P O R T F O L I O Arch. FRANCESCO COLOSIMO/Progetti Accademici Selezionati
Immagine copertina: Gubbio_Workoshop Co ArP [Perman ent Tr a in in g Cou r se Preservation and Landscape Architecture] “ Da spazio a luogo _ #Parkwithoutpark ”
2O17
«Ràum ist Freigabe von Orten» [Fare-spazio è libera donazione di LUOGHI]
Martin Heidegger_Arte and Spazio
education
September 2O14-December 2O16 Politecnico di Milano _ AUIC [School of Architecture Urban Planning Construction Engineering] Master’s degree in Architecture-Architectural Design Score 11O Magna cum Laude/11O
Architect FRANCESCO
COLOSIMO Crotone/ 24•01•1991 Milano/ Via Val Trompia 66 francescocolosimo91@hotmai.com 3291486796
instagram.com/francescocolosimo91/ it.linkedin.com/in/francescocolosimo-01b8a8106 divisare.com/authors/2144686883francesco-colosimo
September 2O15-June 2O16 Politecnico di Milano _ ASMeD [Architecture and Structure MetaDesign] Permanent Training course September 2O1O - July 2O13 Politecnico di Milano _ AUIC [School of Architecture Urban Planning Construction Engineering] Bachelor’s degree in Architectural Design - Score 1O8/11O September 2OO5 - July 2O1O Liceo Scientifico Filolao _ Crotone High School Diploma, Scientific studies. Score 1OOcumLaude/1OO
work
Jenuary 2O17-Present Professor - Permanent Training course MAWA (MetaDesign Architecture Working Studio Activities) Department of Civil Engineering Politecnoico di Milano September 2O16-Present Assistant Professor AUIC School _ Architecture Design Architectural Design Studio 2 Module: Structural Design Professor: Fabio Maroldi September 2O14 Architectural Design competition “Taranto Fabbriche di Natura” St’art for talent
www.europan12.nl/entry/kb852.html
U I L
R C M
SOFTWARE
AutoCAD 2D/3D
InDesign
March 2O16 ProHolz _ Milan Timber construction training corse
March 2O13 Architectural design competition EUROPAN 12 - Schiedam
C R U
skills
March 2O13 Exhibition_Groppello d’Adda “Le stanze del tempo - Ripre la villa Arivescovile” www.comune.cassanodadda.mi.it/
July 2O12 - September 2O12 Architeture internship Arch. Sangiorgi Claudio archpiuditre.com
REVIT
Illustrator
ArchiCAD+ CineRender
Photoshop
SAP2000
Office
LENGUAGE Common European Framework of Reference for Language
ITALIAN
L1 B1
First language
ENGLISH
TOEIC: score 750
Benvenuti! Sono un giovane Architetto e ho conseguito la Laurea Magistrale in Architettura-Architettura delle Costruzioni nel Dicembre 2O16, presso il Politecnico di Milano, con una tesi per la riqualificazione dell’ex area dell’Arsenale Militare di Pavia. Questo portfolio, nato per raccontare la mia “nascita” come architetto, raccoglie alcuni degli esercizi di composizione architettonica svolti durante la mia carriera accademica. I progetti che ho selezionato provano ad esporre il mio interesse per temi come: 1 - La relazione tra luce e forma, basata sullo studio di architetti come Louis Kahn; 2 - Il passaggio Antropologico da spazio a luogo, intendendo quest’ultimo non come un semplice spazio geometrico, ma come l’interazione tra Umano_Esperienza_Vita_ Spazio; 3 - La relazione tra architettura e dettaglio, identificando l’aspetto costruttivo come identitario dell’architettura. Credo che ogni progetto sia frutto di un bagaglio di esperienze, che continuano ad aumentare, che continuo a ricercare: fare esperienza, accrescere le mie capacità, mettermi in discussione è il percorso post-universitario che ho deciso di intraprendere. Leggi queste storie di architettura! Buon proseguimento …
MOBILE: +39 3291486796 E-MAIL: francescocolosimo91@gmail.com LINKEDIN: it.linkedin.com/in/francesco-colosimo-01b8a8106
PROGETTI:
#1. TheWALL_pag. O6 #2. ReORDER_pag. 12 #3. CONSONNOBSERVATORY_pag. 36 #4. LEARNING IN THE GREEN_pag. 46
SAGGI ACCADEMICI:
#1. La Scala: il tempio laico di _pag. 54 #2. Il tempio perfetto_pag. 56
C O N T E N
#1. progetti
TheWALL
delimitare per definire
Step 1
Step 2
Schwarzplan
06
Castello Sforzesco; Milano
Step 3
Palazzo di diocleziono, Spalato
Step 4
El Badi Palace, Marrakech
Riferimenti
AREA DI PRGETTO_Milano DURATA_12 months CLASSE_Architectural Design Studio PROF._Neri Raffaella, Dudler Max TEAM_Angelozzi C._Colosimo F._Finardi D. VOTO_3O/3O
Concpet
Milano possiede un tessuto urbano segnato dalla presenza di grandi complessi militari, la maggior parte dei quali dismessi o in via dismissione. Il tema del recupero delle ex Caserme Militari diventa importante per il capoluogo lombardo. La Caserma Mameli è il tema di questo progetto che ne analizza la spazialità a partire dell’identità del luogo. L’area di progetto è caratterizzata da 6 edifici a C posti a gruppi da 3 a delimitare uno spazio rettangolare di circa 8Ometri per 225mentri. Le pur grandi dimensioni dei sei corpi, ex dormitori, non riescono comunque a delimitare lo spazio che di conseguenza non riesce a mostrare la sua potenzialità. Il principio progettuale prevede quindi di realizzare un muro che definisce lo spazio: il grande muro si pone in adiacenza alle C che diventano le protagoniste della grande piazza verde centrale. Il muro, oltre a svolgere il ruolo di residenza, ospita anche un mercato coperto, una biblioteca, uffici, un ristorante panoramico e un teatro: esso si modifica interagendo con lo spazio e con la funzione ospitante.
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Sezioni
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#2. progetti
ReORDER
progetto per l’Arsenale di Pavia: Nuovi Luoghi, Prospettive, Spazi
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AREA DI PROGETTO_Pavia DURATA_12 months CLASSE_Architectural Design Studio 2 PROF._Neri Raffaella TEAM_Angelozzi C._Colosimo F._Finardi D. VOTO_3O/3O
Il progetto proposto tratta del riuso dell’area dell’Ex Arsenale di Pavia e costituisce la tesi presentata a conclusione della Laurea Magistrale. Il futuro di questi luoghi è una tema d’attualità nella città: un pezzo di città che fa parte della vita collettiva di Pavia ma che dal 2O1O è stata dismessa. Il genio militare italiano, ex proprietario, ha deciso di spostare le lavorazioni prima previste nell’Arsenale pavese in una diversa struttura. Da quel momento l’Arsenale è diventato una zona estranea alla città e un onere per lo stesso demanio, che ne detiene la proprietà e le relative spese di gestione. Queste le motivazioni che rendono attuale un progetto per l’ex Arsenale di Pavia, con la volontà di donare alla collettività un logo ri-trovato. Pavia ha origini antiche che ancora oggi si possono leggere nel tessuto cittadino: L’area di progetto si innesta così sull’antico decumano, oggi via Riviera, collegandolo al Ticino, di cui ne subisce le rare inondazioni. Da progetto si è deciso di introdurre nell’area un mix funzionale: Le nuove funzioni sono volte sia a fornire al quartiere le attrezzature di cui ha bisogno, sia a dotare il progetto di enti di interesse cittadino ed extracittadino. Si prevede la costruzione di un polo universitario con relative residenze dedicate, di un centro polifunzionale a tema agroalimentare oltre che a unità immobiliari e funzioni commerciali. La necessità di introdurre 13 nuove funzioni contrasta con la natura degli edifici presenti nell’area: La vocazione produttiva del complesso ha portato alla costruzione di fabbricati concepiti per il lavoro, con le relative caratteristiche. L’idea di una conversione di tali edifici al fine di ospitare funzioni alternative, molto differenti da quelle originari, non concorda con i ragionamenti che vedono la tipologia architettonica come importante strumento di progetto. Si può aggiungere anche che la necessità del genio militare di ottenere edifici in tempi brevi, minimizzando le spese, ha portato alla costruzione di manufatti non particolarmente ricercati nelle scelte architettoniche ma soprattutto tecnologiche. Di conseguenza si è deciso per una demolizione dei fabbricati, peraltro già prevista per gli edifici entro i limiti di esondazione del Ticino, e si è scelto di conservare parte del sistema di edifici dell’Arsenale sulla sponda orientale del Navigliaccio, alcuni dei quali risalenti alla fine del ’8OO. Il progetto quindi passa per tre momenti: ridare ordine agli spazi aperti, generando un grande luogo centrale che si apre dalla strada al Ticino; creare un collegamento verde, rendendo questo luogo un ampio parco che mette in relazione la struttura agricola a nord con il lungo-Ticino a Sud; la demolizione del muro di cinta generando una continua accessibilità e grande fruizione degli spazi pubblici.
Ortofoto di Pavia
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Vista dell’aria di progetto
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AREA DI PROGETTO
concept
Gerarchia degli spazi
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AccessibilitĂ e f lussi
Parco
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Vista di alcuni luoghi dei padiglioni esistenti
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1
1 2
Masterplan
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LEGENDA 1 - Residenza 2 - Residenza per studenti 3 - UniversitĂ 4 - Spazi commerciali 5 - Agri-food center
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Planimetria piano Terra
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Planimetria primo livello
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Sezioni
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Planimetria piano terra dell’UniversitĂ
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#3. project
CONSONNOBSERVATORY
progetto per la città abbandonata di Consonno
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AREA DI PROGETTO_Consonno (Lecco) DURATA_6 months CLASSE_Architectural Conservation Studio PROF._Campanella C. TEAM_Angelozzi C._Colosimo F._Finardi D. VOTO_3OcumLaude/3O
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Minareto
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da reSTAURO a
PROGETTO PER IL COSTRUITO
Consonno, frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, è collocata sulle pendici del monte Regina, con vista sul lago di Garlate. L’area dal 1962 è di proprietà della Immobile Consonno Brianza, società privata che negli anni 6O ha demolito l’antico borgo esistente per costruire una “città a dei divertimenti”. Il progetto, è fallito negli anni 8O anche a causa di una frana che ne ha impedito l’unico accesso carrabile. L’area abbandonata, é sporadicamente popolata da chi vi si reca per la messa domenicale o per visitare gli stravaganti edifici abbandonati. L’idea di progetto nasce dalla volontà di rendere fruibile Consonno ATTIVANDONE le potenzialità che essa possiede come luogo attrattivo dotato di identità. Il progetto prevede di conservare gli edif ici esistenti cosi come sono, arrestandone il degrado, e di inserire in essi una serie di funzioni che si accendono, alternandosi, di giorno e di notte. Consonno diventa un parco astronomico che si apre verso il paesaggio circostante e guarda verso il cielo. La Balera, cuore del sistema, conserva la propria struttura portante e ospita al suo interno un osservatorio astronomico. L’ex Hotel Plaza è adibito a museo didattico astronomico, dove e possibile acquisire conoscenze 39 sullo studio del cielo dall’antichità ad oggi, assistere a lezioni e osservare la volta celeste riprodotta sul planetario. L’edificio arabeggiante diventa un grande contenitore polifunzionale: foresteria, aree ristoro, spazi lettura, spazi destinati ad esposizioni temporanee, oltre ad una mostra permanente dedicata al “Paese dei Balocchi” e alla sua storia. Importante è la conservazione di molti dei graffiti realizzati sulle superfici del manufatto facendo si che esso diventi museo di se stesso.
LEGENDA 1. ex Dance hall_Osservatorio 2.ex Hotel Plaza_Planetario 3.Installazioni nel parco 4.Maneggio 5.Minareto_Museo 6.Chiesa 7.Fontana_Meridiana
3
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4 7
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2
1
3
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Masterplan
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Vista interna del minareto
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Rilievo geometrico: digitalizzazione e foto del prcesso
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#4. project
Learning in the Green
progetto per l’aia della Cascina Pagnana
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Il progetto prevede la realizzazione di un’aula didattica con relativi servizi, da attuarsi in adiacenza all’ex essiccatoio della Cascina Pagnana. Posta nella campagna di Gorgonzola, cittadina lombarda ben collegata con Milano, la Cascina è stata recentemente recuperata al fine di realizzare abitazioni per persone momentaneamente in difficoltà o minori soli. Sono state avviate attività, come l’orto gestito da Slow Food, che ne testimoniano la vocazione solidale degli abitanti. L’intenzione della committenza è quella di avviare il recupero dell’area antistante l’ingresso, delimitata dell’ex magazzino, dall’antico Essiccatoio (posti a sottolineare l’ingresso dell’edificio a corte), dall’aia dell’essiccatoio, da campi coltivabili e dall’orto di Slow Food. Il progetto presentato nasce per sostituire una proposta di terzi che utilizzava male i fondi messi a disposizione, ma
AREA DI PROGETTO_Gorgonzola (Milano) DURATA_6 months CLASSE_ASMED PROF._Maroldi F., Garavaglia E. TEAM_Colosimo F. VOTO_3O/3O
soprattutto negava l’IDENTITÀ della Cascina, senza rendere quello spazio un luogo. Visitando il sito ci si accorge che, pur essendo in un contesto agricolo, è forte la presenza visiva della città. Si vuole quindi rendere l’aula didattica e lo spazio aperto circostante un luogo attrattivo non solo per gli studenti del polo scolastico della città, ma anche un luogo per gli abitanti della cascina e per chiunque volesse partecipare ad attività ludico-didattiche a contatto con la natura. L’aula e i suoi servizi incorniciano l’essiccatoio e attivano la vecchia aia con bancali di recupero. L’aia è pensata in continuità con gli orti per i più piccoli e con le serre, disposte a segnare l’asse di collegamento tra l’essiccatoio e la strada carrabile. Gli orti vengono collocati lateralmente all’aia, separandoli dalla strada sovrastante mediante un bosco didattico ospitante amache convertibili in sedute e cluster informativi.
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Masterplan
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LEGENDA 1 - Aula didattica 2 - Serre 3 - Orti 4 - Orti di Slowfood 5 - Cluster 6 - Aia attrezzata
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3 6 2 5 3
3
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LAYOUT 1_ Spogliatoi vista interna e assonometria
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LAYOUT 2_Aula didattica vista interna e assonometria
LAYOUT 3_auditorium vista interna e assonometria
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#1. Saggi accademici
TEATRO ALLA SCALA il tempio laico di milano
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ABSTRACT L’importanza che il Teatro alla Scala ha rivestito e riveste ancora oggi per Milano e i suoi cittadini è testimoniata dalle vicende che l’hanno interessata sin dalla sua fondazione. Dopo l’incendio del Teatro Ducale, sono proprio i nobili proprietari dei palchi a ingaggiare una lunga lotta con le autorità per far sì che il nuovo edificio venga costruito non in una zona decentrata, come vuole l’impero asburgico, ma nel cuore della città: il teatro, nel loro intento, deve costituire un punto di incontro culturale, politico, artistico e sociale della comunità. Esso diventa un edificio pubblico per eccellenza, simbolo di una società che si sta profondamente modificando ed è sempre più partecipe della vita della città. Così i palchettisti non solo promuovono la costruzione del teatro, ma ne sostengono persino i costi. Usando le parole di Carlo Fontana, “era stata affermata l’idea della Scala tempio laico della città, una connotazione forte che l’accompagna fin dalla sua nascita”. Nei successivi oltre duecento anni di vita infatti la Scala non perderà mai questa forte valenza, quest’aura di sacralità che la lega a Milano come espressione dei suoi cittadini e della loro volontà. Il teatro, luogo di rappresentazioni sceniche, diviene così anche teatro delle vicende storiche milanesi. Il Teatro vive quindi in prima persona gli eventi che animano la città, tanto da diventare nel corso del tempo un punto di riferimento imprescindibile: nel 1943, la Scala subisce un bombardamento che ne danneggia sensibilmente la sala, il palcoscenico e le strutture di servizio;
nel 2001 la Giunta approva il progetto dell’Arch. Mario Botta che prevede la demolizione del teatro dal boccascena in avanti, lasciando intatti soltanto la platea e il foyer. La Scala, sin dalla sua nascita, ha accompagnato Milano attraverso la sua storia, trasformandosi sensibilmente ed essendo essa stessa matrice della trasformazione urbana. Si può quindi pensare ad essa come monumento. Il monumento è qui inteso come un segno che fu posto e rimane ancora oggi a ricordo di un evento passato. Esso è connesso all’idea del richiamare alla memoria, del rammentare ma anche dell’ammonire. L’identità del monumento può essere rintracciata nella sua materia o nella sua immagine (intesa come forma, di cui la materia è supporto): questi aspetti devono essere 55 considerati tra loro complementari: un edificio non può essere concepito solo come costruzione fisica né unicamente come immagine legata a un evento particolare. Solo l’unione di questi due concetti permette di osservare e comprendere il monumento nella sua completezza e, di conseguenza, di rispettarne l’IDENTITA’. Lo studio del Teatro alla Scala a partire dalle sue origini, nelle diverse fasi della sua vita, e l’analisi del progetto dell’Arch. Mario Botta, ha consentito di comprendere il ruolo che il Teatro ha via via assunto nella città: non solo un edificio che ospita rappresentazioni teatrali, ma un monumento pubblico fortemente voluto dai cittadini, testimone degli eventi succedutisi a Milano, opera di tutti coloro che nel corso dei secoli l’hanno segnato e modificato.
#2. Saggi accademici
IL TEMPIO PERFETTO l’immagine di un mito
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ABSTRACT
Sin dalla nascita della teoria del restauro, molti sforzi sono stati finalizzati alla definizione del concetto di “monumento”, inteso come “segno che fu posto e rimane a ricordo di personalità o eventi”, per stabilire l’atteggiamento da assumere nei confronti delle opere che in tale categoria rientrano. Come afferma Cesare Brandi, uno dei teorici di riferimento nell’orizzonte della cultura italiana del Novecento, la natura del monumento e delle opere d’arte è complessa e si rispecchia nella dicotomia tra anima e corpo dell’arte, tra forma – immagine, eidos, idea – e materia, che ne veicola il significato. L’immagine del monumento è pura, staccata da ogni implicazione esistenziale, è “chiusa e perfetta e sottratta al divenire”, configurandosi come realtà ideale, invariante immutabile nel tempo; essa è legata al valore che, al di là della materia, l’opera esprime e quindi all’importanza che gli uomini le attribuiscono. La materia, la fisicità del monumento connessa al suo essere opera dell’uomo, è invece deperibile e soggetta agli effetti del trascorrere del tempo; per questo presuppone il suo rispetto ai fini della conservazione. I due aspetti di cui l’opera d’arte è costituita sono intimamente congiunti; secondo Brandi, il restauro deve mirare a far sì che “la componente materiale dell’opera, che rappresenta il luogo stesso della manifestazione dell’immagine al futuro, possa continuare ad esprimere l’immagine ideale nella sua indissolubile unità”. Il significato si esprime quindi attraverso la materia, che ne costituisce il supporto. Il particolare valore attribuito ad un monumento si ripercuote
necessariamente sulla materia fisica: esso stabilisce il peso, la “preziosità” - per usare le parole di Ruskin - dell’edificio e condiziona quindi l’atteggiamento degli uomini nei suoi confronti. L’immagine di un monumento rappresenta un aspetto piuttosto complesso, poiché tiene conto di una pluralità di aspetti legati al periodo in cui l’opera è stata concepita, alla situazione storica, alle vicende che hanno portato alla sua realizzazione, alle personalità che vi hanno contribuito ecc. Si tratta, inoltre, di un aspetto non puramente oggettivo, in quanto presuppone un giudizio di valore che, nel corso del tempo, può variare in relazione ai cambiamenti che l’uomo, la sua cultura e, in generale, la sua mentalità subiscono (basti pensare alla condanna e al conseguente rifiuto del Gotico o del Barocco, 57 poi rivalutati nel corso dell’Ottocento). Questo ragionamento, applicato al Partenone, mette in luce una serie di questioni che rivelano la complessità delle vicende che lo hanno riguardato e che, ancora oggi, lo riguardano. Il Partenone è infatti un monumento a tutti gli effetti, riconosciuto universalmente come simbolo di una città, di una nazione e di una cultura. Esso rappresenta la perfezione del tempio greco classico, concepito nell’età d’oro di Pericle del V secolo a.C.. Lo studio della sua storia, dal suo concepimento fino ad oggi, rivela come il Partenone conosciuto sia in realtà uno dei Partenoni, legato ad una sola fase della sua ben più complessa esistenza. La sua materia è stata infatti protagonista di eventi che ne hanno mutato sensibilmente l’aspetto e il valore, e che hanno sollevato questioni ancora oggi irrisolte.
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