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Consorzio Lodi Export - Via Haussmann 11/15 - 26900 Lodi Tel. 0371 - 4505264 - www.lodiexport.it - E-mail: info@lodiexport.it
Un impegno che si rinnova Se i risultati lusinghieri conseguiti dall’export provinciale nel corso del 2008 non dovevano essere oggetto di eccessiva euforia, e lo dicemmo in tempi non sospetti, è altrettanto vero che la brusca, e prevedibile, frenata registratasi nel corso del 2009 (si veda l’articolo a pag. 3) non deve essere fonte di incauti allarmismi. Intanto, dato che i numeri in valore assoluto espressi dalla Provincia di Lodi sono oggettivamente limitati, anche a livello di interscambio con l’estero (Lodi rappresenta meno del 2% a livello regionale), è ovvio che il territorio risulti maggiormente soggetto a variazioni percentualmente più consistenti, in positivo od in negativo, rispetto ad altre realtà più “pesanti”, data anche la presenza di poche grandi imprese industriali (spesso attive nel comparto chimico), le cui performance sono inevitabilmente determinanti sui risultati complessivi della Provincia. È poi vero che la crisi ha colpito significativamente anche il territorio lodigiano, ma di certo non in misura maggiore rispetto a molte altre aree: anzi, l’estrema varietà degli insediamenti produttivi, il dinamismo incrollabile e la straordinaria “flessibilità creativa” delle nostre piccole imprese, molte delle quali artigiane, e il sostegno di Camera di Commercio di Lodi, costante anche nel campo dell’internazionalizzazione di impresa, rendono il quadro meno univocamente negativo e molto più complesso da interpretare. Dal canto suo, il Consorzio Lodi Export non ha mancato di fare la sua parte: solo lo scorso anno, registriamo ventitré fiere internazionali, sei tra missioni economiche all’estero e incontri d’affari a Lodi con delegazioni straniere, contributi erogati per svariate decine di migliaia di euro, centinaia di consulenze gratuite, cinque corsi di lingua ed un Master in commercio internazionale. È proprio attraverso l’aggiornamento Segue a pag. 2 >
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LODI NEWS per l’esportazione, NUMERO 33 - Giugno 2010 Reg. Trib. Lodi N. 06/2007 del 22-08-07 - Direttore Resp.: Fabio Milella
Mecgraf: l’azienda figlia del decreto Tremonti
Per ora devono gestire 105 conti correnti, che sperano di ridurre presto a non più di venti, una burocrazia infinita e due ulcere, ricordo concreto degli ultimi mesi trascorsi a firmare carte e rispondere al telefono per spiegare a tutti i fornitori – ma anche alle banche, ai clienti e alle compagnie assicurative – che nella sostanza non era cambiato
ultimi sei mesi, oggi Alessandro Baggi e Pierangelo Ginelli sono ottimisti: le ripercussioni positive stanno iniziando a farsi sentire per le tre aziende lodigiane – la Fratelli Baggi, la MeccArts di Lodi e la MGF di Pieve Fissiraga – che da gennaio sono confluite in un’unica nuova società e hanno dato vita alla Mecgraf. Baggi e Ginelli sono stati gli artefici
A S S O C I AT O
Nuove strategie di marketing, investimenti in ricerca e sviluppo, elevati standard di sicurezza, razionalizzazione dell’offerta, sviluppo dell’attività all’estero costituiscono le linee direttive dell’attività di Mecgraf per il quadriennio 2010 - 2013. niente, che il lavoro per tutti continuava e che l’azienda (anzi, le aziende) aveva semplicemente cambiato nome. Ma nonostante lo stress accumulato negli
La MGF è da oltre 20 anni attiva nel campo della formulazione di solventi, additivi e vernici per la stampa.
del processo di aggregazione per conferimento, messo in atto sfruttando le opportunità del decreto anticrisi varato nel novembre 2008 dal ministro Tremonti e convertito in legge nel febbraio 2009. Quello della Mecgraf non è solo l’unico caso lodigiano ma anche uno dei pochi in Lombardia: sono meno di dieci le aggregazioni lombarde avviate entro i termini previsti (dicembre 2009) per avvalersi dei vantaggi economici garantiti dal decreto. «Forse pochi hanno tentato questa strada perché si trattava di un’arma a doppio taglio: la normativa sostanzialmente era buona, ma non offriva comunque difese nei confronti di una burocrazia drammatica che ci ha fatto vivere una fase pericolosissima», Segue a pag. 2 >