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INTERVALLI DI CONFINE
MACS del Liceo Artistico “Solimena” a cura di
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Vittorio Vanacore e Rocco Zani
inaugurazione 12 maggio ore 11.00
Espongono:
Lucio AFELTRA - Renzo BELLANCA
Mariangela CALABRESE
Giampaolo CATAUDELLA
Mario CIARAMELLA - Cosimo COLELLA
CUFRINI - Alberto D’ALESSANDRO
Viviana FAIOLA - Anna Maria FARDELLI
Peppe FERRARO - Rosanna IOSSA
Maria LA MURA - Giovanni ODIERNA
Deborah NAPOLITANO - Mario PALMA
Gianfranco RACIOPPOLI - Rosella RESTANTE
Franco TIRELLI - Enzo TREPICCIONE
“Intervalli di confine” è un luogo di intenti anziché un approdo perentorio o quanto meno una destinazione certa. E’ un territorio di congetture, fragile, sagomato su voci e sguardi talvolta senza riparo che si accavallano per incroci inediti o si rigettano per moventi altrettanto inusuali.
L’idea – di Vittorio Vanacore – di accogliere all’interno del MACS le opere di venti autori provenienti da regioni diverse ma confinanti, sembrerebbe il ragionevole tentativo di stendere un resoconto - temporale, linguistico, finanche ideologico – sulla “volontà del dire” di un numero autorevole di artisti.
In effetti la mostra si apre come scatola aperta, contenitore illimite di suggestioni, aspettative, attitudini, ipotesi e rumori. Anche di “regionalità”, naturalmente. Perché ognuno porta con sé – più o meno consapevolmente – il proprio genius loci, quel vincolo di memoria che è, al contempo, motore e pausa, divenire e approdo. E allora il titolo - In- tervalli di confine – mostra paradossalmente, e volutamente, tutta la sua incombente fragilità perché gli artisti (e le loro opere) sono gli unici che attraversano i confini, sopravvivono.
In questo disseminato incedere di materiali, di segni, di sfide e contese, la mostra è soprattutto un “intervallo” di accenti posto ai margini di quel tempo sospeso e spaesante che ha attraversato – di recente – le nostre volontà.
Invero traspare la coscienza – in queste inedite narrazioni – di dover fare i conti non più con una precarietà latente, piuttosto con una dimensione “appiattita” sulle dinamiche imposte dal dolore, dall’intolleranza, dal sopruso. Come se queste fossero le architravi del nuovo tempo.
E per queste immaginare nuovi responsi, nuove e necessarie traiettorie: poetiche e ideologiche.
Rocco Zani