La chiesa cattolica e il comunismo

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3 Collana STORIA DELLA CHIESA IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE Diretta dal prof. Jan Mikrut


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PIANO DELLA COLLANA

La Chiesa cattolica e il Comunismo in Europa centro-orientale e in Unione Sovietica La Chiesa cattolica e il Comunismo in Europa centro-orientale attraverso i protagonisti La Chiesa cattolica in Unione Sovietica


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LA CHIESA CATTOLICA E IL COMUNISMO

IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE E IN UNIONE SOVIETICA

a cura di Jan Mikrut

prefazione del cardinale Miloslav Vlk


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© Il Segno dei Gabrielli editori, 2016 Via Cengia 67 − 37029 San Pietro in Cariano (Verona) Tel. 045 7725543 − fax 045 6858595 mail info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Prima edizione, 2016 ISBN 978-88-6099-293-2 Stampa Litografia de “Il Segno dei Gabrielli editori”, 2016


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Indice generale

Prefazione del cardinale Miloslav Vlk Introduzione del curatore

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EUROPA CENTRO-ORIENTALE La Chiesa cattolica in Albania. Joseph Ritho Mwaniki La Chiesa cattolica in Bulgaria. Antonio Cascone

27 63

Cecoslovacchia La Chiesa cattolica in Repubblica Ceca. Jan Mikrut La Chiesa romano-cattolica in Slovacchia. Peter Olexák La Chiesa greco-cattolica in Slovacchia. Peter Šturák

79 157 193

La Chiesa cattolica in Germania dell’Est (DDR). Jan Mikrut

227

Jugoslavia La Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina. Tomo Vukšić La Chiesa cattolica in Croazia. Jure Krišto La Chiesa cattolica in Slovenia. Tamara Griesser-Pečar

277 327 387

La Chiesa cattolica in Polonia. Albert Warso

411

La Chiesa romano-cattolica in Romania. Imre Tempfli La Chiesa greco-cattolica in Romania. Sergiu Soica

489 537

La Chiesa cattolica in Ungheria. Adam Somorjai

569

LA CHIESA CATTOLICA IN UNIONE SOVIETICA Paesi Baltici La Chiesa cattolica in Estonia. Roman Dzwonkowski La Chiesa cattolica in Lettonia. Andris Priede La Chiesa cattolica in Lituania. Irena Vaišvilaitė

599 605 623


8 La Chiesa cattolica in Bielorussia. Roman Dzwonkowski

655

La Chiesa cattolica in Moldavia. Petru Ciobanu

671

La Chiesa romano-cattolica in Ucraina. Roman Dzwonkowski La Chiesa greco-cattolica in Ucraina. WĹ‚odzimierz Osadczy

683 699

La Chiesa cattolica nelle Repubbliche Asiatiche. Roman Dzwonkowski

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La Chiesa cattolica nelle Repubbliche del Caucaso. Roman Dzwonkowski

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La Chiesa cattolica in Kazakhstan. Natalia Rykowska

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Indice delle abbreviazioni

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Indice dei collaboratori

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Indice dei nomi

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Indice dei luoghi

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Miloslav Vlk - Prefazione

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Miloslav Vlk

Prefazione

Ho accolto con piacere la richiesta del professor Jan Mikrut della Pontificia Università Gregoriana a Roma di scrivere una breve introduzione a questo libro, da lui curato, che tratta della complessa e spesso drammatica storia della Chiesa in Europa centro-orientale negli anni dalla fine della seconda guerra mondiale fino al crollo del sistema comunista. Questo testo non è soltanto un’opera scientifica, scritta da diversi illustri studiosi europei, ma è anche un’autorevole conferma della persecuzione cui fu sottoposta la Chiesa cattolica e dell’eroismo di molti suoi membri. La conferma scaturisce, infatti, dalla concordanza delle fonti documentali, usate a piene mani nella presente opera, e dalle testimonianze di coloro che vissero quel periodo in prima persona. Come la storia insegna, dopo la dura prova la Chiesa seppe rinascere con rinnovato vigore, seppur segnata da profonde ferite che solo il trascorrere del tempo e la grazia di Dio potrà nuovamente sanare. Sono trascorsi ormai più di 25 anni dalla caduta del comunismo in Europa centro-orientale e proprio questa ricorrenza è stata il motivo per la preparazione di questo volume. Gli storici di diversi paesi, governati nel passato da regimi ispirati all’ideologia comunista, hanno voluto offrire ai lettori i risultati delle loro ricerche, per conservare e tramandare la memoria alle future generazioni, dando voce alle vittime e ai numerosi eroi di quel periodo. Durante la sua storia bimillenaria la Chiesa cattolica fu perseguitata tante volte. Gesù disse ai suoi discepoli: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv. 15,18-20). Fin dai primordi la comunità dei cristiani fu perseguitata e quindi chiamata a difendere la sua fede in Cristo, spesso anche a costo della vita. Solo all’inizio del IV secolo, con la legislazione dell’imperatore Costantino, i cristiani ebbero modo di esprimere pienamente il proprio credo. Anche nel tempo moderno, tuttavia, in una società che riconosce un’estensione quasi illimitata alla libertà e alla dignità della persona, con la legittimazione, almeno formale, dei diritti umani in moltissimi paesi del mondo, ancora permangono e anzi si moltiplicano le persecuzioni religiose, che umiliano l’uomo e ne calpestano la dignità. Nel secolo scorso abbiamo vissuto non solo due guerre crudeli, ma anche due sistemi politici totalitari, così violenti contro la libertà e contro la dignità umana che non trovano pari nel passato: il Nazismo e il Comunismo, dichiaratamente contrari alla religione, fondati sull’odio di classe e, almeno per il primo, anche sull’odio razziale. È chiaro che l’odio non può essere la base per un sistema politico e per una cultura della vita.


10 Miloslav Vlk - Prefazione Dopo la prima guerra mondiale e il crollo della Monarchia asburgica nel 1918 nacque la prima Repubblica Cecoslovacca. Si creò un nuovo sistema politico democratico, basato sull’unione politica di due popoli: i Cechi e gli Slovacchi. L’unione politica non venne a significare però unità culturale: le storie dei due popoli erano troppo diverse e neanche significò sviluppare un’unica nazione Cecoslovacca. Nel 1945, con la fine della seconda guerra mondiale, iniziò una difficile tappa della storia europea: il comunismo divenne la forma del sistema politico negli stati “liberati” dall’armata rossa e poi diffuso ancora nei paesi vicini. L’élite culturale, soprattutto in Cechia, inizialmente simpatizzò con il nuovo sistema sovietico, la cui realtà era poco conosciuta, proprio perché l’esercito sovietico aveva sconfitto il Nazionalsocialismo, riportando la libertà. In Cecoslovacchia, dopo il colpo di stato del 1948 seguito al mancato tentativo di alterare i risultati delle elezioni politiche, i comunisti s’impadronirono del potere, soprattutto grazie al sostegno dell’esercito sovietico. I sovietici organizzarono poi sui territori da loro controllati delle basi militari, mettendo la popolazione europea sotto la pressione dell’ideologia marxistaleninista. Anche per i comunisti europei si aprì la strada verso il potere, dando vita ad una poderosa battaglia ideologica contro la precedente fallimentare classe politica. La Chiesa cattolica fu uno dei più grandi nemici del sistema materialista, ateo, comunista cecoslovacco, secondo quanto dichiarato dallo stesso partito comunista, essendo storicamente legata alla maggioranza della popolazione nazionale. Cominciando dal 1948, i comunisti realizzarono un brutale sistema politicosociale, avviando un periodo di grandi processi contro ogni oppositore, soprattutto contro i rappresentanti della Chiesa cattolica, che, per disgrazia dei comunisti, aveva uno status giuridico internazionale, con sede in Vaticano. Grazie anche all’appoggio dei mass media, che diffondevano ad arte le bugie del regime, i comunisti poterono usare ogni mezzo per combattere le istituzioni della Chiesa e i singoli cattolici. I vescovi che scamparono all’arresto furono isolati e fu impedito loro di guidare la diocesi e svolgere il loro ministero pastorale. Poiché la Santa Sede non poteva nominare i nuovi vescovi senza un accordo con il governo, senza fare dunque compromessi inaccettabili per la Chiesa stessa, per la guida delle diocesi furono nominati, dall’ufficio comunista “per gli affari ecclesiali”, sacerdoti compromessi o sostenitori del regime. Lo stesso ufficio creò un’organizzazione “per la pace”, formata da sacerdoti sostenitori del nuovo potere politico, che creò non poche difficoltà alla Chiesa cattolica e contribuì alla divisione dei fedeli e del clero. Volendo subordinare a sé tutte le attività della Chiesa cattolica, il potere comunista formulò una legge particolare per “sorvegliarla”. A livello di governo e di altri organi amministrativi c’erano i cosiddetti “segretari ecclesiali”, membri di polizia segreta, che dirigevano e controllavano tutte le attività della Chiesa, alla quale vennero vietate le sue tradizionali attività pastorali, come la formazione


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della gioventù e la pastorale diretta alle famiglie. Ogni sacerdote poteva svolgere il suo ministero sacerdotale in forma pubblica solo in una delle parrocchie indicate e solo con uno speciale permesso, “con la licenza” dello stato. Altre forme di attività pastorale erano strettamente proibite. Ma la Chiesa non può vivere soltanto celebrando l’Eucarestia alla domenica, scollata e isolata dai fedeli nella vita quotidiana; avvenne così che alcuni coraggiosi sacerdoti che svolsero questo lavoro clandestinamente, in modo “catacombale”, furono scoperti e severamente puniti, sempre secondo le leggi dello stato. I conventi religiosi, maschili e femminili, furono soppressi con un’aggressione militare: in una notte dell’aprile del 1950 tutti i conventi maschili furono militarmente occupati dalla polizia e dall’esercito, che deportò tutti i religiosi nei lontani campi di concentramento. Lo stesso avvenne nell’estate del 1950 con i numerosi conventi femminili. Gli oppositori del regime, veri o presunti, furono arrestati e condannati a gravi pene. Presto i comunisti assunsero il pieno potere nei paesi da loro governati, col beneplacito e la protezione dell’Unione Sovietica, con l’annichilimento di ogni forma di libertà e di democrazia. Soprattutto, mai cessò la persecuzione contro l’opposizione “ideologica”, che non condivideva la dottrina del marxismo-leninismo, in primis contro i rappresentanti della Chiesa cattolica, che furono additati come alleati dei “capitalisti e imperialisti occidentali” che, dal punto di vista del regime, intendevano distruggere il socialismo, propagandato come “un vero paradiso” per la classe operaia. Dopo la primavera di Praga, nel 1968, quando alcuni vescovi poterono ritornare nelle loro diocesi, si temé che, con nuove persecuzioni del regime, i vescovi sarebbero stati deportati nella profonda Siberia, per distruggere così definitivamente la Chiesa cattolica. Alcuni vescovi “clandestini” cominciarono perciò a ordinare nuovi vescovi e sacerdoti senza il permesso del Vaticano, per far fronte alla temuta deportazione, dando vita alla Chiesa “clandestina”, chiamata anche Chiesa “sotterranea”. Poiché io stesso ho vissuto in prima persona questi avvenimenti, come cittadino e sacerdote cecoslovacco, ricordo bene come noi siamo stati chiusi nella nostra Repubblica come in un grande carcere, non potendo semplicemente andare all’estero, in Occidente. Negli stati cosiddetti socialisti potevamo viaggiare più facilmente. Quello polacco si connotava come il regime comunista più libero, perché la Chiesa cattolica era numerosa e molto forte e i vescovi e i sacerdoti avevano una grande influenza sulla società, così che non si poteva fare una dura oppressione, come invece avveniva da noi. Per questo motivo il nostro regime non vedeva di buon occhio i cattolici che andavano in Polonia, perché temevano il “contagio” della libertà polacca. Anche in Germania dell’Est vi era maggiore libertà, perché durante i primi 10 anni del comunismo esisteva in Berlino la frontiera aperta e i comunisti non poterono porre in essere un’oppressione così dura. Inoltre i credenti più numerosi erano protestanti… Anche in Ungheria il regime non fu così radicale: esistevano, per esempio, le scuole cattoliche e i vescovi rimasero nelle loro sedi.


12 Miloslav Vlk - Prefazione Il libro rende concreto e dettagliato questo sistema disumano indirizzato contro l’uomo, contro la sua dignità, contro la sua libertà. I suoi protagonisti operano ancora oggi nella nostra vita politica, il partito comunista fa parte del nostro parlamento. I comunisti non hanno mai chiesto scusa per i crimini che hanno operato. La storia della Chiesa cattolica dimostra che in ogni persecuzione vi sono personaggi eroici, conosciuti e non, che con il loro coraggio gettano una luce nelle tenebre ed aiutano a guardare con fiducia al futuro. Spero che questo libro possa dimostrare che il male e l’odio non possono essere posti alla base della vita personale e, men che mai, possono costituire le fondamenta della vita di una società che voglia dirsi umana, ancor prima che civile. Miloslav card. Vlk arcivescovo emerito di Praga


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Jan Mikrut

Lo scontro tra l’ideologia marxista-leninista e la Chiesa cattolica in Europa centro-orientale

Il presente volume è frutto delle ricerche storiche dei professori e studiosi della storia della Chiesa nei paesi europei governati dai politici comunisti sul fondamento dell’ideologia marxista-leninista. Dopo il 1945, il potere comunista cercava con determinazione di ridurre l’influenza della religione nella società, per introdurre la sua atea visione del mondo e realizzare quel concetto di “totaitarismo” con cui si intende identificare un sistema politico autoritario in cui il ruolo cardine, nello stato, è svolto da un partito unico prevalente. Apparso per la prima volta il 12 maggio 1923 sul quotidiano politico antifascista Il mondo, nell’articolo di Giovanni Amendola titolato “Maggioranza e minoranza”, il termine “totalitarismo” venne assunto sostanzialmente, come proprio, dal potere comunista. A suo avviso, il successo di questo sistema politico sarebbe dipeso dalla interconnessione di tre criteri fondamentali: determinazione delle strutture governative, numero dei cattolici presenti e intensità del loro legame con la popolazione. Si trattava degli stessi criteri che avrebbero determinato l’intensità delle persecuzioni nei confronti della religione e specialmente della Chiesa cattolica. Le persecuzioni avevano sempre lo stesso fondo ideologico, ma nelle pratiche erano differenti nei diversi paesi dell’Europa centro-orientale. Dopo il 1945 il territorio dell’Europa Centrale entrò nell’orbita della dominazione sovietica. Le decisioni, prese durante le Conferenze di Yalta e Potsdam, crearono una nuova divisione di questa parte dell’Europa. La politica sovietica di annessione spezzò l’antica struttura dell’Europa Centrale: la Lituania, la Lettonia e l’Estonia, nonché i territori orientali della Polonia inglobati all’URSS, persero la loro indipendenza; una parte dell’Impero asburgico, la Bucovina e Bessarabia, passò sotto l’impero sovietico; fu divisa anche la Germania. Il termine Europa Centrale sparì dalle mappe e dal linguaggio diplomatico e fu sostituito con quello di “Europa centro-orientale”. Per la prima volta sia Praga e Budapest che Lipsia e Berlino vennero a far parte dell’Est. Dal punto di vista geopolitico, dopo il 1945, l’Europa Centrale diventò la parte esterna dell’impero sovietico, contenendo i paesi satelliti dell’URSS: la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria e la Germania Orientale (DDR). Alla “parte interna” dell’URSS furono invece incorporate la Lituania, la Lettonia, l’Estonia, l’Ucraina, la Bielorussia e la Moldavia. Questa divisione è molto importante riguardo alla politica confessionale, poiché il modo di agire del potere di fronte alle comunità dei credenti era diverso nella parte interna o in quella esterna dell’impero. Nelle Repubbliche sovietiche la mancanza di qualsiasi indipendenza politica di queste permetteva ai


14 Jan Mikrut - Presentazione comunisti di applicare soluzioni radicali, rendendo impossibile qualsiasi forma di resistenza. Infatti, la dimensione della repressione dipendeva dal luogo in cui viveva la comunità cristiana. L’appartenenza alla parte interna dell’impero rendeva impossibile qualsiasi forma di resistenza e le repressioni erano così violente che lasciavano spazio soltanto a due atteggiamenti: eroica perseveranza e martirio, oppure totale sottomissione o addirittura apostasia. La fede poteva essere confessata in modo privato o in clandestinità. Nella parte esterna dell’impero esisteva, invece, un certo margine spazio per dimostrare la propria indipendenza e anche, talvolta un’efficace resistenza. Il cesaropapismo staliniano presupponeva la superiorità del potere laico su quello ecclesiastico, l’imposizione della visione atea del mondo all’intera popolazione e l’uso strumentale della legge contro la Chiesa. Con forte determinazione quindi si portò avanti il programma della distruzione della religione in Unione Sovietica: qui dopo il 1945 le repressioni, specialmente contro la Chiesa cattolica, furono molto crudeli. I nuovi paesi annessi al blocco sovietico, finora legati alla cultura occidentale, dovettero fare un’inversione di marcia e creare un apparato politico-militare orientato al combattimento dell’influenza religiosa, non solo delle chiese cristiane, ma anche, (come ad esempio in Albania) della religione, nonché della tradizione musulmana. Questa forma di governo, già ben sperimentata in Unione Sovietica e dopo il 1945 proposta in quasi tutti i paesi del blocco sovietico, ha espresso in Albania, soprattutto nell’ambiente religioso, una forma di particolare brutalità. La vita religiosa di tutte le comunità religiose, non solo cristiane, fu sottoposta a una dura persecuzione. Il concetto politico di Josef Stalin chiedeva una sottomissione della Chiesa al potere dello stato e utilizzava il potere per obbligare tutti i cittadini all’accettazione del sistema ateo. Questo principio fu perseguito con una particolare crudeltà sui territori dei nuovi stati inseriti nel territorio dell’URSS: Lituania, Lettonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia: la religione fu ancora per un certo periodo tollerata, come un relitto dei tempi vecchi, ma doveva essere eliminata dallo stato moderno e decisamente cancellata dalla vita della società. Un argomento di grande importanza per i comunisti era la liquidazione della Chiesa greco-cattolica nell’intera zona sovietica. Per questo compito fu usata consapevolmente una picola parte del clero: quello disposto, dopo le persecuzioni e le minacce a collaborare con lo stato comunista. Poiché la Chiesa grecocattolica doveva essere integrata nelle strutture della Chiesa ortodossa, a tal fine i governi comunisti convocarono una serie di pseudosinodi che decretarono tale integrazione. Così, nel 1946 in Ucraina si tenne il sinodo di Leopoli e nel 1949 quello di Mucacevo; in Romania nel 1948 si tenne il sinodo di Cluj e in Cecoslovacchia nel 1950, il cosiddetto sinodo di Prešov: la Chiesa ortodossa doveva riunire i nuovi popoli nella struttura dello stato sovietico. D’altronde lo stesso compito educativo aveva la Chiesa ortodossa nei paesi già dominati dall’ortodossia, come Bulgaria, Romania e Serbia. La presenza dell’esercito russo non autorizzava di per se ancora i comunisti


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locali ad assumere il potere politico, poiché questi non possedevano ancora un numero alto di consensi che avrebbero permesso loro di vincere legalmente le elezioni e conquistare il potere politico nel paese. La polizia e il potere sovietico NKWD lavoravano intensamente a favore dei comunisti e del nuovo sistema dello Stato da loro proposto, creando il terrore e perseguitando tutti i loro avversari, non solo politici; ma non potevano, d’altro canto, mostrare palesamente le loro vere aspirazioni. Il confronto aperto con la Chiesa cattolica, per il momento, venne rimandato a tempi futuri. Ancora differente era la situazione dei paesi che, prima del 1918,avevano fatto parte della Monarchia austro-ungarica, poiché proprio il forte e secolare legame con il potere statale costituiva il dramma della Chiesa in Ungheria e Cecoslovacchia. L’eredità del sistema giuseppinista, che aveva incluso il cattolicesimo nello spazio dell’ideologia ufficiale dello Stato, ebbe fatali conseguenze nelle condizioni dello stato comunista. L’anno 1948 costituisce un punto di svolta nello sviluppo dei rapporti ChiesaStato in Europa: in quell’anno iniziò tra Oriente e Occidente un confronto ideologico, tale da provocare un aumento della tensione in tutto il mondo. Il Movimento comunista internazionale decise di rompere con la politica di tolleranza verso qualsiasi forma di opposizione politica e di costruire un sistema di totale controllo sulla vita sociale, economica e spirituale delle nazioni: tra le priorità di questo programma situò la lotta contro la Chiesa cattolica. Al Convegno dei partiti comunisti a Szklarska Poręba in Polonia, dal 22 al 27 settembre 1947, il rappresentante russo Ždanov Andriej Aleksándrovič (1896-1948) presentò un piano di eliminazione della Chiesa cattolica in tutti i paesi del blocco sovietico. Il suo progetto si basava sul modello sovietico applicato negli anni venti nell’URSS e consisteva nella distruzione delle gerarchie e poi dei più eminenti tra sacerdoti e laici. Nella prima fase dovevano essere arrestati i vescovi, eliminando così la guida della Chiesa, e si dovevano isolare le persone apprezzate dai credenti. Allo stesso tempo, bisognava creare gruppi dei laici collaborazionisti, fedeli al regime e avversari della gerarchia. Nei paesi dove i governi avevano collaborato con il Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, come Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Ungheria e Romania, le persecuzioni della Chiesa iniziarono subito dopo la fine della guerra, già nel 1945, con la pretesa di combattere un comune nemico ostile all’intero popolo: infatti, la Chiesa cattolica era tra gli avversari e gli oppositori presenti in gran parte dei paesi occupati dall’Unione Sovietica, c’era anche la Chiesa cattolica. Qui dobbiamo ricordare la Chiesa cattolica in Croazia, che vide la morte di centinaia di sacerdoti, religiosi e suore. Proprio in Croazia fu organizzato dai comunisti jugoslavi già nel 1946 il primo processo contro l’arcivescovo di Zagabria, Alojzije Stepinac (1898-1960) da parte dei comunisti jugoslavi, i quali provarono a distaccare la Chiesa croata da Roma per creare una Chiesa nazionale; ma la coraggiosa risposta dei vescovi non lasciò loro alcun dubbio. Il potere, organizzato dal capo del partito comunista, Josip Bros Tito, cercava di combattere la Chiesa cattolica arrestando i sacerdoti e vietando la libertà di culto, e usò lo


16 Jan Mikrut - Presentazione stesso metodo anche per tutti gli altri popoli dello stato jugoslavo, dove la chiesa cattolica era in minoranza. Dopo la seconda guerra mondiale, vescovi, sacerdoti e fedeli subirono una dura repressione: lo Stato ridusse la libertà di culto e proibì ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale. Alla fine della guerra, dopo la fuga di Ante Pavelič e del suo governo, l’arcivescovo Stepinac rimase a Zagabria, al suo posto. Josip Broz Tito cercò di convincerlo a staccarsi da Roma e a fondare una Chiesa indipendente dalla Santa Sede, ma senza successo. Dopo il rifiuto dell’arcivescovo della collaborazione, la persecuzione alle strutture della Chiesa e alla vita di sacerdoti e religiosi fece ancora più dura: nella lettera pastorale dei vescovi cattolici jugoslavi, del 21 settembre 1945, si riferiva che 243 sacerdoti erano stati uccisi, 89 erano scomparsi (allora si sospettava, però, che anch’essi fossero stati uccisi) e che un gruppo di 169 si trovava in prigione. Il potere decise di organizzare un processo farsa contro l’arcivescovo Stepinac, con l’accusa assurda di aver collaborato con il regime di Ante Pavelič. L’11 ottobre 1946 mons. Stepinac fu condannato a 16 anni di lavori forzati, nel 1951 venne trasferito dalla prigione di Lepoglava al domicilio forzato presso Krasič. Era agli arresti domiciliari quando, il 12 gennaio 1953, Pio XII lo nominò cardinale; mori il 10 febbraio 1960 a Krašić e fu sepolto nella cattedrale di Zagabria. Il 3 ottobre 1998 fu beatificato da papa Giovanni Paolo II a Marija Bistrica. In Slovenia alla fine della guerra circa 300 sacerdoti e religiosi sloveni furono espulsi dalla patria. Alcuni furono giustiziati senza un processo, altri vennero condannati dai tribunali popolari spesso senza alcun motivo valido, a lunghi anni di prigione. Negli anni 1945-1961 subirono condanne senza alcun processo 425 sacerdoti, di cui: 339 avrebbero subito persecuzioni in prigione e 9, dopo i processi-farsa furono condannati a morte. Lo Stato aveva ridotto totalmente la libertà di culto e proibito ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale, né mancavano occasioni per mettere sotto pressione i ripresentanti della Chiesa, presentando il cristianesimo come una religione priva di alcuna conferma scientifica. Nella scuola, l’ideologia atea faceva pressione sugli allievi, convincendoli che l’insegnamento cattolico non poteva competere con l’illuminismo sostenuto dai comunisti e inducendoli a studiare la storia dell’umanità come una lotta contro l’influenza negativa della Chiesa cattolica. La polizia sottoponeva a controllo le attività del vescovo e del clero e la corrispondenza era censurata. I comunisti fondano l’Associazione Sacerdotale San Cirillo e Metodio (CMD), organizzata poi in tutti i paesi governati dai comunistai, i sacerdoti che collaboravano con il governo intendevano meglio controllare il clero tutto, che veniva così distinto in due gruppi: quello patriottico e quello anarchico. La Chiesa ortodossa in Bulgaria, Romania e Serbia, similmente alla Chiesa cattolica, dovette subire varie persecuzioni e dimostrare la sua disponibilità a trovare un modo adeguato per sostenere il nuovo sistema statale. Tuttavia le persecuzioni contro di essa non furono così massicce, per il fatto che la Chiesa ortodossa non aveva un carattere internazionale come la Chiesa cattolica, la cui “sede centrale” si trovava fuori dai confini nazionali. L’ateismo, in questo progetto, doveva svolgere due funzioni: essere collante


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ideologico di tutti i partiti comunisti del blocco ed elemento di soggiogamento, di neutra, estranea dominazione, contraria alle tradizioni e specificità nazionali. Così esso diventò la nuova religione comunista e, allo stesso tempo, uno strumento di unificazione delle proprie file e di soggiogamento degli esterni. L’unico ostacolo rimaneva la Chiesa cattolica, perciò i comunisti erano pronti ad applicare tutti i mezzi, compresa la violenta persecuzione, per annientarla. Più tragica fu la persecuzione della Chiesa verificatasi in Albania, dove il governo aveva dichiarato, nella stessa Costituzione, l’ateismo come uno dei fondamenti dello Stato. Nonostante l’Albania non fosse stata liberata dall’esercito sovietico, i comunisti molto presto sottomisero l’intera nazione al terrore comunista. Il regime perseguì l’abolizione di tutto ciò che avesse a che fare con qualsiasi religione. Tutte le comunità religiose, i cristiani e i musulmani non poterono più dimostrare alcun legame religioso con la loro secolare tradizione. Tutti gli oggetti del culto furono soppressi, distrutti o dedicati ad altro scopo, per l’ utilità culturale ed economica a favore dello Stato. In Albania fu attuato la più feroce persecuzione di tutti i regimi comunisti dell’Europa centro-orientale. In Bulgaria la maggioranza della popolazione era da secoli legata alla Chiesa ortodossa; i cattolici costituivano solo una piccola minoranza e tra di loro vi erano diversi stranieri. Vessazioni di vario tipo non mancarono ai sacerdoti: alcuni finirono in prigione, altri sparirono, tutti furono avvolti in una rete stringente di spionaggio. Gli attacchi contro la Chiesa e il papato erano frequenti e le forme d’avversione contro la Chiesa ed i sacerdoti andarono moltiplicandosi. Il 16 luglio 1952 fu arrestato il vescovo di Nicopoli, il passionista Eugenio Bossilkov, e il 3 ottobre 1952 fu condannato a morte insieme a 3 sacerdoti religiosi assunzionisti: condanne eseguite nel novembre 1952. Sulla parte orientale della Germania, la DDR, i comunisti tedeschi estesero lo stato ideologico, cercando di diffondere gli ideali sovietici. In tale territorio la maggioranza dei cittadini aderiva alla Chiesa evangelica e la comunità cattolica formava una minoranza in diaspora. Importante, per i comunisti tedeschi, era l’esistenza di un altro stato tedesco, la BRD, nei confronti del quale la DDR cercava di non apparire come stato totalitario, anche se i cattolici della DDR non avevano la stessa libertà di culto di quelli della BRD. Una particolare attenzione si prestava all’educazione ideologica della gioventù, anche tramite il programma Jugendweihe: cerimonia laica di nomina del “cittadino”, che voleva essere un sostitutivo della Confermazione protestante e della Cresima cattolica. In teoria la cerimonia era libera, in pratica si faceva pressione sui genitori affinché obbligassero i loro figli alla partecipazione. Il momento critico fu senza dubbio, nel 1961, la costruzione del muro di Berlino, che, impedendo la possibilità di contatto tra DDR e BRD, rese particolarmente difficile la situazione della città. Soltanto molti anni più tardi, nel 1989, vi fu un’ampia e risolutiva mobilitazione a questo riguardo. In quell’estate, i cittadini della DDR occuparono in diversi paesi le ambasciate della BRD richiedendo il permesso di recarsi in BRD, mentre l’11 settembre un gruppo di cittadini della DDR partì da Budapest per la BRD, attraverso l’Austria. Il punto culminante di questa pacifica rivoluzione avven-


18 Jan Mikrut - Presentazione ne il 9 novembre, quando il muro di Berlino venne finalmente fatto crollare. Nei cambiamenti politici dell’anno 1989 i cristiani svolsero un ruolo importante: per la comunità cattolica questo evento costituì una grande sfida. Il vescovo di Magdeburgo, Johannes Braun, in una lettera pastorale, esprimendo critiche nei confronti del regime, invitò i fedeli a prendere parte attiva negli avvenimenti politici, anche con preghiere e discussioni nelle parrocchie. Con coraggio, egli invitò i cattolici a collaborare con i protestanti, per dare un contributo positivo alla discussione sul futuro dello Stato. Il 20 settembre 1990 venne ratificato il Trattato di Unificazione tra la BRD e la DDR e, quindi, decretata l’unificazione della Germania. Lo stato cecoslovacco si trovava nella zona sovietica, ma la situazione della Chiesa nei primi anni dopo la guerra non era così tragica come altrove. Grazie alla forte posizione del partito Popolare di don Jan Šramek i comunisti non ebbero molte possibilità di combattere contro la Chiesa. Anche in Vaticano si sperava che il potere avrebbe fatto un’eccezione ed avrebbe accettato, almeno per qualche anno, l’attuale situazione politica. A Praga, nello storico Borgo Reale, come prima della guerra, il Presidente dello stato era lo stesso politico, Edvard Beneš (1884-1948) che, perseguendo una politica di amicizia con l’URSS e collaborando con i comunisti, cercava di fare del suo paese un ponte tra Oriente ed Occidente; il colpo di stato organizzato dai comunisti nel 1948 portò alla fine del suo progetto politico. Edvard Beneš non volle firmare la nuova Costituzione e si dimise dal suo incarico di Presidente il 7 giugno 1948; morì poco tempo dopo, il 3 settembre 1948. Dall’inizio del 1949 in Cechia si fecero attivi i gruppi dei preti progressisti, riuniti attorno a don Josef Plojhar (1902-1981), fondatore del Movimento dei preti per la pace. Senza badare ai numerosi ammonimenti della gerarchia cattolica, i preti collaborazionisti cercavano di impossessarsi degli enti ecclesiastici. In risposta a tali comportamenti, l’arcivescovo Josef Beran condannò il movimento e sospese Josef Plojhar. Il governo diede il via alle repressioni, nel giugno del 1949 fu arrestato l’arcivescovo Beran e presto si trovarono in prigione quasi tutti i vescovi. Alle sedi vacanti furono eletti Vicari capitolari indicati dai governanti e tenuti sotto il loro controllo. Le autorità mandarono ad ogni curia vescovile del paese, dei plenipotenziari speciali, i quali gestivano gli affari ecclesiastici nelle diocesi e controllavano la Chiesa. Drammatiche erano, in Cecoslovacchia, le condizioni delle congregazioni religiose. Nell’aprile del 1950 furono brutalmente sequestrati dalla polizia segreta e dall’esercito tutti i conventi maschili; nell’agosto, un’operazione simile si realizzò nei confronti delle congregazioni femminili. Dopo queste azioni, i religiosi, se fedeli alla vocazione, rimanevano nei campi d’internamento, altrimenti dovevano tornare alla vita laica. La fase più dura delle repressioni antireligiose finì nell’anno 1952, ma la Chiesa era frantumata e dominata dalla polizia segreta, la quale agiva in collaborazione con i sacerdoti organizzati nelle associazioni governative. Alcuni sacerdoti che non vollero collaborare furono rinchiusi nelle prigioni e, dopo la liberazione, non ricevettero dalle autorità civili il permesso per riprendere l’attività pastorale. Negli anni sessanta fu liberata la maggioranza


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dei vescovi, ma senza possibilità di esercitare il proprio ministero: alcuni di loro furono costretti a lavorare fisicamente come operai nelle fabbriche, altri a vivere da sorvegliati nelle case per anziani. Sulla situazione in Slovacchia influirono gli anni della seconda guerra mondiale. I comunisti slovacchi combattevano la Chiesa perché un sacerdote cattolico, Josef Tiso, era Presidente della Repubblica Slovacca (1939-1945). Fu soprattutto questo fatto a causare, dopo la guerra, una violenta reazione contro la Chiesa. Anche se, con l’avvento del comunismo, Josef Tiso fu condannato a morte e impiccato il 18 aprile 1947, per i comunisti, comunque, l’episcopato slovacco costituiva un nemico acerrimo. Nel 1950 furono arrestati i vescovi Ján Vojtaššák (1877-1965) e Michal Buzalka (1885-1961); nel 1954 le autorità internarono il vescovo Eduard Nécsey (1892-1968) di Nitra e il vescovo Róbert Pobožný di Rožňava (1890-1972). Restarono in libertà soltanto i vescovi duttili al governo: Ambròz Lazík e Josef Čarsky. In tale situazione, la Chiesa greco-cattolica in Slovacchia fu distrutta ed il 28 aprile 1950 i fedeli greco-cattolici furono costretti ad unirsi alla comunità della Chiesa ortodossa. Tuttavia due vescovi, Pavol Gojdič e Vasiľ Hopko, e numerosi sacerdoti e religiosi furono arrestati e condannati al carcere. Gli altri riconobbero soltanto formalmente l’atto di unione alla Chiesa ortodossa. Dopo la primavera di Praga nel 1968, la Chiesa greco-cattolica in Cecoslovacchia fu di nuovo riconosciuta dal governo, ma senza ricevere indietro le proprietà legate al culto e poter svolgere liberamente le sue attività. In Polonia, nel periodo1945-1948 i comunisti non dimostravano apertamente le vere intenzioni politiche, ma dopo le prime elezioni politiche avvenute nel 1947, da essi manipolate in modo che l’alleanza dei partiti di sinistra ricevesse ufficialmente l’80,1 % dei voti in parlamento, la situazione della Chiesa peggiorò. Numerosi sacerdoti furono arrestati e condotti in prigioni e campi di lavoro, senza una valida e convincente accusa. La ragione di questo “ritardo” nelle persecuzioni va ricercata nell’atteggiamento del nuovo Primate di Polonia, l’arcivescovo Stefan Wyszyński, che nel 1948 sostituì il defunto cardinale August Hlond. Già nel 1949 egli iniziò con il governo delle trattative, concluse il 14 aprile 1950 con un accordo, che, però, le autorità non rispettarono. Difficile era la situazione nei territori occidentali e settentrionali dove, a causa dello spostamento delle frontiere, le strutture della Chiesa erano deboli. Le autorità non riconobbero gli Amministratori apostolici nominati nel 1945 per Danzica, Olsztyn, Wrocław, Gorzów Wielkopolski e Opole e questi, dopo il 1951, furono costretti ad abbandonare le loro sedi. Al loro posto furono eletti vicari capitolari graditi al potere politico e da questo controllati. Nel 1951 fu arrestato il vescovo Czesław Kaczmarek di Kielce e internato l’arcivescovo Eugeniusz Baziak, exmetropolita di Leopoli, che dopo il 1945 era stato Amministratore apostolico a Cracovia. Nel novembre 1952 venne espulso dalla sua diocesi il vescovo di Katowice, Stanislaw Adamski, insieme ai suoi suffraganei Juliusz Bieniek e Herbert Bednorz. Il conflitto raggiunse il suo apice nel febbraio 1953, quando il Consiglio di stato emanò il decreto sulle nomine alle cariche ecclesiastiche. Il Primate


20 Jan Mikrut - Presentazione Wyszyński rispose con il suo famoso Non possumus, per il quale fu imprigionato il 26 settembre 1953. Poco dopo, fu arrestato e sottoposto ad atroci torture fisiche e psichiche il vescovo Antoni Baraniak, suffraganeo di Gniezno. Fino al 1953 in Polonia furono arrestati o dovettero lasciare le loro diocesi 12 vescovi, 4 sacerdoti furono condannati dai tribunali e fucilati, 37 sacerdoti uccisi senza una condanna, 260 furono dichiarati come scomparsi, 350 furono spostati in altre parti del paese, 1.000 arrestati, 1.200 dovettero lasciare le parrocchie. I grandi protagonisti della Chiesa in quel periodo furono i cardinali Stefan Wyszyński a Varsavia e il cardinale Karol Józef Wojtyła a Cracovia. L’apparato dello stato, messo in movimento per controllare e frenare le attività della Chiesa, si mostrava veramente impressionante. La politica ecclesiastica dei comunisti in Romania fu, sin dall’immediato dopoguerra, molto dura. In prima fila, contro la Chiesa cattolica, si schierarono gli ortodossi, allineati con i sovietici secondo il modello ucraino. L’obiettivo immediato della persecuzione divenne, pertanto, la Chiesa greco-cattolica, che in quel periodo contava oltre un milione e mezzo di fedeli. Numerosi vescovi e sacerdoti subirono il carcere e furono poi esiliati. Tra di loro c’erano i vescovi Iuliu Hossu (1885-1973) e Alexandru Todea (1912-2002). In Transilvania, sul modello sovietico, venne distrutta la Chiesa greco-cattolica. Il primo dicembre 1948, il governo diede inizio alla persecuzione di quanti non accettavano la fusione con gli ortodossi. Quel compromesso con la politica persecutoria dello stato contro i greco-cattolici fu senz’altro uno dei periodi più bui della Chiesa ortodossa romena. In Ungheria, assunsero il potere politico i comunisti ungheresi, già preparati a Mosca. Nel 1948 fu fatta la separazione fra stato e Chiesa. Il partito desiderava diffondere l’ideologia materialista fra i giovani e la classe operaia. Pio XII nominò, il 15 settembre 1945, mons. Jòzsef Mindszenty come nuovo arcivescovo di Esztergom. Nelle trattative con i comunisti, Mindszenty si dimostrò fermo nelle sue posizioni, difendendo le prerogative della Chiesa. I comunisti speravano di riuscire a farlo spostare dall’Ungheria, con l’aiuto del Vaticano. Poiché questi tentativi fallirono, l’arcivescovo Mindszenty fu arrestato a Esztergom il 26 dicembre 1948 con l’accusa di crimini contro la Repubblica, alto tradimento, spionaggio e traffico di valuta. Dopo un breve processo-farsa davanti al tribunale popolare, egli fu condannato all’ergastolo l’8 febbraio 1949. Per quattro anni visse in totale isolamento, dal 1955 fu tenuto agli arresti domiciliari e venne poi liberato nel 1956 durante la rivoluzione, anche se questa fu soffocata nel sangue, poiché il 4 novembre 1956 le divisioni sovietiche cominciarono l’assedio di Budapest e degli altri luoghi di resistenza. Fu allora che mons. Mindszenty fu costretto a chiedere asilo all’ambasciata americana. Migliaia di persone furono uccise nella battaglia per le strade di Budapest, molte furono arrestate e condannate a morte, tante altre emigrarono all’estero. Sotto gli auspici dei sovietici, fu costituito il governo di János Kádár. Il 16 settembre 1964 tra Ungheria e Santa Sede fu stipulato un accordo che non può essere considerato propriamente un successo della diplomazia vaticana. La posizione dei cattolici cambiò poco, an-


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che se alcune diocesi ricevettero i propri vescovi. I comunisti reclamavano la rimozione da Budapest del cardinal Mindszenty, a cui solo dopo le trattative tra governo e Vaticano, nel 1971, fu consentito di recarsi a Vienna. Il governo sapeva che, per gli ungheresi, Jòzsef Mindszenty era il simbolo dell’indipendenza del paese, capace anche di criticare severamente le trattative del governo con la Santa Sede, allora rappresentata da mons. Agostino Casaroli. Per la Santa Sede l’accordo con il regime aveva un certo valore, perché costituiva il primo esempio della pacifica risoluzione, anche se parziale, del conflitto Chiesa-stato nel blocco sovietico. Sul territorio dell’Unione Sovietica, il potere politico introdusse, con determinazione ancora maggiore, la sua politica anticristiana, già dopo la Rivoluzione del 1917. A quell’epoca, in russia vivevano circa 2 milioni di cattolici con circa 1.000 sacerdoti e 6.400 chiese, 2 seminari ed una facoltà teologica. Perseguitati come la minoranza straniera, per la maggior parte i cattolico-romani erano cittadini di origine polacca, da secoli presenti nella parte occidentale vicina ai confini con la Polonia. Nel periodo 1917-1939 i cattolici dovettero subire varie sofferenze sia per motivi politici che religiosi. Anche in questi territori, le persecuzioni da parte dei sovietici avvennero in vari modi e, in particolare, oltre alla prigione, la popolazione cattolica fu costretta a sopportare la deportazione in Siberia e in Kazakhstan, dove fu obbligata a una vita di diaspora tra numerosi altri popoli. Nel 1940 rimanevano sul territorio dell’Unione Sovietica solo 2 chiese ancora aperte, scampate alla distruzione, di proprietà dell’ambasciata francese, e soltanto 2 sacerdoti. L’inizio della seconda guerra mondiale spostò, per un breve periodo, i confini dello stato sovietico sui territori dei nuovi stati. In URSS furono inglobate le Repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania), la parte orientale della Cecoslovacchia (Rutenia subcarpatica) e della Romania (Bessarabia e Bucovina), nonché i territori orientali della Polonia. Con la fine della guerra, nel 1945, i sovietici rientrarono, ponendo queste nazionalità sotto la consueta pressione e iniziando di nuovo le persecuzioni nei confronti della Chiesa. In questi nuovi stati introdotti in Unione Sovietica, la Chiesa cattolica era da secoli molto legata alla storia nazionale. In modo particolare la Lituania, che per secoli aveva vissuto una storia simile a quella polacca, con una forte presenza della religione nella società. Nonostante le persecuzioni, la comunità cattolica poteva, in forma molto ridotta, svolgere le sue tradizionali attività. Ma, anche qui, la diffusione dell’ideologia atea diventò un progetto essenziale del potere comunista nella costruzione della nuova società, secondo i principi ideologici. In Lettonia, come in Estonia, il numero dei cattolici era esiguo e per questo motivo i comunisti poterono più liberalmente agire nelle scuole, nelle università, negli uffici e realizzare la nuova società ad andamento ateo. Anche i cattolici Lettoni dimostrarono grande coraggio e, nonostante le persecuzioni, insieme con i protestanti diedero una convincente testimonianza della presenza cristiana. Un centro di vita religiosa si trovava nella capitale, a Riga, dove i comunisti permisero il funzionamento del seminario maggiore, che consentiva la prepara-


22 Jan Mikrut - Presentazione zione dei nuovi sacerdoti per l’Unione Sovietica. Un altro seminario si trovava a Kaunas, dove studiavano i seminaristi per la Chiesa Lituana. Nella campagna, le piccole comunità cattoliche, in diaspora tra le comunità della Chiesa ortodossa e le comunità protestanti, cercarono le possibilità di organizzare almeno alcune tradizionali manifestazioni del culto religioso. L’Estonia, che ottenne la sua indipendenza nel 1918, apparteneva alla russia zarista. Nel 1924 papa Pio XI creò lì un’Amministrazione apostolica di circa 2.000 fedeli, molti di origine polacca. Il numero dei cattolici crebbe negli anni ’30, a seguito dell’emigrazione dalla Polonia. Nelle parrocchie lavoravano sacerdoti tedeschi (gesuiti e cappuccini) e polacchi e circa 20 suore di 3 congregazioni. Nel 1939, nel paese si trovavano 157.000 fedeli ortodossi, 153 luterani, 104.000 battisti e 10.000 cattolici. Nel periodo considerato, i cattolici costituivano circa lo 0,4% della popolazione del paese, mentre la maggior parte della società era indifferente alla religione. Le Chiesa cattolica di rito latino in Ucraina, dopo il 1945, visse una situazione drammatica. Le decisioni stabilite alla Conferenza di Yalta nel 1945 permisero all’Unione Sovietica di spostare le sue frontiere a ovest, alterando profondamente la storica divisione dell’influenza delle forze politiche così come si era determinata dopo la prima guerra mondiale. Persero la sovranità politica Stati come Lituania, Lettonia, Estonia ed una grande percentuale dello storico territorio della stato polacco, comprendente una parte di Lituania, Bielorussia e Ucraina, forzatamente aggregato, nel 1945, all’Unione Sovietica. Nella zona della dominazione sovietica, furono unificati i territori del vecchio impero austro-ungarico: l’Ungheria e la Bucovina, un territorio oggi diviso tra Romania ed Ucraina, che fa parte della storica regione geografica della Moldavia, e la Bessarabia, attualmente suddivisa tra la Moldavia e l’Ucraina. I paesi membri dell’URSS non avevano alcuna possibilità di resistere alla politica dello stato sovietico, e anche i cristiani, come già dicevamo, potevano solamente giungere al martirio, o ad un atto di apostasia. La Chiesa greco-cattolica più numerosa vive in Ucraina, con circa 7 milioni di credenti, ma comunità minori esistono in Polonia, Romania, Slovacchia, Serbia, Ungheria e piccole minoranze anche in altri paesi. Essa fu combattuta sia dai comunisti sia anche dalla Chiesa ortodossa che, dopo la dichiarazione di illegalità della Chiesa greco-cattolica nel 1945, ricevette, di questa, in affidamento dallo stato, tutte le proprietà materiali, le chiese, le canoniche e le altre strutture ecclesiastiche. A Leopoli, nel 1946 si tenne uno pseudo sinodo per la liquidazione della Chiesa: l’illegalità dell’evento, organizzato dalla polizia segreta insieme con un gruppo del clero pronto a collaborare con lo Stato, era più che evidente. All’apertura del sinodo non partecipò alcuno dei dirigenti della Chiesa; tutto l’episcopato greco-cattolico era stato arrestato. L’Arcivescovo Josyp Ivanovyč Slipyj divenne capo della Chiesa il 1° novembre 1944, ma nel 1945 ebbe inizio il suo arresto nella lontanissima Siberia. Il destino di vescovi, sacerdoti e religiosi fu contrassegnato da prigionie, dall’isolamento nei campi di lavoro, lontani dalle loro comunità religiose. Il 9 febbraio 1963 l’arcivescovo Slipyj fu liberato dopo


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18 anni di prigione e, come persona non grata, fu espulso dall’URSS. Giovanni XXIII chiamò mons. Slipyj a Roma per partecipare al Concilio vaticano II. Paolo VI lo nominò cardinale in pectore fin dal 1960. A Roma parlava delle tragiche persecuzioni dei cattolici in Unione Sovietica diventando, così, un personaggio difficile anche per il papato. Le persecuzioni che la Chiesa subì negli anni 40/50, in Europa dominata dal potere sovietico, distrussero tante delle sue strutture fondamentali, ma non riuscirono a sradicare la religione dalla coscienza popolare. Fallì il tentativo di creare un’alleanza atea nel cuore dell’Europa cristiana. Le azioni contro la Chiesa avevano il carattere di una campagna politica, legata a contingenti problemi interni e l’efficienza di quelle azioni dipendeva dalla determinazione dell’élite comunista nella lotta contro la religione, dalla resistenza sociale e infine dalla posizione che la Chiesa occupava dentro ciascuna nazione. Dopo il 1956, si formò definitivamente un modello di rapporti Chiesa-stato, un modello totalitario, tendente verso il pieno controllo della vita ecclesiale. Presupponeva anche l’ateizzazione forzata di larghe fasce sociali e le repressioni contro i dissidenti. Si possono individuare due modi di agire dei comunisti nei confronti della Chiesa. Il primo si formò negli anni cinquanta e rimase in vigore fino agli anni ottanta in Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria. Consisteva principalmente nella liquidazione delle gerarchie, limitazione dei contatti con la Santa Sede, stretta sorveglianza di ogni forma di attività pastorale, divieto di associarsi per i laici. In questa situazione, aumentavano le strutture illegali riunite intorno a vescovi e sacerdoti ordinati clandestinamente. L’altro modello, in diverse varianti, lo troviamo in Ungheria, Jugoslavia e DDR. Si caratterizzava per una più ampia tolleranza verso la Chiesa. Le autorità di questi paesi ammettevano l’esistenza della gerarchia, delle strutture ecclesiastiche e non impedivano contatti con il Vaticano. Creavano, invece, numerosi ostacoli di carattere amministrativo, specialmente per l’educazione religiosa e l’attività sociale della Chiesa. Il caso della Polonia non rientra in nessuna di queste categorie e le ragioni sono diverse, non ultima il fatto che la fase più dura della persecuzione staliniana in Polonia fu molto breve. Un grazie del tutto particolare intendo rivolgerlo a Sua Eminenza Reverendissima cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga, per aver mostrato interesse al tema della nostra pubblicazione e per la prefazione da lui redatta. Personalmente sono molto grato per tutti i suoi suggerimenti, specialmente nell’ultima fase della stesura del testo. Il cardinale Miloslav Vlk non è solo un esperto della storia contemporanea in Europa Centro-Orientale, ma è, soprattutto, un testimone oculare della battaglia ideologica svolta dal regime comunista contro la Chiesa cattolica. La sua testimonianza è quella di un sacerdote che, dopo la perdita della licenza statale per l’attività pastorale, lavorò come operaio a Praga. Il 14 febbraio 1990 fu nominato vescovo della diocesi di České Budějovice e solo pochi mesi dopo, il 27 marzo 1991, arcivescovo di Praga e Primate di Boemia, come successore del cardinale František Tomášek. È stato presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Ceca dal 1992 al 2000 ed i vescovi europei lo hanno eletto presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa,


24 Jan Mikrut - Presentazione incarico svolto dal 1993 al 2001. Nel Concistoro del 26 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II lo elevò al rango di cardinale. Quale Arcivescovo di Praga, ha cercato con determinazione di creare nuove forme di pastorale nella società post-comunista: la Chiesa cattolica doveva nuovamente prendere il contatto con la società, politicamente libera, ma vessata dalle azioni repressive svolte dal governo di Praga. L’incarico di Miloslav Vlk a Praga terminò il 13 febbraio 2010, quando papa Benedetto XVI ne accettò le dimissioni per raggiunti limiti d’età e nominò suo successore il padre domenicano Dominik Duka. Di tutto il cuore, esprimo la mia gratitudine agli autori dei contributi di questo libro. Le loro ricerche svolte negli anni, spesso in condizioni molto difficili, in diversi archivi statali ed ecclesiastici, vengono qui presentate come un importante contributo per la storia europea dopo il crollo del sistema comunista. Al progetto hanno collaborato più di 50 studiosi, provenienti da diversi paesi, sicché ciascuno può essere considerato non solo autore dell’articolo, ma anche e soprattutto testimone degli eventi che ha raccontato. Trattandosi di storici, il lavoro è basato su una seria ricerca archivistica e documentale. Gli autori sono in gran parte o professori universitari o docenti presso i seminari delle loro diocesi. I contributi sono stati scritti nelle diverse lingue degli autori e tradotti in italiano, che da molti anni è diventata la lingua più parlata nella Chiesa, man mano che si è dimenticato il latino. In tal modo, si spera di dare all’opera una più ampia diffusione. Nei diversi articoli sono presentati molti personaggi che, a ragione della loro fede, vennero perseguitati, imprigionati e uccisi. Molti di loro, grazie alla sensibilità e all’attenzione di Giovanni Paolo II, sono stati riconosciuti come martiri dalla Chiesa e per molti altri il cammino verso la beatificazione è ancora in corso. Infatti, è grazie all’esperienza vissuta in prima persona dall’uomo e sacerdote Karol Wojtyła, ancor prima di essere papa, figlio della terra polacca, che questi martiri dei tempi moderni sono stati conosciuti dal mondo intero, facendo emergere le brutalità del regime comunista. Giovanni Paolo II, un papa polacco, ha avuto personalmente una grande importanza nello storico crollo del comunismo. La sua esperienza e sensibilità politica, il grande coraggio e la conoscenza personale delle debolezze ideologiche ebbero grande successo nelle relazioni con i paesi governati dai governi comunisti. Vorrei infine ringraziare tutti i collaboratori, gli autori, i traduttori e i revisori dei testi, in particolar modo la Prof.ssa Maria Franca Ventura Croppo, la Prof.ssa Pasqualina Tuscano, Giovanna Brizi, Paolo Zulianello e Giulio Cargnello per le impegnative revisioni linguistiche e i preziosi suggerimenti. Un riconoscimento a parte va a Paweł Wójcik SVD, per l’ultima attenta rilettura delle bozze. Alcuni testi scritti in lingua originale sono stati tradotti in lingua italiana da Paweł Wójcik SVD, Michał Brywczyński, Paweł Rokicki, Jerim Bogdanić Pischedda, Igor Sumic OFM.Conv.: a loro un grande riconoscimento per il prezioso lavoro. Un grazie speciale a don John Alexander Avellaneda Torres, per la preparazione del complesso indice onomastico e toponomastico: un lavoro particolar-


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mente importante e difficile in un’opera “multilingue”, nata dalla penna di venti diversi autori. Il progetto editoriale si compone di altri due volumi, oltre a questo, che analizzano la raffinata e multiforme battaglia dei comunisti contro la religione in generale e, in modo particolare, contro la Chiesa cattolica in Europa centro-orientale e in Unione Sovietica e che vedranno la luce ancora in quest’anno. In particolare, il secondo volume sarà dedicato alle testimonianze dei cristiani in Europa centro-orientale, mentre il terzo tratterà interamente della storia della Chiesa cattolica sul territorio dell’Unione Sovietica. Spero che con la nostra pubblicazione potremo ricordare alla società di oggi le brutalità di un regime che solo 25 anni fa dominava una parte dell’Europa e gli esempi luminosi di coloro che a quelle brutalità si sono opposti, spesso a costo della vita, in nome di Cristo.


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Indice dei collaboratori

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Indice dei collaboratori

Cascone Antonio nato nel 1976 in Italia. Ha conseguito nel 2001 il Baccellierato in Teologia presso l’Istituto Teologico Ibleo “S. Giovanni Battista” in Ragusa e nel 2014, a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, la licenza in storia della Chiesa. Insegna storia della Chiesa presso l’Istituto Teologico Ibleo “S. Giovanni Battista” in Ragusa e parroco presso la parrocchia S. Giuseppe in Vittoria. Ciobanu Petru nato nel 1982 in Repubblica Moldava. È sacerdote della diocesi di Chisinău. Dopo gli studi di storia presso l’Università di Stato di Moldavia, ha seguito gli studi teologici nell’Istituto Teologico romano-cattolico di Iasi (Romania). Le sue aree di ricerca sono diverse: a partire dallo studio delle eresie gnostiche antiche, alla storia del medioevo, alla storia contemporanea della Chiesa cattolica in Romania e in Repubblica Moldava. Dzwonkowski Roman SAC nato 1930 in Polonia. Ha studiato in Polonia (Lublino) e in Francia (Parigi). È professore emerito dell’Università Cattolica di Lublino, sociologo e storico ed è autore di pubblicazioni nel campo della storia della Chiesa cattolica in Unione Sovietica e nei paesi formati dopo la dissoluzione dell’URSS. Griesser-Pečar Tamara nata nel 1947 in Slovenia. Ha conseguito i suoi titoli accademici presso il Collegio Americano in Parigi e l’Università di Vienna. Dottoressa in filosofia, in storia e inglese, è docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia in Maribor, ove tiene corsi di storia moderna e contemporanea. È docente presso la Facoltà di Studi Sociali Avanzati in Nova Gorica, ove tiene un corso di storia slovena nel ventesimo secolo e vanta la sua partecipazione al programma del Centro Studi per la riconciliazione nazionale in Lubiana “La violenza del totalitarismo comunista in Slovenia 1941-1990”. Krišto Jure nato nel 1943 in Croazia. Ha studiato in Croazia, Canada e negli Stati Uniti. Nel 1978 ha ottenuto il suo primo titolo di dottorato presso l’Università di Notre Dame. Dopo un decennio di insegnamento, è tornato in Croazia, dove, nel 1993, ha conseguito un dottorato in storia presso l’Università di Zagabria. Presso l’Istituto di Storia a Zagabria, si ritirò come professore emerito. Mikrut Jan nato nel 1960 in Polonia è sacerdote dell’archidiocesi di Vienna (Austria). Ha conseguito i suoi titoli accademici in diverse università europee: Vienna, Cracovia, Roma. Dottore in teologia, in scienze umanistiche e in storia della Chiesa, è professore straordinario presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa della PUG, ove tiene diversi corsi inerenti alla storia della Chiesa e alle materie storico-agiografiche. È professore presso la Facoltà di Teologia


764 Indice dei collaboratori della stessa università, dove tiene il corso di storia della Chiesa. Mwaniki Joseph Ritho IMC nato nel 1982 in Kenya. Ha conseguito il baccellierato in Teologia presso l’Università Urbaniana e nel 2014, a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, la licenza in Storia della Chiesa. Insegna storia della Chiesa a Nairobi. Olexák Peter nato nel 1973 in Slovacchia. Ha conseguito i suoi studi accademici all’Università Comeniana di Bratislava, nel seminario di Spišské Podhradie e nella Facoltà di Storia della Chiesa della PUG a Roma, dove nel 2004 ha conseguito il dottorato. Insegna all’Università Cattolica di Ružomberok. Osadczy Włodzimierz nato nel 1969 a Leopoli. Ha compiuto gli studi storici a Leopoli e il dottorato di ricerca in scienze politiche e relazioni internazionali a Lublino. I temi della sua ricerca sono legati con la storia della Chiesa e con le relazioni polacco-ucraine. Insegna presso la Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Lublino e presso la Scuola Professionale di Stato Superiore a Chełm. È direttore del Centro di Ricerca per l’Est Europa “Centro-Ucrainicum” e coordinatore della ricerca sulla storia e la tradizione religiosa nell’archidiocesi di Leopoli. Priede Andris nato nel 1966 a Riga, in Lettonia. Ha conseguito i suoi titoli presso l’Accademia delle Belle Arti a Riga, nel seminario di Riga e nella Facoltà di Storia della Chiesa della PUG a Roma, dove, nel 2004, ha conseguito il dottorato. Professore presso l’Università di Lettonia, l’Istituto di Teologia di Riga, l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose di Riga. È docente presso l’Accademia di Lutero della Chiesa evangelica luterana della Lettonia, dove tiene corsi inerenti alla storia della Chiesa. Rykowska Natalia nata nel 1974 in Kazakhstan, in una famiglia di polacchi deportati dalla Polonia in Unione Sovietica. La sua famiglia ebbe parte attiva nel risveglio della cultura polacca in Kazakhstan e in russia, tradizionalmente legata con il cattolicesimo. Ella stessa, tornata in Polonia nel 2002, è attiva nei movimenti dei polacchi rimpatriati in Polonia dall’USSR. Ha studiato scienze sociali e pedagogia; è dottore in scienze sociali. Nelle sue pubblicazioni si occupa dei temi legati con la storia della Chiesa cattolica in Unione Sovietica e nei paesi dell’ex Unione Sovietica durante il comunismo. Soica Sergiu nato nel 1981 in Romania. Ha conseguito i suoi studi teologici presso la Facoltà di Teologia greco-cattolica, a Oradea e poi un master nella stessa facoltà. Ha continuato con un secondo master: Storia della Chiesa romena unita, all’Università “Babeş-Bolyai”. Ha ottenuto il Dottorato in Storia e ha condotto studi post-dottorali all’Università di Timişoara. È ricercatore accreditato presso il Consiglio Nazionale per lo Studio dell’Archivio della Securitate. Somorjai Adam OSB nato nel 1952 in Ungheria. Ha conseguito i suoi titoli accademici in Budapest e a Roma, in storia, germanistica e teologia morale. Dal 1974 benedettino (arciabbazia di Pannonhalma, Ungheria). Dal 1980 sacerdote,


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dal 1997 addetto di Segreteria presso la Segreteria di Stato Vaticana; dal 2009 archivista nell’Archivio Storico della Sezione Rapporti con gli stati. Šturák Peter nato nel 1964 in Slovacchia. Ha conseguito il dottorato in scienze storiche presso l’Università Giovanni Paolo II a Cracovia. La sua crescita pedagogico-scientifica è culminata con la nomina a professore universitario in Teologia cattolica. Nella sua attività scientifica, oltre che nell’antichità cristiana, si specializza nella storia della Chiesa del XX° secolo in Europa centrale. È membro di vari consigli e società scientifici. Attualmente è decano della Facoltà greco-cattolica di teologia dell’Università di Prešov. Tempfli Imre nato nel 1954 in Romania. Ha conseguito i suoi titoli accademici in diverse università europee: Alba Julia, Budapest, Roma. Dottore in teologia e licenziato in storia della Chiesa, adesso è parroco della Missione Ungherese nella diocesi di Rottenburg-Stuttgart (Germania). Vaišvilaitė Irena nata nel 1954 in Lituania. Ha conseguito i suoi titoli accademici presso l’Università statale di Lomonosov a Mosca e la Pontificia Università Gregoriana (Facoltà di Storia della Chiesa). Insegna all’Università di Vilnius. Dal 2012 è l’Ambasciatore della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede. Vlk cardinal Miloslav nato nel 1932 in Repubblica Ceca. Dopo la maturità liceale non gli fu possibile iniziare gli studi teologici e lavorò come operaio in fabbrica. Dopo il servizio militare, si laureò nel 1960 presso l’Università Carlo di Praga e divenne direttore dell’archivio a České Budějovice. Nel 1964 finalmente poteva entrare nel seminario a Litoměřice e venne ordinato sacerdote all’età di 36 anni. Svolse l’attività di segretario di mons. Josef Hlouch, vescovo di České Budějovice. Dal 1971 ha svolto il ministero da parroco. Nel 1978 gli fu ritirata l’autorizzazione per il lavoro pastorale. Si trasferì a Praga, dove continuò a vivere il suo sacerdozio clandestinamente, lavorando come lavavetri per più di otto anni; poi fu archivista, sempre a Praga. Dall’1 gennaio 1989 gli fu nuovamente concesso di esercitare il ministero sacerdotale. Nel 1989 venne nominato vescovo di České Budějovice, nel 1991 Arcivescovo di Praga e Primate di Boemia. Eletto, nel 1993, presidente della CERC e presidente del CCEE, il 26 novembre 1994 venne nominato cardinale. Fu membro della Congregazione per le Chiese Orientali, del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni, del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il 13 febbraio 2010, papa Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Praga per raggiunti limiti d’età. Vukšić Tomo nato nel 1954 in Bosnia ed Erzegovina. Dopo gli studi nel seminario a Sarajevo, nel 1980 fu ordinato sacerdote della diocesi di Mostar-Duvno. Ha svolto diversi compiti: viceparroco, giornalista, vicario giudiziale, vicario generale, preside dell’Istituto Teologico di Mostar, direttore dell’agenzia di stampa della CEBE, educatore dei seminaristi, professore alla Facoltà Teologica di Sarajevo, Zagabria, Mostar e Dubrovnik. Ha studiato diritto canonico all’Università Urbaniana e teologia e patrologia all’Istituto Orientale, a Roma, conseguendo il titolo di dottore in teologia ecumenica. La sua bibliografia riguarda diversi temi:


766 Indice dei collaboratori ecumenismo, patrologia, storia, diritto canonico, temi sociali. Dal 2011 è vescovo militare in Bosnia ed Erzegovina. Attualmente è vicepresidente della CEBH e membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Warso Albert nato nel 1973 in Polonia. Ordinato sacerdote nel 1998 nella diocesi di Radom. Ha conseguito i suoi titoli accademici presso l’Università Cattolica di Lublino: il dottorato di ricerca in scienze umanistiche e la specializzazione in archivistica. Negli anni 2005-2008 è stato docente di storia della Chiesa nella Facoltà Teologica dell’Università del Card. Stefan Wyszyński a Varsavia presso l’Istituto Teologico a Radom. Dal 2008 presta il suo servizio nella Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma.


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Indice dei nomi

Ács István, 585 Ádám Antal, 585 Adam Stephan, 260 Adamczuk Lucjan, 413-414, 416, 424 Adamkovič Anton, 217 Adamski Stanisław, 19, 432 Adenauer Konrad, 252 Adolph Walter, 260 Adriányi Gabriel, 86, 110, 270, 502, 529, 575 Aftenie Vasile, 535 Agadjanian Alexander, 64 Aglonietis Anton, 675, 680 Akmadža Miroslav, 306, 328, 332, 344, 347, 349-350, 352, 354-355, 357, 359, 366, 369, 377 Alamir Fouzieh Melanie, 144 Alaupović Marko, 307 Alessio I, 198-199, 642 Alia Ramiz, 52, 54-56 Aliulis Vaclovas, 625, 652 Allen George, 353 Amato Angelo, 304 Ambrasas Kazimieras, 645 Anastasoff Christ, 63 Ancāns Izidors, 620 Anders Władysław, 716, 718 András Emmerich, 570-571, 580, 585, 589, 593-594 Antonija Fabjan, 304, 325 Apor Guglielmo, 577, 584 Apostol Gheorghe, 565 Apšinīks Pīteris, 610 Apšs Klemenss, 620 Aptacy Janusz, 443 Aretz Jürgen, 270 Argay György, 512 Armogathe Jean-Robert, 64 Aschoff Hans Georg, 235 Ashta Rrock, 59 Aufderbeck Hugo, 104-105, 107, 256, 259, 268, 272 August Julius, 262-263, 265, 267 Augustin Francisc, 529-530, 532-533

Axworthy Mark, 537 Avellaneda Torres John Alexander 24 Babiuch Jolanta, 128 Babjak Ján, 212, 214-215, 216-217, 219220, 224-225 Babrauskas Bolesław, 742 Bachmeier Gaspar, 508 Baconschi Teodor, 534 Badalik Bertalan, 585 Badurina Srećko, 384 Baier Hannelore, 490 Bajsić Vjekoslav, 364 Bakalscki Forunato, 72 Bakarić Vladimir, 333, 342, 344 Baković Anto, 280, 329 Bakšiće Stjepan, 342 Bakšys Povilas, 647 Bakula Ante, 293-294 Bălan Ioan, 493, 503, 544, 554, 560 Baláž Rudolf, 148 Baldinetti Anna, 64 Balgian Vasgen, 512 Balík Stanislav, 81, 87, 89-92, 95, 98-100, 102, 104-105, 108, 110, 112, 116, 127, 133, 135, 137-138 Bálint Lajos, 532-533 Balogh Margit, 570, 578, 592 Balthasar Stephan, 237 Baltić Viktor, 297 Baltzer Eduard Wilhelm, 241 Banja Bernadeta, 303-304, 325 Bank Jan, 395 Baqli Aleks, 56 Baraniak Antoni, 20, 430 Baranyai Jusztin, 586 Barberini Giovanni, 64, 103, 128-129, 131-132, 134-135, 159-160, 186, 188, 252, 256, 528-529, 531 Barciovski Edmund, 508 Bárd János, 585 Bardecki Andrzej, 255


768 Indice dei nomi Bardhi Frang, 32 Barišić Jakov, 292 Barišić Krešimir, 291 Barišić Stjepan, 297 Barnovský Michal, 88, 117, 165, 168-170, 173, 175-176, 183, 202-203, 218-220 Barót Mihály, 495 Barron J. Bernard, 503 Barták Stanislav, 115 Bartko Marek, 88, 157 Bartoszewski Gabriel, 443, 454 Barzda Wincenty, 741 Batelja Juraj, 351 Bauquet Nicolas, 590 Bautz Friedrich Wilhelm, 241 Baziak Eugeniusz, 19, 419-421, 433, 684685, 688 Bazydło Janusz, 455-456 Bebler Aleš, 355 Bednorz Herbert, 19, 432 Bedrna Karel, 203 Beke Margit, 497, 569, 592 Békés Gerardo J., 580 Bele Ioan, 553 Beliauskienė Jadvyga, 649 Belinić Marko, 331 Belon Gellért, 585 Benda Václav, 135 Bendel Rainer, 86 Benedetto XV, 269 Benedetto XVI, 24, 61, 141, 153-154, 273, 319-320, 324, 765 Benedik Metod, 395-396 Beneš Edvard, 18, 84-86, 96, 157, 163-164 Bengsch Alfred, 104, 251, 254, 256-257, 259, 264-267, 271-272 Benigar Aleksa, 332, 344, 349-351 Bensch Teodor, 423 Beran Josef, 18, 87-88, 90, 92, 95-98, 100101, 128-130, 154, 167 Beresztóczy Miklós, 587 Bergendi János, 585 Berger Antal, 585 Berinde Ştefan Daniel, 553 Berisha Sali, 56, 58 Berkes Zervác, 586 Berljak Matija, 378 Berman Jakub, 411 Berton Stanislav F., 84 Besier Horst Gerhard, 230 Bettina Enzo, 127

Bezina Petar, 329 Białkowski Michal, 437 Bićanić Rudolf, 282 Bień Aleksander, 739 Bien Peter, 270 Bieniek Juliusz, 19, 432 Biernacki Witold, 79 Bierut Bolesław, 248, 250-251, 255, 418, 420-421, 423, 430-434, 440, 444, 446, 455, 481-482, 704, 728, 742 Bigazzi Francesco, 256 Bilandžić Dušan, 328, 371, 382, 384 Bilas Ivan, 631, 647 Bingen Dieter, 252 Bischof Franz Xaver, 247 Blachnicki Franciszek, 464, 465 Blaha Jan, 120-121 Blanc André, 86 Blažević Jakov, 308, 349, 379, 385-386 Blažević Velimir, 308, 349, 379, 385-386 Blesík Jan, 115 Bleske Johannes, 422 Boban Ljubo, 342 Bober Sabina, 414-415, 421-423, 438, 455, 486-487 Bociurkiw Bohdan Rostyslav, 705-707 Bodnăraş Emil, 562 Boffito Carlo, 127 Boga Alajos, 508, 516 Bogdánffy Szilárd, 495, 503, 517 Bogdanowicz Stanisław, 423, 426, 461 Bogićević Vojislav, 285 Boháč Zdenek, 81, 83, 117 Bohumil Jiří Frei, 89 Bojahi Gonxhe, 53 Bojanc Krizina, 303-304, 325 Bojaxhi Gonxhe, 53 Bojc Akvina, 398 Bolczyk Henryk, 465 Boleslao I, 83 Boll Friedhelm, 249 Bolonek Janusz, 533 Bongiorno Arrigo, 127 Bönisch Georg, 549 Boras Aleksandar, 294 Borbándi Gyula, 571 Borić Nikola, 342 Borisevičius Vincentas, 629, 632 Borisov Aleksej, 341 Boruta Jonas, 645 Borysowicz Antoni, 692


Indice dei nomi

Boryszewski Paweł, 120 Borza Peter, 195, 209, 217 Bošnjak Branko, 366 Bossilkov Eugenio, 17, 64, 72-73 Bota Ioan, 540 Boudre Alain, 100-101, 106, 140, 142, 145 Bozgan Ovidiu, 509-510, 525, 529-531, 533, 561, 564 Božič Janko, 397 Božičević Srećko, 335 Bozsik Pál, 586 Bracke Maud, 127 Brahm Heinz, 89 Brandmüller Walter, 179, 275 Brandt Willy, 252-253 Braun Johannes, 18, 83, 230-231, 233, 237, 256, 259, 268, 274-275, 722 Brenner Imre, 586 Brenner János, 585 Bresik Ioan, 679 Brežnev Leonid, 485, 622, 685 Briševac Danijel, 297 Brizgys Vincentas, 625-627 Brizi Giovanna, 25 Brodkorb Clemens, 275 Broglio Francesco Margiotta, 256 Brückner József, 585 Brummer Arnd, 230 Brunello Aristide, 32-33, 37, 39, 41, 44, 46, 63, 66, 68, 73, 85, 88-89, 95-96, 109, 599, 601 Brunet Ferenc, 585 Brystygierowa Julia, 426, 428-429, 451, 452 Brywczyński Michał, 24, 713 Buchstab Günter, 253 Buchta Roman, 465 Bucur Ioan-Marius, 500, 566-567 Buczek Marian, 697, 711 Budi Pietro, 32 Budka Nikita, 707-708 Budzyński Stefan, 470 Bujňák Juraj, 210-211, 217 Bujňák Teodor, 217 Bukovsky John, 81, 103-104, 110, 120121, 132, 183, 530-533 Bukowiński Władysław, 719, 730-732, 735-736, 738-740, 745, 749 Bukraba Kazimierz, 420 Bukvić Danilo, 294 Bulang Heinrich, 270

769

Bulányi György, 589 Bulínová Marie, 114 Buljan Slavica, 303 Bulut Veljko, 295 Bunić Šagi, 362, 364-366, 377 Bunić Tomislav Šagi, 365 Burgués José, 582 Buryła Wacław, 741 Burzio Giuseppe, 160 Bús János, 586 Butkevičs Jānis, 621 Buzalka Michal, 19, 160, 171, 177, 179, 181, 202-203, 205 Buzek Jerzy, 483 Buzuku Giovanni, 32 Caccamo Francesco, 188 Cagna Mario, 367, 369 Callisto III, 30 Caprioli Adriano, 572, 600 Caratan Alojzija, 285 Cárcel Ortíz Vicente, 230, 258, 533 Carević Josip Marija, 347 Cargnello Giulio, 24 Carlo VI, 575, 577 Carol II, 546 Carosio Maria, 64 Casaroli Agostino, 21-22, 64-65, 75, 112113, 121-122, 127-131, 135-136, 183184, 187, 253-254, 256-257, 357-358, 364, 366, 411, 475, 477, 481-482, 485, 528-529, 532, 566, 593, 712 Cascone Antonio, 7, 63-78, 763 Cassulo Andrea, 499 Cassuti Antonio, 127 Castriota Giorgio, 30-31 Cataluccio Francesco M., 127 Causero Diego, 153, 155 Cavalli Fiorello, 63-64, 67, 85, 158, 168, 363 Cearnău Iosif, 556 Ceauşescu Nicolae, 526-527, 529-530, 560-562, 566-567 Cemović Marko, 282 Cerchez Ada, 550 Cērciņš Adalberts, 621 Cerkovnik Franc, 397 Cerny-Werner Roland, 128, 257 Ceynowa Tadeusz, 421 Chaline Olivier 79 Chalupecký Ivan, 81, 181


770 Indice dei nomi Charouz Jindrich Zdenek, 102, 116 Cheli Giovanni, 529 Chinezu Tit Liviu, 550-551 Chira Alexander, 708, 719, 739, 749 Chiulov Damiano, 72 Chodanionek Bronisław, 675, 678-680 Chomicki Antoni, 692, 695 Chomyšyn Hryhoryj, 702, 704, 707-708 Choromański Zygmunt, 427-428, 444, 458, 463, 472 Churchill Winston, 157 Cieński Jan, 420, 684, 686 Cieplak Jan, 728 Ciesielczyk Marek, 695 Ciesielski Stanisław, 413, 740 Ciobanu Petru, 8, 671-682, 763 Ciriaci Pietro, 95 Cirkle Vojtěch, 124, 140 Cisar Alexandru Theodor, 494, 503, 515516 Clemente XI, 31 Clemente XIII, 575 Clodfelter Michael, 537 Çoba Ernest Maria, 45, 49, 54 Colan Nicolae, 539 Colasuonno Francesco, 132, 144, 477, 744-745 Constantinescu Emil, 534-535 Coppa Giovanni, 145, 155 Coranič Jaroslav, 194, 195, 200, 218, 706 Cortesi Filippo, 480 Coșa Anton, 671, 674, 679 Cosma Ioan, 556 Courtois Stéphane, 504, 601 Čretnik Ignacij, 409 Csizmadia Andor, 576, 594 Csorba László, 596 Cvijanović Joso, 340 Cvitković Ivan, 280 Cvrljesi Vjekoslav, 367 Cyril Vasil, 209 Cywiński Bohdan, 119, 445, 470, 475, 575 Czapik Gyula, 592 Czaplicki Bronisław, 601, 724 Czarny Szymon, 733 Čalfa Marián, 143 Čarneckyj Mykola, 707-708 Čarsky Josef, 19, 494 Čekada Smiljan, 305, 307-308 Čekovská Eva, 222-223

Čelik Dragutin, 307 Čelik Pavle, 390 Češíková Remigie Anna, 117 České Budějovice, 23, 80, 95, 100-101, 111, 130, 139-141, 765 Čorniak Ivan, 709 Čota Marijan Čolina, 296 Čule Petar, 288, 305, 307-308, 314 Čulinović Ferdo, 282 Ćurčić Antun, 297 Čužāns Stanislavs, 620 D’Errico Alessandro, 319-320 Dąbrowski Bronisław Wacław, 249, 254255, 418, 437, 439, 441-442, 448, 472473, 477, 484-486 Dąbrowski Jerzy 667 Dąbrowski Stanisław, 249, 437 Dachsel Joachim 79 Dachsel Joachim, 79 Dähn Horst, 230, 234 Dajani Daniele, 41 Damiš Ivan, 344 Dancák František, 209-211, 224-225 Danila Simon, 512 Danilecka Lilla, 730, 742, 745, 748, 754 Danilo Bukvić, 294 Dărăban Teodor, 556, 559-560 Dartel Geert van, 283 Darzycki Wojciech, 692 Daske Ulrich, 82 Dászkál István, 533 Davídek Felix, 120-124 De Leonardis Massimo, 97 De Liva Ottavio, 174 Debreczeni Félix, 585 Dechet Ján, 173 Dechterev Alexej, 197 Dedijer Vladimir, 280 Del Rio Domenico, 128 Deletant Dennis, 493, 551-552 Delgado Mariano 79 Dema Pjeter, 45 Dembowski Bronisław, 443 Demel Zdeněk, 89 Demurow Stefan, 722 Denejko Nykanor, 709 Derewenda Robert, 465 Derksen Johannes, 238 Deschner Günther, 85 Despinescu Anton, 520


Indice dei nomi

Dias Ivan, 58-59 Dimitrijević Mita, 282 Diordita Alessandro, 674 Dirks Walter, 249 Disujenov Almaz, 754 Dizdar Hamid, 288 Dlabal Karel, 104 Dmyterko Sofron, 709 Doboş Danut, 524, 528 Dobszay János, 589 Đodan Šime, 282 Dogaru Dumitru, 529, 531, 562 Dohle Horst, 230 Dolinar France M., 388, 390, 393, 395 Domański Tomasz, 432 Dominiczak Henryk, 445, 460, 463-464 Domokos Pál Péter, 489, 527 Döpfner Julius, 237, 262-264 Dornik Ljuba, 390, 401 Drăgan Iosif Constantin, 558 Draganović Krunoslav, 283-289, 295, 299 Dragar Milanka, 395 Dragičević Pavo, 301 Dragomir Ion, 560 Drašković Vuk, 280 Dravecky Jozef, 88 Drda Miloš, 79 Drozdek Leo, 100 Držečnik Maksimilijan, 388-389, 394, 395, 400, 402-403 Drzepecki Bronisław, 730, 732-733, 735736 Dubarlé Dominique, 365 Dubček Alexander, 126-127, 143-144, 185, 187-189, 222 Dubovský Peter, 119, 121, 178 Duchniewski Jerzy, 255 Duda Bonaventura, 360 Dudek Antoni, 414, 417-418, 427-487 Dujlović Ante, 297 Dujmušić Dragan, 297-298 Duka Dominik, 24, 118-119, 137 Duļbinskis Kazimirs, 620-621 Dumblauskas Albinas, 719, 739-740 Dumitrescu Petrişor Ionel, 492 Dunskis Aloizs, 620 Dupp Bálint, 585 Dupuy Bernard, 120 Durcovici Anton, 494, 503, 507 Ďurica Milan Stanislav, 160, 182-183 Dus Jan, 135

771

Dvořák Václav, 107 Džambo Jozo, 308 Dzenis Leons, 617-618 Dziobek-Romański Jacek, 457, 459 Dziurok Adam, 425-426, 433, 457, 460 Dzwonkowski Roman, 7-8, 599-604, 655670, 683,-698, 705-706, 711-712, 715729, 732, 734-735, 744-745, 763 Eberhardt Piotr, 655, 684-685, 687 Eisner Dagmar 80 Elmer István, 581-582, 586, 589 Eltschkner Antonín, 95, 118 Emeršič Jurij Pavel, 408 Encausse Hélène Carrère, 601 Ender Erwin Josef, 155 Endrey Mihály, 585 Enrico I, 83 Eördögh István, 594 Erhard Ludwig, 252 Erlikman Vadim, 490, 537 Faber Richard, 271 Fabjan Antonija, 304 Faggioli Massimo, 254 Falk Tadeusz, 139,-141, 461-462 Falk Walter, 144 Farkasfalvy Dénes, 582 Farský Karel, 82 Farszky Szalvator, 585 Faulnebach Bernd, 81, 164 Fausti Giovanni, 41 Fazekaš Ján, 217 Fedor Michal, 199, 218 Fëdorov Leonid, 700-701 Fedoryk Josafat, 709 Feil Ernst, 230 Fejérdy Andreas, 64, 576, 593-594 Feješ Ján, 203 Fejto Francois, 86 Feldman Matthew, 492 Feranec Jozef, 189, 225-226 Ferenc Mitja, 335 Ferenc Petrányi, 585 Fiala Petr, 120, 123-124 Fierlinger Zdeněk, 85 Filipič Hanzi, 408 Findysz Władysław, 454 Fishta Antonin, 45, 54 Fitych Tadeusz, 139-141, 461-462 Floridi Alessio, 641


772 Indice dei nomi Foa Lisa, 127 Fodor József, 517 Fraknói Villa, 596 Francesco (papa), 27, 61, 117, 268 Franco Gjini, 34 Frank Hans, 411 Frank Olga, 411, 413, 740, 742 Frashëri Midhat, 34, 43 Freesz József, 586 Frenţiu Valeriu Traian, 493, 538, 544, 550, 566 Freusberg Joseph, 268, 270 Friebel Thomas, 232 Friedenthal Richard, 79 Friemel Franz Georg, 230 Frings Josef, 248 Friszke Andrzej, 441, 484-487 Fritz Michal, 219, 223 Fritzsch Karl, 413 Fritzsch Karl, 413 Gabański Stanisław, 425, 462 Gabrāns Jānis, 619 Gabrič Aleš, 395, 406 Gabris Aloizs, 620 Gábriš Július, 108, 189, 225 Gaczyński Ignat, 665 Gadzāns Pēteris, 620 Gaida Pranas, 629 Gailevičs Jāzeps, 620 Galić Križan, 297 Galić Tomislav, 297 Gallagher Charles R., 346, 353, 356 Galloni Francesco, 68, 72 Galter Alberto, 86, 502, 504, 511, 513, 627 Gansrigler Franz, 120-122, 124 Garaudy Roger, 366 Gardin Giacomo, 38 Garić Josip, 307 Gáspár Gusztáv, 586 Gasparre Thaci, 33-34 Gatz Erwin, 81, 230, 235-236, 253, 258, 260-263, 266, 268-270, 272, 275 Gawlina Józef, 416, 716, 718 Gędłek Łukasz, 724 Geiger Vladimir, 332, 339-340 Gencel Pál, 585 Georgescu Tehoari, 548, 550, 565 Gergely Jenő, 578, 586, 595 Gerhard Albert, 249 Gerinczy László Pál, 517

Geršković Leon, 328 Gheorghe Andrei Naghi şi, 556 Gheorghiu-Dej Gheorghe, 493, 499-502, 509, 534, 540, 547-549 Gherghel Petru, 532-533, 671 Ghergu Mariana, 551 Gherman Pierre, 515 Gierek Edward, 476-477, 482, 484-486 Gigiov Pavel, 73 Gilbert Martin, 537 Giorgizab Stefano, 723 Giovanni Paolo I, 131, 273, 418 Giovanni Paolo II, 16-17, 24-25, 28-29, 52-52, 57-61, 73, 76, 99, 104, 113-114, 124-125, 131-133, 136, 139-141, 143146, 148, 151-155, 191, 193, 196, 200, 214, 268, 273, 275-276, 319-320, 375376, 380-381, 384-385, 434-435, 441, 443, 448-449, 474, 477, 479, 482-487, 533-534, 536-537, 567-568, 596-597, 602-603, 652-653, 655-656, 665, 667668, 695-697, 708-709, 711-713, 726727, 736-737, 739, 741-742, 744, 747748, 753-756, 765 Giovanni XXIII, 23, 68, 74-75, 128, 139, 186, 231, 251, 256, 264-265, 359-360, 363, 395, 438, 481, 528, 566, 593-594, 684, 708 Giunipero Elisa, 64 Giurescu Constantin, 492-493, 498, 500 Giurescu Dinu, 492-493, 498, 500 Giuseppe II, 80, 575 Gjini Francesco, 34, 39-40 Glavaš Radoslav, 340 Glemp Józef, 420, 443, 472-474, 480, 746 Glinka Luigi, 699 Gnidovec Karel, 391, 397 Gojdič Pavol, 19, 125, 160, 177, 179-182, 185, 193, 195-211, 214, 218, 223-224, 226 Gojnarić Mirko, 282 Golan Galia, 127 Goldhagen Daniel Jonah, 549 Goldstein Slavko, 339 Gołębiowski Piotr, 420, 459 Golob Janvit, 335 Goluža Božo, 280, 284, 329 Gomułka Władysław, 426, 428, 435, 459, 485 Gönner Johannes, 229, 235 Góralski Wojciech, 477, 480, 482-483


Indice dei nomi

Gorbaciov Michail, 273, 381, 596, 657, 668, 675, 696, 711, 712, 744 Gospodnetić Juraj, 291 Gottwald Klement, 86, 92, 198 Götz Roland, 263 Goubran Alfred 79 Grabowski Waldemar, 412 Graham Stephen, 282 Grajewski Andrzej, 250, 433, 476-477, 482 Graubner Jan, 102, 137, 153 Grčić Marko, 334 Grebenarević Bonaventura, 297 Greco Simone, 197, 534-535, 538, 545546, 548, 550, 556, 560-562, 582, 631 Grgec Radovan, 364 Griesser-Pečar Tamara, 7, 328, 387-410, 763 Grimm Karlo, 342 Gromyko Andrej, 641, 665 Gross Josef, 82 Grösz Giuseppe, 575, 584, 592 Grotewohl Otto, 239, 262-263 Grott Bogumił, 703 Groza Petru, 492, 496, 498-499, 505, 507, 517, 538-539, 542-544 Gruber Erentraud, 81 Gruczyński Krzysztof, 472 Grünwald Leopold, 84 Gruša Jiří, 144 Grygorcewicz Zbigniew, 727, 747 Gryz Ryszard, 414, 417-418, 427-470, 472-473, 476, 479-482, 486-487 Grzybowski Antoni, 661 Gsovski Vladimir, 92 Gsowski Viktor, 89 Guberina Ivo, 340 Gudziak Borys, 708 Gujic Eugen (Ante), 292 Gulbinowicz Henryk, 440 Guldescu Stanko, 330 Gulyás Károly, 585 Gumnicka Maria Magdalena, 729, 749 Gumpenberg Karl, 618 Gumppenberg Thomas, 742 Gura Nicoleta Ionescu, 501 György Fodor, 512, 517-518, 533, 535, 584, 589, 593 Gyula Kiszely, 585 Hacker Jens, 252 Haefs Hanswilhelm, 127 Haese Ute, 230

773

Hain Radan, 80 Hàjek Jirì, 127 Hajnal Zénó, 585 Halík Tomáš, 107, 145, 150, 152-153, 155 Haľko Jozef, 186 Hallier Hans-Joachim, 128, 256 Hampl Václav, 154 Hamvas Endre, 585, 592-593 Hannig Ernst, 238 Hanuš Jiří, 81, 87, 89-92, 95, 98-100, 102104, 106, 108, 110, 112, 116, 123-124, 127, 133, 135, 137-139 Hartlelt Franz, 257 Hartmann Jan, 99 Hartz Franz, 422 Harza Lajos, 586 Hasmandová Vojtěcha, 117-118 Haug Antal, 585 Hausberger Karl, 260 Hauser Uwe 79 Havasy Gyula, 584-585, 587 Havel Václav, 107, 142-145, 148-149, 155 Hehl Ulrich von, 239 Heise Joahim, 230, 245 Hejdanek Ladislav, 135 Hejzlar Zdeněk, 126-127 Hel Ivan, 712 Helan Pavel, 188 Helbach Ulrich, 268 Helbling Hano, 256 Heller Edith, 249 Hellonowa Halina, 733 Hengsbach Franz, 270 Hennesey John, 256 Herbst Karel, 142 Herineanu Teofil, 540 Heydrich Reinhard, 84-85, 102 Hilaire Yves-Marie, 64 Hirka Ján, 138, 214-215, 224-226 Hirniak Josyf, 709 Hirţea Iuliu, 560 Hitler Adolf, 35, 84-85, 157, 227, 259, 334, 356, 413-414, 577, 672, 703 Hlad Albert, 118 Hlad Ladislav, 118 Hladká Jana, 105 Hlebowicz Adam, 658, 689, 694, 728, 740, 746 Hlihor Constantin, 497 Hlinka Andrej, 159, 161-162, 169, 185, 189, 222-223


774 Indice dei nomi Hlinka Anton, 168 Hlinka Pavol Mária, 159, 168-169, 185, 189, 222-223 Hlond August, 19, 416-418, 420-424, 428, 430, 444, 451, 468, 472 Hlouch Josef, 92, 95, 100-101, 104, 126, 130, 140, 765 Hnilica Ján, 120 Hnilica Pavol Mária, 119, 178 Hodža Milan, 83 Hoensch Jörg K., 126 Hoffmann Alfred, 271 Holková Marie, 117 Höllen Martin, 229-230, 263 Holzbrecher Sebastian, 231, 247 Hölzlwimmer Laura, 81, 86, 89, 95 Honecker Erich, 267, 274 Hopfner Johannes, 89 Hopko Vasiľ, 19, 125, 177, 182, 186, 193, 195, 197, 200, 203, 205-206, 209-211, 214-216, 218, 224-226 Hoppe Tadeusz, 680, 693-694 Hörner Petra 80 Horthy Miklós, 569, 576 Horvat Joža, 279, 331 Horvat Vladimir, 339, 348 Horváth Pál, 586 Horváth Sebestyén, 586 Hossu Iuliu, 20, 503, 507, 535, 539-541, 544545, 554, 560, 562, 567 Hosszú László, 529, 532 Hosu Ioan, 20, 554,556 Hotz Robert, 175 Hourka Miroslav, 97 Howaniec Henryk, 747 Hoxha Enver, 28, 34-37, 39, 42, 47, 49-53, 56 Hrabovec Emilia, 84, 88, 95, 97, 118, 122, 128, 131 Hromádka Josef, 138 Hrskanović Marko, 286 Hrůza Karel, 103, 126-127, 132 Hubert Ferenc, 585 Hummel Karl Joseph, 128, 186, 249, 256, 585 Hummel Kornél, 585 Hummer Franz, 107, 120, 518 Hurley Joseph Patrick, 346-348, 353-354, 356-357 Hus Jan, 79, 83, 97, 146, 153 Husák Gustáv, 127, 143, 157-158, 160, 162164, 173, 197, 202, 204 Hüttl Josef, 84

Huyn Pavel, 82 Huzar Lubomyr, 699 Iacobec Victor, 532 Ijjas Giuseppe, 592 Illing Susann, 241 Imperatori Mario, 41 Injac Branko, 280 Iuga Emil, 538, 539 Ivančić Gaudencije, 300 Ivanišević Jula, 304, 325 Ivbulis Stanislavs, 620 Iwanow Mikołaj, 662, 687 Iwaszkiw Irena, 684, 686 Jacewicz Wiktor, 413 Jacques Edwin E., 32, 34-35, 38-42, 45, 4748, 50, 56 Jakab Antal, 519-520, 523, 531-532 Jakab Benjamin, 586 Jakeš Miloš, 143 Jakubčin Pavol, 88, 174 Jałbrzykowski Romuald, 420, 625, 629631 Jamnik Karel, 389 Jančar Drago, 395, 408 Janicki Andrzej, 724 Janišová Milena, 114 Janko Anto, 84, 347, 397 Jankovskis Vladislavs, 621 János Scheffler, 522 Jarc Alfonz, 397 Jareb Jere, 334 Jarmusik Edmund S, 655, 664 Jaruzelski Wojciech, 441-442, 448 Jaškovičs Jānis, 620 Jávor Egon, 582 Javorová Ludmila, 121-124 Jaworski Marian, 697 Jeličić Anto, 308 Jerič Ivan, 388, 393 Jerković Radovan, 329 Jermacāns Miķelis, 620 Jermalavičius Juozas, 646 Jeż Ignacy, 418 Jodovalkis Aleksandrs, 620 Jolić Robert, 296 Jonjić Tomislav, 331 Jonkon Kamen Vicev, 73 Jonová Jitka, 82, 99, 101, 130, 156 Jop Franciszek, 418, 433


Indice dei nomi

Joppen Rudolf, 261 Jörgens Apollinaris, 238 Jošar Ludvik, 409 Josef Braito Silvestr Maria, 115 Jović Ivo, 319 Jozinović Marko, 307 Jubani Simon, 55 Judák Viliam, 222-223 Juhņēvičs Antons, 619 Jung Ruth, 265-266 Jurčak Martin, 397 Jurčević Josip, 328-329, 336 Jurković Ivan, 339 Jurković Julijan, 292 Kaczmarek Czesław, 19, 413, 432-435, 451-453 Kádár János, 20, 588, 592, 596 Kadlec Jaroslav, 81-82 Kadlecová Erika, 126-127 Kądziela Paweł, 468 Kahlesz Miklós, 585 Kahn Alexander, 717 Kaip Vilmos, 585 Kajdy Ferenc, 585 Kajpr Adolf, 115 Kąkol Kazimierz, 485 Kalata Dominik, 119, 178 Kaleta Janusz, 742, 747, 749 Kalivoda Robert 79 Kaller Maximilian, 422 Kalous Jan, 164 Kamiński Łukasz, 249 Kania Stanisław, 484 Kapacis Stanislavs, 610 Kaplan Karel, 85, 89, 98, 110, 114-115, 180, 187, 194 Kapor Čedo, 294 Karasińska Izabela, 748 Karaśkiewicz Katarzyna, 253 Karaula Marijan, 280, 286, 292-293, 297, 306, 329 Karin Karlo, 285, 370 Karny Miroslav, 84 Karolewicz Grażyna, 419 Károlyi Bernát, 586 Karosas Justinas, 625 Karp Jürgen Hans, 231 Kašpar Karel, 84 Kasper Walter, 701 Kaszuba Serafin Alojzy, 686, 733, 735-740

775

Kaurinović Josip, 297 Kavka František 79 Kawa Stanisław, 718 Keane John, 144 Kelemen Crisostomo, 581 Kelemen Papp, 586 Kenyeres Lajos, 585 Kerčmar Vili, 410 Kerdík Milan, 572 Kerkai Eugenio, 570 Kernweiss Konrad, 529, 532 Kezić Ines, 285 Kidrič Boris, 393 Kiernicki Władysław Rafał, 686, 693, 710711 Kiesinger Kurt Georg, 252 Kindziuk Milena, 443, 454 Kisberk Imre, 585 Kiselevskis Kārlis, 620 Kiškis Stasys, 637 Kiss Szaléz, 585 Kissi Kristofor, 43 Kitchener Horatio Herbert, 337 Kjuder Albin, 389 Klančar Leopold, 397 Klaus Václav, 153-155 Kļaviņš Miķelis, 620 Klein Tivadar, 585 Kleineidam Erich, 237 Klepacz Michał, 434, 444, 472 Klinger William, 329 Kliszko Zenon, 435 Kluczyński Wincenty, 700 Kmeťko Karol, 160 Knapp József, 585 Knauf Wolfgang, 230, 246, 260-263, 266 Kneža Jofef, 217 Kňežová Anna, 216 Kočegarova Julia, 754-755 Koch Hans-Gerhard, 230, 236, 271 Kočiš Ján Eugen, 214-215 Kohl Helmut, 252-253, 274-275 Köhler Michael, 716-717, 740 Kokars Jānis, 620 Kokinčák Ján, 195 Kola Pietro, 47, 48 Kolanović Nada Kisić, 340 Kolar Petr, 125 Kolarek Nikola, 342 Kolarić Juraj, 283 Kolarov Esteri Vassil, 68-69


776 Indice dei nomi Kolbe Massimiliano, 482 Kolda Vlastimil, 101 Koliqi Mikel, 60 Köllmann Wolfgang, 228 Kolouch František, 101 Komarica Franjo, 307 Kombetar Balli, 39 Kominek Bolesław, 248, 250-251, 418, 421, 423, 440 Kondrusiewicz Tadeusz, 620, 668, 724 König Franz, 104, 136, 368, 381, 481, 593 Konkol Grzegorz, 690, 733 Konobeev Vasilij D., 63 Konobnessi Damian, 49 Konopka Hanna, 448-450, 469 Kopač Janez, 406 Köpeczi Béla, 493 Kopeiks Eduards, 620 Kopiec Jan, 421, 426-427 Kopping Gáspár, 585 Koprivňáková Jana, 194 Koprowski Marek, 732-734 Kordač František, 82 Kordić Lucijan, 290, 295, 298 Kordík Josef, 134 Korec Ján Chryzostom, 108, 119, 122, 174, 178, 185, 189, 193, 222 Korejs Jaromír, 103 Kormos Ottó, 585 Kornaszewski Józef, 724 Kornath József, 585 Körösztös Krizosztom, 585 Korte Karl-Rudolf, 253 Kosatík František, 102 Koška Jozo Tomašević, 288 Kostelnyk Havryil, 705 Kösters Christoph, 235, 261, 265-266 Kostov Traicio, 65 Košút Ján, 159 Kötő József, 511 Kotsylovskyi Josafat, 702, 706, 708 Koukl Josef, 133, 138, 156 Koura Petr, 81, 103 Kovačić Alfonza, 285 Kovács Antal, 585 Kovács Benno, 586 Kovács Ferenc, 586 Kovács Imre, 586 Kovács Ristóf, 585 Köves István, 585 Kowalczyk Jozef, 419, 421, 476, 483

Kowalczyk Krzysztof, 421 Kowalik Szczepan, 459 Kowalów Witold Józef, 749 Kowalski Kazimierz Józef, 432 Kozak Petro, 709 Kozieł Danuta, 432 Kozlovskis Leonards, 616 Kozłowski Leon, 423 Kozma György, 593 Koźmiński Honorat, 666, 695 Kožul Stjepan, 329, 336, 347, 351-353, 357, 377 Krahel Tadeusz, 658 Krajewski Francisc, 679 Krajňák Michal, 169 Kramare Stjepan, 340 Kramberger Franc, 389 Kramer John M., 256 Kratochvil Josef, 105 Kraus Tadeusz, 601-602 Kräuter Sebastian, 533 Krajewski Franciszek, 679 Krawczyk Tadeusz, 249 Krętosz Józef, 417 Kretschmer Ernst, 84 Krikščiūnas Romualdas, 641 Krišto Jure, 7, 327-386, 763 Kriszten Rafael, 586 Krivaitis Česlovas, 646-647 Križaj Peter, 397 Křížková Marie Báčová, 103 Kročil Vlastimil, 142 Krucina Jan, 254, 421 Krumpan Michael, 602 Krupavičius Mykolas, 624 Krusciov Nikita, 446, 657, 674 Krzywicki Michał, 420 Krzyżanowska Sylwia, 461 Krzyżowski Tomasz, 724 Kubasik Adam, 703-704 Kuberska Maria, 733-736 Kuberski Jerzy, 483 Kučera Jiří, 103 Kuchař Leo, 120 Kucharski Wojciech, 248, 250, 255 Kučinskis Stanislavs, 607, 615 Kuczyński Józef, 730, 732-736, 740, 744 Kuharić Franjo, 368-373, 376, 378-380, 383, 385 Kukta Juozapas, 625 Kukułka Krzysztof, 719


Indice dei nomi

Kulier Eulalija, 304 Kulińska Lucyna, 703 Kulundžić Zvonimir, 282 Kumor Bolesław, 255, 411-412, 414-416, 419-420, 423-424, 427-429, 431, 443, 446, 451, 453, 456-457, 459, 465, 468, 471, 728 Kunzmann Fridrich, 89 Kupčevski Serafim, 340 Kuraitis Pranas, 633 Kurčaba Filimon, 712 Kurlandzki Stanisław, 730, 742, 745, 748, 754 Kurojedov Vladimir, 662, 667 Kusin Vladimir V., 126 Kustić Živko, 360, 362-363, 377-378 Kuta Cecylia, 465 Kwaśniewski Aleksander, 483 L’atyševskyj Ivan, 707 Labukas Matulaitis, 640-641, 646-647 Lach Josip, 342, 353 Ļachs Antons, 619 Lacko Michal, 197-198, 209, 219 Lajoš Zorislav, 360 Lakota Hryhoryj, 706-708 Lambert Malcolm D. 80 Landersdorfer Anton, 262-263, 265 Langa Tertulian, 562 Lange Gerhard, 229 Lapkovskis Longins, 620 Laskay Antal, 585 Laskowski Sławomir, 664 Lasota Marek, 433, 484 László Leslie, 517, 529, 532, 570, 575, 581, 585-586, 588-589, 592 Lata Jan, 89 Latyševskyj Ivan, 708 Laurynenka Katsiaryna, 665 Lavopa Marco, 128 Lazík Ambròz, 19, 130, 165, 170-171, 177, 182-183, 186-187, 222, 223 Lazurca Marius Gabriel, 534 Leanza Giuseppe, 155, 319 Lebeda Jan, 132, 138 Lebiediev Viktor, 431 Lebiediev Andrej, 664 Lecce Francesco Maria, 32 Lecomte Bernard, 665 Legge Petrus, 71-72, 149, 238, 269, 312,

777

319, 320, 384, 391-392, 394, 399, 405, 497, 544 Legieć Andrzej, 728-729, 749 Leiche Werner, 274 Leidenix Berchmana, 304 Lejner Andrzej, 737, 743-744, 746, 752 Lejner Anna, 743, 746 Lek Dukagini III, 30 Lékai László, 575, 589 Lemberk Zdislava, 151 Lemparty Antoni, 464 Lénárd Károly, 586 Lénárd Ödön, 586 Lenga Jan Paweł, 729, 742-749, 755-756 Lenič Stanislav, 400 Lenin Vladimir, 37, 327-328, 664, 722 Lenzion Cazimir, 679 Leoncini Francesco, 126-127 Lepp František, 169 Leppin Volker 79 Lesiński Andrzej, 427, 460-461 Leskošek Franc, 391 Leskovec Vlatka, 330 Letz Róbert, 88, 158, 161-162 Levillain Philippe, 186 Libor Jan, 81, 89 Lida Pawel, 662 Liekis Algimantas, 640 Lill Rudolf, 128, 256 Lindenberger János, 495 Liška Antonín, 132, 141 Liška Jan, 138 Liška Ondřej, 106-107, 113, 119-121, 124, 127, 132, 135, 138, 141 Lītaunieks Stefans, 609 Liva Ottavio de, 95 Lízna František, 135 Ljavinec Ivan, 124-125, 214-215 Ljubo Lucić, 293 Loch Theo, 254 Lochman Jan M., 89 Lombardi Lapo, 159, 491, 528, 579 Lompe Alfred, 425 Longo Luigi, 127 Lorenz Klaus, 261, 600 Lorković Mladen, 334 Lorman Jaroslav, 154 Loth Wilfried, 253 Lubačivskyj Ivan, 713 Luca Vasile, 549-550 Ludvík František, 89, 99, 187


778 Indice dei nomi Ludwig Günter, 84 Luka Pavlović, 288 Lukač Symeon, 708 Lukács Pelbárt, 586 Luthar Adam, 409 Luxmoore Jonathan, 128 Łazar Stanisław, 657 Łuczak Czesław, 413 Łukomski Stanisław, 472 Łysakowski Piotr, 255 Macek Josef, 79, 103, 138 Maček Gregor, 405 Maček Vladko, 350 Macharski Franciszek, 472 Machilek Franz, 80 Machovec Milan, 80 Machula Jan, 128 Maculewicz Jerzy, 719 Madajczyk Piotr, 250 Mádr Oto, 120-123, 135, 137-138 Maga Ján, 189 Magocsi Paul Robert, 699 Mähler Ulrich, 81, 164 Majdowski Andrzej, 718, 728 Majić Andrija, 308 Majić Željko, 308 Majstorović Miroslav Filipović, 340 Maksimov Germogen, 340, 347 Malý Augustin, 100 Malý Václav, 99, 135, 142 Mały Leon, 686, 724 Małynicz-Malicki Mieczysław, 666 Mandzák Atanáz Daniel, 115 Maniu Iuliu, 489, 553 Mańko Bogdan, 724 Mannelli Soveria, 126 Mao Tse Tung, 46 Marciniak Krzysztof, 747 Marcone Ramiro Giuseppe, 344, 347 Marecki Józef, 415, 425-430, 432, 454, 461 Marek Pavel, 103, 213 Marević Jozo, 335 Maria Teresa d’Asburgo, 575 Marijan Davor, 385 Marina Justinian, 512, 539, 549 Markijan Władyka, 710 Marko Nedić, 292 Marmaggi Francesco, 95 Marozzo della Rocca Roberto, 127 Marples David, 744

Marszałkowski Tomasz, 447, 448 Marták Pavol, 216 Marticsevics Pál, 585 Martini Carlo Maria, 141 Márton Áron, 493-494, 503-504, 507-510, 517, 519-523, 531-533 Martyniak Jan, 424 Marx Karl, 36-37 Marycz Győrő, 586 März Christian, 270 Masaryk Tomáš Garrigue, 80, 83, 102 Maser Peter, 233 Mastiliak Ján, 115 Masucci Giuseppe, 332 Mataušić Juraj Mirko, 365 Materski Edward, 418, 449, 684 Materski Wojciech, 412-413, 418, 449, 683-684 Matković Blanka, 339 Matocha Josef Karel, 98, 101-102, 118, 120, 139 Matoušek Kajetán, 118, 126, 141 Matulionis Pranciškus, 629, 632, 636-637, 640, 645-646 Matulionis Teofilis, 629, 637 Maurer Ioan Gheorghe, 529, 562 Maury Buendía Miguel, 534, 747 Maželis Petras, 633, 636, 638 Mazowiecki Tadeusz, 142, 255, 480 Mazur Franciszek, 444, 458 Mazurek Adam, 419 Mazzoli Giuseppe, 68 Medek Václav, 81, 84 Meisner Joachim, 107, 267-268 Melderis Alfons, 619 Melloni Alberto, 128, 187, 254, 256 Melmuková-Šašecí Eva, 80 Melnyk Mychajlo, 706 Meloni Alberto, 135 Mendriks Jānis, 620 Mengis Franz, 740 Mergel Leon, 618 Mesároš Anton, 193, 201, 219 Meszlényi Zoltán, 577, 584 Micara Clemente, 95 Micewski Andrzej, 444-447, 470 Michele I, 498-499 Mickevičs Bernards, 621, 695, 711 Miernik Grzegorz, 457 Mihai I, 492, 498 Mihály Werner, 585


Indice dei nomi

Mihevc Andrej, 335 Mikes György, 584 Mikhalik Larysa, 655 Miklenić Ivan, 336, 337, 363 Miklós Imre, 595 Mikola Milko, 406 Mikołajczyk Magdalena, 249 Mikołajczyk Marian, 468 Mikrut Jan, 3, 5, 7, 9, 13-26, 64, 79-156, 227-276, 328, 395-396, 569, 763-764 Miksa Pál, 585 Mikulášek František, 115 Milanović Božo, 352, 355, 360 Milas Regina, 304 Miletić Ivan, 297 Milik Karol, 418, 423 Milivončić Ivica, 280 Miłkowski Stanisław, 661 Miller Tilly, 126 Milošević Slobodan, 382 Mindszenty Jòzsef, 20-21, 69, 166, 529, 569570, 573, 575-579, 584, 592-593, 597 Mioč Borivoj, 297 Mirek Agata, 451-452 Mitzscherlich Birgit, 238 Mjeda Lazare, 34 Mlýnář Zdeněk, 127 Močnik Franc, 389 Modelski Ryszard, 736-737 Moghioros Alexandru, 548 Moll Helmut, 85 Molnar Amedeo, 79 Montalvo Gabriele, 482 Montini Giovanni Battista, 360, 570 Morača Milutin, 366 Moravetz Gyula, 585 Morawski Andrzej, 724 Morel Julius, 570 Mossing Henryk, 686 Mrihini Dimitrije, 340 Mrkoci Vladimir, 339 Mróz Maciej, 700 Muench Aloysius Joseph, 239 Muftić Ismet, 340 Müller Friedrich, 512 Müller Gerhard Ludwig, 251 Müller Torsten W., 235-236 Müller Wolfgang, 237 Müller-Mészáros István, 585 Munarini Giuseppe, 551 Murawski Ryszard, 438

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Mureşan Lucian, 562 Muś Teresa, 438 Musiał Filip, 426, 428, 433, 452, 484 Mussolini Benito, 34, 672 Mužić Ivan, 282 Mwaniki Joseph Ritho 7, 27-62, 764 Mysiakowska Jolanta, 443 Myszor Jerzy, 416, 432, 434, 454, 457, 472 Nadrah Ignacij, 388, 393 Nagy Imre, 588 Nagy Tohotom, 510, 570, 588 Naletilić Stjepan, 295 Napolitano Matteo Luigi, 595 Nasi Teodor, 30 Navarro Valls Joaquin, 124 Navrátil Augustin, 135, 137 Nazarbaev Nursultan, 753, 757 Nazor Vladimir, 331 Ndreca Ardian, 30-32 Nécsey Eduard, 19, 130, 160, 177, 183, 186, 187, 222 Neglie Pietro, 86 Nejedlý Zdeněk, 109 Němcová Dana, 135 Nèmec Ludvick, 89 Nenciu Gheorghe, 530 Nepomuk Klein Norbert Johann, 82 Nestor Waldemar Maximilian, 290, 305 Neumann Teresa 206 Nevistić Franjo, 304, 330 Nevistić Jozefa, 304 Nicola II, 700 Nicolescu Alexandru, 538 Niedzielak Stefan, 443 Niehuss Merith, 230 Niemiec Jan, 697 Nigris Leon Battista, 33-34, 39 Nikić Andrija, 280, 288, 296-298, 301 Nikolić Vinko, 290, 330 Nitvjagi Veino, 602 Noli Fan, 30, 31, 34, 36 Noli Theofan Stilian, 30-31, 34, 36 Novak Kurt, 237 Novak Viktor, 279, 331 Novosad Jaroslav, 103 Novotný Antonín, 126, 222 Novotny József, 585 Nowak Jan, 730-732, 734, 738 Nowakowski Krzysztof, 701 Nowicki Edmund, 418, 423


780 Indice dei nomi Nuschke Otto, 239 Nusser Ursula, 261 O’Hara Gerald Patrick, 499-500, 504-505, 508, 514, 517-518, 533, 549, 564 O’Mahony Anthony, 128 O’Rourke Edward Alexander, 599 Ochab Edward, 444, 476 Ochał Adam, 725 Oddi Silvio, 354, 355 Okońska Maria, 470 Oleś Marian, 747 Olexák Peter, 7, 157-192, 764 Oliva Eduard, 103 Olszański Jan, 693, 697 Olszowski Stefan, 476, 482 Olszowski Wojciech, 684 Omrčanin Ivo, 290, 298 Ondrušek František, 207 Oprescu Adrian, 552 Orbán József Gyula, 590 Orlovac Anto, 280, 291, 297, 299 Orszulik Alojzy, 480 Osadczy Włodzimierz, 8, 699-714, 764 Ossipova Irina, 633 Otčenášek Karel, 118, 120, 130, 137-140, 211 Oteţea Andrei, 499-500 Overath Joseph, 270 Overmans Rüdiger, 228 Pacelli Eugenio, 95, 570 Pacha Ágoston, 494, 503, 517 Pacini Gianlorenzo, 127 Paczkowski Andrzej, 413 Padewski Stanisław, 697 Pakocs Károly, 495-496, 508, 523, 529 Palac Natalija Branka, 285, 303 Palach Jan, 126 Paleczek Rudolf, 84 Palmieri Cristoforo, 61 Palouš Radim, 135 Paltarokas Kazimieras, 625, 632-633, 636637, 638, 649 Paolo VI, 23, 57, 74-76, 97-99, 103, 105, 121, 129-131, 187, 190, 200, 224, 249, 251, 254-255, 257-258, 266, 273, 360, 367, 370, 373, 418, 438, 475, 477, 481482, 485, 509, 528, 530, 531-532, 535, 561, 567, 641, 647, 667, 674, 695, 710 Papée Kazimierz, 422, 480, 482 Papp Ervin, 585

Parhon Constantin Ion, 507 Parijs Michel, 64 Paskai László, 575, 592 Paškevičs Vitolds, 610 Pastors Alfons, 616, 617, 620 Pásztor Ferenc, 495 Pásztor Ján, 189, 225 Paterejko Jurij, 740 Pauker Ana, 544, 548-549 Paukštys Jonas, 740 Pavelić Ante, 16, 334, 341, 350 Pavičić Darko, 378 Pavlinić Vladimir, 360, 362 Pavlišić Josip, 384 Pavloskis Tartu Janis, 602, 620 Pawłowicz Zygmunt, 485-486 Pawłowski Andrzej, 740 Pecican Petru, 553 Pejanović Đorđe, 287 Pekár Atanáz, 201, 209-210 Pelikán Jiří, 127 Pelšs Stanislavs, 620 Pelwećkyj Antonij, 706 Pentjušs Viktors, 620 Percă Aurel, 671 Perez Cuellar Javier, 55 Perhan Ivan, 397 Perić Ratko, 280, 288, 294-296, 308, 329, 335, 370 Peřih Leopold, 205 Périsset Jean-Claude, 534-535 Perna Valerio, 606-607 Pešek Ján, 88, 117, 132, 165, 168-170, 173, 175-176, 183-184, 202-203, 218-220 Peta Tomasz, 747, 748, 756 Petcu Adrian Nicolae, 500 Pétery József, 585 Petešić Ćiril, 280 Petráček Tomáš, 91, 124 Petričević Jure, 283, 367 Petro Marek, 215, 705, 708-709 Petrović Leon, 300 Pettinaroli Laura, 64 Petuško Stanislavs, 620 Pfister Peter, 244 Piątkowski Wacław, 662 Pícha Mořic, 139 Pichler Alfred, 307 Piebalgs Alberts, 617 Pietrzak Jerzy, 417, 430 Pilić Stipo, 339


Indice dei nomi

Pillinger Renate, 63 Piluś Jerzy, 726 Pilvousek Josef, 229-237, 240-241, 243, 247, 253, 255, 258-262, 264, 266, 267, 269,-272, 276 Pintíř Adolf, 142 Pio XI, 22, 27, 83, 98, 259, 549, 599, 624 Pio XII, 16, 20, 64, 73, 87, 93, 98, 101-102, 104, 128, 244, 251, 256, 259, 260-263, 270, 346, 355, 356, 394, 417, 431, 434, 470, 517, 528, 549, 557, 565, 631, 633, 636, 644, 647, 684 Piontek Ferdinand, 239, 253, 422 Piontek Paweł, 461 Pischedda Jerim Bogdanić, 24, 386 Pitassio Armando, 64 Plachý Jiří, 103 Plaianu Clemente, 540, 562, 564, 567 Plank Ferenc, 585 Plasger Georg, 91 Plato Alexander, 253 Plečnik Jože, 405 Pleşca Petru, 532 Plesz József, 508 Plojhar Josef, 18, 86-87, 110-111 Ploscaru Ioan, 538, 551, 558-566 Plucha Adolf, 89 Pobožný Róbert, 19, 101, 130, 171, 177178, 183, 187, 189, 214-215, 222 Podar Adrian, 551 Podhájecký Mirón, 195 Podlevskis Jānis, 620 Poelchau Harald, 606 Pogačnik Jožef, 388, 393 Poggi Luigi, 113, 132, 475-477, 530-533, 593 Polc Jaroslav, 96 Pop Josif, 523 Pop Nicolae, 491, 498, 502, 512-513, 523, 538 Popadić Branko, 300 Popiełuszko Jerzy, 442-443, 454 Popov Nebojša, 383 Popp Filip, 340 Posád Pavel, 142 Pospielovsky Dimitri V., 64 Potáš Marián, 201, 205, 209 Povilonis Liudvikas, 641 Pranaitis Justin Bonaventura, 718 Prauser Steffen, 84 Prcela John, 330

781

Prečan Leopold, 84 Prennushi Nicola Vincenzo, 33-34, 39-40 Preuß Elisabeth, 235, 238 Preysing Konrad von, 237-239, 258-261, 264-265, 267, 422 Pribićević Svetozar, 282 Priede Andris, 7, 605-622, 764 Próchniak Leszek, 434 Proffitlich Edward, 599 Prohászka Ottokár, 570 Prokopiev Vladimir, 740 Prunduş Silvestru Augustin, 540, 545, 562, 564, 567 Prustov Roberto, 72 Pruszyński Ksawery, 481 Pryszlak Stefan, 740 Przeciszewski Marcin, 683 Przybysz Milena, 434 Puchowski Georg, 261 Pučnik Jože, 402 Pudāns Andrejs, 620 Pudāns Jezups, 610 Pūdnīks Konstantīns, 620 Puiu Visarion, 546 Pujats Jānis, 620 Puljić Vinko, 307 Puljić Želimir, 384 Pumberger Josef, 125 Pupin Piotr, 662 Purwiński Jan, 697 Pustejovsky Otfrid, 89 Putica Vide, 296, 305 Pytlowany Piotr, 741 Raabe Thomas, 230, 238, 241, 243 Rabas Josef, 89, 137 Račan Ivica, 384 Radelić Zdenko, 328, 364, 371 Radić Radmila, 348, 351, 358-359 Radwan Marian, 655, 659 Radwański Piotr, 740 Raffay Ernő, 510 Ragauskas Juozas, 639 Rahner Karl, 271, 365-366 Raina Peter, 249, 254, 417-418, 422, 433434, 437-441, 443-444, 446, 448-449, 452, 458, 470-473, 475, 477, 480-486 Rajk László, 588 Rákosi Mattia, 577 Ramet Sabrina Petra, 381 Rance Dider, 59, 64, 119, 134


782 Indice dei nomi Ranković Aleksander, 402 Raspor Eleuterija (Marija), 397 Rastawicka Anna, 470 Rath Ilja, 174 Raţiu Iuliu, 553 Ravančić Martina Grahek, 330, 335 Razmuss Jāzeps, 619 Reagan Ronald, 381, 384 Rebek Ľubomir, 126 Rebić Adalbert, 364 Rebichini Andrea, 88, 91, 105, 135, 157 Rees Arfon, 84 Regina Sara, 140 Rehar Marija Čipić, 395 Reinelt Joachim Friedrich, 273 Reinys Mečislovas, 624-625, 629, 631632, 636 Reiss Karl, 84 Rejchrt Miloš, 135 Rendić Smiljana, 360, 362 Renik Krzysztof, 686, 710, 713, 718-719, 731, 740, 742 Renöckl Helmut, 147 Reynys Mieczysław, 426 Ribičič Mitja, 407 Richter Clemens, 236, 238 Rieder Heinz, 80 Rigotti Gianpaolo, 64 Risse Günter, 261 Ritter Saverio, 83, 87, 95-96, 102 Rittig Svetozar, 342, 343-344, 348-349 Robu Ioan, 524, 533 Rodák Michal, 196-197 Rogowska Barbara, 249, 437 Rojkovič Mikuláš, 217 Rojkovič Teodor, 217 Rokicki Paweł, 24 Romić Ante, 294-296 Romsich ignác, 491 Romža Teodoro, 705-706, 708, 739 Roncalli Angelo Giuseppe, 68, 74 Roosevelt Franklin Delano, 157 Ropers Cornelia, 238 Roščić Nikola Mate, 361 Rosen Moses, 512 Rösener Erwin, 399 Roske Octavian, 544 Rospond Stanisław, 433 Roth Johann, 722 Rotta Angelo, 595 Rotten Mihály, 585

Rožman Gregorij, 387-388, 393, 395-396, 398-399 Rrok Mirdita, 59 Rudnicka Anna, 731, 734, 737-739, 751 Rudnicki Jan, 675 Rudzītis Pēteris, 619 Rügert Walter, 79 Rulli Giovanni, 159, 182, 190 Rupić Mate, 338 Ruppert István, 585 Rusa Romulus, 490 Rusecki Marian, 419 Russnák Mikuláš, 195 Rusu Alexandru, 493, 503, 538, 540, 544, 554, 560 Ruszała Lucjan, 601 Rut Stanisław, 602 Rut Tadeusz, 601 Rutkowski Piotr, 437 Ryba Hugó, 585 Rykowska Natalia, 8, 727-758, 764 Sabadoš Michal, 195 Sabol Sebastian, 199 Sabov Kostiantyn, 709 Sabryha Mychajlo, 709 Sadunaite Nijole, 646 Saganova Nelea, 671, 672, 674-677, 678 Saje Franček, 406 Sakač Josip, 369 Salač Josip, 355 Salače Ivan, 353 Salacz Gábor, 494, 495, 594 Salajan Dumitru, 553 Samic Igor 24, 410 Sándor Stefano, 585 Saparišvili Konstantin, 723 Sapieha Adam Stefan, 428, 448, 472-473, 484, 730 Sarapi Antonio, 39 Sarkander Jan, 151 Savelli Viljem, 397 Schäfer Bernd, 230, 256 Schaffran Gerhard, 104, 247, 272-273 Scheffler János, 494-495, 503, 507, 516517, 524, 528 Scherer Lőrinc, 586 Schinzel Josef, 84 Schmidt Georg 79 Schneider André, 240 Schnurr Joseph, 721


Indice dei nomi

Schonfeld Roland, 64 Schriffert Béla, 495, 508 Schuller Mária, 517 Schumacher Rolf, 271, 585 Scisckov Giosafat, 73 Seewis Salis Franjo, 332-333, 342, 352 Segedi Joakim, 225, 226 Seibt Ferdinand 80 Seigewasser Hans, 245 Seimanis Julians, 620 Selec Mijo, 342 Semedij Ivan, 709 Senko Eugeniusz, 32, 40-41, 46, 49, 56 Senwajtis Józef, 728 Seregély István, 592 Sergiu Soica, 537-568, 764 Shantoja Lazzaro, 39 Shehu Mehmet, 36, 44, 52 Shlaku Bernardin, 34, 39, 40, 41, 44, 45 Shlaku Giovanni, 39 Shlaku Gjon, 41 Shvoy Lajos, 585 Siemaszko Zbigniew S., 716 Sierov Ivan, 426 Sigismondi Costantino, 354, 576 Sigismondi Pietro, 354 Sigmirean Cornel, 542 Silvestrini Achille, 113, 134, 475 Silvestro II, 576 Simić Sima, 279, 280 Simmel Oskar, 256 Simoni Zef, 33, 38, 40, 42, 44, 46-47, 49, 56, 59 Sipos Ferenc, 490, 494-495 Skarżyński Aleksander, 476, 482 Skender Ivan, 305 Skoupý Karel, 92, 95, 100, 104-105, 126 Skrbenský von Hříště Léon, 82 Skromani Antons, 619 Skrzeszewski Stanisław, 448 Skubiszewski Krzysztof, 483 Skvireckas Juozapas, 625 Sládek Karel, 81 Sladkevičius Vincentas, 637, 742 Slánský Rudolf, 90 Sleźniuk Ivan, 708, 709 Slipyj Josyp Ivanovyč, 22-23, 705, 707711, 738 Slišković Viktor, 293 Śliwiok Józef, 417 Slobodan Nešović, 280

783

Slomšek Anton Martin, 395 Sloskans Boleslavs, 610, 618 Śnieżyński Jan, 723 Snježana Vasilj, 284 Sobiło Jan, 697 Sochoń Jan, 443 Sodano Angelo, 483, 595 Soica Sergiu, 7, 556, 560, 764 Sokol Jan, 135, 137 Solzhenycin Aleksandr, 642 Somorjai Adam, 7, 569, 570-598, 765 Sosnkowski Kazimierz, 602 Soubigou Alain, 80 Soukup Pavel 79 Spehnjak Katarina, 328, 331-332, 367 Spellman Francis, 354 Spicer Kevin Paul, 260 Spinka Matthew 79 Spiridion Mifka, 340 Splett Karl Maria, 422, 426 Spring Hartmut, 126, 240, 242-243 Springovičs Antonijs, 614, 616 Spülbeck Otto, 269-272 Spyri Johanna, 406 Srebrnič Josip, 389 Stack Gabriel, 582 Stalin Josef, 14, 42, 55, 86, 128, 157, 163 198, 231, 327-328, 331, 353, 356, 391, 411, 444-455, 467, 491, 509, 512, 549, 559, 565, 577, 620-621, 635, 644, 658, 663, 672, 674, 685, 687, 689, 705, 708, 730 Stanaszek Bogdan, 428, 459-460 Stanelytė Gema, 646 Stăniloae Dumitru, 545-546 Staniszewski Stanisław, 482 Stankevičius Juozas, 627, 633, 639, 640, 643, 644, 650 Starič Jerca Vodušek, 327 Stark Tamás, 492, 537, 571 Staugaitis Justinas, 624-625 Stefaniak Janusz, 454, 466-467 Stehle Hansjakob, 90, 128, 130, 159, 246, 254, 256, 259, 366, 368, 502-503, 518, 531 Stehlik Antonin, 97, 110, 112 Steigerwald Ádám, 585 Stella Alexander, 347, 350 Stelmachowski Andrzej, 478-480 Stemberk Josef, 85 Stengel Friedemann, 237


784 Indice dei nomi Stępień Stanisław, 701, 708 Stepinac Alojzije, 15, 16, 280, 309, 331333, 341-358, 363, 366, 369, 379-380, 383, 394-395 Steponavičius Julijonas, 636-638, 640, 647, 649 Sterneczky Árpád, 586 Sterniuk Volodymyr, 709 Stevo Ivan Krajačić, 344 Ştirban Codruţa Maria, 543, 560-561 Ştirban Marcel, 543 Stöhr Martin 80 Stoian Stanciu, 496, 505, 507-508, 544 Stojan Antonín Cyril, 82, 98, 131 Stokłosa Katarzyna, 271 Strauchold Grzegorz, 250 Strehle Stephen, 64 Streikus Arūnas, 651 Streniuk Volodymyr, 709 Stres Anton, 396 Streuer József, 586 Stříbrný Jan, 89 Stříbrný Jiří, 81, 116 Stričko Pāvils, 620 Stroba Jerzy, 418 Strods Kazimirs, 610 Strods Pēteris, 613-614, 616 Stroński Henryk, 687 Stropnický Martin, 155 Strossmayer Josip Juraj, 343-344 Strübind Andrea 79 Strupulis Antons, 608 Stumpf Mátyás, 586 Suchocka Hanna, 483 Suchowolec Stanisław, 443 Suciu Ioan, 493, 503, 540-541, 544, 550 Sudar Pero, 286 Suveică Svetlana, 671-672, 675, 678 Svarinskas Alfonsas, 643 Svoboda Bohumil, 96, 99, 139 Svoboda Ludvik, 98, 104, 135, 137, 187 Świdnicki Józef, 718-719 Szaban Józef, 740 Szablewski Kazimierz, 476 Szabó Dénes, 585 Szabó Ferenc, 581, 585, 595 Szabó Imre, 585 Szabó László, 585 Szalay Alajos, 585 Szalay Jeromos, 499, 512, 585 Szarek Jarosław, 484

Szarota Tomasz, 412, 683-684 Szczepaniak Jan, 484 Szczęsny Andrzej, 727, 730, 735, 739-740, 748, 754-757 Szczurek Nicolae, 673, 678-679 Székely Gabriel, 193, 201, 219, 493, 517, 521, 569 Székely Pál, 517, 521 Szekeres Mária, 586 Szél Kálmán, 586 Szelążek Adolf, 421, 684, 688, 730 Szeptycki Andrej, 738 Szerednyey János, 586 Szetelnicki Wacław, 684 Sztaub Aleksander, 740 Szymański Józef, 689, 690-692 Szyszkiewicz Antoni, 716 Šeptyckyj Andrej, 699-700, 702-703, 707708 Šarić Ivan, 305, 307 Šarić Tatjana, 331 Šebek Jaroslav, 188 Šeper Franjo, 353, 355-357, 359-360, 362, 364-365, 368-369, 377-378 Šeper Tomislav, 362 Šegvić Kerubin, 332, 340 Šeškevičius Antanas, 740 Šik Ota, 126, 127 Šilhan František, 115 Šilih Niko, 401 Silevičs Jānis, 620 Škarvada Jaroslav, 142 Šimulčík Ján, 114, 120, 189, 192 Šipovac Neđo, 280 Škrábik Andrej, 172 Škvorc Mijo, 369 Šmahel František, 80 Šmálik Štefan, 202, 205, 222 Šmíd Marek, 95 Špiljak Mika, 368 Špirko Jozef, 81, 203 Šrajerová Eva, 100 Šramek Jan, 18 Štagars Ludvigs, 619 Štajduhar Meri, 382 Štambuk Zdenko, 279, 331 Štěpánově Horním, 120 Štir Ivan, 330 Štitić Lina, 288 Šturák Peter, 7, 193-226, 765


Indice dei nomi

Šturm Lovro, 335, 390 Šuštar Alojzij, 388, 393 Šutić Flavija, 285 Šutovič Viktor, 666 Tabare Sigismunds, 610-611 Tabódy István, 586 Tàborsky Edward, 126 Tajovský Vít Bohumil, 15 Takács Ferenc, 585 Talan Franjo, 353, 355 Tamarut Antun, 384 Tamkevičius Sigitas, 643, 649, 652 Tănase Stelian, 499 Tarbunas Adolfs, 617 Tardini Domenico, 417, 422, 445, 481 Tatranský Vincent, 199 Tauran Jean-Louis, 534 Tavano Luigi, 395 Tavelić Nikola, 370 Tempfli Imre, 7, 489-536, 765 Terc Abram, 642 Terela Josyf, 711 Terenkevičs Viktors, 620 Teresa di Calcutta, 53, 56, 59, 720 Terlecki Ryszard, 433 Tesař Petr, 114 Thaci Gaspar, 34, 38-40 Thienel Benitia, 304 Thorak Thomas, 261 Tibor Pethő, 515 Tietze Wolf, 83 Tigrid Pavel, 126-127 Tímár Ágnes, 582 Timka Ivan, 340 Tirpák Pavol, 213 Tischner Wolfgang, 261 Tiso Josef, 19, 87, 159, 162, 203-204 Titman Antonin, 100 Tito Josip Broz, 15-16, 31, 43, 49, 54, 279280, 327-329, 331, 339, 342-344, 348349, 353-356, 369, 370-371, 374-375, 382, 385-386, 393, 577 Tiut Vasile, 553 Tkalec Lojza, 337 Tobias Robert, 79, 86 Toborek Tomasz, 434 Todea Alexandru, 20, 560, 562, 564-565 Tojčić Nikola, 291, 297 Tokarczuk Ignacy, 438 Tolstoy Nikolai, 334

785

Tomanić Milorad, 381, 383 Tomas Ilija, 294, 295 Tomášek František, 23, 98-99, 101, 107, 113, 118, 120, 122, 127-128, 129-131, 135-138, 140-145, 152, 154-155, 191 Tomažič Ivan Jožef, 387-389, 393, 396 Tomeš Josef, 99, 103, 138, 139 Tomka Ferenc, 594 Tomko Jozef, 133, 191, 214, 757 Tomo Vukšić, 284, 319, 765 Tondra František, 191 Tontsch Günther H., 492, 498 Tonzar David, 82 Topić Franjo, 286 Toptani Ahmed, 30 Tornyos Gergely, 586 Tornyos Kálmán, 586 Toroš Mihael, 389, 392 Touška František, 87 Treadgold Donald, 381 Trei Johannes, 748 Tria Massimo, 188 Trochta Štěpán, 87, 95, 102-104, 107, 118, 126, 130-131, 138, 156, 165 Tröger Karl-Wolfgang, 82 Tröger Sigrid, 82 Trogrlić Stipan, 352, 355 Trojanovskis Stanislavs, 617-618 Trops Henriks, 616-617, 621 Troshani Nikollë, 45, 54 Trukšāns Jāzeps, 620 Truman Harry S., 353 Tuđman Franjo, 282, 338, 383, 385 Tumans Antons, 620 Turčinović Josip, 364, 365, 377 Turda Marius, 492 Turks Aleksandrs, 608, 619 Tuscano Pasqualina, 24-25 Twardowski Bolesław, 420, 704 Udvarhelyi Nándor, 509 Ujčić Josip, 357 Ulbricht Walter, 254, 267 Ullmann Klemens, 239 Ulmanis Kārlis, 605, 611 Ulysses Alexis, 641 Unterreiner Károly, 585 Urbšs Antonijs, 613 Vaccaro Luciano, 80-81, 572, 600 Váchová Jana, 115


786 Indice dei nomi Vacková Ružena, 135 Vaikulis Stanislavs, 612, 620 Vaišvilaitė Irena, 7, 623-654, 765 Vaivods Julians, 602, 613, 617, 620-622, 641, 685, 694, 723 Vaivods Pēteris, 620 Valente Massimiliano, 88, 174 Vaļpitrs Broņislavs, 620 Valtere Veronika, 608 Vaňák František, 133, 138-139, 148 Vardidze Emmanuel, 722-723 Varga András, 585 Varga Eva Maria, 556, 571, 582, 585 Varga Gabriella, 523, 528 Varga Iosif, 556 Varga Lajos, 585 Vasa Pashko, 28, 50 Vásárhelyi János, 512 Vasile Cristian, 535, 540, 548-550, 555, 561-568 Vasilichi Gheorghe, 506 Vaško Václav, 85, 95-96, 98-103, 105-106, 108, 111, 115, 117-118, 120, 214 Vasylyk Pavlo, 712 Veinert Péter, 585 Velyčkovskyj Vasyl, 709 Ventura Croppo Maria Franca, 24 Verhun Petro, 705, 708 Verolino Gennaro, 167, 595 Veselý Antonín, 112 Vezér Ferenc, 585 Vidović Mile, 329, 351 Vik Ladislav, 107 Vincetić Luka, 383 Virág István, 585 Vishinskij Andrej Januar’evič, 492 Vitainis Kazimirs, 620 Vitale Ottavio, 61 Vitković Stanislav, 378 Vizulis Ādams, 619 Vlček Vojtěch, 114, 116 Vlk Miloslav, 5, 7, 9-12, 23-24, 100-101, 106-107, 113, 124, 140,-142, 145, 148, 153, 765 Vnuk František, 88, 120, 168, 171, 173, 183 Vodičková Stanislava, 96-98, 100 Vodušek Starič Jerca, 328 Voitiņš Jānis, 620 Vojnović Branislava, 344 Vojtaššák Ján, 19, 158, 160, 165, 169-172, 177, 179-182, 186, 202-203, 205

Vokić Ante, 334 Volaj Giorgio, 34, 40 Volcic Demetrio, 127 Vološin Augustin, 704 Vööbus Arthur, 603 Voroncov Vieniamin Aleksandrovič, 198 Voronovskyj Julian, 709 Vorošilov Kliment Efremovič, 663 Vovk Anton, 388-389, 393-396, 400, 402403 Vračić Berislava, 285 Vrana Josef, 112-113, 130-133, 208, 232, Vrhnjak Alojzij, 403 Vucins Pēteris, 620 Vujnović Marijan, 297 Vukšić Tomo, 7, 277-326, 765-766 Vymětal František, 133 Wagnerovà Alena, 84 Walczykiewicz Stefan, 730 Walewander Edward, 601, 723, 726, 728, 729, 753 Wanags Władysław, 693-694 Wanke Joachim, 274, 276 Warachim Hieronim, 735, 736, 738 Warso Albert, 7, 411-488, 766 Wasilewska Wanda, 425 Wasilewski Tadeusz, 63 Waśkowska Anna, 736, 737, 738, 746, 752 Wéber Péter, 585 Weger Tobias 79 Weigel Georg, 104 Weilemann Peter, 252 Weinhold Georg, 259, 268 Weiss Martin, 101 Weiss Rikard, 101, 297-298 Wende Jahre, 85 Werling Heinrich, 601 Werner Roland Cerny, 128 Weskamm Wilhelm, 260-262, 265, 267, 270 Wesołowski Józef, 747 Wielikosielec Kazimierz, 662 Wienken Heinrich, 269-270 Wietrzak Zdzisław, 76 Wijlens Myriam, 247 Wiktor Piczukow, 664 Wilanowski Cyprian, 438 Wilhelm Franz Johannes, 261 Willebrands Johannes, 712 Willmann Adam, 475


Indice dei nomi

Winkler Gerhard, 64 Winnicki Zdzisław J., 663 Winstone Martin, 703 Winter Miriam Therese, 122 Wodarczyk Adam, 465 Wójcik Paweł, 24-25, 420, 459, 471, 487, 603, 669, 698, 713, 720, 726, 757 Wojtyła Karol (Giovanni Paolo II), 20, 24, 99, 104, 107, 131, 250, 256, 268, 375, 377, 419, 440, 465, 472, 484-485, 487, 667, 695 Wołczański Józef, 685 Wolski Władysław, 428, 444 Wróbel Janusz, 434 Wronka Andrzej, 423 Wysocki Wiesław Jan, 442, 462, 468 Wyszyński Stefan, 19-20, 104, 248-249, 254-255, 420, 424, 426, 430, 432, 434435, 437, 439-440, 444-447, 455-457, 460, 469, 470-473, 476, 477, 481-482, 484-485, 576, 684-685, 766 Zundo Vladislavs, 621 Zvejsalnieks Boleslavs, 620 Zvěřina Josef, 135, 146 Zvonimir Šagi, 378 Zych Sylwester, 443 Žáček Pavel, 81, 164 Žanić Pavao, 304, 307 Žaniće Pavao, 379 Žantovský Michael, 144 Ždanov Andriej Aleksándrovič, 15 Živković Andrija, 342 Žoldasbiekov Marzatai, 754 Župančič Oton, 406 Żarecki Aleksy, 738 Żaroń Piotr, 715, 716 Żaryn Jan, 249, 255, 417-418, 421-422, 430, 444, 446, 451, 454-456, 469-470, 472-473, 474-475, 478, 480, 482 Żurek Jacek, 415-416, 426, 455-456, 463, 466, 480-481, 724

787


788 Indice dei nomi


Indice dei luoghi

789

Indice dei luoghi

Abranovce, 214, 219 Abrene, 619 Adrianopoli, 30, 599 Aglona, 606-607, 609-612, 617-620, 622 Aiud, 552 Akhaltsikhe, 724 Aktiubinsk, 742 Alba Julia, 493-494, 502-503, 506-508, 510, 513, 516-523, 530, 532-533, 765 Albanopoli, 29 Ambeļi, 618 Ampezzo, 33 Aqtöbe, 742 Arad, 552 Argirocastro 32 Astana, 717, 737, 741, 747-748, 753, 755757 Asūne, 619 Atašiene, 612, 619 Augstkalne, 618 Auschwitz, 250, 412-413 Báč, 209, 212 Bačka, 335 Bački Jarak, 340 Baku, 293, 721, 723-726 Balta Brăilei, 552 Bălti, 672-673, 676, 679-680 Baltinava, 610, 617 Banato, 335, 500, 553, 562-563 Banja Luka, 277, 280, 284-287, 289-291, 297-299, 303-305, 307-309, 319, 335336 Banská Bystrica, 170, 172, 189, 226 Baranja, 281, 339 Bari, 52, 57-58, 127 Barkava, 610, 617-619 Bartoszyce, 461-462 Barysaū, 663-664 Bassa, 423, 461, 485 Batumi, 721, 725 Bauska, 618 Bautzen, 238, 269-270, 272-273 Begunje, 398

Belgrado, 256, 282, 309-311, 316, 342, 346-348, 353-357, 359, 364, 366-367, 369, 389, 392, 395-396, 405-406, 536 Beli Izvor, 77 Belušské, 212 Berat, 32, 35-36, 43 Berdyčiv, 689 Berlino, 11, 13, 17-18, 30, 104, 143, 227, 229-230, 236-238, 241, 244-245, 247, 251-254, 256-270, 273-274, 315, 384, 416, 418, 422-423, 705, 759 Bernau, 266 Bērzgale, 619 Bērži, 617 Białystok, 416, 419-420, 448, 631, 658 Bielsk Podlaski, 420 Bikova, 619 Biržai, 630 Bisanzio, 29 Biškek, 715-717 Bjelovar, 303, 338 Blaj, 503, 538, 539, 541-542, 565 Boghiş, 555 Bohusodov, 116 Bokša, 216 Bologna, 64, 79, 81, 103, 122, 128, 159, 183, 186, 236, 252, 254, 256, 309, 528, 551, 575 Bonn, 89, 127, 138, 228, 230, 249, 252, 254, 256 Borshchiv, 710 Borzeşti, 552 Bosanska Gradiška, 304 Bosanski Petrovac, 290, 305 Boston, 30 Botoşani, 552 Bradlo, 222 Brailiv, 689 Brandeburgo, 257 Bratislava, 87-88, 105-107, 112, 115, 117, 120, 126, 143, 158-161, 163-165, 171, 174, 176, 178, 180-184, 186, 189, 191, 195, 200, 202-205, 209, 219, 222, 226, 764


790 Indice dei luoghi Břeclav, 138 Brescia, 33 Breslavia (Breslau), 248, 253, 255, 258, 267, 272 Brest, 657, 661, 683, 704, 706, 711 Breznička, 216 Brezno, 215 Brno, 81-83, 85, 89, 95-96, 98-99, 101, 103-106, 111, 114-117, 120-124, 138, 140, 142, 148, 154, 156, 180, 187, 194, 207 Broumov, 116 Brusyliv, 689 Bruxelles, 36, 89, 316-317 Brzeg, 461 Bucarest, 491-492, 494, 496, 498-499, 502503, 505, 508, 512-513, 515, 517, 519520, 523-524, 529-534, 539-540, 549, 564-568, 671 Budapest, 13, 17, 20-21, 69, 88, 159, 195, 274, 491, 493, 496-497, 509, 515, 523, 566, 570-573, 576, 578-582, 585, 589596, 671, 739, 765 Bugojno, 297 Bukhara, 719 Bukmuiža, 618 Bukovník, 140 Burgas, 63, 67 Burgenland, 572 Butrinto, 29 Capodistria, 388-389, 396 Caransebeş, 552 Cecenia, 721, 724 Celje, 338, 388, 396-398, 404, 406, 410 Cerkno, 399 Cernăuti, 679 Cesis, 618 Charkiv, 135, 412 Chełm, 425, 699, 764 Chirchiq, 718 Chisinău, 671-673, 675, 677-680, 763 Chmelnyckyj, 689 Chrlice, 120-121 Cluj (Napoca), 14, 493, 503, 515, 518-519, 539-542, 544-545, 552, 556, 560, 562, 565-567 Colonia (Köln), 230-231, 236, 244, 248, 252-253, 256, 260, 267-268, 270, 492, 497, 504, 592, Costantinopoli, 68, 535 Costanza, 79, 83, 146, 575

Cracovia (Kraków), 19-20, 76, 98-99, 104, 107, 131, 250, 268, 375, 377, 411, 414415, 419, 425-428, 431, 433, 447, 452, 454, 457, 460, 463, 465-466, 472-473, 477, 484-485, 567, 655, 685, 687, 703704, 708, 718, 724, 730-733, 735-736, 740, 763, 765 Croia, 30 Csanád, 494, 572, 575, 585-586, 592 Curtea de Argeş, 554 Curzon, 414 Częstochowa, 438, 442-443, 468-469, 470473, 486, 590, 596 Čachrov, 140 Čakovec, 338 Čapljina, 294-295, 304 Černeča Gora, 195 České Budějovice, 23, 80, 83, 95, 100-101, 111, 130, 139-142, 147, 765 České Kamenice, 217 České Meziříčí, 139 Český Těšín, 112 Čirč, 226 Dachau, 95-96, 102-103, 269 Daksa, 298 Dallas, 582 Danzica (Gdańsk), 19, 227, 415-416, 418, 422-423, 426, 461, 486, 599 Daugavpils, 605, 609, 610-611, 612, 617, 619 Davče, 387 Dayton, 318 Debrecen, 495, 573, 581, 589, 596 Delibašino Selo, 290 Derazhnia, 692 Derventa, 292 Dhrimades, 32 Dmyterko, 709, 712 Dnipropetrovs’k, 688 Dolac, 293 Dresda (Dresden), 104, 187, 238, 257, 259, 269-274 Drinovci, 294 Drohiczyn, 416, 420 Drohobyč, 706, 711 Drvar, 290-291, 305 Dryssa, 664 Dublino, 354 Dubrovnik, 277, 298, 316, 347, 384, 766


Indice dei luoghi

Duchnov, 211 Durazzo, 29,-34, 39-41, 45, 54, 59, 61 Dyjákovice, 104 Dziaržynsk, 663-664 Eger, 572-573, 585-586, 592 Eisleben, 232 Elbasani, 29, 32, 39 Elizavetpol, 721 Enzerdorf, 304 Érd, 582-583 Erevan, 756 Erfurt, 104-105, 107, 232, 237-238, 253, 255-259, 262, 265, 268, 270, 272, 274, 276 Esztergom, 20, 570, 572-573, 577, 581, 584-586, 592, 596 Făgăraş, 493 Feldioara, 490 Ferdreng, 398 Fergana, 718-719 Fieri, 32 Firenze, 86, 127, 188 Fiume, 281, 352, 360, 389, 396 Foča, 292 Fojnica, 292, 304 Fort Lauderdale, 31 Friburgo, 295 Frunze, 715-717 Fulda, 236, 244, 258, 263, 268 Gakovo, 340 Gdynia, 486 Gherla, 493, 542, 552, 560 Ginevra, 52, 134, 255, 381, 554 Gjirokastra, 36, 43, 50 Glodeni, 672, 677 Gniezno, 20, 416, 418, 730 Golo Brdo, 292 Goražde, 303-304 Gorenjska, 387 Gori, 127, 280, 721, 725 Gorizia, 389, 395-396 Görlitz, 238-240, 247, 253, 255-256, 272 Gornje Hrasno, 293-294 Gorodok, 689, 694, 697, 742 Gorzów, 19, 255, 418, 423, 459, 466 Gradačac, 292 Graz, 277, 298, 387, 507 Gross Strehlitz, 290

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Grude, 304 Gumjera, 297 Gurk, 387 Guzar, 716 Győr, 572-573, 577, 581, 586, 596-597 Hajdúdorog, 572 Heiligenstadt, 235, 268 Helsinki, 75, 134-135, 255-256, 476 Hinn, 599 Hlohovec, 209, 212, 217 Hojnice, 116 Horním Štěpánově, 120 Hradec Králové, 80, 111, 118, 120, 130, 137-139, 147-148, 151 Hrodna, 655, 659-660, 666, 668 Hronský Beňadik, 212 Hrušaūka, 664 Hudajama, 335 Humac, 295-296 Hutovo, 296 Huysburg bei Hal-, 262 Iaşi, 493-494, 503-504, 506-508, 516, 520523, 530, 532-533, 549, 565, 568, 671 Ibrik-Tepe, 30 Ilūkste, 610, 616-617, 619 Innsbruck, 119, 270 Izvolta, 617, 619 Jajce, 291 Jalalabad, 716-717 Jalta, 227, 706 Jasenovac, 280, 336, 338-339, 381, 396 Jaunorne, 617 Javorná, 140 Jazovka, 335 Jezero, 296 Johovac, 292 Kadaň, 100 Kaišiadorys, 624-625, 629, 632-633, 636637, 640, 647 Kaliningrad, 423 Kalocsa, 575, 584-586, 592 Kalojanovo, 77 Kalupe, 610, 612, 619-620 Kamjanec Podilskyj, 684, 687-689, 694-697 Kamyšenka, 717 Kaposvár, 572 Karaganda, 716-717, 730-732, 735, 738-


792 Indice dei luoghi 740, 745, 747-748, 756 Karlovac, 338 Karvinia, 215 Kašiadorys, 629 Kastrati, 47-49 Katowice, 19, 416-417, 426, 432-433, 435, 457, 461, 465, 724, 732 Katyń, 412 Kaunai, 617-618 Kaunas, 22, 615, 618, 624-625, 627, 630633, 637, 639-641, 643, 648, 651, 662, 740-741 Kaunata, 610-619 Kecskemét, 573, 581 Kharkiv, 688 Kielce, 19, 432-433, 449, 457 Kiev, 667, 684, 687-688, 691-692, 696, 699, 703, 706 Kirov, 600 Kiviõli, 599 Kladruby, 138 Klagenfurt, 144, 334, 387-388, 395-396, 408 Klaipėda, 624, 630, 636, 638, 641 Klatovy, 140 Klepci, 294-295 Klokočov, 226 Knićanin, 340 Knin, 290, 382 Kobeřice, 123, 124 Kočevski Rog, 335, 408 Koclířov u Svitav, 100 Kołobrzeg 255, 418 Komańcza, 434 Kombuļi, 619 Kongora, 293, 295-296 Königsberg, 415 Konnesreuth 206 Korce, 28-29, 36, 43, 49 Korcia, 32 Koruška, 340 Košice, 176, 182, 184, 193, 199, 211, 213, 215-221, 223-224, 494 Kosovo, 28, 30, 290, 317, 382 Koszalin, 255, 418-419 Králíky, 116 Kranj, 338 Krašić, 16, 355-357, 394 Kraslava, 609-611, 618-619 Krasnogorka, 610 Krasnojarsk, 740 Kremenec, 696

Križevci, 287, 347 Krndija, 340 Kroměříž, 101, 137 Kruševlje, 340 Kuldiga, 608 Kulsary, 748 Kupres, 296 Kurčaba, 712 Kurmene, 617 Kuropaty, 663 Kurzeme, 606, 608 Kutaisi, 721, 725 Laško, 335 Latgale, 606, 608, 612-613, 618 Lavant, 387-388, 396-397 Lažiště, 140 Lebedo, 566 Lenič, 400 Leningrado, 63, 613, 621 Leopoldov, 108, 115, 184-185, 195-196, 205-210, 224 Leopoli (Lwów, Lviv), 14, 19, 22, 416, 419421, 454, 542, 600, 679, 683-686, 693, 695-697, 699-713, 724, 735, 738, 764 Lepoglava, 16, 338, 351, 394 Levoča, 161, 225 Ležáky (Miřetice), 85 Lidice, 85 Liepāja, 608, 613, 616, 620-622 Lika, 338 Linz, 84, 397 Lipníik u Třebíče, 100 Lipsia (Leipzig), 13, 81, 91, 120, 164, 229, 237-238, 240, 244, 247, 257, 263, 270271, 274 Lipůvka u Tišnova, 104 Lise, 295 Litoměřice, 80, 82, 102-103, 105-107, 113, 130, 133, 138-142, 147, 156, 176, 765 Līvāni, 610, 612 Livno, 290, 297 Ljubinje, 294 Ljubunčić, 290, 297 Ljubuša, 296 Londra, 30, 170, 355, 389, 427, 481, 629, 716 Los Angeles, 582 Louvain, 64 Lubaczów, 416, 420 Lubiana, 387-389, 392-393, 396-402, 404-


Indice dei luoghi

405, 409-410, 761, 763 Lublino (Lublin), 119, 255, 411, 415-416, 419, 424-425, 430, 438, 442, 444-445, 450, 452, 454-455, 457-459, 462, 464465, 468, 470, 477, 601, 619, 658, 664, 667, 685, 687, 688-689, 692, 699-700, 705, 710, 718, 722-723, 727-729, 764, 766 Lugoj, 538, 542, 550, 552, 558, 565 Lugoş, 493, 503, 507 Lushnja, 32 Ľutina, 226 Lybava na Morave, 215 Łódź, 434, 458, 472, 658, 736 Łomża, 416, 655 Łuck, 421, 683, 684, 687-688, 692, 696697, 710, 730 Maceljska Gora, 335 Madrid, 154, 330, 332 Magdeburg, 18, 240, 253, 255-256, 258261, 269, 272, 274, 276 Majdanek, 412 Malo Lipje, 304, Malý Horeš 158 Manchester, 582 Manglisi, 721 Maramureş, 493, 503, 538, 542 Mariampol, 420 Maribor, 335, 338, 387-388, 390, 393, 396, 398, 400, 402, 404-405, 409, 761, 763 Marija Bistrica, 16, 373, 381 Marijampolė, 629 Mauthausen, 102-103 Mecklenburg, 257 Međimurje, 281 Međugorje, 297 Medvode, 398 Meiningen, 253, 255, 257-259, 268 Meißen, 238, 253, 256, 258-259, 267, 269270, 272-273 Metković, 329, 335 Mežvidi, 610 Miadzviedzičy, 660, 662 Michalovce, 195-196, 206 Miednoje, 412 Milano, 64, 80-81, 86, 97, 104, 126-127, 140-141, 475, 533, 572, 600, 607, 627, 633, 641-642 Minsk, 659, 662-665, 668

793

Mirogoj, 335, 337 Mírov, 108, 209 Miskolc, 572 Močenk, 212 Mohács, 591 Mohylev (Mahilëū), 599, 663, 665, 666, 668, 700,717, 728 Molin, 340 Montpellier, 36 Mosca, 20, 43, 65, 67, 111-112, 157-158, 187-188, 194, 198-200, 252-253, 415, 425, 431, 434, 443, 498, 535, 542, 545, 554, 559, 568, 571, 573, 577, 591, 596, 599, 611, 613-617, 622, 632-633, 636, 641-642, 661-662, 664-665, 667, 672, 676, 678, 691, 693, 697, 700, 706, 709, 712, 722, 724-725, 737, 743-744, 747, 750, 765 Mostar, 277, 280, 284-285, 288-289, 293296, 299-301, 303-305, 307-309, 313, 329, 379, 765-766 Mostar-Trebinje, 277, 303 Mozdok, 721 Mucacevo, 14 Mukačeve, 697, 704-706, 709, 712-713, 739 Mukačevo, 195, 197 Mukařov, 97 München (Monaco) 79-81, 83-85, 89, 126, 144, 230-231, 234, 244, 263-265, 270, 290, 298, 365, 494-495, 502, 504, 518, 600, 622 Münster, 231, 235, 238, 240, 253, 260, Nagļi, 609 Nairobi 764 Napoli, 29 Narva, 599 Neuzelle, 237, 239, 265, 268, 272 New York, 89, 92, 122, 127-128, 354, 571, 753 Nicopoli, 17, 63, 71-73, 76 Nīdermuiža, 610 Niš, 292 Nitra, 19, 88, 101, 119, 130, 170, 172, 174, 176, 189, 222 Norimberga (Nürnberg), 227, 507, Nova Gorica, 405, 763 Nováky, 159, 212 Novi Marof, 335 Novi Sad, 585


794 Indice dei luoghi Novo Mesto, 388 Novosibirsk, 619, 718 Nyíregyháza, 572-573 Obořiště, 107 Odar, 377 Odessa, 664, 680, 688, 694, 696, 724 Olomouc, 80-82, 84-85, 98-102, 105, 109, 111-114, 118, 120, 129, 131, 133, 138139, 142, 148, 151-152, 156, 167, 416, 422 Oľšavica, 219 Opole, 19, 255-256, 418, 421, 423, 461, 684 Oradea, 493-495, 500-501, 503, 506-508, 520, 523, 529-530, 532-533, 538-540, 542, 556, 559-560, 562-563, 565, 572, 764 Ordžonikidze, 721 Orhei, 672, 675 Orlová, 215 Oroshi, 32, 34, 40, 59 Osek, 116, 200, 211, 216, 223 Osijek, 338-339 Osnabrück, 258 Osveja, 611 Otočac, 338 Ozolmuiža, 619 Paběnice, 97, 100 Paderborn, 81, 85, 95, 99, 128, 186, 230, 235, 237-239, 252, 256, 258, 260-261, 265, 266, 270, 502 Padova, 88, 157 Panevėžys, 624-625, 632-633, 636-638, 640-641, 647 Parigi, 30, 318, 389, 409, 417, 491-492, 494-495, 510, 569, 576-577, 581, 590, 595, 662, 730, 763 Pärnu, 599 Passau, 84 Pechino, 47 Pećine, 292 Pécs, 572, 585-586, 596 Pelseri, 599 Perdubice, 215 Petrograd, 290 Pezinok, 212 Piedruja, 610, 618-619 Pielišča, 661 Pilda, 619

Pilsen, 96, 107 Pinsk, 416, 420, 655, 659-660, 662, 666, 668 Pişcolt, 559, 556 Pisino, 354 Pitín, 101 Pjatigorsk, 721-722, 724 Plehan, 292 Pleternica, 304 Plovdiv, 63, 67, 72-73, 77 Podbrezova, 215 Podhum, 297 Podilskyj, 684, 687-689, 694-697 Podkrkonoše, 215 Podolia, 689-690, 696, 710 Podolinec, 175, 212, 216-217 Pola-Parenzo, 389 Posušje, 293 Potsdam, 13, 85, 144, 415, 418, 498, 632 Poždišovce, 214 Požega, 304, 338 Poznań, 413, 416417, 419, 422, 426, 430, 447, 472, 483, 509, 703, 735 Praga (Praha), 11-13, 18-19, 23-24, 79-90, 94-101, 103, 105-107, 109-113, 115116, 118-119, 122, 124-132, 135-136, 138-148, 150-155, 160, 162-163, 165168, 170, 174, 179-180, 182-183, 187188, 190-192, 198-201, 209-210, 213215, 220-223, 254, 405, 416, 422, 531, 566, 573, 709, 765 Prapratnica, 296 Prenj, 296, 305 Prešov, 14, 114-115, 120, 125, 138, 159, 175, 189, 193-201, 203, 205, 207-215, 217, 218, 220, 224-226, 706, 709, 765 Prijedor, 297 Prnjavor, 297 Prokhladnoje, 724 Proskurov, 689 Prozor, 293 Prudnik Śląski, 434 Przemyśl, 414, 416, 424, 453, 683, 701702, 706-708 Ptujska Gora, 407 Pulati, 32, 34, 40, 45, 61 Pult, 32, 59 Puša, 610, 617 Pušmucova, 619 Pustina, 611


Indice dei luoghi

Qurgonteppa, 719 Râbnita, 672-673, 677 Radom, 255, 418, 442, 445, 447, 449, 459, 473, 766 Radvanov, 97, 103 Ragusa, 763 Raipole, 619 Rajhenburg, 398 Rakvere, 599, 602 Rama, 292-293, 646 Rama-Šćit, 292-293 Rascov, 672-673, 677, 680 Ravašnica, 296 Ravno, 294, 296 Regensburg, 64, 84, 244, 260, 263 Rēzekne, 609-610, 617, 619 Riga, 21, 426, 599, 602, 605-619, 621, 641, 662, 679, 685, 691, 694, 723, 725, 742, 764 Rikova, 619 Rilić, 296 Rimini, 30 Rodna, 513 Roma, 9, 15-16, 23, 31-32, 38-39, 44-45, 58-59, 63-65, 72-73, 81, 85, 90, 93, 96, 98, 100-101, 109, 113, 119, 122, 126133, 138-139, 142, 144-145, 150, 155, 158-159, 174-175, 179, 184, 186-187, 190, 193, 195-196, 198-200, 207, 247249, 251, 256, 268, 272, 275, 286, 288, 289, 294, 296, 309-310, 343, 348, 356, 358, 365-368, 371, 374-375, 395-396, 417, 422, 434, 457-458, 471, 475-476, 481-482, 484, 491, 499, 502, 508, 510, 517-519, 521-522, 530-533, 535-536, 538, 542, 544, 546, 550, 552, 558-561, 565, 568, 572, 575-577, 579, 584, 589, 593-594, 595, 599, 614, 619, 625, 629, 633, 640-641, 644, 652, 667, 684, 700, 706, 708, 710-713, 730, 745, 754, 761, 763-766 Rostovo, 292 Roželov, 97 Rozentova, 616, 619 Rožňava, 19, 130, 171, 177-178, 183, 214215 Rrëshen, 61 Rtyna, 215 Rúbani, 212 Rubiaževičy, 662

795

Ruševo, 304 Ruské Pekľany, 195 Russe, 67, 73 Ružbachy, 197 Růžodol, 97, 100 Ruzyn, 202, 207, 209, 215 Rýmařov, 133, 139 Rychwałd, 434 Salasai, 617 Samarcanda, 716, 718-719 San Francisco, 582 San Pietroburgo, 599, 610-612, 617, 619, 700 San Pölten, 84 Sandomierz, 418, 420, 428, 433, 437, 459461 Sanski Most, 292 São Paulo, 582 Sapë, 32 Sappa, 32, 34, 40, 59, 61 Sarajevo, 277, 280, 283-287, 289, 292-294, 297, 299, 303-309, 313-314, 319, 324, 329, 385, 765 Saratov, 701-721 Satu Mare, 490, 494-496, 503, 507-508, 517, 520, 522, 524, 527, 529-530, 532533, 543, 552, 572, 574 Sauerwetz, 304 Sázavu, 215 Schmochtitz, 270 Schwerin, 255-256, 258-259 Scutari, 28-29, 31-35, 37-42, 45, 49-50, 5556, 58-61 Seckau, 387-388 Sečovce, 218 Sekirovo, 77 Šent Vid, 338 Shahrisabz, 716 Shiroka, 34 Shkodra, 42 Sighet, 490, 504, 550-552, 554, 566 Şimleu, 555 Sjetlina, 304 Skopjie, 53 Sládečkovce, 212 Slatiny, 212 Slavonski Brod, 306, 339 Slovenska Bistrica, 335 Slovenská Ľupča, 169 Slovinky, 219


796 Indice dei luoghi Smiltene, 616, 618 Sofia, 49, 63, 67-69, 71-73, 77 Solin, 373-375 Solovki, 722-723 Sopron, 569 Soroca, 672-673, 676, 679 Spalato, 281, 291, 300 Spiš, 169, 171-172, 177, 189, 191, 202 Spišská Kapitula, 171, 191 Spišská Stará Ves, 169 Spišské Podhradie, 170-171, 764 Spišský Štiavnik, 158 Split, 282, 285, 291-292, 300-301, 329, 335, 351 Springovičs, 613-614, 616-617 Sprukti, 609, 616 Srijemska Mitrovica, 340 Stalingrado, 414 Staniątki, 452 Stanisławów, 701-702, 704-709 Staro Petrovo Selo, 304 Stettino (Szczecin), 255, 418, 454, 461, 486-487 Stoccolma, 431, 449, 515 Stoczek Warmiński, 434 Stolac, 293, 296, 305 Stratinska, 297 Stropkov, 175, 195, 216 Struga, 689 Stuthoff, 612 Subotica, 575, 585 Sukhumi, 721 Sulín, 219 Sutjeska, 292 Svatý Hostýn, 139 Sveciloviczi, 610 Sverdlovsk, 617 Svir, 660 Szeged, 489, 572-573, 575, 586, 589 Székesfehérvár, 570, 572, 585-586 Szklarska Poręba, 15 Szombately, 387 Szombathely, 388, 572, 584, 586, 596 Šibenik, 291, 335, 384 Široki Brijeg, 285, 288, 295, 300-301 Šķilbēni, 619 Škofja Loka, 338, 398, 405 Šmarjeta, 303 Talas, 715, 717

Tallinn, 599-602 Tamize, 721 Tartu, 599-600, 602 Tashkent, 715, 717-719 Tauragė, 630 Tbilisi, 721-725 Teheran, 157, 227, 414 Telšiai, 624-625, 629, 631-633, 636-638, 640-642, 645, 647 Teplice, 211 Theresienstadt, 102-103 Tighina, 672-673, 676, 679 Tihaljina, 304 Timişoara, 494, 503, 508, 517, 520, 529, 530, 532-533, 538, 548, 552-553, 555, 560, 563-564, 764 Timişu de Sus, 513 Tirana, 29, 30, 32-33, 35-36, 39, 41, 43-44, 49-50, 55-56, 59, 61 Tiraspol, 716, 721 Tolmin, 400 Tomislavgrad, 293, 295-296 Topola, 304 Torino, 64, 75, 79, 127, 183, 357, 411, 528 Travnik, 285-286, 292-294, 299 Trebimlja, 294 Trebinje, 277, 284, 288, 293, 297, 305 Trebišov, 195, 218 Trenčín, 212 Trnava, 66, 101, 108, 120, 130, 170-171, 173, 177, 189-191, 207-208, 219, 222223, 368, 573 Tselinograd, 737 Udine, 33, 396, 606 Uherský Brod, 101 Uman, 689 Uranus, 552 Urgench, 719 Uzda, 663 Užhorod, 125, 199, 704, 713, 739 Vác, 585-586 Valdice, 115, 181, 205, 209, 210, 215 Valdicích u Jičína, 108 Valga, 599, 602 Valmiera, 618 Valona, 28-30 Valpovo, 339-340 Vanagi, 619 Varakļāni, 612, 619


Indice dei luoghi

Vārkava, 619 Varna, 63, 67, 73, 76 Varsavia (Warszawa), 20, 88, 100, 120, 127, 134, 187, 224, 249, 252-253, 273274, 412-413, 416-419, 425, 427, 431, 435, 442, 255, 417-419, 426, 430, 432, 434, 437-438, 441-449, 451-456, 462, 470, 473-477, 480-485, 487, 655, 659, 663-667, 684, 686-689, 701, 703, 710, 715, 718, 728, 730, 733, 766 Vasylyk, 712 Vecsloboda, 618 Venezia, 29, 127, 389 Vernár, 216 Veszprém, 572, 575, 585-586 Vicebsk, 663-665, 668 Vienna (Wien), 21, 53, 63-64, 79-81, 84, 104, 125, 127, 134, 136, 214, 229, 256, 328, 368, 381, 395-396, 405, 481, 518, 569, 570-572, 575, 589, 593, 611-612, 763 Viļaka, 610, 618-619 Viļāni, 619-620, 622 Vilkaviškis, 624-625, 629, 631, 633, 640642 Vilnius (Wilno), 416, 419-420, 426, 602, 611, 623-625, 628-633, 636-640, 645, 647, 650-651, 653, 655, 658, 660, 666, 724, 765 Vinnycja, 689, 690-691 Višķi, 609, 618-619 Visoko, 285, 292-293, 308 Vladikavkaz, 721 Vlahovići, 294 Vlora, 32 Volinia, 686, 692, 735 Vorkuta, 337, 619-620, 733 Vukovar, 316, 386 Vukovsko, 296 Washington, 31, 178, 184, 381 Wierzbica, 459 Wittenberg, 232 Wrocław, 19, 63, 248-250, 254-255, 416, 418-419, 421-423, 437-438, 440, 461, 468, 663, 687, 725, 738, 740, 744 Würzburg, 64, 227-228, 231, 236, 240, 247, 258, 261-263, 271 Yalta, 13, 22, 414-415, 421, 425, 434, 445, 485, 491, 498, 601, 632, 655, 683

797

Yangiyol, 716, 718 York, 89, 490, 622 Zagabria (Zagreb), 15-16, 63, 67, 72, 168, 279-280, 282-283, 285, 288, 291-293, 296, 303-306, 308, 328-333, 335-342, 344-345, 347-352, 352-356, 357, 359361, 363-364, 366-371-373, 375-382, 394-385, 396, 760, 763,766 Zagrebačka Gora, 335 Zaqatala, 721 Zara, 281 Zasavje, 387 Želeća, 298 Železný Brod, 130 Želiv, 108, 116, 139 Želivi, 98 Žepče, 298 Zielona Góra 255 Žihobce, 140 Žilina, 183 Žmerinka, 684 Zoločiv, 684, 686 Zrenjanin, 383, 575, 585 Zürich 80, 90, 502, 127-128, 246, 502, 504, Žumberak, 335 Žytomyr, 687-689, 696-697, 730


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