Voci dalle Contrade

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VOCI dalle CONTRADE

Musei e Oratori delle Contrade di Siena



VOCI dalle CONTRADE


Ad Annamaria Cardini e a Giovanna Rosa che dirigendo per tanti anni la nostra scuola hanno creduto e sostenuto il progetto della ÂŤsettimana pedagogicaÂť

Foto di copertina: particolare del Museo della Nobile Contrada del bruco


VOCI dalle CONTRADE

Musei e Oratori delle Contrade di Siena


© 2020 -Istituto Comprensivo - Scuola Secondaria di 1° grado "San Bernardino Siena»

Voci dalle Contrade Musei e Oratori delle Contrade di Siena Elenco degli alunni che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro con testi e foto, anno scolastico 2011: Gigli Lorenzo classe IIA; Tanini Tancredi classe IIA , Ceccarelli Francesco classe IIA, Rabissi Costanza classe IIA, Terzuoli Elettra classe IIIG, Nastasi Ginevra classe IIIG, Tanzini Giulio classe II H,Rugi Filippo classe IIH, Bausani Giulio classe IIIA, Minima Spetim classe IIIA, Simonelli Bianca classe IIIA, Bartoli Lorenzo classe IIC, Vannocci Andrea classe IIC, Diana Sara classe IIIG, Verdiani Lucrezia classe IIIG,Polistina Alessandro classe IIIC Del Casino Sofia classe IIIH,Bartalini Teresa,classe IIIH; Elenco degli alunni che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro con testi e foto: anno scolastico 2012: Bello Emma classe IIIA, Guerrini Agata classe IIIA , Mazzocchio Daria classe IIIA, Bucalossi Matteo classe IIIB, Fattorini Marta classe IIIB , Guidotti Ilaria classe IIIG, Lucattini Elisa classe IIIG, Bartoli Margherita classe IIIH, Schiaffino Sofia classe IIIH, Franceschini Leonardo classe IIB, Marchionni Lorenzo classe IIB, Frati Domenico classe IIA, Seazzu Michele classe IIA, Arcuri Giulia classe IIC, Cai Gabriele classe IIC Elenco degli alunni che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro con testi e foto: anno scolastico 2015: Bello Marta classe IIIA, Corsi Sofia classe IIIA, Perozzi Giulia classe IIIA, Viola Ginevra classe IIIA, Lonzi Paolo classe IIIB, Terni Sabrina classe IIIB, Racanicchi Mattia classe IIIC, Riforgiato Pietro classe IIIC, Taddei Duccio classe IIID, Ciaffarafà Mattia classe IIID, Bini Emma classe IIIE, Di Pasquale Ignazio classe IIIE, La Rosa Marco classe IIIE, Neri Eva classe IIIE. Tutte le foto degli alunni presenti nel catalogo sono state autorizzate dai genitori o tutor Organizzazione testi e consulenza storica: Prof.ssa Tiziana Fantacci progetto grafico e organizzazione post produzione foto: Prof. Alessandro Gambetti Un particolare ringraziamento ai Musei di contrada per la loro gentilezza e ospitalità e al Comitato Amici del Palio di Siena foto a destra: particolare del Museo della Contrada dell'Oca


Museo Nobile Contrada dell’Oca particolari di passaggi interni con il Palio del 17 Agosto 1909 e sculture di cavallo in legno


INDICE Presentazione

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Fontanine delle Contrade

383

Museo Contrada del Drago

13

Laboratori settimana pedagogica anno scol. 2011

403

Museo Contrada della Torre

23

Laboratori settimana pedagogica anno scol. 2012

408

Museo Contrada Capitana dell'Onda

31

Laboratori settimana pedagogica anno scol.2015

411

Museo Contrada della Selva

53

Il Palio e la Contrada

413

Museo Contrada della Pantera

71

Canzoni popolari sul Palio

415

Museo Nobile Contrada del Bruco

93

La Gipsoteca dell’Onda

417

Museo Contrada della Chiocciola

117

Il Putto ritrovato

419

Museo Nobile Contrada del Nicchio

145

Ringraziamenti

456

Museo Contrada Sovrana dell'Istrice

173

Museo Contrada della Tartuca

195

Museo Nobile Contrada dell'Oca

219

Museo Contrada Priora della Civetta

245

Museo Contrada del Leocorno

263

Museo Contrada della Lupa

283

Museo Nobile Contrada dell'Aquila

307

Museo Contrada di Valdimontone

327

Museo contrada della Giraffa

359



VOCI dalle CONTRADE

Presentazione Questo lavoro è stato conseguito durante le attività della

Per questo lavoro si ringraziano i Priori delle 17 Contrade, in

settimana pedagogica che si svolge ogni anno scolastico presso

particolare: i Vicari ai beni culturali, archivisti e custodi; il

l'Istituto Comprensivo "San Bernardino da Siena". Gli alunni

Comitato Amici del Palio.

che hanno contribuito alla realizzazione di questo catalogo

La Dirigente Scolastica prof. Giovanna Rosa dell'Istituto

hanno fatto parte di un laboratorio di classi aperte di II e III,

comprensivo San Bernardino e i genitori degli alunni

che è iniziato nell'anno scolastico 2011-2012 e terminato

partecipanti.

nell'anno scolastico 2014-2015. Un tempo così lungo è stato necessario per poter visitare tutte le

Tiziana Fantacci

17 Contrade che hanno aperto le loro stanze, i Musei, gli Oratori presentando in maniera dettagliata, oltre che i Palii vinti dalle singole Contrade, anche i costumi, le bandiere, i masgalani, le opere artistiche conservate con cura e con orgoglio nei loro locali. Il laboratorio voci dalle contrade è stato guidato dai prof. Tiziana Fantacci e Alessandro Gambetti che nell'ultimo anno hanno accolto due membri del Comitato degli Amici del Palio, che grazie ad un Progetto realizzato per le scuole, hanno fornito notizie e curiosità paliesche. 8

Foto retro particolare elmo Duce


VOCI dalle CONTRADE

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Particolari delle monture Museo della Contrda della Chiocciola

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Musei e Oratori delle Contrade

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Contrada del Drago

sopra : particolari dello stemma del Drago in bronzo collocato nella facciata dell'Oratorio, opera di Chiara Tambani a sinistra: stemma dipinto del Drago

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Contrada del Drago

La contrada del Drago comprende il

Fino al 2002 solo il Drago era la contrada

territorio fra Piazza Matteotti,

riconosciuta dal Comune per aver vinto il

comunemente conosciuta come Piazza

Palio più antico, quello del 1650, ma ora la

della Posta e San Domenico, con Via del

Tartuca ha trovato dei documenti che si

Paradiso,Via dei Montanini. La contrada

riferiscono ad un Palio risalente al 1633. Il

del Drago nel passato aveva un campo dove

Drago ha vinto il suo ultimo Palio nel 2018.

le Monache dette “Del Paradiso” ci

Uno fra i più importanti è quello del 1936,

coltivavano. Il nome delle monache deriva

autografato dal generale fascista, Pietro

dalla via dove aveva sede il monastero. Le

Badoglio. Avendo vinto questo Palio, il

tombe delle monache furono ritrovate

Drago, avrebbe dovuto ricevere il titolo di

nell’attuale Sala delle Vittorie del Drago. Il

contrada imperiale, ma questo onore è stato

Drago è l’unica contrada che ha vinto tre

attribuito solo alla Giraffa, avendo vinto il

Pali in tre anni.

Palio del 2 Luglio 1936.

Dei trentasei Drappelloni vinti, solo ventisette sono conservati nella sala delle vittorie, gli altri nove sono andati dispersi, ma siccome il Comune li aveva riconosciuti come pali effettivi sono stati riprodotti su tela.

sopra: particolare in bronzo; sotto: fontanina della contrada di Vico Consorti

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VOCI dalle CONTRADE

a destra: Museo e sala delle vittorie Particolare di sedia (retro) La sala delle vittorie contiene i Palii vinti.Il piÚ antico è quello del 16 Agosto 1786, il primo palio dipinto da una donna 2 Luglio 1921, Maria de Maria. Palio del 2 Luglio 1978 Masgalano

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VOCI dalle CONTRADE

a sinistra:la nostra guida il Priore, nella contrada del Drago con la prof.ssa Fantacci

a sinistra: particolare di masgalano, a destra: particolari di alcuni palli vinti dalla Contrada del Drago


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Contrada del Drago

sopra: particolare del Palio firmato dal gen.Pietro Badoglio del 1936; a destra: Palio vinto il 16 Agosto del 1992

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VOCI dalle CONTRADE

a destra: Palio del 4 Luglio 1717; Immagine di paggio, Masgalano,armatura del Duce


Contrada del Drago

sopra: vetrate policrome della finestra dell'Oratorio di Luca Pollai (1988) a destra: altare maggiore Oratorio di santa Caterina del Paradiso

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VOCI dalle CONTRADE

All'interno dell'Oratorio ci sono oggetti sacri provenienti dal Convento del Paradiso,in cui vivevano le suore dette del Paradiso. Queste monache erano riuscite a costruirsi un monastero e la chiesa che dedicarono a Santa Caterina,successivamente diventò l'Oratorio della Contrada. Madonna del Marrina come appare dopo i recenti restauri; Santa Caterina da Siena, scultura in terracotta dipinta; Sull'altare maggiore, Madonna col bambino; Bandiere all'interno dell'Oratorio


sopra: particolare di crocifisso nell'Oratorio della contrada del Drago

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Contrada della torre

Nella contrada della Torre abbiamo visto il

Altro contradaiolo importante fu Italo

plastico di Salicotto, rione della Contrada,

Balbo che visse ai tempi della Seconda

un documento tridimensionale che

Guerra Mondiale , era simpatizzante della

rappresenta una parte di Siena prima della

Torre, tanto è vero che sbarcò in America

bonifica. In Salicotto si prendevano

portando al collo il fazzoletto della Torre.

facilmente malattie in quanto zona poco

Una delle sue frasi più celebri la scrisse

soleggiata, per questo

fu bonificato e

sulla menbrana del tamburo: “bisogna

vennero abbattuti molti palazzi. Il plastico

vincere, porca l'oca” . A quel tempo per il

venne realizzato in gesso nel 1929 da due

corteo storico si sfilava con le monture in

torraioli, in scala di 1:100 e per finirlo

stile militare e solo la Torre, il Nicchio e

sonostati impiegati due anni. Incredibile la

l'Istrice, conservano ancora questo

precisione delle pendenze e delle misure

costume. La Torre confina con l'Onda il

fatte in scala. Inizialmente la società della

Leocorno e con il Montone.

Torre era la società del Ventaglio insieme

La Torre ha due protettori , San Giacomo e

alla quale

Sant'Anna

alcune società minori come

della Spadaforte, che poi si unirono nominandosi società dell'Elefante. Una figura importante della contrada fu Baldovina Vestri, unica donna che andò in battaglia al seguito di Garibaldi insieme ai Mille.Tuttora si può visitare il palazzo Vestri appartenente alla contradaiola.

In alto: stemma della contrada della Torre sotto: la Torre del Mangia,vista da Via Salicotto

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sopra: particolari del plastico del proprio rione conservato nella Contrada della Torre. Autori: Vittorio Zani e Pedano Pedani

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sopra:Palazzo Comunale e abitazioni nel plastico tridimensionale

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Contrada della Torre

pagina a sinistra: primo piano della Torre del Mangia con il Palazzo Comunale nel plastico tridimensionale. a sinistra: Montura garibaldina archivio della contrada

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Contrada della Torre

a destra in alto: zucchino indossato dal fantino per il Palio; Veduta cuspide campanile oratorio; Palazzo Comunale,trifore:plastico Pergamena riportante Sonetto in onore di Santa Caterina; pagina successiva: particolari della Fontanina della Contrada della Torre.

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sopra: veduta di Siena dalla contrada della Torre

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Contrada Capitana dell'Onda

Il territorio della contrada dell’Onda

gesso alla contrada, tra cui Caino, Abele, il

allarga i propri confini fino alla Torre, alla

Diritto, il Dovere, la Politica,

Tartuca e all’Aquila. Nelle strade del rione

l’Indipendenza, San Antonio e Giotto che

nel passato c’erano tante botteghe di

oggi sono conservati nella cripta della

falegnami che costruirono dal 1550 al

chiesa di “San Giuseppe”. I Pali vinti dall’

1650 la chiesa di San Giuseppe, il loro

Onda sono 45 e mezzo perchè nel 1713 d’

protettore. Attualmente in questa chiesa

Agosto l’ arrivo al bandierino non era ben

oltre alle Messe importanti, si impartisce

chiaro ai giudici e sembrava che sia l’Onda

anche la benedizione del cavallo davanti

e la Tartuca fossero arrivati primi. Fu

all’altare della Madonna protettrice. La

deciso allora di dividere la vittoria fra le

chiesa nell’antichità veniva lasciata aperta

due contendenti. Uno tra i Pali più

grazie ad un cancellato di legno costruito

importanti vinti fu quello del 1860

dai falegnami che vi avevano intarsiato gli

dedicato al re Vittorio Emanuele II del 27

attrezzi del mestiere come la squadra, la

Aprile. L’Onda vinse tanti Pali

sega. Questa cancellata permetteva

di

straordinari, che venivano corsi quando

entrare dentro la chiesa, ma solo di vedere

una persona importante giungeva a Siena.

e pregare il patrono “San Giuseppe”. Alla

L’ultimo Palio è stato vinto recentemente,

fine del 700 a Siena furono

il 16 Agosto 2017

abolite le

corporazioni e la chiesa non è stata più frequentata dai falegnami. Nella contrada dell’Onda faceva parte anche un grande scultore dell’epoca, Giovanni Duprè, (1817-1882). Duprè regalò tante statue in

sopra: intarsio in legno riproducente un delfino, simbolo della contrada dell'Onda in basso: particolare della fontanina

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Contrada Capitana dell’Onda

a destra: interno della Chiesa di San Giuseppe dei legnaioli della Contrada Capitana dell'Onda. L'interno offre un dovizioso patrimonio storico artistico risalente ai secoli XVII, XVIII e XIX.

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Contrada Capitana dell’Onda

a destra: alcuni particolari dell'interno della Chiesa di San Giuseppe. La decorazione affrescata è stata riferita alla famiglia Nasini. Nella sacrestia un imponente armadio ligneo seicentesco custodisce il dipinto con la Madonna col Bambino e san Giovannino, riferibile ad un artista senese della prima metà del XVII secolo, forse Francesco Bartalini. La cripta, suggestivo ambiente cinquecentesco, è adibita a sede e museo della Contrada.


sopra e a destra: particolari degli arredi religiosi presenti nell'Oratorio di Contrada

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sopra: bandiera della Contrada dell'Onda


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Contrada Capitana dell’Onda

a destra: sega intarsiata in legno, simbolo dei falegnami, mestiere esercitato nella contrada


Contrada Capitana dell’Onda

a sinistra: Teca con armatura indossata durante la passeggiata storica. in basso a sinistra: Teca con montura del popolo inizio del 900

a destra: Sala delle Vittorie: vaso

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sopra a destra: e pagine successive: calchi originali di opere di Giovanni Duprè presenti nella sede della Contrada

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Contrada Capitana dell’Onda

Gli elementi artistici che caratterizzano la sede dell’Onda sono altre testimonianze dei Legnaioli, come il coro secentesco e due mensoloni in noce, e le opere di Giovanni Duprè, il grande scultore nato nella via che porta il suo nome nel 1817. Si tratta dei gessi originali, precedenti alle realizzazioni in marmo e in bronzo che si trovano a Siena e in varie parti dell’Italia e d’Europa. Il culto della memoria e l’affetto per gli Ondaioli che non ci sono più ha portato alla costruzione di una piccola Cappella dedicata ai caduti in guerra. Sopra lingresso si trova un rilievo di Giovanni Duprè che raffigura l’Annunciazione. All’interno sono due gessi: “Il Dolore” di Amalia Duprè, figlia di Giovanni, e “Il Sacrificio” di Ezio Trapassi.


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Contrada Capitana dell’Onda



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Contrada Capitana dell’Onda

La Sala delle Vittorie – che conserva il ricordo delle vittorie dal 15 agosto 1581, ospita i drappelloni conquistati dalla Contrada a partire dal 1779. Tra i Palii più recenti si possono ammirare quelli di Corrado Cagli (1972), Leonardo Cremonini (1985) e Giovanni Ticci (1995). Una grande tela di Stefano Volpi, (1614), rappresenta il martirio di Santa Caterina d’Alessandria.

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Contrada Capitana dell’Onda

a destra in basso: calice in oro sostenuto da due delfini


a destra vetrina con costumi

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Contrada della Selva La Selva è una contrada fondata alla fine

La nemica della Selva un tempo fu il Drago

del 1600. Ha un’enorme biblioteca con

ma solo per pochi anni, perché poi decisero

addirittura libri che risalgono al 1620. Tra

di diventare amiche.

questi libri si trovano dei documenti che

La Selva confina con: la Civetta, l’Aquila, la

furono lasciati in eredità alla contrada da

Pantera e l’Oca.

un selvaiolo che addirittura era nato in

L'archivio della contrada della Selva

un’altra contrada. Ma si affezionò così

possiede una biblioteca di ben 10.000

tanto alla Selva da lasciarli questi libri.

volumi storici,

Qualsiasi libro antico che abbia immagini

scuola eccetera. La patrona della Selva è la

è di grande valore, perché negli anni

Madonna dell'Assunta. La Selva vinse

passati non venivano usate. La Selva ha

inoltre il palio in cui nel drappellone era

vinto 42 pali ma sono stati riconosciuti dal

raffigurata una madonna nera. E' una

Comune solo 37.

contrada molto giovane che ha vinto un

La Selva è l’unica contrada che ha vinto un

palio 4 anni dopo l'unità d'Italia. L'ultimo

Drappellone disegnato al computer.

palio vinto risale al 17 Agosto 2015. E' una

Il Palio di luglio del 2003 fu dedicato a San

delle poche contrade in piazza che non ha

Ansano e l’autore fu Francesco Del Casino.

nemiche. Inoltre possiede come alleate le

Il Palio del 1976 fu rappresentato da una

due contrade nemiche fra loro, Chiocciola e

Madonna Nera e ci furono molte lamentele

Tartuca.

da parte dei contradaioli.

fra cui giornali, libri di

particolare in ferro battuto dello stemma dell'Onda in alto: retro di rinoceronte

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Contrada della Selva

Sono molti i successi della Contrada di Vallepiatta dal dopoguerra ad oggi che si possono ammirare nel museo da poco tempo ristrutturato. I Contradaioli hanno pertanto tanti momenti belli da raccntare e da ricordare, come il Palio del 2 Luglio 1987 vinto da Guido Matteucci detto "Bonito da Silva" (ossia buono per la Selva) sul cavallo "vipera" Ultimo palio a destra: Madonna con la testa della Vergine in marmo. Pagine successive: particolare della Madonna nera nel drappellone del 1976, e gualdrappa del fantino.

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particolare drappellone del 16 Agosto 1974

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antica gualdrappa


particolare drappellone del 12 Luglio 1978

vetrina con monture

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Contrada della Selva

Drappelloni all'interno del Museo inaugurato nell'anno 2000 dopo anni di ristrutturazione grazie ai fondi della legge speciale per Siena 1995 e con il contributo di tanti selvaioli.

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Contrada della Selva

Nel Museo è presente una galleria di Palii dal piÚ antico del 1750 all'ultimo del 2015 ad opera di artisti famosi come Pietro Lolli Piccolomini, Vittorio Emanuele Giunti, Vasco Valacchi, Bruno Marzi, Mino Maccari. a sinistra: drappellone del Palio del 9 settembre 2000 interamente realizzato usando la computer grafica a destra: particolari palii del 16 Agosto 1974 e 2 Luglio 2003



Contrada della Selva

a sinistra: immagine di paggio in ceramica

a sinistra: Museo oggettistica e Masgalani vinti dalla Contrada


Contrada della Selva

a destra: elmo in ferro del Duce; alcune monture; particolare del drappellone del palio del 2 Luglio 1987; documenti del passato;


sopra: ancora immagini dal Museo a destra: nella parte recentemente acquisita degli ex locali dello Ospedale sono conservati documenti storici di notevole valore che testimoniano la storia di Siena e delle Contrade. A destra:sonetti

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Oratorio di San Sebastiano in Vallepiatta, altare principale

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Contrada della Selva

L'ORATORIO La Selva ebbe come prima dimora la Chiesa appartenente alla Compagnia di San Giovanni Battista, sotto il Duomo fino al 1697 anno in cui, col consenso dell'Arcivescovo fu deciso il trasferimento nella Pieve di San Giovanni dove la Selva ufficiò fino al 1750. Dal 1759 la Contrada si trasferÏ in San Sebastiano di sotto al confine con la pantera cui, nel 1786 per ordine del Granduca Leopoldo i selvaioli furono costretti a cederla passando nella Chiesa di San Desiderio fino a quando non ebbero il permesso di costruire la Chiesa dedicata a san Sebastione (patrono della Contrada) protettore dei tessitori verso il 1800, nel luogo dove è oggi. A sinistra: interno Oratorio, Altare con madonna col Bambino opera attribuita a Francesco di Giorgio Martini 1474 circa. aA destra: Crocifissione di Rutilio Manetti, 1630. Altare maggiore sul catino e calotta dell'abside "Il martirio di San Sebastiano"


Contrada della Selva

a destra: Altare maggiore e a fianco altare lato destro, con la tela di Astolfo Petrazzi "L'Epifania". Lampada particolare Madonna col bambino di F.Maria Martini, 1474. A destra: primo piano della Crocifissione di Rutilio Manetti 1630.

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Drappellone del 2 Luglio 2010

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Contrada della Selva

a sinistra: primo piano della montura del Duce presente nel Drappellone di un palio vinto dalla Contrada della Selva il 2 luglio 2010


Contrada della Pantera

I pali riconosciuti dalla Pantera sono 27. La

tratta fino a quello del Palio, fino a quando

contrada ha vinto un palio nel 1614 grazie

il proprietario non lo viene a riprendere.La

all’aiuto dell’Aquila (quando erano alleati)

Pantera ha una chiesa nella Chiocciola che

nel gioco della pugna.

le consegna le chiavi solo per la

L’alleanza con l’Aquila fini nel 1950 perchè

benedizione del cavallo.La Pantera

nel 1949 questa offese la Pantera. L'Aquila

confina con: l’Aquila, ai 4 cantoni, con la

e la Pantera sono divise da un'accesa

Chiocciola e gli altri confini sono tutti

rivalità, anche se recente e alquanto

contestati. La scuola Iacopo della Quercia

anomala. Non è infatti nata per le classiche

gli regalò una Madonna e la scuola del

questioni di confine, bensì per motivi

Sarrocchi la ristuccò e la colorò.

palieschi, non riconducibili a degli

Nella Pantera per eleggere i capitani

incidenti fra le Contrade, ma addirittura

usavano il Bossolotto. In questo oggetto

ad un’inimicizia fra fantini, in occasione

venivano messi dei fagioli bianchi e dei

del Palio del 16 agosto 1936.

fagioli neri. Quando lo rovesciavano, se

Le alleate della pantera sono:la Civetta, la

c’erano più fagioli bianchi, il capitano

Giraffa , il Leocorno e la Chiocciola

eletto diventava effettivo; se invece ce ne

I pali dal 1900 fino ad oggi sono conservati

erano di più neri, andava eletto un altro

nella

capitano.

Sala delle Vittorie in mostra al

Museo. I mangini e i fantini dormono con il

Ai vincitori del palio il Sindaco regala 40

cavallo e non lo lasciano mai solo dal

Talleri insieme al Drappellone.

giorno della

particolare della fontanina opera di Giulio Corsini 1977

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Contrada della Pantera

sopra: ingresso Museo a destra: particolari di braccialetti

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Museo: teche con antichi costumi e bandiere

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Sala delle vittorie drappelloni

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particolare teca

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porta palio

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antica montura


Contrada della Pantera

antico stemma su vetro stemma in marmo


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Sala delle Vittorie con i palii del 2 Luglio i963 - 2 luglio 1971 - 16 agosto 1978



Contrada della Pantera

particolare drappelloni del 16 Agosto 1991 e del 16 Agosto 1987 sotto: arredi sacri

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antiche monture


Contrada della Pantera

antiche monture


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Contrada della Pantera

a sinistra e sopra: interno della stalla della Contrada della Pantera

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antichi drappelloni e monture

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VOCI dalle CONTRADE

a sinistra: lampade processionali e carte gloria

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altare con la Madonna della mandorla e vetrine con arredi sacri

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arredi sacri

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Contrada della Pantera

sopra: sacchetti con le antiche monete della repubblica di Siena a sinistra:bussolotti per votazioni


scultura lignea con allegoria di Alberto Inglesi

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particolare testa della pantera

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Nobile Contrada del Bruco Verso il 1300 il Comune di Siena affamò il

Appena arrivato a Siena, Roy conobbe un

popolo, così partì una sommossa popolare

senese della contrada del Bruco, che gli

che riuscì a restituire il potere al monte del

fece conoscere la società. Alla sua morte,

popolo. Questo episodio può aver dato

Roy lasciò una casa a NewYork e un pò di

origine al verbo "defenestrare" perchè il

soldi alla contrada. La società con questi

capo della sommossa gettava molte

soldi ricostruì una sala del museo poi

persone dalla finestra. Poi si parla dei

dedicata in suo onore. Al Bruco appartiene

cavallini, cioè quadri che raffigurano il

il secondo palio più vecchio (1763) dopo

palio (corsa). La via in cui è collocato il

quello dell'Aquila.

Museo del Bruco si chiama Via del Comune

nuovamente le scale abbiamo visto le

perchè le case all'esterno erano attaccate

prime monture usate dal Bruco che erano

alle mura. Le monture del Bruco di oggi

molto piccole. Esse risalivano al medioevo

sono in stile spagnolo. le compagnie

e ancora oggi non si riesce a sapere se

militari sono piccoli eserciti del popolo e

quelle monture erano usate da bambini o

partivano per affrontare il pericolo.

da ragazzi, perchè la statura media

Masgalano deriva da una parola spagnola e

dell'epoca era intorno a 160 cm.

vuol dire molto elegante. Andando avanti

Nel Risorgimento le contrade furono

ci è stata mostrata una sala dedicata ad un

costrette a cambiare stile perchè si poteva

americano: "Roy Moscowytz", il quale nel

confondere con gli eserciti nemici.

Scendendo

1960 si trasferì a Siena e rimase affascinato dalla Contrada del Bruco.

Bandiera e bozzetto (in basso) della Nobile Contrada del Bruco anno 1851.

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Nobile Contrada del Bruco

Interno del Museo della Contrada,ristrutturato nel 1967, con i drappelloni dei palii vinti arredi sacri e gualdrappe


Interno del Museo; a destra: teche con oggetti sacri e giubbetti con zucchini

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Nobile Contrada del Bruco

a sinistra: una sala del Museo con carte glorie pagina a destra: piatti in bronzo, oggetti di valore e manoscritto


Bandiere con differenti emblemi del Bruco e disegni. Nel passato la realizzazione di bandiere è un episodio raro e di grande valore distintivo tanto da spettare esclusivamente ai nobili, priori e Capitani.

Piatto in bronzo raffigurante un bruco

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Sala Barbicone: dipinto del Maestro Cesarini, a sinistra le monture pronte a scendere sul campo e a dar battaglia. Rivolta popolare capeggiata da Francesco d'Agnolo detto Barbicone

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Nobile Contrada del Bruco

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a sinistra in alto: bandiera di inizio secolo XX (prima del 1910). Ermesino di seta intarsiato e dipinto. La bandiera presenta le onorificenze sabaude e due stemmi a testa di cavallo delle Compagnie militari di di Ovile di Sopra e di Sotto. sotto a sinistra: scultura inizio secolo XX.

sotto a destra: alcuni palii vinti. Palio del 16 Agosto 1907 disegnato da Pietro Piccolomini. Tecnica: acquarello e tempera su seta


Nobile Contrada del Bruco

ultima immagine a destra: Palio del 16 Agosto 2003 vinto da Trecciolino su berio. Dipinto da Andrea Rauch e dedicato a Duccio di Buoninsegna. Viene riprodotta la familiare immagine della Madonna della vetrata del Duomo

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Palio del 16 Agosto 2008

Palio del 2 Luglio 2005 e Palio del 16 Agosto 2003

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Nobile Contrada del Bruco

a sinistra e a destra: immagini dall'interno del Museo del Bruco


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VOCI dalle CONTRADE

a destra in alto: scudo araldico, Pollai 2006, Palio di Agosto 1894, dedicato alla riapertura della Basilica di San Francesco dopo i lavori di restauro effettuati; montura di paggio; corazza del Duce; Palio 16Agosto 1996 di Joe Tilson vinto dal Bruco dopo 41 anni di digiuno; Palio 2 Luglio 2005 di Rita Petti; Dopo cinquant'anni il Bruco è ritornato a trionfare nel palio dedicato alla Madonna di provenzano.

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Nobile Contrada del Bruco

accanto: Montura del Duce del 1981 e montura del Duce del 1904; a destra: vari stemmi, monete fondo del palio del 2 Luglio 2005 particolari delle 10 contrade partecipanti alla carriera stemmi di famiglia

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Nobile Contrada del Bruco

sopra: oggetti e Masgalani vinti dalla Contrada

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sopra: veduta del museo del Bruco a destra: palio del 16 Agosto 1763


VOCI dalle CONTRADE


Nobile Contrada del Bruco

sopra: antichi drappelloni a destra: interno Oratorio del Santissimo nome di GesĂš

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VOCI dalle CONTRADE

particolari Oratorio immagine di Maria Santissima


VOCI dalle CONTRADE

a sinistra:particolare dell’altare dell’Oratorio con crocifisso


Contrada della Chiocciola La sede si trova in via di San Marco al

ampliata con i soldi derivanti dalla vincita

Attualmente le Contrade "aggregate"

numero 31 . L'Oratorio si trova sopra alla

di un Palio. Venne sconsacrata nel 1820 e

(alleate) con la Chiocciola sono tre: Istrice

sede ed è la Chiesa di San Pietro e Paolo

quindi abbandonata dalla Chiocciola, che

dal 1947, Pantera dal 1813 e Selva dal 1790.

che risale al Trecento e fu ricostruita su

negli anni Sessanta del Novecento ne ha

disegni di Flaminio del Turco. È in uso alla

recuperato l'uso per accudire il cavallo nei

Contrada dal 1814, dopo la soppressione

giorni del Palio. Il Pozzo è posto di fronte

del monastero delle Monache di San

alla cappella della Madonna del Rosario e

Paolo. Il Museo storico si trova nella cripta

fu fatto costruire dal Cardinale Francesco

posta al di sotto dell'oratorio, acquistata

Petrucci nel 1522 per fornire acqua alla

dalla Contrada negli anni Settanta del

popolazione del rione. Al giorno d'oggi non

Novecento e trasformata in museo dopo

è più in uso ma continua ad essere un

essere stata, nei secoli, sede di una fornace

ponto di incontro e di riferimento per gli

per la terracotta e autorimessa. Il Museo

abitanti della Contrada. La Diana è Il

degli arredi sacri è adiacente all'oratorio e

fiume mitologico che era ritenuto sfociare

contiene gli arredi sacri non più in uso e

nel territorio della Chiocciola tant'è che

provenienti dal precedente oratorio

una delle sue strade ha il suo nome.

dedicato alla Madonna del Rosario e

L'appellativo "affogasanti", legato alla

dall'attuale Cappella della Madonna del

Contrada della Chiocciola e ai suoi

Rosario. Fu la prima chiesa della

contradaioli, risale alla fine dell'Ottocento.

Chiocciola e la prima a Siena ad essere

Da allora "affogasanti" è il soprannome

realizzata a spese di una Contrada. Fu

tradizionale dei chiocciolini, e dal 29

costruita in meno di due anni, dal 1655 al

giugno 1972 è anche il titolo del periodico

1656. Dal 1722 al 1725 fu restaurata ed

ufficiale della Contrada.

sopra:stemma della Contrada situato nel soffitto del Museo

117


VOCI dalle CONTRADE

a sinistra: particolare della scultura di Pierluigi Olla sotto a sinistra: sala del seggio

116


119


sopra e a destra: Monture particolari di costume anno 2000

120


121


Il simbolo della Chiocciola risale al 1482 quando un gruppo di contradaioli costruĂŹ un'enorme macchina di legno. Affresco di Pier Luigi Olla 1981

122


123


Contrada della Chiocciola

a sinistra: particolare del fontanino della Chiocciola a destra: entrata all’Oratorio dei santi Apostoli Pietro e Paolo

122


vetrata corridoio

ingresso Oratorio

125


VOCI dalle CONTRADE

a sinistra: affresco dedicato ai caduti della Contrada nella Prima guerra mondiale

124


sopra: Museo d’arte sacra, è il primo del genere nel mondo contradaiolo

127


128


129


sopra:soffitto a cassettoni realizzato agli inizi del 900 in noce tanganica contenente gli stemmi degli antichi protettori con al centro un grande stemma della chiocciola

130


131


Contrada della Chiocciola

a destra e a sinistra: Oratorio dedicato ai santi Pietro e Paolo

130


133


sopra: particolari dell'altare dell'Oratorio con l'immagine della madonna del Rosario. Organo di Giacinto del Guarda (1835)

134


sopra: antico ossario nell’Oratorio

135


Sala delle vittorie drappelloni e masgalani

136


VOCI dalle CONTRADE

interno Sala delle vittorie deposizione di Cristo

135


antica montura

138

drappellone del 16 Agosto 1982


drappellone del 16 Agosto 1999

drappelloni del 16 Agosto 1975 e del 2 Luglio 1976

139


VOCI dalle CONTRADE

sopra: interno del Museo a destra: particolari chiocciola e masgalano

140


VOCI dalle CONTRADE

139


particolari del Museo dei piccoli chiocciolini

140


VOCI dalle CONTRADE

a destra: palii del XIX secolo e urna con spada


In alto: nel museo sono esposte le cartine, l'involucro e il libricino delle caramelle delle contrade.

144


Nobile Contrada del Nicchio

Nel Museo del Nicchio si possono trovare

ti che rappresenta l'esercito di Siena che

due monture che risalgono alla metà

attraversa Porta Romana e

dell'Ottocento e sono in stile Francese e

successivamente si avvia verso la battaglia

Spagnolo. La Nobil Contrada del Nicchio è

di Monteaperti. La fonte dei Pispini è da

riuscita nella sua storia a vincere 47 palii.

sempre il punto di ritrovo preferito dei

Nei drappelloni dell'800 e 700 non venivano rappresentati gli stemmi delle contrade, al loro posto si rappresentavano, oltre alle madonne, stemmi delle famiglie che finanziavano il Palio come: i Piccolomini, i Chigi della Rovere, ecc.....Il Palio del 1841 fu corso da tutte le 17 contrade e fu vinto dalla contrada del Nicchio; invece nel 1840 corsero solo 9

nicchiaioli. Questa fu costruita dagli abitanti del rione nel 1534, su una preesistente fontana del 1469. L'acqua della fonte è usata per il battesimo contradaiolo, rituale in cui viene consegnato il fazzoletto. Attualmente la fontana si trova di fronte alla società "La Pania" e all'ingresso della caserma di Santa Chiara, dove fu originariamente costruita, ma nel corso della sua storia non

contrade, questo palio fu corso in tre

si è sempre collocata lì. Infatti essa fu

batterie, più una finale vinta dal Nicchio a

spostata durante la seconda guerra

suon di nerbate. Le staffe dei cavalli furono

mondiale per permettere ai carri della

inventate dai Barbari. I Romani

caserma di circolare, e posta in Piazza

insegnarono ai cavalli ad intervallare i

Santo Spirito. La fonte è "tornata" di

passi e questo si nota in un drappellone

fronte alla società "La Pania" nel 2001. 145


masgalano

146

caratteristico emblema in rilievo


Sala delle vittorie

147


VOCI dalle CONTRADE

Drappelloni e costumi antichi presenti nel Museo della Contrada

146


149


148


VOCI dalle CONTRADE

149


Nobile Contrada del Nicchio

a sinistra: giubbetti e zucchini . A destra:montura realizzata secondo la foggia delle uniformi militari usate nell'esercito piemontese

150


sopra: arcione del soprallasso con nicchia e corallo

153


VOCI dalle CONTRADE

particolare dell’arcione con nicchia sbalzata

154


VOCI dalle CONTRADE

particolare ricami di montura paggio maggiore

155


Nobile Contrada del Nicchio

a destra: particolari di Palii vinti dal Nicchio del 2 Luglio 1988 e del 16 Agosto 1981

156


particolari drappellone del 16 Agosto 1984

157


VOCI dalle CONTRADE

drappellone tricolore centenario Unità d’Italia 4 Giugno 1961 stemmi araldici nel drappellone del 16 Agosto 1957

158


particolare drappellone del 16 Agosto 1960

particolare drappellone del 2 Luglio 1947

159


Nobile Contrada del Nicchio

teche con masgalani

160


VOCI dalle CONTRADE

particolare drappellone del 2 Luglio 1988 mini masgalano dell’anno 2007 realizzato da Eugenia vanni

161


Nobile Contrada del Nicchio

a destra:Maestro dell'Osservanza "cristo crocifisso tra Cristo portacroce,Cristo risorto e San Francesco. Palii e monture

162


163


tre immagini lignee di San Sebastiano

164


terracotta dipinta Cristo Redentore

165


paramento sacro

166

particolare di vecchie monture


stemma con corallo, nodi di Savoia e rose di Cipro

167


Nobile Contrada del Nicchio

sopra: San Gaetano distribuisce il pane ai poveri a destra: primo piano dell'altare, statua di San Gaetano nell'Oratorio

168

167


San gaetano da Thiene

169


interno Oratorio San Gaetano da Thiene

170


171


base lignea dorata interno Oratorio

172


Contrada Sovrana dell’Istrice Nel suo territorio si trova quello

che serve a respingere gli spiriti maligni.

anticamente incluso nella Contrada del

Ogni comparsa ha un preciso significato:

Leone, una delle contrade soppresse. La

gli alfieri rappresentano i guerrieri con la

contrada ha il titolo di "Sovrana" per

loro bandiera; il tamburino dà il tempo, il

concessione del Sovrano Ordine Militare di

duce rappresenta il capitano del popolo; i

Malta del 1980. La Magione dei Templari si

due paggi accanto al duce hanno degli scudi

trova infatti nel territorio di questa

dove sono rappresentate figure

Contrada (all'angolo tra via Malta e via

mitologiche che, secondo una credenza,

Camollìa) lungo il percorso dell'antica via

spaventavano i nemici; i paggi porta

Francigena e l'Ordine ebbe sede dal XIV

insegne rappresentano le compagnie

secolo nel rione di Camollia. Nella Sala

militari; il soprallasso cavallo da parata è

delle Vittorie vengono fatte anche le

montato dal fantino.

assemblee. E' il voto dell'assemblea che

L'istrice ha preso l'appellativo di sovrana

decide la vita delle contrade. Nel palio del

dal 1981, infatti nelle bandiere dopo tale

2008 c'è disegnato il cavallo Già del Menhir

data viene rappresentata la Croce di Malta.

che poi ha vinto il palio. nel palio del 2002 ci

L'ultimo palio vinto ad Agosto è quello del

sono ricami d'oro; nel palio del 1975 non c'è

1958. La contrada dell'Istrice ha questo

la Madonna, ma c'è raffigurato un pavone

simbolo perchè nella zona, c'erano molti

che la rappresenta.

istrici.

Nella spennacchiera c'è uno specchio 173


Contrada Sovrana dell’Istrice

sopra: stemma parete Sala delle vittorie a destra: particolare Sala delle vittorie bandiera e drappellone del 2 Luglio 2008

174


VOCI dalle CONTRADE

foto a sinistra e in alto: Sala delle Vittorie della Contrada

dell'istrice con drappellone del 2 luglio 2002

175


VOCI dalle CONTRADE

Monture custodite nella bacheca del Museo interno a destra:particolare ricamo montura

176


Contrada Sovrana dell’Istrice

particolare interni del Museo

177


drappelloni del 16 Agosto 1956-1958 e 2 Luglio 1961

178

scudo portarmi


particolare drappellone del 2 Luglio 2002

particolare drappellone del 2 Luglio 2000

179


Sopra: interno del Museo di Contrada e a destra: diversi modelli di bandiere

180


179


182


Contrada Sovrana dell’Istrice

a sinistra: teca con arredi sacri A destra: stemma di legno intagliato proveniente dal distrutto Portale di Porta Camollia con l'araldica della famiglia Palio del 22 Settembre 1896 perette in legno e punte di ferro per le corse con cavalli scossi antica gualdrappa

181


VOCI dalle CONTRADE

interni del Museo

182


185


Contrada Sovrana dell’Istrice

sopra e a destra:interno dell'Oratorio della Contrada sovrana dell'Istrice

186


Oratorio dei santi Vincenzo e Anastasio

187


scultura del cavallo- riproduzione della scultura del cavallo bronzeo

188


VOCI dalle CONTRADE

interno Museo: sullo sfondo palio del 2 Luglio 1905 antica corazza e costume

187


190


Contrada Sovrana dell’Istrice

191


VOCI dalle CONTRADE

cappello spennacchiera elenco vittorie antico elmo da parata oggetti vari mini masgalani

190


Il Museo ha un percorso ben ordinato, in cui si possono ammirare in alto : quadro riproducente Palio Agosto 1935

193


sopra: zucchino della Contrada dell'Istrice nerbo e giubbetto vittorioso del palio 2 Luglio 2000

194


Contrada della Tartuca

La chiesa della Contrada coincide con la sede; si tratta infatti dell'oratorio di Sant'Antonio da Padova, chiamato dai contradaioli oratorio di Sant'Antonio alle Murella, dedicato al santo patrono della Contrada, Antonio da Padova. La storia dell'oratorio risale alla seconda metà del XVII secolo, quando i contradaioli tartuchini acquistarono una vecchia casa di proprietà dei frati dell'Ordine di Sant'Agostino. Fu proprio sulle fondamenta di quella casa che venne costruita la nuova chiesa, in stile Barocco. Del progetto e dei lavori di costruzione si occuparono quasi esclusivamente i contradaioli tartuchini: il progettista fu Niccolò Franchini, poi Priore della Tartuca; il figlio Jacomo fu l'architetto; Giovan Antonio Mazzuoli fu lo scultore che realizzò l'altare maggiore; dei vari lavori di costruzione, muratura, stucco, si occuparono i contradaioli stessi. La prima festa dedicata al patrono della Contrada venne celebrata nella chiesa già nel 1682. La "Festa Titolare" della Contrada della Tartuca viene celebrata annualmente

il 13 giugno, giorno nel quale si ricorda appunto sant'Antonio. La sede museale della Contrada si trova annessa alla sede della Contrada, in via Tommaso Pendola, al civico 21. Il museo è suddiviso in due sezioni: il "Museo delle Vittorie" ed il "Museo degli arredi sacri". Nella sezione dedicata alle vittorie sono conservati i drappelloni conquistati dalla Contrada, oltre alle monture indossate dai figuranti del Corteo storico; la sezione dedicata agli arredi sacri, inaugurata nel 2008, conserva suppellettili sacre appartenenti alla Contrada. Tra di essi è conservato un masgalano in argento cesellato e sbalzato datato 1562, raffigurante il Ratto di Europa. La fontanina è datata 1951 ed è opera dello scultore Bruno Buracchini. Presso la fontanina avviene il "battesimo contradaiolo", analogamente a tutte le altre Contrade di Siena. Ideatore del "battesimo" fu un celebre contradaiolo tartuchino: il giornalista e conduttore radiofonico Silvio Gigli.

195


Contrada della Tartuca

a destra: Oratorio della Contrada - Altare maggiore di Sant’Antonio alle Murella

196


volta Oratorio

197


198


VOCI dalle CONTRADE

sopra: acquasantiera in marmo a destra: Graffito di marmo sul pavimento dell'Oratorio su disegno di A.Viligiardi. Santo Antonio guarisce la gamba staccata-1891-

199


altare con ciborio e reliquiari

200


addobbo in legno intagliato, dorato e argentato usato per la pratica religiosa detta ÂŤle quarantoreÂť

201


Contrada della Tartuca

a sinistra e a destra: particolari oggetti religiosi presenti nel Museo

200


addobbi floreali in legno decorato

statue di Santi

203


VOCI dalle CONTRADE

antichi sai

204


Contrada della Tartuca

a destra e sotto: sala delle Assemblee.Affresco di Enzo Cesarini (1963) raffigurante la cacciata degli spagnoli del 1552. A sinistra. particolari dal Museo


VOCI dalle CONTRADE

sopra: stemma della Contrada e a destra: Palli vinti ed esposti nel Museo - particolari palio del 3 Luglio 1836

206


VOCI dalle CONTRADE

palio del 16 Agosto 2004 autore Igor Mitoraj

207


Contrada della Tartuca

particolare Palio del 16 Agosto 2004

208


particolare Madonna palio del 16 Agosto 2004

palio del 16 Agosto 2010

209


palio del 2 Luglio 1991 autore carlo Pizzichini

210


Contrada della Tartuca

particolare di palii 4 Luglio 1886 e 16 Agosto 1886 puntale testa della Madonna

211


particolare dei palii del 16 Agosto 2010 e del 2 Luglio 1967

212


palio del 16 Agosto 2002- autore Ferdinando Botero

Palio del 2 Luglio 1972 e palio del 16 Agosto 1994

213


particolare dei palii del 16 Agosto 2002 e del 16 Agosto 1994

214


215


Contrada della Tartuca

sopra. teca con zucchini e giubbetti a sinistra: palio del 2 Luglio 1972 in formelle sbalzate

216


VOCI dalle CONTRADE

particolari di interni con cavallini e pubblicazioni contradaiole

223


masgalano

218


Nobile Contrada dell’Oca

La Contrada ha il titolo di "Nobile",

Santa Caterina, in cui si trova la sua prima

conferitole dalla Civica Magistratura di

statua attribuita a Michel Fusin, artista

Siena il 23 marzo 1846, per via del valore

francese. La testa di santa Caterina da Siena

riconosciuto ai suoi soldati in occasione

è custodita a San Domenico. Nel vicolo di

delle battaglie di Montemaggio (1145) e di

Sant'Antonio, dove ora si trova una stanza

Montaperti (1260). Altro motivo fu quello

del museo, c'era una chiesa proprio dedicata

della costruzione, a spese della stessa

a lui. La bandiera più antica che si trova nel

contrada, dell'acquedotto detto "dei

museo risale al 1800. L'Oca è la contrada con

bottini". L'Oca ha il primo oratorio delle

più vittorie nella storia del Palio di Siena (65

contrade, quest'ultimo è dedicato a Santa

successi dal 1644 ad oggi). Quella fra Oca e

Caterina da Siena, protrettrice della

Torre è l’unica rivalità fra Contrade non

contrada. Questo oratorio fu costruito nel

confinanti ed è sicuramente la più accesa e

1870 dalla famiglia Benincasa. La statua di

sentita. Stabilire i motivi di una tale

Santa Caterina fu la prima ad essere inserita

inimicizia non è semplice: presumibilmente

nell'oratorio. Il National gallery di Londra

liti dovute ad interessi economici divergenti

la chiese in prestito per una mostra dedicata

degenerarono dando vita ai primi rancori,

al 400. La statua, dopo il Palio del 16 Agosto

poi consolidatisi in una reciproca lotta per la

2007 vinto dall'Oca partì per l'inghilterra.

supremazia cittadina.

La stanza accanto all'Oratorio è dedicata a

sopra: particolare scultura di Massimo Lippi

219


VOCI dalle CONTRADE

interno oratorio con il palio del 2 luglio 2011

220

VOCI dalle CONTRADE

Istituto Comprensivo Scuola secondaria di 1° grado «San Bernardino da Siena»


Oratorio di Santa Caterina in Fontebranda

221


particolari del Palio del 2 Luglio 2011

222


223


Nobile Contrada dell’Oca

statua di Santa Caterina

224


VOCI dalle CONTRADE

montura di rappresentanza interni del Museo

223


sculture di Massimo Lippi

226


Nobile Contrada dell’Oca

oggetti sacri, busto di Santa Caterina vetrata,calice particolare di scultura di Massimo Lippi

225


VOCI dalle CONTRADE

particolari di scale e grotte interni Museo

228


teca con 17 fantini e cavalli

229


Nobile Contrada dell’Oca

panoramica di vari Palii vinti

230


Palio del 16 Agosto 1977 e del 2 Luglio 1984

Palio del 16 Agosto 1968 e del 21 Settembre 1969 (conquista della luna)

231


VOCI dalle CONTRADE

sopra: particolare palio del 2 Luglio 1996 a destra: cavallini in legno

232


plastico in legno realizzato da Pietro Marchetti per il concorso al monumento di Vittorio Emanuele II-Vittoriano-altare della patria- classificatosi secondo

233


VOCI dalle CONTRADE

sopra: interni del Museo a destra: particolare del plastico

234


Nobile Contrada dell’Oca

particolari di Palii

233


particolari Palio del 2 Luglio 1999

236


VOCI dalle CONTRADE

interni Museo

235


interno di Museo con quadro di fantini e grotta di tufo

238


Nobile Contrada dell’Oca

primo piano di scultura cavallo in legno sullo sfondo Palio del 17 Agosto 1909 e bandiera

237


particolari statua lignea cavallo

240


Sala delle vittorie con il tavolo della dirigenza

241


Nobile Contrada dell’Oca

interno Sala delle vittorie a destra: Palio del 2 Giugno 1861

242


VOCI dalle CONTRADE

tre antichi giubbetti e una antica montura


interno con i Palii del 16 Agosto 1934 e 16 Agosto 1931

244


Contrada Priora della Civetta Una civetta con la corona poggia su un ramo e a

sua più acerrima nemica , il Bruco , la Giraffa , il

lato due iniziali U come Umberto I di Savoia e

Drago ,l’ Oca e la Selva , tutte queste contrade

M come Margherita , il campo è nero e rosso

perché è posizionata proprio nel cuore della

scuro con liste bianche .

città.

Questo è lo stemma della contrada priora della

La sua società si chiama Cecco Angiolieri dal

Civetta . Alla fine del 1800 ospitò la riunione dei

nome del poeta senese che nacque e visse a

priori di tutte e 17 le contrade che volevano

Siena nella seconda metà del 1200.

porsi come difensori delle tradizioni paliesche

Fu la prima contrada a vincere un “cappotto

e da allora alla Civetta rimase il titolo di priora.

“nel 1761, ha corso e vinto anche dei pali con le

Nel castellare degli Ugurgieri c’è una

bufale e addirittura nel 1581 un palio cosiddetto

fortificazione risalente al XIII secolo : è la sede

alla lunga. Il suo primo palio risale al 1664 e

della contrada che scelse la civetta come

l’ultimo al 2014.

animale sacro

a Minerva. La chiesa di San

Cristoforo che si trova nel suo territorio fu sede del governo di Siena prima che fosse costruito il palazzo comunale ,fu proprio in questa chiesa che fu decisa la guerra contro Firenze. La Civetta confina con la Torre, il Leocorno che dagli anni 50 di questo secolo è divenuta la 245


VOCI dalle CONTRADE

bandiera

246


Contrada Priora della Civetta

lupa senese civetta in marmo


vari tipi di bandiere

248


VOCI dalle CONTRADE

interni Museo grotta in tufo

249


250


particolari immagini di palii del 2 luglio 1830 e 16 Agosto 1938 e stemma bronzeo centenario del magistrato delle Contrade 1894-1994

251


particolari Palio del 16 Agosto 2009

252


particolari Palio del 16 Agosto 1976 e del 2 Luglio 1979

253


Contrada Priora della Civetta

Palio del 4 Settembre 1960 e masgalano

254


VOCI dalle CONTRADE

particolare dell’affresco interno al Museo di Bruno Marzi sala del fonte battesimale civetta sbalzata in rame


particolari di vecchie monture e statua lignea

256


257


Contrada Priora della Civetta

particolare del Palio del16 Agosto 2014

258


particolare di Sant’Antonio da Padova posto sull’altare dell’oratorio a lui dedicato

259


Palio del 16 Agosto 2014 e particolari

260


261


antica pubblicazione sul Beato Bernardo Tolomei

262


Contrada del Leocorno

La contrada ha per stemma un unicorno

Nella sua sede storica è conservata una piccola

rampante su uno sfondo d’argento bordato di

campana che si racconta sia stata la Martinella

azzurro, infatti la sua corporazione è quella

del carroccio fiorentino sconfitto dai senesi nel

degli orafi. Si dice che il corno dell’unicorno

1260 nella battaglia di Montaperti. Il suo

fosse una panacea e che quel corno fosse quello

Oratorio è la chiesa di San Giovannino della

dei narvali ,una specie di cetacei. Infatti nel

Staffa che sorge sulle rovine di un antico tempio

museo è conservato un vero corno di narvalo.

di Giove. Lo stile della chiesa è barocco e vi si

Anticamente questa contrada era chiamata

ammira un pregevole coro ligneo.

unicorno o liocorno

.Oggi i contradaioli la

chiamano con il nome LECO. La casa del cavallo che sarebbe poi la stalla si trova in via di Follonica

una delle vie più

importanti e affascinanti del territorio che prende il nome dalle famose Fonti di Follonica. La prima vittoria risale al 1611 quando il palio si correva con le bufale e l’ultima al 2007 con il fantino Scompiglio. La sua rivale è la Civetta e confina con la Torre,la Giraffa, la Civetta,il Nicchio e il Valdimontone. 263


VOCI dalle CONTRADE

interno Oratorio di San Giovanni Battista in Pantaneto

264


VOCI dalle CONTRADE

particolari Oratorio

265


angeli su volta

266

battesimo di GesĂš


cartiglio scolpito con angeli

267


gualdrappa

268

particolare del Palio del 16 Agosto 1995


Palii del 2 Luglio 1919, 16 Agosto 1920 e 2 Luglio 1929

269


Contrada del Leocorno

particolari di monture anno 2000

270


particolari di ricami di monture

primo piano di dente di narvalo nella forma che ha dato origine al mitico unicorno

271


Contrada del Leocorno

particolari di monture del 2000 e stucco di parete


particolari leocorno in bronzo,sedia tamburo e sella soprallasso

273


VOCI dalle CONTRADE

sopra. elmi da parata a destra: statua della madonna con vesti ricamate

274


particolari palii del 2 Luglio 1919 e del 2 Luglio 1993

275



a sinistra: particolari di Palii sopra: arcione sella soprallasso con stemma

277


Contrada del Leocorno

278


VOCI dalle CONTRADE

particolari Palii 16 Agosto 1980 , 2 Luglio 2001 e 2 Luglio 1983

279


280


Contrada del Leocorno

particolari di monture del 1955 e 2000

281


masgalano

282


Contrada della Lupa L’oratorio della Contrada della lupa è situato in

una notevole serie di vittorie e attirando

Via di Vallerozzi, dedicato al patrono della lupa

l’attenzione delle altre contrade, specie della

(lo si celebra il16 Agosto).

Torre, che all’epoca era la “nonna”.

Costruito nel XVI secolo, venne concesso alla

Prima della nascita dell’accesa rivalità fra Lupa

lupa nel 1789.

e Istrice, queste due

Di lato vi è posta una colonna lupata, donata

addirittura alleate.

dal Comune di Roma.

Furono delle banali questioni di confine negli

Di fianco all’oratorio sorge la sede museale

anni 30, a far nascere i primi dissidi.

della contrada.

Grazie alla presenza nel proprio stemma della

Alla lupa sono attribuite 37 vittorie, l’ultima è

lupa con i gemelli Romolo e Remo, la Contrada

stata ottenuta il 16 Agosto 2018.

è gemellata con la città di Roma.

Secondo il Bando di Violante di baviera (1730)

Caratteristica è la fontanina che si trova

relativo alla nuova divisione dei confini delle

all’entrata del museo, costruita in vari livelli

Contrade, il territorio della Contrada della lupa

dove in alto c’è una lupa che rivolge lo sguardo

confina con le seguenti Contrade: con il Bruco,

verso il cielo.

Contrade erano state

alla porta ovile, in via di Vallerozzi, nella Piazza dell’Abbadia e nella Piazza Salimbeni, con il Drago in via Montanini, con l’Istrice in via Montanini, in via Garibaldi e nella Piazza del sale. Negli anni trenta Aquila, Drago, Lupa e Montone effettuarono una stretta alleanza chiamata “Piccola Quadruplice”, conquistando 283


VOCI dalle CONTRADE

interno Oratorio di San rocco altare maggiore

284


Contrada della Lupa

panoramica dell’Oratorio volta dell’Oratorio


mensa altare

286


organo del 1878

287


VOCI dalle CONTRADE

San Rocco

288

affresco di Ezio pollai madonna di Fontenuova

bandierone del 1955


Contrada della Lupa

quadro con cavallini antichi manoscritti


arredi sala monture e tamburi

290


Contrada della Lupa

particolari di monture

291


stemmi di famiglie

292

teca con zucchini


VOCI dalle CONTRADE

sopra: interno sala del Cappellone a sinistra: statua di San Rocco

293


affresco di san Rocco

294


particolari affreschi del soffitto

295


ingresso sala delle vittorie con scala

296


Contrada della Lupa

antico braccialetto interni

295


sopra: vari palii e particolare del palio 2 Luglio 1945

298

colonna con lupa


Contrada della Lupa

299


VOCI dalle CONTRADE

Palio del 2 luglio 1973

300

Palio del 18 Agosto 1907

peretta per corse con cavalli sciolti


Contrada della Lupa

vetrine con arredi sacri Palii del 2 Luglio 1973 e 2 Luglio 1989


antiche monture

302


VOCI dalle CONTRADE

Palio del 2 luglio 1989 e particolari

303


304


a sinistra: masgalano, antiche monture, lupa marmorea

sopra: particolare antica corazza Duce

305


masgalano

306


Nobile Contrada dell'Aquila La contrada dell’Aquila ha la bandiera con

Nel palio del 16 agosto 1957 nell’Aquila ci

l’animale a due teste,

corse un fantino donna che si chiamava

privilegio concesso

da Carlo V nel 1536, insieme al titolo di

Rosanna bonelli detta Diavola o

Nobile perché era il simbolo dell’impero

rompicollo, vinse tre prove, ma per il palio

degli Asburgo.

cadde al secondo giro.

Dal 1600 al 1718 partecipò solamente alle

In una sala del Museo c’è una teca di grande

corse con le bufale e rischiò di essere

valore dove ci sono ben 15 giubbetti

assorbita dalle contrade vicine. Rientrò in

vittoriosi delle altre contrade dal 1905 al

Piazza e vinse il 2 Luglio 1719.

1932, mancano solo Civetta e Selva.

Questo palio è l’originale più antico tra

La società si chiama il Rostro come il becco

quelli conservati nei musei di tutte le

affilato dell’animale rapace.

contrade.

L’oratorio è dedicato a san Giovanni

La sala delle vittorie si trovava prima nel

Battista della congregazione dei tredicini, e

territorio dell’Onda, ma poi vennero fatti

nell’altare è esposta l’immagine del santo

nuovi locali accanto alla sua chiesa, dove

patrono che è il Santissimo nome di Maria,

all’esterno una lapide di bronzo ricorda il

mentre la fontanina battesimale si trova in

gemellaggio con la città abruzzese

Piazza Postierla.

dell’Aquila. All’interno sono conservati i costumi delle comparse di varie epoche, arredi sacri e la colonna in pietra serena completa di portabandiera con la data del 1487 che era inPiazza Posterlia. 307


VOCI dalle CONTRADE

Palio del 16 Agosto 1988

308


Sala delle Vittorie con i Palii vinti

309


particolare dei cavalli del Palio del 16 Agosto 1988

310

Palio del 16 Agosto 1988


lato destro Sala delle Vittorie

311


Nobile Contrada dell'Aquila

sala delle Vittorie Palii del 2 Luglio 1956 2 Luglio 1959. 2 Luglio 1965 e antiche bandiere

310


VOCI dalle CONTRADE

arredi Sala delle Vittorie- montura-piatto da palio e porta bandiera-stemma

313


Nobile Contrada dell'Aquila

Oratorio di San Giovanni Battista dei tredicini

314


altare particolare del tabernacolo

315


interno Oratorio

316


crocifisso bronzeo

piviale

317


VOCI dalle CONTRADE

antico elmo con monture

316


Nobile Contrada dell'Aquila

particolare del Palio 2 Luglio 1939

sala con manoscritto e i palii del 2 Luglio 1837 e 2 Luglio 1719

giubbetti vittoriosi di 15 contrade che vanno dal 1905 al 1932, mancano soltanto quelli della Civetta e Selva

319


particolare palio del 2 Luglio 1931

320

corsa con cavalli sciolti del 17 Agosto 1887


particolare palio del 2 luglio 1939

321


Palio del 2 luglio 1719

322

particolare


Nobile Contrada dell'Aquila

sopra: interno Museo con la colonna di Piazza Posterla a sinistra: passaggio per grotta

323


sala con antiche monture e stemmi di protettori, a destra: monture e particolari

324


325


quadro con cavallini

326


Contrada di Valdimontone

Il nome Montone compare già dal 1084

con ubicato il museo storico dove sono

quando un cavaliere,Montone Piccolomini

conservate le antiche monture, manoscritti

costruì un castello dove ora sorge la basilica

e libri dei verbali, di cui il più antico risale al

dei Servi, ma si narra anche che Montorio

1686.Nella sala delle vittorie appesa al

centurione romano fu mandato a Siena da

muro c’è la coda del cavallo Brandano che

Romolo, per catturare i nipoti ribelli Senio e

vinse il 13 Settembre 1986. la stalla del

Ascanio. La società della contrada infatti si

cavallo si trova in Piazza Alessandro

chiama Castelmontorio.

Manzoni.

Insieme alla Chiocciola che ha vinto a

La fontana del Montone è l’antica fonte di

Firenze il 29-09-1856,il Montone ha vinto

San Maurizio al ponte di Romana.

l’altro Palio dei due corsi fuori Siena, a

La protettrice della contrada è la Madonna

Lucca il 14 Settembre 1756, mentre il più

del buon Consiglio e la sua festa è il 26

vecchio palio conservato nel museo è quello

Aprile.

del 2 Luglio 1746.

La sua immagine è conservata sopra l’altare

I colori di questa contrada sono il rosso e il

nell’oratorio della santissima Trinità.

giallo listati di bianco, però il fantino indossa un giubbetto rosa listato di giallo e bianco, per non confondersi con quello della Chiocciola. Il Montone ha due grandi locali, la sala delle vittorie dove sono conservatii palii vinti insieme ai giubbotti e agli zucchini, e dove vengono fatte le assemblee, e la ex chiesa di San Leonardo 327


VOCI dalle CONTRADE

particolari Oratorio della Santissima TrinitĂ

328


Contrada di Valdimontone

interni Oratorio


VOCI dalle CONTRADE

quadro della patrona la Madonna del Buonconsiglio anno 1757 interno Oratorio


lampada del XVII secolo in ottone

crocifisso bronzeo anno 1577 di Prospero Antichi

331


Contrada di Valdimontone

parete oratorio affresco di Raffaello Vanni volta: putto con 3 corone


particolare della volta, angelo


Contrada di Valdimontone

volta di Ventura Salimbeni, angelo in stucco

334


parete oratorio affresco di Giuseppe Nicola Nasini

335


VOCI dalle CONTRADE

particolari interno con bandiera, Cristo e putto

336


caratteristico organo ad ala o in diagonale prima metĂ del 1700

337


Contrada di Valdimontone

ingresso Sala delle vittorie con teca e scala


VOCI dalle CONTRADE

interno particolari


bandieroni 1928 e 1904 a destra. scorcio della passarella

340


Contrada di Valdimontone

giubbetti vittoriosi e antica bandiera

341


VOCI dalle CONTRADE

scorcio della passarella interni sala delle vittorie con due aste e Palio del 16 Agosto 2012


Contrada di Valdimontone

Palii del 2 Luglio 1977 e del 2 luglio 1982

sopra: Palio del 2 Luglio 1879 sotto: 17 Agosto 1884, corsa alla tonda di cavalli sciolti

sala delle vittorie pavimento rialzato

343


scorcio sala vittorie con Palii

344

montone in terracotta


particolari dei Palii


sala delle vittorie sullo sfondo tavolo della dirigenza

346


VOCI dalle CONTRADE

teca con gli zucchini vittoriosi

montura Duce 1955

finimenti soprallasso

347


sala delle vittorie-costumi e cavallini

348


Museo storico San Leonardo

349



Museo storico San Leonardo entrata

351


Contrada di Valdimontone

antiche monture del 1928 e scala elicoidale

352


particolari di antica bandiera e monture

353


particolare interno visto dalla scala elicoidale

354


arredi e costumi piatto del palio comparsa 1981 gualdrappa arrcione sella

353


Contrada di Valdimontone

particolari di tamburo e calzamaglie del 1981

354


organo a canne anno 1820- Museo storico ex chiesa di San leonardo

357


particolare interno

358


Imperiale Contrada della Giraffa

l'Imperiale Contrada della Giraffa è situata

basilica di Provenzano. Qui vi si trovano dei

sotto alla Chiesa di Provenzano.

palii veramente importanti dipinti da artisti del

Questa contrada venne fondata dalla

livello di Guttuso,Vespignani ed altri

compagnia di San Pietro Ovile di sopra.

altrettanto famosi. Non a caso l'arte che si

L'Oratorio è molto amplio, rispetto alle altre

praticava nel territorio di questa contrada era

contrade, e, come spesso succede, possiede un

quella dei pittori!

organo antico ancora funzionante,

Il primo Palio vinto risale al 1655 mentre

precisamente del 1771.

l'ultimo risale al 2 luglio 2017.

Lo stemma della contrada rappresenta una

La Giraffa confina con il Leocorno,il Bruco e la

giraffa tirata da un moro in abiti arabi ed un

Civetta e attualmente non ha più contrade rivali

nastro azzurro con la scritta UMBERTUS I

dopo aver fatto la pace con il Bruco nel 1996 .

dedit in campo rosso e bianco.

E’ la contrada che ha vinto più masgalani, 10.

Questa contrada non ha solo il titolo di Imperiale grazie al palio vinto nel 1936 dedicato all' impero,ma è anche reale e repubblicana sempre per le vittorie del 1887 alla presenza del re Umberto I e del 1946 quando nacque la repubblica italiana. Oltre ad avere 3 titoli onorifici la contrada ha anche conquistato 3 cappotti rispettivamente nel 1807-1897-1997. Il suo museo è situato nella cripta della 359


VOCI dalle CONTRADE

sopra:scultura in terracotta di Pierluigi Olla a destra: particolare della fontanina battesimale

360


interno societĂ

361


Imperiale Contrada della Giraffa

sopra: altare laterale a destra: gruppo di bandiere

362


Oratorio Chiesa del Suffragio con immagini della Madonna del Fosso

363


VOCI dalle CONTRADE

altare laterale altare maggiore


Imperiale Contrada della Giraffa

particolari Oratorio


sala delle vittorie e Palii

366


367


VOCI dalle CONTRADE

scultura con cavallo di Pierluigi Olla

368

Palii del 24 Settembre 1967 e 2 Luglio 2004


Palii del 16 Agosto 1971 , 16 Agosto 1983 e 2 Luglio 1990


Palio del 2 Luglio 1970

370

Palio del 16 Agosto 2011


Palii del 16 Agosto 1971 autorei Renato Guttuso,16 Agosto 1983, 16 Agosto 1986 e 2 luglio 1990

371


stemma del Comitato amici del palio

Palio del 16 Agosto 1997, autore Marco Borgianni-50° anno fondazione Comitato amici del Palio

372

particolare delPalio del 2 luglio 1997


particolari monture

corazza del Duce

373


Imperiale Contrada della Giraffa

particolari di antichi Palii e montura

374


particolari sala delle vittorie

375


Palii del 24 Settembre 1967 e 2 Luglio 2004

376


bozzetto del Palio del 24 Settembre 1967 l’originale fu trafugato

Palio del 2 luglio 1970

377


particolare del palio del 16 Agosto 2011 ricamato

378

sala vittorie particolare


VOCI dalle CONTRADE

antico manoscritto masgalano

379


braccialetto

380

retro Palio del 16 Agosto 1997 dedicato al 50° del Comitato amici del Palio


antiche monture

381


Imperiale Contrada della Giraffa

particolare cavallo Palio del 16 agosto 1971 -autore Renato Guttuso

382


Fontanine delle Contrade

383


VOCI dalle CONTRADE

A partire dal secondo dopoguerra si è sviluppata l'usanza del

va sotto il letto dove doveva avvenire il parto. Così facendo il

battesimo contradaiolo. Non si tratta di un battesimo religioso

nascituro veniva al mondo proprio sulla terra della sua contrada.

bensì di un battesimo laico, che ha lo scopo di "sacralizzare"

Oggi, con il battesimo contradaiolo i bambini, nati quasi sempre

l'appartenenza perpetua alla propria contrada. È un'usanza

fuori dalle mura, possono appartenere alla contrada dei genitori

relativamente recente (1947) che ha trovato terreno fertile ed ha

senza problemi. I battesimi contradaioli si tengono una volta

assunto piena cittadinanza tra le tradizioni senesi. I giovani e gli

all'anno, in corrispondenza con i festeggiamenti del patrono della

adulti mai battezzati in precedenza sono ammessi al rito. Ogni

contrada, durante la "Festa titolare della Contrada". Si occupa dei

contrada ha creato, nella seconda metà del XX secolo una "fontanina battesimale" nel territorio del rione. Questa forma di appartenenza è stata introdotta all'interno delle Contrade per via dello spostamento della popolazione dal centro storico alla periferia, e della costruzione dell'ospedale fuori dalle mura cittadine e quindi al di fuori dal territorio di qualsiasi contrada. Infatti, anticamente era contradaiolo chi nasceva nel territorio di una contrada. Tutti a quel tempo nascevano in casa e le case si trovavano nel centro storico. Il problema sorgeva quando un

battesimi il Priore della contrada, che bagna leggermente la fronte del bambino con l'acqua della fontanina battesimale della contrada in questione e gli consegna il fazzoletto e una pergamena.Il fazzoletto è un quadrato di stoffa (in origine di cotone, spesso di poliestere, ma anche della più pregiata seta) con i colori ed i simboli di una Contrada. Introdotto nel secolo XX, prima ancora dell'introduzione del "battesimo contradaiolo", non è inusuale trovare contradaioli con bellissimi fazzoletti cuciti, ricamati e

contradaiolo, per vari motivi, abitava in un rione diverso dal suo.

dipinti a mano. Il fazzoletto, per un senese, è uno scampolo di

In quel caso la donna veniva portata a partorire in casa di amici o

Contrada. Lo segue nel corso della vita, dalla nascita fino alla morte.

parenti residenti nel territorio della contrada in cui si voleva far

È un chiaro simbolo di appartenenza e di legame al proprio

nascere il figlio. Se la donna non si poteva spostare per diversi

territorio e, per estensione, alla città stessa. Si tiene generalmente

fattori, si raccoglieva addirittura la terra della contrada e si sparge-

legato intorno al collo, ma si può vederlo indossare in altro modo.

384


VOCI dalle CONTRADE

Sopra e a destra: fontanina della Priora Contrada della Civetta, opera di Fabio Belleschi anno 2007

385


Rione della Giraffa

386

Sopra: fontanina della Giraffa opera di Salvatore Bocci e Pierluigi Olla 1970


VOCI dalle CONTRADE

Sopra: «Rinascita» 1995 opera di Pierluigi Olla Via dei Rossi,123 Bruco a destra: Collegiata di Santa maria in Provenzano


fontanina della Nobile Contrada del Bruco Fonte di San Francesco - opera bronzea di barbicone di Lorenzo Borgogni 1978

388


VOCI dalle CONTRADE

sopra: scultura di Pierluigi Olla 2008 a sinistra: fontanina della Contrada della Lupa- opera di Giovanni Barsacchi ed Emilio Montagnani 1962

389


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a destra: fontanina della Contrada dell'Istrice opera di Vito Consorti 1962

390


VOCI dalle CONTRADE

sopra: scultura della lupa,simbolo di Siena, a sinistra: fontanina della Contrada dell'Aquila- opera di Bruno Buracchini 1963

391


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a destra: fontanina della Contrada della Tartuca opera di Bruno Buracchini 1951

392


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a sinistra: fontanina della Contrada della Chiocciola opera di Fulvio Corsini 1947

393


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a sinistra: fontanina della Contrada dell’Onda opera di Algero Rosi, Vittorio Conti,Alfonso Buoninsegni 1972


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a sinistra: fontanina della Contrada della Pantera opera di Giulio Corsini 1977

395


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a destra: fontanina della Contrada della Selva opera di Vinicio Guastatori 1965

396


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a sinistra: fontanina della Contrada del Leocorno Fonte di pantaneto secolo XV ristrutturata da Carlo Nepi e Francesco Carone nel 1997

397


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a destra: fontana della Contrada del Nicchio Fonte dei Pispini secolo XVI

398


sopra: fontana della Contrada di Valdimontone- Fonte di San Maurizio sec.XIII

399


VOCI dalle CONTRADE

sopra e a sinistra: fontana della Contrada dell'Oca fonti di Fonteblanda sec.XII-XIII

398


VOCI dalle CONTRADE

a sinistra e sopra : fontanina della Contrada del Drago opera di Vito Consorti 1977

401


VOCI dalle CONTRADE

sopra: termine del corrimano scale societĂ elefante a destra: scultura della fontanina della Contrada della Torre opera di Mauro Berrettini 1984

402


Laboratori

403


VOCI dalle CONTRADE Laboratorio settimana pedagogica "Voci dalle Contrade" anno scolastico 2011 Elenco degli alunni partecipanti: Gigli Lorenzo classe IIA; Tanini Tancredi classe IIA , Ceccarelli Francesco classe IIA, Rabissi Costanza classe IIA, Terzuoli Elettra classe IIIG, Nastasi Ginevra classe IIIG, Tanzini Giulio classe II H, Rugi Filippo classe IIH, Bausani Giulio classe IIIA, Minima Spetim classe IIIA, Simonelli Bianca classe IIIA, Bartoli Lorenzo classe IIC, Vannocci Andrea classe IIC, Diana Sara classe IIIG, Verdiani Lucrezia classe IIIG, Polistina Alessandro classe IIIC, Del Casino Sofia classe IIIH, Bartalini Teresa,classe IIIH;

Docenti: Prof.ssa Fantacci Tiziana Prof. gambetti Alessandro

404

A destra e pagine successive: immagini dei lavori realizzati dagli alunni durante la settimana pedagogica ,anno scolastico 2011


405


406


VOCI dalle CONTRADE Labotorio settimana pedagogica "Voci dalle Contrade" anno scolastico 2012

a destra: immagini dei lavori realizzati dagli alunni durante la settimana pedagogica ,anno scolastico 2012

Elenco degli alunni partecipanti: Bello Emma classe IIIA, Guerrini Agata classe IIIA , Mazzocchio Daria classe IIIA, Bucalossi Matteo classe IIIB, Fattorini Marta classe IIIB , Guidotti Ilaria classe IIIG, Lucattini Elisa classe IIIG, Bartoli Margherita classe IIIH, Schiaffino Sofia classe IIIH, Franceschini Leonardo classe IIB, Marchionni Lorenzo classe IIB, Frati Domenico classe IIA, Seazzu Michele classe IIA, Arcuri Giulia classe IIC, Cai Gabriele classe IIC

Docenti: Prof.ssa Fantacci Tiziana Prof. Gambetti Alessandro

407


VOCI dalle CONTRADE

408


VOCI dalle CONTRADE

sopra: le Contrade nei loro terzi

409


VOCI dalle CONTRADE Laboratorio settimana pedagogica "Voci dalle Contrade" anno scolastico 2015 Elenco degli alunni partecipanti: Bello Marta classe IIIA Corsi Sofia classe IIIA Perozzi Giulia classe IIIA Viola Ginevra classe IIIA Lonzi Paolo classe IIIB Terni Sabrina classe IIIB, Racanicchi Mattia classe IIIC Riforgiato Pietro classe IIIC Taddei Duccio classe IIID CiaffarafĂ Mattia classe IIID Bini Emma classe IIIE Di Pasquale Ignazio classe IIIE La Rosa Marco classe IIIE Neri Eva classe IIIE

Docenti: Prof.ssa Fantacci Tiziana Prof. Gambetti Alessandro

410

a destra: immagini dei lavori realizzati dagli alunni durante la settimana pedagogica ,anno scolastico 2015


sopra: cartellone sull'evoluzione dello stemma della Pantera a destra: stemmi vari

411


Lo stemma troncato senese la balzana non presenta figure in campo bensì è diviso orizzontalmente in due parti uguali di diverso colore: quello bianco che sovrasta quello nero. È sormontato da una corona cittadina.Il colore bianco indica modestia, innocenza, semplicità, condono,pudore ,verginità,serenità, calma, perdono.Il nero è l’emblema della morte, dell’amarezza,della sventura, dell’infernità, catastrofi e mistero ma anche stabilità e costanza. Stemma del Comitato amici del palio fondato nel 1947. Scudo bordato in oro con i colori della balzana dove, nella parte superiore bianca sono riportate tre stelle in colore oro, di cui due a sei punte e una a cinque punte che rappresentano i terzi. Ogni punta rappresenta una Contrada

412


VOCI dalle CONTRADE Sofia Corsi 3^A IL PALIO l'origine del Palio risale al 1665. Prima di questa data venivano organizzate delle manifestazioni che venivano chiamate “Feste di mezzo Agosto” come le pugne e la corsa con le bufale. Durante questi giorni si facevano vari giochi tra cui uno chiamato “Palio alla lunga” dove i cavalli correvano scossi ovvero senza fantini e dovevano fare il giro della città. La corsa aveva inizio dalla contrada del Leocorno per giungere fino a Porta Camollia. Nel luglio 1665 nacque il “Palio alla tonda” e i cavalli cominciarono a correre attorno alla Piazza del Campo. La Contrada vincente a Luglio doveva organizzare un'altra corsa ed invitare gli altri Rioni a partecipare che a loro volta decidevano se partecipare con la loro Contrada in base alla loro situazione economica. Nel 1802 venne invece proposto dalla città il primo Palio di Agosto. Il Palio più vecchio ancora oggi conservato risale al 1719 vinto dall'Aquila. Per decidere il regolamento generale della corsa nacque il Magistrato delle Contrade e la prima riunione venne fatta nel 1894 nella Chiesa di San Cristoforo. In questa occasione ogni Contrada ricevette un titolo nobiliare. Eva Neri 3^E LA CONTRADA

posto di ritrovo, una seconda famiglia e un luogo in cui potersi aiutare reciprocamente. Accomuna persone che si riconoscono in idee, valori e colori. Le contrade in antichità, erano divise in base ai mestieri. La contrada nel passato era anche una compagnia militare che serviva difendere la città. Lo stemma che rappresenta il Comitato degli Amici del Palio è in parte quello della Balzana con l'aggiunta di tre stelle in alto. Nella parte alta ci sono tre stelle ( due a sei punte e una a cinque) . Siena era divisa in tre parti rappresentate dalle stelle mentre le contrade sono rappresentate dalle punte ( in totale 17). Ogni contrada ha: una sede, un museo e un motto. Ogni contrada, inoltre, ha come simbolo una bandiera e un tamburo. In tutte le bandiere c'è un animale rivolto verso sinistra tranne la Chiocciola che certe volte è rivolta vero destra, l'Aquila e il Nicchio che sono di fronte. Le Contrade prima erano 23 e all'inizio tutte dovevano avere un certo numero ma con il tempo sei Contrade sono state soppresse per mancanza economica e perché c'erano poche persone che frequentava la Contrada. Ci sono delle Contrade amiche e delle rivali (non bisogna considerare delle Contrade nemiche). Prima il Palio veniva visto dai nobili dalle finestre dei loro palazzi e veniva chiamato Palio alla lunga perché iniziava dalla Chiesa di San Giorgio, nel Leocorno e finiva in Piazza del Duomo. I cavalli erano scossi, poi fu deciso di correre il Palio alla tonda con i fantini. Il primo “vero Palio” fu nel Giugno 1665 e invece ad Agosto il primo fu nel 1802. Una leggenda dice che il re Umberto I era nato a Siena e molto spesso veniva con la moglie regina Margherita a vedere il Palio. proprio per questo nelle bandiere ci sono gli scudetti con le iniziali U e R o altri simboli rappresentanti la casata.

La Contrada è un piccolo stato in cui molta importanza ha il popolo. Può essere considerato come un gruppo di amici, un 413


VOCI dalle CONTRADE

un momento della lezione a scuola dagli esponenti del Comitato Amici del Palio a destra: zucchino e tamburo della Contrada della Pantera

414


Canzoni popolari sul Palio

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VOCI dalle CONTRADE

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La Gipsoteca dell’Onda di Giovanni Duprè

417


LA GIPSOTECA DELLA CONTRADA CAPITANA DELL’ONDA (GIOVANNI DUPRE’) di Pietro Iannone Cosa è una gipsoteca? E cosa raccoglie? Una gipsoteca è un luogo dove vengono raccolti modelli in gesso, che possono successivamente realizzati con vari materiali: bronzo, pietra, marmo, terracotta… Il nome deriva dal greco antico: gypsos – gesso e teca – raccolta (come biblioteca – raccolta di libri). In questo specifico caso raccoglie i modelli di Giovanni Duprè. Come è nata e con quale scopo? La gipsoteca della contrada Capitana dell’ Onda, è stata creata grazie agli eredi di Duprè e grazie ai suoi familiari, che sono riusciti a raccogliere in questo luogo tutti i suoi modelli. Lo scopo di questa gipsoteca è proprio questo, ma è anche quello di ricordare Duprè e il suo stile. Analisi delle opere con informazioni storiche e biografiche di Duprè. In questa gipsoteca si conservano numerosi gruppi di modelli di statue e bassorilievi in stucco, originali di Giovanni Duprè e della figlia Amalia, serviti per monumenti marmorei. I più pregevoli si riferiscono ai gruppi della Politica e della Indipendenza, alle statue del Diritto e del Dovere: tutti modelli per il monumento al Cavour di Torino (Camillo Benso). Le due statue con Giotto e con S. Antonio servirono invece, per i marmi delle nicchie nel Cortile del Vasari agli Uffizi di Firenze. Analisi di “AMORE IN AGGUATO” e confronto con “IL PUTTO”. Tutte e due le sculture hanno le sembianze di un angioletto. Si notano delle nette somiglianze, come per esempio nei capelli, il modo in cui sono rappresentati i riccioli, il modo in cui viene “espressa” la morbidità è molto simile. 418

Anche nella faccia delle due sculture si nota una forte somiglianza, soprattutto nell’ espressione. Perché in nessuna delle due vi è un viso freddo, senza espressività, ma anzi si riesce a capire l’ espressione dell’ angioletto. Il corpo è anch’ esso molto simile, nelle due sculture, soprattutto nella rappresentazione dei muscoli, dove anche se vi è un bimbo, i muscoli sono comunque molto evidenti e dettagliati, soprattutto nella schiena, la parte più visibile.


Il putto ritrovato

419 417


Copyright © 2014 Scuola media San Bernardino Siena anno scolastico 2013/2014 Presenta:

Il Putto ritrovato Ricerche svolte dagli studenti delle classi 3^D - 3^A - 2E sotto la supervisione degli insegnanti Graziella Vecchieschi, Alessandro Gambetti per le foto del Putto e progetto grafico. Si ringraziano per la collaborazione le Prof.sse Tiziana Fantacci, Antonella Marisi ,Laura Moreschini, Anna Mancini. Disegni e scritture creative realizzate dagli omonimi gruppi formati durante la settimana pedagogica con la collaborazione di Alessandro Scali

Classe3^E

Classe 2^E

Classe 3^A

Alessandra Bronzini D'Antona Niccolò Cialdini Matteo Fondi Jacopo Ginanneschi Laura Guasconi Allegra Lazzarotto Margherita Leoncini FernandoMaiolino Bernardo Mario Valeriya Nekit Emma Neri Matilde Pacchioni Giulia Pacciani Consuelo Papei Enea Petessi Edoardo Picchi Diego Profeti Giorgio Provvedi Luigi Rodriguez Francesco Roncucci Caterina Rosi

Bertè Simone Bini Emma Campani Gaia Ceccherini Filippo Chiarapini Elena Cresti Jorge Luis Di Pasquale Ignazio Pio Ese Asad Fornacelli Biancamaria Giamello Giulio Gonnelli Martina La Rosa Marco Leri Virginia Neri Eva Orlandini Samrawit Palomino Vasquez Fabbrizio Secciani Marco Sosa Enrique Andres Tordini Niccolò Tozzi Margherita Virga Laura

Amonov Shahruz Baiano Romy Battente Irene Cantini Martina Ceccherini Lorenzo Cecchi Gaia Cessel Giovanni Filippo Dei Lorenzo Fabbrini Lorenzo Franci Federica Franci Fiamma Franco Costanza Benedetta Lelli Elisa Mariniello Caterina Michelagnoli Agata Nannini Isabella Giovanna Niccolucci Matilde Paccagnini Sara Poli Alice Positano Alice Saracini Alessandra Gaia Stelo Edoardo Yang Jessica Zanda Matteo

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COME ABBIAMO LAVORATO "Il Genio di Tito"è il putto ritrovato: il modello che Sarrocchi realizzò per il Monumento funebre di Giuseppe Pianigiani nella chiesa di S. Domenico. Conservato nei locali della Scuola secondaria di primo grado S.Bernardino è stato l'argomento del nostro lavoro. L'insegnante di Arte, che ha il compito di educare i propri allievi alla consapevolezza del Patrimonio artistico attraverso la fruizione delle Opere d'Arte, può progettare il proprio curricolo pensando di avviare gli alunni a leggere e comprendere il linguaggio visivo della cultura figurativa che esprime contenuti universali, in grado di annullare la distanza spazio temporale tra gli uomini.Nella nostra scuola possiamo ritenerci privilegiati poiché abbiamo potuto assolvere questo compito non solo con le riproduzioni fotografiche, ma studiando un'Opera che ospitiamo negli spazi in cui operiamo.I nostri alunni si sono resi conto che l'Arte non è solo prerogativa dei Musei, ma,in una città patrimonio dell'umanità, occupa spazi inaspettati e inconsueti. Hanno potuto comprendere più da vicino un loro concittadino, che, grazie alla passione e alla volontà, coltivando il proprio talento, ha superato le difficoltà e conquistato l'immortalità. La presenza del "Putto" a scuola non è stata solo l'esempio tangibile dell'attività artistica a Siena nell'800 determinando la scoperta del legame tra i maestri senesi e le grandi personalità del tempo,ma è stata motivo di riflessione ed esperienza di vita.

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Il PUTTO Il Monumento a Giuseppe Pianigiani, realizzato alla metà dell’’800 da Tito Sarrocchi, passa quasi inosservato, collocato com’è , nel transetto della Basilica di S.Domenico e addossato alla parete. Il visitatore infatti, a causa di questo, non ha possibilità di osservare i particolari che lo compongono. La figura del Pianigiani che sovrasta la composizione è attribuita a Becheroni mentre i Putti e le figure allegoriche ( la Meccanica, l’Architettura e la Fisica) sono realizzazioni del giovane Tito che all’epoca aveva poco più di vent’anni. L’Opera fu realizza.ta dal 1855 al 1858 dopo la morte prematura di Enea Becheroni e fu collocata nei pressi dell’ ingresso della chiesa, ma nel 1941 fu spostata nel luogo dove ora si trova. Dai documenti del tempo sappiamo che il Maestro Giovanni Duprè propose, presso la commissione che curava l’ erezione del monumento, di affidare l’incarico al suo allievo prediletto: Sarrocchi. Egli avrebbe dovuto portare a compimento il già avviato progetto di Becheroni apportandovi alcune modifiche. Il successo che lo scultore riportò in seguito a questo lavoro ,gli giovò così tanto, da dargli la possibilità di sostituire in Piazza del Campo perfino La Fonte Gaia di Jacopo della Quercia. Proprio uno dei modelli di gesso dei Putti che si trovano ai piedi della statua del Pianigiani è stato conservato lungamente nei locali della scuola media S. Bernardino. È una figura di bimbo che, tenendo in mano una corona di quercia, con la testa piegata e lo sguardo mesto, si cinge le ginocchia Il modello costituisce la premessa alla realizzazione della statua in marmo, infatti i ‘chiodi’, che vi sono inseriti, sono i punti di riferimento da riportare nel blocco di marmo con un apposito compasso così da guidare lo scalpello dello scultore che, in alcuni casi, può essere anche un aiuto del Maestro. Il fanciullo alla sinistra della figura del Pianigiani è seduto su due gradini; posto di 422

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tre quarti si cinge un ginocchio con le braccia mentre tiene con le mani sovrapposte una ghirlanda di quercia. Frequente è infatti, nelle statue di Tito Sarrocchi, la presenza di questi ornamenti vegetali con significati simbolici: la quercia rappresenta la perfezione dell’esistenza in quanto contiene sia i fiori femminili che quelli maschili. Il suo sguardo, rivolto verso il basso, è triste e pensoso mentre il volto è ruotato rispetto all’asse del corpo. I suoi lineamenti sono dolci e delicati; i riccioli morbidi scendono fino alle spalle con movenze plastiche tanto da ricordare «l’Amore in agguato» di Giovanni Duprè di proprietà del Monte dei Paschi. Al centro della fronte i suoi capelli sembrano legarsi in un nodo che li alza e li sostiene.Il suo profilo presenta lineamenti di proporzioni perfette con le sopracciglia corrugate, le palpebre abbassate,le narici dilatate,quasi respirasse. Ha le guance paffute e il mento morbido. Il piccolo Genio è raffigurato in un momento di pensierosa concentrazione e sembra riflettere sul significato della vita trascorsa del Pianigiani, con mesta rassegnazione. L’ aspetto del suo corpo, quello di un bimbo di circa otto anni, dimostra una conoscenza notevole da parte dell’artista dell’anatomia infantile e delle forme tipiche di quell’età. Nonostante la fragilità del materiale che lo costituisce ha sfidato il tempo e, tutto sommato, non dimostra i suoi centosessanta anni, ma il basamento su cui poggia è fratturato e i chiodi sembrano essere più larghi a causa degli aloni di ruggine che l’umidità ha contribuito a formarsi. Protetto e nascosto in un cunicolo di tufo che si trova tra la scuola e la chiesa della Maddalena, fu riportato alla luce durante alcuni lavori di restauro dalla dottoressa Anna Maria Cardini, dirigente amministrativa della S. Bernardino. Conservato poi, per tanti anni negli ambienti della scuola, è stato identificato da chi scrive. Possiamo supporre che sia arrivato in via Mattioli nel ’45, quando i settantotto 423 417


alunni della Scuola di Arti e Mestieri che poi sarà l’istituto tecnico industriale ‘Tito Sarrocchi’, si trasferirono nei locali dell’odierna scuola media, poiché i loro erano stati requisiti dagli alleati. Dal momento che gli uffici amministrativi restarono in S. Domenico, presso il Convento, ci piace pensare che qualcuno abbia voluto ‘proteggere’ il Putto, nasconderlo, pensando di ‘liberarlo’ alla fine del conflitto. A questo punto ci viene naturale porci delle domande: dove si trova l’altro modello? Fu trafugato o rovinato durante il conflitto mondiale? Forse è per questo che solo il ”nostro” si è salvato? Siamo inoltre convinti che molto ancora ci sia da studiare e da scrivere a proposito della cultura figurativa senese dell’’800, del suo legame con quella fiorentina e quella europea, dell’importanza dell’Accademia di Belle Arti che ebbe come direttore Mussini che sarà poi, maestro dei Macchiaioli e come allievo Cassioli, che conobbe Degas. Lo stesso Tito fu contemporaneo di questi personaggi e fu allievo di Bartolini e di Duprè. La qualità del modello che ci troviamo di fronte dimostra che il Maestro senese meriterebbe di essere più conosciuto e apprezzato dai suoi concittadini. Nonostante le ultime pregevoli Mostre dedicate all’Arte a Siena e al Liberty, molti lo ricordano solo per la produzione di Fonte Gaia e per le sue realizzazioni di Arte funeraria. Ora, in occasione della candidatura di Siena a capitale della Cultura europea, sarebbe interessante scoprire, sottolineare e riconsiderare la sua importanza nel panorama della Cultura figurativa italiana ed europea dell’800. Speriamo che a questo contribuisca il ‘nostro‘ Putto. Graziella Vecchieschi 417


DESCRIZIONE DEL MONUMENTO A GIUSEPPE PIANIGIANI Il monumento in marmo bianco è situato su una base di marmo scuro, al centro di esso si trovano tre donne che siedono su grandi poltrone, divise da colonne doriche, rappresentanti le professioni che esercitava Pianigiani (da sx a dx) la meccanica, l'architettura e la fisica, la scritta sottostante cita "A Giuseppe Pianigiani senese i Toscani". In alto, alla cima del monumento si trovano due putti stesi alla base di una piccola colonna sulla quale è in piedi Giuseppe Pianigiani con in mano un libro sul quale sta scrivendo con un'antica penna e uno sguardo pensieroso.

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BIOGRAFIA DI TITO SARROCCHI Tito Sarrocchi nasce a Siena il 5 Gennaio del 1824 ed è stato uno scultore italiano. Di umili origini, dovette provvedere al sostentamento dei fratelli dopo la morte della madre. Fin da piccolo frequentò il laboratorio che si occupava di restauri del Duomo di Siena, interessandosi in particolar modo alla scultura. Si trasferì nel 1841 a Firenze dove seguì i corsi di Belle Arti con Lorenzo Bartolini e in seguito entrò nella bottega di Giovanni Dupré, suo concittadino. Nel 1852 creò la sua prima opera indipendente, “La Baccante”, e nel 1855 venne scelto per ultimare il monumento a Giuseppe Pianigiani, iniziato dal Beccheroni. Tornato a Siena realizzò molte opere: un “Michelangelo Buonarroti” per Villa Lucarini Saracini, “Il genio della morte”, “Le virtù teologali” e “La visone di Ezechiele” per il cimitero di Siena, il “Monumento Civile ai Caduti” in Piazza dell’Indipendenza e il “Monumento a Sallustio Bandini” in Piazza Salimbeni. Tra le sue opere più famose ci sono anche alcune riproduzioni di opere scultoree antiche sottratte all’esposizione agli agenti atmosferici per preservarle. Muore il 30 Luglio 1900 a Siena.

Tobia (particolare) Cimitero della Misericordia Siena

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BIOGRAFIA DI LORENZO BARTOLINI Si formó all'Accademia di Belle arti di Firenze e fece esperienza anche con la scultura in alabastro. Nel 1799 soggiornò a Parigi ricevendo anche importanti commissioni, come uno dei bassorilievi della Colonna della Grande Armée per Place de Vendôme, che celebrava la battaglia di Austerlitz, e un busto di Napoleone, che piacque molto al generale. Grazie all'interessamento di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, venne nominato professore di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 1807 (nonostante le resistenze dell'ambiente accademico locale) e divenne lo scultore ufficiale della famiglia Bonaparte , per i quali scolpì numerosi ritratti: busti e statue di "Napoleonidi", tra le quali una statua colossale di Napoleone, ormai già imperatore, da collocare a Livorno, ma poi finita a Bastia. Dal 1815, dopo la caduta di Napoleone, tornò a Firenze: non furono anni facili e venne più volte messo all'Indice per le sue idee politiche (di bonapartista) e artistiche, poco consone con il rigido neoclassicismo più accademico, ancora proteso all'imitazione, anche sterile, dello stile di Canova. Alcuni facoltosi stranieri però lo sovvenzionarono e gli affidarono commissioni. Verso il 1818 scolpì l'Ammostatore, un fanciullo in atto di pigiare dell'uva, che si rifà a Donatello e a Verrocchio, con un'attenta osservazione della realtà e un modellato di delicata raffinatezza. Nel 1824 scolpì il gruppo della Carità educatrice, originalmente pensato per una cappella della villa di poggio Inperiale, ma oggi conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Dal 1830 si dedicò alla prestigiosa richiesta dei figli del principe russo Nicola Demidoff di scolpire un monumento in memoria del padre, che si trova ancora in piazza Demidoff a Firenze dal 1871. L'opera composta da cinque gruppi e figure fu terminata dal suo allievo Romano Romanelli. 427 417


La figura migliore è la Beneficenza, interamente di Bartolini. Lo scultore usò una qualità di marmo particolarmente pregiata, lo zuccherino, ma molto fragile, per cui fu necessario coprire le sculture con una tettoia sin dall'epoca. Fu anche docente all'Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1839 e si batté per diffondere uno stile di scultura più legato alla vitalità naturalistica (il cosiddetto purismo) piuttosto che all'idealità accademica. Restò famosa la lezione nella quale presentò agli studenti un modello gobbo, indicandolo, nel suo genere, come un "esemplare". La sua opera più conosciuta ed imitata è La fiducia in Dio(1835), conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano, che si distacca nettamente dalla scultura neoclassica, verso un'ispirazione più naturale. Rappresenta una fanciulla inginocchiata mentre guarda al cielo; si dice che l'idea di una tale posa, oltre che ispirata alla Maddalena penitente del Canova, sia venuta all'artista guardando proprio la modella che si rilassava stancamente dopo ore di posa. La scultura venne richiesta da Rosina Trivulzio Poldi Pezzoli, la cui famiglia aveva già commissionato un busto della Marchesa all'artista, la quale, dopo essere rimasta vedova del marito Giuseppe Poldi Pezzoli nel 1833, vedeva la figura come un'immagine consolatoria del suo abbandono nella fede dopo il lutto. Il marmo ispirò un famoso sonetto al poeta Giuseppe Giusti. La sua ultima opera importante fu il monumento sepolcrale alla principessa polacca Sofia Zamoyski, per la Basilica di Santa Croce , al quale lavorò, coadiuvato da aiuti, dal 1837 al 1844. Nel frattempo scolpì anche la figura dell'Inconsolabile per la tomba Mastiani nel Camposanto di Pisa (1840) e la Ninfa dello Scorpione (1845, oggi al Louvre), che fu grandemente elogiata da Baudelaire. Tra i numerosi ritratti si ricorda il marmoreo Busto del comico Luigi Vestri nella Villa Bezzuoli a Fiesole . 417


Nel 1855 riscosse successo di critica all'Esposizione Universale di Parigi , unico tra gli scultori italiani. L'insieme dei modelli e studi in gesso che erano presenti nel suo studio furono collocati nell'appositamente creata Gipsoteca Bartolini, ad uso degli studenti dell'Accademia di Belle Arti, che oggi fa parte del Musei dell'Accademia altre invece sono custodite nel Museo Civico di Palazzo Pretorio, sua città natale. Fu sepolto nella cappella di San Luca nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze, anche se una lapide in suo onore si trova anche nella Basilica di Santa Croce. Una targa ricorda il suo studio fiorentino in Borgo Pinti .

PURISMO Movimento artistico di matrice romantica così denominato nel 1833 da A. Bianchini, che gli diede poi una precisa codificazione nel 1842, con il Purismo nelle arti. Il Purismo proponeva un ritorno all'arte d' ispirazione religiosa e la rivalutazione dell'arte del Trecento e del Quattrocento attraverso lo studio dal vero come un disegno Fiedrick Overbeck, italia e Germania,1811

volto a rendere la sintesi delle forme naturali. Vi aderirono, tra gli altri, F. Overbeck, T. Minardi, P. Tenerani e lo scrittore d'arte P. Selvatico. I puristi intendevano allontanarsi dall'imitazione dei classici, così ricercata dagli artisti neoclassici. Nazareni - (anche puristi) è il nome di prese un gruppo di pittori tedeschi i quali, venuti a Roma fra il 1810 e il 1815, fondarono nel convento di S. Isidoro una confraternita artistica che si proponeva di restituire al cristianesimo l'ispirazione della pittura e d' imitare i predecessori di Raffaello per arrivare all' eccellenza di lui. Dapprima combattuti e derisi, a poco a poco conquistarono terreno e trovarono seguaci fin dentro la roccaforte del neoclassicismo romano l'Accademia di San Luca. 429 417


BIOGRAFIA DI GIOVANNI DUPRÈ Giovanni Duprè nacque a Siena nella via che oggi porta il suo nome all’epoca chiamata “Via del Malborghetto” nel cuore della contrada capitana dell’onda, figlio di un intagliatore di legno. Giovanni si formò come intagliatore, nella bottega di paolo sani. In seguito si trasferì a Firenze, dove frequentò l’ Accademia di belle arti. L’opera che gli diede fama sin da giovane fu Abele Morente (marmo,1843),modellata quando aveva appena 25 anni. Dopo essersi procurato il materiale necessario e aver affittato un piccolo studio di fronte alla chiesa, individuò al corso dell’Accademia colui che doveva servigli da modello. Antonio Petraidetto il Brina. La lavorazione occupò gran parte del 1842 e i due rischiarono di morire per un incendio causato dalla stufa che Duprè si era procurato. L’intenzione era quella di completare l’opera per l’ esposizione di settembre del medesimo anno, l’obbiettivo fu raggiunto grazie all’aiuto economico fornito da artisti quali Pietro Benvenuti, Aristodemo Costoli, Giuseppe Sabatelli ed Emilio Santarelli. L’Abele riscosse un grande successo di pubblico e fu lodato, da Lorenzo Bartolini e Luigi Pampaloni, ma altri lo criticano aspramente , affermando che Duprèaveva fatto un calco vero, anziché modellare la statua. Arrivò persino a spogliare il Petrai per dimostrarlo, ma l’azione rese invece evidente che le dimensioni del modello non coincidevano affatto con quelle del marmo.

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L’opera fu acquistata dallo zar della Russia e ora si trova all’ Ermitage (una copia in bronzo è alla galleria d’arte moderna di Firenze).per mettere a tacere i malevoli, il conte del Benino, ottimo conoscitore d’arte e sincero amico di Duprè , gli suggerì di eseguire una scultura eretta anziché sdraiata, visto che in città si sosteneva che l’autore dell’Abele fosse capace di riprodurre soltanto figure sdraiate. Fu il onte stesso a finanziare il lavoro. Un anno dopo Giovanni Duprè eseguì così il Caino, scultura eretta a tutto tondo di impostazione più accademica. Oggi conservata all’Ermitage. La produzione successiva dell’artista oscilla sempre verso il Naturalismo , ricercato ed espresso a volte con forme accademiche che evidenziano un’alta qualità tecnica.La casa natale, a Siena, si trova nell’ omonima via a lui dedicata che si apre su Piazza del Campo, costeggiando il palazzo comunale e fa parte di una costruzione risalente al

Siena, Piazza del Campo

diciottesimo secolo, ristrutturata nel secolo successivo e ancora oggi adebito abitazioni private. in questo luogo oggi è ricordata la sua nascita da una lapide,riposa sopra l’entrata principale del palazzo su cui c’è inciso <<Questa umile casa ove nacque Giovanni Duprè onore dell’arte e dell’Italia rammenti ai figli del popolo a che riesca la potenza del genio e della volontà>>

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BIOGRAFIA DI LUIGI MUSSINI Luigi Mussini (Berlino 19 Dicembre 1813-Siena 18 Giugno 1888) è stato un pittore italiano. Figlio di Natale Mussini e di Giuliana Sarti, fratello di Cesare Mussini, studiò all'Accademia delle Belle Arti a Firenze, dove fu discepolo di Pietro Benvenuti e Giuseppe Bezzuoli . Nel 1840 vinse un pensionato a Roma, dove rimase quattro anni a studiare pittura. Si ispirò ai maestri del Quattrocento e nel 1844 aprì una scuola a Firenze: furono suoi discepoli Silvestro Lega e Michele Gordigiani. Nel 1848 lasciò i pennelli per partecipare, come volontario, alla prima guerra d'Indipendenza. Disilluso per l'infelice esito si recò a Parigi dove frequentò JeanAuguste-Dominique Ingres , Hyppolite Flandrin, William Haussoullier e altri artisti. Dal 1852 si trasferì a Siena per insegnare all'Accademia di Belle Arti, dove fu maestro, tra gli altri, di Angelo Visconti, Amos Cassioli,Cesare Maccari, Pietro Aldi e Alessandro Franchi. Luigi Mussini fu anche un buon giocatore di scacchi, particolarmente esperto nella composizione di problemi. Fu il primo classificato degli italiani in un concorso indetto nel 1875 Nuova Rivista degli Scacchi.

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Luigi Mussini Eudoro e Cimodoce Olio su tela, Dim: 314 x 255 cm Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti

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BIOGRAFIA DI GIUSEPPE PIANIGIANI Senese, nasce il 12 maggio 1805, studia Ingegneria a Firenze. L'apprezzata originalità degli studi pubblicati lo conduce alla cattedra di Docente di Fisica presso lo Studio di Pisa, compie nel 1836 un viaggo in Francia e in Inghilterra per documentarsi sulla nuova architettura ferroviaria che si stava allora sviluppando. Entra nel gruppo di ingegneri toscani (Tommaso Bianchi, Luigi Bettarini, Francesco Leoni, Domenico Giraldi, Giuseppe Martelli) che affiancano quelli inglesi (coordinati da Robert Stephenson) nella costruzione della via ferrata Leopolda da Firenze a Livorno e nel 1845, come ingegnere della “Società concessionaria della Ferrovia per Siena”, progetta la tratta che appunto da Siena giungeva ad Empoli, congiungendosi poi alla Leopolda. Nell’ambito della linea, progetta le numerose opere d’arte (viadotti, ponti, gallerie), la Stazione e la Piazza di Colle di Val d’Elsa e la Stazione di Siena presso le Mura medioevali.

sopra: Stazione di Siena disegno di Dei Lorenzo classe 3A

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Il REALISMO E LA CULTURA FIGURATIVA A SIENA NEL XIX SECOLO: RIFLESSIONI Il Realismo è un'altra corrente artistica sviluppatasi all'interno dell'ambito romantico, tratta della vita quotidiana e non ha nè un carattere ideologico, nè filosofico e nemmeno religioso, ma è un vero è proprio decreto di realtà: come se fosse un atto di cronaca , anzichè illustrato con le parole viene realizzato con le immagini. Ha lo scopo di rappresentare la nuda e cruda realtà. Mentre il Romanticismo e il Neoclassicismo esprimono l'arte con la ricerca del bello e la ricerca della passione, i realisti sostengono che il compito dell'arte è di rappresentare la realtà come la vediamo tutti i giorni senza intenti celebrativi. Questo perchè, secondo gli artisti facenti parte di questa corrente artistica, rappresentare la realtà attraverso le opere d'arte significa farla conoscere a tutti. Le opere dei realisti venivano esposti soprattutto ai ricchi affinchè si potessero rendere conto delle condizioni dei poveri. Il Realismo può essere associato al Romanticismo poichè coinvolge la soggettività di chi guarda e anche per il motivo del "vero per soggetto". Un grande esponente dell'arte realista fu lo scultore senese, Giovanni Duprè che nel 1842 completò la realizzazione di "Abele morente" acquistato dallo zar. La scultura originaria è conservata al Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo, mentre il modello in gesso alla Santa Maria della Scala. Quest'opera raffigura Abele disteso contratto dallo spasmo e dalla paura di morire. I volumi sono geometrici, le braccia si possono assimilare a dei cilindri, mentre il busto ad un tronco di cono. La scultura fece un grande scalpore a seguito del suo verismo, si credette per tanto fosse stato fatto un calco di gesso dal vero direttamente sul corpo di un giovane, il che successivamente si scoprì falso. Duprè realizzò anche "Il Sonno dell'Innocenza". La scultura è caratterizzata dalla nudità del .


bambino che esalta principalmente la perfezione neoclassica ed alcuni concetti tratti dall'ideologia purista e realista. Anche il pittore francese Gustave Courbet si dedicò all'arte realista. Nel 1848-49 realizzò il dipinto "Gli Spaccapietre", andato distrutto nel 1945 durante il conflitto mondiale. Luigi Mussini è un pittore nato a Berlino nel 1813. Completò la sua formazione a Firenze e a Roma. Egli insieme ad un allievo svizzero di Ingres, fondò a Firenze una scuola di disegno. Dal 1852 Mussini si trasferì a Siena per insegnare all'Accademia delle Belle Arti, che all'inizio del XX sec. si trasformerà in Istituto d'Arte, dove divenne il direttore dell'Accademia. Lì si formavano i più grandi maestri senesi del 1800. Dalla scuola di disegno di Firenze, invece, uscirono artisti che seguivano una nuova ideologia diversificatasi dall'arte Romantica, quella dei Macchiaioli. La loro sede di riunione era il caffè "Michelangelo" a Firenze. Il termine "Macchiaioli" deriva dalla tecnica utilizzata dai pittori, cioè quella a macchie. Osservavano il riflesso della figura del soggetto da raffigurare in uno specchio, realizzato da uno speciale tipo di vetro (fumè), che esalta le linee di contorno evidenziando le forme essenziali. Questo modo di mettere in rilievo l'essenzialità ricorda il purismo. I massimi esponenti dell'arte macchiaiola furono Silvestro Lega, che dipinse il quadro "La visita" e Giovanni Fattori che dipinse "La battaglia di Megenta". Il quadro "La visita" è ambientato in Toscano, lo si capisce dalla forma della porta e dal pavimento tipico fiorentino. Nel 1824

Lorenzo Bartolini, La fiducia in Dio, 1835, gesso

nacque, a Siena Tito Sarrocchi, da una famiglia di umili origini, perciò fu costretto sin dall'età di 13 anni a lavorare scolpendo le statue per la facciata del Duomo. Giovanni Duprè, suo maestro, nonché grande sostenitore, lo convinse a frequentare le Scuole serali a Firenze, dove Bartolini fu suo insegnante. Lì Tito fu a stretto contatto con l'arte 435


realista, purista e neoclassica. La sua formazione è legata al classicismo e studiò l'anatomia umana. Nel 1855 la realizzazione del monumento funebre di Giuseppe Pianigiani, ingegnere che aveva migliorato la società italiana portando numerose innovazioni in campo tecnologico apprese in Francia e al quale dobbiamo inoltre la realizzazione della ferrovia Siena-Empoli, fu affidata a Becheroni, che però non riuscì nell'intento a causa della sua morte. Di conseguenza l'incarico passò a Duprè, ma nemmeno lui completò la scultura, a causa della sua depressione. Così il lavoro fu affidato a Tito, che dovette rientrare a Siena da Firenze stabilendo il suo laboratorio nelle stanze del convento San Domenico. Negli anni '70 il laboratorio di Sarrocchi, diventò una vera e propria scuola serale, che tentò più volte di unirsi all'Accademia delle Belle Arti. Uno dei modelli per il monumento funebre portato a termine da Tito Sarrocchi, nel 1855, è conservato a scuola. Verso la metà dell'800 Degas per un certo periodo soggiornò a Firenze e a Roma conobbe Amos Cassioli, il pittore ascianese che aveva frequentato l'Accademia senese. In conclusione la cultura figurativa a Siena si sviluppò intorno a varie ideologia distaccatesi dall'arte romantica del tempo, tra cui quella purista, realista e macchiaiola. Possiamo prendere in considerazione anche la possibilità che sia stata proprio l'arte toscana e quella senese, ad aver influenzato quella francese visti gli innumerevoli contatti tra artisti senesi e francesi?

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Giovanni Duprè, Abele, 1842, marmo, Ermitage San Pietroburgo


Giovanni Duprè, Il sonno dell'innocenza, 1844, gesso

Gustave Courbet, Gli Spaccapietre, 1849, olio su tela

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Silvestro Lega, La Visita, 1868, olio su tela, Roma Galleria Nazionale D'Arte Moderna

Giovanni Fattori, La battaglia di Magenta, 1861 - 62 olio su tela, Firenza Galleria D'Arte Moderna

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ICONOGRAFIA DEI MONUMENTI FUNEBRI “A egregie cose il forte animo accendono/le urne dei forti (U. foscolo, I Sepolcri, 151152) La funzione dei monumenti funerari è ricordare i defunti e prendere esempio da ciò che hanno fatto nella vita. Naturalmente il monumento è riservato alle persone che hanno lasciato una buona traccia di sé nell'epoca in cui sono vissuti: si sono messi in evidenza in campo scientifico, artistico, letterario, religioso, politico o umanitario. Nei tempi più recenti anche la tecnologia ha avuto i suoi “campioni”. A seconda del campo in cui uno si è distinto, diversi sono i simboli presenti nel monumento. A partire dal neoclassicismo del Canova, si sommano elementi mitologici (le Muse), narrativi (strumenti di lavoro), religiosi (angeli, crocefisso...). In qualche caso sono riportati simboli dell'appartenenza a un gruppo specifico, come un ordine religioso (il tau per i francescani) o una società segreta (il compasso e la squadra per i massoni).

Il monumento a Silvestro Camerini, opera di Giovanni Duprè.

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SCRITTO SANDRO SCALI Ho avuto l’onore e il piacere di tornare alla Scuola “S.Bernardino” presso la quale negli anni passati ero stato invitato dal Preside, Prof. Bonavitacola, a tenere conversazioni di giornalismo e partecipare alla redazione di un buon numero di pubblicazioni del giornale “Corriamo a scuola”, scritto dai ragazzi delle varie classi e divenuto inserto del giornale “Il Corriere di Siena” che lo ha consentito. Onore più grande l’invito della Prof. Graziella Vecchieschi, con il consenso della gentile Dirigente Prof. Giovanna Rosa, e la collaborazione della Prof. Anna Mancini, insegnante d’italiano, a presentare ai ragazzi della Settimana Pedagogica la “Scrittura Creativa”, un modo particolare di composizione letteraria tesa a stimolare la fantasia e creatività degli alunni che, purtroppo, la nuova “civiltà tecnologica”, attraverso le comunicazioni di massa, in particolare televisione, tablet, cellulari sempre più sofisticati, tende a soffocare e deprimere. Occasione eccellente lo studio e l’opportunità di disporre di un’opera di scultura che la Professoressa Vecchieschi ha potuto trarre dall’oblio della non conoscenza e dimostrare l’attribuzione, direi la paternità, a uno degli scultori senesi più celebri, Tito Sarrocchi. L’opera, un modello in gesso di uno dei putti di marmo che ornano il monumento funebre dell’ingegner Pianigiani, posto all’interno della basilica di S. Domenico, è custodita proprio nella sede della scuola S. Bernardino dopo alterne vicende di periodi travagliati della sua esistenza. Con i ragazzi abbiamo potuto esaminare l’opera nella sua interezza, esaminare e provare le emozioni che essa suscita in chi ha la fortuna di poterla ammirare e godere. Elementi che sono stati oggetto di considerazione e riflessione nei ragazzi, e che hanno permesso loro di esprimerli nei lavori conseguenti. La creatività degli alunni si è poi espressa anche nella serie di elaborati, disegni, collage e pannelli ispirati da racconti in “lingua” senese pubblicati nel libro “L’uomo 440


che volava di notte” tratto dalla rivista “Il Carroccio di Siena”. Qui la fantasia dei ragazzi è stata fervida ed efficace, tanto da suscitare interesse e divertimento in chi li ha potuti vedere. Un modo nuovo di espressione che coniuga letteratura e arte e predispone i giovani a “servirsi” della propria ispirazione e creatività e non soltanto “subirla” dai mezzi della comunicazione di massa. Un esperimento da ripetere e continuare. Sandro Scali

SCRITTURE CREATIVE

Alessandro vita di un bambino infelice Alessandro era un bambino di otto anni. Pochi mesi prima gli morì il padre, mentre stava tagliando la legna. La mamma era una donna povera, depressa e per questo mandò Alessandro in una casa famiglia in San Prospero. Nella casa vi abitavano altri tre ragazzi, che lo picchiavano e lo maltrattavano. Lui tutti i pomeriggi usciva e andava nella Torre, perchè c'era Maria, che lo apprezzava per come era, cicciottello, basso e molto timido. Maria era una sua cara amica, che rendeva le lacrime di Alessandro in felicità, perchè anche lei soffriva per la vita, genitori ... Anche se aveva solo otto anni capiva tutto. La sera veniva bacchettato da Bianca, la sua matrigna, perchè i ragazzi che lo picchiavano dicevano il contrario a lei. Sei anni dopo, lui era ridotto come uno schiavo e la notte di Natale morì di tristezza in braccio alla mamma. 441


Benedetta Angeli 2A Sofia Corsi 2A Ciao, io sono Carlo. Ora vi voglio raccontare la mia storia e i miei sentimenti riguardanti quello che è successo. Sono stato completato da Tito Sarrocchi nel 1850. Quando le truppe tedesche partirono, rubarono tutte le statue più belle, mi salvai con il mio fratellino che non ho più visto. Quando arrivarono gli allievi lasciarono all'interno di un corridoio buio che collegava la scuola San Bernardino alla chiesa della Maddalena. Dopo molti anni arrivarono i restauratori del comune per fare delle ristrutturazioni e trovandomi, mi portarono dentro alla scuola. Io rimasi lì sola e triste con un'espressione che non mostrava né forza né speranza. Gli studenti sprezzanti mi usavano come un appendiabiti, fino a quando arrivò la professoressa che, facendo molte ricerche, capì chi ero veramente e mi identificò. Da quel giorno io fui è più felice dentro, perchè, la mia faccia si mostra pensierosa e triste. Le espressioni delle statue mostrano sempre le emozioni di chi le ha fatte o di colui a cui sono dedicate. Severina Sacco IA Maria Elena Massari ID

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IL PUTTO CHE PARLA

DOPO AVER FATTO LEZIONE NELL’AULA VIDEO ED ESSERE TORNATA IN CLASSE, TI ACCORGI DI AVER DIMENTICATO IL QUADERNO E CHIEDI AL PROFESSORE DI POTERLO ANDARE A RIPRENDERE. QUANDO ENTRI NELL’AULA, PERO’, SEPPURE TU SIA SOLA, TI SENTI OSSERVATA. TI GUARDI INTORNO CON ATTENZIONE E TI ACCORGI CHE AD OSSERVARTI E’ IL PUTTO, NON CREDI AI TUOI OCCHI, MA POI TI AVVICINI E … …e l’ ho guardato stupita, come se avessi visto un drago sputafuoco. Ho esclamato:tu…tu…tu sei vivo? Si, posso parlare, ascoltare e guardarmi intorno, ma non posso muovermi. Mi è stato concesso da Tito Sarrocchi, poiché, quando mi ha scolpito, ha messo dentro di me un liquido magico – che con il tempo si è asciugato - in grado di farmi parlare e ascoltare soltanto una volta ogni cinque anni per un’ora. Sono secoli che non mi vede nessuno durante quell’ora perché non ci sono mai classi che vengono in questa aula. Per fortuna tu sei rimasta. Beh, veramente io sono tornata per prendere il quaderno … oh, no!! Ora ho lezione di aritmetica! Oh vabbè, rimarrò da solo anche questa volta. Tanto ormai ci sono abituato. Sai cosa ti dico? Rimango ancora un po’ qui con te. Mi racconti come era la vita quando ti hanno scolpito? Così mi ha raccontato come vivevano le persone in quegli anni e la storia della sua vita. Poi mi ha chiesto come è frequentare questa Scuola e della mia famiglia. Quando mi sono accorta che era passata un’ora ho gridato: accidenti!! Ho fatto proprio tardi. Che cosa dico alla Professoressa? Non ti preoccupare perché posso aiutarti io. Quel liquido mi ha dato anche poteri sovrannaturali, posso portarti indietro nel tempo senza intaccare i tuoi ricordi come se avessimo parlato per un’ora in sessanta secondi.

Grandioso!! Così ha usato la magia per aiutarmi ad arrivare in tempo. Ho guardato il mio orologio ed era veramente un’ora indietro! Quando stavo per andarmene, però, prima che si ripietrificasse l’ho visto farmi l’occhiolino ed io l’ho ricambiato con un grande sorriso; poi sono corsa in classe trafelata. Biancamaria Fornacelli IIE

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DISEGNI

Disegno di Eva Neri IIE

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Disegno di Biancamaria Fornacelli IIE Monumento funebre marmo 1859 Chianciano,Chiesa della Madonna della Rosa


Il Putto ritrovato

Disegno di Asad Ese IIE Monumento funebre di Giulio Rossi 1867-1863 Siena, Camposanto della Misericordia

Disegno di Virginia Leri IIE Monumento funebre di Giulio Rossi 1867-1863 Siena, Camposanto della Misericordia

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Disegno di Samrawit Orlandini IIE Monumento funebre di Ernesto Siena (part.marmo 1863) Siena Camposanto della Misericordia

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Disegno di Giulio Giamello IIE Monumento funebre di Giovanni Battista Marini,marmo 1874 Pistoia,Cimitero delle Vespine


Disegno di Jorge Luis Cresti IIE

Disegno di Emma Bini IIE

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Il Putto ritrovato

Disegno di Gaia Campani IIE

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Disegno di Simone Bertè IIE Monumento funebre Fontana con tre Titani (particolare) marmo 1866,Castelnuovo Berardenga Villa Chigi Saracini


Il Putto ritrovato

Disegno di Jorge Luis Crestii IIE

Disegno di Marco Secciani IIE

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Disegno di Martina Gonnelli IIE

Disegno di Ignazio Di Pasqual IIE Monumento funebre di Giovan Battista Marini,marmo 1874 Pistoia,cimitero della vergine (particolare)

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Disegno di Laura Virga IIE


Disegno di Niccolò Tordini IIE

Disegno di Elena Chiarapini IIE Monumento funebre di Giovan Battista Marini,marmo 1874 Pistoia,cimitero della vergine (particolare)

Disegno di Alice Poli IIIA


ARTICOLO DI GIORNALE Sarrocchi, Duprè, Pianigiani: un trio formidabile. Artisti senesi collegati dalla stessa strada ferrata. Conosci veramente Siena? Sapresti dirmi chi ha decorato Fonte Gaia? Chi ha progettato la ferrovia della città? È tutto merito di artisti senesi ottocenteschi, le cui opere vengono ammirate da numerosi turisti e dagli stessi senesi: Tito Sarrocchi, Giovanni Duprè (entrambi scultori) e Giuseppe Pianigiani (ingegnere). Ho sempre sentito parlare della ferrovia vecchia a Siena dai nonni e ho scoperto che è stata costruita proprio dal nostro Pianigiani, insegnante di fisica di Tito Sarrocchi e di Giovanni Duprè ed importante esponente dell'ingegneria ottocentesca. Viaggiò in Francia e in Inghilterra per documentarsi sulla nuova architettura che si stava allora sviluppando. È conosciuto per aver progettato la ferrovia che collega Siena a Empoli e le stazioni ferroviarie delle due città. Per ricordare il suo lavoro nella costruzione della ferrovia senese, in viale Mazzini, sulla facciata della vecchia stazione, vi è una lapide. È anche ricordato per aver progettato numerosi ponti, gallerie e viadotti e per aver diretto i lavori della ferrovia Leopolda, che collega Firenze, Pisa e Livorno passando per Empoli, in onore del granduca di Toscana Leopoldo II. Pensate che per festeggiarne l'inaugurazione fu addirittura organizzato un Palio straordinario: vinse la Contrada dell'Oca. Il suo nome è stato dato alla via principale della nostra città, quella che collega Piazza Salimbeni con Piazza Matteotti. Anche se non siamo riusciti a vederla, a causa dei lavori che stanno facendo nella contrada dell'Onda, una lapide nascosta all' angolo della Chiesa di san Giuseppe ricorda questo grande ingegnere dell' ottocento. Si dice che Pianigiani amasse talmente le ferrovie che prima di morire esclamò: ”Che linea! Si va come il lampo”.

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Disegno di Lorenzo Dei IIIA


Per lui sono state realizzate opere da parte di vari artisti: una di queste è un monumento celebrativo di Tito Sarrocchi. Altre sue opere famose sono: la statua di Sallustio Bandini in piazza Salimbeni, la grande Fontana nella villa di Castelnuovo Berardenga e i lavori per la facciata del Duomo di Firenze e per quello di Siena. Il nome Tito Sarrocchi è stato dato ad una strada vicino alla nostra scuola e all' Istituto delle Scienze Applicate, per ricordare la sua grandezza. Sarrocchi ha studiato all' Accademia delle Belle Arti di Firenze con Giovanni Duprè e, tornati a Siena i due scultori hanno realizzato insieme le decorazioni in rilievo di Fonte Gaia, la più famosa è La Madonna con il Bambino in Trono. Giovanni Duprè è ricordato soprattutto per la sua opera Abele Morente; lo scultore ha dato il nome a una scuola elementare e ad una via al centro di Siena.

INTERVISTA DELLA 3^A

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la prof.ssa, scopritrice dell’autenticità del modello,ci racconta… Come si è avvicinata alla scultura? Il mio campo è la pittura, ma ho collaborato all’esposizione di calchi in gesso della scuola Jacopo della Quercia, dopo la stessa iniziativa alla S.Bernardino ho notato il putto. Ho pensato che fosse un modello e non un calco il che è ben diverso, infatti un modello viene fatto direttamente dall’ artista e poi gli allievi realizzano la scultura, ciò vuol dire che ne esiste solo uno al mondo. Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che era il modello di uno dei putti del monumento funebre al Pianigiani in S.Domenico. Devo ringraziare la dott.essa Cardini la D.A che ha salvato l’opera. Perché il putto non si è rovinato dopo 160 anni? L’opera è stata rinvenuta in un cunicolo di tufo della scuola e quindi non umido e nessuno lo ha potuto rovinare. Perché ha capito che il modello è autentico? Un artista,come un cantante il timbro di voce,ha un suo linguaggio e può essere riconosciuto. Perché il putto si trova nella nostra scuola? Ho formulato due ipotesi. La prima è che in seguito all’arrivo degli alleati a Siena,gli allievi del Sarrocchi si trasferirono alla S.Bernardino e portarono con se il putto. La seconda invece potrebbe essere che la statua fu una donazione dal comune alla nostra scuola per abbellirla. Io spero che sia vera la prima,perché se fosse così il putto avrebbe qualcosa in più. Alla fine dell’anno verrà organizzata una mostra sul Sarrocchi e il putto, sempre se si troveranno i finanziamenti.

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Ricerche svolte dagli studenti delle classi 3^D e 3^A sotto la supervisione degli insegnanti Graziella Vecchieschi, Antonella Marisi,Tiziana Fantacci; la Descrizione del monumento a Giuseppe Pianigiani realizzata da Giorgio Provvedi e Francesco Roncucci; la Biografia di Tito Sarrocchi realizzata da Allegra Lazzarotto, Emma Neri e Consuelo Papei; la Biografia di Lorenzo Bartolini realizzata da Edoardo Picchi e Diego Profeti; il Purismo realizzato da Jacopo Ginanneschi e Bernardo Mario; la Biografia di Giovanni Duprè realizzata da Giulia Pacciani e Caterina Rosi; la Biografia di Luigi Mussini realizzata da Edoardo Picchi e Diego Profeti; la Biografia di Giuseppe Pianigiani realizzata da Emma Neri; la Cultura figurativa a Siena nel XIX secolo: riflessioni realizzata da Niccolò Cialdini e Valeriya Nekit; l' Iconografia dei monumenti funebri realizzata dalla classe 3^D Sandro Scali ha curato la presentazione delle scritture creative; i Disegni e le Scritture Creative realizzate dall'omonimo gruppo durante la settimana pedagogica svoltasi alla Scuola media San Bernardino da Siena; l'Articolo di Giornale pubblicato su “La Nazione”; l'Intervista della 3^A alla Prof.ssa Vecchieschi svolta dagli alunni della classe. Presentazione realizzata da: Prof. Gambetti, Laura Guasconi, Valeriya Nekit e Emma Neri ; Disegni realizzati dagli alunni della 2^E e 3^A

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Si ringrazia Il dirigente scolastico prof.ssa Giovanna Rosa per la disponibilità e la comprensione. La Dott. Cardini Annamaria che ha conservato il Putto permettendo alla prof.ssa Vecchieschi di identificarlo. Lo scrittore A. Scali per la sua produttiva presenza durante la settimana pedagogica. Il prof. Alessandro Gambetti per la preziosa collaborazione indispensabile alla progettazione del presente catalogo. Gli alunni per l’impegno e l’entusiasmo con cui hanno lavorato. Si ringrazia il Comitato amici del Palio per la collaborazione alla stesura dei testi nei Musei, Oratori e nelle fontanine delle Contrade di Siena

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