The horror vacui show

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The Horror

Vacui

Show

Raccolta di opere grafiche di Graphic works by

Paride Moretti


The Horror Vacui Show Raccolta di opere grafiche di Graphic works by

Paride Moretti


Horror vacui, letteralmente “paura del vuoto”, concetto studiato in psicologia con il nome di cenofobia e definito nell’arte con la riproduzione di elementi decorativi e figure in modo da colmare la superficie, senza lasciare spazio, esattamente come avviene in epoca vittoriana nell’arredamento e nell’accumulo ossessivo di ninnoli e tappezzerie (Mario Praz). È questo il tema indagato dalle tre serie proposte in mostra dall’artista Paride Moretti, che talora con ironia, talora con gravità indaga alcuni esempi di horror vacui, suggerendo un messaggio non esattamente scontato, che apre a profonde riflessioni sul timore di osservare con sguardo distaccato la nostra precarietà, ma anche sul concetto di “vuoto” che invade gli spazi del significato e dell’esistenza. Nella prima serie sono proposti degli interventi su alcune riproduzioni fotografiche a colori di affreschi di Giotto, tratte da vari libri di Storia dell’arte. Sopra le immagini l’artista interviene con il tratto pen nero schizzando sagome umane, armate di forconi, che si muovono leggere e filiformi in gruppo e tentano attacchi di vario genere. L’idea che si ha nell’osservare queste opere di piccole dimensioni (scelta non casuale dell’artista, ma mirata a focalizzare l’attenzione solo su parti precise delle storie giottesche) è quella del déja vu: i piccoli esseri, tracciati dal pennarello nero, appaiono in tutto simili alle prime pitture murali della storia dell’uomo. Come in epoca primitiva, anche qui il gesto artistico non è volto alla riproduzione autentica della realtà, bensì a rilevare i movimenti che definiscono l’azione congiunta del gruppo. In questo caso le pareti dipinte da Giotto, divengono superfici vuote, nude, in cui la decorazione ad affresco per l’uomo contemporaneo non ha più il significato autoreferenziale che possedeva nel passato, ma diviene essa stessa muta e necessita pertanto di un nuovo intervento per colmare un vuoto altrimenti abbacinante. La seconda serie propone piccoli lavori eseguiti stampando su ritagli di carta da parati la testa di un capriolo in un numero crescente di volte. Gli occhi dell’animale sono celati da una striscia nera rettangolare in tutto simile a quella usata per censurare immagini. A questo proposito sono particolarmente efficaci le parole di Paride Moretti: « La scelta della carta da parati come supporto ha un significato preciso: è

Prologo Prologue Serena Bedini

Horror vacui, literally the “fear of emptiness,” is a concept studied in psychology as kenophobia and defined in the art as the excessive production of decorative elements and figures in order to fill surfaces and empty spaces, similar to the Victorian era approach to furnishings and the obsessive accumulation of trinkets and tapestries (Mario Praz). This is the theme of the three series proposed by artist Paride Moretti for his exhibition. He explores, at times with humor and at times with severity, examples of horror vacui and suggests a message that is not always obvious. The message opens up to profound reflections upon the fear of observing our precariousness objectively and upon the concept of “emptiness” that fills the spaces of meaning and existence. In the first series, interventions are made on color reproductions of Giotto frescoes taken from various art history books. The artist intervenes with a black ink pen over the preexisting images by sketching human figures armed with pitchforks that move as a light, spidery group attempting various types of attacks. The effect created in observing these small works (the size is a deliberate choice of the artist, aimed to focus on specific parts of Giotto’s stories) is that of déjà vu: the little beings, drawn by the felt-tip pen black, appear similar to the first mural paintings of human history. As in primitive times, here the artistic gesture is not aimed at the authentic reproduction of reality but is directed towards the detection of movements that define the united action of the group. In this case, the walls painted by Giotto become empty and bare surfaces: for the contemporary man, the fresco decoration no longer has the self-referential meaning of the past, instead it becomes mute and therefore requires a new intervention to fill a void that would be otherwise overwhelming. The second series is composed by small prints on pieces of wallpaper where deer heads appear in


infatti un esempio di espediente tipicamente umano usato contro la paura del vuoto che incombe anche nell’ambiente domestico. Alcuni archetipi (il capriolo come emblema del viaggio dell’anima) sono stati da me riadattati in una chiave nuova, ma cercando di non stravolgerne il potere simbolico (il capriolo bendato diventa una sorta di censura alla morte, il più grande dei vuoti). Si può parlare di questo argomento, prendendo spunti dalla cultura orientale per esempio, ma credo che il mio lavoro nasca dalla presa di coscienza dei piccoli vuoti della vita quotidiana, quasi invisibili ma che quando appaiono, nella riflessione interiore e nella destabilizzazione dei sentimenti, assumono le dimensioni del sublime». Infine la terza serie è ancora connessa allo scenario domestico con la riproposizione di un divano, dalla tappezzeria del quale prende vita un albero, delicato ed elegante ma ben saldo nelle sue radici. È interessante notare come la decorazione della tappezzeria si rarefaccia in prossimità dell’albero, lasciando un vuoto intorno alle sue radici. L’albero, simbolo per eccellenza della vita ma anche della natura, sorge proprio sul vuoto, simbolo di morte, lasciato dalla riproduzione artificiale operata dall’uomo. Non solo: il divano manufatto di legno morto diviene il supporto per l’albero, legno vivo. Una volta ancora dunque vita e morte, pieno e vuoto, artificio e natura: il dualismo viene a riunirsi in questi disegni, trovando nella loro stessa opposizione la loro unità. E dunque, sembra chiedersi l’artista, horror vacui non è forse sinonimo di horror vitae, “paura di vivere”?

growing numbers. The eyes of the animals are masked by a black rectangular stripe reminiscent of censored images. In this regard, Paride Moretti’s are comments particularly effective: ‘The choice of wallpaper as a support has a specific meaning: it is an example of a device often used to ward off the human fear of the void, which also threatens domestic environments. I have re-adapted some archetypes (the deer as a symbol of the journey of the soul) in a new manner, seeking however to not distort their symbolic power (when blindfolded the deer becomes a kind of censorship to death, the largest void). This topic can be discussed by taking cue, for example, from Eastern cultures, but I think that my work is born out of the awareness of the small voids in everyday life - they are almost invisible but when they do appear, their inner reflection and their destabilizing effect on feelings take on the size of the sublime. “Finally, the third series is still connected to the domestic scenery, where a sofa gives life to a delicate and elegant yet firmly rooted tree that comes out from its upholstery. Interestingly, the upholstery decoration thins out in proximity to the tree, leaving a gap around its roots. The tree, symbol of life and nature par excellence, rises directly from the void as a symbol of death, left to the artificial reproduction by man. Furthermore, the sofa itself made of dead wood becomes the support for the living wood of the tree. Yet again we have life and death, fullness and emptiness, artifice and nature: the dualisms are reunited in these drawings, finding their unity within the very nature of their opposition. And thus the artist seems to ask, isn’t horror vacui synonymous with horror vitae, the “fear of life”?


Horror Vacui pattern I, 2012


Giottology I, 2012


Giottology II, 2012

Giottology III, 2012


HV tree I, 2013


HV tree II, 2013

HV tree III, 2013


Bio Paride Moretti (Grosseto, 1972) è parte del corpo accademico della School of Fine Arts della Florence University of the Arts dal 2006. Ama la grafica ed è autore di tavole illustrate e libri d’artista per bambini. Un hobby che non manca di riflettersi sulle sue pratiche lavorative è il girovagare tra le bancarelle di libri usati, fuori catalogo e da collezione alla ricerca della curiosità editoriale e di pensieri e influenze fuori dal mainstream culturale. Paride Moretti (Grosseto, 1972) has been a faculty member at the School of Fine Arts of Florence University of the Arts since 2006. He is passionate about graphic arts and is the author of illustrations and art books for children. A hobby that inevitably shows up in his work practices is to wander through used bookstalls and peruse out of print or collector’s editions in search of editorial curiosities as well as thoughts and influences outside of mainstream culture.

Mirror image, 2012


The Horror Vacui Show Raccolta di opere grafiche di Graphic works by Paride Moretti 13 febbraio - 26 marzo 2013 Ganzo, via dei Macci 85 rosso, Firenze Feb. 13 - Mar 26, 2013 Ganzo, via dei Macci 85 red, Florence Testo di Text by Serena Bedini Traduzione Translation Grace Joh Progetto grafico Graphics Alberto Simoncioni Crediti fotografici Photo credits Paride Moretti Ufficio Stampa Palazzi Press Office Palazzi Presentazione della mostra Welcome Speaker Deidre Corda Logistica Logistics Lucia Giardino, Annapaola Presta Un grazie particolare a A special thanks to

Gabriella Ganugi – Presidente di Palazzi

e Florence University of the Arts President of Palazzi and Florence University of The Arts School of Fine Arts di Florence University of the Arts School of Fine Arts of Florence University of the Arts e a and to Tutto lo staff di Ganzo Ganzo Staff Anna Banti, Susanna Bausi, Dina Benigni, Victoria DeBlassie, Antonella Mercati, Jacopo Moretti, Nicolas Muller, Nora Takacs



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