Il mondo di Lucrezia 5

Page 1



UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni



5

Anne Goscinny

disegni di Catel

traduzione di Emanuelle Caillat


Anne Goscinny Il mondo di Lucrezia 5 disegni di Catel colori di Marie-Anne Didierjean traduzione dal francese di Emanuelle Caillat ISBN 978-88-3624-376-1 Prima edizione italiana ottobre 2021 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2025 2024 2023 2022 2021 © 2021 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo dell’edizione originale francese: Le monde de Lucrèce 5 © 2020 Éditions Gallimard Jeunesse, Parigi, Francia Gallucci e il logo

sono marchi depositati

Se non riesci a procurarti un nostro titolo in libreria, ordinalo su: g a l l u c c i e d i t o r e. c o m Il marchio FSC® garantisce che questo volume è realizzato con carta proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e da altre fonti controllate, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


Il mondo di Lucrezia



Ad Albert Uderzo



Stavamo finendo di cenare quando la mamma, con aria indifferente, ci ha detto: «A proposito, bambini, domani arriva un ospite che resterà a casa nostra per qualche giorno» «Davvero?» ha detto Georges sbucciando una clementina. «Non mi avevi avvertito. E di chi si tratta?» «Presto lo scoprirai, tesoro» ha risposto la mamma con aria misteriosa. «Ma insomma» ha protestato Georges «avrò il diritto di sapere chi viene a dormire da noi!» Io e Victor abbiamo approfittato di quel momento per eclissarci. Quando Georges e la mam-

9


ma si mettono a discutere così, non si accorgono che non stiamo aiutando a sparecchiare. Siamo rimasti un po’ in camera di Victor con Lady Gaga. Penso che Salmì e la mia tartaruga vadano piuttosto d’accordo. Cerchiamo di farli giocare insieme, ma bisogna riconoscere che è più veloce lei del coniglio. «Pensi che venga zia Olga a dormire a casa?» mi ha chiesto Victor.

«Forse» ho detto. «A me piace zia Olga. Con Scarlett, invece, non va d’accordo» «Strano che litighino di continuo» ha notato mio fratello. «E dire che Scarlett e Olga sono sorelle»

10


«Anch’io e te siamo fratelli ma ci capita di bisticciare» ho ribattuto. «È vero» ha esclamato Victor «ma è sempre colpa tua, Lulù» «Colpa mia? Ma non ti vergogni, microbo che non sei altro! Tu e il tuo coniglio siete proprio degli sbagli di natura». E me ne sono andata in camera mia. Certi giorni invidio i figli unici. Che sogno non dover condividere niente con nessuno e non essere mai scocciati! Meno male che ho la fortuna di avere una camera tutta per me, come spesso mi ricorda Aline. Ho dato un po’ di trifoglio a Lady Gaga e ho guardato l’ultima puntata di una serie sul tablet. Poi è venuta la mamma a darmi il bacio della buonanotte. Mi piace questo momento. «È zia Olga che viene a dormire da noi?» ho chiesto alla mamma. «Olga? Macché, non dirlo neanche per scherzo. La zia la lascio volentieri a Scarlett!» «Allora chi è?» «Mistero, lo scoprirai presto!»

11


Il giorno dopo sono andata a scuola con Pauline che abita vicino a me. Che bello fare la strada insieme. Chiacchieriamo sempre di tutto. «Stasera a casa abbiamo un ospite a sorpresa» ho annunciato. «Davvero?» ha fatto Pauline. «E sei contenta?» «Non so chi è! Né quanto tempo rimane. Quindi non so se sono contenta!» «Stai attenta» mi ha consigliato. «Augustin mi ha raccontato che un giorno i suoi genitori gli hanno detto che c’era una sorpresa per lui e gli hanno annunciato l’arrivo dei gemelli»

12


«Ma quanto sei stramba» ho detto ridendo. «Non credo che mia mamma aspetti un bambino!» Certo che deve essere stata una curiosa sorpresa per Augustin, due fratellini in un colpo solo. L’idea di un doppio Victor mi fa venir voglia di scappare a gambe levate. Poi non ho pensato più all’ospite. Io sono una persona seria: durante le lezioni mi concentro sul lavoro. E tra organizzare il compleanno di Rose e riuscire a incrociare ogni tanto Ruben perché non si dimentichi di me, ho un sacco di impegni. «In bocca al lupo per il tuo ospite, Lulù!» mi ha sussurrato Pauline quel pomeriggio tornando a casa da scuola. «Ah, è vero! Me n’ero dimenticata». Quando sono entrata in casa, regnava la calma. La mamma non era ancora arrivata, Victor massacrava zombie sulla console e Georges, come al solito, non era ancora rientrato. Sono andata nello studio della mamma, che serve anche da camera degli ospiti, per vedere se l’invitato aveva già sistemato le sue cose.

13


La mamma non aveva preparato niente per accoglierlo. Il divano-letto era ancora ingombro di fascicoli, così come il tavolino, tanto che non si vedeva praticamente più il colore del tappeto, perché quando la mamma prepara un’arringa, sparge tutti i fogli per terra. Ha proprio una strana tecnica, a dire il vero. “Vedi, Lulù” mi ha spiegato un giorno “costrui­ sco un sentiero di prove attorno alla scrivania. Ogni foglio rappresenta un’argomentazione per convincere il tribunale ad assolvere il mio cliente. E quando arrivo in fondo al percorso, sono sicura di avere fatto il massimo per difenderlo”. Onestamente non ho capito proprio tutto. È stramba la mamma quando parla di lavoro. “Dovremmo fare un po’ di posto per l’ospite a sorpresa, altrimenti per raggiungere il letto sarà costretto a scavalcare le argomentazioni” ho pensato prima di andarmene in camera a fare merenda. Quando è tornata la mamma, mi sono precipitata di sotto. «Allora, dov’è l’ospite a sorpre…»

14


Non ho fatto in tempo a terminare la frase, che un grosso cane si è intrufolato nel soggiorno. «Eccolo qua!» ha esclamato la mamma. «Lulù, ti presento Brioche» «Un cane?» «Urca, Lulù, sei proprio perspicace» ha chiocciato Victor sbucando anche lui nella stanza. «Ma, mamma, ci avevi detto che finché eri in vita non avremmo mai avuto un cane» ho aggiunto senza prestare attenzione a Victor. «Ma non abbiamo un cane» ha corretto la mamma. «Facciamo un favore al mio socio. Teniamo la sua Brioche per tutto il fine settimana perché porta sua moglie in vacanza a Venezia»

15


«Preferisco tenere Brioche piuttosto che zia Olga» ho detto accarezzando il cagnolone. Victor è corso a prendere Salmì per fare le presentazioni. «Tesoro, non sono sicura che sia una buona idea» ha fatto notare la mamma. Brioche, invece, sembrava pensare il contrario. Guardava Salmì con un certo appetito. Ho immediatamente scattato una foto al cane per mandarla alle Line, che non hanno tardato a rispondermi con cuori e punti interrogativi. Mi piace quando ci scambiamo messaggi. Spesso per comunicare facciamo anche a meno delle parole. «Dormirà in camera mia» ho annunciato. «Certo che no» ha strepitato Victor. «Brioche dorme con me!» «Sarà contento Salmì!» ho detto ridendo. La mamma si è seduta in soggiorno, e di colpo aveva l’aria distrutta. «Forse ho fatto una sciocchezza a offrirmi di tenere il cane». Io e Victor abbiamo portato Brioche in giardino, poi le abbiamo messo dell’acqua in un’in-

16


salatiera e in un’altra le crocchette che la mamma ha tirato fuori da una borsa da viaggio. Brioche è andata in giro per tutta la casa. Ha passato in rassegna i mobili, il tappeto e anche le scale. Ero felicissima. Ho sempre sognato di avere un cane. Invece ho avuto Lady Gaga, “perché una tartaruga fa meno danni e non perde i peli” mi aveva spiegato la mamma. Poi ho portato Brioche in camera mia. Ha annusato il letto, i cuscini, i libri e il terrario di Lady Gaga che stava nuotando nella piscinetta e non si è nemmeno accorta del grosso muso

17


appiccicato al vetro. E poi Brioche si è accucciata ai piedi del letto e ha cominciato subito a russare. Ho sentito Georges aprire la porta di casa. «Sono qui! Tesoro? Lulù? Victor?» Impossibile trattenere Brioche che si è immediatamente precipitata di sotto per accogliere Georges. Io, Victor e la mamma ci siamo affacciati per le scale a guardare la sua reazione. Non è parso molto sorpreso e, non sapendo di essere osservato, si è messo a parlare con il cane. «Ehilà! Buongiorno! Come ti chiami? E che ci fai, qui? Ti sei perso? Quanto sei bello!» Ero molto stupita che Georges fosse così contento di vedere un cane in casa. Quando siamo scesi noi tre, ha assunto un tono severo che non gli si addice per niente. «Esigo delle spiegazioni. Che ci fa qui un cane?» «Non è proprio UN cane» ha sottolineato Vic­ tor.

18


«Ha ragione» ho detto «è Brioche! Una cagnolina». Georges si è voltato verso la mamma. «Potresti darmi delle spiegazioni, per favore?» «Ma certo, tesoro» ha detto la mamma senza battere ciglio. «Teniamo Brioche questo fine settimana, il suo padrone è a Venezia per un viaggetto romantico con la moglie» «E perché non me ne hai parlato prima?» ha chiesto Georges. «Ma perché ovviamente avresti detto di no!» ha risposto la mamma tranquilla. «Ovviamente, avrei detto di no! Io odio l’idea di avere un cane qui, in casa mia». Georges si è accasciato sulla poltrona del soggiorno. E subito Brioche è andata ad appoggiare

19


il muso sulle sue gambe, come se lo conoscesse da sempre, e senza nemmeno rendersene conto Georges ha preso ad accarezzarla. La mamma guardava la scena e le ho letto nel pensiero: “Caso archiviato, prossimo fascicolo”. Brioche aveva adottato Georges. Quindi io e Victor abbiamo apparecchiato parlando del nostro ospite inatteso, e ci siamo perfino dimenticati di litigare. Mentre Georges guardava il telegiornale in soggiorno, Brioche era andata a tirare la sciarpa del mio patrigno, appesa all’attaccapanni. E ne mordicchiava le frange con impegno. «Ma… guarda quel cane!» ha urlato Georges precipitandosi su Brioche per strapparle la sciarpa. Come ogni sera, tranne il mercoledì per via del bridge, Scarlett ha suonato tre volte finché ha aperto la porta con le sue chiavi. «Che cos’è questo animale?» ha chiesto guardando stupita Brioche che l’accoglieva scodinzolando.

20



«È un cane, Scarlett» ha detto Georges con la mano sulla fronte, mentre fissava le frange della bella sciarpa di cachemire sparpagliate in terra. «Lo vedo che è un cane. Si è perso?» Brioche, invece, osservava con aria strana Igor, la volpe di Scarlett, e si era messa a ringhiare, tentando di afferrarla.

«Ma oltretutto è un cane pericoloso!» ha esclamato la nonna. «Chiamo immediatamente l’accalappiacani» «Non chiami nessuno» è intervenuta la mamma. «Ti presento Brioche, è nostra ospite fino a domenica sera».

22


Per prudenza Scarlett si è tenuta Igor arrotolato attorno al collo. «Benissimo. Allora mi ci vuole qualcosina di forte per riprendermi dallo shock» ha suggerito Scarlett. Georges si è alzato e ha servito alla nonna un bicchiere di porto che le ha restituito il sorriso. Brioche si è rimessa giù, e sembrava quasi che avesse sempre fatto parte della famiglia. «Mamma?» «Sì, Lulù» «Possiamo tenerlo per sempre?» ho chiesto. La mamma mi ha guardata, con aria quasi un po’ triste. «Devo ammettere che è carina, ma ha già una famiglia». In quel momento hanno suonato alla porta. «Questa è la serata delle sorprese» ha detto Georges. «Aspettiamo qualcuno?» «Certo» ha esclamato Scarlett. «Ho proposto a Olga di cenare con noi. In questo periodo è da sola».

23


Sono andata ad aprire ed è entrata Olga accolta da Brioche che abbaiava allegramente. «Cos’è questo animale?» «È Brioche» «Che nome ridicolo per un cane così grosso!» ha esclamato Olga. Voglio bene alla mia prozia, ma è una gran criticona. Georges ha dato un bacio a Olga, e Scarlett le ha fatto cenno di andarsi ad accomodare in soggiorno. La mamma ha aggiunto in fretta un coperto in sala da pranzo. Ci siamo messi a tavola sotto lo sguardo di Brioche che sembrava perfettamente a suo agio. «Ci avrei scommesso» ha buttato là Olga. «Che intendi dire?» ha chiesto Scarlett. «Lasagne confezionate» ha risposto Olga. «Ero sicura al cento per cento che stasera le avremmo mangiate. In questa casa, a quanto pare, non sapete fare altro». La mamma ha alzato gli occhi al cielo, Scarlett ha trattenuto un sospiro e io ne ho prese ancora.

24


In giardino Brioche faceva un gran rumore mentre si abbuffava di crocchette. Olga ha guardato dalla finestra e ha cacciato un urlo. «Il cane!» si è strozzata Olga. «Il cane sta mangiando nel mio regalo di nozze!» «Il tuo regalo di nozze? Ops! Scusa! Mi dispiace, Olga» ha balbettato la mamma. «Non me ne ero accorta». Scarlett si è messa a ridere, Olga si è offesa. E si sono messe a litigare, mentre la mamma lavava l’insalatiera di zia Olga e la sostituiva con un contenitore di plastica. «Povera Brioche!» ha esclamato Victor. «Di sicuro preferiva la porcellana». Per fortuna Olga era troppo occupata a bisticciare con la sorella, e non l’ha sentito. Tutto sommato il week-end è andato molto bene. Ero felicissima di avere un cane in casa,

25


anche se Brioche è sempre rimasta appiccicata a Georges. Victor, invece, per sicurezza ha lasciato Salmì chiuso in camera. Ha anche tentato di ribattezzare Brioche, perché anche lui, come Olga, trovava che non fosse un nome serio per un cane di quella stazza: «Rex? Brutus? Olaf?» Ma Brioche si rifiutava di rispondere, e preferiva guardare Georges con occhi innamorati. La domenica sera eravamo tutti in soggiorno, quando hanno suonato alla porta. La mamma è andata ad aprire. «Buonasera!» ha salutato una voce che non conoscevo, ma che Brioche ha riconosciuto immediatamente. «Entra» ha detto la mamma. «Non voglio disturbarvi» ha detto il signore che stava per essere travolto dalle feste che gli faceva Brioche. «Siete stati tutti davvero gentili a occuparvi della mia cagnolina». Io e Victor eravamo contenti che Brioche fosse felice di rivedere il padrone. Se dovessi affidare Lady Gaga a qualcuno, per esempio

26


durante le vacanze, sono sicura che poi sarebbe altrettanto felice di rivedermi. «È stato un vero piacere avere Brioche con noi» ha detto la mamma. «Puoi lasciarcela quando vuoi» «Certo» ha rincarato Georges. «Anzi, possiamo tenervela ancora qualche giorno, per darvi il tempo di riprendervi dal jet lag» «Gentilissimo» ha risposto il signore «ma, non si preoccupi, il jet lag da Venezia non è troppo stancante!» «Ha ragione. Però dovete riabituarvi a una città dove si circola in auto e non in battello…»

27


«Georges, tesoro» lo ha interrotto la mamma. «Credo sia meglio lasciare che Brioche torni a casa sua». E lei, senza degnare Georges di uno sguardo, se n’è andata via seguendo il suo padrone. «Sai» ha detto Georges alla mamma «mi chiedo se anche noi non dovremmo prendere un cane. Darebbe un certo equilibrio in famiglia, e i bambini sarebbero tanto felici». È strambo il mio patrigno. Tra gli zombie di Victor, il coniglio Salmì, la mia tartaruga Lady Gaga e Scarlett che alla sua età litiga ancora con sua sorella, mi pare che siamo già perfettamente equilibrati!

28




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.