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Galleria Schubert

Angelo de Francisco Mazzaccara

“Città - oltre l’ Immagine“

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A mio padre (Presidente aggiunto on. della Corte di Cassazione) che non voleva un figlio artista e al figlio cha ha sempre creduto nel potere dell’ Arte

“Ai milanesi”

2002 da “Città – oltre l’Immagine” cm 100 x75 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

“Riflessioni in Galleria” 2007 cm 100 x 101,78 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura 1/3

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Ancona

Lecce

Conversano (Bari)

Milano

A.C. Macallesi dal 1927

Acciaieri Vender Milano

Web e Grafica Pubblicitaria

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“Milano – Piazza Duomo, incrociandosi” 2007 cm 100 x 66,42 Stampa Inkjet Epson lucida montata su d-bond Tiratura : 1/3

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Indice 7 Lorenzo Bonini: Angelo de Francisco Artista del nostro tempo 17 Valentina Gentile: Alla ricerca delle radici di Angelo De Francisco. Uno sguardo sulla storia dell’arte 29 Angelo de Francisco intervistato da Giorgio Seveso 41 Le opere: Città oltre l’immagine 73 Dores Sacquegna:identità e storia nel wonderland di Angelo de Francisco

“Navigando per Piazza dei Mercanti” 2008 cm 150 x 99,63 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3

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“Guardando” 2001 da “Immagini in dialogo” cm 50 x 70 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3


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Angelo de Francisco ARTISTA DEL NOSTRO TEMPO di Lorenzo Bonini

Mazzaccara

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“Che piazza!” 2007 cm 70 x 46,49 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura 1/3

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“Al di là della Galleria” 2007 cm 100 x 66,42 foto stampata su carta Inkjet Epson montata su d-bond Tiratura 1/3


Angelo de Francisco, il cui nome è sinonimo di Computer Art, interpreta la forma del nostro tempo e contribuisce al suo sviluppo. Nato a Milano nel 1951 ha conseguito la maturità classica e artistica, quindi ha frequentato l’Accademia di Brera, dove è stato allievo di Guido Ballo. Egli è l’esempio dell’artista dotato di sensibilità verso il futuro, ed è fermo nella sua asserzione secondo la quale sta vivendo in un nuovo Rinascimento, che riceverà grande beneficio dall’unione dell’arte con la tecnologia. Il principale, fra i nuovi strumenti e tecnologie che catturano i cuori e le menti di un numero crescente di artisti, è il computer, la nuova frontiera aperta dal pioniere Andy Warhol, nel campo delle immagini elettroniche che fa nascere l’artista digitale. Ed è giusto dire che la Storia dell’Arte riflette la più grande storia del mondo e che l’arte di ogni tempo è direttamente legata alle caratteristiche del suo periodo, secondo quello che il popolare storico S. Kubler ha chiamato “la forma del tempo”. Questa dimensione del senso comune assume l’aspetto della verità ricordando semplicemente

che Platone non aveva spazio per gli artisti nella sua Repubblica, ma che Leonardo fornì il paradigma dello spirito dell’invenzione e della creatività generando il R i n a s c i m e n t o . Il fascino esercitato dai nuovi mezzi di comunicazione e il bisogno di rinnovamento rappresenta il marchio dell’arte contemporanea; il tempo cambia, l’arte cambia. Dubbioso sul futuro della pittura e sulla sua possibilità di apportare un contributo efficace alle imprese artistiche di acclamati e celebri pittori, de Francisco abbandonò la pittura tradizionale sul finire degli anni ‘90 e iniziò a scattare fotografie, capì che il suo rapporto con la pittura era finito. Da quel momento il mondo della costruzione d’immagini elettroniche fu trasformato per sempre, la tecnologia avanzava giorno dopo giorno, ed è ora considerato in sostanza impossibile seguirne il passo. Queste sinuose e tuttavia austere opere mantengono un tocco sorprendentemente contemporaneo, occupando una posizione importante da lui considerata un Museo di Arte elettronica:

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Io e l’Universo; Della Vita e della Morte; Suonata n° 1 1 - Divagazioni; Suonata n° 12 - il Risveglio; Suonata n° 13 - Tsunami; Suonata n° 14; Medit azioni - Immagini e Pensieri; Suonata n°15 - Ho fatto un sogno . La propensione dell’artista è mettere da parte i suoi strumenti, per usare la più vasta gamma di tecnologia disponibile per creare immagini a lui consone. In verità, molti dei lavori presenti sulle pareti e in catalogo, già esposti in mostre personali e collettive, riflettono l’inventiva e l’irrequietezza di quest’artista del nostro tempo, così come il veloce rinnovamento della tecnologia, capace di convertire le immagini dallo

schermo del computer in opere permanenti. Le opere, anche se stampate, sono sempre estetiche artistiche; risoluto nella sua convinzione che il computer fornisce agli artisti l’opportunità di cambiare continuamente lo stile e l’aspetto dei loro lavori diversamente dai pittori che preferiscono essere conosciuti per il loro stile.

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Angelo de Francisco subisce il fascino dell’aspetto tecnico del suo lavoro, cattura le immagini elettronicamente, le elabora con sapienza fino a ottenere con maestria una rispondenza del tema che si era prefissato, dopo di che le salva su dischi ai quali si può avere accesso tramite il computer. Tuttavia egli, pur apprezzando tutta questa tecnologia, è più incline a discutere sul suo lavoro con il linguaggio di un pittore, con l’interesse dell’artista per il soggetto, per il contenuto e per i normali strumenti quali la trama, il colore, la linea, la forma e il significato. Ecco lo sguardo dissacrante che un uomo del presente proietta sul nostro tempo. Angelo de Francisco vive sull’onda della comunicazione l’impulso poetico di un linguaggio multimediale. Fotografie, graffiti, elementi pittorici digitalizzati, dedicati alla figura dell’uomo oggi e alle sue donne sensuali, elemento collante


“Urban Caos� 2007 cm 70 x 46,49 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura 1/3

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“Piazza Duomo con signora� 2002 cm 100 x 75 Stampa Inkjet Epson lucida montata su d-bond Tiratura : 1/3


che si mescola nel computer per generarsi in un puzzle sempre rinnovato: un tessuto di frammenti visivi in costante progresso, di cui le diverse serie, costituiscono i fotogrammi successivi di un film mentale in virtuale emergenza, inserendosi nella trama densa della sensibilità dell’artista nei confronti del magma emozionale della vita quotidiana della sua città, dei luoghi divulgati, strade, palazzi, piazze e cattedrali, icone locali della Milano da bere consumistica, per giungere alle tematiche di avvenimenti di fatti mondiali, alle guerre e alle torture esercitate dall’uomo sull’uomo, alla fame nel mondo. Tutte queste immagini collage, sono le pulsazioni aleatorie e imprevedibili della coscienza percettiva dell’autore, dove l’oggetto visivo non si rivolge più alla realtà razionale che è stata il suo punto di partenza, ma attinge alla molteplicità degli infiniti desideri di denuncia critica, che

da qualche tempo l’industria del consumismo ha approvato e inventato per la massa degli individui. E’ la manifestazione di uno sfogo vitalista allo stato puro proiettato nell’ampia prospettiva della nostra modernità. Questo brivido di libertà sconvolge tutti i formalismi legati alla persiza retinica dei nostri pregiudizi visivi: ecco lo sguardo dissacrante che un uomo del presente proietta sul nostro tempo.

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“Dormire sognando” 2003 da “Città erotica” cm 120 x 90 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura 1/3


“Strade accartocciate” 2002 da “Città – oltre l’Immagine” cm 150 x 112,5 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

“Milano – incrociando via Monte Napoleone 1°” 2002 cm 150 x 114,05 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Luci su Milano Borsa-Duomo” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Luci su Milano Borsa-Duomo -2” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


“Camminando in Piazza Duomo� 2002 cm 100 x 75 Stampa Inkjet Epson lucida montata su d-bond Tiratura : 1/3

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“Palazzi nelle luci della notte� 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Intrecci di piazze” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

“Correndo per la Galleria “ 2008 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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Alla ricerca della radice di Angelo de Francisco

Uno sguardo sulla storia dell’arte di Valentino Gentile

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“Parlando” 2001 da “Immagini in dialogo” cm 100 x 70,59 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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Alla ricerca delle radici di Angelo de Francisco Oggi il mondo delle immagini è diventato patrimonio integrante del nostro background culturale, quelle immagini che sempre più spesso vengono assurte a simbolo ed icona da imitare e a cui far riferimento. Continuamente ci attraggono, ci bombardano, piombano su di noi in maniera a volte aggressiva, irruenta, violenta, molte altre in modo innocuo e remissivo. Sono la rappresentazione della nostra società come un tempo erano la rappresentazione delle civiltà passate, hanno sempre rappresentato ed avuto un ruolo comunicativo ed espressivo, non solo in ambito artistico, cui viene naturale associarle, ma in ogni settore. Oggi la tecnologia permette una loro riproduciblità infinita, ha espanso i loro confini, ha permesso anche agli artisti di prendere in prestito i suoi strumenti ed utilizzarli. “L’arte si concretizza

in immagini e le immagini sono significanti di qualcosa che sta sotto-dietro-dentro-fuori dall’io”; “l’artista si identifica con loro” ( A . D e F r a n c i s c o ) . Parlare dell’arte di Angelo De Francisco è come parlare della storia dell’arte nel suo complesso, o perlomeno di quella più recente, di quella appartenente ai nostri giorni: è ormai risaputo, quanto piuttosto evidente, infatti, come l’utilizzo di mezzi tecnologici, in particolare della tecnologia digitale, sia prassi sempre più ricorrente nell’arte contemporanea. Il fenomeno appare ineluttabile se consideriamo l’arte come riflesso ed espressione del contesto storico, sociale e culturale in cui l’artista vive, opera e comunica il suo modo di percepire ciò che lo circonda.

Nel secolo della tecnologia e della scienza, come spesso è oggi classificata la nostra società, anche l’arte si è ritagliata nuovi spazi e nuovi contesti: se da un lato, infatti, alcuni artisti continuano a seguire i canoni della cultura figurativa tradizionale portando avanti un

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linguaggio già conosciuto e consolidato, dall’altro molti altri mettono in discussione le esperienze precedenti. abbandonando pen nelli, tele e cavalletti, per lasciar spazio a nuovi mezzi e strumenti determinando quel filo conduttore, oggi costante, tra il mondo della tecnologia e quello dell’arte, atteggiamento non del tutto nuovo nei vari contesti artistici che si susseguirono nel corso della storia. L’arte contemporanea dunque appare oggi come un grande contenitore in cui confluiscono diversi ed innumerevoli modi di “fare arte”, dove ciò che conta non è tanto la bravura e la dimestichezza con gli antichi strumenti del mestiere, ma l’intuizione e la conseguente concretizzazione dell’idea che spesso sorprende, stupisce, sconvolge, crea delle reazioni, siano esse positive o negative non i m p o r t a . Ed è in questo contesto che Angelo de Francisco opera, un contesto in cui la capacità dell’artista si espleta nel comunicare un messaggio, esprimere delle emozioni non solo semplicemente conoscendo i mezzi digitali di cui dispone, ma riuscendo ad utilizzarli,

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applicarli e farli interagire tra loro con la propria tèchne di cui parlavano gli antichi greci e che oggi torna alla ribalta collimandosi con l’abilità ad utilizzare procedure tecniche. È un approccio alla realtà da parte dell’artista del tutto nuovo, come nuovi sono gli strumenti, il monitor, lo scanner, il mouse e la carta da stampa, al di là dei quali però tutto rimane invariato: il suo ruolo all’interno della società legato essenzialmente ad un intento comunicativo, il voler trasmettere sensazioni ed emozioni attraverso delle immagini. Angelo de Francisco aderisce e mostra un atteggiamento di sensibilità nei confronti di questo nuovo modo di intendere l’arte, individuando nella rielaborazione della fotografia digitale, un mezzo espressivo, inedito fino ad ora nel suo modus operandi, attraverso il quale diffondere e far conoscere la propria a r t e . Anche se apparentemente nascosto tra le pieghe della tèchne, che ormai con la sua pervasività quotidiana ha un suo potere di fascinazione che balza fuori dagli schermi televisivi, dai cartelloni pubblicitari, dalle pagi ne delle riviste, de Francisco padroneggia


“Tempi sovrapposti� 2007 cm 120 x 90 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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“Il Grido” 2001 cm 150 x105,99 foto stampata su carta di cotone Inkjet Epson Fine montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3.

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“Grido blu” 2001 da “Immagini in Dialogo” cm 150 x 105,99 Stampa su carta di cotone Inkjet Epson Fine montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3.


virtuosisticamente il contenuto oltre le immagini: di fronte alle sue opere non bisogna fermarsi alla superficie, ma sviscerare il contenuto profondo, andare oltre quella “pelle” e cogliere il significato intrinseco racchiuso in ognuna di loro. Ogni immagine contiene uno stato d’animo, ogni immagine “rende concreti ed intellegibili pensieri ed emozioni in altro modo astratti. La tecnologia è solo la superficie” (A. de Francisco). Uno

sguardo

sulla

storia

dell’arte.

La volontà degli artisti di rivolgersi a mezzi espressivi nuovi ed innovativi per la realizzazione delle proprie opere, non è invenzione esclusiva dei nostri giorni: focalizzando infatti l’attenzione, attraverso un breve excursus, su alcuni episodi della storia dell’arte, ci si rende subito conto che, già in passato, alcuni tra i grandi artisti si erano avvalsi dell’utilizzo di mezzi tecnici. Esempio tra i tanti, è l’esperienza di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio che ricorse, durante la sua attività artistica, oltre all’uso dello specchio concavo, anche a quello della camera oscura.

Pratica inedita e rivoluzionaria, destò gran disprezzo da parte di un artista vissuto successivamente, come testimonia la celeberrima frase dell’accademico Poussin secondo il quale Caravaggio era nato per distruggere la pittura. L’accademismo dell’artista legato ai rigidi canoni estetici della pittura classica contrastava con il nuovo atteggiamento e il linguaggio artistico di cui il pittore lombardo si era avvalso. D’altronde Caravaggio non fu mai totalmente apprezzato dai suoi contemporanei, tanto che spesso le sue opere furono ritenute prive di decoro. Il concetto di “decoro” dell’arte, sinonimo di moralità e di decenza, è stato, nel corso della storia, tema molto dibattuto spesso legato alla scissione tra il bello ed il brutto, tra l’arte e la non-arte, ma soprattutto determinato dall’atteggiamento di ritrosia da parte dei fruitori dell’arte nei confronti di immagini considerate inadeguate alla funzione per la quale erano state create; si pensi, ad esempio, ai nudi della Cappella Sistina affrescata da Michelangelo che furono “coperti” dopo la sua morte in ossequio ai dettami della Chiesa post-tridentina. Volgendo lo sguardo sull’arte contemporanea

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e sulle odierne espressioni artistiche, che sempre più spesso propinano immagini e contenuti all’apparenza indecorosi, ci si chiede allora se l’arte deve rispondere a principi e valori stabiliti, deve trasmettere contenuti etici, deve, in una parola, essere morale. In realtà il discorso è molto controverso, ma a priori bisogna considerare il fatto che l’artista sia un esteta ed in quanto tale, prescinda dalla morale. E’ proprio questo l’approccio con il quale ci si accosta alla serie di foto di Angelo De Francisco, La città erotica, dove l’apparente scollamento tra la morale della società e quella dell’artista, viene superato, travalicato in virtù del fine superiore con il quale egli ha condotto le sue decisioni estetiche ed interiori. Non può esistere dunque conflitto tra estetica in sé e morale in sé. Al tempo di Caravaggio, però, come è facile immaginare, anche i piedi nudi ritratti fino alla caviglia, come nella Morte della Vergine e nella Madonna dei pellegrini, potevano destare s c a n d a l o . Si ricordi, ancora, l’esperienza di altri artisti, Antonio Canal detto il Canaletto e Bernardo Bellotto, esponenti di quella corrente nota

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come vedutismo veneziano ed anch’essi precursori nella sperimentazione e nell’utilizzo di strumenti “tecnologici” in campo pittorico. Apparentemente una semplice scatola con un foro su un lato provvisto di lente ed all’interno, posizionato in obliquo, uno specchio: si tratta della camera ottica, strumento molto apprezzato ed utilizzato dai vedutisti, come ormai molti studiosi tendono a confermare, della quale gli artisti si servivano per rappresentare una pittura maggiormente aderente al reale. I raggi di luce fatti passare attraverso il foro, infatti, permettevano di proiettare un’immagine esterna sulla superficie opposta, solitamente un vetro smerigliato, sul quale adagiare il foglio per eseguire il ricalco; questo procedimento costituiva una fase preparatoria dell’opera, un appunto, uno schizzo, uno scaraboto come lo definiva Canaletto, sul quale intervenire, visto che l’immagine compariva capovolta e sfocata. La pratica attuata da questi artisti prospetta dunque una sorta di processo fotografico ante litteram, reso possibile dalla combinazione di strumenti, oggi di facile reperibilità, come una lente, uno specchio concavo, una scatola o una stanza buia,


“Nei miei pensieri” 2002 da “Immagini in Dialogo” cm 100 x 70,66 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

“La mia casa - oltre” 2002 da Città – oltre l’immagine” cm 120 x 90 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura : 1/3

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che prende avvio sul finire del XVI secolo per poi concretizzarsi materialmente, con la stampa delle immagini, nell’Ottocento. In sincronia con il tempo in cui vive, De Francisco domina lo strumento tecnologico, in questo caso il digitale, e, superando il rischio di omologazione spesso connaturato all’utilizzo della tecnologia, conferisce al proprio lavoro un contenuto assolutamente personale e soggettivo, così come Canaletto soleva perfezionare i suoi scaraboti. Gli esempi sul rapporto ricorrente tra arte e scienza potrebbero seguitare all’infinito; citiamo ancora il nome di un altro artista, questa volta senza discostarci molto dalla nostra realtà, Pablo Picasso. Molti sono gli intrecci tra la fotografia e la sua attività artistica tanto che spesso si ricorda la sua frase: “Ho scoperto la fotografia. Posso uccidermi. Non ho più niente da imparare”. Alla morte dell’artista, infatti, è stato scoperto un enorme patrimonio fotografico realizzato proprio da

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Picasso, che, com’è noto, ebbe spesso rapporti di amicizia con diversi fotografi, come ad esempio André Villers, con il quale era solito realizzare esperimenti fotografici e montaggi. La fotografia per Picasso, oltre ad aver costituito un modo per interpretare la pittura soprattutto della sua fase cubista, ha rappresentato un mezzo nuovo da tagliare, incollare, sovrapporre e mescolare ad altri materiali. Nelle opere di De Francisco, in un certo senso, ci troviamo di fronte alla stessa tecnica affrontata però con strumenti diversi: senza l’ausilio di forbici e colla, le serie delle Città ritagliate e della Città oltre l’immagine appaiono come un “collage digitale” dove le foto degli scorci della metropoli si smembrano e si assemblano come la trama e l’ordito del tessuto, le immagini prese in prestito dal mondo della moda e della pubblicità vengono riproposte in nuovi contesti e nuove ambientazioni, in una ricomposizione simbolica della realtà. È la volontà dell’artista di liberarsi e di


“El Milaneros� 2004 cm. 120 x 90 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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evadere dalle sbarre della quotidianità. Come allora, anche oggi la fotografia si presta ad una strana manipolazione, rappresentò nello scorso secolo per Man Ray, per i dadaisti, per i surrealisti, e oggi rappresenta per De Francisco, un elemento trasformabile, un modo per evadere dagli schemi ed abbandonarsi, seppur apparentemente, al caso, all’imprevisto, alla coincidenza. Spesso il pittorefotografo statunitense si dedicò alla sperimentazione di nuovi procedimenti nel campo delle arti visive come nel caso dei rayogrammes, ottenuti imprimendo gli objets trouvés direttamente sulla carta fotografica, senza dunque l’utilizzo della macchina: cercando di scrutare sempre oltre l’apparenza materiale degli oggetti, affrontò la realizzazione delle sue opere con elaborazioni concettuali e d’espressione intrise molto spesso di

paure, angosce, denunce. Lo stesso stato d’animo di drammaticità si rivela anche nella Suonata per Saddam che De Francisco propone in una serie di foto dedicate ai tristi eventi dei nostri giorni: sono immagini che testimoniano una realtà pervasa da violenza e crudeltà, che trasmettono quella tragicità insita a fatti come quelli ricordati seppur con una velatura di ambiguità resa dalla rielaborazione fotografica. Così come Mimmo Rotella ricomponeva i suoi manifesti lacerati, De Francisco ricompone, percorrendo dei processi mentali ben definiti, i frammenti di immagini conferendo loro un significato poi racchiuso nella forma percepibile. Mettendo da parte estetica e forma, l’artista “ricerca nell’immagine e dentro l’immagine la continuità e la radice del significato di esistere” (A. de F r a n c i s c o ) .

“Senza titolo” 2007 cm 150 x 100,46 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Oltre il Grido –1°” 2001 da “Immagini in Dialogo” Digital Photo

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“Oltre il Grido –2°” 2001 da “Immagini in Dialogo” Digital Photo


“Urla pietrificate” 2003 da “Suonata per Saddam” cm 100 x 87,97 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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“Nell’alba dei ricordi” 2007 cm 180 x 120,82 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


“ErosTanasia� 2003 cm 150 x 89,26 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Ritratti� 2003 cm 120 x 87,94 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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Angelo de Francisco I N T E R V I S TAT O da Giorgio Seveso

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“Lo sguardo� 2007 cm 100 x 150 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


[GS] Leggendo alcune tue riflessioni ho notato che ti soffermi spesso sul problema del rapporto tra l’artista e la sua possibilità di comunicare realmente con il pubblico, ovvero sul concetto di senso relativamente al lavoro artistico. In un mondo come il nostro, nel quale sembra avere valore soltanto ciò che è sotto i riflettori e che è di moda, che ruolo hanno per te, appunto, l’opera e la riflessione di un artista fuori dal coro,impegnato seriamente nelle sue ricerche espressive? [ADF] Credo che un artista debba porsi prima o poi questa domanda (specie se si sente serio e impegnato nel mondo in cui vive), e cioè: ha davvero senso il mio lavoro creativo anche se sono in pochi a conoscerlo, anche se il mercato e la critica non lo hanno ancora scoperto né accettato? Per me, un artista è “serio” quando la sua arte non è improvvisazione o moda ad ogni costo ma frutto di meditazione e studio, ed è

“impegnato” quando, riconoscendo il valore che l’arte ha avuto nelle diverse epoche e culture, e il ruolo che l’artista ha assunto nelle varie società umane, fa del suo operare contemporaneo non “pura ricerca economica”, finalizzata al raggiungimento del successo e all’acquisizione di prestigio sociale, ma riflessione e contributo all’agire dell’uomo nella società presente. Sostengo che l’artista serio e impegnato è in qualche modo un profeta, cioè un intellettuale che analizza e scava le contraddizioni in cui si trova ad agire, usando il linguaggio che più gli è consono: pittura, scultura, letteratura, musica, cinema, teatro, ecc. E quando, come spesso può accadere, la sua opera non ha successo e si scontra all’indifferenza generale, si chiede, allora, se sia lui a sbagliare perché non segue le strade indicate da altri, o se sia la natura stessa della sua scelta espressiva, forse troppo particolare e difficile, che ha bisogno di

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“Frammenti di un volto” 2007 cm 100 x 150 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

“Frammenti di un volto nella luce rossa” 2007 cm 100 x 150 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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tempo perché gli altri la assimilino. Ma anche quando si vive una certa condizione di marginalità e di incomprensione, si può avere, però, la fortuna di incontrare sul proprio cammino, in un determinato giorno e ora e luogo, qualcuno che, guarda caso, si trova nello stesso stato d’animo col quale l’artista ha realizzato una determinata opera. E che riesce dunque a “leggerla”, tale opera, a mente pulita, cioè senza compromessi o sovrastrutture di alcun tipo, senza ricercare originalità ad ogni costo, senza raffronti superficiali, senza guardarla con gli occhi di altre opere e di una cultura ormai codificata. Penetrando, dunque, nelle ragioni stesse di quell’opera, seguendo un cammino inverso a quello compiuto dall’artista: procedendo cioè all’indietro, dall’opera finita verso la scomposizione dei suoi vari elementi costituenti, forme, segni, colori, risalendo fino al nucleo dell’ispirazione originaria, alla tela b i a n c a …

[GS] Qual è secondo te la qualità interiore che trasforma qualcosa in opera d’arte? In altre parole, quali sono i procedimenti dell’autentica c r e a t i v i t à ? [ADF] Bisogna pensare allo stato d’animo dell’artista che, confuso ed inquieto di fronte alla sua tela, sta raccogliendo tutte le energie più inconsce, con ogni sua antenna tesa a cogliere le minime vibrazioni dell’universo, concentrando in sé ogni pensiero stimolante che gli dia quella scintilla da trasmettere poi alle mani che via via tracceranno segni, rendendo intelligibili e concreti pensieri ed emozioni in altro modo astratti. È questa la fase iniziale della creazione dal n u l l a ! Poi, una volta tracciato l’abbozzo, il germe dell’idea su cui lavorare, i giorni che si susseguono sono altri giorni di vita che accumulano emozioni ed esperienze e maturazioni

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attorno all’idea originale, a quel bozzettoprogetto dal quale poco a poco l’opera prende forma, acquisisce nuove idee, le confronta, le inserisce o le scarta, si illumina della realtà circostante, ne diviene parte integrante o la supera. Insomma, l’opera è un insieme di meditazioni e di esperienze esistenziali distillate da un certo periodo di tempo ad un altro, da quando cioè nasce (dall’idea sorgiva) a quando è f i n i t a . È parte, in quei momenti, della vita dell’autore, è il suo tempo relativo. Come l’embrione umano nel grembo materno, dopo l’ultima pennellata o l’ultimo segno che ne determina il compimento l’opera comincia a vivere nel mondo. Cogliere questo iter è fondamentale per capire il significato dell’opera e dell’arte, per cogliere appieno il loro senso.

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[GS] Mi sembra di capire che in realtà stai anche svelando l’alchimia del tuo personale modo di procedere, la tua poetica particolare. In questa chiave, per riprendere la domanda sul senso dell’arte, cos’è che distingue per te il vero artista da quelli che come molti oggi - lavorano in operazioni più banalmente di intrattenimento, di gusto o di m e r c a t o ? [ADF] Un’opera non è mai solo ciò che appare sulla superficie della tela. L’immagine che vediamo è come la punta di un iceberg: ciò che conta davvero è all’interno, è sotto, è dietro i colori, dietro le forme e i significati apparenti. Così come dietro le parole scritte di un testo si celano i pensieri e il temperamento più nascosti dell’uomo che scrive, ecco che i segni dell’artista rimandano ai suoi giudizi più profondi, alla


“Ritaglio di sguardi� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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sua natura interiore. Le parole sono “segni” che rimandano a concetti, e i concetti sono immagini preesistenti nella nostra testa; immagini nostre, relative, forse incomunicabili perché molto diverse per ciascuno di noi. E la pittura si fa linguaggio, segno primario, codice comunicativo di traduzione tra l’esperienza dell’io di dentro e il mondo di fuori, fatto di miliardi d’altri io. L’arte quindi - la pittura ma anche tutte le altre forme d’espressione è comunicazione che proviene dal profondo e va verso la superficie. Più l’artista sa esplorarsi e portare a galla i meccanismi profondi del proprio io, più l’artista è grande e autentico. Più sa cogliere gli archetipi, le radici comuni alla specie umana, sapendone evidenziare le contraddizioni nei rapporti con gli altri e con il mondo - di cui riconosce di costituire un’infinitesima molecola - più la sua arte diventa universale, in quanto patrimonio comune a tutte le esperienze

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u m a n e . L’artista quindi non assolve soltanto al ruolo di operatore estetico (qualifica che secondo me non si sa bene cosa voglia dire!), ma soprattutto diviene - come dicevo prima - un profeta, perché il suo fare è materializzazione sintetica di un rapporto vero tra il mondo di dentro e il mondo di fuori, tra l’io-io e l’ioaltro, tra l’esperienza di sé e quella dei séaltri, tra il se stesso e i sé nel mondo. Più che “filosofo”, cioè colui che usa metodologie logico-razionali, è profeta perché è aperto, al di là della logica, alle vibrazioni universali dell’esistere, è teso a cogliere il senso più intimo della meta-fisica, essendo al di là (o meglio, tra il di qua e il di là) della fisica, in un assoluto-universale che sa essere anche relativo. [GS] E in tutto questo, che ruolo ha la critica d ’ a r t e ?


“Nel ritratto in blu� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Guardare� 2007 cm 100 x 150 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


[ADF] Al critico compete il ruolo di interprete; non può averne altri se non diventando lui stesso artista, cioè concretizzando in opere plastiche e visive il suo pensiero artistico. È quindi un interprete, un traduttore tra l’opera-soggetto e il soggetto-che-guarda. Il critico dovrebbe tradurre in linguaggio verbale il linguaggio delle immagini, per mettere in luce, per portare alla coscienza ciò che l’opera esprime; dovrebbe scavare, come un archeologo, sotto le apparenze della superficie per ricercare sotto i vari strati le radici vitali dell’immagine. Certo, è un lavoro complicato. Ma se all’artista si richiede studio, talento, concentrazione e preparazione, anche al critico vanno richieste le stesse qualità e altrettanta disciplina. Le forme sono i significanti di qualcosa di “informale” che risiede nell’universo dentrofuori, e quindi saper cogliere questi rapporti di conscio-inconscio vuol dire saper leggere

l’esistenza nella sua relativa totalità. Così come non ha senso un’arte superficiale, cioè un’arte che guarda solo ai dati formali, così non ha senso anche una critica di tal fatta, una critica solo formalistica. Una critica di questo tipo, puramente formale, è solo limitativa. Anzi è propriamente assurda, costituisce una contraddizione che non ha ragione di esistere, in quanto - occupandosi solo di rapporti superficiali, cioè di relazioni tra forme e colori e segni senza un efficace sforzo di ricerca per giungere al senso nulla può comprendere e tantomeno spiegare dell’arte autentica e del suo farsi. E il senso delle forme e dei colori non preesiste mai all’opera stessa, ma è da essa significato, cioè spiegato, inverato, giustificato. È l’opera, in altre parole, che di volta in volta attribuisce un senso a quel segno o a quel colore, che mai sono identici gli uni agli altri, esprimendo entrambi spazi e tempi

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diversi e irripetibili. Non porta a nulla, quindi, confrontare l’opera di un artista con opere di altri o con opere immaginarie derivanti da una cultura propria, e quindi ricercarne o meno la similitudine, l’esattezza o la riuscita prospettica, la migliore o peggiore capacità espressiva. Ogni opera ha in sé i propri strumenti critici perché persegue un fine suo, una logica sua, una coerenza sua; perché esprime una sua relatività assoluta. Cogliere questo intreccio specifico è compito di chi guarda, dunque del critico. La funzione del critico, infatti, potrebbe venir meno non appena tutti fossimo in grado di saper “leggere”; cioè avessimo tutti compreso il ruolo e la funzione dell’arte al di là del semplice “fatto estetico”. Ma la critica assolve a questo ruolo di preparazione alla lettura? O meglio, tutti i critici che guardano le nostre opere sono in grado

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di leggerle davvero? Non parlo dello storico dell’arte, dello studioso che si occupa di opere già selezionate, tradizionalmente valutate e universalmente riconosciute dalla Storia dell’arte. La critica del contemporaneo si trova invece di fronte opere-soggetto, opere-ego, cioè testimonianze di personalità artistiche ancora in fieri o già coscienti e conclamate, e su queste opere non può agire con altri strumenti che non siano quelli interni alle opere stesse. Per ciò che ho detto fin qui, l’opera non può essere dunque vista attraverso la lente di schematismi formali preesistenti, o facenti parte di categorie già definite o da definire, perché l’arte non è copiativa ma creativa. La sua logica sta nel suo interno, in quello spaziotempo verticale che intercorre tra la tela bianca e la superficie finita del quadro: in quella relatività spazio-temporale che va dalla nascita fino alla conclusione dell’opera.


“Attraversando il tempo� 2008 cm 150 x 100,59 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3

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“Spaccando il ritratto� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


Da qui discendono la competenza tutta relativa, se non la totale ignoranza e la superficialità, oggi, della critica e di quanti di arte e del suo mercato si occupano. Ignoranza e superficialità che, oserei dire, mi offendono sia come uomo che come artista. Come uomo, perché dovrei prendere a modello la loro “intelligenza” e capacità di riflessione mentre essi, al contrario, si rivelano osservatori superficiali e piatti, pseudo critici incapaci di spiegarci il fare artistico, incapaci di leggere o interpretare o tradurre davvero quelle immagini da cui siamo sommersi nel quotidiano vivere, aperti come sono solo agli “ismi” e alle correnti di mercato. In quanto artista, perché dovrei, come la tradizione vuole, “pendere dalle loro labbra” e dai loro giudizi. Ma se è vero, come è vero, che la nostra civiltà è in declino, anche questo tipo di cultura critica ne rispecchia la decadenza quando mostra di non aver nulla capito né

dell’arte né dell’artista né di quanti ancora “ p e n s a n o ” . Ciò che manca alla società attuale è il concetto di profondità, non intesa come prospettiva ma come continuo interscambio tra il “dentro” e il “fuori”, come permanente rapporto interno-esterno collegato al fluire del mondo e della storia. Siamo chiusi in un compartimento stagno dove la forma si esaurisce in “forma e segno” spezzata, slegata da un pensiero conscio o inconscio. La forma è solo un segno che richiama altri segni, ma solo in superficie, in senso orizzontale. Vedere un segno in verticale, in profondità, non come richiamo di altre forme o colori ma come significante di qualcosa che sta sotto o dietro o dentro la forma, o sotto o dietro la tela, è forse qualcosa che non compete più alla critica d’arte ma, chissà, forse alla psicoanalisi o alla storia di un altro modo di vedere le cose!

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[GS] Rispetto a questi tuoi giudizi, cosa pensi del futuro nel nostro ambiente creativo, cosa bisognerebbe fare? [ADF] Vedere un quadro non in modo orizzontale ma in modo verticale, nel senso che dicevo prima, comporta uno sforzo intellettuale forse troppo grande perché ne valga la p e n a . Forse, nella profondità di tanti pseudo pittori o artisti che oggi popolano il nostro panorama culturale e il mercato dell’arte contemporanea, non c’è nulla di realmente interessante o significante che valga la pena cogliere. Ma se si vogliono afferrare i semi di nuovi fermenti culturali, se si vogliono proiettare nel domani le aspirazioni dell’oggi, come la storia ci insegna a fare, non è certo nella superficie delle forme che potremo cogliere tali fermenti, ma nascosti sotto, dietro, dentro,

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fuori… oltre le apparenze esteriori, dunque, d e l l ’ o p e r a . Li coglieremo nella consapevolezza dell’Artista che è anche Uomo e, lacerato nella storia, cerca equilibri universali consapevole della sua assoluta relatività! Per questo, in un tempo come il nostro in cui le immagini sono così tante, superficiali e pervasive da averci fatto perdere il senso del loro significato e addirittura la capacità di leggerle, non mi pongo più problematiche di tipo estetico né formale (che lascio ai pittori accademici), ma mi occupo e preoccupo di ricercare, per quanto posso, con le mie immagini e dentro l’immagine, una continuità radicale del significato di esistere.


“Sguardo blu�2003 cm 120 x 86,53 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Nel ritratto in verde� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Ritagli di sguardi nel blu� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“La mia casa – oltre – 2°” 2002 da Città – oltre l’immagine” cm 120 x 90 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura : 1/3

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M Opere

CITTA’ OLTRE L’IMMAGINE

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“Riflessioni di Piazza 2” 2003 da “Città – oltre l’Immagine” cm 100 x75 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3


“Riflessioni di Piazza 1” 2003 da “Città – oltre l’Immagine” cm 100 x75 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : 1/3

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“Guardati negli occhi” 2002 da “Città – oltre l’Immagine” cm 100 x 75,29 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura : 1/3


“L’amore oltre l’asfalto” 2002 da “Città – oltre l’Immagine” cm 100 x 75,29 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura : 1/3

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“Intreccio di guglie� 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Milano – Incrociando via Monte Napoleone” 2005 cm 100 x 66,42 Stampa Inkjet Epson lucida montata su d-bond Tiratura : 1/3

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“Milano – Piazza dei Mercanti” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica. di 3.


“Luci in Piazza dei Mercanti� 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3.

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“Tramvai nelle notti di festa� 2007 cm. 150 x 99,33 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


“Milano –Luci nella notte” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Milano –Corso di Porta Romana” 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


“Ingorgo urbano� 2007 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass satinato Tiratura : Edizione unica di 3

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“Frammenti di luce blu� 2008 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Ritagli di frammenti di luce blu” 2008 cm 150 x 99,63 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3

“Ritagli notturni” 2008-07-03 cm 150 x 99,63 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3

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“Navigando nei canali di corso Vittorio Emanuele� 2008 cm 150 x 99,63 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3.


“Correndo per la Galleria “ 2008 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Ritaglio prospettico�2007 cm 150 x 99,63 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3


“Tagliando per Piazza dei Mercanti� 2008 cm. 150 x 99,33 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3

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“Passeggiando in Galleria, ritagliando il tempo� 2008 cm. 150 x 99,33 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3


“Intrecciare piazza dei Mercanti� 2008 cm 150 x 99,63 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Intreccio di sagome ritagliando� 2007 cm. 150 x 99,33 Stampa Inkjet Epson lucida montata su pannello forex (cm 1) sagomato e incollato su plexiglass nero Tiratura : Edizione unica di 3


“Ritagli di blu nella piazza dei Mercanti� 2008 cm. 150 x 99,33 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3

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“Intreccio di ritratti� 2007 cm 130 x 127,72 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura : Edizione unica di 3


“Il Grido� 2002 cm 150 x105,74 foto stampata su carta di cotone Inkjet Epson Fine montata su plexiglass satinato Tiratura : Edizione unica di 3.

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“Frammenti umani – 1°” 2008 cm 180 x 120 foto stampata su carta Inkjet Epson lucida montata su alluminio Tiratura : Edizione unica di 3.


”Frammenti umani – 2° “ 2008 cm 180 x 120 foto stampata su carta Inkjet Epson lucida montata su alluminio Tiratura : Edizione unica di 3.

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“ Frammenti umani – 3° “ 2008 cm 180 x 120 foto stampata su carta Inkjet Epson lucida montata su alluminio Tiratura : Edizione unica di 3. 88


“Frammenti umani – celeste” 2008 cm 180 x 120 foto stampata su carta Inkjet Epson lucida montata su alluminio Tiratura : Edizione unica di 3.

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“Io e la città” 2007 cm 100 x 66,42 Stampa lightjet su carta Kodak Endura montata sotto plexiglass Tiratura 1/3


“Frammenti umani – celeste” 2008 cm 180 x 120 foto stampata su carta Inkjet Epson lucida montata su alluminio Tiratura : Edizione unica di 3.

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Frame video video da da “Suonata “Suonata nn 12 12 :: Il Il Risveglio” Risveglio” (durata (durata 18,01) 18,01) Frame

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2005 2005


M

IDENTITA’ E STORIA NEL WONDERLAND DI ANGELO DE FRANCISCO da Dores Sacquegna

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Frame video da “Suonata n 13: Tsunami” (durata 17,17) 2005

Da una prima fase pittorica durata più di trenta anni, Angelo De Francisco è approdato nel 2000 alla fotografia digitale e alla computer art, riflettendo su temi come la storia, l’identità, la rappresentazione, l’anticonformismo e le problematiche della cultura consumistica g l o b a l e . Da queste sue prime “immagini in dialogo” nasce l’esigenza di esprimersi con immagini in movimento: il video, nella cui cifra stilistica emerge la semantica di un mondo disorientato, dove il significato sociale, il peso economico, il progresso tecnologico e culturale genera sull’uomo una condizione di realtà a l i e n a t a . Nell’underground della visione, l’artista esplora le relazioni tra il suo immaginario e quello c o l l e t t i v o . Alcuni video esplorano i paesaggi urbani contemporanei (Suonata n.1 e 2 dei Cittanauti, 2003), altri si rifanno alla tradizione del documentario dove politici, scienziati, intellettuali sono chiamati a discutere sul destino del mondo e su i suoi paradossi (Suonata n.4 Telegiornaleide, 2004 e Suonata n.6

Riflessioni espresse, 2004 ). L’impatto con questi avvenimenti si riflette in vorticose texture, falsificate con inquadrature sfocate e con musiche di fondo electro e t e k n o h o u s e . De Francisco, descrive con empatia, tematiche complesse, come le illusioni, le utopie, le aspettative tradite, le problematiche ambientali, l’isolamento fisico e temporale della realtà con sguardo clinico, pronto a tracciare un ritratto sociale, nel testimoniare il presente. E proprio sulla realtà focalizza una attenzione diretta che produce un effetto destabilizzante; egli crea una piattaforma visiva introducendo la poesia quale parolatestimonianza e la musica come scrittura-alienazione. Quest’ultima riveste un ruolo importante in tutti i video, perché egli stesso la compone al pianoforte digitale. Il mondo dell’artista, si articola in una maniacale ricerca di materiali provenienti dall’informazione mediatica, da album fotografici o ancora da immagini di opere d’arte. La pubblicità, il cinema, la vita, la paura, l’assurdo e la celebrazione delle stesse sono il cuore

Frame video da “Suonata n 13: Tsunami” (durata 17,17) 2005

Frame video da “Suonata n 20: Parole-parole-parole” (durata 21,36) 2006

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Frame video da “Suonata n 13: Tsunami” (durata 17,17) 2005

pulsante di una ricerca tesa a ragionare in termini globali che plasma un segno visivo e distinto, un vocabolario visivo, bizzarro e lucente, fatto di superfici speculari e colori f l u o r e s c e n t i . Meditazioni, Divagazioni, Risvegli, alcuni dei titoli dei suoi video. Un “cut and paste” di memoriabilità e oggetti di culto, fortemente evocativi, caratterizzati dalla manipolazione digitale e successivamente remixati con software grafici e musicali. Ne viene fuori un contesto di immagini dal gusto neo-pop malinconico, un tableaux fotografico in cui nulla è ciò che sembra e tutto è in continua metamorfosi. Nel video Città oltre l’immagine, 2002, si stagliano imponenti i volumi architettonici di stampo modernista, coperti da gigantesche divinità del Kamasutra; occidente ed oriente si mescolano in copulazioni virtuali, in organiche e sensuali pulsioni. De Francisco utilizza una tecnica caotica e immersiva nella quale è facile perdere il senso di orientamento. È il bivio che mette in discussione la scelta: correre o fermarsi. Del resto, credo, sia questo l’obiettivo dell’artista,

farci smarrire la “retta via” per ritrovarne una nuova, come quando si percorre un labirinto di specchi nel quale ci apprestiamo a seguire noi stessi o il nostro spettro, in un tortuoso percorso di possibilità e ostacoli. Di fatto, il labirinto è l’allegoria alla complessità del mondo; è la dimensione alterata e dionisiaca del wonderland contemporaneo, in cui si esalta la perdita, la caduta, l’estasi, la rovina e si celebra beatamente la folle corsa del mondo e del suo sistema. In questo scenario apocalittico e barocco, l’artista inserisce una possibilità di salvezza, un contatto con una dimensione pura e liberatoria: la luce. Ma pone anche interrogativi che non pretendono di risolvere le problematiche relative all’era della tecnica, ma tentano di indicare una forma di resistenza alle tentazioni di onnipotenza che sovente mettono in discussione la gestione della sussistenza della vita nei confronti della coscienza, dal momento che oggi la vita non è più un presupposto indiscusso (Suonata per Saddam, 2 0 0 4 ) .

Frame video da “Della Vita – della Morte” (durata 9,15) 2008

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Frame video da “Suonata n 12 : Il Risveglio” (durata 18,01) 2005

Provocatori e ambigui i video Alla ricerca del sesso perduto, suonata n.16, 2005, o Canto notturno di un telenauta, suonata n.19, 2006, che indagano il confine tra arte e pornografia, mirando a generare un dibattito filosofico contemporaneo, aperto tra l’analisi della sessualità e il suo impatto mediatico, e ponendo in dicotomia il rapporto tra lo spettatore e l’opera d’arte, invitandolo a rivedere i propri concetti morali. Il risultato è una serie di ritratti concentrati sul lifestyle esibizionistico di matrice “MySpace” che tracciano una identità voyeuristica della nostra società, una allegoria alla mercificazione del corpo f e m m i n i l e . La ragione dell’arte di De Francisco è quella di riflettere sulla tradizionale contrapposizione tra natura e storia insita nel dissidio tra Homo Natura e Homo Cultura, di poter in qualche modo contribuire al dibattito etico contemporaneo, lontano da nichilistiche seduzioni, tentando, cioè, di riconoscere un terreno comune per il dialogo con quelle scienze di bioetica e biopolitica che affrontano

da differenti punti di vista la questione dell’essere umano, nell’epoca della manipolazione genetica e dell’illimitata apoteosi delle soluzioni t e c n o l o g i c h e . Ma c’è d’aggiungere che tutta la poetica visiva di De Francisco tende a stabilire un rapporto nuovo tra l’individuo e lo spazio che lo c i r c o n d a . Questo legame viene indagato attraverso una sorta di “think tank” di identità cinetica e tecnologicamente deformata che caratterizza i suoi lavori. Nella caleidoscopica sovrapposizione di immagini e colori in movimento, si resta ipnotizzati da un caos apparente, da un’ energia che scardina il raggio di interrogazione e di forza utopica, in un atteggiamento espressivo che sembra voglia dire che oggi Tutto è possibile, Nulla si può negare e Tutto si può desiderare. Per l’artista, dunque, è importante ricercare nella definizione formale dell’opera, l’idea di come poter sovvertire l’ordine delle cose, dei pensieri, del tempo e della logica funzionale. Tuttavia, De Francisco, non utilizza le immagini

Frame video da “Suonata n 12 : Il Risveglio” (durata 18,01) 2005

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Frame video da “Suonata n 24: Attraverso la creazione” (durata 14,16) 2006

per prendere una posizione politica in riferimento alla forma mentis di una generazione o di uno “zeitgeist” di un’era come la nostra, ma le utilizza come materia prima da esaminare in relazione alla struttura della realtà rappresentata. Il suo, si potrebbe definire un linguaggio criptico di fondo: tracce e memorie del vissuto sono sottratte al fluire del tempo e consegnate al loro destino di deperibilità, di libertà. Dunque, nei suoi video ma anche nelle fotografie (ultimamente prese in prestito dai video e realizzate in stampa lambda sotto plexiglass) assistiamo ad una nuova narrazione dell’esperienza del quotidiano, una panoramica sul mondo di oggi e sulle espressioni della g l o b a l i z z a z i o n e . Il più delle volte l’artista stesso si identifica in prima persona, mette in gioco l’identità di creativo e di spettatore come nei video Attraverso la creazione, 2006 suonata n.24 e Nello studio d’artista, suonata n.8. Vita, morte, rinascita, transito, forza magnetica e carica erotica nel video Eros &

Thanatos, 2007, che esplora l’associazione di amore e morte, presentando tabloid di donne nude e allegorie dell’amore. Nel video, Io e l’Universo, 2008, De Francisco, crea una specie di teatro orgiastico dell’assurdo, popolato da personaggi che abitano un paesaggio cosmico. Qui la dilatazione del tempo induce ad uno spostamento della visione, ma ha del tragico e dell’ironico tutto ciò: la dimensione di un altrove gioca un ruolo chiave di attaccamento quasi snervante alla vita per scongiurare la paura della morte. Il suo stile visuale è un incrocio sinergico di “Arte Totale” nel quale diverse discipline, come la poesia, la musica, il collage, la fotografia, le tecniche digitali, il video, combinate assieme sono in grado di produrre un nuovo Dna del nostro tempo, i cui risultati sono questi video-container, creazioni visive e musicali con una enorme varietà di concept in grado di stimolare la percezione sensoriale e la curiosità intellettuale.

Frame video da “Suonata n 14 : Meditazioni – Immagini - Pensieri” (durata 13,27) 2005

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