alcuna forzatura e seguendo il più possibile i gusti e gli interessi dei piccoli, privilegiando racconti che siano adeguati alle loro capacità di comprensione e competenze. A ogni modo, è sempre utile farsi consigliare da un libraio o un bibliotecario.
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I consigli di Francesca
In molte occasioni abbiamo parlato di rituali del sonno, ovvero di quei momenti che devono scandire il tempo della sera e che possono aiutare i bambini ad addormentarsi serenamente. Fra i tanti, la lettura di una storia, a mio avviso, ha una valenza emozionale molto potente
COME SI LEGGE UNA STORIA I bambini sono coinvolti non solo dalla trama, ma soprattutto dalla voce narrante e dalla sua capacità di trasmettere emozioni. Leggere una storia al proprio figlio, quindi, deve essere un momento piacevole per entrambi. Di conseguenza, se si è poco motivati, meglio rimandare a un altro momento. Direi che una lettura partecipata, fatta da un narratore che si lascia coinvolgere e che mostra entusiasmo, è la strategia migliore. E poi, farsi trasportare da una storia significa anche tornare un po’ bambini e dare vita alla nostra memoria emozionale.
e? Il momento miglior Sicuramente quello che precede la nanna, ma non solo. Un pomeriggio piovoso in casa, la domenica mattina nel lettne. Anche un viaggio in auto può diventare piacevole e meno stancante ascoltando un cd di fiabe. Ogni momento, se c’è il desiderio, è quello giusto. Ricordiamo, però, di spegnere la televisione e di eliminare tutti i possibili elementi di distrazione. Siete solo voi e il vostro bambino, entrate nella storia e chiudete fuori il mondo.
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E il posto giusto? Anche l’ambiente è importante. Scegliete un luogo intimo e accogliente e prendete tra le braccia il bambino. Non solo la voce creerà l’atmosfera, ma anche il contatto fisico contribuirà a concentravi gli uni sugli altri. Una coperta che vi avvolge e una luce soffusa faranno il resto.