INTERVISTA
A letto con Casto Il suo vero nome è Immanuel Cuni, su Wikipedia è listato tra le persone più intelligenti del mondo (2%), assieme a Isaac Asimov (scienziato), Asia Carrera (ex pornostar), Scott Levy (wrestler professionista meglio noto come Raven). “Non ti negherò il mio deretano, te lo consegnerò chiavi in mano. Beat beat, anal beat, beat beat, anal beat, beat beat, battito anale...” è il ritornello che lo ha fatto conoscere. di Maurizio Candeloro - Foto: courtesy Immanuel Casto
Ristorante Antica Rosa, ore 23.00, sono assieme alla mia reporter-fotografa. Chiediamo al proprietario dove possiamo trovare il Casto Divo. Ci guarda stupito e poi annuisce...“venite”. In cinque attorno ad una tavola rotonda, per un attimo ho il dubbio di non riconoscerlo... lo avevo visto solo su youtube! Ha una giacca cammello, un dolcevita blu oltremare, jeans dal taglio classico, i capelli paglierini spettinati e lo sguardo sfuggente. Immanuel ha appena finito di cenare con le danzatrici e [k]een, il suo sound designer. Arrivano biscottini al cioccolato, si lamenta perché non hanno ordinato il caffé anche per lui. Ci presentiamo, gentile ci fa posto. Mi sembra sorpreso ed emozionato, mantiene la calma, prende un OKi ed assume il suo personaggio originato dalla rete: Immanuel Casto. Quanti anni hai? 25 Sei giovane! Aprendo il sito web sembri davvero un bravo ragazzo. Ho capito. Ti sei imbattuto in quello che a volte viene percepito come uno scollamento, una sorpresa rispetto all’immagine che sembro avere dai testi delle mie canzoni. Mi ha colpito. Quasi da preppy boy. Bene, mi fa piacere; cerco assolutamente questo contrasto. Sei un tipo ambiguo... In realtà non direi ambiguo, semplicemente non stereotipato. A me piace dare un’idea, come suggerisce il mio nome, più casta, più patinata, estremamente più soffusa. Rispecchia il mio modo di essere. Hai numerosi appellativi, tra cui Vate, Casto Divo...
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Ricordo che una volta sono andato a cercare la definizione di Vate, e veniva data come – ora non ricordo parola per parola – non solo di poeta in grado di utilizzare termini aulici e di creare raffinate liriche, ma anche di uno in grado di rappresentare, di porsi come emblema della società. Quindi ho detto “Va bene. Si, sono io!” Ti fai chiamare anche principe del Porno Groove. Si, questa è la definizione ufficiale, il tag istituzionale per collocarmi all’interno del mio progetto artistico. Indica il genere musicale e il mio tipo di appeal. Il tuo impegno sociale con Medici Senza Frontiere? E’ stato l’anno scorso. Era una buona causa. Mi hanno chiamato in veste di attore e ho letto lettere di medici al Teatro San Martino. Infatti la tua musica dall’anima disco sembra avere uno spirito di denuncia. C’è una forte componente di denuncia, ma non è l’unica. Esprimo la mia rabbia. “Che bella la cappella”, con il suo controverso video, è una intensa provocazione piena di messaggi di denuncia nei confronti della Chiesa. Dove sei cresciuto? Crescituo a Bergamo e deportato a Bologna con grande entusiamo, all’inizio del liceo. Bologna è una bellissima via di mezzo. Non credo cambierei città restando in Italia. Mi piace andare nelle grandi città in vacanza, non sono un tipo da spiaggia, meglio New York o Londra. Essendo casto nella mia vita sociale, lontano da occhi indiscreti mi sfondo di droga e di sesso. Com’è stato il tuo coming out? I miei genitori sono divorziati, ma con un background culturale del tutto tra-
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dizionale, bergamasco. Siamo la patria di Bossi e si vede. Mi sono trovato in un contesto culturale estremamente abietto, come quello della provincia bergamasca. In famiglia non posso dire che sia stato facile, ma è stato positivo. La mentalità, per quanto sia spesso un grave problema, può essere vinta dall’intelligenza. A scuola sono sempre stato brillante e stimato. Come si diventa membri del MENSA? (ndr. il MENSA fu fondato ad Oxford nel 1946 da Roland Berrill con l’idea di costituire una società di persone brillanti, dotate di un elevato QI) C’è un test di ingresso in cui si misura il tuo QI inteso come abilità cognitiva. Non c’è nessun vantaggio nell’esserne membro, se non incontrarsi alle riunoni e giocare a schacchi. Non ho pagato la tassa di quest’anno e quindi se mi vai a cercare non ci sono... Ho saputo che neanche Sharon Stone l’ha pagata! ...mi sono sentito più tranquillo! (ridiamo) Hai studiato musica? Ho un’educazione artistica, ho iniziato studiando design. Sono un art director ed ho una mia agenzia. Con la musica ho iniziato molto presto, parliamo di sperimentazioni in cameretta, la cosa è nata da lì. Mentre nei primi quattro anni a Bologna ho sperimentato anche a teatro. Com’è iniziata la tua esperienza musicale? La svolta è arrivata con uno strumento oggi scontato, il sito internet. Avevo già uno zoccolo duro di ascoltatori attraverso il passaparola. Poi con la rete, senza far nulla, la cosa si è espansa a macchia d’olio. Ho riascoltato alcune delle tue canzoni prima di incontrarti, mi hai fatto
pensare non solo a Madonna, ma anche a Battiato. E’ possibile? Grazie, odio dirlo ma nonostante Madonna sia un cliché è sicuramente una maestra da cui imparare, sa come creare l’aurea di un idolo. Battiato mi piace nel suo approccio con la musica, perché riesce sempre ad incanalare i suoi testi in una direzione pop. “Io la do”,“Anal beat” e poi l’ultima “50 bocca /100 amore”, da un sound Plastic-Bordello alla conferma di un suono più elettronico e della collaborazione con [k]nee dei Kubrik... Esattamente, direi che sono dei brani interessanti per analizzare il mio percorso.“Io la do” è stata la mia prima hit con un sound ed una verve ancora demenziale. Siamo sempre in un ambito che strizza l’occhio agli anni 70: Heater Parisi, Raffaella Carrà, Elio e Le storie tese, Elisa Elettra... Mi sono concentrato su di un sound più vicino a me con “Anal beat” e successivamente con “50 bocca/100 amore”. “50 bocca/100 amore”, un ritornello autobiografico? No, mi piace raccontare storie come fa Quentin Tarantino in “Pulp fiction”. “50 bocca/100 amore” è una canzone più dura, parla di viados e di marchette. Con questo brano ho preso le distanze da una comicità facile. Cos’è pornografico secondo te? La censura, in gran parte della musica italiana e dei programmi televisivi. Nei reality in cui ci si scandalizza sempre, con tette e culi sbattuti a qualsiasi ora. I reality sono il peggio, c’è l’arrivismo più bieco, persone che non sanno parlare la lingua italiana, l’utilizzo della nudità strumentalizzata, ma se un bambino di cinque anni vede un bacio omo “oh,che dramma!, non sia
mai che cresca scoprendo che esiste la diversità!” E poi la politica... è la cosa più volgare. Dovremmo mettere le foto dei nostri politici accanto al concetto di volgarità. Il contenuto dei tuoi testi è inequivocabilmente sessuale. Il tuo immaginario è spesso forte. Mi sembri legato alla violenza e ad un sesso barbarico. E’ la mia ricerca artistica. Mi diverto ad esplorare quelli che sono sia i clichè che gli archetipi della sessualità. Il sadomaso è un immenso bacino di immagini forti ed evocative da cui si può prendere a piene mani. Cantante o performer? Se mi dovessi dare una definizione, mi rendo conto possa sembrare pretenzioso, l’unica che non mi va stretta è quella di artista, in quanto a me piace molto sperimentare. Direi che nel concreto della mia attività un cantante è un performer. Sei soddisfatto di quello che stai facendo? Sono orgoglioso di ciò che ho fatto, ma non posso esserne soddisfatto. Non posso dire basta cosi. Sto scrivendo dei nuovi brani che registrerò in studio. Sei fidanzato? Questa è una zona off limits. Non ti chiederò chi è. Diciamo così, ultimamente ho le mani impegnate. Ah! Allunghi le mani...! (ridiamo) Giochi alla Wii? No, la trovo per donne. La Nintendo è sempre stata molto dozzinale, ha una grafica sempliciotta. Alcuni dicono che assomigli a Cesare Cremonini... Porco Xxx! Cosa?!? Chi ha detto una cosa del genere?!? Credo che nessuno sia capace di affermare qualcosa di simile. Una domanda metaforica. Come cambieresti la tua colazione domani mattina? (Ride) Devo partire dal presupposto che io abbia una colazione fissa... mi piacerebbe essere in un albergo per ingozzarmi di cibo, soprattutto salato. Mortadella a colazione. Come farebbe Bambola... (ndr. film di Bigas Luna con Valeria Marini) Si, mi ricordo quando Furio la fa sedere sull’anguilla marinata e se la sbatte. Un’immagine con dei colori che sembrano Caravaggio, tra le più belle che io abbia mai visto.
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