/ DICEMBRE 2015
Anno 58 - Dicembre 2015 / n. 12
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Mensile di cultura religiosa e popolare
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Per la famiglia di sempre Un luce rinnovata tra cielo e terra da Betlemme a noi
U
n uomo scendeva dal monte. Per strade difficili, insicure. Nel viaggiare i pericoli ci sono sempre. Una banda di ladroni lo aggredì. Lo bastonarono senza pietà, lo spogliarono di ogni bene. Finì buttato in un canto, quasi morto. Davanti a lui transitarono persone, ma fecero finta di niente. Solo un altro viandante ebbe pietà del poveretto. Medicò le sue ferite, gli diede da bere e da mangiare, un letto per dormire. Lasciò dei soldi alla locanda perché fosse curato, accertandosi che avrebbe fatto ritorno. Gesù ha scelto bene la sua parabola, e il Samaritano soccorrevole, nella lettura di Luca (10, 29-37), si fa nuovamente Maestro di tutti: Va, e anche tu fa lo stesso. Nella narrazione appena proposta c’è la storia della nostra intera società: c’è la famiglia svalutata, mentre si inoltra nelle insidie di sempre nuovi assalti; ci sono le perfidie e i crimini di chi assalta le coscienze; c’è il messaggio salvifico della buona comunicazione, degli operatori di pace che indirizzano gli umiliati e offesi verso la retta via. Il Signore dei secoli, Padre del bene, si fa carico della famiglia minacciata ogni giorno dalle ignobili tentazioni e seduzioni di una perfida modernità. Sta in noi ritrovare la forza vitale dallo Spirito per sottrarre genitori e figli al buio della disgrazia, per rimetterci nella giusta direzione, verso la luminosa città sul monte. Ulderico Bernardi ❏ alle pagine 16-17
Una famiglia di 2015 anni fa e la famiglia d’oggi. Natale, un tempo per ripensarci: bambini, genitori, società.
Il diritto di vivere in un Paese dignitoso C aro Frate Indovino, ogni mese attendiamo il tuo mensile con impazienza poiché troviamo molto sensati ed interessanti gli articoli pubblicati ma, questa volta, sei riuscito ad esprimere nella nostra lingua scritta tanti pensieri che mi vorticano in testa, magari in modo disordinato. Ti scrivo a proposito dell’articolo di Federica Mormando, a pagina 2, intitolato Le autorità temono chi le disprezza. L’autrice ha saputo mettere con molta chiarezza, nero su bianco, giudizi che, proprio nel tipo di Paese che descrive, non si possono nemmeno ma-
nifestare senza paura di essere etichettati in modo negativo. A quanto scritto nell’articolo io aggiungerei una domanda che da un po’ mi frulla nella testa: perché noi italiani non possiamo pretendere di avere un Paese pulito, decoroso e sicuro come altri Paesi del Nord Europa, e parlo di Europa, non di un luogo esterno alla nostra galassia? Io credo che siamo arrivati al punto tale che chi ci governa, non sapendo minimamente come gestire la situazione, la ignora. Giuliana Salani ➢ segue a pagina 26
Voci e pensieri per Natale N
atale vuol dire presepio da quando Francesco realizzò quello di Greccio nel 1223. Sono molte le famiglie che si avvicinano al Natale preparando e realizzando con i figli la ricostruzione della Natività di Betlemme. Abbiamo fatto anche noi, quest’anno un presepio. Speciale. Inedito. Esclusivo. Con una suggestiva narrazione, l’autore dà voce ad alcuni protagonisti: un angelo, un pastore, un oste e un bue. Ne vien fuori un percorso ricco di riflessioni, avvolte in un clima di poesia, di stupore, di meraviglia. E fra le righe si delineano molti temi e problemi del vivere d’oggi, con interrogativi che sono lasciati alla sensibilità e alla responsabilità di ciascuno di noi. ❏ Gianni Ballabio servizi alle pagine 15-18
Le orme del Padre
Il Calendario 2016 di “Frate Indovino”
Nell’anno del Giubileo della Misericordia, le pagine del Calendario di “Frate Indovino” trattano il tema dell’amore di Dio per l’uomo. Zois alle pagine 22-23
QUESTO MESE
Verso la fine del 2015 e l’arrivo del 2016
Europa, Italia, noi: tra paure e speranze incontro al nuovo
■I
C
Moretto a pagina 5
ome ogni fine anno, maghi, fattucchiere e cartomanti daranno fondo alla loro abile e sfrenata fantasia. Condendo le nostre speranze di un futuro migliore. Un rito antico quanto l’uomo. Rito illusorio. Con il quale tentiamo di scacciare le nostre ansie e le nostre angosce per il domani che verrà. Cosa ci porterà il nuovo anno? La domanda ci pare oziosa e soprattutto senza risposta. Nel nostro Paese serpeggia un senso di paura. Paura di perdere il benessere economico raggiunto, soprattutto. Paura del lavoro precario o che non c’è. Paura della ripresa economica ancora
debole. Paura proveniente dallo smantellamento progressivo e inarrestabile del sistema di sicurezza sociale, sul quale potevamo fondare le speranze di una terza età economicamente tranquilla. Qualcuno ha scritto che è finita un’era. Quella delle illusioni, quella di un’Italia (e vorremmo aggiungere, di un’Europa) che non guarda più al futuro. Il vecchio Continente, infatti, ansima. A corto di idee e di ideali. E noi con lui. La nostra Italia vive solo nel presente. Non conosce più la propria storia. Un soggetto senza padre né madre. Senza memoria. Si
ripete stancamente quella che da secoli è la nostra indole nazionale, l’eterno ritorno alla dimensione individuale, egoistica e soggettiva. Del “proprio particulare”, per dirla con Guicciardini. Una saggezza poco saggia. Una saggezza che ci priva della facoltà di sognare e di essere profetici. Saremo capaci di accettare la sfida del futuro, di uscire allo scoperto e correre il rischio di ritrovare l’orgoglio delle nostre radici e dei nostri valori morali e spirituali? È questo l’augurio che ci facciamo e che indirizziamo ai nostri lettori! Nazzareno Capodicasa
NOSTRI SOLDI
Una visita “guidata” alle Borse finanziarie
■ GIOVANI
OGGI
Generazione Z, fra sdraiati ed eretti
Mormando, Grampa, 12
■ ASTRONOMIA
Come guardare il cielo e le stelle
Starnini Sue a pagina 21