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LODI NEWS per l’esportazione, NUMERO 30 - Marzo 2010 Reg. Trib. Lodi N. 06/2007 del 22-08-07 - Direttore Resp.: Fabio Milella

Evoluzione del commercio estero: le tendenze in atto

La crisi finanziaria di questi ultimi anni sembra avere caratteristiche uniche nella storia economica per via della velocità con cui si è diffusa nel mondo e soprattutto per l’entità del crollo degli scambi che, nel 2009, ha raggiunto il 16,6% in euro correnti. Il particolare andamento negativo è conseguenza della contrazione della domanda nelle economie avanzate, delle difficoltà dei consumatori e degli operatori commerciali e finanziari di ottenere credito, della crisi del settore automobilistico e dell’integrazione globale dei sistemi economici. L’VIII Rapporto ICE-Prometeia sull’evoluzione del commercio dell’Italia con l’estero evidenzia molto chiaramente come la domanda mondiale sia in via di consolidamento e come la ripresa del commercio mondiale sia effettivamente in atto, seppur non al punto di riuscire a sostenere processi di crescita che permettano di raggiungere i livelli di scambi registrati nelle fasi precedenti alla crisi. Riguardo al commercio mondiale, il settore che registra la maggior flessione è quello dei mezzi di trasporto, seguito dalle materie prime, l’elettromeccanica, gli intermedi, i manufatti, l’elettronica, il sistema casa ed il sistema moda. Le imprese italiane attive nei settori del Made in Italy, con l’eccezione dell’alimentare, hanno subito una maggiore diminuzione degli affari per via della contrazione della domanda interna ed esterna, specie in alcuni Paesi strategici, come la Russia, sbocco naturale delle merci italiane. Secondo le stime dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero, nel biennio 2010-2011, il commercio mondiale dovrebbe tornare a crescere a tassi intorno al 6% a prezzi costanti. Tuttavia, a causa della bassa domanda sui mercati tradizionali di sbocco e dell’inasprimento delle pressioni competitive causato dalla contrazione dei mercati mondiali, la dinamica delle esportazioni italiane sarà contenuta al 3% circa.

La crisi attuale non ha fatto nascere nuove tendenze, ma ha semplicemente accelerato quelle che, da un decennio a questa parte, erano già parte dell’evoluzione del sistema economico mondiale. Stiamo parlando della crescente importanza dei mercati emergenti, che si traduce nella capacità di alcuni Paesi (come la Cina) di farsi carico del debito dei Paesi occidentali

raggiunta una leadership mondiale nei settori a minore intensità tecnologica, stanno ora guadagnando vantaggi competitivi anche nei comparti caratterizzati da maggior contenuto innovativo e complessità dei processi produttivi. La riqualificazione dell’offerta, gli investimenti sui marchi e su altri fattori immateriali hanno consentito

e nello spostamento del potere di acquisto dai tradizionali mercati avanzati verso il mercato asiatico e sud americano. Entro il 2020, la popolazione mondiale con un reddito pro capite superiore ai 30 mila dollari aumenterà di circa 170 milioni di individui, di cui solo un terzo nei Paesi avanzati e per la restante parte in quelli emergenti, specialmente i BRIC, la Turchia, l’Indonesia e il Sud Africa.

finora alle nostre imprese di sottrarsi almeno in parte ad una concorrenza basata prevalentemente sul prezzo, ma nella fase economica attuale questa strada non è più percorribile: il tessuto economico italiano dovrà quindi adottare strategie nuove e più complesse per l’internazionalizzazione, con particolare attenzione alle nuove aree di business che, in alcuni casi, si trovano ad una distanza intercontinentale. Al tempo stesso, è di vitale importanza attivare e consolidare strumenti di sostegno alla competitività delle imprese italiane non in grado di cogliere autonomamente le opportunità che si presenteranno nei prossimi anni.

Le pressioni dei nuovi produttori non saranno limitate ai settori dei beni di consumo, ma sono destinate ad aumentare anche nei comparti ritenuti fino a pochi anni fa poco aggredibili perché ad alto contenuto innovativo e di complessità tecnologica. Le economie emergenti con forte specializzazione manifatturiera,

Fonte: “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori”, Rapporto Ice-Prometeia, dicembre 2009.


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