Liceo Classico “G. B. Vico” - Chieti
Scrittura e fantasia
introduzione all’inventare storie
Caterina Piccirilli Silvia Di Donato Francesco Baldassarre
“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanza diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. […] Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere”. Gianni Rodari, La grammatica della fantasia “Voi scrivete in ogni momento della vostra vita. Scrivete perfino mentre sognate. Camminando per i corridoi di questa scuola incrociate varie persone e dentro di voi scrivete come forsennati.[…] Sognare, desiderare, fare progetti: tutto equivale a scrivere […] Il vostro materiale siete voi. Voi siete scrittori e una cosa è certa: […] non vi annoierete mai più” . Frank McCourt, Ehi Prof !
Divertirsi con il linguaggio, sull’impulso della fantasia, ma nel rispetto delle regole. La scrittura “vincolata” o “a restrizione” non mortifica la fantasia, la stimola. Scrivere seguendo le regole imposte dalla consegna, creare incastri fra le frasi, scoprire le potenzialità delle norme retoriche, cogliere la forza polisemica delle parole, vuol dire spingere la mente a cercare soluzioni sempre nuove in nome della correttezza formale e della coesione testuale. Questo il senso degli incontri di “Scrittura e fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie”, tenuti presso il liceo ginnasio “G. B. Vico” di Chieti nei mesi di novembre e dicembre 2011. I lavori presentati di seguito riguardano solo una parte delle attività svolte durante gli incontri e rappresentano solo un campione di quanto prodotto dagli alunni. 3
Acrostico Un acrostico (dal greco tardo ἀκρόστιχον, composto di ἄκρος, «estremo» e στίχος, «verso») è un componimento poetico in cui le lettere (o le sillabe o le parole) iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase, a loro volta denominate acronimo.
Chiacchierona Aperta Rispettosa Ottimista Leale Amica
Divertente Allegra Noiosa Istruita Laboriosa Amichevole
Sono Amorevole Repentina Accurata e Temeraria Aiuto Compagni Coraggiosi e Onesti Negli Errori Le Lamentele Ignoro
Fidati Amico nel Bisogno In Ogni Caso Io Aiuto Non Con Orgoglio Né Esitando
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Acrostico
Mi ricordo... Ho dimenticato L’esericizio consiste nello scrivere cinque cose che si ricordano e cinque che si sono dimenticate. Ovviamente bisogna scrivere le prime cose che vengono in mente, senza starci a pensare...
Mi ricordo di aver dipinto sul cane Mi ricordo la prima volta che ho vomitato Mi ricordo di avere investito un piccione Mi ricordo la prima puntata dei Simpson Mi ricordo che mi sono seduta su un’opera d’arte Ho dimenticato perché avevo vomitato la prima volta Ho dimenticato cosa ho mangiato a pranzo Ho dimenticato la mia prima parola Ho dimenticato perché ho dipinto il cane Ho dimenticato come si chiamava il cane che ho dipinto
Mi ricordo... Ho dimenticato
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Free Writing Anche la scrittura libera ha le sue regole: Imposta un limite di tempo entro il quale scrivere. Un limite di tempo breve (10 minuti) aiuta a concentrarti e ti motiva. Scrivi senza fermarti: non devi interromperti per tutta la durata della sessione di scrittura, scrivi, anche se non hai nulla da dire, anche al costo di scrivere “non so cosa scrivere”. L’importante è che il movimento sia ininterrotto, dall’inizio alla fine. Segui il tuo pensiero: lascia che il tuo pensiero vada da una parola all’altra in modo naturale, lascia che passi da un pensiero a un altro in modo automatico. Scrivi velocemente: poiché i pensieri scorrono rapidamente nel nostro cervello non possiamo che cercare di seguirli sincronizzandoci con loro. Sia a mano con la penna sia al computer, è necessario mantenere una velocità adeguata tale da non permettere al cervello di pensare razionalmente sopra i pensieri che naturalmente sgorgheranno dalla vostra mente. Scrivi come pensi: non devi scrivere per comunicare in modo chiaro ma in modo da fissare pensieri spontanei che si accumulano nella mente. Scrivi il flusso di pensieri. Non preoccuparti del risultato mentre scrivi, fallo senza sforzarti, senza pretendere di scrivere necessariamente qualcosa d’interessante.
Scuola. Oddio non ci voglio nenache pensare perché è una cosa triste e se potessi bruciare ci getterei le ceneri di Paris Hilton in segno di disprezzo una volta ho morso la mia maestra perché mi aveva messo una nota il sapore della maestra faceva schifo e ora ho fame, una volta la prof. Mi ha messo 10 al compito di antologia e il tema era il genere comico poco dopo ho mangiato un panino e sono andata dia marco a gon6
golare a scuola ho un amico omosessuale voglio un cane arancione abbasso Justin Bieber viva le panchine moderne ieri ho mangiato un mela acerba e sapeva di limone voglio una centrale nucleare voglio impadronirmi del mondo intero. ______________________________ Scuola=domani ho due compiti in classe, ora non mi viene in mente nulla, domani Free writing
non voglio andarci, devo studiare anche arte, domani è la giornata più brutta della settimana, ora non ho nulla in mente, ora non ho nulla in mente, spero che domani si ammali la prof. di geografia, ho da fare tanti, troppi compiti, la nostra classe puzza, ora non mi viene nulla in mente, ora non ho nulla in mente, si avvicina la gita, non ho nulla in mente, il bagno è rotto, le bidelle sono sempre stanche, non ho nulla in mente ______________________________
pomodoro e olio, odore di sudore dopo dodici minuti di corsa, visi sorridenti, visi provati, amici, discussioni, disaccordo, accordo, penso a una parola ma non trovo il cassetto nella mia mente, cassetto della mia libreria, libri, odore di libro nuovo, ripetere e studiare, cercare di fare in modo che il groviglio di numeri si trasformi in uno solo, ma quello giusto, provare fino a quando non si arriva alla soluzione e poi reazioni nucleari, miscugli o stelle, parole che ora hanno un senso ma prima erano solo disegni molto belli, tante persone, Scuola=per ora non mi viene niente ma molti adulti, luogo d’in adesso mi sta venendo uno sputo... cioè ______________________________ che odio il mio professore di musica e il sostegno dopo odio quando la professo- Scuola... una massa informe di bambini ressa ha delle preferenze e ora non mi vi- accalcati intorno alla cattedra della maeene in mente nient’altro sulla scuola ma stra. Urlavano cose insensate e io entrai ho un solo pensiero nella mente mi sto impaurita all’idea di dovermi trattenere anche chiedendo quando scade il tempo per cinque anni con quelle persone. Con per fare l’esercizio? Cosa dirò alla prof. di il tempo ho imparato a conoscerle e ad apitaliano domani quando mi chiederà cosa prezzare i loro pregi e a odiare i loro difetavete fatto ieri tu e Alisia a quel corso di ti. Le maestre erano eccezionali. C’era la scrittura? E ora mi sta facendo male la bionda che si chiamava Anna. Insegnava mano e ora non so più cosa scrivere quin- storia e chiamava tutti “amo’”; una volta, di prenderò un argomento a caso cioè i infatti, ci ha chiamato anche la Preside, due... che è rimasta sconvolta. Poi c’era la mora ______________________________ pienotta, Carla, che ci insegnava italiano. Lei aveva scritto anche un libro. Era una Scuola: Piccirilli, la mia prof. Bacheche persona splendida , si soffermava sempre con tanti fogli appesi, animali imbal- sui nostri problemi per cercare di risolsamati, bagno delle ragazze, la signora verli. E infine c’era la rossa di matematica, che comunica l’assemblea d’Istituto, Nanà, che era molto severa, ma con gli l’interrogazione di storia, il compito di anni ho imparato ad apprezzarla. Dopo latino, alètheia, alfabeto greco, odore di cinque anni di scuola elementare. Free writing
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TAUTOGRAMMA Un tautogramma è un componimento nel quale tutte le parole hanno la medesima lettera iniziale. Tipico gioco linguistico, il tautogramma rappresenta per certi versi l’inverso di un lipogramma.
Un sole saltava col sale. Salivano a salti sulla scala per salire sopra. Il sale però non sfiorava il sole perché si sarebbe sciolto. Il sole però sembrava stanco perché stava sempre a saltare, quindi sonnecchiò e scivolò sul sale che si sciolse e non seppe più saltare. Un sole saltava sulle scale sembrava semplice ma anche spettrale. ____________________________ Sara saliva sul sole. Sandra sognava sale. Sara si scontrò con Sandra. Sandra e Sara scambiarono sole e sale. Solo Sandra saliva sul sole, solo Sara sognava sale. Sui sogni di Sara sole scendeva sulle scale, Sandra solamente saliva e scendeva sul sole. Sabato sera smise di sognare sale, Sandra smise di salire sul sole. Si scontrarono e si scoprirono. Sandra era solare, Sandra era scontrosa. Sara e Sandra salivano sul sole e spalarono sempre sale che si spargeva sotto il sole. 8
Sto salendo sul sale col sole, non si sa se servira. Servirà? Se serve, lo spargo sul sole, così sono sicuro che lo sprecherò. Non so se servirà, il sole sarà salato. Sarà salato? Se sarà salato, sarò sicuro che se lo saggeranno saprà di sale, sicuramente, perché sparsi il sale sul sole. E le stelle? Spargerò il sale sulle stelle. Sul sole e sulle stelle sussurrerò col sale che sparsi salendo su, su e poi su. Sopra il sole e le stelle salate.
Tautogramma
ELENCHI E LISTE Un esercizio di scrittura molto semplice, ma anche molto stimolante può essere quello di scrivere elenchi o liste. Si possono scrivere: liste di cose, di persone, di luoghi, liste lunghe, corte, complete, incomplete, omogenee, eterogenee, ordinate, caotiche… Si possono scrivere anche liste di possibili liste!
LISTE POETICHE Preferisco leggere Preferisco scrivere Preferisco spendere Preferisco andarmene via Preferisco scappare Preferisco sognare Preferisco mangiare Preferisco uscire Preferisco divertirmi Preferisco intuire Preferisco l’amore Preferisco essere libera Preferisco scoprire Preferisco la natura Preferisco il coraggio Preferisco l’acqua Preferisco gli amici Preferisco ricordare Preferisco scrivere ciò che sento
Liste poetiche
Preferisco il cibo al digiuno Preferisco i cavalli Preferisco la bontà alla cattiveria Preferisco fare sport Preferisco leggere Preferisco ascoltare musica pop Preferisco suonare musica rock Preferisco la calma Preferisco la montagna Preferisco il freddo Preferisco il cinema al piccolo schermo Preferisco il teatro alla TV Preferisco la consapevolezza Preferisco la cultura Preferisco il blu Preferisco la natura
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LISTE E CLASSIFICAZIONI In una certa enciclopedia cinese è scritto che gli insegnanti si dividono in: Moderni All’antica Buoni Nati solo per assegnare una montagna di compiti Nati per mettere quattro Che vogliono il bene degli alunni Che vogliono stare attenti agli alunni solo per non pagare l’assicurazione Che vogliono insegnare l’educazione ed il rispetto Che vogliono solo insegnare a fare “quattro + quattro” Che mettono l’anima ed il cuore in quello che fanno Che fanno il loro lavoro solo perché non avevano altre possibilità Paranoici Che riescono a rendere la storia moderna usando metafore Che credono essere dei geni Che fanno finta di chiamare il preside, ma non lo fanno Che ti cacciano fuori
Quelli che reputi bravi ma a cui non ti affezioni particolarmente Quelli che adori Quelli che odi Quelli che odi anche se non sono tuoi insegnanti perché li odiano tutti Quelli che urlano sempre e comunque Quelli con cui se sei promosso sei un miracolato Quelli con cui non è possibile essere bocciato Quelli che sembrano non arrabbiarsi, ma ti mettono cinque ______________________________
Logici Vecchi Severi Lunatici Rabbiosi Che assegnano troppi compiti Che ti fanno rimpiangere la gita Con il quattro facile Tonti Urlatori Paranoici ______________________________ Comici ______________________________ 10
Liste e classificazioni
Insegnanti professionali Insegnanti educati Insegnanti severi Insegnanti amichevoli Insegnanti comici Insegnanti alunni Insegnanti zii Insegnanti buoni Insegnanti filosofi Insegnanti di vita Insegnanti stile “accademia militare” Insegnanti stile “Alice nel paese delle meraviglie” ______________________________
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Quelli che amano il loro lavoro e si vede Severi, ma comunque gentili Quelli che ti fanno rimpiangere un po’ meno di doverti alzare presto Comici volontariamente Comici involontariamente Che ti fanno adorare la materia che insegnano Quelli che incuranti del freddo spalancano le finestre per far cambiare l’aria Quelli a cui vorresti somigliare Quelli amanti dei cattivi voti Quelli che ti fanno odiare la scuola Quelli che non si accorgono che stai coQuelli che dormono in classe piando Quelli che sclerano senza motivo Quelli che fingono di non accorgersi che Quelli che puoi fare chiasso stai copiando Quelli che per far star zitti strisciano le un- Quelli che odi per anni, ma che alla fine ghie sulla lavagna rimpiangi Quelli che si soffermano sui problemi Gli amici-insegnanti Quelli che sembrano venire direttamente Gli insegnanti egocentrici e sadici dalla preistoria Quelli che minacciano di mettere quattro Quelli che scherzano Quelli che parlano una lingua incomprensibile Quelli che pensano che stai ascoltando Quelli che almeno una volta si sono rotti un anello per battere sulla cattedra Quelli per cui diresti di voler essere bocciato per rimanere ancora un altro anno con loro Liste e classificazioni
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PAROLE SDRUCCIOLE Nella terminologia grammaticale, una parola sdrucciola è una parola con accento tonico sulla terzultima sillaba, come tàvolo, èsile, ecc. Un eserizio può essere quello di scrivere solo utilizzando parole sdrucciole (fatta eccezione per articoli, preposizioni e monosillabi).
La matematica è femmina. I prìncipi apparecchiano la tavola. Dedicati alla chimica; la chimica è bellissima. Goditi la dedica di Carola.
COPPIE DI OMOFONI L’omofonia [dal greco homè (uguale) + phōnè (suono)] è la relazione che c’è tra due parole che hanno lo stesso suono e diversi significati. Esempi di omofonia si hanno in parole come anno e hanno, l’ago e lago: parole, cioè, che pur avendo significati diversi e differenti grafie, si pronunciano allo stesso modo. Ecco cosa può succedere quando si usano coppie di omofoni.
L’abile pescatore pesca un pesce d’oro, ma labile è il suo filo e così un orso lo ruba. Il pescatore allora segue le tracce d’orma d’orso sul dorso della spiaggia. Sugli alberi e nei cespugli cerca ma nessun orso trova. La moglie gli dice: “Lascia stare, caro!” ma lui non ascolta e prende l’ascia. Il pescatore arrabbiato cerca l’orso. Quando trova un uovo l’uomo si tranquillizza. D’ora in poi l’orso 12
dorma tranquillo! ____________________________ Il musicista lancia l’ancia del clarinetto perché l’aura che circondava la sua amata Laura è sparita e l’oro che avevano nella loro cassaforte è stato rubato; mentre il sassofonista per evitare l’ancia piega il dorso e vede preoccupato un’orma d’orso. Parole sdrucciole - coppie di omofoni
CATENE DI PAROLE Inventare una storia utilizzando parole collegate fra loro: si parte da una parola definita dal conduttore dell’esercizio e poi si prosegue scrivendo la parola successiva utilizzando l’ultima sillaba della parola precedente (è consentito l’uso di articoli, preposizioni e monosillabi).
Il pianoforte temeva il vandalismo mostrato dai tormenti del timpano nonostante tempo poco. Continuavo volentieri ripetendo dolorosamente e temendo di dovere versare reciprocamente terrore restante a tempo posto. Tornando dolcemente e teneramente a temere di restare al remoto tornare. ______________________________
Pianoforte, tenebro brontolante testo di temi misuranti tristezza. Queste zatterano sulla nostra transitoria rianimazione. Nevischio di schietto, testardo, domabile e lesto testo. ______________________________ Pianoforte teneva un vaso sopra. Di rame. Mentre il re regnava. ______________________________
Pianoforte teletrasportato torna navigando dove v’è energia. Pianoforte teneva vagamente il tempo ______________________________ portando dolcemente la tentazione.
Catene di parole
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Qualcuno entra dalla finestra nella mia stanza in una notte d’estate... Inventare una storia sviluppando un inizio proposto.
Qualche anno fa, in una notte d’estate, mentre riposavo sul letto ascoltando musica, avevo deciso di aprire la finestra per il caldo soffocante. Scorsi da lontano l’ombra di qualcosa, forse qualcuno che con impazienza cercava di entrare. Con l’ansia che mi soffocava afferrai l’orologio - il primo oggetto a me più vicino - e con prudenza guardai fuori dalla finestra e vidi un bellissimo ragazzo. Gli occhi colore del cielo, i capelli come il grano, con una rosa e una chitarra in mano. Sì, era proprio lui: il sogno più bello che avessi mai fatto... ____________________________ Sento dei passi, e un respiro affannato sul mio collo e una voce con accento strano mi intima: “Se tu stare ferma, io non fare te nulla”. Altri passi raggiungono i precedenti e sento sussurrare frasi in una lingua che non conosco, si avviano verso la porta ed escono dalla stanza dirigendosi alle scale che portano al piano superiore. La mia mente sta per scoppiare e le gambe sono immobili, le orecchie sono bollenti e fischiano. Vado 14
avanti con l’immaginazione e cerco di capire cosa stiano facendo quei due individui in cucina. Poi un pensiero mi toglie il fiato. “Papà!”... ____________________________ Qualcuno entra dalla finestra nella mia stanza in una notte d’estate. È un piccolo gnomo - Presto! Presto! Dobbiamo andare via. Svelto!” - Andare via... dove? - Qui fuori. Dai, ché tra un po’ si parte! Aspettano tutti te! - Mi aspettano? Chi? - Accidenti, sei proprio strano tu, eh! Dai, manchi solo tu! Molto confuso e con gli occhi che mi si chiudono, mi metto addosso le prime cose sottomano: pantaloni verdi e giacca rossa, proprio come quello strano essere. - Avanti, ché sei in ritardo! - In ritardo per cosa? - insisto, senza capirci nulla. - Uffa, ragazzo! Non ricordi? Hai desiderato vivere con gli gnomi? Adesso ci vivrai! Qualcuno entra dalla finestra...
BINOMIO FANTASTICO Il binomio fantastico è un po’ la spina dorsale di tutta “La Grammatica della fantasia” di Rodari. Il principio è che la parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine.
Un giorno un leone si alzo tardi e per giungere all’appuntamento con la bella leonessa iniziò a correre. Quella mattina non era però il solo ad avere un appuntamento. Dall’altra parte della città, infatti, anche una lavagna si stava preparando per incontrare il suo amato cancellino. Giunta davanti allo specchio, lavagna si rese conto dell’ora e, mandando al diavolo i consigli sul farsi attendere, si precipita in strada correndo euforica, ma senza rovinarsi il trucco. All’incrocio non attese che il semaforo diventasse verde, infatti BOOM! Un Ferrari frenò all’improvviso e il leone, che era alla guida scese per controllare lo stato della lavagna accasciata a terra. “La prossima volta potresti andare più piano?” disse la lavagna appena rinvenuta...
Binomio fantastico
_______________________________ Volevo regalare una lavagna a qualcuno, a un animale, ma non sapevo bene a chi. Ho p ensato che al cane non servisse a molto, così l’ho escluso. Poi ho pensato alla scimmia, ma - a rifletterci su – dove potrebbe metterla? Non di certo sugli alberi. A un gatto, ma sono bassi e non ci arrivano. A un coccodrillo no, perché in acqua la lavagna marcirebbe. Così ho pensato al leone. Sì, questa sarebbe diventata la lavagna per il leone. In fondo lui è il re degli animali, e con una lavagna qualcosa potrà pur farci, avrà qualcosa da scrivere e ricordare. Poi con la criniera potrebbe cancellare... 15
Se io fossi... Scrivere una storia immedesimandosi in un oggetto o immaginando una situazione.
SE IO FOSSI QUALCOSA... Oggi mi va bene. C’è davvero poco vento, perciò non sono affatto agitato. Lancio un’occhiata alla spiaggia lasciandomi cullare salla leggera brezza che mi fa ondeggiare lentamente. Sulla riva c’è poca gente: una coppia di innamorati, una bambina che gioca con suo padre e tanti cani a passeggio con i loro padroni. Sento i pesci che nuotano veloci e rido, perché mi fanno un gran solletico. Un gabbiano mi si posa sopra, alla ricerca di una preda. Amo l’inverno: pochi rumori, un paesaggio pittoresco, poche persone... non fraintendetemi, le persone mi piacciono, è solo che d’inverno incontri quelle più interessanti: scrittori in cerca d’ispirazione, animi solitari, ragazzi e ragazze che si danno appuntamento qui per passeggiare sussurrandosi parole dolci... Porto lo sguardo lontano dove lascio il posto a Oceano, che si vanta tanto di essere più grande, più freddo, più profondo... no, per niente al mondo scambierei il mio posto col suo, per niente al mondo mi toglierei il piacere di provare queste meravigliose sensazioni. 16
_____________________________ Eccomi qui, sono un fiore, posato su un giardino di un parco giochi. Solo soletto, nessuno mi calcola. Ho paura: stanno per arrivare i bambini, sicuramente mi strapperanno per regalrmi a qualcuno e poi mi seccherò e pian pano morirò. Sono agitato, agitatissimo: tutti i miei amici sono stati schiacciati. Ho paura che avrò la loro stessa sorte. Cerco di essere indifferente a ciò che non mi so spiegare. Non so come divertirmi, non so se piaccio alla gente. Sono smarrito... Eccoli arrivare: passano le ore e nessuno nemmeno mi sfiora. A fine serata sono ancora qui, una farfalla mi si posa sopra. Iniziamo a parlare ed ecco comparire il mio sorriso.
Se io fossi...
SE IO FOSSI INVISIBILE...
_____________________________ Noooooooo. Ciao a tutti sono un rotolo di carta igienica. Ovviamente ho qualità da vendere: un triplo velo e aiuto la gente a tenere pulito il proprio intimo! Si può dire che sia un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo, no? E poi senza di me l’umanità sarebbe andata a rotoli da un bel pezzo. E sicuramente, per vendicarsi di essere stato usato al posto mio, quello snob di uno scottex farebbe venire delle irritazioni ai miei padroni. Insomma guardate i cavernicoli: dovevano usare le foglie; ecco perché erano così aggressivi! _____________________________
Se io fossi...
Aprii gli occhi: era una bella mattina di luglio o forse dicembre. Giacevo nel mio bel lettone caldo e forse il fatto che non riuscivo a vede la mia mano mi faceva pensare allo spogliatoio maschile della squadra di rugby. Mi alzai e andai a vedere la mia brutta faccia allo specchio: niente di strano, a parte il fatto che non vedevo la mia immagine riflessa. Approssimai un’opinione pacifica: gli alieni mi hanno rapito, hanno modificato la mia immagine, mi hanno trasportato in matrix, il cielo sta cadendo, la fine del mondo non è nel 2012 ma ora, mi hanno fatto ubriacare, nel sonno sono morta di follia decerebrante! Ma trovai subito il lato positivo, e pensai a cosa avevo in mente stamattina. Andai al campo di rugby e feci un giro negli spogliatoi.
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Nessuno mi vede. Sto urlando. Le persone si girano: hanno lo sguardo perso nel vuoto. Urto accidentalmente qualcuno , ma nella frenesia della vita quel qualcuno nemmeno se ne accorge di avere urtato qualcosa. Qualcosa di invisibile, qualcosa che c’è, che non si vede, perché io non sono altro che qualcosa di invisibile, qualcosa che c’è, che si tocca ma che nessuno vede in un periodo in cui crediamo solo alle cose che vediamo con i nostri occhi. Tutto il resto è niente, tutto il resto è vano. Mentre sono lì fermo fra gli urti della gente, vengo colto da un pensiero più grande: io non esito in questo mondo. Sono come un fantasma, un essere cui nessuno vuole bene, un essere che nessuno apprezza. Solo perché non mi vedono, per loro non esisto. 18
Sì, sì, intanto sicuro che tutti voi avete provato a essere invisibili, da piccolini; insomma è una delle cose più divertenti che si possa fare quando siè da soli e si ha quattro anni. Eh, ma se sei invisibile in una grande stanza affollata e hai quattordici anni? Vuol dire che sei affetto da invisibilismo cronico, una malattia degenerativa che ti porta presto alla morte, con comparsa... Ehm, lasciamo perdere le diagnosi mediche; per quello c’è dottor House. Piuttosto pensiamo a quello che puoi combinare prima di crepare, come stavo prontamente illustrando prima. Innanzitutto la prima cosa da fare è agguantare il registro, cambiare tutti i voti. Sostituire il cd con le basi di musica medievale del professore di musica con un bel cd di metallica. Infilare delle rane nello zaino della ragazza che più non sopporti...
Se io fossi...
Limerick Il limerick è un componimento poetico di 5 versi, tipico della lingua inglese, dalle ferree regole (nonostante le infinite eccezioni), di contenuto nonsense, umoristico o scapigliato, che ha generalmente il proposito di far ridere o quantomeno sorridere. Nel limerick più comune il primo verso deve sempre contenere il protagonista, che poi solitamente viene richiamato nell’ultimo verso.
Un vocabolario di latino si agitava di continuo il suo padrone lo buttava dal balcone perché non gli ridava la versione. Quello sfortunato vocabolario di latino.
C’era una volta una signora di Caponeo che voleva chiamare il suo cane Clodoveo. Il cane a quel nome rabbrividì, si accucciò a terra e morì. Quella stravagante signora di Caponeo
Limerick
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Racconti con figure Immagini che evocano storie... Cosa c’è di meglio di un dipinto di Chagall per provare?
Facevo cenno con la mano, tentavo di dimenarmi tra le sue braccia. Era ostinato al voler ritornare coi piedi per terra. Mi stringeva a sé come l’aquila trattiene la sua preda in volo nel cielo. Aspettavo un gesto qualunque, per sfuggire alle sue grinfie, ma purtroppo in quei determinati momenti, se capitava, non riuscivo nel mio intento. E continuammo a volare, sembravo essermi persa fra le nubi, accompagnata da una finta amica che mi trasportava, anche se contro le mie deci20
sioni e i miei ripensamenti in quel buio che stava rovinando per sempre la mia giovane età. L’accogliente cittadina sottostante che riuscivo a vedere a stento, mi mostrava la verità di un mondo quieto, puro, estraniato dai reati e dalle colpe. Io mi allontanavo sempre più da quella realtà e man mano che proseguivo il mio viaggio, le mie pene riemergevano nel mio animo. Ormai era tardi, non potevo liberarmene, e lei continuava a condurmi verso un cielo buio, una vita buia. Racconti con figure
_______________________________ di un uomo, simili a quelle di chi lei amava. La ragazza alzò la testa, e vide un gioGuardo il paesaggio: il mio quartiere, nel vane, un bel ragazzo, era lui che la faceva quale sono cresciuta, mi si ripresenta nella volare. Voleva fargli tante domande, ma sua semplicità colma di ricordi. Ma ora io in quel momento la sua bocca era serrata e debbo andare via. Lo sento, sta arrivando. la sua mente concentrata sullo splendido Lui sta arrivando. Lui mi porterà via... paesaggio che si stagliava sotto i suoi pieContro il tempo. Perché non arriva? Ma di. C’erano case, molte case. Con gli oceccolo: prima di vederlo la sua voce mi chi cercava di riconoscere il tetto del suo giunge calda alle orecchie: “Vieni”. nido, il posto che l’aveva accolta sin da Lo seguo fino al bordo del davanzale. Lui quando era nata, e ne vide uscire un uomo, mi prende e spicca il volo. Sento man- il suo uomo, l’uomo che aveva amato fino carmi l’ossigeno dai polmoni. Me ne sto a un’ora prima, quando lui l’aveva fatta andando... Lui mi porta via con sé. La sua sentire inutile. Cercò di cacciare i ricordi voce suadente mi sussurra nelle orecchie: di quel fatto, e il suo sguardo calò su una “Ti porto da lei. Non preoccuparti. Stai coppia, una bellissima coppia che parlava, tranquilla.” Ma io lo sono già. Lui, il com- ma il ragazzo diede uno spintone alla rapagno con cui devo convivere da tempo, gazza che cadde a terra in lacrime. Cercò mi sta portando via. Lui, il tifo, mi sta di scendere dalla presa di quella specie di portando da sua sorella : la Morte. angelo che la trasportava per andare ad _______________________________ aiutare quella ragazza, ma non ci riusciva. Così rimase a contemplare con rabbia il “Chi sono io per vivere su questa terra? triste spettacolo che si offriva lì sotto. Ma Ma soprattutto, chi sono? Perché a me, poi vide un altro ragazzo avvicinarsi alla perché una povera donna deve soffrire in ragazza, e lentamente un sorriso si fece questo modo, essere umiliata, non essere spazio tra le amare lacrime. E allora capì, compresa. Dio, se ci sei, dai una risposta a gli amori vanno e vengono. Lei era quello queste mie domande, aiutami per favore.” che voleva essere, e i dolori e le paure fanUna leggera brezza sfiorò il viso della po- no crescere, per compiere meglio il nostro vera ragazza in lacrime, il vento aumentò destino. L’angelo sembrava aver compreso la velocità e i suoi piedi si staccarono da e scese a posarla in un prato, dove lei si terra. La ragazza sentiva una leggera pres- sentì finalmente felice. sione sotto le sue ascelle... due mani grandi _______________________________ e forti la sorreggevano, sicuramente mani Racconti con figure
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Un pomeriggio uggioso di settembre camminavo per la città. Quando, alzando la testa, vidi volare nel cielo due figure indefinibili, che ai miei occhi parevano due persone. Ce n’era una terza, che le seguiva, un pittore forse, dato che era intento ad osservarle e subito dopo scarabocchiava qualcosa su un blocco di fogli. Avete mai sentito la favola di Peter Pan? Ecco, solo dopo realizzai che una di quelle due figure era davvero Peter Pan. Era vestito di verde. Avrà avuto cent’anni, tanto è vecchia la storia, ma a me, per quanto lontano fosse, sembrava ancora un bambino. Volava per il cielo e insieme a lui c’era una donna un po’ grassoccia, e ho pensato che doveva avere molta forza Peter Pan per portarsela con sé. Per forza, con tutti i viaggi che ha fatto! La donna sembrava essere molto contenta, quasi affascinata da quel vecchio che dimostrava dieci anni. Da allora lo aspetto, nella speranza che porti via anche me. Io non sono pesante, non è difficile. Anche se, ripensandoci, mi sa tanto che porta via solo donne. Pazienza, magari aspetterò Spiderman.
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Racconti con figure
INDICE
Acrostico
p. 4
Mi ricordo... ho dimenticato
p. 5
Free writing
p. 6
Tautogramma
p. 8
Elenchi e liste
p. 9
Parole sdrucciole
p. 12
Coppie di omofoni
p. 12
Catene di parole
p. 13
Qualcuno entra dalla finestra...
p. 14
Binomio fantastico
p. 15
Se io fossi
p. 16
Limerick
p. 19
Racconti con figure
p. 20
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