La spiritualità del Creato

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Matthew Fox La spiritualitĂ del Creato manuale di mistica ribelle Traduzione e cura di Gianluigi Gugliermetto

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Titolo originale: Creation Spirituality. Liberating Gifts for the Peoples of the Earth. Copyright © 1991 by Matthew Fox. Pubblicato in accordo con HarperOne, un marchio di HarperCollins Publishers. Traduzione dall’inglese di Gianluigi Gugliermetto. Prima edizione italiana: settembre 2016 © 2016 Il Segno dei Gabrielli editori Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. 045 7725543 fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-6099-303-8 Illustrazione copertina Irina Charny, Tree of life, Church of the Resurrection, Pleasant Hill, California, 2008 Progetto grafico Lucia Gabrielli Stampa Il Segno dei Gabrielli editori, San Pietro in Cariano (VR) settembre 2016 Per la produzione di questo libro è stata utilizzata esclusivamente energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ed è stata compensata tutta la CO2 prodotta dall’utilizzo di gas naturale.

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Indice

PREFAZIONE di Gianluigi Gugliermetto

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Preludio

LA NUOVA STORIA DELLA CREAZIONE DELL’UNIVERSO 17 Capitolo 1

UNA SPIRITUALITÀ DI MERAVIGLIA 21 Che cos’è la spiritualità del creato?

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Che cos’è il creato?

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Che cos’è la spiritualità?

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La spiritualità del creato come tradizione e come movimento 31 La spiritualità del creato è una tradizione 32 La spiritualità del creato è un movimento 34 Le quattro viae della spiritualità del creato 37 Le quattro viae come quattro comandamenti 39

Primo comandamento. Innamorarsi almeno tre volte al giorno (via positiva)

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Secondo comandamento. Osare l’oscurità (via negativa)

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Terzo comandamento. Non aver paura di generare (via creativa)

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Quarto comandamento. Siate compassionevoli com’è compassionevole il vostro Creatore celeste (via transformativa) 45 Le quattro viae come anello sacro 47

Capitolo 2

I DONI DELLA SPIRITUALITÀ DEL CREATO 51 Una nuova storia cosmica della creazione (la cosmogonia contemporanea)

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Il risveglio del misticismo

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Ecumenismo profondo

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Una nuova storiografia

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Il ritorno dell’artista

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Il recupero della compassione

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La redenzione del culto La fine della vergogna La prevenzione e la cura delle dipendenze Dare importanza ai più giovani Lasciar andare La forza necessaria per un’era ecologica

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Capitolo 3

REGOLE DI VITA IN UN CONTESTO COSMICO 77 La regola della stravaganza 78 La regola dell’interconnessione 79 La regola dell’espansione 80 La regola della varietà 82 La regola della creatività 83

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La regola del vuoto La regola della giustizia La regola della bellezza La regola della comunità La regola del sacrificio La regola della sofferenza e della resurrezione La legge del paradosso e dell’ironia La legge del lavoro

84 85 85 87 88 90 91 93

Capitolo 4

LA SANTA TRINITÀ COME COSMOLOGIA, LIBERAZIONE E SAGGEZZA 95 La prima persona: il Creatore del cosmo

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La seconda persona: il Logos della liberazione

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La terza persona: lo Spirito di saggezza

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Un’unità indivisa: Dio come Mente dell’universo

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POSTFAZIONE (in forma di intervista) a cura di Gianluigi Gugliermetto 111 MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA SPIRITUALITÀ DEL CREATO (2015)

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PREFAZIONE di Gianluigi Gugliermetto

Questo piccolo volume rappresenta un momento di sintesi particolarmente felice delle intuizioni di Matthew Fox sulla vita spirituale. Come racconta nella sua autobiografia, nel 1989, quando era ancora un domenicano, gli fu imposto un anno di silenzio, su richiesta del Vaticano, e Fox ne approfittò per intraprendere una serie di viaggi che lo portarono, oltre che in Europa, in vari luoghi dell’America Latina.1 Le tappe più importanti furono il Brasile e il Nicaragua. In Brasile, Fox poté conoscere il teologo della liberazione Leonardo Boff e incontrare i grandi vescovi dei poveri Pedro Casaldaliga e Thomas Balduino; in Nicaragua, si intrattenne con Ernesto Cardenal, il poeta che era anche ministro della cultura nel governo rivoluzionario sandinista. Questi incontri, e soprattutto quelli con le persone semplici di questi luoghi, lo convinsero dell’affinità profonda tra il suo lavoro sulla spiritualità del creato e quello che stava avvenendo nel campo della teologia della liberazione in America Latina. In entrambi i casi, non si trattava più soltanto di teorie teologiMatthew Fox, Confessioni di un cristiano ribelle, Garzanti 2015, pp. 191-221. 1

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che, ma principalmente di pratiche di liberazione. Non solo, ma i teologi della liberazione, che erano conosciuti e spesso vituperati in Europa e in NordAmerica per la loro vicinanza al marxismo, erano anche appassionati di cosmologia, cioè di quel senso della sacralità del creato e della storia cosmica che Fox sosteneva e insegnava. In quel periodo Ernesto Cardenal stava studiando i testi di Fritjof Capra, Brian Swimme e Erich Jantsch, le medesime letture di Fox, e aveva appena terminato il suo grande poema, El Cántico Cosmico. «Era una gioia passare del tempo con Ernesto, quest’uomo dagli occhi vivaci, la barba bianca e l’anima di un giovane rivoluzionario. Mi condusse nella sua biblioteca, che era anche la sua camera da letto, e mi mostrò il suo nuovo interesse: un telescopio che stava ancora montando. Era come un bambino che desiderava guardare le stelle per la prima volta [...] Alcuni “intellettuali di sinistra” si lamentavano che il mio lavoro non era abbastanza politico, ma qui, dove la sinistra aveva fatto qualcosa di effettivo, aveva fatto cadere una dittatura perversa che stava in piedi da quarant’anni, gli uomini della sinistra avevano trovato la sapienza e l’energia per annunciare alla gente la nuova storia della creazione».� L’immersione nella realtà tragica e profondamente umana dell’America Latina fu per Fox una conferma e uno sprone. Al ritorno negli Stati Uniti, oltre a decidere che non avrebbe più accettato imposizioni da parte dell’autorità ecclesiastica, Fox si mise a scrivere Creation Spirituality, un volume di 10


non grandi dimensioni che apparve nel 1991. Dopo il prologo, che presentava la storia della creazione dal punto di vista scientifico, ma rivelandone il lato mistico, nello stile di Cardenal, il libro si divideva in due parti, come una sorta di dittico incentrato su meraviglia e liberazione.2 Nella prima parte, Fox tornava a spiegare nella maniera più sintetica e più poetica possibile il succo della spiritualità del creato, cioè di quel percorso spirituale che egli aveva riscoperto a partire dai mistici medievali cristiani, ma che a questo punto considerava come «l’eredità spirituale fondamentale dei popoli nativi di ogni continente» (cfr. infra, p. 32) presente anche in modo massiccio nella Bibbia e negli insegnamenti di Gesù. Sulla scorta di studi precedentemente condotti, ora Fox era in grado di proporre la sua visione spirituale senza spiegare in dettaglio in che senso la modernità era stata matrigna� e qual era stato il processo di separazione tra verità religiosa e verità scientifica, con conseguente impoverimento di entrambe, ma semplicemente invitando i suoi lettori ad abbandonare i presupposti che, opponendo la visione scientifica a quella spirituale, e tenendoli incatenati a dogmi assurdi e passatisti da entrambe le parti, impedivano loro di godere appieno dell’esistenza. La prima Questo dittico di meraviglia e liberazione, che è fondamentale per Fox e che può anche essere spiegato come mistica e profezia, è già presente nel suo primo libro, ora tradotto in italiano come Preghiera. Una risposta radicale all’esistenza, Gabrielli editori 2014. 2

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parte del libro, dunque, esponeva in maniera concisa gli elementi fondamentali della spiritualità del creato: la struttura delle quattro viae, la meraviglia per il creato come inizio di ogni percorso spirituale, il ritorno della compassione e della creatività come elementi culturali fondamentali, la fine della vergogna e il ritorno a una ritualità sana ed estatica. Poi, sempre con grande brevità, Fox affrontava il tema della necessaria disciplina per riuscire, col tempo e la pazienza, a rivitalizzare sempre di più la spiritualità del creato per sé e per gli altri. La seconda parte del volumetto passava invece all’applicazione di questa teoria della spiritualità del creato alla pratica personale, sociale e politica nel contesto dell’America del Nord. Fox intendeva mostrare che, come la teologia della liberazione era adatta all’America Latina, così la spiritualità del creato poteva rappresentare un grande percorso di liberazione personale e comunitario per i suoi compatrioti. Era molto importante per Fox che la spiritualità del creato non si limitasse a proclami ma si calasse nella realtà più immediata a ogni livello dell’esistenza. Ma, proprio per questo motivo, il testo della seconda parte del volume era molto legato al momento storico e al contesto culturale americano. continua...

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Preludio

LA NUOVA STORIA DELLA CREAZIONE DELL’UNIVERSO

La poetessa e vasaia M. C. Richards ha parlato di ciò che accade quando la scienza e la religione si separano, come è accaduto effettivamente tre secoli fa: La disunione è palpabile, e questa frattura blocca la coscienza poetica, è una malattia caratteristica della nostra società [...] L’anima si ritira dentro di sé, si nasconde nel sottosuolo, si separa dalla parte che continua a camminare sulla superficie. La vitalità si rattrappisce, i disturbi psichici si fanno più acuti, i suicidi più frequenti.

Se questa descrizione della malattia della nostra cultura vi sembra appropriata, immaginate allora che cosa può accadere quando la scienza e la spiritualità si uniscono di nuovo insieme. Questa possibilità costituisce, di fatto, la notizia migliore e più rivitalizzante del nostro tempo. Oggi la scienza ci fornisce una nuova storia cosmica riguardo alle nostre origini. È una storia sacra che ci riempie di meraviglia quando la ascoltiamo. Nelle righe che seguono cercherò di raccontarla a modo mio. È una storia di doni, perché tutti noi proveniamo da una discendenza di doni cosmici: 13


All’inizio c’era il dono. E il dono era con Dio, e il dono era Dio. E il dono venne a porre la sua tenda in mezzo a noi, dapprima nella forma della palla di fuoco primordiale, che bruciò senza sosta per 750.000 anni e nel suo immenso forno cosmico forgiò adroni e leptoni. Questi doni riuscirono a stabilizzarsi abbastanza per dare alla luce le prime creature atomiche: l’idrogeno e l’elio. Un miliardo di anni di rimescolamenti e ribollimenti, e i doni dell’idrogeno e dell’elio diedero alla luce le galassie – e queste galassie vive, rotanti, vorticanti, crearono triliardi di stelle, luci celesti e fornaci cosmiche, che a loro volta crearono altri doni esplodendo violentemente, enormi supernove, brucianti di luce e più radiose di miliardi di stelle. Un dono dopo l’altro, un dono che crea un altro dono, doni che esplodono, doni che implodono, doni di luce, doni di oscurità. Doni cosmici e doni sub-atomici. Tutto che gira e ruota in un vortice, nasce e muore, nell’ambito di un vasto piano segreto, che era esso stesso un dono. Una di queste supernove esplose a modo suo e produsse nell’universo un dono unico che più tardi, nel tempo, altre creature avrebbero chiamato “Terra”, la loro casa. Anche la biosfera fu un dono, 14


che avviluppava la Terra di bellezza e dignità fornendole il giusto livello di protezione dalle radiazioni del sole e dal freddo cosmico. E dalla notte eterna. Questo pianeta speciale venne così incastonato come un gioiello nel suo posto preciso, un posto squisito, alla distanza di 100 milioni di miglia dalla sua stella madre, il sole. Sorsero altri doni, mai visti prima nell’universo: rocce, oceani, continenti, creature multicellulari che si muovevano di forza propria. Nasceva la vita! I doni che prima avevano preso la forma della palla di fuoco, dell’elio, delle galassie e delle stelle, delle rocce e dell’acqua, ora prendevano la forma della vita! La vita era un nuovo dono dell’universo, era un nuovo dono nell’universo. Fiori di ogni colore e profumo, alberi che stavano diritti. Foreste che offrivano possibilità di prosperare a tutti i tipi di esseri. Esseri che strisciano e che si arrampicano. Esseri che volano, che saltano e che nuotano. Esseri che corrono su quattro zampe. E, alla fine, esseri che stanno in piedi su due zampe sole, e che camminano. E che hanno pollici opponibili per creare ancora di più, mettendo al mondo ancora altri doni. L’essere umano stesso divenne un dono, ma anche una minaccia, perché il suo potere creativo era unico 15


sia nel suo potenziale distruttivo come nel suo potenziale di guarigione. Come avrebbero usato gli umani questi doni? Che direzione avrebbero preso? La Terra attendeva una risposta, e sta ancora aspettando. Sta tremando. Vennero diversi maestri e maestre, incarnazioni del divino, che sorsero dalla Terra: Iside e Esiodo, Buddha e Lao Tzu, Mosè e Isaia, Sara e Ester, Gesù e Paolo, Maria e Ildegarda, il capo Seattle e Buffalo Woman. Vennero per insegnare le strade umane della compassione. Ma la Terra continuò ad attendere per vedere se l’umanità era un dono o una maledizione. E tremava. Vi è mai successo di donare qualcosa e poi pentirvene? La Terra si meraviglia e aspetta, perché il dono è stato fatto carne e si trova in mezzo a noi, dappertutto, ma noi perlopiù non ce ne accorgiamo. Lo trattiamo non come un dono, ma come un oggetto. Un oggetto da usare, abusare, schiacciare sotto i piedi – crocifiggere addirittura. Ma a coloro che lo ricevono come un dono, è promessa ogni cosa. Saranno chiamati figli e figlie del dono, saranno figli e figlie della grazia. Per tutte le generazioni.

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Capitolo 1

UNA SPIRITUALITÀ DI MERAVIGLIA

Che cos’è la spiritualità del creato? Qualche anno fa mi trovavo in una camera d’albergo di New York con una giornalista del New York Times, una donna afroamericana che mi stava intervistando. La sua prima domanda fu questa: «Vede, io sono cresciuta nei quartieri poveri di Chicago e adesso vivo qui a Manhattan. Che cosa dice a me la spiritualità del creato? Si tratta di visitare parchi e di andare a vedere gli animali?». A quel punto la invitai a guardare fuori dalla finestra e a dirmi che cosa vedeva. Eravamo al diciottesimo piano e la finestra era incorniciata da mattoni. Ma che cos’è un mattone? È argilla che gli esseri umani hanno portato su fino al diciottesimo piano. E che cosa tiene su questi mattoni? Delle travi di acciaio, anch’esse dono del pianeta Terra. Andammo alla finestra e guardammo giù insieme. Sotto di noi c’erano moltissimi taxi, tutti fatti di acciaio, che correvano veloci su gomme (il cui materiale viene dall’albero della gomma) spinte dall’energia di un combustibile derivante da piante e animali morti centinaia di milioni di anni fa. Una città, per stupefacente che sia, è anche suolo, è materia naturale riciclata da esseri uma17


ni, i quali a loro volta sono terra, anche se stanno su due gambe, hanno pollici opponibili e un’immensa immaginazione. La spiritualità del creato può essere un’esperienza urbana tanto quanto un’esperienza rurale, sempre che abbiamo voglia di accorgerci della provenienza delle cose e della relazione tra di loro. In questo capitolo chiarirò in modo sintetico qual è il sentiero della spiritualità del creato. Che cos’è il creato? Il creato siamo noi e tutte le cose. Siamo noi in relazione a tutto il resto. “Tutti i nostri parenti”, così dicono i Lakota nelle loro preghiere ogni volta che fumano la sacra pipa o entrano o escono dalla capanna sudatoria. “Tutti i nostri parenti”: questo significa tutti gli esseri, tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili: le galassie rotanti e i soli sfrenati, i buchi neri e i microorganismi, gli alberi e le stelle, i pesci e le balene, i lupi e i delfini, i fiori e le rocce, la lava fusa e la neve che troneggia sulle cime dei monti, i figli che mettiamo alla luce e i loro figli, e i loro figli, e i loro figli. La madre single che è disoccupata e lo studente universitario, il bracciante e l’imprenditore agricolo, la rana nello stagno e il serpente nell’erba alta, i colori di un’accesa giornata di sole e l’oscurità totale di una foresta pluviale di notte, il piumaggio brillante dei pappagalli e i colpi di un tamburo africano, i 18


kiva (stanze rituali) degli Hopi e le meraviglie della cattedrale di Chartres, la frenesia di New York e la disperazione delle prigioni sovraffollate: ci sta dentro tutto. Il creato è tutto lo spazio e tutto il tempo. Tutte le cose presenti, passate e future. Ma tra queste tre modalità di concepire il tempo, è la modalità del presente quella verso cui si concentra di più il creato, perché il tempo più significativo tra tutti è adesso, è quello che è stato definito “eterno presente”. Il passato influenza il futuro per mezzo delle scelte che noi compiamo nel momento presente. A che cosa decidiamo di dare vita in questo momento? Se il futuro porterà con sé maggiore bellezza oppure maggiore dolore, è un fatto che dipende dalle nostre scelte, a come rispondiamo al nostro ruolo di co-creatori all’interno di una creazione che continua a svilupparsi ed espandersi. Il passato e il presente convergono in noi per dare vita al futuro. Come dice Meister Eckhart: Dio crea l’intero universo completamente e pienamente in questo momento presente. Ogni cosa che Dio ha creato seimila anni fa, e forse prima di allora quando stava iniziando a fare il mondo, Dio la crea anche adesso in un istante. Ogni cosa che Dio ha creato milioni di anni fa e ogni cosa che Dio creerà dopo milioni di anni, se il mondo dovesse durare così tanto, Dio la crea adesso nei più intimi e profondi luoghi dell’anima. 19


Ogni cosa del passato e ogni cosa del presente e ogni cosa del futuro Dio la crea nei luoghi piÚ profondi dell’anima.

Continua....

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