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Pantaleone Rombolà e “l’arte dei semplici”
Ho intervistato Pantaleone Rombolà artista poliedrico nato nella provincia di Vibo Valentia. Insegnante di discipline plastico scultoreee scenoplastiche. Nella sua bottega si occupa di scultura pittura, ceramica, restauro e decorazioni pittoriche. Le sue opere abbracciano diversi stili: realismo, astrattismo, impressionismo e simbolismo.
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D. Raccontaci del tuo primo contatto con l’arte?
R. Il mio primo contatto con l’arte è stato davvero affascinante perché ho percepito delle sensazioni intense che hanno attraversato la mia anima.Ho sempre desiderato realizzare opere che mettessero in evidenza la mia personalità. La creazioni dei miei lavori sono stati per me un miracolo perché i miei occhi hanno colto molteplici sensazioni come se aspettassero da sempre di essere vissute. Questa, penso sia stata la mia vera cura spirituale.
D. La tua prima opera?
R. La mia prima opera è stata un ritratto, un volto daicolori forti. Ho rappresentato un Santo nella sua paca - della postura e sono rimasto affascinato dall’icona del Santo per la sua grande forza emotiva e per aver creato, con la mia semplicità innocente, un’opera dal valore divino che mi ha reso molto felice.
D. Come scegli cosa lavorare o modellare?
R. Dipende dallo stato d’animo in cui mi trovo e soprattutto dal tatto della materia e della sua malleabilitàperché,attraverso i materiali che uso posso esprimere me stesso,dando sempre un tocco speciale che si materializza durante la preparazione sia visiva che emotiva. Quindi malleabilità del sentimento e della passione artistica, che diventa vocazione professionale.
D. Se potessi incontrare un artista del passato cosa gli chiederesti?
R. Avendone la possibilità chiederei: “Quale è il confine tra l’opera d’arte e l’artista dove tutto è invisibile e tutto ricomincia?”.Domanderei quali sono state le sensazioni che ha provato mentre si accingeva a compiere una sua creazione e con quale emozione guardava i confini che lo separavano dalla bellezza universale. Questa è la preghiera perfetta dove Dio concede la grazia ad un artista.
D. Quanto contano per te luci e ombre?
R. Per me queste due cose sono essenziali, perché,la luce che accarezza l’opera è determinante per caratterizzare il momento vivo ed emotivo dell’opera stessa. È una forma di energia radiante, anima e spirito dell’autore stesso. L’ombra invece dà volume,tridimensionalità e forza e aiuta alla comprensione per rimanere salda nello spazio circostante.
D. Da che cosa trai ispirazione?
R. Dal flusso ispirante e dal momento sublime di grazia ed estro artistico, in quanto il mio cammino di fede è molto radicato,quindi cerco sempre di carpire tutto ciò che è semplice ma soprattutto cerco e accolgo tutte le sensazioni del bello e del buono che si trovano in ogni gesto, in ogni incontro e in ogni battito del cuore.
D. Come definiresti il tuo stile?
R. Il mio stile lo definirei Incisivo, perché spazia dal neoclassico al barocco, ma soprattuttosi avvicina allo stile Berniniano. Espressione trascendente, linee sinuose, continue ed aperte sulla riflessioni.
D. Sei un artista multidisciplinare, di cosa ti occupi oltre alla scultura?
R. La mia arte abbraccia, oltre la scultura, la pittura e la musica che sono per me elementi che si collegano in modo sinfonico e fonetico in una tessitura semantica che esprime tutto ciò che è l’arte attraverso il sentimento romantico.
D. Progetti per il futuro?
R. Per quanto riguarda il futuro è in corso la stesura per la pubblicazione di un libro che riguarda la mia esperienza artistica, vissuta sull’arte applicata.L’esperienza sui segni del tempo che attraversano i miei giorni. Poi anche l’esposizione di una personale unitamente ad eventi culturali.
D. C’è qualche esposizione in corso dove possiamo vedere le tue opere?
R. Le mie opere sono perennemente esposte nel mio “Studio Rombo l’Arte dei Semplici“sito in Mesiano di Filandari.
D. Perché hai chiamato lo studio “Rombo l’arte dei Sempici”?
R. Mi sono ispirato alla figura di San Francesco d’Assisi alla quale sono molto legato. Amo il Cantico delle creature che mi fa pensare all’artista immerso nella natura, che non invade, un artista sobrio.
D. “Sfaccettature di donna” è un’esposizione che celebra la diversità e la complessità dell’universo femminile. Cosa vuoi trasmettere allo spettatore con questi ritratti- sculture di donna? Qual è il tuo messaggio?
R. Questa esposizione vuole essere principalmente una riflessione forte per ciò che purtroppo esiste:la violenza sulle donne. È anche un richiamo al mondo contadino, perché queste realtà esistono tutt’ora nelle zone più agreste di tutto mondo. Il mio messaggio vuole essere quello di imparare ad amare ed avere un maggiore rispetto verso noi stessi e gli altri, cercando di esprimere sempre gentilezza e positività.