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RENOIR. L’ALBA DI UN NUOVO CLASSICISMO

Pierre Auguste Renoir (Limoges 1841 – Cagnes sur mèr 1919) è uno dei pittori più amati della seconda metà dell’Ottocento. L’artista ha incontrato il favore del pubblico per il suo manifesto e contagioso amore per la vita, per quella sua particolare energia positiva, spesa fino alla fine con tenacia per l’arte. Ha un temperamento aperto alla ricerca, esuberante e dotato di straordinario talento, rigoroso e ricercatore di nuove forme e orizzonti, impegnato a “forgiare” una mentalità nuova che sarà efficacemente apprezzata dalla generazione successiva alla sua. Renoir è perlopiù conosciuto come uno dei principali esponenti dell’Impressionismo eppure la sua permanenza all’interno del gruppo è breve e nel 1886 scioglierà definitivamente il sodalizio con i vecchi amici impressionisti.

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Fino a giugno inoltrato si possono ammirare i dipinti meno noti al grande pubblico, cioè le opere appartenenti al Renoir più “maturo”, eseguite a partire dal 1882 sino alla vecchiaia. Già alla fine degli anni settanta lo assale una sorta di inquietudine creativa che va via via acutizzrandosi: avverte l’esigenza di un personale riaccostamento al disegno e la necessità di una volumetria della composizione, elementi della pratica e dello studio pittorici abbandonati dal gruppo impressionista a favore di un fugace schizzo coloristico che cattura “l’attimo”. Renoir si riavvicina alla pittura di Ingres e riflette ricercando la sua “strada” che intravvede nello studio e nella rielaborazione dei classici. Riconsidera la lezione dei grandi maestri ammirati al Louvre e decide di intraprendere un viaggio necessario rivolgendosi alla grande arte italiana. Nel 1882 inizia il suo importante viaggio in Italia che rappresenta il suo personale “Tour , come si usava all’epoca, benchè avesse già raggiunto la soglia dei quarant’anni. Questo percorso lungo la penisola è una svolta significativa, un profondo rinnovamento dell’arte di Renoir.

La mostra di Rovigo ha come fulcro tematico la ricerca delle conseguenze dell’impatto della pittura dell’artista francese con l’arte dei nostri grandi maestri rinascimentali e con l’arte antica. Il figlio del pittore, Jean Renoir, celebre regista della Nouvelle Vague, ha seguito i passaggi relativi al Tour del padre collaborando così alla ricostruzione della seconda fase artistica di Pierre Auguste Renoir, curata nell’attuale esposizione che consta di 47 opere.

Le tappe del Tour riguardano Venezia, Padova, Firenze, Roma, Pompei, Napoli, Palermo. A Roma è affascinato dalle opere di Raffaello, lo incanta la bellezza di Capri, e a Palermo va a visitare il Museo Archeologico di arte antica, si sofferma anche davanti alla pittura pompeiana. Renoir rimane incantato dal fascino del Rinascimento italiano, dalla luminosità intensa a cui non è abituato. La sua tavolozza si carica di toni scintillanti e caldi “alla Tiziano”, torna da protagonista il disegno, le forme riprendono volume, la composizione acquista una nitidezza che appaga l’artista e le figure acquistano una monumentalità dovuta all’influenza michelangiolesca. Non è casuale che mentre Renoir dedica maggior tempo alla figurazione gli impressionisti lavorino prevalentemente sul paesaggio. Tra i maestri francesi che sono punti di riferimento per il rinnovamento artistico dell’artista si possono annoverare anche i settecenteschi Fragonard e Watteau. Circa questa fase pittorica il curatore della mostra afferma che si tratta di “un aspetto della sua produzione non abbastanza focalizzato e quella che superficialmente è apparsa a molti un’involuzione era una premonizione di molta pittura che si sarebbe sviluppata tra le due guerre”.

Renoir realizza, già a partire dalla sua giovinezza, molti disegni e studi e ha alla base della sua formazione una solida preparazione classica che agevola il raggiungimento del suo possente stile neorinascimentale.

L’esposizione a Palazzo Roverella mette a confronto le opere della sua ultima stagione pittorica con quelle di artisti italiani come Marino Marini, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Federico Zandomeneghi, etc…

Sulla sua arte Renoir stesso risponde a chi lo interroga: “Vuole che le dica quali sono per me le due qualità dell’arte? Dev’essere indescrivibile ed inimitabile .. L’opera d’arte deve afferrarti, avvolgerti, trasportarti”.

25 febbraio – 25 giugno 2023

Promozione: Fondazione Cassa di Risparmio di Rovigo

-Rovigo

Accademia dei Concordi

Curatela: Paolo Bolpagni

Orario: lun./ven. ore 9-19; sab. e festivi ore 9-20 info@palazzoroverellla.com tel. 0425.4693

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