La Lega dei Campioni
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l settore dei videogiochi online è da qualche anno vittima di pesanti critiche da parte della propria utenza. I videogiocatori sono maturati, hanno acquistato una consapevolezza diversa e, forti di questa nuova base richiedono agli sviBRUNO MANZONI luppatori delle innovazioni che purtroppo CAPO REDATTORE tardano ad arrivare. La parola Next-gen bruno.manzoni@m3magazine.it che tanto ha riempito la bocca dei creatori Commentate di mondi virtuali in realtà non si è ancora questo editoriale su realmente vista. Alcune softco hanno iniwww.m3magazine.it ziato a cambiare le carte in tavola eliminando, ad esempio la tanto amata/odiata santa trinità e rimodernando il sistema quest, ma siamo ancora lontani dal poter dichiarare che qualcuno degli ultimi giochi apparsi sul mercato sia veramente rivoluzionario, elevandolo a pietra miliare di una nuova generazione. Come spesso accade quando tutti, e con tutti intendo sia gli sviluppatori sia i giocatori, sono impegnati a guardare in una direzione le novità fioriscono esattamente dal lato opposto, ovvero quello che non ti aspetti. Ecco quindi che mentre tutto il comparto dell’entertainment video ludico era impegnato a trovare un’idea geniale, il MOBA un genere già famoso in passato, ma non di certo il più famoso, è riuscito ad insinuarsi nei computer e nelle menti dei videogiocatori fino ad arrivare a piazzare League of Legends uno dei “suoi giochi” sulla cima dell’olimpo scalzando concorrenti che per quanto vetusti continuavano a dominare la tanto ambita classifica dei giochi più giocati. Proprio a League of Legends abbiamo deciso di dedicare la copertina e lo speciale di questo numero perché come molti altri nostri colleghi siamo stati investiti dalla forza prorompente del gioco di Riot Games, che grazie ad alcune decisioni illuminate è riuscita a piazzare il colpo che definire vincente risulta fin troppo riduttivo. LOL, come viene comunemente chiamato il gioco, è davvero riuscito a fare breccia nel cuore degli appassionati di giochi online di tutto il mondo, Italia compresa grazie anche alla decisione di tradurlo nella nostra lingua. L’esordio “italiano” di League of Legends è stato caratterizzato da uno splendido evento tenutosi a Roma che è riuscito ad attirare e divertire moltissimi fan del gioco (troverete lo speciale sempre all’interno di questo numero). Le novità non finisco certo qui perché, come spesso ripetuto in passato noi di M3 Magazine amiamo dare spazio e voce alla realtà nostrana sempre in fermento nonostante lo scetticismo dei più. Questo mese abbiamo deciso di presentarvi le GOD, un team di LOL (guarda caso…) al femminile che si prepara a cambiare l’arcaico concetto che vede le donne un gradino sotto gli uomini in ambito gaming e la F.I.S.E.V. una giovane associazione che si occupa di eventi video ludici in ambito nazionale (proprio in questi giorni si terrà la DreamLan ad Arezzo) che si è già contraddistinta per la serietà e la professionalità del proprio operato. Beh a questo punto è arrivato il momento di lasciarvi a questo nuovo numero di M3 Magazine, ma prima di farlo mi preme ringraziarvi per il grande e continuo supporto che ci date.
B. Manzoni
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36 league of legends
Lo speciale di questo numero è totalmente dedicato a League of legends. Il nostro Staff era in prima linea all’evento Riot a Roma, chi ancora non conosce per titolo troverà una succosa introduzione che scioglierà ogni vostro dubbio. Per l’occasione abbiamo intervistato il Team GOD ed i loro allenatori, nonché il fondatore della FISEV Michele Valecce.
IN QUESTO NUMERO
ANNO 2013 - NUMERO 03 - APRILE
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INSODDISFAZIONE VIRTUALE
24
CSM
30 32 68 76 86
Articolo a cura di Bruno Manzoni
Articolo a cura di Francesco Munda
ORDER OF CHAOS
Intervista a cura di Valentina Todero
UNDER THE DRAGON TAIL
Intervista a cura di Valentina Todero
TRENT OSTER
Intervista a cura di Marco Caldarini
SCHEGGE DI ULTIMA
Articolo a cura di Lorenzo Plini
IL MONDO DEI VIDEOGIOCHI QUESTO SCONOSCIUTO Articolo a cura di Bruno Manzoni
72
Anteprime DEMON SLAYER
80
ARCHEBLADE
12
a cura di Santo Furfari
M A S S I VE M U LT I P L AY E R m u lt i M E D I A M a G A Z I N E
03
a cura di Marco Caldarini
Recensioni BATTLEFILED 3: END GAME
a cura di Giacomo Conti
20
STARCFRAT 2: HEARTH OF THE SWARM
58
REALM OF THE MAD GOD
62
BALDUR’S GATE ENHANCED EDITION
a cura di Alessandro Monnizza a cura di Francesco Munda a cura di Marco Caldarini
Rubriche 84 EAST SIDE MMO
Rubrica su MMO orientali a cura di Marco Caldarini
88 90
YOU’RE PLAYIN’IT WRONG
Rubrica d’opinione a cura di Andrea Derpini
QUARTO SPETTACOLO
Rubrica di cinema a cura di Giacomo Pizzillo
Tornei 55 CALL OF DUTY, PES, STARCRAFT DREAMLAN Tech 94 THE MOBILE GAME
95
a cura di Bruno Manzoni
CUSTOM PC
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MASSIVE MULTIPLAYER MULTIMEDIA
REDAZIONE Direttore editoriale Cesare Arietti Direttore Responsabile Bruno Manzoni, Marco Caldarini Staff Editoriale Andrea Derpini, Francesco Munda Revisori Sergio Botti Editori Alessandro Monizza, Barbara Giardini, Giacomo Conti, Licia Punzo, Lorenzo Plini Editore sezione cinema Giacomo Pizzillo Responsabile youtube Salvo Spoto Cover Artist Dario Vianello Layout Designer Valentina Todero Creative Designer Riccardo Munda (M3 Hiring, Logo Font)
CO L L A B O R ATO R I Santo Furfari
RINGRAZIAMENTI MiVidaTimes Fisev (Atr3iu) Girls of Damage esl
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CORREZIONI Nessun errore noto nel precedente numero.
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1 EVE ODYSSEY Sviluppatore: Crowd Control Prod. Genere: Sandox spaziale Uscita: 4 Giugno Status: Sviluppo CCP non perde un colpo e si prepare per una nuova espansione che si concentrerà sull’esplorazione di nuove aree, continuerà’ il ribilanciamento delle navi, e stravolgerà la distribuzione delle risorse 2 THE ELDER SCROLLS ONLINE Sviluppatore: ZeniMax Online Stud. Genere: Themepark Data uscita: fine 2013 Status: Sviluppo Il mondo di Elder Scrolls, così familiare a molti giocatori, diventa un MMO a tutti gli effetti, cambiando per sempre le regole del gioco. A breve potrebbe partire la prima beta in quanto sono stati mandati la prima serie di inviti. 3 WILDSTAR Sviluppatore: Carbine Stud. Genere: Sandbox Data uscita: 2013 Status: Sviluppo Carabine Studios tenta la strada del sandbox, ma lo fa giocando a suo modo, per realizzare un MMO di cui si parlerà a lungo. Inoltre è iniziata la fase di beta sign up. 4 MARVEL HEROES Sviluppatore: Secret Identity Stud. Genere: Action supereroi Data uscita: 4 Giugno Status: Closed Beta Questa volta saranno gli eroi di Marvel i protagonisti assoluti del nuovo action MMO supervisionato da David Brevik.
5 DEMON SLAYER Sviluppatore: Koramgame Genere: MMO Strategico Data uscita: TBA Status: Closed beta MMO strategico, dove convergono features da generi molto più complessi, rendendo il prodotto appetibile ad una più vasta gamma di giocatori. 6 FIREFALL Sviluppatore: Red 5 Studios Genere: MMOTPS Data uscita: 2013 Status: Closed beta Ancora una volta degli schifosi alieni insettoidi hanno invaso la Terra, ai pochi sopravvisuti non resta che comabattere. Il tutto è ambientato nei dintorni di Copacabana.
NEXT
Tutto ciò che accadrà nel mondo videoludico online.
7 ARCHEBLADE Sviluppatore: Codebrush Genere: Action MOBA Data: TBA Evento: Open beta Si sa che i MOBA stanno vivendo il loro momento di fama e Codebrush ha deciso di proporre la sua versione action. 8 NEVERWINTER ONLINE Sviluppatore: Cryptic Genere: Themepark Data: 30 Aprile Evento: dal 30 Aprile open beta senza wipe Per chi aspettava l’uscita del nuovo capitolo di Neverwinter c’è una gradita sorpresa, sarà infatti un MMO in piena regola. 9 DUNGEON FIGHTER ONLINE Sviluppatore: Nexon America Genere: MFGO Data chiusura: 13 Giugno Evento: Chiusura Nexon America ha comunicato all’inizio di aprile la chiusura dei server a causa della mancaza di giocatori.
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BATTLEFIELD 3 : ENDGAME
BATTLEFIELD 3 END GAME sviluppatore: Dice distributore: EA Origin genere: Sparatutto Online piattaforma: PC
LA NUOVA FACCIA DELLA GUERRA
“END GAME” DI NOME E DI FATTO L’ULTIMO DLC
A CURA DI Giacomo “Ascz” Conti
8.0 • Giocabilità 9.0
• Grafica/Sonoro 9.5
• Ambientazione 8.0
• Contenuti PVP 7.0
• Contenuti PVE NA
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opo un anno e pochi mesi dalla sua uscita, Battlefield 3 giunge alla sua forzosa conclusione, che era già stata preventivata con un certo anticipo, visto che non si è mai fatto mistero dell’uscita di Battlefield 4 in tempi relativamente brevi (soprattutto pensando a quanti anni sono passati tra il secondo e il terzo capitolo), né tantomento era mai stato sconosciuto il numero dei DLC per il terzo episodio. Così, End Game è - di nome e di fatto - l’ultima aggiunta di contenuto per Battlefield 3, e dovrebbe dunque far tesoro di tutta l’esperienza maturata nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Il leitmotif di questa espansione, o di questo “contenuto scaricabile”, come vorrebbe la letterale traduzione dall’inglese, sono il combattimento all’aperto e le grandi mappe. Queste ultime seguono un tema “stagionale”, giacché ciascuna di esse è ambientata in una delle quattro stagioni: dall’inverno di Salaban Pipeline all’estate di Nebandan Flats. E se quattro mappe sembrano poche, comunque va tenuta in considerazione la loro qualità: oltre ad essere molto belle alla vista (merito anche dell’ottimo motore grafico che da sempre è marchio di Battlefield 3) non si notano sbilanciamenti evidenti e, poiché si tratta di campi aperti con coperture ben posizionate e numerosi oggetti distruttibili, sono prone a variare continuamente, ponendo chi magari era in vantaggio o coperto all’improvviso in campo aperto ed esposto. Il motore grafico, il celeberrimo Frostbite 2, rende alla perfezione sia gli abbondanti esterni sia i rari interni, regalando un’esperienza al contempo fluida e visivamente bellissima, perfino senza voler arrivare ai settaggi “ultra” (il cui nome, è da dirlo, rende giustizia). Oltre alle mappe “stagionali” per la modalità Continua
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“conquista”, il DLC propone anche due nuove modalità di gioco: il Capture the Flag (che definire “nuovo” sembra un po’ un controsenso) e l’Air Superiority. Il primo, autoesplicativo, all’apparenza potrebbe fare contento qualche giocatore nostalgico che si aspetti di ritrovare i fasti di Unreal Tournament. In realtà, Battlefield 3 gioca molto diversamente, e non è raro trovare le basi delle squadre camperate all’inverosimile, zeppe di mine in terra e di claymore con cecchini a ogni angolo, così che la partita si risolve spesso in uno stallo (soprattutto quando i giocatori iniziano a essere parecchi) dal quale si esce solo attraverso una qualche “skillata” di qualche coraggioso player, azioni queste che in Battlefield 3 sono sempre riuscite molto bene e non sono infrequenti - ne è prova l’enorme quantità di video e di GIF che si trovano in rete. In fondo, con un po’ di spirito di collaborazione, magari giocando con qualche amico e aiutandosi con Teamspeak o Skype, si riesce a giocare molto meglio e ad avere risultati sicuramente più soddisfacenti, a tutto vantaggio del divertimento. L’Air Superiority, invece, che forse qualcuno ricorderà in Battlefield 1943, prevede lo scontro tra due squadre di soli aeroplani dai quali è impossibile eiettarsi: si abbatte o si viene abbattuti. La modalità trae benefici dall’enormità delle mappe e risulta divertente, seppure è evidente a tutti che dopo un po’ di tempo a tirare giù aerei sopraggiunga una certa ripetitività e con essa la noia. In ogni
caso è un simpatico diversivo, utile anche per fare un po’ di esperienza con i jet, che altrimenti, durante le partite “normali”, sono abbastanza rari e difficilmente ottenibili, anche perchè molto richiesti. In questo caso la cooperazione scende a zero, e ognuno gioca per sé nel cercare di abbattere quanti più jet nemici possibili. Nuovi veicoli spadroneggiano in tutta l’espansione: forse il più caratteristico di tutti è la moto da cross, che disorienta sia il nemico sia il guidatore, per la sua manovrabilità estrema e per il fatto che il field of view di chi guida viene ridotto a 60° (e non parliamo poi di cosa provi il passeggero!). Altro veicolo notevolissimo è la dropship, che usa un meccanismo simile a quello della gunship del DLC Armored Kill: nelle mappe conquista, ne spawnerà una dopo che verrà catturata una certa base specifica. La squadra che avrà il punto di controllo potrà entrarci e prendere possesso dell’IFV, un veicolo di terra, che staziona nel cargo della dropship stessa. A questo punto sarà possibile paracadutare letteralmente il veicolo nelle zone di combattimento. Insomma, altra carne al fuoco per i maniaci delle skillate, viste le potenzialità dell’impiego di questo mezzo. Altri due mezzi antiaerei completano il parco veicoli dell’espansione: l’HMMWV ASRAD e il Vodnik. È dunque con queste aggiunte che si conclude l’evoluzione di Battlefield 3, ma non certo la sua vita: ci sono tutti i presupposti per mantenere qualche giocatore sui server anche dopo l’uscita del quarto episodio, che all’inizio sicuramente offrirà meno features di quelle offerte dalla combinazione di Battlefield 3 ed espansioni. Di per sé, End Game aggiunge un discreto ammontare di contenuto: se da una parte è appetibile a tutti, dall’altra richiede una spesa di 15€. Che non è tanto, ma l’offerta non è nemmeno ricchissima, e non cambia nella sostanza il giocare di Battlefield. Chi è appassionato della saga, chi ci gioca e ama dare battaglia col proprio clan, chi ama il Capture the Flag o impazzisce per delle belle mappe aperte non potrà farne a meno, per completare la propria esperienza di Battlefied. Chi, invece, è soddisfatto di farsi una partita ogni tanto a questo bel gioco, e trova che di cose da fare e di mappe da distruggere ce ne siano già abbastanza, non patirà eccessivamente la mancanza di End Game.
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insoddisfazione virtuale
QUANDO LAMENTARSI È TUTT la stragrande maggioranza degli appassionati di videogames usi questo vantaggio tecnologico solo per denigrare il lavoro degli addetti ai lavori.
A CURA DI Bruno “Galazon” Manzoni
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nternet ha regalato alla popolazione mondiale la possibilità di essere ascoltata, enfatizzando a dismisura il concetto di libertà di parola grazie all’amplificazione planetaria di ogni singola voce. Già nel 2001 il noto attore e regista Ben Afflek aveva “denunciato” questo fenomeno dopo una serie di violente critiche ricevute dagli spettatori riguardo uno dei suoi film:
”In America, Internet ha dato a tutti una voce. Inspiegabilmente però tutti usano questa nuova possibilità solo per sputare sopra il lavoro degli altri.” Rianalizzando in termini video ludici quelle parole dodici anni dopo non si può che dare ragione all’attore di Hollywood perché entrando nello specifico sembra che
I fan oggi chiacchierano più che mai e grazie ai social network, in particolare Twitter, possono tranquillamente raggiungere gli sviluppatori esprimendogli i loro giudizi, o le loro lamentele. Questo contatto diretto genera inevitabilmente diverse reazioni, ci sono devs che prendono bene le critiche le usano per migliorare il proprio lavoro, altri invece (probabilmente quasi perseguitati) che cominciano a dare segni di frustrazione. Tra le vittime illustri spicca Katsushiro Harada, il producer di Tekken, che ha decisamente perso le staffe a causa delle svariate lamentale in seguito alla scelta di non aver usato le voci originali di Tekken, per Tag Tournament II:
“Ai tempi di Tekken 1,2 e 3 i giocatori dei picchia duro erano sicuramente più casual. Oggi invece chi sceglie di comprare un gioco di questo genere, non famoso come un tempo, sa bene cosa aspettarsi
TO
quindi risulta sempre più difficile andare a soddisfare le loro complicate preferenze. Credo che prima di piangere e lamentarsi di tutto, occorra fare un passo indietro, fare pratica e analizzare le cose in modo più obbiettivo”. Harada, che è sicuramente un tipo tosto non si lascia certo abbattere dai tweet dei fan insoddisfatti, però certe volte, si sente con le mani legate:
“Se me ne sto tranquillo e zitto su Twitter ricevo in media venti tweet al giorno, ma se per caso rispondo ad uno di quelli scoppia il finimondo”. Volendo prendere in esame un tema recente, ma anche più “famoso” non possiamo che non tirare in causa Bioware ed il finale del ultimo capitolo della saga spaziale Mass Effect. La reazione dei fan a quel finale è stata talmente violenta che Bioware ha creato un DLC con un nuovo finale per cercare di mettere una pezza. Ray Mizuka, il co-fonatore è perfino arrivato a scrivere una lettera aperta a tutti i fan, criticandone aspramente il comportamento:
La scelta fatta da Bioware non è certo passata inosservata e Hideo Baba, il prodcuer di Tales Of, ad esempio ha condannato la scelta degli sviluppatori di Bioware perché, secondo il suo modo di vedere, rilasciare un nuovo finale è corrisposto ad un’ammissione di colpa, aggravata dal fatto di snaturare il prodotto originale. La possibilità odierna di interagire direttamente con gli sviluppatori è senza ombra di dubbio un vantaggio per tutti i giocatori. Fare domande, e ricevere risposte, direttamente dalla fonte, è sicuramente più gratificante; si corre però il rischio che gli sviluppatori, costantemente bombardati da critiche debbano continuamente dover mettere mano (anche in modo deciso) al proprio prodotto per cercare di accontentare anche i giocatori più incontentabili; insomma, il cliente ha sempre ragione, ma fino ad un certo punto. Alla fine dei conti è un bene ascoltare i propri fan però non bisogna dimenticarsi che, come disse Jason Lee:
“Internet serve a pestare il prossimo anonimamente”.
“Il viaggio che avete intrapreso con Mass Effect è stato caratterizzato da un susseguirsi di intense emozioni, eppure la vostra reazione al finale di Mass Effect ci ha sorpreso. Vedere cancellati tutti gli sforzi fatti per creare una serie di questa portata, soprattutto dai nostri giocatori più fedeli ci ha lasciati senza parole.” 17
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STARCFRAT 2 EVE ONLINE
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STARCRAFT II HEART OF THE SWARM sviluppatore: Blizzard distributore: Blizzard genere: RTS piattaforma: PC, MAC
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STARCRAFT HEART OF THE SWARM
A
mbientazioni futuristiche, guerre spaziali, razze aliene, e qualche bel completino attillato. No, non sto parlando di una parodia di Douglas Adams, e nemmeno del sequel di Avatar, bensì di uno degli RTS più famosi e giocati del momento, Starcraft 2.
8.7 U • Giocabilità 9.0
• Grafica/Sonoro 9.0
• Ambientazione 9.0
• Contenuti PVP 8.5
• Contenuti PVE 8.0
LA TRAMA DI STARCRAFT PROSEGUE CON COLPI DI SCENA
scito nel 2010, il moderno seguito del capolavoto targato Blizzard non ha impiegato molto tempo a ritagliarsi un posto d’onore tra gli strategici e a prendere il posto del suo predecessore, Starcraft, tra i più acclamati e-sport internazionali. A quindici anni da quella pietra miliare e a tre anni dall’uscita del primo capitolo del seguito ufficiale, A CURA DI Alessandro “Bombetta” Monizza Wings of Liberty, è stata rilasciata la prima attesissima espansione, Heart of the Swarm, composta dalla campagna Zerg, nuove unità per il multiplayer e tante feature aggiuntive.
La trama La campagna di HotS riprende la dove
WoL ci ha lasciato; lo sciame è sconfitto, la regina è tornata umana, il piano di Mengsk è fallito. Con in mano il destino della sua amata, Raynor ha compiuto la sua scelta, salvando l’ex Regina delle Lame dal suo amico di tante battaglie, Tychus. In questa nuova campagna vestirete i panni di Kerrigan, senza più il supporto delle versatili strutture Terran, bensì con quello della melmosa biologia Zerg. Attraverso 20 missioni di campagna, più un certo numero di missioni bonus, la fitta trama di Starcraft proseguirà, non senza colpi di scena, attraverso battaglie, lotte per la sopravvivenza, vendetta e sì, anche amore. La storia è appassionante e la Blizzard non delude nemmeno questa volta, tenendo incollato il giocatore allo schermo per tutte le venti missioni, fino alla conclusione, epica ma densa di risvolti.
ZERG I protagonisti indiscussi di questo capitolo saranno gli Zerg
il gioco Se la trama si attesta sicura-
mente su un buon livello, anche grazie ai numerosi e spettacolari filmati, non da meno è Continua
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EROE L’uso dell’eroe sarà una componente primaria della campagna singleplayer
il gameplay, curato in ogni dettaglio e carico di aggiunte, come la forte personalizzazione dell’eroe e la possibilità di mutare le proprie unità, scegliendo rami evolutivi differenti a seconda delle proprie necessità e consentendo al giocatore di utilizzare di volta in volta un approccio diverso, aumentando discretamente la longevità del gioco. Comodo è anche l’archivio, che ci consentirà di ripetere ogni missione modificando i potenziamenti scelti per Kerrigan o per le unità. Se da un lato queste novità migliorano e diversificano il gioco, dall’altro aprono il fianco a qualche, seppur secondario, difetto. La difficoltà di gioco risulta infatti intaccata sia dai molti potenziamenti, che risultano spesso troppo incisivi, sia dalla minore quantità di missioni, tante delle quali a tempo o ridotte alla gestione del singolo eroe. Si sente anche la mancanza del carisma della campagna Terran, che poteva contare su personaggi divertenti come Swann, Stetmann o Tychus, rimpiazzati da esseri Zerg che, per quanto dotati di molte opzioni di dialogo, non hanno altrettanta profondità delle loro controparti terrestri. Ulteriore pecca è anche la mancanza delle missioni a scelta, che in WoL conferivano più libertà e coinvolgimento al giocatore, e sopratutto la mancanza del prosieguo, salvo qualche sporadica citazione, delle relative sottotrame di WoL, come quella di Tosh/Nova. Quasi esente da critica è invece il comparto tecnico del gioco, decisamente migliorato sotto ogni aspetto, pur senza stravolgere lo stile originario tipico della saga, e reso più realistico grazie al nuovo motore fisico.
il multiplayer Sebbene la Blizzard abbia sempre ben
curato le missioni di campagna e la trama di Starcraft, la vera forza e il successo di questo titolo risiedono nel vivissimo mondo del multiplayer, con milioni di giocatori che ogni giorno si affrontano per scalare le posizioni della ladder. HotS ha portato quindi fresche novità anche al gioco online, con ben 7 unità completamente nuove e diverse modifiche a quelle pre-esistenti. Queste modifiche, come di regola, sono state testate a lungo sia dalla Blizzard stessa sia dalla beta del gioco, aperta molti mesi prima della release ufficiale. I bilanciamenti sono stati costanti e basati sui numerosi feedback dei giocatori di tutte le fasce e, nonostante alcune lamentele, la software house statunitense si è dichiarata soddisfatta del risultato, pur rimanendo sempre molto attenta al continuo sviluppo del gioco e disponibile, ove necessario, ad apportare modifiche.
conclusione Starcraft 2 Heart of the Swarm si rivela essere un’espansio-
ne avvincente, ben confezionata e curata sotto molti dettagli, e sebbene alcuni aspetti della campagna risultino essere un po’ sottotono rispetto al primo capitolo, in generale il lavoro svolto è stato ottimo. Non resta quindi che godersi questo titolo, e attendere la prossima e conclusiva espansione, Legacy of the Void, che probabilmente giungerà ai nostri PC in non meno di due anni.
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CSM CONCETTI, STORIA ED EVOLUZIONE Tranquillizziamo subito i nostri lettori: non stiamo parlando di giudici e pubblici ministeri, per quanto la sigla CSM sia simile a quella della nostra magistratura.
LE STELLE CONSIGLIANO... A CURA DI Francesco Munda
“C
SM” sta per Council of Stellar Management: un’organo di rappresentaza dei giocatori che viene da essi eletto periodicamente e che gli sviluppatori di CCP Games consultano per ricevere feedback sul gioco e sulle modifiche per esso previste. Come in molti altri aspetti, questo concetto è unico in EVE Online: i manager islandesi non si sono accontentati di comunicare con l’utenza solo tramite i classici forum, il servizio clienti o i GM, ma hanno voluto un contatto più diretto e personale con i “giocatori famosi” che rappresentassero e parlassero a nome dell’utenza.
LA STORIA SIAMO NOI In origine, il CSM venne pen-
sato come organismo di consulenza scelto dall’azienda, piuttosto che “democraticamente” eletto. Gia’ prima del rilascio ufficiale del client (6 maggio 2003), a Reykjavik si pensava che il feedback ricevuto dai giocatori dovesse essere strutturato attraverso una rappresentanza degli stessi.
Si ritenne appropriato che i delegati del CSM, all’epoca caldeggiato dalla GM Valery “Pann” Massey, venissero scelti ogni sei settimane dai GM stessi. Fu solo al FanFest del 2005 che venne annunciata l’istituzione del consiglio, in una presentazione del Dr. Kjartan Emilsson. Di lì a tre anni, nel 2008, vennero fatte le prime votazioni da parte dell’utenza, come esempio di strato sociale intermedio tra il “popolo” del gioco, e i “governanti” (cioè CCP). Si stava realizzando un esperimento di democrazia deliberativa in un MMOG, e ancora una volta EVE Online proponeva innovazioni uniche.
SCETTICISMO, ASTENSIONE, SFIDUCIA I primi CSM duravano in carica
soltanto sei mesi: il numero limitato di riunioni possibili, e la disorganicità tra i candidati, presto si dimostrò un difetto limitante per l’intera struttura. I giocatori mostravano chiari segni di scetticismo, e la percentuale molto bassa di voti espressi, rispetto al bacino di utenza pagante, dimostrava che quest’esperimento, al piu’, venisse considerato un goffo tentativo di pubbliche relazioni e di pubblicità gratuita al gioco, ma senza un reale, tangibile beneficio per i piloti elettori. I candidati, inoltre, non avevano ancora ben chiaro dove fosse il loro reale potere - o se realmente gliene venisse dato! - e bisticciavano in scaramucce tra delegati con visioni differenti, piuttosto che presentare congiuntamente le questioni ai progettisti islandesi. L’affluenza alle urne, per così dire, mostrava una generalizzata sfiducia nell’efficacia di quest’organo.
GLI ANNI DEL BOOM Crescendo continuamente la base d’utenza ed evol-
vendosi il metagame, nel 2010 venne deciso di portare a un anno la durata in carica dei consiglieri; da allora, i risultati delle elezioni sono annunciate al Fanfest. Inoltre, scendono in campo le grandi alleanze e coalizioni, che iniziano a percepire come la presenza di propri uomini nei meeting di sviluppo sia un chiaro vantaggio strategico per influenzare la direzione del gioco, o per sapere in anteprima informazioni critiche sulle espansioni in uscita. Nonostante buona parte dei verbali degli incontri venisse sempre coperto da rigidi NDA, ci sono stati diversi casi di membri allontanati dal consiglio per violazione della fiducia loro concessa. I terribili mesi che portarono al rilascio di Incarna, senza dubbio l’espansione più odiata, la Summer of Rage che ne conseguì, e le pressioni mediatiche e politiche del CSM6 rimangono negli annali come esempio magistrale del metagame di EVE e dei suoi più machiavellici giocatori. Per un breve periodo i dirigenti di CCP avevano il terrore di scontentare i rappresentanti, visto che i passi falsi compiuti tenendoli all’oscuro costarono un bel po’ di fatturato e il 20% della forza lavoro. Il CSM aveva iniziato a contare davvero, come “cinghia di trasmissione” tra i mal di pancia dei giocatori e le visioni, a volte stralunate, del management CCP.
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Gli argomenti sui quali il CSM
discute coi game designer, nelle sue riunioni a Reykjavik, o nei canali Skype privati, spaziano dal futuro del gioco, ai dettagli implementativi Continua
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delle idee più bizzarre, ambiziose o urgenti. I delegati si occupano anche di redigere, ed editare con CCP, le minute delle riunioni. Così chiunque può leggere i risultati di questi incontri, almeno per gli argomenti che CCP declassa dagli NDA.
che utilizza un sistema chiamato “Single Transferable Vote” e i cui esiti potrebbero essere sorprendenti. Il CSM, nel corso degli anni ha perorato cause, fatto da contraltare alle decisioni più controverse, proposto nuove soluzioni (la coda delle skill e’ un esempio proverbiale) e caldeggiato modifiche, rimproverato, aiutato, supportato e consigliato a più riprese i programmatori e i produttori del gioco.
Il ruolo di disseminazione delle informazioni è quindi un aspetto critico del consiglio, e ogni canale è incoraggiato per raggiungere lo scopo. Facebook, Twitter, Google+, blog, vlog, podcast, i forum ufficiali, È una delle armi più efficaci nelle tutto è comunicazione, raccolta di mani dei giocatori - soprattutto istanze, rielaborazione collettiva. quelli ben organizzati, che votano in blocchi - e un ulteriore esempio, Si sono succeduti finora sette se mai ce ne fosse bisogno, di come Consigli, e in occasione del prossi- ciò che accade fuori da EVE sia mo FanFest (che dovrebbe essere in importante quanto ciò che accade corso mentre leggete queste righe!) nello spazio, in una danza politica e verrà annunciata la composizione sociale degna della complessità del dell’ottavo, dopo gioco stesso. circa un mese di SINGLE TRASFERABLE VOTE elezioni. Il Voto singolo trasferibile, o Single transferaIl CSM8 ble vote (STV) nel mondo anglosassone, è una è il formula elettorale proporzionale a voto di preprimo ferenza che permette all’elettore di assegnare più di una preferenza numerando i candidati sulla scheda elettorale.
CSM
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Affluenza
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Jade Constantine Vuk Lau Dierdra Vaal Elvenlord Mynxee The Mittani Seleene ?
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Eta’ Media Votanti 1.77 1.94 2 2.2 2.18 2.66 2.89 -
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NELLA SEZIONE
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THE SECRET WORLD
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DR &
THE SECRET WORLD ATTRAVERSO GLI OCCHI DELLA CABALA
Order of Chaos QUANDO E COM’È NATA LA VOSTRA CABALA? BARBAFESTO: Siamo un gruppo di amici che si sono interessati fin da subito al gioco e abbiamo deciso di creare questa comunità per i templari italiani. Le nostre esperienze nell’ambito degli MMO variano, c’è chi ha giocato a WOW, chi ad AOC, chi a Mortal, chi a Lineage2 e chi ad Aion. Molti di noi si sono ritrovati già mesi prima del rilascio di TSW (febbraio 2012 n.d.r.) per risolvere gli enigmi che hanno accompagnato l’uscita del gioco.
BARBAFESTO: Personalmente “Virgula Divina” è lo step della Story Quest che ho preferito, in sè racchiude un po’ tutto il tono del gioco; la quest investigativa più bella per me è stata “Hell and Bach” in cui si rivela un po’ del passato di un personaggio emblematico come Wicker. Veramente suggestiva e difficile. ORGANIZZATE ANCHE GRUPPI PER IL PVP RANKING?
ALLEANZA
L’alleanza si é recenteBARBAFESTO: Noi non mente arricchita di una IN COSA CONSISTE LA VOSTRA COLLABORA- siamo una gilda molto orinuova gilda della fazione ZIONE CON GLI UNDER THE DRAGON TAIL? entata al PVP, i Dragoni Illuminati i “Lato Oscuro del canto loro hanno in del Chaos” BARBAFESTO: “Dark days are coming...” come cita cabala il giocatore col più lo slogan, tempi bui sono alle porte e le tre fazioni alto numero di uccisioni in PVP: 107.287... devono collaborare per sconfiggere il male. Capita inevitabilmente che ognuno scelga la fazione che preferisce in gioco, ma TSW ha dato la possibilità ai QUALI ADD - ONS RITENETE FONDAMENTALI giocatori di unirsi per raggiunge obiettivi comuni. PER IL GIOCO? La collaborazione con Under the Dragon’s Tail e ultimamente con Lato Oscuro del Chaos ha per- BARBAFESTO: Viste le limitazioni imposte dal messo di creare una rete di alleanza per unire i gioco sicuramente Viper Deck Manager, poi ETH’s giocatori italiani all’interno del gioco. Buff Bar, Viper Castbar Relocator, Ultimate Crafter, Viper Top Bar Info e They Come and Go. Essenziali QUAL’È LA VOSTRA MISSION STORY O QUEST per agevolare l’esperienza di gioco, ovviamente INVESTIGATIVA PREFERITA? ce ne sono altri utili, ma non indispensabili come questi.
C H E CO M PO S I Z I O N E H A LA VOSTRA CABALA? ( ETÀ, AT TEGGIAMENTO, PRECEDENTI ESPERIENZE DEI PLAYER ) BARBAFESTO: Diciamo che siamo una cabala matura, molti di noi hanno famiglia e figli, ma troviamo ancora il tempo per svagarci la sera tra amici. Molti di noi ormai sono diventati giocatori “casual” dopo esperienze più “hardcore” in precedenti gilde e MMO, c’è chi ha giocato a WOW, GW, AOC, DAOC e addirittura Ultima Online... La gilda nasce proprio come non hardcore per dare modo a un po’ tutti i membri di poter vedere la totalità dei contenuti presenti in game, si tende molto ad aiutare i nuovi arrivati, forse proprio perchè l’atmosfera all’interno di TSW è più adulta, matura (con ovvie eccezioni...) e collaborativa.
Nome: order of chaos Gioco: the secret world Server: Daemon Fazione: Templar
AVETE MAI ORGANIZZATO O ORGANIZZERETE UN RADUNO?
Orientamento: PVE
BARBAFESTO: Si, ne è già stato fatto uno e ne stiamo organizzando un altro proprio in occasione delle prossime feste :)
Contatti in game:
AVETE DEI SUGGERIMENTI PER AFFRONTARE “THE LAST TRAIN TO THE CAIRO” ? B A R B A F E S TO: Pazienza, tanta pazienza, d’altra parte ci sono molte quest di sabotaggio.
Leader: Barbafesto Barbafesto, Vixe, Thoradin, Venomevil, Ratataplan, Artisia
Web Site:
http://orderof-
chaos.shivtr.com/
QUALI SONO LE VOSTRE TEORIE, PER LA PROSSIMAMENTE INTRODOTTA STORIA DI TOKYO? BARBAFESTO: La nostra intelligence ci ha fornito nuovi elementi che al momento stiamo vagliando attentamente... Hehehehehe, speriamo di vedere rivelati alcuni dei misteri che accompagnano la missione principale/introduttiva, un altro raid a Tokyo e magari un nuovo Battleground, però per il momento non ci sbilanciamo. 31
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Under the Dragon Tail È NATA PRIMA LA WIKI O PRIMA LA CABALA?
ZIONI CHE DOVETE AFFRONTARE?
WIKI
MALUK: Credo sia nata prima la cabala, ma di poco. La cabala è stata presentata ufficialmente il 6 maggio, quindi un po’ prima dell’uscita del gioco; fondamentalmente è nata perché non c’erano altre cabale italiane dragon.
MALUK: La limitazione più forte dal punto di vista della community è quella di avere due chat di gilda separate e l’impossibilità di comunicare in maniera immediata: a questo abbiamo cercato di porre rimedio grazie all’uso di teamspeak, dove in realtà ci sono dei canali specifici per le due cabale, ma noi utilizziamo quasi esclusivamente il canale generale, per suddividerci in seguito per dungeon o raid. Mentre per quello che riguarda il PVP lo posLA POCA ATTENZIONE RIVOLTA A QUESTO siamo fare assieme solamente da nemici. TITOLO NEI SUOI PRIMI SVILUPPI, CHE È Oltre a TS abbiamo anche una chat di alleanza, RIMASTO DI NICCHIA FINO ALLA SUA USCITA, perché il gioco permette di creare manualmente NON HA FAVORITO LA NASCITA DI UNA COM- dei canali di comunicazione; si resetta se non c’è MUNITY ITALIANA STRUTTURATA, DUNQUE più nessuno, ma tramite degli script nella conVI SIETE PRESI UN GROSSO IMPEGNO, PRIMA figurazione, è possibile joinarla automaticamente CON LA WIKI DEDICATA, POI CON LA CABALA E all’ingresso del gioco. INFINE CON L’ALLEANZA Il GM Maluk ha creato la Wiki Italiana di The Secret World “L’occhio di Venezia”
MALUK: Sì, quello si, noi siamo nati appunto È IMPORTANTE IN QUESTO GIOCO, CHE CONdalla mancanza di una cabala dragon, mentre per TRAPPONE A UN LORE COMPLETO E IMMERle altre due fazioni c’erano già gli Order of Chaos SIVO, UNA STRUT TURA TECNICA BASE, AVERE e Draconis Nigri; a quel punto ci siamo presi IL SUPPORTO DEGLI ADD - ONS CREATI DAI l’impegno di creare questa cabala e abbiamo inizia- FAN? to la collaborazione con i primi. La wiki poi è nata in seguito a questa alleanza: ci siamo messi a lavorare MALUK: Sì, ci sono molti add ons e script che persulla parte grafica e abbiamo iniziato a tradurre le mettono di “customizzare” l’interfaccia grafica, che informazioni che c’erano sul gioco. è piuttosto spartana e non semplice da capire per i neo giocatori; attraverso questi add ons si perESSENDO QUESTA UN’ALLEANZA FRA DUE sonalizza l’interfaccia del gruppo, della banca o del FAZIONI OPPOSTE, QUALI SONO LE LIMITA- craft. Con gli script è possibile modificare il testo,
colorandolo o creare dei pop up. Per esempio un nostro gildano ha creato questo script che colora il testo della chat alleanza, cosicché non sfugga all’attenzione. È IMPORTANTE IN QUESTO GIOCO, CHE CONTRAPPONE A UN LORE COMPLETO E IMMERSIVO, UNA DEFINIRESTE I MEMBRI DELLA VOSTRA ALLEANZA OMOGENEI O ETEROGENEI, COME CEPPO SOCIALE DI PROVENIENZA? MALUK: Eterogenei, ci sono giocatori molto giovani, alcuni sulla quarantina e altri sulla sessantina, l’età media è comunque intorno ai 30 - 35 anni. AULYN: Anche il ceppo sociale è molto vario. MALUK: Sì, si trova di tutto, e si riesce ad affrontare qualsiasi argomento senza polemiche; condividendo si è creato un bel gruppo, sia di cabala sia di alleanza. QUAL’È LA VOSTRA MISSIONE DI STORIA PREFERITA IN TSW? MALUK: Per me il finale di Solomon Island: richiama moltissimo gli Alternate Reality Games, presentati prima dell’uscita del gioco, in cui si svelava una parte dei misteri di Agartha, dei portali e del funzionamento del mondo segreto. Ci sono dei riferimenti a personaggi e storie viste prima dell’uscita del gioco, mi ha quindi colpito parecchio perché non me lo aspettavo. AULYN: Ce ne sono troppe, ma la maggior parte delle storie del gioco sono legate tra loro e al lore del gioco, e ognuno svela un pezzettino della trama generale.
Nome: under the dragon tail
Gioco: the secret world Server: Daemon Fazione: Dragons Orientamento: PVE Leader: Aulyn, Maluk Contatti in game: Aulyn, Doppio, Lotina, Maluk, PercivalNelish
Web Site:
http://under-
dragontail.shivtr.com/
TSW È RICCO DI RIMANDI ALLA VITA REALE, FILM, LIBRI, ECC., SECONDO VOI QUESTA INTERAZIONE È SOLO UN’AGGIUNTA O È FONDAMENTALE PER CREARE L’ATMOSFERA DEL GIOCO? Continua
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MALUK: Per chi l’ha vissuto da prima del lancio è fondamentale: parte del bello di TSW è anche avere presente ciò che c’è stato fuori dal gioco, ossia delle vere e proprie missioni investigative, svolte durante convention, forum, i site che hanno coinvolto gli utenti per scoprire parti del gioco. Tutt’ora è in corso il Twitterverse Experiment, ossia ci sono alcuni account Twitter di alcune entità e personaggi del gioco, che man mano svelano cosa succederà a breve nel gioco, tutta la storyline della issue 6 è stata presentata tramite indovinelli, indizi e foto su Twitter.
MALUK: Ci dedichiamo a entrambi gli aspetti del gioco, per quanto riguarda il PVP abbiamo dei giocatori molto attivi; tra l’altro, abbiamo il primo in classifica come kill di tutto il gioco: belzebuh, che ha superato le 100.000 kill ormai da una settimana. Alcuni, che non pensavano che potesse piacergli il PVP, hanno iniziato a giocarlo e si sono appassionati. Per quanto riguardo il PVE copriamo tutti gli aspetti del gioco, dalle instance iniziali per aiutare i nuovi giocatori, all’end-game come le instance nightmare, i raid che facciamo 2 volte a settimana, e i lair se vogliamo fare un’attività meno impegnativa. SECONDO VOI, DI COSA TRATTERÀ LA STO- AULYN: Poi stiamo cercando di sviluppare un RIA DI TOKYO? ARG di alleanza, stiamo provando a farne uno piccolino tutto in Italiano, dividendolo in attivMALUK: Bylos ha fatto una cosa inusuale: si è ità sia in game che fuori dal gioco, e speriamo presentato durante uno streaming di un utente, in questi giorni di svelarne il finale. presentandogli dei mostri particolari e facendogli visitare la futura Tokyo, dove si svolge COL PASSAGGIO AL BUY TO PLAY SONO l’ultimo episodio della season 1 del gioco, dove STATE INTRODOT TE LE RICOMPENSE tutto è iniziato e tutto si conclude per quanto VETERAN PER CHI HA PAGATO E CONTIriguarda la prima storia; da lì ne partirà una NUA A PAGARE, COSA NE PENSATE DI QUEnuova. STO SISTEMA? AULYN: Guardando i mostri che ha presentato Bylos al giocatore, si può capire che sono degli MALUK: Gestire le ricompense per account Oni, quindi sicuramente sarà legato molto al e non per personaggio, sicuramente sarebbe mondo degli spiriti giapponesi. stata la scelta migliore; anche se poi in realtà MALUK: chi gioca un personaggio generalmente non è OROCHI Probabilmente sarà un molto invogliato a giocare personaggi diversi, se non per vedere le quest specifiche delle faziL’Orochi Group è una fazione misto tra tecnologia e avversaria formata da NPC, magia; dato che Tokyo oni. Per quanto riguarda gli oggetti non sono né formata da diverse corpoè la sede degli Orochi troppo potenti da squilibrare il bilanciamento, razioni. Le sue intenzioni ci sarà molta tecnolo- né poco potenti e quindi possono aiutare il non sono chiare, ma è certo gia, ma oltre a questa giocatore. Dovrebbero aggiungere altri oggetti che non si pongono nessun acquistabili con i veteran point: l’idea è molto limite per raggiungere i loro - appunto - molta affinità con il mondo buona, perché invoglia ad avere anche delle scopi. degli spiriti. ricompense uniche, come pet e vestiti; l’aspetto estetico è molto seguito dalla community di VI È PIACIUTA LAST TRAIN TO CAIRO? TSW e alcuni anche li collezionano. Il gioco è particolare e non è solo zombie, quesAULYN: Sì, è abbastanza lunga, mi è piaciuta to lo si vede solo andando avanti, si apprezza sopratutto l’ultima parte, ed è molto attiva. anche il cambio di stile delle zone. MALUK: Mentre la issue 5 era più dark/horror, AULYN: È importante non fermarsi alla prima Last Train to Cairo è in stile con la zona in cui impressione. si trova, è più avventurosa e frenetica. Sono MALUK: Da questo punto di vista, una gilda entrambe bellissime anche se completamente aiuta, perché già dà le prime informazioni sul diverse, e dipende dunque dai gusti delle per- combattimento e la strutturazione del personsone. aggio. LA VOSTRA CABALA SI DEDICA ANCHE ALL’ASPETTO PVP DEL GIOCO O PRINCIPALMENTE AL PVE?
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INCIPIT GIRLS OF DAMAGE EVENTO RIOT A ROMA FISEV
LEAGUE OF LEGENDS
INCIPIT...
LUn po’ di storia Quando si pensa al mondo degli RTS, e in particolare a quello di una delle più famose software house in circolazione, la Blizzard, uno dei primi titoli a venire in mente è Warcraft 3. Acclamato gioco di strategia, divenuto poi un famoso e-sport, questo titolo comprendeva anche un potente editor dei livelli, che permise la proliferazione di tantissimi mod e mappe personalizzate create sia dalla stessa Blizzard che da videogiocatori appassionati. Tra le diverse mappe di successo, ce ne fu una in particolare che si ritagliò una fetta enorme di utenza e che, col passare degli anni, si staccò creando un vero e proprio genere di videogioch: i MOBA (multiplayer online battle arena). Stiamo parlando di DOTA, acronimo per Defense of the Ancients. Questa mod, originariamente sviluppata dal creatore di mappe Eul, riscosse un successo enorme tra gli utenti e venne poi espansa e migliorata con l’arrivo dell’espansione di Warcraft 3, The Frozen Throne. Fu proprio la diffusione capillare che ebbe il gameplay di DOTA a spingere alcune software house, come la Riot, la S2 Games, la Valve e recentemente anche la Blizzard stessa a tramutare in un gioco vero e proprio quello che fino pochi anni fa era solo una mappa personalizzata di Warcraft. Dopo un doveroso ricorso storico ci concentriamo adesso su uno dei MOBAdi maggior successo nella scena video
ludica contemporanea, sviluppato con la collaborazione di alcune delle menti celate dietro alla versione più diffusa di DOTA, Allstars.
Quando il GDR diventa sport League of Legends, come
anche il suo padre spirituale DOTA, miscela le componenti tipiche di un RTS, quali visuale isometrica e gestione del movimento tramite mouse, a componenti classiche del gdr, come l’uso di un singolo personaggio e la possibilità di potenziare e personalizzare l’eroe. Pensato per essere giocato in squadra (da 3 o da 5), il gioco prevede che due team si affrontino in una mappa che collega le basi delle due squadre tramite 3 vie, dette lanes disseminate di torri e adiacenti alla jungle, che come suggerisce il nome stesso è una parte oscurata della mappa, ricoperta dalla cosidetta fog of war, che permette di passare da una lane all’altra o di uccidere i diversi mostri neutrali in essa nascosti. Ogni giocatore gestisce un solo eroe e deve collaborare con la propria squadra per distruggere tutte le torri nemiche e aprirsi la strada verso la base avversaria. Per aiutare i giocatori verso quest’obbiettivo vengono generati dalle basi, dette nexus, ondate di mostri non controllabili dal giocatore, detti creeps o minions, che con regolarità periodica si dirigono meccanicamente verso la base avversaria, attaccan-
A CURA DI Alessandro “Bombetta” Monizza Continua
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do qualunque nemico trovino sul loro percorso. Proprio grazie all’uccisione di questi minion gli eroi possono guadagnare sia punti exp che monete spendibili al proprio nexus in cambio di equipaggiamento. Ogni eroe ha infatti un livello e sei slot per l’equipaggiamento. Quest’ultimo è molto vario e comprende oggetti per potenziare i danni fisici, magici, la vita, le difese e tanti altri bonus utili durante la partita. I ruoli degli eroi sono molteplici, partendo dai classici cannon glass, personaggi pensati per fare molti danni (fisici o magici), ai tank, pensati per reggere e subire i danni dei nemici, passando per i support, in grado di curare e potenziare il proprio team grazie alle auree, e i jungler, eroi che si aggirano per la jungle tentando di fare imboscate alle lanes. La scelta del ruolo è molto importante e avviene nella fase preliminare della partita, detta champion select, durante la quale i giocatori possono parlarsi e decidere quale combinazione di eroi adottare per la partita. A ogni nuova partita l’eroe partirà dal livello 1, privo di equipaggiamento, e dovrà cercare di coordinarsi con la propria squadra per adottare la strategia migliore e acquisire un vantaggio sul team nemico. Questo assicura sempre un alto bilanciamento del gameplay e consente al
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gioco di essere competitivo pur mantenendo vivi i classici aspetti dei giochi di ruolo. Non secondaria è l’ambientazione di gioco, curata in ogni aspetto e provvista di storia e caratterizzazione per ogni eroe.
Interfaccia user-friendly La vera forza del gioco
e il motivo per il quale esso è divenuto così popolare è il taglio molto user-friendly che la Riot ha adottato nella progettazione del gioco. All’utente viene infatti introdotto il gameplay tramite degli utili tutorial che forniscono le basi di gioco; inoltre molte delle meccaniche più ostiche di DOTA (come il denying o il pet system) sono state eliminate o completamente riviste, rendendo LoL molto appetibile anche ai meno esperti. Importante è anche la presenza della cosiddetta champions rotation, sistema che prevede la rotazione di 10 eroi gratuiti, disponibili per tutti, che cambiano ogni settimana e consentono al player in erba di provare solo una piccola porzione dei numerosissimi eroi disponibili, familiarizzando lentamente con le meccaniche di ogni singolo eroe. Quest’ultimi sono acquistabili nello shop tramite IP (Influence Point), guadagnabili facendo partite. Ogni giocatore ha infatti un livello di account, che parte da 1 e arriva a 30, e guadagna sia IP che punti esperienza durante il gioco; acquisendo livelli si sbloccherà
la possibilità di personalizzare delle masteries, statistiche che migliorano il nostro eroe durante le partite, e delle rune, acquistabili nello shop in cambio di IP e con lo stesso scopo delle masteries. Pur fornendo dei vantaggi ai giocatori di livello più alto, il gioco rimane comunque bilanciato grazie a un ottimo sistema di matchmaking che assicura al giocatore scontri con avversari di pari livello. Inoltre, oltre alla possibilità di sfidare giocatori in diverse modalità, tra le quali anche la classica ladder, è possibile sfidare l’IA con partite chiamate co-op, durante le quali si collabora con altri giocatori per sconfiggere avversarsi gestiti dal computer. Ultima, ma non per importanza, la grafica, molto più pulita e comprensibile rispetto a DOTA, che con il suo stile cartonesco e accattivante riesce a catturare l’occhio e a rendere il gioco molto fluido e divertente. Insomma, League of Legends è uno dei pochi
e-sports che è riuscito a coniugare il mondo competitivo dei pro players a quello diffuso dei casual players, miscelando e dosando elementi tipici di entrambi i mondi e sviluppando un titolo molto vasto e divertente. La stessa Riot continua ad aggiornare e migliorare il gioco periodicamente aggiungendo nuovi eroi, rilasciando patch e migliorando il matchmaking, oltre che finanziare diverse competizioni internazionali. Per queste sue qualità, e tante altre che per questioni di spazio non ho potuto trattare, League of Legends si pone come un titolo adatto a tutti, da chi cerca un e-sport nel quale cimentarsi e trarre belle soddisfazioni a chi vuole soltanto svagarsi con un match ogni tanto. Il gioco, completamente gratuito, è scaricabile dal sito omonimo e, grazie all’ultima patch, è ora disponibile completamente tradotto e doppiato in italiano.
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INTERVISTA
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IL TEAM GLI ALLENATORI 41
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LE GIRLS OF DAMAGE... A bbiamo avuto la possibilità, oltre che il piacere, di intervistare delle simpaticissime e agguerrite giocatrici di League of Legend: vi presentiamo le Girls of Damage, un team di sole ragazze che giocano a League of Legend. Le GoD, che sono nate come progetto già da diversi mesi, puntano a lasciare un segno indelebile nel campo del pro-gaming e non solo, l’obbiettivo a cui puntano con maggiore intensità è quello di dimostrare che anche le ragazze sanno giocare come
B0NNY MIT AGNESINA VIDEOBLOG
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e meglio dei maschi. Non perdiamo altro tempo e andiamo a conoscerle.
C I AO E G RAZ I E P E R AV E R E T ROVATO IL TEMPO DI RILASCIARCI UN’INTERVISTA IN ESCLUSIVA; PRIMA DI TUT TO POTRESTE PRESENTARE IL VOSTRO TEAM? ATR3IU: Le Girls of Damage sono un gruppo di ragazze che giocano a League of Legend; questo progetto è stato pensato da me (Michele Valecce) ed è seguito da Michele Bertocchi di Rai Gulp; si tratta di qualcosa che non è mai stato realizzato qui in Italia, anche per questo le ragazze che vogliono entrare a far parte di questo progetto sono sempre di più. Siamo quindi stati in grado di realizzare due line-up che a rotazione sfidano altri team che fanno richiesta sul sito FB. Le partite vanno in onda via streaming il giovedì sera sul canale youtube. Ci aspettiamo di poterle portare anche a qualche evento live perché stanno
migliorando e le vittorie non mancano. POTRESTE RACCONTARCI DA DOVE NASCE LA VOSTRA PASSIONE PER I VIDEOGAMES, E IL PERCORSO CHE VI HA PORTATO A CREARE UNA SQUADRA PROFESSIONISTICA PER COMPETERE AI MASSIMI LIVELLI IN ITALIA E ALL’ESTERO? MIT AGNESINA: Ho sempre giocato ai videogiochi grazie alle console, ma dai 16 anni sono passata al pc e agli MMO
PLATESSA
MALIZIOSA
ENDERIEL
Continua
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LA LORO STORIA... in particolare 2 su tutti Age of Empires e Guild Wars su quest’ ultimo avrò giocato 18.000 ore, fino ad approdare su LOL. B0NNY: Sono della Calabria, ho iniziato con console varie grazie a miei fratelli. Poi sono passata Call of Duty, Quake, Age of Empires e Lord of the Rings Online Battaglia per la Terra di Mezzo organizzando battaglie lan a casa di amici. Approdata su LOL mi c’è voluto un po’ per capire bene le meccaniche, ma anche grazie agli amici e poi al team sono riuscita a migliorare. Credo che la competizione non sia utile al contrario meglio puntare a divertirsi. ENDERIEL: Ciao, io come le altre sono cresciuta con i videogiochi, passione trasmessa da mio padre, e da lì non ho più smesso; quando non avevo un pc/ console, io e la mia gemella andavamo alla ricerca delle sale giochi. La prima esperienza on line è stata con Neverwinter Online che pur non essendo un MMO aveva una serie di mappe create dai modder che erano usate per giocare su server appositamente dedicati, dopo sono approdata su FF XI e Su WOW dove per 2 anni sono stata leader di una gilda e ho capito quanto è dura per una ragazza farsi ascoltare all’interno dei videogiochi. Infine sono approdata su LOL dove il PVP ha dato di che sfamarsi alla mia sete di competitività. M3MAGAZINE.IT
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GINKOROGUE: Ciao sono Ginko di Roma. I primi giochi a cui mi sono interessata sono stati gli RTS tra cui Caesar e Age of Empires; è con World of Warcraft che sono passata all’online. Questo progetto mi è piaciuto da subito perché mi ha dato la possibilità di giocare con un team di ragazze, anche se all’inizio ero un po’ scettica del progetto e ho fatto fatica a rapportarmi in game con alcune delle ragazze. Credo nella competitività perché gioco per vincere, anche perché, mi diverto vincendo. MALIZIOSA: Ciao sono Lucia, ho iniziato a giocare ai videogame da quando avevo 8/9 anni, sono passata all’online con Vanilla di WOW e per 8 anni mi ci sono dedicata. Ho provato anche altri MMO senza rimanerne davvero catturata, fino a quando 2 anni fa ho iniziato a interessarmi a LOL. Concordo con Ginko sull’essere competitivi e mi arrabbio quando si perde per delle cavolate. Ho conosciuto
QUEENEVY
METIAL
TEAM INFO
Il
GAME:
TEAM
League of Legend
Girls of Damage [GOD] è un clan di League Of Legends di sole ragazze gestito dal clan MiT in collaborazione con Eurogamer Italia e League of Legends Italia.
Michele “Atr3iu” Varecce
questo team prima come avversarie in seguito ho avuto la possibilità di provare alcune partite con loro e mi sono trovata subito in sintonia con alcune di loro. OFELIA: Per me LOL è la prima vera esperienza di giochi online che mi ha portato a provare altri MMO, anche se alla fine è stato LOL quello su cui mi sono concentrata e sono andata alla ricerca di un team. Sono orami quasi 2 anni che gioco e ne sono entusiasta tanto che non riesco a trovare un altro MMO che mi faccia dimenticare LOL. QUEENEVY: Ho iniziato con WOW, Call of Duty 2 e 4, sono poi entrata a far parte di questo team di ragazze. Ho iniziato a giocare circa 6 mesi a LOL, per curiosità, e poi mi sono davvero appassionata al gioco. SHEVRAR87: Ciao tutti, gioco a LOL anche io da pochi mesi circa 4/5. Dopo un primo impatto, mi è stata data la possibilità di entrare in questo team. PLATESSA: Ciao a tutti sono di Genova, faccio parte di un altro team di ragazze che si dedicano agli FPS. Dopo che altre mie compagne di team hanno iniziato a provare LOL, anche se con forti dubbi l’ho provato e da allora non ho smesso di giocarci.
B0nny
DA QUANTE PERSONE È COMPOSTO IL VOSTRO TEAM? GLI RTS, COME DICE LA STESSA PAROLA, SONO GIOCHI IN CUI LA STRATEGIA RICOPRE IL RUOLO FONDAMENTALE QUINDI CI PIACEREBBE SAPERE IN BASE A COSA SCEGLIETE IL SETUP MIGLIORE PRIMA DI OGNI PARTITA.
TEAM MANAGER:
GAMERS:
Enderiel Ginkorouge Maliziosa Metial MiT Agnesina Ofelïa Platessa QueenEvy Sally Skeletron Shevrar87
FACEBOOK: https: //www.f acebook.com/ GirlsOfDamage?fref=ts
MIT AGNESINA: Sicuramente è il team play l’aspetto più importante perché è tramite di esso che si vincono le partite; quindi bisogna aiutarsi, non solo in gioco, ma anche nelle fasi di allenamento per dare qualche consiglio utile a migliorarsi; inoltre gli allenatori oltre a dirci cosa fare e quando farla, ci indicano anche quando devono essere fatte perché ogni game Continua
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CHAMPION... presenta situazioni differenti e quindi bisogna saper adattare la strategie in base alle esigenze di gioco. Anche la comunicazione nel team è importante per sapersi coordinare ed eseguire la giusta sequenza di attacchi
ipotesi, andiamo a rimorchiare sul LOL.
IL PRO GAMING IN ITALIA S TA L E N TA M E N T E I N I Z IANDO A DECOLLARE, QUINDI COME QUALSIASI PANORAMA EMERGENTE NON È SEMPRE VISTO DI BUON OCCHIO A TAL P RO POS I TO CO M E HA N N O REAGITO LE VOSTRE FAMIGLIE QUANDO SONO VENUTE A CONOSCENZA DELLA VOSTRA DECISIONE DI ENTRARE NEL PANORAMA DEL “GIOCO PROFESSIONISTICO”?
ATR3IU: Gli sponsor ovviamente si congratulano con il team quando ci sono dei risultati positivi. Inoltre ricevono il materiale che gli serve da supporto.
MIT AGNESINA, OFELIA: Per chi vive da sola non ci sono grossi problemi a tal riguardo, mentre chi vive con i genitori non è vista di buon occhio, ma fino a quando i risultati negli studi non calano non ci sono grossi problemi. COME RIUSCITE A BILANCIARE IL TEMPO TRA ALLENAMENTI/ TORNEI E FAMIGLIA, AMICI E FIDANZATI? A PROPOSITO QUALCUNA DI VOI HA IL FIDANZATO? SE SÌ COME RIUSCITE A GESTIRE L’EVENTUALE COMPETIZIONE ALL’INTERNO DELLA COPPIA? GOD: In generale non abbiamo grossi problemi, basta un po’ di organizzazione e la malizia che ci contraddistingue; riusciamo così a trovare il giusto equilibrio. Gli scambi più furenti al limite gli abbiamo per decidere chi deve usare il PC per giocare, comunque un po’ si gioca e poi si fa altro, tutto qui. Nella peggiore delle M3MAGAZINE.IT
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CI PIACEREBBE SAPERE CHI SONO I VOSTRI SPONSOR, E CHE RAPPORTO AVETE CON QUESTI ULTIMI?
QUALE “CA M P I O N E” È QUELLO CON CUI VI TROVATE MEGLIO E PERCHÉ? MIT AGNESINA: I miei sono tre Irelia, Tristana ed Ezreal. Irelia perché è op prima o poi batte tutti; Tristana perché sono innamorata delle skin. Ezreal ultimamente l’ho messo da parte perché l’hanno un po’ nerfato, comunque mi piace per l’escape. B0NNY: Il mio è Miss Fortune, è stato il primo champion che ho usato quanto ho iniziato a giocare e da allora non ne ho trovato un altro con cui mi trovo meglio. ENDERIEL: Dunque a me piacciono i champions con abilità da support e mid, di conseguenza scelgo champions con molta mobilità il primo di tutti è Ahri
perché permette di disturbare la line up avversaria e in alcuni casi il team avversario non riesce a reagire; devo dire che è una tecnica che mi piace molto usare. Sempre come mid mi piace Lux. Come support uso Taric che ho scoperto da neanche un mese e purtroppo nerferanno presto, poi uso anche Leona. GINKOROGUE: Il mio è Vi perché fa dei danni allucinanti e apprezzo per le skill di escape, stesso discorso per Janna che oltre a quelle di escape, ha anche quelle di ingaggio. Poi Evelynn che è il PG con cui ho iniziato e la usavo per ricoprire tutti i ruoli, purtroppo anche lei ha subito il destino della nerfata. MALIZIOSA: Lux, Catlynn e Zyra; ho scelta Lux e Zyra perché essendo abbastanza infida e bastarda io, mi piace la possibilità di bloccare gli avversari e di trollarli: sto scappando e ti blocco e intanto ti faccio danno, mi stimola a dare il massimo PLATESSA: Ashe è stato il mio primo amore ed è il primo carry che ho provato; dopo sono passata a Teemo di cui adoro le skin, poi ho provato Tarik che è stupendo perché molto equilibrato come support e possiede delle skill in grado di salvare il proprio team nel momento del bisog-
no. Siccome ultimamente ho iniziato a giocare top, il mio piccolo amore è quel grosso grasso vichingo di nome Olaf. QUEENEVY: Il mio preferito è Miss Fortune, un altro champion che mi piace usare in combinazione con Miss Fortune è Zilean. SHEVRAR: Ho iniziato con Lux, ma non mi piaceva molto. Dopo qualche settimana è uscito Amumu seguito poi da Diana che ho usato per diverso tempo. Negli ultimi tempi sono tornata ad usare Lux, mentre se devo giocare in mid uso LeBlanc LEAGUE OF LEGENDS È I N D U B B I A M E N T E R I U SCITO A RISCUOTERE UN SUCC ESS O PLAN E TA R I O, A VOSTRO AVVISO DOVE SI P RAT I CA “I L G I O CO MIGLIORE”, E QUALE TEAM È QUELLO CHE PIÙ VI HA PIÙ ISPIRATO, O V’ISPIRA ANCORA? GOD: Sono diversi ad ispirarci sia come giocatori sia come team e li seguiamo sia perché ci piacciono sia per imparare qualche nuova mossa o tattica. Si rimane sempre sorpresi da quanto si possa apprendere, ma anche da quello che alcuni pro gamer riescono a fare a dimostrazione che ci vuole molto allenamento e concentrazione per sfruttare tutte le occasioni che si presentano in gioco. È utile anche rapportarsi con chi è nostro pari livello, perché non è facile e soprattutto immediato giocare come i livelli alti; inoltre essendo più “comuni mortali” è più facile scambiare
quattro parole per imparare qualcosa di nuovo. Comunque non dobbiamo dimenticare Lazu, Sarengo, BruTzZ: i nostri allenatori che tanto ci hanno dato e continuano a farlo. QUAL È STATA LA VOSTRA MAGGIORE SODDISFAZIONE, E LA VOSTRA PIÙ COCENTE DELUSIONE? GINKOROGUE: Beccare in gioco chi dico io e fargli il culo, questa si che sarebbe una soddisfazione. Una delusione in particolare non c’è, diciamo ogni volta che perdiamo. MALIZIOSA: La mia soddisfazione maggiore è stata sconfiggere quelli che mi hanno fatto iniziare a giocare a LOL, mentre il dispiacere è stato non potermi vendicare di uno di questi perché ha lasciato il gioco prima. La vendetta è la cosa più bella del mondo. MIT AGNESINA: Le più grandi soddisfazioni sono vedere la gente rosicare e rage quittare perché perdono una kill. Una brutta delusione è accaduta qualche tempo fa quando abbiamo perso una partita in maniera banale. OFELIA: La maggior soddisfazione sarebbe battere il mio fidanzato, mentre la maggior delusione quando perdiamo per colpa mia. SHEVRAR87: Soddisfazione è stato dimostrare a chi mi ha fatto conoscere questo team, come sono migliorata. La mia delusione è stato far perdere il team .
QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI A MEDIO/LUNGO TERMINE? MIT AGNESINA: Vorrei come prima cosa creare un gruppo compatto e affiatato per riuscire ad affrontare le sfide più importanti; non sarà facile anche perché fare andare d’accordo un team di sole ragazze non è facilissimo, ma con impegno, qualche cazziatone da parte degli allenatori e qualche discussione, si può andare lontano. MALIZIOSA: Riuscire a dimostrare chi siamo e che abbiamo le capacità ai tanti che ci hanno deriso e peggio perché siamo delle ragazze che giocano on line e che hanno deciso di entrare a far parte di questo progetto. Vi ringraziamo per il vostro tempo ed vi auguriamo di raggiungere tutti gli obbiettivi di questo intrigante progetto.
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GLI ALLENATORI... È il momento di andare a conoscere gli allenatori che ogni giorno hanno il compito di guidare queste scatenate giocatrici verso la vittoria. Tutti loro sono o sono stati pro-gamer, quindi chi meglio di loro può avere i giusti strumenti per aiutarle a raggiungere la vetta?
aspetto è quello legato ai consigli sbagliati che le ragazze ricevono dai fidanzati e altri amici che gli suggeriscono built e tattiche di gioco sbagliate che poi devono essere corrette. Comunque è un’esperienza che mi sta piacendo e che trovo avvincente. DOVE POSSONO ARRIVARE QUESTE RAGAZZE?
CHE COSA VUOL DIRE LAVORARE CON UN TEAM DI LOL COM- BRUTZZ: Dipende soprattutto da POSTO DA DONNE? loro, perché rispetto ad altri team hanno alle spalle delle persone SARENGO: Non è una cosa faci- che ci tengono e impegnandosi lissima e di sicuro molto impeg- possono raggiungere degli ottimi nativa. C’è da dire che le donne risultati. sono molto più empatiche, ma allo stesso tempo sono molto SARENGO E LAZU: Superare i più competitive degli uomini e propri limiti e riuscire a sfondare tendono a volte a dare più impor- il tetto dei propri limiti grazie tanza ad aspetti che poco hanno all’allenamento è uno degli argoa che fare con LOL. Per questo menti su cui si discute di più. Nel motivo il primo aspetto che abbi- caso di queste ragazze il probamo affrontato è stato organizza- lema non si pone perché sono re i team nel modo migliore e poi ancora ben lontane da tale limite. lavorare sulle singole giocatrici. Inoltre un problema che abbiamo dovuto affrontare per mettere in BRUTZZ: È sicuramente un pro- condizione di poter migliorare è getto molto ambizioso di cui fa stato quello di creare due team piacere far parte e farà ancora più per creare maggior affiatamento piacere quanto arriveranno i primi tra di loro e cercare di limitare risultati. Il primo aspetto da tene- gli scontri che come in qualsiasi re presente è che stiamo parlando squadra di gamer sono inevitabili. di ragazze che proprio perché tali (e non per discriminare), hanno LEGGENDO LE VARIE INTERVun modo diverso di rapportarsi al ISTE APPARE CHE LE RAGAgioco rispetto ai ragazzi e questo ZZE NON SONO BEN VOLUTE ci porta quasi a dover noi stessi DAI RAGAZZI, VOI COME VI a dover ragionare come ragazze COMPORTATE DI FRONTE A invece che interpretare la situ- QUESTO PROBLEMA? azione in base al nostro punto di vista. Un aspetto con cui si deve LAZU: Credo che questo probfare in conti è la tendenza da lema non si ponga perché sono parte delle ragazze a voler fare le in grado di difendersi da sole. prime donne, nonostante questo Personalmente m’interessa solo per quanto mi riguarda questo una cosa di un giocatore che sapprogetto, mi sta dando molte sod- pia giocare, non a caso nel team disfazioni e anche conforto. con cui gioco, abbiamo una ragazza che ci fa da supporto. LAZU: sono d’accordo con quanto è stato detto finora; un altro M3MAGAZINE.IT
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COME SIETE ARRIVATI DA GAMER AD ALLENATORI? LAZU: Io mi divido tra fare l’allenatore e il gamer perché gioco in un team, fortunatamente ho abbastanza tempo libero per dedicarmi a entrambi. Proprio da questo nasce il discorso di saper organizzare le ragazze per poterle far giocare insieme. BRUTZZ: Dopo essermi preso una pausa da LOL per vari motivi, ho deciso di riavvicinarmi al gioco per avere una valvola di sfogo. Una sera Atreiu che già conoscevo mi ha proposto l’idea di fare da allenatore in questo progetto e mi è subito piaciuta, primo perché amo passare il tempo insieme alle ragazze (e mi sembra giusto) e secondo perché mi piace l’idea di trasmettere un insegnamento a qualcuno. SARENGO: Nonostante non abbia mai raggiunto grandi vette nella classifica evo, mi sono dedicato anche troppo a LOL sia giocando sia seguendo le partite via streaming. Sono stato prima chiamato per commentare le partite delle ragazze e in secondo tempo sono diventato anche allenatore. COME VI ORGANIZZATE PER GESTIRE GLI ALLENAMENTI? SARENGO: diciamo che uno dei due team ha orari ben precisi che devono essere rispettati, mentre l’altro invece viene più incontro alle esigenze/impegni delle ragazze e del progetto GOD. Il tempo a nostra disposizione è finito; in attesa della prossima intervista magari dopo la prima vittoria importante in qualche torneo, ringraziamo i componenti del progetto Girls of Damage per averci dedicato un po’ del loro tempo.
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a m o R A CURA DI Licia “Yrothe” Punzo
L’
evento targato Riot Games, tenutosi a Roma per il lancio della versione italiana di League of Legends è stato indiscutibilmente un successo. Noi eravamo lì a presenziare ed è quindi arrivato il momento di condividere con voi la nostra esperienza. L’evento, al contrario delle aspettative di molti, è stato un gran successo tanto per Riot Games quanto per Eurogamers e gli altri sponsor, ma andiamo con ordine. Come da programma i cancelli si sono aperti alle ore 12.00, ma già dalle 10.00 via Tiburtina era stracolma di gente. La fila per entrare era composta da circa 1500 fan, ma grazie all’ottimo lavoro organizzativo, il “traffico” è stato abbastanza scorrevole. L’ingresso era adornato con diversi cartelloni e striscioni riportanti alcuni noti campioni di League of Legends; tra tutti si distingueva però il mitico Draven Gladiatore, o Draaaven per il fan del titolo, il protagonista di questo evento di lancio. L’evento è stato suddiviso in due padiglioni ben distribuiti tra sponsor e attività: uno dedicato agli sponsor, l’altro invece dedicato al cuore della manifestazione. Nel primo padiglione, quello più piccolo riservato agli sponsor erano presenti Telecom con un banco informazioni ed Epson che consentiva ai presenti di sfidarsi in un 1vs1 sul Ponte di
L’attrattiva principale però è stata la finale del torneo tra i due team; Borns Elite Humans, con la seguente lineup: Giuseppe “Barracuun” Sepe Edoardo “Vanez” Cassai Andrea “Jake” Seveso Alghirdas “Lukystarx” Nast Yucha “oTuTuo” Xiang E gli InFerno eSports:
Sangue (una delle mappe del gioco) senza esclusione di colpi, il tutto proiettato in HD e supportato da un sonoro a dir poco realistico, praticamente impossibile da riprodurre in un semplice appartamento. Era presente un’area realx munita di bar con tavolini annessi, Nel secondo, invece, si concentrava “il core” dell’evento, ovvero il palco (con 10 postazioni PC per gli iscritti al torneo, background stile Roma antica, maxi schermo, ecc.) e la grande sala con i posti a sedere per il pubblico. Sul palco, a tenerci compagnia per l’intera giornata, abbiamo trovato Michele “Mercuzio” Bertocchi di Eurogamers e Andrea “ChaosMAO” Cardaropoli di Riot Games. Dietro le quinte, invece, il team dei commentatori tecnici era composto da: Alessandro “God of Metal” Curcio, Francesco “Sarengo” Papa, lo youtuber “Legolastef90” e infine il commentatore inglese Trevor “qu1ksh0t” Henry. Per aprire le danze, i presentatori hanno chiamato a sorpresa dei ragazzi dal pubblico per fargli sfidare dei Rioter sul palco. Protagonista indiscusso di questi game è stato “Amirelli” con il suo fantastico Tresh support.
Luca “Magixter” Montevecchi Andrea “Bonny” Bonifazio Marc “Keala” Giunori Kevin “DrLazuriel” Pirrone Stefano “Agua” Muscio La prima partita tra i due team è stata “appesa a un filo” quasi fino al 30° minuto, data la parità sia in gold sia in kill. Purtroppo per gli InFerno il gran lavoro di squadra e il grande affiatamento dei Borns Elite Humans si sono fatti sentire tanto che hanno portato questi ultimi alla prima vittoria. La seconda partita, invece, ha visto in vantaggio i Borns Elite Humans fin dai primi minuti, vantaggio che è andato avanti per tutta la durata del game portandoli al titolo di campioni italiani di League of Legends. Il team vincitore ha ricevuto in premio delle medaglie d’oro e la famosissima spada Demaciana di Garen, mentre per il secondo posto delle medaglie in argento e una targa di riconoscimento. Entrambi i team, tra l’altro, hanno ricevuto i seguenti oggetti: Tastiera Logitech G710+ Mouse Logitech G400 Cuffie Logitech G35 Poster di League of Legends autografato da tutti i Rioters Cappellino di Teemo Arancia di Gankplank Maglietta della Trinity Force
Laccetto luminoso L’evento non è finito qui: durante la pausa tra i due game il palco ha ospitato diverse personalità. Primo fra tutti il doppiatore italiano di Draven, ovvero Daniele Ornatelli, il quale con grande gioia ha raccontato con quanta precisione e quanta maniacalità Riot Games ha lavorato sulla voce italiana di questo fantastico campione. Successivamente è stato il turno dei ragazzi di C.L.I.C. (Community of League of Legends Italian Cosplay, il più grande gruppo cosplayer italiano di League of Legends) di salire sul palco offrendo un simpatico siparietto prima della tanto attesa gara di cosplay. La giuria tecnica è stata formata formata da: Dajla Moser - Cosplayer professionista Luca Forte - Giornalista di Eurogamer Roberto - Rioter La gara è stata suddivisa in due round. Dei 22 cosplayer in gara ne sono rimasti solo 10 alla fine del primo round, e infine sono stati selezionati i 3 vincitori, ovvero: Salvatore De Rosa per il primo posto nei panni di Wukong; Manuel Natalucci per il secondo posto nei panni di Varus; e infine Leonardo Cherici per il terzo posto nei panni di Ryze! Prima di chiudere l’evento i Rioters hanno sfidato un altro gruppo di fans e alla fine della partita lo staff organizzativo ha salutato tutti i partecipanti all’evento non con un arrivederci, perché, visto il successo riscosso, è lecito pensare che questo sia solo il primo di una lunga serie di eventi targati Riot Games! Continua
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INTERVISTA A MICHELE “ATR3IU” VALECCE! Il panorama nazionale del netgaming si arricchisce di anno in anno. L’incremento del colore “rosa” all’interno dell’universo video ludico (ampiamente trattato in questo numero grazie alla disponibilità delle ragazze che compongono il team Girls of Damage, più comunemente chiamato GOD) è senza ombra di dubbio un forte segnale di maturazione che l’intero movimento italiano sta vivendo. Oltre l’aumento dei giocatori, e delle giocatrici, aumentano anche delle associazioni/società che concentrano tutto il loro lavoro sulla creazione di eventi come tornei o Lan-party atti a sensibilizzare l’ambiente, e perché no, anche a
divertirsi. Tra le varie associazioni che si occupano di netgaming la Federazione Italiana Sport Elettronici Videoludici, F.I.S.E.V. si è contraddistinta durante lo scorso anno per serietà e professionalità nell’organizzare i propri eventi. Noi abbiamo avuto la fortuna di intervistare il Projet Manager Michele Valecce, A.K.A. Atr3iu, un nome non certo nuovo per tutto l’ambiente video ludico nazionale. Più che un’intervista in effetti è stata una vera e propria chiacchierata ricca di aneddoti e di grasse risate. Di seguito vi riportiamo un estratto non integrale delle quasi 3 ore passate con Michele/Atr3iu.
A CURA DI Bruno “Galazon” Manzoni
Prima di parlare della F.I.S.E.V. ci piacerebbe partita con soli italiani, perciò (quasi per scherzo) sapere un po’ più dei tuoi trascorsi da videogio- abbiamo deciso di fondare un team/community in grado di raggruppare tutti i giocatori italiani appascatore prima e da Pro-gamer in seguito. La mia non più giovanissima età mi ha permesso di testare moltissime piattaforme di gioco. Conservo ancora vividi ricordi dello Spectrum, il mio primo “computer”. Dopo ho seguito costantemente l’evoluzione videoludica quindi ho giocato con i vari Commodore 64 e Nintendo fino ad arrivare alla Playstation 1 che mi ha letteralmente trasformato in un “affamato” giocatore di Console. Dal 1995 al 2010 ho praticamente giocato con tutte le console sul mercato con un unico genere in testa quello delle simulazioni di guida. Questa mia passione per i giochi di moto e macchine mi ha portato a vivere una delle mie più belle esperienze da gamer: nel 2010 sono diventato campione italiano di Forza Motor Sport 3 su Xbox 360 e grazie a Samsung ho partecipato ai mondiali tenutisi a Los Angeles. Mi sono avvicinato al mondo dell’online gaming quasi per caso perché la mia passione per le console e la situazione internet durante i primi anni del duemila non mi hanno spinto ad esplorare questo nuovo campo. Poi, grazie ad un amico che nel 2006 mi ha mostrato le potenzialità, ed il divertimento che solo una partita online può dare, ho iniziato ad appassionarmi sempre di più alle competizioni virtuali tra giocatori. Nel 2009, anno di uscita di Modern Warfare 2, io e alcuni amici ci siamo resi conto che su Steam era veramente difficile organizzare una
sionati del gioco, battezzandola Made in Italy. Come spesso accade con le cose nate spontaneamente, il nostro progetto ha attirato molte persone, ed io sono entrato in contatto con l’ennesima nuova realtà: Il Pro-gaming. Mi ricordo ancora quando conobbi Michele Mancini durante una Lan party in un centro commerciale a Burago. Proprio in quella occasione Michele vinse un computer portatile, evento che funzionò come una molla motivatrice per me, (e mi spinse ad addentrarmi sempre di più nel mondo del “videogioco professionistico). Nel 2010 ho partecipato a tutte le tappe italiane del WCG e, con molta caparbietà, mi sono aggiudicato le finale tenutasi a Torino. Ad ottobre dello stesso anno sono andato, con tutto il mio team, a Los Angeles per disputare le finali. Credo sia superfluo dire quanto sia stato divertente e stimolante questa mia esperienza, vi dico solo che pensavo di essere nel tempio assoluto del videogiocatore. Questa mia convinzione è stata però disintegrata quando l’anno scorso sono arrivato al Dreamhack in Svezia…l’evento videoludico che ogni appassionato non dovrebbe perdere, e non aggiungo altro! Made in Italy non è stato solo la mia prima esperienza da videogiocatore “professionista”, ma anche da organizzatore infatti nel 2011 ho fatto la Simple Milano a Novegro con oltre 500 giocatori e tutte le Continua
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piattaforme di gioco: PC e Console. Senza falsa modestia posso dirvi che la Simple Milano rappresenta una delle miglior Lan-party mai fatte in Italia.
Come vedi la situazione del gaming italiano? La scena è in fermento, e non mancano di certo i bravi giocatori in grado di competere nelle maggiori competizioni europee quello che purtroppo deve cambiare, e alla svelta, è la mentalità. Oggi grazie alla facilità nel reperire notizie regalataci da internet i grandi eventi di netgaming, quelli con montepremi da capogiro alle spalle, possono essere seguiti comodamente da casa. Per quanto questa opzione rappresenti un’enorme spinta per tutto il settore risulta spesso fuorviante perché inculca nelle menti dei giocatori l’idea che le Lan-party devono garantire solo ed esclusivamente super premi per motivarne la partecipazione. In Italia moltissimi ragazzi si sono convinti di questo, tradendo di fatto il principio stesso delle Lan, ovvero il piacere di condividere la propria passione a 360° incontrando altri giocatori, stringendo amicizia e soprattutto giocando tutti insieme. La crisi attuale non permette certo di fare ingenti investimenti e purtroppo la situazione è aggravata dal fatto che molta gente compra componenti hardware e software d’importazione impoverendo le rispettive divisioni italiane che a loro volta riceveranno meno soldi per sponsorizzazioni di eventi e team. Come potete vedere la situazione non è proprio rosea perché se da un lato i giocatori tendono, anche giustamente, a risparmiare qualcosa dall’altro non possono pretendere di essere supportati da realtà che non godono di un “aiuto” reciproco. Io sono convinto che per fare decollare il progaming nel modo migliore qui da noi oltre ad un grande e costante lavoro bisogna “educare” i giocatori ed instradarli senza ammaliarli con false ed irrealizzabili promesse, ma garantendogli un servizio preciso e professionale che li faccia sentire parte di qualcosa di grande anche senza premi da capogiro.
Quali sono i prossimi impegni della F.I.S.E.V.? La F.I.S.E.V. è sempre in movimento, impegnata nel realizzare ogni volta un evento migliore di quello precedente. Proprio in questi giorni daremo il via alla Dreamlan, un Lan-pary che si terrà ad Arezzo all’interno di una splendida location fornita di connessione a fibra ottica, fondamentale per la riuscita del torneo, e munita di computer da affittare per chi non potesse portare la propria macchina. I giochi disponibil saranno: League of Legends, Call of Duty e StarCraft II. Abbiamo in cantiere anche molti altri progetti, ma al momento è prematuro parlarne quindi vi rimando alla nostra prossima intervista. Ringraziamo Michele per gentilezza e la disponibilità dimostrataci, auguriamo un grosso in bocca al lupo a lui e a tutto lo staff F.I.S.E.V. e a questo punto non ci resta che darvi appuntamento ad Arezzo dal 25 al 27 aprile per partecipare, o semplicemente assistere, alla Dreamlan.
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ONLINE
TOURNAMENT GEARS OF WAR
CALL OF DUTY
GEARS OF WAR JUDMENT inizio iscrizioni: Iscrizioni aperte termine iscrizioni: 10 Maggio luogo: Brescia organizzatore: ESL/Personal Gamer piattaforma: XBOX360 Inizio: 10 Maggio gioco:
CALL OF DUTY BLACK OPS II inizio iscrizioni: Iscrizioni aperte termine iscrizioni: 10 Maggio organizzatore: MGT360.NET piattaforma: XBOX 360 Inizio: > 10 Maggio gioco:
ISCRIVITI
ISCRIVITI
STARCRAFT Starcraft 2 Heart of the Swarm (1vs1) inizio iscrizioni: Iscrizioni aperte termine iscrizioni: 28 Aprile luogo: Napoli - Mostra d’Oltremare organizzatore: ESL/Personal Gamer piattaforma: PC Inizio: 28 Aprile gioco:
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NELLA SEZIONE
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REALM OF THE MAD GOD BALDUR’S GATE ENHANCED EDITION TRENT OSTER DEMON’S SLAYER ULTIMA ONLINE ARCHEBLADE
REALM OF THE MAD GOD sviluppatore: Wild Shadow Studios distributore: KABAM genere: MMORPG Action piattaforma: PC
REALM OF THE MAD GOD
I
l gioco che vi presentiamo oggi è parecchio diverso da quelli che trattiamo di solito, e non tutti apprezzeranno subito i suoi punti di forza.
6.0 D • Giocabilità 9.0
• Grafica/Sonoro 2.5
• Ambientazione 5.5
• Contenuti PVP ND
• Contenuti PVE 7.0
E CHI SAREBBE IL DIO PAZZO?
Innanzitutto le basi: Realm of the Mad God (RMG) è un browser game in Flash, col quale ci si connette a uno dei molti shard installati in giro per il mondo; risulta quindi estremamente versatile come piattaforme supportate; siamo difatti riusciti a giocarlo anche su un A CURA DI Francesco Munda piccolo netbook, sebbene dia il meglio di sé su una macchina un pò più “corazzata.” Funziona egregiamente anche con i Sistemi Operativi Mac OSX e Linux. Nel dettaglio, è un classicissimo MMORPG fantasy, free to play, con un negozio pieno di oggetti e servizi (in vendita per crediti acquistabili tramite denaro reale). Il gioco è esclusivamente PVE e molto orientato alla cooperazione, avente come scopo quello di abbattere Oryx, il Dio Pazzo!
Il mio PC è diventato un Commodore 64! Una
delle caratteristiche più evidenti è ovviamente il comparto grafico: l’aspetto del gioco è volutamente primitivo e “cubettoso”, come se si trattasse di un prodotto per le vecchie piattaforme a 8-bit, in particolare il mai abbastanza lodato Gauntlet di Atari, risalente al lontano 1985. I personaggi, i mostri, gli oggetti, gli sfondi sono rigorosamente “pixellosi”, anche se disegnati in alta risoluzione, per dare un gusto marcatamente retrò all’intero ambiente; sia nella visuale finto-isometrica a 45°, sia nella ancora più classica griContinua
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solo spade e armature di metallo, maghi e stregoni le bacchette e le tuniche, ecc. Se c’è uno stereotipo nei giochi di ruolo, RMG lo ha incorporato, e tutto ha un fortissimo senso di familiarità, di déjà vu, che rende superfluo il manuale. Le caratteristiche del personaggio sono altrettanto basilari: una barra dell’esperienza per salire di livello (20 in tutto), punti ferita, punti mana (per attivare CARATTERISTICHE l’abilità specifica ATT: danni extra in attacco di classe) e poi i DEF: danni parati in difesa valori di attacco, SPD: velocità’ di movimento difesa, destrezza, DEX: rapidità d’attacco VIT: rigenerazione HP velocità, saggezza WIS: rigenerazione MP e vitalità. glia 2D. Molti storceranno il naso di fronte a questa scelta artistica in un’epoca dominata da grafica iper realistica ed effetti speciali strabilianti; tuttavia, questo stile, è funzionale allo stile che Wild Shadow Studios ha voluto dare alla sua creazione: è un’impostazione estremamente appropriata, essendo le parole chiave di questo gioco semplicità e immediatezza.
Complicare è facile, semplificare è difficile! Con questa famosa chiosa di
Bruno Munari introduciamo uno degli aspetti a nostro avviso migliori di RMG: l’incredibile, geniale linearità dell’interfaccia e del mondo di gioco. Il tutorial dura circa un paio di minuti, e spiega tutto quello che c’è da sapere: il nostro buffo pupazzetto quadrettato si muove con i celeberrimi tasti WASD, e colpisce con la sua arma primaria tramite il tasto sinistro del mouse, nella direzione del puntatore. Usando la barra di spazio, si attiva l’abilità dell’oggetto specifico di ognuna delle quattordici classi disponibili. Un’armatura tra i tre tipi previI LIVELLI DEGLI OGGETTI sti - tessuto, cuoio e metallo - e un anello Armi: T1-T12 magico esauriscono Oggetti di classe: T1-T6 la breve lista degli Armature: T1-T13 Anelli: T1-T5 slot di equipaggiaUT: livello speciale epico mento. L’inventario ha solo otto slot, espandibili a sedici con uno zaino da acquistare extra. Le quattro categorie di oggetti: arma, oggetto di classe, armatura, anello sono divise in tier: più alto è il tier, migliore l’oggetto . Ogni classe di personaggi ha accesso a un solo tipo per categoria: guerrieri, paladini e cavalieri usano M3MAGAZINE.IT
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Tutto qui? Effettivamente la linearità del
gioco potrebbe farlo sembrare banale. L’unica safe-zone persente nel gioco è Nexus, una sorta di minuscola cittadina-mercato dentro la quale i personaggi possono teletrasportarsi a piacere, e da lì partire per le avventure nei reami usando opportuni portali, o accedere al proprio nascondiglio (altri otto slot per tenere oggetti al sicuro - espandibile comprando ulteriori forzieri), o al charter di gilda, dove poter scambiare messaggi con i compagni di gilda, se ci si è arruolati in una di esse. Per il resto, ci si muove in immense mappe - rigorosamente a quadretti! - dove i personaggi combattono strenuamente i seguaci di Oryx, cercando di salire di livello, compiere le quest di classe, recuperare l’equipaggiamento migliore per abbattere i vari boss inviati dal Dio Pazzo, e infine, quando questi ultimi sono stati tutti sconfitti nel reame, affrontare Oryx
PERCHÉ DOVREI GIOCARE A QUESTO GIOCO? in persona, che teletrasporta tutti nel suo castello e nelle sue diaboliche cantine.
Perché dovrei giocare questo gioco?
Detta così, il gioco sembra troppo semplicistico per essere accattivante. Ma quello che le parole non possono descrivere è il gameplay di questo piccolo, semisconosciuto gioiello nato nel 2010 da un concorso di programmazione online. L’azione è sempre intensa, immediata, rapida, senza fronzoli, e a tratti furiosa e frenetica, nelle terre degli dei o nei dungeon avanzati dell’endgame, dove dozzine di personaggi e mostri enormi si scambiano colossali quantità di colpi. Non esiste il concetto di gruppo - chiunque sia nelle vicinanze di un’uccisione riceve l’esperienza per il mostro abbattuto. Questo permette di ridurre il grind per arrivare al livello 20 è una questione di poche ore, ed iniziare poi ad accumulare punti Fama, il vero punteggio del gioco. L’aspetto forse più intrigante: per quanto i nostri piccoli avatar a quadrettoni siano simpatici, le loro avventure scatenate e le loro scorribande indiavolate, bisogna ricordarsi in ogni istante che la morte è sempre in agguato per chi non è attento. In RMG la morte è permanente e definitiva: anche il personaggio con l’equipaggiamento migliore, comprato a suon di euro, o recuperato nei dungeon più convulsi, viene brutalmente sepolto, insieme a tutto quello che trasporta, appena la barra dei punti ferita raggiunge lo zero, se le dita non sono
abbastanza veloci a premere il tasto della pozione di guarigione o del teletrasporto a Nexus. Una volta morti, bisognerà creare un nuovo personaggio, magari di un’altra classe nel frattempo sbloccata, e ricominciare tutto. È possibile avere un numero limitato di slot personaggio: di base se ne ha uno solo, e se ne possono comprare altri con le monete a pagamento. Anche la permadeath, che rende ogni nostro avatar un alter ego MOLTO temporaneo, dà al gioco una dimensione diversa, molto arcade, molto veloce e, sebbene a tratti frustrante, ci farà passare ore e ore di sfide in compagnia dell’obiettivo ultimo di ogni gioco. Il divertimento puro.
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BALDUR’S GATE ENHANCED EDITION sviluppatore: Beamdog distributore: Beamdog genere: Gioco di ruolo Piattaforma: PC, Mac, Mobile
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sistono i miti? Sono davvero senza tempo? Possono vivere in eterno? Che ci crediate o no c’è chi fa in modo che queste domande abbiano una risposta positiva; è il caso di Beamdog, softco che, oltre a sviluppare giochi, si occupa anche di rendere compatibili con sistemi operativi più moderni giochi troppo vecchi; questa volta ha deciso di realizzare un progetto di “restauro” molto ambizioso. Correva l’anno 1998 e una quasi anonima softco di nome BioWare pubblicava un gioco tratto dal mondo di Dungeon & Dragons: gioco di ruolo cartaceo amato da molti appassionati di questo genere; a distanza di 15 anni si può dire che era iniziata una silenziosa rivoluzione che molto presto avrebbe raggiunto ogni angolo del pianeta influenzando per sempre il mondo dei videogiochi (chi scrive ci crede profondamente). Stiamo parlando di Baldur’s Gate che, grazie a Beamdog e al suo adattamento per sistemi operativi moderni, sta vivendo una seconda giovinezza. Il merito di Baldur’s Gate è quello di essere riuscito a rendere più accessibile sia il genere GDR sia le meccaniche che regolano questa tipologia di giochi a persone che fino ad allora ne ignoravano addirittura l’esistenza, oppure trovavano tali regole troppo complicate. Non sono solo questi aspetti ad aver reso Baldur’s Gate quello che è oggi, ma la trama, le ambientazioni, il
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UN MITO SENZA TEMPO A CURA DI Marco “Marmorn” Caldarini
lore e le razze hanno saputo creare quello che agli occhi di molti appare come qualcosa di unico e che mai più è stato eguagliato da altri giochi. Andiamo a conoscere i luoghi che hanno reso famoso questo GDR: presso le sponde occidentali di Faerun lungo la Costa della Spada, si trovano una moltitudine di ambienti e terreni, incluse foreste, paludi, acquitrini, pianure, città e rovine; che attraggono molti avventurieri in cerca di fama, gloria e perché no, qualche tesoro. Questa regione è delimitata a Sud dai Picchi delle Nuvole, a Est del Bosco dei Denti Affilati, a Ovest dal Mare di Spade e a Nord da Baldur’s Gate, la città più importante della regione. Nel corso delle nostre numerose peripezie, il nostro personaggio e il suo gruppo possono
guerrieri Sono forse i più classici
personaggi: forti e resistenti, sono dei maestri nell’uso delle armi e delle armature e sono gli unici che possono raggiungere il massimo grado di specializzazione in un’arma.
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esplorare paesi, caverne, miniere, rovine, foreste e la città di Baldur’s Gate. La storia principale trae origine dalle macchinazioni per il controllo del commercio del ferro e rivela via via le oscure trame riguardanti il Trono di Ferro, il Pugno Fiammante, i Mercenari del Gelo, gli Artigli Neri e gli Arpisti, scoprendo lentamente le origini e la storia del nostro personaggio: un orfano allevato a Candlekeep, un’antica biblioteca fortificata a sud di Baldur’s Gate. Il nostro eroe e la sua amica Imoen sono cresciuti insieme sin dall’infanzia, sotto la tutela del loro padre adottivo Gorion ma, a causa di strani avvenimenti che hanno luogo nella regione e dopo alcuni presagi negativi, Gorion decide di lasciare la biblioteca e viaggiare verso un altro nascondiglio dove ci “spie-
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gherà tutto”. Appena cala la notte Gorion e il protagonista subiscono l’imboscata da parte di alcuni mercenari guidati da una misteriosa figura in armatura che ordina a Gorion di arrendersi in cambio della vita, ma al quale il mentore non presta fede. La breve battaglia si conclude con la morte di Gorion e la nostra fuga verso la locanda di Braccio Amico dove dei vecchi amici di Gorion, Khalid e Jahiera insieme a Imoen ci accompagneranno nella ricerca dell’assassino di Gorion e di quali minacce gravano sugli abitanti della Costa della Spada.
paladini Sono nobili combattenti per il bene. Devono necessariamente essere umani e di allineamento legale buono. I paladini possono specializzarsi in un’arma, ma non a livello del guerriero. Sono in grado di lanciare degli incantesimi per individuare e proteggere dal male e di scacciare i nonmorti, infine, grazie all’imposizione delle mani ogni giorno sono in grado di curare le ferite di un compagno.
bardi Sono dei poeti, cantastorie che vaga-
no per il mondo in compagnia della musica. Possono combattere con qualunque tipo di arma, ma possono indossare solo armature leggere. I bardi possono lanciare incantesimi da mago fino al sesto livello. Con le loro canzoni, i bardi infondono forza e coraggio in chi li ascolta. 64
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OGNI SCELTA HA DEI PRO E CONTRO
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ladri Sono maestri nel
furto e nell’agire senza essere notati e possono usare armature fino alla cotta di maglia; hanno una scelta limitata di armi, ma possono usare spade, pugnali e archi. Le abilità del ladro comprendono scassinare serrature, trovare e rimuovere trappole, svuotare tasche e nascondersi nelle ombre. I ladri sono inoltre in grado di attaccare i nemici alle spalle, causando così serie ferite. La caratteristica fondamentale del ladro è la destrezza.
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chierici Sono sacerdoti devoti
maghi Sono deboli nel combattimento
druidi Sono sacerdoti guard-
ranger Sono abili guardaboschi o cac-
a una divinità; sono discreti combattenti, sono in grado di lanciare incantesimi da sacerdote, tra cui molti incantesimi curativi, e di scacciare i non-morti. La caratteristica fondamentale per i chierici è la saggezza.
iani e protettori della natura. Devono necessariamente essere di allineamento neutrale. Possono lanciare incantesimi da sacerdote, tra cui molti curativi; per questo è molto utile avere un chierico o un druido all’interno del gruppo. Le caratteristiche principali dei druidi sono la saggezza e il carisma.
fisico, ma, d’altra parte, sono in grado di lanciare potenti incantesimi, molto utili come supporto al gruppo. La caratteristica principale di un mago è l’intelligenza, in base a questa infatti, i maghi possono imparare un certo numero d’incantesimi e scegliere quali usare. Dopo aver lanciato gli incantesimi, ogni mago avrà bisogno di riposare per ricaricarli.
ciatori. Possono usare qualsiasi tipo di arma o armatura; possono specializzarsi in un’arma, ma non a livello dei guerrieri. In virtù della loro affinità con gli animali, i ranger sono in grado di lanciare l’incantesimo charme sugli animali. Un ranger deve essere di allineamento buono.
Per affrontare tale impresa la creazione di un nostro personaggio che sia in grado di aiutarci al meglio è fondamentale. Diversi aspetti devono essere tenuti in considerazione; andiamo a scoprire quali. Durante la selezione sia della razza sia della classe, non bisogna dimenticare che ogni scelta comporta dei pro e dei contro per il nostro eroe. Per essere sicuri di ottenere il massimo dal nostro personaggio è importante non dimenticare che ogni personaggio è delineato da sei caratteristiche: forza, destrezza, costituzione, saggezza, carisma e intelligenza; ogni classe basa la sua efficacia su una o due di queste statistiche. La forza ben si adatta ai guerrieri, mentre la destrezza è basilare per ladri e ranger; l’intelligenza è vitale per i maghi, mentre la saggezza lo è per i chierici. Un altro aspetto da tenere in considerazione è il concetto di multi-classe: questo termine indica la possibilità da parte del nostro personaggio di intraprendere una seconda o addirittura una terza classe oltre a quella principale permettendogli di diventare più completo. A completare il tutto ci pensa l’allineamento che per alcune classi deve essere mantenuto per non perdere i privilegi derivanti dalla classe scelta; alcune armature e armi infine possono essere usate solo da personaggi che uno specifico allineamento. Questo parametro può cambiare durante il corso del gioco perché le scelte che facciamo lo influenzano. A tutto ciò bisogna aggiungere un gameplay molto tat65
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tico dove ogni azione deve essere fatta secondo una logica vincente: il party deve lavorare in sinergia, inoltre il giocatore non dovrà solo gestire il party durante gli scontri, ma l’equipaggiamento, le magie e le abilità di ogni singolo membro del party dovranno essere scelte con attenzione. Passiamo ora alle razze, che seppur in fase di creazione del personaggio tale scelta è fatta prima di quella della classe, è evidente come anche da quanto segue come ogni razza abbia vantaggi e svantaggi in base alla classe scelta.
Umani Il gioco risulta più facile se affrontato con ciare alla classe “mago”. Purtroppo sono “forzati” questa razza; può scegliere una qualsiasi delle a essere illusionisti. Per quanto concerne i bonus classi presenti, sebbene con alcune come bardo, razziale all’intelligenza, gli permettono di non doversi preoccupare di memorizzare una magia; barbaro e stregone il levelling risulti più lento tuttavia, data la presenza di una penalità nei conMezz’elfi Al contrario degli umani sono più difficili fronti della saggezza, non dovrete mai creare uno da usare, inoltre scegliendo questa razza è possi- gnomo che vada a essere un prete. bile giocare solo come paladino, monaco e alcune Halfling Simili agli gnomi per quanto riguarda la scuole di magia. Hanno dei bonus raziali che incrementano del giocabilità; le classi che possono essere giocate 30% la resistenza al alcune magie, legate al con- con questa razza sono: il guerriero, il chierico, il ladro e il barbaro. Si tratta del perfetto canditrollo mentale. dato per ricoprire il ruolo di ladro per via dell’alto Elfi Risultano più facili da giocare rispetto alla valore di destrezza. Gli halfling ottengono inoltre media, possono intraprendere la via del guerriero, dei trattamenti di favore per quanto concerne le del ranger, del chierico, del ladro e del mago. È abilità ladresche. Sconsigliate le classi di chierico una razza adatta per il combattimento a distanza e guerriero/barbaro perché non ci sono reali vane a ricoprire il ruolo di ladro grazie al bonus raz- taggi. ziale alla destrezza. Mezz’orco Risulta una razza con un grado di gioNani È in assoluta la razza peggiore con cui gio- cabilità normale rispetto alle altre. Tra le classi care, svolgono il ruolo di guerrieri, barbari, chierici che il Mezz’orco può impersonare con successo e ladri. hanno una bonus razziale in costituzione e si ha il guerriero, il chierico, il ladro e il barbaro. Si tratta di una razza generalmente più adatta ai un malus in destrezza e carisma. soggetti che preferiscono la carica a testa bassa. Gnomi Di poco superiori ai Nani come giocabilità, I mezzi-orchi ottengono, infatti, sia un bonus di tra le classi disponibili troviamo guerriero, chier- costituzione, che uno di forza. ico, mago illusionista, ladro e il barbaro. Si tratta, in linea generale, del candidato perfetto da asso-
Quanto detto finora è solo una parte del vero successo di Baldur’s Gate, chi ha saputo renderlo una pietra miliare del gaming sono di sicuro stati i giocatori che anche con il passare del tempo non hanno dimenticato questo gioco e al contrario hanno fatto di tutto per mantenerlo vivo creando svariati mod. Un gioco come Bladur’s Gate quando uscì meritò una valutazione di 9/10, ad indicare che il titolo doveva essere provato assolutamente; dopo 15 anni è stata data la possibilità a chi ancora non ha provato questo titolo, di farlo. Non sfruttare quest’occasione sarebbe un vero peccato.
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INTERVISTA AL DEV DI BALDUR’S GATE!
Abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande a Trent Oster, fondatore di Beamdog insieme a Cameron Tofer, sul suo ultimo progetto Baldur’s Gate: Enchanted Edition. A CURA DI Marco “Marmorn” Caldarini Per iniziare, parliamo un po’ di Beamdog: chi siete e di che cosa vi occupate? Beamdog è sia un servizio di distribuzione digitale sia uno sviluppatore di giochi composto da vari ex sviluppatori di Bioware. Volevamo tornare alle origini e creare giochi che le persone volessero giocare, senza troppa politica o sbattimenti. Per raggiungere il nostro obiettivo abbiamo ideato un servizio tale che possiamo vendere i giochi direttamente ai fan senza troppi problemi. Il nostro ufficio è composto da 13 impiegati e 6 collaboratori che ci aiutano. Amiamo creare giochi, così abbiamo costruito lo scenario ideale, dove poterci concentrare solo su quello. Baldur’s Gate è uno dei GDR che ha avuto più successo; oltre a ciò, quali sono i motivi che vi hanno spinto a creare una versione aggiornata compatibile con i moderni sistemi? Abbiamo sempre ritenuto che Baldur’s Gate fosse un gran gioco che rischiava di sparire nei libri di storia. Molte persone conoscono questo gioco, ma non hanno avuto la possibilità di provarlo. Abbiamo voluto dar loro la possibilità di conoscere la grandezza del gioco e il divertimento di un GDR tattico basato sul party a un intero nuovo gruppo di fan,
e allo stesso tempo permettere a quelli di noi che hanno giocato il gioco la prima volta di rivivere questo classico, anche meglio di quanto ricordassimo. Sapevamo della presenza di bug, e di mod in grado di risolverli, ma volevamo creare una grande esperienza, senza dover ricorrere a mod per correggere i bug prima di potersi divertire con il gioco. Inoltre, sapevamo che avendo accesso al codice di gioco avremmo potuto fare un lavoro senz’altro migliore e ottenere un gioco che avrebbe potuto funzionare meglio sui moderni sistemi. Oltre a una nuova versione per Windows, avete in cantiere il rilascio di una versione Mac OSX. Perché questa scelta? Pensiamo che Mac sia una realtà emergente come piattaforma e non possieda molti giochi in grado di sostenere tale crescita; abbiamo deciso d’inserire alcune caratteristiche personalizzate come supporto per lo zoom e il controllo della telecamera col Magic Mouse. Abbiamo un paio d’iMac in ufficio e il nostro CTO usa un hackintosh (Mac OSX che gira su hardware nonApple, NdR), e siamo fan di questo ecosistema. Avete intenzione di supportare altri sistemi, come Linux? Sì, abbiamo negoziato i diritti
di Linux nel nostro accordo, e ora abbiamo bisogno solo del tempo libero per finire il tutto e distribuirlo ;-) Sono un fan di Linus da svariati anni e ho compiuto sforzi considerevoli nella prima decade del 2000 per convertire Neverwinter Nights per Linux. Amo l’idea di un sistema operativo libero, sviluppato dalla community e personalmente voglio supportare l’OS in qualsiasi modo mi sia possibile. Il mercato mobile è in crescita vertiginosa, ci sono piani concernenti il rilascio di Baldur’s Gate anche in questo settore? Abbiamo aggiunto i tablet iPad e Android, e abbiamo mappato i controlli tattici sui touch screen in maniera ottimale. I tablets sono piattaforme eccellenti per giocare a Baldur’s Gate e abbiamo ricevuto molti commenti dai fan su quanto fosse buona la versione per iPad. La versione per Android sta per arrivare e siamo ansiosi di ricevere i feedback dagli utenti Android. Adattare un gioco come BG ai moderni sistemi ha portato a qualche sorpresa? Se sì, quali? Le sorprese del codice di Baldur’s Gate sono state infinite. Di tutto, dalla dimensione fissa delle stringhe, a un modello multi-threading totalmente assurdo, che abbiamo dovuto riscrivere completamente. Le sfide sono senza fine, scopriamo nuove
CARRIERA VIDEOLUDICA 1995-2009 Co-fondatore:
software house Bioware con sede a Edmonton in Canada.
1995 -1997 Proprietario
Pyrotetek Games Studios e Finite Element Software
1996-1997 Proprietario:
Graphics3 e segue da vicino il progetto Freelance.
1996-1997 Capo dipartimento 3D:
Baldur’s Gate, MDK2 e lo sviluppo di nuovi contenuti per Shatter Steel
1997-2002 Direttore & Produttore:
Neverwinter Nights
2002-2003 Direttore & Produttore:
Neverwinter Nights: Shadows of Undrentide.
2002-2003 Direttore :
Neverwinter Nights: Hordes of the Underdark.
2003-2007 Sviluppo : motore Eclipse.
grafico
2007-2009 Produttore esecutivo: Bioware
2009 Presidente: Beamdog
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follie ogni volta che facciamo delle modifiche al codice di gioco. Ci sono nuovi DLC in sviluppo per Baldur’s Gate? Se sì, potete parlarcene? Sì, con l’attuale versione abbiamo introdotto tre nuovi personaggi, Dorn, Neera e Rasaad. Ognuno di essi aggiunge una nuova avventura e un’ampia scelta di nuove interazioni. Abbiamo intenzione di continuare ad aggiungere nuovi contenuti, tempo permettendo. Oltre a una versione in Inglese, c’è anche una localizzazione in Italiano. Perché questa scelta? Volevamo rendere disponibile il nostro lavoro in quante più lingue
fosse possibile. È nostro sentore che la community GDR italiana sarebbe stata entusiasta e avrebbe apprezzato tutte le nuove aggiunte a questo leggendario gioco. il nostro Andrea Colombo sta seguendo quest’aspetto e siamo entusiasti di come procede il completamento della versione italiana. Come e quanto la community di Baldur’s Gate e i fan dei GDR hanno dato il loro contributo a questo progetto? Dato che siamo uno studio di 13 persone, ci siamo appoggiati molto alla community di Baldur’s Gate per la localizzazione. Semplicemente non abbiamo la forza lavoro per portare avanti un tale lavoro senza di loro.
Quando pensiamo a tutti i fan che saranno entusiasti della versione italiana del gioco, dobbiamo davvero ringraziare le straordinarie persone che volontariamente hanno lavorato così duramente, permettendo che ciò fosse realizzato. Immagino che non vi fermerete al primo capitolo della saga di Baldur’s Gate, ci sarà un secondo capitolo? E un terzo? Abbiamo già iniziato a lavorare su Baldur’s Gate 2: Enchanted Edition. Siamo entusiasti di scoprire cos’altro possiamo aggiungere a un’avventura così epica. ;-) Dopo, chi lo sa?
Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, vi auguriamo il meglio per il vostro progetto su Baldur’s Gate.
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DEMON SLAYER sviluppatore: Koramgame distributore: Koramgame genere: MMORPG strategico data uscita: Open beta (Italiano)
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I SOMETRICO MA COMPLETO.
Ecco due aggettivi che possono descrivere l’MMORPG strategico della Koramgame, recentemente tradotto in lingua Italiana.
In lotta contro i demoni i vostri eroi affronteranno un percorso ricco di sfide, su una piattaforma browser. Non lasciatevi scoraggiare dalla grafica un po’ vetusta, questo MMORPG riuscirà ad affascinarvi e a rispolverare il ricordo dolceamaro degli strategici; non fatevi ingannare dalla parca definizione, in questo gioco c’è parecchia carne al fuoco, importata da altri generi. Di certo tutta questa varietà non la troverete nelle classi a disposizione, la santa trinità è all’osso in questo titolo: guerriero, arciere e mago; niente dps melee, niente fronzoli. La personalizzazione è una grande assente, probabilmente i coniglietti della Lindt riescono ad avere più differenze, però si può scegliere il genere di appartenenza: avremo quindi eroi ed eroine. L’armatura del personaggio è composta da 8 pezzi compresi gli accessori, ogni componente d’equip può avere dei socket gemmabili e quelli che ne sono privi possono essere modificati in tal senso attraverso lo shop o le benedizioni della gilda. Dal livello 35 si possono utilizzare i cristalli dello spirito, questi vengono impieBENEDIZIONI DELLA GILDA gati nell’incisione Tre volte al giorno i personaggi dell’anima, per che fanno parte di una gilda a u m e n t a r e fornita di altare, possono ricevel’efficacia delle re un regalo spendendo i punti contributo, accumulabili median- gemme in tutto te donazioni alla gilda stessa. l’equipaggiamento. Investendo dei soldi, a partire dal livello 20, si possono ricevere delle stelle nel pannello Astrologia, utilizzabili nella schermata del personaggio per avere dei benefici difensivi o offensivi. Le stelle hanno 5 qualità, dal verde al rosso, sono assemblabili fra loro e questa è una modifica irreversibile.
TANTA CARNE AL FUOCO, IMPORTATA DA ALTRI GENERI A CURA DI Santo Furfari
boss della zona. Le instance in gruppo si sbloccano con il progredire del personaggio, la prima è al livello 20 e al livello 25 si sbloccherà la seconda. Tra le zone istanziate in solo, vale la pena menzionare il Labirinto, affrontabile una volta al giorno: ogni 5 piani si affronta un boss e i giocatori che riescono ad addentrarsi maggiormente nel labirinto compaiono nella classifica del server. Dopo il primo completamento di un’instance, al costo di una certa quantità di energia, tempo e denaro (in genere 5 minuti, 20 energia e 5000 gold), si può applicare il sistema di distruzione: ossia il nostro eroe rifarà l’instance in automatico, anche più volte di seguito. Durante il processo non si possono compiere altre azioni, ma il sistema può diventare istantaneo se si utilizza la valuta dello shop. Il combattimento in Demon Slayer, non è in tempo reale, ma si può definire a turni, sia in PVE sia in PVP. Le abilità di combattimen-
Anche qui il sistema delle quest non ci abbandona, le campagne militari si svolgono sempre in luoghi istanziati, da soli o in gruppo, con la differenza sostanziale che in gruppo genera più esperienza ed equipaggiamenti; inoltre nel combattimento finale si ingaggia il
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to possono essere potenziate mediante il quick time event, una sorta di minigame combo, che se completato con successo riesce ad aumentare l’effetto della skill del 25%. Se si preferisce mettersi alla prova sfidando altri giocatori, Demon Slayer offre due meccanismi di combattimento, l’Arena e il Campo di Battaglia. Queste due modalità sono disponibili, almeno per ora, solo in determinate fasce orarie; nelle Arene si sfideranno due squadre da 3 giocatori, mentre nel Campo di Battaglia combattono sempre 2 squadre, ma da 15 giocatori. L’equipaggiamento PVP sarà disponibile con i token accumulabili nelle Arene e nel Campo di Battaglia, ma in quest’ultimo la ricompensa prevede anche dei punti onore, accumulando i quali si avanza nel Rank PVP. Questo pormette di acquistare ed equipaggiare dei boost PVP della durata di 7 giorni e indossabili come medaglie. Affianco al comparto PVP e PVE, esiste una componente gestionale, quale la città personale, che può essere depredata da altri giocatori. Nell’avanzare dei livelli si sbloccheranno delle strutture per la propria città personale, il mercato o casa d’aste, il tempio dove l’eroe recupera energia, il fabbro, le instance multiple, la sala del PVP e delle Arene; le strutture potranno essere aumentate di livello, investendo del denaro. Le strutture disponibili saranno molteplici: la sala del consiglio, la caserma (permettono di arruolare truppe più potenti), le abitazioni dei cittadini (più salgono di livello e più M3MAGAZINE.IT
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aumentano i cittadini arruolabili), il magazzino (consentono di accumulare più oro), la scuola di teologia (che elargisce dei benefit). La bottega del fabbro sblocca al livello 20 la fusione,
PIETRE DELLA FORTUNA Vengono impiegate nel processo d’enchant alla bottega del Fabbro, per migliorare l’equipaggiamento, le pietre della fortuna aumentano la possibilità di riuscita del miglioramento e possono essere fuse tra loro per creare gemme più efficaci.
che permette di migliorare le pietre della fortuna, le gemme e creare dei pezzi d’equipaggiamento. La fattoria è un’altra struttura della città che rende disponibile un terreno dove coltivare diversi tipi di semi, che possono dare oro, esperienza, spiriti di battaglia (impiegati nel livello delle truppe) e cristalli luminosi (utilizzabili per le ricerche tecnologiche). Tutto è condizionato dal livello della sala del consiglio: infatti nessuna struttura può superare il livello della sala; allo stesso modo il consiglio non potrà superare il livello del giocatore. Dato che per tutte le costruzioni bisogna impiegare una certa quantità di denaro, al di fuori della città ci si può appropriare delle miniere e ricavare dell’oro dal loro sfruttamento. Mentre all’interno delle mura si può aumentare la ricchezza prodotta, attraverso la fornace purificatrice. Accanto al sistema free, esiste quello VIP, che dà accesso a regali settimanali, le ricompense delle valute VIP e relativi privilegi, come costi di costruzione e cooldown sul potenziamento della città.
Questo gioco gode tutt’ora di moltissima attenzione, grazie alla localizzazione Italiana e non abbiamo dubbi che riuscirà a ritagliarsi la propria fetta di mercato grazie a questo elemento.
il piccolo, grande, ok, pi첫 o meno medio blog dedicato al vostro intrattenimento
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Schegge di Ultima A CURA DI Lorenzo “ Plinious” Plini
OVVERO DEL PERCHÉ UN GIOCO USCITO QUINDICI ANNI FA È ANCORA CONSIDERATO DA MOLTI IL RE INCONTRASTATO DEI SANDBOX
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alvolta succede che le idee migliori nascano come per uno scherzo del destino. La storia di Ultima è legata a doppio filo a quella di Richard Garriott, creatore della saga (compresa la trasposizione massiva di Ultima), il quale è recentemente tornato alla ribalta con l’annuncio di Shroud of the Avatar: Forsaken Vir tues, che ha riscosso un cer to entusiasmo misto a scetticismo tra fan e giocatori di vecchia data. Tuttavia, se il progetto su Kickstar ter ha incassato due milioni di dollari sulla fiducia, non è cer to per un colpo di for tuna: Garriott è un mostro sacro nel campo dei videogiochi di ruolo, e il suo ritorno non poteva che far parlare tanto. Dall’embrionale Akalabeth: World of Doom, creato quasi per gioco a diciannove anni nel lontano 1980 e affettuosamente definito Ultima 0, fino alla coronazione dei sogni vir tuali di molti giocatori rappresentata da Ultima Online, il passo è più breve di quanto si possa immaginare. Ultima costituisce tuttora la saga più longeva di GDR per computer, durata ben vent’anni; quella di “Lord British” (come viene iconicamente chiamato Garriott) è stata una cavalcata trionfale suggellata da capolavori come Ultima IV: Quest of the Avatar, con l’unica vera caduta di stile rappresentata da Ultima IX: Ascension, ultimo deludente episodio della serie, non a caso abbandonato dal suo padre spirituale prima dell’uscita a causa di divergenze inconciliabili con Electronic Ar ts. Questo excursus ci ripor ta a Ultima Online, uscito nel 1997 e da tanti considerato la “bibbia dei sandbox”,
in quanto esempio di tutto ciò che un MMORPG sandbox dovrebbe essere. Cer to è che l’impatto di Ultima Online sull’industria, in un periodo dominato per lo più dai singleplayer, è stato rivoluzionario, probabilmente ancor più vasto di quello di World of Warcraft: infatti, se il colosso di Blizzard Enter tainment nel 2004 ha avuto il merito (o la colpa, a seconda dei punti di vista) di introdurre un pubblico di gamer di massa ai giochi di ruolo online, quel genere Ultima Online lo ha di fatto inventato; basti sapere che il termine stesso “massively multiplayer online role playing game” è stato coniato proprio da Garriott. Molte parole sono già state spese in passato su Ultima Online. Permettetemi allora una divagazione dall’ambito strettamente tecnico: con quest’ar ticolo infatti voglio parlare di tematiche più concettuali, più “filosofiche”, a volerla dire grossa. La mia intenzione è di provare a riflettere su un’ipotesi alternativa e, spero, suggestiva da leggere.
Parole, pensieri, opere e omissioni Io la butto lì: e se Ultima Online avesse avuto successo non (solo) per via del gameplay libero e delle brillanti meccaniche, ma (anche) per una caratteristica a cui di solito si tende a dare poca importanza, cioè la natura stessa degli shard? Gli shard (in inglese “frammento”) costituiscono i mondi di gioco di Ultima Online, il corrispettivo di quelli che oggi vengono chiamati server. Col passare del tempo, a fianco dei server di Origin, si sono venuti a creare moltissimi shard privati, gestiti e suppor tati dagli stessi giocatori. La peculiarità di questi ultimi è che ognuno ha regole e proprietà differenti, che possono variare anche parecchio da quelle dei server ufficiali. Ebbene, a mio avviso, a fare la for tuna di Ultima Online sono stati proprio i tanti shard unofficial, capaci di donare un sapore sempre originale al gioco attraverso gli anni. D’altro canto, già nel filmato d’introduzione di Ultima Online si vede come la Gemma dell’Immor talità vada in frantumi, spezzandosi in migliaia di frammenti: ogni frammento è uno dei Continua
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tanti mondi che compongono il multiverso di Ultima. Ultima Online nasce con questa consapevolezza, che ogni shard costituisce solo una piccola par te del mosaico. Una filosofia concettualmente opposta a quella, per esempio, di EVE Online, MMORPG sandbox sci-fi caratterizzato da un unico mega-server in cui si svolgono le azioni di tutti i giocatori. Volendo fare un collegamento con la letteratura, la visione di Ultima ricorda “Le città invisibili” di Italo Calvino. In questo grande classico, Calvino espone le storie che Marco Polo racconta alla cor te di Kublai Khan: l’esploratore descrive al sovrano le città che ha incontrato durante i suoi viaggi attraverso l’impero; in realtà queste città sono frutto dell’immaginazione di Marco Polo, che arricchisce le storie di dettagli fantastici, ricreando nella sua mente città per altri invisibili. Queste città dunque vivono come una serie di mondi paralleli, che non verranno mai a contatto tra loro. Una questione d’immaginazione, insomma. A ben pensarci, sono proprio la fantasia e l’immedesimazione che negli ultimi anni sono andate progressivamente scemando nei “giocatori di ruolo”: mi riferisco a quella “magia”, che oggi negli MMORPG viene troppo spesso sostituita da abbondanti dosi di farming e dalla quale, a volte, bisognerebbe riprendere un po’ della capacità di meravigliarsi di fronte a un immacolato mondo vir tuale. È evidente come Ultima Online sia entrato nel cuore di molte generazioni di giocatori; anzi, a suo tempo, per qualcuno è stato forse quanto di più vicino a una religione. Senza timor di esagerare, si può infatti azzardare che la serie Ultima contenga uno dei più curati testi di M3MAGAZINE.IT
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tematica religiosa tra i videogiochi in circolazione. In questa dialettica continua tra sacro e profano, la complessa spiritualità di Ultima rappresenta un vero e proprio meta-gioco, un mondo nel mondo. Ad esempio, la dimensione etica giocava un ruolo fondamentale in Ultima IV; ne è la prova il Codice etico di Britannia, contenente le otto vir tù che l’Avatar deve possedere in relazione ai tre principi di Verità, Coraggio e Amore (Onestà, Compassione, Valore, Giustiz ia, Sac r if ic io, O n ore , Spiritualità e Umiltà). In effetti la saga di Ultima ha sempre stimolato questa dimensione “metaludica” del prodotto, qualcosa che andasse al di là della mera fruizione del gioco per poter essere provato anche nella vita reale, magari tramite quelle splendide scatole fisiche che tra mappe, car te da gioco, ciondoli e collane facevano la gioia di qualsiasi appassionato. Edizioni da collezione che, viste in tempo di DLC e digital download, sembrano cimeli di un’altra epoca e ispirano quasi tenerezza (oltre che euro sonanti, visti i prezzi a cui si trovano su eBay). Non è un mistero che, nonostante non si chiami Ultima (il marchio è ancora in mano ad Electronic Ar ts), il nuovo Shroud of the Avatar cerchi di essere un ritorno alle origini, puntando contemporaneamente su un for te singleplayer storydriven e su un multiplayer che strizza l’occhio a Ultima Online, pur non essendo un MMORPG. E probabilmente non è un caso che tanti vedano il ritorno di Garriott come di un messia, venuto per annunciare la buona novella.
ARCHEBLADE sviluppatore: Codebrush distributore: Steam genere: Multiplayer Fighting Game Data di uscita: TBA Status: Open Beta
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Multiplayer Online Battle Arena, meglio noti come MOBA, sono una realtà che negli ultimi anni ha portato una ventata di aria nuova nel panorama videoludico online, insieme a un sempre maggior numero di giocatori che si appassionano a questo genere. Se all’inizio erano pochi i titoli appartenenti a questa tipologia di game, le cose ora invece stanno cambiando e nuovi titoli si stanno facendo largo; tra questi, troviamo ArcheBlade sviluppato da Codebrush.
Andiamo a conoscere ArcheBlade
La prima differenza, che non può di certo sfuggire a coloro che già hanno giocato ad un MOBA, è la grafica 3D; la seconda, è che gli scontri sono solo tra giocatori, niente minion che possano aiutare durante le fasi di attacco o difesa. Procediamo con ordine, la prima cosa che dovrete fare, come sempre, è scegliere il vostro personaggio tra un roster per ora non molto amplio, ma che di sicuro vedrà nuovi personaggi con il passare del tempo (nel momento in cui sto scrivendo quest’anteprima, ne sono già stati annunciati due). I vari personaggi si distinguono in conformità a quattro statistiche: attacco, difesa, velocità di movimento, difficoltà. Se le prime tre caratteristiche sono abbastanza intuitive, la quarta può essere spiegata come quanto è facile da padroneggiare un certo personaggio rispetto ad un altro; di norma la difficoltà tende ad aumentare insieme all’attacco, mentre la difesa diminuisce e viceversa. I personaggi sono quasi tutti melee, salvo un paio; appare strano la scarsa presenza di caster e classi ranged, anche se è pur vero che questa mancanza potrebbe essere risolta grazie all’ampliamento del roster. Il sistema di controllo è quello classico: tastiera + mouse come negli FPS, ma è proprio a questo punto che entra in gioco la componente action di ArcheBlade perché ogni personaggio può eseguire una serie di combo per eliminare l’avversario premendo nella giusta sequenza il tasto sinistro e destro del mouse. Questo sistema permette di avere attacchi in grado di bloccare l’avversario o di infliggergli molti danni piuttosto che eseguire una skill d’attacco mentre si è a mezz’aria; in particolare quest’ultima mossa diventa un contrattacco perfetto. Dalla tastiera oltre a muovere
CODEBRUSH SUONA LA CARICA PER LE INDIE A CURA DI Marco “Marmorn” Caldarini
il nostro eroe tramite i tasti WASD, possiamo bloccare gli attacchi premendo E mentre con il tasto Shift accederemo ad una serie di mosse evasive che consumano stamina. Ogni personaggio possiede due abilità chiamate “Rage Skill”, attivabili premendo i tasti F e Q, che si attiveranno dopo avere inflitto un certo numero di danni. Codebrush ha pensato di inserire un’opzione training, per far pratica con i vari personaggi e trovare quello che meglio si adatta al nostro stile di gioco e scoprire la giusta sequenza di attacchi per sconfiggere i nostri avversari.
Modalità di gioco
L’interfaccia di gioco è molto semplice e chiara: nella parte bassa abbiamo due barre divise in due sezioni di colore diverso, quella di sinistra rappresenta i punti vita e lo status dell’armatura, mentre quella di destra la stamina e la barra che rappresenta i punti necessari per usare le Rage Skill; nella parte alta invece un counter che varierà in base alla tipologia di evento che affronteremo, sul lato sinistro troviamo
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una comoda mappa per saper sempre dove si trova l’azione. Le modalità di gioco previste sono quattro: il classico deathmatch, dove vince chi fa più uccisioni, che può essere un tutti contro tutti oppure team vs team; il 4vs4, un team deathmatch diviso in più round che si conclude quando i membri di un team sono tutti uccisi permettendo al team avversario di guadagnare un punto, vince il team che per primo arriva a quattro punti; poi abbiamo l’”hold and capture” che, come suggerisce il termine, prevede di conquistare e mantenere il possesso di alcune strutture che permettono di incrementare il proprio punteggio e vincere il match: più strutture si controllano e più rapidamente sale il punteggio della squadra. Quest’ultima modalità è quella che sembra avere più successo tra i giocatori, a giudicare dal numero di room create, perché è quella con una maggior componente tattica. Il gameplay è quasi febbrile tanto da ricordare di più Quake Arena che un MOBA, questo non rende il gioco meno bello, ma al contrario lo rende
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più interessante; un aspetto che sorprende su tutti è che dopo la prima partita, a dispetto del risultato, non riuscirete a fare a meno di giocarne una seconda.
Conclusioni ArcheBlade è da poco passato
alla fase di open beta: il gioco si presenta fluido e senza bug, il bilanciamento dei vari personaggi sembra essere ottimale; il client è già disponibile tramite Steam. ArcheBlade è un free to play, anche se è presente uno start pack che oltre a sbloccare una serie di skin, sblocca anche parte del roster. È presente uno shop dove, oltre a poter comprare nuovi personaggi, avremo la possibilità di acquistare skin; per ora non sono presenti item in grado di migliorare le prestazioni in gioco. ArcheBlade è un prodotto valido e divertente, ideato da una delle tante softco indie che vogliono dimostrare che non sono i grossi fondi a fare un gioco, un successo.
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A CURA DI
Marco “Marmorn” Caldarini
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ccoci con un nuovo appuntamento dedicato a quanto sta succedendo in Asia e dintorni, iniziamo subito dando un’occhiata alla top 10 degli MMO più giocati in Sud Corea. A distanza di un mese troviamo solo conferme a quanto già commentato lo scorso mese: mi riferisco in particolare ad ArcheAge che ha perso altre due posizioni in favore di due titoli entrambi di casa NCsoft, Aion e Blade & Soul, alla faccia di chi continua a sostenere che NCsoft rovina i giochi. Non si può negare che abbia fatto qualche errore, ma di certo i risultati che sta ottenendo dimostrano che ha ancora molto da dire in fatto di videogiochi. Una piacevole sorpresa è la presenza stabile in diciottesima posizione di Hounds, di cui vi avevamo parlato nello scorso numero e che sta mantenendo quanto aveva promesso dimostrandosi un Role Playing Shooter in grado di puntare alle vette alte della classifica. Ci sono comunque due aspetti che forse hanno ridotto l’impatto di Hounds sul pubblico: il primo che permetteva la creazione dei soli personaggi maschili, prontamente risolto con l’introduzione di PG femminili, il secondo, più particolare, che riguarda il gameplay prettamente co-op PVE nelle fasi iniziali del gioco per poi dare spazio anche al PVP, a dispetto di altri FPS presenti sul mercato coreano che puntano solo sul PVP. A mantenere salda la testa della classifica è ancora League of Legends, il MOBA per eccellenza, almeno per i milioni di giocatori che ogni giorno si danno battaglia nelle arene virtuali, e lo sarà ancora per molto tempo. È innegabile che il successo di LoL oltre ad aver generato guadagni da capogiro con i vari tornei, abbia attirato l’attenzione di altre softco che in più occasioni hanno cercato di cogliere l’essenza vincente della “Lega dei Campioni” e di riproporla. Ultima in ordine di tempo è Codebrush che ispirandosi ai MOBA, ha aggiunto l’ingrediente action; è da rilevare come nell’ultimo anno sempre più softco abbiano basato i loro MMO su questo elemento che eliminando il concetto di target lock e aggiun-
MMO gendo quello di parate e schivate, contribuisce a creare un gameplay molto dinamico. Non rimane che chiedersi se ArcheBlade, il titolo di quest’action-MOBA, riuscirà a guadagnarsi il suo posto in paradiso; inoltre è già in open beta e potrete scaricarlo tramite Steam (per fugare i vostri dubbi non perdetevi la mia anteprima presente in questo numero). La decisione di utilizzare Steam come distributore per l’occidente può risultare curiosa, ma anche altri titoli orientali prima di lui, come ad esempio GunZ 2, hanno fatto richiesta al colosso della distribuzione digitale. C’è da chiedersi se nel futuro sempre più titoli orientali free to play e di softco indie non decideranno di usufruire di questa piattaforma per la distribuzione dei loro titoli; non bisogna comunque dimenticare che per usare Steam è necessario superare una raccolta di adesioni di utenti intenzionati a vedere distribuito un certo MMO tramite Steam. Ad attirare la mia attenzione è la presenza di Starcaft 2: Heart of Swarm in decima posizione, questo dimostra come il marchio Blizzard, anche dopo i problemi avuti con Diablo 3, in particolare in oriente, abbia ancora una folta schiera di sostenitori. Concludo parlandovi dei titoli che mi hanno maggiormente colpito in questo mese. Oltre al sopracitato ArcheBlade, hanno destato la mia curiosità Viper Circle e Saint Seiya Online. Il primo è un FPS, e dai primi video apparsi in rete sembra un prodotto ben realizzato, anche se non molto innovativo; il secondo, credo non abbia bisogno di presentazioni, perché parliamo dell’MMO de “I Cavalieri dello Zodiaco”, il noto anime di Masami Kurumada. Per ora Saint Seiya Online è previsto solo per il mercato cinese, ma dubito che Perfect World limiterà questo MMO alla sola Cina visto il grosso bacino di utenza che conosce l’anime. Per questo mese è tutto ci sarebbe molto altro di cui parlare, ma come sempre lo spazio è tiranno e non posso fare altro che lasciarvi la mia mail marco.caldarini@m3magazine.it alla quale mandare complimenti, insulti, domande e appuntamenti se mi volete incontrare.
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lzi la mano chi non si è sentito dire, almeno una volta: “Smettila di giocare, sei sempre davanti a quei giochini.. è ora che impieghi meglio il tuo tempo”.
Parlare oggi di videogiochi in Italia è purtroppo ancora associato ad una ritardata maturazione degna della peggiore sindrome di Peter Pan. Se fossimo ancora negli anni ottanta questo tipo di atteggiamento potrebbe anche essere “sensato” perché proprio durante gli anni della caduta del muro di Berlino, dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II, del disarmamento degli euromissili nucleari di USA e URSS, della Thacher primo ministro inglese; l’industria videoludica iniziava a muovere i primi passi, presentandosi ad una società molto guardinga e poco attratta da questa nuova forma di intrattenimento. La creazione di videogiochi all’inizio era davvero un affare minuscolo e decisamente solitario. Il mercato era da costruire, senza il supporto di internet, gli appassionati erano davvero pochi (specialmente in Italia), i libri e le riviste erano molto imprecise e superficiali, i giochi molto costosi e difficili da trovare, il tutto condito da una schiera di sedicenti esperti che professavano la prematura morte del settore associandolo ad una semplice moda passeggiera.
struttura precisa e con una modesta compensazione, da parte del programmatore, delle figure mancanti. Se il programmatore non era dotato di capacità artistiche il gioco o non aveva grafica, come ad esempio Pong, sviluppato e pubblicato da Atari negli anni settanta. Se il programmatore non sapeva comporre musica, il gioco non aveva il tanto decantato “comparto sonoro”. Insomma il programmatore era tutto: artista, musicista, designer e scrittore…ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Facendo un balzo in avanti di 30 anni, arrivando quindi fino ai nostri giorni, ritroviamo un’industria video ludica completamente trasformata. L’evoluzione l’ha portata a diventare un vero e proprio colosso e i videogiochi durante questa evoluzione hanno iniziato ad assumere una consapevolezza diversa svestendo i panni dei semplici giochi elettronici e indossando quelli del kolossal che nulla ha da invidiare alle grande produzioni cinematografiche. Oggi un videogame è una vera e propria opera multimediale che richiede anni di intenso lavoro da parte di un nutrito team che, molto spesso, supera le cento unità, per essere completata. I videogiochi dei nostri tempi sono il fiore all’occhiello di tutto il mercato dell’Entertainment grazie a fatturati che superando quelli della musica, dei giocattoli, dell’home entertainment e perfino del cinema I videogiochi di “allora” si realizzavano senza una padrone incontrastato di tutto il panorama (stando
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anche: artisti concettuali, grafici bidimensionali e grafici 3D, game designer, musicisti, scrittori e molte altre figure. Ogni componente di questo gruppo di professionisti lavora solitamente in compartimenti stagni e viene seguito in modo scrupoloso dal Lead Producer e dal suo staff, che hanno l’incarico di fare lavorare in armonia i diversi team mettendo “ogni pezzo al proprio posto” e dettando i tempi di marcia di tutti. Una volta finito il lavoro del team di sviluppo, e quindi creato il videogioco, il publisher passa alla seconda fase, ovvero la creazione di una strategia sia commerciale sia di comunicazione atta ad immettere sul mercato il nuovo MMO nel migliore modo possibile. In questa fase entra in gioco un altro gruppo di profesA CURA DI sionisti che si occupa del Marketing del prodotto. Il team è formato dal direttore Bruno “Galazon” Manzoni marketing, dai product e brand manager, dai community manager e dagli addetti stampa. Solitamente gli addetti stampa sono agenzie esterne che conoscono le diverse realtà dei paesi in cui il gioco verrà pubblicato. La decisione di affidarsi a questo tipo di agenzie da parte del publisher risulta chiara perché oggi un MMO tripla A può raggiungere anche i 100 milioni di dollari per la realizzazione, quindi il gioco non può permettersi il lusso di limitarsi al solo mercato d’origine, ma deve aggredire il mercato con tutte le differenze che lo caratterizzano. Il lavoro degli addetti stampa è rivolto ad un altro gruppo di figure professionali: i giornalisti di settore, ovvero i giornalisti che lavorano per testate, o siti, che parlano di videogiochi in grado con il loro lavoro di offrire una vera e propria capillarizzazione del prodotto nel paese dove operano. A chiudere questa lunghissima catena troviamo la distribuzione, fisica o digitale del videogioco, ovvero la vendita al pubblico del prodotto finalmente finito e ampiamente pubblicizzato.
SE IL PROGRAMMATORE NON ERA DOTATO DI CAPACITÀ ARTISTICHE IL GIOCO NON AVEVA GRAFICA
al rapporto sullo stato dell’Editoria Audiovisiva in Italia, di Univideo). Per rendere più chiaro questo ecco un esempio della catena che porta il videogioco dalla semplice idea alla realizzazione. Un publisher (produttore di videogiochi) decide di realizzare un nuovo MMO da lanciare sul mercato quindi contatta un team di sviluppo, cioè una società esterna specializzata nella creazione dei videogiochi, online nel caso del nostro esempio. Il team di sviluppo a sua volta è formato da un insieme di figure che non comprendono solo i programmatori ma
Come risulta evidente un singolo MMO riesce a dare lavoro a moltissime persone, i numeri che l’industria video ludica fa registrare, assolutamente in controtendenza con l’attuale crisi che sta lentamente strozzando la società moderna, dimostrano che i giochini elettronici non sono in realtà un fenomeno che va snobbato; l’insistenza dimostrata dai nostri connazionali nel volere catalogare i videogames in una forma d’intrattenimento di serie b, rivolta al solo target adolescenziale rasenta il bigottismo, se non la stupidità perché in un momento dove il lavoro è praticamente una chimera, chiudere le porte o non assecondare, nel nostro caso, un mercato crescente in grado di generare posti di lavoro e profitti importanti non può essere che definito “folle”. 87
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uante volte è capitato di dire: “solo un incompetente potrebbe aver pensato questo”, magari dovendo litigare contro un’interfaccia grafica mal concepita, una meccanica particolarmente macchinosa oppure semplicemente un passaggio completamente slegato dal resto del gioco. Spesso si tende a considerare questi sbotti di frustrazione come poco veritieri, dettati più da nostre limitazioni che del gioco in questione; purtroppo spesso non è così: molte, se non tutte le scelte di design di un gioco che ci paiono assurde e ben poco ponderate, lo sono effettivamente! Questa situazione apparentemente paradossale nasce da un meccanismo molto semplice: la maggior parte di chi crea videogiochi, buona parte di chi scrive di videogiochi, e la massima parte di chi fa da consulente alla software house e ai publisher non è un videogiocatore. O se lo era, ha lasciato da molto tempo la passione e ormai lo fa solo ‘di lavoro’, perdendo quindi quel contatto con il medium e quella sensibilità necessari per evitare tanti piccoli errori sintomatici e parecchio fastidiosi nella fruizione del videogioco. Gli incompetenti si possono divi-
dere in 3 grandi categorie, in base a come interagiscono con il medium stesso. Sviluppatori incompetenti, Critici incompetenti e Analisti incompetenti. La prima categoria comprende non soltanto i programmatori che scrivono materialmente il codice, o i designer che lo progettano e lo modellano come creta grezza, ma anche chi, mettendoci i soldi, abbia una qualsiasi voce in capitolo nel processo di creazione di un videogioco. A
una prima occhiata potrebbero sembrare il tipo più pericoloso, in quanto a loro è demandata in prima istanza la creazione di un buon prodotto: qualsiasi problema si trovi, in ultima istanza è imputabile a mancanze di chi il gioco l’ha creato. Non bisogna però sottovalutare che spesso alcune storture nascono dall’interazione tra i developer/ publisher e le altre categorie. La seconda categoria è formata spesso da persone che si
sono trovate quasi per caso a fare il mestiere che svolgono, spesso senza nessuna capacità o formazione in merito: gente che, come ho detto, ha perduto la passione e l’interesse per seguire il mondo dei videogiochi (o un suo aspetto settoriale, come potrebbero essere gli MMO) e si ritrova a dire le solite cose ritrite per mancanza di un qualsiasi visione di insieme del panorama del videogioco. Il danno che questi possono apportare è facile da sottovalutare; se è pur vero che ogni persona pensa con la propria testa, è altrettanto vero che i cosiddetti ‘esperti’ sono presi in elevata considerazione: dopo tutto loro conosco maggiormente l’argomento, hanno maggiore esperienza, e in ultima analisi ‘pensano’ meglio. Questo, specialmente con persone che si affacciano per la prima volta al videogioco o sono di giovane età, può avere effetti totalmente distruttivi sulla percezione della effettiva qualità di un titolo, soprattutto se in presenza di una campagna di marketing aggressiva e diffusa. L’ultima categoria potrebbe essere confusa con la seconda, ma in realtà sono due gruppi distinti: mentre il critico si rivolge generalmente a chi utilizza il prodotto, l’analista si rivolge a chi il prodotto lo crea, per assemblare la ricetta perfetta per il gioco che vende; qui il problema maggiore è che analisti incompetenti forniscono consigli sbagliati ai publisher, che così bocciano e promuovono progetti in base a valutazioni completamente sballate facendo uscire prodotti assolutamente fallimentari, magari rubando così spazio e risorse preziose a titoli di ben altro valore. A questo discorso se ne può aggiungere poi un altro, ben più insidioso: il tempo che scorre, ed erode le capacità di una persona. Non si riesce sempre a creare il
capolavoro, ma il decadimento qualitativo dei prodotti usciti dal pensiero di uno stesso creativo può risultare sconcertante. Farò due esempi abbastanza chiari: Richard Garriott che è passato da Ultima Online a Tabula Rasa, e la Mythic che dopo aver sfornato Dark Age of Camelot se ne è uscita con Warhammer: Reckoning... Sembra difficile capacitarsi di come sia stato possibile, però è innegabile che sia successo. Fenomeno per altro non certo esclusivo del mondo degli MMO: come non angosciarsi rispetto all’involuzione di Peter Molineaux (dopo aver creato Syndicate, ha tirato fuori Fable), Willy Wright (da Sim City a Spore) o John Carmack (da Quake a Rage), l’incompetenza non è sempre congenita, può apparire successivamente, soverchiare l’estro creativo, o la passione che prima potevano sostenere un lavoro di qualità e quindi produrre tutti i suoi nefasti effetti. Quando una persona perde interesse e/o voglia, dovrebbe capire che è il momento di lasciare la barra di comando, che sia la tastiera dello sviluppatore o la penna del recensore per lasciare spazio a gente più motivata e capace, a cui si può dare appoggio e consiglio, ma evitando che la propria azione possa produrre danni. In fondo alla questione però c’è un motivo che permette agli incapaci di fare veramente disastri nel mondo dei videogiochi, ed è la relativa giovane età del settore: il videogioco come lo intendiamo adesso ha poco più di 30 anni, un tempo piuttosto limitato per poter creare quella base di critica e pensiero condiviso per cementare dei princìpi a difesa di operazioni scriteriate, portate avanti da incompetenti che possono solo danneggiare il medium.
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QUARTO SPETTACOLO
WALKING DEAD WITH THE
A CURA DI Giacomo Pizzillo
“Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri ne usciranno”.
C THE WALKING DEAD USCITA: 2010 (in produzione) GENERE: Drammatico, Horror FORMATO: serie TV IDEATORE: Frank Darabont
ome può essere sottile il confine tra anatema e speranza.
Questa parole non sono tratte da una nuova, catastrofica, profezia, ma dalla Bibbia: Apocalisse di Giovanni, ultimo Libro del Nuovo Testamento, 5:28. Così, quello che poteva sembrare una minaccia, diventa la cristiana promessa della resurrezione dei corpi. Non è un caso. Come lo stesso termine apocalisse, che ha assunto, ormai, un colorito di distruzione totale, di fine inesorabile di un qualcosa che molto spesso coinvolge noi stessi come genere umano che ci destreggiamo tra iatture Maya e scocciature domenicali di Geova; quando invece il suo significato è rivelazione. Nel Sacro Testo era la “rivelazione del volere di Dio”, per noi può essere intesa come la “rivelazione
della nostra (giusta) nemesi”; perché ne siamo in perenne attesa, con i nostri codoni di paglia che illuminerebbero a giorno la più buia notte! Periodicamente il cinema materializza la nostra paura, la nostra consapevolezza che un giorno arriverà il salatissimo conto: meteoriti, comete ed enormi asteroidi diretti contro la nostra Terra (Deep Impact, Armageddon), invasioni aliene (La Guerra dei Mondi, Indipendence Day), prese di coscienza robotiche (Terminator, Matrix), terremoti e maremoti (Magnitudo 10.5, Terremoto), il ribellarsi della natura (E venne il giorno) o del nostro stesso, logoro, pianeta (2012, The day after tomorrow); tante le visioni della nostra, forse meritata, semi-estinzione, ma sempre arriva la benevolenza finale, il lieto fine a riaccendere le luci del cammino della nostra speranza.
S. William HinzmanIl, il primo zombie della storia del cinema! Appare nel cimitero in cui i due ignari fratelli Barbara e Johnny si trovano all’inizio de “La notte dei morti viventi”. Tutto ha inizio qui. Ispiratosi al romanzo “Io sono leggenda”, George A. Romero ci porta in un mondo in cui tutto crolla, dalla sicurezza del riposo eterno, alla bontà (ma quando mai l’ha avuta?!) dell’uomo. Da qui in avanti nulla sarà più come prima. 91
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Finché nel 1968, un allora ventottenne George A. Romero creò una via alternativa, buia, senza nessuna speme, senza nessun lieto fine, piena di terrore e orrore, per quello che potremmo diventare, per quello che in fondo siamo.
O ROMERO, PERCHE’ SEI TU ROMERO?! Non
di certo gli chiederemo di rinnegare il suo nome, ormai entrato nell’Olimpo dei grandi del cinema e non solo di questo genere cinematografico. Impossibile che non lo conosciate, figli di quelle console su cui le sue creature vagavano e perivano sotto i vostri colpi d’arma da fuoco: è lui, il padre dei morti viventi, o più volgarmente chiamati zombie, o undead (grandissimi dancers in WOW!). Prima della sua illuminazione gli zombie erano ben diversi da quelli che siamo abituati a vedere oggi: erano individui catatonici, fintamente riportati in vita dai bokor, una sorta di stregoni della religione Voodoo haitiana, a cui poi obbedivano diventandone schiavi a vita. Tra leggenda e verità, c’è pure chi nei primi anni ‘80 è andato fin là a indagare: l’antropologo canadese Wade Davis, autore poi del libro “Il serpente e l’arcobaleno” (diventato un film di Wes Craven), in cui raccontava la storia di
Gli zombie nel/del centro commerciale. Fulcro del secondo capitolo della saga dei morti viventi romeriani, eletto da molti “il più bel film del genere”, lo shopping center di Dawn of the dead (da noi semplicemente Zombi) diventa una feroce critica del consumismo imperante, con i morti che tornano tra i negozi ora deserti in chissà quale reminescenza, e i vivi che, in un momento così tragico, perdono tempo tra orologi costosi, pellicce, vestiti griffati, eccetera, eccetera, eccetera.
LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI... A TUTTO C’È UN LIMITE Clairvius Narcisse, il primo zombie in carne (viva) e ossa.
Ora scoprirò l’acqua calda: la nuova moda degli zombie al cinema e in libreria è diretta figlia del grande e meritatissimo successo di questa serie TV. (Grazie per l’applauso) Un capolavoro partito in sordina (la season one contava solo 6 episodi) e ora è diventato un vero e proprio cult, con la terza stagione terminata poco meno di un mese fa, e con già tutti i fans (io io io) che con ansia aspettano l’inizio della nuova (giungi ottobre, giungi a me). NB) per consolarvi/ci nell’attesa, ecco del succoso materiale sulla nostra serie preferita, tra web series ufficiali, making of e backstage di tutti gli episodi di questa sfavillante stagione appena conclusa: #thewalkingdead.
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Ok, ma questa è un’altra storia. Lì c’erano droghe altamente tossiche ricavate da rospi e pesci palla, superstizione e cieco bigottismo, Romero invece attinse solo dalle umane paure dell’epoca, era il 1968 (eppure così simili a quelle di oggi): le difficili condizioni politiche, la guerra del Vietnam in quegli anni (c’è l’imbarazzo della scelta ora), la minaccia nucleare, la malvagità intrinseca dell’essere umano, la sua stupidità; nell’unico (temo) atto di lungimiranza, creò la creatura ciondolante e affamata che ancora oggi “rivive” sui nostri schermi.
SPAZIO A CURA DI
TV
IN THE FLESH Miniserie TV fresca fresca (il 31 marzo la BBC ha trasmesso l’ultima puntata) di intelligente fattura, e che esplora un aspetto ancora ben poco considerato nel genere horror/zombie: il reinserimento nella vita sociale dei morti viventi curati con farmaci e sedute psichiatriche. E come sempre gli zombie diventano il mezzo per una dura critica. Una serie da non perdere assolutamente!
WEB
DEAD SET Non propriamente una web series, essendo nata come serie TV, ma ormai liberamente reperibile sul web, e quindi una sorta di via di mezzo L’idea di base è davvero interessante: cosa succederebbe agli inquilini del Grande Fratello UK su fuori dalla (sicura?) casa il mondo fosse invaso dagli zombie? Potete vedere tutte le puntate QUI.
WARM BODIES CINEMA
Mi tirerò addosso gli insulti di tutti voi, lo so (e qui mi viene in mente Rhett Butler. . .), ma a parte la sopracitata idea lungimirante, non ho trovato straordinario “La notte dei morti viventi” di cui proprio quest’anno corre il 45° anniversario. Anzi, mi sono dovuto trattenere a forza dal premere il tasto stop durante la visione (still hai voglia se l’ho premuto!). Un lungo insieme di stacchi: non una carrellata, non un movimento della macchina da presa un minimo prolungato, non un piano sequenza; recitazione che manco Nino D’Angelo o la Bellucci, e una certa, ma questa fa parte del genere, capacità dei personaggi di fare sempre la cosa sbagliata e più stupida. Sarò troppo critico, probabilmente, troppo abituato ai film moderni e poi quello era un dichiarato B-Movie a basso costo, con attori presi tra amici, cittadini della stessa Evans City in cui venne girato e altri membri della truppe, ma a tutto c’è un limite (poi potete giudicare voi stessi riguardandovi il film, legalmente, QUI). La genialità di questo ora settantenne autore sta nell’aver rivoltato le coscienze, di aver ucciso il rassicurante lieto fine, di aver fatto vedere ciò che all’epoca, parliamo del 1968, nemmeno si aveva il coraggio di immaginare: cannibalismo, figlie che uccidono le madri, un nero intelligente, un bianco timoroso e vendicativo, donne succubi delle loro paure, la polizia stupida e violenta. Di questo gliene va dato, assolutamente, atto. Per il resto. . .beh, il fatto che abbia girato solo film sugli zombie, tentando di cambiare “genere” e tornado sempre all’ovile tombale per scarso successo, un po’ la dice lunga!
Saturato fino a sopra la testa di horror di serie B e di demenzialità tipo “L’alba dei morti dementi”, alla fine solo questo (mi) si è salvato! Molto meno peggio di quello che si possa pensare, è una commedia (leggera, volendo, ma a più strati) di uno zombie in cerca di sé stesso, e di come l’amore possa riaccendere un cuore (ormai da tempo) spento, e non metaforicamente, dando inizio alla più bella epidemia della storia del cinema di questo genere. 93
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PAC-MAN+TOURNAMENTS A CURA DI Bruno “Galazon” Manzoni
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iete dei nostalgici? Rimpiangete la prima epoca di videogiochi tutta azione e zero grafica? Bene Namco Bandai ha pensato a voi resuscitando niente meno che PAC-MAN! Il piccolo uomo a forma di cerchio giallo è tornato a mangiare strane biglie inseguito dai tanto odiati fantasmini, ma questo volta con un nome più complesso: PAC-MAN+Tournaments.
o sul proprio cellulare non rimarranno certo delusi. Il titolo è disponibile in due modalità: PAC-MAN e Torneo. La prima modalità è semplicemente un porting del gioco arcade originale ed è completamente gratuita, a meno che non si desideri continuare dopo un game over.
La modalità Torneo è invece quello che contraddistingue PAC-MAN + Tournaments dai propri predecessori. Ogni settimana NAMCO Questo capitolo del celeberrimo PAC-MAN è BANDAI rilascerà una serie di nuovi stage, il primo free-to-play della serie. Tutti i gioca- permettendo ai giocatori di scontrarsi con tori desiderosi di rivivere l’esperienza video l’obbiettivo di ottenere il punteggio più alto. ludica regalata dal coin-op sul proprio tablet Questo modalità consente un solo ingresso
gratuito al giorno, ma sarà possibile riprovare comprando degli appositi coin (ad un prezzo ragionevole, circa una decina di centesimi l’uno). Gli sviluppatori hanno davvero fatto un ottimo lavoro con il porting per il touch-screen, infatti i comandi sono rapidi e precisi. Per muovere PAC-MAN è sufficiente passare il dito nella direzione desiderata, basteranno solo un paio di partite per prendere confidenza con il sistema di controllo. Il ritorno di PAC-MAN è sicuramente un motivo valido per provare questo gioco, ma la nuova versione Tournament lo rende davvero un grande pacchetto per tutti gli appassionati dell’arcade classico in cerca di nuove e stimolanti sfide.
GEFORCE TITAN La lotta per il dominio del mercato delle schede video è viva più che mai grazie ai continui sforzi dei due leader di mercato, Nvidia e Radeon, che rilasciano nuovi prodotti ad un ritmo incessante. L’ultimo acuto, ma solo per il momento, è di Nvidia che, con una mossa un po’ a sorpresa abbandona la classica denominazione numerica per battezzare la nuova scheda video con un nome decisamente più evocativo: Titan.
TITAN DA SERVER A CONSUMER
Il semplice nome è già un chiaro segnale delle ambizioni di questo prodotto, che assolve pienamente il compito assegnatogli andando a prendersi la corona di scheda video a singola GPU più veloce sul mercato. Per riuscire ad imporre la GeForce Titan come leader di settore, Nvidia, ha deciso di riadattare un processore “da server” al mercato consumer. Il cuore di questa
SPECIFICHE TECNICHE GEFORCE TITAN PRODUTTORE: Nvidia PREZZO: 1.000,00 €
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CARA TITAN QUANTO MI COSTI !
scheda video infatti è GK110 fornito di 2.688 processori steam suddivisi in 14 unità SMX che lavorano esattamente come gli acceleratori GPGPU Tesla k20x. La Titan è dotata di 6GB di memoria GGDr5 e di un dissipatore di calore a camera di vapore che oltre ad essere efficace nel mantenere bassa la temperatura d’esercizio della scheda video è anche molto bello vedere. Sulla placca posteriore sono collocate, come di consueto, tutte le uscite video: una DVI dual-link, una a link singolo, una porta HDMI e una Display Port. Si possono collegare tre monitor contemporaneamente per sfruttare la modalità surronding-game e quella stereoscopica. È inoltre possibile collegare fino a tre Titan in SLI anche se, ad essere sinceri, una singola unità riesce tranquillamente a soddisfare anche i palati dei giocatori più esigenti.
COMMENTI FINALI La nota dolente di questa splendida schede video è
però il prezzo, circa 1000 euro, che non la rende troppo accessibile alla maggior parte dei giocatori, inoltre, nonostante il prezzo ed un consumo elettrico non troppo elevato, una singola scheda Titan non riesce a competere con un sistema SLI di due Geforce 680 il quale garantisce un numero di FPS sicuramente maggiore.
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N째4 26.05.2013