Novembre

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/ novembre 2013

Anno 56 - Novembre 2013 / n. 11

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(Foto Piergiorgio Galli, Frate Indovino)

L’insegnamento di Francesco nelle parole del Papa

Il sigillo di Assisi S

ei mesi di pontificato, e Papa Francesco ha voluto imprimere, sulla sua missione, il sigillo di Assisi. Il Santo Padre venuto dal Sudamerica, oggi il continente più cattolico del Pianeta, ha già imposto il suo stile. Un Francescanesimo nella parola, nei gesti, nei modi con cui si rivolge ai fedeli e al mondo. Incontrando le Sorelle Clarisse, i Frati Minori, i bisognosi, i sofferenti e i fedeli avvinti dal suo fermo e sorridente annuncio del Vangelo, ha ribadito lo spirito con cui salutò la folla plaudente il giorno della sua elezione: “Fratelli e sorelle, buonasera!”. Come ha spiegato in seguito, “La prima riforma è quella del modo di essere”. Questa estraneità alle pompe lo ha reso credibile quale autorità morale su cui i popoli del mondo possono contare. Non proselitismo, ma testimonianza, ha aggiunto. Così si spiega la coerente celebrazione a Lampedusa, onorando una Croce fatta del legno di un barcone di fuggiaschi, pregando per i tanti morti in mare nel tentativo di approdare a una sponda di pace e di lavoro. Così si riempie di senso il suo pellegrinaggio nella città del Poverello, e anche quel grido davanti alle immagini delle vittime innocenti: “Vergogna!”. Ulderico Bernardi ➣ segue a pagina 6

Sterzata verso il noi

U

Dalla dignità dell’uomo alla promozione della Pace

Testimoni del Vangelo

L

e parole di Papa Francesco avvolgono come una brezza delicata e leggera, ciascuno le sente come indirizzate a sé personalmente, le interiorizza, se ne fa permeare. Prova motivi di speranza e amore nel sentirsele dire. Questo Papa, che sembra un rocciatore proteso verso le cime del Piemonte, che è la terra delle sue lontane radici, dice cose che fanno bene al cuore, di chi crede e di chi è in ricerca. Parla come un saggio parroco d’una volta, usa un linguaggio moderno ed efficace, con immagini che prendono, ma sa arrivare in profondità, contemperando fede e psicologia. La brezza,

di colpo, nel suo spirare, alterna anche momenti in cui diventa vento impetuoso che soffia nelle sensibilità, nelle coscienze. Come quando esorta a non essere cristiani da pasticceria, perché il Vangelo non è un dolcificante da prendere in salotto, con gli amici. È uno strappo netto con la mondanità. O quando ricorda che il francescanesimo non è un pannicello caldo che va bene per tutti in una miscela onnicomprensiva, neppure è una specie di “armonia panteistica con le energie del cosmo”. Giuseppe Zois ➣ segue a pagina 6

na delle intuizioni più profonde della Bibbia è racchiusa nelle parole dalla Genesi 1,27: Dio creò l’uomo a Sua immagine, a immagine di Dio lo creò maschio e femmina li creò. L’essere creato ad immagine di Dio è per l’uomo come un’impronta, un sigillo, un marchio di Dio su di lui; è un a priori indispensabile, un piano comunicativo di fondo che rende possibile ai due protagonisti di ricercarsi, di incontrarsi, di comprendersi, di amarsi. L’essere immagine è una componente essenziale e inalienabile della persona umana che incide sulla sua ragion d’essere, sul senso della sua esistenza, sui suoi orientamenti di fondo. Mario Collarini ➣ segue a pagina 25

4 ottobre 2013 In questo numero di Frate Indovino la storica visita di Papa Francesco ad Assisi nelle immagini e nelle parole che hanno segnato l’evento. E le riflessioni di sette vescovi.

❏ 10 pagine speciali


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