Tutte le aree pedonali di piazza Cittadella saranno risistemate nel 2017

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COMUNE DI BERGAMO Messa in sicurezza delle pavimentazioni pedonali inerenti Piazza Cittadella: pavimentazione porticato Visconteo, camminamento diagonale e perimetrale, androni di accesso.

Progetto definitivo-esecutivo RELAZIONE GENERALE e RELAZIONI SPECIALISTICHE di cui all’art. 25 e all’art 26, all’art. 33, comma 1, lettere a)-b), e all’art 34-35, DPR 207/10 Premessa Indicazioni dello studio di fattibilità dell’Amministrazione Comunale Dallo studio di fattibilità redatto dal Settore “LLPP - Strade e Parcheggi” del Comune di Bergamo, si sintetizzano i seguenti aspetti: - bisogni: messa in sicurezza dei percorsi nel rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche del contesto; - obiettivi: migliorare l’accessibilità con particolare riferimento alle utenze deboli; - caratteristiche tecniche dell’opera: rimozione e sostituzione delle pavimentazioni degradate del portico Visconteo, del camminamento perimetrale, della diagonale (con ampliamento di un metro), e dei tre androni. Quindi il progetto non ha come presupposto l’intervento sulla riconfigurazione dello spazio aperto di Piazza Cittadella, né tantomeno sulla ridiscussione della sua funzione di parcheggio e di attraversamento viario, bensì si concentra sul dettaglio della messa in sicurezza dei pedoni negli ambiti di pavimentazione a loro riservati e soggetti a forte degrado. Premessa di metodo Gli interventi di adeguamento delle pavimentazioni in ambito storico, sono da considerarsi come vere e proprie operazioni di restauro, nelle quali la scala del dettaglio architettonico deve confrontarsi con la scala urbana e ambientale. Non è pensabile infatti considerare tali interventi come delle pure azioni di natura manutentiva e messa in sicurezza, tralasciando i metodi e le prassi dei progetti di restauro architettonico. Quindi le azioni progettuali di recupero, integrazione, consolidamento, sostituzione e nuovi inserimenti, tipiche del progetto di restauro, devono essere prese in completa considerazione. Nel rispetto di quest’ottica, bene ha fatto il settore LLPP a mettere a disposizione del progettista un rilievo ortofotografico di dettaglio, eseguito con scanner laser, al fine di mappare con la massima precisione lo stato attuale, sia materico sia percettivo, delle pavimentazioni. Alcuni cenni storici fondamentali sulle pavimentazioni di Piazza Cittadella Non entrando nel merito della storia del complesso della Cittadella, alla lettura del quale si rimanda all’esaustiva documentazione esistente, preme rilevare che le pavimentazioni sulle quali si interverrà sono per la quasi totalità, di datazione novecentesca, e in gran parte risalenti a poco più di 50 anni fa. Infatti è noto che la messa in luce del portico Visconteo avviene alla fine degli anni ’50 a seguito dell’intervento di realizzazione del Museo Archeologico sul progetto dell’architetto Sandro Angelini. 1


Prima di questo intervento, il complesso della Cittadella si presentava con prospetti interni pressoché compatti sui quattro lati, con impostazione di facciata tipicamente ottocentesca, e un cortile in acciottolato tagliato dalla diagonale attualmente visibile.

Quindi se allo stato attuale abbiamo una datazione sommaria sulla pavimentazione della diagonale (antecedente non di molto rispetto alle altre), abbiamo invece dati certi sulla datazione della pavimentazione del porticato visconteo e dell’androne verso il giardino La Crotta, in quanto essi si realizzano all’inizio degli anni ’60 in concomitanza con i progetti curati dall’Angelini. Dall’esame della documentazione di archivio abbiamo anche notizie sulla tipologia del materiale utilizzato: trattasi di arenaria di Sarnico, varietà “Berrettina”, come si deduce da un verbale di perizia di appalto in cui lo stesso Angelini muta la pavimentazione prevista nel progetto originario (in arenaria di Sarnico dal tipico colore grigio), nella nuova versione a cromia giallino-beige.

Verbale concordamento nuovi prezzi del 1959

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Per quanto concerne la pavimentazione perimetrale si presume anch’essa coeva della diagonale e per tipologia e stato di usura essa suggerisce delle attinenze al lastricato del Sentierone, prima della sua sostituzione avvenuta a più riprese negli ultimi 20 anni. Un discorso a parte meritano i due androni di accesso alla corte (da Colle Aperto e da Piazza Mascheroni), le cui conformazioni delle pavimentazioni indicherebbero differenti epoche di posa. Per quanto riguarda i materiali lapidei di grossa dimensione (nei trottatoi e nella banda semicircolare sull’acceso da Piazza Mascheroni), dal tipo di usura e pezzatura si può presumere a una datazione prenovecentesca. Mentre per gli interventi di integrazione laterale e centrale (smolleri e opus incertum in porfido, porzioni di arenaria di piccole dimensioni, acciottolati), la datazione è postbellica. Prime considerazioni sul metodo di intervento Indipendentemente dalle datazioni che sono per la quasi totalità non antiche, risulta come dato di fatto, che le pavimentazioni in oggetto di intervento, nel loro insieme si presentano come storicizzate. Vuoi per la corretta progettazione, vuoi per la caratteristica dei materiali e del valore antico trasmesso dall’usura piuttosto avanzata, il progetto di recupero e messa in sicurezza deve prendere in considerazione questo fondamentale aspetto. Quindi, come in un consueto progetto di restauro, si cercherà di conservare il più possibile, e di integrare laddove il materiale è irrecuperabile. Invece, le sostituzioni con nuove scelte parziali, si adotteranno per subentrare agli elementi incoerenti e laddove essere si renderanno necessarie al recupero della funzione e della dimensione storica della piazza.

Analisi del degrado delle pavimentazioni 1) Portico Visconteo La superficie di questo ambito (circa mq 280), eseguito in arenaria di Sarnico della varietà Berrettina, mischiata con una percentuale del 20% con arenaria di Sarnico grigia), costituisce la parte più degradata, e al contempo la più suggestiva. Da un punto di vista materico e cromatico il quadro d’insieme è molto caratterizzante, e il tutto si presenta valorizzato dalla cura del casellario progettato dall’Angelini, che ha conferito a questo pavimento una qualità indiscussa.

L’unica criticità è di natura conservativa. Circa l’85% del materiale posato presenta erosioni, distacchi e rotture significative. La scelta della varietà Berrettina gialla caratterizzata da una grana fine in cui gli interstizi tra i granuli soltanto parzialmente occupati dal cemento naturale, di fatto la rende più fragile rispetto all’arenaria grigia dalla grana più consistente, (materiale questo esente da micro-fessurazioni e cavità con gli interstizi completamente riempiti dal legante naturale).

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Da un’immagine risalente agli anni ’80, infatti, già si desume che dopo neanche vent’anni, la pietra posata nel porticato Visconteo risultava già in stato di avanzato degrado, mostrando segni evidenti di erosione del materiale con lacune diffuse.

La causa di ciò non è comunque imputabile esclusivamente alla peculiarità del materiale, ma piuttosto al fatto che la pavimentazione posata sotto il portico non ha la sufficiente pendenza richiesta a questo tipo di pavimentazione. Dal rilievo si evince che la pendenza verso il cortile è circa dello 0,5%, percentuale che determina il ristagno dell’acqua di stravento e dei depositi di umidità, e la conseguente rottura progressiva a causa degli agenti disgreganti (piogge acide, cristallizzazione dei sali solubili e gelo). A dimostrazione di ciò, si evidenzia che la parte meno degradata è quella più protetta a ridosso delle pareti. E infatti in questo stato di degrado non sono esenti nemmeno le porzioni di arenaria di Sarnico che in diverse lastre presenta vistose erosioni e lacune molto profonde. A ciò si aggiungono ripetute azioni di tamponamento manutentivo eseguite nel tempo con intasature inappropriate di malta cementizia, che hanno costituito un’ulteriore barriera impermeabile al deflusso dell’acqua e delle condense, innescando quindi a loro volta situazioni di degrado dei materiali. Il quadro d’insieme da un punto di vista percettivo non ne ha risentito, poiché al valore materico e compositivo si è aggiunto anche quello chiaroscurale tipico delle pavimentazioni antiche, ma la fruizione del piano di calpestio oggi costruisce una costante fonte di insidie per i pedoni in transito. Compito del progetto è quello di ripristinare le condizioni di fruibilità del porticato cercando al contempo di salvaguardare il valore storicizzato dell’intervento dell’Angelini. 2) Androne su giardino La Crotta Questa porzione di pavimento (circa mq 160), è stata eseguita in analogia materica e compositiva al porticato. Tuttavia in questo caso, grazie alle pendenze adeguate, e alla doppia apertura del passaggio (contrariamente al porticato che è mono-affaccio), l’acqua di stravento e l’umidità riescono a defluire con maggior regolarità e a evaporare più in fretta. Lo stato di degrado è contenuto ad alcune rotture e a erosioni più contenute, che inficiano parzialmente la pedonabilità, né più né meno della quasi totalità delle pavimentazioni antiche in ambito storico. 4


3) Diagonale La diagonale (lunghezza ml 50 circa) di presenta in buono stato di conservazione. Essa è costituta da un campo sopraelevato di lastre di arenaria posata a opus incertum, delimitate da due cordonate di grosso spessore in granito San Fedelino, a loro volta delimitate da una cordonata a raso, sui due lati, realizzata con piccole spezzettature di materiale lapideo annegate a opus incertum nel cemento.

In questo caso la criticità non è di natura conservativa, ma funzionale. La diagonale, come si è anticipato, precede la pavimentazione del portico visconteo. In una foto antecedente all’apertura del porticato, in un contesto cortilizio privo di veicoli, si nota con evidenza questo tracciato bianco che taglia in due il cortile di acciottolato della Cittadella (vedi immagine pag. 1). Esso venne concepito per logica, per consentire un camminamento agevole ai pedoni in transito verso e da la via Colleoni. Allo stato attuale questo passaggio, piuttosto stretto (larghezza ml 2,00 dai fili esterni delle cordonate in rilevato), è costantemente assediato su un lato dai veicoli in sosta non regolamentata, e sull’altro dalle auto in transito con permesso autorizzato.

Non è questa la sede, come già anticipato, per rimettere in discussione l’utilizzo della Piazza. Purtuttavia il progetto dovrà recepire la richiesta dello studio di fattibilità comunale che chiede un allargamento di questo percorso, la cui sezione è allo stato attuale insufficiente a contenere ll consistente flusso di cittadini e turisti in transito nei due sensi, soprattutto nella stagione estiva e nei weekend.

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4) Marciapiede perimetrale I quattro lati del cortile (sviluppo complessivo circa ml 340) sono contornati da un camminamento di lastre di Pietra di Sarnico, posate a linee ortogonali alle facciate. Soltanto su due lati, queste lastre sono delimitate da un cordolo a raso, sempre in pietra di Sarnico. Le larghezze del camminamento sono variabili: - lato portico visconteo: larghezza cm 155 - lato verso Piazza Mascheroni: larghezza cm 130-175 - lato caserma CC: larghezza cm 120 - lato verso Giardino La Crotta: larghezza cm 130

Lo stato di conservazione è per lo più scadente. Diverse lastre risultano rotte e sconnesse, col piano di posa che ha subìto cedimenti in più punti. Anche in questo caso, il degrado visivo e materico è accentuato dall’assedio delle auto in sosta, che sovente negano sia la funzione di marciapiede, sia la funzione architettonica di cornice all’acciottolato della Piazza.

5) Androne su Colle Aperto La superficie pavimentata si estende per circa mq 195, ed è composta di diverse tipologie di materiali in differente stato di conservazione. In dettaglio: - “tappeto” di ingresso da Colle Aperto: lastre di arenaria di Sarnico, a piccola pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. Stato di conservazione scarso, con segni di dissesto causati dal transito veicolare. - trottatoi in lastre di grosse dimensioni, posate longitudinalmente al senso di marcia, in pietra arenaria di Sarnico levigata dal tempo. Stato di conservazione: buono. - camminamento laterale nell’androne: lastre di grosse dimensioni, posate trasversalmente al senso di marcia, in pietra arenaria di Sarnico levigata dal tempo. Stato di conservazione: discreto: alcune lastre presentano avvallamenti che determinano situazioni di inciampo. 6


- campi in acciottolato tra le lastre in pietra: stato di conservazione scadente, disconnessioni e rappezzi cementizi. - “tappeto” di ingresso in piazza: lastre di arenaria di Sarnico, integrate da lastre di granito, a mediagrande pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. Stato di conservazione buono. 6) Androne su Piazza Mascheroni La superficie pavimentata si estende per circa mq 90 , ed è composta di diverse tipologie di materiali in differente stato di conservazione. In dettaglio: - “tappeto” di ingresso da Piazza mascheroni: lastre di granito, a medio-grossa pezzatura, disposte con elegante disegno ad arco. Stato di conservazione buono, lastre levigate dall’usura di transito, con qualche affossamento del piano di posa. - trottatoi in lastre di grosse dimensioni, posate longitudinalmente al senso di marcia, in lastre di granito levigato dal tempo. Stato di conservazione: buono. - camminamenti laterali nell’androne: lastre di piccole dimensioni a spacco posate a opus incertum. Stato di conservazione: discreto. Materiale posato in epoca recente e incoerente sul piano compositivo con il resto dell’apparato lapideo dell’androne; - campi in smolleri di profido tra i trottatoi, posati a livelli sfalsati: stato di conservazione discreto, con degrado visivo causato da rotture e imboiaccature cementizie di ripristino. La posa a livello sfalsato causa situazioni di insidia per i pedoni. - “tappeto” di ingresso in piazza: lastre di arenaria di Sarnico, integrate da lastre di granito, a mediagrande pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. Stato di conservazione buono per le lastre in granito.

PROGETTO Metodo di intervento Richiamata la premessa, volta a inquadrare gli aspetti meramente manutentivi nell’ottica del restauro, in cui la scala del dettaglio architettonico deve confrontarsi con la scala urbana e ambientale, abbiamo ipotizzato per ogni diverso ambito un trattamento ad hoc, calibrando le azioni di recupero, integrazione, consolidamento, sostituzione e nuovi inserimenti, e inquadrandole nella visione complessiva del comparto. Questi i livelli individuati per l’intervento, in ordine dal più conservativo, a quello che necessita di sostituzione o ridefinizione 1) Laddove possibile abbiamo perseguito la conservazione totale dei campi lapidei in buono stato, limitandoci ad azioni isolate di rimessa in quota delle lastre affossate (esempio androne su Colle Aperto). 2) Laddove i campi si presentano in buone condizioni, ma con lastre degradate isolate, opereremo con azioni di cuci-scuci, utilizzando in prevalenza lastre di recupero da altri ambiti (esempio: androne su Giardino La Crotta). 3) Laddove i campi di degrado sono stesi su grande superficie, ma con aree in buono stato, lavoreremo con sostituzioni parziali, ma utilizzando stessi materiali e stesse pezzature a casellario (esempio: Portico visconteo). 4) Laddove i campi sono inadeguati per materiali e funzionalità, e per rappezzi manutentivi pregiudizievoli del quadro generale, opereremo con sostituzione quasi integrale, ma con riproposizione dei valori geometrici e materici (esempio: cornice perimetrale piazza). 5) Laddove il campo è inadeguato per matericità e funzionalità, opereremo con sostituzioni, ma recuperando i materiali di qualità in buono stato di conservazione (esempio: camminamento diagonale).

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1) Portico visconteo Questo ambito (circa mq 280), eseguito in arenaria di Sarnico della varietà Berrettina, mischiata con una percentuale del 30% con arenaria di Sarnico grigia, verrà salvaguardato nella sua percezione di insieme molto caratterizzante, in virtù come abbiamo accennato del casellario progettato dall’Angelini. Dal sopralluogo nell’unica cava di Arenaria di Sarnico a oggi ancora attiva, abbiamo potuto constatare che una parte di Pietra Berrettina è ancora reperibile (vedi foto precedenti), magari non a campo unico marroncino-beige, ma piuttosto chiazzato, come tra l’altro presente in diversi ambiti di Città Alta (vedi foto sottostanti).

Dall’analisi del degrado si evince che una porzione maggioritaria della pavimentazione (tra l’80% e l’85%) è fortemente erosa e danneggiata in maniera irrecuperabile. Abbiamo individuato una linea di danneggiamento, e alcuni campi isolati di lastre ancora ben conservate. In pratica il progetto di restauro prevede la sostituzione dei campi lapidei al di sotto di codesta linea, ma con il mantenimento del casellario e dei valori cromatici. Qualora nella parte danneggiata da rimuovere, si dovessero salvare alcune pezzature, esse verranno utilizzate a integrazione delle nuove o ricollocate nell’ambito dell’androne verso il Giardino La Crotta. Verrà anche riproposto lo spessore esistente variabile di 4-8 cm (lo scarto di spessore è motivato dal fatto che la superficie inferiore è a spacco), nella nuova versione con spessore di cm 6 uniforme, e con finitura superiore sabbiata. Per aumentare la durata nel tempo si suggerisce un trattamento superficiale con protettivo a base di silicato di etile, o altro prodotto di comprovata efficacia e durabilità. 2) Androne su giardino La Crotta Questa porzione di pavimento (eseguita in analogia materica e compositiva al porticato visconteo), essendo in buone condizioni di conservazione, necessita soltanto di interventi puntuali di cuci-scuci, possibilmente utilizzando pezzature di recupero dal vicino Portico visconteo. Per quanto concerne le imboiaccature manutentive precedenti, pur costituendo anch’esse elemento di degrado visivo, si ritiene non opportuno intervenire con rimozioni, in quanto verrebbe compromessa fisicamente una buona parte della pavimentazione. Il progetto prevede anche la creazione di una rampetta in prossimità dell’accesso alla Sala viscontea, per rimuovere il gradino esistente e conseguire un adeguamento alle barriere architettoniche.

3) Diagonale La diagonale come descritto in analisi del degrado è in buono stato di conservazione materica, ma con criticità di ordine funzionale. Infatti la sua dimensione in larghezza (cm 200), concepita anni fa per una più comoda fruizione pedonale rispetto all’acciottolato della piazza, oggi non ha sezione adeguata all’enorme flusso pedonale di visitatori in transito per Città Alta. Inoltre la sua conformazione in rilevato, limitativa e fortemente critica per le persone con ridotte capacità motorie, invita a un suo ripensamento a favore di un percorso a raso. Il progetto prevede quindi: 8


- allargamento della sezione percorribile a cm 300; - collocazione a raso pavimentazione piazza del tracciato pedonale - recupero integrale delle cordonate laterali in granito San Fedelino e posa delle medesime a raso. - ridefinizione del campo interno, sostituendo le piastrelle in arenaria a spacco (opus incertum), con materiale lapideo in granito San Fedelino (in caso di irreperibilità, in alternativa indichiamo il granito bianco di Montorfano utilizzato di recente per la pavimentazione della piazzetta antistante la sede Creberg), posato longitudinalmente (vedi disegno), in modo da definire un assetto monomaterico a questa fascia. Così facendo si garantisce massima fruibilità e reversibilità, qualora in futuro la funzione parcheggio della piazza dovesse essere ripensata a nuovi usi. - posa di dissuasori (tipo modello Bergamo) sul lato verso il portico visconteo con passo cm 190 per impedire il parcheggio inappropriato delle vetture, le quali allo stato attuale, costantemente invadono lo spazio pedonale della diagonale. In conclusione, da un punto di vista percettivo, la diagonale così rifatta, introdurrà soltanto un lieve cambiamento del quadro percettivo: infatti la diagonale, allo stato attuale impatta per circa 280 cm di larghezza, comprendendo anche le 2 bande a raso di 40 cm a pezzatura mista.

4) Marciapiede perimetrale Per I quattro lati del cortile (sviluppo complessivo circa ml 340), contornati da un camminamento di lastre di Pietra di Sarnico, posate a linee ortogonali alle facciate, a causa dello stato di conservazione scadente, la soluzione indicata è la sostituzione con analoghe lastre di arenaria di Sarnico grigia. Queste le azioni proposte: - rimozione integrale della cornice esistente, e accantonamento del materiale recuperabile (si stima una quota del 10-20%); - Miglioramento della funzione di marciapiede perimetrale (su di esso vi sono gli accessi al Museo Caffi, al Giardino La Crotta e ad altre funzioni tra cui la stazione dei Carabinieri), tramite allargamento geometrico del camminamento dagli attuali cm 130-170 a una sezione costante di cm 190 (più rientranze); NB: tale nuova dimensione, oltre che dalle considerazioni funzionali, scaturisce dall’allineamento del “tappeto” in granito posto all’uscita dell’androne su Colle Aperto - sempre nell’ottica di migliorare la funzione di marciapiede di accesso alle funzioni poste lungo il perimetro, il progetto propone un’estensione di tale campo perimetrale in occasione dell’angolo di accesso al Museo di Scienze Naturali, recuperando lo scarto ad angolo acuto generato dagli edifici. - mantenimento della geometria a lastre a correre di larghezza costante cm 50, posta ortogonalmente alle facciate; - realizzazione di cordolo di cornice continua a raso su tutti i 4 lati; 9


- Lastre di spessore cm 6 (cm 8 in prossimità di accessi carrali); finitura sabbiata. - posa di dissuasori (tipo modello Bergamo) sul lato verso il portico visconteo, e sul lato ingresso Museo Civico di Scienze Naturali Caffi con passo cm 190 per impedire il parcheggio inappropriato delle vetture, le quali allo stato attuale, costantemente invadono lo spazio pedonale di transito. Sui restanti lati sud e ovest confermiamo la dislocazione attuale di dissuasori soltanto in prossimità degli accessi al Giardino La Crotta e all’altro accesso Museo Caffi.

5) Androne su Colle Aperto La superficie pavimentata composta di diverse tipologie di materiali in differente stato di conservazione, verrà così trattata: - “tappeto” di ingresso da Colle Aperto: lastre di arenaria di Sarnico, a piccola pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. A causa dello scarso stato di conservazione, con segni di dissesto causati dal transito veicolare, si prevede la sua sostituzione con materiale lapideo analogo (mq 20 circa) - trottatoi in lastre di grosse dimensioni, posate longitudinalmente al senso di marcia, in pietra arenaria di Sarnico levigata dal tempo. Conservazione totale. - camminamento laterale nell’androne: lastre di grosse dimensioni, posate trasversalmente al senso di marcia, in pietra arenaria di Sarnico levigata dal tempo. Sostituzione cuci-scuci di alcune lastre che presentano avvallamenti determinanti situazioni di inciampo. - campi in acciottolato tra le lastre in pietra: a causa dello stato di conservazione scadente, con disconnessioni e rappezzi cementizi, si prevede il rifacimento di circa il 70% dell’acciottolato, riutilizzando il medesimo materiale. - “tappeto” di ingresso in piazza: lastre di arenaria di Sarnico, integrate da lastre di granito, a mediagrande pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. Stato di conservazione buono. Si prevede soltanto la rimessa in quota di alcune lastre. NB. Il filo delle lastre in granito, determinerà, come anticipato, la nuova linea di cornice della piazza.

6) Androne su Piazza Mascheroni La superficie pavimentata composta di diverse tipologie di materiali in differente stato di conservazione, verrà così trattata - “tappeto” di ingresso da Piazza Mascheroni: lastre di granito, a medio-grossa pezzatura, disposte con elegante disegno ad arco. Stato di conservazione buono, lastre levigate dall’usura di transito, con qualche affossamento del piano di posa. Si prevede soltanto la rimessa in quota delle lastre parzialmente affossate. - trottatoi in lastre di grosse dimensioni, posate longitudinalmente al senso di marcia, in pietra arenaria di Sarnico levigata dal tempo. Stato di conservazione: buono. Conservazione totale. - camminamenti laterali nell’androne: lastre di piccole dimensioni a spacco posate a opus incertum. Stato di conservazione: discreto. Materiale posato in epoca recente e incoerente sul piano compositivo con il resto dell’apparato lapideo dell’androne. Si prevede la sostituzione con campi in smolleri di porfido come attualmente presente nello spazio centrale (vedi sotto) - campi in smolleri di profido tra i trottatoi, posati a livelli sfalsati: stato di conservazione discreto, con degrado visivo causato da rotture e imboiaccature cementizie di ripristino. La posa a livello sfalsato causa situazioni di insidia per i pedoni. Si prevede la sostituzione con campi in smolleri di porfido posati senza i pericolosi salti di quota - “tappeto” d’ingresso in piazza: lastre di in granito San Fedelino, a media-grande pezzatura rettangolare, disposta a linee parallele alla porta. Stato di conservazione buono. Si prevede soltanto la rimessa in quota di una lastra e la stuccatura di un’altra spaccata con rischio di inciampo. Inoltre per riallinearsi alla dimensione della cornice in arenaria, il progetto prevede l’aggiunta di due file di lastre di granito recuperate dal rifacimento della diagonale.

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Analisi impatto paesaggistico Trattandosi di intervento di recupero in ambito storico, i contenuti della presente relazione indicanti gli aspetti storico-architettonico-materico, comprendono al loro interno per forza di cose gli aspetti ambientali in merito al paesaggio urbano di riferimento. Le scelte progettuali indicate, volte per lo più al recupero con interventi cuci e scuci e/o sostituzione con materiali analoghi agli esistenti, di fatto consolidato l’insieme del quadro ambientale fino a qui tramandato. In taluni casi il progetto risolve alcuni limitati aspetti di poca compatibilità con l’esistente, con particolare riferimento alla sostituzione di materiali lapidei frantumati o fortemente compromessi, e le rappezzature incongrue effettuate dagli interventi di manutenzione di emergenza. Quindi, in conclusione, il progetto di recupero e messa in sicurezza si è indirizzato verso la conservazione e la conferma dei valori paesaggistici in esso presenti. L’unica azione di mitigazione proposta dal progetto è la posa di dissuasori, volta a placare l’intrusione di veicoli sulle sedi pedonali.

Richiesta di modifiche dal parte della Commissione del Paesaggio Comune di Bergamo Nella seduta del 07.10.2016, la Commissione del Paesaggio del Comune di Bergamo, esamina la pratica dopo aver svolto sopralluogo, e sospende il parere chiedendo le seguenti modifiche al progetto. La Commissione per il Paesaggio, valutate le trasformazioni conseguenti la realizzazione dell'intervento proposto a seguito della lettura ed interpretazione del contesto ambientale, valutati gli elementi di criticità, all'unanimità dei presenti, sospende il parere in ordine alla richiesta presentata, chiedendo che venga presentata una diversa soluzione con dette prescrizioni: 1) Per quanto riguarda il portico (Visconteo) verificare la possibilità di recupero delle pietre in opera nel numero massimo possibile rispetto a quello presente, attraverso un’opera di restauro e conservazione dell’esistente; 2) per quanto riguarda la diagonale disporla a raso seguendo la stesa quota della piazza; 3) non prevedere l’installazione dei dissuasori; 4) recuperare il granito e di riutilizzare il granito e riutilizzare nel limite del possibile materiali di recupero; 5) non intervenire lungo i bordi della piazza in prospettiva di un intervento complessivo di riqualificazione della piazza.

MODIFICA PROGETTO A SEGUITO PARERE SOSPENSIVO CDP. A seguito della richiesta di modifiche, è stato aggiornato il progetto e ripresentato in sintonia con la seguente relazione accompagnatoria: Adeguamento progetto nel rispetto delle prescrizioni. Confermando le premesse al progetto presentato, riferite al fatto che detto intervento non ha come presupposto la riconfigurazione dello spazio aperto di Piazza Cittadella, ma soltanto prende in considerazione la messa in sicurezza dei pedoni (e delle utenze deboli in generali) negli ambiti di pavimentazione degradata, ma rispettando appieno i criteri del restauro Questi aggiornamenti proposti in ossequio alle prescrizioni della CdP: 1) Portico Visconteo. Il progetto di aggiornamento ha dato accoglienza alla prescrizione della CdP, attraverso un approfondimento sullo stato di degrado del materiale lapideo in Arenaria di Sarnico con prevalenza di varietà “berrettina”. A tal ragione, nell’elaborato grafico aggiornato, oltre a evidenziare le parti certamente recuperabili, e quelle fortemente erose, frantumate e compromesse, abbiamo indicato una categoria di degrado intermedio riferita a lastre che mantengono una complanarità sul piano di calpestio, nonostante accentuate stondature perimetrali (vedasi nuova campitura nella tavola n° 3 aggiornata). Per preservare 11


il più possibile l’effetto materico e percettivo del quadro d’insieme, e derogando all’ottimale complanarità del piano di calpestio complessivamente riqualificato, in sede di direzione lavori verranno accuratamente cernite questa tipologia di lastre recuperabili con l’obiettivo di recuperarle all’interno dello stesso casellario. 2) e 4) Diagonale e recupero granito Si conferma che nel progetto presentato, tutto il granito delle cordonate della diagonale verrà accuratamente sollevato a mano e verrà ricollocato a raso piazza. Per quanto riguarda la pavimentazione del campo di calpestio all’interno delle cordonate (allo stato esistente in lastre di piccola dimensione di arenaria posate a opus incertum), verranno recuperati alcuni elementi di granito ora già collocati a raso piazza, da integrare con nuove lastre di analogo granito San Fedelino martellinate, con l’obiettivo di restituire la monomatericità già presente nelle soglie di accesso sull’androne Piazza Mascheroni. 3) dissuasori sono stati rimossi dal progetto. Rimangono soltanto in essere i pochi dissuasori esistenti collocati in prossimità degli accessi al Museo Caffi e al Giardino La Crotta. 5) camminamenti perimetrali a bordo piazza Il progetto di aggiornamento ha dato accoglienza alla prescrizione della CdP, rinviando ogni considerazione a scelte future in merito al destino di Piazza Cittadella. Si è quindi rinunciato all’allargamento del percorso pedonale perimetrale e alla prevista sostituzione di gran parte del materiale, limitandosi al contrario, a puntuali interventi cuci-scuci di limitate lastre che allo stato attuale costituiscono criticità ai fini della sicurezza di transito (vedasi tavola n° 2 aggiornata). Sulla scorta di queste integrazioni, la CdP esprime parere favorevole nella seduta del 21.10.2016. Successivamente la pratica è stata inviata alla Soprintendenza per l’espressione del parere di cui agli art. 146 e 21 del d. Lvo 42/04. Alla data di redazione di codesta relazione e della relativa consegna del progetto definitivoesecutivo, l’iter di approvazione è ancora in corso. Tuttavia per necessità di appalto entro fine anno 2016, e sulla scorta del parere favorevole della CdP di Bergamo, si è provveduto alla redazione e consegna del progetto definitivo esecutivo, ancorché in pendenza di provvedimento definitivo.

Ulteriore specifica sulla scelta di dettaglio sui materiali. Per quando riguarda la sostituzione cuci-scuci, o per campi più estesi, le indicazioni dei materiali confermano per forza di cose quelle esistenti, da integrarsi con nuove forniture di pietra arenaria o berrettina provenienti da cave locali (vedasi relazione specialistica sulla gestione delle materie). Lo stesso ragionamento si applica per le porzioni di granito San Fedelino, con l’unica alternativa, che in caso sia reperibile una cerca quantità di recupero da altre situazioni (con provenienza da demolizioni di pavimentazioni storiche di altri cantieri di realtà lombarde), la direzione lavori, eventualmente interpellando l’Ente di Tutela, la posa di detto materiale. Il tutto in linea con le indicazioni della CdP volte a riutilizzare il più possibile il materiale di recupero. Per quanto riguarda invece le limitate porzioni di porfido nell’androne su Piazza Mascheroni, si interverrà con materiale di provenienza da cave del Trentino.

Conclusioni Il progetto definito nel preliminare Comunale con l’obiettivo di “Messa in sicurezza delle pavimentazioni pedonali inerenti Piazza Cittadella”, si è di fatto evoluto verso i criteri inerenti le correnti operazioni di restauro. Non soltanto una “messa in sicurezza” quindi, ma considerazione conservativa, laddove possibile, e sostituzione ragionata (parziale o integrale) nei casi di degrado materico e inadeguatezza funzionale. 12


Ogni ambito è stato trattato in maniera specifica, pezzo per pezzo, con criterio quasi chirurgico, ma senza dimenticare la visione di insieme della Piazza. Quello che rimane sospeso è il destino funzionale e sociale di questa storica piazza, uno dei biglietti di ingresso a Città Alta. Ma non è questo il compito del progetto di messa in sicurezza. Esso è già andato oltre i compiti assegnati dal documento preliminare, essendosi assunto l’onere di aggiornare l’assetto geometrico e materico della cornice perimetrale e della diagonale. Un po’ come accade quando si mette in sicurezza un edificio storico fatiscente, partendo dalle fondazioni e dal tetto, e si aggiornano i materiali e le componenti di base secondo necessità per arrestare il degrado. E così come accade per gli edifici la cui rifunzionalizzazione segue in seconda battuta dopo l’arresto del degrado, per Piazza Cittadella si auspica ora, dopo aver concluso questo primo tassello, che si aprano le condizioni per una riflessione attenta sul destino futuro di questo prezioso ambito di Città Alta.

Bergamo, ottobre 2016-12-05 Il progettista incaricato Mario Bonicelli Architetto con Carlo Calchi architetto Luca Zigrino architetto Annalaura Rizzi Dott.ssa in arch.

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Relazioni tecniche e specialistiche del progetto definitivo-esecutivo ai sensi art. 26 comma 1, e all’art. 35, DPR 2017/2010 a) relazione geologica comprende, sulla base di specifiche indagini geologiche, la identificazione delle formazioni presenti nel sito, lo studio dei tipi litologici, della struttura e dei caratteri fisici del sottosuolo, definisce il modello geologico del sottosuolo, illustra e caratterizza gli aspetti stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici, nonché il conseguente livello di pericolosità geologica; Relazione non necessaria: Non sono previsti movimenti del terreno a profondità rilevante ai fini geologici. Per qualsiasi riferimento all’identificazione geologica del sito si rimanda alle apposite relazioni allegate alla documentazione di PGT in possesso dell’Amministrazione Comunale. b) relazioni idrologica e idraulica riguardano lo studio delle acque meteoriche, superficiali e sotterranee. Illustra inoltre i calcoli preliminari relativi al dimensionamento dei manufatti idraulici. Gli studi devono indicare le fonti dalle quali provengono gli elementi elaborati ed i procedimenti usati nella elaborazione per dedurre le grandezze di interesse; Non sarà modificata la rete di sottoservizi in merito allo smaltimento delle acque piovane, né sarà incrementata la superficie captante. Verranno soltanto riposizionati pozzetti di raccolta delle acque in funzione della nuova risagomatura della diagonale, mantenendo la stessa capacità captante e lo stesso recapito esistente. c) relazione sulle strutture descrive le tipologie strutturali e gli schemi e modelli di calcolo. In zona sismica, definisce l’azione sismica tenendo anche conto delle condizioni stratigrafiche e topografiche, coerentemente con i risultati delle indagini e delle elaborazioni riportate nella relazione geotecnica. Definisce i criteri di verifica da adottare per soddisfare i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa tecnica vigente, per la costruzione delle nuove opere o per gli interventi sulle opere esistenti. Per tali ultimi interventi la relazione sulle strutture è integrata da una specifica relazione inerente la valutazione dello stato di fatto dell’immobile, basata su adeguate indagini relative ai materiali ed alle strutture, che pervenga a valutare la sicurezza del manufatto anche in relazione allo stato di eventuali dissesti; Relazione non necessaria: Non sono previste future strutture fuori terra, destinate al riparo di persone o cose. d) relazione geotecnica definisce, alla luce di specifiche indagini, scelte in funzione del tipo di opera e delle modalità costruttive, il modello geotecnico del volume del terreno influenzato, direttamente o indirettamente, dalla costruzione del manufatto e che a sua volta influenzerà il comportamento del manufatto stesso. Illustra inoltre i procedimenti impiegati per le verifiche geotecniche, per tutti gli stati limite previsti dalla normativa tecnica vigente, che si riferiscono al rapporto del manufatto con il terreno, e i relativi della risposta sismica locale, la relazione geotecnica deve comprendere l’illustrazione delle indagini effettuate a tal fine, dei procedimenti adottati e dei risultati ottenuti; Relazione non necessaria: Non sono previste future strutture fuori terra, destinate al riparo di persone o cose, che richiedano analisi di natura geotecnica.

e) relazione archeologica: approfondisce e aggiorna i dati presenti nel progetto preliminare, anche sulla base di indagini dirette, per le aree ad elevato rischio archeologico, da concordare con gli enti preposti alla tutela; 14


Relazione non necessaria: Nonostante la sensibilità del sito, non sono previsti movimenti del terreno a profondità rilevante ai fini archeologici. f) relazione tecnica delle opere architettoniche: individua le principali criticità e le soluzioni adottate, descrive le tipologie e le soluzioni puntuali di progetto e le motivazioni delle scelte; descrive le caratteristiche funzionali delle opere; Non sono previste opere di architettura fuori terra, destinate al riparo di persone o cose. Purtuttavia, l’intervento di messa in sicurezza delle pavimentazioni pedonali, come ampliamente dettagliato in relazione generale, ha implicato un ragionamento complessivo in merito al restauro e all’architettura degli spazi aperti coinvolti dal progetto. g) relazione tecnica impianti: descrive i diversi impianti presenti nel progetto, motivando le soluzioni adottate; individua e descrive il funzionamento complessivo della componente impiantistica e gli elementi interrelazionali con le opere civili; Relazione non necessaria: Non sono previsti interventi sugli impianti. h) relazione che descrive la concezione del sistema di sicurezza per l’esercizio e le caratteristiche del progetto; Nell’allegato piano di coordinamento della sicurezza si è posta particolare attenzione a tutti gli aspetti riguardanti la gestione di questo aspetto per tutte la fasi di realizzazione del nuovo intervento. Abbiamo approfonditamente documentato nelle relazioni allegate al progetto definitivo dell’attenzione dedicata nel valutare scelte architettoniche e di restauro, con l’obiettivo di ridurre al minimo i possibili rischi in termini di sicurezza per il cantiere, e che fossero in grado di fornire un progetto efficiente e con un ridotto costo di nuova manutenzione in merito alle parti restaurate o rinnovate. Il piano di manutenzione provvederà a pianificare e programmare, tenuto conto degli elaborati progettuali esecutivi, l’attività di manutenzione dell’intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico dell’investimento di riqualifica sostenuto.

i) relazione sulla gestione delle materie: descrizione dei fabbisogni di materiali da approvvigionare da cava, al netto dei volumi reimpiegati, e degli esuberi di materiali di scarto, provenienti dagli scavi; individuazione delle cave per approvvigionamento delle materie e delle aree di deposito per lo smaltimento delle terre di scarto; descrizione delle soluzioni di sistemazione finali proposte; Si riprende per intero quanto definito nella relazione generale

1. Introduzione La presente relazione ha come obiettivo quello di definire la gestione delle materie da scavo e di riporto necessarie all’interno del Progetto riguardante la “Messa in sicurezza delle pavimentazioni pedonali inerenti Piazza Cittadella: pavimentazione porticato Visconteo, camminamento diagonale e perimetrale, androni di accesso” Lo scopo è quello di fornire una descrizione in merito ai materiali da approvvigionare da cava e di quelli provenienti dalle attività di scavo, caratterizzando le eventuali cave di approvvigionamento dei materiali, le aree di deposito per il conferimento delle terre e rocce da scavo e le soluzioni di sistemazione finali. Verrà inoltre fornita una descrizione circa il trattamento dei rifiuti prodotti durante le fasi di demolizione, definendo le modalità di gestione degli stessi ed il loro conferimento. Tutto ciò viene fatto al fine di stabilire le procedure e le modalità affinché la gestione e l’utilizzo dei materiali da scavo avvenga senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente, 15


come previsto dall’art. 186 del D.Lgs. 152 del 2006, successivamente modificato dal Decreto n. 161 del 10.08.2012 e dalla Legge n. 98 del 09.08.2013 di conversione del D.L. n. 69 del 21.06.2013 (“Decreto del Fare”). Per quanto concerne il trattamento dei rifiuti (materiale proveniente da imballaggi e sfridi delle lavorazioni, ecc…) si procederà a seguire i disposti del D.Lgs. 152 del 2006, mediante allontanamento e conferimento ad appositi centri autorizzati. I lavori previsti a progetto si distinguono in linea essenziale nei seguenti settori di intervento: 1. la demolizione dei manufatti in cls e pietra (cordoli, lastre, ciottoli, pozzetti da spostare, ecc) 2. l’esecuzione di scavi limitati per la ricollocazione del materiale lapideo. 2. Descrizione dei materiali da approvvigionare Il progetto prevede la realizzazione di scavi non oltre i cm 20 di profondità. Gli scavi verranno realizzati prevalentemente a mano, e per i restanti mediante mezzi meccanici, nello specifico escavatori cingolati di piccole dimensioni, dotati di benna. Il centro identificato per il conferimento del materiale escavato risulta essere: Fratelli Testa s.r.l. sita in Via Cossali n.45 - 24050 Ghisalba (BG). Le ditte appaltatrici potranno in ogni caso indicare strutture alternative purché ad analoga distanza. Per quanto riguarda invece l’approvvigionamento dei materiali specifici (granito di San Fedelino e Arenaria di Sarnico o Pietra Berrettina), sono state individuate le seguenti cave: - granito di San Fedelino: cava di Novate Mezzole (SO) - Arenaria di Sarnico o Pietra Berrettina: Cava di Gandosso (BG) 3. Descrizione dei materiali in esubero Gli scavi verranno realizzati mediante mezzi meccanici, nello specifico escavatori cingolati, dotati di benna. I materiali escavati saranno costituiti in prevalenza da terreno vegetale e ghiaia sabbiosa con frequenti ciottoli, per cui è possibile escludere l’impiego di escavatori dotati di martello demolitore durante le fasi di scavo. Gli scavi verranno eseguiti nel rispetto delle norme di sicurezza, applicando le prescrizioni contenute all’interni del Piano di Sicurezza e con una metodologia che non comporta il rischio di contaminazione del materiale destinato al riutilizzo. 5. Trattamento dei rifiuti Per quanto concerne la gestione dei rifiuti, con particolare riferimento a imballaggi e residui di opere edili, si provvederà come di seguito specificato. In specifica relazione alle opere edili, il progetto prevede la demolizione delle pavimentazioni esterne Le attività di demolizione genereranno invece le seguenti macro‐categorie di rifiuti: La gestione dei rifiuti e dei materiali da demolizione verrà condotta seguendo i disposti del D.Lgs. 152/2006 assolvendo ai propri obblighi secondo le seguenti priorità:

di raccolta dei rifiuti urbani, con i quali sia stata stipulata apposita convenzione; In relazione agli inerti derivanti da demolizione, si prevede che essi siano conferiti in discarica autorizzata per la gestione di tali tipologie di materiale, individuata nella precitata cava. Per quanto concerne invece sfridi e rifiuti derivanti dalle lavorazioni, imballaggi e altro, si prevede di allestire in corrispondenza delle aree di cantiere delle apposite aree di trattamento e deposito temporaneo dei rifiuti, questi ultimi separati in apposite aree designate in funzione del codice CER di riferimento e collocati all’interno cassoni metallici a tenuta, con copertura di protezione dalle intemperie, al fine di evitare il possibile dilavamento dei materiali al loro interno. I cassoni metallici saranno periodicamente svuotati al fine di evitare la formazione di possibili accumuli. 16


Il trasporto degli stessi verrà eseguito in conformità all’art. 193 del D.Lgs. 152/2006, a cura di aziende che si occupano del trasporto e gestione di rifiuti, qualificate e certificate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali seguendo i disposti previsti dalle normative vigenti e predisponendo tutta la documentazione necessaria per legge. Al fine di conservare i materiali destinati al riciclo e al riutilizzo che non contengano contaminanti e frazioni di rifiuto umido verranno svolte le seguenti azioni: potenziale riciclo, recupero, riutilizzo, e restituzione. lavoro, queste ultime ben segnalate; da riciclare. In caso di cassoni per il riciclo di materiale misto si farà attenzione che all’interno non vi sia frazione di materiale umido.

conformità alla normativa vigente.

l) relazione sulle interferenze prevede, ove necessario ed in particolare per le opere a rete, il controllo ed il completamento del censimento delle interferenze e degli enti gestori già fatto in sede di progetto preliminare. La presente analisi è volta a determinare i termini necessari e indispensabili per una corretta valutazione della fattibilità tecnica dei lavori di cui all’oggetto, con particolare riferimento alla presenza di interferenze in prossimità delle aree interessate ai lavori di riqualifica stradale e relative aree di pertinenza. Le lavorazioni inerenti il presente Progetto Definitivo non riguardano lavorazioni in sotterraneo a eccezione di scavi puntuali esclusivamente per la realizzazione di ricollegamenti dei recapiti delle acque piovane, per la posa di impianto di illuminazione, e per le opere del verde. Tutto ciò a vantaggio della risoluzione delle interferenze anche con reti tecnologiche interrate. Si evidenzia che il sito oggetto dell’intervento si inserisce in un contesto urbanizzato: questo comporta inevitabilmente la presenza di reti tecnologiche esistenti che possono interferire nelle attività di cantiere. Descrizione dello stato dei luoghi L’intervento si sviluppa in ambito urbano all’interno del centro abitato di Bagnatica. Da un’analisi preliminare del contesto interessato dai lavori emergono, attraverso la lettura delle reti visibili grazie a sopralluoghi si rileva quanto segue: - reti per lo smaltimento delle acque meteoriche; l’area è servita da pubblica rete come indicato da planimetria allegata consegnata dall’Ufficio Tecnico di Bagnatica. - rete idrica interrata; l’area è servita da pubblica rete come indicato da planimetria allegata. - rete fognaria; l’area è servita da pubblica rete condotte fognarie in esercizio, come indicato da planimetria allegata. - rete idrica interrata; l’area è servita da pubblica rete come indicato da planimetria allegata. - rete interrata per la pubblica illuminazione; l’area è servita da pubblica rete. Il PSC prevederà tutti gli adempimenti necessari all’eliminazione dei rischi di tale interferenza durante le fasi di cantiere. Lungo la parete del portico Visconteo la planimetria dei sottoservizi indica la presenza di linea aerea. - reti telefoniche: l’area è servita dalla linea telefonica con transito nell’androne di accesso Colle Aperto. - rete GAS: l’area è servita da condotte di gas a bassa pressione, come da planimetria allegata. - rete elettrica: dalle planimetrie reti sottoservizi consegnateci dal Comune di bergamo, non è segnalata presenza di linee interrate nell’area di progetto.

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Quindi, alla luce della catalogazione sintetica sopracitata, si evidenzia il fatto che la Ditta appaltatrice assicurerà un efficace coordinamento delle reti e dei servizi esistenti con gli Enti gestori, con segnalazione mediante picchettamento o indicazioni a più colori delle presenze (bianco per fognatura, blu per acquedotto, giallo per gasdotto, rosso per impianto elettrico, verde per impianto telefonico), al fine di evitare danneggiamenti e incidenti. Il picchettamento delle reti, coordinato dai vari Enti Gestori si rende necessario sia perché è indispensabile avere la massima attenzione per minimizzare i rischi nelle operazioni di cantiere, sia perché sono da evitare interruzioni e interventi non programmati, che creerebbero disagio all’utenza servita nei luoghi in prossimità del sito oggetto di intervento. Successivamente al picchettamento delle reti da parte della ditta appaltatrice su indicazioni dei diversi enti gestori, anche attraverso l'impiego di documentazione messa da loro a disposizione, andranno individuate le dorsali in cui transitano i sottoservizi tecnologici. Pertanto anche le lavorazioni potranno essere organizzate in maniera tale che le operazioni di scavo siano organizzate in modo da mantenersi ad un adeguata distanza di sicurezza, e conformi al T.U. sulla Sicurezza sul Lavoro DLgs 81/2008 e s.m.i.. A ulteriori specificazioni di quanto sopra citato alleghiamo di seguito gli schemi di massima indicanti posizionamento di sottoservizi, pervenutoci dall’ufficio tecnico comunale attraverso l’attivazione del Coordinamento Sottoservizi.

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LEGENDA Linea interrata pubblica illuminazione in esercizio Linea aerea pubblica illuminazione in esercizio Tirante pubblica illuminazione Cavidotto telecomunicazioni in esercizio Presa teleriscaldamento in esercizio (doppia tubazione) Rete teleriscaldamento in esercizio (doppia tubazione) Condotte gas media pressione in esercizio Condotte gas bassa pressione in esercizio AREA INTERVENTO 19


TELECOM

LEGENDA Dati planimetrici Cavi in trincea Tubazioni Galleria Tubi interrati Pozzetti Camerette Lettera Mail in data 2 novembre 2016, N di coordinamento: 26392, protocollo: 792855-P con oggetto: richiesta coord.sottos. piazza Cittadella in comune di Bergamo – rif vs. mail del 6/10/2016 Le informazioni che da parte nostra vengono fornite in tema di dislocazione dei cavi telefonici sotterranei, abbiano valore puramente indicativo, fermo restando l’obbligo da parte dell’impresa esecutrice dei lavori di scavo, di effettuare in via preventiva “assaggi a mano” per la precisa individuazione degli impianti sotterranei, e ciò in virtù del principio per cui l’attività di scavo è da considerare “attività pericolosa” ex art. 2050 codice civile.

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ACQUA – FOGNATURA - DEPURAZIONE

LEGENDA Condotte idriche in esercizio Condotte fognarie in esercizio Area interessata dai lavori Confine comunale 21


Lettera Mail in data 6 ottobre 2016, pratica n. UC000753 con oggetto: coordinamento servizi sotterranei in comune di Bergamo Si segnala che il tracciato delle condotte è da considerasi puramente indicativo, che lo stesso non comprende gli eventuali allacciamenti d’utenza e i cavidotti di servizio e che il nostro personale tecnico si rende disponibile ad effettuare un sopralluogo congiunto per individuare sul posto il tracciato dei nostri sottoservizi previa richiesta con preavviso di almeno 5 giorni lavorativi. Si ricorda, inoltre, che: -

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L’eventuale posizionamento delle vostre opere deve essere tale da garantire agevoli interventi di manutenzione sulle strutture gestite dalla scrivente Società; È obbligatorio mantenere una distanza minima di cm 50 dalle superfici esterne dei nostri sottoservizi al fine di garantire la manutenibilità degli stessi, salvo diverse indicazioni nelle successive prescrizioni; Non è consentito posare strutture al di sopra delle nostre reti in percorrenza delle stesse; L’impresa esecutrice è tenuta a riportare in quota tutti i chiusini (di saracinesche, valvole, rubinetti, ispezioni) che siano interessati dai lavori (sia in sede stradale che su marciapiede); Con riferimento al’art. 2050 del Codice Civile, rientrando l’attività di scavo tra quelle individuate come pericolose, l’impresa esecutrice sarà chiamata a rispondere dei danni diretti ed indiretti, che possano derivare ai nostri impianti/reti durante l’esecuzione dei lavori o in indipendenza gli stessi; Qualora durante l’esecuzione dei lavori venissero scoperte tubazioni, fognature e/o manufatti in genere relativi alla rete acquedottistica o fognaria sarà indispensabile contattare la scrivente, per garantire l’integrità e la funzionalità degli stessi; Rimane, inoltre a Vs. carico la verifica delle possibili interferenze con i ns. sottoservizi, sulla base delle informazioni contenute negli stralci planimetrici allegati nonché di tutti gli ulteriori approfondimenti che saranno necessari, anche attraverso l’esecuzione di preventivi scavi di assaggio.

Bergamo, dicembre 2016 Il progettista capogruppo Mario Bonicelli architetto

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