Starebene Ottobre 2015

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Starebene Il Magazine della Salute

Periodico di informazione scientifica Numero 8 Anno II / Ottobre 2015

Nuovo Assessore alla Sanità Concorsi all’ASP I disturbi dell’Alzheimer La dialisi alle Egadi Le abitudini alimentari errate I nostri grani L’alluce valgo Via il dolore con l’ipnosi La prostata Ritorno in palestra Biobanche in Sicilia Scegliere un animale Donare gli organi

in Sicilia



L’editoriale del Direttore

Wolly Cammareri

E... state bene! Autunno, si cambia Siamo tornati! Sopravvissuti ad una eccezionale calura estiva. I metereologi la segnalano come la più calda estate degli ultimi 150 anni, con l’autunno ritorna in distribuzione il nostro magazine della salute. La sosta non è servita certamente per riposarci, all’edizione cartacea del nostro giornale e alla pagina Facebook si è aggiunto un nuovo strumento multimediale starebeneinsicilia.it il nostro sito che trovate on line. Facilmente consultabile, con dentro le edizioni di Trapani e Messina, ricco di consigli e di contatti

in questo numero 04 05 07

Gucciardi incontra gli infermieri Concorsi all’Asp, 513 posti

Disturbi comportamentali nell’Alzheimer

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La dialisi alle Egadi dal prossimo anno

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Le abitudini alimentari errate

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L’alluce valgo

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I nostri grani

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con i nostri esperti. Ma torniamo a questo numero, ci interessiamo in particolar modo dell’autunno e degli squilibri psico-fisici che il cambio di stagione comporta. Da questo numero avremo anche delle pagine dedicate ai nostri amici a quattro zampe e poi gli immancabili consigli dei nostri esperti per aiutarvi a starebene.Buona lettura e buona salute! Il nostro giornale è media-partner di un importante evento cultura in corso a Taormia, un omaggio a Pier Paolo Pasolini, nell’ambito della rassegna Tao-buk.

Il carcinoma della prostata Le biobanche in Sicilia

Starebene Il Magazine della Salute

in Sicilia

Supplemento a Trapanipiù

Direttore WOLLY CAMMARERI Direttore Scientifico ANGELICA DI SCALAFANI Grafica VITO MALTESE Reg. Tribunale di Trapani N.350 del 13/03/2013

Per le vostre segnalazioni: www.starebeneinsicilia.it starebeneatrapani@libero.it Mobile: 391 3523270 Facebook: starebeneinsicilia

Starebene a Trapani / Aprile 2015

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a cura di

Piero Messana

Addetto stampa IPASVI Collegio di Trapani

Gucciardi incontra gli infermieri

L’Assessore alla sanità, Baldo Gucciardi, incontra a Trapani i dirigenti regionali dell’IPASVI, organo che raggruppa tutto il personale infiermeristico. Come affermato nell’icnontro con gli infermieri svoltosi a Trapani, l’assessore regionale alla salute, l’on. Baldo Gucciardi, ha portato a termine una celere, ma dettagliata, ricognizione in tutte le Aziende Sanitarie e ospedaliere della Sicilia. A tutti i direttori generali ha suggerito, con determinazione, di istituire il Servizio Infermieristico attraverso la creazione di Unità Operative. L’impegno era stato assunto dall’assessore Gucciardi, nel corso del lungo e articolato “faccia a faccia” svoltosi nella sede Ipasvi di Trapani alla presenza dei presidenti di tutti gli organismi provinciali degli infermieri della Sicilia. A fare gli onori di casa il presidente del coordinamento regionale Ipasvi, il siracusano Sebastiano Zappulla, e il suo vice Filippo Impellizzeri, alcamese, presidente del collegio infermieri della provincia di Trapani, che hanno più volte ringraziato Gucciardi per la sua estrema capacità di ascolto e per la sua grande disponibilità. Due ore e mezza di serrato confronto con l’assessore regionale capace di ascoltare, con attenzione, i problemi e le istanze di tutte le province siciliane, da Siracusa a Trapani, da Messina ad Agrigento passando da Enna e Caltanisstta. La categoria ha segnalato numerosi casi, in tutte le zone della Sicilia, di turni ospedalieri in cui la presenza degli infermieri, in corsia, non è assolutamente adeguata al numero di degenti. Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) messi quindi a serio rischio. Secondo l’Ipasvi, con le nuove dotazioni organiche scaturite dalle nuove linee guida assessoriali, accadrebbe la stessa cosa: non si potranno garantire all’utenza il rispetto di standard assistenziali adeguati. L’assessore a riguardo, parlando dei dolorosi tagli imposti dal decreto Balduzzi, ha invitato gli infermieri a segnalare, con tempestività, ogni disservizio ed ogni cattiva organizzazione del personale infermieristico. Il coordinamento regionale degli infermieri ha poi affrontato la questione degli Operatori Socio Sanitari che,

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Starebene a Trapani / Giugno 2015

in molti ospedali, vengono sostituiti da personale non qualificato (operai). La penuria di OSS, in molti casi, produce anche il demansionamento degli infermieri costretti a effettuare interventi non di loro competenza. Anche qui, ovviamente, sarebbe da migliorare, e notevolmente, il rapporto numerico fra OSS e degenti. Nel periodo in cui era assessore Lucia Borsellino, gli infermieri avevano

presentato degli emendamenti alle guide assessoriali. Le loro proposte, però, sono rimaste soltanto sulla carta. Adesso, però, tornano alla carica per migliorare le guide assessoriali che daranno vita ai nuovi atti aziendali e quindi alle nuove piante organiche, rilanciando alcune proposte fra le quali la rideterminazione del rapporto medico-infermiere che andrebbe migliorato nella misura di due infermieri per ogni medico. L’assessore Gucciardi, che ha ribadito la volontà di andare verso nuovi concorsi nella sanità siciliana (medici, infermieri, OSS, tecnici e anche amministrativi), ha dato appuntamento per il prossimo mese di ottobre quando incontrerà nuovamente il coordinamento regionale Ipasvi per fare il punto sulle criticità evidenziate nell’incontro trapanese.

La provincia di Trapani ritorna ad essere rappresentata in seno al Governo regionale. L’on Baldo Gucciardi, salemitano, deputato all’ARS da tre legislature è il nuovo assessore regionale alla sanità. Arrivati i primi impegni per il territorio: lo sblocco dei concorsi e il finanziamento per la radioterapia al S. Antonio Abate. E’ Baldo Gucciardi il nuovo assessore regionale alla Sanità. Lo nominato il presidente della Regione Rosario Crocetta. “D’intesa con il segretario del Partito Democratico Fausto Raciti, il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini e con il sostegno di tutte le forze di maggioranza – ha detto Crocetta – in occasione dell’annuncio del nuovo incarico, ho proposto l’assegnazione della delega di assessore alla Salute all’on Baldo Gucciardi, la proposta è nata dalla considerazione che è necessario continuare il lavoro avviato con Lucia Borsellino, insieme ad una personalità di alto profilo e di grande esperienza tecnica. Gucciardi oltre ad essere capogruppo del PD all’Ars, è dirigente dell’Asp in aspettativa”. Secondo Crocetta la nomina di Gucciardi consentirà di “aiutare in quel dialogo unitario con la società, indispensabile per portare avanti qualsiasi riforma.


notizie dall’ASP

ASP: 513 posti a concorso 513 NUOVI MEDICI, INFERMIERI E OPERATORI SANITARI PER le ASP E OSPEDALI DEL TRAPANESE. APPROVATA DALLA CONFERENZA DEI SINDACI LA NUOVA DOTAZIONE ORGANICA PROPOSTA DALL’ASP DI TRAPANI. L’ASSESSORE ALLA SANITA’, BALDO GUCCIARDI, ASSICURA CHE PRESTO VERRANNO BANDITI I CONCORSI. Presto potrebbe finire il disagio nei nosocomi trapanesi.Con la nuova dotazione sono previsti per l’ASP trapanese 513 nuovi posti. Di questi 153 saranno medici, 136 infermieri, di cui 33 infermieri pediatrici, il resto operatori socio-sanitari e ausiliari. Erano presenti i sindaci di Trapani Vito Damiano, che la presiede, di Marsala Alberto Di Girolamo, di Castelvetrano Felice Errante, l’assessore Vito Bilardello per Mazara del Vallo, oltre a una rappresentante del comune di Alcamo. Per l’ASP erano presenti il direttore generale Fabrizio De Nicola, il direttore sanitario Antonio Siracusa, quello amministrativo Walter Messina e il direttore del distretto di Trapani Osvaldo Cono Ernandez. Trapani è stata adeguatamente attenzionata per l’effettivo bisogno delle risorse umane necessarie a garantire i livelli essenziali di assistenza, con adeguati standard di efficacia nell’ambito della rideterminazione della Rete approvata da Regione e ministero, che della compatibilità economica e finanziaria, nel rispetto del tetto di

spesa rideterminato dall’assessorato regionale alla Salute in 191 milioni e 463 mila euro. Il direttore generale dell’ASP Fabrizio De Nicola ha voluto ringraziare l’assessore Baldo Gucciardi che ha incrementato questo tetto di alcuni milioni di euro”. Nello specifico l’ospedale di Trapani avrà 136 nuovi posti in dotazione, Alcamo 43, Pantelleria 39, Marsala 139, Salemi 13, Mazara del Vallo, 92 e Castelvetrano 51. “Sano stati istituiti nuovi reparti – ha comunicato il direttore generale – mentre altri da strutture semplici diventano strutture complesse. Sono stati messi in sicurezza tutti i punti nascita della provincia, di cui non è prevista alcuna chiusura, nemmeno Pantelleria che è stato autorizzato in deroga, ivi comprese le guardie attive H24 sia anestesiologica che pediatrica. Particolare attenzione è stata prestata alla determinazione di

un adeguato fabbisogno di risorse umane nelle aree di emergenza, prevedendo un incremento di personale nei pronto soccorso, che saranno tutti dotati di OBI, l’osservazione breve intensiva. Viene inoltre incrementato il numero degli anestesisti così che le sale ospedaliere in tutti i nosocomi potranno operare H12 ”. Nel presidio ospedaliero di Trapani viene creato inoltre un polo cardiologico-emodinamica e chirurgovascolare. Un altro polo sarà quello oncologico, con le Unità Operative Complesse di Oncologia, di Anatomia patologica di Radiodiagnostica, con screening mammografico, ed è in progetto la Radioterapia. All’ospedale di Marsala viene aggiunta alla Chirurgia generale la chirurgia laparoscopica, l’Urologia diverrà struttura complessa ad indirizzo oncologico, viene trasferito da Trapani il reparto malattie infettive e viene previsto un ambulatorio di oncologia. A Mazara del Vallo, dove è prevista la Radioterapia, viene aggiunta una struttura semplice di Chirurgia oncologica, mentre l’oncologia di Castelvetrano, per la particolare qualificazione ricevuta, viene elevata a struttura dipartimentale. “Entro il 30 novembre atto di indirizzo e pianta organica dovranno essere approvati dalla Regione, in maniera così da poter bandire mobilità e concorsi per coprire i posti vacanti con nuovo personale”.

Starebene a Trapani / Giugno 2015

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notizie dall’ordine dei medici corso formativo sulle patologie delle alte vie aeree nei primi anni di vita

E’ stato il tema trattato nel corso di un importante corso tenutosi, sabato 19 settembre, nella sala conferenze dell’Ordine dei Medici a Trapani. L’incontro scientifico diretto dalla Dott.ssa Mariella Ingrasciotta, pediatra, è stato fortemente voluto dal Presidente dell’Ordine Rino Ferrari con lo scopo di poter offrire un importante giornata di formazione grazie agli interventi di autorevoli relatori fra cui Dottori Alfonso e Attilio Varricchio, Prof. Riccardo Speciale, Prof. Nicola Mansi e Prof. Antonio Della Volpe. Scopo del convegno è stato quello di offrire nozioni aggiornate e semplici, terapie e diagnosi utili ai professionisti nella pratica quotidiana. La maggior parte delle patologie dei primi anni di vita, interessano le prime vie aeree -commenta la Dott.ssa Ingrasciotta- il naso è un organo centrale nella fisiopatologia del distretto rino-sinuoso-faringotimpanico, la salute di tutto l’albero respiratorio dipende dal suo buon funzionamento;conoscere l’anatomia funzionale di questo distretto è estremamente importante per poter ben affrontare le patologie che da esso dipendono. La qualità di vita di ogni singolo individuo è anche correlata alla sua pervietà respiratoria nasale. La congestione di queste zone è la prima tappa patogenetica della flogosi del distretto rino-sinuso-faringo-timpanico. Le patologie connesse alle vegetazioni adenoidee costituiscono un vero incubo per i genitori di bambini tra i 2-6 anni. Se la congestione nasale diventa cronica -continua la Dott.ssa Ingrasciotta- oltre ai sintomi respiratori specifici (rinorrea, prurito, starnutazioni, iposmia etc) si determinano una serie di alterazioni del sonno che vanno dal russamento semplice fino alla sindrome delle apnee ostruttive notturne che determinano disturbi diurni, come incapacità di concentrazione, sonnolenza, irritabilità, cefalee. Il bambino con apnee ostruttive ha difficoltà a respirare con il naso, deve obbligatoriamente respirare con la bocca, presenta difficoltà ad addormentarsi, assume posizioni atipiche durante il sonno per cercare di ridur-

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Starebene a Trapani / Giugno 2015

re l’ostruzione delle vie respiratorie. Durante le ore diurne questi bambini sono spesso iperattivi, irritabili, possono presentare inappetenze con rallentamento della crescita ponderale e scarso rendimento scolastico, problemi molto comuni e frequenti che richiedono una diagnosi corretta e, a secondo della situazione e dell’età, una appropriata terapia medica o chirurgica che può notevolmente migliorare la qualità di vita del bambino e di tutta la famiglia. Nel corso dell’incontro -continua la Dott.ssa Ingrasciotta- ci siamo confrontati sullo stridore laringeo e la dispnea del neonato: motivo di allarme e apprensione, clinicamente caratterizzato dalla presenza, sin dai primi giorni di vita, di uno stridore laringeo inspiratorio associato a cianosi, scarso incremento ponderale e disturbi alimentari. Un giusto approccio neonatologootorino può risolvere in vari modi, a seconda dei casi, il problema. Nel corso del convegno si è parlato di quanto sia estremamente importante

la diagnosi precoce e la terapia della sordità pediatrica. La sordità infatti può compromettere o ritardare l’acquisizione e la produzione del linguaggio verbale. Un precoce ripristino della funzione uditiva in un bambino sordo può evitare un grave disagio psicologico e il ritardo dell’acquisizione del linguaggio. Se il bambino con disagio uditivo non viene precocemente individuato, spesso viene etichettato come iperattivo, apatico, disaffettivo o peggio affetto da ritardo mentale; ecco l’importanza dello screening uditivo che permette di sospettare precocemente un deficit uditivo che se diagnosticato dovrà essere approfondito con ulteriori indagini e dovrà essere preso in carico da una struttura audiologica ben organizzata. Per concludere, diagnosi precoce, collaborazione tra pediatri , otorini, audiologi, e logopedisti, una equipe multidisciplinare che si prenderà in carico il piccolo paziente, conclude la Dott.ssa Ingrasciotta.


a cura di

Rossana Messina Psichiatra

Dott. ssa Rossana Messina Medico Psichiatra Cell. : 349.7852182

1rossanamessina1@gmail.com

i disturbi comportamentali nella demenza di alzheimer La Malattia di alzheimer e› una malattia cronica neuro-degenerativa, progressiva, irreversibile, che colpisce il cervello e che porta alla perdita delle funzioni cognitive ed alla comparsa di disturbi comportamentali. La malattia distrugge la memoria, il linguaggio, il pensiero ed il ragionamento e via via porta ad un peggioramento della vita di relazione riconducibile alla perdita della propria reazione comportamentale. I sintomi cognitivi e le turbe comportamentali trasformano le persone rendendole diverse ed irriconoscibili. Sfido chiunque a rimanere senza ansia, paura, irritabilità, agitazione, aggressività, smarrimento, nel momento in cui cresce la frustrazione perché non si riconoscono i luoghi, non si ricordano le persone o la parola resta inceppata nella bocca. L›esordio della malattia, avviene con manifestazioni cognitive - il paziente dimentica i nomi di oggetti, di persone o dove ha posato gli oggetti - o con manifestazioni comportamentali -ansia, irritabilità, depressione, apatia, insonnia- che difficilmente, tra i familiari e i non addetti ai lavori, fa pensare ad una demenza ed in particolare ad una demenza di Alzheimer. Nella fase tardiva frequentemente, ma non necessariamente, compaiono disturbi comportamentali più significativi quali l›agitazione, l’ aggressività, i deliri, le allucinazioni e l›allontanamento da casa. È sempre importante ricordare che il comportamento aggressivo scaturisce dalla malattia e non dal malato. Infatti, in alcuni casi, anche persone con un carattere molto dolce possono comportarsi in modo aggressivo. In particolare, di fronte all›agitazione di una persona affetta da Alzheimer, occorre innanzitutto ricercarne le cause organiche, per escluderle. Infatti, un’infezione del tratto urinario o respiratorio, una difficoltà all›evacuazione (stipsi), un›otite o una sinusite possono causare dolore, bruciore o anche vertigini che erroneamente possono essere associate all’Alzheimer. Escluse le cause mediche ci si orienta verso un possibile effetto collaterale di un farma-

co. Infine si giunge all’attribuzione dell’agitazione alla malattia di Alzheimer. Spesso l›agitazione associata all’ alzheimer si manifesta come una sensazione d’irrequietezza, anche a livello motorio - il paziente può rovistare nei cassetti, uscendo e rientrando i vestiti per intere ore, entrare e uscire da una stanza senza mai fermarsi, all›allontanarsi da casa girovagando senza voler più farne ritorno, presentare disinibizione sessuale o spogliarsi e fare proposte a degli sconosciuti. Anche il comportamento notturno può essere caratterizzato da alterazioni del sonno, con insonnia iniziale, intermedia o finale, o alimentari, con variazioni in eccesso o in difetto. Altri disturbi comportamentali, nell’ alzheimer, si manifestano come apatia, aggressività verbale (insulti, parolacce, bestemmie, linguaggio scurrile) o agita ( schiaffeggi, graffi, percosse, sputi), ripetitività , ansia ed esplosioni emotive ( disforia) alterazioni dell’ ideazione, della percezione, del contenuto del pensiero e dell›umore. Da tempo ci si chiede se tale sintomatologia sia legata o meno ai disturbi cognitivi. La risposta è af-

fermativa in quanto i disturbi comportamentali sono conseguenza di morte neuronale e non sono il risultato di una malattia cerebrale diffusa ma l›espressione clinica di processi cerebrali degenerativi localizzati nelle varie aree alle quali sono legate delle funzioni cerebrali specifiche. Le sedi cerebrali coinvolte sono i gangli della base, per l’acquisizione della memoria e dell’apprendimento, l’ippocampo, essenziale per l’apprendimento della memoria e che si traduce clinicamente con la progressiva perdita della memoria recente e della capacità di svolgere compiti routinari, la corteccia cerebrale, per la formazione del pensiero e del linguaggio, che si manifestano con l’impoverimento del ragionamento, le esplosioni emotive, l’alterazione del linguaggio. I sintomi psichiatrici comportamentali oltre ad avere un impatto negativo sulla malattia stessa, hanno un impatto devastante sulla cura e sulla qualità di vita del paziente e della famiglia. Infatti, molto spesso i familiari, impreparati a fronteggiare le trasformazioni e la pericolosità dei propri cari, decidono il ricovero presso strutture residenziali. Starebene a Trapani / Giugno 2015

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Dialisi Mucaria

LA DIALISI A FAVIGNANA DAL PROSSIMO ANNO SI PUò

Dal prossimo anno i dializzati egadini avranno la possibilità di essere seguiti a Favignana. Sono tre i soggetti che hanno consentito il raggiungimento di questo importante risultato :l’ASP, il comune di Favignana e il Centro Dialisi Mucaria. Un progetto ambizioso ma di grande valenza sociale -ha commentato il direttore generale dell’asp di Trapani, Fabrizio De Nicola-, un progetto subito sposato dalla nostra azienda, sempre attenta ad una migliore assisenza sul territorio, a maggior ragione quando si tratta di cittadini svan-

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Starebene a Trapani / Giugno 2015

taggiati come gli isolani. Il centro di emodialisi di Favignana disporrà di apparecchiature modernissime e avrà otto posti letto per dialisi quotidiane che potranno raddoppiare con due turni giornalieri, durante il periodo di maggior affluenza turistica. Abbiamo pensato di venire incontro alle esigenze della popolazione egadin a -afferma il dottor Filippo Mucaria- i dializzati residenti nell’arcipelago non avranno più bisogno di spostamenti sulla terra ferma per effettuare la dialisi, terapia sostituti-

va della funzione renale che avviene sottoponendo il sangue del paziente al principio fisico della dialisi, il sangue viene fatto scorrere in un filtro presente all’interno della macchina in cui entra in contatto con una membrana semipermeabile attraverso cui passano solo (o almeno in maggior quantità) le sostanze tossiche che si desidera rimuovere. Attualmente gli isolani pre praticare la dialisi, a giorni alterni, sono costretti a raggiungere Trapani se non addirittura Palermo, con disagi fisici e costi non indifferenti-aggiunge il dottor Mucaria-il nostro centro sarà allocato nella più grande delle isole Egadi, in locali concessi dal comune e adeguati a norma di legge. Il servizio nasce per venire incontro alle esigenze degli isolani ma guarda con attenzione alle potenzialità di accoglienza turistica per i tanti dializzati che da ogni parte non rinunciano alle loro vacanze e poter scegliere Favignana anche per questo servizio potrebbe aprire una finestra in più per l’accoglienza.I l centro -assicura il dottor Mucaria- entrerà in funzione prima dell’inizio della prossima stagione estiva.


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rinoplastica: come collaborare col chirurgo Un viaggio di mille miglia comincia con un primo piccolo passo; ogni nuova impresa, ogni nuova attività, ogni nostra fatica richiede un primo piccolo passo. Anche la rinoplastica è un viaggio, con i suoi preparativi, le sue valige, le sue guide turistiche, la sua cartina geografica… e la sua meta: un naso proporzionato che respira bene. Le tappe principali sono costituite dalla prima visita, dagli accertamenti preoperatori, dall’intervento chirurgico vero e proprio, dalla terapia postoperatoria e dai controlli a distanza. In molti casi il momento più difficile non è quello dell’intervento, ma il primo incontro con lo specialista. Ma come dialogare con il chirurgo? E cosa chiedergli? Il chirurgo e il suo paziente hanno molti punti su cui collaborare per migliorare il risultato dell’intervento. Ecco i principali: Definizione degli obiettivi. Il paziente deve chiarire bene quali sono i suoi desideri, le sue aspettative. Può succedere che il paziente chieda un miglioramento estetico del naso, o più generalmente del volto, senza riuscire a spiegare con precisione che cosa non va. In questo caso bisogna far emergere, attraverso un tranquillo e approfondito colloquio, i veri desideri del paziente. E per far questo, non c’è dubbio, lo studio delle fotografie del nostro naso costituisce il momento più importante del dialogo tra medico e paziente. R – radice del naso D – dorso del naso P – punta del naso C – columella A – ala nasale Studio dello stato di salute generale. Prima di un intervento al naso è importante raccontare la propria storia, le malattie che abbiamo avuto e gli interventi chirurgici ai quali ci siamo sottoposti in passato. Ma anche eventuali allergie sono importanti. Non dobbiamo avere segreti con il chirurgo! In ogni caso, prima dell’intervento, il paziente dovrà sottoporsi ad alcuni esami del sangue e a Elettrocardiogramma per una verifica del suo stato di salute. Studio della funzionalità respiratoria. A tutti i miei pazienti richiedo sempre una TAC del massiccio facciale

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per sapere se il setto è deviato e se ci sono altri ostacoli a una buona respirazione. In questi casi, l’intervento chirurgico non servirà solo a migliorare esteticamente il naso ma anche a respirare meglio attraverso le narici. Preparazione psicologica all’intervento. Forse hai paura? Vorresti migliorare il tuo naso ma non hai il coraggio

necessario per sottoporti all’intervento? Non nascondere al chirurgo quello che provi. Chi si occupa di chirurgia è abituato a essere un po’ psicologo e il sostegno e i consigli che ti può dare sono, nella maggioranza dei casi, ciò che ti serve a superare questa difficoltà. Terapia postoperatoria per un rapido ritorno alla vita di tutti i giorni. Nel periodo postoperatorio è di fondamentale importanza la cura e l’igiene del proprio naso per recuperare in fretta la funzionalità nasale. Di giorno vanno effettuati lavaggi endonasali ripetuti con acqua di mare filtrata sterile (Tonimer Spray per esempio) mentre la sera, prima di addormentarsi, va applicato del gel nasale idratante come il Tonimer gel. Su questi e tanti altri punti, una franca e attiva collaborazione ha un effetto benefico sul risultato e sull’esperienza che il paziente si accinge a vivere. Le informazioni riportate in questo articolo sono tratte dal libro “LA TUA RINOPLASTICA” che può essere scaricato gratuitamente dal sito www. fabiomeneghini.it in formato .pdf; il testo è stato scritto con parole semplici per aiutare il paziente a dialogare con il chirurgo.


a cura di

Angelica Di Sclafani Biologa

autunno e cibi antistress

Con l’arrivo dell’autunno il cibo può aiutarci ad affrontare meglio lo stress a cui sottoponiamo il nostro sistema psicofisico. In autunno può capitare a tutti di sentirsi spossati arriviamo da una bella stagione che comunque sottopone il nostro fisico agli straordinari Il nervosismo, l›ansia e lo stress sono problemi con cui si può facilmente avere a che fare anche in questa stagione e a risentirne non è solo l›umore, ma anche il fisico, alle prese con gli effetti dell›insonnia e problemi gastrointestinali. Per stare meglio non dobbiamo subito riccorrere a farmaci è preferibile tentare prima con un diverso stile di vita, primo fra tutti un cambio di abitudini alimentari è importante evitare regimi alimentari squilibrati o troppo restrittivi, preferendo, piuttosto, una dieta controllata ed equilibrata unita ad una buona attività fisica. Il rientro al lavoro, a scuola e alla routine quotidiana, sempre più in un clima di incertezza economica e lavorativa, sono spesso causa di disturbi per un italiano su tre. Vi elenchiamo adesso delle regole valide per tutti. fare una buona prima colazione; evitare gli alimenti troppo calorici, i grassi animali, la carne rossa, gli alimenti raffinati e poveri di fibre, le bevande zuccherate e quelle superalcoliche; ridurre il consumo di sale; evitare alcuni metodi di cottura e di conservazione, come l›affumicatura, la salatura, e la cottura ad alte temperature prediligere alimenti semplici e freschi, come frutta e verdura, ricchi di antiossidanti, che favoriscono le capacità cognitive, contrastano l›azione dei radicali liberi e aiutano a difendersi dai tumori; bere almeno un litro e mezzo d›acqua al giorno. Fra gli alimenti più preziosi da non farsi mancare ci sono il pesce e le noci, ricchi di omega 3 che oltre ad aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari inibiscono la formazione dei radicali liberi e nutrono il sistema nervoso centrale, migliorando la qualità del sonno e dell›umore e favorendo concentrazione e memoria. Magnesio e selenio, oligoelementi presenti nella frutta secca (noci) e

nelle verdure a foglia verde, possono favorire le funzioni cerebrali e contrastare gli sbalzi di umore, così come la vitamina B12 e l’acido folico, contenuti soprattutto nel pollo, nel salmone, nei broccoli, nei fagioli e nel manzo. Anche cereali e legumi aiutano a superare stanchezza e difficoltà di concentrazione, mentre carne e latte sono un toccasana per chi è alla ricerca di un po’ di buonumore, perché, sono fonti di triptofano, un precursore dell’ormone del buonumore, la serotonina.

Per quanto riguarda, invece, l’intestino, fare piccoli pasti composti da piatti semplici a base di carni magre o pesce, poco elaborati, ben cotti e accompagnati da molta acqua naturale, frutta e verdura aiuta a combattere la sindrome dell’intestino irritabile, il meteorismo e la stitichezza. Sono da limitare caffè, fritti, insaccati, alcol, cibi molto piccanti e latte, consumando la frutta lontano dai pasti che invece consiglia l’assunzione di probiotici per ripristinare l›equilibrio della flora batterica intestinale.

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a cura di

Cristina Ribera Nutrizionista

obesità infantile: prevenzione e cura

L’obesità infantile è il risultato di diverse cause che interagiscono tra loro. In primo luogo è dovuta ad un’eccessiva e cattiva alimentazione, ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico. Si manifesta maggiormente se vi è una familiarità, infatti un bambino con i genitori obesi ha tra il 70 e l’80% di probabilità in più di andare incontro al sovrappeso rispetto a un bambino con genitori normopeso, pertanto l’esempio della famiglia è fondamentale. Intervenire durante l’età evolutiva è di fondamentale importanza per garantire risultati migliori e duraturi. I genitori dovrebbero educare i figli a una dieta sana ed equilibrata e non monotona. Una dieta che alterni ogni giorno tutti i nutrienti in quantità adeguate, assicurando la presenza di un giusto equilibrio tra apporto di proteine animali e vegetali (specie legumi e pesce), di zuccheri semplici e complessi (pane, patate, pasta o riso e meno dolci), di grassi animali e vegetali (preferendo l’olio di oliva allo strutto e al burro). Una dieta che fornisca un giusto apporto di vitamine, minerali ed alimenti integrali (importanti per il loro contenuto di fibre). Bisogna bonificare la casa da cibi “spazzatura” (sopratutto merendine, bibite zuccherate e dolci) ed educare il bambino a mangiare lentamente, poiché la prima digestione avviene in bocca. E’ fondamentale il consumo di una abbondante colazione s (cereali, latte o yogurt, frutta). Il rischio di disidratazione dei bambini è superiore rispetto agli adulti pertanto è importante abituarli a bere frequentemente. La carne andrebbe consumata preferibilmente 3 volte alla settimana, di cui 2 volte bianca (es. coniglio, pollo, tacchino) ed 1 volta rossa (es. manzo, cavallo, vitello); il pesce 2 - 3 volte alla settimana, fresco o surgelato. I legumi secchi o surgelati (fave, ceci, lenticchie, piselli, fagioli..) andrebbero consumati almeno 3 volte alla settimana. I formaggi ed i salumi non più di 2 volte, come secondo piatto (preferendo il prosciutto crudo magro, bresaola, prosciutto cotto senza polifosfati). E’ importante invece il consumo dei cereali raffinati o integrali (pasta, polenta, riso, farro, orzo, fiocchi d’avena ecc..) e l’introduzione quotidiana della frutta e della verdura di stagione, scegliendo colori sempre diversi. Non bisogna mai utilizzare il cibo come mezzo di ricompensa, consolazione o minaccia. I genitori hanno un ruolo chiave e fondamentale nella prevenzione dell’obesità.

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a cura di:

Guglielmo Sirna Terranova Specialista in Chirurgia Generale

skin needling: ringiovanire la cute

Il Needling o Skin Needling, in italiano Microperforazione Cutanea Rigenerativa (MCR), è una tecnica recente di biostimolazione meccanica anti-aging finalizzata al ringiovanimento dell’epidermide ed alla correzione degli inestetismi cutanei. La rivoluzionaria metodica Skin Needling Verticale proviene dagli USA e consiste in un manipolo dotato di una cartuccia monouso con molteplici microaghi. E’ un trattamento indolore, innovativo, all’avanguardia, efficace e sicuro, tanto che può essere utilizzato in aree delicate e difficili da raggiungere come il contorno occhi, contorno labbra e naso. Agisce rendendo la pelle più tonica, facendo regredire le rughe minori causate dalla lassità e riduce le aree di pigmentazione a macchie causate dal danno solare. E’ possibile, inoltre, ridurre le cicatrici d’acne o altre cicatrici, la porosità cutanea eccessiva, e persino gli inestetismi causati dalle smagliature cutanee in qualsiasi sede. La cute, per mezzo di piccolissimi aghi, viene sottoposta a micro perforazioni multiple, attraverso l’epidermide fino alla parte alta del derma, provocando una forte stimolazione dei fibroblasti a produrre collagene, acido ialuronico, elastina e fattori di crescita per migliorare l’idratazione, lo spessore, la tonicità e la distensione dell’epidermide. La microperforazione genera inoltre fattori di induzione infiammatoria provocando la generazione di nuove cellule del microcircolo dermoepidermico. E’ possibile utilizzare la biostimolazione cutanea in combinazione sinergica con il Needling utilizzando sostanze biorivitalizzanti o acido ialuronico. Il trattamento è raccomandato e ideale per: rilassamento e invecchiamento cutaneo, linee sottili e rughe, décolleté e mani, rughe del labbro superiore – codice a barre, ringiovanimento della pelle, riduzione delle piccole pigmentazioni, smagliature e cicatrici post-acneiche. Dopo il trattamento si verifica un lieve arrossamento che può persistere per alcune ore nell’area trattata, alcune volte sino a 1248 ore. E’ possibile tornare alle normali attività quotidiane da subito, ma è sconsigliata l’esposizione al sole subito dopo il trattamento.


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Starebene Il Magazine della Salute

Redazione

gli antichi grani: la timilia

Il grano timilia, o grano marzuolo anticamente Tûmìnia Nigra (altre denominazioni sono tremelia, tumminia, trimminia, tummulia, diminia, riminia, grano mazzuolo, marzuddu) è una delle 32 cultivar di frumento duro (Triticum durum Desf. var. affine Koern fa parte del gruppo dei tetraploidi possiede 28 cromosomi.), coltivato nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Trapani è oggi ancora coltivato nell’entroterra siciliano in particolare nelle vallate del fiume Salso Imera meridionale. Ha un ciclo breve con semina a marzo in collina, e anche prima nelle zone marittime; il grano era molto diffuso in Sicilia prima della seconda guerra mondiale. Veniva seminato dopo autunni piovosi, quando altri grani non potevano essere seminati; è diffuso nel bacino mediterraneo ed è molto resistente alla siccità. Le sue farine, con poca acqua, permettono la produzione di pani a pasta dura di colore scuro dotati di grande digeribilità, capaci di durare molti giorni. La cultivar, insieme al russello, è presente da tempi immemorabili in Sicilia insieme ad altre 51 varietà di grano siciliano,]esso ha permesso la sopravvivenza di intere popolazioni che potevano recuperare gli esiti di un autunno e di un inverno molto piovoso, o anche per la mancata semina dovuta alle invasioni dei saraceni. Paradossalmente, la coltivazione di questa varietà tipica siciliana non è annoverata tra quele che danno accesso ai contributi della comunità europea. Il pane nero di Castelvetrano fatto con la farina timilia. Ricercatori dell’Università degli Studi di Catania nel 2011 hanno studiato le sub-unità di gluteina di 5 grani coltivati nel sudItalia, confrontandole con alcuni ecotipi di grano Timilia, trovan-

do 10 sostituzioni aminoacidiche nella gluteina dei grani moderni studiati.] È stata condotta una sperimentazione pilota sulla possibilità di prevenire la sindrome dell’intestino irritabile, si tratta di una patologia la cui incidenza epidemiologica è in un grande aumento nella popolazione italiana. Lo studio, seppur preliminare, sembra indicare vantaggi correlati a questa dieta, pur lasciando aperta la necessità di verificare meglio l’ipotesi scientifica con una ricerca di più ampie proporzioni statistiche Nel febbraio 2015, ricercatori dell’Università di Pavia e di Bologna hanno condotto una sperimentazione in doppio cieco ecross-over sull›assunzione di farina a basso tenore di gluti-

ne su 59 pazienti; le conclusioni di questo studio sono state: «...nei soggetti con sospetta NCGS (non celiac gluten sensitivity), la gravità dei sintomi globali, rispetto al placebo, è aumentata in modo significativo dopo una settimana di assunzione di piccole quantità di glutine.» La farina integrale è poco burattata e contiene molti oligo-elementi del germe di grano e della crusca; presenta un alto valore proteico e un basso indice di glutine. La farina, dal particolare e unico colore grigiastro, è molto indicata per la panificazione in aggiunta con altre semole siciliane. Per non perdere le sue qualità organolettiche va utilizzata in tempi relativamente brevi (circa 4 mesi. Starebene a Trapani / Giugno 2015

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alluce valgo: non solo negli adulti L’alluce valgo è solo di pertinenza della “Mamma e della nonna”? Ma cosa è l’alluce valgo o juvanile bunions? È caratterizzata da una deviazione in valgo dell’articolazione metatarso-falangea con annessa deformita rotazionale, a tale deformità, si può associare una deviazione in varo dell’articolazione tarso-metatarsale del primo raggio e/o in valgo della interfalangea prossimale in asociazione ci può essere la comparsa del classico “cipollone “ più correttamente borsite della prima metatarso falangea che può essere causa di dolore Perché il mio bambino ha alluce valgo? Nella popolazione giovanile il 17,8% soffre di tale patologia, ma più del 50% degli adulti con alluce valgo riferisce di avere tale anomalia dall’età adolescenziale, e raramente è sintomatico. Alluce valgo si verifica più spesso nelle ragazze, e più spesso con una storia familiare della malattia. In realtà il 35% delle bambine con alluce valgo hanno la madre con tale patologia è invece ben più frequente la familiarità tra maschi e madri, bel il 68%. Spesso esiste una relazione con il piede pronato valgo (piede piatto), anche se più spesso possono essere chiamati in causa multifattori: ipermobilità del primo raggio, metatarso varo, calzature, familiarità, attività sportiva. Quando il bambino ha una eccessiva pronazione pone una pressione eccessiva sul primo raggio, impedendo il normale funzionamento.

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Meno spesso tali borsiti possono essere causati da artrite reumatoide giovanile o malattie neuromuscolari (es paralisi cerebrale) o basso tono muscolare (ad esempio la sindrome di Down). Anche se borsiti sono molto più comuni negli adulti, nell’ambulatorio Ortopedico Pediatrico viene trattato un numero sorprendente di bambini e adolescenti che soffrono ditale deformità. Nel corso del tempo l’alluce diventa doloroso e trovare scarpe per adattarsi diventa sempre più problematico. Borsiti giovanili sono considerati più grave di borsiti adulti, in quanto vi sono più anni disponibili per la borsite a peggiorare e causare una sintomatologia che compromette gravemente la normale deambulazione. Quali sono i sintomi della Juvenile Bunions? Nelle fasi iniziali, borsiti giovanili sono di solito asintomatici. Spesso, una borsite giovanile si nota solo quando il bambino esegue una visita presso l’Ortopedico Pediatra perché il genitore è preoccupato per i piedi piatti. Come la deformità borsite progredisce, il bambino potrebbe lamentare dei seguenti sintomi: - gonfiore, arrossamento, talvolta, alla base dell’alluce difficoltà a trovare scarpe per adattarsi - dolore quando si cammina o fare sport - ‘Piedi piatti’ o tipo di piede pronato ipermobilità articolare

Quale è il più corretto iter diagnostico. Riteniamo che una visita presso l’ Ortopedico Pediatra sia necessaria in alcune tappe di crescita. E durante una di queste lo specialista valuterà la postura e la deambulazione del piccolo paziente, poi l’attenzione verrà rivolta più specificamente sulla conformazione del piede, la flessibilità delle articolazioni, verrà eseguita una valutazione biomeccanica dell’arto inferiore, valutazione delle calzature e la ricerca di eventuali usure anomale. Una volta identificato l’alluce valgo è importante chiarire eventuali segni clinici come il dolore e le limitazioni che lo stesso comporta, solo allora sarà necessario una valutazione radiologica per esaminare eventuale indicazione verso una correzione chirurgica Come tratto il Bambino con alluce valgo? Nella letteratura scientifica a tutt’oggi non c’è una chiarezza su trattamento univoco. È sicuramente accettata da tutti l’indicazione alla correzione chirurgica solo se l’anomalia causi alterazioni nella vita quotidiana. L’utilizzo dei numerosi tutori in commercio non sembra offrire risultati aspettati, è ormai dimostrato che l’evoluzione, quindi il peggioramento della patologia sia di difficile controllo. Plantari possono essere prescritti qualora la postura del piede stia contribuendo allo sviluppo della deformità, alcune ortesi possono ridurre dunque il peso sul primo raggio sostenendo il piede in una posizione più corretta, riducendo il disagio e migliorando la deambulazione, con la speranza che magari non blocchi la progressione della patologia ma la rallenti. È stato invece dimostrato che calzature troppo strette sia causa di rapido peggioramento dell’alluce valgo e lo renda più facilmente doloroso.Qualora la sintomatologia dolorosa sia divenuta incontrollabile e costante sarà dunque reso necessario la correzione chirurgica. Molto spesso sarà reso necessario sia la correzione dell’alluce valgo che la correzione chirurgica del retropiede valgo, quindi correzione del piede piatto che ricordiamo essere spesso associato.



a cura di

Salvatore Pollina

Ginecologo Direttore sanitario presso la Casa di cura S. Anna

Per info: www.ginecologo.it ilginecologo@email.it Tel. 0923 24888 Cell. 348 2473919

la fecondazione naturale

Il fine dell’apparato genitale femminile è quello della procreazione per cui deve: - produrre ovuli fecondabili; - favorire l’ascesa dello spermatozoo; - favorire l’azione fecondante dello spermatozoo; - Provvedere alla nutrizione dell’embrione. L’apparato genitale femminile è composto da: vagina, utero, tube, ovaie. L’inizio della gravidanza avviene grazie ad una serie di fenomeni. Il liquido seminale, con il rapporto sessuale, viene depositato in vagina e gli spermatozoi, in esso contenuto, risalgono dal fondo vaginale, attraversano il collo e la cavità dell’utero fino alle tube per incontrare l’ovulo che è stato maturato nell’ovaio, nel cosiddetto “follicolo”, e che è stato espulso e captato dalla tuba. E’ importante, in questo caso, che la posizione coitale sia eseguita nel migliore dei modi; infatti non sempre il rapporto sessuale è eseguito in modo tale da sfruttare al meglio l’utilizzo di tutti gli spermatozoi presenti nel liquido seminale. La posizione migliore è quella che permette la penetrazione del pene profondamente per cui il liquido seminale viene depositato in fondo al canale vaginale; inoltre è consigliabile che la donna, dopo l’eiaculazione del partner, rimanga distesa per almeno 20-30 minuti con un cuscino sotto il bacino per evitare la fuoriuscita del liquido seminale troppo precocemente. Le altre posizioni possono essere eseguite per i rapporti di piacere, ma sono poco efficaci per la fecondazione. COME INDIVIDUARE IL PERIODO FECONDO CON IL METODO NATURALE: Se il ciclo mestruale è regolare tra l’inizio della mestruazione e l’inizio della successiva vi è un intervallo di 28/30 gg. Si considera come 1° giorno, il giorno in cui inizia il flusso mestruale vero e proprio e, poiché il giorno dell’ovulazione è a metà del ciclo, questo sarà il 14°. Il periodo fecondo sarà calcolato invece aggiungendo e togliendo tre gg, per cui sarà dall’11° al 17°. Generalmente arriva a maturazione solo un follicolo per ciclo; questo quando è maturo si rompe sotto l’ef-

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fetto di alcuni ormoni (scoppio di follicolo) ed espelle l’ovulo da fecondare. L’ovulo, detto anche ovocita, rimane fecondabile per circa 24/48 ore. Facciamo un esempio pratico: Se il ciclo (che sia però regolare) inizia il giorno 1 del mese, il giorno dell’ovulazione sarà il giorno 14 e il periodo fecondo dal giorno 11 al giorno 17. Per essere sicuri di fecondare l’ovulo i rapporti dovranno essere completi, preferibilmente nella posizione prima descritta e con un intervallo, tra un rapporto e l’altro, di 24/36 ore (per avere una carica sufficiente di spermatozoi ad ogni rapporto sessuale). INDIVIDUAZIONE DEL PERIODO FECONDO CON METODO ECOGRAFICO: Si chiama monitoraggio dell’ovulazione e si esegue facendo una serie di ecografie con sonda endovaginale dal 10° giorno, a gg alterni o, se necessario, ogni giorno, fino a quando non si individua la crescita e il successivo scoppio del follicolo. Così si può, con estrema precisione, essere sicuri di avere o no l’ovulazione e di eseguire i rapporti sessuali al momento giusto. Durante il percorso nell’apparato genitale femminile gli spermatozoi acquisiscono la capacità di fecondare l’ovulo (capacitazione degli spermatozoi). Arrivati in corrispondenza del terzo esterno della tuba, l’ampolla, gli spermatozoi circondano l’ovulo, ma uno solo vi penetra. Gli spermatozoi, emessi con il liquido seminale, sono in quantità variabile da 40 a 120 milioni per c.c.; immessi in vagina con l’eiaculazione. L’am-

biente vaginale in cui lo spermatozoo è depositato, rappresenta , per la sua acidità , un ambiente sfavorevole che pero’ è tamponato per circa 6/7 ore dal ph del fluido seminale; pertanto il transito dello spermatozoo nell’ambiente vaginale deve essere veloce , infatti dopo circa 60/90 secondi gli spermatozoi che si trovano in posizione più favorevole, raggiungono il muco cervicale. Superata la barriera vaginale, lo spermatozoo giunge a contatto con la secrezione del collo uterino che ha invece un ph alcalino che è più favorevole alla sua sopravvivenza; infatti in questo ambiente può sopravvivere da due fino a sei giorni. Questo ambiente favorevole è però presente solo nei giorni del periodo ovulatorio. Dal collo uterino gli spermatozoi attraversano tutta la cavità uterina e la tuba e arrivano a contatto dell’ovulo nella cosiddetta porzione ampollare della tuba dove uno solo penetrerà nell’ovulo e lo feconderà. Avvenuta la fecondazione nell’ampolla tubarica, l’ovulo deve annidarsi nella cavità uterina e per questo dalla tuba viene trasportato con un apparato importantissimo, presente all’interno della tuba, che si chiama “ciglia vibratili”. Questo trasporto dura circa 5 giorni. Durante questo trasporto l’ovulo va soggetto ad un processo di “segmentazione” cioè dalla cellula fecondata se ne formano due per divisione, da queste quattro e così via . Questo processo porta alla formazione di un ammasso di cellule o blastomeri, che, nel loro insieme, assumono l’aspetto di una mora, per cui è definita “morula”. Dopo questi 5 giorni, in cui si forma, la morula arriva in cavità uterina e, sempre per trasformazione cellulare, diventa “blastocisti” che ha la capacità di erodere la mucosa uterina, l’endometrio, ed annidarsi, per cui si parla di attecchimento in cavità uterina. A tal punto inizia la produzione di un ormone che si chiama gonadotropina corionica ed è presente nell’organismo solo in questa occasione; questo ormone è quello che, se presente, darà positività al test di gravidanza, dopo qualche giorno di ritardo mestruale.


a cura di

Anna Maria Di Marzo

Ipnotista e Operatore Theta Healer

via il dolore con l’ipnosi

Come funziona l’ ipnosi e che cos’è lo stato ipnotico? Lo stato ipnotico è uno stato alterato di coscienza, in cui tutti siamo completamente focalizzati su un pensiero , una immagine, un suono . Avete mai visto un bambino assorto tra i suoi giochi? Lo chiamate e non risponde: non vi sente proprio ! E’ totalmente concentrato in ciò che sta facendo, che qualunque segnale esterno viene ignorato dalla mente. Un esempio classico di stato ipnotico naturale è quello degli innamorati al parco: si guardano, si sorridono, sono talmente “affascinati” l’ uno dall’ altra, che non si accorgono di quello che succede intorno a loro. Ma cosa ha a che fare l’ Ipnosi con il sollievo dal dolore? A chi non è mai capitato di avere un forte mal di testa , proprio la sera della finale del campionato di calcio, la sera in cui gioca la nostra squadra del cuore. Siamo lì trepidanti e , durante la partita, siamo talmente concentrati sui passaggi del pallone, arrabbiati con l’ arbitro, eccitati perché quel secondo goal ha portato la nostra squadra in vantaggio, che il mal di testa improvvisamente scompare. Questo stato di “analgesia “ naturale ( assenza di dolore), grazie all’ ipnosi , può essere riprodotto anche in sala operatoria, in sala parto o dal dentista, e risulta estremamente utile per i soggetti che sono allergici alle sostanze anestetizzanti, per eliminare l’ ansia prima dell’ intervento e per favorire una guarigione più rapida. L’ ipnosi è estremamente efficace

anche per risolvere definitivamente paure, traumi, fobie , dipendenze ( da fumo, gioco, alcool) , per perdere peso. Già nel 2007, uno studio pubblicato dall’ American Health Magazine, aveva evidenziato le seguenti percentuali, in termini di efficacia: psicoanalisi : 38% di successo dopo 600 sedute;

terapia comportamentale 72% di successo dopo 22 sedute; Ipnosi 93% di successo dopo 6 sedute. Le sessioni di ipnosi sono assolutamente sicure , il cliente non si addormenta durante la seduta, ma rimane in uno stato di rilassata coscienza, avvolto da una piacevole sensazione di benessere.

Starebene Il Magazine della Salute

Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura della

Redazione

cambiano le stagioni cambia l’umore Il trattamento per il disordine affettivo stagionale comprende la terapia della luce (fototerapia), psicoterapia e farmaci. Non conviene affatto ignorare questo problema. Nella maggior parte dei casi, i sintomi del disturbo affettivo stagionale compaiono durante il tardo autunno o in inverno per poi andare via durante i giorni più solari della primavera e dell’estate. Tuttavia, alcune persone con il modello opposto hanno sintomi che iniziano in primavera o in estate. In entrambi i casi, i sintomi possono iniziare miti e diventare più gravi con il procedere della stagione. Autunno e inverno (depressione invernale) L’insorgenza dei sintomi del disturbo affettivo stagionale includono: Depressione, Disperazione, Ansia, Perdita di energia, Ritiro sociale, Dormire troppo, Perdita di interesse nelle attività che un tempo piacevano Alterazioni dell’appetito, soprattutto una voglia di cibi ad alto contenuto di carboidrati, Aumento di peso, Difficoltà di concentrazione E ‘normale avere qualche giorno dove ci si sente giù. Ma se ci si sente giù tutti i giorni consultare il medico. Ciò è particolarmente importante se

si nota che il sonno e l’appetito sono cambiati o se ci si sente senza speranza, o estreamente depressi. La causa specifica del disturbo affettivo stagionale rimane sconosciuta. E’probabile, come con molte condizioni di salute mentale, che la genetica, l’età e forse la composizione chimica naturale del corpo svolgano tutti un ruolo nello sviluppo della malattia. Alcuni fattori specifici che possono entrare in gioco e questi sono:

L’orologio biologico (ritmo circadiano). Il ridotto livello di luce solare in autunno e inverno può disturbare l’orologio interno del corpo, che consente di sapere quando si dovrebbe dormire o essere sveglii. Questa interruzione del ritmo circadiano può portare a sentimenti di depressione. I livelli di serotonina. La serotonina, una sostanza chimica cerebrale (neurotrasmettitori) che influenza l’umore, potrebbe giocare un ruolo nel disturbo affettivo stagionale. Luce solare ridotta può causare un calo di serotonina ed innescare la depressione. Livelli di melatonina. Il cambio di stagione possono disturbare l’equilibrio della melatonina, ormone naturale, che svolge un ruolo nel ritmo del sonno e l’umore. Fattori di rischio Essere di sesso femminile. Il disturbo affettivo stagionale è diagnosticato più spesso nelle donne che negli uomini, ma gli uomini possono avere sintomi che sono più gravi. Coloro che vivono lontano dall’equatore. Il disturbo affettivo stagionale sembra essere più comune tra le persone che vivono lontano dell’equatore. Ciò può essere dovuto alla luce solare diminuita durante l’inverno. Storia di famiglia. Come per altri tipi di depressione, anche il disturbo affettivo stagionale pare si trasmetta bene all’interno delle famiglie Avere la depressione clinica o disturbo bipolare. I sintomi della depressione possono peggiorare stagionalmente se si dispone di una di queste condizioni. Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura di:

Alice Vulpitta

Psicologa Psicoterapeuta ad indirizzo Gestaltico Integrato

la psicodieta, strategia di cambiamento Ho iniziato a interessarmi a tutto ciò che ruota attorno al mondo della dieta quando, nei diversi colloqui di psicoterapia, ho avuto modo di costatare quanto il livello di stress determina, in alcuni casi, stati di sovrappeso o di eccessivo dimagrimento; in altre situazioni, incontravo persone che mi raccontavano di diete che funzionavano, ma di come poi i vecchi chili ritornavano inesorabilmente. Quando s’intraprende una dieta credo sia opportuno chiedersi quale sia la motivazione e, per evitare di riprendere i chili, è importante lavorare sulle proprie resistenze al cambiamento. Se non si accende la scintilla dentro di noi tutto ritorna come prima; ritorniamo ai nostri vecchi copioni di vita, o nel caso specifico “copioni alimentari”. Il desiderio di avere un corpo snello non è sufficiente per agire un vero cambiamento.

La motivazione è il primo elemento da considerare. Se si ha una motivazione estrinseca, la persona s’impegna in una dieta per scopi estranei alla stessa, ad esempio, per avere un aspetto magro, per indossare vestiti più aderenti, per ricevere complimenti; mentre quella intrinseca, al contrario, è la motivazione a fare qualcosa “per il gusto o il piacere di farlo”, è legata a una spinta interiore in cui si prova soddisfazione a star bene con il proprio corpo, ad alleggerirsi nel movimento, a nutrirsi in maniera sana ed equilibrata. L’immagine corporea è un altro aspetto che incide molto sulla percezione del dimagrimento. Diventare magri si può, ma quando i chili si riacquistano, è perché l’immagine nella testa non è cambiata, non si sono assimilate le nuove dimensioni e si dice che ‘si è rimasti mentalmente grassi’.

Nel comportamento alimentare si coglie il rapporto con il cibo, altro fattore importante da considerare quando s’intraprende una dieta. Il cibo non ha solamente una funzione di nutrimento, ma possiede una connotazione psicologica, in cui pensieri, emozioni e relazioni influenzano la scelta di ciò che mangiamo. Infine, l’amore verso il proprio corpo è la componente essenziale che, se nutrito a vari livelli, spirituale, affettivo, emotivo e relazionale, determina un profondo stato di benessere, un auspicato successo della dieta e, finalmente, un cambiamento duraturo nel tempo. Diventiamo consapevoli di noi stessi, acquisiamo le strategie del cambiamento, scegliamo la PsicoDieta.

Mario Liberto - Wolly Cammareri

Pesto alla Trapanese

Agliata elima, emblema della Dieta Mediterranea

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Dott.ssa Patrizia Maiorana

a cura di

Patrizia Maiorana

Medico chirurgo Specialista in Malattie metaboliche e Biochinica clinica

Medico Chirurgo Specialista in Malattie Metaboliche e Biochimica Clinica

Tel. 320 2622978

alimentazione, cefalea o mal di testa. come curarli La cefalea e/o “mal di testa” è un disturbo molto frequente che si manifesta nel 10-15% della popolazione e sono le donne più colpite; è un sintomo fastidioso quando si presenta in forma leggera e quasi invalidante quando diventa cronico. La sensazione di dolore è dovuta a motivi non del tutto noti. La dilatazione dei vasi sanguigni, l’attivazione di fibre nervose o la contrazione dei muscoli pericranici possono da soli scatenare l’attacco e in questi casi siamo di fronte alle cosiddette cefalee primarie: emicrania, cefalea muscolotensiva e cefalea a grappolo. Si definiscono invece secondarie le cefalee che insorgono in seguito ad altre malattie quali: patologie- traumi celebrali o craniali; alterazioni vascolari cranio celebrali; patologie psichiatriche; infezioni; disturbi dell’emostasi; uso-sospensione di sostanze; da effetto tossico (abuso di farmaci, alcol, intossicazione alimentare ). La diagnosi si basa sull’analisi dei disturbi lamentati dal paziente. Molteplici fattori possono facilitare gli attacchi: le variazioni ormonali mestruali, gli anticoncezionali o le terapie sostitutive in menopausa, gli alcolici, alcuni cibi,

il fumo, il rilassamento dopo lo stress intenso, il digiuno, l’intolleranza al glutine . Negli ultimi anni ho avuto modo di rilevare che in un numero considerevole di pazienti, il mal di testa frequente o addirittura quotidiano è legato all’effetto tossico causato da alcuni alimenti. Canonicamente diamo la responsabilità ai formaggi stagionati, cioccolato, frutta secca, ecc , ma l’esperienza clinica mi insegna che anche alimenti apparentemente innocui possono essere la causa del mal di testa. Si tratta di cibi che, in maniera soggettiva per ogni paziente, risultano “ Intolleranti”. Le intolleranze alimentari oltre a dare sintomi quali gonfiore, indigestione, pesantezza, acidità, alterazioni dell’alvo; provocano, a causa del loro anomalo transito intestinale, un infezione silente ma cronica dell’intestino in particolare della valvola ileo-cecale. L’infiammazione della valvola ileo-cecale provoca una alterazione funzionale dell’intestino che , in ultima analisi, causa una permanenza del chimo digerito nella sua parte assorbitiva , responsabile dell’effetto tossico e del conseguente mal di testa. Riscontrando così che i

mal di testa possono essere alleviati e in molti altri casi debellati solo individuando ed eliminando i cibi intolleranti . Nel 2001 è stato pubblicato uno studio sulla rivista Neurology dove ricercatori britannici dell’ospedaledi Sheffield studiando un gruppo di persone, hanno verificato, attraverso la risonanza magnetica, che il loro mal di testa era legato ad una lieve ma continua infiammazione dei tessuti nervosi che dipendeva dall’introduzione di sostanze alimentari non tollerate. Quindi, una strada sicuramente da percorrere se si soffre di mal di testa è proprio quella di indagare non solo sulla testa ma sull’intestino perché da questo possono essere coinvolti organi diversi e apparentemente distanti dall’intestino e non è escluso nessun organo e, di conseguenza, nemmeno il cervello. Oggi è possibile verificare le intolleranze alimentari con metodi non invasivi e veloci e la sinergia fra la medicina allopatica e quella naturopatia fornisco le soluzioni che consentono al medico di individuare oltre che il sintomo anche la causa e su quest’ultima intervenire senza creare controindicazioni.

Dott.ssa Patrizia Maiorana

Medico Chirurgo Specialista in Malattie Metaboliche e Biochimica Clinica Naturopatia - Fitoterapia - Kinesiologia Dietologia - Test per le Intolleranze Alimentari

TRAPANI

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Casa di cura

Villa dei Gerani

la diagnosi del carcinoma prostatico Attualmente, la più realistica prospettiva di cura del carcinoma prostatico è data dalla possibilità che venga diagnosticato ad uno stadio precoce. Sebbene sia tecnicamente possibile fare screening del cancro prostatico nella popolazione maschile il valore dello screening rimane dibattuto essendo ancora incerta la sua efficacia nel ridurre la mortalità e considerando inoltre le sue ricadute sulla qualità di vita. L’importanza del cancro prostatico è ovviamente correlata alla sua incidenza ed al tasso di mortalità. L’incidenza in particolare è in forte aumento soprattutto nel sud Europa. VISITA RETTALE La visita rettale rappresenta il primo passo nella diagnosi del cancro prostatico. Tuttavia esistono consistenti dubbi sulla reale efficacia della visita rettale nel riconoscere un cancro prostatico specialmene in presenza di bassi dosaggi del PSA. Molti ricercatori ritengono che il valore predittivo positivo della combinazione visita rettale e PSA sia superiore a quello della combinazione ecografia trans rettale e PSA o del solo PSA e che le differenze siano statisticamente significative. ECOGRAFIA TRANSRETTALE o TRUS Rappresenta la corretta tecnica di valutazione ecografica della prostata ai fini della diagnosi del cancro. La più comune ecografia sovrapubica infatti, è in grado solo di fornire dati riguardanti il volume della ghiandola e la sua morfologia e pertanto risulta inutile nella valutazione a fini onclologici. La TRUS è in grado di identificare non più del 59% dei tumori prostatici che abbiano una estensione di almeno 5 mm. La più costosa risonanza magnetica non si discosta da queste percentuali essendo capace di individuare solo il 60% di questi tumori. Questi dati dimostrano che sia la TRUS che la RM sono poco accurate nella diagnosi di un cancro prostatico. BIOPSIA TRUS GUIDATA La biopsia TRUS guidata è di semplice esecuzione. Viene effettuata in

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day service perché non è previsto il ricovero. L’ematuria è frequente ma comunque lieve e transitoria, lo stesso vale per l’emospermia. E’opportuno che il paziente che assume cardioaspirina sospenda il farmaco una settimana prima della procedura. Una tecnica bioptica di recente introduzione è rappresentata dalla cosidetta biopsia a fusione di immagine.

Sullo schermo dell’ecografo vengono prima caricate le immagini della risonanza magnetica e poi un computer provvede a sovrapporre in perfetta fusione le immagini ecografiche ottenute in tempo reale nel corso della procedura. Tutte le aree sospette ed identificate dalla fusione di immagine vengono segnalate dal programma bioptico e su queste l’urologo eseguirà biopsie molto accurate e precise. La biopsia a fusione di immagine ha condotto ad un incremento del 300% della diagnosi di cancro. Si ritiene pertanto che tale procedura debba rappresentare la normale tecnica bioptica presso tutti le unità operative di urologia e che le tecniche finora in uso debbano essere abbandonate al fine di ridurre i falsi negativi. PSA La determinazione dell’antigene prostatico specifico(PSA) consente la diagnosi precoce del tumore prostatico. Moltissimi sono gli uomini che

effettuano dopo i 60 anni di età un dosaggio del marcatore soprattutto se hanno una storia di familiarità per cancro prostatico (padre,fratello,zio paterno). In particolare si è assistito ad un sempre maggior numero di diagnosi in stadio precoce ed ad una consistente riduzione dei casi di malattia avanzata e/o metastatica. In presenza di elevati valori di PSA il valore predittivo positivo è stato del 31,6% per il PSA e del 25,5% per la visita rettale. Il PSA è pertanto indiscutibilmente il più forte test predittivo per il carcinoma della prostata. Un cancro prostatico scoperto solo per elevati valori del PSA,vale a dire non palpabile alla visita rettale e non visibile alle ecografia trans rettale o alla RM si definisce in stadio clinico T1C Frequentemente tumori con stadiazione clinica T1c sono clinicamente aggressivi;queste le ragioni per cui gli urologi insistono nei controlli clinici e spesso nel proporre la ripetizione di una biopsia. Per migliorare l’utilità clinica del PSA deve sempre essere effettuato anche il dosaggio del PSA libero in modo da potere calcolare il cosidetto rapporto o ratio che esprime in percentuale la quota di PSA libero rispetto al PSA totale. Più basso è il rapporto Psa libero/totale più aumenta la probabilità di riscontro di tumore. Un semplice esempio servirà a chiarire tale importante concetto. Supponiamo che un uomo abbia un valore di PSA totale pari a 8 ng/ml; questo valore è molto elevato (esattamente il doppio del valore normale) e crea una grande preoccupazione nel paziente che si rivolge al suo urologo per un consulto. Lo specialista gli suggerisce di dosare anche il PSA libero ed il valore risulta 2,4 ng/ml che in percentuale equivale esattamente al 30% del PSA totale che ricordiamo era pari a 8 ng/ml.Questo paziente sarà tranquillizzato dal proprio urologo perché non ha un tumore alla prostata. Per contro un altro paziente ha un valore di PSA totale solo lievemente alterato,pari a 4,5 ng/ml.Tale valore non suscita in lu alcuna preoccupazione,non ha disturbi della urinazione e pertanto ritenere superflua una visita specialistica. Tuttavia il PSA libero risulta 0,45 ng/ ml che in percentuale corrisponde al 10%. Questo paziente ha quasi sicuramente un cancro della prostata.


Starebene a Trapani / Giugno 2015

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Starebene... leggendo Storie di medici sul comodino a cura di: Giuseppe Di Marco Pneumologo

arthur conan doyle

antonio bica

Newton Compton

fermento

Le avventure di sherlock holmes Quando nel 1985 Arthur Conan Doyle si laureò in Medicina già nasceva in lui l’interesse per le droghe e per lo spiritismo che col tempo finì per considerare come vera e propria scienza. Purtroppo la professione non decollò mai e così, tra ambulatori di periferia e imbarchi su battelli come medico di bordo, iniziò a scrivere racconti gialli che subito gli diedero una immensa popolarità. Molto presto però iniziò ad odiare il personaggio di Sherlock Holmes divenuto ben più popolare di lui, ma gli editori inglesi e americani continuavano a chiedergli le avventure del detective londinese in cambio di molto denaro e della pubblicazione dei numerosissimi romanzi storici, di poco valore e di nessun mercato, divenuti la vera frustrante passione di Doyle. E così dopo averlo ucciso letterariamente fu costretto a resuscitarlo attraverso l’espediente dei racconti di Watson. Conan Doyle crea un’atmosfera affascinante nella Londra vittoriana del XIX secolo e tutto sembra essere avvolto nel mistero; le storie sono scorrevoli, appassionano e sono narrate in prima persona da Watson. Probabilmente molti di noi conoscono il protagonista solo per i due recenti film che passano di continuo in TV, ottimi e appassionanti, che ci regalano un dottor Watson che da goffo e un po’ tonto appare con lo sguardo fiero, tutt’altro che timido e riservato. Sherlock Holmes ha perso però quell’atmosfera calma e pacata che ha sempre caratterizzato le sue avventure, e si dimostra sfacciato e irruento. Rimane conservata l’arte della deduzione; e comunque spesso nei racconti si avverte la vena avventurosa: si apposta per giorni su una collina, combatte nella cascata, si traveste, gira nei bassifondi mangiando pochissimo. Inoltre pratica la scherma, il pugilato e la lotta giapponese, irrompere in abitazioni private, testa su se stesso sostanze chimiche; segnali della sua eclettica personalità multi sfaccettata. Ultima nota su come Doyle dipinge gli assassini: spesso non sono spietati killer e hanno una qualche ragione per aver commesso un tale gesto. E talvolta Sherlock Holmes, non rappresentando la legge ma solo se stesso, decide di non consegnare alla giustizia il colpevole: a volte i cattivi non sono i veri cattivi, e le vittime non sono davvero “vittime”, e tutti dipinti come esseri umani, mai mostri da additare. Ah, dimenticavo! Sherlock Holmes, benché molto abile nei travestimenti, non porta il cappellino e non ha mai detto: “Elementare, Watson!”

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i pioppi di usch ben Chi come me è cresciuto a pane e “origini siciliane dell’Odissea”, trova, negli scritti dei suoi conterranei, riferimenti a paesaggi conosciuti e descrizioni di luoghi noti, cerca di vedere con gli occhi dell’autore. Quando parlando con Filippo Mucaria ho detto: “sai, ho letto il libro di Antonio, quello di Usch Ben …”, lui mi ha subito risposto: “io lo so dov’è Usch Ben, ci andava a giocare da bambino mio padre; è dopo Crocevie, a destra, a monte del vecchio bivio di Lentina”. Ed io in realtà avevo davvero immaginato che questa bella favola fosse ambientata proprio lì: “Era un fazzoletto di terra circondato da crinali e pendii e distese erbose. C’era acqua in abbondanza e una miriade d’alberi di mandorlo e d’ulivo disseminava il terreno tinteggiandolo di verde. Ogni mattina, volgendo lo sguardo ad oriente, sembrava che il sole sorgesse proprio nell’incavo formato dalle due collinette disposte l’una appresso all’altra come le gobbe di un cammello e che costituivano la parte in assoluto più elevata di quel posto.” Perché questo libretto che si legge “tuttodunfiato” non è un racconto, né una novella, ma è proprio una favola con tutti i suoi elementi caratteristici; il c’era una volta, il contesto atemporale, un ambiente tranquillo che viene turbato da un evento negativo con il conclusivo ritorno alla serenità, animali che parlano, eventi miracolosi e la morale finale. Si narra di un vecchio, depositario del segreto che rende quella terra felice, paradisiaca e che vive in simbiosi con la natura e l’ambiente che lo circonda, di come per un generico intervento umano il male abbia preso il sopravvento e annientato questo mondo incantevole; del sacrifico del vecchio per ridare la vita a Usch Ben. E poi il roseto, l’usignolo, il melograno, il bambino, l’Angelo della Morte e lo Spirtoleone. Non vi scrivo dei riferimenti simbolici, religiosi, metaforici e letterari che ognuno può cogliere leggendo e che Antonio Bica, medico del corpo e conoscitore dell’animo, ha sapientemente utilizzato per dare forma alla sua creatura, ma vi racconto della foga, della frenesia che ho avuto di concludere subito la favola, per arrivare il prima possibile al lieto fine che sapevo esserci, che doveva esserci, e per liberarci da questo male opprimente che tormentava Usch Ben con i suoi pioppi e asfissiava anche me. Cosi, finito di leggere, spenta la luce del comodino, mi sono rivisto bambino impaurito, tra le braccia rassicuranti di mia nonna che mi cullava: “Spirituliuni …, Spirituliuni …”


a cura di

Adelfio Liviani

Specialista in scienze motorie ad indirizzo biomedico

la chinesiologia

il chinesiologo, professione emergente. nuova figura in ambito sanitario, ai sensi della legge 4/2013 aperta ai laureati in scienze motorie Da Il Sole 24 ore del 12/11/2013. Una professione emergente e ancora poco conosciuta quella del chinesiologo, recentemente disciplinata ai sensi della legge 4/2013. La chinesiologia, dal greco”kínesis“, nel senso di movimento, e “lógos“, nel senso di studio, è sinonimo di “scienze motorie”, quindi è la scienza che studia il movimento umano a 360° e in tutte le sue forme, mediante un preciso approccio educativo e preventivo.Il chinesiologo è quindi l’esperto e lo studioso di chinesiologia, è il laureato in “scienze motorie”, corso di laurea attivato presso le facoltà di medicina e chirurgia di molte università italiane. In particolare, la “chinesiologia applicata” riguarda l’esercizio fisico finalizzato (recupero delle capacità motorie, correzione dei difetti di andatura e postura, prevenzione del sovrappeso e dell’obesità, delle patologie cardiovascolari, dell’osteoporosi) e la “chinesiologia clinica”, è un sinonimo di “personal training” e fa riferimento al rapporto 1:1 tra il chinesiologo e il soggetto in allenamento. I 3 pilastri su cui si regge l’attività professionale di chinesiologia clinica sono: Il “Personal Training”: sedute di allenamento individuale e personalizzato, costantemente guidato e monitorato dal professionista chinesiologo. Il “Life Coaching”: approccio educativo basato sull’accompagnamento al raggiungimento degli obiettivi e alla risoluzione delle problematiche riguardanti la componente psicofisica del soggetto. L’ “Health Management”: gestione e mantenimento del buono stato di salute, aumento della performance, rilassamento e gestione dello stress, raggiungimento del massimo stato di benessere psicofisico. Prevenzione di primo e secondo livello, fitness metabolica. Questi 3 concetti sono intesi in modo simultaneo ed integrato. Il chinesiologo, dottore in scienze motorie, guarda oltre la sfera della fisicità, comprendendo appieno il si-

gnificato della parola “benessere” e liberando il soggetto intrappolato nella prestazione. L’attività fisica prende quindi un significato diverso, è molto più profondo e diventa uno straordinario e insostituibile mezzo per arrivare alla consapevolezza, strumento indispensabile per conoscersi e capirsi .Egli è inoltre un esperto nei processi di crescita e cambiamento dei comportamenti della persona, sviluppo

personale, massimizzazione del potenziale individuale, raggiungimento degli obiettivi. Spesso erroneamente si associa la chinesiologia con la fisioterapia, in realtà pur essendo due discipline contigue, esse lavorano in momenti diversi e secondo metodologie e finalità differenti. La tabella riportata di seguito chiarisce le sostanziali differenze tra il chinesiologo e il fisioterapista.

Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura di

Mario Cammareri

Dottore in scienze motorie

ritorno agli allenamenti Arriva l’autunno e si ritorna in palestra, ma attenzione, non sottoponiamo il nostro fisico a sforzi inutili e dannosi

Dopo le meritate vacanze estive, con larrivo dell’autunno si ritorna alle normali routine quotidiane e quindi anche quella della ripresa degli allenamenti. Dopo qualche mese di movimento all’aria aperta o di stop completo è bene riprendere nel modo corretto. Questo significa che non bisogna buttarsi a capofitto in palestra 5 giorni a settimana alla massima intensità, ma bensì prevedere almeno 2 settimane di ripresa con ritmi lenti che assecondano le risposte del nostro organismo, il consiglio che posso darvi è di andare in palestra non più di 3 volte a settimana e di allenarvi con carichi decisamente più bassi rispetto a quelli che avete i lasciato prima di partire o comunque smettere di allenarvi. La scelta degli esercizi deve ricadere necessariamente su quelli multiarticolari, che hanno il pregio di fare intervenire in modo globale i muscoli interessati al movimento. Via libera quindi a squat, trazioni, l’uso di manubrio per allenare le spalle e le braccia e cosi via ma per questo

ALLENAMENTO

1-2

3-4

5-6

5’

7’

9’

1) panca orizzontale

2x10/12

3x10/12

3x10/12

2) trazioni lat. machine dav

2x10/12

3x10/12

3x10/12

3) lento davanti o manubri

2x10/12

3x10/12

3x10/12

4) bic bilanc o man. p inc.

2x8/10

2x8/10

3x8/10

5) tric panca o carrucola

2x8/10

2X8/10

3x8/10

6) leg press

2x10/12

3x10/12

3x10/12

7) addominali

2x15/20

3x15/20

3x15/20

cyclette o step

5’

7’

9’

Cyclette o step

26 Starebene a Trapani / Giugno 2015

affidatevi agli istruttori professionisti. Visto che il meteo lo consente ancora, per quanto riguarda l’allenamento aerobico io opterei per eseguirlo ancora all’aperto, in un parco o su un bel lungomare, dalla passeggiata a ritmo veloce per chi non è abituato alla corsa, alla leggera corsetta per chi magari corre già. Alernativa potrebbe essere il tapis roulant nella veranda di casa o cyclette. Vi consiglio di seguire queste indicazioni per la ripresa per almeno 2 – 3 settimane, questo consentirà al corpo di adattarsi nuovamente allo sforzo fisico, alle articolazioni di “olearsi” ed ai muscoli di evitare brusche tensioni dannose. Quanto sopra deve viaggiare di pari passo con una alimentazione adeguata al vostro consumo calorico e anche in questo è opportuno seguire i consigli di un nutrizionista, ricordando che ogni dieta va accoppiata alla tabella di allenamenti che il personal trainer vi ha assegnato.


Alimentazione consapevole a cura di:

CENTRO STUDI YOGA AYURVEDA

di Angela Serraino

facebook: Trapani Dolce Yoga

i benefici dell’equilibrio energetico Questa disciplina, la scienza del benessere nonostante sia la filosofia piu’ antica a questo mondo sembra essere stata creata appositamente per l’uomo che vive oggi.Iin un secolo di grandi cambiamenti come il nostro e che soffre di disarmonie molto dolorose si rivela una panacea per tutti mali. Alla base dell’efficacia di queste pratiche orientali che si stanno diffondendo sempre di piu’ in occidente e’ la conoscenza profonda della parte invisibile del corpo umano.Questo corpo di luce o corpo energetico vibra e pulsa dentro e attorno al corpo fisico. I suoi sottili canali usati per esempio dall’agopuntura pur non essendo visibili e quindi senza interesse per la scienza ufficiale, per lo Yoga e la medicina indiana Ayurveda, sono la base principale della esistenza stessa del corpo fisico. Il benessere che cerchiamo per noi stessi sta proprio nella armonia fra corpo fisico mente e anima in una concezione che viene chiamata olistica ovvero che comprende l’ insieme di queste tre parti dell’ uomo. Tecniche Lo Yoga e’ un universo di tecniche potenti per aiutarci a superare questi problemi. Alcune tecniche pratiche sono innanzitutto la Meditazione e poi le Asana ovvero posizioni del corpo fisico, tecniche di respirazione e di rilassamento e poi ancora il massaggio, l’uso della vibrazione sonora, della aroma terapia, della cristallo terapia e si potrebbe continuare in quanto le risorse dell’universo di questa disciplina sono davvero innumerevoli. A Trapani, prossimamente il Centro Studi Yoga organizza un evento molto interessante in collaborazione con il Centro di Massaggi Ayurveda di Padova. Consigliamo a chi interessato di telefonare o visitare la nostra pagina facebook Trapani Dolce Yoga dove troverete giorni e orari per prenotare un massaggio o il seminario di studio in cui potrete apprendere le tecniche stesse. Alla base del benessere che offre il massaggio troviamo il contatto cor-

poreo che e’ un linguaggio universale per comunicare emozioni ed energia vitale, infatti sappiamo tutti che anche semplici strette di mano o abbracci sinceri riescono a riscaldare il cuore e a portare immediato beneficio psicologico. Attraverso questo tipo di massaggio ogni canale di energia sottile viene aperto e le correnti vengono riattivate per un sollievo immediato che e’ possibile avvertire concretamente. L’ aura di luce che avvolge il corpo fisico verra’ magnetizzata e risintonizzata con le sensazioni di pace e di gioia che ciascuno di noi ha nell’anima ma che non riesce a percepire. Namaste’.

Yoga della Risata a cura di Vitalba Cutrona Questa disciplina, fondata a Mumbai nel 1995 dal Dott. Madan Kataria, si fonda su una delle azioni più comuni del genere umano, la risata. E’ scientificamente provato che i benefici di una risata hanno un impatto estremamente positivo sia sul corpo che sulla mente. In un mondo sempre più competitivo, dove si vive costantemente sotto pressione, la gente sta lentamente perdendo la voglia di ridere, complici lo stress lavorativo e le notizie sgradevoli di cui ci bombardano quotidianamente i mass media. Le terapie nelle quali cercano rifugio le persone sono innumerevoli, ma la più semplice ed efficace è la RISATA!!! Questa semplice e positiva azione naturale del nostro corpo aiuta a prevenire le malattie perché rinforza il sistema immunitario, ha il potere di rallentare la frequenza cardiaca e rinforzare la mente, di sollevare il morale e dissipare il pessimismo, tutto in un istante e con un semplice gesto. Lo Yoga della Risata ha portato il ridere ad un livello più alto; si chiama così perché combina gli esercizi di risate con la respirazione Yoga. L’idea si basa su un elemento strettamente scientifico: il corpo non è in grado di distinguere tra una risata autentica e una simulata, i benefici fisiologici e biochimici sono gli stessi. In oltre 72 paesi sono nati “Club della Risata”; è possibile, inoltre, praticare questa attività nelle aziende, nelle palestre, nei centri Yoga, nelle scuole, nelle università, nei gruppi di auto aiuto e nelle case di riposo per anziani . Negli ospedali, lo Yoga della Risata assume un ruolo di supporto di fondamentale importanza nei reparti di oncologia. In sintesi, ecco i benefici della pratica regolare della risata: riduce lo stress, aiuta a recuperare l’equilibrio e a gestire l’emotività, ossigena il corpo e la mente, favorisce la creatività, migliora la salute mentale, favorisce le relazioni sociali, sviluppa l’autostima. www.koreutika.com

Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura di

Antonio Gianquinto

idroterapia: cura con l’acqua

A pag. 29 del n° 7 di SB,il dott. R. Favata scrisse che bere l’acqua alcalina (pH > 7) è la via per una buona salute. Si può confermare questa scienza,anche,dal punto di vista esoterico/occulto in quanto uno dei doveri della nostra vita è curare e mantenere sano il nostro corpo purificandolo con la cura dell’acqua. Da millenni,questa pratica è consigliata dalla cultura orientale/yogica come sistema di cultura fisica e di igiene per conservare ed accrescere la salute ed il vigore del corpo. La cultura yogica,spiega i risultati terapeutici dell’uso dell’acqua con la teoria del prana (vedasi Starebene n° 6 ). Il prana è quell’energia universale,proveniente dal sole,che penetra in tutte le cose e si manifesta nell’organismo di ogni essere vivente come “energia vitale”;perciò lo troviamo nel cibo.nell’acqua,nell’aria

ecc… Assimilare il prana dell’acqua e trasformarlo in energia vitale è uno dei rimedi ai disturbi fisiologici e quindi è salutare. Non è necessario credere all’esistenza del prana per ottenere benefici dall’acqua perché la sua virtù è a disposizione di tutti: sia credenti che increduli. Tuttavia, l’esperienza insegna che quando la mente riconosce che il prana è nell’acqua,l’individuo l’assimila meglio dell’incredulo. Il diverso grado di prana dipende,oltre che dai valori fisici e chimici dell’acqua,anche dal fatto che: se l’acqua è corrente e viva,contiene più prana di quella stagnante e di quella contenuta in cisterne,bidoni,bottiglie ecc. come pure l’acqua bollita;in definitiva,col riposo si perde gran parte di questa “salutare energia”.Si può rimediare la perdita di prana aerando l’acqua,da bere,travasandola da un bicchiere ad

un altro,una decina di volte,prima di berla; si noterà molta differenza tra l’acqua travasata e quella non travasata,con evidente vantaggio della prima,poiché l’acqua pranizzata è più gradevole al palato e produrrà effetti più rinvigoranti e stimolanti di quelli dell’acqua stagnante. Anche nel caso di un bagno in casa,si può pranizzare l’acqua muovendola energicamente senza travasarla né raffreddarla. La scienza ci dice che la vita ebbe origine nel seno delle acque;infatti,80% del peso del corpo è costituito da acqua. L’istologia insegna che le cellule biologiche,componenti gli organi di un corpo,sono organismi acquatici che vivono in soluzione acquosa e la fisiologia insegna che,ogni 24 ore, tre/quarti di litro di acqua passa dai pori della pelle sotto forma di traspirazione o sudore ed un litro e mezzo espulsa sotto forma di urina. Tutte le secrezioni ghiandolari e di organi contengono acqua. L’uomo può vivere senza cibo per due mesi;muore dopo pochi giorni se lo si priva di acqua. L’acqua,dopo l’aria,è uno degli agenti naturali che l’organismo maggiormente esige. L’uomo primitivo,seguendo i suoi istinti naturali,faceva un uso della acqua più appropriato di noi perché non conosceva né bevande alcooliche,né caffè,né thè,né droghe ecc. L’uomo civile,vizioso, avendo perso l’abitudine di bere acqua con diligenza (cioè perdendo l’istinto naturale all’uso dell’acqua) ha fatto ribellare la Natura la quale,in mancanza di bere dell’acqua,preleva dal corpo ciò che fisiologicamente le occorre e cioè: l’acqua interna. Bevendo poca acqua,i rifiuti del corpo restano nell’intestino crasso con conseguenze di disturbi intestinali,stipsi,d iverticoliti,si avranno anche disturbi al fegato,ai reni,al sangue,problemi neurologici,problemi umorali dei fluidi che dovrebbero espellere metaboliti di rifiuto dal corpo ecc…ecc… ecc… Insomma,qualunque sia la composizione chimica dei fluidi del corpo,l’acqua entra come base costituzionale per espletarne le funzioni vitali. Assai noti sono gli effetti terapeutici dell’acqua e di questi ne parleremo nel prossimo numero di SB.


Curare il proprio corpo a cura di: Alberto Cardillo Naturopata

come dimagrire in allegria

Siamo stati abituati a vedere la dieta come un castigo, una privazione, un bacchettarsi quotidianamente per aver avuto la grave colpa di essere aumentati di peso. Quante volte, invece, ci siamo ritrovati a digiunare e a vedere l’ago della bilancia rimanere fermo o addirittura aumentare? Tutto questo avviene perché per lo stress gonfiamo e la produzione ormonale è alterata. Perché il metabolismo rallenta. Perché non riusciamo a combinare i cibi in modo giusto per essere tollerati dal nostro organismo, ecc. Il metodo Dimagrirè, studiato dall’Equipe della Dottoressa Patrizia Maiorana, ci aiuta a fare la dieta prima che con la bocca con la testa. Quello che mangiamo, sostiene la Dottoressa Maiorana, non solo ha un’azione sul metabolismo e sul benessere fisico ma una diretta influenza sul nostro umore e sul livello

A S

psico-emozionale. Questo significa che la dieta deve essere un qualcosa che ci rendere felici anche nel farla, sapendo che non può e non deve crearci stress. Ormai è documentato, nell’ambito delle scienze della nutrizione, l’esistenza di principi nutritivi contenuti negli alimenti che hanno specifici effetti sul nostro benessere psichico. Quante volte nel corso della dieta vi sarà capitato di avvertire la necessità di mangiare una tavoletta di cioccolato e non l’avete fatto? Eppure, il cioccolato aumenta i livelli di serotonina che modula il nostro umore e ci fa sentire gratificati. Andare alla ricerca della felicità significa stare bene con ogni parte di noi e un buon modo di partire è mangiare giusto e ritrovare il nostro peso forma senza più perderlo e per farlo ci vuole una dieta felice. Allora, felice dieta per tutti.

Dott.ssa Patrizia Maiorana

Medico Chirurgo - Specialista in Malattie Metaboliche e Biochimica Clinica Naturopatia - Fitoterapia - Kinesiologia - Dietologia - Test per le Intolleranze Alimentari

L’INTOLLERANZA ALIMENTARE ALLERGIA SILENZIOSA MA NON MENO DANNOSA

SINTOMI E PATOLOGIE SPESSO CONSEGUENTI AD INTOLLERANZE ALIMENTARI APPARATO GASTROINTESTINALE

Diarrea, crampi, gonfiori e dolori addominali, coliche, flautolenze, meteorismo, nausea, difficoltà digestive, reflusso gastro-esofageo, eruttazioni, gastriti, duodeniti, colite, infiammazioni intestinali croniche (morbo di Cronh, colite ulcerosa). Mal di testa, emicranie, stanchezza cronica, insonnia, vertigini, difficoltà di concentrazione, depressione, ansia, iperattività, malattie demielinizzanti

_ SISTEMA NERVOSO _ _ CUTE Pruriti, eczemi, dermatiti, acne, orticaria, psoriasi Dolori, crampi, spasmi, tremore, artrite, artrite reumatoide, rigidità, miosite, fibromialgia ARTICOLAZIONI E MUSCOLI _ APPARATO Asma, difficoltà respiratorie, muco, tosse produttiva, bronchiti ricorrenti, sinusiti, tonsilliti, _ adenoiditi, riniti recidivanti, poliposi nasali e paranasali, ipertrofiadelle adenoidi. RESPIRATORIO Otiti ricorrenti, ronzio, perdita dell’udito, dolore, ipersensibilità ai suoni _ APPARATO UDITIVO Cistiti e vaginiti ricorrenti, prostatiti, eneuresi, mestruazioni irregolari e dolorose APPARATO GENITO-URINARIO _ SISTEMA CIRCOLATORIO

MECCANISMO DI SVILUPPO

Palpitazioni, tachicardia, aritmie, emorroidi, infiammazioni venose, anemia, riduzione delle piastrine

ALLERGIE

Stress del sistema immunitario, risposta anticorpale incontrollata

RISPOSTA IMMUNITARIA

Immunoglobuline di tipo E

TEMPI DI RISPOSTA

Immediata (pochi minuti)

INTOLLERANZE

Stimolo antigenico ripetuto, sovraccarico Immunoglobuline di tipo A e G

Lenta (ore, giorni)

RISPOSTA INFIAMMATORIA

Acuta e potente

Bassa intensità e costante

RISCHI PER LA SALUTE

Immediati

Medio e lungo termine

Info: Dottoressa Angelica Disclafani 388.9395621 Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura di

Massimo Di Martino Direttore U.O.C. MCAU Trapani

percorsi ospedlieri

l’accesso al pronto soccorso

Premessa Il Pronto Soccorso rappresenta, nell’immaginario comune, la struttura a cui chiunque può chiedere assistenza per “qualsiasi bisogno sanitario”. Questa concezione errata ha determinato, per il Pronto Soccorso di Trapani, una situazione non accettabile: n. 50.000 accessi nel 2009, ossia oltre 120 accessi al giorno di media con punte di 300 persone visitate ogni giorno, 40 persone visitate da ogni medico per turno, tempi assistenziali medi intorno ai 10 minuti per paziente. Facile immaginare come pazienti, anche urgenti, siano costretti a lunghe attese prima che il personale sanitario sia in grado di poterli accogliere. Compiti del PS/MCAU (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) Il Pronto Soccorso deve accogliere i pazienti con patologie a carattere di urgenza/emergenza (DPR 27/3/1987); rappresenta dunque una sorta di “corsia di emergenza” dell’autostrada. Seguendo tale esempio, si rammenta che utilizzare la corsia di emergenza per motivi non urgentissimi e dimostrabili è vietato e sanzionato. Utilizzare impropriamente il Pronto Soccorso comporta ai pazienti urgenti, forse noi stessi o un nostro familiare, dei ritardi nell’accesso alle cure a favore di utenti che, affetti da patologie non urgenti, si sono comunque recati presso tale struttura occupando tempo assistenziale al medico di turno per interventi che non dovrebbe effettuare o che, in totale sicurezza, potrebbero essere effettuati in altra struttura. Quanto sopra ha determinato la necessità di studiare dei percorsi alternativi al Pronto Soccorso. Il Cambiamento Il principio su cui si basa tale “cambiamento” è stato che nessun paziente deve essere lasciato solo con la propria malattia e che, prima di indicare strade alternative, è necessario programmarle e verificarle sondandone la validità: solo a quel punto i nuovi percorsi possono essere prima indicati all’utenza e, successivamente,

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divenire obbligatori. Assumendo come principio l’idea che anche un singolo fallimento avrebbe potuto invalidare l’intero processo di cambiamento, si è reputato opportuno procedere per gradi e su più fronti al fine di ottenere il massimo dell’efficacia e dell’efficienza degli interventi e di validare ogni singola fase del percorso assistenziale. a) I Ricoveri Il primo passo storico, che ha visto il coinvolgimento del Distretto Sanitario di Trapani, della Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero “S. Antonio Abate”, del personale del MCAU (come si chiama oggi il Pronto Soccorso) di Trapani , sotto l’occhio vigile della Direzione Strategica, è stato quello di indicare un percorso diverso per i ricoveri “non urgenti”. E ‘ stato dunque stilato ed inviato a tutte le Unità Operative dell’Ospedale di Trapani ed ai Medici di Famiglia, un apposito Protocollo Operativo che prevede la possibilità , per il Medico di Medicina Generale che voglia ricoverare un proprio paziente per una patologia non urgente o per eseguire un intervento programmabile, di stilare una richiesta di “visita per even-

tuale ricovero” da eseguire presso la struttura ove vuole che il proprio assistito sia ricoverato; tale visita ha priorità e viene eseguita nella prima seduta ambulatoriale utile dell’Unità Operativa prescelta, anche in sovrannumero rispetto alle visite programmate. Il razionale è che il paziente non debba attendere due volte, sia per la prenotazione della visita specialistica e sia, successivamente, per la programmazione del ricovero, ma debba aspettare una sola volta per uno dei due motivi. Altra motivazione, non meno importante, è che spesso i ricoveri “non urgenti”, programmabili, sono ad elevato rischio di inappropriatezza se eseguiti in regime di ricovero ordinario, mentre dovrebbero essere organizzati utilizzando altri percorsi (Day Hospital, Day Surgey, Day Service) o addirittura essere trattati ambulatorialmente. Inoltre, nel primo semestre del 2010, il Presidio Ospedaliero di Trapani ha subito una pesante riduzione dei posti letto per i pazienti urgenti (dai 340 posti letto precedenti si è passati a n. 220) e solo l’applicazione delle


regole appena descritte ha permesso di superare la crisi senza grossi disagi per i pazienti. Questo meccanismo, infatti, ha consentito di ridurre i ricoveri urgenti, da Pronto Soccorso, da n. 12.000 nel 2009 a n.8.000 nel 2011. b) I Pazienti “non urgenti “(codici bianchi e parte dei verdi) L’apertura nel 2012 dei Punti di Primo Intervento (PPI) in Sicilia, cioè di strutture territoriali volute dall’Assessorato alla Salute per rispondere alle urgenze di basso-medio livello (codici bianchi e parte dei codici verdi), ha permesso una riduzione degli accessi inappropriati all’MCAU. Anche in questo caso, si è iniziato programmando l’introduzione del nuovo percorso in condivisione con tutti gli stakeholders (MMG, Ordine dei Medici, PLS, PPI, Guardie Mediche, PTE, Tribunale per il Diritto del Malato, ecc). I nuovi percorsi individuati non prevedono, naturalmente, una preventiva visita del paziente da parte del medico del Pronto Soccorso prima dell’invio al territorio in quanto tale prassi, non comportando alcun risparmio di tempo assistenziale a beneficio delle reali urgenze/emergenze, avrebbe invalidato l’intero processo di cambiamento. A Trapani, già dal 1998, è attivo un servizio di triage, effettuato da personale infermieristico altamente qualificato, e ciò ha rappresentato il punto di partenza per la pianificazione delle nuove procedure di trasferimento dei pazienti non urgenti al PPI, senza necessità della visita medica al Pronto Soccorso. c) Le nuove risposte Il tempo assistenziale risparmiato grazie all’applicazione delle nuove modalità organizzative ha permesso di trattare, in Pronto Soccorso, emer-

genze mediche che prima venivano delegate agli specialisti ospedalieri, di ridurre ulteriormente il numero di ricoveri “urgenti”, di aprire l’OBI (Osservazione Breve Intensiva) aumentando così la sicurezza dei pazienti che oggi hanno un luogo ove

attendere l’esito degli esami o restare sotto osservazione in caso di dubbi diagnostici. Conclusioni Si ritiene che, al fine di ridurre ulteriormente l’intasamento del Pronto Soccorso, sia possibile apportare ulteriori miglioramenti ai percorsi già esistenti ampliando, ad esempio, lo spettro dei quadri sintomatologici trattabili nei PPI prospettando, ad esempio, anche l’invio al PPI/MMG della piccola traumatologia con esecuzione di indagini non urgenti (Rx dita mano e piede, ad esempio). Per ottenere tali risultati, che si ricorda consentirebbero una più rapida risposta del Pronto Soccorso alle emergenze, è necessaria la collaborazione di tutta l’utenza che dovrebbe ricorrere al Pronto Soccorso/MCAU solo per reali urgenze individuando, nei restanti casi, il Punto di Primo Intervento del PTA quale adeguata struttura di riferimento. Si ricorda, ancora una volta, che i nuovi modelli organizzativi descritti non tendono a ridurre il carico di lavoro del Pronto Soccorso ma bensì ad aumentare l’efficacia/efficienza della risposta assistenziale verso i pazienti con bisogni sanitari a carattere di urgenza/emergenza che sono, sicuramente, i pazienti più fragili e più a rischio. Starebene a Trapani / Giugno 2015

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a cura della

Starebene Il Magazine della Salute

Redazione

le biobanche in sicilia

diventa legge la poroposta delL’On. Nino oddo, componente della Vi commissione sanità all’ars sulle biobanche di ricerca E’ approdato in aula il disegno di legge sull’istituzione delle biobanche di ricerca in Sicilia, di cui è primo firmatario il deputato trapanese Nino Oddo, componente della VI commissione sanità all’Ars. Il documento è stato redatto dalla dottoressa Daniela Virgilio, consulente del gruppo parlamentare che fa riferimento al presidente della Regione, Rosario Crocetta. In veste di relatore, Oddo ha presentato all’assemblea regionale gli obiettivi e il carattere fortemente innovativo della proposta di legge che porrebbe la Sicilia all’avanguardia nella ricerca scientifica, divenendo infatti la prima regione d’Italia a dotarsi diun sistema di norme che regolano l’attività delle biobanche nell’ambito della raccolta, conservazione e cessione dei tessuti ai fini dello studio di nuove patologie. “In Italia- ha spiegato - le biobanche terapeutiche per la raccolta di tessuti, sangue e cellule per uso terapeutico, cioè trapianto, operano all’interno di un quadro normativo ed etico ben definito. Al contrario, non ci sono specifiche disposizioni legislative per le biobanche di materiale umano per uso di ricerca. Con questo ddl,

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i materiali biologici che solitamente vengono buttati, provenienti da biopsie, interventi chirurgici e prelievi di sangue, diventerebbero un patrimonio, se raccolto e conservato bene, a disposizione dellaricerca scientifica”.Nel suo intervento in aula, l’on. Oddo ha anche ricordato come nel bilancio 2015 degli Stati Uniti il presidente Obama abbia stanziato l’equivalente di 300 milioni di euro per le biobanche di ricerca. “Regolamentando il settore, si consentirebbe a strutture ospedaliere pubbliche e private, che abbiamo determinati requisiti di garanzia, di raccogliere il materiale

organico che i cittadini mettono a disposizione. C’è quindi sia un risvolto scientifico, sia un risvolto civico di solidarietà nei confronti degli altri, mettendo a disposizione il proprio materiale organico”. “In tal modo- ha continuato- la Sicilia offrirebbe campioni utili alla ricerca e in cambio riceverebbe informazioni. Ad esempio riguardo alla predisposizione ai tumori in territori esposti a rischi ambientali, come ad esempio Priolo e Gela, o all’incidenza di patologie genetiche rare non ancora sufficientemente studiate. Informazioni scientifiche fondamentali per curare delle patologie derivanti da condizioni di rischio ambientali”. Il ddl, che non prevede alcuna copertura finanziaria, è stato sottoscritto in maniera trasversale da diversi deputati regionali e nel mese di marzo ha ricevuto l’ok della commissione sanità. Chiusa la discussione generale, l’assemblea procederà all’esame degli emendamenti e al voto finale. In chiusura del suo intervento, l’on. Oddo ha ringraziato la dottoressa Daniela Virgilio per il contributo dato nella stesura del documento sottolineando infine come il ddl abbia ricevuto il patrocinio dell’Unesco, in fase di presentazione, e, successivamente, il plauso da parte di Telethon. Un fatto inusuale ha dichiarato il parlamentare, che dovrebbe servire per comprendere quanto sia meritoria la proposta di legge sull’istituzione delle biobanche di ricerca”.


a cura di

Angelica Di Sclafani Biologa

i cibi contro lo stress

la Stanchezza e gli sbalzi d’uomore, i nemici da battere con l’arrivo dell’autuno. cereali e Iminerali i nostri alleati. I minerali e soprattutto il magnesio possono esserci di grande aiuto non bisogna per forza cercare gli integratori, il cibo può aiutarci. Con l’arrivo dell›autunno il nostro corpo avverte qualche piccolo scompenso psico-fisico. Senso di stanchezza, irritabilità, vulnerabilità alle piccole infezioni e ai malanni stagionali, senza contare la classica caduta dei capelli che pare somigliare quella delle foglie sugli alberi. Un generale senso di malinconia, allora, sembra prendere il sopravvento, aumentato da una certa meteoropatia generata dalle giornate sempre più corte e buie, ci prepariamo ad affrontare l’inverno. Insomma, se pure potremmo definire quella autunnale come la stagione più “romantica” e letteraria (classiche le serate passate in casa con un buon libro), è d’altro canto vero che i mesi di ottobre, novembre e dicembre, oltre a zucche, funghi e castagne, possono “regalarci” sbalzi d›umore e debolezza immunitaria. Che fare? Scuotersi, naturalmente, cercando di vivere pienamente tutte le cose belle che questa declinante stagione che fa

seguito all’estate (esplosione di colori, sole e mar), porta con sé e rinforzare la salute con la giusta alimentazione e qualche integratore naturale. Un grande alleato può pertanto rivelarsi il magnesio, un micronutriente che troviamo in molti cibi, ma di

cui, proprio nei mesi autunnali, possiamo fare il pieno assumendo anche dei supplementi. Questo minerale, infatti, ha un effetto cruciale nella gestione dell›ansia e dello stress, e funge da stabilizzatore dell›umore «ballerino», distende i nervi e pertanto aiuta in modo efficace a combattere disturbi associati come l’insonnia,difficoltà di concentrazione, apatia e stanchezza fisica e mentale. Infine, è uno stimolante del sistema immunitario e quindi colmare il fabbisogno di questo micronutriente significa anche proteggerci da raffreddori e influenze stagionali. In natura, troviamo il magnesio in cibi quali: Cereali integrali e germe di granoFrutta secca-Banane-Cioccolato amaro fondente-Patate-Legumi Ma c’è un’altra fonte di magnesio a portata di mano per tutti, sempre: l’acqua! Non tutte le acque minerali ne sono ricche allo stesso modo, pertanto abituiamoci a leggere le etichette e a prediligere, in questo periodo dell’anno, le acque che ne contengono più. La “dose” giusta da bere è di almeno 8 bicchieri al giorno, da concentrare soprattutto nella prima parte della giornata, ricordiamocelo! Starebene a Trapani / Giugno 2015

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Starebene con gli Animali a cura di: Giada Costanzo Veterinario

come scegliere un cucciolo

Prendere un cucciolo? Scegliere di prendere un cucciolo è un’enorme responsabilità e perciò bisogna considerare bene cosa si vuole e quanto tempo si è disposti a dedicare al nuovo amico. In primis va ricordato che un cucciolo non può,non vuole e non deve essere considerato un bambino,deve essere accettato ed integrato in una famiglia,ma deve anche essere rispettata la sua natura ricordando quindi che ogni cane ha un proprio carattere e determinate attitudini che,comunque,devono essere sempre tenute in considerazione. Il cane è,per antonomasia,un amico fedele,ma anche un animale sociale per cui,prima di prenderne uno,si deve essere certi di potergli dedicare del tempo ed essere consapevoli che questo impegno si dovrà protrarre per almeno 12-14 anni. Premesso questo,un altro dilemma è quello se scegliere un cane di razza o un meticcio. Esistono oltre 400 razze di cani assimilabili in 4 grandi gruppi ciascuno con le proprie peculiarità per cui la possibilità di scelta è davvero ampia. Anche i meticci possono essere grossolanamente inseriti nei 4 grandi gruppi in modo da poter ipotizzare se, da adulto, sarà un piccolo cane da compagnia oppure un grosso cane da guardia. Meglio scegliere un maschio o una femmina? Il maschio è in genere più grosso e più prestante,più pronto al gioco e all’addestramento, ma anche più irruento e tende spesso ad isolarsi;la

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femmina invece ama di più la vita sociale,è più dolce e docile anche se sembra che sia più portata del maschio per la guardia. Per quanto riguarda la taglia è bene sfatare subito il mito che “i cani grandi in appartamento soffrono”:il cane, qualsiasi cane,ha bisogno solo dell’affetto e del tempo del proprietario. Detto questo, è chiaro che ci possono essere dei problemi logistici: un’esile vecchietta non avrà certo la prestanza fisica di portare a passeggio un Alano,

così come un cane iperattivo come il Jack Russell non è sicuramente adatto a chi ama la vita sedentaria. La scelta del cucciolo comporta dunque la risposta a due fondamentali domande: cosa mi aspetto io dal futuro cane e cosa sono disposto ad offrire io al nuovo amico. Consultatevi con il veterinario,con l’allevatore,con l’educatore cinofilo e sicuramente troverete il cucciolo giusto per voi. In bocca al lupo!!!


a cura di

Wolly Cammareri Direttore Starebene

Lucky: maestro di vita

Come avete modo di vedere, da questo numero dedichiamo uno spazio ai nostri amici a quattro zampe.Ed è proprio di un rapporto speciale che ho avuto alcuni anni fa con il mio “maestro” che oggi voglio parlarvi in questa mia pagina di riflessioni. ”I cani percepiscono l’Aldilà.Abbaiano agli spiriti vaganti e quando la morte si avvicina si mettono ad ululare” (leggenda popolare zigana). Il mio maestro aveva un nome, Lucky, era un meticcio di piccola-media taglia, nero con una macchia bianca sul collo, sguardo vivace, carattere forte. Lucky lo abbiamo trovato con alcuni colleghi, in una calda domenica d’estate, assieme a tutta una cucciolata, dentro un contenitore della spazzatura.Erano disidratati, non ancora svezzati, vittime della crudeltà umana, qualcuno non è sopravvissuto, altri riuscimmo a farli adottare, gli ultimi due li tenemmo io ed una mia collega. Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato. Schopenhauer Quel cane mi ha insegnato tante cose, l’episodio che mi ha illuminato l’anima l’ho vissuto quando Lucky era appena un cucciolotto di pochi mesi. Il mio ufficio era uno studio televisivo sul litorale trapanese, inizialmente la mia adozione fu part-time, era il mio primo cane e casa non eravamo preparati ad accoglierlo, ma avendo due bimbi piccoli le pressioni erano forti e allora la domenica lo portavo a casa gli altri giorni viveva assieme ad

una muta di cani randagi, alcuni dei quali di grossa taglia e pericolosi, la sera restava a dormire nel mio studio. Una sera, prima di rientrare a casa non lo trovai ma non ero preoccupato poiché mancava anche il branco. Quella sera a tarda ora, mi squillò il telefono , era una mia vicina di casa che mi avvertiva della presenza del mio cucciolo dietro al portone di casa, scesi subito, aveva superato le barre del cancello esterno ed era proprio dietro al portone, fermo dietro al cancello il branco che lo aveva accompagnato a casa, il branco solo dopo essersi accertati, che il cucciolo

avesse raggiunto il suo padrone è andato via. La maggior parte delle persone che hanno un cane, alla lunga imparano ad obbedire al loro amico a quattro zampe. Robert Morley E’ proprio vero!Quante cose ho imparato in quei sette anni vissuti insieme, nel rispetto dei ruoli e delle proprie esigenze, “io uomo tu cane, come gli ripetevo spesso”.Alla fine siamo stati Lucky(fortunati) tutti e due, lui perché ha vissuto da spirito libero circondato da tanto amore e io perché non l’ho sentito ululare alla morte.

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Comitato Cittadini per Erice

aumento di strisce blu all’ospedale Spett.le Direttore Sig. Wolly Cammareri Il Comitato Cittadini per Erice promotore della petizione “No aumento stalli blu Erice”, non è contro gli stalli a pagamento ma contro l’aumento irrazionale, indiscriminato, non omogeneo e soprattutto sproporzionato al territorio ericino di appena 28.000 abitanti per 47 Kmq si passerà infatti dagli attuali 1579 a 2830 con un incremento di 1251 stalli, a fronte del vicino Comune di Trapani con un’estensione di 273 Kmq e quasi 70.000 abitanti che ne conta appena 3.000. Non si può fare un piano parcheggi, prima di fare un piano del traffico, prima di attivare tutte le politiche atte ad una mobilità sostenibile ed eco compatibile indirizzate, non solo a disincentivare l’uso dell’autovettura privata ma anche a trovare tutte le soluzioni per incrementare e rafforzare i mezzi pubblici, le politiche territoriali vanno fatte con ordine, con amore verso il territorio che si amministra e soprattutto proiettate ad aumentare la qualità di vita dei Cittadini e non in maniera miope tappezzando di stalli blu tutta la città. Come forma di partecipazione attiva dei Cittadini, ma anche come in que-

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sto caso, di utenti, abbiamo avviato una petizione raccogliendo circa 800 firme; iniziativa fin dal primo momento osteggiata e sminuita dall’attuale Sindaco e dai suoi collaboratori, ma nonostante tutto abbiamo continuato più convinti che mai a raccogliere firme e segnalare criticità come quelle sorte in Zona – Sanità, evidenziando stalli irregolari davanti la fermata autobus fronte ospedale che presentava stalli blu “irregolari” al posto dell’opportuna segnaletica

orizzontale di entrata, sosta ed uscita del mezzo pubblico in completa sicurezza, ottenendo la rimozione degli stalli blu impropri e la regolare segnaletica orizzontale dedicata agli utenti del mezzo pubblico; Sempre in Zona Sanità abbiamo evidenziato che oltre all’utenza ospedaliera il costo di 0,20 centesimi l’ora, sarebbe inciso anche sulle tasche dei dipendenti ospedalieri , quantificando il costo in circa 30 euro al mese e lo stesso Sindaco si è mosso, sempre tra mille polemiche ed offese gratuite nei nostri confronti, a correggere il nuovo bando di gara, riportando la tariffa oraria in Zona Sanità da 0,20 a 0,10 centesimi l’ora ed altresì proponendo una convenzione con i dipendenti ospedalieri che varia dai 30 a 45 euro l’anno. Abbiamo fatto richiesta di un tavolo tecnico per altre criticità presenti nel bando di gara e soprattutto richiesto l’applicazione dell’articolo 3 del capitolato speciale d’appalto che prevede la riduzione del 20% degli stalli, ma se da un lato ci viene negato l’incontro, come dichiarato dal Sindaco, dall’altro lo stesso provvede a correggere tutte le disfunzioni che sono venute a galla dall’impegno e dalla partecipazione dei Cittadini tramite la petizione promossa dal Comitato Cittadini per Erice, che ancora una volta dimostra di non avere alcuna appartenenza politica e scevro da qualsiasi condizionamento ed intimidazione. Comitato Cittadini per Erice Giuseppe Cirobisi


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Wolly Cammareri Direttore Starebene

donare, un gesto d’amore decidere di donare i propri organi è un gesto di grande generosità: un moltipicatore di vita

La donazione degli organi è un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita. Donare vuol dire regalare, dare spontaneamente e senza ricompensa qualcosa che ci appartiene. Quando perdiamo una persona amata è difficile, in un momento di sofferenza così profonda, pensare agli altri, pensare a qualcuno che è malato e che, se non avrà un nuovo organo, avrà un’aspettativa di vita molto bassa. Sarebbe importante informarsi, scegliere e decidere in vita come esprimersi rispetto alla donazione. In questo modo, da un lato si ha la possibilità di elaborare una posizione personale in merito alla donazione e si può esser certi che la propria volontà venga rispettata; dall›altro lato, si sollevano i propri familiari da una scelta difficile in un momento delicato. La Dichiarazione di volontà a donare organi e tessuti è attualmente regolamentata dall’articolo 23 della Legge 1° aprile 1999, n. 91, dal Decreto ministeriale dell›8 aprile 2000, aggiornato con il Decreto ministeriale dell›11 aprile 2008. È importante sapere che nel nostro Paese il principio del silenzio assenso, sebbene previsto dalla Legge 91/99, non ha mai trovato attuazione. Secondo il Report 2011 del Centro Nazionale Trapianti, l’Italia, con 22 donatori per milione di persone,

è terza tra i grandi paesi europei, dopo la Spagna e la Francia e avanti al Regno Unito e alla Germania. La media europea è 16.9 donatori per milione. Il dato italiano è superiore del 25% alla media europea. C›è un

costante trend di crescita circa il numero complessivo dei donatori (1.309 nel 2011, +0,6% rispetto all›anno precedente). Nel 2011 è aumentato anche ilnumero degli organi trapiantati (3.135: 67 in più rispetto al 2010).

Come donare Sono scelte che nella nostra vita lasciano un segno. Le possiamo prendere con convinzione, a volte sono dettate dal cuore e altre dalla ragione. Una in particolare mette insieme tutte e tre queste circostanze. Per scegliere di diventare donatore di organi e tessuti infatti non serve essere un super eroe: basta avere fegato, cuore e soprattutto cervello. Perché per salvare una vita non servono super poteri ma basta una firma: la tua. Questo articolo vuole proprio richiamare la tua attenzione sull’importanza di dichiarare in vita la tua volontà sulla donazione di organi e tessuti. Hai tanti modi per farlo ed è più semplice di quanto pensi. La tua scelta sarà rispettata e tutelata dal nostro sistema trapianti, sicuro e trasparente in tutte le procedure. La Campagna è realizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti e le Associazioni nazionali di settore.

Starebene a Trapani / Giugno 2015

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Wolly Cammareri Direttore Starebene

a trapani e ad erice mancano i loculi

morire non è mai facile

Morire non è mai facile, a Trapani ed Erice lo è di più. Trapani si ritrova con decine di salme da tumulare da mesi.Erice non sta meglio, Il vecchio cimitero della vetta non è in grado di ospitare i cittadini della valle, la magistratura indaga su sospetti illeciti amministrativi da parte dell’azienda che gestice i servizi cimiteriali.Il comune di Trapani non vuole e non può ospitare cittadini ericini.Il cimitero nuovo di c.da Specchia a Napola dopo oltre un decennio ancora non si è riusciti ad espropriare le aree.Ma tutta questa è cronaca, in parte già raccontata dal nostro giornale. Vogliamo affidare le nostre riflessioni sul trapasso ad una più delicata riflessione. Morire oggi non è facile. Abbiamo dimenticato. Secoli, millenni di storia durante i quali la morte era un fenomeno naturale, presente nella vita di ognuno, frequentemente visibili all’interno delle comunità a causa della durata inferiore della vita, di un più alto tasso di mortalità, soprattutto infantile, dalla frequenza di epidemie di malattie difficilmente curabili, sono stati da noi cancellati in questi ultimi pochi decenni. Ora la morte è tabù. E’ la sconfitta della vita, della lotta per l’immortalità. E’ la peggior nemica per chi sia totalmente immerso nella cultura attualmente dominante, quella della perfezione, dell’apparenza, dell’attaccamento morboso alla forma. Siamo continuamente bombardati da messaggi pubblicitari che ci impongono di esseri belli, atletici, ben vestiti, ricchi e felici, perché questi sono i valori che contano nella società odierna. Abbiamo dimenticato. Abbiamo perso il senso di ciò che realmente conta. Ed è proprio questa perdita di senso che fa si che si cerchi di eliminare, di esorcizzare, di nascondere tutto ciò che è dolore, che è tristezza, che è bruttura: la diversità, la malattia, l’handicap, la sofferenza, la vecchiaia, la morte. Il nostro desiderio di immortalità è tale da portarci alla negazione di ciò che è la realtà: siamo umani, semplici esseri umani soggetti alle ingiurie del tempo e delle malattie, ma non per questo identificabili

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con esse. Una persona dovrebbe poter sempre rimanere tale in ogni condizione. Dovrebbe poter mantenere la propria dignità ed il proprio valore anziché trasformarsi nel “malato”, nel “vecchio”, nel “disabile”. Etichette terribili che spersonalizzano, che umiliano, che peggiorano la qualità della vita di chi è costretto a portarle. La morte fa così tanto paura, che si cerca di non guardarla mai in faccia. La si vede ogni giorno in cronaca e nei films, ma quella vera, quella normale, quella che toccherà anche a noi, la si nasconde dietro i paraventi degli ospedali e nelle camere anonime degli ospizi. E’ così spaventosa che persino quando se ne parla,

spesso la si sfugge comunque idealizzandola creando il mito della buona morte, altrettanto sbagliato quanto la demonizzazione. La morte buona, bella non esiste. Esiste una morte più o meno serena, più o meno accettata. Esiste a volte, il vivere quel momento come un consapevole abbandono piuttosto che come un insostenibile scontro. Ma per arrivare a questo sono necessarie alcune condizioni. La persona che si avvicina alla fine della propria vita non ha bisogno di pietà, di commiserazione, di inutili menzogne sul futuro, ma ha bisogno di cure, di tutte le cure necessarie a renderle più sopportabile l’ultimo respiro.


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