INDICE PREMESSA ................................................................ ................................................................................................ .......................................................................................... .......................................................... 2 Committenza ed importo delle opere ................................................................ ................................................................................ ................................................ 3 I soggetti coinvolti coinvolti nella progettazione e nella direzione dell’intervento .............................. 3 LA COSTRUZIONE DEL PROGETTO ................................................................ .................................................................................... .................................................... 3 Gli strumenti per il progetto ................................................................ ............................................................................................... ............................................................... 3 L'OGGETTO DI INTERVENTO ................................................................ ............................................................................................... ............................................................... 4 La ex chiesa: alcune indicazioni storiche ................................................................ ........................................................................... ........................................... 4 Precedenti interventi sulle superfici intonacate ed affrescate ............................................. ............................................. 5 Asportazioni e dispersioni di fine ‘800 .............................................................................................. 5 Gli interventi del 1959/1960 e del 1989............................................................................................. 6 Gli interventi dal 2007 al 2015 ........................................................................................................... 7
Estensione e collocazione ................................................................ ................................................................................................ ................................................................ 8 Analisi materica e del degrado ................................................................ .......................................................................................... .......................................................... 9 Le superfici affrescate ....................................................................................................................... 9 Le superfici intonacate .................................................................................................................... 10 Le murature a vista e gli elementi lapidei scolpiti ........................................................................... 11
IL PROGETTO DI INTERVENTO ................................................................ .......................................................................................... .......................................................... 12 Interventi previsti ................................................................ ................................................................................................ ............................................................................. ............................................. 12 Modalità di esecuzione dei lavori e problematiche connesse all’esecuzione delle opere . 12 CRONOPROGRAMMA ................................................................ ................................................................................................ ....................................................................... ....................................... 13 DEFINIZIONE DELL’IMPORTO DEI LAVORI ................................................................ ........................................................................ ........................................ 13 Modalità di preventivazione dell’importo delle opere ....................................................... ....................................................... 13 Quadro economico ................................................................ ................................................................................................ ......................................................................... ......................................... 14
PREMESSA Il complessivo restauro, iniziato con la progettazione nel 2006, è stato pianificato ed eseguito tramite una serie di interventi volti alla riqualificazione funzionale e tecnologica della ex chiesa del complesso monastico degli agostiniani, destinando l'edificio a spazio per manifestazioni culturali ed aula magna dell'Università degli Studi di Bergamo, con una capienza di 600 persone. I cantieri di restauro che si sono susseguiti hanno riguardato la conservazione della facciata, realizzata in pietra arenaria e la sistemazione del manto di copertura (maggio 2010/ giugno 2011), la messa in sicurezza delle superfici intonacate ed affrescate (aprile 2007/maggio 2008) e due campagne di scavo archeologico interno all’aula (luglio 2007/ottobre 2010), propedeutiche all’adeguamento impiantistico (2014-2015), che ha dotato la chiesa di un impianto di riscaldamento a pannelli radianti posizionati a pavimento ed un sistema di trattamento dell’aria. Con l’ultimo intervento, realizzato grazie alla convenzione tra il Comune di Bergamo e l’Università degli Studi di Bergamo, la chiesa è stata infine completata con un sistema di illuminazione studiato appositamente in relazione all’architettura, un palco attrezzato, 504 sedute in pelle, uno schermo a scomparsa con risalita dal basso, cabine per la traduzione simultanea e un videoproiettore da 20.000 ansilumen. Sebbene siano già state oggetto di intervento la sagrestia, la III campata nord e la I campata sud, rimangono da completarsi ancora i restauri di gran parte delle superfici intonacate ed affrescate. Il presente progetto di «RESTAURO RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELL'EX CHIESA DI SANT'AGOSTINO, LATO NORD», NORD inserendosi nel più ampio programma di recupero della chiesa e usufruendo del finanziamento ottenuto con Art Bonus, prevede il restauro di una parte degli intonaci, intonaci affrescati o decorati, murature ed elementi lapidei delle superfici del lato interno settentrionale. In dettaglio è previsto il restauro delle campate nord, dalla IV all’VIII, e la messa in sicurezza di alcune parti della I campata nord: Interno della ex chiesa di Sant’Agostino, lato nord
I campata
II campata
III campata
Localizzati interventi Restauro di messa in Nessun restauro eseguito nel sicurezza previsti nel previsto 2010 presente progetto
IV campata
V campata
VI campata
VII campata a campat
Restauro previsto nel presente progetto
VIII campata
Altare maggiore Nessun restauro previsto
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Committenza ed importo delle opere opere Committente delle opere è il Comune di Bergamo, proprietario dell’edificio dal 1955. Il costo dell’intero intervento è corrispondente all’importo di euro 420.000,00. 420.000,00 L’importo stimato a base d’appalto dei lavori oggetto di progettazione ammonta ad euro 282 282.000,00 di cui euro 29. 29.891,82 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. I soggetti coinvolti nella progettazione e nella direzione dell’intervento La progettazione definitiva ed esecutiva, comprensiva di prestazioni accessorie preliminari, la Direzione dei Lavori e la contabilità è stata affidata al sottoscritto BSA Studio di architettura (Amedeo Bellini Marcello Sita e Associati studio di architettura). Le prestazioni di redazione delle schede tecniche di cui all’art. 147 del D.Lgs 50/16 e la direzione operativa è stata affidata allo Studio di restauro di Federica Battaglia. Le prestazioni di Coordinamento per la Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione è stata affidata al Geom. Pierangelo Dolci.
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L’interno della ex chiesa di Sant’Agostino Sant’Agostino al termine degli interventi di restauro del 20142014-2015
LA COSTRUZIONE DEL PROGETTO PROGETTO Gli strumenti per il progetto Sebbene nella fase di progettazione siano coinvolti differenti soggetti, si è optato per redigere un’unica ed organica documentazione documentazione progettuale, progettuale coordinando le singole specifiche prestazioni e raccogliendole in un unico prodotto finale.
Nel rispetto delle richieste definite dall'incarico, quindi, si distinguono gli ELABORATI GRAFICI e le RELAZIONI. RELAZIONI I primi destinati: • all'analisi dimensionale dell'oggetto di intervento [Tavole Tavole sezione A]; A • alla rappresentazione dell’analisi dei fenomeni di degrado e delle indicazioni di intervento [Tavole Tavole sezione B]; B • alla rappresentazione della planimetria di cantiere e dello schema dei ponteggi [T Tavole sezione C]. C Le seconde, ad esse complementari e destinate: • all’illustrazione generale del progetto, all’illustrazione dettagliata delle sue modalità di realizzazione e dei costi; • al piano di sicurezza e coordinamento. L'OGGETTO DI INTERVENTO INTERVENTO La ex chiesa: alcune alcune indicazioni storiche Il primo nucleo insediativo altomedievale è stato rinvenuto all’estremità ovest dell’aula, in prossimità della facciata sino a circa metà dell’attuale navata: la livellazione del terreno e un sistema di terrazzamenti permisero l’edificazione del piccolo edificio religioso titolato ai SS. Filippo e Giacomo; altri manufatti proseguirebbero al di sotto del sagrato, che non è stato interessato dalle indagini archeologiche. Le fonti riportano che il primo giorno dell’anno 1290 venne posata la prima pietra della chiesa ad aula del monastero dei Padri Eremitani e presumibilmente l’antico oratorio continuò a svolgere la sua funzione durante il cantiere della nuova chiesa, che nel 1347 il Vescovo Bernardo Bernardi consacrò, ormai ultimata, intitolandola ai SS. Giacomo e Filippo e Agostino. L’impianto planimetrico è a tutt’oggi ben percepibile: un’unica aula rettangolare terminava a est con le tre cappelle quadrangolari e aveva lunghi muri perimetrali in pietra ai quali si addossavano pilastri di forma quadrangolare, scandendo lo spazio in otto campate divise a metà da un diaframma architettonico (il poggiolo demolito a metà del ‘500) che separava la zona riservata ai religiosi da quella a uso dei fedeli. Con l’arrivo degli Osservanti Agostiniani, dalla seconda metà del XV secolo sino alla metà del XVIII, la chiesa subì numerose ed importanti trasformazioni: il rinnovamento della facciata con l’inserimento di due grandi quadrifore, il completamento del tetto, il livellamento dell’area meridionale e il susseguirsi di cantieri per la realizzazione di cappelle gentilizie che plasticamente hanno modellato i muri perimetrali, trasformandone la spazialità, talvolta cancellando talvolta solamente celando l’antica decorazione pittorica sostituita da un complesso di fastosi affreschi che la caratterizzano organicamente, anche se realizzati in tempi differenti. Sconsacrata, spogliata e violata nelle sepolture con l’arrivo delle truppe francesi prima (1796) e austriache poi (inizio XIX sec.), la chiesa e il convento divennero caserma sino all’acquisizione nel 1955 da parte del Comune di Bergamo.
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Precedenti interventi sulle superfici intonacate ed affrescate Asportazioni e dispersioni di fine ‘800 La mappatura degli affreschi ha consentito non solo di riconoscere le tracce di quegli strappi già noti e segnalati dalla bibliografia ma anche di ipotizzarne altri. Tali teorie, basate sull’analisi materiale, sono sostenute dai dati emersi dalla ricerca storico archivistica che ha evidenziato nella sistematica rimozione degli apparati decorativi una forma di tutela, frequentemente adottata nella seconda metà dell’ottocento: durante i lavori eseguiti dall’Amministrazione Militare all’interno della chiesa per adibirla ad uso di dormitorio (costruzione delle tramezze e dell’impalcato che consentiranno di ottimizzare l’uso in altezza del grande locale) e come già avvenuto nel 1877 per alcune lapidi sepolcrali, nel 1881 venne ordinato lo strappo e il trasferimento di una trentina di affreschi al fine di preservarli. Sebbene manchi una lista dettagliata di quanto venne asportato, l’incrocio delle due fonti di conoscenza permette, ad oggi, di stilare il seguente elenco, ove sono evidenziati in grigio gli strappi già illustrati in letteratura: 1 2 3 4 5
PROVENIENZA Cappella 01 sud Cappella 03 sud Cappella 06 sud Cappella 06 sud Cappella 01 est
6 7
Cappella 01 est Cappella 03 est
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Cappella 04 nord
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Cappella 04 nord
10 V pilastro sud 11 V pilastro sud 12 VII pilastro sud
SOGGETTO Santo Monaco Santo Vescovo Vergine in Trono Santa Scolastica e San Benedetto Evangelisti e Allegorie delle Virtù secolo XV, II metà, già attribuito all’ambiente degli Zavattari Già segnalati (c.f.r. I pittori bergamaschi, Il Quattrocento, I, 101/5) Apostoli Scene di storia agostiniana secolo XVI metà, definito di scuola Bergamasca già segnalato (Rossi, 34/D892) come strappo eseguito da Antonio Zanchi nel 1881 San Sebastiano a mezza figura Secolo XVI, II metà, attribuito a Bernardo Lanfranchi già segnalato come strappo ma con diversa indicazione della collocazione originaria (c.f.r. Rossi 34/D893) Quattro angeli suonatori Secolo XVI, II metà, attribuito a Bernardo Lanfranchi già segnalato come strappo ma con diversa indicazione della collocazione originaria (c.f.r. Rossi 34/D894) Santo Vescovo Madonna con Bambino Santo con tunica
Gli strappi relativi alle cappelle oggetto d’intervento sono: sono:
SOPRA: i Quattro angeli suonatori, suonatori, proveniente dalla cappella 04 Nord e attualmente in deposito all’Accademia Carrara (in letteratura letteratura erroneamente attribuito alla cappella III Nord)
A DESTRA: San Sebastiano a mezza figura, figura, anch’esso proveniente dalla cappella 04 Nord e attribuito a Bernardo Lanfranchi
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Gli interventi del 1959/1960 e del 1989 Da quando nel 1955 il Comune di Bergamo diviene proprietario della ex chiesa invece sono state realizzate tre campagne di intervento finalizzato al recupero degli affreschi rinvenuti a seguito della rimozione delle strutture militari. Le prime due, documentate dalle fonti archivistiche, hanno trovato puntuale riscontro nell’analisi e successiva mappatura delle unità iconografiche; l’ultima è stata seguita e diretta, dal 2006 al 2015, dal sottoscritto team di progettazione. Tutta la documentazione a riguardo è stata depositata presso gli uffici comunali e presso gli Enti preposti alla tutela del bene. Per tutte le considerazioni di dettaglio si rimanda alle singole schede tecniche presenti all’interno della IIII-Relazione specialistica allegata al presente progetto. La prima campagna d’intervento sulle superfici decorate della chiesa si riferisce ai restauri documentati negli anni 19501950-1960, 1960 operati da Mauro Pelliccioli. Ha riguardato la globalità delle superfici ed ha previsto: - la stuccatura delle lacune con malta di calce rifinita a scialbo e successivamente integrata a tempera; - l’esecuzione di salvabordi con malta di calce e malte bastarde grigio-bruno.
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L’intervento di restauro di Mandelli in un eloquente “Prima e dopo”
La seconda campagna d’intervento sulle superfici decorate della chiesa si riferisce ai restauri documentati nell’anno 1989, 1989 operati da Andrea Mandelli. Ha riguardato la globalità delle superfici ed ha previsto: - la stuccatura parziale delle martellinature con malta di calce a fine granulometria lavorata a spugna; - l’esecuzione di salvabordi; - l’iniezione di maltine di malte consolidanti (individuabili oggi dai fori di servizio); - l’integrazione pittorica di parte delle stuccature mediante velature o con malta intonata; - la stesura di un consistente strato di resina acrilica del tipo Paraloid B 72.
I due interventi, cui si aggiungono le valutazioni già espresse circa gli strappi di porzioni di intonaco i cui avanzi sono successivamente stati oggetto di restauro, permettono di delineare una situazione estremamente eterogenea. E’ inoltre da evidenziare che la procedura di rimozione meccanica delle scialbature o tinteggiature soprammessi ha prodotto sulla superficie affrescata segni, ovvero piccoli solchi, tuttora visibili. Tale manifestazione, definita nel rilievo come una diffusa abrasione superficiale, viene considerata come forma di degrado antropico, ma al pari dei segni occasionali e spesso vandalici non vorrà essere risolta. Gli esiti di passati interventi di restauro impongono anche di considerare il tema del trattamento della lacuna, precedentemente affrontato con tecniche di ripresa tanto della stesura di intonaco che della resa cromatica. E’ da notare che la consistenza delle malte impiegate per le reintegrazioni appare diversa per i due interventi di restauro e di migliore qualità (ovvero presumibilmente a sola base di calce) per il secondo. Lo stato di conservazione delle velature o spugnature realizzate per ottenere un accordo cromatico con la preesistenza è compromesso in entrambi i casi. Là dove si intendeva risarcire la frammentarietà dell’apparato decorativo e favorire la percezione unitaria dell’immagine attraverso un intervento di accordo cromatico per velatura o spugnatura, oggi si trova accentuata la diversità per effetto di un fenomeno di alterazione cromatica dei toni e delle tinte impiegate. 7
Ugualmente, la stesura di un consistente strato di resina acrilica con cui si intendevano ravvivare i colori degli affreschi ha, nel tempo ed attraverso fenomeni di condensazione, favorito la formazione di patine grigio- brune. Gli interventi dal 2007 al 2015 Nel 2006 la dott.ssa Emanuela Daffra, funzionario responsabile della Soprintendenza, preoccupata dell’incidenza sugli intonaci dei lavori di adeguamento per un utilizzo più intensivo della chiesa, chiedeva di provvedere alla loro messa in sicurezza ed operare per una “…sistematica ricognizione dello stato degli intonaci antichi, decorati e non…”. Ritenendo l’apparato decorativo parte integrante di un unico spazio, connotato dalla complessità e frammentarietà delle testimonianze storiche, si è individuato nel sistema di schedatura, fondato su unità minime d’intervento individuate da codici e definite come singole unità iconografiche organizzate in unità superiori, lo strumento-base per l’istruzione del progetto: un delicato lavoro di rilievo, con difficoltà oggettive quali il difficile accesso di alcune aree o la presenza di frammenti solo apparentemente insignificanti, ha consentito la catalogazione di oltre 120 unità tra le quali stabilire connessioni tecnico-materiche, storicoartistiche, conservative e d’intervento. Un quadro imponente per estensione superficiale (ca.2000 mq di intonaci dipinti e non), temporale (fine XIII-metà XX secolo) ed importanza documentaria ed iconografica. Il sistema ha permesso la progettazione in itinere degli interventi eseguiti, presenti e futuri: oltre alle operazioni conservative di prassi, si sono affrontati e sviluppati i temi del mantenimento degli interventi precedenti, delle lacune in rapporto alle parti intonacate ed in relazione al contesto generale, eseguendo i trattamenti secondo criteri di totale rispetto della complessità
pervenutaci, derivante dalla non coerente origine delle persistenze e, parimenti, dalle mancanze. Su questo indirizzo concettuale si prospetta il futuro recupero delle cappelle dei lati Nord e Sud, del presbiterio e delle cappelle adiacenti, i cui intonaci versano, in molti casi, in uno stato di conservazione assolutamente precario. I recenti cantieri eseguiti hanno riguardato: • 20072007-2008: messa in sicurezza sicurezza della parete dell’arco trionfale e di alcune unità iconografiche delle cappelle. cappelle Intervento eseguito dalla ditta Ars Restauri s.r.l di Tribbia, Bergamo. • 20102010-2011: restauro della cappellacappella-pilota titolata a Sant’Alò (III campata nord). nord) Intervento eseguito dalla ditta Decoart s.r.l., Firenze. • 2015: restauro complessivo della cappella titolata a S.Antonio (I campata sud) e della sagrestia; localizzati interventi di messa in sicurezza di parti che interferivano con le predisposizioni impiantistiche della controfacciata, di alcuni locali del chiostro minore, minore, degli arconi e dei pilastri pilastri. tri Intervento eseguito dalla ditta Studio Restauri Formica s.r.l., Milano, nell’ambito dell’appalto affidato all’Impresa Benis Costruzioni s.r.l., Telgate (Bg).
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Restauro 2015, 2015, la cappella di S.Antonio (I campata sud)
Restauro 2011, la cappella di S.Alò S.Alò (III (III campata nord) nord)
Estensione e collocazione All'interno della ex chiesa di Sant’Agostino, le superfici intonacate, affrescate, decorate e in muratura a vista sono riconoscibili: • lungo tutte le pareti perimetrali; • negli sfondati delle cappelle e relativi sottarchi;
• nei risvolti dei pilastri che reggono gli arconi strutturali e sui quali si imposta la copertura dell'aula; • sugli arconi; • nelle intercapedini murarie presenti là dove si è compiuto il ridisegno di una cappella di minori dimensioni entro le murature d'ambito di una più ampia struttura. In ragione della particolare conformazione dello spazio, in queste intercapedini sono infatti presenti intonaci affrescati e decorati di notevole interesse. Tale peculiarità interessa il fianco settentrionale dell'aula ed in particolare le cappelle identificate come Cappelle 01, 03 e 04 Nord. Tali apparati decorativi sono solo parzialmente rilevabili in ragione della limitata ampiezza dell'intercapedine che impedisce di avvicinarsi e compiere le necessarie operazioni di rilievo. Questo aspetto condiziona inevitabilmente le possibilità di intervento. Il presente progetto prevede di intervenire sulle superfici: - della I campata nord, per complessivi 3,50 mq; - della IV campata nord, per complessivi 129,24 mq; - della V campata nord, per complessivi 123,10 mq; - della VI campata nord, per complessivi 118,91 mq; - della VII campata nord, per complessivi 117,18 mq; - della VIII campata nord, per complessivi 85,34 mq. Analisi materica e del degrado Il rilievo dello stato di conservazione degli intonaci, affrescati e non, presenti all’interno dell’aula della ex chiesa di S. Agostino ha evidenziato una varietà di fenomenologie di degrado. Per l’analisi dettagliata si rimanda alla IIII-Relazione specialistica allegata al presente progetto. Le superfici affrescate Le numerosissime unità iconografiche, già individuate e schedate durante il progetto del 2007 di messa in sicurezza delle superfici intonacate ed affrescate, risalgono a differenti periodi poiché l'apparato decorativo accompagna le vicende edilizie della chiesa, che risulta già esistente nel 1147: dalla fine del XIII secolo, (l'affresco più antico -1290/95- risulta essere l'Ultima Cena presente nella Cappella 03 Est), alla fine del XVIII secolo (è nel 1796 che i padri agostiniani vengono trasferiti nel convento di San Francesco per lasciare il complesso alle truppe francesi). La maggior parte delle decorazioni copre un arco di tempo che va dalla seconda metà del Trecento alla fine del Cinquecento: sono affreschi realizzati dalla volontà di committenze private, talvolta autentici capolavori. In ragione della non coerente e comune vicenda cronologica, gli intonaci presentano fra loro sostanziali diversità dal punto di vista materico: si possono distinguere dalle realizzazioni a buon fresco, alle finiture a mezzo fresco, alle decorazioni a calce. Parte delle fenomenologie di degrado rilevate sull'apparato pittorico sono imputabili in parte alla scarsa e frazionata manutenzione della struttura, in parte ai restauri eseguiti durante le campagne del 1959/60 e del 1989.
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Va anche aggiunto che alcune forme di degrado sono state determinate da problemi di umidità ascendente e discendente che coinvolgono parti del complesso quali le coperture e gli ambienti del chiostro piccolo adiacente al lato nord della chiesa. Le manifestazioni di degrado principali, riscontrate sulle unità iconografiche delle campate settentrionali oggetto del presente intervento di restauro, vengono così sintetizzate e valutate: - la deadesione tra gli strati d’intonaco e tra questi e il supporto murario è diffusa ed interessa la totalità delle superfici, tuttavia sono di più modesta estensione le sbollature ed i sollevamenti; - ugualmente diffusa è la formazione dei depositi superficiali coerenti e perlopiù costituiti da patine grigio-bruno che sono l’esito dell’alterazione dello strato di protettivo per effetto dei fenomeni di condensazione; - le decoesioni e le disgregazioni degli strati superficiali di intonaco nelle forme più gravi ed estese possono essere ascritte a parti più limitate degli intonaci. Il fenomeno è comunque stato individuato in particolare nella cappella 08 sud e nella cappella 03 est, non oggetto del presente restauro; - la presenza di sali si manifesta come criptoefflorescenza o con la formazione di patine biancastre. I conseguenti fenomeni di polverizzazione sono riferibili alla precedente presenza di puntuali infiltrazioni di acqua sia discendente che ascendente o, in alcuni casi, dati dalla composizione delle malte impiegate durante precedenti interventi di restauro; - i quadri fessurativi rilevati sono spesso da riferirsi alle sollecitazioni esercitate dalle murature sui frammenti di intonaco di più modesta dimensione, come ad esempio si rileva nella cappella 01 nord. I fenomeni sono inoltre particolarmente evidenti sugli intonaci più recenti (XIX secolo); - graffi ed incisioni anche di antica data sono rilevabili soprattutto nei registri inferiori. Pur essendo riconoscibili come forma di degrado antropico oggi rappresentano documenti utili alla datazione degli affreschi; - le procedure meccaniche (raschiature) adottate per la rimozione delle scialbature e delle tinteggiature sovrammesse agli intonaci affrescati sono state definite come abrasioni corticali ovunque diffuse. Appartengono a questa stessa categoria di degrado anche le martellinature realizzate per favorire la stesura e l’adesione dei successivi intonaci. Si segnala però che in passato si è intervenuto su di esse con integrazioni ed accordi di tinta che si trovano ora in pessimo stato di conservazione per effetto sia della decoesione delle malte di integrazione, che della alterazione cromatica delle tinte a tempera a volte utilizzate. Le superfici intonacate Le superfici intonacate presenti all'interno della chiesa sono distinguibili secondo due tipi. Il primo raccoglie tutte le superfici che non presentano alcuna decorazione, decorazione qui troviamo ciò che resta degli intonaci che rivestivano l'ambiente durante il suo utilizzo a caserma (fine 1700metà 1900) e le integrazioni a fondo neutro, per lo più in malta bastarda, delle lacune delle parti decorate eseguite durante i restauri degli anni '50. Il secondo comprende invece gli intonaci decorati, decorati prevalentemente osservabili sui setti superiori delle cappelle e sugli arconi. Anche questo strato presenta numerose aree in cui è visibile l'intervento di restauro degli anni '50, realizzato mediante integrazioni di intonaco a fondo bianco e con la riproposizione dei motivi decorativi originari. Spesso quest’ultima
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operazione ha comportato schizzi e colature della tinta impiegata per le ridipinture, largamente rilevata nelle parti sommitali. Le murature a vista e gli elementi lapidei scolpiti Le murature rimaste a vista a seguito della caduta o delle trasformazioni che la chiesa ha subito negli anni, sono: • murature in blocchi lapidei squadrati e lavorati, di arenaria e calcarenite. Si rilevano perlopiÚ in corrispondenza dei pilastri posti a sorreggere gli arconi. I conci sono visibili a causa della caduta e della perdita degli affreschi che lo rivestivano. Lo stato di conservazione di tali superfici appare buono: si riscontrano principalmente diffusi depositi superficiali incoerenti e puntuali depositi coerenti; i giunti sono stati talvolta stilati con malte cementizie. • murature miste, miste composte da blocchi sbozzati di differenti litotipi e laterizi e murature interamente realizzate in laterizio. laterizio Sono prevalentemente tamponamenti di precedenti aperture, interfacce di demolizione, ovvero superfici a vista, risultanti dalla demolizione di strutture addossate (l'intervento di restauro degli anni '50 ha smantellato le sovrastrutture costruite durante l'utilizzo militare della chiesa ) o superfici risultanti dalle modifiche conseguenti al susseguirsi delle vicende edilizie (i lavori tardo ottocenteschi per adibire la chiesa a magazzino militare hanno previsto l'apertura di porte e finestre, tramezzature e la demolizione delle cimase barocche). Lo stato di conservazione di queste murature appare mediocre: oltre a depositi superficiali coerenti e incoerenti, si rileva spesso la mancanza di coesione tra i blocchi e dei giunti, e una diffusa fessurazione dell'apparato murario imputabile alla mancanza di un'apparecchiatura omogenea. • elementi lapidei lapidei scolpiti, individuati nelle basi, nei capitelli delle lesene e nei contorni delle monofore. Tali elementi, per la maggior parte in arenaria grigia, si presentano in un stato di conservazione buono: depositi superficiali incoerenti sono solo puntualmente accompagnati da mancanze di piccole parti di modanato, episodi di degrado antropico dovuti all’uso improprio della chiesa in epoche passate.
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IL PROGETTO DI INTERVENTO Interventi previsti Come per l’analisi materica e del degrado, si rimanda alla IIII-Relazione Relazione specialistica allegata al presente progetto per l’indicazione dettagliata degli interventi. Sinteticamente, i criteri generali d’intervento che si intende adottare sono quelli propri del restauro conservativo, dove viene affidato all’architettura il ruolo di testimonianza specifica legata ad un tempo e, come tale, suscettibile di integrare la successione e la modificazione del proprio stato fisico e semantico nel procedere storico. L’intervento dovrà comprendere questo processo e renderlo riconoscibile insieme alla cognizione di appartenere esso stesso a questa stratificazione di eventi che determinano il valore complessivo delle opere architettoniche. In particolare è a nostro avviso fondamentale intervenire sull’opera con criteri di assoluto rispetto non solo per le parti decorate, ma anche mirando ad evitare di distruggere quei piccoli segni nascosti che documentano una fase, connessioni o discontinuità. Modalità di esecuzione dei lavori e problematiche connesse all’esecuzione delle opere Per l’esecuzione delle opere di restauro delle superfici delle campate nord interne della ex chiesa di Sant’Agostino, si renderà necessario allestire dei ponteggi che permettano di svolgere in completa sicurezza le lavorazioni. Il progetto esecutivo dettaglia, con la planimetria di cantiere allegata al P.S.C. e lo schema delle opere provvisionali, l’ingombro di tali opere. In merito all’esecuzione dei lavori gli stessi procederanno dal basso verso l’alto, secondo il seguente programma: • messa in sicurezza delle superfici della cappella 01 Nord, da eseguirsi con trabattello; • allestimento delle opere provvisionali e dei ponteggi delle campate VII e VIII; • esecuzione degli interventi restauro; • smontaggio delle opere provvisionali e dei ponteggi delle campate VII e VIII; • allestimento delle opere provvisionali e dei ponteggi delle campate IV, V e VI; • esecuzione degli interventi restauro; • smontaggio delle opere provvisionali e dei ponteggi delle campate IV, V e VI; Non si rilevano particolari condizioni e problematiche connesse all’esecuzione dei lavori, sebbene preme segnalare che durante i restauri l’aula sarà in uso, per lezioni e convegni, all’Università degli Studi di Bergamo, per cui: - le opere provvisionali dovranno essere allestite in modo da garantire il passaggio minimo netto di 1,20 mt per la via di fuga lungo il lato nord; - il ponteggio dell’VIII campata dovrà essere realizzato in modo da lasciare libera l’uscita di sicurezza verso il chiostro minore; - proiettori, telecamere e i ripetitori per la traduzione simultanea dovranno essere smontati, collocati esternamente al ponteggio e ricollocati nella posizione originaria al termine dei lavori;
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la cassa audio presente in cappella 07 Nord, non potendo essere spostata, dovrà essere opportunamente protetta durante le operazioni di restauro, mentre una cassa audio di supporto dovrà essere temporaneamente collocata all’esterno del ponteggio; le opere provvisionali dovranno essere montate e smontate durante il periodo di non attività dell’aula, assicurandosi che nessun non addetto ai lavori possa interferire con le operazioni di allestimento; i lavori in cappella 01 Nord dovranno essere eseguiti durante il periodo di non attività dell’aula, concordando le tempistiche con i referenti dell’Università.
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CRONOPROGRAMMA RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELL'EX CHIESA DI SANT'AGOSTINO - LATO NORD,"ArtBonus" CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI - RAFFRONTO PROGETTO - ESECUZIONE GIUGNO 2018
LUGLIO 2018
AGOSTO 2018
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19
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12 12
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1
FASE
MAGGIO 2018
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131
APRILE 2018
allestimento generale del cantiere verifica documentazione
01
allestimento cantiere montaggio dei ponteggi ingresso 01, cappella 07 montaggio dei ponteggi cappelle 04, 05 e 06 nord restauro superfici intonacate intonaci affrescati e decorati dell'ingresso 01 intonaci affrescati e decorati della cappella 07 nord
02
intonaci affrescati e decorati della cappella 06 nord intonaci affrescati e decorati della cappella 05 nord intonaci affrescati e decorati della cappella 04 nord messa in sicurezza degli intonaci della cappella 01 nord collaudi e smontaggio cantiere
03
smontaggio ponteggi ingresso 01, cappella 07nord
APRILE 2018
MAGGIO 2018
GIUGNO 2018
LUGLIO 2018
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smontaggio ponteggi cappelle 04, 05 e 06 nord
AGOSTO 2018
Si veda l’allegato al PSC in scala opportuna.
Per l’esecuzione delle opere previste dal progetto si prevedono 131 giorni naturali e consecutivi. Si prevede di realizzare: - gli interventi di messa in sicurezza della cappella 01 Nord, per i quali si prevede una durata di circa una settimana; - contemporaneamente gli interventi di restauro della VII e VIII campata, per i quali si prevede una durata di circa due mesi; - contemporaneamente gli interventi di restauro della IV, V e VI campata, per i quali si prevede una durata di circa due mesi. DEFINIZIONE DELL’IMPORTO DELL’IMPORTO DEI LAVORI Modalità di preventivazione dell’importo delle opere Le risorse economiche da impiegare per i lavori di RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELL'EX CHIESA DI SANT'AGOSTINO, LATO NORD sono state predefinite dalla Amministrazione Comunale in €.420.000,00 di importo complessivo di cui euro 282.000,00 per lavori. Per poter definire in maniera attendibile i costi dell’intervento si è proceduto cercato di definire dettagliatamente tutti gli interventi di restauro sia dal punto di vista dell’applicazione tecnica, che da quello della sua quantificazione economica. Essendo stata riscontrata una relativa difficoltà nel reperire dai listini ufficiali dei prezzi applicabili in casi specifici, si è scelto di formulare parte di questi mediante la richiesta di informazioni e di offerte dettagliate a ditte specializzate (ad esempio opere provvisionali). In altri casi sono stati composti sulla base di una valutazione analitica dei materiali e della manodopera da impiegare. Gli importi unitari sono stati poi applicati alle quantità desunte dal rilievo geometrico a disposizione e durante i sopralluoghi.
13
Quadro economico QUADRO ECONOMICO PROGETTO DEFINITIVO-ESECUTIVO RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELL'EX CHIESA DI SANT'AGOSTINO - LATO NORD
a) LAVORI
Restauro delle superfici affrescate e degli intonaci Ingresso 01 Nord (VIII campata nord)
€.
38 490,65
Cappella 07 Nord (VII campata nord)
€.
48 579,34
Cappella 06 Nord (VI campata nord)
€.
52 418,90
Cappella 05 Nord (V campata nord)
€.
50 303,45
Cappella 04 Nord (IV campata nord)
€.
60 227,57
Cappella 01 Nord (I campata nord)
€.
2 088,27
Opere provvisionali e allestimento cantiere
€.
29 891,82
sommano €. di cui per oneri della sicurezza non sottoposti a ribasso
€.
di cui per lavori
€. totale €.
29 891,82 252 108,18 282 000,00
1)Lavori in economia o lavori previsti in progetto ed esclusi dall'appalto
€.
,00
2) analisi e indagini diagnostiche
€.
22 000,00
3) allacciamenti ai pubblici servizi
€.
,00
4) imprevisti, stimati nella misura del 5% circa sull'importo lavori
€.
14 100,00
5) acquisizioni aree o immobili
€.
,00
6) accantonamento di cui all'art. 133, commi 3 e comma 4 del codice;
€.
,00
7a) spese tecniche relative a prestazioni accessorie preliminari, alla progettazione, alla direzione lavori, misura e contabilità, compreso i costi per l’elaborazione del consuntivo scientifico previsto per i beni del patrimonio culturale (art. 102 comma 9 D.lgs. 50/2016), escluse le prestazioni specialistiche di cui all'art. 147 del D.lgs 50/2016 ed escluso il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione. b) SOMME A DISPOSIZIONE
282 000,00
7b) spese tecniche relative a prestazioni prestazioni specialistiche di cui all'art.147 del D.Lgs 50/2016 7c) spese tecniche relative al coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione 8) Incentivi, spese per attività di consulenza e di supporto - coordinamento responsabile del procedimento 2% dell'importo delle opere (art. 113 comma 2 D.lgs. 50/2016) 9) Eventuali spese per commissioni giudicatrici (art. 77 comma 10 Dlgs 50/2016) 10) Spese per pubblicità e, ove previsto, per opere artistiche 11) spese per accertamenti di laboratorio e verifiche tecniche previste dal capitolato speciale d'appalto, collaudo tecnico amministrativo, collaudo statico ed altri eventuali collaudi specialistici, al lordo di IVA ed eventuali contributi previdenziali (art. 111 comma 1-bis D.lgs. 50/2016) 12) I.V.A. sui lavori (10 %) ed eventuali altre imposte 13a) I.V.A. sulle spese tecniche di progettazione e DL (22%) e contributi previdenziali (4%) - rif 7a) 13b) I.V.A. sulle spese tecniche prestazioni specialistiche art 147 (22%) - rif 7b) 13c) I.V.A. sulle spese tecniche per coordinamento della sicurezza (22%) e contributi previdenziali (4%) - rif 7c) 14) arrotondamento tot. TOTALE COSTO COMPLESSIVO
14
€.
34 000,00
€.
6 000,00
€.
7 000,00
€. €. €.
5 640,00 3 000,00 ,00
€.
5 327,09
€.
28 200,00
€.
9 139,20
€.
1 320,00
€.
1 881,60
€.
392,11
€.
138 000,00
€.
420 000,00