Mostra Aliens Gorgonzola 2013

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ALIENS

LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO 18 MAGGIO - 10 GIUGNO 2013

PALAZZO PIROLA Piazza della Repubblica Gorgonzola (MI)

progetto di Sergio Curtacci Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine fratturascomposta.it


ALIENS

LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO La prima mostra si svolse dal 9 giugno all’8 luglio 2007 a Marghera (VE) nell’avveniristico Spazio Vega, in concomitanza con la 52° Biennale di Venezia. A sostenere il progetto, assieme a Frattura Scomposta, vi furono prestigiose realtà legate al mondo dell’arte, quali Libreria Bocca, Wannabee Gallery e Fabbrica Borroni che presentarono i seguenti artsti: Gianrico Agresta, Marco Bernardi, Alessandra Bocconi, Danilo Buccella, Gabriele Buratti, Claudio Magrassi, Andrea Mariconti, Jara Marzulli, Elisa Rossi, Vania Elettra tam, Giulio Zanet, Marco Foti e Svetlana Kuliskova. In seguito ad una serie di richieste ricevute da più fronti, a sei anni di distanza, Frattura Scomposta decide di riprendere il progetto. Salvatore Marsiglione aderisce con entusiasmo all’iniziativa mettendo a disposizione il suo spazio espositivo. Così dal 7 febbraio al 2 marzo 2013 alla MAG – Marsiglione Arts Gallery di Como, espongono per ALIENS: Alessio Bolognesi, Angela Viola, Anna Caruso, Anna Frida Madia, Annalù, Cristiano De Matteis, Daniela Montanari, Emila Sirakova, Fabio Usvardi, Giancarlo Marcali, Gianluca Chiodi, Irene Lucia Vannelli, Momò Calascibetta, Nicola Felice Torcoli, Roberta Ubaldi, Silvio Porzionato, Tina Sgrò, Vania Elettra Tam, Willow. La terza tappa di Aliens trova ospitalità presso lo Spazio San Giorgio di Bologna, dove Giorgia Sarti e Marta Menegon decidono di mettere in mostra dal 11 al 25 maggio 2013 le opere di: Alessio Bolognesi, Andrea Valsecchi, Angela Viola, Domenico Dell’Osso, Gabriele Talarico, Giacomo Rossi, Gianluca Chiodi, Luigi Leonidi, Marco Minotti, Massimo Festi, Silvio Porzionato, Vania Elettra Tam, Willow. Aliens trova solidarietà nell’Associazione Culturale Palazzo Pirola di Gorgonzola (MI) che apre le porte all’evento. Perciò il quarto (e non ultimo) appuntamento di Aliens si svolge dal 18 maggio al 10 giugno 2013 nelle splendide sale di Palazzo Freganeschi-Pirola.


ALIENS

ALESSANDRO SCAPINELLI ALESSIO BOLOGNESI ANDREA VALSECCHI ANGELA VIOLA ANNA CARUSO ANNA FRIDA MADIA ANNACLARA DE BIASE ANNALÙ ANTONIO DE LUCA CARLO COFANO CRISTIANO DE MATTEIS CRISTINA IOTTI EMILA SIRAKOVA FULVIO MARTINI GABRIELE BURATTI GIANCARLO MARCALI GIANLUCA CHIODI GIÒ LACEDRA ILARIA MARGUTTI ILV - IRENE LUCIA VANELLI JARA MARZULLI

LUCA SKAWALKER LUIGI LEONIDI MARCO BESANA MARCO CECOTTO MARCO MINOTTI MARCO REA MASSIMO FESTI MASSIMO QUARTA MOMÒ CALASCIBETTA PAOLA TURRONI RAFFAELLA FORMENTI RAMONA ZORDINI ROBERTA UBALDI ROBERTO FONTANA SILVANO BRUSCELLA SILVIO PORZIONATO STREAMCOLORS VALENTINA CHIAPPINI VANIA ELETTRA TAM VANNI CUOGHI WILLOW


ALIENS

LE FORME ALIENANTI DEL CONTEMPORANEO La pratica artistica contemporanea si situa in un contesto sociale caratterizzato da due fenomeni complementari e ugualmente significativi, da una parte il predominio delle immagini sul linguaggio e dall’altra il diffondersi dell’esperienza della solitudine e dell’indifferenza, dimensioni esistenziali che non riconducono più necessariamente all’altro di sé. Entrambi i fenomeni hanno origine nella facilità di accesso alla comunicazione visiva di massa e nel voler esaltare e rivendicare la libertà individuale, diffusa e supportata dagli apparati pubblicitari. Se nell’età moderna il rapporto tra l’individuo e la massa viveva nell’alternanza di due movimenti antitetici, la perdita del soggetto nella folla o al contrario, il potere assoluto rivendicato dalla coscienza individuale, nelle forme di solitudine della modernità, l’antitesi vitale della contemporaneità si è oggi ridotta a forme banali di pseudo socialità e ad una sterile contrattualità con il mondo. Le identità sono sempre più provvisorie e legate alle funzioni transitorie degli utenti dei vari sistemi: stradale, commerciale, bancario, ecc... Siamo soli ma al tempo stesso accomunati agli altri da relazioni di tipo contrattuale o da norme prescrittive. L’esercizio di queste pratiche solipolistiche ha trasformato la coesistenza sociale in un arcipelago di individualità contigue ma distinte, sostanzialmente indifferenti le une alle altre.


Come alieni ci muoviamo sulla terra, osservando tutto con distacco, leggiamo libri e giornali in metropolitana senza accorgerci (o meglio dire non volendo accorgercene) del violento scippo che si sta consumando accanto a noi. Ma la vera tragedia risiede nel fatto che non riusciamo a capire neppure ciò che stiamo leggendo. Invitiamo amici a pranzo o a cena, dispensiamo loro sorrisi ed attenzioni, poi li incrociamo il giorno dopo per strada e ci volgiamo dall’altra parte per non doverli salutare, o peggio fermarci a scambiare poche parole che, spesso e volentieri, riteniamo possano tradursi in inutili convenevoli. Dopo l’11 settembre 2001 se vogliamo, tutto ciò si è acuito, all’indifferenza ed al fastidio si è aggiunta la paura, il terrore del diverso, guardiamo gli altri come potenziali nemici, ci muoviamo con circospezione... Meglio rimanere a casa e nascondersi dietro al monitor di un computer e navigare in internet per ore, magari con identità fittizie, proponendoci agli altri come eroi moderni senza macchia e senza paura, per tornare il giorno dopo i soliti alieni, visitatori timorosi del pianeta terra.

Sergio Curtacci


ANNA FRIDA MADIA La figura di Calipso in riferimento all’Apocalisse (apokalypsis, composto da apo’ “separazione” e kalyptein “nascosto”, come in Calipso) e la piuma di pavone, (l’uccello che più assomiglia alla leggendaria fenice) come un occhio magico in grado di scrutare gli eventi futuri… Sullo sfondo alcune navicelle spaziali fanno capolino sulle brumose colline…

L’ISOLA DI KALYPTEIN 2012 110 X 75 cm Olio su lino


ANNACLARA DI BIASE

JUNE 2011 50 x 70 cm Olio su tela

Con la mia ricerca artistica intendo esaminare come il corpo si trasforma attraverso i movimenti e l’abbigliamento. Il lavoro ha inizio con una azione performativa documentata da fotografie, video e tele ad olio. Le fotografie sono tracce di performance transitorie nello spazio domestico o naturale. Il corpo della modella è sottoposto a trasformazioni temporanee nelle quali stabilire nuove connessioni con il mondo dell’iconografia classica, del cinema, del teatro e della musica. Abiti, accessori e tutto ciò che può portare al mutamento dell’immagine sono di fondamentale importanza. I capi d’abbigliamento, utilizzati nelle performance, sono vestiti vintage o vestiti che confeziono personalmente.


SILVIO PORZIONATO “...Il suo recupero delle forme e delle figure del visibile (della forma e della figura per eccellenza: il corpo umano) avviene in chiave totalmente ed assolutamente pittorica, metafisica (quindi rivolta all’intimo ed all’altrove, comunque all’invisibile), alla luce di un Realismo quanto mai infarcito di invenzione.” “...Recupera le forme della Realtà, ma ne tradisce la natura trasportandola in una dimensione tutta e solo mentale.” Alberto Agazzani

UNTITLED 2012 170 x 130 cm Olio su tela


CRISTIANO DE MATTEIS

INHUMANITY 2012 - 83 x 83 cm Tempera acrilica su base fotografica originale, stampata su carta ed applicata su supporto in legno

La dimensione delle sue opere, che rigorosamente si muovono tra le varie tonalità che intercorrono tra il bianco e nero, stigmatizzano una riflessione incentrata sul binomio visibile/invisibile, palese/sotteso, che vuole essere una metafora della condizione umana, costantemente in bilico tra ciò che mostra e ciò che per proprio volere o per natura nasconde agli altri e a se stessa. “Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma l’indifferenza: questa è l’essenza della disumanità”. George Bernard Shaw


JARA MARZULLI Diana accogli le farneticazioni d’una debole mente: Non c’è vestito che mi riscaldi più del tuo sangue! Scosti aria immobile con le froge aperte tese della caccia come dentro un bicchiere d’ambrosia. È sparito tutto il mio chiaro, fagocitato, nella tua pupilla. Sono instabile, instabile, appeso al tuo capezzolo. Parlassimo la stessa lingua, almeno pronuncerei il nome della mia fine. testo della poetessa Chiara Catapano

DIANA 2012 120 x 70cm Olio su tela


CRISTINA IOTTI

graVITAzione uniVERsAle #6 2012 - 50 x 50 cm matita,matite colorate su carta incollata su tavola

La mia ricerca è incentrata sulla femminilità e l’obiettivo è quello di dare forma e voce alle caleidoscopiche emozioni e mostrare le varie sfaccettatura della personalità femminile; spesso descrivo il doppio e la dualità di personalità che è in ognuna di noi, non in senso negativo, ma positivo…perché siamo un insieme di tante personalità in perenne conflitto.... Rappresento molte donne contemporanee che possono rispecchiarsi nelle mie opere… rappresento la ragazza della porta accanto, la donna comune, il quotidiano vivere con relativo bagaglio di sofferenze, il conflitto con sè stesse, i loro dubbi e incertezze, gioie, aspettative, sogni e delusioni, in un certo qual modo rappresento anche me stessa. Sono ritratti introspettivi che vogliono andare oltre l’esteriore e arrivare all’anima.


ROBERTO FONTANA Un percorso di analisi e ricerca sulla difficoltà a reperire il senso intimo e profondo del proprio essere ed esistere, attraverso l’autoritratto come credibile icona elettiva di una condizione esistenziale, di un disagio non solo personale ma rappresentativo dell’intera società contemporanea. La propria immagine riflessa, lo sdoppiamento del proprio Io in continua ricerca, attraverso una pittura fisica e d’istinto che cerca espressione attraverso il gesto e la forma.

THREE TIMES ME 2011 193 x 105,5 cm Tecnica mista su tavola


ANNA CARUSO

CHIAMATA SENZA RISPOSTA 2012 - 70 X 70cm Acrilico su tela

Il lavoro si concentra sulla mescolanza tra cultura materialista occidentale e folclore e religione tradizionali: una madonna/cappuccetto rosso subisce una trasfigurazione a seguito di una ipotetica “chiamata”, a cui non ha dato ascolto. La sovrapposizione di sfondo, animale e corpo umano rende la simultaneità dell’evento, togliendo realismo compositivo e rappresentativo, e cala la scena in una dimensione surreale. Il soggetto, che ad un primo sguardo ricorda un’iconografia religiosa occidentale, si carica di significati inaspettati e costringe l’osservatore ad una continua messa a fuoco dell’immagine, nel tentativo di decifrarne ogni messaggio.


EMILA SIRAKOVA Attraverso disegni e performance l’artista affronta il tema del corpo umano, proiezione del proprio ego, visione del se e delle proprie emozioni. E’ un corpo che cerca di guardarsi dal di fuori attraverso pose talmente tese ed attorcigliate da ricordare le emozioni: quei momenti in cui rannicchiati su stessi pensiamo, rimuginiamo, cerchiamo di dimenticare o sogniamo. Sono questi i momenti dove forse si perde di piÚ il contatto col se stesso carne e si cerca di raggiungere quel se stesso spirito fatto di strati, macchie e colori indefiniti. Anzi, dei non colori.

DIE ENTFREMDUNG 2012 - 120x80 cm pastelli e acrilico su strati di carta oleata


VANNI CUOGHI

IL BALLO DI TEODORA 2012 - 37x 35 cm Acrilico e acquerello su carta courtesy: collezione Lora Lamia, MI

LE PICCOLE (E INUTILI) COMPLICAZIONI QUOTIDIANE 2011 - 53 x 129 cm acquerello e collage su carta courtesy: Galleria Area B, MI

“Il ballo di Teodora”: Il dipinto rappresenta l’Imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano, che sedusse l’Imperatore ballando in un postribolo di Costantinopoli. “Le piccole (e inutili) complicazioni quotidiane”: L’opera rappresenta alcune nobildonne “armate” di piccole protesi che, anziché facilitarne i movimenti, ne ostacolano il normale fluire


VANIA ELETTRA TAM Nel dipinto è raffigurata una donna avvinghiata ad uno strano essere che potrebbe sembrare una medusa ma anche una sorta di grande placenta. Lei non risulta spaventata, anzi si abbandona fra i tentacoli, forse alla ricerca di una rinascita. La donna sta tentando di divincolarsi o si sta facendo ulteriormente avviluppare dalle spire della creatura? L’osservatore ha la possibilità di trarre le proprie conclusioni. L’opera porta il titolo di “Rhodiola Rosea in Fa Diesis”. La Rhodiola Rosea è una pianta usata nella medicina naturale dalle proprietà straordinarie, assunta regolarmente ridona equilibrio emotivo. La nota Fa Diesis sottolinea l’armoniosità della fluttuazione del corpo in un fluido che potrebbe ricordare il liquido amniotico, come in una culla d’acqua che lo ripara e lo protegge.

RHODIOLA ROSEA IN FA DIESIS 2013 - 120x100 cm Olio su tela


ANGELA VIOLA

MA(ta)SSE #1 2012 200 x 150 cm Acrilico su tela

Nella serie Ma(ta)sse, Angela Viola rappresenta l’archetipo del femminile come contenitore che protegge. […] Figure femminili vengono rapportate a un filo rosso che si attorciglia al corpo creando delle matasse che formano una sorta di bozzolo in cui ci si possa rigenerare come in una nuova nascita1. […] Il volto nascosto dal caschetto nero […] caratterizza le figure della serie Ma(ta)sse, in cui il bagaglio di ricordi ed esperienze diventa una vera e propria massa aggrovigliata di fili rossi che protegge, sostiene e spesso disegna essa stessa il corpo delle giovani donne2. 1 Da una nota di Andrea La Carpia. 2 Da una nota di Annalisa Bergo.


MARCO REA Tutti i soggetti delle mie opere appartengono ad un mondo altro. Tento di rappresentare un’altra realtà, legata ai pensieri o ai ricordi o ai sogni o forse a mondi diversi e uguali. Il soggetto di “Fragile” non è una donna ma l’essenza di essa, composta dalla sua fragilità e la sua intimità. E’ un’indagine di se, un pensiero, una ricerca. Rappresenta sicuramente quella forma aliena che alberga dentro di noi.

FRAGILE 2012 57 x 77 cm Pittura spray su manifesto pubblicitario


GIANLUCA CHIODI

RASSEGNA STAMPA 2011 - 64 x 46 cm Fotocomposizione e stampa su carta da quotidiano

l’opera, in modo ironico e divertente, vuole creare uno spunto di riflessione sul dilagare imperante della chirurgia estestica e sull’etica che contraddistingue questo fenomeno contemporaneo che sempre più trasforma le persone in “perfetti” esemplari da baraccone.


MARCO MINOTTI Come Icaro cercò attraverso ali, fabbricate e da lui costruite, di allontanarsi dalla terra, così l’ uomo oggi (i.Caro) si isola, si estranea, si allontana da tutto e tutti, creando mondi paralleli ed irreali, mediante l’uso tecnologia. Come un pitt bull però, il suolo, la terra, la realtà, è lì immobile e fermo, pronto a riprenderci ogni qualvolta riapriamo gli occhi.

I.CARO 2013 - 70cmx90cm inchiostro e acrilico su tela


GIANCARLO MARCALI

RI(e)VOLUZIONE 2012 300 x 250 x 200 cm Installazione, radiografie, vetro, cavi acciao e nylon

“Ri(e)voluzione” è a nuova installazione nella quale la mia ricerca si sviluppa verso lo sbocco di una dimensione più spirituale. Da una attenta analisi del momento doloroso che mi ha portato a sezionare in maniera chirurgica l’attimo in cui tutto crolla e muore, cerco una via per allontanarmi da questo dolore attraverso una intuizione. Mesi fa sono venuto in possesso delle radiografie di un’aquila ferita in Liguria. Mi è venuta in mente la mia installazione “La memoria del dolore” nella quale avevo raccolto le radiografie di 33 persone morte di cancro per creare un’unica identità che rappresentasse tutte loro, ed ho deciso di regalare le ali di quest’aquila alla mia opera. L’installazione si sviluppa su 6 strati di radiografie all’interno di vetri che a prima vista appaiono scoordinate ma che per effetto di un procedimento pseudo anamorfico si ricompongono in un unico punto dello spazio facendo apparire la mia vecchia installazione prendere il volo. E’ un atto di fede nei confronti della vita. Il nostro dolore ci curerà, si addolcirà e ci porterà a ritrovare la nostra identità.


ANNALÙ “Iridescente Nel suo letto liquido Pigra medusa”. (C.Marcantoni) Il contrappunto di questa istallazione e’ il moto fluttuante tra il mondo onirico,irreale e una realtà filtrata da un gioco artistico (le sottovesti a forgiare meduse). Come se un Tempo, fatto di fanciullesca memoria , e l’immagine refusa della profondità abissale, ci portassero in un mondo alieno, in un’atmosfera aliena, dove il giorno porta con se’ qualcosa della materia notturna,e il mondo reale fosse attratto da questo iridescente stato psichico. Perché c’è un’acqua che dorme sul fondo di ogni memoria. (Marco Maria Castellano)

MEDUSE 2004/2012 dimensioni variabili sottovesti e vetroresina


ROBERTA UBALDI

SOUL#16 2013 90 x 180 cm (dittico) Olio su lamiera ossidata

Mani che cercano di trattenere forme in continua evoluzione, anime che si materializzano e poi si dissolvono. “ Lamiere di formato diverso, ossidate in maniera mirata a mezzo di bagni d’acqua, stracci e mordenti naturali, diventano la base reattiva di una sapiente pittura a olio, lavorata a partire dal colore medio. Roberta Ubaldi si rifà in maniera dichiarata alla lezione anatomica rinascimentale, fondendola però, con un’informalità tutta contemporanea, al disegno organico del supporto: ne risultano visioni efflorescenti, metamorfiche e luministiche, sempre in bilico tra definizione e dissoluzione delle forme.” Luca Arnaudo


MASSIMO FESTI “Eppure, è come dentro un circo, con una scenografia che non si sceglie: tutto quel dramma che s’improvvisa con leggerezza, senza ostentare equilibri, lasciando libere le difese. Che a camuffare le paure, si diventa disabili.” (Solidea Ruggiero)

SE FOSSI STATA INTERA SAREBBE MANCATO QUALCOSA 2012 - 70 x 50 cm Fotografia digitale, lambda print su alluminio


MARCO BESANA

SCHIZOPHRENIA (dittico 7) 2011 - 50 x 75 cm cad. stampa ink jet a colori su dibond

Cosa siamo e cosa nascondiamo? L’individuo oggi non riesce a conciliarsi con la propria autenticità: la società glielo impedisce, imponendogli di rispettare troppe convenzioni nella costruzione della personalità, della vita, dei rapporti col mondo. L’unica scelta che ha è il grado di omologazione ai dettami sociali: ai margini di questa scala di sfumature ci sono da una parte persone iper-standardizzate, imbrigliate in una vita di buoni costumi e poco ascolto di sé. Dall’altra ci sono persone completamente prive di schemi, in perenne e affannosa fuga dai punti di riferimento sociali e personali. Sono affascinato dal comportamento estremo che deriva dal rapporto con se stessi e con la società: Schizophrenia nasce da questo e dalla volontà di rappresentare i due poli estremi tra cui gli individui rimpallano quando, nei momenti di crisi, cercano la propria identità nel mondo e non la trovano.


ILARIA MARGUTTI Il mio ultimo lavoro video è intitolato “Predizioni”, l’evocazione del gesto rituale lento, consapevole e lucido, dettato dalla disciplina di un fare antico: il ricamo. Ogni punto è dato con cura e non oltraggia la pelle, ma ne deNinisce i contorni e i ruoli per cui il corpo stesso esiste. Il mio Ago non ferisce, non sangina, il mio Ago, rammenda e guarisce. “ricamo i corpi e ricamo i loro segni perché i segni rendono preziosa la nostra pelle, perché i segni raccontano la nostra storia e ci rendono unici. La pelle è il nostro setaccio di vita. Non faccio altro che prendermene cura, la cura di quei segni che hanno saputo cambiarmi e la cura con quei gesti del rammendo che hanno saputo guarirmi...”

PREDIZIONI 2013 video performance 7’:07” diretto da Lorenzo Lombardi voci e musica di Beatriçe Gjergji


GIÒ LACEDRA

IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO 2011 - performance (foto Paolo Peron)

“IO SOTTRAGGO” è un progetto ideato, scritto e agito da Giovanna Lacedra. Una performance-confessional autobiografica, che nello spazio creativo-distruttivo -rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressicobulimici. E una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela, attraverso una sequela di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento, e intime e pagine di diari scritti nei mesi più deliranti della patologia. Perché non si guarisce di solo cibo. E perchè in un disturbo del comportamento alimentare il cibo non è il vero problema. La vera patologia è la piaga del disamore. La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro il cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito ad essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione. IO SOTTRAGGO vi costringe a guardare nel perimetro triangolare di questa verità. IO SOTTRAGGO è un atto di coraggio che mira a combattere la vergogna e l’omertà. In nome di una verità che vive rovesciata dall’altra parte dello specchio.


RAFFAELLA FORMENTI “VIR TU ALI. Metti in gioco la forza delle ali mentali se non vuoi che la tua mente resti ammosciata su di una sedia, nutrita a forza da pensieri VIRALI che uccidono il TU che ti differenzia….” Una volta solo chi potesse viaggiare ampliava le sue conoscenze spazio-temporali, più di uno stanziale; solo chi sapesse leggere accedeva alle esperienze di altre vite archiviate in parole, attraversando così anche il gap spazio-tempo. Ora è anche l’accesso o meno al virtuale a creare distanze tra i “viaggiatori”, sempre più unificati/differenziati nella partecipazione spaziotemporale delle esperienze proiettive di un altrove rispetto alla nostra quotidiana fisicità. Le biblioteche entrano virtuali nelle case e richiedono un’attiva partecipazione e coscienza per non diventare labirintico BLOB/blog universale. Anche di relazioni, sempre più agganciate alla Rete e a rapide traiettorie occasionali.

Fratture IN/ON/OFF 2013 - materiali cartacei a variazione ambientale


VALENTINA CHIAPPINI

UNO STATO DELLA MENTE 2013 - dimensioni variabili Tecnica mista - lame su tela

“Alieno. Altro da te.” “Piegare la violenza alla creazione, manipolare un principio inalienabile di distruzione in un marchio: la texture del graffio”. Dipingere per me è un rito. Un atto simbolicamente liberatorio. L’arte rappresenta il coltello e la ferita, la malattia, il farmaco, la guarigione.


MOMÒ CALASCIBETTA Nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna del vivere. Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla “compassione” verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza. La leggerezza viene dall’unicità della vita che ci porta a trascurare l’approfondimento e l’interiorizzazione, ma evitando di prendere decisioni e posizioni, l’esistenza diventerebbe insostenibile e insopportabile? Nietzsche, con il suo “eterno ritorno” applicato alla quotidianità, ci fa rivivere infinite volte quello che abbiamo già vissuto nel passato e che tornerà ad accadere anche in futuro. Da qui la necessità di esserci ora, di cogliere le antifone, di non perdersi nulla, di andare in fondo.

INSOSTENIBILE LEGGEREZZA 2002 186 x 93 cm Matita su tavola


CARLO COFANO

IN FONDO 2012 120x120 cm Olio su tela

La pittura di Carlo Cofano, parte dalla realtà oggettiva e si sviluppa in un crescendo emotivo che rappresenta il percorso di un ‘viaggio’ che intende cogliere la verità ‘parallela’ celata oltre il visibile. L’intento della sua pittura consiste in una sorta di ‘disvelare facendo’, in una tessitura d’immagini in cui si aprono improvvisi squarci di luce che nascono dal profondo della psiche e si nutrono di storia e di memorie. Le sue opere sono concepite sin dalla scelta e preparazione della tela che parte da una mestica acrilica nera dalla quale fa emergere la luce attraverso la tecnica della pittura a olio.


MASSIMO QUARTA “Certamente i Farbo.Nauti derivano dalla visione del cinema SF, genere che ha distribuito idee e suggestioni a molta arte dei nostri tempi. Massimo Quarta ha preparato una vera e propria serie di episodi sulla vita dei Farbo.Nauti. in un primo tempo li vediamo a casa loro, in qualche costellazione lontana, che svolazzano tranquilli: qui la pittura è molto pop e grafica, persino tranquillizzante (mi ricordano la cromia dei mondi fantastici di Enrico De Paris). Successivamente i Farbo.Nauti preparano l’attacco via cielo alla terra e allora, alzando le nostre teste, vedremo questo strano esercito colorato munito di strani bastoni da rabdomante e torce luminose che stanno per arrivare, a ancora non sappiamo come dovremo comportarci.” Luca Beatrice

MEGAFARBO 2012 100 x 70 cm Acrilico su tela


LUIGI LEONIDI

SEPUKU SUPERFICIALE CON CALZATURE INADATTE 2012 - 100 x 100 cm Olio su tela

Il mio è un lavoro a metà strada tra l’immagine indicale e quella iconografica. Perciò ho scelto Paperino, personaggio alienato, come un perfetto rappresentante del nostro tempo. Un individuo che ha smarrito l’anima e le proprie predisposizioni naturali, diventando l’artefice del tracollo della propria esistenza in cui, man mano, crollano drasticamente anche (falsi) miti e (false) certezze.


PAOLA TURRONI “Il mondo è vedovo” di Paola Turroni (Carta Bianca) è un lavoro poderoso, una generosa offerta che richiama a “far memoria”. Ricordanza non come pensiero di altro, o di altri, ma costruzione, verbo all’infinito. La poetica che questa scrittrice intende offrire, sembra sposarsi alla perfezione con il tema della Biennale. “Fare Luce”, illuminare il cono d’ombra della nostra società. Il video di Stefano Massari, proposto all’interno della mostra e le parole di Paola Turroni, chiedono impegno, richiedono attenzione, lo sforzo umano della fatica. Non è “poesia civile” quella contenuta nei versi proposti, definizione abusata, giocata sul filo dei buoni propositi. “Il mondo è vedovo” parla di noi, della nostra carne, di quel genocidio culturale annunciato da Pasolini circa trentacinque anni fa, della resa, della cancellazione anche immaginifica della scalata al cielo. Non ci sono richieste, la pretesa di un diritto, rivendicazioni, parificazioni o compromissioni di sorta. L’autrice racconta con il verso, chiama a raccolta, rievoca il moto popolare della terra come incipit, inizio, necessità. Non è un percorso a ritroso in un primitivismo anacronistico quello suggerito, ma la necessità di una riappropriazione originaria e antropologica, dell’essenza umana. Quella testimoniata, ogni giorno, nei gesti, nelle mani e nelle gambe di ogni donna, madre, sorella, figlia. Fabio Cavallari Per il Padiglione della Repubblica di San Marino, Biennale di Venezia 2011

IL MONDO È VEDOVO video realizzato da Stefano Massari per la terza raccolta poetica di Paola Turroni, edita da CARTA|BIANCA


ANTONIO DE LUCA

FEARS 2011 90 x 120 cm (trittico) digitale su carta cotone su dibond courtesy by Ars Prima Nur Gallery

La fotografia spesso e volentieri è un linguaggio violento. Il fotografo prende la mira, scatta, spara l’immagine, cerca di appropriarsi del mondo, di fermare il tempo, di raccontare la vita. Ma gli viene il dubbio che sia un’operazione di morte. In giro per il mondo mi sento più sicuro con una Reflex in mano, alla fine scatti e succede sempre qualcosa che vale la pena di essere raccolto, mostrato, condiviso; poni dei quesiti e ti sembra di trovare le risposte. Vi è una componente di piacere fisico nel prendere fotografie, ma v’è anche fatica e paura della caccia. Fare ritratti, raccontare uomini ti lascia scorie detriti spirituali . Non ho più bisogno di cercare il controllo quando scatto una foto. i miei ritratti urbani, le mie sovraimpressioni casuali sono scattate velocemente, senza inquadrare l’immagine nel mirino. Non pretendo di dare risposte, vado a spasso con la mia ombra cercando altre ombre, non ho bisogno di una bella luce, mi basta quella che trovo.


GABRIELE BURATTI sicuro della propria identità. Il personaggio nella via polverosa di una città, osserva idealmente, senza rendersene conto, quello che era il tempio della comunicazione delle immagini, di prima e seconda generazione, immagini direttamente riconducibili ad una forma fisica e altre sottoforma di codice. Dominato dai codici imposti dal sistema, lui, e la libertà della sua forma vuota (anima), vivono nello stesso luogo due stati esistenziali diversi.

CITY MUSEUM “REALTÀ N° 9 2013 110x80 cm Olio su tavola


ALESSANDRO SCAPINELLI FULVIO MARTINI LUCA SKAWALKER SILVANO BRUSCELLA

PITTURA GENETICAMENTE MODIFICATA: UNA STORIA O.G.M. 2010 - 300 x 510 cm Acrilico su tela

Questo dipinto è stato concepito dal gruppo Innaturalista formato Silvano Bruscella, Fulvio Martini, Alessandro Scapinelli, Luca Skawalker ed esposto in occasione della seconda collettiva Innaturalista del 2010, curata da Francesco Porzio, presso la galleria Isarte di Corso Garibaldi 2 a Milano. La realizzazione del grande dipinto fu resa possibile grazie alla galleria che mise a disposizione il suo spazio per montare la tela e dipingerla direttamente in loco, durante il mese precedente l’inaugurazione. Il dipinto illustra i possibili effetti degli alimenti geneticamente modificati (OGM), più in generale, racconta un futuro non propriamente felice che ci attende a causa dell’avidità e della stupidità umana. La prima parte (Il paese di Jabuticaba) parla di un tempo lontanissimo e felice in cui l’uomo viveva armoniosamente nella natura. La seconda (Brain Damage) descrive il laboratorio del progresso. La terza (La scalata) ne mostra gli effetti su una umanità ebbra di successo e di denaro. La quarta (Saremo tutti felici) immagina uno scenario futuro, che forse è già cominciato da un pezzo.


ILV - IRENE LUCIA VANELLI

Tre manichini che rappresentano sagome abbozzate della “non identità”. Corpi alienanti, in cui la soggettività e l’individualità si dissolvono, in antitesi concettuale con l’Umanesimo e la centralità dell’uomo. L’uomo perde il proprio ruolo e la propria dignità: da soggetto (“homo faber”) diventa oggetto, parte dell’allestimento di un’opera, strumento di comunicazione di stati d’animo e condizioni universalmente traducibili. Nasce così la serie de “Gli ossimori del vivere”: “Libertà” “Liebe” “Amitié”

GLI OSSIMORI DEL VIVERE 2012 dimensioni variabili tecnica mista


RAMONA ZORDINI MARCO CECOTTO

ONE HUGE TANK 2013 fotografia, sound design, programmazione

Uno slancio, una sospensione, e poi la caduta, l’impatto. Un tuffo. Il corpo sprofonda nell’elemento liquido, si dissolve in esso per poi riemergere evanescente, tremante, scosso. Quella proposta con ONE HUGE TANK è un’arte dello sprofondamento, della disintegrazione e della rinascita, che usa l’acqua come metafora classica del perpetuo divenire. L’installazione multimediale interattiva è composta da una serie di fotografie di Ramona Zordini, riflesse sulla superficie liquida di un contenitore d’acqua messo periodicamente in vibrazione attraverso l’intervento tecnico/sonoro di Marco Cecotto. I corpi ritratti nelle fotografie e disintegrati nell’elemento liquido ritornano in forma solida e tridimensionale, arenati intorno al contenitore d’acqua, a comporre una seduta interattiva aperta al tatto e al contatto con i visitatori, che sedendosi e toccandoli potranno arricchire a livello sonoro l’atmosfera fluida dell’opera.


ALESSIO BOLOGNESI “…ma se lui si butta in un pozzo, ti ci butti anche tu?!” era ed è una delle frasi più gettonate dalle nostre mamme quando da ragazzini facevamo una stupidata solo perché l’aveva fatta un nostro amico! E ora…beh…da adulti facciamo esattamente la stessa cosa! Non per il piacere di farla ma semplicemente perché abbiamo perso la capacità di pensare con la nostra testa o, forse, le energie per farlo. Ci facciamo guidare dalla massa, bendati, sperando che la direzione sia giusta: troppo faticoso sviluppare una propria personalità e va a finire che ci troviamo tutti persi. Sta accadendo sul lavoro, nella politica, nella moda, nell’arte e, perché no, quando in una domenica invernale ci rifugiamo in un centro commerciale, stipati insieme ad altre migliaia di persone senza nemmeno avere la necessità di comperare qualcosa. Sembriamo tanti lemmings che nell’epoca degli amori impazziscono e si gettano da una scogliera, tutti dietro al primo temerario che prende la rincorsa. Tra la consueta irriverenza e citazioni dei videogame degli anni ’80, Sfiggy ci fa riflettere su questo nel suo modo “alternativo”. Beh…quindi cosa vogliamo fare? Ci buttiamo dalla scogliera o troviamo il coraggio di riprendere in mano le redini delle nostre vite alienate? Come direbbe il buon Joe Bastianich televisivo: “FAI RILETTI SU QUESTOOO!”

FOLLOW THE LEADER (particolare) 2013 150cmx180cm Acrilico su tela


WILLOW

TOMBOLA 2013 150x100 cm smalto su tela

Questo mondo è abitato da esseri molto particolari, a metà tra il microorganismo e il virus, che si “parlano”, attraverso i baloons, ma senza utilizzare le onomatopee codificate del fumetto, quanto piuttosto attraverso suoni che finiscono per identificare, nominare e definire l’essere che lo pronuncia. In questo mondo densamente popolato, non mancano le sfide sociali, ed è interessante vedere come in un moto di ribellione all’ordine costituito, siano gli esseri più piccoli a protestare contro i maggiorenti tentacolati che rimangono afasici davanti a tale arditezza verbale.


ANDREA VALSECCHI L’opera è parte della serie Metamondo, un lavoro ispirato al mondo delle realtà virtuali attraverso il quale l’autore indaga sulla società contemproranea e sulla sottile linea che separa il mondo reale dal quello virtuale. Il lavoro è ottenuto inserendo, all’interno di immagini scattate in ambientazioni urbane moderne, elementi relativi al mondo virtuale, al fine di creare situazioni ambigue che disorientino l’osservatore.

NO SURFING, VIRUS DETECTED 2010 - 60 x 108 cm Stampa digitale ai pigmenti su carta di tipo perlato, montata su dibond


STREAMCOLORS

JOURNEY, IN VIAGGIO CON NUOVI OCCHI: Gorgonzola 2013, Vicolo Gabrio Serbelloni

Mi definisco un “cacciatore di colori”, poiché ogni giorno ricerco e rigenero colori, forme ed estetiche che più mi affascinano rielaborandoli con gli strumenti della computer grafica e della fotografia. Ho ideato così Streamcolors, un nuovo modo di decodificare e di rappresentare la realtà che mi circonda. Dopo aver indagato le strade astratte con la serie “Patternism”, aver dato una forma figurativa con la serie Portraits è arrivato il momento di inaugurare Journey, un viaggio che mi porterà a scoprire in prima persona nuovi luoghi in una profonda esperienza di fotografia emotiva. La prima tappa di questa serie sarà il paese di Gorgonzola. Ogni scatto fotografico è stato rielaborato per ricercare e attribuire un nuovo significato estetico ed emotivo. Sembra arte astratta ma in realtà è la mia forma di arte estratta.





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