Piano valorizzazione di 14 appartamenti comunali

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AREA POLITICHE DEL TERRITORIO DIREZIONE LLPP VERDE PUBBLICO E SERVIZI ABITATIVI www.comune.bergamo.it

Piano valorizzazione di n. 14 unità dei servizi abitativi pubblici di proprietà comunale siti in Bergamo – Città Alta. Allegato A – delibera di Giunta Comunale La nuova L.R. 16/2016 del 08/07/2016 di riordino dei servizi abitativi pubblici e sociali, prevede che i Comuni possano individuare parte del proprio patrimonio destinato ai servizi abitativi per finalità diverse dall’Edilizia Residenziale Pubblica ed essere destinati a progetti di valorizzazione al fine contenere l’alienazione a favore di altre forme di valorizzazione e di agevolare l’autosostentamento finanziario degli enti proprietari con misure strutturali e continuative rispetto alle vendite. Con la delibera regionale n. 6072 del 29/12/2016, Regione ha fissato le modalità attuative per l’alienazione e la valorizzazione del patrimonio destinato ai servizi abitativi pubblici definendo, fra l’altro, l’orientamento dei proventi delle vendite e delle valorizzazioni verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio abitativo pubblico con priorità rispetto all’acquisto e alle nuove realizzazioni; l’introduzione del limite massimo del 5% dell’alienazione del patrimonio posseduto e l’introduzione del limite minimo del 10% della valorizzazione del patrimonio posseduto. QUANTIFICAZIONE DEL PATRIMONIO DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA ALLA DATA DEL 27/07/2016 Il Comune di Bergamo è proprietario, al 27/07/2016, di 984 alloggi destinati ai servizi abitativi di cui la massima parte (n. 948) destinate ai servizi abitativi pubblici (ex canone sociale). Sul territorio comunale, sono presenti inoltre circa 3.300 alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà di Aler Bergamo-Lecco-Sondrio. Di questi alloggi ve n’è una notevole parte che, per ragioni diverse, è stata messa in disponibilità solo negli ultimi quattro anni grazie anche ad una convenzione appositamente sottoscritta nel 2015 tra Comune di Bergamo e Aler Bergamo-Lecco-Sondrio, che ha permesso di effettuare un sempre crescente numero di assegnazioni/anno passando dalla media storica di 90/95 assegnazioni/anno alle 150 dell’anno 2016 fino alle 260 assegnazioni formalizzate nel 2017. Il patrimonio ERP disponibile della città si compone al momento prevalentemente di alloggi molto piccoli, mono e bilocali, tanto che nel secondo semestre del 2017 si è proceduto a convocare tutti i 130 nuclei mono e biparentali ancora presenti nella graduatoria (di cui erano già chiamati n. 180 posizioni), aggiornata regolarmente con bandi annuali, l’ultimo dei quali si è chiuso nel novembre 2016 con pubblicazione della graduatoria definitiva nel marzo 2017. Una parte di questo patrimonio, circa 145 unità abitative, è sito in Città Alta e costituisce la parte più vecchia del patrimonio pubblico comunale; 98 di queste unità abitative sono infatti locate a inquilini “storici” ovvero con contratti in essere da oltre vent’anni. Le rimanenti 47 unità abitative sono il risultato nel naturale turnover dato, in questo specifico caso, dal decesso degli inquilini o dal loro ricovero definitivo presso strutture di assistenza. 1


Pur essendo Città Alta una meta turistica ed una località di grande interesso storico e paesaggistico, o appunto per questo, la natura di questi alloggi, la loro ubicazione in edifici storici e/o di grande pregio, la loro vetustà e le finiture interne (pavimenti in cotto e soffitti con travi a vista) ne rende particolarmente onerosa sia la ristrutturazione che la manutenzione. Inoltre, l’essere tale zona, più turistica che residenziale, ne rende poi difficoltosa la locazione ai nuclei familiari presenti nelle graduatorie proprio per i costo di gestione, la lontananza dai comuni servizi di utilità per le famiglie e le dimensioni ridotte degli alloggi stessi. Sempre le dimensioni, spesso contenute, degli alloggi, dei vani scala di accesso e la mancanza di spazi per realizzare ascensori e montascale ne rende invece impossibile la locazione a persone anziane e/o disabili mentre i costi di gestione ne rendono poco opportuna la locazione a nuclei familiari a bassa possibilità reddituale per il rischio di incorrere una morosità che, in altre parti della Città, potrebbe essere più contenuta. L’Amministrazione comunale di Bergamo, con il concorso e la collaborazione delle associazioni presenti sul territorio, ha registrato negli ultimi anni un progressivo depauperamento della popolazione presente in Città Alta ed un costante aumento del numero di abitazioni sfitte/invendute; la scheda sotto riportata offre un’analisi della situazione rispetto alla residenzialità nei quartieri di Bergamo in cui si evidenzia un calo della popolazione di 500 unità negli ultimi vent’anni che, messo a confronto con un progressivo e notevole aumento di popolazione nelle periferie, appare preoccupante.

L’amministrazione ha quindi accolto con favore la DGR 6072/2016 che permette ai comuni di pensare a forme di valorizzazione del proprio patrimonio inutilizzato o sottoutilizzato per finanziare la riattazione e la messa in disponibilità di nuovi alloggi. L’aver aperto la valorizzazione a forme diversificate ed adattabili alle specifiche esigenze delle singole realtà urbane, ha ampliato le opportunità che Bergamo saprà sicuramente adottare per riutilizzare lo sfitto di Città Alta; nell’immediato vi sono già cinque progetti - avviati prima della DGR 6072 ed a cui è ormai urgente dare attuazione – che mirano a portare nuove famiglie e nuovi utenti in Città Alta.

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VALUTAZIONE DEL FABBISOGNO ABITATIVO In attesa della completa applicazione della nuova L.R. 16/2016 e del suo regolamento di attuazione per il titolo III, il fabbisogno abitativo della Città di Bergamo è quello risultante dalla vigente graduatoria aggiornata con il bando n. 11/2016 la cui pubblicazione è del marzo 2017. 1.Analisi del fabbisogno di servizi abitativi. L’analisi di questa graduatoria, le cui domande del 2016 sono 450 per un totale di n. 1073 domande valide, mostra la presenza di 213 famiglie monoparentali che, come già sopra riportato, sono state tutte convocate nella prima decade di luglio 2017 per la verifica dei requisiti e delle dichiarazioni rese ai fini dell’assegnazione dei numerosi alloggi mono e bilocali resisi disponibili. Altro dato rilevante è il numero di domande riferite ai nuclei cosiddetti 3° comuni che ammonta, per il solo anno 2016 a n. 64 domande per un numero complessivo di domande ancora valide presenti in graduatoria pari a n. 228. Ovviamente il comune ha proceduto ad assegnare, nel corso degli anni, la quota del 10% prevista dal precedente R.R. 01/2004 ma è ormai palese che, lavorando ora per ambiti, questi nuclei dovranno essere esclusi e rimandati ai rispettivi ambiti di appartenenza, riducendo ulteriormente il numero delle domande. I dati sopra riportati sono riferiti esclusivamente al cosiddetto “canone sociale” in quanto per il canone moderato, la disponibilità di alloggi è attualmente superiore alla domanda quindi tutte le domande presenti nella graduatoria 11/2016 sono state poste in verifica e si chiuderanno i procedimenti entro l’anno. 2.Approfondimento del fabbisogno connesso alle altre politiche abitative del Comune. Per quanto riguarda la valutazione del fabbisogno connesso alle altre politiche abitative del Comune, è utile precisare che, anche grazie alle misure fornite dalle varie DGR in materia di azioni per il mantenimento dell’abitazione in locazione, l’esecuzione degli sfratti in città si è praticamente azzerata avendo il Comune posto in essere tutte le misure proposte ed avendo aggiornato puntualmente le graduatorie ai primi posti delle quali vi sono – come noto – i nuclei con il maggior disagio abitativo ancor prima che economico e/o familiare; questo ha consentito di intervenire con le assegnazioni ordinarie prima ancora che si manifestasse l’emergenza abitativa data dall’esecuzione delle procedure. Questo dato è rilevabile anche dal calo di domande di assegnazione in deroga dal 2013 al 2017 con una costante diminuzione del ricorso all’assegnazione in deroga (21 assegnazioni pari al 20,24% nel 2013 alle 23 assegnazioni pari al 15,86% nel 2016 fino ad un netto calo nel 2017 con 14 assegnazioni pari al 5,38% di assegnazioni in deroga). Negli anni 2014 e 2016 il Comune ha inoltre chiesto ed ottenuto da Regione Lombardia l’esclusione di alcuni alloggi da destinare a singoli progetti di inclusione sociale quali lo SPRAR (progetto di accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo), Carcere e Territorio (associazione molto presente ed attiva sul territorio bergamasco) e Housing Donne (singoli e specifici progetti a tutela delle donne maltrattate). Sul territorio cittadino sono inoltre presenti le seguenti realtà:  il presidio ospedaliero Papa Giovanni XXIII; nuovo ospedale realizzato in via Trucca ma che comprende numerosi presidi, pur non tutti sul territorio comunale;  l’università degli studi di Bergamo con le sue sedi storiche in Città Alta e la recente sede di via dei Caniana;  il Polo Fieristico di via Lunga; pur essendo sul territorio del comune di Seriate, è al confine con la Città e ne riceve tutto l’indotto; 3


 la stessa Città Alta è punto di grande e crescente attrazione turistica;  il Teatro Donizetti che si propone come grande catalizzatore dell’espressione artistica e musicale di tutta la provincia Oltre che essere capoluogo di provincia, Bergamo ha quindi un’attrattiva economico-abitativa per le famiglie che la rendono spesso la scelta prioritaria per stabilirvisi (popolazione di Bergamo città = 12.000 persone; popolazione della provincia di Bergamo = 1.112.000 persone). 3.ricognizione dello stato fisico del patrimonio e degli interventi di riqualificazione delle unità abitative. Il patrimonio ERP di Bergamo è composto, in tanta parte, da alloggi siti in edifici vetusti così come già descritto nel primo paragrafo della relazione, ma anche di edifici di nuova realizzazione e acquisiti nel corso degli anni che hanno reso possibile la gestione del turnover degli inquilini con sostanziale soddisfacimento del fabbisogno abitativo più urgente. Questo, lungi dall’esaurire la richiesta abitativa sociale evidente dal numero sostanzialmente costante di domande presenti nelle graduatorie dal 2002 ad oggi, ha però consentito di dare soddisfacimento alle situazioni più critiche contribuendo a contenere l’emergenza abitativa. Le contenute risorse economiche disponibili hanno però comportato, nel corso degli anni, l’adozione di piani di intervento che favorivano la messa in disponibilità di un maggior numero di alloggi rispetto a interveti di riqualificazione e ristrutturazione complessiva di immobili, come per esempio quelli posti in Città Alta, che richiedevano un maggior investimento economico a fronte di un minor numero di alloggi da rendere in disponibilità. Ciò ha comportato che nel tempo si stratificasse un sensibile numero di alloggi sfitti proprio in Città Alta, dove i costi di intervento risultano maggiormente onerosi. L’analisi delle motivazioni sin qui illustrate, ha reso particolarmente interessanti le richieste di associazioni ed enti che desiderano utilizzare proprio questi alloggi. Nel dettaglio si illustrano di seguito i progetti pervenuti.

1 - PROGETTO SPRAR: già attivo da anni sul territorio cittadino, è il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di "accoglienza integrata" che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Le caratteristiche principali del Sistema di protezione sono:  il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell'accoglienza, Ministero dell'Interno ed enti locali, secondo una logica di governance multilivello;  la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza;  il decentramento degli interventi di "accoglienza integrata";  le sinergie avviate sul territorio con i cosiddetti "enti gestori", soggetti del terzo settore che contribuiscono in maniera essenziale alla realizzazione degli interventi;

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 la promozione e lo sviluppo di reti locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli interlocutori privilegiati per la riuscita delle misure di accoglienza, protezione, integrazione in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale. La realizzazione di progetti SPRAR di dimensioni medio-piccole - ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio - contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell'accoglienza presso le comunità cittadine e favorisce la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficiari. Dal 2006 il Comune di Bergamo – Direzione servizi sociali ed educativi - è titolare di un progetto SPRAR. Le attività del progetto vengono realizzate in collaborazione con gli enti gestori “Associazione Diakonia Onlus” e “Consorzio Sol.Co Città Aperta”. Il progetto svolge attività di accoglienza integrata, di integrazione e di tutela per persone richiedenti asilo e rifugiate che vengono temporaneamente assistite nell’ambito del progetto nel rispetto delle linee guida ministeriali e dei servizi minimi garantiti. Le azioni sono attivate dal Comune, dall’ente gestore e dai partner del progetto con l’obiettivo di sostenere la ri-conquista dell’autonomia individuale dei beneficiari attraverso il loro coinvolgimento attivo, come protagonisti effettivi nel percorso di integrazione. Ad ogni beneficiario è garantito il supporto educativo di operatori qualificati e con esperienza. Ogni beneficiario viene accompagnato a conoscere i servizi del territorio e aiutato, nei limiti dei singoli progetti individuali, ad utilizzarli in autonomia (uffici pubblici, servizi sanitari, esercizi pubblici). Viene curato il percorso d’integrazione del beneficiario in merito a: conoscenza del territorio, studio della lingua italiana, introduzione al panorama lavorativo bergamasco, offerta formativa di qualificazione professionale, accompagnamento alla ricerca lavorativa, attivazione di tirocini formativi, laboratori esperienziali e occupazionali e la ricerca di soluzioni abitative. La tutela legale è garantita dal coordinatore con la consulenza di un legale per gli accompagnamenti in Commissione Territoriale. Il Servizio Sociale è garantito dall’Ente Locale che segue i percorsi di accoglienza ove emergano elementi di vulnerabilità e bisogno, in concerto con Enti specialistici del territorio ( in particolare il CPS dell’Azienda Ospedaliera di Bergamo). I beneficiari del progetto sono attualmente accolti in strutture comunitarie (due strutture per un totale di 20 posti). Nel gennaio del 2014, si è utilizzata, in via sperimentale, oltre alle strutture comunitarie, un appartamento (4 posti), con l’obiettivo di agevolare il percorso di autonomia e integrazione degli ospiti, sempre monitorati dalla presenza educativa di personale qualificato ed esperto. Tale proposta è in linea con i manuali operativi del Sistema di Protezione. La disponibilità di questo appartamento ha consentito di ampliare l’offerta di accoglienza attuale fino a raggiungere un progetto complessivo di 24 posti. La permanenza media dei beneficiari all’interno del progetto è di 9/10 mesi. Questo progetto, così ben avviato e che ha dato buoni risultati rispetto all’ospitalità ed all’integrazione, si propone ora di ampliare ulteriormente la propria offerta con l’allestimento di circa n. 12 posti letto divisi su tre alloggi individuati nel patrimonio inutilizzato di Città Alta il cui costo di ristrutturazione è completamente a carico del soggetto intermedio attuatore del progetto. 2 - PROGETTO SIA: La Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva presentata dalla Commissione europea il 3 marzo 2010 e approvata dai capi di Stato e di governo dei paesi UE il 17 giugno 2010, pone tra gli obiettivi strategici la riduzione di 20 milioni entro il 2020 del numero delle persone in condizione di povertà o esclusione sociale. Al riguardo la Commissione 5


europea, con la Comunicazione del 16 dicembre 2010 inerente la Piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale, individua le persone senza dimora tra le principali popolazioni target della Strategia Europa 2020, con riferimento all’obiettivo del contrasto alla povertà. il Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione” del Fondo Sociale Europeo (FSE), prevede di sostenere la riduzione della marginalità estrema nelle aree urbane attraverso il potenziamento dei servizi rivolti alle persone senza dimora. Le “Linee di indirizzo” sono il risultato di un confronto che nasce dal basso, dalle attività dei servizi e dall'animazione dei territori, di cui l’Amministrazione si è avvalsa a supporto della segreteria tecnica del citato tavolo di lavoro. L’approccio adottato è orientato al cosiddetto Housing First, che identifica la “casa” come diritto e come punto di partenza da cui la persona senza dimora deve ripartire per avviare un percorso di inclusione sociale. L’amministrazione comunale ha quindi partecipato all’Avviso pubblico per la presentazione di Proposte di intervento per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora da finanziare a valere sul Fondo Sociale Europeo, programmazione 2014-2020, Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione” e sul Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti, programmazione 2014-2020, Programma Operativo per la fornitura di prodotti alimentari e assistenza materiale di base (PO I FEAD). Tra le altre azioni intraprese vi è l’individuazione di n. 5 alloggi, per un totale di n. 8/10 posti letto, da destinare al progetto SIA – PON “inclusione” il cui costo di ristrutturazione è completamente a carico del soggetto intermedio attuatore del progetto 3 - UNIBG – ALLOGGI PER STUDENTI “FUORI SEDE” è una collaborazione sperimentale che mira ad individuare gli alloggi di Città Alta che, per location e dimensione, non sono adatti alla locazione a nuclei familiari. Questi alloggi, ristrutturati e dotati dei necessari servizi, saranno poi locati agli studenti “fuori sede” selezionati con i criteri del reddito e della lontananza direttamente dall’università di Bergamo che ha, come contrapposto, la possibilità di ampliare la propria offerta alloggiativa in un ambito di grande prestigio e vicinanza alle proprie sedi universitarie. Per questo progetto sperimentale sono stati individuati tra gli appartamenti sfitti ed in manutenzione da tempo, n. 5 alloggi di dimensioni contenute (max due posti letto) e siti in edifici di pregio storico ma in contesti abitativi inadatti a locazioni di diverso tipo il cui costo di ristrutturazione è completamente a carico del soggetto intermedio attuatore del progetto. Tutti gli alloggi sono infatti posti a piani superiori al secondo, in edifici privi di ascensore e con vani di accesso troppo ridotti per potervi collocare un montascale. Tali alloggi sono inoltre privi dei locali accessori (cantine e/o soffitte) che, per appartamenti di piccole dimensioni, sono indispensabili nelle locazioni tipiche. Il progetto prevede la sottoscrizione di una convenzione tra il Comune di Bergamo e l’Università degli studi di Bergamo, per la gestione di questi cinque alloggi, da formalizzare ad autorizzazione regionale avvenuta.

4 – CARCERE E TERRITORIO è un’associazione che da anni opera nell’ambito delle politiche di reintegrazione di detenuti ed ex detenuti, con riconoscimenti e finanziamenti regionali a sostegno di progetti di housing sociale vincolati alla ristrutturazione di immobili da individuare tra le case di edilizia residenziale popolare come previsto dal D.R.*G.R. n. 12528 del 02/12/2010. Gli alloggi individuati per essere destinati alle attività di reintegrazione sociale, sono ora inutilizzabili poiché necessitano di ingenti opere di ristrutturazione e quindi non assegnabili ai fini di ERP. Il progetto di Carcere e Territorio prevede la completa ristrutturazione degli stessi, ivi compreso l’acquisto degli arredi e la gestione diretta degli stessi per le attività previste con la selezione delle persone e la rotatività delle assegnazioni, sempre temporanee, finalizzate al conseguimento di un’autonoma capacità di autogestione e di inserimento sociale e lavorativo.

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L’obiettivo è quello di creare uno spazio di transizione “morbida” tra l’uscita dal carcere ed il reinserimento abitativo, accompagnato da personale qualificato che pone in essere vari steep formativi:  per il mercato del lavoro;  per l’acquisizione di un’autonomia abitativa anche attraverso il mercato convenzionato, agevolato o privato;  per la gestione ed il recupero dei legami affettivi;  per la gestione di convivenze con più ospiti. Il progetto “Carcere e Territorio” è destinatario di specifici finanziamenti da parte di regione Lombardia e Asl in seno al disposto del Dgr n. 9502 del 27/05/2009 “Modalità per la presentazione di Piani di intervento per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie” all’interno del macroprogetto “Un sogno nel cassetto: una casa, un lavoro”. La Microéquipe Interistituzionale Territoriale, ha accolto le proposte per la realizzazione di azioni di housing sociale dell’Associazione Carcere e Territorio e dell’Associazione volte a riattare ed arredare due bilocali e un trilocale di proprietà del Comune di Bergamo, con oneri a carico dell’ Associazione Comitato Carcere e Territorio che acquisirà gli appartamenti in comodato d’uso pluriennale L’ASL - Direzione Sociale seguirà lo sviluppo delle varie fasi del progetto, fornendo tutti i supporti di conoscenza e di concreta collaborazione nel tempo e nei modi necessari. Tale attività di controllo potrà essere svolta anche attraverso sopralluoghi, colloqui, interviste da parte di personale dell’ASL. L’associazione “Carcere e Territorio” dovrà trasmettere alla ASL – Direzione Sociale le relazioni intermedie e la relazione finale corredata da rendiconto economico consuntivo, entro alle scadenze prescritte. La relazione conclusiva dovrà evidenziare una valutazione sui risultati conseguiti; unitamente alla relazione intermedia e relazione finale (rendiconto a consuntivo), invierà tutti i giustificativi delle spese sostenute, coerenti e congrui alle voci di spesa ritenute ammissibili e quietanzati dall’ente titolare delle singole azioni di housing sociale, che saranno a totale carico del soggetto intermedio attuatore del progetto. Per questo progetto (che è un ampliamento del progetto già in attuazione ) è stato individuato un alloggi di dimensioni contenute (monolocale + servizi).

Questi quattro progetti hanno l’utilità di contribuire al ripopolamento di Città Alta oltre che a consegnare alla città, al termine del periodo di convenzione, 14 alloggi ristrutturati e locabili.

La Responsabile del Servizio Flavia Barezzani

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