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INDICE
//L’editoriale
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Non solo college basketball e NBA, ecco il primo speciale dedicato alla pallacanestro italiana.
E-MAIL redazione@my-basket.it
di Gabriele Galluccio
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OLIMPIA MILANO
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
DINAMO SASSARI
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
PALLACANESTRO REGGIANA Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
REYER VENEZIA
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
NEW BASKET BRINDISI
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
AQUILA BASKET TRENTO
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
VANOLI CREMONA
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
SCANDONE AVELLINO
Presentazione, roster, statistiche e quintetto.
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e c’è una cosa che noi di MY-Basket.it amiamo fare, questa è sicuramente il mettersi in gioco in tutti i campi. Dopo i vari numeri dedicati alla NCAA e al Draft NBA, abbiamo deciso di aprirci anche alla pallacanestro italiana, realizzando un magazine digitale sulle Final Eight di Coppa Italia.
GRAFICA E IMPAGINAZIONE Gabriele Galluccio AIUTO GRAFICA Claudio Pavesi REDATTORI Davide Quaranta Marco Arcari Michele Pasquali Filippo Antonelli Luca Antonelli
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Noi abbiamo profuso tutto il nostro impegno, abbiamo messo passione e ci auguriamo che possiate trovare esauriente e piacevole questa sorta di guida sulla competizione che si svolgerà a Desio tra il venerdì 20 e domenica 22 febbraio. E che si promette molto interessante: Milano partirà come sempre con i favori del pronostico, ma nelle Final Eight tutto può accadere e tutto si può sovvertire, è la storia che lo dimostra. Di certo non mancheranno elementi di grande interesse per seguire l’edizione 2015: Sassari riuscirà a difendere il trofeo? Milano si sbloccherà finalmente in questa competizione? Reggio Emilia e Venezia tenteranno di alzare ulteriormente l’asticella? E quale squadra potrà essere la mina vagante? In attesa che il campo ci offra le risposte, vi auguriamo buona lettura!
12 CURIOSITA’ SULLE F8
Viaggio nella storia della Coppa Italia e sul formato delle F8.
LE INTERVISTE
Le parole di Stefano Sardara, Andrea Cinciarini, Davide Pascolo
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IL GIRONE D’ANDATA – L’EA7 si presenta a queste Final Eight da capolista indiscussa del campionato, frutto di un bottino di 13 vittorie e 2 sole sconfitte, il tutto dovendo fare a meno di Daniel Hackett, tornato tra gli arruolabili solo in occasione della prima giornata di ritorno. Tra le vittorie più convincenti e altisonanti entra di diritto quella di Sassari (111-112 il finale) e quella nel derby contro Cantù, partita sempre speciale per entrambe le squadre (83-64). In mezzo alle tante vittorie, però, non sono mancate le difficoltà, emerse in occasione delle due trasferte perse ad Avellino e Reggio Emilia, in cui l’Olimpia ha mostrato evidenti lacune in entrambe le metà campo, prontamente sfruttate dagli avversari. L’ACCOPPIAMENTO – Come detto appena sopra, Avellino è una delle due squadre ad aver battuto la truppa di Luca Banchi durante il girone d’andata. Al Pala Del Mauro la Scandone è partita con uno scatto bruciante, portandosi addirittura sul 16-0 che le ha poi garantito la vittoria finale, rendendo così vani i tentativi di rimonta di Milano, arrivati tardivi nell’ultimo periodo di gioco. Era la quarta giornata, e da quel 3 novembre sono cambiate parecchie cose: l’Olimpia ha un Daniel Hackett in più e parecchie partite alle spalle, che senza dubbio hanno contribuito ad ampliare il bagaglio di esperien-
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za e conoscenza reciproca di una squadra parzialmente nuova, mentre Avellino arriva in un momento non facile, reduce da brutti scivoloni in campionato (il peggiore quello in casa contro Varese, a qualificazione già acquisita). Nonostante le difficoltà, comunque, il roster della squadra di Vitucci è assolutamente da rispettare. Banks e Gaines terranno le mani impegnate di Ragland, Brooks e Hackett, anche se, verosimilmente, sarà il reparto lunghi a decidere la sfida, con Hanga, Trasolini e Harper che sfrutteranno il difficile momento di Kleiza e con il duello Samuels-Anosike che si preannuncia intenso e fisico come non si vede spesso in serie A. L’OBIETTIVO – Dopo la cocente e per certi versi assurda eliminazione patita lo scorso anno per mano di quella Sassari poi trionfatrice (sconfitta replicata nella Supercoppa 2014, ancora contro la Dinamo), mai come quest’anno l’Olimpia è letteralmente “condannata” a vincere, memore anche della polemica scatenatasi un anno fa dopo l’uscita ai quarti di finale (allenamento interrotto da una parte di tifoseria, con relativa denuncia della società). Questa condizione psicologica, però, potrebbe rappresentare un vero e proprio blocco per i milanesi che, ancora una volta, sono chiamati a sconfiggere i fantasmi del passato per alzare un altro trofeo dopo il sudatissimo scudetto 2013/14. I PUNTI FORTI – In una competizione spalmata su tre giorni filati, la profondità del roster di Milano è sicuramente l’arma in più che può fare la differenza. Le soluzioni offensive (a livello individuale) sono infinite, con il ritrovato Hackett, Gentile, Brooks,
LA STELLA - BROOKS Il più discusso della prima parte di stagione ha sempre risposto con prestazioni sopra le righe (37 punti nel derby contro Varese il suo season-high), mettendo in mostra lo sconfinato talento che già avevano notato dall’altra parte dell’oceano. Ora che le voci riguardo un suo possibile taglio sembrano essere davvero lontane, la guardia del New Jersey ha fatto vedere di essere pronto a prendere in mano l’attacco milanese in maniera silenziosa, lasciando la leadership vocale a capitan Alessandro Gentile. Assieme compongono un duo letale, con una dimensione perimetrale che, grazie soprattutto a Brooks, nessuno in Italia può permettersi: è lui il pericolo pubblico numero uno, e fermarlo non sarà facile.
Ragland, Samuels e Kleiza in grado di sostituirsi al timone dell’attacco meneghino senza che la squadra ne risenta. I PUNTI DEBOLI – Se un roster profondo può essere un vantaggio, non è un mistero quanto la mentalità di Milano sia recentemente poco adatta alle cosiddette “gare secche”, quelle in cui concentrazione e determinazione fanno la differenza tra vittoria e sconfitta. Con la qualificazione ai playoff di Eurolega ormai compromessa, la pressione sugli uomini di Banchi aumenta ulteriormente, aggiungendosi alle difficoltà nel trovare fluidità offensiva a livello di collettività, che ancora manca alla squadra da inizio stagione, e a quei blackout difensivi che, ogni tanto, si palesano durante i quaranta minuti, specie quando gli avversari attaccano il canestro con pick and roll d’entrata o coinvolgono Linas Kleiza (palesemente il più vulnerabile della squadra) in 1 vs 1 fronte a canestro. Se le squadre che Milano affronterà riusciranno a sfruttare queste lacune, allora quello che negli Stati Uniti chiamano “upset” sarà quantomeno possibile.
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PRECEDENTI 2013-14 - Quarti di finale 2012-13 - Quarti di finale 2011-12 - Semifinale 2010-11 - Quarti di finale 2009-10 - Quarti di finale
ROSTER E STATISTICHE JOE RAGLAND, PG - 12.6 ppg, 61.8% da 2, 44.6% da 3, 4.0 apg, 3.2 rpg MARSHON BROOKS, G - 16.2 ppg, 51.5% da 2, 44.3% da 3, 4.2 rpg ALESSANDRO GENTILE, G - 12.8 ppg, 62.9% da 2, 4.0 rpg, 3.3 apg ANGELO GIGLI, C - 3.5 ppg, 75.0% da 2, 1.8 rpg BRUNO CERELLA, G - 2.1 ppg, 33.3% da 3, 1.2 rpg, 0.7 spg NICOLO’ MELLI, F - 5.5 ppg, 48.5% da 3, 4.3 rpg TRENTON MEACHAM, PG - 4.0 ppg, 36.4% da 3, 2.4 apg LINAS KLEIZA, F - 9.4 ppg, 55.3% da 2, 41.5% da 3, 4.4 rpg SHAWN JAMES, C - 4.4 ppg, 61.7% da 2, 4.0 rpg, 1.0 bpg DANIEL HACKETT, PG - 5.0 ppg, 66.7% da 2, 6.0 apg, 6.0 rpg SAMARDO SAMUELS, C - 13.5 ppg, 63.8% da 2, 5.9 rpg, 2.1 apg DAVID MOSS, F - 8.5 ppg, 53.7% da 2, 33.3% da 3, 3.0 rpg, 1.5 apg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – Sassari ha chiuso il girone d’andata al secondo posto, grazie a 11 vittorie su 15 partite disputate; delle 4 sconfitte, 3 sono arrivate consecutivamente nella prima parte del mese di dicembre, rispettivamente contro Capo d’Orlando, Milano e Trento, ma solo quella contro i trentini è stata una debacle. Con una media di 89.5 punti segnati a partita, Sassari ha avuto il miglior attacco del girone d’andata, ma anche la penultima difesa, con 83.9 punti subiti di media, a pari merito con Pesaro e davanti soltanto a Varese. Il run and gun come sempre è stata una delle chiavi offensive, considerando che Sassari ha preso poco più di 32 tiri da 3 punti in ogni match del girone d’andata, con un massimo di 59 triple tentate nella sfida contro Varese, ma finalmente i sardi hanno iniziato a sfruttare di più il gioco interno, grazie al fattore Shane Lawal. L’ACCOPPIAMENTO – Nei quarti delle Final Eight di Coppa Italia, Sassari si troverà di fronte la Vanoli Cremona di coach Pancotto; nel girone d’andata le due squadre si sono affrontate all’ultima giornata, con la vittoria dei sardi per 88-82. Cremona è stata la rivelazione di questa prima parte di stagione ed è singolare come un giocatore tagliato proprio da Sassari sia andato a fare le fortune dei lombardi: si tratta di
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Marco Cusin, che al PalaRadi ha trovato una sua dimensione, aiutando la squadra a ottenere ancora più equilibrio; un infortunio lo terrà fuori un mese, quindi a Desio non ci sarà, ma per rimpiazzarlo è appena arrivato un Ed Daniel che, tagliato da Varese perché sbagliava anche schiacciate in campo aperto, si è subito rivelato un fattore alla prima uscita con la Vanoli. Il reparto meglio attrezzato è quello dei piccoli, dove Vitali, Hayes e Ferguson sono un trio davvero interessante per intercambiabilità e coesistenza. I lombardi, infine, sono alla loro prima partecipazione alla Coppa Italia: bollarli come la squadra materasso per la pressoché nulla esperienza nella competizione sarebbe un grave errore. L’OBIETTIVO – I sardi si presentano alle Final Eight in qualità di campioni in carica, perciò l’obiettivo non può che essere il tentativo di difendere il titolo conquistato lo scorso anno contro Siena. Certo, quest’anno Milano sembra destinata a fare incetta di successi a livello italiano, considerando che ha una striscia aperta di 14 vittorie consecutive in campionato, ma Sassari ha tutte le carte in regola per potersi riconfermare sul trono. In gara secca la squadra di coach Sacchetti ha già dimostrato di riuscire a battere i meneghini: i quarti di finale della scorsa Coppa Italia e l’ultima Supercoppa ne sono la testimonianza. L’ostacolo più grande verso la finale è rappresentato da Reggio Emilia, in cui Drake Diener potrebbe dare grossi dispiaceri alla sua ex squadra, ma Sassari ha tutte le carte in regola per andare a difendere il titolo. I PUNTI FORTI – Oltre al gioco perimetrale, quest’anno Sassari è riuscita a trovare un
LA STELLA - DYSON Impossibile non menzionare Dyson come giocatore chiave della Dinamo, per le cifre messe insieme e per la leadership dimostrata in più occasioni: finora viaggia a 17.3 punti, 4.5 rimbalzi e 4.8 assist di media a partita in campionato. Macchina da punti ma, al contempo, giocatore capace di mettere in ritmo qualsiasi compagno, Dyson pecca unicamente per l’incostanza al tiro; sono già 4 le partite in questa stagione in cui chiude con uno 0% da 3 punti con almeno 2 triple tentate. Nonostante questa pecca, è il giocatore che può fare le fortune di Sassari in qualsiasi momento, come peraltro già dimostrato nella finale di Supercoppa e nella scorsa Coppa Italia con Brindisi.
discreto gioco interno e un maggior equilibrio difensivo grazie all’arrivo del centro Shane Lawal, che si sta sempre più confermando come uno dei migliori nel suo ruolo in Serie A. Inoltre, la recentissima firma di Kenneth Kadji, lungo camerunense da seguire con attenzione per doti atletiche e presenza sotto canestro, sistema l’unica falla nel roster sardo. Con un reparto guardie praticamente devastante e con il rientro di Jeff Brooks, Sassari ha a disposizione rotazioni lunghe e di primo livello. I PUNTI DEBOLI - Il gioco offensivo di Sassari è, al tempo stesso, croce e delizia: quando le percentuali al tiro pesante non sono buone, tutto il gioco ne risente, specialmente la fase difensiva. Inoltre, la difesa non è certamente un punto di forza della Dinamo e questo aspetto può pesare alla distanza, come peraltro già successo nella serie di playoff dello scorso anno contro Milano. Infine, la rescissione con Todic potrebbe palesare l’assenza di un lungo tecnico, in grado di mettere in crisi anche avversari atleticamente più esplosivi ma meno dotati di q.i. cestistico e di tecniche di base.
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PRECEDENTI 2013-14 - Vittoria della Coppa Italia 2012-13 - Semifinale 2011-12 - Quarti di finale 2010-11 - Non qualificata 2009-10 - Era in Legadue
ROSTER E STATISTICHE DAVID LOGAN, G - 16.9 ppg, 47.3% da 2, 42.3% da 3, 3.3 apg, 1.7 spg EDGAR SOSA, PG - 13.5 ppg, 50.6% da 2, 40.7% da 3, 3.3 apg MATTEO FORMENTI, G - 3.2 ppg, 33.3% da 2, 40.0% da 3, 1.5 rpg RAKIM SANDERS, F - 12.5 ppg, 45.3% da 2, 45.3% da 3, 3.0 rpg GIACOMO DEVECCHI, G/F - 3.7 ppg, 46.7% da 2, 42.3% da 3, 1.1 rpg SHANE LAWAL, C - 11.2 ppg, 71.1% da 2, 8.7 rpg, 2.0 bpg MASSIMO CHESSA, PG - 2.6 ppg, 12.5% da 2, 32.3% da 3, 9.3 mpg JEROME DYSON, PG - 17.3 ppg, 49.6% da 2, 29.8% da 3, 4.8 apg, 4.5 rpg BRIAN SACCHETTI, F - 5.4 ppg, 42.3% da 2, 39.0% da 3, 3.9 rpg CHEIKH MBODJ, C - 2.0 ppg, 31.6% da 2, 2.6 rpg, 0.9 bpg, 10.9 mpg MANUEL VANUZZO, F - 3.0 ppg, 66.7% da 2, 50.0% da 3, 2.3 rpg JEFF BROOKS, F - 7.8 ppg, 55.8% da 2, 24.0% da 3, 8.1 rpg, 1.4 apg KENNETH KADJI, F - deve ancora debuttare nella Serie A italiana August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – Da piacevole sorpresa a solida realtà del nostro campionato in pochi anni, Reggio Emilia approda anche in questa stagione alle Final Eight di Coppa Italia e lo fa in grande stile, arrivandoci come una delle prime quattro forze della nostra lega. Il fatturato delle 15 gare del girone di andata è decisamente positivo: 22 punti a pari merito con Sassari e Venezia, con la sola Milano davanti a 26 punti. Dopo l’arrivo di Drake Diener, Achille Polonara e Darjus Lavrinovic in estate alcuni avranno pensato che un bilancio simile a metà stagione fosse quasi obbligatorio, invece il percorso per arrivare fino a questo punto è stato decisamente tortuoso. Gli infortuni di Diener, Silins, Pini e Lavrinovic prima e di Kaukenas poi hanno costretto la dirigenza a muoversi molto sul mercato, portando a Reggio Emilia l’altro fratello Lavrinovic (per soli tre mesi), Ksistof, e Donell Taylor in versione 2.0 (per soli due mesi), rimaneggiando notevolmente la squadra. Questa serie di infortuni ha messo in difficoltà coach Menetti nel trovare un sistema di gioco che potesse soddisfare le temporanee esigenze non aiutando a stabilirne un’identità precisa, che sembra si stia formando gara dopo gara una volta tornati quasi tutti i giocatori infortunati. Nonostante tutto, Reggio Emilia in questa prima parte di stagione non ha deluso le aspettative: record di 11-4 (6-1 in
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casa e 5-3 in trasferta), 80.5 punti di media che la mettono al quinto posto tra i migliori attacchi e 74.2 punti concessi a partita per la terza miglior difesa della Serie A. L’ACCOPPIAMENTO – Nelle prossime Final Eight di Coppa Italia la Pallacanestro Reggiana si troverà ad affrontare la l’Aquila Basket Trento, come già aveva fatto nella partita inaugurale della stagione. Nonostante i ragazzi di coach Menetti siano riusciti a vincere entrambe le sfide, l’accoppiamento contro la Dolomiti Energia non è proprio l’ideale. Come si è visto in campionato, Tony Mitchell, che viaggia a ben 21.8 punti con il 43.4% da 2 e il 37.0% da 3 e 4.6 rimbalzi di media, sembrerebbe essere un rebus irrisolvibile per la difesa reggiana che in due gare gli ha concesso 49 punti totali, soffrendo incredibilmente lo strapotere atletico dell’ala americana. Inoltre, giocatori come Josh Owens e Davide Pascolo possono rivelarsi fastidiosi per i lunghi di Reggio Emilia, i quali difensivamente devono pagare molto in termini di mobilità.
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In una squadra in cui le responsabilità sono ben distribuite tra 5 giocatori è difficile individuare una “stella” nel senso classico del termine, anche se senza dubbio uno dei giocatori più importanti per Reggio Emilia è l’MVP della passata annata, Drake Diener. Finora è stato coinvolto spesso nella costruzione del gioco, limitandone così l’utilizzo da primo terminale offensivo che aveva nelle passate stagioni a Sassari, e questo si vede anche dalle sue statistiche: 13.4 punti con il 58.6% da 2 (!!) e il 41.8% da 3, 5.4 rimbalzi, 3.1 assist e 1.8 recuperi di media. Insomma, un Drake Diener in versione “tuttofare”, ma sempre distinto dalla classe e dal suo talento cristallino.
dall’intensità difensiva, che non necessariamente si concretizza in una pressione forsennata sul portatore di palla, fatta soprattutto da tanti aiuti e da una grande aggressività sulle linee di passaggio (Della Valle docet), permettendo così di ripartire rapidi per la transizione offensiva. Spesso questa grande intensità difensiva non è poi accompagnata da una buona prestazione a rimbalzo, aspetto su cui Reggio deve assolutamente migliorare nonostante la presenza di Riccardo Cervi, che coi suoi 2.12 m è uno dei giocatori più alti di tutto il campionato. Difesa forte significa poi attacco rapido o comunque possibilità di entrare rapidamente in un gioco per concludere rapidamente, quindi ritmo alto. Giocatori come Cinciarini, Diener, Della Valle e Polonara sono estremamente adatti a correre in transizione, per cui i ragazzi di coach Menetti cercano il più possibile di creare situazioni di questo tipo. In più si aggiunge l’arma del tiro da fuori, che con tiratori del calibro di Kaukenas, Mussini, Silins e degli stessi Diener e Della Valle è una valida soluzione per l’attacco reggiano. Purtroppo è ormai noto, e Sassari ne è un esempio, “si vive e si muore” del tiro da tre, per cui a volte è necessario affidarcisi con cautela.
QUINTETTO CERVI
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SILINS CINCIARINI
PRECEDENTI 2013-14 - Semifinale 2012-13 - Quarti di finale 2011-12 - Era in Legadue 2010-11 - Era in Legadue 2009-10 - Era in Legadue
ROSTER E STATISTICHE FEDERICO MUSSINI, PG - 4.3 ppg, 34.6% da 2, 32.7% da 3, 17.2 mpg
L’OBIETTIVO – L’accoppiamento non semplice con Trento dovrà essere uno stimolo per i ragazzi di coach Menetti per raggiungere quello che sembrerebbe essere l’obiettivo finale dopo due anni in continua crescita nella competizione: arrivare fino in fondo, nella speranza, magari, di poter vincere le Final Eight.
ACHILLE POLONARA, F - 11.9 ppg, 54.5% da 2, 42.0% da 3, 8.6 rpg
I PUNTI FORTI E I PUNTI DEBOLI – Dietro a questo girone d’andata positivo si nascondono quelle che sono le caratteristiche principali di questa squadra e, quindi, anche i suoi punti di forza: intensità difensiva, ritmi alti e tiro da fuori. Si parte anzitutto
RICCARDO CERVI, C - 7.8 ppg, 68.1% da 2, 5.8 rpg, 2.2 bpg
DARIUS LAVRINOVIC, F/C - infortunato dall’inizio della stagione AMEDEO DELLA VALLE, G - 9.6 ppg, 45.0% da 2, 32.5% da 3, 2.6 rpg ADAM PECHACEK, F/C - 2.1 ppg, 63.6% da 2, 5.0 mpg GIOVANNI PINI, F - 2.6 ppg, 54.5% da 2, 8.0 mpg RIMANTAS KAUKENAS, G - 11.5 ppg, 56.9% da 2, 36.1% da 3, 2.5 apg OJARS SILINS, F - 6.9 ppg, 44.1% da 2, 37.0% da 3, 2.2 rpg DRAKE DIENER, G - 13.4 ppg, 58.6% da 2, 41.8% da 3, 5.4 rpg, 3.1 apg ANDREA CINCIARINI, PG - 11.2 ppg, 45.7% da 2, 5.5 rpg, 5.9 apg, 1.5 spg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – La Reyer Venezia era reduce da un paio di stagioni deludenti, in cui la squadra aveva sempre reso al di sotto delle aspettative, soprattutto per quello che era il budget stanziato per costruirla. C’è da dire che in sede di mercato sono stati commessi diversi errori in passato, ma quest’estate, sotto la sapiente guida di Charlie Recalcati, i lagunari hanno dato vita ad un roster molto equilibrato e solido che si sta rendendo protagonista di un ottimo campionato. In particolare, Venezia è partita fortissimo, vincendo otto delle prime nove partite (l’unico ko è arrivato al Forum contro Milano), dopodiché ha chiuso il girone d’andata al quarto posto con un bilancio di 11-4. A voler trovare un neo nella stagione disputata dagli orogranata, questo è da ricercare nel fatto che finora la Reyer è sempre uscita sconfitta nei confronti con le altre tre squadre di vertice: contro l’Olimpia non c’è stato nulla da fare né all’andata né al ritorno, mentre Reggio Emilia e Sassari sono riuscite a passare al Taliercio, la prima grazie ad una rimonta clamorosa nell’ultimo quarto (parziale di 21-7), la seconda solo dopo un tempo supplementare. L’ACCOPPIAMENTO – Sulla carta, Venezia si presenta al quarto di finale con Brindisi con i favori del pronostico. I motivi sono diversi: la truppa di coach Recalcati è impression-
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ante per la solidità dimostrata fin dall’inizio ed è una squadra molto esperta, con giocatori che sanno bene come si vincono partite del genere. L’Enel, dal canto suo, è ancora in evoluzione dopo i movimenti di mercato richiesti da diversi problemi di infortunio: i pugliesi non hanno espresso il loro massimo potenziale, ma per le caratteristiche di giocatori come Pullen e Denmon rischiano di essere davvero imprevedibili, quindi guai a dare per scontato questo confronto. Nell’unico precedente stagionale, la Reyer è riuscita a fare il colpo sul campo di Brindisi con una prova da grande squadra: è subito riuscita a prendere un buon vantaggio e lo ha poi conservato fino al termine dell’incontro, vinto con il punteggio di 74-81. L’OBIETTIVO – E’ quello di alzare l’asticella e dare seguito a quanto di buono fatto finora passando il turno con Brindisi, dato che nelle precedenti due apparizioni alle Final Eight la corsa degli orogranata si era sempre fermata alla prima partita. Poi, in caso di semifinale con Milano, si può anche uscire, ma il proposito di Venezia è farlo a testa alta, provando a giocare il proprio incontro senza troppe pressioni sulle spalle. I PUNTI FORTI – L’esperienza di Ress, cinque volte vincitore della competizione, la versatilità di Stone, che non appena si è calato nella realtà italiana ha iniziato ad essere un fattore assoluto, l’estro di Goss e la tecnica sotto le plance di Ortner sono le certezze alla vigilia della competizione, ma nei meccanismi di Venezia sembra esserci molto altro. Peric è un’arma tattica importante nello scacchiere degli orogranata, così come lo sono le percentuali garantite dal gioco interno e la ricerca del gioco co-
LA STELLA - PERIC
In una squadra che fa del gioco corale e dell’equilibrio il suo mantra e che può contare su svariati terminali offensivi di grande valore, Hrvoje Peric è probabilmente il giocatore più importante tra le pedine di coach Recalcati. Di sicuro il suo rendimento è tra i migliori del campionato: sta viaggiando con 15.8 punti, il 62% da 2, il 30% da 3, 6.4 rimbalzi, 2.2 assist, 1.1 recuperi in 27.7 minuti di media. Questi sono numeri importanti, che solo in parte spiegano quanto Peric conti per questa squadra: è l’ago della bilancia su entrambi i lati del campo, duro in difesa e spesso incontenibile nell’area. E’ andato oltre quota 20 punti già 4 volte in questa stagione, attenzione perché può fare la differenza tra vittoria e sconfitta.
rale, considerando che attualmente Venezia è seconda per assist a partita in Serie A, con 17.5 di media. Da non sottovalutare anche la voglia di coach Recalcati nel conquistare un trofeo che ancora manca al suo palmares. I PUNTI DEBOLI - La mancanza di un centro atletico può farsi sentire durante la competizione, probabilmente già durante i quarti di finale, dove Mays, centro di Brindisi, potrebbe essere un rebus difficilmente risolvibile. Inoltre, le percentuali di squadra da 3 punti non sono sempre buone e sono costate già qualche sconfitta nel corso della stagione, come nel doppio confronto con Milano.
QUINTETTO ORTNER
PERIC
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VIGGIANO STONE
PRECEDENTI 2013-14 - Quarti di finale 2012-13 - Non qualificata 2011-12 - Quarti di Finale 2010-11 - Era in Legadue 2009-10 - Era in Legadue
ROSTER E STATISTICHE JULYAN STONE, PG - 7.9 ppg, 50.0% da 2, 7.0 rpg, 4.0 apg, 1.3 spg HRVOJE PERIC, F - 15.8 ppg, 62.0% da 2, 6.4 rpg, 2.2 apg, 1.1 spg PHIL GOSS, G - 13.3 ppg, 50.8% da 2, 30.7% da 3, 3.3 apg, 2.6 rpg JARRIUS JACKSON, G - 5.5 ppg, 66.7% da 2, 1.5 apg, 1.5 rpg MICHELE RUZZIER, PG - 2.5 ppg, 43.3% da 2, 40.0% da 3, 13.3 mpg TOMAS RESS, F/C - 6.8 ppg, 51.4% da 2, 37.7% da 3, 4.3 rpg, 1.0 bpg BENJAMIN ORTNER, C- 6.7 ppg, 65.0% da 2, 4.2 rpg, 1.1 apg SPENCER NELSON, F - 4.4 ppg, 66.7% da 2, 46.2% da 3, 2.6 rpg JEFF VIGGIANO, F - 9.3 ppg, 53.9% da 2, 31.7% da 3, 3.4 rpg, 2.2 apg MARCO CERON, G - 2.5 ppg, 27.3% da 2, 44.4% da 3, 7.4 mpg DEIVIDAS DULKYS, G - 7.5 ppg, 37.8% da 3, 37.9% da 3, 1.9 rpg, 1.1 apg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – Non è una novità che Brindisi sia tra le squadre più competitive del campionato. Anzi, da quando è tornata in A nel 2012, ha sempre chiuso il girone d’andata nelle prime otto posizioni. Quest’anno non ha fatto eccezione: rispetto al roster iniziale, è stato aggiunto in extremis per l’esordio stagionale Elston Turner ed è arrivato dopo le prime sei giornate Jacob Pullen al posto di Sek Henry. Simmons, subentrato ad Ivanov a stagione in corso, si è infortunato dopo appena quattro partite ed è quindi arrivato Michael Eric per rinforzare il reparto lunghi. Brindisi arriva alla Coppa Italia da quinta classificata, dopo aver vinto 9 delle prime 15 partite. Il percorso è stato contrassegnato da qualche vittoria importante, come quella ad Avellino, ma anche da un paio di clamorosi capitomboli. I pugliesi hanno perso di 23 in casa con Reggio e di 15 a Cremona, oltre ad aver lasciato per strada i 2 punti della sfida casalinga contro la derelitta Varese. L’ACCOPPIAMENTO – L’Enel in campionato ha affrontato gli orogranata a novembre e ha perso 74-81 al PalaPentassuglia. Va detto che quella sfida capitò in un periodo complicato per la squadra di coach Bucchi: si è giocata prima degli arrivi di Pullen e Simmons e con Mays infortunato. La versione rimaneggiata di Brindisi trovò nei canestri
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di Denmon un’ancora a cui aggrapparsi per tentare, senza successo, la rimonta nel secondo tempo. Se Venezia di certo non difetta di atletismo e profondità nel reparto esterni, è sotto canestro che Brindisi può provare ad imporre la sua legge. Michael Eric, che sta godendo di una considerazione sempre maggiore da parte del suo allenatore, è un atleta di primo livello e anche Mays e Delroy James possono dare del filo da torcere a Ress e compagni. Certo, molto dipenderà da come gli esterni di coach Bucchi riusciranno a contenere Julyan Stone, una delle vere chiavi del successo della Reyer. La guardia di Venezia ha una struttura fisica che gli permette di giocare da lungo aggiunto a rimbalzo e a difesa schierata. Particolarmente interessante anche il duello tra Pullen e Goss, due delle migliori combo guard del campionato. Il precedente dello scorso anno ha visto l’Enel superare Venezia per 83-70 nei quarti di finale. L’OBIETTIVO – Brindisi non può che presentarsi a questa competizione con l’intento di affrontare una partita alla volta. Se l’avversaria del primo turno è Venezia, è impossibile prefiggersi un obiettivo a lungo termine, anche considerando che in semifinale, da quella parte del tabellone, dovrebbe presentarsi Milano. I quarti di finale possono essere superati e i biancoblu devono lavorare in quella direzione. Le caratteristiche della squadra permettono a Bucchi di avere a disposizione un gruppo che, in una partita secca, può vincere contro chiunque. L’obiettivo principale, comunque, resta quello di non soffrire per una volta l’impegno aggiuntivo. Nelle ultime due stagioni, infatti, Brindisi ha disputato dei pessimi gironi di ritorno (3V-12P nella stagione
2012/2013, 7V-8P nella stagione scorsa).
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Se da un lato Delroy James è il giocatore più affidabile e continuo dell’Enel, dall’altro Pullen è l’elemento in grado di far fare il salto di qualità alla formazione di coach Bucchi. Il talento del ragazzo, alla terza esperienza italiana dopo quelle a Biella e Bologna, è sotto gli occhi di tutti. Pullen dovrà affrontare un trattamento speciale dalle difese avversarie e dovrà essere capace di non soffrirne, se Brindisi vuole avere speranze di fare strada nella competizione. Sebbene si tratti sulla carta del playmaker della squadra, l’Enel ha bisogno soprattutto dei suoi canestri. La sua miglior prestazione stagionale è arrivata sul campo di Pesaro, dove ha segnato 26 punti con 5/6 dall’arco.
I PUNTI FORTI – Delroy James è uno dei giocatori più affidabili del campionato e garantisce punti e rimbalzi. Ma la vera forza di Brindisi sta nel reparto esterni, dove Pullen, Denmon e Turner possono segnare letteralmente in ogni modo. L’Enel deve far tesoro di questa versatilità offensiva per stordire Venezia e le eventuali avversarie che incontrerà successivamente. Mays, inoltre, quando è in serata è capace di spostare gli equilibri, mentre Michael Eric dalla panchina garantisce una scarica di energia. I PUNTI DEBOLI – L’abilità offensiva dei tre esterni di Brindisi risulta talvolta anche un limite. Pullen, Denmon e Turner sono propensi a isolarsi dal gioco e a fare affidamento unicamente sulle loro capacità individuali. L’attacco, quindi, perde facilmente di ritmo e se questi giocatori incontrano una serata storta, per Brindisi è notte fonda. Inoltre, la panchina non è troppo profonda o talentuosa.
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PRECEDENTI 2013-14 - Semifinale 2012-13 - Quarti di finale 2011-12 - Era in Legadue 2010-11 - Non qualificata 2009-10 - Era in Legadue
ROSTER E STATISTICHE JACOB PULLEN, PG - 14.9 ppg, 53.0% da 2, 37.7% da 3, 3.0 apg DEMONTE HARPER, G - 5.7 ppg, 50.8% da 2, 22.9% da 3, 2.6 rpg DELROY JAMES, F - 11.6 ppg, 52.3% da 2, 8.6 rpg, 2.1 apg, 1.1 bpg MASSIMO BULLERI, PG - 3.1 ppg, 45.0% da 2, 27.3% da 3, 9.8 mpg DAVID COURNOOH, PG - 1.5 ppg, 42.5% da 2, 20.0% da 3, 9.3 mpg MARCUS DENMON, G - 14.4 ppg, 47.7% da 2, 33.3% da 3, 2.8 rpg CEDRIC SIMMONS, F/C - 8.8 ppg, 69.6% da 2, 6.0 rpg, 1.5 bpg ANDREA ZERINI, F - 2.9 ppg, 54.5% da 2, 33.3% da 3, 2.8 rpg ELSTON TURNER, G - 10.8 ppg, 55.2% da 2, 33.0% da 3, 3.1 rpg, 2.2 apg JAMES MAYES, C - 11.6 ppg, 54.5% da 2, 33.3% da 3, 7.1 rpg MICHAEL ERIC, C - 5.2 ppg, 54.1% da 2, 4.7 rpg, 12.7 mpg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – Trento è una delle sorprese più piacevoli di questo campionato. Per la prima volta nella sua storia, è arrivata in Serie A e si è messa subito in mostra con un girone d’andata da 9 vittorie in 15 partite. Merito di un collettivo che ruota ancora attorno al nucleo di italiani della promozione dalla Legadue Gold, schierati al fianco di stranieri di grande valore come Tony Mitchell e Josh Owens. Trento ha ottenuto la sua prima vittoria in Serie A alla terza giornata, sconfiggendo Cantù tra le mura amiche, e ha posto le basi per un campionato di livello passando al PalaWhirlpool di Varese due settimane dopo. Tra le vittime della Dolomiti Energia, figurano anche i nomi di Sassari e Cremona, due squadre che prenderanno parte alla manifestazione del 20-22 febbraio. Per Trento ora arriva la parte più difficile: trovare conferme dovendo fronteggiare pressioni e aspettative più elevate. L’ACCOPPIAMENTO – L’Aquila Basket dovrà affrontare Reggio Emilia nei quarti di finale della Coppa Italia. In campionato, le due squadre si sono già incontrate per due volte e, in entrambi i casi, ha prevalso la formazione reggiana. Particolarmente interessante il confronto diretto tra due talenti italiani come Davide Pascolo e Achille Polonara, vinto dal primo nella gara
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d’andata e stravinto dal secondo in quella di ritorno. Spesso e volentieri questi due giocatori sono l’ago della bilancia per le rispettive squadre. La sfida con Reggio sarà un banco di prova importante per Josh Owens, che nell’incontro del 25 gennaio ha tremendamente sofferto l’impatto con Riccardo Cervi. Il centro di Trento sta vivendo un periodo non facile e potrebbe mettersi alle spalle ogni incertezza proprio riscattandosi delle difficoltà avute contro l’avversario che si troverà davanti fin dalla prima palla due. Per il resto, Reggio dispone di un roster più profondo e di talento. Trento dovrà impegnarsi per contenere Cinciarini e Diener, i due giocatori che impostano il gioco per Reggio, e sperare che Tony Mitchell metta a referto il solito quantitativo di punti. L’OBIETTIVO – Potrebbe suonare retorico, ma è un dato di fatto che per la Dolomiti Energia è già un traguardo enorme essere arrivata fino a questo punto. Sognare non costa nulla, ma non sembra che la Coppa Italia, con le sue partite a poco tempo di distanza l’una dall’altra e la difficoltà effettiva nel compiere i necessari aggiustamenti, possa essere la competizione ideale per una squadra di questo tipo. Non per questo Trento non intende continuare a stupire e, anzi, possiamo aspettarci che venda cara la pelle in ogni singolo possesso che avrà a disposizione. I PUNTI FORTI – Il vero punto forte della Dolomiti Energia è il collettivo. Forray e Spanghero garantiscono ordine e qualità in regia, Pascolo e Owens sono due lunghi di elevata intelligenza cestistica e quindi in grado di adattarsi alle varie situazioni di gioco. Spanghero, inoltre, è un tiratore le-
LA STELLA - PASCOLO L’impressione che si ha guardando Trento è una in particolare: Tony Mitchell è il giocatore con il maggior talento offensivo, ma spesso e volentieri sono le prestazioni dei due lunghi titolari a fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Pascolo, alla sua prima stagione vera e propria in A (aveva giocato 3 minuti con la Snaidero nel 2009), ha convinto tutti coloro che avevano qualche dubbio sul suo rendimento nel massimo campionato. Il nativo di Udine è uno dei giocatori più efficaci della Serie A, con ottimi movimenti nel pitturato e un invidiabile senso della posizione a rimbalzo. Non solo: sa spesso e volentieri trovare il compagno meglio posizionato per concludere l’azione.
tale dalla lunga distanza e, se innescato nel giusto modo, può essere una spina nel fianco per le avversarie di Trento. E poi c’è Tony Mitchell, uno dei migliori marcatori del nostro campionato con 21.8 punti di media, che è immarcabile quando entra in ritmo, anche se sostanzialmente gioca al di fuori degli schemi della sua squadra. I PUNTI DEBOLI – Tony Mitchell risulta talvolta controproducente: quando non riesce in alcun modo a trovare il canestro, comunque non mostra nessuna intenzione di smettere di tirare e in media tenta 18.9 conclusioni a partita. In un paio di gare, addirittura, coach Buscaglia ha scelto di tenerlo a lungo in panchina nel secondo tempo. Tre dei cinque americani del roster, inoltre, non danno sempre un contributo tangibile: se Sanders sta vivendo un buon periodo di forma ed è un giocatore importante per la Dolomiti Energia, Grant e Armwood non si fanno più di tanto notare.
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PRECEDENTI 2013-14 - Era in Lega Gold 2012-13 - Era in Legadue 2011-12 - Era in Divisione Nazionale A 2010-11 - Era in Serie A Dilettanti 2009-10 - Era in Serie A Dilettanti
ROSTER E STATISTICHE TONY MITCHELL, F - 21.8 ppg, 43.4% da 2, 37.3% da 3, 4.7 rpg, 2.2 apg JAMARR SANDERS, G - 8.0 ppg, 49.4% da 2, 3.4 rpg, 2.1 apg DAVIDE PASCOLO, F - 11.8 ppg, 54.4% da 2, 7.3 rpg, 1.5 spg, 1.2 bpg KEATON GRANT, G - 7.6 ppg, 42.9% da 2, 19.6% da 3, 2.4 rpg TOTO FORRAY, PG - 4.4 ppg, 36.0% da 3, 2.8 rpg, 2.1 apg, 1.3 spg DIEGO FLACCADORI, G - 2.5 ppg, 42.9% da 3, 33.3% da 3, 6.9 mpg JOSH OWENS, F/C - 13.6 ppg, 60.0% da 2, 51.1% ai liberi, 6.5 rpg FILIPPO BALDI ROSSI, C - 5.8 ppg, 32.7% da 3, 3.9 rpg, 1.2 apg ISAIAH ARMWOOD, F/C - 1.2 ppg, 42.9% da 2, 1.5 rpg, 6.3 mpg MARCO SPANGHERO, G - 6.9 ppg, 50.0% da 2, 50.0% da 3, 1.7 apg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – La Vanoli Cremona ha raggiunto per la prima volta la qualificazione alle Final Eight, meritando ampiamente questo traguardo per quanto dimostrato in campo finora. La Vanoli per affrontare questa annata ha scelto il formato del 5+5 cambiando qualche elemento sia prima della stagione (addii anticipati di Hyman e Garrett), sia durante con il ritorno di Cusin (ora infortunato e sostituito dall’ex Varese Daniel) e con una breve apparizione di Poscic. La formazione di Pancotto ha vinto nel girone d’andata 8 partite dimostrandosi paradossalmente quasi più solida in trasferta (4W e 4L) che in casa (4W e 3L). Sicuramente i successi più importanti lontano dalle mura amiche sono arrivati sui campi di Bologna (70-83), Pistoia (76-83) e Reggio Emilia (69-70 con un canestro nel finale di Hayes). Al PalaRadi, invece, sono cadute Brindisi, Varese, Cantù e Avellino. Le sconfitte che sicuramente hanno lasciato di più l’amaro in bocca sono state quelle casalinghe contro due squadre in lotta per la salvezza come Capo d’Orlando (76-78 con errore di Vitali dopo una schiacciata di Freeman) e Pesaro (73-80) e quella esterna contro Trento per 116 a 114, arrivata al terzo overtime con un clamoroso errore sulla sirena di Gazzotti. L’ACCOPPIAMENTO – Cremona, avendo
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chiuso il girone d’andata al settimo posto, incontrerà i campioni uscenti della Dinamo Sassari (seconda in classifica) e la vincente sfiderà chi passerà il turno tra Reggio Emilia e l’altra debuttante Trento. In stagione regolare Sassari ha battuto Cremona, priva di Luca Vitali ma con un super James Bell (22 punti), al PalaSerradimigni per 88 a 82 al termine di una sfida equilibrata, con un solo vantaggio in doppia cifra per i padroni di casa e le decisive triple finali di Dyson a cancellare il vantaggio ospite durato fino a 2’ dalla fine. Alla Vanoli in questo match mancherà per infortunio l’ex Marco Cusin che, insieme a Luca Vitali, forma una delle assi play-pivot più pericolose del campionato. Sassari, invece, sarà al completo con il rientro di Jeff Brooks e l’arrivo del lungo Kadji. La Vanoli per riuscire ad avere la meglio sugli avversari dovrà cercare di tenere bassi i ritmi e imbrigliare il gioco di Sassari nella ottima difesa organizzata che spesso i ragazzi di Pancotto hanno saputo mostrare, contenendo soprattutto Logan e Dyson, già decisivi nella sfida di campionato. Inoltre Cremona proverà a far male alla Dinamo bilanciando bene gioco interno ed esterno, sfruttando le grandi doti nel giocare il pick and roll di Vitali (però con Daniel e non Cusin) e la doppia dimensione delle ali Bell e Clark. Sassari e Cremona già nel 2008/2009 avevano combattuto per un obiettivo importante: la promozione in Serie A, traguardo conquistato poi dalla Cremona di Troy Bell e dello stesso Cusin con un successo per 3-1 sulla Dinamo di Jason Rowe. L’OBIETTIVO – La squadra di Pancotto era partita con l’obiettivo della salvezza e, dopo metà campionato, si trova meritatamente a disputare le prime Final Eight della propria
LA STELLA - VITALI Il segreto, neanche troppo nascosto, di questa Vanoli è certamente il play Luca Vitali che, dopo anni di alti e bassi, ha finalmente trovato il modo di esprimersi al meglio delle sue capacità. Vitali sta viaggiando a 11.3 punti (con 48% da 2 e il 32% da 3) e quasi 6 assist e 6 rimbalzi di media ed è un punto di riferimento per la squadra sia per la sua leadership sia per la sua grande duttilità offensiva e difensiva. Per Vitali, che è quasi sempre andato in doppia cifra di punti e ha superato quella di assist in due occasioni, le migliori partite finora sono state quelle contro Brindisi (14+8+6) e Bologna (16+7+7), mentre contro Sassari era assente per infortunio.
storia. In questa Coppa Italia, vista anche la difficoltà dell’accoppiamento, Cremona ha l’intento di stupire e ben figurare sapendo che, senza pressione addosso, si può sognare la qualificazione alla semifinale. Per la Vanoli, comunque, è già un successo essere presente a questa manifestazione. PUNTI FORTI – L’esperienza e la classe di Luca Vitali, la grande imprevedibilità e le ottime capacità offensive di Hayes e Ferguson, che in una partita secca possono essere decisive, e l’utilità sia offensiva sia difensiva delle ali Clark e Bell saranno i punti di forza per Cremona in queste Final Eight. PUNTI DEBOLI – Per una competizione che si disputa con partite così ravvicinate il roster di Cremona rischia di risultare troppo corto e poco esperto, con la parte di panchina composta da Mian, Mei, Gazzotti e Campani che può non essere a livello di quella degli avversari. Inoltre l’assenza di Cusin sarà sicuramente un problema sia per l’importanza del giocatore sia perché Daniel non avrà ancora familiarità con gli schemi di coach Pancotto.
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PRECEDENTI 2013-14 - Non qualificata 2012-13 - Non qualificata 2011-12 - Non qualificata 2010-11 - Non qualificata 2009-10 - Non qualificata
ROSTER E STATISTICHE ED DANIEL, F - 9.9 ppg, 52.1% da 2, 6.9 rpg, 1.1 spg KENNY HAYES, G - 15.4 ppg, 50.0% da 2, 30.0% da 3, 2.8 rpg, 2.2 apg GIULIO GAZZOTTI, F - 2.8 ppg, 42.9% da 3, 1.8 rpg, 1.4 apg LUCA VITALI, PG - 11.3 ppg, 47.9% da 2, 32.1% da 3, 5.8 rpg, 5.8 apg FABIO MIAN, G - 3.9 ppg, 50.0% da 2, 1.0 rpg, 16.5 mpg LUCA CAMPANI, F/C - 6.4 ppg, 48.4% da 2, 46.2% da 3, 4.2 rpg JAZZMAR FERGUSON, G - 9.9 ppg, 52.5% da 2, 37.5% da 3, 1.3 spg NICOLA MEI, G - 1.0 ppg, 23.1% da 3, 0.7 rpg, 9.0 mpg MARCO CUSIN, C - 7.5 ppg, 59.0% da 2, 6.3 rpg, 1.3 bpg CAMERON CLARK, F - 13.4 ppg, 46.2% da 2, 34.1% da 3, 7.3 rpg, 1.2 spg JAMES BELL, F - 9.1 ppg, 49.3% da 2, 4.2 rpg, 1.1 spg August2012
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IL GIRONE D’ANDATA – La Sidigas Avellino torna a disputare le Final Eight dopo tre anni di assenza. Nel passato recente per i biancoverdi questa competizione è stata un appuntamento speciale e imperdibile, in cui hanno spesso regalato grandi sorprese. Il presente, però, ci consegna una squadra che è approdata a Desio più per la pochezza degli avversari diretti per l’ottavo posto che per meriti propri. Sì, perché la truppa di coach Vitucci è stata assai altalentante e, proprio nel momento in cui sembrava aver trovato la quadratura e la continuità (tre vittorie consecutive tra la decima e la dodicesima giornata, con l’apice nel derby trionfale a Caserta), è precipitata in una spirale di risultati negativi, con un’involuzione tecnica e tattica sempre più evidente. La Sidigas, infatti, ha chiuso il girone d’andata (7-8) con la bruciante sconfitta con Brindisi e quelle nate dalle pessime prove con Cremona e soprattutto Varese, a cui hanno fatto seguito altri due ko (con Cantù e Venezia), prima del parziale riscatto con Pesaro. Al momento è fuori dalla zona playoff, e avrà bisogno di un netto cambio di marcia, se non vorrà perdere il treno che può condurre ad una post-season che manca nel 2011, nonostante gli ingenti sforzi profusi dalla proprietà in questi anni. L’ACCOPPIAMENTO – Milano e Avellino
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nel posticipo dell’ultima giornata di campionato hanno dato un assaggio di quello che potrebbe essere l’ultimo quarto di finale di venerdì. I primi sette minuti sono stati meravigliosamente illusori per la Sidigas, che si è ritrovata anche a +10 grazie ad una difesa intensa, che ha messo in difficoltà i meneghini e permesso di attaccare con più libertà, riuscendo a trovare buone soluzioni. Poi, però, l’Olimpia ha iniziato a ingranare e ha approfittato delle tante seconde linee in campo per i biancoverdi, piazzando un micidiale break di 18-4 che nel secondo quarto ha segnato la partita. Nella ripresa Milano ha rischiato poco o nulla e ha gestito il risultato, concedendosi anche qualche show individuale nei minuti finali, quando ormai era chiaro che non ci fosse più margine per subire la rimonta. E’ difficile prevedere che venerdì il confronto possa finire con un risultato diverso, ma allo stesso tempo non va dimenticato che Avellino ha un feeling particolare con questa competizione: ha spedito a casa Milano nei precedenti due confronti, nel 2010 e nel 2011, pur partendo nettamente sfavorita. C’è da dire che adesso la squadra affidata a Banchi è di tutt’altro spessore, e per la Sidigas ci sarà un solo modo per provare a giocarsela: quei 7 minuti di grande basket devono trasformarsi magicamente in 40, ma il problema più grande dei biancoverdi è proprio quello di non avere continuità anche nell’arco della stessa partita. L’OBIETTIVO – E’ quello di provare a regalarsi una notte indimenticabile, ma soprattutto di respirare aria di grande competizione, magari per svegliare gli animi un po’ sopiti dei giocatori, che ancora devono smaltire le scorie per quella striscia di
LA STELLA - GAINES E’ uno dei giocatori che più è stato messo in discussione ultimamente, ma allo stesso tempo è quello che può far svoltare la squadra. Nel girone d’andata è stato determinante in 5 delle 7 vittorie colte dalla Sidigas, e non è un caso che la crisi di gioco e risultati sia coincisa con un suo momento di appannamento. Sta cercando di ritrovarsi, e Avellino spera che torni ad accendersi in tempo per la sfida con Milano, perché è un giocatore che se riesce a entrare nella partita, non solo gioca bene dal punto di vista individuale, ma alza il rendimento di tutti i compagni. E’ il leader designato dei biancoverdi, che adesso hanno bisogno di lui più che mai.
cinque sconfitte consecutive. Milano appare un ostacolo insormontabile, ma le Final Eight sono una storia a parte e Avellino non ha assolutamente nulla da perdere, ma tutto da guadagnare, quindi può provare a giocare la sua partita senza alcuna pressione sulle spalle. PUNTI FORTI – Il quintetto. Che, soprattutto nei primi tre quarti del girone d’andata, ha dimostrato di essere in grado di reggere il confronto con chiunque in questa Serie A e anche di regalarsi colpi a sorpresa, come quello fatto proprio con Milano al PalaDelMauro. Banks è una delle migliori guardie del campionato, Hanga è il tuttofare che ogni allenatore sogna, Harper è una croce difensiva ma quando vuole delizia offensiva, Anosike è un centro di grande energia e solidità, mentre Gaines è l’uomo che può decidere la partita con il talento e l’esperienza. PUNTI DEBOLI – Le seconde linee, rivelatesi molto meno utili e concrete di quello che si pronosticava ad inizio stagione, a partire da Cadougan (oggetto misterioso) per arrivare a Trasolini (non a suo agio nel partire dalla panchina). Altro problema principale è la mancanza di continuità: la Sidigas non riesce mai a giocare un’intera partita allo stesso livello.
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PRECEDENTI 2013-14 - Non qualificata 2012-13 - Non qualificata 2011-12 - Quarti di finale 2010-11 - Semifinale 2009-10 - Semifinale
ROSTER E STATISTICHE O.D. ANOSIKE, C - 10.8 ppg, 61.4% da 2, 55.9% ai liberi, 11.4 rpg SUNDIATA GAINES, PG - 11.7 ppg, 37.5% da 2, 31.3% da 3, 2.8 rpg, 2.5 apg JUNIOR CADOUGAN, PG - 1.9 ppg, 47.6% da 2, 25.0% da 3, 8.1 mpg ADAM HANGA, F - 10.5 ppg, 46.0% da 2, 4.5 rpg, 2.6 apg, 2.1 spg ADRIAN BANKS, G - 15.7 ppg, 50.6% da 2, 36.1% da 3, 2.7 rpg, 2.4 apg DANIELE CAVALIERO, G - 7.1 ppg, 48.3% da 2, 27.8% da 3, 2.7 apg RICCARDO CORTESE, F - 2.3 ppg, 33.3% da 2, 37.5% da 3, 7.3 mpg MARC TRASOLINI, F - 3.4 ppg, 61.4% da 2, 3.5 rpg, 14.6 mpg LUCA LECHTHALER, C - 0.9 ppg, 37.5% da 2, 1.9 rpg, 5.6 mpg JUSTIN HARPER, F - 13.3 ppg, 55.6% da 2, 38.3% da 3, 5.5 rpg August2012
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Alessandro Gentile (foto di Matteo Ciambelli per MYBasket.it) è il giocatore con più carisma dell’Olimpia.
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Andando con ordine, Milano ha un rapporto alquanto conflittuale con i “dentro/ fuori” nelle ultime due stagioni sportive, compresa quella in corso. Iniziando dalla delusione nei Quarti di Finale della scorsa Coppa Italia, dove arrivò l’incredibile sconfitta contro Sassari (7 febbraio 2014) dopo che l’Olimpia dissipò un vantaggio consistente per cadere sotto i colpi di Drake Diener e compagni. Passando per quella maledetta Gara-1 di Playoffs Euroleague contro il Maccabi Tel Aviv, in cui il fallo antisportivo fischiato a Melli sul punteggio di 85-80 in favore dei biancorossi cambiò l’inerzia di un match praticamente già vinto; il resto è storia, con il libero della vittoria sbagliato da Langford e il successo dei futuri campioni d’Europa all’overtime che preannunciò una serie non certo facile per l’Olimpia. Arrivando, infine, alla sconfitta in finale di Supercoppa 2014, dove Sassari dominò il primo quarto (conclusosi 29-14) e controllò il match per i restanti 30’, nonostante un MarShon Brooks indiavolato e un Kleiza che era ancora un affidabile bombardiere. Tre gare secche (con le dovute considerazioni su quella europea, che comunque faceva parte di una Serie di Playoffs) in cui Milano è sempre uscita sconfitta, seppur
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con motivazioni diverse. Non si può certo parlare di un problema patologico da “in/ out”, ma non si può nemmeno definire il problema come un’anomalia episodica poiché raccogliere tre sconfitte in altrettante partite è indicatore di un qualche malessere nell’affrontare match simili. Le motivazioni possono essere riassunti in due ordini: 1) approccio mentale al match e consapevolezza dei propri mezzi; 2) match-up con l’avversario di turno. Quanto al primo ordine, cioè l’approccio mentale al match e la consapevolezza dei propri mezzi, l’Olimpia paga spesso cali di tensione che comportano un’inversione nell’inerzia del match a tutto vantaggio dell’avversario; questo potrebbe derivare da uno spogliatoio non propriamente coeso (come quello dello scorso anno) e/o da una mancanza di preparazione del match a livello mentalmente maniacale, ma potrebbe anche essere sintomatico di una mancanza di leadership all’interno della squadra. In merito alla mancanza di leadership, ritengo che Gentile sia il giocatore con più carisma (insieme
a Daniel Hackett) a disposizione di coach Banchi: quando i due piccoli non girano a dovere, la loro leadership ne risente, influenzando negativamente anche il rendimento dei compagni di squadra. In merito al secondo ordine, ovvero il match-up con l’avversario di turno, la squadra di patron Armani paga difetti strutturali nella costruzione del roster stagionale, che si palesano maggiormente contro determinate avversarie. Il run and gun di Sassari, ad esempio, riesce spesso a mettere in crisi l’Olimpia, specialmente quando i milanesi non trovano ritmo in attacco e si devono affidare a pick&roll centrali e isolamenti 1vs5, pagando l’assenza di un playmaker puro. Anche la gestione delle rotazioni, a volte, è incomprensibile da parte di coach Banchi, che non sempre è stato in grado di “cavalcare” giocatori particolarmente in trance agonistica nel corso del match.
un periodo sfortunato al tiro pesante, potrebbe essere Daniel Hackett, giocatore che non si tira mai indietro nel prendersi responsabilità importanti. Di certo, un altro flop dopo quelli della scorsa stagione, non farebbe che aumentare i rimpianti di una squadra palesemente superiore per il livello italiano, ma che ha raccolto un solo trofeo su tre (finora) disputati dalla gestione Banchi a livello italiano.
DI MARCO ARCARI
MY-BASKET
Linas Kleiza (foto di Matteo Ciambelli per MY-Basket.it), uno dei giocatori più in difficoltà delle scarpette rosse.
Alla vigilia delle Final Eight di Coppa Italia, l’Olimpia Milano si ritrova a vivere una stagione dalla doppia faccia: senza rivali in Italia, ma fin troppo fragile in Euroleague; inoltre, l’incubo della gara secca, del match da “dentro o fuori” si palesa ancora una volta come uno spettro pronto a giocare l’ennesimo tiro mancino.
www.my-basket.it
Luca Banchi (foto di Matteo Ciambelli per MY-Basket.it), non sempre perfetto nella gestione delle rotazioni.
QUANDO FALLIRE LA GARA SECCA DIVENTA UN INCUBO MILANESE
Se il secondo ordine non sembra poter essere sistemato a distanza di qualche giorno dall’evento, è plausibile ritenere che lo staff milanese lavorerà molto sul primo aspetto, cercando di imporre gerarchie ben definite e di far convivere il duo Gentile-Brooks per ottenerne il massimo della resa in campo. Ago della bilancia, nonostante August2012
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Milano, attenta al lupo Considerando tutti i possibili incroci dell’edizione 2015, le uniche due società che si sono sfidate più di una volta da quando esistono le Final Eight sono l’Olimpia Milano e la Scandone Avellino. Sia nel 2010 che nel 2011, le scarpette rosse partivano con i favori del pronostico, forti anche del miglior posizionamento in classifica, ma in entrambi i casi sono stati i lupi irpini ad avere la meglio, mostrando di essere una sorta di bestia nera per l’Olimpia.
La prima volta...
... non si scorda mai. E’ proprio questo il caso di Cremona e Trento, che timbreranno il cartellino alle Final Eight per la prima volta nella loro storia. Nonostante tante difficoltà di carattere economico, la Vanoli è in Serie A ormai da sei anni e la qualificazione alla Coppa Italia è il giusto premio per non aver mai mollato e il riconoscimento del grande lavoro svolto finora da coach Pancotto e i suoi ragazzi. L’Aquila Basket, può contare su una maggior solidità societaria e sul grande entusiasmo della neo-promossa che vuole far saltare il banco, ma soprattutto spera che questa sia la prima solo un primo passo. Entrambe partiranno con i pronostici a sfavore nei rispettivi quarti, ma mai sottovalutare delle squadre che non hanno nulla da perdere e giocano senza pressioni.
Moss onnipresente Dal 2000 ad oggi, pochi giocatori possono dire di aver avuto la continuità e l’impatto di David Moss nelle Final Eight. L’attuale ala di Milano è nella top 10 di varie voci statistiche legate alla competizione: è sesto per presenze (15, può scavalcare Carraretto e Righetti), primo per punti segnati (193), terzo per minuti giocati (457, sorpasserà Marconato), secondo per tiri da tre realizzati (23, può detronare Basile a 25), terzo per rimbalzi difensivi (51), primo per tiri totali segnati (66), settimo per palle recuperate (25) e assist (32).
Le assenti illustri Nella storia della Coppa Italia, la sfida tra la Virtus Bologna e la Vuelle Pesaro è quella che più si è ripetuta. Sono undici, infatti, i confronti tra queste due società, e il bilancio vede in vantaggio le V nere per 7-4 (3-0 nelle Final Eight). Nell’edizione 2015, però, non ci sarà nessuna delle due, a testimonianza di come i tempi stiano cambiando.
Ress sa come vincere Da quando esiste il formato delle Final Eight, Tomas Ress è stato il giocatore più vincente, alla pari con Denis Marconato. Entrambi, infatti, hanno alzato il trofeo al cielo per ben 5 volte, e il lungo trentino quest’anno può provare il sorpasso. Considerando anche i vecchi formati, nessuno ha vinto la Coppa Italia più volte di Riccardo Pittis (7).
12 CURIOSITÀ SULLE F8
Il record di Chiacig
Rimonta impossibile
Appartiene a Roberto Chiacig il primato realizzativo in una finale di Coppa Italia. Nel 2002, a contendersi il trofeo furono la Virtus e Siena, con quest’ultima che si vide negare la gioia del primo successo da un canestro di Rigaudeau, valido per il 79-77 dopo un overtime. Ai toscani non bastarono 35 punti, conditi da 14 rimbalzi, messi a referto dal “Ghiaccio”.
Semifinale del 2007. Siena conduce di 16 a 5’ dal termine e pregusta il sapore della finale. Ma Treviso è dura a morire: un Mordente mostruoso infila 4 triple e manda in confusione la Mens Sana, che non segna più dal campo. A concludere l’incredibile rimonta è Soragna, che con il canestro da oltre l’arco a fil di sirena chiude il parziale di 21-4 che spedisce la Benetton in finale.
I 40’ non bastano
La favola irpina
L’edizione del 2006 è passata alla storia come una delle più equilibrate e combattute di sempre. Tra quarti, semifinale e finale, c’è sempre stato bisogno di un overtime per decidere la partita. Nell’atto conclusivo Napoli s’impose al supplementare per 85-83 su Roma, grazie a un Lynn Greer inarrestabile.
L’edizione 2008 è stata una delle più sorprendenti in assoluto. La favorita Siena va subito fuori per mano di Pesaro e a vincere è la piccola Avellino, che al debutto assoluto in Coppa Italia si esalta con il trio magico Green-Smith-Williams e trionfa sulla Virtus. Il successo irpino è la dimostrazione che tutto può accadere nelle F8.
Fattore ManDrake
Siena non c’è più...
Drake Diener detiene il record di canestri da tre punti realizzati in una sola partita delle Final Eight. Nei quarti di finale del 2013, l’allora guardia di Sassari infilò 8 triple, conducendo la squadra alla vittoria su Brindisi dopo un overtime. ManDrake è uno che sa come far male in questa competizione: chiedere conferma a Milano, che lo scorso anno si è vista rimontare dal +16 da un secondo tempo strepitoso di Diener (22 punti con 4/6 da oltre l’arco).
... eppure il suo nome è presente in qualsiasi voce riguardante questa competizione. Da quando sono state istituite le Final Eight, la Mens Sana è l’unica ad avervi partecipato per tutte le prime 15 edizioni, vincendone 5 in fila tra il 2009 e il 2013. Ovviamente a Desio i toscani non ci saranno, ma il record di presenze sarà ancora loro per diverso tempo: alle loro spalle ci sono Roma e Cantù (ferme rispettivamente a 11 e 10), mentre Milano salirà a 11.
DI GABRIELE GALLUCCIO
Allenatori vincenti Ai nastri di partenza delle Final Eight 2015 si presenteranno tre allenatori che hanno già vinto questa competizione. Piero Bucchi ha trionfato con Treviso (2000) e Napoli (2006) e adesso spera di condurre Brindisi il più lontano possibile; Luca Banchi si è portato a casa il trofeo con l’ultima versione di Siena (2013) e, dopo aver fallito l’appuntamento la scorsa stagione, spera di ripetersi quest’anno con Milano; Meo Sacchetti è stato l’uomo dietro al successo magico di Sassari (2014) e sogna quello che negli USA definiscono “repeat”.
STEFANO SARDARA L’intervista realizzata al presidente della Dinamo Sassari, uno dei “volti nuovi” e vincenti del basket italiano
DI GABRIELE GALLUCCIO Stefano Sardara non è un semplice Presidente. Rappresenta un nuovo modo di pensare e intendere una società di pallacanestro, è la dinamicità e l’innovazione che nel giro di pochi anni hanno reso Sassari una delle realtà più solide e entusiasmanti del panorama italiano, permettendole di iniziare a riempire la bacheca con i trofei che contano per davvero e di affacciarsi anche in Europa. La Dinamo si sta contraddistinguendo per la bontà del progetto non solo sportivo, ma anche aziendale, e per la sua grande ambizione, senza però mai dimenticare la propria identità e storia. Presidente, nel 2014 avete vinto due trofei, avete ottenuto la prima storica partecipazione in Eurolega, siete tra le prime quattro squadre del campionato anche quest’anno: eppure finora la stagione è stata contraddistinta da diverse critiche del pubblico. Quant’è difficile convivere con le aspettative sempre più alte dei propri tifosi? «Questo è il vero tema. La società è cresciuta molto e nel 2014 ha raggiunto l’apice della sua storia. Tra l’altro, ci tengo a sottolineare che sono stati vinti due trofei con due squadre diverse, il che vuol dire che non era solo un gruppo vincente, ma che c’è un progetto dietro che consente di tenere il livello alto. La società compie sforzi ed è ambiziosa, ma bisogna sempre contestualizzare il tutto e rimanere con i piedi ben saldi a terra. Non dobbiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo, ma soprattutto dove vogliamo arrivare: il nostro obiettivo è far divertire la gente e vincere, mandando aventi un progetto sportivo e aziendale, ben consci dei mezzi che abbiamo, sia in positivo che in negativo, dato che non abbiamo un budget da top club europeo».
«Per noi Shane è stato una scommessa vinta. Non tanto una sorpresa, perché quando lo abbiamo cercato sapevamo quello che ci avrebbe potuto dare. Sta mostrando abnegazione, capacità di adattamento da grande giocatore e una cultura del lavoro da top europeo. Sono sicuro che farà tanta strada nella sua carriera, se lo merita davvero, e non solo tecnicamente». A Desio Milano partirà come sempre con i favori del pronostico, ma i campioni in carica siete voi: ciò vi può dare una carica maggiore per cercare di bissare il successo dello scorso anno? «Quello che ho sempre ammirato in una squadra come Siena, che ha segnato l’ultimo decennio della pallacanestro italiana, è che il suo punto di forza era calare i giocatori nuovi in un ambiente che indicava il tracciato da seguire. Questo è ciò che stiamo cercando di imparare: alle Final Eight ci presenteremo con una squadra e una società in crescita, che ha grandi potenzialità. Finora abbiamo fatto partite strepitose e altre molto negative, siamo alla ricerca dell’equilibrio mentale che contraddistingue le grandi squadre». Quali sono le prossime tappe che ha fissato per continuare la grande ascesa della Dinamo Sassari? «A livello sportivo, è sicuramente indispensabile dare continuità al progetto, perché se siamo arrivati a vincere due trofei ciò è da ricercare anche nel fatto che abbiamo sempre mantenuto un pezzo delle squadre passate. Quest’anno, pur non ripartendo da zero, stiamo pagando un po’ lo scotto dell’apertura di un nuovo ciclo. A livello societario, l’obiettivo è chiaro: trasformare la Dinamo in un’azienda».
Dopo l’era dei Diener, non era affatto facile ripartire e tenersi sugli stessi livelli, ma è quello che avete fatto: che voto si sente di dare alla prima parte di campionato della sua squadra e per quale motivo? «Le do un giudizio da tifoso e non da presidente, quindi le dico otto. Un voto alto perché è stato conquistato un trofeo importante come la Supercoppa e il girone d’andata è stato chiuso al secondo posto. Non mi spingo oltre perché in Europa abbiamo reso al di sotto di quelle che sono le nostre potenzialità, che credo non siano ancora state espresse al massimo». Cosa pensa della crescita di Shane Lawal, un giocatore che si è dimostrato importante anche in Euroleague e che potrebbe far comodo a tante squadre europee?
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ANDREA CINCIARINI L’intervista di Filippo Antonelli A 28 anni compiuti lo scorso giugno, Andrea Cinciarini è ormai uno dei giocatori più importanti del campionato di Serie A. La sua esplosione risale agli anni di Montegranaro, che lo hanno portato in pianta stabile anche nel giro della nazionale. A Cantù, nel 2012, ha giocato la finale di Coppa Italia, prima di passare a Reggio Emilia. In biancorosso si è definitivamente affermato, risultando decisivo per la vittoria dell’EuroChallenge 2014 e guadagnando il premio di MVP delle Final Four. Da ottobre, è anche il capitano della squadra. Per la Grissin Bon e per il suo playmaker, le Final Eight di Coppa Italia sono un altro passo nel percorso di crescita che la società sta cercando di compiere. A Reggio Emilia stai compiendo il definitivo salto di qualità. Ti senti di essere il leader di questa squadra? «Sicuramente mi sento di essere un giocatore importante. Essendo qua da tre anni sono molto legato alla squadra e alla società e per cui sento di dare tanto. Posso essere un po’ il leader emotivo, cerco di parlare tanto in campo e di aiutare i miei compagni, che poi è di fatto il compito del playmaker. Veniamo da un buon girone d’andata, è importante che io e miei compagni teniamo presente che questa società ha obiettivi importanti e vuole continuare a vincere. Perciò dobbiamo rimanere uniti e concentrati, a partire dalla Coppa Italia». Arrivate alla Coppa Italia da secondi in classifica. Come giudichi il vostro
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cammino fino ad ora e in cosa potete ancora migliorare? «Il cammino fino ad ora è stato veramente molto buono, come dimostra la classifica che ci vede secondi assieme a Venezia. È ovvio che c’è ancora tanto da migliorare, a partire dagli ups and downs che abbiamo nel corso di una partita. Cali di tensione come quello che abbiamo avuto nella partita di domenica contro Pesaro. Non abbiamo giocato al cento per cento per tutta la gara e quindi siamo arrivati punto a punto nel finale, e in quei casi le partite puoi vincerle come puoi perderle. Da quel punto di vista, Pesaro ci ha creduto più di noi. Diciamo che abbiamo fatto un ottimo inizio di campionato, siamo una squadra molto quadrata e con tanti italiani, stiamo bene insieme. Si tratta comunque di un gruppo giovane, che deve continuare a lavorare per migliorare e farsi trovare pronto ad ogni gara. Io penso che il duro lavoro paga sempre, quindi se ci alleniamo bene in palestra e rimaniamo concentrati, poi le partite andranno per il verso giusto». Rispetto all’anno scorso, avete cambiato marcia anche lontano dal PalaBigi. Cos’è cambiato da questo punto di vista? «Penso che quest’anno la società sia stata brava a creare un gruppo di giocatori che hanno grande voglia. Siamo in prevalenza italiani, ma anche alcuni stranieri come Diener e Kaukenas parlano italiano e hanno giocato tanti anni nel nostro campionato. Abbiamo giocatori esperti, come gli stessi Diener e
“Mi sento un giocatore impor-
tante. A Reggio un mix perfetto, siamo un bel gruppo e vogliamo arrivare fino in fondo. Ma non sottovalutiamo Trento” Kaukenas, oltre a Lavrinovic che non è ancora riuscito a giocare, di fianco a giocatori all’apice della maturazione come posso essere io e a giovani come Polonara, Cervi, Mussini, Della Valle e Silins. È un mix perfetto, che ci consente di trovare sempre la voglia di migliorare giorno dopo giorno e di provare a raggiungere traguardi sempre più grandi. Abbiamo avuto diversi problemi, con gli infortuni di alcuni giocatori, ma siamo sempre stati in grado di trovare le risorse per non soffrirne, grazie al contributo di giovani che stanno crescendo come appunto Mussini e Della Valle». L’anno scorso, nonostante i molti infortuni, siete arrivati in semifinale. Qual è l’obiettivo di quest’anno e quanto può essere importante avere giocatori che hanno già vinto la Coppa, come Diener e Kaukenas? «Il nostro obiettivo è quello di arrivare fino in fondo, ma in una competizione del genere è l’obiettivo di tutte le squadre, perché in una partita secca tutto può succedere. Si gioca ogni giorno, per cui le partite sono solitamente molto combattute e c’è un gran dispendio di energie. Non è facile giocare subito con Trento perché loro sono alla prima stagione in Serie A, hanno voglia di continuare a stupire e non hanno grandi pressioni. Da questo punto di vista, l’esperienza può essere un fattore importante. Diener e Kaukenas, per l’appunto, hanno già vinto la Coppa Italia e possono darci una grossa mano per fare in modo che la squadra giochi sempre nella
giusta maniera e resti focalizzata sull’obiettivo». L’avversaria dei quarti di finale è Trento. L’avete già affrontata due volte, vincendo in entrambi i casi. Averci giocato due volte può risultare un vantaggio dal punto di vista tattico? Quale può essere la chiave della partita? «Esserci incontrati due volte è un vantaggio per tutte e due le squadre, nel senso che ci conosciamo bene. Conosci i giochi dell’altra squadra e le caratteristiche dei giocatori. Sarà una partita molto tattica e molto intensa, con tutte e due le squadre che avranno un forte desiderio di portare a casa la vittoria. Dobbiamo farci trovare pronti e non sottovalutare in alcun modo l’avversaria. Sarà importante riuscire a contenere il talento di Mitchell e l’atletismo di Owens, senza dimenticarci che Trento ha un gruppo storico di italiani che sono stati fondamentali per la promozione in Serie A. Forray, Spanghero, Pascolo e Baldi Rossi giocano assieme da diversi tempo, si conoscono a memoria. Dobbiamo fare molta attenzione e mettere in campo grinta e rabbia fin dal primo secondo».
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TUTTI I NUMERI DI DAVIDE PASCOLO Questo ragazzo è ormai un punto fermo dell’Aquila Basket Trento. Ma quali sono le caratteristiche che lo rendono così indispensabile? Il suo quoziente cestistico è la chiave di tutto: a livello di scelte sbaglia poco o nulla, non forza praticamente mai e il modo che ha di stare in campo è eccezionale. Sa sempre cosa fare e dove stare, ha un grande senso del rimbalzo, insomma è il classico “killer silenzioso”, ovvero quel tipo di giocatore magari non appariscente, ma terribilmente efficace. Ha fatto tanta gavetta, ha lavorato duramente, è cresciuto di pari passo con Trento e adesso è pronto a calcare i palcoscenici importanti, come quello di Desio.
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Come i minuti giocati complessivamente nella sua prima stagione in Serie A, quella 2008-09, tra le fila di Udine.
Come gli anni (più 7 mesi e 19 giorni) che aveva quando esordì nel massimo campionato contro Treviso.
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Come gli anni trascorsi tra DNA e Legadue, in cui è cresciuto costantemente, diventando un giocatore da Nazionale.
Come i premi di MVP vinti tra Coppa Italia di Legadue e regular season della Gold. E’ solo l’inizio?
Come il suo career-high alla voce punti, realizzato quest’anno contro Cremona con 8/17 da 2, 1/3 da 3 e 7/9 ai liberi.
Come la valutazione massima in carriera, fatta registrare contro Pesaro grazie a 19 punti (8/10), 8 rimbalzi e 3 stoppate.
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Come le vittorie colte da Trento nelle undici occasioni in cui Pascolo è andato in doppia cifra in questa Serie A.
Come il plus/minus positivo collezionato nella travolgente vittoria su Sassari, in cui si distinse per la solita prova a 360°.
Come i rimbalzi presi in soli 29’ di media. E’ tra i primi sette migliori giocatori del campionato in questo fondamentale.
E’ il record di Trento quando Pascolo mette a referto almeno 10 punti, 8 rimbalzi e 2 assist.
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L’INTERVISTA CON DAVIDE PASCOLO «In Lega Gold è stato l’MVP, ma la Serie A è tutta un’altra cosa, farà sicuramente fatica». Nel corso dell’estate questa frase è stata più volte associata a Davide Pascolo, il talento classe ‘90 forgiatosi tra le fila dell’Aquila Basket Trento che, alla prima vera esperienza nel massimo campionato, sta incantando e soprattutto si sta rivelando un fattore decisivo per la sua squadra. Che voto daresti al tuo girone d’andata e a quello di Trento? Quanto conta avere alle spalle una società solida e ambiziosa come l’Aquila Basket nei successi della squadra? «I bilanci si fanno alla fine della stagione: per ora il voto è positivo ma credo sia il caso di aspettare maggio per dire di più. Il fatto di avere alle spalle una società solida e con le idee chiare, che continua un processo di crescita avviato anni fa, è qualcosa che ti dà una sicurezza in più quando scendi in campo». Per quanto visto finora, non sembri aver patito più di tanto il salto di categoria e ti sei subito affermato in qualità di giocatore importante. C’è davvero così tanta differenza tra il livello della Serie A e quello della Gold? «La differenza tra le due categorie esiste, soprattutto a livello fisico. Nel massimo campionato italiano non c’è un attimo di respiro, ogni distrazione viene punita con dei break che possono essere decisivi. Vero è anche che il livello della Lega Gold è in forte crescita, come dimostra il fatto che tanti giocatori che si sono formati in quel campionato riescono a fare bene anche in Serie A».
Quali sono le tue sensazioni alla vigilia delle Final Eight? «L’adrenalina cresce ogni giorno di più ed abbiamo tanta voglia di giocarci questa opportunità. A differenza di quanto abbiamo fatto in LegaDue, quest’anno troveremo un turno in più potenzialmente da giocare, sempre che si riesca a vincere
Con che obiettivo partirete per Desio? Per quanto riguarda il proseguo della stagione, quali sono i traguardi che ti poni a livello individuale e di squadra? «A Desio andremo con l’obiettivo di vincere la prima partita con Reggio Emilia e poter così sperare di giocarcela fino in fondo. Ma non dimentichiamoci che già il fatto di esserci per noi è motivo di grande soddisfazione ed orgoglio. Per il resto della stagione l’obiettivo mio e della squadra è fare di tutto per raggiungere i playoff, dal momento che siamo in piena corsa».
ai quarti. Qualora poi dovessimo arrivare in finale e coronare questo sogno, scriveremmo il nostro nome in un albo d’oro pieno di nomi che hanno fatto la storia del basket italiano».
Sulla carta, partirete sfavoriti contro Reggio Emilia, avendo perso entrambi i confronti stagionali. Quale può essere la chiave per superare il turno? «Non vedo altri modi per vincere che In un certo senso, non sei nuovo a essere aggressivi e giocare di squadra. questo tipo di competizione, avendo Solo così potremo provare a battere già vinto la Coppa Italia di Legadue. una squadra come Reggio Emilia».
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