Un grande progetto per il Parco Baden Powell

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PROGRAMMA NAZIONALE PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E LA SICUREZZA DELLE PERIFERIE - BERGAMO - PROGETTO "LEGAMI URBANI" INTERVENTO NUMERO 11 LAVORI DI REALIZZAZIONE DEL PARCO INCLUSIVO BADEN POWELL

RELAZIONE ILLUSTRATIVA GENERALE


INDICE

1 - INCLUSIVITA’, CONCETTI GENERALI 2 - IL PARCO INCLUSIVO 3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO 4 - DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO 5 - INQUADRAMENTO 6 - PROGETTO 7 - LOTTI DI INTERVENTO 8_PROGETTAZIONE DEI SEGNALI E PERCORSI TATTILI NECESSARI AL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE PERCETTIVE

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1 - INCLUSIVITA’, CONCETTI GENERALI

il dizionario della lingua italiani Rizzoli definisce inclusione come “l’azione ed effetto dell’includere”, ed il verbo includere come “chiudere dentro, [...], far entrare in una serie, [...], avere in sé, contenere”. In senso esteso il concetto di inclusività nasce in anni recenti nell’ambito delle scienze sociali e pedagogiche proprio in ragione di una maggiore uniformità con le istituzioni europee che progressivamente hanno scelto di superare il termine “integrazione” (pressoché ovunque usato e riferito all’immigrazione). Il termine per altro trova piena rappresentazione nel testo costituzionale italiano che infatti all’art. 3 recita: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. In senso esteso un luogo è inclusivo quando valorizza le differenze permettendo ad ogni persona di esprimere al meglio le proprie potenziazialità ed i propri talenti, rispondendo adeguatamente ai diversi bisogni di ogni persona e mettendo la persona al centro con le proprie peculiarità. Pur nella consapevolezza che il tema “inclusività” sia da concepire in senso allargato, comprendendo cioè tutte le categorie sociali: piccoli e anziani, disabili e normodotati, maschie e femmine; i maggiori sforzi tuttavia negli ultimi anni sono stati rivolti all’utenza in età educativa. La volontà sottesa nasce dall’esperienza che il bambino, nato con disabilità, non sappia nulla della propria condizione. Ogni bambino infatti, incluso quello con disabilità, si percepisce semplicemente come bambino come tutti gli altri. Per questo crescendo in un contesto inclusivo, che curi le diversità e che ne faccia emergere le potenzialità, all’interno di un gruppo di persone per loro stessa natura diverse, egli si percepisca come “incluso” proprio in ragione di tutte le peculiarità che descrivono il suo essere individuo.

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Gli arredi e i giochi costituenti un parco inclusivo possono essere usati indistintamente da tutti i bambini


Il concetto di inclusività abbraccia tuttavia uno spettro molto ampio di intervento che sprona all’azione diverse discipline e ambiti dell’attività intellettuale e professionale. Esiste infatti un aspetto strettamente tecnico-prestazionale proprio della progettazione tecnica muove dal concetto di accessibilità. Un ambiente è infatti accessibile se qualsiasi persona, anche con ridotte o impedite capacità motorie, sensoriali o psicocognitive, può accedervi e muoversi in sicurezza ed autonomia. Rendere un ambiente accessibile vuole dire renderlo sicuro, confortevole e qualitativamente migliore per tutti i potenziali utilizzatori. L’accessibilità va intesa in modo ampio come l’insieme delle caratteristiche spaziali, distributive ed organizzative in grado si assicurare una reale fruizione dei luoghi e delle attrezzature da parte di chiunque. Numerose esperienze nel corso degli anni, attuate in larga scala sul territorio italiano, hanno teso ad estetizzare il manufatto per il superamento delle barriere archittettoniche come autonomo e distinguibile. In anni recenti si è affermata con forza la consapevolezza che ambienti ed attrezzarture pensati solo per un’utenza disabile comportino un atteggiamento negativo, o addirittura di rifiuto, da parte dei fruitori, risultando di conseguenza emarginanti nei confronti di coloro che hanno necessità specifiche e costituendo spesso fonte di angosce, mortificazioni e frustrazioni. Appare chiaro quindi che il concetto di accessibilità non basti e che lo specifico tecnico/disciplinare, teso ad offrire una risposta prestazionalmente idonea, non realizzi compiutamente uno spazio inclusivo cioè rispettoso della dignità e dei diritti personali. La pratica architettonica deve quindi promuovere un approccio debole, di servizio. Interrogare campi disciplinari perimetrali e specifici: la sociologia, la pedagogia, la psicologia, la fisiatria, ecc.... , ecc... ; derivandone poche regole orientate all’avvicinamento del programma progettuale così espresse: Perseguire un USO EQUO, prevedendo stessi mezzi di uso per tutti gli utilizzatori:

L’inclusività come obiettivo verso il quale tendere offre occasioni alla progettazione per un ripensamento complessivo degli spazi della socialità infantile attraverso la sperimentazione nuove forme dello spazio urbano.

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identici ove possibile, equivalenti dove non lo è per evitare l’isolamento o la stigmatizzazione di ciascuna persona. Tendere ad un USO FLESSIBILE, mediante al possibilità di scelta di diversi metodi di utilizzo facilitando l’accuratezza e la precisione dell’utilizzatore e prevedendo l’adattabilità al suo passo. Promuovere un USO SEMPLICE ED INTUITIVO eliminando le complessità non necessarie, fornendo efficaci feedback durante il lavoro e a opera terminata. Allargare il più possibile la PERCETTIBILITA’ DELLE INFORMAZIONI circa l’utilizzo degli spazi attraveso differenti modalità di approccio (pittoriche, verbali e tattili) per incontrare le esigenze di utilizzatori differenziati. Il prgetto iclusivo deve poi TOLLERARE L’ERRORE prevedendo sistemi di avvertimento per pericoli ed errori, predisponendo sistemi che mettano in salvo in caso di insuccesso, cercando di disincentivare azioni inconsapevoli nei compiti che richiedano vigilanza.

2 - IL PARCO INCLUSIVO Il progetto del Parco Inclusivo Baden Powell, promosso dall’amministrazione comunale di Bergamo intercetta i temi fin qui esposti entro una declinazione specifica, quella del Parco Giochi. Questo è di solito uno spazio attrezzato in cui i bambini (generalmente fino a 12/14 anni) possono liberamente giocare. Normalmente sono inseriti all’interno, come in questo caso, in parchi pubblici; oppure in scuole, oratori, spiagge o attività commerciali. Il parco giochi nelle città moderne tenta di colmare la carenza di opportunità di gioco libero all’aperto ed è anche una prima importante occasione di socialità al di fuori della scuola e di altre attività disciplinate. Dagli anni ‘50 del ‘900 in poi, con il diminuire delle aree all’aperto destinate all’attività ludica, il parco giochi ha

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Il progetto del Parco Inclusivo tiene conto dei dettagli interrogandosi sugli usi, sulla loro flessibilità e sulle misure di protezione


aumentato sempre di più la sua importanza sociale e ricreativa, soprattutto nelle città. I moderni parchi giochi sono attrezzati con scivoli, altalene, dondoli, giostre e buche con la sabbia, ai quali si affiancano spesso casette, giochi a molla, palestre, giochi con l’acqua, torri e ponti, strutture di arrampicata e piramidi in corda. Questo spazio specifico si sovrappone ad un Parco Urbano Pubblico. Come ben noto, si tratta quasi sempre è un’area verde situata all’interno di una città o nelle sue immediate vicinanze che ha lo scopo di fornire a cittadini e uno spazio ricreativo a contatto con la natura. Il parco pubblico è anche un luogo dove praticare attività di movimento, quali il jogging, l’uso della bicicletta o il semplice passeggio. I parchi cittadini contribuiscono in modo significativo a diminuire l’inquinamento atmosferico e acustico delle zone altamente urbanizzate. Appare chiaro di come esistano delle peculiarità progettuali inerenti ciascuno dei due ambiti descritti, il Parco Giochi, in genere, rappresenta un ambito speciale all’interno di un Parco Urbano Pubblico cui corrispondono anche utenze parzialmente differenziate: il parco pubblico deve essere accessibile a tutti, adulti e bambini; il parco giochi è invece dedicato ad un’utenza particolare per età. Tuttavia un parco autenticamente inclusivo deve, in linea di massima, permettere anche ad un genitore di accompagnare il proprio figlio con disabilità, nella sua esperienza di gioco. Egualmente dovrà verificarsi che un genitore su sedia a ruote possa accompagnare il figlio nell’area giochi accessibile. Ecco quindi il verificarsi di una sorta di inclusività intergenerazionale che amplia i confini generalmente sanciti tra disabile e non disabile, rendendo la azione progettuale più complessa e forse, autenticamente, più inclusiva. Esiste poi una quastione particolare legata alla tipologia e la gravità della disabilità che rende importante un valutazione specifica ai fini della formulazione del progetto. Esistono infatti disabilità motorie, disabilità sensoriali, disabilità cognitive e psichiche, ecc... alle quali corrispondono, per conseguenza, anche livelli differenti di inclusività. Un luogo non è mai quindi completamente inclusivo, l’azione del progetto deve però tendere a coprire lo spettro più ampio possibile di richieste, l’inclusività diventa in questo senso un orizzonte verso il quale tendere.

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Gli arredi e i giochi costituenti un parco inclusivo possono essere usati indistintamente da tutti i bambini


Il mercato mette già oggi a disposizione un vasto campionario di giochi cosidetti inclusivi per la loro collocazione ad integrazione di parchi gioco già esistenti, tuttavia il progetto deve essere composto dalla sommatoria di questi elementi preformati, quanto piuttosto tendere ad una possibilità integrata complessiva che attende al paesaggismo, alla progettazione strutturale e all’impiantistica.

3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il quadro normativo di riferimento per la progettazione di un parco inclusivo si rivolge a due ambiti differenti: quello della progettazione dei parchi ed delle aree da gioco e quello legato al tema dell’accessibilità e dell’eliminazione delle barriere architettoniche. In questo senso il panorama normativo si sta orientando nella direzione del concetto di progettazione universale. A partire dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 13/12/2006), ratificata in Italia dalla Legge n. 18/2009, la progettazione di prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, deve avvenire nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. Anche in tema di barriere architettoniche e localizzative, l’attenzione progettuale ha puntato all’individuazione di tutti gli elementi costruttivi non adeguati alle individuali possibilità fisiche, sensoriali e psichiche delle persone. In sintesi si riportano le seguenti normative utili alla progettazione e alla scelta delle attrezzature utilizzabili nei parchi e nelle aree da gioco all’aperto: Convenzione globale per i diritti delle persone con disabilità, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 16/11/2006 Legge 03/03/2009, n. 18 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità” D.M. 14/06/1989, n.236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche” D.P.R. 24/07/1996, n. 503 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici” L.R. 20/02/1989, n. 6 “Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche e prescrizioni tecniche di attuazione”

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UNI PdR 29/11/2009 n. 24:2016 Prassi di Riferimento “Abbattimento barriere architettoniche - Linee guida per la riprogettazione del costruito in ottica universal design” UNI 11123 “Guida alla progettazione dei parchi e delle aree da gioco all’aperto” UNI EN 1176-1 “Attrezzature e superfici per aree da gioco - Parte 1: Requisiti generali di sicurezza e metodi di prova”

4 - INQUADRAMENTO Il parco Baden Powell è situato nel quartiere Celadina a Bergamo tra via Pizzo Scais e via Borgo Palazzo ed è caratterizzato da una forma allungata con orientamento nord-est sud-ovest. Il PGT in vigore al Piano dei Servizi classifica le aree in gruppo V art. 18.10 (spazi verdi, attrezzati e non, funzionali allo svolgimento di attività ludico-ricreative-sportivehobbistiche e finalizzati al miglioramento della qualità ecologica e ambientale urbana) facendo distinzione tra due zone: la prima, corrispondente al settore nord compreso tra l’ingresso da via Pizzo Scais e la strozzatura in corrispondenza dell’edificio residenziale, appartiene alla tipologia V1-Parchi urbani (ambiti verdi destinati a parchi

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PSC - Stralcio della Tavola di Piano


pubblici o di uso pubblico con estensione maggiore di 1 ha, per lo piÚ dotati di attrezzature di tipo fruitivo, ludico, ricreativo e sportivo); la seconda, a sud compresa tra la suddetta strozzatura e l’ingresso da via Borgo Palazzo, ricade in tipologia V2-Giardini (ambiti verdi destinati a parchi pubblici o di uso pubblico con estensione inferiore a 1 ha, per lo piÚ dotati di attrezzature di tipo fruitivo, ludico, ricreativo e sportivo).

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PGT - Stralcio della Tavola di Piano


Nelle immediate vicinanze si trova la ex Centrale Daste e Spalenga soggetta a rifunzionalizzazione e a riqualificazione degli spazi esterni, destinata ai servizi per la cultura. Inoltre è presente un sistema esistente e a progetto di percorsi ciclopedonali di primo e secondo livello. Il parco si colloca immediatamente ad est del sistema denominato Cintura Verde (V6), un sistema verde di scala urbana di aree verdi pubbliche o ad uso pubblico costituito dall’insieme integrato e connesso di ambiti verdi urbani attrezzati e fruibili con caratteristiche assimilabili ai parchi (denominati Stanze Verdi) e di un parco lineare con caratteristiche agro-forestali, appositamente progettato per garantire la connessione ecologica tra tali ambiti e altre aree di particolare interesse naturalistico, ambientale ed ecologico (esistenti o di progetto) e favorire contestualmente la fruizione del territorio, anche nelle parti periferiche periurbane con caratteristiche di tipo agronomico e rurale. Nello studio paesistico di dettaglio alla tavola SP6 – Indicazioni per la tutela e la valorizzazione del paesaggio il parco rientra negli elementi del paesaggio da salvaguardare. Il progetto “Legami urbani”, insieme coordinato ed integrato di interventi volti alla riqualificazione di quartieri periferici, con il quale la città di Bergamo ha partecipato al bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie (D.P.C.M. 25/05/2016) interessa il quartiere di Celadina. Il driver strategico 1 prevede di riqualificare edifici e spazi aperti di uso pubblico e generare-rigenerare nuovi luoghi dell’incontro sociale. In particolare il progetto 11 prevede la realizzazione del primo parco inclusivo al parco Baden Powell.

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PSC - Ambito Strategico 10, la Cintura Verde

Parco Baden Powell


5 - DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO Allo stato attuale il Parco Baden Powell è caratterizzato da una forma lunga e stretta che si orienta in direzione nord-est sud-ovest ponendosi come intervallo verde tra via Pizzo Scais e via Borgo Palazzo ed è delimitato ad ovest dalle vie don Mansueto Zambetti e Pietro Brolis e ad est confina con aree verdi private di immobili residenziali e i campi sportivi dell’Oratorio di Celadina. A nord si trova il giardino pubblico di via Pizzo Scais con la sua passerella di raccordo con la via Monte Gleno. Ad est si trova la ex Centrale Daste e Spalenga, oggetto di rifunzionalizzazione e riqualificazione nelle aree esterne nel progetto “Legami urbani”. I parcheggi sono collocati principalmente lungo via don Mansueto Zambetti e via Pietro Brolis ad ovest del parco. VIA

GIARDINO PUBBLICO DI VIA PIZZO SCAIS

VIA

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CENTRALE ELETTRICA DI VIA DASTE E SPALENGA

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P ORATORIO S. PIO X e SEDI COOPERATIVE SOCIALI

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Diagrammadei deiprincipali principali Diagramma Serviziaaperimetro perimetrodel del Servizi Parcoeedegli degliaccessi accessi Parco

mancanti, sono in cattivo stato di manutenzione. Proseguendo lungo il percorso principale si trova un gioco a piramide in rete per arrampicata con il suo cerchio di area di sicurezza antitrauma in ghiaia, in buono stato di conservazione, e un’area con pavimentazione in cemento con un canestro per il basket.

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In questo punto ad est del percorso principale si trova l’area cani, uno spazio attrezzato e cintato per l’utilizzo da parte dei cani non a guinzaglio.


Vista del Parco Giochi

Vista della fontana

La struttura del parco consta di due parti afferenti ad epoche costruttive differenti che anche in ragione di ciò presentano caratteristiche diverse sotto molti aspetti. La porzione a nord compresa tra la via Pizzo Scais e la via Giovanni da Verrazzano è caratterizzata da un ingresso principale su via Pizzo Scais con un percorso ad anello sul perimetro e due collegamenti trasversali in corrispondenza del percorso pedonale da via Giovanni Caboto al confine con i campi sportivi dell’Oratorio di Celadina e successivamente in corrispondenza di via Giovanni da Verrazzano. Qui trovano luogo anche tre accessi minori. Il parco raccorda il dislivello di quota tra via Pizzo Scais e via Borgo Palazzo che è di circa 400 cm con percorsi in leggera pendenza. Subito in corrispondenza dell’ingresso ad una quota inferiore di circa 130 cm si trova

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l’area giochi alla quale si accede, oltre che dal percorso principale, attraverso una


scale in asse centrale con l’ingresso. La pavimentazione è in ghiaia. Trovano luogo una combinazione gioco a castello con reti da arrampicata e scivoli, tre strutture in legno per altalene con seggiolini a tavoletta e cestello, due giochi a molla singoli, un gioco a molla doppio e una giostra con seggiolini girevole. Lo stato di manutenzione è buono per il castello e la giostra girevole, mentre i giochi a molla e le altalene, in parte mancanti, sono in cattivo stato di manutenzione. Proseguendo lungo il percorso principale si trova un gioco a piramide in rete per arrampicata con il suo cerchio di area di sicurezza antitrauma in ghiaia, in buono stato di conservazione, e un’area con pavimentazione in cemento con un canestro per il basket. In questo punto ad est del percorso principale si trova l’area cani, uno spazio attrezzato e cintato per l’utilizzo da parte dei cani non a guinzaglio.

Vista dell gazebo e dell’area piantumata a Gelsi neri all’altezza di via Monte Grem

Vista dell gazebo e dell’area piantumata a Gelsi neri all’altezza di via Monte Grem

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Nella parte centrale sul lato ovest in corrispondenza di via don Mansueto Zambetti si trova un piccolo stagno artificiale con getto d’acqua nella parte più alta e piccolo corso d’acqua affiancato da un roseto. A conclusione del sistema a nord si trova una piazza alberata a gelsi con al centro un gazebo. Le alberature consolidano lo schema planimetrico ponendosi a margine lungo i percorsi esterni con alberature ad alto fusto giovani ma ben radicate. I percorsi in questa prima parte di parco sono in cubetti di porfido con posa a coda di pavone. Lo stato di manutenzione è buona eccezion fatta per lo slargo d’ingresso e i punti in corrispondenza degli accessi trasversali dove sono presenti parziali distacchi e sollevamenti.

Vista dell’area “Boschiva”

Sul limite tra la porzione nord e quella sud c’è la presenza di un’area con immobile residenziale privato. In questo punto la sezione del parco si riduce di dimensioni generando una strozzatura che non aiuta la lettura del parco come unica entità. I percorsi diventano sinuosi, le alberature più consistenti e sviluppate data anche la maggiore età e non vi sono attrezzature di gioco. In direzione dell’ingresso da via Borgo Palazzo la sezione del parco subisce un ulteriore ridimensionamento. Qui si trova anche una lunga pista in asfalto per tricicli e biciclette. Le pavimentazioni sono in lastre di porfido a spacco e non sono in buono stato di manutenzione a causa della vicinanza con le grandi alberature che ha generato sollevamenti e cedimenti con notevoli disagi di percorribilità in coincidenza delle piogge. L’ingresso da via Borgo Palazzo è di piccole dimensioni ed è molto arretrato rispetto alla

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sede stradale rendendolo così poco visibile ed utilizzato.


Vista dell’area asfatata prossima all’accesso Sud

L’illuminazione esistente è recente del tipo a palo con lampada a LED dislocata essenzialmente lungo i percorsi principali. Il parco è dotato di panchine in metallo e legno, non in buono stato di conservazione, collocate lungo i percorsi principali e all’interno dell’area giochi. Rispetto all’accessibilità e fruibilità del parco si rileva che i percorsi principali sono essenzialmente accessibili a disabili motori per quanto attiene a pendenze e dimensione, nonostante ci siano alcune porzioni di pavimentazione sconnessa che rendono disagevole il passaggio con sedia a ruote. Non ci sono dispositivi che rendono i percorsi accessibili ai disabili visivi. Le aree gioco, invece, non solo non sono accessibili a causa della presenza della ghiaia che non consente l’avvicinamento della sedia a ruote ai giochi ma non sono del tipo inclusivo e quindi fruibili. Anche la collocazione delle panchine nel prato in accostamento ai percorsi principali non consente l’affiancamento a persona su sedia a ruote.

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6 - PROGETTO Il progetto sviluppa il tema del parco inclusivo nel senso di uno spazio polisensoriale corredato da valori sensoriali differenti in modo che ciascuno possa sintonizzarsi secondo le proprie caratteristiche di ricezione individuale. Tale concetto viene sviluppato a partire dall’idea di un percorso esperienziale in grado di stimolare diversi livelli sensoriali. Questo tema si rafforza nell’ottica di un parco fruibile dalle persone a seconda delle possibilità individuali, in cui ciascuno può godere dello spazio verde in base ai propri desideri, esigenze ed aspettative in comune con altre persone. Tutti i percorsi saranno necessariamente accessibili e tutto sarà fruibile. Questi concetti trovano la loro espressione nel tema architettonico urbano di un sistema unitario che consente la lettura di un unico organismo parco. Il parco diventa quindi un lungo ed unico percorso di collegamento tra via Pizzo Scais e via Borgo Palazzo lungo il quale si strutturano ambiti esperienziali e sensoriali distribuiti in sequenza regolare. Un grande movimento terra nella parte centrale del parco accentua il vuoto centrale e indirizza verso la strozzatura di collegamento con la porzione a sud del parco, ottenendo l’effetto di una schermatura dell’edificio residenziale privato. La vegetazione interpreta e rafforza il sistema pieno-vuoto. Le nuove alberature, scelte della specie gingko biloba, sono inserite nell’ottica di variazione rispetto alla stagionalità e al colore. L’ingresso su via Pizzo Scais viene depotenziato, decentrandolo e orientandolo verso la passerella del giardino verso via Monte Gleno. Viene creato un nuovo accesso trasversale in corrispondenza dell’attraversamento pedonale verso la ex Centrale Daste e Spalenga e la sua nuova piazza. Gli ingressi principali verranno attrezzati per il deposito di biciclette e passeggini. Il progetto mantiene i percorsi della parte nord del parco e prevede il rifacimento di quelli a sud, in cattivo stato di manutenzione. L’illuminazione esistente viene pressoché mantenuta, parzialmente integrata e dove necessario potenziata. L’area cani viene mantenuta nella posizione attuale. Le panchine esistenti in legno con struttura in metallo sono in cattivo stato di manutenzione e vengono sostituite con nuovi elementi.

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ASSETTO GENERALE

SISTEMA ARBOREO

AMBITI LUDICO - DECORATIVI

ASSETTI - Stato di fatto

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ASSETTO GENERALE

SISTEMA ARBOREO

AMBITI LUDICO - SENSORIALI

SISTEMA DEI PERCORSI

ASSETTI - Progetto

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Il progetto, come già accennato, sviluppa il percorso sensoriale attraverso la disposizione di ambiti dalle caratteristiche differenti. Procedendo dall’ingresso nord di via Pizzo Scais in direzione dell’ingresso su via Borgo Palazzo si incontrano seI aree esperienziali. In dettaglio:

AMBITO 1: LA CONCA _ Scivolare, Arrampicare, Saltare L’area si trova in corrispondenza dell’ingresso nord ed è l’ambito dedicato al movimento, in particolare allo scivolare, arrampicare e saltare. Sfruttando il dislivello esistente, in corrispondenza circa dell’area giochi esistente attualmente si ricava un dispositivo geometrico che permette l’incasso di scivoli da pendio in una superficie in antitrauma in gomma colata. Particolare attenzione è stata posta alla possibilità di fruizione degli scivoli da parte di bambini con disabilità motorie. E’ stato studiato un percorso che permette al bambino e al suo accompagnatore, mediante una rampa con pendenza idonea, di poter raggiungere la partenza degli scivoli. In corrispondenza dell’accesso allo scivolo si trova una pedana in modo tale da poter permettere l’affiancamento e il passaggio dalla sedia a ruote. Verranno installati scivoli di dimensioni adeguate allo scivolamento di due persone affiancate al fine di garantire la possibilità di accompagnamento durante la scivolata ove fosse necessario. Tra gli scivoli installati è poi presente una scala alla cui destra e sinistra c’è una rampa che permette di trasportare la sedia a ruote vuota fino all’arrivo dello scivolo per una via breve. Accanto agli scivoli verranno installati appigli e funi per l’arrampicata. Blaxland Riverside Park_ Sydney, Australia

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Nella zona di arrivo degli scivoli trova spazio un tappeto elastico da incasso idoneo all’utilizzo con sedia a ruote.


Un esempio di rampa di affiancata allo scivolo per la movimentazione rapida della sedia a ruote da parte di un accompagnatore

Un esempio di tappetto elastico inclusivo

Proseguendo sul percorso principale, si mantiene il gioco a rete per l’arrampicata che viene reso accessibile a persone con disabilità motoria attraverso la realizzazione di una lingua di pavimentazione antitrauma. Si è optato per la conservazione del gioco, nonostante la sua non piena inclusività, per l’importanza che riveste a livello della rete sociale di quartiere. Il progetto prevede la demolizione dello spazio dedicato al basket e la sua ricollocazione nella porzione a sud.

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Showa Kinen Park, Takano Landascape Planning_Tokyo_dettaglio

AMBITO 2: LA SORGENTE _ Bagnarsi, Toccare, Sperimentare In questo ambito viene approfondito l’utilizzo dell’acqua come elemento di grande valore ambientale, estetico e sensoriale nonché nella sua accezione ludica di elemento fondamentale nel gioco del bambino. La sorgente, a forma triangolare, si trova in posizione baricentrica nella posizione più aperta del parco. Si è pensato all’acqua in un luogo di pieno sole. E’ stato disegnato un dispositivo in grado di valorizzare la sensorialità dell’elemento acqua stimolando l’udito, il tatto e la vista. Sentirne il suono, osservarne la quiete, il movimento, il colore e toccarne la consistenza e la temperatura. Tutto ciò ad una quota accessibile a tutti. Una struttura tubolare continua è ancorata ed alimentata da due punti. Nel primo invaso a forma cilindrica, la fonte, l’acqua è in quiete e straborda a sfioro smaterializzando la forma che lo contiene. Il tubo in acciaio, la cascata, che parte da qui è dotato di ugelli che definiscono due pareti d’acqua ricostituendo il volume. A terminale della struttura la vasca è costituita da un invaso dove l’acqua gorgoglia e un troppopieno consente la caduta dell’acqua sulla superficie indirizzandola per scorrimento verso la canalina di raccolta posta parallelamente al percorso principale. La forma e le quote a cui sono posti gli oggetti e i dispositivi da cui fuoriesce l’acqua consentono la sperimentazione in modo inclusivo. L’acqua raccolta viene convogliata in opportuno vano tecnico ispezionabile dotato di vasca di compenso, pompe, filtri e quadro elettrico.

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Il Parco Baden Powell attrezzato a campeggio

AMBITO 3: LA RADURA _ Sostare, incontrarsi, abitare Compreso tra la sorgente e il rilevato a cui si è accennato si apre uno spazio libero, a prato a disposizione della collettività per organizzare eventi o per le associazioni di quartiere per le loro iniziative. Per questo si è progettato qui, in corrispondenza del nuovo accesso su via don Mansueto Zambetti all’altezza del collegamento con la ex Centrale Daste e Spalenga, anche uno spazio coperto che contiene un chiosco per la somministrazione di cibi e bevande, un magazzino a disposizione per la manutenzione e i servizi igienici.

Rotolare

AMBITO 4: LA CIMA _ Salire, Rotolare, Mirare Oltre alla funzione architettonica di schermatura dell’edificio residenziale inserito nel parco e di elemento che direziona verso la parte sud, la cima diventa elemento ludico ed esperienziale. Attraverso una dolce rampa contenuta entro due muretti laterali tutti possono avere accesso facilmente al punto più alto del parco.

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Salire e mirare vengono garantiti così come la possibilità di sfruttare i muretti laterali


per il passaggio dalla sedia a ruote e potersi sdraiare sul pendio erboso ad osservare il cielo o divertirsi a rotolare giù. Arrivati in cima è presente un binocolo per divertirsi ad osservare ciò che è lontano o ciò che è nascosto tra gli alberi. Il progetto prevede la demolizione del gazebo e il mantenimento del percorso trasversale di collegamento tra via Giovanni da Verrazzano e via don Mansueto Zambetti. La superficie sulla quale insisteva il gazebo e le panchine viene restituita a prato. A rafforzare l’intento di schermatura dell’edificio residenziale nell’area compresa tra la cima ed il collegamento trasversale in aderenza con la recinzione dell’area privata, si prevede la piantumazione di alberi ad alto fusto della specie GIngko Biloba. Nella porzione di parco a sud il progetto prevede la strutturazione di un nuovo percorso in sostituzione di quelli esistenti che si pone in continuità con il percorso principale della parte nord.

Dondolare

AMBITO 5: IL TELAIO _ Suonare, Conoscere, Dondolare Il nuovo percorso di collegamento con via Borgo Palazzo si sposta dal filare di bagolari per evitare le problematiche a cui è sottoposto il viale attuale a causa del consistente apparato radicale di questi alberi e, a partire dall’allineamento con il percorso principale della porzione nord, si innesta al sistema di percorsi esistente parallelo a via Brolis. Le pavimentazioni in porfido a spacco vengono sostituite con nuove pavimentazioni in cemento drenante per trovare soluzione ai problemi di difficile drenaggio delle acque meteoriche a cui è soggetta questa porzione di parco. L’esistente pista in asfalto, che costeggia via Brolis e il primo tratto di percorso all’interno del parco dall’ingresso di via Borgo Palazzo, viene reinterpretata e le viene trovata nuova destinazione funzionale entrando a far parte dell’ambito denominato il telaio. In questo punto

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viene aperto un nuovo accesso pedonale in corrispondenza del già esistente cancello per le


manutenzioni. L’intento progettuale è quello di estendere il più possibile la fruizione di questa porzione di parco tentando di porre soluzione ai problemi legati al tema della sicurezza e sfruttando le potenzialità di questo luogo naturalmente ombreggiato. Lungo tutto il nuovo percorso si struttura un ambito dove trovano spazio tutte quelle attrezzature ludiche che necessitano di pali di sostegno o che sono formate da tubolari metallici, facendo riferimento a stimoli sensoriali ed esperienziali differenti (movimento, suono, apprendimento). Percorrendo il nuovo camminamento in direzione sud si incontrano due strutture metalliche a telaio che sostengono sei nuove altalene impostate a diverse altezze. In dettaglio verranno installate un’altalena a cestone, da condividere in modo inclusivo tra più bambini, due altalene a cestello per i bambini più piccoli che hanno il sostegno del busto, un’altalena con schienale per chi non ha il controllo del busto e un’altalena a tavoletta.

Altalene

Proseguendo, nella parte a goccia della ex pista in asfalto trova posto canestri installati a diverse quote per favorire l’utilizzo anche da parte di bambini più piccoli o persone con disabilità motoria. Nella parte rettilinea e conclusiva del percorso si strutturano una serie di attrezzature-gioco disposte in asse al percorso generando un percorso parallelo di gioco. Disposti in infilata sequenziale si trovano: un grande tavolo accessibile per lo sviluppo delle attività legate alla manipolazione, superficie a disposizione per le attività laboratoriali sviluppate dalle associazioni di quartiere; pannelli ludici per sviluppare le capacità cognitive;

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Gioco a tubo e percorso per la camminata assistita


Ruota della pioggia e tubi per parlare

un gioco costituito da una serie di tubi colorati, con altezze diverse, appositamente studiato per stimolare il bambino a completare il percorso acquisendo così maggiore manualità, garantendo grazie alla sua composizione la piena accessibilità; un percorso a pali per la camminata assistita e riabilitativa; infine un tavolo a rulli, gioco sensoriale pensato per stimolare i sensi attraverso la pressione muscolare sui rulli e far sperimentare il movimento e lo scivolamento anche a bambini con ridotta capacità motoria. Ad integrazione di questo ambito vengono collocati giochi che sviluppano il tema del suono: due coppie di tubi che permettono di dialogare a distanza e una ruota a forma di timone che attraverso il suo movimento rotatorio emette suoni, il rumore della pioggia, l’acqua che scorre, l’onda che si estende sulla spiaggia.

La casa sull’albero

AMBITO 6: IL NIDO _ Nascondersi, Scoprire, Osservare Al sistema dei percorsi nella parte sud si innesta l’ultimo ambito denominato il nido. Lo sviluppo del tema della casa sull’albero ha portato al disegno di un elemento soprelevato accessibile a tutti attraverso una dolce rampa. Il corpo della casa svetta tra le chiome degli alberi. Il gioco di imitazione e l’esigenza di un posto raccolto dove trovare rifugio trovano la propria espressione in questo elemento.

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7 - LOTTI DI INTERVENTO Per la realizzazione del Parco inclusivo Baden Powell è prevista la divisione in due lotti funzionali. Ad una diversa cronologia progettuale e realizzativa del progetto in fasi corrisponde anche una differenziazione dei luoghi. Il Lotto 1 vedrà infatti interventi concentrati principalmente nella parte Nord del Parco, il Lotto 2 in quella generalmente più boschiva a Sud.

LOTTO 2

LOTTO 2

LOTTO 2

LOTTO 1

LOTTO 1

area cani

LOTTO 1

LOTTO 1

N

Identificazione dei lotti d’intervento

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Lotto 1 Le prime fasi di cantiere affronteranno i necessari approntamenti da effettuarsi sui manufatti e sui suoli esistenti. Si dovranno porre in essere il disfacimento delle strutture ludiche a Nord (il castello, le altalene, la giostra e i dondoli a molla), dell’attuale “piattaforma” cementizia ad uso campo da basket; e la rimozione della parte terminale della fontana, (nello specifico della sola porzione della vasca), costituita da una struttura in cemento armato e riverstita da ciotoli come l’intero canale cui essa è collegata, del quale è previsto il disfacimento e l’interramento. Si precisa che, in coerenza con il carattere generalmente conservativo che ha accompagnato la riflessione progettuale, rispetto ai lavori di demolizione della fontana esistente e del suo “canale emissario”, si è deciso di conservare la sagoma della vasca esistente come sede del manufatto di fondazione del nuovo chiosco/bar. Altri interventi sostitutivi saranno da attuarsi nella porzione corrispondente al collegamento trasversale all’altezza di via Monte Grem, in particolare del piccolo Gazebo esistente (oggi largamente sotto utilizzato), nella rimozione dei gelsi neri disposti in filare nelle immediate adiacenze di quest’ultimo, ed infine nello strato superficiale del suolo, oggi costituito da granulato calcestre. E’ prevista poi la sostituzione delle panchine in legno esistenti, ad oggi fortemente ammalorate, per la sola porzione oggetto dell’intervento in Lotto1 e, analogamente, la soppressione di alcuni corpi illuminanti e dei relativi lampioni insistenti, ad esempio quelli posti in corrispondenza con il canale emissario (Iora interrato); e dell’area gioco a Nord (ora oggetto di riforma). Dovranno poi realizzarsi i necessari movimenti terra per la formazione dell’ambito della Conca e della Cima in materiale arido, e la preparazione dei suoli per l’ambito della Sorgente, del Chiosco e del Telaio e dei segmenti di collegamento pedonale ad integrazione o sostituzione di quelli già esistenti. Il grado di artificialità di ciascuno dei suoli elencati sarà garantito da sottoservizi dedicati e specifici, quali quelli del Chiosco/bar che sarà dotato di pompa di calore per il riscaldamento ambientale e per l’acqua calda sanitaria; e del necessario locale impianti interrato per il funzionamento dei giochi d’acqua della Sorgente. Le stratigrafie specifiche di ciascuno degli ambiti saranno oggetto di un approfondimento da formularsi in fase di progettazione esecutiva; in particolare ci si rifersisce incidentalmente alla pavimentazione antitrauma, al cemento gettato drenante, ai moduli loges per agevolare il movimento dei disabili visivi, e al vespaio areato costituente il solaio controterra del Chiosco/Bar. Dovranno poi essere poste in essere le opere edilizie di completamento degli ambiti indicati sia dal punto di vista edilizio, che impiantistico e paesaggistico come indicato nel progetto esecutivo. Altre opere, inserite nel Lotto 1, saranno di carattere più perimetrale e riguaderanno la sistemazione dell’ingresso principale da via Pizzo Scais che troverà un nuovo orientamento mediante una divesra disposizione dei moduli dell’inferriata esistente e la formazione di un nuovo ingresso in corrispondenza dell’accesso pedonale dalla centrale elettrica di via Daste e Spalenga di cui è prevista l’imminente riforma. Lotto 2 In analogia al Lotto 1 per questo corpo di lavori è prevista, a seguito di un ripensamento

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della logica dei flussi e dei collegamenti, la rimozione delle pavimentazioni in lastre di


porfido, posate ad opus incertum, e costituenti il percorso nel tratto “boschivo”. Esse infatti, a cagione dell’adiacenza alberi ed alto fusto (bagolari) e della naturale crescita delle radici, versano in uno stato di ammaloramento particolarmente accentuato. Contestualmente saranno rimossi anche i piccoli slarghi per la sosta e le panchine che vi insistono. Si procederà poi con la realizzazione delle dei nuovi suoli come presecuzione lineare dell’ambito del Telaio cui questo lotto di intervento determina il consequenziale sviluppo. Il progetto esecutivo da formularsi su questo stralcio di intervento dovrà naturalmente conformarsi allo “sfondo” già determinato dal progetto esecutico in Lotto 1, proprio in ragione di una auspicata unità degli spazi del parco. E’ prevista poi la formazioe di un nuovo ingresso a quest’area del Parco Baden Powell da realizzarsi in adiacenza di quello già presente, di funzione unicamente manutentiva, posto all’atezza di Via Giovanni da Verrazzano. Connesso ai percorsi promossi dal Telaio di lotto 2 sarà l’ambito del Nido. Dovranno naturalmente essere poste in essere tutte le opere edilizie di completamento degli ambiti indicati dal punto di vista edilizio, impiantistico e paesaggistico come indicato nel progetto esecutivo.

8_PROGETTAZIONE DEI SEGNALI E PERCORSI TATTILI NECESSARI AL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE PERCETTIVE Il progetto prevede l’accessibilità completa di persone con disabilità motoria. L’art. 1.2.c. del D.P.R. 503/1996 e l’art. 2.A).c) del D.M. 236/1989 considerano barriere architettoniche, e quindi da superare, anche le barriere percettive intese come la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. Per garantire l’accessibilità e la fruibilità del parco a persone con disabilità visiva è necessario che la conformazione del luogo o le sue caratteristiche siano in grado esse stesse di inviare informazioni utili al suo orientamento. La persona disabile della vista è in grado di crearsi una mappa cognitiva, cioè una rappresentazione mentale di quel certo luogo, ed essa sarà utilizzata, implicitamente o consapevolmente per muoversi in autonomia. Qualora il luogo non disponga di tutte le informazioni necessarie devono essere progettati ausili in grado di colmare tali lacune ed indicare chiaramente la direzione corretta ed avvertire di eventuali pericoli. Verranno studiati i necessari dispositivi con la consulenza dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti al fine di rendere accessibile il percorso principale a partire dall’ingresso da via Pizzo Scais a quello su via Borgo Palazzo, con la possibilità di accedere dai due accessi sul lato est e connettersi al percorso principale. Verrà inoltre garantito l’accesso all’area cani e al collegamento trasversale con il chiosco, i servizi igienici e il nuovo accesso da via don Mansueto Zambetti in direzione della ex Centrale Daste e Spalenga. Sarà un itinerario idoneo alla mobilità autonoma e sicura di non vedenti ed ipovedenti e garantirà anche la fruibilità degli ambiti sensoriali ed i servizi dislocati lungo il percorso.

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Si è scelto di utilizzare il sistema di segnali e percorsi tattili integrati LOGES-VET-EVOLUTION


Un esempio di applicazione del sistema modulare loges

(LVE) che nasce dalla collaborazione tra l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti ONLUS e l’Associazione Disabili Visivi ONLUS e dalle rispettive esperienze in tema di ausili per la mobilità autonoma e sicura delle persone con disabilità visiva. Il suo aspetto particolarmente innovativo sta nella sua attitudine a fornire, oltre alle indicazioni tattili, anche informazioni vocali mediante l’integrazione con il sistema elettronico di messaggi vocali. La parte tattile consiste, come è noto, in superfici dotate di rilievi studiati appositamente per essere percepiti sotto i piedi, ma anche visivamente contrastate, da installare sul piano di calpestio, per consentire a non vedenti ed ipovedenti “l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo”. Sotto ogni piastra è sistemato un TAG a radiofrequenza che viene letto dal ricetrasmettitore situato nel bastone speciale e comunica nell’auricolare di uno smartphone informazioni su ciò che si trova intorno. Agli ingressi saranno disposte mappe tattili e in corrispondenza degli ambiti si troveranno pedane tattili in richiamo alla mappa.

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MAPPA DEI DISPOSISTIVI TATTILI NECESSARI AL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE PERCETTIVE

MT

area cani

LOTTO 1

LOTTO 1

N

MT

MT

LEGENDA

MT

MAPPA TATTILE

LOTTO 2

LOTTO 2

LOTTO 1

MT

LOTTO 1

PERCORSO TATTILE PLANTARE LOGES

LOTTO 2

MT

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