Anno 60 - GENNAIO 2017 / n. 1
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Se la macchina della Giustizia perde colpi…
C
onoscenza e applicazione delle tecniche stanno avendo un’accelerazione straordinaria, ma il risvolto negativo è che nella vita di ogni giorno dilaga l’instabilità. ne patiscono le relazioni tra le persone, le comunità familiari, le istituzioni e le imprese. ovunque si avverte un imbarbarimento dei rapporti umani, anche ai livelli più alti della politica internazionale. Abbiamo letto non molto tempo fa che il primo “responsabile” (?) della Commissione Europea si è lasciato andare a un’espressione irritata e irrispettosa come “ma chi se ne frega!”, rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano. Un tempo politica e diplomazia usavano toni d’altro genere, ma questo è oggi l’andazzo. ne abbiamo fatta di strada all’indietro dal costume d’altri tempi! Senza cadere nel latinorum degli azzeccagarbugli, sentiamo nostalgia di comportamenti austeri, con la stabilità del diritto romano, cui ancora si ispira il nostro Codice Civile. Il detto “i patti vanno mantenuti”, dovrebbe essere un pilastro della nostra civiltà. Così non è più, disgraziatamente. ne sa qualcosa chi si trova ad avere a che fare con la giustizia. Cause che si trascinano per decenni, sentenze che non vengono pronunciate per scadenza dei termini legali, dimenticanze e lentezze burocratiche che finiscono per portare le imprese al fallimento.
Ulderico bernardi
➢ segue a pagina 35
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Mensile di cultura religiosa e popolare
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Avvicinamento al pianeta delle nuove generazioni
nel segno dei giovani
nuovo anno, vita nuova, all’insegna di una gioventù da vivere come grande e decisiva risorsa e non soprattutto e continuamente come problema. buon anno! ❏ Inserto alle pagine 19-23
Come vivono, cosa pensano, dove vanno, quali sono i loro comportamenti? E il loro atteggiamento verso il mondo degli adulti? E poi, la scuola, il sempre più difficile mercato del lavoro, la complessità dei rapporti in un tempo dominato fin quasi ossessivamente dalla comunicazione? E ancora, i nostri giovani di fronte al problema del credere, quindi della religione, con una lunga eclissi del sacro e di Dio: al punto che il Papa ha pensato di indire un Sinodo dedicato proprio a loro, i giovani che sono il futuro della società, la speranza di tutti, ancor più sulla soglia del nuovo anno.
dopo i devastanti danni del terremoto…
L’evento del natale 2016 a gualdo tadino
Prodotti tipici delle zone colpite dai terremoti di agosto e ottobre: eccellenze che bisogna salvare per aiutare una popolazione e per mantenere un’identità di prestigio. Alle pagine 4 e 5
Allestito nella monumentale chiesa di San Francesco, su una superficie di 250 mq, il Presepio di Gualdo Tadino ha acceso grandi emozioni nelle migliaia di visitatori. Alle pagine 10 e 11
Eccellenze da salvare
Il Presepio delle emozioni
Condannati a subire la malasanità?
mmalarsi spesso in Italia è un dramma nel dramma. Dal momento del ricovero si entra come in un labirinto. Sofferenze di ogni genere, quelle morali comprese, e costi, tanti, a volte non quantificabili, per molti insopportabili. Pensiamo a come può vivere chi assiste un malato di Alzheimer, o una persona con gravi patologie psichiatriche, o un parente totalmente disabile. I tagli alla spesa pubblica hanno ridotto atrocemente l’assistenza creando conseguenze talora pesantissime. Accadono fatti dove la realtà supera l’immaginazione nel peggio. E al peggio non c’è mai un limite.
I cittadini si lamentano ma tutto scivola via nell’indifferenza di chi dovrebbe risolvere i problemi e non lo fa. All’inefficienza della sanità pubblica chi può rimedia andando nel privato. Già, ma chi se lo può concedere? Considerando la consistenza media delle pensioni e la durata incerta delle degenze, si capisce perché tanti preferiscano tirare avanti a casa, a denti stretti, finché si può. C’è però un dettaglio che non va trascurato: la sanità noi la paghiamo. Qualsiasi lavoratore dipendente, qualsiasi professionista regolarmente tassato versa un contributo costante,
per avere a tempo debito un’assistenza medica quanto meno dignitosa. Se dobbiamo annaspare in balia del destino, perché non toglierci quest’obbligo, lasciandoci liberi di scegliere un’assicurazione che paghi nel momento del bisogno? Se provassimo a sommare tutto quello che versiamo in un ipotetico salvadanaio, ne uscirebbero il parto in clinica con tutti i comfort, l’assistenza per quando saremo vecchi, e soprattutto un luogo tranquillo e sereno dove finire i nostri giorni. Emanuela Monego ❏ Servizi alle pagine 2 e 3
QUeSto meSe ■ il refereNDUm Renzi travolto da un’ondata di “no” a pagina 7
■ area VerDe
Cambiare abitudini per noi e per l’ambiente alle pagine 8 e 9
■ CoNfroNti
Il sistema elettorale per il Presidente USA Grasso a pagina 14