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/ OTTOBRE 2011

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Prima

educatrice: la famiglia di Ulderico Bernardi

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in AP - ROC - art. 1.co.1 D.L. 353/03 Perugia CPO

Mensile di cultura religiosa e popolare

Con il rientro in classe, strumenti per la nuova comunicazione

Con i bambini verso il mondo di domani

i sono centinaia di migliaia di giovani, avvertono freddamente le statistiche, che non fanno nulla. Hanno tra i 15 e i 30 anni o magari oltre, che al mattino non si alzano dal letto per andare a scuola, per avviarsi al lavoro o ad imparare un mestiere. Una cruda triste fotografia del fallimento di almeno un paio di generazioni di padri e nonni che li hanno preceduti. Comunque non si tratta di un caso solo italiano. Tutto l’Occidente patisce di questa clamorosa sofferenza per la mancata integrazione. Certo non si deve generalizzare, perché i ragazzi e le ragazze che si comportano con giudizio, che si danno da fare, fino ad aiutare il prossimo, che costruiscono il loro avvenire nell’onestà e senza fughe dal mondo attraverso le droghe e lo sballo, sono la stragrande maggioranza. L’Italia poi non conosce o quasi quelle fiammate tremende di rivolta sperimentate da Stati Uniti, Francia, Regno Unito che hanno visto come protagonisti gruppi etnici emarginati nei ghetti delle periferie metropolitane. E di questo bisogna ringraziare le famiglie, che evidentemente nel nostro Paese tengono ancora. La famiglia che aiuta, che educa, che indirizza, che rimane ancora, per antica tradizione, una comunità vera, fonte di trasmissione di valori, di solidarietà concreta, riferimento stabile e amoroso anche se aggredita da più parti, si ritrova nell’indifferenza dei governanti. La violenza, il disimpegno, l’apatia di troppi giovani occidentali si fanno tanto più elevate quanto più avanza la secolarizzazione. Man mano che cresce la lontananza da Dio e dalla Legge morale che il cristianesimo continua a proporre da millenni, più vuota di senso si fa la vita. Una situazione complessa, dove certo incidono la crisi economica, la disgregazione familiare, la voglia di avere tutto e subito senza fatica, il traguardo indicato solo nel possesso di denaro, a ogni costo, per soddisfare fasulli bisogni di apparenza. Tutti aspetti che ci dicono come questa frana delle più vere aspettative giovanili non sia di origine astrattamente sociale, bensì profondamente culturale.

opo la storica visita di Giovanni XXIII nel 1962, con tappa anche a Loreto, e dopo gli altrettanto epocali incontri per la Pace e il dialogo tra i popoli voluti da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002, c’è il ritorno ad Assisi - per la seconda volta - di Benedetto XVI. La visita del Pontefice si terrà il 27 di questo mese: è un appuntamento molto atteso e importante dopo l’evento a Madrid della GMG con una imponente partecipazione di giovani da tutto il mondo. Pellegrini della verità, pellegrini della storia: sarà questo il percorso su cui si muoverà il viaggio che il Papa ha voluto nella terra di san Francesco e nel mese in cui si festeggia questo grande Santo.

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➢ Carrara alle pagine 3 e 4

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Anno 54 - Ottobre 2011 / n. 10

All’interno

Le cause dell’incendio in Inghilterra Gambino a pagina 5

L’talia delle grandi manovre Carrara a pagina 7

Meroi

e Benet la vetta più dura Zaugg a pagina 8

Buoni

docenti per chi studia Editoriale dei lettori a pagina 15 l’intervista

Maria R. Parsi Infanzia violata 80% degli abusi È ricominciata la scuola, crocevia dell’istruzione, certo, ma anche dell’educazione, della comunicazione e della socializzazione. Proprio sulla comunicazione, decisiva per il mondo di oggi e di domani, “Frate Indovino” pubblica un inserto sul pianeta informatico, una guida al nuovo linguaggio dei tempi e inizia una regolare rubrica. Servizi di Carissoni, Guidi, Monego e Buffi alle pagine 10, 11, 12, 13 e 14

Il 27 ottobre arriva Benedetto XVI

Assisi cuore della Pace

dentro casa Di Teodoro alle pagine 16 e 17

Lettera aperta per sollecitare una riduzione della politica in televisione

Cari direttori dei TG…

di Emanuela Monego

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È stata un’estate di grandi e drammatici eventi, dalla guerra in Libia ai terremoti dell’economia mondiale, alle “manovre” italiane. Ma la RAI ha chiuso per ferie in giugno per riprendere a settembre con dibattiti e approfondimenti. Bonvecchio a pagina 6 (Foto: Paolo Ardiani)

ari direttori di tutti i TG, senza distinzione. Non credete che il tempo dedicato alla politica in ogni edizione “importante” sia davvero eccessivo? Ogni giorno, i principali notiziari si aprono trattando questo argomento, a meno che non capitino catastrofi o disgrazie di portata eccezionale. E non si tratta solo delle delibere risolutive: ci propinate, senza pietà, gli interventi di tutti, introducendoli prima e commentandoli poi. Nel mezzo (cosa ancora peggiore) ce li fate vedere uno per uno: le solite facce intente a leggere davanti ad un microfono lunghi periodi quasi sempre privi di colore e sempre privi di sostanza: bambini e nonni, a questo punto, sbadigliano, comprensibilmente. Non potreste risparmiarci un po’ di noia, riducendoli a qualche titolo nel “sottopancia” che scorre sul margine inferiore del video?

➢ continua a pagina 2

14/09/11 13:05


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