/ novembre 2016
Anno 59 - Novembre 2016 / n. 11
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C
Ulderico Bernardi
➢ segue a pagina 17
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Avanza il robot e arretra l’uomo
La tentazione dell’«uomo macchina» i salverà la memoria. In questo mese di novembre che si apre nel nome di Tutti i Santi del cielo e col pietoso ricordo di chi non è più tra noi, i cimiteri di ogni paese d’Italia si mostreranno come di consueto affollati. A testimonianza di come il legame che si è stabilito fin dalla nascita con i presenti risulti vivo ancora. Straordinaria manifestazione di persistenza. Nonostante tutte le offese che ogni giorno si consumano verso le comunità, mentre assistiamo a un crescendo inarrestabile di aggressività, indifferenza, astio, sospetto, insicurezza, tanto diffusi nei rapporti umani. Goethe ci ammoniva: ciò che hai ereditato, conquistalo per possederlo. L’immenso patrimonio accumulato nella nostra civiltà dalla conoscenza materiale e immateriale va messo a frutto, se si vuol dare un futuro alle relazioni tra gli uomini della Terra. In questo nostro tempo ci vengono segnali di profondo malessere collettivo. Il disagio più evidente a ogni età comincia dal parlare male, dall’uso più volgare e sgangherato del linguaggio, rancoroso e sporcato dal turpiloquio diffuso fin dentro alle più giovani generazioni. Oscenità quotidiane, intercalari da bassifondi, disprezzo della buona conversazione e delle più elementari formule di cortesia, povertà estrema delle parlate.
Mensile di cultura religiosa e popolare
Lo vediamo ogni giorno: il rapporto umano è in ritirata, soverchiato dalla tecnologia e sempre più sostituito dalla macchina, anche per “risparmiare” (= speculare). Siamo nelle mani… dei robot: con tutto il freddo della civiltà meccanica. Servizi alle pagine 19-23
Sulle orme di Giovanni Paolo II
“Sete di pace” di Assisi
U
n altro grande fremito di pace si è diffuso da Assisi per il mondo. Si è nuovamente coagulata una dichiarata e alta volontà di concordia, di superamento delle diffidenze e delle divisioni. Papa Francesco, che ha voluto richiamare i leader delle anime nella scia del cammino aperto da Giovanni Paolo II nel 1986, non si è - e non ha - fatto sconti, quando ha detto per sé e per gli altri che “siamo tenuti a essere solidi ponti di dialogo, mediatori creativi di pace”. Trent’anni fa, con Karol Wojtyla, oggi Santo, si viveva un’epoca profondamente diversa e la
Cara vecchia tombola
Mentre trionfano i giochi elettronici, tornano in auge quelli del passato, dalla tombola all’oca. Alle pagine 24 e 25
paura si chiamava “incubo nucleare”. Oggi, all’incontro dei cinquecento esponenti delle religioni di un mondo che si è fatto ancor più villaggio nella capacità di comunicazione, siamo nella morsa del terrorismo che colpisce dall’Estremo Oriente all’America, di continuo. Schegge impazzite di religioni che deragliano e bestemmiano il Dio che arruolano per la loro sete di dominio. È sotto gli occhi di tutti l’estensione dell’area della paura, intercontinentale.
Giuseppe Zois
➢ segue a pagina 2 ❏ Servizi alle pagine 2 e 3
Meno tastiere e più volti
Q
ualcuno ha scritto che “la tristezza più grande dell’uomo contemporaneo è accarezzare più tastiere che volti”. Se ci guardiamo intorno, respiriamo la sconfortante solitudine di essere persone digitali. Siamo esperti di software e di tecnologia. Abbiamo oltrepassato i confini della nostra mente e ci sentiamo al sicuro dietro uno schermo. Viviamo il mondo e le vicende che lo attraversano, sperimentiamo la pace e la guerra, filtriamo i segreti di persone sconosciute, come se fossimo in una sala cinematografica. Siamo raggiungibili da tutto e da tutti e creiamo amicizie attraverso una rete di contatti, simile a una ragnatela di strade.
Domenica Salvi
➢ segue a pagina 36
Moneta unica, un processo infinito
L’euro è un bene o un male?
Al banco degli imputati torna spesso, e non solo in Italia, l’euro: se lo chiedono in molti, politici e (ancor più) cittadini. L’introduzione fu un bene o un male? A pagina 7
Il Calendario di “Frate Indovino”
Questo mese
N
■ terremoto
ell’ordinata migrazione dei mesi e delle lune, il tempo e le stagioni dettano le ore delle opere. Per lavori e mestieri. I primi hanno un contenuto di fatica, i secondi sono impastati di passione. Mestiere ha una radice vicina a mistero. L’arcano dei talenti che ciascuno riceve, ma che in certi uomini e donne diventano arte nel fare. Mestieri per ogni stagione. Antichi di secoli o affiorati solo da qualche stagione. Lavori girovaghi e sedentari, per
uomini e donne che servirono o servono tuttora la città nei bisogni più umili o più ricercati, tradizionali o avveniristici. Le immagini, i proverbi e le suggestioni poetiche offerte dal Calendario di Frate Indovino 2017, dedicato al faticare d’altri tempi, richiamano attività spesso ormai desuete e figure originali. Arti di mani buone a tutto. Come ciascun lettore - e sono milioni in Italia - potrà vedere sfogliando il Calendario. ❏ Bernardi a pagina 30
Il “dopo” è un trauma che non finisce mai alle pagine 4 e 5
■ politica
Il referendum che divide gli italiani Grasso a pagina 6
■ Terrorismo
La strategia di Gandhi contro la violenza Zois a pagina 9