PROGETTOCIUDAD

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Gabriele Boretti 1991

Nasce ad Albenga_Italia

1998-2010

Frequenta le Scuole Elementari, le Medie e il Liceo Scientifico

2010

Inizio carriera universitaria_ corso di laurea in Architettura Ambientale_ Politecnico di Milano_ Italia

2011[aprile]

Workshop POSTSEED_ laboratorio di esplorazione e produzione di paesaggi metropolitani_ postseed.wordpress.com

2011[settembre] Collaborazione allestimento mostra Master Paesaggi Straordinari 15-10-2011 | 5-11-2011_ Spazio Livio Rossi_ Borgo Valsugana_ Italia_ www.artesella.it 2011[settembre] Collaborazione_studio di architettura Elisabetta Bianchessi_ progetto birdwatching | padiglione tattile per non vedenti_ riserva naturale torbiere del sebino Provaglio D’Iseo_ www.elisabettabianchessi.com 2012[giugno]

Collaborazione_ studio di architettura Elisabetta Bianchessi_ pubblicazione “Nature’s dots”_ ed. Zamorani

2012[settembre] Partecipazione concorso internazionale per studenti BAAR Archmedium_ PROarch [Gabriele Boretti-Andrea Fortunato-Gianluigi Formentin]_ HONORABLE MENTION_ www.archmedium.com_ www.europaconcorsi.com | colouring nature_ www.arqbacana.com.br | BAAR Archmedium 2012[ottobre]

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Erasmus UPSAM Madrid_ Spagna


GABRIELE BORETTI Biografia PRAXIS

CONTEXTO

04

Le fasi principali del progetto Alti e bassi

68

Uno spazio Il mio spazio

06

Milano | Madrid Le principali motivazioni per la scelta dell’argomento da affrontare | La mia nuova città

70

Io Gabriele Boretti

08

Premessa Il mio percorso casa-università

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50 | Musica Ciò che più ascolto

10

Il percorso Rappresentazione del percorso

74

50 | Architettura Alcuni degli edifici che più mi appartengono

12

La sezione Rappresentazione del percorso in sezione

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50 | Arte Opere ed installazioni artistiche che ho più impresse

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Le attività Come passare il tempo durante il cammino

78

Ciò che è stato Riflessioni sul corso

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La sequenza Il percorso tutti i giorni

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Altezza - percezione Analisi del rapporto fra l’altezza dell’osservatore e la percezione massima definita dalla linea di orizzonte

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L’unione La sovrapposizione degli orizzonti

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Focus meteo Introduzione al tema del tempo atmosferico

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Diagramma in sezione Definizione della sezione

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Continuamente video Rappresentazione dei passaggi principali del video | Il tema del colore

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Diagramma pioggia Analisi di Ana Maria Del Rosario Iscar

41

Diagramma del concetto Definizione della regola di base

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Diagramma di unione Rappresentazione dell’unione dei concetti analizzati nei due diagrammi precedenti

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L’unione in sezione Rappresentazione del diagramma di unione in sezione

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Venezia passaggio del processo nella laguna Veneta

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Analisi a Venezia Osservazione delle relazioni fra pioggia e percezione del contesto di Venezia e ricerca di una soluzione positiva

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Soluzione Analisi del progetto di unione dei temi analizzati

50

Paesaggio dentro Relazione fra le torri campanarie esistenti e le nuove torri d’acqua

52

Acqua | Torre | Percezione Differenti situazioni di percezione con diverse condizioni meteorologiche

54

La torre d’acqua video L’importanza dell’acqua | La conclusione

58

Dal concettuale al reale Il paesaggio diventa realtà

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I led del paesaggio La concettualizzazione del paesaggio in led

60

La struttura Definizione concreta del progetto

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Paesaggio d’acqua Spiegazione di come funziona il dispositivo

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Il funzionamento Schema esemplificativo del progetto

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Le fasi principali del progetto Alti e bassi Questo diagramma vuole riassumere a grandi linee le fasi principali del progetto che mi ha accompagnato durante questi mesi, giungendo fino a questo ultimo lavoro conclusivo che riordina tutto il processo e lo concretizza in qualcosa di reale: un libro. Il linguaggio utilizzato è il medesimo per tutto il testo e proprio questo schema ne riprende gli elementi fondamentali. Questo piccolo riassunto vuole rappresentare un pò le sensazioni, il lavoro, le consegne e l’andamento dell’intero corso secondo la mia personale opinione. Non si tratta di poner dati o numeri, ma soltanto parole. Parole che questa volta motivano il perchè delle varie sensazioni, che legate al diagramma permettono una comprensione generale del corso rispetto al mio lavoro. Si tratta di un diagramma di sentimento, di felicità che mi rappresenta e da cui sono orgoglioso di essere rappresentato. Malgrado gli alti e bassi, il diagramma spinge in alto, fino al limite. Non è ora il momento di trarre le conclusioni, però in qualche modo qualcosa è già anticipato qui, all’inizio. Si potrà quindi, concluso il libro, confermare o negare quanto affermato ora. Il diagramma definito “sentimentale” non possiede una scansione del tempo rigida come un calendario, ma piuttosto di sensazioni, di aspettative, di pensiero e di lavoro. Le curve in qualche modo cercano di rappresentare anche questo, a seconda delle differenti dimensioni. In conclusione quindi, di fronte all’apparente semplicità del tutto, sta dietro un forte significato, quello del corso intero.

Primo giorno, lo ricordo come se fosse ieri, infatti avevo gentilmente chiesto a Carlos di poter far parte del corso nonostante fossi arrivato con due settiane di ritardo a causa dei vari problemi burocratici. Ho cercato di parlare in spagnolo, ma con scarsi risultati, ricordo soltanto una sua affermazione conclusiva: sei dei nostri, benvenuto. Da li a breve è iniziata la mia avventura, infatti dopo quel primo passo in positivo, è presto arrivato quello negativo. La revisione del primo progetto è stata devastante. Fortunatamente non avevo consegnato, ma per gli altri la campana è suonata piuttosto sinistra. Malgrado ciò, il corso stava iniziando bene, con tanta voglia di fare e volontà di migliorare e soprattutto un docente di cui essere felici. Avrei dovuto consegnare la settimana successiva, iniziando quindi a rapportarmi con tutti gli altri, peraltro bravissimi.

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La mia prima consegna piuttosto informale, Carlos diede un’occhiata rapida al lavoro e poi sorrise. Buon segno. Avevo passato le ultime 72 ore con la faccia di fronte al computer. Mi sentivo piuttosto soddisfatto di ciò che avevo fatto e soprattutto delle poche parole scritte in lingua.

Il secondo progetto. Ho impiegato almeno tre giorni per capire di cosa si trattasse. Il mio argomento iniziava a diventare piuttosto interessante e la voglia di approfondirlo mi ha portato a pensare qualcosa di nuovo. Ricordo in particolare una revisione dove fui particolarmente apprezzato. Avendo compreso il livello di qualità richiesto, ho dovuto stare dietro al lavoro per molto tempo, ma con il piacere di svolgerlo.


GABRIELE BORETTI PRA IS

Siamo giunti alla mia prima consegna formale davanti a tutti gli altri ragazzi. La stanchezza iniziava a farsi sentire, ma la felicità di aver chiuso un capitolo del progetto ed aver fatto il mio primo video era tanta. Andò tutto benissimo e pian piano il concetto iniziava a prendere forma concreta per un utilizzo incrociato con la progettazione vera e propria.

Il terzo progetto riserva alcune sorprese. Si tratta di un lavoro in gruppo e fortunatamente mi ritrovo con una ragazza che già conoscevo un pò. I nostri progetti si completano, così da spingerci oltre le richieste, ricercando una chiave architettonica per l’intero processo.

Siamo giunti alla terza consegna. Concludiamo il lavoro in nottata, tralasciando alcuni dettagli. Siamo giunti alla conclusione di un’analisi accurata di relazione fra i due progetti. Abbiamo risolto i problemi e siamo riusciti a sfociare nel campo dell’architettura. La soddisfazione è molta, soprattutto perchè non avremmo mai potuto immaginare dove saremmo arrivati.

La consegna finale prima dell’esame. Un disastro. Non riusciamo all’inizio a trovare una giusta chiave di lettura, ma pian piano la incontriamo. Il progetto è completato, bisogna costruirlo. Incomprensioni non ci permettono di portare a termine il lavoro. Malgrado questo brutto colpo, c’è la consapevolezza di averci provato e soprattutto aver in mano un progetto vero.

Grazie a questo testo ho potuto chiarire le idee, ripensare all’intero corso, ma soprattutto portare a termine e concludere tutto il lavoro. Sono completamente soddifatto dell’esito finale, dove sono arrivato ripensando all’idea iniziale. La curva ideale ha raggiunto il suo punto massimo.

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Milano Le principali motivazioni per la scelta dell’argomento da affrontare Tutto ciò che ci circonda influisce efficacemente sulla nostra percezione della realtà, abituandoci al quotidiano. Questo avviene per moltissime cose: la sveglia del mattino, il suono delle campane della chiesa di quartiere, il negozio sotto casa, il percorso per l’università. Questi sono solo alcuni dei riferimenti abituali che più di tutti abbiamo in mente, proprio perchè fanno ormai parte della nostra routine. Potremmo quindi affrontare questo discorso per differenti scale di grandezza e conoscibilità, giungendo al tema della città stessa. Milano fa parte della mia quotidianità, che giorno dopo giorno mi ha permesso di conoscerla a fondo. La posizione della città all’interno della Pianura Padana è caratterizzante della sua morfologia. Possiamo perciò rilevare una maglia generalmente piatta che non permette lo scorcio a quote differenti.

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Madrid La mia nuova città Il trasferimento in questa nuova città mi ha permesso di iniziare nuovamente il processo di scoperta del luogo. Avendo già conosciuto Milano, la mia personale percezione della realtà ha subito una forte scossa, poichè la mia routine quotidiana è sparita, lasciando posto ad una nuova scoperta. Questo processo mi ha permesso di percepire le differenze più lampanti fra le due città; quelle a macroscala. La prima osservazione infatti è stata proprio sulla differente morfologia della città, che situata in una zona attraversata da catene montuose, presenta una maglia assai organica, definita da numerosi dislivelli, permettendo quindi interessanti finestre sul paesaggio.

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Premessa Il mio percorso casa-università La scoperta di questa nuova città avviene pian piano col passare dei giorni. Sicuramente una fra le cose più ripetitive che avviene tutti i giorni è il percorso casa-università. In questo modo ho potuto verificare di persona le reali differenze rispetto alla mia precedente esperienza a Milano. Malgrado l’analogia dei mezzi di trasporto, la distanza e la durata pressapoco identiche dei due percorsi, ci sono anche rilevanti differenze, una fra tutte: il dislivello. Ebbene si, infatti nonostante la necessità di utilizzo per entrambi i percorsi della linea metro, le differenze fra i due sono enormi. La metropolitana di Madrid è un continuo sali-scendi, toccando livelli davvero impressionanti. Questo è stato un pò il principio e il motivo dell’analisi che affronterà in seguito l’intera città.

8 8


9 9


Il percorso Rappresentazione del percorso Il mio cammino giornaliero non è il più veloce, nemmeno il più corto, ma sicuramente quello per me più comodo. Grazie alla doppia rappresentazione si può individuare il percorso sotterraneo della meropolitana in sovrapposizione alla maglia densa della città. Si osserva la distanza reale e i nodi di scambio principali.

10


cu a

inos cam rt o

1.40km

m

2.35km

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11


10 m

20 m

50 m

12

cuatro caminos

5m

noviciado

0m


metropolitano

cuatro caminos

La sezione Rappresentazione del percorso in sezione Il percorso rappresentato in sezione è definito soltanto dai punti di salita e discesa. Questo è stato possibile grazie alla raccolta diretta dei dati di tutte le rampe presenti. Sono state ridisegnate tutte le scale gradino per gradino, permettendoci quindi di comprendere la reale entità dei dislivelli. Risulta evidente dal grafico come nel punto piÚ basso si raggiungano i -50metri sul livello della strada. Si tratta della fermata Cuatro Caminos sulla linea 6.

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Le attivitĂ Come passare il tempo durante il cammino Il percorso, a causa dei numerosi dislivelli, presenta accanto alle scale ordinarie anche le cosiddette scale mobili, che aiutano piacevolmente gli scambi. Sono luogo di differenti attivitĂ che permettono il trascorrere del tempo.

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La sequenza Il percorso tutti i giorni Provando a calcolare, quasi per scherzo, quanto è realmente il dislivello complessivo per un determinato periodo, ci rendiamo conto della possibilità , piÚ ideale che reale probabilmente, di scalare le montagne.

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17 17


Altezza - percezione Analisi del rapporto fra l’altezza dell’osservatore e la percezione massima definita dalla linea di orizzonte Il tema dei livelli della città è strettamente legato a quello della percezione. L’ampio sguardo sulla città è possibile grazie alle sue numerose finestre sui differenti livelli, che osservano il paesaggio con diverse angolazioni. Sono stati presi in considerazione sette punti della città a differenti quote, per verificare il tema in tutte le sue sfumature. L’altezza dello sguardo dell’osservatore sarà differente per ciascun punto, garantendo percezioni differenti. Il tema della percezione però necessità di un fondamento scientifico per essere credibile. Si introduce quindi una piccola formula matematica semplificata, che ci permette di definire l’orizzonte massimo visibile ad una determinata quota. Ovviamente non si tiene per ora conto del fattore atmosferico, che sarà introdotto in seguito. Lo schema ci permette di comprendere al meglio questo rapporto, introducendo il tema morfologico del paesaggio, grazie alla forma idealizzata di una montagna. E’ essenziale infatti analizzare il territorio circostante per ciascun punto analizzato, per verificare eventuali impedimenti visivi.

orizzonte reale definito dalla formula: [d= 2.57 √h]km

punti analizzati, all’interno della comunità di Madrid

h= altezza degli occhi dell’osservatore [m]

possibile impedimento, per esempio una catena montuosa

Punti presi in analisi - distanza dell’orizzonte [d= 2.57 √h]km Quattro Torri - 56km Torre Picasso - 45km Moncloa - 6.8km Teleferico - 11km Torre Madrid - 43km Tempio di Debod - 9km Viadotto di Segovia - 16km pianeta terra 18


1

2

3

6

5

4

7

1_ Quattro Torri

3_ Moncloa

5_ Torre Madrid

2_ Torre Picasso

4_ Teleferico

6_ Tempio di Debod

7_ Viadotto di Segovia

19


Quattro Torri_ 980m s.l.m.

20

0

10km


21

2

5

0

m


Torre Picasso_ 850m s.l.m.

22

0

10km


La panoramica dalla Torre Picasso ci permette di comprendere l’organicità del territorio circostante. L’elemento che fra tutti emerge è la strada evidenziata in rosa, che presenta una maglia sali-scendi decisamente marcata, riscontrabile chiaramente nella foto. Anche in lontananza si può osservare una geografia definita da forti pendenze. 23


Moncloa_ 656m s.l.m.

24

0

10km


25


Teleferico_ 660m s.l.m.

26

0

10km


27


Torre Madrid_ 780m s.l.m.

28

0

10km


29


Tempio di Debod_ 650m s.l.m.

30

0

10km


vista dal Tempio di Debod

31


Viadotto di Segovia_ 640m s.l.m.

32

0

10km


33


L’unione La sovrapposizione degli orizzonti Una volta definito l’orizzonte visibile massimo per ciascun punto analizzato, si va a relazionarli tramite sovrapposizione. In questo modo possiamo comprendere le relazioni di posizione, altezza e soprattutto percepire la geografia del luogo, attraverso l’ostacolo delle catene montuose che si manifesta nei diagrammi. Possiamo inoltre osservare come lo sguardo arrivi anche al di fuori della comunità di Madrid per alcuni casi, per altri invece si limita a giungere ad alcuni paesi all’interno di essa.

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Teleferico

Torre Picasso

Viadotto di Segovia

Moncloa

Madrid

Torre Madrid

Comunità di Madrid

Tempio di Debod

Altra comunità

villar

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Quattro Torri

ejod

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34

en

ard

legenda

van

ez-

anju

0

3 5

10km


Focus meteo Introduzione al tema del tempo atmosferico La percezione nel nostro caso è sinonimo di visibilità. Quest’ultima però dipende strettamente dal tempo atmosferico, in quanto con differenti condizioni meteorologiche anche la percezione massima varia. La visibilità in condizioni di brutto tempo non permetterà la percezione della distanza di orizzonte massima, bensì molto meno. Grazie ad una scala legata alle condizioni atmosferiche, possiamo definire per ciascun tempo una percezione massima. Nel diagramma sono evidenziati questi limiti.

legenda visibilità-tempo atmosferico [km] <1 nebbia 1-4 cattiva 4-10 scarsa 10-20 discreta 20-50 buona

>50 ottima

0

3 5

10km

35


Diagramma in sezione metri

300m

ALTEZZA

100m

50m 20m 5m

8km

0 1km DISTANZA

10km

16km

25.2km

35.7km

20km

62km

chilometri

50km Torre Madrid_ 780 s.l.m.

Tempio di Debod_ 650 s.l.m. Viadotto di Segovia_ 640 s.l.m.

altezza minima città_ 550m s.l.m.

571m s.l.m.

metro legazpi -22m livello strada 549m s.l.m. In alto troviamo una rappresentazione estremamente grafica dei sette punti analizzati e forse per questo motivo anche meno puntuale e precisa. Malgrado ciò ha notevole importanza come il resto del lavoro, poichè ci permette di osservare la città attraverso i suoi punti di percezione principali, sia in altezza che profondità. Vi sono infatti rappresentati anche due punti in negativo che completano la rappresentazione di Madrid per tutti i suoi livelli. Fuoriesce da questo diagramma l’idea della città come maglia in continua evoluzione, estremamente organica e con infiniti livelli. Il tessuto di Madrid è complesso e presenta un dislivello totale sul livello della strada di circa duecento metri. Allo stesso modo è considerato un tessuto indicativo, in continua evoluzione, perchè le future architetture creeranno sempre nuove opportunità di percezione dagli angoli della città più disparati. 36

Moncloa_ 656 s.l.


250

Quattro Torri_ 980 s.l.m.

Il diagramma a lato cerca di trarre le conclusioni di questa analisi, concettualizzando l’intero processo. Non siamo più dipendenti dai sette riferimenti reali della città, bensì, grazie alla regola dell’altezza legata all’orizzonte massimo, per mezzo della formula [d= 2.57 √h]km, possiamo lavorare su nuovi punti ideali. E’ stato perciò definito un solo punto con cinque livelli differenti, cinque nuovi punti di vista. Questo potrebbe riferirsi per esempio ad un palazzo, dove si verifica a varie quote la percezione massima. Possiamo quindi percepire le relazioni fra altezza e orizzonte massimo, osservando che le lunghezze non sono proporzionali, bensì seguono una regola propria dettata dalla formula utilizzata. Anche in questo caso sono stati inseriti i parametri legati al tempo atmosferico, che ben ci mostrano i limiti visuali per le varie altezze. Questa parte conclusiva, grazie all’acquisizione della formula scientifica e quindi del concetto di base, ci permette di invertire il processo per tutte le necessità. Per esempio si potrebbe definire l’altezza di un nuovo edificio il base alla percezione che vorremmo ottenere. Siamo in grado di effettuare il processo contrario, così da traslare questa analisi direttamente nel campo più proprio dell’architettura.

200

150

Torre Picasso_ 850 s.l.m.

100

Teleferico_ 660 s.l.m.

.m.

50

0

707m s.l.m.

altezza massima città_ 740m s.l.m.

-50

metro cuatro caminos -50m livello strada

657m s.l.m. 37


Continuamente video Rappresentazione dei passaggi principali del video In questo progetto il video ha sicuramente una parte centrale. Deve infatti raccontare un concetto dinamico come la percezione, che per definizione è in continuo mutamento. La rapidità rappresenta un concetto che cambia, mostrando con passaggi veloci la variazione di scala. La musica sottolinea questo gioco, favorendone la comprensione grazie ad accenti puntuali. La lettura deve essere accompagnata dalla serie di diagrammi già esplicati. Il video infatti non presenta nozioni, poichè data la rapidità di scorrimento non sarebbe possibile memorizzarle.

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Continuamente video II Il tema del colore La parte più formale del video si ricollega alla grafica dell’intero progetto. Su di una base bianco nero che evidenzia in modo geniale le complesse sfumature dell’ortofoto, appaiono in modo irruento macchie di colore forte che pongono un accento deciso sui punti di maggiore interesse. Il continuo sali scendi del campo visuale, si blocca prepotentemente grazie a geometrie colorate che definiscono un’area ben precisa. Sono infatti evidenziate le sette aree di percezione massima, meglio comprensibili rispetto alla precedente parte di lavoro, poichè vi è l’osservazione generale del contesto, grazie alle escursioni di scala

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Diagramma pioggia

legenda 1 dicembre 56mm/m2 2 novembre 55mm/m2 3 maggio 53mm/m2 4 ottobre 50mm/m2 5 aprile 49mm/m2 6 gennaio 39mm/m2 7 febbraio 36mm/m2 8 settembre 29mm/m2 9 marzo 28mm/m2 10 giugno 25mm/m2 11 luglio 15mm/m2 12 agosto 11mm/m2

Analisi di Ana Maria Del Rosario Iscar Questo studio mette in luce le relazioni fra la morfologia del terreno, la pioggia e la vegetazione. Questo esplicato è solo uno dei tre casi analizzati, dove attraverso questa sezione diagrammatica circolare del distretto Tetuan di Madrid, si può verificare come nelle zone depresse del quartiere vi sia un maggiore accumulo d’acqua, e quindi una maggior presenza di vegetazione. In legenda sono esplicati tutti i parametri di analisi, che confrontano il fenomeno per i differenti orari della giornata e mesi dell’anno.

718m 717m 715m

zone verdi

713m 712m

12:00-15:00 | 15:00-17:00

709m 708m 706m 703m

Distretto Tetuan | Sezione: Bellas Vistas Percorso [circonferenza]: 2900m | Raggio distretto-diagramma: 461m

40

100 metri

10:00-12:00 | 17:00-19:00 6:00-10:00 | 19:00-20:00 00:00-6:00 | 20:00-00:00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12


Diagramma del concetto Definizione della regola di base Anche rispetto a questa analisi abbiamo cercato di estrarre la regola di base. Questo è necessario poichè una volta giunti all’origine del concetto, siamo in grado di relazionare i due diagrammi in modo scientifico. Anche in questo caso è avvenuto il passaggio da una situazione reale verso una regola universale, applicabile per infinite casistiche, così da permetterci un utilizzo reale oltre i confini della mera analisi diagrammatica. Abbiamo quindi definito distanze e profondità indicative, che possano esplicarci tutta la gamma dei risultati possibili. Ogni cella rappresenta un valore di 5mm/m2 di pioggia a scala annuale. La vegetazione è direttamente legata alla quantità d’acqua, quindi non è presente come dato fisico nel diagramma, ci basta infatti ottenere la quantità d’acqua per comprendere il livello di vegetazione. Per mezzo di questo diagramma siamo quindi in grado di definire la quantità d’acqua per una determinata area. Si può infatti osservare come un’area piccola ma profonda presenti la stesa capacità d’acqua di un’altra lunga ma più superficiale. La profondità indica infatti la depressione del terreno, invece la distanza indica la lunghezza di tale depressione. Il processo si può invertire, infatti a seconda della necessità d’acqua che si richiede, si può definire il tipo di depressione minimo per garantire tale richiesta. In legenda sono esplicati due esempi che ci mettono in relazione due differenti tipi di depressione e la quantità d’acqua di ciascuna.

PROFONDITA’

DISTANZA 0

100m

200m

300m

400m

500m

600m

- 10m

- 20m

- 30m

- 40m

- 50m

- 60m

- 70m

75mm/m2 annuali

225mm/m2 annuali

41


Diagramma di unione Rappresentazione dell’unione dei concetti analizzati nei due diagrammi precedenti Avendo concettualizzato il tema di ciascuno dei due diagrammi precedenti, siamo ora in grado di metterli in relazione in questo diagramma conclusivo, dove si possono comprendere le relazioni fra percezione e pioggia. Legante fra i due diagrammi è il tema del tempo meteorologico, che influisce su entrambi.

62km

50.5km

43.7km

le | so 0km >5 35.7km

<1km |

piog gia >3 0m m/

h

35-50km | p ioggia 0-1m m/h

25.2km

16km

0-30mm/h ioggia 1 m|p 1-4k

11.3km 8km

1km 4km 5m 10km 10m 20m

4-1 0k m

h m/ -2m

20km

35km

|p

m

20 -3 5k

legenda

limite atmosferico ostacolo visuale

150m

| pioggia 2-6mm/h 10-20km

orizzonte massimo

50km 200m

pioggia pioggia 42

300m

/h m m 10 6-

100m

|p io gg ia

1 gia iog

50m


L’unione in sezione Rappresentazione del diagramma di unione in sezione Per una completa comprensione del tema è importante riportare il diagramma anche in sezione. Come anticipato, non ci troviamo più in un luogo definito della città, bensì stiamo mostrando il concetto di base, attraverso l’analisi di tutte le possibilità che potremmo incontrare in una situazione reale. Proprio per questo motivo sono rappresentate le principali situazioni meteorologiche legate alle differenti visibilità e i possibili impedimenti visuali per ciascuna quota di percezione. Il rapporto fra pioggia e percezione non trova ora una soluzione positiva, poichè quando il tempo atmosferico, elemento di fusione, favorisce una parte, allo stesso modo viene danneggiata l’altra. Per esempio nel caso in cui piova molto, viene favorito l’accumulo d’acqua e quindi il tema della vegetazione esplicato in precedenza; però viene danneggiata la percezione che diminuisce in proporzione alla qualità del tempo. Non si trova perciò un punto d’incontro fra i due diagrammi, che a questo stato sono soltanto esplicativi di una regola.

B

A

R

R

I

PIOGGIA >30mm/h 10-30mm/h

E

R

6-10mm/h

A

M

E

2-6mm/h

T

E

O

R

O

1-2mm/h

L

O

G

I

C

0-1mm/h

A sole

metri

300m

200m

150m

100m

ALTEZZA

50m 20m 10m 5m 0

8km 11.3km 1km

4km

16km

10km

25.2km

35.7km

20km

43.7km

50.5km

62km

chilometri

50km

35km

DISTANZA

O

S

T

A

C

O

L

I

V

I

S

U

A

L

I 43


Venezia

44


45


Analisi a Venezia Osservazione delle relazioni fra pioggia e percezione nel contesto di Venezia e ricerca di una soluzione positiva

Planimetria di Venezia con indicate le zone a quota inferiore. Queste sono le aree dove avviene l’inondazione maggiore in caso di alta marea. La piazza alla quota minore è quella di San Marco.

Planimetria di Venezia che rappresenta il riassunto delle tre precedenti, così da relazionarle ed iniziare a comprendere la posizione dei punti alti di percezione rispetto alle altre zone.

Planimetria di Venezia con indicati gli edifici con altezza maggiore. Si tratta del campanile di San Marco, il campanile di Madonna dell’Orto, Santi Apostoli, campanile di San Francesco della Vigna, Chiesa S. Stefano Protomartire.

Planimetria di Venezia con indicati i punti alti esistenti, in relazione con le zone a massima inondazione. I punti focali indicano l’ipotesi di posizionare nelle zone a massima inondazione, delle strutture alte che creino nuovi punti di vista. Questo passaggio estremamente delicato verrà spiegato in seguito.

Planimetria di Venezia con indicate le zone e i percorsì più rilevanti a livello turistico.

Planimetria di Venezia con indicate le zone più rilevanti della città, perciò anche più turistiche, in relazione ai punti alti. Si può quindi osservare la relazione visuale che intercorre fra essi.

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Soluzione Analisi del progetto di unione dei temi analizzati Tutto il lavoro svolto fino ad ora ci ha permesso di avvicinarci pian piano verso la soluzione definitiva. Il mondo del concetto ci ha portato, dopo svariati ragionamenti, ad un progetto concreto che lega perfettamente i temi analizzati e si inserisce in modo preciso all’interno del panorama di Venezia. Quasi per casualità infatti lo spostamento del lavoro al’interno della laguna ha permesso di giungere alla concretezza più pura, proponendo quindi una nuova visione della città. La proposta lega perfettamente i temi di percezione e acqua, fondendoli in un’architettura nuova, singolare, quasi eterea. L’analisi di Venezia ci ha portato ad avvicinarci ed approfondire sempre più il tema dell’acqua legata al fenomeno della marea. La città è perciò mutevole e fortemente legata a questo tema di movimento. L’idea quindi nasce dalla volontà di sfruttare questi cambiamenti, in modo da associarli ai differenti cambiamenti di percezione. L’acqua come massa in movimento ci ha permesso di riflettere su di un suo possibile utilizzo per legare questi temi e grazie a tutto ciò siamo giunti a questa proposta finale. Abbiamo analizzato i luoghi più significativi della città in merito a dimensione ed entità di inondazione, calcolando quindi la quantità d’acqua accumulata per differenti situazioni atmosferiche. Semplicemente la massa d’acqua che inonda i punti più significativi va a riempire le nostre architetture. Nascono così le torri d’acqua, che grazie ai differenti livelli d’acqua si riempiono più o meno, garantendo la differente percezione del paesaggio a coloro che grazie ad una piattaforma flottante al loro interno, salgono e scendono continuamente. Abbiamo quindi relazionato queste nuove architetture con le altre già esistenti, creando una mappa di “torri” che osservano la città da infiniti punti di vista. Vediamo quindi come la città è in continuo mutamento, accostando al campanile di San Marco questa nuova architettura d’acqua.

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Paesaggio dentro Relazione fra le torri campanarie esistenti e le nuove torri d’acqua Poniamo in questo alzato le relazioni di dimensione fra tre torri campanarie di Venezia e le nostre nuove torri d’acqua. Il paesaggio è stato concettualizzato e si impossessa della forma dei vari edifici, presentandosi all’interno di ciascuno, differente rispetto alle varie quote di percezione.

105 104 103 102 101 100 99 98 97 96 95 94 93 92 91 90 89 88 87 86 85 84 83 82 81 80 79 78 77 76 75 74 73 72 71 70 69 68 67 66 65 64 63 62 61 60 59 58 57 56 55 54 53 52 51 50 49 48 47 46 45 44 43 42 41 40 39 38 37 36 35 34 33 32 31 30 29 28 27 26 25 24 23 22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

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Acqua | Torre | Percezione

livello 3

Differenti situazioni di percezione con diverse condizioni meteorologiche In questo diagramma viene esplicato il funzionamento della torre in tre differenti condizioni meteorologiche, che quindi, come esplicato nella parte in fondo, si riferiscono a tre differenti livelli d’acqua in Venezia. La condizione meteorologica a sua volta è strettamente legata al tema della visibilità, che quindi ci definisce tre distanze massime di percezione: <20km | <10km | <4km. Il tema della visibilità è dunque inversamente proporzionale a quello dell’acqua, infatti minore è la visibilità, peggiore sarà il tempo atmosferico e quindi maggiore sarà la quantità d’acqua disponibile per il riempimento delle torri, definita in basso grazie ai dati sull’acqua alta in Venezia. Sono definiti a lato sulla torre i tre livelli corrispondenti. Salendo quindi verrà aumentata la percezione massima, che però viene bloccata dalla condizione atmosferica. L’ostacolo visuale è indicato attraverso l’incrocio di tale fattore con il cono ottico della percezione, ed evidenziato grazie ad un cerchio rosa. All’interno della torre ritroviamo la riproduzione del paesaggio di Venezia per le varie quote, definito da tratti puramente concettuali. Malgrado ciò si individua un paesaggio lacustre, con prevalenza di acqua, soprattutto nella prospettiva più larga. Nel primo piano infatti incontriamo un forte addensamento di linee, che indicano la presenza architettonica Veneziana.

<4km

<10km

livello 2

<4km

<20km <10km

livello 1

<4km <20km <10km

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livello 1

livello 2

visibilità <4km

<20km

visibilità <10km

150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 -70 -80 -90

visibilità <20km

LIVELLO DELL’ACQUA

Linea 0 | massima visibilità

livello 3


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La torre d’acqua video L’importanza dell’acqua Grazie a personaggi piuttosto bizzarri viene spiegato in modo chiaro il tema della raccolta dell’acqua. Nel video questo avviene in modo semplice e genuino, comprensibile anche per un bambino. Di repente il tutto si concretizza e ritroviamo un reale esperimento che mostra le relazioni tra il livello dell’acqua e la percezione ad esso associata. Dal disegno si arriva a Venezia, con le viste dei luoghi più suggestivi.

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La torre d’acqua video II La conclusione Il video si conclude con un inserimento reale del progetto, che lo pone in relazione direttamente con San Marco. La piazza animata dalle numerose persone presenti osserva attentamente la torre d’acqua che riflette fedelmente la luce dei lampi. Le due torri sono agli opposti, condividendo lo stesso luogo senza togliersi spazio a vicenda. La staticità, la forza, la presenza di San Marco si relaziona con l’organicità, il mutamento, la leggerezza della torre d’acqua.

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Dal concettuale al reale Il paesaggio diventa realtà La parte finale del lavoro prevede una costruzione totalmente reale e concreta di tutto ciò elaborato fino ad ora. Bensì il progetto della torre sia già piuttosto reale e possibile, in questa fase si va oltre il disegno su carta, approdando direttamente nella realtà e lavorando con materiali e situazioni concreti. Ovviamente non sarà possibile costruire delle piattaforme flottanti su acqua, che ci permettano differenti percezioni. Questo ovviamente poichè non disponiamo nè dello spazio nè delle possibilità. Dobbiamo riuscire a creare una macchina che in qualche modo riprenda gli stessi concetti, ma in maniera più semplice da elaborare e creare. Per questo motivo iniziamo attraverso il processo di concettualizzazione del paesaggio, esplicato in questi diagrammi, che ci permette di giungere a qualcosa di reale, ma di gran lunga più semplificato e quindi semplice da realizzare.

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I led del paesaggio La concettualizzazione paesaggio in led

del

Attraverso l’analisi a lato siamo giunti alla definizione del paesaggio per punti principali, infatti attraverso il procedimento di rarefazione ritroviamo soltanto elementi puntuali. Questo ci permette un passaggio più rapido verso la realtà, infatti gli stessi elementi si trasformano in qualcosa di concreto e costruibile: i led. Riprendendo l’intero processo quindi, definiamo ciascun led come “rappresentante” di una porzione di Venezia più o meno vasta. Ovviamente data la necessità di un’effettiva costruttibilità del tutto, il numero dei led è limitato, quindi ciascuno determinerà un’ampia porzione di città. Detto ciò, si ha quindi il nuovo paesaggio concettuale dell’oggetto reale, che pian piano si andrà definendo.

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La struttura Definizione concreta del progetto In seguito al processo di concettualizzazione del paesaggio, è stato definito lo spazio che possa contenerlo e che riprenda il più possibile la condizione all’interno della torre d’acqua. Per questo motivo l’ambiente creato è di forma cilindrica, con un raggio di base di 1.5m e un’altezza di 2.5m. Si definisce uno spazio chiuso e avvolgente, nel quale si trovano alcune finestre che affacciano sul nuovo paesaggio di luci. La fase successiva sarà quindi definita dalla relazione fra le finestre e la differente percezione alle varie altezze.

Finestra che rappresenta il nuovo paesaggio concettuale. All’interno sono presenti i led che a seconda del numero definiscono un’area più o meno vicina e con una percentuale di abitato più o meno ampia.

Struttura del progetto che permette di creare uno spazio cilindrico, in modo tale da avvolgere chi si trova all’interno. L’intero oggetto è avvolto da un telo nero, in modo che gli unici punti di luce siano le finestre. La struttura deve essere per definizione smontabile, trasportabile e ricollocabile in modo semplice.

1:50

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Paesaggio d’acqua

Parte davanti della cassa trasparente. Si possono individuare i led contenuti al suo interno.

Spiegazione di come funziona il dispositivo Per mezzo di questo schema viene esplicato il funzionamento del dispositivo concreto. Dopo aver definito un nuovo paesaggio concettuale fatto di led, così che possa essere costruito, viene spiegato il funzionamento di tali luci in relazione alla percezione. Ovviamente l’acqua, come per tutto il progetto, ha un’importanza notevole anche qui. Non potendo creare una piattaforma ad acqua che sollevi realmente, abbiamo cercato comunque di riprendere lo stesso effetto, rendendolo credibile e soprattutto fattibile. Si mettono quindi in relazione acqua e luci, legati dal tema dell’elettricità. L’acqua come protagonista va letteralmente a disegnare il nuovo paesaggio, che si osserva attraverso le piccole finestre dello spazio cilindrico. Il processo è molto semplice, infatti l’acqua passa da un contenitore alla prima finestra attraverso un tubo e soprattutto grazie alla spinta di una piccola pompa elettrica. La finestra in realtà è una sottile cassa trasparente che permette di contenere il liquido. Al suo interno sono disposti i led, che necessitano ovviamente di corrente per funzionare. L’idea è quella di attivare i led al passaggio con l’acqua, in modo tale che possa disegnare realmente un paesaggio. Questo è possibile poichè i led sono collegati ad una pila per uno solo dei fili in uscita, infatti l’altro è immerso nell’acqua. La pila a sua volta è legata a ciascun led per un punto; l’altro, grazie ad un cavetto, viene a contatto con l’acqua. Quest’ultima contiene al suo interno del comune sale da cucina, che permette il trasferimento di elettricità nel liquido. In questo modo l’acqua fa da conduttore e quando raggiunge il filo del led immerso nella cassa trasparente, chiude il circuito, permettendo che si accenda. Questo vale anche per tutti gli altri. Il ciclo è continuo e per questo tutte le finestre sono collegate attraverso i tubi, che alla fine ritornano nel recipiente iniziale. In questo modo si osserva come l’acqua pian piano raggiunga tutte le finestre, permettendoci di percepire tutto il paesaggio. Si trova quindi l’analogia con la torre, infatti allo stesso modo più la piattaforma sale, più permette di scorgere qualcosa di nuovo; ora l’acqua salendo ci manifesta un paesaggio sempre più ampio definito dai led che via via si accendono.

Parte dietro della cassa trasparente. Si osserva tutta la parte tecnologica di circuiti e tubi d’acqua adeguatamente fissati alla cassa per evitare fuoriuscite d’acqua.

Il cloruro di sodio, anche detto sale, essendo composto da ioni, che quindi posseggono una carica elettrica, una volta sciolto nell’acqua li libera, così da rendere l’acqua conduttrice.

Il recipiente contiene tutta l’acqua necessaria per chiudere il ciclo. Non è necessario aggiungerne poichè, una volta completato, essa ritorna dentro il contenitore, grazie al tubo di esempio qui a lato.

La piccola pompa elettrica permette di spingere l’acqua per l’intero circuito, creando così un ciclo continuo.

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La pila permette il funzionamento dei led. Grazie a questo schema si osservano tutti i collegamenti.


-livello 1 -pioggia 0-1mm/h -ottima visibilità -bassa altezza -15 LED

-livello 2 -pioggia 1-2mm/h -buona visibilità -altezza discreta -24 LED

-livello 3 -pioggia 2-6mm/h -discreta visibilità -altezza media -31 LED

-livello 4 -pioggia 6-10mm/h -bassa visibilità -altezza buona -36 LED

-livello 5 -pioggia 10-30mm/h -cattiva visibilità -altezza ottima -39 LED

-livello 6 -pioggia >30mm/h -pessima visibilità -altezza massima -40 LED

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Il funzionamento Schema esemplificativo del progetto Grazie a questo schema possiamo comprendere al meglio come agisce l’acqua all’interno della macchina e perciò come viene a formarsi il nuovo paesaggio. C’è da precisare che in realtà le finestre sarebbero a differente altezza, però per esemplificare anche graficamente il tutto sono state disposte in linea, poichè il concetto rimane comunque lo stesso. L’acqua segue un ritmo proprio dettato dalla piccola pompa elettrica, infatti non è controllabile. Questo è voluto poichè la parte che più interessa è definita dal numero di luci che compongono il paesaggio. Le parti di paesaggio, come abbiamo osservato nel diagramma precedente, sono definite per differente numero di luci e quindi per maggiore o minore densità, che in questo modo vanno a riprendere concettualmente i differenti tipi di paesaggio, più o meno vicini, quindi più o meno densificati.

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Uno spazio Il mio spazio Questa stanza è la dimostrazione di una continua evoluzione che ha modificato via via questo ambiente, passando da uno spazio quasi asettico fino ad arrivare alla definizione completa di tutto ciò che più mi rappresenta. Si tratta di un processo di evoluzione in continuo cambiamento, che non giungerà mai a compimento; proprio come un progetto architettonico.

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GABRIELE BORETTI CONTE TO

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Io Gabriele Boretti Questo testo è dedicato alla parte più personale del mio lavoro. Partendo infatti da un’immagine generale della mia stanza, ho voluto un pò anticipare ciò che veramente mi circonda tutti i giorni. Mostro ora tutto ciò che non è possibile percepire da fuori. Ovviamente iniziando ad osservare ad ampia scala, la città è già un buon punto di partenza per poter definire una persona. Sono stato catapultato a Madrid quasi per caso, proveniendo da un’altra grande città. In verità le mie origini hanno fondamenta in un piccolo paesino, ma tralascerei questa parte, poichè il mio primo scontro con la realtà è avvenuto a Milano. Milano, decisamente una città ricca rispetto a tutte le forme di cultura e arte, in parte simile e in parte opposta a ciò che è Madrid. Il mio passaggio Milano Madrid è stato quindi semplice per alcuni fattori, molto più complesso per altri. Ciò che mi circonda ora e che mi sta circondando ormai da qualche mese è una città viva, esplosiva, che da modo di sperimentare, vivere e osservare una miriade di cose. Nel dettaglio mi trovo proprio al centro di questo polo stravagante. Fortunatamente vivo in uno dei quartieri più interessanti di questa città e quindi anche ciò mi determina. Tutto questo per giungere direttamente dentro la mia stanza, il mio piccolo spazio. Se infatti tutto quello che c’è fuori è visibile agli occhi di tutti, questo piccolo angolo è per pochi eletti. In questo momento sto facendo da tramite, grazie a questo testo, dal piccolo mondo in cui mi trovo ora verso l’esterno. La stanza del resto è una parte molto importante della mia vita. Questa in particolare poichè è la prima volta che ne posseggo una tutta mia. Sono libero di fare ciò che voglio, organizzarmi e organizzarla a mio più sincero piacimento. L’ambiente deve riprendere in ogni dettagli ciò che sono, deve rispecchiarmi e farmi sentire bene. E’ uno spazio in continua evoluzione, muta di secondo in secondo, non lasciandomi nemmeno il tempo di appendere nuove cose alle pareti. Qui sono raccolte tutte le esperienze, i ricordi e le varie cose che ho prodotto in questo piccolo lasso di tempo. Quando sono arrivato qui la prima volta, mi sono trovato di fronte ad uno spazio asettico, freddo, vuoto. Il colore delle pareti, un azzurro chiaro che permetteva appena una luce timida, debole. Purtroppo il colore è rimasto quello, però ho contribuito ad inserirne di nuovi. Il tema del colore è sempre interessante, e penso che si possa parlare di esso solo quando è veramente necessario. Ci vogliono le motivazioni giuste per utilizzarlo e la capacità di saperlo utilizzare. In questa stanza era decisamente necessario e quindi c’è. Mi piace vedere questo spazio come laboratorio in evoluzione, senza la certezza del domani, così da svegliarmi un giorno e magari dipingerlo tutto di nero. Beh, questo sarebbe un pò il mio sogno. Una volta entrato a far parte anche mentalmente di questo nuovo spazio ho incominciato a plasmarlo anche fisicamente, spostando qui e la i pochi mobili presenti. 70


Credo di aver trovato ora una dimensione ottimale, in attesa di comprare qualcosa di nuovo. La grande finestra e il piccolo balconcino mi aprono al mondo esterno, liberandomi di tanto in tanto dalla chiusura fisica. Purtroppo studiando questa materia, le ore in casa, soprattutto in determinati periodi sono molte, quindi necessito anche più banalmente di un posto dove guardare, che senta realmente mio. Qui, come già anticipato, tutto parla di me e grazie a questi piccoli scatti si può osservare quanto sia vero tutto ciò. Sono un collezzionista di oggetti, piccole cose che faccio fatica a buttar via, di cui è piena la stanza. Foglietti, fogliettini, disegni e quant’altro. A ciò c’è anche una ragione, infatti non ricordo le cose, oppure più semplicemente ho paura di dimenticarle, quindi mi scrivo ogni singolo pensiero che mi passa per la mente nel primo pezzo di carta che incontro. Per cercare di fare un pò di ordine ho deciso di comprarmi una piccola bacheca a puntine, però a quanto si può osservare da queste foto, non è servito a molto. Se non altro ho trovato il modo di appenderci un piccolo modellino. Ebbene, la confusione il più delle volte regna sovrana, fino a quando non decido seriamente di sistemare un pò. Grazie a questa infinità di cose, oggetti, poster, disegni, la stanza è diventata sempre più ricca col passare del tempo. Un grande specchio inoltre la fa sembrare anche più grande, ma alla fine quello che più conta è che sia tutta mia. Sono molto orgoglioso del mio lavoro, non lo faccio per il voto, per togliere un corso dalla lista delle cose da fare o per qualche altro stupido motivo. Sono amante dell’architettura e di tutto ciò che ne fa parte. Faccio le cose, studio, lavoro, progetto per il risultato finale, per poter creare qualcosa di cui essere orgoglioso, per poter dire si! L’ho fatto io! Solo per me stesso dunque. Questo è ciò che mi spinge ogni giorno e che mi ha spinto a venire fino a qui, a Madrid. Sono molto curioso, amo apprendere nuove cose, ma malgrado tutto ho un grande difetto, non riesco a fare ciò che non mi piace. Nonostante ciò cerco o almeno ci provo; mi piace trovare il positivo di ogni cosa. Potrei parlare per ore ed ore, ma a grandi linee questi sono i concetti principali. Sono quindi io sul comodino con i fogli e le monete sparse qui e là. Sono io che fotografo la stanza da varie angolazioni per farla sembrare più grande. Sono io che impiego due ore per scegliere un colore, ma in questo modo sono sicuro che non ci dovrò mai più pensare. Sono io il perfezionista, l’amante del dettaglio in modo quasi ossessivo, in tutte le sue forme. Sono io che appendo il modellino alla parete, per averlo di fronte tutti i giorni. Sono io che fotografo il mio frigo, Fortunatamente avevo fatto la spesa una mezz’ora prima, così da non essere colto impreparato. Di solito è vuoto. Sono sempre io che arrivo fino all’ultimo secondo, temendo che il lavoro non sia completato. Purtroppo questa è una cosa che dovrò imparare, infatti la perfezione in questo campo non esiste, l’idea è qualcosa di effimero, sempre difficile da cogliere. Credo che maggiore sia il tempo a disposizione, sempre migliore sarà il prodotto finale. I mestieri di pensiero del resto sono così. 71


50 | Musica Ciò che più ascolto E’ qui raccolto tutto quell’insieme di note che ogni giorno riempiono la mia piccola stanza. La varietà è piuttosto ampia, poichè non essendo un ascoltatore professionista, sento un pò quello che c’è, cercando di trovare sempre nuovi stimoli dalla musica. Mi piace sperimentare anche in questo campo, ascoltando cose sempre nuove. Il problema è che vado per periodi, quindi quando mi fisso con qualcuno proseguo per giorni interi. Una volta ascoltavo molta meno musica, ma pian piano sto riprendendo il passo. Sinceramente necessito molto spesso di attimi di silenzio, che in qualce modo è musica anche quella, oppure mi piace ascoltare semplicemente tutto ciò che mi circonda. Questo per dire che non sono dipendente dalla musica, penso sia qualcosa che mi possa aiutare in momenti ben precisi. Per questo motivo vado molto spesso per compartimenti stagni. Ad ognuno di questi artisti è associato un genere, un motivo, un sentimento, uno stato d’animo. Dipende dalla giornata pongo direttamente tutta la discografia di uno o dell’altro. Quando ho bisogno di tranquillità, quando ho bisogno di energia, quando ho bisogno di silenzio.

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Vorrei precisare, rispetto a questo elenco di album, che questi posti non sono assolutamente quelli che ritengo più importanti o che più mi piacciono. Bene, in alcuni casi è così, però per altri meno. Gli artisti più o meno sono questi, il problema è che sono abituato ad ascoltare tutta la discografia, senza dare importanza al singolo album. Potrebbe essere un difetto, però questo è il mio metodo e tengo nel precisarlo. Preferisco avere una visione a tutto tondo di ciascun artista. Per questo motivo il mio elenco si riferirà soltanto all’artista e non all’album in questione. Potrebbe essere un modo per motivare ad investigare sull’intero lavoro di ciascuno. 1. Patti Smith | 2. Maroon 5 | 3. OASIS | 4. Sting | 5. Beirut | 6. The Who | 7. Fabrizio de Andrè | 8. Daniel Zott | 9. The XX | 10. Adriano Celentano | 11. VHS or beta | 12. Brian Eno | 13. Franco Battiato | 14. Bob Dylan | 15. Elton John | 16. Chick Corea e Stefano Bollani | 17. Eric Clapton | 18. Coldplay | 19. Giovanni Allevi | 20. Eagles | 21. Florence & the Machine | 22. The Kooks | 23. Guns N’ Roses | 24. Hometowns | 25. Iggy Pop | 26. James Blunt | 27. Keane | 28. Keith Jarrett | 29. Miles Davis | 30. Kings of leon | 31. Lou Reed | 32. Lucio Battisti | 33. Ludovico Einaudi | 34. Manchester Orchestra | 35. Michael Jackson | 36. Mumford & Sons | 37. OneRepublic | 38. Beethoven | 39. Parov Stelar | 40. Plain White T’S | 41. Red Hot Chili Peppers | 42. Rolling Stones | 43. Simply Red | 44. The Beatles | 45. Pink Floyd | 46. The Fray | 47. Queen | 48. U2 | 49. Wim Mertens | 50. Zucchero

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50 | Architettura Alcuni degli edifici che più mi appartengono Questa lista è piuttosto particolare, infatti non tratta in modo oggettivo delle architetture migliori della storia, nemmeno mi rapprensenta in pieno, semplicemente raccoglie 50 architetture che in questo preciso istante mi sono particolarmente vicine. Essendo il numero piuttosto limitante, ho deciso di non inserire più di un’architettura per lo stesso autore, se non per alcuni casi particolari. L’architettura qui riportata per ciascun progettista è la più significativa per alcuni casi, per altri invece no, vuole rappresentare l’architetto in toto, ricordando un pò tutta la sua opera. Per questo motivo il tutto può essere discutibile, sia per la presenza di alcuni progetti troppo recenti oppure per la mancanza di altri assai più importanti. Sono cosciente di tutto ciò, ma come già affermato, ho deciso di portare i primi progetti che mi sono balzati in mente, quelli più importanti per me in questo momento. Ho deciso di presentare opere di periodi storici differenti, per comprendere le relazioni con gli altri. Questo è un lavoro che non termina qui, la mia lista sarebbe quasi infinita e questa piccola parte vuole trasmettere tutto il mio apprezzaento per l’architettura in generale. Concludo precisando che l’ordine è puramente casuale, quindi è ancora più interessante osservare come architetture completamente opposte si relazionano.

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1. Congresso Nazionale, Oscar Niemeyer, Brasilia, 1960 | 2. Casa in Zahara, Alberto Campo Baeza, Zahara, 2012 | 3. San Carlo alle Quattro Fontane, Mario Botta, Lugano, 1999 | 4. Museo di storia, Wang Shu, Ningbo, 2003 | 5. Cimitero di San Cataldo, Aldo Rossi, Modena, 1978 | 6. Casa Luis Barragán, Luis Barragán, Città del Messico, 1948 | 7. Villa Lemoine, Rem Koolhaas, Bordeaux, 1998 | 8. Museo di scultura, Paulo Mendes da Rocha, San Paolo, 1986 | 9. Padiglione del Vetro, Bruno Taut, Colonia, 1914 | 10. Bruder Klaus Kapelle, Peter Zumthor, Wachendorf, 2007 | 11. Campidoglio, Le Corbusier, Chandigarh, 1951 | 12. Chiesa della luce, Tadao Ando, Osaka, 1989 | 13. The Hepworth Wakefield, David Chipperfield, Yorkshire, 2011 | 14. Museo Paula Rego, Eduardo Souto de Moura, Cascais, 2009 | 15. Casa Schroeder, Gerrit Rietveld, Utrecht, 1924 | 16. Crematorio nel cimitero del bosco, Erik Gunnar Asplund, Stoccolma, 1940 | 17. EDF, LAN Architecture, Bure, 2008 | 18. Museo Guggenheim, Frank Lloyd Wright, New York, 1943 | 19. Biblioteca Musashino, Sou Fujimoto, Tokyo, 2010 | 20. Galleria delle Macchine, Ferdinand Dutert, Parigi, 1889 | 21. KAIT, Ishigami Junya, Kanagawa, 2008 | 22. Centro culturale Jean Marie Tjibaou, Renzo Piano, Noumea, 1995 | 23. Casa dell Bottere, John Pawson, Veneto, 2011 | 24. Museo Kimbell, Louis Kahn, Fort Worth, 1972 | 25. Ponte museo Yusuhara, Kengo Kuma, Yusuhara, 2011 | 26. Salk Institute, Louis Kahn, La Jolla, 1959 | 27. Maison de Verre, Pierre Chareau, Parigi, 1930 | 28. Mediateca di Sendai, Toyo Ito, Sendai, 2001 | 29. Museo dell’Ara Pacis, Richard Meier, Roma, 2006 | 30. Galleria Nazionale di Berlino, Ludwig Mies van der Rohe, Berlino, 1968 | 31. Mercato di Santa Caterina, Enric Miralles, Barcellona, 2005 | 32. Palazzo Te, Giulio Romano, Mantova, 1524 | 33. Università femminile Ewha, Dominique Perrault, Seul, 2004 | 34. Casa Magney, Glenn Murcutt, Bingie, 1982 | 35. Villa Capra, Andrea Palladio, Vicenza, 1566 | 36. Complesso di Petra, Petra, Giordania | 37. Centro Pompidou, Piano e Rogers, Parigi, 1971 | 38. Villa Punta, Marcio Kogan, Punta del Este, 2011 | 39. Pantheon, Imperatore Adriano, 118 d.c., Roma | 40. Casa Schindler, Rudolf Schindler, Los Angeles, 1922 | 41. Padiglione del Portogallo, Alvaro Siza, Lisbona, 1998 | 42. Museo di San Telmo, Nieto Sobejano, San Sebastian, 2010 | 43. Padiglione dei Paesi Nordici, Sverre Fehn, Venezia, 1958 | 44. Casa Tara, Studio Mumbai, Kashid, 2005 | 45. Casa del tè, Terunobu Fujimori, Takasugi, 2003 | 46. Terme di Vals, Peter Zumthor, Vals, 1994 | 47. Torre dei venti, Toyo Ito, Yokohama, 1986 | 48. Padiglione, Snohetta, Dovre, 2011 | 49. Auditorium Plantahof, Valerio Olgiati, Landquart, 2011 | 50. Optical Glass House, Hiroshi Nakamura, Hiroshima, 2013

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50 | Arte Opere ed installazioni artistiche che ho più impresse Ho deciso di inserire anche una lista di opere d’arte, a seguito delle architetture, poichè nella mia formazione e per mio interesse personale è un ramo decisamente importante. Il mestiere dell’architetto necessita di arte, del resto anche l’architettura è considerata una pratica a livello artistico. Tutto ciò mi permette di riflettere e poter relazionare questo campo con quello dell’architettura, traslando da una parte all’altra nozioni e riferimenti. Come per la lista delle architetture, anche questa non è oggettiva o definitiva, bensì si tratta di qualcosa di estremamente oppinabile, libero e putroppo per il numero anche piuttosto limitato. Malgrado ciò sono qui rappresentati molti esempi a cui sono particolarmente legato; altri defniscono un momento della mia formazione, forse transitorio. La scelta delle opere riprende un buon lasso di tempo, anche se il mio pensiero principale è andato su quelle più vicine al nostro tempo. L’ordine è casuale e per questo, come nel precedente discorso sull’architettura, è interessante osservare le relazioni fra opere completamente differenti.

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1. Ceci n’est pas une pipe, Renè Magritte, 1928 | 2. Assenzio, Edgar Degas, 1875 | 3. Petto a metà, Igor Mitoraj, 1986 | 4. Auto, Marco Lodola, 2012 | 5. Temenos, Anish Kapoor, 2008 | 6. Blu II, Joan Mirò, 1961 | 7. Forme uniche nella continuità dello spazio, Umberto Boccioni, 1913 | 8. Uccello nello spazio, Constantin Brâncuși, 1923 | 9. Violino e candeliere primavera, Georges Braque, 1910 | 10. Vocazione di san Matteo, Caravaggio, 1599 | 11. Viandante sul mare di nebbia, Caspar David Friedrich, 1818 | 12. Cesto di pane, Salvador Dalì, 1926 | 13. Wrapped Reichstag, Christo e Jeanne-Claude, Berlino, 1995 | 14. Colazione sull’erba, Édouard Manet, 1862 | 15. Stele, Enzo Cucchi, 2010 | 16. The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, Damien Hirst, 1991 | 17. Evening on Karl Johan, Edvard Munch, 1892 | 18. La Monalisa, Fernando Botero,1963 | 19. La Libertà che guida il popolo, Ferdinand Victor Eugène Delacroix, 1830 | 20. I still love, Franko b, Milano, 2010 | 21. L’incubo, Johann Heinrich Füssli, 1781 | 22. L’origine del mondo, Gustave Courbet, 1866 | 23. I giocatori di carte, Paul Cézanne, 1898 | 24. La ronda, Giovanni Fattori, 1871 | 25. Autoritratto, Van Gogh, 1889 | 26. Grande cretto bianco, Alberto Burri, 1982 | 27. Guernica, Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Annibali Picasso, 1937 | 28. Vertumno, Giuseppe Arcimboldo, 1591 | 29. Il bacio, Francesco Hayez,1859 | 30. Il quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901 | 31. Impressione sole nascente, Claude Monet, 1872 | 32. Primo acquerello astratto, Vasilij Kandinskij, 1910 | 33. La Gioconda, Leonardo da Vinci, 1503 | 34. Le muse inquietanti, Giorgio de Chirico, 1917 | 35. L’uomo che cammina, Alberto Giacometti, 1960 | 36. Concetto Spaziale - Attese, Lucio Fontana, 1968 | 37. Le Violon d’Ingres, Man Ray, 1924 | 38. The artist is present, Marina Abramovic, 2012 | 39. Che fare?, Mario Merz, 1968 | 40. Composizione, Piet Mondrian, 1932 | 41. Numero 8, Jackson Pollock, 1949 | 42. Red Lily Pads, Alexander Calder, 1956 | 43. Rothko chapel, Mark Rothko, Houston, 1964 | 44. Saturno che divora i suoi figli, Francisco Goya, 1819 | 45. Autoritratto, Egon Schiele, 1910 | 46. Spiral Jetty, Robert Smithson, 1970 | 47. Venere d’Urbino, Tiziano Vecellio, 1538 | 48. Il Cenacolo, Leonardo da Vinci, 1494 | 49. Andy Warhol | 50. Cattedrale vegetale, Giuliano Mauri, Artesella, 2001

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Ciò che è stato Riflessioni sul corso In questa ultima parte, vorrei trarre un pò le conclusioni di tutto ciò che è stato e di cosa veramente mi ha lasciato questa esperienza. E’ strano come la vita realmente proceda per coincidenze fortuite, i fatti accadono quasi inspiegabilmente e in questo caso sono stato davvero fortunato. All’inizio infatti non avrei mai pensato di frequentare un corso del genere, non lo conoscevo e le persone con cui ne avevo parlato me lo avevano sconsigliato. Giusto per una serie di coincidenze sono entrato in aula ben due settimane dall’inizio. Malgrado ciò nè io nè il docente abbiamo avuto grossi problemi, permettendomi di intraprendere quella che ora definisco come la miglior avventura universitaria di sempre. Quando pensavo di sapere già molto, mi sbagliavo. Ho scoperto un mondo nuovo che ora credo e spero di aver conosciuto almeno in parte. Il lavoro sempre piuttosto impegnativo, il più complesso di sempre, mi ha spinto sia al limite mentale che fisico, ponendomi davanti al bivio finale: continuare o mollare. La mia passione e tutta la voglia che ho in corpo non si sono nemmeno poste il dubbio. Ho imparato che la parte più interessante di un lavoro è la scoperta. Non bisogna avere certezze sul progetto, non bisgona avere la strada spianata, non bisogna sapere quale sia la meta finale. Un progetto è scoperta, analisi, ricerca, poichè, da come mi è stato insegnato, se si sa già all’inizio dove si arriva non c’è gusto ad intraprendere il cammino. Più che altro è anche piuttosto inutile. Posso affermare che questa volta è accaduto questo, non avrei mai pensato di giungere fino a qui. Ho fatto un lavoro in cui ho creduto e credo fermamente, malgrado i vari problemi di percorso sono finalmente soddisfatto del risultato raggiunto rispetto a tutti i punti di vista, compreso il testo che sto scrivendo proprio ora. Ho affrontato questo progetto come evoluzione continua di un’idea iniziale, che per tutta la durata del corso non si è mossa dal suo pensiero coerente e preciso. Penso inoltre che non sia un processo che si conclude qui, probabilmente rispetto alla natura del corso si, però sarà un processo in continua evoluzione tra me e il progetto stesso. Credo di aver concluso, rispetto al contesto universitario, il primo lavoro completo a tutto tondo, con elaborati sia fisici che di pensiero di un livello piuttosto elevato. Questo corso mi ha dato modo di aprire la mente rispetto alla progettazione, all’architettura, all’arte, al rapporto con le persone, alla visione del mondo in generale e ai vari legami che intercorrono tra essi. Inoltre, cosa sicuramente di minor interesse, però mi ha comunque dato modo di perfezionarmi rispetto alle arti dell’architettura, quelle tecniche legate al mondo della grafica. Anche in questo campo, quando pensavo di essere già ad un buon livello, ho imparato moltissime nuove cose, relazionandomi e lavorando con persone di qualità elevata. Questo libro spero che raccolga tutto quello che ho imparato e che sono capace di fare. E’ un progetto che sicuramente non si limita al contesto universitario, poichè vorrei dar modo anche a molte altre persone di relazionarsi con un lavoro così interessante, che riesce a fondere il concetto e la concretezza in un progetto unico nel suo genere. Confido che questo corso mi ha spinto a rimanere a Madrid, per migliorare e sfruttare il più possibile delle capacità e della competenza che questa università può offrirmi. Credo che il messaggio finale va alla soddisfazione per quanto svolto e soprattutto alla capacità e volontà di sviluppare un corso così complesso e soprattutto unico. Sono orgoglioso di averne fatto parte e spero che questa opportunità mi sia ridata in futuro. Gabriele Boretti 78

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