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Mensile di cultura religiosa e popolare
Anno 54 - Luglio 2011 / n. 7
nozze, un passo che spaventa troppi giovani
Il “lungo cammino” dell’Italia in 150 anni
di ULDERICO BERNARDI
Davanti a noi sfide da raccogliere e vincere insieme
Le
sete di libertà Claudio Bonvecchio a pagina 3
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La crisi si fa sentire, ma la voglia di consumi la fa da padrona Todeschini a pagina 4
tra pro e contro Mettiamo l’atomo sulla bilancia dopo Chernobyl e Fukushima frAM e Zois alle pagine 12-13
Il Giro
promuve il turismo
E i calciatori si danno nuovi obiettivi di categoria Consoli e Celli alle pagine 14 e 15
Estate
tra noia ed eccessi vari
Frecce Tricolori rendono gli onori al Presidente della Repubblica a conclusione della parata del 2 giugno, Festa della Repubblica.
Un lungo sguardo al cammino fatto in 150 di Unità Nazionale, agli straordinari balzi in avanti, ma anche ai problemi di fondo irrisolti.“L’Italia farà la sua parte – ha assicurato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – perché avanzi nel mondo la causa della pace, dei diritti umani, della democrazia, di un equilibrato, equo, sostenibile sviluppo economico e sociale globale”. Con questo spirito è stato celebrato il natale della Repubblica. Servizio a pagina 7
Se vogliamo vivere davvero, evitiamo… fiumi di birra Bassani e Carissoni alle pagine 16 e 17
Le cifre documentano lo stato di crisi
P. Mauro Jöhri, il Cantico della Carità
L’Italia alla ricerca del tempo perduto
P
L’onda lunga
La rivoluzione dei gelsomini,
Come spende l’America
Energia nucleare
I
n quarant’anni, giusto un paio di generazioni, il numero dei matrimoni in Italia si è pressoché dimezzato. Le nozze erano state per secoli occasione per una grande festa. La fondazione di una nuova comunità familiare giustificava bene lo svuotamento del pollaio e lo svenamento della cantina. In campagna era così che si celebrava il rito, dopo il fatidico sì pronunciato davanti al parroco. La gran mangiata e bevuta accompagnavano in prosperità l’ingresso definitivo dei 2 giovani sposi nell’età responsabile. Era l’addio alla spensieratezza, l’assunzione dei doveri adulti, la soglia della continuità assicurata dalla nascita dei figli che presto sarebbero venuti. Sperato, raggiunto dopo un periodo di cauta conoscenza nel fidanzamento, il matrimonio coronava le aspettative amorose di una coppia cresciuta nel segno della vita tradizionale. Una vecchia canzone, che capita ancora di ascoltare alla radio, ci trasmette il senso di quelle aspettative: Sposi, oggi si avvera il sogno e siamo sposi! Tutto risplende intorno, e luminosi saranno i fior… Sposi siamo alfin mio dolce amor. Da allora è successo il disastro. I matrimoni sono diventati occasionali, le nascite scarse, e l’eccesso festivo delle nozze se n’è andato con tanti altri riti che arricchivano tutti i momenti importanti del ciclo vitale di ogni persona. Lasciando un vuoto dove sono precipitati il valore della famiglia, il senso della continuità, la solidarietà comunitaria. Un problema che investe tutto l’Occidente. ➢ continua a pagina 2
All’interno
Credere oggi in una modernità frastornante, interpretare il messaggio rivoluzionario di San Francesco, come testimoniare una presenza in una società che, nonostante tutto, ha un insopprimibile bisogno di sacro. Intervista con il Ministro generale dei Cappuccini, Padre Mauro Jöhri. Giuseppe Zois alle pagine 9, 10 e 11
er i 150 dell’Unità d’Italia, voci autorevoli auspicarono che la ricorrenza servisse da stimolo per un rilancio a tutto campo dell’identità nazionale, della vita del Paese e della sua presenza nel mondo. Nello scorrere di questo 2011 del “centocinquantesimo” sono via via affiorati dati e valutazioni che hanno dimostrato l’assoluta necessità di passare, sollecitamente, alla concretizzazione degli auspici, formulati in precisi impegni. Dal “rapporto” con il quale, ogni 12 mesi, l’Istat fa il punto della situazione socio-cultural-economica, è saltato fuori che in Italia urgono parecchi no a brutte tendenze, a bubboni in crescita, a cattive abitudini, a individualismi ed egoismi, a illusioni e chiacchiere inconcludenti. In 10 anni (tra il 2001 e il 2010) l’Italia ha avuto uno sviluppo dello 0,2%, a fronte dell’1,3% in media dei 27 Paesi dell’UE. Dalle nostre parti,
in 3 anni (tra il 2008 e il 2010) il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 4%; la propensione al risparmio che tra il 2000 e il 2005 era attorno al 13,3%, nel 2010 si è fissata sul 9,1%; in un biennio (2009-2010) sono andati in fumo oltre mezzo milione di posti di lavoro; più di 2 milioni sono risultati nel 2010 i giovani tra i 15 e i 29 anni “nullafacenti”. Gino Carrara ➢ continua a pagina 8
Cittadini&Fisco
Anatomia di un rapporto complicato Gino Carrara a pagina 5
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