Abbonnement - Poste - Taxe Perçue
www.frateindovino.eu
Prima tocca sempre agli altri
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in AP - ROC - art. 1.co.1 D.L. 353/03 Perugia CPO
Mensile di cultura religiosa e popolare
Anno 55 - Febbraio 2012 / n. 2
L’Italia dell’austerità e delle manovre
Dove approderemo?
L
➢ continua a pagina 5
SALE&PEPE
Quando è l’ora della polenta con
Monti
Federico Schneider a pagina 4
000Frate_Feb2012_Zois.indd 1
Parla Nando Pagnoncelli: come nascono i sondaggi Di Teodoro a pagina 7
di GIUSEPPE ZOIS
a fortuna è cieca, ma il sacrificio ci vede benissimo. E va quasi sempre a colpire gli stessi, i più sfortunati. Tocca soprattutto a loro sopportare le conseguenze più pesanti delle varie “manovre” che si susseguono, con la puntualità delle stagioni, per evitare che l’Italia vada a fondo. Vittime predestinate. Sono le più facili da colpire. Sulle loro spalle si può caricare a oltranza: hanno poca voce, non si lamentano, sono dignitosi. Devono sudare sette camicie ogni giorno, fare salti mortali: loro devono. Gli altri, disquisiscono. C’è sempre qualcun altro cui tocca pagare per primo. Si sa, e non da oggi: i potenti e i privilegiati trovano sempre il modo di glissare, di non farsi male. Un ritocco di qua, un rinvio di là, una smagliatura nella rigida rete, un po’ di collaudata furbizia, i varchi per chi può sono sempre molti. L’Italia, una volta ancora, si è rivelata la patria delle corporazioni: tutti che reagiscono, insorgono, minacciano, scioperano. È uno spartito che non cambia mai. Era così con Berlusconi, quando il premier pensava di intervenire sulle pensioni: e non gli fu possibile. Alzò la scure sull’accorpamento dei Comuni in base alla popolazione e ci fu un’insurrezione generale. Non si toccano le prime cellule della democrazia. Le Province con il centro-destra al potere non si potevano toccare, perché la Lega non ne voleva sentire parlare, avendo occupato diverse poltrone al nord. Ma di tagliare le Province è da un pezzo che si parla e non è mai la volta buona. Ci ha provato anche Monti con i suoi professori: l’ipotesi è stata prontamente affossata, sotto una selva di interessati no.
All’interno
L’addio a Giorgio Bocca e Vaclav Havel Zois alle pagine 8 e 9
Arcipelago Siria: chi osa toccare
Damasco?
Gambino a pagina 10
I
telefonini
e la guerra delle tariffe Guidi a pagina 15 Dove stiamo andando? E, soprattutto, dove potremo arrivare come nazione e come popolo, nel vortice di una crisi che non ci sta risparmiando proprio nulla, tra continui colpi di scena, tasse, rincari, salari che si assottigliano e acrobazie quotidiane per far quadrare i bilanci? La politica se vuole essere credibile deve darsi una mossa, in coerenza anche con i continui e sempre più pesanti sacrifici che chiede ai cittadini, in particolare al ceto più diffuso, quello dei dipendenti e salariati, che boccheggiano per mancanza di risorse. Il 45% della ricchezza in Italia è nelle mani di una élite pari al 10% della popolazione. Radiografia e prospettive del Paese, privilegi della classe politica, responsabilità individuali e collettive per uscire dalle secche: ecco che 2012 abbiamo davanti.
“Buon Natale con Frate Indovino” Fratemarco a pagina 18
Giornata della fede e cruna dell’ago
Con responsabilità diverse di fronte alla grave crisi di ULDERICO BERNARDI
Q
ualche nostro anziano ricorda ancora, sicuramente, la “Giornata della fede” che il fascismo celebrò con gran pompa il 18 dicembre 1935. XIV, come imponeva allora il calendario del regime. Fede stava per adesione al governo del Duce, ma al tempo stesso voleva indicare in modo esplicito l’anello nuziale d’oro che le coppie si scambiano il giorno del matrimonio. La Società delle Nazioni (l’ONU di allora) aveva colpito l’Italia con sanzioni economiche per punirla dell’aggressione all’Etiopia. Un momento di grande difficoltà per il Paese, cui si fece appello perché volontariamente versasse, almeno in piccola parte, il suo oro a sollievo delle finanze pubbliche. Si raccolsero complessivamente vere nuziali - sostituite con altre di acciaio accompagnate da un attestato - offerte in moneta e oggetti d’argento, per un valore di
oltre 500 milioni di lire-oro. Una cifra enorme per l’epoca. Ci furono personaggi eminenti come Benedetto Croce e Guglielmo Marconi che donarono la loro medaglia di senatori del Regno; Luigi Pirandello versò la sua medaglia del Premio Nobel; il vescovo di Bologna rinunciò alla sua croce pastorale. Perfino lo scrittore Cesare Pavese, al confino quale dissidente antifascista, offrì alla Patria in affanno 50 lire, non avendo oggetti d’oro, accompagnando la banconota “con patriottiche parole”, come scrisse il rapporto di polizia. In quello stesso anno, nel mese di marzo, un plebiscito aveva confermato l’adesione entusiasta al regime da parte del popolo italiano: i chiamati al voto erano 10.526.504 (le donne erano allora escluse), i favorevoli furono 10.061.978, solo 15.201 i contrari.
➢ continua a pagina 5
Rapporti
con le nuove generazioni
EducAzione, spazio di aiuto alle famiglie In questa società che sembra avere soluzioni pronto-uso per tutti, di fatto, i genitori e gli educatori in genere si ritrovano, ogni giorno, con un numero di domande in crescita e di risposte che calano. Spesso, non si sa quali soluzioni scegliere di fronte ai problemi dei rapporti con le nuove generazioni. Il nostro mensile vuole offrire spazi di riflessione, proposte, ipotesi, esperienze fatte che possono aiutare le famiglie. (Carissoni, Florio, Monego e Zaugg alle pagine 11, 12, 13 e 14)
16/01/12 12.46