Frogs - Frogstock 2018

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frogs FROGSTOCK

2018 VENTICINQUESIMA EDIZIONE

22-25 AGOSTO 2018

PARCO FLUVIALE

RIOLO TERME


CAME R A DOPPIA CON COL AZION E V IL L A DE L L E FON T I*** € 22 A PE R S ON A GR AN D HOT E L T E R ME **** € 29 A PE R S ON A

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frogs uno

frogs anno ventitreesimo

(venticinquesimo di Frogstock)

a cura di: CLIPS RAG & ROCK CENTRO GIOVANI

Via Gramsci, 13 48025 Riolo Terme (RA) www.frogstock.it frogstockfestival@gmail.com

redazione e public relations

Iacopo Battilani Luca Cavallari Cristiano Cavina Enrico Cavina Chiara Cenni Giulia Ciarlariello Aris Collina Anna Diversi Mattia Grandi Maria Chiara Leoni Giuditta Lughi Claudio Malvezzi Davide Marani Myriam Massicci Michael Mengozzi Alfonso Nicolardi Marco Paiano Andrea Pulti Paride Ridolfi Filippo Sangiorgi Lorenzo Santandrea Martino Savorani Flavio Tagliaferri Mattia Tampieri Melania Tigrini Mirco Tigrini Sara Venturini Aurora Visani Marco Zama I Colleghi di Melli illustrazione in copertina

ANDREA RIVOLA grafica e impaginazione

Paride Ridolfi Lorenzo Santandrea

distribuzione

gratuita

centogiorni

Un quarto di secolo é un bel traguardo per un festival musicale come Frogstock, che resiste e persiste in questi chiari di luna finanziari e dentro un labirinto di sempre più restrittive regole organizzative. Frogstock resiste perché c’è sempre chi sacrifica tempo, sudore e salute per pensare, organizzare, gestire, montare e smontare ogni edizione della manifestazione e persiste per quell’inguaribile assuefazione alla musica che ci fa stare insieme e che rilascia felicità, malinconia, gioia, rabbia, euforia. Chi anche solo una volta ha visitato il parco fluviale sa che Frogstock è Frogstock, come lo sanno gli alberi, l’erba, le formiche, i rospi del fiume e l’aria umida che li circonda. Sono certo che non avrebbe senso riempire queste righe con il ricordo di un passato glorioso, ma una constatazione mi si è palesata mentre pensavo all’editoriale. In venticinque anni Frogstock ha collezionato mediamente quattro serate ad edizione per un totale di cento giorni che, messi in fila uno dietro l’altro, compongono un festi-

val che si protrarrebbe per oltre tre mesi… tre mesi! Non è straordinario? Riuscite ad immaginare cento giorni consecutivi di Frogstock? Riuscite a pensare che a visitare Frogstock siano state centinaia di migliaia di persone? E’ meraviglioso che tutto questo sia successo veramente. Anche a Frogs vorrei dedicare un pensiero in questa ricorrenza. Cara fanzine, di te sono ancora perdutamente innamorato, delle scorribande notturne prima con Freehand e poi con InDesign, del profumo inebriante del giornalino fresco di stampa e delle meravigliose rane che Andrea Rivola riesce ogni volta a creare per le tue copertine. Frogs, mi sei stato compagno per metà della vita, ma mi rendo conto a malincuore che è giunto il tempo di far migrare questo amore verso qualche giovane rana. Vorrei ti arricchissi di nuove idee, magari di una nuova veste grafica e, soprattutto, di altri cento giorni di musica. Grazie di cuore a tutti, i primi venticinque anni di Frogstock sono stati una magnifica, splendida avventura. Paride Ridolfi


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PROGRAMMA

MERCOLEDÌ 22 AGOSTO COLIMBO GIULIO WILSON CLIPS RAG & ROCK CENTRO GIOVANI

PARCO FLUVIALE RIOLO TERME

INGRESSO GRATUITO Apertura cancelli ore 19:00 Stand Gastronomico con birra FORST Minibar “Kill the Coffee” Aperitivi Musicali, Cocktails e DJ set al “Joker Disco Bar” Red Bull tent con Cocktails speciali Bancarelle di artigianato locale Area bimbi by Zerocento Alcool-test volontario gratuito con Ser.T Faenza Rock Camp: campeggio gratuito allestito dalla Protezione Civile per chi preferisce riposarsi prima di guidare. Vivi la Musica Responsabilmente! INFO email: frogstockfestival@gmail.com web: www.frogstock.it fb: www.fb.com/frogstock.festival twitter: @FrogstockRiolo instagram: frogstock

EUGENIO IN VIA DI GIOIA DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY UNITA’ VINILICHE

GIOVEDÌ 23 AGOSTO LE FREQUENZE DI TESLA KUF

THE ZEN CIRCUS

DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY DJ PICCIO / DJ MALVA

VENERDÌ 24 AGOSTO BLITZ & SHUTTLE FUNKY AWESOME CREW

MEZZOSANGUE

DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY ZANZU AKA MADJ / DJ MALVA

SABATO 25 AGOSTO MARRANO CELEB CAR CRASH

I MINISTRI

DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY DJ MASSIMO VOLTI / DJ IACOPO BATTILANI

night

frogs tre

DUEMILADICIOTTO


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25 anni. Sono 25 anni che tantissime persone spendono il loro tempo, poco o tanto che sia, per la riuscita di un festival che è diventato un’istituzione per i riolesi. In tutti questi anni si sono susseguite tantissime persone, tutte importanti a loro modo, tutte preziose per la loro presenza e aiuto all’interno del festival, spesso con età e modi di vedere le cose estremamente differenti. Questo è il valore aggiunto che ha Frogstock: DIVERSITÀ È RICCHEZZA! Serate di puro divertimento,

gioia e buona musica quelle che si prospettano alla fine di agosto di ogni anno che si rispetti, nella suggestiva cornice del parco fluviale di Riolo Terme! È doveroso ringraziare per questi primi 25 anni passati insieme i commercianti, le associazioni, i volontari, i ragazzi della CLIPS RAG & ROCK, la Pro Loco di Riolo Terme, i ragazzi dei Winter Bikers, l’Associazione degli Alpini, la Protezione Civile, l’Avis, l’Aido e l’Ippoverde. GRAZIE, DAVVERO GRAZIE A TUTTI!!


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Caroli Giovanni P R O D O T T I

P E T R O L I F E R I

C A RBURANTI AGRIC O L I OLII LUBRIFICANTI GASOLIO AUTOTRA Z IO N E C I ST ERNE OMOLOG ATE

Vi a P r o ve n ta , 2 4 0 4 8 0 1 8 Fa e n z a ( R A ) Te l . 0 5 4 6 . 4 6 2 5 0 - Fa x 0 5 4 6 . 4 6504 i n fo @ c a r o l i s p a . c o m Vi a Fi u ma z z o , 4 1 7 4 8 0 1 0 B e l r i c e tto d i L u g o Te l . 0 5 4 5 . 7 7 7 2 4 - Fa x 0 5 4 5 . 7 4921


frogs sette

Dott.ssa Annamaria Bernardi Dott.ssa Beatrice Balbi

Via Aldo Moro, 6 - 48025 Riolo Terme (RA) Tel. 0546 74052

Una cornice storica, una cucina artigianale, prodotti del territorio appassionatamente ricercati. 950 vini - 150 birre - 70 distillati Piazza Mazzanti, 2 - Riolo Terme (RA) Tel. 0546.74381 www.cantineanticagrotta.com


frogs otto


Mi offrono un incarico di responsabilità/ Domani andrò giù al porto/ E gli dirò che sono pronto a partire/ Getterò i bagagli in mare/ studierò le carte/ e aspetterò di sapere per dove si parte/ quando si parte/ e quando passerà il monsone dirò levate l’ancora/ diritta avanti tutta/ questa è la rotta/ questa è la direzione/ questa è la decisione. Lorenzo (Jova) – La linea d’ombra

Qualche giorno fa ho letto un articolo che avrei tanto voluto scrivere io su ilpost (www.ilpost.it). Tra le altre cose, così commentava: “Chi ha vinto le elezioni del 2018 lo ha fatto rivendicando esplicitamente la scelta dei diritti sociali per alcuni sugli altri, smarcandosi a ogni occasione possibile sullo ius soli e le unioni civili oppure criticando queste riforme, oppure ancora dicendo apertamente ‘prima gli italiani’; d’altra parte oggi il racconto dominante vede descritto come elitario borghese chiunque viva in una città e non dica ‘negri’ e pensi che ognuno debba potersi sposare con chi vuole. Se poi per sbaglio vi capita di leggere un libro o visitare una mostra, per molti fate parte dello stesso calderone di chissà quale aristocrazia baronale lontana dalla realtà, anche se vivete in affitto e fate la spesa all’Esselunga.”(www.francescocosta. net/2018/06/06/sinistra-binaria/)”. Incappo a seguire, pur cercando di limitare la polemica sterile su Facebook, in una frase di un amico in stile: “Eh, sì, quei negretti fanno i furbi”, relativa a una notizia (bufala) che girava sul web. Al mio disappunto è stato risposto “Ho tanti amici di colore” - “Primo Levi usava lo stesso termine”. Ora, possiamo disquisire quanto vogliamo, ma la lingua cambia e se Levi usava un termine che oggi la società, nelle sue evoluzioni linguistiche, ritiene offensivo, perché continuare ad usarlo? Anche nei film anni ’90 si trovava la parola ‘frocio’, oggi abbiamo concordato che è sgradevole. Io non la uso, non voglio che mio figlio la usi. Insomma, questo fa di me una radical chic o solo una persona educata? Va così, il mondo è un po’ a rovescio, ma la cosa più vera, che ho ritrovato sempre nel pezzo di Costa, è che una certa politica ci ha introiettato il pensiero che qualcuno deve arrivare prima e altri dopo, oppure mai. Non possiamo arrivare tutti insieme? Si può lottare per i diritti di tutti in egual misura? Perché mai devo scegliere? “Sono lavoratrici anche le donne, sono operai anche gli omosessuali, sono precari anche gli stranieri, etc. Non bisogna scegliere quale di queste due strade percorrere: se la difesa dei diritti sociali o quella dei diritti civili, se quella degli italiani o quella degli immigrati: bisogna imboccarle entrambe contemporaneamente e rinunciare alla scorciatoia di mettere un pezzo di Italia contro l’altro.” Mai parole furono più auspicabili, in un momento storico complesso come quello di oggi. Se i braccianti sono sfruttati, che essi siano stranieri o italiani non mi importa. Se i delinquenti che spaccano le vetrine ed entrano nella case

vanno messi al palo, è la giustizia che deve fare il suo corso, siano essi italiani o stranieri. Se una donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, un padre, essa reclama giustizia al di là della fede religiosa o della provenienza: o no? Le generalizzazioni fanno parte del pensiero umano perché aiutano a destreggiarci nella complessità del mondo, ma sono pericolose perché non ci offrono la possibilità della profondità: dove sono gli spazi di approfondimento oggi? Se leggi i quotidiani probabilmente sarai un radical chic e i social non hanno fatto altro che aizzare i pensieri più beceri, senza rendere le persone più aperte, o almeno a me così pare. Le situazioni insostenibili nel nostro Paese sono tante, frutto di malagestione di anni e non certo di 600 disperati su una nave, per cui non ho proposte immediate, ma ciò non deve distogliermi dal cercare risposte profonde a domande complesse. Questi semplici pensieri sono per lo più rivolti a voi giovani che vedrete la strada inerpicarsi più in alto lungo la via di questa complessità; se, come diceva il regista Guillermo del Toro a Venezia: “I Beatles e Gesù non possono essersi sbagliati entrambi riguardo all’amore”, allora occorre partire da un messaggio di speranza, che non sia affatto superficiale o incosciente, anzi che riprenda in mano l’umanità tutta per portarla a stare meglio (tutti) non mettendo (i disperati di solito) gli uni contro gli altri, mentre qualcuno dal 50° piano di un grattacielo guarda beato gli esseri in basso che lottano per la sopravvivenza. È davvero un compito arduo nell’Italia del 2018, perché se difendi le donne sei una femminista (come se fosse un’offesa!), se chiedi giustizia per un sindacalista di colore ucciso, ti viene risposto: “e allora gli italiani?”, se pretendi aiuti alle famiglie numerose ti rimbrottano: “ah però gli stranieri hanno più agevolazioni(!)” come se i concetti di famiglia, sostegno alla genitorialità e alla casa avessero un colore. Ci sono pochi modi per uscire da questi schemi asfissianti, uno di questi è viaggiare per il mondo; un altro è leggere (che è un altro modo per farlo) e infine studiare: ciò ci allontana dai nostri preconcetti, per vivere una libertà che non sia menefreghismo, ma che porti ad occuparci gli uni degli altri. Baden Powell, non per nulla, 100 anni fa ci ricordava che siamo felici solo facendo la felicità degli altri e Don Milani non aveva inventato nulla con il suo ‘I care’ scritto sulle porte della scuola di Barbiana: aggiungo allora: “I care about everybody”, non solo “about someone”. Giudy

Meglio depressi che stronzi, del tipo: “Me ne fotto” - Perché non dicono: “Io mi interesso”? Caparezza - La mia parte intollerante

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LA SFIDA LA SFIDA DELLA COMPLESSITÀ


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SCANÌA DI SETTEFONTI Per chi segue la nostra Fanzine, il Frogs appunto, sa che negli ultimi anni ci siamo dati l’obiettivo di valorizzare le realtà interessanti che pullulano il nostro territorio e che sono, in un modo o nell’altro, anche protagonisti del nostro festival musicale. Sara è una nostra volontaria da tanto tempo ma è prima di tutto una cara amica, la mia “spacciatrice” di gelato, colei che con i suoi prodotti genuini allieta i buffet dei nostri artisti e che, in sella alla sua moto o con il mitico furgoncino bianco e giallo, vende i prodotti caseari della fattoria di famiglia. L’intervista che segue è un omaggio a lei, a Pietro, ai suoi famigliari perché se siamo così belli (!!) un po’ lo dobbiamo anche al loro formaggio, yogurt, latte, gelato.


Se dovessi riassumere in tre parole la vostra attività, quali sarebbero e perché? Sicuramente la passione, tanta passione perché è un lavoro che ti impegna 365 giorni all’anno e non puoi permetterti di essere ammalato, mai. Gli animali devono essere curati 24 ore su 24, con la neve, le margherite, i 40 gradi: non si scappa, è un lavoro faticoso e impegnativo che fai solo se hai una grandissima passione. Impegnativo appunto, non si può mollare un attimo, devi essere sempre sul pezzo. Non puoi permetterti di lasciar andare: sia la stalla, la trasformazione del latte che la vendita dei prodotti sono attività che ti impegnano tutto il giorno. Per fortuna possiamo però aggiungere a queste parole la soddisfazione che, a fine giornata, arriva a darti respiro, conforto perché quando arrivi a sera e sei sbriciolato, ti rendi conto di aver fatto un buon lavoro perché i tuoi clienti ti fanno i complimenti, ti ringraziano per aver macinato km (nonostante la neve e il ghiaccio*) per portare i tuoi prodotti freschi sulle loro tavole, che vogliono venire in azienda per vedere come lavori e come stanno i tuoi animali, che ci salutano entusiasti e contenti parlano bene di te, con te e con gli altri. Ai tuoi animali piace la musica rock? A parte gli scherzi, una domanda a te Sara come socia dell’attività di famiglia: come si concilia l’essere una giovane imprenditrice con l’essere una ragazza di 30 anni? Certo che amano la musica rock!!! La mia attività mi piace al punto di mettere in secondo piano un giro in centro, un aperitivo al venerdì sera, le vacanze due volte all’anno: se a 16 anni sentivo la fatica di stare in caseificio e di rinunciare alle feste, oggi invece la soddisfazione personale, la consapevolezza che l’attività di famiglia è ben avviata ed è presente nel territorio, che anche mio fratello Pietro ha la mia stessa passione e che, nonostante i suoi 16 anni e gli impegni della scuola e dell’adolescenza, anche lui partecipi con entusiasmo al lavoro, mi danno la spinta per guardare verso il

futuro nonostante tutte le avversità e difficoltà. Forse sono diversa dai miei coetanei, ma oggi per me questo è l’importante: la fattoria, il caseificio sono logoranti, ma mi è stata servita su un piatto d’argento un’attività che è attiva e non posso dimenticarmelo! Non diventeremo miliardari però hai delle soddisfazioni che sono impagabili. Vorrei sfatare un mito: lavorare in fattoria, stare a stretto contatto con la natura è tosto. Dimenticatevi l’immagine aulica del mondo agricolo: chi va in mountain bike la domenica o fa percorsi naturalistici è in stretto contatto con la natura ed è rilassato, chi lavora in stalla, chi si prende cura degli animai ha un contatto diverso ed è tutto fuorché rilassante! Concludo dicendo che lavorare all’interno della propria famiglia può avere i suoi pro e i suoi contro: ci si può scontrare, a volte è difficile, ma ci si può capire all’istante, è bello, c’è intesa e collaborazione e questo è per me gratificante. Oltre al lavoro c’è la famiglia e questa è una gran bella cosa. Pregi e difetti di questo mestiere antico e difficile. I pregi riguardano il lavoro con gli animali e l’intero processo della trasformazione: il prodotto finito è il frutto del nostro ingegno e impegno. I difetti sono la frenesia che a volte ci accompagna e ci fa dimenticare la bellezza di ciò che facciamo e la carta, la quantità di carta che dobbiamo compilare per rispettare le normative che regolano il nostro settore. Un augurio/desiderio/improperio gratuito, a voi la scelta. Un augurio che ci vogliamo fare è che i giovani ritornino ad investire voglia, forza e ingegno nel settore zootecnico e agricolo; un desiderio che vogliamo esprimere è che il nostro lavoro venga riconosciuto un po’ di più perché ci ammazziamo di lavoro e spesso non viene ripagata la fatica al giusto prezzo. (Nota personale dell’autrice dell’intervista: la qualità si paga e forse noi consumatori dovremmo fare più attenzione a cosa c’è dentro a ciò che mangiamo, a cosa c’è dietro all’intero processo trasformativo perché troppo spesso dimentichiamo la qualità e ragioniamo solo sul prezzo..) Un improperio?!?!…. un po’ di ferie in più anche per noi per staccare un attimo!!! Grazie, grazie davvero del tuo e vostro tempo!

Melli

* Scanìa di Settefonti è una fattoria e caseificio che si trova sulle colline di Casola Valsenio, in un punto decisamente panoramico e mozzafiato. Ha punti vendita dislocati sul territorio ed è presente anche ai Mercati del Contadino, addirittura fino a Ravenna. Nei mesi invernali una sfida di quest’azienda sono le condizioni atmosferiche avverse che possono, in alcuni casi è già successo, isolare la fattoria e richiedere molto sangue freddo per ricollegarli alla “civiltà”.

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Cosa significa oggi essere allevatori e operatori del settore alimentare? Significa assumere una posizione di grossa responsabilità perché, tra leggi rigide e controllo dell’intera filiera che operiamo da sempre (dal filo d’erba che mangiano i nostri animali al prodotto finito che va sulle tavole dei nostri clienti), è molto faticoso fare il nostro lavoro. Ci impegniamo per garantire la massima qualità per offrire un prodotto sano, senza conservanti, qualitativamente alto sia dal punto di vista del sapore che nutrizionale: noi ce la mettiamo veramente tutta (e speriamo di farcela!) ma questo si traduce in un enorme sforzo perché esistono molte restrizioni, le regole sono giuste e va bene applicarle però, spesso, chi legifera non conosce il lavoro dell’allevatore e produttore e crea così degli ingranaggi difettosi lungo tutta la catena produttiva.


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Tutti conoscono AVIS. L’Associazione Volontari Italiani del Sangue ha una lunghissima storia alle spalle. Nelle regioni, province e città della penisola, da anni, svolge ogni giorno attività fondamentali di raccolta del sangue e del plasma, grazie all’aiuto indispensabile di tanti donatori volontari. Quanti, però, sanno che un anno fa, nella provincia di Ravenna, alcuni giovani iscritti e simpatizzanti AVIS hanno deciso di unirsi in un gruppo attivo nella partecipazione e organizzazione di eventi? Era appena iniziata l’estate 2017, quando Marco Bellenghi - presidente dell’AVIS Provinciale Ravenna - dopo aver visto che nelle sezioni comunali del ravennate si erano inseriti tanti giovani nel ruolo di presidenti o consiglieri, ha deciso di creare una rete capace di metterli in contatto fra loro e dare nuova linfa all’associazione che, nella provincia romagnola, ha una storia lunga già 90 anni. Dopo un primo incontro alla sezione AVIS di Barbiano, che ha coinvolto i giovani e i presidenti AVIS di ogni comune in provincia di Ravenna, è emersa la volontà di creare un gruppo composto soprattutto da giovani, che avesse autonomia decisionale sulla realizzazione e partecipazione ad eventi, sempre con il supporto dell’AVIS provinciale. In poco tempo il gruppo giovani è diventato realtà e il 12 luglio di quest’anno spegnerà la sua prima candelina. I membri hanno indicato Alex Ridolfi come portavoce e scelto di accogliere tutti gli iscritti o i simpatizzanti con la voglia di partecipare o collaborare alle attività delle varie sezioni. Fra gli eventi a cui il gruppo giovani non poteva mancare, c’è stato “Bovelix”, il

torneo che si è tenuto a Ravenna sabato 16 giugno in memoria del pallavolista Vigor Bovolenta, uno dei campioni italiani più forti di tutti i tempi, che nel 2012 è venuto a mancare a soli 37 anni per un attacco cardiaco, proprio sul campo da pallavolo. I giovani donatori del ravennate, poi, collaborano col gruppo giovani AVIS dell’Emilia-Romagna, a cui partecipano portavoce e presidenti di sezione. La festa di Halloween a Cervia li ha visti fra i protagonisti più attivi, ma l’iniziativa più importante che li vedrà insieme è “MirabilAvis”, un evento che si terrà domenica 15 luglio nel parco di Mirabilandia e dove i ragazzi svolgeranno molte attività sul tema delle donazioni, per grandi e più piccoli. Tutti i donatori AVIS potranno entrare al parco divertimenti con uno sconto (a soli 15,90 euro invece di 35,90), che sarà valido per sé e per altri tre accompagnatori non donatori. Dal 22 al 25 agosto, invece, i ragazzi parteciperanno al “Frogstock”, festival musicale a Riolo Terme, dove proprio la serata di apertura si intitola “AVIS Night”. I volontari, grazie a questi eventi e alla loro attiva partecipazione, vogliono dare la possibilità a tutti i giovani interessati di conoscere meglio il grande mondo AVIS, invitarli a fare qualcosa di importante divertendosi. Per contattare il gruppo giovani della provincia di Ravenna sarà presto disponibile un contatto whatsapp sul sito ravenna.avisemiliaromagna.it. Donare il sangue non è solo un gesto di generosità o volontariato, donare significa amare e lottare insieme a chi ne ha bisogno per vivere o sopravvivere. Donare non è sapere per chi, ma perché. Giulia Ciarlariello e Avis Giovani Provinciale Ravenna

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Nuova linfa all’AVIS Ravenna con il gruppo giovani


frogs

frogsstock: tutte le rane di Andrea Raccontarvi perchè il piccolo anfibio verde ci rappresenta è una storia troppo lunga per queste pagine, lunga come la grande famiglia delle nostre rane: una per ciascun Frogs che ha accompagnato Frogstock. La copertina della nostra fanzine è stata sempre il palcoscenico di una nuova rana, ogni anno magistralmente creata da Andrea Rivola. Andrea è un illustratore Riolese di fama internazionale, ha realizzato le grafiche di decine di libri per ragazzi, si è aggiudicato prestigiosi premi e collabora con testate del calibro del “Corriere della Sera”. Ad ogni edizione Andrea ci regala un capolavoro, rubando tempo prezioso alla sua professione. La parata di copertine di Frogs in queste due pagine è un piccolo ma doveroso ringraziamento ad un artista che, sin dalla creazione del nostro logo, ci onora facendo parte della nostra famiglia.


frogs FROGSTOCK

2018

VENTICINQ UESIMA

EDIZIONE

22-25 AGOSTO 2018

PARCO FLUVIALE

RIOLO TERME


frogs sedici

Via Campolasso, 4 48025 Riolo Terme (RA) Tel. 0546.74077 CHIUSO Cell. 335.5704378 LUNEDI E MARTEDI Fax. 0546.74384 www.agriturismolaquerciola.it e-mail: contatti@querciola.it

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FUOCO Melania si fa viva come ogni estate: “C’è un seguito al tuo articolo? La saga continua? Frogs 2018?”. Bella domanda. Che dire... A me sembra che io abbia sviscerato abbastanza il tema esistenziale “Pensavo fosse amore invece era solo crudeltà”. Mi sono allora riletta i quattro ultimi racconti per Frogs, le quattro tappe alchemiche del percorso. Dall’esplosione dell’amore alla catastrofica caduta. Per mettere a fuoco i meandri del percorso che la mia anima ha seguito giocoforza. Sorprendentemente una chiara linea guida è emersa. Una linea che solo ora, giuro, è totalmente evidente e sotto ai miei occhi. È perfino imbarazzante che io l’abbia tracciata (meglio dire che io sia stata tracciata da essa) senza esserne consapevole! Quasi quasi la cosa mi inquieta: era così evidente! È chiaro che quando si è nel gorgo delle passioni ci sfuggono certe orchestrazioni delle realtà più essenziali, più vicine agli archetipi. Ho scritto ogni racconto totalmente immersa nello stato d’animo del momento. Ne ero sopraffatta. Non ho accordato o raccordate le storie tra di loro. Non c’era nessuna pianificazione voluta. Eppure, esse lo sono. Sono accordate. Si sono accordate per conto loro...Aiuto…Oh Madre de Dios!! Precisiamo di cosa si tratta. Il primo racconto del 2013 parla del cuore: “Revolution, la musica, l’amore e i mutamenti”. Il secondo del 2014 attraversa l’aria: “La musica e gli uccelli d’alta quota”. Il terzo del 2016 scorre come acqua: “L’onda torna sempre prima o

poi”. Il quarto del 2017 si cristallizza nella terra: “La stagione della pietra”...Ecco si tratta di CUORE-ARIA-ACQUA-TERRA. Si tratta degli elementi e del cuore. Ho fatto il giro degli elementi primordiali. Ma come avrete capito per chiudere il cerchio aperto nel 2013 manca un elemento: IL FUOCO!! Dunque, questa volta non sono io a scegliere la storia. È la storia a scegliermi! Non sono io a intercalare, come un rosario, le tappe degli elementi primordiali. Loro stessi si sono attivati a mia insaputa, calcando la scena. E dunque eccoci al FUOCO! Il fuoco arde sulla soglia di questo racconto ed io non so dove mi porterà! Non so quale storia possa essere raccontata. In realtà il fuoco mi appartiene. È sempre stato qui, non sulla soglia, ma è il cuore stesso della mia dimora (psichica). Il centro vitale del mio sistema. E da qui il collegamento con il film “Il quinto elemento” di Luc Besson è automatico e doveroso. Il quinto elemento, nel film, era il cuore. Nella scena madre in cui i quattro elementi vengono attivati e collegati per il potenziamento, risvegliano con un raggio cosmico il quinto elemento, l’arma segreta, che è incarnata dall’aliena Leelou, “L’Essere Supremo”. Solo Leelou può, rilasciando il quinto elemento, cioè attivando la sua potenza che è il cuore, distruggere il “Male Supremo” rappresentato da una titanica sfera infuocata che si dirige verso la Terra. Eccoci al FUOCO Myriam. Cos’ha da dire alla tua anima il suo simbolo, il suo archetipo? Il tuo fuoco arde, arde sempre,

frogs diciannove

FUOCO non ti ha mai tradita, mai abbandonata. È un alleato sicuro, un fedele e assiduo servitore. Il tuo compagno di viaggio assicurato. Fiamma viva della tua intensità. Nel bene e nel male, Myriam. Negli slanci estatici e nelle dolorose cadute. Nelle ardenti chiarezze e negli errori imperdonabili che annientano. Infine, che importa tutto questo? La tua fiamma arde, arde e prima di tutto arde per servire te! È vero, l’hai regalato a piene mani (bruciandoti l’anima) ...ma per amore, solo per amore. Te ne sei quasi disfatta con lo sciamano di Roma, con Mirko, uomini folli e crudeli. Sei quasi morta. Anzi sei morta. Sei caduta. Non si sono neanche degnati di notare il pallore mortale del volto, la fiammella che stremata spirava nel tuo petto. Non hanno avuto il nobile coraggio di prenderti per mano e dirti addio con tenerezza e riconoscenza. Perché essi non conoscono la gentilezza. In realtà, riconosciamolo, non mi sono mai del tutto persa nell’oscura notte dell’anima perché la mia fiammella è sopravvissuta ad ogni errore commesso, ad ogni passo falso. Non ho potuto evitare le cadute. Se ci si mette realmente in gioco senza risparmi le cadute fanno parte del gioco. La Grazia e l’Oscuramento non sono in lotta tra loro, non sono separati da un muro. Entrambi sono abbracciati dalla Coscienza. E la fiamma imperitura del mio cuore questa verità essenziale la conosce da sempre...Myriam sii il tuo fuoco fino alla fine...Ardente e temibile, calda e divampante. Dedicato a me stessa, stavolta. Myriam Massicci


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frogs venti

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DUEMILADICIOTTO

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IL MAGO ANNOIATO

COLIMBO Il Colimbo è una band di sei giovani amici imolesi che propongono musica italiana propria. Alla voce Riccardo Barelli, principale scrittore dei testi; alla chitarra solista l’ideatore di molti riff del gruppo Martino Menetti; alla chitarra ritmica di accompagnamento e alle seconde voci Tommaso Ambrosini; al basso e alle seconde voci Giacomo Gaddoni e, per quanto riguarda il groove, Francesco Pausini alla batteria ed infine la dolcezza del sassofono di Filippo Rotante.

GIULIO WILSON Giulio Wilson è un cantautore polistrumentista fiorentino: suona pianoforte, chitarra acustica e sax contralto. Fino al 2002 è tastierista e compositore negli ANTISGAMO. Nel 2009 suona per VINICIO CAPOSSELA al Play Festival ad Arezzo. Nello stesso anno esce il suo primo album intitolato “Soli del Midwest”. Vince il concorso BMA – Bologna Musica d’Autore e firma un contratto con Fonoprint. Vince il premio speciale Mei. Attualmente è al lavoro alla produzione di un nuovo album. Può vantare collaborazioni con: Matteo Giannetti già bassista per Maurizio Solieri, Federico Biagetti chitarrista per Zucchero, Paolo Baglioni, percussionista e batterista di Piero Pelù.

EUGENIO IN VIA DI GIOIA Band torinese nata come busker a Torino nel 2012: Gli Eugenio in Via Di Gioia. Il disco d’esordio “Lorenzo Federici” è uscito nel 2014 ed i giovanissimi Eugenio In Via Di Gioia (Eugenio Casaro – chitarrista e cantante, Emanuele Via – tastierista, Paolo Di Gioia – batterista e Lorenzo Federici - bassista), già vincitori del premio della critica all’ultimo Premio Buscaglione, stanno facendo parlare moltissimo di sé. Nel 2015, partecipano alla compilation “Sotto il Cielo di Fred” in compagnia di Brunori Sas, Dente, Perturbazione e molti altri. Nel 2015 esce il loro video “Non Ancora”. Nel frattempo il loro pubblico continua a crescere ed il primo tour è sold out all’Hiroshima di Torino. Un disco ed un live che partono dalla strada e dalla tradizione delle balere, dello swing e del folk italiano fino ad arrivare al nu-folk inglese di questi ultimi anni, reinterpretando la tradizione e rivestendola di un realismo che legge con amara allegria i nostri tempi. Nel 2017 la band pubblica il secondo album “Tutti su per terra”. INGRESSO GRATUITO - SEGUE DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY UNITA’ VINILICHE

night

frogs ventuno

mercoledì 22 agosto


frogs ventidue

Sede Imola Via Vanoni 4 Tel. 0542 641999 Fax 0542 640820

Filiale Bologna Via Brini 43 Tel. 051 6389089 Fax 051 4187070

Filiale Cesena Via Romagna 371 Tel. 0547 382280 Fax 0547 384109

Filiale Lugo Via Meucci 14/16 Tel. 0545 1977570 Fax 0545 1977580

Filiale Modena Viale Nazioni, 87 Tel. 059 9692420 Fax 059 9692427

www.fabbiimola.com - info@fabbiimola.com

Filiale Molinella Via Barattino 34 Tel. 051 881796 Fax 051 6902006


DUEMILADICIOTTO

APERITIVO dalle 19.00 :

IZA & SARA

LE FREQUENZE DI TESLA

Le Frequenze di Tesla nascono nel 2017. Il progetto è un punto di incontro tra sonorità tradizionali pop-rock ed elementi moderni, senza tralasciare la sperimentazione. Il trio si rivela estremamente prolifico con una produzione che si distingue per composizioni e arrangiamenti eclettici. La versatilità dei componenti è evidente nella duttilità polistrumentistica e nelle armonizzazioni vocali. La formazione è costituita da: Enrico Fileccia: voce, chitarra ritmica e solista, basso, piano e tastiere Matteo Cincopan: voce, chitarra ritmica e solista, basso, piano elettrico e minimoog, Vinicio Zanon Santon: voce, batteria, percussioni.

KUF

I Kuf sono di Ravenna e sono nati nel 2014. I Kuf cantano in italiano perché pensano in italiano. “Via Trieste” é uscito nel 2015, è il primo disco. “Pigna” é uscito nel 2017, è il secondo disco. I brani dei Kuf non sono registrati alla SIAE e non lo saranno mai. La parola Kuf potrebbe significare tante cose, ma non significa niente. Secondo Rockit i gruppi non devono contenere la ‘K’ all’interno del nome, quindi se hai un gruppo, ricordati di non chiamarlo Kuf. I Kuf sono italiani e cantano e proprio perché cantano non sono un gruppo strumentale. I Kuf si pronunciano con la U (no Kaf da anglosassone, ne’ Kiuf da mittel-europeo, ma Kuf da italiano).

THE ZEN CIRCUS

A Pisa, nel 1994, è nato il gruppo che ha riportato lo spirito padre del folk e del punk al moderno cantautorato con “Andate Tutti Affanculo” (2009): il Circo Zen. Composto da Andrea Appino, Karim Qqru, Massimiliano “Ufo” Schiavelli e Francesco Pellegrini. Dieci album ed un Ep all’attivo, venti anni di carriera ed oltre mille concerti. La band ha collaborato con tre mostri sacri dell’alternative americano, come Violent Femmes, Pixies e Talking Heads in Villa Inferno (2008). Oggi il gruppo si conferma una certezza del rock indipendente Italiano, portabandiera della musica libera da vincoli. Con l’album “La Terza Guerra Mondiale” (2016) ha superato tutti i record, affrontando il tour più lungo della carriera: 66 date in Italia. È uscito il 2 marzo 2018 il nuovo disco “Il fuoco in una stanza” che sviscera i rapporti affettivi che segnano la nostra esistenza. Si tratta di un disco musicalmente e narrativamente eterogeneo, dove il sentimento di una madre, di un padre, un figlio o un amante sono, alla fine, espressioni della stessa verità. INGRESSO GRATUITO - SEGUE DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY DJ PICCIO / DJ MALVA

frogs ventitre

giovedì 23 agosto


frogs ventiquattro di LUCA BETTI

BIRRERIA & BEERSHOP BIRRE ARTIGIANALI ALLA SPINA E IN BOTTIGLIA

Via Selice, 60 (zona ex macello) - Imola (BO) Tel. 0542/32168 - mail: info@topofthehops.it


DUEMILADICIOTTO

APERITIVO dalle 19.00 :

FANDANGO AVENUE

BLITZ & SHUTTLE Federico Marra e Pietro Panzuto, in arte “Blitz & Shuttle”, sono due rapper imolesi classe ‘99. Si conoscono fin da piccoli e nel 2013 si avvicinano alla cultura Hip Hop grazie al freestyle. Nel 2015 partecipano ai primi contest, calcano i primi palchi e iniziano a pubblicare canzoni inedite. Attualmente stanno lavorando al loro primo mixtape ufficiale.

FUNKY AWESOME CREW I Funky Awesome Crew nascono nel 2017. Sono una band Funk/Rap di Ferrara composta da 5 ragazzi. Hanno alle spalle numerose esperienze Live in locali ed eventi, e la partecipazione ad alcuni contest. La band ha avuto l’occasione di suonare in apertura a un concerto degli Urban Strangers, finalisti di X Factor 2015 Italia, e di GiòSada, vincitore della medesima edizione. Il primo Marzo 2018 pubblicano il video del loro primo singolo “SWAG”. Il primo aprile 2018 pubblicano “Episode One”, il loro primo EP autoprodotto, registrato e mixato da Federico Viola presso AnimalHouse studio.

MEZZOSANGUE

MezzoSangue è sul palco guerrigliero della parola, architetto nella costruzione dei testi dove ogni singola parola è esattamente dove deve essere. Nasce il 1° luglio 2012 con un video su YouTube, per partecipare al “Capitan Futuro Rap Contest”. Il suo passamontagna lo farà da subito riconoscere al grande pubblico. Lo stesso anno viene alla luce il suo primo lavoro, “Musica Cicatrene Mixtape” che diventa un riferimento dell’underground emergente. Nel 2014 l’album “Soul of a Supertramp”, in free-download, diventa virale nella comunità rap italiana. Quest’anno il nuovo doppio album “Tree – Roots & Crown” ha molti riferimenti alla numerologia, quale tratto stilistico suo distintivo risultando un’alternativa alla direzione musicale del panorama rap attuale. Le produzioni sono caratterizzate da arrangiamenti e composizioni registrati in studio, unendo alle sonorità del rock più classico uno sperimentale stile crossover. INGRESSO GRATUITO - SEGUE DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY ZANZU AKA MADJ / DJ MALVA

frogs venticinque

venerdì 24 agosto


frogs ventisei

Firenze Cafè - Wine Bar via Firenze 9/c Riolo Terme (RA)


DUEMILADICIOTTO

APERITIVO dalle 19.00 :

MARRANO

FABIO MAZZINI

Marrano è una band originaria di Rimini nata nel 2015 da Andrea, Daniele e Nicola. Nello stesso anno pubblica il primo EP omonimo con la collaborazione dello Stop Studio e di StonebridgeRecords. In seguito Marrano si esibisce in numerosi concerti, condividendo il palco con nomi quali Gazebo Penguins, Lantern, Futbolìn, Labradors. Nel 2016 con Angelo Sava e Caterina Lani collabora al video di “Non Insistere”, brano estratto dall’EP. Tra fine 2016 ed inizio 2017 registra il primo disco ufficiale presso StonebridgeRecords. Nel 2017 con un video ufficiale esce il primo singolo, “Belgrado”, seguito da “Raticosa”, altro singolo scelto per la promozione del disco.

CELEB CAR CRASH

I Celeb Car Crash sono una Rock Band. Alla fine del 2012 Nicola (Lena’s beadream), Carlo Alberto (Lena’s beadream), Michelangelo (Convergence, Waiting For Titor) and Simone (Octave, Opposite Sides) si uniscono nel progetto Celeb Car Crash. Il primo disco “AMBUSH!” raccoglie i consensi del pubblico e degli addetti ai lavori. Nel 2014 la vincita del “Red Bull Tourbus Chiavi in mano” gli permetterà di registrare a Londra e di condividere il palco con i Lacuna Coil. Nel 2016 pubblicano il nuovo album “People Are The Best Show” seguito da oltre 20 date live. Il 2018 vede l’uscita di Carlo Alberto e Simone e l’ingresso di Alex Crini e un EP di Cover intitolato “CCCover”.

I MINISTRI

I Ministri esordiscono nel 2006 con l’album autoprodotto “I Soldi Sono Finiti”, anomalia rock in un panorama dominato da hip hop e musica elettronica. L’ originale e ironica copertina (che contiene una vera moneta da un euro) fa parlare di loro oltre i confini della scena indipendente. Nel 2009 “Tempi Bui” è l’album che li consacra a livello nazionale facendoli suonare per la prima volta in uno stadio (a Udine prima dei Coldplay) e in un featuring da Caparezza. Un anno più tardi pubblicano “Fuori”, che esplora nuovi territori sonori e che li porterà in tv con Morgan e sui palchi accanto ai Foo Fighters. Il quarto capitolo in studio, “Per Un Passato Migliore”, è un ritorno a radici più elettriche e i singoli tratti dall’album “Comunque, Spingere e Una Palude” conquistano il pubblico e li costringono a tour anche oltre i confini italiani. Nel 2015 pubblicano “Cultura Generale” seguito da un tour che farà registrare il tutto esaurito nei superclub italiani. Nel 2016 festeggiano il decennale con dodici concerti speciali. Dalla primavera del 2018 sono in tour per la promozione del loro ultimo album di inediti “FIDATEVI”. INGRESSO GRATUITO - SEGUE DJ SET @ JOKER DISCO BAR BY DJ MASSIMO VOLTI / DJ IACOPO BATTILANI

frogs ventisette

sabato 25 agosto


frogs ventotto


Km 0: Mancano cinque minuti alla partenza. Firenze sembra Saigon d’estate o nei film di guerra: si suda a guardare l’ombra dei marmi e i vecchi nei bar mischiano le carte lentamente per togliere l’umidità dall’asso di coppe. Siamo alla partenza della Cento chilometri del Passatore, gli atleti di punta scalpitano e il sindaco cerca di non soffocare in doppio petto e fascia tricolore. Gli altri trovano un po’ di requie sotto il campanile di Giotto. Uno speaker, strafatto di traspirazione e adrenalina, grida in bocca al lupo! Solo alcuni borbottano viva il lupo! Gli altri, più che altro, sacramentano e fanno stretching. Si parte, chi per vincere, i pochi, i quasi tutti per arrivare. Il rumore bianco di questa corsa è suonato dai quasi tutti: sono quelli che passano la notte nel bosco a sudare, a condividere un ristoro, un crampo o uno sguardo. La vera intimità è con la fatica, con cui parli come se fosse un vecchio amico. Km 48: All’altezza della Colla quando i primi sono in Piazza del Popolo a Faenza, loro sono alle prese con il freddo, le vesciche e un punto di accoglienza che sembra Rimini d’estate. La notizia è che Calcaterra non ha vinto; quello che ci rimarrà per sempre è la frase di un signore con una canotta azzurra che dice: «ma che gusto c’è a farla così forte?». E il buio della Cento è la Notte Bianca dell’Appennino: ogni

borgo, casa, motorino truccato sparso per i boschi è lì per celebrare o sbeffeggiare la notte più importante dell’anno. E se la salita è la fatica dell’arrivare, quella che fa battere il cuore nel cervello, la discesa è la fatica del volersi bene, quella che fa sbattere il battito nei polpacci. Poi arrivi a Marradi. Km 65: Qui la strada spiana, quasi dolce, e comincia un lento processo di disgregazione, perché pensi, che bene o male, arriverai. E allora, parafrasando Marco Lodoli, dopo molte ore di corsa i pensieri si disfano e il pane diventa spiga, la spiga farina, la farina campo e acqua e polvere e pioggia. Si disfano i pensieri e tu con loro. L’uomo con la canotta azzurra è un albero di Natale che cerca di muoversi imbacuccato in materiale più o meno tecnico. A guardarlo in faccia è distrutto e sereno. A San Cassiano si ferma per un massaggio. Chiede una birra, che beve in un unico sorso, e una sigaretta. Ci guarda e dice: «Io fumo una volta all’anno, in Piazza del Popolo a Faenza». Che la notte stia giungendo al termine lo capisci perché da Faenza cominciano ad arrivare gli amici in bicicletta per farti compagnia negli ultimi chilometri e assaporare, assieme a te, la cognizione del dolore. Km 99: Arriviamo un minuto prima dell’alba, in una caligine che rende i qua-

si tutti rabdomanti dell’ultimo chilometro che, chissà perché, non è segnalato. Così l’arrivo giunge improbabile, come una sorpresa dopo una notte di veglia. Arriviamo, vinti e vincitori. Accompagnatori e accompagnati. L’unica cosa normale è che tutti piangano e nessuno se ne vergogni. Sui gradini del Duomo di Faenza, fumiamo una sigaretta con l’uomo dalla canotta azzurra che per una volta non fuma in Piazza del Popolo. Quindici minuti prima del km 0: L’uomo è seduto di spalle, dimesso come un divorziato in pausa pranzo in piazza Santa Maria Novella. Indossa, come se fosse un tatuaggio lavabile a trenta gradi in lavatrice, una canotta azzurra frusta e lisa, sulle spalle, in modo che tutti possano leggere una frase: «La fatica non è mai sprecata. Soffri ma sogni». Parole e musica di una persona che aveva trasformato il sudore in una preghiera laica quotidiana: Pietro Paolo Mennea. In bocca al lupo! Grida lo speaker. La bocca del lupo, se sei nelle sue grazie, è il posto più sicuro del mondo. E il lupo è la fatica che abiteranno gli oltre tremila partenti dell’ultramaratona più bella di tutte. Se urli “Crepi il lupo”, non sei adatto alla fatica. Ma potresti arrivare a capirlo, dopo aver parlato con lui per tutta la notte. Totally Unnecessary Club, sezione Sport

frogs ventinove

LA FATICA NON E’ MAI SPRECATA


frogs trenta

RIOLO TERME Via Aldo Moro 20/c TEL. 0546 70504

SPECIALITA' GASTRONOMICHE CRUDE E COTTE ORARI DI APERTURA: DAL LUNEDI AL SABATO DALLE 7.30 ALLE 13 MERCOLEDI,GIOVEDÌ,VENERDÌ E SABATO: DALLE 16 ALLE 19 SEGUICI SU:


frogs trentuno

CRUCIPUZZLE Judy Testa Band Floyd Machine Zanzare selvagge Tetrafarmakon Phygas of Lign Delay Lama Aldamera Celeb Car Crash Da Polenta Witchwood Zaway Waiting for Titor Down Kick Quarto Stato Herba Mate Natural Biskers Natiche Selvatiche Harem Monsters of rock Hexen Speed Stroke Innasense

Cerchia nello schema i nomi dei gruppi che hanno partecipato a Frogstock elencati nella lista a fianco. Le lettere non cerchiate comporranno la frase della soluzione. W S

G R Z A N Z A R E S

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A R U T A N !

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Frase: 6-5-1-3-7-9-6-9. 5-9 : 3-1-6-5-2-5 !!!


frogs trentadue

C.so MATTEOTTI, 1 RIOLO TERME (RA) Tel. 0546 74359


E così, in una calda sera d’estate incontro due giovani ragazzi che, a dirla tutta ho visto nascere, ma poco importa: questa sera sono due volontari di Frogstock e, data la ricorrenza della 25esima edizione, saranno i protagonisti di questa specialissima edizione di Vips della Clips. Sto parlando di Luca e Andrea, detti Zvan Jr e Drago Jr. Il titolo Junior li accomuna, come li accomuna una passione per le moto, le belle ragazze e il divertimento. Li incontro al bar, dopo una serie di messaggi su Whatsapp e leggo nei loro occhi la paura: “chissà cosa ci dovrà dire per Frogstock.. ci metterà tutta la sera all’ingresso e la mattina a pulire i bagni.. ma perché ci ha chiamato così presto?” Riporto la calma al tavolo, ordino una Tassoni con ghiaccio e inizio tutto d’un fiato: “Ragazzi siete stati scelti come protagonisti dell’intervista che pubblicheremo sul Frogs. Vi farò un paio di domande per ringraziavi del vostro impegno di questi anni”. L’inizio è serio, composto, da perfetto articolo di quinta pagina. Cosa significa lavorare a Frogstock per chi come voi non era ancora nato quando è iniziato il festival? Z: “Significa fare qualcosa per il proprio paese, poi è bello lavorare in compagnia. D: Entrambi i miei genitori lavoravano a Frogstock, è una tradizione che mi sembra giusto proseguire”. Ma al fluviale, durante Frogstock, si cucca? Z: “Molto dipende da come ti poni, perché se barcolli molli..” D: “Ovvio che sì!” Tante volte si dice che i giovani d’oggi non hanno voglia di far niente, voi invece sembrate essere soddisfatti del vostro impegno a Frogstock: è difficile essere un volontario? “Non è difficile regalare il proprio tempo, è una scelta volontaria e può diventare anche un passatempo.” Come nelle migliori trasmissioni televisive chiedo ad entrambi di fare una domanda all’altro. Ridono, ma partono a tutto gas. Z a D: “Allora quante tessere per le bevute hai intenzione di finire quest’anno?” D: “Mah… il giusto!” Intanto i commensali intorno a noi

ci guardano con pacato interesse, siamo una tavolata stranamente assortita e destiamo curiosità. D a Z: “Qual è il ricordo più bello che hai dello scorso Frogstock?” Z: “Non penso di ricordarmelo… no dai, scherzo! Tutto quello che succede a fine turno, dopo la mezzanotte, dalla piada by night a qualsiasi cosa”. Spiego ai ragazzi cosa sarà quest’anno il Festival, che raggiungere i 25 anni non è un traguardo da tutti e chiedo la loro personale ricetta per non far svanire l’incantesimo. “Il divertimento, il pensionamento dei non più giovani, ma con un occhio alle quota rosa. La varietà del programma musicale, ci piace molto l’idea di Mezzosangue, il rap al fluviale non c’era mai stato”. Mi piacciono questi due ragazzi, hanno le idee chiare e questo mi fa ben sperare per il futuro. Ci mettiamo a parlare di altro e chiedo a loro se vogliono farmi una domanda. “Spiega il tuo lavoro a Frogstock, per Frogstock, durante Frogstock”. Non dico bugie quando rispondo che è difficile riassumere il mio lavoro perché il mio impegno di volontaria occupa tanti campi, ma provo ugualmente a spiegarlo così che capiscano l’importanza dei ruoli scomodi, dei turni poco divertenti, delle responsabilità. Spero in cuor mio che un domani ci siano ragazzi così ad organizzare Frogstock, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Mi guardano incuriositi, quasi basiti perché non immaginavano che 4 giorni di festa potessero significare un anno di impegno!!! La Tassoni è finita, il ghiaccio sciolto e la condensa del bicchiere sporcano la mia gonna, ma poco importa: nei loro occhi ho rivisto un vecchio entusiasmo, quello dei miei 16 anni e del mio primo Frogstock, con una maglia (non era ancora staff) troppo grande, ma che ha dato il via alla collezione di questi 20 anni di amore per il fluviale. Li ringrazio, mi ringraziano, ci salutiamo e andiamo ognuno per la propria strada… almeno fino a fine agosto, al prossimo Frogstock!

Melli

frogs trentatre

VipS della Clips


frogs trentaquattro

RSoundGarage

bandasonorata

FM 96.25

FM 93.250


Come tanti altri, in tutti questi anni ho goduto a gratis di un sacco di buona musica; mi sembra giusto che Frogstock smetta per un attimo di essere una specie di entità astratta, il nome di un magnifico festival, e diventi qualcosa di più reale e tangibile. I palchi e le luci non spuntano da soli dal terreno, come i fiori, e nemmeno gli stand. I musicisti non arrivano a Riolo per caso. Vanno scelti, contattati e bisogna trovare i soldi per pagarli; è necessario organizzare loro il viaggio e trovare un alloggio. Le birre non si spillano da sole e le piadine con la salsiccia e le patatine fritte non si materializzano dal niente schioccando semplicemente le dita. Ecco, io che da 25 anni - quasi metà della mia vita - godo di tutto questo, mi permetto di celebrare non solo la musica o il piacere di belle serate passate in compagnia, ma le ragazze e i ragazzi che mettono il loro tempo a disposizione - senza guadagnarci un euro - per me. Per noi. Che il Dio del Rock ‘n’ Roll li conservi e li protegga nei secoli dei secoli. Cristiano Cavina

Visite in Autodromo Scopri il cuore pulsante dell’Emilia -Romagna IF - Imola Faenza Tourism T Company è la nuova Destination Management Company dell’area imolese e faentina, che fa parte del sistema di promozione turistica della Regione Emilia Romagna. IF ha la sede principale all’interno del nuovo Hub turistico dell’Autodromo di Imola, dove gestisce l’info point, lo store col merchandising dell’autodromo, la sala simulatori e la Sala Conferenze Ayrton Senna. Ampia è l’o erta dei servizi dedicati a turisti, tour operator, r clienti business e r, visitatori dell’autodromo:

Servizi offerti

Visite guidate dell’autodromo e organizzazione di tour del territorio

Noleggio sale per convention meeting ed esposizioni Incentive e team building aziendali con simulatori di guida Corsi di guida sicura e tour con auto d’epoca Visite in cantine con degustazioni e corsi di cucina

L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari si mostra al pubblico. IF Imola Faenza Tourism Company accompagnerà i turisti curiosi a scoprire i luoghi in cui la magia del motorsport prende vita. La pit lane, i box, la control room ed il tanto sognato podio… non mancheranno gli scorci panoramici sul circuito storico di Imola. Info e prenotazioni su www.imolafaenza.it

Il sentiero dell'olio Escursione sulle colline del Borgo Medievale con visita guidata tra gli olivi secolari e degustazione di Olio D.O.P. e prodotti tipici. Info e prenotazioni su www.imolafaenza.it

Scopri le o erte, gli eventi e i percorsi del territorio, consulta i punti di interesse sulla mappa interattiva ed esplora i luoghi con le panoramiche 360° e la realtà aumentata! Scansiona il codice QR e scarica l’AP ’ P mobile di IF Imola Faenza ’AP T Tourism Company, GeoIF si muove con te!

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frogs trentacinque

nei secoli dei secoli


frogs trentasei

1994 e 1995 le nostre prime edizioni siglate CR&R, non rientrano nel gioco! 1996 “E la galena cun e rock,e la galena cun e fiock...” 1997 “Non esiste divisione, quel che conta è il calore..” 1998 “E tutti insieme attendiamo la giornata e per il toro...” “Molto spesso una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità..” 1999 “Il lavoro svolto male, è fatto alla cazzo di cane..” “Ci piace la musica ad alto volume fin quanto lo stereo la può sopportare..” 2000, “Sarà difficile chiederti scusa per un mondo che è quel che è..” “Ti respiro e ti trattengo, per averti per sempre oltre il tempo di questo momento..” 2001 “With a few red lights and a few old beds..We make a place to sweat, No matter what we get out of this..I know we’ll never forget..” 2002 “Nel giorno che sfugge il tempo reale sei tu..” “Everybody’s got to be happy, everyone should sing.. for we know the joy of life, the peace that love can bring..” 2003 “He turned to me as if to say, “Hurry boy, it’s waiting there for you”...” “Ogni terra un nome, ed ogni nome un fiore dentro me.. La ragione esplode,ed ogni cosa va da sé..” 2004 “Guarda mi vedi? Sono sempre qui, Io sono il toro e sono el matador” “Mi presento, ... haha, ciao ragazzi! Faccio un vento e gli cambio il clima, Temporeggio bevendo spuma, chiedo fonzie e mi danno avanzi.. Cristo perché? Parapiglia!” 2005 “Sparami addosso, bersaglio mancato! Provaci ancora, è un campo minato quello che resta del nostro passato..” 2006 “Sorrido ad ogni nuovo giorno perché vivo sperando che le persone che amo proseguano nel viaggio. Stammi affianco, ammira dall’alto il paesaggio, la bellezza intorno..” 2007 “Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi.. e che come allora sorridi..” “Beleza de luz. Beleza de noche. Beleza de todos los hijos que lloran sin nada comer..” 2008 “Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto. La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno Stato.” “The storm it rages, sky burnin’ black. Hold back the river, no turnin’ back” 2009 “To be thick as a brick.” “Catturati nel sonno della nostra età, un messaggio ripete che il mio posto è qui..Mostra tutti i vantaggi e le comodità. Rag-doll dimmi se ci sei anche tu, in un lago di sangue detto libertà” 2010 “Solamente tu, dimenticarti è difficile. Non ti voglio più,ma era bello come amavi tu, solo tu solo tu” 2011 “Fammi il favore compare, qui non c’è affare che tu possa meritare. Sei confinato ma nel tuo stato mentale. Io sono lunatico e pratico dove cazzo mi pare..” 2012 “ Se la terra mi chiama non posso restare chiuso fra quattro mura, ho premura di vivere perciò.. Attenzio’..concentrazio’..ritmo e vitalità!” 2013 “Che bello avere un’idea forte e rincorrerla fino alla morte e aver paura che cominci il giorno e che la luce ti cancelli il sogno. Che bello che era averti attorno, come aver trovato un posto al mondo dove alla fine fare ritorno quando non c’è un posto dove andare” 2014 “All’epoca dei fatti ero un grande sognatore della razza che la vita la vivono col cuore, descrivevo con disprezzo la società del capitale e l’amarezza del sudore, il puzzo del sudore..” 2015 “Ricordatevi di noi fra trent’anni che avremo bisogno di voi.. Sarete l’orgoglio di tanti ma solo un appiglio per noi..” 2016 “Era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire, era bello star svegli la notte e tutto il giorno dormire..” “Cantare una canzone, per non dimenticarti più.. Cantare una canzone, per averti sempre..sempre con me!” 2017 “Vorrei una domenica pomeriggio per ogni lunedì che non ho saputo iniziare, ma siamo una storia che non si può dire, non abbiamo niente di speciale. Non fosse che io ho paura di crescere e tu quella di nuotare” “Quando sono con te sento dentro di me un frastuono una musica, che non so da dove viene e forse non ha un nome, ma mi accarezza e mi invade” 2018 “E gli altri siamo noi, e gli altri siamo tutti e proprio questo mi spaventa, siamo diventati “brutti”..”


frogs trentasette

CRUCIPUZZLE

edizione speciale per i 25 anni di Frogstock! Per ogni anno abbiamo scelto uno o piĂš artisti che si sono esibiti sul nostro palco: scoprili direttamente tu leggendo le strofe tratte dai loro successi. Buon divertimento!

N O M A D I B A N D A B A R D O

S K I A N T O S I C A P Y O R G

M O J I A A E A U O T F B O M A

O P E T M R G E M B O Y E N O T

D P T D I M M R E D T F L A N O

E E H O F A S K L A O T I M I X

Soluzione: 2-6-8-1-2-6-6-2-7-5-6

N R R T S O P N S N E H O E A E

A T O R S N R U U I L E E G R S

C O T O U E E P B E A Z L A B U

I N U G L E D M S L I E E N O R

T I L I E L E A O E C N S O N I

Y N L T P I E X N S O C T I E A

R A L R O S P G I I S I O D G H

A Z Z E R A P A C L O R R I R H

M I A V E E U Z A V T C I L A E

B L N U I D R Z L E A U E I M E

L L O L P A P E A S T S T N A P

E I S B I S L Q D T S R E E R I

R A T I R G E N I R O I S A O C

S I M I N I S T R I L R E 7 A A

G L E N N H U G H E S E U 7 U ♏ by Melli


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ERIC BURDON & THE ANIMALS THE TWAIN SHALL MEET (1968)

Benvenuti al terzo appuntamento con “Second coming”, la rubrica annuale che vi guida alla scoperta di un album del passato ingiustamente dimenticato. Nelle precedenti puntate abbiamo parlato di “Boomtown” dei David + David e di “Indian war whoop” degli Holy Modal Rounders, quest’anno tocca al capolavoro degli Animals, “The twain shall meet”, uscito 50 anni fa, in quel Sessantotto che alla musica deve molto, forse troppo. I The Animals si formano agli inizi degli anni ‘60 a Newcastle: sono un quintetto di giovani bluesmen chitarra-basso-tastiera-batteria guidati dalla voce profonda di Eric Burdon. Nei primi album hanno il merito di incidere alcune hit, come la cover di “Don’t let me be misunderstood” di Nina Simone e quella che è forse la versione più celebre di “House of the rising sun”, ma le cose cominciano a farsi davvero interessanti solo nel 1966, quando Burdon rivoluziona la formazione della band, le cambia nome nel poco umile ma sincero “Eric Burdon & The Animals” e trasloca in California. I nuovi Animals abbandonano il blues in favore del rock psichedelico e danno alla luce “Winds of change” (1967), divenendo tra i principali portavoce della

love generation. L’anno dopo esce “The twain shall meet”: composto da 8 brani, sembra costruito come un’unica canzone di 43 minuti da ascoltare tutta di un fiato, dimenticandosi il tasto skip. Sia chiaro: le canzoni sono distinte e molto diverse tra loro, ma ascoltate in fila costruiscono un percorso sonoro definito, un continuum di melodie e alterazioni, strappi e abbracci, con una varietà di suoni e rumori che si incontrano come per magia. Prendete l’incalzante e poi allucinante “Closer to the truth”: è una canzone che non esiste fuori dalla logica dell’album. Ha bisogno dell’equilibrio esotico di “No self pity”, la quale non può non sfociare nel pezzo più pop: “Orange and red beams”, che ci culla verso l’inno pacifista che vale una carriera: l’ariosa e poi delirante e poi ariosa “Sky pilot”. È il ’68, la contestazione per la guerra in Vietnam è all’apice, ma il buon Eric non rinuncia alla poesia: “Sky Pilot / How High Can You Fly / You’ll never reach the sky”. “Per quanto alto puoi volare, non raggiungerai mai il cielo”. Forse, è anche una metafora della vita. L’album inizia con “Monterey”, canzone che ripercorre, esaltandolo, il Festival di Monterey del 1967; poi, una traccia dopo l’altra, gli

Animals raccontano gli ideali e le gesta di una generazione, culminando in “Sky pilot”. La successiva “We love you Lil”, strumentale, conduce all’epilogo di “All is one”; l’etereo e (s)fumato brano chiude l’album come forse si chiudevano le loro serate. La voce di Burdon, vacua e svogliata alla Jim Morrison, emerge come dai fumi di qualche droga, fra sonorità indiane via via più incalzanti, mentre le parole dicono di un’estasi dove i confini tra percezione e immaginazione si perdono, fino a raggiungere la pace, il caos o entrambi. “Io sono parte di te / Tu sei parte di me / Tu sei uno / Noi siamo uno / Il tuo vicino è tuo fratello / Il sole è tuo figlio / Tutto è uno / Il vento, la pioggia, il sole / sono uno”. Ci sono pochi dubbi sul fatto che “The twain shall meet” sia una pietra miliare della musica rock, ma ce ne sono ancora meno sul suo flop di vendite. Eric Burdon se ne frega e nello stesso anno pubblica altri due album, uno addirittura doppio. Ma questa è un’altra storia... Martino Savorani www.martinosavorani.it @martinosavorani

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Dal 1994 Frogstock allieta la fine dell’estate riolese, rendendo il nostro paese, per almeno una volta all’anno, un importante centro di aggregazione, intrattenimento e ottima musica. Da allora tante cose sono cambiate: i televisori a tubo catodico hanno lasciato spazio a moderni schermi ultrapiatti, le musicassette sono state soppiantate dal CD prima e da Spotify poi, le VHS sono ormai un oggetto di antiquariato e Internet domina sempre di più le nostre vite, mettendoci a portata di mano una quantità di informazioni illimitate ma rendendoci al tempo stesso paradossalmente un po’ più poveri e soli. Ciò che però è rimasta costante è la nostra voglia di conoscere e assaporare il piacere di una bella storia, e nello specifico di un buon film. Per celebrare adeguatamente la venticinquesima edizione di Frogstock abbiamo quindi deciso di mettere da parte per una volta i film di serie Z e fare un salto indietro nel tempo ai mitici anni ’90, ripercorrendo i titoli che più hanno segnato quel 1994 in cui tutto questo ha avuto inizio. Clerks (Kevin Smith) L’esordio di quel geniaccio di Kevin Smith, nonché il manifesto del suo cinema e del suo umorismo colorito e ipercitazionista. Due anonimi commessi diventano i protagonisti di un’irresistibile sequenza di dialoghi surreali e situazioni paradossali, ma, fra spassose volgarità e appassionati omaggi a Star Wars, affiora anche il toccante ritratto di una gioventù sconfitta e ai margini della società, in cui, purtroppo, è facile immedesimarsi ancora oggi.

Creature del cielo (Peter Jackson) Dopo i folgoranti esordi con Fuori di testa e Splatters – Gli schizzacervelli e prima di incantare il mondo con la trilogia de Il Signore degli Anelli, Peter Jackson dirige un dramma crudo e al tempo stesso fiabesco, con protagoniste due adolescenti (interpretate da Kate Winslet e Melanie Lynskey) che per sfuggire a una società che ostacola il loro tenero rapporto si isolano in un loro mondo fatto di cinema e arte. Un film in perfetto equilibrio fra fantasy e cinica realtà, capace di fare riflettere ancora oggi sui turbamenti dell’adolescenza. Dellamorte Dellamore (Michele Soavi) Veniamo a quello che possiamo considerare il canto del cigno di una gloriosa stagione del cinema di genere italiano, sceneggiato dal creatore del celeberrimo Dylan Dog, ovvero Tiziano Sclavi. I fan dell’indagatore dell’incubo non faticheranno a ritrovare nelle (dis)avventure del becchino Stefano Dellamorte, sempre in bilico fra amore e oscurità e fra sogno e dissacrante humour nero, le stesse atmosfere del mitico fumetto italiano. Un imperdibile horror nostrano, impreziosito dalla presenza di Rupert Everett (sulle cui fattezze è stato modellato proprio Dylan Dog), dalle coinvolgenti musiche di Manuel De Sica e dai superbi effetti speciali artigianali di un maestro del campo come Sergio Stivaletti. Ed Wood (Tim Burton) Da amanti dei B-movie, non potevamo certo escludere da questa lista Ed Wood, biopic della premiata ditta Tim Burton – Johnny Depp sulla vita e sulla carriera di quello che è ritenuto da molti il peggior regista di tutti i tempi.

Un film esilarante e contemporaneamente malinconico che, fra le pieghe delle vicissitudini delle rovinose pellicole di Ed Wood, fa emergere l’emozionante racconto di un antieroe ai margini di Hollywood, un Don Chisciotte del cinema tanto inetto quanto a suo modo eroico. Forrest Gump (Robert Zemeckis) Un film che non ha certo bisogno di presentazioni, capace di conquistare i botteghini, i premi più importanti dell’annata cinematografica e soprattutto i cuori degli spettatori, letteralmente ammaliati da questa dolce favola capace di attraversare mezzo secolo di storia americana. Un Tom Hanks ai suoi massimi scolpisce indelebilmente nell’immaginario collettivo il più intelligente dei tonti, davanti alla cui parabola di vita, che spazia da Elvis al Vietnam, dal mondo hippy all’amore più puro, è impossibile non commuoversi. Il corvo (Alex Proyas) Altro indimenticabile cult degli anni ’90 è certamente Il corvo, anche grazie all’aura di film maledetto tristemente garantitagli dal decesso del protagonista Brandon Lee, avvenuto proprio durante la lavorazione della pellicola. Una metropoli cupa e piovosa diventa il teatro della voglia di rivalsa di Eric Draven, ucciso insieme alla fidanzata a un passo dalle nozze, ma tornato dalla morte grazie a un corvo, ideale ponte fra il regno dei vivi e quello dei morti. Una storia oscura e tenebrosa, ma contemporaneamente vitale e appassionata, che mescola abilmente amore e morte e passione e vendetta, ponendosi ancora oggi come punto di riferimento per le sue atmosfere dark e strazianti.

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Il postino (Michael Radford e Massimo Troisi) Struggente commiato al cinema e alla vita del compianto Massimo Troisi, Il postino è un fulgido inno alla semplicità e alla poesia nelle piccole cose, che trova nell’incontro umano e culturale fra Mario Ruoppolo e il poeta Pablo Neruda (un sontuoso Philippe Noiret) la perfetta rappresentazione. Una delle vette del cinema italiano degli ultimi anni, che ci ricorda dell’importanza della poesia e dell’arte come ponte fra tutte le barriere sociali, emotive e culturali che ci creiamo e come simbolo delle genuinità e del reciproco arricchimento umano. Il re leone (Roger Allers e Rob Minkoff) Veniamo a quello che fu il campione al box office del 1994, con quasi 1 miliardo di dollari dell’epoca di incasso, ovvero il classico d’animazione Il re leone, che sull’imperante onda contemporanea di remake e sequel avrà prossimamente un rifacimento in live action. Un racconto di formazione nella giungla, con un cucciolo di leone come simbolo del riscatto, dell’autoaffermazione e della voglia di rivincita contro le ingiustizie. Una parabola sulle cadute e le risalite a cui ci mette davanti la vita, capace di emozionare trasversalmente adulti e bambini. Il seme della follia (John Carpenter) Siamo giunti al capitolo conclusivo della cosiddetta trilogia dell’Apocalisse (preceduto da La cosa e Il signore del male), nonché una delle vette del cinema di John Carpenter e dell’intera produzione orrorifica degli anni ’90, ovvero Il seme della follia. Lungo poco più di 90 minuti di rara tensione, assistiamo all’’Odissea personale di John Trent, investigatore privato coinvolto in un torbido caso di sparizione di un celebre scrittore.

Un agghiacciante incubo fra realtà, fantasia e pazzia, chiaramente influenzato dalle opere di Lovecraft e forte di un’atmosfera di crescente claustrofobia e sempre più forte inquietudine, necessario per tutti gli amanti del grande cinema horror. Le ali della libertà (Frank Darabont) Da uno dei più celebri racconti di Stephen King, Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, una storia di fedele amicizia e incrollabile speranza, magistralmente interpretata da due attori d’eccezione come Tim Robbins e Morgan Freeman. Come accadrà in seguito ne Il miglio verde (anch’esso tratto da King e diretto da Frank Darabont), una prigione diventa un luogo dove ritrovare l’umanità perduta e combattere le contraddizioni della legge e della società, parallelamente a un cammino di redenzione e riscoperta personale. Il risultato è un film che ha riscosso consensi trasversali e che ancora oggi è quello con la media voto più alta secondo gli utenti di IMDb, uno dei più autorevoli siti d’informazione cinematografica del mondo. Léon (Luc Besson) Il creatore di Nikita Luc Besson ci regala un’altra mirabile discesa negli inferi del mondo criminale con protagonista un personaggio femminile. Stavolta il personaggio chiave non è una spietata assassina, ma la tenera e indimenticabile Mathilda di Natalie Portman, ragazzina problematica protagonista di un toccante rapporto quasi paterno con il sicario interpretato da Jean Reno. Un racconto di formazione crudo e sanguinoso, in cui violenza e tenerezza vanno a braccetto, generando un action thriller urbano di rara efficacia, fra le migliori pagine di cinema di quest’annata.

Pulp Fiction (Quentin Tarantino) Un altro film che non ha bisogno di presentazioni, manifesto del cinema di uno dei più grandi cineasti degli ultimi decenni. Pulp Fiction conquista oggi come nel 1994 qualsiasi tipo di spettatore, grazie alla forza di dialoghi in costante bilico fra demenzialità ed esistenzialismo, a un cast di attori in stato di grazia (Uma Thurman, Samuel L. Jackson e il ritrovato John Travolta su tutti), a uno sguardo sul mondo del crimine scevro da stereotipi e a una narrazione dalla cronologia impazzita che aggiunge profondità e brio al racconto. Un capolavoro del cinema che abbiamo avuto la fortuna di veder nascere e che sarà un sicuro punto di riferimento anche per le future generazioni di spettatori. Una pura formalità (Giuseppe Tornatore) Fra i film più sottovalutati di Giuseppe Tornatore, stretto fra la poetica malinconia dei memorabili Nuovo Cinema Paradiso e La leggenda del pianista sull’oceano, merita sicuramente una menzione Una pura formalità, con protagonisti due colossi del cinema come Gerard Depardieu e Roman Polanski. Una misteriosa caserma sperduta nel nulla in una notte piovosa e un enigmatico personaggio in stato confusionario, incalzato da un commissario in cerca della verità, diventano il cardine di un thriller psicologico ad altissima tensione, incentrato sul tema del ricordo e aperto a diverse possibili interpretazioni. Un enigma cinematografico di pregevole fattura, che ci riconcilia con un cinema italiano capace di osare e sfidare le convenzioni e le banalità. Marco Paiano

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LIMP BIZKIT – Breack Stuff - Significant Other - (1999) Iniziamo questo mixtape con una canzone super energica, di quelle che ti mettono una carica pazzesca, un’icona del genere Crossover/Nu Metal del periodo a cavallo del millennio. Fred Durst e soci incidono questa bellissima Hit che verrà proposta come secondo singolo estratto da un disco epico come “Significant Other”. Se solo per un attimo penso che quest’anno potevano veramente esibirsi al Frogstock mi vien male, peccato, sarebbero stati una bella ciliegiona sulla torta.

DAMNED – Neat Neat Neat – Damned Damned Damned – (1977) Prendete quattro ragazzi fuori di testa, metteteli in una band a Londra nel 1977, la Londra che bruciava. Erano i primi a portare le creste colorate e abbigliamento bizzarro e sul palco erano veramente devastanti, i loro concerti finivano sempre in un grandissimo caos. Seggiolini che volavano, sputi, risse, addirittura ad un live al Reinbow si misero a pisciare sulle prima file… Se non erano Punk loro… Il brano più significativo dell’album è di sicuro la intro “Neat Neat Neat”.

EAGLES OF DEATH METAL – Miss Alissa – Peace, Love, Death Metal (2004) Interessante progetto parallelo del leader di Kyuss e Queens Of The Stone Age (Josh Homme), il quale inizialmente cerca di mantenere l’anonimato facendosi chiamare con lo pseudonimo di “Baby Duck”, anche se nell’era dell’esplosione di internet è praticamente impossibile mantenere certe cose segrete. Il nome di questa band ed il genere che propongono sono due cose agli antipodi, questo è voluto sempre per disorientare i media e per far parlare di questo disco. La canzone estratta è la dinamica e divertente “Miss Alissa”.

JANE’S ADDICTION –Had a Dad - Nothing’s Shocking – (1988) Los Angeles 1988, mentre la maggioranza dei giovani è fuori di testa per i GN’R, quattro tossicodipendenti strappano un contratto con una major e registrano questo ottimo disco che sarà di fortissimo impatto per tutta la scena dei ‘90s. Il gruppo è capitanato dall’eccentrico e carismatico Perry Farrell, accompagnato dalla magica chitarra di Dave Navarro (Dave Tamarro per via dei suoi look un po’ eccessivi). Qui troviamo tantissima roba: hard rock classico, sonorità Dark, metal, psichedelia. La traccia scelta è la schizzofrenica Had a Dad. Sublime.

PIXIES - Levitate Me – Come On Pilgram – (1987) Esordio discografico per i Pixies, che raccolgono le tracce dei loro primi demo e le ripropongono in questo lavoro dalla durata di poco più di venti minuti ma, in questi venti minuti, ci fanno subito capire cosa saranno capaci di fare nei successivi lavori. La particolarità di questo disco è che troviamo alcune tracce cantate in spagnolo, “Spanglish” per l’esattezza, una cosa molto anomala per il genere musicale che trattano. La canzone di riferimento dell’album è la trascinante “Levitate Me”.

SYSTEM OF A DOWN – Lonely Day – Hypnotize – (2005) Ultimo album inciso da parte del quartetto Armeno/californiano, di sicuro non è questo il loro disco di riferimento, i quattro lavori precedenti sono di un altro livello ma troviamo ugualmente qualcosa di molto interessante, ad esempio in questa canzone, “Lonely Day”, viene fuori tutta la parte più dolce e nostalgica del chitarrista Malakian, il quale scrive il testo, le musiche e la rende sua con questa bellissima interpretazione.

ROLLING STONES - Can’t You Hear Me Knocking – Sticky Fingers – (1971) Splendida canzone Hard Blues estratta da un capolavoro da 10 e lode quale è Sticky Fingers, l’album che ha la copertina disegnata da Andy Wharol con il “pacco” in mostra che all’epoca suscitò molto scalpore.. cosa che per gli Stones non era certo una novità, in ogni caso questa song è sospinta dai duetti perfetti di chitarre ed organo nella parte iniziale per poi esplodere in una jam da orgasmo.

A TRIBE CALLED QUEST -Electric Relaxation- Midnight Marauders – (1993) Arrivati a questo punto cerchiamo di abbracciare anche le diverse sonorità, in questo caso andiamo ad esplorare il vero Hip Hop, un album culto che ha reso grande questo genere, non quelle merdate che si sentono oggigiorno, per ribadire che sono i campioni dell’hip-hop raffinato, gli A Tribe Called Quest cesellano con “Electric Relaxation” una perla di lounge-rap allucinato, che gravita attorno alle due voci. Loro sono i veri Pionieri della musica alternativa, sono loro ad aver gettato le basi per far ricongiungere il rap al jazz, ereditandone lo stile elegante e sinuoso.

THE STOOGES – No Fun – The Stooges – (1969) No Fun è un altro manifesto della musica rock. Tra battito di mani e chitarra balzellante, Iggy canta il malessere di una generazione che se ne frega del free-love e del movimento hippy e di Woodstock e di tutto il resto. Ne viene fuori che “No fun” anticipa di fatto di quasi un decennio il movimento nichilista del punk ’77 di cui “God Save The Queen dei Sex Pistols” sarà il manifesto.

THE ZEN CIRCUS – Catene – Il fuoco in una stanza - (2017) Si esibiranno sul palco di Frogstock i portavoce dell’alternative Rock in Italia, dove presenteranno questo bellissimo album, l’album della completa maturazione, a mio avviso. La canzone scelta è “Catene”, mai in passato Appino è arrivato a raccontarsi così intimamente. Questo testo viene proprio da dentro, mi ci rispecchio molto anche io. Sicuramente diversi dai precedenti lavori, ma il livello è sempre quello, molto alto.

6- HÜSKER DÜ – Something I Learned Today - Zen Arcade – (1984) Primo ed unico concept album della storia dell’hardcore, il disco che molto probabilmente spianerà la strada per il grunge. Questo doppio LP di 23 canzoni è un’opera che rimarrà nella storia del panorama underground, difficilmente un album così arriva in classifica, non troviamo brani commerciali, troviamo tanta tanta creatività, coerenza,rabbia, punk. La prima traccia è “Something I Learned Today”.

PINK FLOYD - Wish You Were Here -Wish You Were Here (1975) Siamo arrivati alla fine, l’ultima canzone del Mixtape del Frogs è sempre dedicata a te, spero ti faccia piacere riascoltarla. Saluti da Frogstock.

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ARIETE Avete trascorso il 2018 a dar cornate contro il muro cercando di triturare ramificazioni che troneggiavano in testa? Cupido sembra partito per un lungo viaggio, ma col freddo novembrino la passione tornerà a bussare alla porta. Per consolidare però aspettate il 2019. Lavoro e salute di pari passo con gli affari di cuore, tutto migliorerà solo negli ultimi mesi dell’anno. Grande rospo sentenzia: che sfiga!

BILANCIA Bilancini, Cupido torna nel vostro segno dispettoso più che mai. Dieci mesi di patimento per trovare, anche nel vostro caso, qualche sprazzo di passione solo verso fine anno. Gli astri non regalano un gran che a quasi nessuno quest’anno, e anche a voi salute, denaro e lavoro daranno qualche sollievo solo a fine anno. Il Grande Rospo consiglia: cambiate segno, la vergine pare sia messa meglio!

TORO Dev’esserci un corto circuito nello zodiaco visto che anche per i cari taurini i sentimenti non vanno al meglio. Dimentichiamo le questioni di cuore e parliamo di lavoro e finanza, tranquilli, qui le cose vanno anche peggio. Un’apocalisse planetaria che terminerà in autunno con Giove finalmente dalla parte giusta: qualche soldo in più e discrete soddisfazioni sul lavoro.

SCORPIONE Un anno intenso di bacini bacini per i cari anfibi dello scorpione: l’amore si spalmerà addosso come nutella sul pane. Ai più giovani si consiglia attenzione ai brufoli, si sa, troppe calorie infiammano, come infiammerà la passione, specialmente in autunno. Che dire: godetevi la luna di miele. Occhio a salute e quattrini, qualche inconveniente potrebbe rovinare il trionfo dei sentimenti.

GEMELLI Per i rospetti gemellati finalmente un 2018 con qualche sprazzo di positività. Relazioni stabili e arrembaggi estivi vi porteranno soddisfazioni, almeno fino a fine anno. Lavoro e salute veleggiano su mari tranquilli con le finanze rallegrate da qualche operazione azzeccata. Attenzione agli ultimi mesi: il cielo sarà nuvoloso non solo in ambito sentimentale. Il Grande Rospo consiglia: pigliatene finché ce n’è.

SAGITTARIO Per voi sagittari un anno in cui i sentimenti veleggiano su di un mare calmo, portandovi a destinazione qualunque sia il porto agognato. Non vi attendono momenti strabilianti, ma neanche le sfighe profonde dei segni precedenti. Molto bene finanze e lavoro, occhio però a non essere troppo spendaccioni. Il Grande Rospo consiglia: carpe diem!

CANCRO Cari ranocchietti chelati, per voi un anno a cicli alterni. Il cuoricino salta su e giù sempre più forte sino a scoppiare in agosto, mese con probabilità di fare il botto. Se arriverete indenni ad ottobre, poi tornerà il sereno, ma occhio ai fuochi latenti. Sfera professionale senza infamia e senza lode sino a metà agosto, poi serviranno calma e coraggio anche per gestire il portafogli. Fisicamente stanco tutto l’anno.

CAPRICORNO Anche i capricorni nel 2018 godono del favore astrale in amore, salvo per qualche momento di fiacca estivo. Attenzione a fine anno: sarà necessario proteggersi da falsi amici che quatti quatti potrebbero scompigliare le carte di cuori. Salute e affari bene, salvo qualche incertezza estiva e un calo sensibile nell’ultimo trimestre. Sarà magari l’occasione per dedicare più tempo a voi stessi e al vostro benessere.

LEONE Anche ai cuori ruggenti gli astri non regalano un gran 2018, tira aria di rottura per le relazioni storiche e persino le avventure sotto l’ombrellone non porteranno niente di positivo. Insomma, amore moscio tutto l’anno parzialmente bilanciato da soddisfazioni professionali nella seconda parte dell’anno, periodo nel quale anche fisicamente sarai più in forma. Grande Rospo consiglia un sano fai da te.

ACQUARIO L’acquario in amore sembra una lampadina mezza fulminata: si passa dal buio a qualche rapido bagliore nel corso dell’anno, ma è una luce purtroppo destinata a spegnersi. Luminosità stabile su lavoro e salute che migliora verso fine anno. Dopo la penombra di maggio, luglio ed agosto, le finanze torneranno raggianti in novembre. Grande Rospo consiglia: giro all’IKEA per acquistare lampadine nuove.

VERGINE Dopo il suicidio di tutti i segni precedenti, finalmente la vergine ci regala un anno positivo. L’amore c’è alla grande e, dolce e passionale, qualcuno raccoglierà la sintonia necessaria a rapporti di lunga durata; all’orizzonte anche un lieto evento. Lavoro, salute e denaro con qualche incertezza nel corso dell’anno, ma in generale gli astri vi sorridono regalandovi serenità e soddisfazioni.

PESCI Cari pesciotti gracidanti, non contate sul caldo di luglio ed agosto per rispolverare doti di tombeur des femmes. Per il resto dell’anno invece baci e abbracci a profusione e qualche gradita sorpresa per chi pianifica una crescita in famiglia. Lavoro ok, ma solo nella prima parte dell’anno. Occhio all’invidia e domate le ambizioni. Denaro stabile senza grosse variazioni.

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