Anteprima - Il corpo liberato

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Meditazioni cristocosmiche. 3

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il corpo liberato Meditare con le energie femminili a cura di Luciano Mazzoni Benoni Con testi di: Roberta Arinci Gabriella Campioni Silvia de Todaro Maria Pia Quintavalla Sonia Scarpante

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© Gabrielli editori editori 2014 Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 mail info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099-209-3 Stampa Gabrielli editori, Aprile 2014 Progetto grafico copertina Lucia Gabrielli Illustrazione di copertina Lisete Alcalde, Amor de Tierra, 2011 (www.dibworld.com/lisetealcalde)

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Dedicato a Enza Lanzalaco e alle donne di oggi

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Sommario

Introduzione

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1. Nel Fuoco: EROS TRA DIO E L’UOMO

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2. Uomo e Donna li fece?

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3. Riscoprire la Dea

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4. Maria, culmine dell’energia unitiva

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5. Diadi in evoluzione

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6. Via alla felicità: risanamento, unificazione e riti di unione

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7. Nel divenire del tao

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8. Nel corpo yogico: la via Bakhti

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9. Nel corpo tantrico: verso l’advaita

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10. Nel corpo sefirotico: la rettificazione

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11. Nella danza andina dei corpi alleati

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12. Oltre il velo dell’oblìo

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13. Nelle vie di guarigione

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14. Verso una nuova età del Fuoco: la terza via alle energie dell’amore

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Epilogo

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Introduzione

La civiltà in cui viviamo, in tutti i suoi aspetti, schiaccia il corpo umano. Lo spirito e il corpo sono divenuti estranei l’uno all’altro. Il contatto è perduto. (Simone Weil) 1

Il senso di una ricerca Per troppo tempo l’identità femminile è stata dedotta da quella maschile e per troppo tempo le due entità sono state considerate a sé stanti e perfino contrapposte. Culture e Religioni sembrano essersi appropriate per un lungo tempo di quell’elemento essenziale – quale è la sfera sessuale – costitutivo dell’essere umano. Pratiche, costumi ed anche presunzioni scientifiche l’hanno mal concepita, distorcendone la vocazione naturale, negandone la matrice cosmica, riducendola alla mera sfera genitale. Poi malintese libertà l’hanno ridotta a merce e a consumo, spogliandola dall’antica coltre sacrale che l’avvolgeva, e riducendola a oggetto da prima pagina. Oggi ancora, nuove ideologie e nuovi costumi, come anche tendenze culturali e ruoli sociali emergenti, pretendono di predeterminare e/o gestire quella sfera, delicata e intoccabile, sottraendola allo spessore dell’intimità soggettiva, al naturale dispiegarsi delle proprie polarità e alla multiformità della relazionalità interpersonale. Ne conseguono malessere, disagi, devianze comportamentali e perfino violenze di ogni tipo. Occorre riscoprire questa sfera in tutta la sua ricchezza e profondità: riportarne alla luce i suoi connotati ontologici, coglierne le molteplici risonanze, fino a scoprirne tutte le sue valenze. Questa riscoperta ‘olistica’ deve far perno necessariamente sulla dimensione cosmica colta in tutte le sue connotazioni, prima di potersi calare nelle culture, prima di esprimersi e differenziarsi nelle mille possibili infiorescenze psichiche e spirituali: onde poter essere compresa in pienezza e finalmente pacifica1

S. Weil, Quaderni, vol. I, Adelphi, p. 149.

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ta. Ecco il senso autentico di una ricerca, mirata alla centrazione integrale della persona e al suo orientamento positivo all’evoluzione umana in corso, che ci chiama a più elevati gradini di coscienza, quindi capace di farci superare i tanti ostacoli che ci impediscono di considerare e di vivere questa sfera senza più cadere nelle opposte trappole del tabù (inibizioni) o della trasgressione (esibizionismi). In una nuova condizione ove la sessualità esca guarita dalle piaghe prodotte dai processi storici, che in ogni cultura l’hanno ferita e mortificata, liberata dalle costrizioni sociali e religiose, ed essa stessa sintonizzata sulle onde della noosfera: 2 in una comunione cosmica, sororale e fraterna, tra le creature riconciliate (con se stesse e nella reciprocità). Una ricerca dunque dai connotati in primo luogo antropologici e necessariamente interculturale, non condizionata dalle appartenenze confessionali o ideologiche, sottratta ai precetti etici e ai pregiudizi di ogni tipo. Questa ricerca è stata condotta sul campo, tramite un lavoro di gruppo, condivisa ed infine approdata al linguaggio della scrittura per essere comunicata.

La genesi della pubblicazione Questo libro, che si inserisce in piena coerenza nella Collana “meditazioni cristocosmiche”, 3 nasce dall’esigenza di dare piena visibilità ai risultati delle attività svolte dal Gruppo milanese degli amici di Teilhard de Chardin, a suo tempo fondato da Enza Lanzalaco, con l’incoraggiamento del card. Carlo Maria Martini. Esso è costituito dalla raccolta dei materiali utilizzati nel ciclo meditativo citato, integrati da altre fonti, 4 per offrire una seria e aggiornata base di riflessione sul tema, ancora ai margini della vita ecclesiale e tuttora non fatto proprio dalla cultura prevalente. Il Gruppo di ricerca è stato composto largamente da donne; alcune di loro hanno direttamente collaborato alla stesura del libro: con testi (Roberta Arinci, Gabriella Campioni, Silvia de Todaro, Maria Pia Quintavalla, Sonia Scarpante) o nell’attività redazionale (Silvia de Todaro, Luciana Varischi, Brenda Philips e Marcella Conedera); mentre maschio è il principale autore e curatore (Luciano Mazzoni Benoni). Si ringraziano inoltre, per la collaborazione ricevuta, Maria Augusta Favali (docente di Botanica, esponente della Fede Baha’ì in Italia) e Pa2  Involucro di pensiero avvolgente il pianeta Terra: intuita da Teilhard de Chardin fin dal 1925. 3  Animate a Parma da L. Mazzoni Benoni, menzionate per l’originalità dell’approccio cosmico in P. Giovetti, Luoghi di meditazione di pellegrinaggio di spiritualità in Italia, Mediterranee, Roma 2011. 4  Tratte dalle lezioni di L. Mazzoni Benoni del Corso “Spiritualità cosmica”, Libero Ateneo del Taro, anno acc. 2012-13.

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trizia Khadija Dal Monte (teologa, membro dell’European Muslim Network). Una espressione di gratitudine va anche alla memoria della cara amica Manuela Sadun Paggi, docente di matematica, donna energica e coraggiosa, promotrice dell’Amicizia ebraico-cristiana di Firenze, autrice di due testi che fungono da ispirazione a questo cammino di ricerca ed incoraggianti per il suo esito. 5 Ed infine, Cecilia e Lucia Gabrielli che nel loro ruolo editoriale hanno coadiuvato con una forte motivazione la riuscita di questo progetto. Lo spunto iniziale è tratto da alcuni scritti di Teilhard de Chardin: 6 assegnando ai medesimi – costituenti la ‘fonte prima’ di riferimento – una duplice funzione: quella di ‘sorgente evocatrice’ di alcune ipotesi di ricerca e quella di ‘suggestione virtuosa’ per un primo livello meditativo. Alla lettura e all’ascolto di quei testi, accompagnati da musica e silenzio, è seguito poi – ad ogni tappa – un secondo livello di indagine amplificata secondo canoni comparativi, interdisciplinari, interculturali e interreligiosi 7. Dalla rielaborazione di questo ampio e ricco materiale, eterogeneo ed anche originale, scaturisce il presente testo: nato dall’idea di poter far circolare in una cerchia più vasta le numerose suggestioni scaturite dalla ricerca condotta; nella convinzione che su queste tematiche valga la pena condurre un coraggioso sforzo di riflessione e di ri-educazione ad ampio raggio.

La struttura della ricerca La sua costruzione, nascendo da una esperienza viva e condivisa, può risultare particolarmente stimolante ed accompagna lettrici e lettori entro un non facile itinerario che attraversa la storia e le culture, illuminandosi via via di sfumature spirituali sempre più incoraggianti e coinvolgenti. Pertanto conserva, come nei precedenti testi della Collana, la struttura a tappe, caratteristica di un itinerario meditativo: ciascuna delle quali articolata (secondo una geometria variabile, in forza della diversa matrice culturale) in paragrafi che dispongono la lettrice ed il lettore all’ascolto, li sottopongono a una seria revisione, li invitano ad approfondimenti e risonanze, ed infine li accompagnano nella preghiera o nella contemplazione. Il fato ha voluto che le tappe fossero 14: secondo la numerologia ebraica sarebbe la somma di due pieni (7+7): 8 a conferma della diade maschio5  Cfr. Dialogo, guarigione del mondo, EMI, Bologna 2002; Guarire le ferite, EMI, Bologna 2005. 6  D’ora innanzi TdC. Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), gesuita mistico e scienziato: si rinvia a Meditare con Teilhard, in questa Collana Meditazioni cristo-cosmiche, Gabrielli editori 2011. 7  Privilegiando l'approccio proposto da Julien Ries: cfr. Opera Omnia, Jaca Book, Milano. 8  E corrisponde alla lettera Nun, la 14.ma dell’Alef-Beit; 14 come valore numerico si-

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femmina (= elemento indivisibile) su cui si fonda questa ardita ricerca, confutando le concezioni che intendono uomo e donna come individui separati, monadi, o scissi.

Le motivazioni Alle promotrici dell’iniziativa sarebbe parso egoistico e riduttivo restringere l’offerta di questi preziosi materiali, scaturiti dalla ricerca, ai soli partecipanti al Gruppo. Infatti la pista seguita ha affrontato alcuni nodi che tuttora rappresentano seri scogli sia per la fede che per l’esistenza: perché connessi a questioni delicate e talvolta dolorose, spesso rimosse, a lungo ignorate o fraintese o negate o perfino irrisolte. Ne menzioniamo brevemente le principali.

Spirito e Materia Il tema del rapporto tra queste polarità è stato affrontato e declinato con mille varianti da ogni tradizione mitica, religiosa e filosofica. Nell’alveo giudaico-cristiano esso ha subìto imprevedibili svolte, tanto da far perdere le tracce dell’antropologia biblica nel ‘cristianesimo maturo’ (quantomeno da Agostino in poi) e da smarrire così – oltre che la radice ebraica e semitica – il senso dell’autentico insegnamento gesuano, oggi in via di riscoperta. In attesa di una sempre più indifferibile teshuva’ – vale a dire una strada di conversione e quindi di ritorno alle origini del messaggio evangelico ‘sine glossa’ (come auspicava Francesco d’Assisi) – meriterebbe finalmente uno spazio nella riflessione cattolica (attesa finora pressoché ignorata salvo che nell’ambito della Compagnia di Gesù) il pensiero del gesuita scienziato Teilhard de Chardin, risoluto nel dichiarare il proprio intimo convincimento inequivoco, così ben riassunto: Il cristianesimo è la più cosmica fra le religioni: 1) per la fede in un Dio centro personale dell’Universo; 2) per il primato dell’Uomo nella Natura; 3) per la fede in un ‘organismo’ spiritualizzato [il Pleroma. Si può aggiungere una quarta ragione: l’Amore, energia unitiva cosmica]. 9

Grazie alla sua vasta elaborazione – che ha dedicato uno spazio prignifica anche ‘festeggiare’ (Nun nella forma diritta finale), ma anche ‘piangere’(Nun nella forma piegata) – come le due mani (Yad 14), con la destra connessa alla festa e la sinistra connessa al lutto. Una lettura cabalistica suggerisce, alla fine, significati beneauguranti. 9  F. Mantovani, Dizionario delle opere di Teilhard de Chardin, Gabrielli editori, Verona 2006, p. 184 – tratto da TdC, Il posto dell’uomo nell’Universo (1942).

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vilegiato all’elemento femminile – dalla contemplazione della Materia si può dischiudere una crescita spirituale accompagnata da un ampliamento della coscienza.

Centralità del corpo Le valenze del corpo, in un siffatto quadro, assumono una innegabile centralità. Dunque, a dispetto di secoli di predicazione negativa (interrotti solo dalla catechesi di Giovanni Paolo II sulla corporeità), risulta evidente come – ai fini di una qualsivoglia seria e compiuta riflessione sulla natura e i destini dell’essere umano – non si possa più prescindere da una seria considerazione del corpo: anzi, dalla sua ‘posizione centrale’ rispetto all’insieme dei processi che si svolgono nella vita umana. Anche su di esso ebbe modo di meditare Teilhard – assai attento alle dinamiche biologiche – dedicandogli una specifica nota: rilevando come ‘questa entità, così chiara finché si rimane nell’ambito pratico, ‘il mio corpo’, in teoria sia estremamente difficile da definire e delimitare’. Dopo aver osservato le insufficienze delle descrizioni filosofiche, come di quelle teologiche, perché ‘sono delle pezze cucite su una stoffa vecchia’, dato che ‘la base stessa delle nostre speculazioni sulla Materia è difettosa’, suggeriva delle ipotesi di lavoro, che così riassumiamo per punti: -- Il corpo (cioè la Materia incomunicabilmente associata ad ogni anima) è un frammento dell’Universo. -- Il corpo è l’Universalità stessa delle Cose. -- Avere un corpo significa, per un’anima, essere radicato nel cosmo. -- Il mio corpo non è queste o quelle cellule da me monopolizzate: è ciò che, in tali cellule e in tutto il Resto del Mondo, mi subisce e reagisce su di me. -- La mia Materia non è una parte dell’Universo che io possiederei totaliter, è la totalità dell’Universo posseduta da me partialiter. -- I frammenti limitati, palpabili, che nel linguaggio abituale chiamiamo monadi, molecole, corpi, non sono esseri completi. Non sono altro che il loro nucleo. L’estensione reale di questi corpi è costituita, per ognuno, dalle dimensioni stesse dell’Universo. -- Il Mondo, da questo punto di vista, non appare più simile ad un aggregato di elementi saldati tra di loro, bensì è una sfera unica con innumerevoli centri di prospettiva d’azione. Ogni elemento, essendo strettamente coestensivo a tutti gli altri, al tutto, è realmente un microcosmo. 10 Una percezione, la sua, che sbalordisce per capacità anticipatrice, luci10  P. TdC, In che cosa consiste il corpo umano?, in La Scienza di fronte a Cristo, Gabrielli editori, Verona 2002, p. 254.

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dità e coraggio: concependo una visione del corpo – fino ad allora inaudita in ambito cattolico – quale sfera vitale interconnessa, confermata da tutte le successive acquisizioni delle scienze umane e da ultimo dalla ‘nuova fisica’ e della medicina ‘bioenergetica’. Del resto, anche sul piano della comunicazione e dei suoi veicoli, il linguaggio corporeo è stato ormai ben analizzato, tanto che oggi si ritiene come le stesse pratiche autentiche di dialogo possano avvenire solo ‘corpo a corpo’. 11 A tal punto che lo stesso dialogo con Dio, la preghiera, va compiuto coinvolgendo tutto il corpo. 12

Fede, scienza e corpo È ormai tristemente nota la gravissima responsabilità delle religioni (e delle stesse chiese cristiane) a danno delle donne: nella storia cristiana simbolicamente rappresentate dalle streghe bruciate come eretiche; 13 una delle colpe storiche riconosciute con sincero pentimento da Giovanni Paolo II nel Grande Giubileo. Ma altrettanto vale per le altre religioni: se si pensa alle immagini delle donne lapidate nel Vicino Oriente o quelle bruciate nell’Estremo Oriente; comunque represse e marginalizzate, anche con motivazioni travestite di religiosità. Inoltre, può apparire strano accorgersi che, tra i fattori che hanno procastinato, nei secoli, l’inferiorità del ‘femminile’ si trovi non solo quello religioso, 14 ma anche quello scientifico, erede del pensiero illuminista, in quanto anch’esso gravato dal pregiudizio antifemminile. 15 Contrariamente a quanto si pensa, anche il percorso scientifico ha infatti contribuito – a suo modo – a sostenere questa logica di sudditanza: lo dimostrano gli studi retrospettivi sulla scienza, disponibili solo di recente, che attestano il ripetuto sostegno prestato alla ‘naturale’ disuguaglianza tra maschi e femmine, da diverse discipline scientifiche – quelle mediche in primis – fino a tutto l’Ottocento. Eccone una interessante messa a fuoco: Dietro la presunzione di una neutralità epistemologica, si infiltrava un’ideologia naturalistica aristocratica che contrastava il movimento emancipazionista. Così, tramite la via dell’osservazione empirica, ‘si in11  Cfr. M. Miccio, Corpo a corpo. Dialoghi e conflitti nella modernità, F. Angeli, Milano 2012. 12  Cfr. A. Gentili, Le ragioni del corpo, Àncora, Milano 2007. 13  Un solo nome come emblema del fenomeno: quello di Margherita Porete. Cfr. S. Panciera, Marguerita Porete. Un’eretica da santificare, in “Appunti di viaggio” n. 129/2013, pp. 6-13. 14  Anche qui una sola citazione esemplare, del card. Silvio Antoniano (1583): “L'istruzione potrebbe insuperbire le donne e offrire loro occasione di familiarizzare troppo con gli uomini”. 15  Cfr. Voltaire, Dizionario filosofico, Orsa Maggiore, Torriana (Fo) 1989.

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sinuava una tesi scientistica e paternalistica. La donna – si affermava – ha una costituzione fisica debole, è più umida e fredda nei liquidi umorali, i suoi tessuti sono spugnosi e molli, il connettivo sottocutaneo è pieno di grasso bianco e compatto, occhio e orecchio ricevono meno stimoli sensoriali, la cute è particolarmente reattiva, il corpo è centrato nell’apparato riproduttivo, la fisiologia degli apparati è flessibile e istintiva. Ne derivano tratti psicologici fissi: è capricciosa e incline a raccontare, insegue particolari, regna sul cuore, non è atta all’indagine causale. Come i bambini, i vecchi, gli eunuchi e gli uomini ‘privati dello sperma’, il femminile è più esposto a malattie nervose. Tutto ciò controindica l’applicazione a studi medici: non è la scienza il posto delle donne. Le ambiguità linguistiche facevano il resto. La paura di sommovimenti eversivi, di anticlericalismo, di immoralità avevano però bisogno di argomentazioni di principio, che identificassero nella diversità biologica la ragione della tradizionale divaricazione sociale. Questi ragionamenti ‘di diritto’ furono offerti dalla fisiologia medica, che reiterava stancamente paradigmi maschilisti e furono confermati dall’antropologia e freniatrìa coeve, le quali dipingevano quadri psicopatologici, ancorandoli alla premessa che la donna fosse meno intelligente e più emotiva dell’uomo. Il volume pubblicato da Cesare Lombroso con Guglielmo Ferrero nel 1893 La donna delinquente, la prostituta e la donna normale raccolse uno straordinario successo. Chi si opponeva all’estensione giuridica del diritto di voto alle donne si appellava quindi non soltanto al ‘retto senso’ costituzionale, al comune senso morale, ma segnatamente alle dottrine cliniche. 16

Così, imprevedibilmente, anche le nuove tecnologie: con l’avvento della tv la donna è spesso relegata a ruoli subalterni, di cornice se non peggio; 17 e nel web si raccolgono e si moltiplicano cose orribili sulle donne, spesso fonti di atti e comportamenti gravissimi.

Riconoscimento pieno alla Donna per nuove relazioni Uomo-Donna Questo duplice obiettivo costituisce pertanto e finalmente – a nostro avviso – la sfida non più rinviabile dell’umanità odierna, alle prese con inediti problemi di convivenza. Va quindi assunto come compito indifferibile quello di uno sforzo comune e condiviso – tra maschi e femmine – sul tema dell’identità di genere: che impone un ripensamento etico e culturale di categorie antropologiche obsolete e che stimola pertanto an16  G. Armocida, Donne naturalmente. Discussioni scientifiche ottocentesche intorno alle ‘naturali’ disuguaglianze tra maschi e femmine, F. Angeli, Milano 2011; recensita da P. M.Cattorini, in “Civiltà Cattolica” n. 3903 del 2 febbraio 2013, pp. 307-308. 17  Cfr. M. Marzano, Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne, Mondadori, Milano 2010.

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che il pensiero teologico a una coraggiosa e verace riconsiderazione della diversità sessuale, sul piano biologico e culturale. È per l’insieme di queste ragioni che questo libro riporta una seconda dedica: indirizzata più ampiamente alle donne di oggi. Loro restano al centro di questa difficile transizione, da una cultura a dominanza maschilista a quella caratterizzata dall’equilibrio tra i generi: un parto travagliatissimo, che tuttora reca ovunque dolori inenarrabili, palesi o celati. Lo rende evidente una riflessione stimolante della filosofa Nicla Vassallo: Con l’articolo determinativo posto di fronte a “donna” vogliamo indicare una donna assoluta. Una mera invenzione. Di comodo. Con ‘la donna’ ci piacerebbe catturare l’unica donna (non certo una donna unica), una sorta di immutabile musa, un’essenza femminile dentro cui forzare a ogni costo le troppe differenze e varietà tra donne, per negarle o renderle inspiegabili, in nome di questa nostra invenzione. Di fatto ancor oggi, limitandoci anche solo ai paesi occidentali, le donne detengono ruoli sociali e sessuali prefissati, devono rispettare certe norme comportamentali e le loro caratteristiche – non solo fisiche, ma pure psicologiche, oltre che di dress-code – devono risultare femminili, banalmente uniformi, sulla scia della femminilità de la-donna-invenzione. Senza singolare creatività. Chi non si adegua non viene considerata una ‘vera’ donna. 18

È indubbio come oggigiorno tra le questioni davvero ‘cruciali’ del pianeta vi stia quella attinente il rapporto maschile-femminile: a tal punto irrisolto da aver forse anche ingigantito, di riflesso, perfino quello della questione dell’omosessualità e del transessualismo. Diversi studi documentano quanto sia difficile, oggi e in ogni contesto socio-culturale, un rapporto davvero equilibrato e paritario tra uomo e donna. Ne è uno specchio significativo, da ultimo, una voce maschile, Simone Perotti, a lanciare l’allarme per la distanza prodottasi tra uomini e donne, sempre più lontani e talvolta spinti a rinunciare a creare rapporti tra di loro 19: dopo le numerose voci femminili che si sono levate negli ultimi decenni per lanciare in alto ed ovunque il loro grido. Ebbene, va respinta la tentazione esiziale di fare leva sull’antagonismo uomo-donna: la presente riflessione ripercorre – a livello simbolico ed evocativo – la storia di questa vicenda relazionale; non certo per negarla, bensì per rilanciarla e renderla possibile su basi radicalmente rinnovate, grazie ad una preliminare guarigione del modo di intendere anzitutto i due soggetti 18  N. Vassallo, La donna è un’invenzione, in http://portale.festivaldellamente.it/it/ home. 19  Già autore di un intelligente invito al rallentamento del nostro stile di vita (downshifting): Cfr. S. Perotti, Dove sono gli uomini? Perché le donne sono rimaste sole?, Chiarelettere, Milano 2013.

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attori di questa relazione, della quale debbono risultare entrambi protagonisti e responsabili alla pari.

Donna e Chiesa Da ultimo, come non menzionare la ricaduta che queste tensioni hanno prodotto sul tessuto femminile odierno? Accanto a nuove generazioni piuttosto ‘sganciate’ dalla consueta tradizione religiosa, 20 in Italia si è ormai palesata una assenza massiva – dalla pratica religiosa cattolica – delle donne appartenenti ad una precisa fascia di età: 21 fenomeno confermato da una ricerca di sociologia religiosa, 22 che ha messo in allarme i vertici ecclesiastici. Un esodo di massa che non ha precedenti nella storia italiana e che scuote il tessuto ecclesiale: da sempre sorretto ed alimentato primariamente dalle energie femminili. Si tratta di un fenomeno avviatosi in Italia – “il Paese più maschilista d’Europa” 23 – già dagli anni ‘70, colto dalle menti più avvertite, come il card. Martini, 24 di cui è ora urgente prendere atto; anzi rispetto al quale, per il card. Ravasi, “è quindi necessaria un’opportuna scossa all’immobile caleidoscopio delle analisi pastorali. Proprio perché il sisma è già avvenuto”. 25 Ma che richiede una precisa ammissione degli errori compiuti dalla cultura cattolica e dai vertici ecclesiastici, nonché una profonda revisione di tutti gli orientamenti soggiacenti al tema. 26 Un confortante segnale in tal senso viene finalmente da alcuni gesti di papa Francesco: come quello della sua telefonata alla donna argentina (Alejandra Pereyra) di 44 anni, vittima di uno stupro da parte di un poliziotto: un gesto inconsueto, dalla parte degli ultimi.

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Cfr. A. Matteo, Prima generazione incredula, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) Cfr. A. Matteo, La fuga delle quarantenni, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2012. Cfr. condotta da Paolo Segatti e Gianfranco Brunelli, Rivista “Il Regno”, Bologna

Cfr. C. Soffici, Ma le donne no!, Feltrinelli, Milano 2010. Era proprio attorno alla sfera della sessualità che C. M. Martini si ispirava ad un umanesimo in evidente rottura con la tradizione sessuofobica della Chiesa, come reso manifesto nel dialogo con il scienziato sen. Ignazio Marino: cfr. C.M. Martini - i. Marino, Credere e conoscere, Einaudi, Torino 2012. 25  G. Ravasi, Religiosità al Femminile. Donne di poca fede, in “ilSole24ore/cultura” 6.5.2012, p. 36. 26  Come sollecitato dal teologo Carlo Molari, Evangelizzare in un contesto culturale dinamico, in “Rocca” 1 agosto 2012. 23  24

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Il valore delle intuizioni di Teilhard Proprio alla luce di questa giusta assunzione di responsabilità da parte dell’autorità ecclesiastica, giunta finalmente ma soltanto obtorto collo e quindi purtroppo assai tardiva, assume tutto il proprio valore anticipatore e profetico il paziente, inascoltato e sofferto sforzo di elaborazione compiuto nel silenzio e nell’esilio da Teilhard de Chardin. Egli cercava in ogni modo di comunicare, nonostante la lontananza, ma – fra tante difficoltà e contro ostacoli di ogni tipo – curò la comunicazione soprattutto con alcune persone che vorremmo ricordare chiamandole per nome: Marguerite Teilhard-Chambon, Léontine Zanta, Lucile Swan, Ida Treat, Marthe Vaufrey, Rhoda de Terra. Un gruppo di donne che potrebbero somigliare, in qualche modo, a quelle che – guidate da Mariam – componevano l’agorà del maestro Yeshua: nascoste nella propria umiltà, lasciate ai margini, non credute dagli apostoli e poi messe in disparte nella nascente chiesa cristiana. Ebbene, egli privilegiò quelle interlocutrici – oltre a numerose altre donne, studiose ed intellettuali oppure parenti di scienziati e colleghi – incontrate nei moltissimi viaggi o nelle conferenze – ed a loro trasmise la sua ansia verso il tema dell’amore, la sua attenzione verso l’energia femminile e la sua valenza di energia unitiva. A loro per prime trasmetterà le sue finali conclusioni a proposito del Femminino: “Non tanto un elemento distinto in sé, quanto una specie di essenza sottile degli altri tre (Cosmico, Umano, Cristico): lo spirito unitivo…, una luce che illumina tutto il processo di concentrazione universale”. 27 Andava così maturando la sua fede – come egli stesso confessò – anche grazie al contatto diretto con le donne, a cominciare da sua madre; una eco si riscontra perfino negli esercizi spirituali, ove in apposite meditazioni vennero messi in evidenza quelli che lui chiamava “i tre femminini” – la Chiesa, la Compagnia di Gesù, la Beata Vergine – tutti presenti ed operanti nell’Evoluzione (Eva): “Renderla più reale nella mia vita. Certo, se avessi avuto meno amiche, ella mi risulterebbe più viva... Ma avevo la scelta. E la mia ‘vocazione’ non era di ritrovarla più in alto, ma emergente sul femminile tangibile nel quale mi sono immerso”. 28 Non quindi a caso saranno due donne a guidare il movimento intellettuale pluralistico che raccoglierà la sua eredità e porterà alla pubblicazione della sua Opera Omnia: la principessa Maria Josè di Savoia (patrona onoraria dei Comitati Scientifico e Generale – Parigi, 1955) e la prof.ssa Ruth Nanda Anshen (rappresentante del Comitato promotore della Collana Perspectives in Humanism – New York, 1968); ed oggi ancora ritroviamo una donna 27  P. TdC, Lettere, Les Muolins, 12 e 14 agosto 1950: in Realizzare l’uomo: lettere inedite (1926-1952), il Saggiatore, Milano 1974, pp. 321-322. 28  P. TdC, Notes de retraits 1919-1954, Seuil, Paris 2003, pp. 254-25.

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al primo posto tra i più autorevoli studiosi della sua opera a livello internazionale, Ursula King, 29 che ha dedicato i suoi studi anche al rapporto tra Spiritualità e Genere. 30

Il tema: l’Eterno Femminino L’argomento dell’Eterno Femminino, titolo di un suo specifico saggio 31 ma istanza ricorrente e pervasiva di tutte le sue Opere, è stato più volte affrontato nei convegni di studio: ma in ottica prevalentemente filologica e/o filosofica, oppure a confronto con la tradizione cristiana, come pazientemente riproposto da Annamaria Tassone Bernardi, 32 ottenendo di recente anche qualche attenzione autorevole; 33 azione necessaria e meritevole, a fronte di un ambiente ecclesiastico tendenzialmente sordo. Si avvertiva tuttavia da tempo l’esigenza di un approccio diverso e più incisivo, più profondo, come segnalava anche Silvana Procacci: 34: in grado, da un lato, di liberare l’opera di Teilhard dai troppi vincoli (costretta, in una logica difensiva, entro una comprensione di tipo confessionale); e dall’altro, di aprire lo sguardo a questa tematica secondo una panoramica universalistica ed in una ottica olistica, adeguata per il terzo millennio. Scriveva Enza Lanzalaco, in una sua nota del dicembre 1996: “...Mi colpiscono, nel pensiero di TdC, alcuni argomenti: il risveglio del senso cosmico e della vita cosmica; la sua visione della materia, della vita e dell’energia; il senso cosmico e il senso cristico…; l’Universo che si amorizza in Cristo e Cristo che si universalizza per ‘radianza’; le caratteristiche del Dio incarnato cristiano… ; l’Universale Femminino considerato un cemento unitivo del Neocosmico dell’Ultraumano e del Pancristico”. Ed al suo pensiero aggiungeva, in allegato, una citazione tratta dalla Baghavadgita ed una dichiarazione dello scienziato Fitrjof Capra su 29  Anglosassone, nata in Germania, vissuta in India e Inghilterra poi negli USA. Cfr. Towards a new Mysticism: Teilhard de Chardin & Eastern Religions, New York 1980; in Italia è stato pubblicato Cristo in tutte le cose, Messaggero, Padova 2001. 30  Cfr. The Search for Spirituality: Our Global Quest for a Spiritual Life, New York 2008, cap. Seven: Spirituality and Gender, pp. 123-141. 31  Del 19 marzo 1918: poema in prosa, ma tema centrale del pensiero teilhardiano. 32  In occasione del convegno a 50 anni dal Concilio: cfr. Annamaria Tassone Bernardi, Per una crescita totale dell’umano: «Maschio e femmina li creò», Atti Convegno Pontificia Università Gregoriana (Roma, 2012); e in precedenza: cfr. S. Procacci, Il femminile in san Paolo e Teilhard de Chardin. La verità non si trova in un percorso esclusivamente maschile (Eupilio, 2008). 33  Cfr. l’“Osservatore Romano” 18.10.2008, p. 4 e 23.11.2012, p. 4: stralci delle due relazioni a firma A. M.Tassone Bernardi. 34  Cfr. L’energia unitiva. Fenomenologia dell’amore in Teilhard de Chardin, in “Un Futuro per l’Uomo”, n. 1, 2000, pp. 57-81; L’amore come potenza spirituale della materia in Teilhard de Chardin, in “Teilhard Aujourd’hui”, ottobre 2008, pp. 37-56.

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Teilhard: ‘Tra i mistici occidentali, quello il cui pensiero si avvicina alla nuova biologia dei sistemi è probabilmente Pierre TdC il suo concetto di Dio potrebbe ben essere quello che si avvicina di più alle concezioni della scienza moderna. TdC è stato disprezzato ignorato o attaccato da scienziati e religiosi incapaci di guardare al di là dei propri concetti. Col nuovo approccio sistemico allo studio degli organismi viventi, però le sue idee appariranno in una luce nuova e daranno probabilmente un contributo significativo al generale riconoscimento dell’armonia che esiste fra le concezioni di scienziati e di mistici’. 35 Enza, donna geniale e sensibile, amava anche rivisitare la celebre Messa sul Mondo del padre Teilhard per ravvivare la celebrazione eucaristica: a tal fine, prima in Italia, realizzò degli opuscoli per rinnovare questa bella esperienza della Liturgia cosmica, che veniva celebrata nella cappella sotterranea dell’Istituto La Casa. 36 Grazie a questa sua sollecitudine, il tema specifico del femminino venne così affrontato, una prima volta, nel ciclo di incontri promosso dal Gruppo Amici di Teilhard di Milano, negli anni ’90  37 ed accompagnati dai ritiri “Yoga e Teilhard” ad Eupilio (Como). 38 Successivamente, per impulso di Luciana Varischi e Silvia de Todaro, esso è stato ripreso più di recente con un nuovo Ciclo, 39 concluso da un momento pubblico – titolato ‘Florilegio Femmineo’ – nel corso del quale un gruppo di artiste milanesi (Roberta Arinci, Gabriella Campioni, Silvia de Todaro, Sonia Scarpante e Maria Pia Quintavalla), hanno espresso tramite le loro performances il proprio modo di testimoniare il valore dell’energia femminile. Occasione intensa ed a tratti commovente, conclusa dalle parole rivolte alla platea da p. Eugenio Costa sj che ha inteso testimoniare a sua volta sia l’attualità intatta dell’opera del suo confratello padre Teilhard, sia l’interesse della Chiesa e dell’umanità verso questo versante cruciale e vitale. 40

35  Cfr. F. Capra, Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente, Feltrinelli, 201314, p. 252. 36  Iniziativa poi ripresa e sistematizzata in un fascicolo: cfr. Liturgia Cosmica (a c. di a. Gentili - l. Mazzoni), Gabrielli editori, Verona 2000. 37  Animati da Luciano Mazzoni Benoni: cfr. Alla scoperta di p. P. TdC: un itinerario di studio, riflessione meditazione alla soglia del terzo millennio cristiano, Milano 2000 (opuscolo). 38  Promossi – presso la Casa dei padri Barnabiti, in Eupilio (Erba, Como) con l’assistenza spirituale di p. Antonio M.Gentili – da Mimma e Rodolfo Signifredi, Fondatori del Centro studi per lo Yoga occidentale: sono stati tra i pionieri delle pratiche yoga e zen in ambito cristiano. 39  Dal gennaio al dicembre 2012: a carattere meditativo e di ricerca, interdisciplinare, interreligiosa e interculturale. 40  L’iniziativa è raccontata in termini riassuntivi dalle stesse promotrici: l.Varischi s. de Todaro, Nuove tesi attorno alle Energie Femminili, in “Teilhardaujourd’hui”, 12/ maggio 2013, pp. 84-87.

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