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Ano 29 • nº 271 | Fevereiro • 2016 • R$ 14,00

Os consagrados são cartas de Cristo, chamados a serem expressão do rosto misericordioso de Cristo para com a humanidade

MISERICÓRDIA

Reze com as três parábolas de Jesus que mostram o rosto misericordioso do Pai

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A PALAVRA- DO PAPA 2016 Na Quaresma, somos chamados à penitência e conversão, buscando a reconciliação com o Pai

#ESSAVAIPROCOMSHALOM Veja as fotos mais belas feitas pelos leitores do ComShalom e da Shalom Maná no mês de janeiro

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LE FONDAMENTA DEL CARISMA DELLA COMUNITÀ CATTOLICA SHALOM

MOYSES AZEVEDO Fondatore e Moderatore Generale della Comunità Catolica Shalom @moysesazevedo

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ncontrando i discepoli nel Cenacolo, Gesù risorto disse loro: Pace a voi! (Gv 20,19), ovvero, Shalom! In Gesù, questo saluto è una reale comunicazione della Pace, cioè, di ogni tipo di benedizioni spirituali e materiali, la felicità perfetta che il Messia ci porta. È, infine, l’annuncio e la donazione della salvezza piena. In questo modo possiamo dire che Gesù è lo Shalom del Padre per il mondo, l’unica e vera Pace, che l’uomo può avere. Per questo, l’Apostolo dice: Cristo è la nostra Pace (Ef 2,14). Al donare la Sua Pace ai discepoli (cfr. Gv 20,19-22), il Risorto che è passato per la croce e

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che, per questo, porta i segni gloriosi, li inviò nel mondo in suo nome e diede loro il suo Spirito per impiantare, con il Suo potere, questa Pace nel cuore di ogni uomo e di tutta l’umanità. La Comunità Cattolica Shalom si fonda su questa esperienza del Risorto che è passato per la Croce. Egli, per la maggiore gloria del Padre, effonde su di noi il Suo Spirito, e ci invia come discepoli e ministri della Sua Pace. Siamo chiamati ad accogliere, vivere e testimoniare il Carisma della Pace. La Comunità è fondata sull’esperienza carismatica di una nuova Pentecoste nella Chiesa. Attraverso l’effusione dello Spirito Santo e il conseguente sbocciare ed uso dei Suoi Carismi, con la spiritualità, la vita in comune e l’apostolato che gli sono propri, serve la Chiesa e collabora a stabilire la pace nel mondo. Siamo una famiglia. Per questo la Comunità ha come membri persone delle diverse forme di vita: celibi per il Regno, coppie, sacerdoti, seminaristi, diaconi, uomini e donne, giovani e adulti, persone sposate, celibi e nubili. Ispirata nella diversità e unità della Santissima Trinità, ogni forma di vita vive pienamente la sua propria identità e la complementarietà con le altre forme di vita. Al fine di rispondere alla chiamata divina di essere discepoli e ministri della Pace, il Signore ci concede il cammino della CONTEMPLAZIONE, dell’UNITÀ e dell’EVANGELIZZAZIONE.

Come Lui siamo chiamati a essere contemplativi nell’azione (cfr. Lc 5,15-16), a dedicare momenti intensi e prolungati all’intimità con il Padre e, allo stesso tempo, abbracciare l’instancabile dovere di annunciare, unti dallo Spirito, la Buona Novella e a fare il bene a tutti gli uomini. Per vivere la nostra vocazione, il Signore ci ha costituito Comunità, sul modello delle prime comunità cristiane (cfr. At 2 e 4). Solo attraverso la vita di carità con Lui e con i fratelli, saremo promotori della Sua Pace nel mondo (cfr. Gv 17,21-23). Il vissuto del Vangelo in tutta la sua radicalità genera in noi la santità. Attraverso la potenza dello Spirito e il vissuto dell’UNITÀ nella carità, il nostro obiettivo è la santità, non per presunzione, ma per vocazione. L’amore fraterno nella vita comunitaria è frutto concreto della CONTEMPLAZIONE e braccio di leva per la nostra EVANGELIZZAZIONE. La Comunità si sente chiamata a riflettere l’UNITÀ della comunione di amore della Trinità. La TRINITÀ è la fonte e il modello della nostra vita comunitaria e apostolica.

Siamo chiamati a configurarci a Gesù Cristo:

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1982 - LA NOSTRA PRIMA INTERFACE

L'INTERFACE UNA PANINOTECA, UNA VOCAZIONE, UN'OPERA NUOVA, UNA VIA NUOVA: IL CAMMINO DELLA PACE

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el 1982, un piccolo gruppo di giovani studenti universitari, senza talenti o capacità straordinarie, ‘giovani normali’ innamorati di Gesù e del Vangelo... così è nata la Comunità Cattolica Shalom. Dio non ha scelto i più grandi o i migliori, ma ha eletto "i minori" per una grande missione: essere, nel mondo, discepoli e ministri della Pace di Gesù Cristo, il "Risorto che è passato per la Croce."

missionaria, la tavola calda Shalom, la "Paninoteca del Signore"! Dio ci ha dato un’ispirazione per far conoscere Gesù ai nostri amici, soprattutto coloro che non avrebbero mai accettato l'invito ad una messa o ad un ritiro spirituale, ma che non avrebbero rifiutato un panino, una pizza o una bibita, in un ambiente amichevole. Mangiando insieme ci si scambia una parola, un invito alla preghiera, un'esperienza della felicità che non passa.

LA NOSTRA PRIMA INTERFACE

La Paninoteca Shalom ha veramente funzionato, ma è stata solo una "porta d'entrata", una prima

'Shalom'! E' come noi abbiamo chiamato la nostra prima iniziativa

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presenza missionaria. Oltre ai panini l'amicizia, la preghiera in cappella, la presenza del Santissimo Sacramento sono diventatidei"luoghi d'incontro" con il nostro migliore Amico, che ha cominciato ad attirare molti giovani, molte persone a Sé. Gesù Cristo ci ha chiamato, attratto e guidato, rendendoci una famiglia, facendoci diventare una "comunità". Giovani, adulti, coppie, bambini, sacerdoti con un unico desiderio: amare e far amare Colui che ci ha chiamati.

QUALCOSA DI NUOVO, QUALCOSA DI MERAVIGLIOSO, UNA CHIAMATA La famiglia Shalom è diventata un popolo numeroso, come un esercito unito alla ricerca di uomini e donne bisognosi di Pace. Ci siamo resi conto che il Signore, attraverso la missione, ci ha dato un modo "per illuminare quelli che stanno tra le tenebre e nell'ombra della morte, e dirigere i nostri passi nel Cammino della Pace" (Lc 1, 79).

CAMMINO DELLA PACE! Questo è il nome del percorso spirituale Questo è il nome dell’itinerario spirituale che abbiamo scoperto, che ogni giorno aiuta tante persone a fare l'esperienza di San Tommaso al toccare il costato di Gesù Risorto. Scopriamo così "un Dio che ama me personalmente" (Fase Kerigma), che non mi vuole solo come suo servo, ma, nella preghiera e nella vita, come suo amico (Fase Filoteia), che ci fa riconoscere le nostre debolezze e sperimentare una 'seconda conversione' (Fase Metanoia) e la scoperta della vera Pace: "Shalom!". In Gesù, la Pace non è solo una sensazione di benessere, l'assenza di conflitto, che pure sarebbe già buono e nobile…Questa realtàdella Pace - lo ‘Shalom’ - va ben oltre: la Pace diventa missione d'amore, vissuta

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nella fraternità di una vita comunitaria, nell'unità che è un riflesso della Trinità (Fase Koinonia) e nell'amore verso tutti, specialmente i lontani da Cristo e dalla Chiesa, attraverso l'evangelizzazione fatta da autentici testimoni di Cristo (Fase Martyria).

NUOVE INTERFACES Quando abbiamo iniziato, non sapevamo dove saremmo arrivati. Oggi, vediamo che Dio nella sua Provvidenza e Misericordia, ha aperto un nuovo cammino in cui siamo entrati noi e una moltitudine di persone. Dopo la tavola calda, molte altre idee sono emerse: scuole, orfanotrofi, dormitori per senzatetto, case di recupero per tossicodipendenti, per dare conforto fisico e spirituale ai più bisognosi; radio, spettacoli televisivi, produzioni musicali e performance artistiche, iniziative su Internet e sui social network per raggiungere i più lontani, nei grandi centri urbani e nelle periferie geografiche ed esistenziali. Ogni giovane-fratello-missionario diventa, lui stesso, un'interface, una porta di accesso, espressione dell'amore di Dio per ogni persona, al lavoro o a scuola, nei tempi e modi più o meno opportuni, facendo diventare l'amore di Cristo visibile in ogni ambito della società. In questa rivista vorremmopresentarvi alcune delle nostre presenze missionarie in varie parti del mondo. Poco o nulla abbiamo ancora fatto, nella grande missione di portare, con la creatività dello Spirito Santo, lapresenza della ‘Pace' dove c'è qualcuno che si trova "all'ombra della morte" e che aspetta con ansia che qualcuno gli tenda la mano, aiutandolo a percorrere il "Cammino della Pace". by Franco Galdino

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GIOVANE CHE PARLA LA LINGUA DEI GIOVANI: FESTA E PARTECIPAZIONE NELL’EVANGELIZZAZIONE A BUDAPEST

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ungaRio (un po’ di ungherese e un po’ di Rio, la famosa metropoli brasiliana) è il nome creativo dato alla festa, organizzata dalla Comunità Cattolica Shalom, che attrae decine di giovani nella capitale ungherese ogni 3 mesi. Frutto di una collaborazione tra l’Arcidiocesi di Budapest e la Comunità Shalom, l’evento ha avuto la sua prima edizione 4 anni fa, inspirato alla storica “Paninoteca del Signore”, dalla quale è derivata la fondazione della Comunità. II missionariShalom raccontano che l’iniziativa è nata due anni e mezzo dopo la fondazione del primo nucleo della Comunità a Budapest. L’Arcidiocesi si è resa disponibile ad affittare un bar, dove la Comunità potesse regolarmente creare un polo di attrazione per i giovani, dove imissionari, supportati da altri giovani che avevano conosciuto la Comunità, potessero conoscere altre persone e stringere amicizie. A partire da queste amicizie, sarebbero nati inviti spontanei per conoscere la casa comunitaria - abitazione dei missionari

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Shalom a Budapest e cuore dell’opera evangelizzatrice che essi svolgono nella città - o partecipare a incontri o ritiri spirituali che possono essere un ausilio nel cammino di fede della gioventù nella capitale. Carolina Costa, missionaria della Comunità Cattolica Shalom a Budapest, una delle ideatrici di HungaRio, racconta che la formula “giovane che evangelizza un altro giovane” è il segreto dell’esito dell’evento. “Abbiamo visto, fin dall’inizio, un grande impegno dei giovani che già conoscevamo e che partecipavano al gruppo di preghiera che avevamo appena iniziato. Tutti erano coinvolti e disposti a portare questa novità a Budapest” – riporta la missionaria – “In verità, loro, i giovani, erano coloro che pianificavano tutta la festa. Noi, missionari, li appoggiavamo e aiutavamo in ciò che era necessario. Questo è stato il grande segreto del nostro percorso evangelizzatore qui nella capitale ungherese” - ha affermato. Le feste HungaRio sono composte

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da musica, danza, rappresentazioni teatrali e molto dialogo tra i giovani. E’ molto importante l’invito che si fa personalmente ai giovani, durante la festa, a partecipare a un ‘fine settimana di spiritualità’. Carolina dice che molti giovani finiscono nel fare questo “passo di fede” e partecipano agli incontri spirituali dopo aver visto che i giovani che partecipano al gruppo di preghiera Shalom non perdono niente della loro “gioventù”, ma, al contrario, la vivono dando una gioiosa testimonianza di Cristo, senza perdere la ‘novità del Vangelo’. Tutta questa dinamica di coinvolgimento dei giovani ha dato origine, all’inizio del 2015, ad altre iniziative che hanno mosso il nucleo missionario Shalom a Budapest: la “libreria mobile” e la “fabbrica delle icone”. Di fronte alla sete di“formazione cristiana” fra i giovani, in vista di incentivare il loro cammino di preghiera, si è venuta a formare una squadra, il cui leader è il missionario Anderson Silva. Oggi, il gruppo si riunisce tutti i mercoledì per la produzione di nuove icone (si tratta di immagini incollate nel legno per facilitare l’accesso economico a tali strumenti di preghiera, soprattutto ai giovani e a coloro che non possono pagare per un’icona realizzata da un iconografo).

nei concerti che questa realizza in Ungheria, tanto nella capitale quanto in altre parti del paese. Nel freddo inverno ungherese, la libreria mobile invita anche a coloro che si avvicinano a prendere un thè caldo. “Ecco il nostro modo di fare…prendiamo un thè caldo insieme, vendendo i nostri prodotti, ma non solo… Vogliamo soprattutto stabilire nuovi contatti per il nostro servizio evangelizzatore e raggiungere, pertanto, altri giovani” – spiega Anderson Silva. by Rafael d'Aqui

Negli ultimi mesi, la creatività giovanile ha aggiunto altri oggetti a questa produzione, quali diari di preghieraparticolarmente decorati, calamite con messaggi cristiani, che possono servire come “articoli da regalo per evangelizzare”. Tutti questi prodotti sono portati quando i missionari e i giovani visitano le parrocchie o quando accompagnano l’equipe di musica e danza della Comunità Shalom

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SHALOM O SALAM: COME LIEVITO NELLA PASTA NELLA TERRA DI GESÙ "UN'OASI DI VITA CONTEMPLATIVA E FRATERNA PER GUARIRE LA FERITA DELLA DIVISIONE"

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l cconflitto sembra non avere fine. Almeno questa è l'impressione che si ottiene seguendo la media. Lorena Gadelha è missionaria della Comunità Cattolica Shalom (anche conosciuta in Israele come Comunità Cattolica Salam) in Terra Santa da 14 anni. Ha anche vissuto molti episodi quali l'ostilità tra i popoli e i momenti di guerra nel paese. Lei afferma: "In verità, coloro che vivono qui si rendono conto che questa tensione sembra pervadere la nostra vita quotidiana. Vi è come una ferita di divisione e la diffusione di discriminazione in tutti i settori della società e in particolare nei cuori della gente". La storia della missionaria Lorena è profondamente connessa con la presenza di questa Comunità nella Terra di Gesù. "Nel corso degli anni abbiamo compreso sempre di più la forte necessità di promuovere la cultura della pace e della riconciliazione - sottolinea Lorena - e ancora di più tra i giovani, obiettivo privilegiato delle attività della Comunità Shalom".

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Charles Roseno, altro missionario Shalom in Israele, attualmente lavora presso il Santuario dell'Annunciazione a Nazareth. Egli afferma che la Comunità è ormai stabilita con case missionarie a Haifa e Nazareth. “Vogliamo essere un segno di comunione e di nuova evangelizzazione, partecipando alla missione della Chiesa locale, per rafforzare e ravvivare la fede in questo prezioso luogo non solo per noi cristiani - Charles sottolinea - ma anche per gli ebrei e per i mussulmani". L’affermazione fatta da Charles sulle statistiche della presenza cristiana in Israele può generare stupore. In realtà, ci sono circa 15 mila cristiani, il che rappresenta circa il 2% della popolazione totale del paese.Gli scettici possono pensareche sia uno spreco inviare 16 missionari della Comunità Shalom alla Terra Santa per soddisfare le esigenze locali. Lorena Gadelha, però, aggiunge: "Credo che siamo qui non solo per servire coloro che sono già nella Chiesa. In qualche modo io sono parte di una 'minoranza creativa' che cerca di dare il suo contributo al tutto. Quello che vogliamo è essere un'oasi di vita contemplativa e fraterna per tutti coloro che incontriamo". Yara Rocha, membro della Comunità Shalom,da 10 anni in missione in Terra Santa, parla del servizio della Comunità orientato al ‘mondo arabo’, dov’è ancorata la maggior parte dei cristiani della regione. "Per me, vivere qui nella Terra di Gesù, è stata una bella scoperta. C’è una ricca varietà di riti e tradizioni all'interno della Chiesa Cattolica che non conoscevo nel mio paese d’origine"- dichiara la missionaria brasiliana. La Comunità Cattolica Shalom

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è presente ad Haifa dal 2000 ed ora questa città conta otto missionari. Nel 2006 è cominciato un nuovo nucleo missionario nella città di Nazareth, dove anche otto missionari sviluppano un servizio di evangelizzazione in collaborazione con la Custodia Francescana della Terra Santa, nella Basilica dell'Annunciazione. Tra i missionari ci sono alcuni che hanno imparato un po' di arabo, altri si dedicano di più all’ebraico, a seconda delle loro competenze e dei servizi apostolici. Specificamente, questi "oasi di vita contemplativa e fraterna" sono sostanzialmente le stesse “case comunitarie e missionarie” in cui vivono e lavorano i missionari della Comunità. In queste case, essi si dedicano esclusivamente al servizio apostolico, alla fraternità e alla preghiera. Ma ci sono anche i cosiddetti ‘Gruppi di preghiera’ in cui tanti giovani, uomini e donne, percorrono l’itinerario spirituale e formativo proposto dalla Comunità Shalom: il “Cammino della Pace”. In Terra Santa, la Comunità ha stabilito e anima al momento quattro gruppi di preghiera in arabo, che coinvolgono direttamente almeno 70 persone. Ci sono gruppi sia ad Haifa che a Nazareth e nella città di Shefar'am. I gruppi, generalmente, riuniscono adulti e giovani. In particolare, ad Haifa i missionari hanno iniziato un gruppo specialmente dedicato ai giovani e un altro svolto in lingua ebraica. Omima Fauze Dakwar è nata ad Haifa e partecipa al gruppo di preghiera organizzato dalla Comunità Shalom da 8 anni. Nella sua testimonianza ha detto che si sentiva un po' persa nella vita prima di incontrare i missionari

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Shalom e davanti alle molte delusioni della vita pensava che questo tipo di ‘persone che si aiutano l'un l’altro' non esistevano più. "La Comunità mi ha insegnato ad affrontare i miei problemi e le sfide quotidiane con l'aiuto di Dio. Mi hanno insegnato a pregare e a guardare la vita con gli occhi di Dio. Con loro ad Haifa - conclude - non mi sento sola, perché so che nel cuore di questi missionari c'è sempre spazio per tutti… loro non si stancano mai di servire i fratelli". Lorena Gadelha dice che ad Haifa oggi ci sono otto fratelli arabi che fanno un cammino di discernimentovocazionale nella Comunità Shalom. Inoltre, la Comunità promuove pellegrinaggi ai santuari in Terra Santa per i cristiani locali; evangelizza nelle case, negli ospedali e nelle scuole cristiane della Galilea; conduce corsi di formazione umana secondo la dottrina della Chiesa; organizza ritiri e incontri spirituali; sviluppa un'azione evangelizzatrice attraverso vari servizi come la

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musica, la pastorale, la consulenza, la predicazione, l'intercessione, l'evangelizzazione; e collabora anche con l'intrattenimento musicale insieme alla pastorale dei bambini e la catechesi nella parrocchia melchita di Haifa. La Comunità cerca anche di offrire eventi ricreativi che promuovono una sana convivenza tra i giovani. Unendo momenti di svago e divertimento alla spiritualità,la Comunità ha organizzato negli ultimi anni il ‘Festival Halleluya’, rivolto specialmente ai giovani con musica, danza, teatro e momenti di profonda spiritualità. L'ultima edizione ha avuto 250 partecipanti. Molti testimoniano che l’Halleluya in Terra Santa è una nuova ed originale esperienza di riscoperta dell'identità cristiana in mezzoalla difficile realtà della discriminazione e altre sfide esistenti nella regione. Fadi Bahouth, 19 anni, è uno dei giovani che ha visto nella ComunitàSalamun rifugio sicuro per alimentare la sua fede. Proveniente da una famiglia cristiana nella città

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di Shefar'am (che è distante 25 km da Haifa), ha conosciuto Shalom nel 2012 e descrive: "Il mio primo incontro con i missionari Shalom mi ha dato l'impressione di visitare il Cielo." Il giovane spiega che sente la Comunità come un'estensione della sua famiglia. Dopo aver visitato la sede della Comunità Shalom in Brasile nel 2014, Fadi segue un percorso vocazionale e desidera fai una consacrazione della sua vitaa Dio attraverso ilCarisma Shalom. Nella città di Nazareth, un nucleo di missionari della Comunità collabora con la Custodia Francescana nel servizio di accoglienza dei pellegrini in visita alla Basilica dell'Annunciazione. La Comunità qui testimonia molte vite trasformate dalle esperienze vissute nella semplicità e nella profondità propria della spiritualità di Nazareth, soprattutto per quanto riguarda la preghiera di intercessione. Questo è il caso di una pellegrina latinoamericana che, ad un missionario che aveva pregato per lei, ha confessato: "Ora l'annuncio dell'angelo Gabriele è arrivato

fino a me; qui resta la mia vecchia vita ed esco da questo Santuario con una vita nuova!". Ci sono molte altre storie, come, ad esempio, quella di Judyta Sowa, giovane pellegrina polacca, che ha scoperto un nuovo senso della vita attraverso l'incontro con un gruppo di missionari Shalom nella Basilica dell'Annunciazione. "Ho partecipato alla fiaccolata della Basilica, animata dalla Comunità. In seguito, durante la visita al Santuario, c'è stata l'opportunità ddi avvicinarmi ancora di più ai missionari. Loro mi hanno invitato all'adorazione al Santissimo Sacramento e a visitare la casa della Comunità. Così ho potuto conoscere meglio la vita della Comunità e c'è stata anche l'opportunità di fare una giornata di ritiro con loro…Posso dire che l'accoglienza di ciascuno dei missionari mi ha riportato alla vita. Oggi continuiamo un percorso di scoperta della mia vocazione nel mio paese d’origine, in Polonia, dove altri missionari della Comunità Shalom mi accompagnano in questa scoperta". by Rafael d'Aqui

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UNA TROUPE ARTISTICA E MISSIONARIA GIOVANI LATINO-AMERICANI PORTANO IL MESSAGGIO DEL VANGELO ATTRAVERSO L’ARTE: L'EVANGELIZZAZIONE ATTRAVERSO L´ARTE IN CILE E IN URUGUAY

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runa Viana, brasiliana, 25 anni. Luis Gonzales, cileno, 24 anni. Maxsuel Lucena, brasiliano, anche lui 24 anni. Tutti con una sola passione: parlare di Gesù attraverso il teatro, la musica e la danza. Bruna è una giovane missionaria della Comunità Cattolica Shalom, attualmente responsabile per il ‘Settore di Arte’ della missione Shalom a Santiago del Cile. Luis è un giovane come molti altri, attratto dalla bellezza dell’arte, che ritrova negli spettacoli della missione Shalom cilena i misteri della sua fede. Maxsuel, giovane missionario a Montevideo, uno dei paesi più secolarizzati delle Americhe, coordina il gruppo degli artisti evangelizzatori della missione Shalom nella capitale uruguaiana. La giovane missionaria Bruna, da quasi 3 anni in Cile, spiega che, negli ultimi tempi, sono aumentati gli inviti

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e le occasioni di portare il messaggio di Gesù attraverso gli spettacoli musicali prodotti dalla Comunità Shalom. Hanno avuto grande successo, negli ultimi anni, l’allestimento della versione in spagnolo del musical “Figlio di Dio, Bambino mio”, in cui si racconta la storia della nascita di Gesù, riunendo diversi ritmi e danze, e l’opera teatrale “Il Canto delle Irie”, che narra il mistero della salvezza dell’uomo attraverso la Croce e la Risurrezione di Cristo. “Il nostro gruppo è composto da 20 attori dilettanti, in gran parte giovani tra 15 e 30 anni. Il gruppo è integrato da altri 20 sostenitori per l’allestimento delle scene, la produzione, la parte finanziaria e la comunicazione dei nostri spettacoli”, spiega Bruna. Tutti i membri, nonostante siano molto impegnati come studenti o lavoratori in diversi settori, prendono sul serio le prove in cui, oltre all’aspetto artistico,

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vivono insieme momenti di preghiera e di formazione spirituale. Gli spettacoli realizzati in Cile hanno avuto anche una versione uruguaiana. Il pubblico è abbastanza vario, composto da famiglie e giovani che sono invitati da altri giovani membri del cast. Negli ultimi anni, le opere teatrali della Comunità Shalom sono entrate non solo nelle scuole delle capitali latino-americane o nei grandi incontri diocesani della gioventù, ma anche nei grandi teatri nel cuore delle metropoli come Montevideo, Santiago, São Paulo e Rio de Janeiro, inserendosi così nel programma culturale delle città, con un messaggio cristiano. Maxsuel, che conduce un gruppo di altri 15 giovani artisti nella capitale uruguaiana, spiega che l’obiettivo è quello di allestire ogni anno un nuovo musical. “Per il 2016, stiamo lavorando nell’organizzazione del musical ‘Lolek’, che racconta la vita di San Giovanni Paolo II, il cui autore è un missionario della nostra Comunità. Realizziamo ogni anno un’audizione per accogliere nuovi talenti per il cast. Non ci preoccupiamo di avere grandi numeri, perché sappiamo che la sfida è grande davanti alla secolarizzazione in questo paese, ma ogni talento ci dà l’occasione di accompagnare un giovane in più perché usi il suo talento per Dio e per portare un messaggio di Pace”, afferma il giovane missionario, coordinatore del Settore di Arte in Uruguay. Oltre al teatro, Bruna spiega che la missione artistica della Comunità Shalom si sviluppa anche nel campo musicale. “Abbiamo 14 persone che compongono la Band Shalom in Cile. Portano con il canto, la danza e gli strumenti musicali, con un linguaggio

giovanile, il messaggio del Vangelo soprattutto ad altri giovani”, evidenzia la missionaria. Facciamo in media 3 concerti al mese in missioni parrocchiali, scuole, incontri della gioventù diocesana o nazionale, a Santiago, ma anche fuori dalla capitale”. Luis Gonzales è uno spettatore assiduo dei musical presentati nella capitale cilena, e sottolinea che le produzioni della Comunità Shalom hanno un livello professionale. “La musica, i colori, le danze, la performance degli artisti coinvolgono il pubblico stimolandolo in modo molto particolare. Lo spettacolo ‘Figlio di Dio, Bambino mio’ mi ha fatto vivere pienamente itempiliturgici dell’Avvento e del Natale, e mi hanno aiutato molto a preparare il mio cuore per ricevere Gesù, contemplando tutto quello che Maria e Giuseppe hanno vissuto nel momento della nascita del Bambino”. L’arte è un mezzo potente per raggiungere soprattutto quelli che non conoscono Dio e che non sarebbero disposti a parlare di Dio in una conversazione normale. Come ci dice Maxsuel: “La nostra missione come Settore di Arte, nella realtà che viviamo come missionari a Montevideo, è sensibilizzare i cuori. Abbiamo visto come questo è stato possibile attraverso il teatro, la danza e la musica, perché questi mezzi rivelano, nella bellezza che esprimono, dei piccoli aspetti della Creazione e del proprio Cristo, che ci invia a quelli che hanno perso la fede e che si sentono abbandonati. Nell’espressione della bellezza dell’arte, il nostro pubblico è invitato ad avere un’esperienza dell’Amore Eterno di Dio e della gioia vera, che non finisce alla fine dello spettacolo". by Rafael D'Aqui

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HO TROVATO IN GESÙ LA DIGNITÀ: LA MISSIONE SHALOM A MADAGASCAR COMPASSIONE, CUCINA, SPORT ED EVANGELIZZAZIONE

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alla capitale, 24 ore di distanza in auto, si trova all'estremo nord dell'isola di Madagascar la città portuaria di Antsiranana (con circa 300.000 abitanti). E' lì che da agosto 2007 cresce silenziosamente una missione della Comunità Shalom. Oggi ci sono otto missionari che cercano di rispondere alla Chiesa che ha bisogno di operai nella sua messe, sia nel primo annuncio del Vangelo che nella nuova evangelizzazione in questo contesto semi-urbano. Immerso in una splendida baia e circondata da un rigoglioso parco naturale, paradossalmente le sfide della località non sono poche, tra cui la prostituzione, l'instabilità politica, mal distribuzione della ricchezza e sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, epidemie come l'HIV / AIDS, la malaria, l'abbandono dei bambini con disabilità, il traffico di minori e lo sfruttamento femminile. Vanda Santos, 43 anni, originaria di Salvador da Bahia, Brasile, è l'attuale responsabile della piccola comunità di otto missionari Shalom che vivono nel quartiere SCAMA alla periferia della città. Lei stessa spiega che la Comunità Shalom si stabilì in questa città, su invito di Mons. Michel Malo, ex-arcivescovo, con il compito di evangelizzare attraverso il Carisma

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proprio della Comunità, animando egestendo un centro rivolto ai bambini e ai giovani, soprattutto quelli con disabilità fisiche. "In modo profetico, l'Arcivescovo ha intuito che la disabilità fisica era solo una delle molte carenze che dovevano essere curate lì, in quel luogo, dove noi oggi lavoriamo.Ci sono tante ferite sociali e spirituali ritrovate nello stile di vita locale, come la tossicodipendenza, l'abbandono dei bambini, lo scoraggiamento causato dalla povertà estrema, che anche necessitavano l'attenzione della nostra Comunità"- chiarisce Vanda. Gli otto missionari che vivono e lavorano attualmente lì sono tutti brasiliani. Solo uno degli otto già conosceva la lingua francese. "Naturalmente, la lingua è una grande barriera, ma non ci lasciamo vincere”,afferma la responsabile locale della Comunità. Prosegue spiegando che tutti fanno un grande sforzo per prepararsi linguisticamente, sebbene questo non includa solo un impegno nell'apprendere il francese, la lingua degli ex-colonizzatori, ma soprattutto nell'essere in grado di comunicare con i più poveri e meno istruiti, dovendo così impegnarsi anche nell’apprendimento della lingua malgascia. "Sono convinta che la preparazione

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linguistica non può essere l'unico elemento che definisce la qualità del missionario. E' necessario prima di tutto amare le persone e voler andare verso il popolo"- evidenzia Vanda Santos. La piccola casa della Comunità, che forma un tutt'uno con il Centro (che dispone di alcune camere per la formazione), ripara, in spazi separati, ragazzi e ragazze. Il punto d'incontro della casa Shalom è il refettorio e la cappella. Questa, aperta al pubblico, nasconde il segreto della forza missionaria. Vanda riferisce che le mattine della Comunità sono "innaffiate dalla preghiera, perché è Gesù che ci dà la forza e ci spinge a superare le barriere umane e andare verso il popolo, per parlare del Suo amore e testimoniarlo". Aggiunge che i pomeriggi e i fine settimana sono pieni di attività: "Il cuore della nostra missione fino ad oggi è stato quello che noi chiamiamo il Progetto ‘Giusepped’Egitto', in

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cui serviamo nel nostro centro, di pomeriggio, 45 bambini per l'alfabetizzazione e l'evangelizzazione. Intorno a questo progetto, sono nate le nostre visite missionarie giornaliere porta a porta nei quartieri vicini, soprattutto rispondendo alle richieste di preghiera per i malati e per le famiglie dei bambini che partecipano alle nostre attività". "Regolarmente, visitiamo gli ammalati nei due ospedali della città e abbiamo ancora un gruppo di preghiera presso il Presidio”. Tutto questo sarebbe sufficiente, ma il gruppo di missionari non è ancora soddisfatto. “Qualche tempo fa, abbiamo cominciato a riflettere come raggiungere più persone per parlare dell'amore di Gesù… come arrivare a coloro che non sempre vanno in Chiesa o spesso si sentono addirittura indegni di Dio" - spiega la missionaria Thamires Pacheco,uno dei membri missionari Shalom che sono venuti a

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rinforzare la squadra negli ultimi anni. Conclude: "Fu in quel momento che è venuta a noi come un'ispirazione di Dio per l'anno 2015: la promozione di un corso di culinaria e di una scuola di pallavolo e calcio." Eugenia Costa, uno dei membri della Comunità che vive lì dal 2014, spiega lo scopo del corso di cucina: "Qui, soprattutto a causa della povertà, ma anche della mancanza di istruzione, il cibo, in molte famiglie, si limita solo al riso. Abbiamo visto, tuttavia, che ci sono altre fonti nutritive disponibili che sono poco utilizzate nella preparazione dei pasti della giornata. Quindi abbiamo pensato di riunire le mamme per aiutarle ad ‘aggiornare’ con creatività il ‘pane nostro quotidiano’.” Vanda Santos informa che ci sono in media quaranta donne che partecipano al corso di culinaria in questi ultimi tempi, tra cui "mamme" musulmane, attratte dalla novità. "Le guardo e sento che c'è sete di qualcosa di più, di una vita in abbondanza. Pertanto, il nostro compito è quello di avere il coraggio di proporre il Vangelo, sempre pregando con loro per ringraziare Dio per i Suoi doni e la Sua cura nei nostri confronti. Praticamente, ogni settimana cerchiamo di testimoniare l'amore di Dio in un modo nuovo e accattivante"- rivela entusiasta. I missionari raccontano che una partecipante fece una testimonianza durante il corso: "Se Shalom non fosse qui, cosa sarebbe di noi? Che cosa staremmo facendo ora? Rendo grazie a Dio per amarci in modo unico e diverso, dandoci questa opportunità di imparare a preparare il nostro cibo con più dignità e comprensione della necessità dell'alimento per il corpo, perché le nostre anime hanno bisogno di un corpo

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per vivere. Grazie a Shalom per esprimere così bene il suo amore a Dio, inviando nel nostro paese missionari così devoti e disposti a farci conoscere e sperimentare l'amore e la misericordia di Dio." Ma non solo di cucina vive la missione di Madagascar. Gabriel Angelo parla dell'ispirazione della scuola di pallavolo e di calcio: "E' in realtà molto semplice, si tratta di un modo per arrivare proprio ai giovani che non vanno in Chiesa o che non possono immaginare di fare sport con un missionario. Approfittiamo degli incontri fraterni anche per proporre un ritiro spirituale adatto all'età e al contesto da cui vengono i giovani. Per molti è stato un riaccendersi della fede". Con un grande bagaglio missionario e lavorativo di sviluppo umano in Brasile, la responsabile Vanda ha concluso: "In questa terra ho riscoperto la gioia di essere una missionaria. E’ molto impegnativo, ma è così che vedo la mano misericordiosa di Dio che guida la mia vita e che conduce il Suo popolo". by Rafael D'Aqui

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IL FESTIVAL HALLELUYA UNISCE ARTE, GIOVENTÙ E FELICITÀ CHE NON PASSA! "LA FESTA CHE NON FINISCE" È LO SLOGAN DELL’EVENTO CHE SI REALIZZA DA QUASI 20 ANNI IN BRASILE E ATTRAE PIÙ DI UN MILIONE DI PERSONE. CIRCA IL 70% DEL PUBBLICO È COMPOSTO DA GIOVANI.

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rte, giovialità, allegria, innovazione, solidarietà. Queste e molte altre componenti formano il Festival Halleluya. “La Festa che non finisce mai” è lo slogan del più grande Festival di Arti Integrate del Brasile e riflette le principali attrazioni dell’evento: musica, danza, teatro e preghiera per attirare giovani ad un’esperienza con Gesù, portandoli a fare esperienzadi una felicità che non passa. Il Festival supera un milione di persone annualmente a Fortaleza, nel Nordest brasiliano, dove ha luogo da 20 anni. L’evento è organizzato dalla Comunità Cattolica Shalom e si realizza anche in altre città del Paese, come Rio de Janeiro, São Paulo, SãoLuís e Natal. L'Halleluya è già stato realizzato fuori dal Brasile, a Roma (Italia), Nazareth (Terra Santa), Montevideo (Uruguay) e Toulon (Francia). Nella Giornata Mondiale del 2013, a Rio de Janeiro, l’evento è stato parte integrante del Festival della Gioventù e ha attratto un pubblico da diversi paesi. Quest’anno, per la prima volta, l’Halleluyasarà realizzato a Cracovia (Polonia), con l’obiettivo di attrarre giovani del mondo intero. L’evento sarà parte del programma del Festival della Gioventù durante la GMG. Il maggior Festival di Arti Integrate del Brasile è una grande arena che riunisce popoli, comunità e culture

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legate da uno stesso ideale: essere felici, vivere una felicità che non passa! La maggior parte del pubblico dell’Halleluya è composta da giovani, ma vi trovano posto anche le famiglie e persone di tutte le età. L'esperienza della felicità che l'Halleluya porta non finisce dopo i cinque giorni del programma. Il fine settimana seguente, infatti, si svolge l’ “Halleluya, voglio di Più!”, nei Centri di Evangelizzazione della Comunità Shalom sparsi per la città. Si tratta di un approfondimento sulla conoscenza della persone dello Spirito Santo, affinché le persone che hanno avuto un'esperienza con l’amore di Dio durante il Festival possano proseguire nel “Cammino della Pace”, come viene chiamato il già noto itinerario di formazione e preghiera della Comunità Shalom. Il Festival Halleluya accoglie, con le sue diverse attrazioni, i più variegati profili di pubblico, con spettacoli rock, pop, samba ed altri generi musicali tipicamente brasiliani. Dal classico al popolare, le attrazioni movimentano il palco principale con grandi nomi della musica cattolica. Ci sono altri spazi tematici: Adventure, Bambini, Misericordia, Arti Integrate, Solidarietà, tra gli altri, completano questo universo di Pace. Annualmente, circa 20 artisti salgono sul palco principale dell’Halleluya. Il Festival Halleluya è un evento il cui simbolo è la solidarietà. Da 14 anni esiste, durante l’evento, un patrocinio del Centro di Ematologia e Emoterapia dello stato brasiliano del Ceará (Hemoce) per raccolta di sangue e registro per la donazione di midollo osseo. Il patrocinio si ha anche in altre

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città dove esiste l’evento. C'è ancora un incentivo alla donazione di alimenti non deperibili. Metà degli alimenti raccolti sono distribuiti in città in cui c’è maggior carestia. Un’altra parte rimane ai Progetti di ‘Promozione Umana’ della Comunità Cattolica Shalom, che accolgono mendicanti, bambini in situazione di rischio e tossicodipendenze.

SPAZI TEMATICI ATTRAGGONO DIVERSE PERSONE ALL’HALLELUYA L’Halleluya possiede un’area destinata agli spettacoli e a spazi tematici. A Fortaleza, l’area totale è di approssimativamente 80 mila m2, di cui 60 mila m²saranno destinati agli spettacoli. Il festival conta otto spazi tematici, tra i quali lo Spazio della Misericordia, “Halleluya Adventure”, “HalleluyaKids” e “Halleluya Voglio di Pìù”. Lo “Spazio della Misericordia” è il cuore del Festival Halleluya. Per tutta la notte avvengono Corsi, Confessioni, Preghiera,servizi di Consiglio Spirituale e Seminari di Vita nello Spirito Santo. Nello Spazio c’è anche la Cappella dell’adorazione al Santissimo Sacramento durante tutte e cinque serate. Per coloro a cui piacciono gli sport estremi,c’è l’Halleluya Adventure, luogo che concentra presentazioni e campionati di skate, pattini e bicicletta; in parallelo si svolgono le attivitàdel Festival Halleluya. Questo spazio si trova nell’Arena Culturale,spazio del Festival creato specialmente per i giovani. Spazio dedicato ai sostenitori

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dell’Halleluya, con stand ed esposizioni, il ‘Patio Halleluya’ è composto da una fila di negozi messi in piedi dalle aziende che appoggiano il Festival e aiutano nella realizzazione dell’evento. Lì, il pubblico può ascoltare corsi ed informazioni generali sulle aziende che partecipano. Nello spazio ‘Fazendo Barulho’ (‘Facendo Rumore’, in italiano), la gioventù partecipa ai dibattiti su temi di attualità. Localizzato nell’Arena Culturale, questo spazio ha come obiettivo principale quello di ascoltare e interagire con i giovani. Lo spazio prende il nome dal programma televisivo della Comunità Cattolica Shalom - Fazendo Barulho - che è trasmesso dalla rete cattolica di TV “Rede Vida” (‘Rete Vita’, in italiano). C’è inoltre il Festival delle Arti, che riunisce gare di danza, musica e teatro. L’evento è gratuito, ma c’è anche una

cabina Lounge per chi desideri avere una vista privilegiata del palco. C’è poi il ‘Cine Halleluya’ con grandi film cattolici e artistici. La Piazza “Voglio di più” è un punto di incontro e interattività all’interno dell’Halleluya, che ha che fare con musica dal vivo e degli stand di cibo. Tutta l’interazione della Piazza ha come obiettivo quello di far sì che i giovani possano conoscere l’amore di Dio, attraverso la musica, il Cine Halleluya, ‘l’Autobus discoteca’ e, in modo speciale, attraverso il Seminario di Vita “Halleluya Voglio di più”. Nell’Halleluya Kids i piccoli possono vivere giochi, racconti di storie, presentazioni teatrali e attività pedagogiche durante tutta la programmazione dell’evento. Ci sono dei volontari che prendono cura dei più piccoli, al fine di garantire la tranquillità dei genitori mentre loro partecipano alle attività all’interno della area spettacoli della ‘Città della Pace’. Teresa Fernandes

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'SEDERSI AL TAVOLO' DELLA VITA COMUNITARIA E MISSIONARIA DELLA COMUNITÀ SHALOM. (CONGRESSO INTERNAZIONALE DI GIOVANI SHALOM, EVRY, FRANCIA, NOVEMBRE 2015).

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UN PEZZO DI CIELO LA COMUNITA' SHALOM NEL CUORE DEL MONDO. L'IRRADIAZIONE DELLA MISSIONE.

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el mese di novembre 2015, si è svolto nella città di Evry, in Francia, un congresso internazionale per i giovani dell'Opera Shalom presenti nel continente europeo (inclusi alcuni giovani della Tunisia, del Madagascar, della Terra Santa, del Canada e del Brasile). Esattamente una settimana dopo i tristi attacchi terroristici nella città di Parigi, il 13 novembre2015, 400 giovani della Comunità Shalom, da circa 15 paesi, sono arrivati in Francia come dei "giovani per la pace". In un luogo che in quel momento sentiva il dolore del terrore e dell'odio, abbiamo potuto vedere i nostri giovani, come a Pentecoste, godendo insieme dell'esperienza della Pace di Gesù Cristo Risorto e ricevendo da Lui un nuovo invio missionario, frutto di una forte effusione dello Spirito Santo. Qui, non c'erano barriere linguistiche o culturali, c'era solo "Shalom", la Riconciliazione, la Comunione! Il 'diverso' non era una minaccia, ma un'opportunità di unità! Non c'erano pareti, c'erano ponti tra le nazioni, perché c'erano veramente "ponti spirituali" tra quei giovani. E’ stata una vera e propria esperienza di paradiso, un pezzo di Cielo! Giovani provenienti da diverse parti del mondo, pregando insieme, sorridendo insieme, divertendosi insieme, cantando e

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lodando Dio insieme... un pezzo di Cielo! Nella stessa occasione, abbiamo preparato uno spazio chiamato 'Youth Fest' al secondo piano della chiesa cattedrale di Evry, dove si è svolto l'evento. In questo spazio, c'era uno 'Snack Bar Shalom' e un piccolo palco. In questo "Festival della gioventù", i giovani dei vari paesi sono stati in grado di portare un po’ della loro cultura da condividere con gli altri. L'atmosfera era diventata un "grande tavolo comune" sul quale abbiamo condiviso la nostra cultura, i nostri valori ed esperienze. Abbiamo visto un po’ di tutto: gli Italiani hanno recitato itesti di Dante Alighieri, gli spagnoli hanno ballato una loro danza tipica, gli olandesi hanno recitato un pezzo sul Natale, i polacchi hanno insegnato danze mentre facevano pubblicità per la GMG di Cracovia, i giovani arabi ci hanno insegnato a parlare un paio di frasi nella loro lingua, i francesi, gli anfitrioni della festa, hanno dato il tocco gastronomico predominante nella caffetteria, nella quale sono stati vendute torte salate e dolci negli intervalli degli eventi. I giovani brasiliani e ungheresi hanno animato l’evento, non parlando in portoghese o in ungherese, mapiuttosto in inglese! Che mistero…quel tavolo pieno! Un pezzo di Cielo!

L’iniziativa, tenutasi di recente, è stata una piccola immagine di ciò che Dio sta costruendo in mezzo a noi: comunione e missione. Secondo la definizione dei suoi Statuti, la Comunità Cattolica Shalom ha per missione quella di contribuire a rinnovare l'azione evangelizzatrice della Chiesa, con nuovo ardore, nuovi metodi e nuove espressioni, cercando, per

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questo scopo, di trasformare le attività secolari in mezzi di evangelizzazione e santificazione del mondo. Desiderosa di compiere la sua missione di condurre molti uomini e donne del nostro tempo ad un incontro personale con Gesù Cristo, il ‘Risorto che è passato per la croce', la Comunità Shalom, guidata dallo Spirito Santo e confermata dalla Chiesa, avanza per trovare e toccare cuori, in particolare dei giovani dove questi si trovino. Con la creatività e la parresia (termine greco che,nel Nuovo Testamento, disegna la franchezza e l'audacia dei discepoli di Cristo nella missione di annunciare il Vangelo), vogliamo essere sempre più disponibili ad essere inviati a nuovi spazi, nuove terre e nuove persone per portare al mondo intero, con gioia, l'amore misericordioso di Dio. Entro la fine del 2016 la Comunità Cattolica Shalom avrà raggiunto circa 170 diocesi in 27 paesi del mondo, in America, Europa, Africa e Asia. La Comunità Shalom ha avuto il suo inizio in Brasile, un paese che ha ricevuto tanti missionari europei e di altre parti del mondo. Data l'urgenza della missione e l'evangelizzazione del mondo, siamosempre stati guidati e mossi dalle parole di Gesù: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8) Così, i primi missionari della Comunità Shalom, dal Brasile, hanno iniziato ad offrire la propria vita per la missione. Nel corso degli anni, abbiamo visto che la Divina Provvidenza e la voce della Chiesa hanno aperto e dato impulso alla diffusione missionaria che è andata oltre i confini del Brasile, facendoci arrivare a varie parti del mondo. In molte nazioni, tanti giovani, famiglie, uomini e

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donne, hanno cominciato a identificarsi con il Carisma, la vita, la spiritualità e la missione della Comunità Shalom, e i signori vescovi hanno man mano confermato e incoraggiato la presenza e l'azione della nostra Comunità nelle loro diocesi. In questo movimento missionario, la nostra ‘Famiglia Shalom’ha cominciato a riflettere sempre più il "volto dell’umanità", portando al "pasto comune" della nostra vita comunitaria e missionaria, persone di diverse culture e nazionalità ... Oggi, per grazia di Dio, nell'Opera Shalom non ci sono solo brasiliani, ma anche italiani, francesi, uruguaiani, cileni, ungheresi, capoverdiani, guineani, polacchi, peruviani,canadesi, arabi, ecuadoriani, spagnoli, portoghesi, argentini, malgasci, cinesi, colombiani, boliviani, tedeschi, svizzeri, paraguaiani, congolesi, guineani, americani, olandesi... e questa famiglia è in crescita, rendendo il volto della nostra comunità missionaria sempre più coincidente con il "volto universale" della Chiesa. Il Signore suscita doni e carismi per questo tempo nella vita della Chiesa e dell'umanità, al fine di generare un nuovo movimento missionario, per una nuova evangelizzazione. La Comunità Shalom, tutta protesa ad annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del terzo millennio, è parte di questa nuova fioritura. Vogliamo, con la grazia di questo Carisma che Dio ci ha affidato, in una vita di Contemplazione, Unità ed Evangelizzazione, metterci al servizio della Chiesa in tutto il mondo, a disposizione per la missione. Ecco, sulla mappa, una panoramica della Comunità Shalom nel mondo.

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NEL MONDO

INGHILTERRA

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Se siete interessati a conoscere meglio la vita e la missione della Comunità Shalom nel mondo, contattateci via e-mail office@comshalom.org Se vuoi diventare un benefattore per contribuire all'azione dei missionari della Comunità Shalom in tutto il mondo, puoi aiutarci con una donazione a: COMUNITA' CATTOLICA SHALOM IBAN: IT40W0335901600100000008887 BIC: BCITITMX Conta Corrente: 100000008887 Banco: Banca Prossima FILIALE DI MILANO 20121 - PIAZZA PAOLO FERRARI 10 - MILANO

P. CRISTIANO PINHEIRO Assistente Internazionale della Comunità Cattolica Shalom international@comshalom.org Fino ai confini della Terra!

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a Comunità Cattolica Shalom è riconosciuta dalla Santa Sede come Associazione Internazionale Privata di Fedeli, la cui missione è contribuire per rinnovare l'azione evangelizzatrice della Chiesa con nuovo ardore, nuovi metodi e nuove espressioni.

Siamo una famiglia, della quale fanno parte uomini e donne dei diversi stati e forme di vita presenti nella Chiesa: sacerdoti, famiglie missionarie, membri consacrati nel celibato per il Regno dei Cieli e persone singole in un cammino di discernimento della loro vocazione specifica. Nella diversità di questi doni, viviamo una stessa vita comunitaria, nella quale facciamo una forte esperienza di comunione con Dio e di unità con i fratelli, trovando lì la forza per portare nel mondo la Pace.

UFFICIO INTERNAZIONALE SHALOM Via Dipignano, 67. 00173. Roma-IT. www.comshalom.org comshalom comshalom_it

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