Caramelle dal cielo

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Marta Palazzesi, milanese, è autrice di

libri per bambini e ragazzi, traduttrice e consulente editoriale. Dal 2017 tiene laboratori di scrittura creativa nelle scuole con il Centro Formazione Supereroi, un’associazione no profit. Il suo romanzo Nebbia ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020 nella categoria 6+. Con Gallucci ha già pubblicato due romanzi della serie “Agenzia MostroCasa”, SOS per la signora Dal Verme (2020) e Quella strega della vicina! (2021). Caramelle dal cielo è impreziosito dai disegni di Giuseppe Palumbo, uno degli autori italiani più noti di fumetti e graphic novel.

Antonio lavora al mercato nero e venderebbe il suo migliore amico per un tozzo di pane. Andrea, invece, per il suo migliore amico darebbe la vita, anche se si tratta di un cane: Guerrino, infatti, è l’unico ricordo che gli resta del nonno. Le loro strade si incrociano la notte del 12 agosto 1943, quando il suono della sirena d’allarme annuncia un’incursione aerea. Così, nonostante le differenze, i due ragazzi si ritrovano alleati per sfuggire alle bombe che cadono sulla città come grappoli di caramelle nere.

Guerrino adorava quelle gite. Seguiva docilmente la bicicletta su cui, seduti in equilibrio come tre giocolieri del circo, stavano Andrea e i suoi genitori. Poi, appena trovavano un fienile abbandonato o un albero dalle fronde abbastanza fitte, Guerrino dava un colpetto con il muso alla mano di Andrea e via!, scompariva in mezzo alle frasche. «Stai tranquillo» gli diceva allora suo padre. «Vedrai che torna». E Guerrino tornava sempre. Quando la luna era alta, il cane ricompariva con addosso un odore di fango ed erba che Andrea respirava a pieni polmoni tuffando il naso nel folto pelo dell’animale. Un odore che sapeva di libertà, spazi smisurati e cielo azzurro, tutto l’opposto della puzza della città, degli angusti gradini che conducevano al rifugio antiaereo, della mole soffocante dei sacchi imbottiti di sabbia che puntellavano lo stretto varco di ingresso. Il cane e il ragazzo dormivano abbracciati fino all’alba, quando i genitori di Andrea li svegliavano. In pochi minuti il quartetto si rimetteva in marcia insieme a decine di altri nomadi notturni.

«Ti ci porto io al Monumentale. Però voglio qualcosa in cambio. Non rischio la pelle per nulla, diamine» «Fammi indovinare» rispose Andrea «sei disposto a rischiarla per il mio orologio» «Esatto» Si sentì un lungo sospiro. «Era di mio nonno, ma è uno scambio equo. Ci sto» Nell’oscurità, i due ragazzi si strinsero la mano. Il patto era siglato.

Consigliato ai anni

12 99

dai

disegni di Giuseppe Palumbo


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