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Anno 61 - Maggio 2018 / n. 5

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La vita dentro l’eremo: una giornata a Collepino L

a vita è quella che conosciamo e che viviamo: facciamo tutto di corsa dentro un vortice di impegni in moltiplicazione continua. In questo tempo che disorienta, ci sono persone e ci sono luoghi dove il tempo pare essersi fermato. Sono gli eremi: orti dello spirito, dove i giorni sono segnati dal silenzio, dalla preghiera, dal lavoro. Siamo entrati in uno di questi spazi protetti e speciali, varcando quella soglia che separa due mondi: l’eremo di Collepino. Suor Eliana, l’eremita responsabile di quest’oasi, ci ha raccontato la quotidianità, da stelle a stelle. ❏ Zois alle pagine 20 e 21

Ritrovare la fiducia L’ O

Il delicato e decisivo territorio dell’educazione

Dalla mamma al bambino

ra sono vecchio, ho fatto in tempo a conoscere dal vivo la guerra. Avevo otto anni quando il secondo conflitto mondiale ebbe termine. A quell’età avevo già accumulato un disgraziato patrimonio di tragedie, nella mia piccola mente e nella memoria collettiva. Poi seguirono gli anni entusiasti della ricostruzione. Donne e uomini avevano una fame insaziabile di vita e di futuro. I giornali scrissero di un “miracolo italiano”. Ed è pura verità. In un paesaggio di case distrutte, di disoccupazione ed emigrazione, di fabbriche demolite sotto le bombe, di strade e ferrovie sconquassate, legioni di cuori impavidi si misero in moto al soffio della pace. In pochi anni il coraggio si fece bandiera. I contadini diventarono operai, i ragazzini affollavano le scuole, gli artigiani si fecero capitani d’industria. Un grande Paese sconfitto e ridotto sul lastrico si ritrovò benestante e gonfio di fiducia. Chi ha una certa età, ha conservato memoria di questa formidabile trasformazione. La nazione italiana uscì dall’avvilimento ed espose al mondo le sue ricchezze di creatività, di iniziativa, d’ingegnosità e di sapiente uso delle mani.

Ulderico Bernardi

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immaginario e la comodità maschili attribuiscono alle madri innate capacità genitoriali. Non è così: la maternità è uno shock seguito da una fisiologica depressione, in cui la vicinanza del padre è molto importante. Subentrano, diventando madri, complicazioni lavorative e quotidiane, per la mancanza o inaccessibilità di infrastrutture. E bisogna concordare le linee fondamentali dell’educazione con il padre, ad evitare dannose incoerenze. Prima ancora che nasca un bambino bisogna aver chiaro che cosa è fondamentale insegnargli, che obiettivi si vogliono raggiungere. Se lo scopo dell’educazione è che cresca una persona autonoma, consapevole, in grado di affrontare la vita e costruire saldi legami affettivi, bisogna capire le linee essenziali da seguire. I metodi

Digitalfobia

sono diversi a seconda della personalità di ogni bambino. E bisogna ricordare che l’esempio vince sempre sulla teoria. È quindi importante che la madre sia autonoma, economicamente e psicologicamente. Genitori affettuosi e solidali, concordi nei principi fondamentali e nella loro espressione sono per i figli un patrimonio prezioso. Il sì e il no devono essere chiari e ragionati. Ascoltare con serietà i bambini è importantissimo: non significa lasciare che interrompano le conversazioni o decidano ogni cosa, ma comprenderne i bisogni e il punto di vista, non necessariamente concordare. Bisogna instillare sia il senso del dovere sia quello dell’allegria e del gioco. E, soprattutto la madre, deve sapere che un giorno i figli se ne andranno e che la vera vittoria è dargliene il coraggio.

Federica Mormando

Uomo e natura, meteo e spazio

L’

accusa è pesante: il mondo di internet con tutti gli annessi e - è il caso di dirlo - connessi, è diventato un “Far West”. Ad aggravare il clima è scoppiato anche il caso del mercato dei dati di Facebook. Un polverone si è abbattuto sul pianeta. Curiosa e paradossale la situazione: si mette tutto in piazza e poi ci si sorprende e indigna se si è guardati. Più di tutto dovrebbero preoccupare l’invasività del digitale, con una tecnologia sempre più sofisticata che ormai ci spia, anche a nostra insaputa, dentro casa. ❏ Alle pagine 6 e 7

In evidenza

Che cosa resta del Sessantotto

Sono passati 50 anni dal maggio che ha segnato un radicale cambiamento nei rapporti dentro la società. Due voci a confronto su luci e ombre di un’esperienza. Alle pagine 8 e 9

No alla cultura dello scarto È un rapporto sempre più stretto, paradossalmente, nell’infinito della meteo e dello spazio. Ma è un rapporto con il quale siamo costretti, volenti o nolenti, a fare i conti. Alle pagine 4, 16 e 17

Parole forti e alte dal Papa a San Giovanni Rotondo nella terra di Padre Pio. Siamo come ai tempi di Sparta, più scientifici e più crudeli. A pagina 18


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