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M&C Issue 08 - 2014
08 RITORNO AL FUTURO BACK TO THE FUTURE Quello che state sfogliando, un po’ di carta e un po’ di etere, è una frontiera. Il 2014 è l’anno in cui si vive tutto l’anno, in cui si cambia a ogni progetto, è l’anno della community che diventa interattiva, fluida, mobile. È l’anno della realtà aumentata che sta dietro, dentro e oltre i prodotti, le geografie, i negozi, i progetti, le invenzioni. È l’inizio di un racconto nuovo. L’intuizione ha un nome: Luca Meda; un tempo, 1990; un contesto, il Salone del Mobile. Un distillato di innovazione mai visto prima – si partiva dal prodotto e si risaliva al processo – un prototipo di storytelling. Con testi, disegni, gabbie grafiche – Felix Humm, un vanto – architetture di carta e di legno che raccontavano idee, progetti culturali, industriali, manageriali. M&C è stato tante cose e ne sarà tante ancora. Ma in quella matrice c’è l’evoluzione in magazine – le forme nello spazio, i luoghi, i linguaggi e i significati degli oggetti – le committenze autoriali, la rappresentazione di un Gruppo – Molteni&C, Unifor, Dada, Citterio. C’è la visione aumentata che c’è sempre stata. What you are browsing through, a bit of paper and a bit of web, is a frontier. 2014 is the year in which you live from start to finish, in which you change with every project, it is the year of the community which becomes interactive, fluid and mobile. It is the year of the enhanced reality that lies behind, inside and beyond the products, the locations, the stores, the designs and the inventions. It’s the start of a new story. The intuition has a name: Luca Meda; a time, 1990; a context, the Salone del Mobile. A distillation of innovation never seen before – it started with the product and then traced it back to the process - a prototype of storytelling. With texts, designs, graphics – Felix Humm, a source of pride - architecture made of paper and wood that illustrated ideas, cultural, industrial and managerial ideas. M&C has been many things and will be many more. But in that matrix there is the evolution into a magazine – forms in space, places, languages and the meanings of objects – the artists/authors, the representation of a Group – Molteni&C, Unifor, Dada, Citterio. There is the enhanced vision that there has always been. INTERACTIVE MAGAZINE Scarica/Download AR-CODE App da/from Apple App e/and Google play INQUADRA, ACCEDI, MOLTIPLICA
ZOOM, ACCESS, MULTIPLY
M&C 8/2014 è un contenitore interattivo, sempre aggiornato grazie a Seac02 di Torino che ha offerto la sua piattaforma tecnologica. Per accedere ai contenuti direttamente da smartphone e tablet scarica l’applicazione gratuita AR-CODE su Apple App e Google Play. Inquadra la copertina e tutte le pagine che hanno questo logo, scansiona e interagisci. Benvenuto qui e altrove.
M&C 8/2014 is a interactive constantly updated container. Thanks to Seac02 of Turin, leaders in virtual and enhanced reality, who offered their technology platform. To access the interactive contents directly from a smartphone and tablet, download the free AR-CODE App on Apple App and Google Play. Zoom in on the cover, scan and interact. Welcome here and elsewhere.
PASS-WORD DESIGN DANTE BONUCCELLI
M&C 08
PASS-WORD
INTERACTIVE MAGAZINE
FORME SOSPESE, ACCESSI REMOTI SUSPENDED VOLUMES, REMOTE CONNECTIONS di/by Cristiana Colli
Dante Bonuccelli ha pensieri nitidi e chiari, come i suoi progetti. Misura le parole con grazia e precisione, è abituato a concepire sistemi complessi di arredo – in un certo senso architetture mobili – che interagiscono con gli spazi. Dante Bonuccelli’s thoughts are sharp and clear, just like his designs. He measures his words adroitly and precisely, he is used to designing complex furnishing systems – in a certain sense mobile structures – which interact with spaces.
“Pass-word poggia su due elementi. L’idea del mobile basso, adatto a una casa raffinata che lascia parlare i muri, i quadri, gli oggetti, e la dimensione dell’immaterialità legata all’elettronica e ad una fruizione che non impone più ad accumuli di cassette, dischi, video”. Lo spiega così Bonuccelli il senso dell’orizzontalità, come scelta formale per l’arredo, e della panca come piattaforma attrezzata con cablaggi e fili invisibili. Design per spazi flessibili, liberi e leggeri, che mettono insieme stile di vita, rapporto nuovo con le tecnologie e i vari devices. Una relazione più intima, più essenziale, da quando la tecnologia è divenuta appendice di vita, estetica, funzioni irrinunciabili per le persone. Così i mobili, chiamati ad essere oggetti più friendly, molteplici e multifunzionali, diventano storage, connessione, appoggio, seduta. Pass-Word sviluppa l’home entertainment
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senza impatti visivi nello spazio quotidiano e lascia vivere l’architettura. La panca è completamente in alluminio, un materiale leggero e riciclabile, sofisticato dal punto di vista tecnico-progettuale che contraddistingue l’intero sistema. Le finiture laccate e opache si mantengono, così come i legni tradizionali della collezione – olmo e rovere. Ma la novità è il ritorno alle essenze nobili: il legno di cedro per le finiture interne – un’essenza profumata e calda al tatto e alla vista – l’eucalipto, trattato con un particolare processo termico che mantiene il colore scuro ma non modifica le caratteristiche organolettiche e sensoriali. Vetri colorati e in 3D. Pass-word è un nome che gioca sui significati e si traduce in azioni, abitudini, modi di abitare. È il mobile/sistema dell’accesso, in gergo tecnologico e informatico, ma è anche un rimando al movimento, al passaggio, alla mobilità. Chi meglio della tecnologia?
“Pass-word rests on two elements: the idea of a low item of furniture, suitable for a refined home, that leaves walls, pictures and objects plenty of scope, and the immaterial dimension of the electronic entertainment system that can do away with piles of cassettes, CDs and videos”. That is how Bonuccelli explains the sense of horizontality, as a formal choice for the furniture, and his sense of the bench as an invisibly wired and cabled platform. Design for free, flexible and light spaces, that bring together lifestyle, an enhanced relationship with technology and the various devices. A more intimate, more essential relationship, since technology has become part and parcel of life, beauty, functions that we can no longer live without. Expected to be friendlier, multiple and multi functional objects, pieces of furniture thus become containers, connections, useful surfaces and even seats.
Pass-Word develops zero visual impact home entertainment in everyday spaces, leaving architecture room to breathe. The bench – sophisticated in terms of its technical-design – is entirely made of aluminum, a lightweight, recyclable material, which distinguishes the whole system. The lacquered and matt finishes, as well as the collection’s traditional oak and elmwood veneers, remain the same. But what’s new is a return to noble woods: cedarwood for the internal finishes – a scented essence warm to the touch and to the eye – and eucalyptus, treated with a special heat process that keeps the colour dark without altering its organoleptic and sensorial characteristics. Coloured and 3D glass. Pass-word is a name that plays on meanings and is translated into actions, habits, ways of living. In technological and I.T. jargon it is an access unit/system, but it also refers to movement, to being allowed in, to mobility. Who better than technology?
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M&C 08 — RIEDIZIONI/ RE-EDITIONS
GIO PONTI LA CASA ADATTA A SUITABLE HOME INTERACTIVE MAGAZINE
Sedia MontecatinI D.235.1 design Gio Ponti Gio Ponti progetta il primo palazzo Montecatini di Largo Donegani a Milano nel 1935. Disegna tutto, architettura e arredi: scrivanie, sedie, lampade, armadi. In accordo con gli eredi Ponti, Molteni riedita nel 2014 la sedia Montecatini con sedile e schienale rivestiti in cuoio, dopo la versione tutta in alluminio.
di/by Francesca Molteni
Gio Ponti, un instancabile innovatore. Nel 1970, a 79 anni, Ponti pensa e progetta ancora la sua ossessione, la casa all’italiana, oggetto del primo editoriale come direttore della rivista Domus. Il 1 gennaio 1928 Ponti scrive nell’editoriale: “La casa all’Italiana è come il luogo scelto da noi per godere in vita nostra, con lieta possessione, le bellezze che le nostre terre e i nostri cieli ci regalano in lunghe stagioni”. Gio Ponti, a tireless innovator. In 1970, at the age of 79, Ponti was still intent on designing his obsession, the Italian-style house, the subject of his first leader as director of Domus magazine. On 1 January 1928 Ponti wrote in his leader: “The Italian-style home is like the place in which we choose to live at length, as fortunate owners, enjoying the beauties that our land and our skies bestow on us in long seasons”. Quarant’anni dopo, una lunga carriera e tanti progetti realizzati in tutto il mondo, tutto è cambiato. L’Italia, le case degli italiani, gli italiani. E Ponti cosa fa? Ancora una volta si mette in gioco e scrive un manifesto, il Manifesto della Casa Adatta, un nuovo modo di pensare la casa, “adatto alla vita di oggi”, dice, “spazi integrati per alloggi di superficie minore e, simultaneamente, con spazi ambientali più grandi, spazi di più largo respiro”. Insomma, noi siamo cambiati e le case devono cambiare con noi. Più versatili e aperte, meno “borghesi”, più economiche. Case nuove e mobili nuovi. Per la casa adatta, Ponti progetta una collezione di mobili, la serie “Apta”, presentata nel 1970 in occasione della fiera Eurodomus 3 a Milano, una delle quattro “mostre pilota” sul tema della casa moderna, organizzate dalla rivista
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Forty years later, with a long career and numerous successful projects all over the world, everything had changed. Italy, Italian homes and the Italians themselves. And what did Ponti do? Once again he put himself on the line and wrote a manifesto, Il Manifesto della Casa Adatta [Manifesto for a Suitable Home], a new approach to home design, “suitable for contemporary living”, he said, “integrated spaces for smaller surface areas and, at the same time, with larger living spaces, with greater breadth”. In other words, we had changed and our homes needed to change with us. More versatile and open, less “borgeois”, less expensive. New homes and new furniture. For the suitable home, Ponti designed a furniture collection, the “Apta” series, presented in 1970 at the Eurodomus 3 tradeshow in Milan, one of the
Gio Ponti designed the first Montecatini building at Largo Donegani in Milan in 1935. He designed everything, architecture and furnishings: desks, chairs, lamps and wardrobes. With the approval of the Ponti heirs, in 2014 Molteni is reworking the Montecatini chair, with a seat and seatback covered in leather, following the all-aluminium version.
Domus e da Torino Esposizioni. Mobili creati per un nuovo “domestic landscape”, per godere di maggior spazio possibile negli ambienti. Tutti facilmente spostabili, sia perché dotati di rotelle sia perché leggeri e pieghevoli, elementi di minimo ingombro e abbinabili con felice comodità. Mobili d’autore che la produzione distribuisce a un prezzo accessibile. “Ed ecco la nuova sedia larga ed a sedile stretto e pieghevole”. La sedia, che oggi Molteni&C riedita in collaborazione con Gio Ponti Archives, in versione alta e bassa, in legno di frassino naturale o nero, con schienale e seduta in tessuto, pelle e midollino, è pensata per questa rivoluzione. Minimo ingombro, versatilità, mobilità. Leggera ma solida, comoda e accessibile nel prezzo, facile. Una sedia pieghevole, per tutti, per ogni occasione, per gli interni e gli esterni di una casa che si adatta alle nostre necessità. Una sedia da conversazione, da lettura o per guardare la tv. “Per stare seduti comodi, accavallando le gambe, occorre poco sedile e molto schienale: inclinati così”, dice Gio Ponti.
four “pilot exhibitions” on the modern home theme, organized by Domus magazine and by Torino Esposizioni. Furniture created for a new domestic landscape, to enjoy the greatest space possible in each interior. Everything was to be easily movable, both thanks to castors and because it was light and foldable, conveniently matchable elements with minimum overall dimensions. Designer furniture distributed at affordable prices. “And here is the new wide chair with a narrow and foldable seat”. The chair, which Molteni&C has re-made in partnership with the Gio Ponti Archives, is designed for this revolution. It comes in a tall and low version, made of natural or black ash, with textile, leather or rattan backrest and seat, it features minimum overall dimensions, is versatile and movable, light but solid, easy, comfortable and affordable. A folding chair, for everyone, for every occasion, for indoor or outdoor use for a house that adapts to our needs. A chair for conversation, reading a book or watching TV. “To sit comfortably, crossing your legs, you need a small seat and lots of backrest, reclining like this”, said Gio Ponti.
La collezione Ponti/ Molteni&C in mostra
The Ponti/Molteni&C collection on show
Dopo il lungo tour, che nel 2013 ha portato la collezione Ponti/Molteni&C in viaggio con la mostra “Vivere alla Ponti” negli Istituti Italiani di Cultura di New York, Los Angeles, Vienna, a Palazzo della Meridiana di Genova, e in Giappone, all’Inax Museums di Tokoname, nel 2014 è ospite della mostra “Conceptual & Applied III: Surfaces and Pattern”, che si svolge nella sede della Daimler Contemporary Collection di Berlino a Potsdamer Platz, dal 4 aprile al 2 novembre. Opere di arte contemporanea in dialogo con architettura e design del XX secolo.
After the lengthy 2013 tour, which took the Ponti/Molteni&C collection on the road with the “Vivere alla Ponti” [Living Ponti-style] exhibition in the Italian Cultural Institutes of New York, Los Angeles and Vienna, at Genoa’s Palazzo della Meridiana and in Japan, at the Tokoname Inax Museums, in 2014 it is a guest at the “Conceptual & Applied III: Surfaces and Pattern” exhibition, on show at the Daimler Contemporary Collection in Berlin’s Potsdamer Platz, from 4 April to 2 November. Works of contemporary art alongside 20th century architecture and design.
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Gliss Quick wardrobe – Nature bed Ferruccio Laviani Gliss Walk-In wardrobe – D.950.1 framed mirrors Gio Ponti D.270.2 folding chair Gio Ponti
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STRAND/ CHELSEA DESIGN RODOLFO DORDONI
Osare, con sentimento, non è da tutti. Vuol dire mettere in ogni cosa un quid, un guizzo, uno scarto, che la rende speciale ma senza orpelli, unica ma non bizzarra, con amore per chi quella cosa la userà, la desidererà. Rodoldo Dordoni è così, osa ma con sentimento. E allora ecco Strand, una madia che non ha nulla di scontato. Un segno forte, vetri 3D, materiali diversi accostati in modo inaspettato. Tecnologia sì ma nascosta, come il nuovo sistema di apertura a pacchetto, incernierato sui montanti cilindrici laterali o l’illuminazione a LED per rivelare, ma solo in parte, i suoi segreti. Le basi e le ante sono in finitura eucalipto lucido od opaco. Chelsea è la classica sedia da conversazione, ma le sue proporzioni perfette accolgono tante variazioni sul tema, sempre raffinate. Un telaio, tre tipi di schienale, con o senza braccioli, e una versione bergère per le chiacchiere più morbide. Daring is not usually associated with sentiment. It implies an extra something, a flash of genius or of creative flair that makes an object special but not OTT, unique but not bizarre, charged with feeling for whoever falls in love with it and uses it. That’s the way Rodoldo Dordoni is, daring but caring. Hence Strand, an out-of-the-ordinary cupboard. Impactful, 3D glass elements, different materials in unexpected combinations. High tech, but unobtrusively so, as in the new book-style opening system hinged on cylindrical uprights at the sides or the led lighting that can conceal or reveal its secrets. Bases and doors are in matte or glossy eucalyptus. Chelsea is the classic conversational chair, but its perfect proportions accommodate several, always refined, variations on the theme. One frame, three types of backrest, with or without armrests, and a bergère version for more informal chitchat. INTERACTIVE MAGAZINE
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FORMA AGLI OPPOSTI
CONTRASTING FORMS Ron Gilad per/for Molteni&C di/by Cristiana Colli
Collezione/Collection CONTRORA Nel sud dell’Italia la controra è un momento misterioso e affascinante. Indica le prime ore del pomeriggio tradizionalmente dedicate al riposo. È l’ora che produce pensieri e a volte capolavori, è una metafora, è la condizione sospesa della possibilità. È l’otium, il silenzio non come conseguenza ma come premessa all’azione, è lo stato di apertura, di attesa, di vuoto che diventa condizione indispensabile per la ricerca, la comprensione, la conoscenza. In southern Italy the controra is a mysterious and fascinating moment. It indicates the early hours of the afternoon traditionally devoted to a postprandial nap. It’s the time when thoughts are thought and masterpieces are sometimes conceived, it’s a metaphor, it is when possibilities hang in the balance. It is otium, silence not as a consequence but as a premise for action, it is the state of receptiveness, expectation and void that becomes an indispensable condition for research, understanding, knowledge.
ARMCHAIR DAYBED SOFA. ARMCHAIR DAYBED SOFA. ARMCHAIR DAYBED SOFA. Alla terza volta è una litania, una parola unica, il suono reiterato di qualche lingua del deserto, arcaica o venusiana. I nuovi oggetti di Ron Gilad, come sempre, non sono quello che sembrano e affermano quello che negano. Contengono gli opposti, spiazzano,interrogano, intrigano, allertano, spostano, aprono e riaprono e riaprono. Sono come il fumo della sua sigaretta nel video di Francesca Molteni presentato al London Design Festival 2013.
Armchair e Sofà sono un abbraccio di velluto, morbido e avvolgente, teatrale, rosso di cuore di passione e di melodramma italiano; ma sono anche un bracciolo di legno rigido, essenziale, funzionale, geometrico, rigoroso. Questa architettura lignea è sostenuta da piedi in alluminio lucido fatta di equilibri e proporzioni perfette. Daybed è l’archetipo della panca per un riposo svelto, chiusa ai due lati dagli appoggi
a sbalzo di legno – rovere o noce. Segue le linee orizzontali del pavimento e si staglia nello spazio, come una scultura. Nella Collezione Controra c’è il pensiero di Gilad: poetico, visivo e concettuale, c’è l’ironia, c’è l’altro sguardo, l’irriducibile del pensiero e dei materiali, delle forme e delle funzioni.
ARMCHAIRDAYBEDSOFA
ARMCHAIR DAYBED SOFA. ARMCHAIR DAYBED SOFA. ARMCHAIR DAYBED SOFA. The third time round it becomes a litany, a single word, the reiterated sound of some archaic, Venusian or desert tongue. As always, Ron Gilad’s latest objects are not what they seem and affirm what they deny. They contain opposites, catch you off guard, question, intrigue, alert, open, re-open and re-open again. They are like the smoke of Gilad’s cigarette in the video that Francesca Molteni presented at the London Design Festival 2013.
Armchair and Sofà are a soft, velvety and enveloping embrace, theatrical, as red as the passionate heart of Italian melodrama; but they are also a solid wooden, essential, functional, geometric and rigorous armrest. This wooden structure, supported by shiny aluminum feet, is a synthesis of perfect proportions and balance. Daybed is the archetypal bench on which to snooze, closed on two sides by the layered
wooden supports – oak or walnut. It follows the horizontal lines of the floor and stands out in space, like a sculpture. The Controra Collection reflects Gilad’s poetic, visual and conceptual thinking, there’s irony, a quizzical glance, the implacability of thought and materials, of forms and functions. In that time of intimacy and reflection, a litany or a collection of furniture?
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SEGRETO/ GRADO° BOOKSHELF
CONSOLLE SEGRETO È per custodire, preservare, nascondere, ritrovare, rivedere, perdere. Cassetti, ripiani, piccoli spazi intimi. It’s for storing, preserving, concealing, revealing, losing, recovering. Drawers, shelves, private little spaces. Una casetta nella casa con un’organizzazione architettonica dello spazio. Ma anche un originale e imprevedibile home office. Questo mobile triangolare è un’esperienza, come quando si scappa dentro l’armadio, ci si rifugia tra i vestiti e le scarpe, tra le carte profumate e la naftalina. Sorprende per la forma, l’intimità dello spazio, l’organizzazione gentile degli scomparti, per la personalità che trasmette all’ambiente. Impensabile trattenere tutto nei dispositivi USB, inevitabile accarezzare gli oggetti che cadenzano la vita quotidiana, irrinunciabile accomodare appunti di vita, biglietti, documenti, libriccini, diari. È un triangolo che spezza la linea di fuga del muro, una reinvenzione del classico secretaire, sta a muro a qualsiasi altezza, e quando si apre – grazie a un sofisticato sistema di tiranti – diventa un piano d’appoggio per scrivere, appoggiare il laptop, il tablet, o un light lunch. Secretaire con un occhio alla tradizione del legno – finitura eucalipto o in noce – ma anche allo stile di vita – con tutte le più moderne connessioni e diavolerie per computer. A small home within the home with space organized architecturally. But also an original and unpredictable home office. This triangular console table is an experience, like when you hide in the wardrobe and hunker down amidst the clothes and shoes, the moth balls and the scented shelf liners. The form is surprising, as are the intimacy of the space, the neat way the compartments are arranged, the character it lends to the room. You couldn’t possibly
keep everything in USB devices, couldn’t help caressing the objects that mark your everyday life or slipping memorable phrases, notes, documents, little books and diaries into its nooks and crannies. It’s a triangle that interrupts the vanishing line of the wall, a re-make of the classic secrétaire, it can be suspended on the wall at any height, and when it opens – thanks to a sophisticated system of stay rods – it becomes a worktop on which you can write, use your laptop or tablet or eat a light lunch. A secrétaire with one nod to traditional craftsmanship – eucalyptus or walnut finishes – and another to contemporary living – with all the latest connections and computer wizardry.
GRADO° BOOKSHELF Alti, bassi, colorati, monocromi. Tall, low, coloured, plain. Ora la collezione Grado°– finalista al XXIII Compasso D’Oro – si arricchisce di un nuovo elemento pensile, concepito come libreria o storage di oggetti e di affetti. Ma forse anche no, anche come vetrina di coppe e trofei, marmellate e liquori, carte e giochi di società – Monopoli, Subbuteo. Grado° Bookshelf ha un’ampia gamma di finiture tecno così belle da toccare – cromo nero, alluminio lucido e peltro – che aumentano la percezione aerodinamica delle forme. A chi ama la tradizione, il rigore, le certezze della collezione classica è dedicata la versione legno in noce canaletto. Dopo le verticalità ecco un segno che svetta sulla parete. Un solido permeabile che esce dal muro. Now the Grado° collection – finalist at the XXIII Compasso D’Oro – has been enriched with a new wall unit, designed as a bookshelf or as storage space for objects and trinkets. But maybe even as a display case for cups and trophies, preserves and liqueurs, card or board games – Monopoli, Subbuteo.
Grado° Bookshelf has a wide range of nice-to-touch hi-tech finishes – black chrome, glossy aluminum and pewter – which enhance the streamlined perception of the forms. The canaletto walnut version is dedicated to those who love tradition, rigor and the certainties of the classic collection. After the verticality, another outstanding feature, a permeable solid that emerges from the wall.
SWEETDREAMS Saranno davvero sweetdreams? Will they really be sweetdreams? La forma e la dimensione lo lasciano pensare – grande, ospitale, aggrovigliabile, accogliente e morbido sotto e sopra le lenzuola, protetto da una testata alta e solida che è uno schermo, una storia, un flusso di immagini, un cinema privato. Nato come installazione multimediale nel 2013 è oggi parte delle collezioni Molteni&C. Alta ebanisteria, piedi slanciati e sottili, rimandi alla tradizione del letto più letto, ma con un bottone centrale perentorio. Che è sospensione, citazione, corpo estraneo per un letto ma segno intimo per un divano. Saranno davvero sweetdreams. The shape and size suggest they will – large, hospitable, huggable, cosy and soft below and above the sheets, protected by a tall, solid headboard that is a screen, a story, a flow of images, a private cinema. Created as a multimedia installation in 2013, today it is part of the Molteni&C collections. Quality craftsmanship, thin, slender feet, shades of the bed + bed tradition, but with a peremptory central button. Which is suspension, citation, a foreign body for a bed but an intimate sign for a sofa. They really will be sweetdreams.
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SWEETDREAMS 14/
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M&C 08 — PROGETTI NEL MONDO/WORLD PROJECTS
M&C 08 — BEST PRACTICES
NEL CUORE DI DOWNTOWN IN THE HEART OF DOWNTOWN
INFINITAMENTE LEGNO WOOD AD INFINITUM
City Center, Washington D.C. Il complesso residenziale – retail, uffici, hotel – concepito da Foster+Partners e realizzato dal general contractor Clark & Smoot Construction è un intervento urbano importante, programmato in tre fasi, che si sviluppa su circa 10 ettari nel cuore di downtown Washington D.C. La partnership per la realizzazione delle residenze prevede il coinvolgimento di Dada e Molteni&C per la fornitura di 216 cucine, 386 bagni e armadi concepiti su disegno dallo studio londinese. Di grande pulizia e rigore formale, le abitazioni sfruttano le trasparenze e la luminosità degli spazi vetrati che ai vari livelli si collegano a spazi verdi. Il progetto riflette una concezione metropolitana dell’abitare contrassegnata dalla qualità e vivibilità dello spazio privato e da efficienti infrastrutture e servizi comuni.
The residential complex – retail, offices, hotel – designed by Foster+Partners and built by the general contractor Clark & Smoot Construction is an important urban development, planned in three stages, which develops over some 10 hectares in the heart of downtown Washington D.C. The partnership for the realization of the residences includes Dada and Molteni&C for the supply of 216 kitchens, 386 bathrooms and wardrobes based on designs by the London firm of architects. Featuring clean-cut lines and formal rigour, the apartments make the most of the transparency and luminosity of the glass-walled spaces which, at various levels, link up with green spaces. The project reflects a metropolitan idea of living distinguished by the quality and liveability of the private spaces and by efficient shared services and infrastructure.
NEL CUORE DELLA MODERNITÀ CORE OF MODERNITY Cheval Three Quays, Londra/London Le 159 residenze sono spettacolari. Cheval Three Quays è un nome che viene dal 17°secolo, quando esistevano tre differenti accessi al fiume – Galley Quay, Chester Quay and Brewers Quay. Le finestre curve sono un planetario affacciato sul Tamigi, sono lo spettacolo magnificente della metropoli che cresce nel tessuto urbano con le sue torri. Dentro, cucine Dada personalizzate per questo progetto con finiture lucide e laccate che dialogano e si specchiano sulle vetrate abbaglianti. Tutto luminescente e traslucido, scintillante, da toccare e da usare. Nel cuore storico della metropoli, a un passo dalla Torre di Londra, all’interno del più importante progetto di sviluppo sul fiume di Central London.
The 159 residences are spectacular. Cheval Three Quays is a name that dates back to the 17th century, when there were three different access points to the river – Galley Quay, Chester Quay and Brewers Quay. Bow windows afford unrivalled views over the Thames and over an urban skyline growing before your very eyes. Indoors, Dada kitchens custom-designed for this project with high gloss and lacquered finishes that converse and are reflected on the dazzling floor to ceiling windows. Everything is sparkling, luminescent and translucent, to be touched and used. In the very heart of the historic city, right next to the Tower of London, within the most impressive riverside development project in Central London.
Il Cedro Cedar Il cedro è un albero leggendario, i fenici lo usavano per costruire grandi barche, e si ritiene sia l’albero usato per la costruzione del Tempio di Re Salomone a Gerusalemme. Per la sua forza e per la resina aromatica dal profumo seducente è simbolo di longevità e imponenza, considerato incorruttibile, tanto che una cosa degna di essere immortalata per i latini era digna cedro. Nei secoli il legno è stato largamente utilizzato in medicina e anche la pratica ayurvedica si avvale delle virtù terapeutiche di questa essenza – considerata antibatterica, stimolante e antidepressiva. Senza dimenticare le matite, così buone da rosicchiare, sui banchi di legno della suola elementare. The Cedar is a legendary tree, the Phoenicians used it to build great ships, and it is believed to be the tree used to build King Solomon’s Temple in Jerusalem. Thanks to its strength and its seductive aromatic resin, it is a symbol of longevity and grandeur, considered incorruptible, to the extent that for the Latins anything worthy of immortalization was digna cedro. For centuries cedarwood was widely used in medicine and Ayurvedic practise exploits the therapeutic virtues of this wood – considered antibacterial, stimulating and anti-depressive. Without forgetting those wonderfully chewable pencils, on the wooden desks of our primary schools. Prodotti con interni in Cedro Molteni&C products with inside Cedar finish. Gliss-Up, Pass-Word
L’Eucalipto Eucalyptus L’Eucalipto è un pensiero buono – il miele, le caramelle, gli olii esenziali – è divertente – i koala, grandi divoratori delle sue foglie – è fresco e si sente nello spazio – il profumo dei barbecue, i falò sulla spiaggia. Come il Cedro è una pianta miracolosa e versatile, molto usata nella farmacopea per i suoi valori fitoterapici, nelle costruzioni e nell’arredo come ausilio e linea frangivento, legno pregiato, resistente e durevole da costruzione di case, interni, barche. Il processo di termo trattamento consente di agire sui tannini della materia originaria per ottenere colori più scuri simili all’affumicatura. Eucalyptus is a kind thought – honey, sweets, essential oils – it’s fun – think of the greedy koalas that devour its leaves – it is fresh and you can smell it in the air – the scent of bar-b-qs and bonfires on the beach. Like the Cedar, it is a miraculous and versatile tree, widely used in pharmacology for its phytotherapeutic properties, in buildings and in interior design as a windbreaker, a quality wood, tough and durable for building houses, interiors and boats. Heat treatment can help affect the tannins in the raw material to achieve darker colours similar to the smoking process. Prodotti con finitura in Eucalipto Molteni&C products in Euclyptus finish 505 Gliss-Up, Pass-Word, Segreto, Strand, Sweetdreams
di/by Cristiana Colli
NEL CUORE DELLA STORIA IN THE HEART OF HISTORY Residenza privata/Private residence Porto Heli, Grecia/Greece Peloponneso, Grecia classica, l’architettura è dello studio messicano Legorreta + Legorreta and Alexandros C. Samaras & Associates, l’interior designer è Uribe Krayer, il progetto del paesaggio è firmato da Fernando Caruncho & Asociados. Questa villa di Porto Heli è una sequenza di volumi, appoggiati su curve di livello, che ospitano viti e ulivi in scansione rigorosa e cadenzata come un ricamo. Gli specchi d’acqua, le piscine, gli sbalzi fanno di questa casa – chiamata anche The Water House – una dimora speciale. Con servizi top class – eliporto, impianti sportivi, spiaggia privata. Gli interni Molteni&C realizzati su disegno – mobili, armadi, librerie, pareti attrezzate – accompagnano le linee geometriche e morbide degli spazi, lo sguardo e la visione – unica, tra cielo e mare – con ampi squarci delle finestre e degli accessi. Un luogo permeabile di spazi comunicanti – verso l’interno, verso l’esterno.
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Peloponnese, classical Greece, the architecture is by the Mexican firm Legorreta + Legorreta and Alexandros C. Samaras & Associates, the interior designer by Uribe Krayer and landscaping by Fernando Caruncho & Asociados. This Porto Heli villais a sequence of volumes, resting on level curves housing vines and olive trees rigorously set at regular intervals like an embroidery. Stretches of water, pools and overhangs make this villa – also known as The Water House – a special residence. With top class services – heliport, sports facilities and private beach. Molteni&C custom-designed interiors – furniture, wardrobes, bookcases, accessorized walls – accompany the gentle geometric lines of the spaces, the outlook and views – unique, twixt sea and sky – with generous windows and doors. A permeable place ofcommunicating spaces – both inwards and outwards.
Angelo Molteni amava il legno, lo toccava e lo sentiva, lo guardava e lo capiva. L’essenza, il valore, la prestazione. Guardava il tronco e prefigurava il mobile. Le prime macchine le aveva importate dalla Germania, dopo la guerra. Se quel distretto è storia economica, case study nei manuali di economia e nelle business school si deve alla materia prima, alla capacità innovativa di lavorarlo, a una formazione di qualità – la mitica Scuola di Cantù attiva dal 1870 – a uomini come lui, a imprese come Molteni. Molteni è il legno. Dal tronco a più infinito. In forma di massello – utilizzato per sedie, tavoli e parti di mobili – in forma di impiallacciatura. Era un privilegio girovagare tra gli odori della divisione tranciati nel compound industriale di Giussano, dove i legni arrivano in forma grezza, venivano lavorati con minuzia e preparati per diventare mobili, arredi, pavimenti, comunque oggetti del desiderio. Era un campionario boschivo, botanico e ambientale distillato in Brianza. Tutti i legni del mondo schedati, pre-lavorati, studiati per dare forma ai mobili, soddisfazione
agli architetti e designers, funzione e bellezza ai clienti. Il controllo della materia prima è stato un asset vincente che ha dato certezza di avere in qualunque momento le migliori essenze – in passato Noce Nazionale, Ciliegio Americano, Wengè – oggi Olmo, Rovere europeo e Noce Canaletto, o American Walnut. Il legno da sempre è un indicatore dello stile di vita e di consumo, utile per i manufatti della vita vera, utile per i manufatti della vita simbolica. Ed è con lo stesso spirito di anticipazione, e la stessa attenzione alle persone che oggi Molteni guarda a nuove essenze, e sceglie il legno di cedro e di eucalipto. Il loro utilizzo rappresenta un’innovazione formale e progettuale – Molteni è una delle poche aziende italiane ad aver compiuto profonde trasformazioni nella lavorazione del legno verso soluzioni tecnologicamente più avanzate, come l’abbinamento tra legno e alluminio – coerente con la domanda dei mercati mondiali. Ma le nuove essenze sono anche il segno di attenzione e prossimità a una nuova gerarchia di valori. Che non ci sia offesa alla natura e alle persone, che siano oggetti puri, contenitori di grande contenuto etico ed estetico che custodiscono e proteggono oggetti e affetti. Camicie, libri e vite.
Angelo Molteni loved wood, he touched it and enjoyed its smell, he looked at it and he understood it. Its essence, value and performance. he would look at the trunk and imagine the furniture.
indexed, pre-machined, studied to give shape to furniture, satisfaction to architects and designers, function and beauty to customers. Controlling the raw material was a key success factor in ensuring that the company had the best woods at any given time - in the past, Italian Walnut, American Cherry, Wengè – today Elm, European Oak and Canaletto, or American Walnut. Wood has always been an indicator of lifestyle and consumer habits, He had imported the very first machines useful for making everyday objects and useful from Germany, after the war. If that district for making symbolic objects. And it is with is part of economic history, a case study in economics handbooks and in business schools, the same forward-looking spirit and the same attention to the human factor that today it is thanks to the raw material, to the Molteni is looking at new woods, and choosing innovative way it was crafted, to quality cedar and eucalyptus. Their use represents apprenticeship – the legendary Cantù school further form and design innovation – Molteni of joinery established in 1870 – to men like is one of the few Italian maufacturers to have him and to companies like Molteni. accomplished far-reaching transformations in Molteni is wood. From the trunk ad woodworking, moving towards technologically infinitum. In solid form – used for chairs, more advanced solutions, such as associating tables and furniture parts – in veneer form. wood with aluminium – in line with world It was a privilege to wander round amongst market demands. But the new woods are the smells of the wood shearing division in also a sign of attention to and respect for a the Giussano industrial compound, where new hierarchy of values. That no harm should the timber arrives and where it is carefully be done to Nature or to human life, that machined and crafted to become furniture, the objects produced are pure, containers furnishings, flooring or anything else on imbued with great ethical and aesthetic somebody’s wish list. It was a collection of content that hold and protect cherished woody, botanical and environmental samples objects and memories. Shirts, books and lives. distilled in Brianza. All the world’s woods
REVERSI ’14 DESIGN STUDIO WETTSTEIN
Reversi ’14 è l’evoluzione della specie, un classico rivisitato dallo Studio Hannes Wettstein, Stephan Huerlemann e Simon Husslein, dopo il ventennale successo del divano disegnato da Hannes Wettstein. Così convincente da meritare di essere riproposto oggi, più morbido e soffice, con ampi braccioli, cuscini e imbottitura super tecnologici. Tre le posizioni dello schienale: relax con seduta profonda, da conversazione con schienale più basso e seduta ridotta, comfort per la lettura. Un sistema senza tempo e senza compromessi. Reversi ’14 is the evolution of the species, a classic revisited by the Studio Hannes Wettstein, Stephan Huerlemann and Simon Husslein, after the twenty-year success of the sofa designed by Hannes Wettstein. So popular as to be re-proposed today, softer and comfier, with generous armrests and high-tech seat cushions and padding. The backrest has three positions: relaxation, with a deep seat, conversational with a shorter seat and lower back and comfort for reading. A timeless system, worthy of its predecessors. INTERACTIVE MAGAZINE
GLISS-UP DESIGN PATRICIA URQUIOLA
Patricia Urquiola,l a Rivoluzione Gliss-Up. Gli armadi sono misteri, scatole magiche, racchiudono desideri, ansie e ossessioni. Grandi, ingombranti, se ne stanno lì, ben chiusi, a dirci quanto caos c’è nel nostro guardaroba, e non solo. Ci voleva l’inventiva curiosa di Patricia Urquiola per ripensare l’armadio. Gliss-Up lo rivoluziona: è il primo sistema notte completamente sospeso. Contenitori, pensili e grandi piani di appoggio sono appesi alle pareti, così c’è spazio per cassettiere e accessori in appoggio. Tutti disponibili in tanti materiali e finiture. Quelli della serie Gliss ma anche la nuova finitura cedro, studiata per gli interni di Gliss-Up. Patricia Urquiola, the Gliss-Up revolutioin. Wardrobes are mysteries, magic boxes, they enclose desires, anxieties and obsessions. Large, cumbersome, they stand there, tight shut, telling us what chaos there is in our wardrobe, and not only there. It took the inquiring inventiveness of Patricia Urquiola to re-think the wardrobe. Gliss-Up revolutionizes it: it is the first fully suspended night system. Storage units, cupboards and useful surfaces are hung from the wall, leaving room for floor-standing chests of drawers and accessories. All available in different materials and finishes. Those of the Gliss series but also the new cedarwood finish, designed for Gliss-Up interiors. INTERACTIVE MAGAZINE
M&C 08 — VISUAL ART/ POST O/OR PRE?
POST O/OR PRE? Botto&Bruno di/by Cristiana Colli
Tra il Palazzo del Lavoro di Perluigi Nervi sullo sfondo, l’infinito recycle della città contemporanea, le periferie urbane come nuove centralità artistiche e sociali, la memoria del vinile e l’archeologia industriale. Nella sospensione visiva e temporale della composizione tutto si tiene, e ogni cosa guarda a quel tavolino, il cuore formale della narrazione. Against the backdrop of Pier Luigi Nervi’s Palazzo del Lavoro recycling the contemporary city continues relentless, with stretches of suburbia now the new hubs of artistic and social life, amid memories of vinyl and industrial archaeology. Our gaze is drawn here – at the center of the composition – to the attention-grabbing table, the formal key to the narrative. Le sue curve si ripetono nel cappello che nasconde il volto, si riflettono nei corpi dalle posture flessuose, si incrociano con i dischi e le cuffie che lo trasformano nell’immaginaria consolle di un DJ. Quello è il centro della scena leggermente disassato, il punto di fuga e di moltiplicazione della prospettiva e di un’ideale costruzione parametrica. Per il tramite del collage – ipertesto antico, modalità còlta al tempo della simultaneità sterilizzata dei selfie e degli hashtag – che si concede il piacere dell’intaglio, della carta e della colla che sovrappone, stratifica e mantiene le cose tattili e imperfette. Così questi ambienti urbani e progettuali trattengono la poesia minima dei luoghi, nella spazialità delle capriate, nel verde squillante di erbe e cespugli – ladri di vita tra il cemento e l’asfalto nella morbidezza delle felpe, negli orti urbani spontanei che preservano reperti di ruralità. Così la mobilità visiva e concettuale degli spazi e delle funzioni è messa alla prova, improvvisamente spostata di segno e di percezione – lo spartitraffico New Jersey azzurro, spiazzante nel colore ma non nella forma, il cortile della scuola elementare che non è ora d’aria e di merenda ma chiostro di meditazione. Così l’immagine diviene luogo utopico nell’attimo di una temporanea armonia, quella tra la natura e l’architettura, tra i luoghi e il pensiero.
Its curves are repeated in the cap hiding the guy’s face, they are reflected in his body’s relaxed pose, they cut across the records and headphones that turn the table into an imaginary DJ deck. It is the slightly lopsided core of the set, the point of flight and multiplication of perspective and of an ideal parametric construction. All thanks to collage – the hypertext of old, an approach to treasure in these days of sterile simultaneity of selfies and hashtags – with the implicit pleasure of intaglio, paper and glue, creating layers and keeping things tactile, imperfect. In this way the urban spaces of our projects hang on to the minimal poetry of such places, in the spatiality of the trusses, in the brilliant green of grass and bushes – survivors amid the concrete and tarmacked ground – in the softness of sweatshirts, in spontaneous urban gardens that retain a certain rural feel. The visual and conceptual mobility of spaces and functions is thus put to the test, with its sudden shift of sign and perception – the blue of a New Jersey safety island, startling in its color but not in its form, the elementary school playground where it is not time for break and snack but instead a space to meditate in. The image thus presents a utopian place at a moment of fleeting harmony between nature and architecture, between places and thought.
BOW Patricia Urquiola Curva, arco, inchino, tavolino, comodino. Una parola, un oggetto. Né spigoli né giunzioni, solo due superfici curve che si incontrano e si intersecano. La sofisticata tecnologia per la curvatura dei compensati traduce il segno gentile sulla carta e restituisce la morbidezza delle superfici. Finitura laccata. Bent, arched, leaning, a small table, a bedside table. One word, one object. No edges, no joins, simply two curved surfaces that meet and intersect. The sophisticated technology used to bend the plywood expresses its gentle nature on paper and reveals the soft lines of the surfaces. Lacquer finish.
INTERACTIVE MAGAZINE
Botto&Bruno vivono e lavorano a Torino. Le loro opere - presenti in importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali sono stati esposte in mostre - la 49° Biennale di Venezia, la Biennale di Busan in Corea, Le Printemps de septembre a Toulouse - musei e istituzioni - Palazzo delle Esposizioni di Roma, Mamco di Ginevra, Caixa forum di Barcellona, Mamac di Nizza, Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, IAC di Villeurbanne, Kunsthalle di Helsinki. Sono tra i protagonisti della Metropolitana dell’Arte di Napoli - Stazione di Piazzale Augusto.
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Botto&Bruno live and work in Turin. Their works - present in important public and private collections, in Italy and elsewhere - have been displayed in exhibitions: 49th Biennale di Venezia, the Biennale held in Busan (Korea), Le Printemps de Septembre in Toulouse; museums and other institutions: Palazzo delle Esposizioni in Rome, Mamco in Geneva, Caixa forum in Barcelona, Mamac in Nice, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci in Prato, IAC in Villeurbanne, Kunsthalle in Helsinki. They are also prominent among the works to be seen at the Metropolitana dell’Arte (Subway Art) in Naples, Piazzale Augusto station.
Uno speciale ringraziamento per la collaborazione alla Galleria Alberto Peola di Torino. Special thanks to Galleria Alberto Peola in Turin for their much appreciated collaboration. www.albertopeola.com
STACCATE E COLLEZIONATE IL PAGINONE CENTRALE E METTETELO TRA DUE VETRI. BUONA VISIONE THE CENTRAL PULL-OUT CAN BE PLACED BETWEEN TWO PANES OF GLASS. ENJOY!
M&C 08 — INTERVISTE/INTERVIEWS
DOMENICO DE MASI IL 16° MODELLO THE 16TH MODEL di/by Cristiana Colli
INTERACTIVE MAGAZINE
Il suo ultimo libro – Mappa Mundi – in 800 pagine sviluppa 15 idee di mondo organizzate in mappe cognitive e di senso. Molte certezze per un tempo incerto. L’attuale società postindustriale è la prima che nasce senza un modello, un progetto ben definito. Gli Stati Uniti e gli stati unitari europei nacquero con le idee di Smith, Diderot, Montesquieu. Cavour costruì l’Italia unita su elaborazioni di Gioberti, Cattaneo, Beccaria, Mazzini. Ora su quale modello basano le loro decisioni Obama, Putin, Renzi? Nessuno. La nostra società brancola disorientata, senza capire cosa è bene e cosa è male, cosa è bello e cosa è brutto, cosa è vero e cosa è falso, cosa è sinistra e cosa è destra. In Mappa Mundi racconto 15 modelli - da quello cinese a quello indiano, da quello giapponese a quello americano, da quello greco classico, rinascimentale, ebraico, musulmano a quello illuminista e comunista. Ognuno offre spunti ai costruttori del modello mancante.
La mappa e il modello creano il mondo, e il cartografo è un narratore. Qual è la narrazione dell’oggi? La narrazione dell’oggi è una trama composta da saggezza, bellezza e meticciato. Chi sono i “naviganti di prua”? Sono quelli che sanno ribaltare la debolezza in forza, la fuga in approdo, la nostalgia in speranza. Il viaggio contemporaneo è anche quello nella realtà aumentata delle comunità temporanee, l’ipertesto infinito del meticciato - antropologico, culturale, sociale. Soffriamo di troppo pieno e di troppo vuoto. È aumentata la complessità ma anche gli strumenti per decodificarla e gestirla. Resta la necessità di un orientamento, di un modello efficace, che possa fronteggiare il peso insopportabile della complessità che non sa commutarsi in semplicità. Per molti versi la mancanza di un modello è più opprimente di qualunque modello. Il Brasile è una modernizzazione impetuosa, con un’idea di tempo che comprende i millenni della foresta amazzonica e i secondi delle agenzie di rating. Perché è da considerare un paradigma? Sono stato il primo ad accostare disinvoltamente il modello brasiliano a quello greco, latino, rinascimentale, illuminista. Come tutti i modelli, anche quello brasiliano ha punti deboli da scongiurare: la corruzione, la violenza, l’analfabetismo, il divario tra ricchi e poveri. Ma suggerisce anche grandi punti di forza: l’accoglienza, la solidarietà, l’allegria, la sensualità. E soprattutto il meticciato.
di/by Cristiana Colli
INTERACTIVE MAGAZINE
Andrea Carignano ha fondato e dirige Seac02, ha inventato un’App di realtà aumentata per la comunicazione la stampa le imprese il made in Italy, ha reso touch quel processo vertiginoso di moltiplicazione per cui ogni cosa è dentro un’altra e poi un’altra e poi un’altra….. L’apparente accessibilità alla conoscenza quali sensibilità richiede? La tecnologia consente un accesso rapido e puntuale ma la curiosità e il desiderio restano la ragione per cui si cerca. Internet ha portato la conoscenza dentro casa, il cellulare l’istantaneità delle comunicazioni, lo smartphone o glasses e la realtà aumentata la moltiplicazione delle informazioni di oggetti e luoghi di cui in diretta si sta facendo esperienza. Siamo arrivati a una
Numerous certainties for uncertain times. Our current post-industrial society is the first to emerge without a model, a well-defined plan. The United States of America and the unitary European states grew to maturity on the ideas of Smith, Diderot and Montesquieu. Cavour built a united Italy on those of Gioberti, Cattaneo, Beccaria and Mazzini. Now on which model do Obama, Putin and Renzi base their decisions? None. Our society is fumbling in the dark, without understanding what is good and what is bad, what is beautiful and what is ugly, what is true and what is false, what is left and what is right. In Mappa Mundi I discuss 15 models – from the Chinese model to the Indian one, from the Japanese to the American, from the classical Greek, Renaissance, Jewish and Muslim models to those of the Enlightenment and of Communism. Each offers suggestions for those hoping to build the missing model.
La tecnologia aiuta la comprensione della realtà complessa? Ogni oggetto possiede informazioni multistrato – la multilayered identity: un palazzo ha un layer architettonico, uno storico, uno politico, uno sociale; la madelaine di Proust aveva in sè anche un layer personale riportato alla mente da un gesto. Oggi i layer aumentano rapidamente: uno smartphone, attraverso la realtà aumentata riconosce un oggetto inquadrato, sovrappone nuovi contenuti digitali che introducono a una quantità enorme di informazioni. La tecnologia è la causa del troppo pieno contemporaneo, perchè ha trasformato ogni persona in autore e creatore di nuovi livelli che si stratificano sugli elementi della realtà. La scommessa sarà un utilizzo selettivo dei contenuti. Come siete arrivati all’Augmented Journal di Nòva 24? È un progetto di innovazione tecnologica apportata a un media tradizionale come la carta stampata. L’App è il primo passo di una sinergia tra mondo fisico e digitale dove la tecnologia è servizio/mezzo/strumento per l’accesso a informazioni di qualità che espandono il quotidiano, completano e approfondiscono i contenuti. Le infografiche, per esempio, già ricche di dettagli sulla carta sono ampliate con l’App. In questo senso la realtà aumentata è un nuovo media crossmediale, i cui contenuti sono grafiche interattive che si fruiscono all’interno di un’applicazione, un’interfaccia dentro l’interfaccia. In termini di user experience è un mondo nuovo e da inventare, con contenuti che hanno diversi livelli di approfondimento. La realtà aumentata è un infinito ipertesto circolare – tra funzione e storytelling – e sembra essere una frontiera anche per le imprese e il made in Italy. È un modo nuovo di comunicare, è il prodotto che parla e diventa veicolo di promozione, fornitore di servizi, narratore di una storia e di una filiera, tramite di esperienze. I nuovi strumenti di comunicazione interattiva raccontano la tecnologia, l’artigianalità, la qualità del prodotto italiano, il suo contenuto progettuale, culturale e manifatturiero. È a tutti gli effetti una nuova frontiera, di senso prima che di funzione.
Brazil is experiencing impetuous modernization, with a concept of time that includes the millennia of the Amazon forests and the seconds of the rating agencies. Why should it be considered as a paradigm? I was the first to casually associate the Brazilian model with the Greek, Latin, Renaissance and Enlightenment one. Like all models, the Brazilian one has weaknesses that should be avoided: corruption, violence, illiteracy, the gap between rich and poor. But it also suggests great strengths: its hospitality, solidarity, high spirits, sensuality. And above all its multi-ethnic roots.
The map and the model create the world, and the cartographer is a story teller. What is today’s story? Today’s story is one of wisdom, beauty and multi-ethnicity.
The contemporary voyage is also one into the enhanced reality of temporary communities, the infinite hypertext of anthropological, cultural and social hybridization. We are suffering from having too much and too little. The complexity, as well as the instruments with which to decipher and manage it, has increased. We need to regain our sense of orientation and find an effective model that can tackle the unbearable burden of this complexity that defies simplification. modalità di accesso naturale, quasi fisiologico: guardo un oggetto, lo inquadro e ottengo un approfondimento. Quello che servirà sempre più è la capacità di scegliere il contenuto tra tante fonti, recuperare lo spirito critico, cercare l’informazione di qualità.
In many ways the lack of a model is more oppressive than any model.
Is it the West that’s in crisis or the ability to interpret it? The West is as disorientated as the East. The entire planet is plagued by contradictions, by the gap between rich and poor, by the depletion of resources, by unemployment. Aggravating the crisis itself are the difficulties involved in identifying its causes and remedies.
Who are the “naviganti di prua”, the forward-looking passengers? They are those who manage to turn weakness into strength, escape into safe landing, nostalgia into hope.
È in crisi l’Occidente o la capacità di interpretarlo? L’Occidente è disorientato quanto l’Oriente. Tutto il pianeta è attraversato da contraddizioni, dalla distanza tra ricchi e poveri, dall’esaurimento delle risorse, dalla disoccupazione. Alla crisi reale si somma la difficoltà di individuare cause e rimedi.
ANDREA CARIGNANO DIETRO, DENTRO, OLTRE. È LA REALTÀ AUMENTATA BEHIND, WITHIN, BEYOND. IT’S AUGMENTED REALITY
Your latest, 800-page, book - Mappa Mundi – develops 15 world ideas organized in cognitive and meaning maps.
Andrea Carignano is co-founder and CEO of Seac02. By developing an augmented reality app for communications, media, manufacturing and Italian world of business in general, he has added touch to that amazing process of multiplication whereby each thing is put inside another, and then another, and another ….. What sensibilities are required to take advantage of this apparent ready access to knowledge? Nowadays technology permits fast, precise access to knowledge but because we are curious, determined creatures we continue to search for more. The web has brought knowhow into our homes, mobiles have made communication instantaneous; with smartphones or glasses reality is augmented and information about objects and places multiplied as and when we experience them. We have reached the stage of natural, almost physiological access: I look at an object, focus on it and then obtain in-depth info about it. What we’ll need more and more is the capacity to select content from countless sources, to regain our critical spirit, to seek out quality information. Can technology help us understand complex reality? Every object has a multilayered identity: the layers of a building are architectural, historical, political, social; Proust’s madeleine also had a personal layer, and a mere gesture was sufficient to stir recollection of it. The layers now increase rapidly: thanks to augmented reality a smartphone now recognizes an object focused on and adds to it new digital content, comprised of a huge amount of information. Technology is the cause of today’s overflow of information: because it has turned each person into the author and creator of new levels that add further layers to elements of reality. The challenge will lie in selective use of content. How did you come to get involved with Nòva 24, this “augmented newspaper”? The project has to do with the application of innovative technology to a traditional medium, in this case the print media sector. This app is a first step towards a synergy between physical and digital worlds in the sense that the technology that provides the service/medium/ tool used to access quality information expands the paper, completing its contents and exploring them in further depth. The infographics, for instance, though already highly detailed on paper, are further developed through the app. Augmented reality thus becomes a new
Domenico De Masi è un sociologo. All’insegnamento universitario ha affiancato una costante ricerca socio-organizzativa. Ha fondato S3-Studium, Scuola di Specializzazione in Scienze Organizzative, e ha pubblicato numerosi saggi magistrali di sociologia urbana, dei processi creativi, dello sviluppo e dei macro-sistemi. Ha fondato e dirige la rivista NEXT.
Domenico De Masi is a sociologist. Alongside his work as a university lecturer he has also carried out extensive socio-organizational research. He founded S3-Studium, Scuola di Specializzazione in Scienze Organizzative, and has published numerous magisterial essays on urban sociology, the sociology of creative processes, of development and of macro-systems. He founded and directs the magazine NEXT.
cross-media medium: its contents are interactive graphics used within an application, an interface within the interface. In terms of user experience this is a whole new world – one still waiting to be invented – where content takes the form of info offering different levels of depth. So augmented reality is an infinite circular hypertext narrative – part function, part fiction – and it would now seem to represent a frontier for Italian enterprise too. It’s a new way of communicating, it is the product that talks and becomes a vehicle for promotion, a service provider, a storyteller, an intermediary of experience. New interactive communication devices tell us about technology, artisanal industries, high-quality Italian products and their content in terms of design, culture and manufacturing. To all intents and purposes augmented reality is a new frontier, hinged on the senses more than on function.
Andrea Carignano è un ingegnere aerospaziale. Dal 2003 è co-fondatore e Ceo di Seac02, una società che si occupa di realtà virtuale e realtà aumentata, e dal 2007 è presidente di 3D Emotion con cui ha sviluppato la tecnologia startup per la comunicazione oleografica e autostereoscopica. Ha insegnato al Politecnico di Torino e partecipato al Master UCLA di Los Angeles. Nel 2003 ha ricevuto il Premio Galileo Ferraris, e nel 2006 il Premio Startup dell’anno Innovatori a livello nazionale. Ha sviluppato collaborazioni strategiche con realtà industriali come Benetton, DisneyXD, Ferrero, Prada, Zegna, Fiat Group.
Andrea Carignano is an aerospace engineer: since 2003 co-founder and CEO of Seac02, a company operating in the fields of virtual reality and augmented reality; since 2007 President of 3D Emotion where he developed the start-up technology for holographic and autostereoscopic communication. He has taught at the Politecnico in Turin and obtained a Masters from UCLA. In 2003 he received the Galileo Ferraris Award, and in 2006 the year’s Startup Award for Innovators nationwide. He has set up strategic collaboration initiatives with leading companies that include Benetton, Disney XD, Ferrero, Prada, Zegna, Fiat Group.
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BREEZE DESIGN MATTEO NUNZIATI
Breeze è la brezza che spira leggera, nei tramonti sul mare o alle primi luci dell’alba, quando tutto è già deciso o sta per cominciare. Non è un vento che sorprende i naviganti, ma è gentile, costante, morbido. Come Breeze, il divano raccolto disegnato da Matteo Nunziati. Non si annuncia ma si attende. È perfetto per piccole stanze di città, arreda gli spazi dell’attesa, accoglie ospiti e visitatori inquieti con la semplicità del padrone di casa e la sicurezza del maitre. In tessuto è sportivo come un atleta, in pelle è elegante come un gentiluomo. Soddisfa tutti i desideri, meglio di un maggiordomo. A breeze is a delicate wind that blows over the sea at sundown or at first light, when everything has already been decided or is about to begin. It’s not a wind that takes sailors by surprise, but is gentle, constant and soft. Like Breeze, the compact sofa designed by Matteo Nunziati. There’s no fanfare but you can feel it coming. It’s perfect for small town houses, waiting areas, it welcomes nervous visitors and guests with the simplicity of a host and the self-confidence of a maitre. Uphostered in textile covers it is as sporty as an athlete, in leather as elegant as a gentleman. It satisfies all your wishes, better even than a butler.
M&C 08
M&C 08 — PROGETTI NEL MONDO/WORLD PROJECTS
NEWS
DESIGN, ARCHITETTURA, ALTA FORMAZIONE DESIGN, ARCHITECTURE, HIGHER EDUCATION
INTERACTIVE MAGAZINE
Richard Ivey School Of Business Toronto, 2013 di/by Cristiana Colli
Immagine coordinata Corporate Image Molteni&C e Dada ridefiniscono la loro Corporate Identity, consolidando l’immagine dei marchi come protagonisti del design italiano a livello internazionale, con un’offerta completa di prodotto. Pilastri della nuova strategia sono l’immagine grafica, che ridisegna il complesso delle attività di comunicazione, cataloghi prodotti, listini, campagna pubblicitaria e sito internet, ma anche i nuovi allestimenti che coinvolgono l’intera rete distributiva. Molteni&C and Dada are redefining their corporate identity, laying the foundations for a process of international brand consolidation as global leaders of Italian design offering a complete product range. The pillars of this new strategy include a new graphic image that reworks the entire range of communications activity, encompassing product catalogues, price lists, ad campaigns and the website, as well as new initiatives that involve the whole distribution network.
Molteni &C, Dada e Unifor alla selezione del XXIII Compasso D’oro Molteni &C, Dada and Unifor at the XXIII Compasso D’oro Selection Si inaugura mercoledì 2 aprile a Milano, negli spazi dell’ex Ansaldo, la mostra Selezione del XXIII Compasso D’Oro, il riconoscimento che dal 1954 premia, ogni tre anni, il meglio del design internazionale. La mostra è aperta al pubblico durante il Salone del Mobile e termina a fine maggio. Wednesday 2 April marks the inauguration in Milan, at the former Ansaldo premises, of the Selezione del XXIII Compasso D’Oro exhibition. Every 3 years, since 1954, the Compasso D’Oro is awarded to the very best in international design. The exhibition is open to the public during the Salone del Mobile and closes at the end of May. Molteni&C, Dada e Unifor partecipano alla selezione con 5 progetti finalisti Adi Index 2011 e 2013: Molteni&C, Dada and Unifor are taking part in the selection with 5 Adi Index 2011 and 2013 finalist projects: MOVE010, di/ by Pagani e Perversi Associati (2011), Naòs P di/ by Pierluigi Cerri (2011), QallaM di/ by F. Molteni, C. Colli, P. Hefti (2011); Set di/ by Rodolfo Dordoni (2011); Grado°, design Ron Gilad (2013).
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Arrivano le nuove ante Gliss Quick New Gliss Quick doors Nuove ante per gli armadi Gliss Quick. Maniglia sagomata a tutta altezza per Wing, che si integra nella struttura, pratica e lineare. Tante le finiture, laccato opaco, lucido o in essenza. Non è la sola novità. Le ante Gliss Quick si completano con l’inserimento del vetro Kyoto. Nuova vita agli armadi, non solo in tessuto. New doors for Gliss Quick wardrobes. Moulded top-to-bottom handle for Wing, which fits effortlessly into the frame, practical and linear. Numerous finishes, matt or gloss lacquered or wood veneer. And that’s not the only novelty. Gliss Quick doors now include Kyoto glass. New life for wardrobes, not only textiles.
Dada: Informazioni, certificazioni Il Milano Design Film Festival e tracciabilità totale con la raddoppia, anzi, triplica. BLACKSPACE - BYUNG SOO ZOCCHI cliente Product Information Card Milano Design Film Festival back for progetto the VIA M. D’OGGIONO 12 MILANO 20123 ITALY MOLTENI&C CORPORATE IDENTITY Dada: information, certification second time and due to go “on the road” and total traceability with the Product Information Card Il Festival, che l’anno scorso ha presentato in anteprima il documentario Molteni & C e Dada, da sempre attente al “Ron Gilad. The Logical, the Ironic & the Customer Care, hanno lanciato un nuovo Absurd”, nel 2014 raddoppia sistema di certificazione dei prodotti con la seconda edizione all’Anteo Spazio con la Product Information Card. Un Cinema, 4 sale per oltre 600 posti, servizio nato per la certificazione delle e diventa itinerante con tre mete fuori opere d’arte, sviluppato da ArtNetWorth, sede: Parigi, Roma e Pechino. A ospitare disponibile per la prima volta anche per la rassegna sono l’Istituto Italiano i prodotti di arredamento. La carta, dotata di Cultura a Parigi, il MAXXI di Roma di un codice identificativo personalizzato, e, nel cuore di Pechino, il quartiere permette di accedere a tutte le di Sanlitun Taikooli, area coinvolta informazioni sul prodotto acquistato, nella Beijing Design Week. Luoghi di attraverso un QR code o consultando una espressione della cultura contemporanea. sezione dedicata dei siti www.molteni.it Tanti film, tante città, un concorso e www.dada-kitchens.com. per selezionare storyboard inediti In particolare Dada ha messo a punto e un contest dal tema “Milano. un sistema di identificazione individuale I luoghi dove mangiamo”, in vista per le cucine, che comprende il progetto dell’EXPO 2015. “Questa manifestazione originale, gli accessori installati, il tipo e la vuole essere una piattaforma marca di elettrodomestici acquistati, allo d’informazione, d’aggiornamento, scopo di poter rintracciare agevolmente di sperimentazione e d’incontro che tutte informazioni sulla propria cucina. si caratterizza per l’alta qualità dei contenuti e per un’inedita ed efficace Molteni & C and Dada, always attentive capacità di dialogo con il pubblico”, to Customer Care, are launching dicono Antonella Dedini e Silvia a new product certification system Robertazzi, curatrici di Milano with the Product Information Card. Design Film Festival. Molteni&C A service set up to certify works of e Vitra sostengono anche quest’anno art, developed by ArtNetWorth, now l’iniziativa che promuove il design available for the first time for furnishing in tutte le forme della creatività. products as well. The card, complete with a personalized identification code, The Festival, which last year presented gives access to full information about the premiere of the documentary the product purchased via a QR code or “Ron Gilad. The Logical, the Ironic & by consulting a dedicated section of the the Absurd”, is back again in 2014 at the www.molteni.it and www.dada-kitchens. Anteo Spazio Cinema, 4 theatres totaling com. Dada has now issued an individual over 600 seats, and due to go “on the identification system for kitchens, road” to three major capitals: Paris, which includes the original project, Rome and Beijing. Hosting the festival type of accessories installed, type are the Istituto Italiano di Cultura in Paris, and brand of the household appliances the MAXXI in Rome and, in the heart purchased, with the aim to get hold of Beijing, the Sanlitun Taikooli district, involved in the Beijing Design Week. on all relevant information about All places that express contemporay the purchased kitchen model. culture. Numerous films, several cities, a competition to select unusual storyboards and a contest on the theme: “Milano. The places where we eat”, in view of the forthcoming EXPO 2015. “This event is planned as a platform for information, updates, experimentation and meetings and is characterized by top-quality content and an original and effective forum for dialogue with the public”, explain Antonella Dedini and Silvia Robertazzi, curators of the Milano Design Film Festival. Once again, Molteni&C and Vitra are sponsoring the initiative, which promotes all forms of creative design.
M&C Issue 08 - 2014 MOLTENI&C DADA _ DOPPIO LOGO ORIZZONTALE POSITIVO _ RIDUZIONI
collaboratori contributors Kicco Bestetti Giovanni Busnelli Laura Camerin Cristiana Colli Isa Consonni Nicola Gallizia Peter Hefti Gionata Lucia Claudia Marocchino Francesca Molteni Lorenza Preda fotografie photos Armando Bertacchi BottoeBruno Mario Carrieri Sergio Chimenti Andrea Martiradonna Max Rommel Tiziano Sartorio progetto grafico graphic design ma:design Massimiliano Patrignani Monica Zaffini fotolito e Stampa lithograph and Printing Adda Officine Grafiche Litopat finito di stampare printed Aprile April 2014 M&C è un periodico registrato presso il Tribunale di Monza il 7 marzo 2013 n° 10 M&C is a registred magazine Monza n°10 – March 7 2013 direttore responsabile editor Cristiana Colli
25.03.2014
Le pareti di pietra e sassi si alternano a quelle vetrate, le curve vertiginose delle scale e dei piani disegnano e scandiscono gli ambienti. Il dialogo tra i materiali originari – vetro, pietra, legno – e tra le forme – quadrati, rettangoli, cerchi – produce spazi di riflessione e di grande energia. L’alternanza tra il rigore geometrico e lo scarto rotondo che rapisce è ininterrotto, e costringe lo sguardo ad un continuo movimento tra dentro e fuori, tra sopra e sotto. Le classi al piano terra sul perimetro affacciano sulla corte centrale – verde per metà dell’anno, bianca di neve per l’altra metà. Studiare in quel luogo, dentro quell’architettura firmata dal blasonato Hariri Pontarini Architects di Toronto è un privilegio, è già uno sguardo sull’eccellenza. Poi arrivano i contenuti di una delle più prestigiose business school del mondo che per molti parametri e indicatori contende il primato ad Harvard. La reputazione della Richard Ivey School of Business si deve alla qualità dell’insegnamento, all’eccellenza della ricerca, all’alto livello di studenti e docenti. Qui si forma una classe dirigente di primissimo piano, tanto che oltre il 40% degli allievi ricopre ruoli di vertice in società e corporation internazionali. I 5 piani con i 132 uffici, le 237 postazioni operative, le 67 meeting rooms e le 3 reception, interpretano con coerenza l’impostazione metodologica che promuove un modello di apprendimento innovativo. L’attenta ricerca spaziale TAVOLA 6 e il progetto degli interni integrano
i caratteri tipologici del college con ambienti che promuovono la collaborazione, la discussione attiva e l’apprendimento basato sul lavoro di team. Gli arredi dal design funzionale e raffinato offrono agli studenti grandi spazi di interazione, e facilitano una concreta pratica di superamento dell’attività didattica convenzionale. The stone and pebble walls alternate with glass, while the curves of staircases and floors distinguish the interiors; dialogue between original materials and shapes produces thoughtful and energizing spaces. The visual alternation forces your gaze outside and in, above and below. The ground floor classrooms give onto a central courtyard – grass green or snow white. Studying in that building, purpose-designed by renowned Hariri Pontarini Architects of Toronto, is a privilege, a first step towards excellence. The reputation of the Richard Ivey School of Business – second only to Harvard – is due to its top-calibre teaching, research and students; graduates ready to occupy executive roles in international companies and corporations. Five floors with 132 offices, 237 workstations, 67 meeting and 3 reception rooms reflect the methodological approach that promotes an innovative model of learning. Attention to space and interior design, plus smart, functionally-designed furnishings offer a stimulating environment that fosters interaction, teamwork and debate.
CON VISTA SULLE INFRASTRUTTURE WHIT A VIEW ON THE INFRASTRUCTURE Cento direzionale Milano Fiori, 2013 di/by Cristiana Colli La vista è sulle infrastrutture, sugli svincoli, sulla diagonali d’asfalto e le curve del new jersey in cemento. Per chi accompagna tempi e vite nella mobilità in tutto il mondo quell’affaccio sullo scenario frenetico, sul flusso continuo del traffico, è una finestra sul cielo, il laboratorio creativo, il Centro Ricerche e Sviluppo. Non poteva che essere lì il cuore direzionale di Autogrill, il primo operatore mondiale nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia, un player che studia e determina gusti, desideri, stile di vita e di consumo di milioni di persone sotto tutti i fusorari. Gli uffici della società – nel Centro Direzionale Milano Fiori di Rozzano – sono immersi nella luce naturale e scanditi da un’architettura caratterizzata da essenzialità compositiva, qualità spaziale e un originale protagonismo del colore. Sono uffici smart, dinamici, efficienti; il mood che si respira è quello della qualità nella velocità, della circolarità tra gli spazi operativi, della condivisione di informazioni e comunicazioni scritte su muri divenuti lavagne. Stefano Gris e Silvia Dainese – autori del progetto architettonico – insieme a Stefano Carmi – curatore dell’interior design – hanno privilegiato la permeabilità e la visione tra interni e esterni, tra aree funzionali, tra affacci e ampi spazi di operatività. Lo schema organizzativo asseconda lo sviluppo perimetrale dell’edificio e valorizza l’involucro trasparente che avvolge la costruzione; allo stesso tempo scompone la regolarità della pianta rettangolare e delimita le aree funzionali con partizioni vetrate e contenitori a tutta altezza. Le 120 postazioni di lavoro – operative, direzionali e di riunione – sono realizzate con un unico sistema di tavoli
modulari, che presentano le stesse finiture, e differiscono solo per dimensioni, formati e dotazioni. La linea Flipper è utilizzata a spazio aperto con pannelli divisori attrezzati, tavoli scrivania rettangolari e tavoli riunione quadrati di grandi dimensioni – piani con bordo in massello di rovere e finitura superficiale in laminato bianco, attrezzati per dotazioni multimediali. Le cassettiere attrezzate per l’archiviazione su ruote e armadi a media altezza sono della linea Neutra in metallo verniciato bianco. The view is over infrastructure, junctions and diagonals. For those who deal with mobility, this is the creative R&D Centre housing the executive hub of Autogrill, world leaders in motorway restaurant and retail services. Their smart, efficient offices are flooded in daylight and feature spatial quality and striking colours. The mood is quality in speed, circularity between spaces and shared information. Architects Stefano Gris and Silvia Dainese and interior designer Stefano Carmi have emphasized permeability between interiors and exteriors, outlooks and functional areas. The design enhances the transparent shell surrounding the building and delimits functional areas with floor-toceiling storage units and glass partitions. The 120 workstations are a single system, identical finishes, differing only in scale and equipment. The open-plan Flipper line features accessorized partitions, large rectangular and square tables – solid oak edging and white laminate surfaces – predisposed for multimedia equipment. The white metal filing cabinets belong to the Neutra line.
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L’UFFICIO È UNO SKYLINE THE WORKING SPACE IS A SKYLINE
Componibile, flessibile, personalizzabile Modular, flexible, custom-made CASES SYSTEM, 2013 Jean Nouvel Design
di/by Cristiana Colli
Più che un ufficio uno skyline, un Lego che si compone, cambia, cresce, diminuisce, si allarga, si restringe. Una composizione organizzata ma non pre-ordinata, che si concepisce organizza e gestisce liberamente, e in funzione delle proprie esigenze, desideri, relazioni. Come i lavori contemporanei, come le opportunità che vanno e vengono, come la vita. Che l’ufficio sarebbe diventato un luogo flessibile, aperto, dinamico e mobile Jean Nouvel lo aveva intuito già nel 1999. More than an office, a skyline, a Lego that is pieced together, changed, increased, decreased, enlarged and reduced. An organized but not preordained composition, that can be arranged and managed freely, and according to your own needs, desires and relationships. Like contemporary jobs, like opportunities that come and go, like life. Back in 1999, Jean Nouvel had already understood that offices would become open, flexible, dynamic and movable spaces.
L’idea fu allora immaginare arredi e strutture per spazi non convenzionali ma funzionali, inconsueti ma efficienti. Troppo presto, troppo avanti, ma nel mentre è cambiato il mondo, esattamente in quella direzione. Nel 2013 con il progetto Ufficio da Abitare, promosso da Cosmit, queste intuizioni hanno trovato cittadinanza non solo culturale e progettuale ma produttiva. Il Sistema Cases – che arriva da quelle suggestioni – si interroga su questioni cruciali: quale postazione di lavoro, per quale lavoro, per quale luogo di lavoro? E sviluppa una sorta di sentimento d’improvvisazione controllata, di eterogeneità, di spazio creato secondo gli umori e le affinità di chi lo abita, un processo di auto-costruzione irrituale ma coerente con una nuova concezione e percezione. Con Cases ci si siede su cassoni che si spostano, si scalano, si cambiano, si scompongono, si riaggregano, si accostano, si separano, si eliminano. Perché i modi di dialogare, riunirsi, organizzare, progettare, scrivere, stare soli e insieme sono fluidi, mobili, veloci. La grande famiglia di contenitori e piani di lavoro che si combinano liberamente è flessibile in termini strutturali, visivi e formali con un’ampia scelta di elementi, materiali, finiture e colori che si combinano in soluzioni inedite, dinamiche ed esclusive. È la nuova frontiera dell’ufficio da abitare senza separatezza tra le dimensioni di vita, oltre quei modelli convenzionali – rigidi, algidi e standardizzati – per cogliere le trasformazioni dei lavori contemporanei e degli spazi, sempre più contaminati nelle funzioni e nella socializzazione. Accogliere questa metamorfosi è concepire oggetti e sistemi che contengono un’innovazione dei significati prima che delle forme e delle funzioni. Nello Spazio Unifor di Corso Matteotti 14, riportato al progetto originale di Afra e Tobia Scarpa con i colori tenui e lo splendido pavimento in seminato veneziano, il Sistema Cases si presenta con uno speciale omaggio. I piani hanno i loro colori, quei pastelli rosa e celeste, eleganti e morbidi. Un segno poetico distintivo. So it then occurred to him to imagine furnishings and structures for unconventional but functional, unusual but efficient spaces. Too soon, too advanced, but meantime the world has changed, in precisely that direction. In 2013 with the Ufficio da Abitare project sponsored by Cosmit, these intuitions found their place, not only in cultural and design terms
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but also in manufacturing terms. The Cases System – which comes from those suggestions – poses some crucial questions: which workstation, for which sort of work, for which workplace? And it develops a sort of feeling of controlled improvisation, of heterogeneousness, of space created according to the moods and affinities of those that inhabit it, a process of irregular self-construction nevertheless in line with new concepts and perceptions. With Cases you sit on chests that can be shifted, climbed, changed, taken apart, re-grouped, set side by side, separated or removed. Because the ways in which we converse, meet, organize, plan, write, stay on our own or together are fluid, mobile and fast moving. The large family of matching containers and worktops is flexible in both structural, visual and formal terms with a wide choice of elements, materials, finishes and colours that can be combined in unusual, dynamic and exclusive solutions. It is the new home office frontier without any barriers between life’s variable dimensions – far beyond those rigid, cold and standardized conventional models – ready to accommodate the changes taking place in contemporary jobs and spaces, where the lines between functions and modes of socialization are becoming increasingly blurred. Taking this metamorphosis on board means designing objects and systems that are innovative, first and foremost in their significance before that of their forms and functions. In the Spazio Unifor in Corso Matteotti 14, restored to Afra and Tobia Scarpa’s original design with its pastel colours and the magnificent Venetian seminato floor, the Cases System introduces itself with a special tribute. The surfaces feature the Scarpa colours, those soft and elegant pink and pale blue pastels. A distinctive poetic feature.
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C-SS
WORKING IL COCOON DI OGNI GIORNO THE EVERYDAY COCOON
MEETING È un’alcova, una culla, una coccola, un cocoon. Ti avvolge nel suo bozzolo. Si esce più giovani, più sani, più riposati. È una terapia, il farmaco dell’eterna giovinezza, e non si fa a casa o in una beauty farm, ma sul posto di lavoro. It’s an alcove, a cradle, a cuddle. It wraps you in its cocoon. You emerge younger, healthier, more rested. It’s a therapy, the elixir of eternal youth, and you don’t take it at home or in a beauty farm, but at your place of work. posto di lavoro.
di/by Francesca Molteni È C-SS, Citterio Sound System, il nuovo sistema fonoassorbente che libera il lavoro da rumori molesti e garantisce concentrazione, protezione, silenzio. E privacy. Addio superloft condivisi, telefonate dei vicini di scrivania, lunch box e briciole sul PC. C-SS è la soluzione per un nuovo comfort. Si compone di elementi modulari autoportanti e componibili, ottenuti con materiali tecnici ad alto assorbimento acustico, progettati per ottenere superfici a fonoassorbenza variabile. I materiali di cui si compongono i pannelli sono atossici, ignifughi e non rilasciano scorie. Per un benessere totale. Una rivoluzione nel concetto di parete divisoria. Separare per creare spazi d’incontro dedicati, per discutere, pensare e lavorare liberamente. Il sistema può essere utilizzato in tutti gli ambienti: hall di uffici, alberghi e spazi per la collettività, sale riunioni di ogni dimensione, aule per corsi, internet point, aree break. Nasce per migliorare la qualità della vita, in ogni comunità. E permette di migliorare anche l’aria e la luce, con sistemi di illuminazione controllata e ventole per l’areazione. Per accoglierci, con una coccola.
INTERACTIVE MAGAZINE
It is C-SS, Citterio Sound System, the new sound-absorbing system that relieves work from noise pollution and guarantees concentration, protection and silence. It is privacy. Farewell shared superlofts, your colleagues’ telephone calls, lunch boxes and crumbs on your PC. C-SS offers a new kind of comfort. It consists of self-standing modular components, made with high sound-absorbing technical materials, designed to obtain variable sound-absorbing surfaces. The materials used to make the panels are atoxic, flame-retardant and leave no waste. For total wellbeing. A revolution in the partition wall concept. Partition in order to create purpose-built meeting spaces in which people can talk, think and work freely. The system can be used in any interior space: office or hotel foyers and communal spaces, meeting rooms large or small, training rooms, internet points, break-out areas. Designed to improve the quality of life, in any community. And to improve air and light too, with controlled lightening ventilation systems. To pamper us, in a cocoon.
RELAXING C-SS— design Franco Mirenzi, Vittorio Parigi, U.T. Citterio
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