COMUNE DI BERGAMO
Riqualificazione strade, scalette, piazze, percorsi pedonali in Città Alta anno 2017 - opere di manutenzione straordinaria N° PTLP 2017-44 Piazza Duomo - scaletta dello Scorlazzone
RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO Il progetto prevede la riqualificazione contemporanea della pavimentazione completa di Piazza Duomo (circa mq. 900) e delle parti più ammalorate (circa ml.200), con integrazione impiantistica, della scaletta dello Scorlazzone. I due siti sono distanti tra loro circa km.2, ma l’affidamento delle opere è oggetto di un unico appalto a misura da concludersi in 140 gg. complessivi. Lavorando in ambito di centro storico gli automezzi mezzi devono essere di categoria N1 con massa massima non superiore a t.3,5 con orari prestabiliti di transito. PIAZZA DUOMO Il progetto di manutenzione di Piazza Duomo, si vuole porre in continuità rispetto ai recenti lavori che hanno avuto come oggetto la risistemazione della pavimentazione dell’adiacente Piazza Giuliani svolti dall’ Amministrazione Comunale, ricercando una continuità formale attraverso il buono stato della pavimentazione. Il progetto prevede la ripavimentazione completa della piazza, costituita da riquadri in acciottolato con percorsi in lastre di pietra di Sarnico a forte spessore; sarà aggiunta una platea di sottofondo, spessore cm.20 doppiamente armata, atta a sopportare i carichi pesanti cui periodicamente è sottoposta la piazza. Per i materiali è previsto il riutilizzo del 65% dei ciottoli esistenti ed il 50% delle lastre di Sarnico esistenti. Non è previsto alcuna implementazione della dotazione dei sottoservizi della piazza, ora limitati alle condutture di scolo in alcuni casi quasi affioranti, da preservare. Va inoltre considerato l’ingente afflusso devozionale e turistico ai luoghi prospicienti la piazza, concentrato nei giorni festivi e culminante nella processione di Sant’Alessandro, patrono cittadino, del 26 agosto: il cantiere quindi dovrà essere suddiviso in lotti per consentire sempre l’accesso ai monumenti ed agli edifici religiosi che sono disimpegnati dalla piazza. PIAZZA DUOMO – Saggi Archeologici In base a ricerche d’archivio ed a passati ritrovamenti, si sottolinea il particolare valore archeologico dell’area, probabile sede dell’antico foro romano e di successive costruzioni medievali collegate alla chiesa di San Vincenzo, poi sostituita dal Duomo. Gli studiosi hanno potuto localizzare i principali elementi dell’antica organizzazione urbana: in particolare l’area dell’attuale Piazza Duomo si ipotizza facesse parte del nucleo cittadino romano. I passati ritrovamenti archeologici del Palazzo del Podestà, così come gli scavi sotto il Duomo e nella zona della Cappella di Santa Croce, collocano le strutture di età romana a circa due metri sotto il livello di Piazza Duomo, e quelle medioevali quasi affioranti. Per la sola area di Piazza Duomo in via preliminare alla fase di cantiere, sono
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previsti due saggi archeologici eseguiti da personale qualificato dalla Soprintendenza dei beni archeologici in due punti diversi ed in precedenza stabiliti. I singoli saggi in trincea avranno un’area di 1,5 mq x 1,5 mq ciascuno e si attesteranno ad una quota di scavo di – 1.40 m. Inoltre, l’attività di sbancamento per l’esecuzione del progetto verrà eseguita da parte dell’impresa esecutrice tramite macchina escavatrice dotata di benna liscia e l’intera operazione sarà supervisionata dalla presenza di un archeologo.
SALITA DELLO SCORLAZZONE Il progetto prevede una pluralità di interventi, per la sistemazione del percorso e specificatamente della parte non carrabile della salita. Essendo l’area d’intervento una salita che si inerpica lungo il crinale collinare, il cantiere sarà organizzato per fasi con diverse configurazioni a seconda dellelavorazioni da eseguire. Le opere per i lavori in animo prevedono l’esecuzione partendo dalla via Sudorno secondo il seguente sviluppo: • Layout cantiere 1 e 2 (interventi A-B-C) : sostituzione del selciato esistente e delle parti lapidee (paracarri e lastre di coronamento) dello scivolo iniziale che si innesta via Sudorno; • Layout cantiere 3 (interventi D-E-L) : sostituzione dei gradini della scalinata, con alzate in pietra di Sarnico e pedate in acciottolato, ed il contestuale l’interramento di tubo vuoto e pozzetti predisposti per la sostituzione della linea elettrica dell’illuminazione pubblica. Durante questa fase, verrà completato tramite un intervento di cuci-scuci il muro perimetrale nei punti in cui si presenta ammalorato; • Layout cantiere 4 (interventi I) : la ricostruzione con il metodo del “cuci e scuci” delle parti di murature controterra ammalorate o spancianti lungo il percorso. • Layout cantiere 5 (interventi F) : l’apertura di archetti nel parapetto per il deflusso dell’acqua meteorica e mitigazione dell’effetto torrente nei giorni di pioggia; • Layout cantiere 6 (interventi G-H-L) : la parziale sostituzione di parti di selciato in pietra di Credaro, sempre per interramento linea di illuminazione in lungo il muro a valle di perimetrazione della salita; Il progettista arch. Matteo Invernizzi
Bergamo, 20 novembre 2017
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Area d’intervento A Piazza Duomo
1. Premessa Dallo studio di fattibilità ambientale redatto dal settore “LL.PP. Strade e Parcheggi” del Comune di Bergamo si evincono bisogni, obiettivi e caratteristiche funzionali-tecniche riguardo allo stato di fatto della pavimentazione di piazza del Duomo. Pur trattandosi di due diversi contesti nel sistema urbano di Città Alta, si evidenziano elementi comuni quali: - bisogni da soddisfare: eliminazione del pericolo costituito dal diffuso dissesto degli elementi lapidei presenti. - obiettivi dell’intervento: miglioramento dell’accessibilità tramite manutenzione straordinaria della pavimentazione oggetto di degrado. - caratteristiche dell’opera: essendo i luoghi di notevole rilevanza monumentale, la tipologia dell’opera dovrà avere caratteristiche geometriche e materiche analoghe all’esistente senza comprometterne l’identità e la riconoscibilità. 2.
Metodo d’intervento
Considerati i vincoli storico-monumentali cogenti, il lavoro di manutenzione e ripristino della pavimentazione è iniziato da un’analisi dello stato di fatto esistente basatosi su di un rilievo fotografico preliminare in situ, ed in un secondo tempo un rilievo digitale tramite laser-scanner, con relativa restituzione grafica. Questo, ha consentito di avere un quadro complessivo delle problematiche ed una mappatura delle forme di degrado e d’usura presenti nelle varie porzioni della pavimentazione, operazione ripetuta sia per quanto riguarda piazza del Duomo, che la salita dello Scorlazzone. Una visione d’insieme e delle problematiche in generale è risultata necessaria per programmare ed ottimizzare le risorse a disposizione per i lavori. La genesi dell’intervento manutentivo si inquadra quindi, in un ripristino dello stato di fatto conservando le caratteristiche materiche e geometriche, operando in maniera puntuale solamente dove si è registrato un importante stato di alterazione o di degrado. Si definisce alterazione una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo, mentre con il termine degrado si indica una modificazione che implica sempre un peggioramento delle stesse.
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3.
Piazza Duomo 3.1 Inquadramento urbano La piazza del Duomo risulta essere il nucleo storico originario di Bergamo, collocato appunto al centro di Città Alta e tuttora sede dei principali monumenti della città. Sulla piazza affacciano per l’appunto il Duomo stesso, la basilica di Santa Maria Maggiore, il Vescovado con il Battistero ed il Palazzo della Ragione. Tali immobili sono vincolati secondo il D.LGS. 42/04 “Codice beni culturali e paesaggio”, così come le loro pertinenze insistenti direttamente sulla Piazza (scale di accesso alla basilica di Santa Maria Maggiore, area di accesso alla Cappella Colleoni e al Battistero). Il D.M. 04.01.1957 pubblicato sulla G.U. 14 del 16.01.1957 riporta la “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona comprendente la città alta e la fascia verde attorno alle mura venete, sita nell’ambito del comune di Bergamo” in cui Piazza Duomo risulta integralmente inserita, riconoscendo “…che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché oltre a costituire, con le sue antiche chiese, campanili e case e con la vegetazione che corona le mura, un complesso avente valore estetico e tradizionale, nonché un quadro naturale di non comune bellezza panoramica, offre dei punti di vista accessibili al pubblico dai quali di può godere lo spettacolo di quelle bellezze e della città sottostante” col proposito di protezione delle bellezze naturali espresso dalla Legge n°1497 del 29 giugno 1939. Considerato che non sono previsti interventi su immobili e loro pertinenze insistenti sulla piazza, e considerato che le opere di manutenzione in oggetto riguardanti l’intera superficie della piazza concorrono a mettere in risalto il valore estetico e tradizionale dell’area nel pieno rispetto del proposito del vincolo presente, non sussistono ulteriori elementi ad interdizione degli interventi specificati in seguito. Procedendo in ultimo ad un’analisi dei flussi insistenti sull’area in oggetto, il transito si limita alla sola fruizione pedonale, in massima parte proveniente da Piazza Vecchia e diretta Ortofoto Piazza Duomo con individuazione dell'area principalmente alla basilica di Santa Maria oggetto di intervento Maggiore e al Duomo, mentre risulta minoritaria la circolazione da/a Piazza Giuliani. Si può pertanto affermare che verosimilmente questi flussi si concentrano lungo le direttrici lastricate di piazza Duomo, analizzate in seguito. 3.2 Analisi storica Piazza del Duomo si può definire la piazza di Bergamo, tale sin dalla fondazione. Il perimetro della piazza è infatti consolidato da tempo antico, anzi, essendo molto probabile parte del Foro di epoca romana si può affermare che la dimensione di spazio pubblico ne è l’autentico genius loci. Gli edifici che costituiscono il perimetro sono in primis il Duomo di Bergamo, da cui il nome stesso della piazza, la basilica di Santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni, il Vescovado con il Battistero, originariamente localizzato all’interno della stessa basilica di Santa Maria Maggiore, ed il Palazzo della Ragione. Circa il forte legame della piazza con la cattedrale basti ricordare che, al tempo in cui la stessa era dedicata a San Vincenzo, la piazza stessa era chiamata platea parva Sancti Vincentii. La presenza nella stessa piazza di due importanti chiese, Duomo e Santa Maria Maggiore, che testimonianze risalenti all’alto medioevo ancora ricordano legate dall’alternanza delle liturgie estive ed invernali, si spiega con la tipologia dei duomi doppi sul modello di Aquileia, dove l’articolazione
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degli spazi riservati ai battezzati ed ai battezzandi enfatizzava il cammino catecumenale delle prime comunità cristiane. Il Palazzo della Ragione completa la piazza. Tratteggiata la genesi della piazza, si vuole ora portare l’attenzione sulla pavimentazione, oggetto della proposta di rifacimento. Per ciò che concerne i percorsi lastricati, il rivestimento attuale è realizzato in arenaria di Sarnico dal tipico colore grigio. L’orditura ortogonale delle direttrici lastricate descrive le principali linee di flusso per la fruizione della piazza e al contempo delinea le aree di integrazione in acciottolato. Riguardo alla datazione, in assenza di testimonianze certe, la documentazione iconografica reperita permette una verosimile collocazione coeva degli Incisione Piazza Duomo – Giuseppe Berlendis (1843) interventi di cui sopra durante la seconda metà del XIX secolo. In effetti nell’incisione del 1843 sono già presenti i percorsi lastricati ma il confine ovest della piazza è determinato dal cortile del palazzo vescovile. Con interventi successivi, in primis
Xilografia della facciata del Duomo tratta da “La Patria. Geografia dell’Italia” (1898)
Fotografia della facciata di Santa Maria Maggiore e Cappella Colleoni tratta dalla Raccolta Fornoni (1901)
lo spostamento del Battistero dall’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore al sito esterno attuale (1898), la pavimentazione della piazza subisce temporanee modifiche. Lo stato definitivo odierno viene evidenziato invece nell’immagine del 1901, grazie alla quale è lecito supporre che diffusi interventi, riferibili in particolar modo alle aree in acciottolato e ai percorsi lastricati della zona Ovest della piazza, siano stati realizzati proprio in occasione dello spostamento del Battistero nel sito attuale nel 1898 ovvero, con evidenza documentale, negli anni a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
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3.3 Analisi dei luoghi e del degrado Il perimetro oggetto di manutenzione straordinaria, ha un’estensione di circa 1.100 mq e la pavimentazione è caratterizzata da due differenti tipologie di finitura, campi in acciottolato di fiume posato su un letto di sabbia e cemento (A), e percorsi pedonali in lastre di pietra di arenaria (L), originariamente posate a correre.
Planimetria Piazza Duomo:
(A) porzioni di pavimentazione in acciottolato di fiume (L) porzioni di pavimentazione in lastre di arenaria
Secondo le Raccomandazioni NorMal – 1/88 Alterazioni macrospiche dei materiali lapidei : lessico, CNR – ICR 1990, Roma si è elaborata una diagnosi dei fenomeni di degrado presenti sulla pavimentazione di Piazza del Duomo. Per la porzione di acciottolato di fiume, si sono registrate situazioni di degrado più o meno gravi, riconducibili a: - distacco, situazione di discontinuità tra strati superficiali del materiale, tra loro ed il loro substrato. - polverizzazione, decoesione che si manifesta con la caduta spontanea del materiale sottoforma di polvere o granuli. - fratturazione, degradazione che comporta lo spostamento reciproco delle parti. - disgregazione, distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. - presenza di vegetazione, locuzione impiegata quando vi è un attacco di organismi autotrofi, nel caso specifico di piccole piante superiori ed erbetta a tratti.
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Inoltre per evitare l’acuirsi del fenomeno della fratturazione, negli anni si sono eseguiti la presenza d’interventi manutentivi di riparazione e di stuccatura a base cementizia all’interno della tessitura dell’acciottolato che ne compromettono l’integrità formale.
Degrado ed alterazioni per le porzioni della pavimentazione in acciottolato di fiume. Da sin a dx – Rattoppi manutentivi a base cementizia, fratturazioni e mancanze, presenza di vegetazione
Per quanto riguarda l’area interessata dalla pavimentazione in lastre di arenaria, si sono riscontrate puntuali e localizzate porzioni significativamente compromesse, per cui le principali forme di degrado presenti sono: - disgregazione, distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. - fratturazione, degradazione che comporta lo spostamento reciproco delle parti. - scagliatura, degradazione che si manifesta col distacco totale o parziale di parti (scaglie) spesso in corrispondenza di soluzione di continuità originarie. - erosione, asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa.
Degrado per le porzioni della pavimentazione in lastre di arenaria. Da sin a dx –Porzioni di pavimentazione soggette a fratturazioni, scagliature ed erosioni.
Una parte delle lastre in arenaria si presentano in buone condizioni senza importanti segni di degrado; dove possibile, per questa tipologia di pietre, si prevede il riutilizzo e la riposa in situ dopo averle sottoposte a pulitura e trattamento idrorepellente. Durante la fase di rilievo sono state individuate alcune lastre che sono state posate in seguito a recenti interventi manutentivi, e che si prevede di sostituire con elementi in pietra di arenaria.
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Presenza puntuale di lastre posate in precedenti manutenzione di diversa natura materica (pietra in granito nella foto)
3.4 Sottoservizi esistenti ed esigenze per future realizzazioni Il rilievo delle reti di sottoservizi esistenti ha permesso l’individuazione di un sistema di smaltimento delle acque piovane suddiviso in n°3 rami secondari a collegamento dei pozzetti presenti sull’intera area in oggetto, afferenti al reticolo principale di Piazza Vecchia-Via Gombito (vedi planimetria sottostante). Si è determinato inoltre la presenza di un singolo tratto di distribuzione idrica proveniente da Piazza Vecchia e localizzato nel passaggio tra il Palazzo della Ragione e il Campanone (vedi allegato 1). Sempre in corrispondenza del medesimo passaggio si rileva un punto d’ispezione appartenente alla rete di distribuzione elettrica. Per ciò che concerne la rete di distribuzione del gas si registrano due tratti di conduttura in bassa pressione con relativo pozzetto disposti lungo il perimetro dell’edificio del Campanone (vedi allegato 2). Poiché Piazza Duomo attualmente non è dotata di impianto di illuminazione pubblica per la sede stradale (sono presenti infatti solamente tre proiettori sugli edifici che illuminano le facciate della Basilica di Santa Maria Maggiore e della Cappella Colleoni con cavi di alimentazione che transitano sugli edifici) risulta opportuno predisporre un cavidotto per permettere una eventuale realizzazione di nuovo impianto e modifica dell’impianto attuale senza effettuare ulteriori future manomissioni della sede stradale. Per restituire unità formale tra la vicina piazza Giuliani, recentemente oggetto di sistemazione, e la piazza Duomo, è prevista la sostituzione delle caditoie esistenti (n°8) per lo scolo delle acque meteoriche con nuove caditoie di tipologia identica a quelle già posate nella vicina piazza. Come da prontuario dei manufatti unificati del Comune di Bergamo.
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Planimetria con disposizione rete fognaria esistente (linee principali)
3.5 Progetto Oltre a rispondere a quelli che sono gli obiettivi intrinsechi di un intervento di questa natura, il progetto di manutenzione della pavimentazione di Piazza Duomo, si vuole porre in continuità rispetto ai recenti lavori che hanno avuto come oggetto la risistemazione della pavimentazione dell’adiacente Piazza Giuliani svolti dall’ Amministrazione Comunale. In fase di rilievo in situ, si è percepita difatti la differenza tra lo stato di fatto della pavimentazione di Piazza Giuliani e di quella di Piazza Duomo. I lavori in animo si prefiggono di restituire per questi due attigui spazi cittadini, una soluzione di continuità formale di modo che l’unicuum spaziale sia leggibile anche attraverso il buono stato della pavimentazione.
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Confronto tra l’esistente acciottolato di Piazza Giuliani (a sx) e quello di Piazza Duomo (a dx)
In ottemperanza a ciò, la soluzione progettuale proposta prevede le seguenti operazioni: - 1) Verifica, campionatura e puntuale controllo degli elementi esistenti Mappatura e screening preliminare, per ogni lastra di arenaria, dello stato di conservazione e d’usura dell’esistente. Si tratta di un momento indispensabile per classificare e numerare le pietre definendo contestualmente l’intervento da intraprendere: conservazione e ricollocamento nella medesima posizione della pietra oppure sostituzione dell’elemento, in coerenza con l’originaria caratterizzazione geometrica e materica. - 2) Asportazione della pavimentazione Rimozione accurata della pavimentazione per l’intera superficie di Piazza Duomo, sia la porzione in lastricato che quella in acciottolato. Questa operazione, a seconda del caso e delle possibilità tecniche esecutive, andrà realizzata manualmente o con l’ausilio di un mezzo meccanico su gomma, facendo attenzione a non compromettere le pietre da riutilizzare e/o lo stato di fatto del sottofondo esistente, in considerazione anche della natura storico-monumentale e dell’alta sensibilità archeologica del luogo. Per gli elementi lapidei che andranno conservati, gli stessi andranno accatastati e stoccati con ordine presso l’area di cantiere, previa mappatura e numerazione delle lastre. - 3) Rimozione del sottofondo Accurata rimozione del sottofondo esistente fino a raggiungere la quota di realizzazione del nuovo massetto. E’ da sottolineare che questa fase di rimozione e sbancamento, seppur condotta fino ad una profondità contenuta a circa 40 cm dall’attuale piano di calpestio, andrà eseguita sotto la costante sorveglianza di archeologo specializzato, con conseguente rendicontazione delle operazioni e degli eventuali rinvenimenti alla Soprintendenza. Prima dell’inizio dei lavori, in accordo con il tecnico archeologo preposto, verrà realizzato un assaggio stratigrafico in una porzione limitata della piazza, in modo da stabilire con esattezza le modalità esecutive di intervento e verificare, mediante campionatura, il sub-strato esistente, per il quale ad oggi, anche in seguito alle ricerche d’archivio condotte, non vi è memoria storica certa. Durante lo scavo l’ attenzione dovrà essere focalizzata anche a non danneggiare i sottoservizi esistenti affioranti: in caso di manomissione, le tubazioni di scarico dell’ acqua dovranno essere ripristinate.
- 4) Realizzazione massetto arch. matteo invernizzi viale vittorio emanuele II n° 27 bergamo 24121 tel.-fax 035-211077 e-mail architetti.invernizzi@virgilio.it
Posa di un nuovo massetto di sottofondo armato con doppia rete elettrosaldata Ø 8 20x20 per tutta l’estensione dell’area d’intervento. Il rinforzo, si rende necessario per restituire una pavimentazione che abbia nel tempo una migliore tenuta ai carichi, considerati i flussi pedonali e carrali presenti costantemente presenti. - 5) Nuovo stato di allettamento Stesura di uno strato di allettamento composto da una malta premiscelata (tipo Mapei Mapestone TFB 60) di spessore variabile tra i 7 e 5 cm, per la preparazione uniforme del piano di posa e per il fissaggio a regola d’arte degli elementi ricollocati. - 5) Riposa della pavimentazione: (campi tipo A) Dove possibile riutilizzando l’acciottolato preesistente, dopo averlo sottoposto ad una azione di pulitura, dove necessario integrandolo con una fornitura di nuovi ciottoli di fiume dello stesso calibro e pezzatura (10 -12 cm). La posa, sarà effettuata a mano secondo uno schema variabile ed irregolare. Solo nelle diagonali dei quadrilateri presenti la posa verrà realizzata a spina di pesce, per definire una linea per il deflusso dell’acqua piovana verso le caditoie. La posa andrà completata con uno strato di malta premiscelata tipo Mapei Mapestone per le sigillature e gli spazi interstiziali tra l’uno e l’altro ciottolo. (cordoli tipo B) Le lastre di arenaria conservate andranno ricollocate secondo la numerazione come da casellario. Le pietre andranno preventivamente pulite (tramite idropulitura o sabbiatura a seconda del livello di alterazione superficiale) e successivamente trattate con idrorepellenti. Dove possibile il progetto prevede il riutilizzo delle lastre che presentano un buono stato di conservazione. Dove necessario ci saranno degli innesti di nuovi elementi in pietra arenaria del tutto simile all’esistente. Tutte le lastre ( di nuova fornitura e riposate) andranno trattate preventivamente con velatura di antichizzazione, così da garantire un’uniformità d’insieme. La posa andrà effettuata tramite una ricollocazione a casellario o per zone di intervento, e sarà completata con uno strato di malta premiscelata tipo Mapei Mapestone per le sigillature e gli spazi interstiziali tra l’uno e l’altro elemento lapideo.
-6) Sostituzione chiusini e adeguamenti impiantistici Al fine di restituire unità formale con la vicina piazza Giuliani, in particolare con le caditoie recentemente posate ex-novo, è prevista, anche per la piazza Duomo oggetto degli odierni lavori, la sostituzione delle caditoie in ghisa esistenti (n°8) con nuove caditoie come da manufatti unificati del Comune di Bergamo. In particolare le nuove caditoie saranno del tipo “Tamar 100”, dimensioni e numero come esistenti (60x60cm passaggio netto), riposizionate idoneamente in funzione delle quote e pendenze corrette del piazzale, queste da ottimizzate per restituire un funzionale scolo delle acque meteoriche. Qualora durante i lavori si rinvenissero tubazioni ammalorate, rotte o di necessaria sostituzione e/o integrazione, queste verranno adeguatamente sistemate al fine di corrispondere alle odierne necessità. All’occorrenza si coglierà l’occasione degli odierni interventi per posizionare eventuali nuove condotte impiantistiche a predisposizione di futuri impianti, questi da concordare preliminarmente con gli enti preposti (A2A, Unareti..etc)
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4. Relazioni tecniche e specialistiche In osservanza a quanto previsto dal DPR 207/2010, per quanto concerne le relazioni specialistiche si definisce a) relazione geologica comprende, sulla base di specifiche indagini geologiche, la identificazione delle formazioni presenti nel sito, lo studio dei tipi litologici, della struttura e dei caratteri fisici del sottosuolo, definisce il modello geologico del sottosuolo, illustra e caratterizza gli aspetti stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici, nonché il conseguente livello di pericolosità geologica; Relazione non necessaria. Non sono previsti movimenti di terreno a profondità rilevanti ai fini geologici b) relazione idrologica e idraulica riguardano lo studio delle acque meteoriche, superficiali e sotterranee. Illustra inoltre i calcoli preliminari relativi al dimensionamento dei manufatti idraulici. Gli studi devono indicare le fonti dalle quali provengono gli elementi elaborati ed i procedimenti usati nella elaborazione per dedurre le grandezze di interesse; Relazione non necessaria. Non sono previsti cambiamenti nella rete dei sottoservizi esistenti c) relazione sulle strutture descrive le tipologie strutturali e gli schemi e modelli di calcolo. In zona sismica, definisce l’azione sismica tenendo anche conto delle condizioni stratigrafiche e topografiche, coerentemente con i risultati delle indagini e delle elaborazioni riportate nella relazione geotecnica. Definisce i criteri di verifica da adottare per soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa tecnica vigente, per la costruzione delle nuove opere o per gli interventi sulle opere esistenti. Per tali ultimi interventi la relazione sulle strutture è integrata da una specifica relazione inerente la valutazione dello stato di fatto dell’immobile, basata su adeguate indagini relative ai materiali ed alle strutture, che pervenga a valutare la sicurezza del manufatto anche in relazione allo stato di eventuali dissesti; Relazione non necessaria. Non sono previsti future strutture fuori terra per il riparo di persone o cose d) relazione geotecnica definisce, alla luce di specifiche indagini, scelte in funzione del tipo di opera e delle modalità costruttive, il modello geotecnico del volume del terreno influenzato, direttamente o indirettamente, dalla costruzione del manufatto e che a sua volta influenzerà il comportamento del manufatto stesso. Illustra inoltre i procedimenti impiegati per le verifiche geotecniche, per tutti gli stati limite previsti dalla normativa tecnica vigente, che si riferiscono al rapporto del manufatto con il terreno, e i relativi della risposta sismica locale, la relazione geotecnica deve comprendere l’illustrazione delle indagini effettuate a tal fine, dei procedimenti adottati e dei risultati ottenuti; Relazione non necessaria. Non sono previsti future strutture fuori terra per il riparo di persone o cose che richiedano un’indagine geotecnica e) relazione archeologica Approfondisce e aggiorna i dati presenti nel progetto preliminare, anche sulla base di indagini dirette, per le aree ad elevato rischio archeologico, da concordare con gli enti preposti alla tutela; Pur se reperti archeologici risalenti al II millennio a.C. ritrovati in piazza Mercato del Fieno, Colle di S. Giovanni e Colle della Rocca testimoniano una frequentazione di questi luoghi sin da epoca remota, i primi insediamenti in forme protourbane nel sistema di colli di cui fa parte l’area in oggetto risalgono al finire del VI secolo a.C., la fase finale della cultura di Golasecca e proseguono sino al IV sec. a.C. E’plausibile in quell’epoca vi fossero insediamenti stabili a congiungere il Colle di San Giovanni con il Colle della Rocca (quindi anche in Piazza Duomo) ma ad una profondità per cui l’intervento proposto di rifacimento pavimentazione (profondità scavo 50-60 cm) non risulti interessato. arch. matteo invernizzi viale vittorio emanuele II n° 27 bergamo 24121 tel.-fax 035-211077 e-mail architetti.invernizzi@virgilio.it
Dei successivi due secoli non vi sono ancora reperti conosciuti. Gli studiosi escludono però l’abbandono del sito da parte degli abitanti, in quanto la ragione della mancanza di testimonianze archeologiche debba essere invece ricercata nei successivi lavori di epoca romana che, come in molte altre città d’Italia, hanno rimosso e distrutto le preesistenze superficiali. L’epoca romana è invece testimoniata da ritrovamenti sufficientemente coerenti da poter tracciare il verosimile impianto urbano della “Bergomum” romana che, a partire dal I sec. a.C. e per i successivi cinque secoli, attraverserà tre fasi di quella che oggi chiameremmo “rigenerazione urbana”, che vedrà demolizioni, rifacimenti ed importanti modifiche della morfologia stessa dei colli, selle e vallecole che ospitano il tessuto urbano. Pur se in modo schematico, gli studiosi hanno potuto localizzare i principali elementi dell’organizzazione urbana: in particolare l’area dell’attuale Piazza Duomo si ipotizza facesse parte del Foro. L’area archeologica di Palazzo del Podestà, contigua a Piazza Duomo, così come gli scavi sotto il Duomo e nella zona della Cappella di Santa Croce, pongono le strutture di età romana a due metri sotto il livello di Piazza Duomo. Alla luce di quanto sopra descritto, l’intervento di rifacimento della pavimentazione della Piazza Duomo comporterà dunque scavi, di circa 50 centimetri di profondità, che molto difficilmente potranno incontrare reperti archeologici. In ogni caso, così come indicato anche dalle Norme Tecniche del PGT, è prevista la sorveglianza di un archeologo per non perdere l’occasione di arricchire ulteriormente la conoscenza di questo importante luogo.
Allegati: 01 Scavi archeologici in Palazzo Podestà ed in Duomo 02 Rete gas 03 Rete idria 03 Rete fognaria
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Scavi archeologici in Palazzo Podestà ed in Duomo
Iconostasi dell’antica chiesa paleocristiana rinvenuta
Scavi archeologici al di sotto dell’attuale Duomo
Scavi archeologici nell’atrio di ingresso al Palazzo del Podestà
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Sovrapposizione planimetrica dei rinvenimenti archeologici in Duomo Riferimento: http://www.archeologia.beniculturali.it
Sovrapposizione planimetrica dei rinvenimenti archeologici nell’atrio di ingresso al Palazzo del Podestà Riferimento: http://www.architettogonella.it/?portfolio=podesta
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Area d’intervento B Salita dello Scorlazzone
5. Premessa Dallo studio di fattibilità ambientale redatto dal settore “LL.PP. Strade e Parcheggi” del Comune di Bergamo si evincono bisogni, obiettivi e caratteristiche funzionali-tecniche riguardo allo stato di fatto della pavimentazione della salita dello Scorlazzone. Si evidenziano i seguenti elementi: - bisogni da soddisfare: eliminazione del pericolo costituito dal diffuso dissesto degli elementi lapidei presenti. - obiettivi dell’intervento: miglioramento dell’accessibilità tramite manutenzione straordinaria della pavimentazione oggetto di degrado. - caratteristiche dell’opera: essendo i luoghi di notevole rilevanza paesaggistica, la tipologia dell’opera dovrà avere caratteristiche geometriche e materiche analoghe all’esistente senza comprometterne l’identità e la riconoscibilità. 6. Metodo d’intervento Considerati i vincoli paesaggistici cogenti, il lavoro di manutenzione e ripristino della scaletta è iniziato da un’analisi dello stato di fatto esistente basatosi su di un rilievo fotografico preliminare in situ, ed in un secondo tempo un rilievo digitale tramite laser-scanner, con relativa restituzione grafica. Questo, ha consentito di avere un quadro complessivo delle problematiche ed una mappatura delle forme di degrado e d’usura presenti nelle varie porzioni della salita. Una visione d’insieme e delle problematiche in generale è risultata necessaria per programmare ed ottimizzare le risorse a disposizione per i lavori. La genesi dell’intervento manutentivo si inquadra quindi in un ripristino dello stato di fatto conservando le caratteristiche materiche e geometriche, operando in maniera puntuale solamente dove si è registrato un importante stato di alterazione o di degrado. Si definisce alterazione una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo, mentre con il termine degrado si indica una modificazione che implica sempre un peggioramento delle stesse.
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Scaletta dello Scorlazzone 7.1 Inquadramento urbano Lo Scorlazzone rappresenta la naturale prosecuzione della salita dello Scorlazzino verso il colle di San Vigilio. Il percorso unitario rappresenta quindi una delle principali vie d’accesso al colle, nonché un itinerario di interesse storico. Il tracciato, che si stacca da via Sudorno, inizia fra due ville e rasenta un antico pozzo, si sviluppa per una lunghezza complessiva di 495 metri fino alla parrocchiale di San Vigilio, con un dislivello positivo di 77,5m. Il primo tratto incassato tra due muri a secco è costituito da 163 gradini. Tutta l’area in oggetto, inquadrata nella “Zona Bastia S.Vigilio”, è inserita nei beni paesaggistici di cui all’Art.136 D.Lgs. n°42 del 22.01.2004 Art. 136. La stessa area fu già soggetta a vincolo secondo le disposizioni del D.M. 05.11.1956 G.U. 288 del 13.11.1956 in riferimento alla Legge 29 giugno 1939, n. 1497 inerente la “Protezione delle bellezze naturali”, riconoscendo “… che la zona predetta costituisce, per la sua vegetazione e per la sua ubicazione, un quadro naturale di singolare bellezza panoramica, ed offre dei punti di vista accessibili al pubblico dai quali si può godere lo spettacolo della città bassa e della folta vegetazione arborea declinante verso il basso”. Considerato che l’intervento manutentivo in oggetto andrà Ortofoto Scaletta Scorlazzone con delimitazione area di intervento a tutelare il bene paesaggistico nel pieno rispetto dei vincoli esistenti, senza pregiudicare in alcun modo la bellezza panoramica e ambientale del sito, non si rilevano controindicazioni all’intervento stesso. Per ciò che riguarda l’analisi dei flussi insistenti su tale percorso viario, nel tratto superiore l’accessibilità è garantita sia al traffico veicolare che pedonale (tratto AB-BC) con accesso da via San Vigilio. Proseguendo verso valle invece il tracciato si restringe, permettendo la sola fruibilità pedonale fino al raccordo con Via Sudorno (tratto CD-DE). 7.
7.2 Analisi storica Risulta alquanto complesso collocare in un’epoca storica precisa la realizzazione della Scaletta dello Scorlazzone. Le fonti reperite portano ad accertare la presenza di questa via d’accesso al colle di San Vigilio sia nel catasto Lombardo-Veneto del 1853, sia ancor prima, seppur parzialmente rintracciabile, nella pianta di Bergamo dell’Ing. Manzini (1816) e nella prima rappresentazione planimetrica moderna di Giacomo Botta (1790).
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Testimonianze precedenti, per quanto possano supportare solo una trattazione ipotetica, lasciano supporre che la realizzazione del percorso, con le sembianze odierne, sia da datare tra il 1590 e il 1704. La Scaletta dello Scorlazzone risulta peraltro annoverabile in un vasto sistema di percorsi storici ovvero di vie di comunicazione pedonali deputate al collegamento tra il nucleo primitivo di Città Alta, e più nello specifico del Colle e Castello di San Vigilio, con i sobborghi del contado quali Borgo Canale ed altri attorno all’impianto cittadino più antico. Per l’appunto lo Rappresentazione anonima del 1590 (Biblioteca A.Mai) Scorlazzone, percorso di crinale, attraversa una serie di “fasce”, ovvero i terrazzamenti coltivati per secoli sul pendio collinare. Tale apparato viario, impostato principalmente per un flusso pedonale di natura rurale, è passato in secondo piano con l’avvento della strada Ferdinandea nel 1838, la quale ha permesso un ampio collegamento diretto tra la città bassa industriosa in via di sviluppo e la città alta. In assenza di evidenze storiche, è infine ipotizzabile che il tratto più alto che si stacca da via S.Vigilio in corrispondenza della Rappresentazione del 1704 di Pierre Mortier da Macherio parrocchiale di S.Vigilio sia stato ampliato con interventi successivi per agevolarne l’accessibilità, come testimoniato anche dalla differente orditura della pavimentazione.
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Estratto catasto Lombardo-Veneto (1853ca)
7.3 Analisi dei luoghi e del degrado Tratto AB (197ml) Scendendo dal colle di San Vigilio la discesa presenta una pendenza lieve ed una sezione trasversale sufficientemente larga per essere utilizzata sia dai pedoni sia dagli automezzi privati in ingresso/uscita dalle abitazioni limitrofe. Il percorso è caratterizzato dalla presenza contemporanea di 2 tipologie di pavimentazione:
A
B C D E La maggior parte del selciato è composto da pietre di Credaro posate a trama regolare; - Prospiciente al muro di monte vi è uno stretto camminamento pedonale a doppie lastre di arenaria, queste posizionate a medesima quota dalla restante finitura. Tratto BC (108 ml) Proseguendo verso valle il percorso si restringe ma rimane percorribile sia ai pedoni sia al transito degli automezzi. Lungo questa tratta la pavimentazione prosegue con la sola arch. matteo invernizzi viale vittorio emanuele II n° 27 bergamo 24121 tel.-fax 035-211077 e-mail architetti.invernizzi@virgilio.it
finitura in pietra di Credaro a tessitura uniforme, per tutta la larghezza disponibile, differenziandosi dalla precedente tratta per l’assenza del percorso in lastre di arenaria. In questo tratto (come evidenziato in Tav.02) si registra la presenza dello spanciamento del muro laterale a monte della risalita.
Tratto AB (sx) e tratto BC (dx)
Tratto CD (96 ml) Continuando la discesa verso valle si restringe la larghezza della sezione trasversale della passeggiata, rimanendo ad esclusiva percorribilità pedonale. La pavimentazione è qui realizzata con elementi in pietra di credaro posati a spacco, con una tessitura più frammentata e disconnessa dalla precedente. Questa trama conferisce al percorso un carattere più campestre, in continuità con il contesto paesaggistico/ambientale circostante, in questo tratto privo di abitazioni. Tratto DE (89 ml) Il tratto finale, che termina innestandosi su via Sudorno è contraddistinto dalla presenza di una scalinata formata da 163 gradini con alzate di pietre di arenaria a accostate le una alle altre, e pedate rivestite in acciottolato di fiume a posa irregolare. In questo tratto, si trova la Fontana dello Scorlazzone, manufatto che l’Inventario dei Beni Culturali ed Ambientali del Comune di Bergamo annovera essere risalente al XII secolo. Il raccordo con la via Sudorno, avviene all’altezza del civico n° 30, mediante una rampa che si sviluppa tangente al tracciato della strada.
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Tratto CD (sx) e tratto DE (dx)
Secondo le Raccomandazioni NorMal – 1/88 Alterazioni macrospiche dei materiali lapidei: lessico, CNR – ICR 1990, si è elaborata una diagnosi dei fenomeni di degrado presenti lungo il percorso. In fase diagnostica, l’attenzione si è focalizzata principalmente sul tratto terminale del percorso quello contraddistinto dalla presenza della scalinata a causa delle numerose situazioni di incuria più o meno gravi registrate. Difatti le porzioni sommitali del percorso (tratti AB-BC-CD) si contraddistinguono in generale da un buono stato dell’esistente, presentando come uniche forme di alterazione quelle dovute al deposito, tra le fughe delle pietre, di materiale vegetale ed organico, ed, in alcune zone, alla frammentazione/dilavamento della sabbia-cemento colata ad intasamento delle fughe tra i ciottoli. Lungo lo sviluppo della gradinata, le forme di degrado presenti sulle pietre d’alzata in arenaria sono riconducibili ai seguenti fenomeni: - fratturazione, degradazione che comporta lo spostamento reciproco delle parti - erosione, asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. - patina, alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. - presenza di vegetazione, locuzione impiegata quando vi è un attacco di organismi autotrofi, nel caso specifico di piccole piante superiori ed erbetta a tratti.
Porzioni di scalinata in cui per i frontalini in pietra arenaria d’ alzata si riscontra la presenza di degrado
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Le pedate rivestite da acciottolato di fiume, sono caratterizzate dalle seguenti situazioni di degrado in forme più o meno grave, riconducibili a: - distacco, situazione di discontinuità tra strati superficiali del materiale, tra loro ed il loro substrato. -fratturazione, degradazione che comporta lo spostamento reciproco delle parti -erosione, asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. - presenza di vegetazione, locuzione impiegata quando vi è un attacco di organismi autotrofi, nel caso specifico di piccole piante superiori ed erbetta a tratti.
Porzioni di scalinata in cui per l’acciottolato di pedata si riscontra la presenza di degrado
I punti in cui si è focalizzata l’attenzione durante la fase di rilievo diagnostico sono stati la fontana dello Scorlazzone e l’incrocio con via Sudorno. Nei pressi del manufatto medievale, si sono registrati evidenti segni di degrado nella geometria e nella stabilità delle alzate a pavimento, criticità questa che si vuole risolvere in sede di progetto senza però coinvolgere la fontana, che, esternamente, non appare significativamente ammalorata.
Da sin a des. La scala dello Scorlazzone e porzioni di scala limitrofe
All’ innesto con via Sudorno si registra la presenza di elementi lapidei in arenaria con evidenti segni di degrado, sia sui paracarri esistenti sia sul coronamento in lastre di arenaria, riconducibili a : - distacco, situazione di discontinuità tra strati superficiali del materiale, tra loro ed il loro substrato. - fatturazione, degradazione che comporta lo spostamento reciproco delle parti
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- erosione, asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa.
Segni del degrado presente sugli elementi lapidei presenti all’ incrocio con via Sudorno
Lungo tutto il percorso di denota la presenza di rappezzi di cemento lungo il selciato, segni tangibili di lavori precedenti eseguiti durante il rifacimento della linea dell’illuminazione pubblica.
Rappezzi presenti per buona parte del percorso eseguiti in precedenti lavori manutentivi
7.4 Sottoservizi esistenti ed esigenze per future realizzazioni Lungo il tracciato della scaletta dello Scorlazzone si rileva la presenza di impianto di illuminazione pubblica realizzato con tipologia aerea, con pali alti circa 8m con passo di 20m (vedi Allegato 1). Considerate le notevoli difficoltà nei lavori di manutenzione è prevista, secondo disponibilità finanziaria, l’installazione di un tubo corrugato sottopavimento (posato a quota -50cm circa) con relativi pozzetti di idonee dimensioni, per l’eventuale futuro interramento della linea elettrica di illuminazione pubblica, senza effettuare in seguito ulteriori manomissioni della sede stradale. Per quanto riguarda gli altri sottoservizi ad oggi esistenti, per tutto il tratto compreso tra la parrocchiale di San Vigilio e la gradinata terminale (civico 10) si denota la presenza di condutture per la distribuzione del gas in bassa pressione (vedi Allegato 1) e della rete di approvvigionamento idrico (vedi Allegato 2), mentre risulta assente l’arrivo del reticolo fognario comunale principale (vedi Allegato 3), con conseguente conferimento delle acque nere in puntuali pozzi perdenti.
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7.5 Progetto Considerato il contesto paesaggistico dei luoghi e la frequente percorribilità turistica del tracciato, l’intervento si prefigge l’obiettivo di ottimizzare le risorse a disposizione organizzando gli interventi per punti e là dove necessario. Come da indicazioni progettuali contenute nella Tavola 02, l’area di intervento è l’intero tratto della Salita dello Scorlazzone, con attenzione primaria alle zone ed ai tratti maggiormente degradati e ammalorati. In via preliminare, come da indicazioni progettuali, l’area maggiormente interessata dai lavori in animo sarà quella relativa al raccordo con via Sudorno (tratto DE – dettaglio 1) per cui si prevedono le seguenti operazioni: A- Integrale sostituzione dei soli elementi ammalorati di bordo in pietra arenaria della rampa che si innesta sul tracciato di via Sudorno. B- Rimozione e sostituzione, con analoghi elementi per materiale e geometria, dei n°6 paracarri in arenaria completamente ammalorati. C- Sostituzione, sulla rampa di disimpegno, della finitura di acciottolato nei punti in cui la stessa presenta dei segni di dissesto e degrado, previa realizzazione di un nuovo massetto armato con rete elettrosaldata sottostante, con idonea pendenza rispetto all’ esistente . I ciottoli verranno riposati dopo essere stati sottoposti ad un’azione di pulitura. Le eventuali mancanze verranno integrate con nuovo materiale di identica tipologia. Ri-intasatura degli elementi con sabbia e cemento. D- Puntuale rimozione e ricostruzione di n°132 gradini, lungo lo sviluppo della scalinata, là dove ci sia la presenza di parti fratturate o in forte stato di degrado, dei frontalini d’alzata in pietra arenaria e delle pedate in acciottolato di fiume. Il materiale esistente dove necessario verrà preventivamente rimosso, le pietre in arenaria verranno sostituite con nuove lastre e riposate con nuovo idoneo rinfianco in cemento adeguatamente realizzato. Le pedate in acciottolato di fiume verranno riposate dopo aver realizzato un nuovo letto di posa in sabbia e cemento. La maggior parte dei ciottoli in buone condizioni verranno riutilizzati previa pulitura degli elementi. Dove necessario la finitura verrà integrata con nuovi elementi in acciottolato di fiume, di simile pezzatura (10-12 cm). L’intera superficie sarà stuccata negli interstizi con del cemento per ottenere una continuità formale. E- Ripristino puntuale degli elementi mancanti lungo il perimetro del muro a valle del crinale. Per l’intervento saranno utilizzati conci in pietra di Credaro identici ai preesistenti. F- Interventi volti al miglioramento del deflusso a valle delle acque meteoriche nel tratto in piano: formazione di n° 2 archetti in due diversi punti. G- Sostituzione puntuale delle lastre in pietre arenaria, nel tratto pedonale, nei soli punti dove si ravvisano evidenti fratture delle pietre esistenti; H- Rimozione dei rattoppi a base cementizia presenti lungo il percorso (ex basi per sostegno pali illuminazione), eseguiti in precedenti lavori di manutenzione. In seguito, si procederà con il ripristino dell’acciottolato originario. I- Puntuale intervento di ripristino mediante operazione cuci e scuci della muratura in pietra in fase di spanciamento. La lavorazione, prevede anche l’intasamento dei vuoti interstiziali tra i conci con malta a base cementizia. Tali interventi interesseranno porzioni di muratura ( a sostegno della salita dello Scorlazzone) all’ interno della proprietà Giraudo e Fiacconi. L- Predisposizione delle opere edili necessarie per l’interramento, mediante tubo corrugato e relativi pozzetti ispettivi, della linea elettrica della P.I attualmente aerea, per la porzione
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compresa tra l’inizio della seconda rampa di gradini e la proprietà Giraudo (fine camminamento tratto piano). 8.
Relazioni tecniche e specialistiche In osservanza a quanto previsto dal DPR 207/2010, per quanto concerne le relazioni specialistiche si definisce:
a) relazione geologica comprende, sulla base di specifiche indagini geologiche, la identificazione delle formazioni presenti nel sito, lo studio dei tipi litologici, della struttura e dei caratteri fisici del sottosuolo, definisce il modello geologico del sottosuolo, illustra e caratterizza gli aspetti stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici, nonché il conseguente livello di pericolosità geologica; Relazione non necessaria. Non sono previsti movimenti di terreno a profondità rilevanti ai fini geologici. b) relazione idrologica e idraulica riguardano lo studio delle acque meteoriche, superficiali e sotterranee. Illustra inoltre i calcoli preliminari relativi al dimensionamento dei manufatti idraulici. Gli studi devono indicare le fonti dalle quali provengono gli elementi elaborati ed i procedimenti usati nella elaborazione per dedurre le grandezze di interesse; Relazione non necessaria. Non sono previsti cambiamenti nella rete dei sottoservizi esistenti c) relazione sulle strutture descrive le tipologie strutturali e gli schemi e modelli di calcolo. In zona sismica, definisce l’azione sismica tenendo anche conto delle condizioni stratigrafiche e topografiche, coerentemente con i risultati delle indagini e delle elaborazioni riportate nella relazione geotecnica. Definisce i criteri di verifica da adottare per soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa tecnica vigente, per la costruzione delle nuove opere o per gli interventi sulle opere esistenti. Per tali ultimi interventi la relazione sulle strutture è integrata da una specifica relazione inerente la valutazione dello stato di fatto dell’immobile, basata su adeguate indagini relative ai materiali ed alle strutture, che pervenga a valutare la sicurezza del manufatto anche in relazione allo stato di eventuali dissesti; Relazione non necessaria. Non sono previsti future strutture fuori terra per il riparo di persone o cose
d) relazione geotecnica definisce, alla luce di specifiche indagini, scelte in funzione del tipo di opera e delle modalità costruttive, il modello geotecnico del volume del terreno influenzato, direttamente o indirettamente, dalla costruzione del manufatto e che a sua volta influenzerà il comportamento del manufatto stesso. Illustra inoltre i procedimenti impiegati per le verifiche geotecniche, per tutti gli stati limite previsti dalla normativa tecnica vigente, che si riferiscono al rapporto del manufatto con il terreno, e i relativi della risposta sismica locale, la relazione geotecnica deve comprendere l’illustrazione delle indagini effettuate a tal fine, dei procedimenti adottati e dei risultati ottenuti; Relazione non necessaria. Non sono previsti future strutture fuori terra per il riparo di persone o cose che richiedano un’indagine geotecnica.
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e) relazione archeologica approfondisce e aggiorna i dati presenti nel progetto preliminare, anche sulla base di indagini dirette, per le aree ad elevato rischio archeologico, da concordare con gli enti preposti alla tutela; Relazione non necessaria. Non sono previsti movimenti di terreno a profonditĂ rilevanti ai fini archeologici
Bergamo 20 novembre 2017 Il progettista incaricato arch. Matteo Invernizzi
Allegati: 01 Rete gas – illuminazione pubblica 02 Rete idrica 03 Rete fognaria
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Reparto Progettazione Reti Bergamo via Suardi, 26 - 24124 Bergamo
File:C17_115 Scala:
1:1.000
Data:
06/09/2017
Disegnato:
Aggiornamenti 1)
3)
2)
4)
Salvatore Cugno P
Salita DELLO SCOR
LAZZINO
Legenda Linea aerea IP Linea interrata IP
Cavidotto telecomunicazioni in esercizio Presa teleriscaldamento in esercizio (doppia tubazione) Rete teleriscaldamento in esercizio (doppia tubazione) Condotte gas media pressione in esercizio Condotte gas bassa pressione in esercizio AREA DI INTERVENTO
Il Responsabile Reparto Progettazione Reti Bergamo
Il Responsabile Progettazione
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COMUNE DI BERGAMO
Data: 07/09/2017
LOCALITA':
RETE: ACQUEDOTTO TITOLO DEL DOCUMENTO: UC001048
Area Ing. e Amb. Ser. Tecnici Patrim.
Scala: 1:2000
COMUNE DI BERGAMO
Data: 07/09/2017
LOCALITA':
RETE: FOGNATURA TITOLO DEL DOCUMENTO: UC001048
Area Ing. e Amb. Ser. Tecnici Patrim.
Scala: 1:2000