Il poeta favoloso. Autobiografia immaginaria di Giacomo Leopardi

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IL POETA FAVOLOSO

immaginaria di Giacomo Leopardi
di Prisco
Autobiografia
Alessandra

Alessandra di Prisco

Il poeta favoloso

Prima edizione rinnovata: settembre 2022

© 2022 Gallucci - La Spiga

Prima edizione © 2015 ELI – La Spiga Edizioni

Illustrazioni di Cinzia Battistel

Foto: Shutterstock, archivio ELI – La Spiga Edizioni, pag. 7 Giacomo Leopardi, ritratto di A. Ferrazzi, 1820 circa. Recanati, casa Leopardi © Famiglia Leopardi, Recanati

Si ringrazia il Comune di Visso per la concessione a riprodurre la foto del manoscritto a pag. 133

I testi alle pagg. 130-140 sono di Beatrice Loreti e Carla Quattrini

© 2019 ELI - La Spiga Edizioni

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Alessandra di Prisco

IL POETA FAVOLOSO

Autobiografia immaginaria di Giacomo Leopardi

Nota introduttiva

Giacomo è un ragazzo prodigio: legge e studia materie difficilissime, impara da solo lingue straniere dell’antichità e trascorre le giornate nella biblioteca di casa, mentre quelli della sua età si dedicano al divertimento.

Ma perché Giacomo Leopardi durante l’adolescenza decide di occupare il “suo tempo migliore” in tale modo?

Perché suo padre lascia che il ragazzo viva così? E la madre Adelaide non si accorge che il figlio si consuma sui libri?

Siamo a Recanati tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento e Giacomo, dalla salute fragile, mostra subito quanto sia diverso dagli altri perché ha talenti sorprendenti e soprattutto perché… è un ribelle e intende sfidare il mondo.

Si interroga su ogni esperienza che fa, ama in modo profondo e allo stesso tempo rimane deluso. Non riesce ad accettare ciò che non gli piace e non si adegua alle mode del suo tempo. Contesta il padre che lo vorrebbe fermare nel suo percorso di crescita, critica la madre che lo ha cresciuto senza affetto, rifiuta il borgo in cui è costretto a vivere e sogna di diventare un letterato… E proprio quel suo vivere tra speranze e delusioni, tra sogno e disincanto, farà di lui uno dei più grandi poeti di ogni tempo e di ogni luogo.

Avviso ai giovani lettori

Per rendere più facile la lettura e la comprensione, gli scritti di Giacomo Leopardi sono stati rielaborati usando l’italiano della nostra epoca, eccetto i versi di alcune poesie, citati nella loro forma originale.

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Nelle pagine interne sono segnalate in corsivo espressioni originali di Giacomo Leopardi, tratte dai suoi testi, appunti, componimenti. Le lettere citate in alcuni casi sono state riportate in forma ridotta.

Fu di statura mediocre, chinata ed esile, di colore bianco che volgeva al pallido, di testa grossa, di fronte quadra e larga, d’occhi cilestri e languidi, di naso proffilato, di lineamenti delicatissimi, di pronunziazione modesta e alquanto fioca, e d’un sorriso ineffabile e quasi celeste.

da “Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi”

(1880) di Antonio Ranieri.

1. Un pomeriggio d’estate

A Recanati, nelle Marche, sono nato nell’afoso pomeriggio del 29 giugno 1798 da Monaldo Leopardi e da Adelaide Antici, entrambi provenienti da casati nobili.

Gli ideali della Rivoluzione francese del 1789 già da tempo si erano diffusi ovunque, smuovendo gli animi e gettando i semi di un futuro rinnovamento sociale, e in seguito l’arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte aveva ulteriormente scosso gli equilibri politici e la vita di tanti cittadini.

Le truppe napoleoniche, nel febbraio del 1798, sono arrivate a invadere persino lo Stato Pontificio di cui Recanati faceva parte e, mosse da valori anticlericali, hanno spodestato dal suo trono papa Pio VI, che aveva condannato i principi rivoluzionari, e lo hanno costretto a pagare milioni di scudi.

Nel turbine di tale tempesta politica, mio padre, che era dalla parte del papa, vedendo nella mia nascita un presagio fortunoso, ha voluto che il mio battesimo fosse celebrato il giorno successivo e che fossi chiamato Giacomo

Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro.

Mio padre era fiero di me e anche della sua giovane sposa, che aveva saputo dargli subito un maschio come

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erede e, a sera, quando il buio della notte era sceso sul Palazzo, aveva annotato sul suo diario:

“A dì 29 giugno 1798. Nacque alle ore 19 il mio primo figlio, maschio, partorito da mia moglie Adelaide felicemente, sebbene dopo tre giorni interi di doglie… A dì 30 fu battezzato il dopo pranzo nella nostra parrocchia di Monte Morello dal padre Luigi Leopardi filippino, mio zio, e lo levarono al sacro fonte i Cittadini Filippo Antici mio suocero e Virginia Mosca Leopardi mia madre”.

Io naturalmente non avevo coscienza di ciò che accadeva: ero un neonato inconsapevole e me ne stavo beato tra le braccia di mia madre, che ha subito cominciato a chiamarmi Muccio, manifestando una dolcezza insolita per il suo carattere freddo. Adelaide era infatti tanto bella quanto austera e il conte, quando l’aveva conosciuta, si era innamorato di lei al punto tale da volerla sposare al più presto.

La loro storia sembrava quasi una fiaba, nei racconti ripetuti a casa e in paese. Probabilmente i fatti narrati erano stati arricchiti dall’immaginazione e sicuramente da qualche pettegolezzo, ma ciò che avevo ascoltato più volte era entrato così profondamente nel mio cuore da trasformarsi in immagini vive.

Nel settembre del 1797, quando era avvenuto il matrimonio, lui aveva ventuno anni e lei diciannove, e la loro giovane età non stupiva perché era quella la consuetudine dell’epoca, soprattutto se a sposarsi erano persone che ap-

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partenevano a famiglie nobili e provviste di una certa ricchezza.

Scegliere la persona da sposare era però compito dei genitori, che solitamente miravano, attraverso il matrimonio dei figli, soltanto ad acquisire titoli prestigiosi e a ingrandire il patrimonio familiare e, quindi, nel combinare le nozze, non ci si curava dei sentimenti che potessero provare i due giovani né della loro felicità, perché i matrimoni erano, in realtà, dei veri e propri affari commerciali.

Ma per i miei genitori, che erano anche lontani parenti, le cose sono andate diversamente e, per fortuna, il loro amore ha vinto sulle tradizioni.

Tutto ha avuto inizio quando nel piccolo borgo di Recanati, dove vivevano, i loro sguardi si sono incrociati in una radiosa mattina di giugno del 1797, durante la messa celebrata in onore di san Vito, patrono del paese.

C’era aria di festa quel giorno, dai campi arrivava l’odore del grano appena falciato e per le strade si sentiva il vocìo della gente che si affrettava a raggiungere la chiesa.

La famiglia Leopardi è arrivata nella basilica con molto anticipo per non subire la ressa dei popolani che si sarebbero accalcati per assistere alla celebrazione e, poco dopo, è entrata Adelaide con i genitori.

Al conte, che era amico sin dall’infanzia del fratello della ragazza, il cuore è sobbalzato in petto perché, vedendola con occhi nuovi, si è accorto di quanto fosse diventata bella quella giovane dal portamento fiero.

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– Meravigliosi i suoi occhi azzurri… e anche quei riccioli castani che escono dal cappellino… e quanta grazia nei gesti! – ha pensato Monaldo, trovando in lei ciò che aveva sempre desiderato in una donna e, continuando a guardarla mentre le stava di fronte, si è innamorato perdutamente della marchesina, al punto tale da decidere di volerla sposare in breve tempo.

Gli sguardi del conte evidentemente erano entrati nell’anima di Adelaide se, con discrezione, lei ha ricambiato sorridendogli e poi, subito dopo, per paura di apparire sfacciata, ha abbassato gli occhi.

– A cosa sta pensando? – ha allora sussurrato la marchesa Teresa Montani, madre di Adelaide, notando nella figlia un’espressione insolita.

– A nulla! – ha risposto con un filo di voce la ragazza, mentre arrossiva.

– Oggi lei è davvero strana… vedo i suoi occhi brillare mentre in genere sono tanto malinconici! – ha ribattuto Teresa.

– Madre mia, forse è l’aria che si respira in chiesa a rendermi felice… – si è giustificata la ragazza.

– Ne riparleremo a casa… – ha concluso l’altra, facendosi il segno della croce perché, nel frattempo, la funzione era terminata.

Tra la gente di Recanati si sparlava di Adelaide sostenendo che fosse tanto inflessibile quanto superba, addirittura algida di carattere e sempre un po’ triste, e che il pa-

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dre avesse ben poco da darle come dote al momento delle nozze.

Si diceva anche che aspiravano a sposarla due corteggiatori, entrambi conti, e che il marchese Filippo, suo padre, stesse valutando la situazione con un certo interesse, ma erano solo voci che giravano in paese e nulla di definitivo era stato ancora deciso.

Il giovane Monaldo, sebbene timido con le ragazze e già reduce da due delusioni, non si è fatto per niente scoraggiare dall’indole di Adelaide, dai pochi beni che avrebbe ereditato e, anche, dalle pressioni dei due rivali.

E così, tornato a casa dopo la celebrazione, il giovane conte, certo che i suoi sentimenti fossero ricambiati, con grande euforia ha iniziato a progettare il matrimonio con la marchesina, perché l’amore gli aveva fatto un bello scherzo. Era arrivato infatti all’improvviso, aveva fatto impazzire il suo cuore e poi lo aveva lasciato in un tale scompiglio di emozioni da cambiare i colori delle giornate e i confini dell’orizzonte.

Il giorno dopo Monaldo, orfano di padre dall’infanzia e capofamiglia dei Leopardi, potendo già disporre dell’intero patrimonio familiare, ha voluto perciò parlare con la madre dell’incontro che aveva mutato la sua vita.

– Madre, vengo a riferirle che mi sono innamorato di Adelaide Antici e che intendo sposarla – ha detto con fervore.

– Non deve assolutamente sposarla! – si è subito adirata la contessa Virginia – Perché lei sa bene che con Filippo

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Antici abbiamo litigato, in quanto gli Antici vogliono quei terreni che a loro non spettano…

– Io la sposerò! – ha insistito il figlio.

– Mai avrà il mio consenso! – e la contessa si è agitata ancora di più.

– Rifletta, madre, è arrivato il momento di porre fine alla lite che c’è tra la nostra famiglia e gli Antici…

– Non accetterò che lei, bello, ricco e colto, sposi una stracciona, perché lo sanno tutti che la ragazza arriverà alle nozze con una dote da contadina… – ha protestato la contessa.

– Se mi vuol bene non dica queste ingiurie, la prego…

ha provato a calmarla il figlio.

– E lei, che ha anche il maggiorascato… – lo ha interrotto Virginia – non ferisca il mio cuore parlandomi ancora di questa sua intenzione…

– Ormai ho deciso! – ha rincarato lui.

– Non faccia un tale sbaglio! – ha esclamato la madre afferrando la mano di quel figlio testardo. – Mi lasci e non provi più a ostacolare ciò che intendo fare – ha risposto il conte.

Monaldo, sebbene fosse ancora giovane e impacciato, desiderava imporre la sua volontà e fare ciò che voleva della sua vita.

La violenta discussione con la madre, il rifiuto della contessa ad acconsentire al matrimonio, l’odio manifestato nei confronti dei marchesi Antici e il disprezzo verso la

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ragazza di cui lui era innamorato lo hanno di certo addolorato molto, ma non al punto tale da fargli cambiare idea.

Il giovane non possedeva un particolare attaccamento al patrimonio ricevuto in eredità, poco si curava di quanto danaro possedesse e di come lo spendesse, perché i suoi unici interessi erano la politica e lo studio.

Per questo motivo non si preoccupava dei pochi beni che avrebbe portato come dote Adelaide ed era sempre più convinto che quella bella fanciulla dagli occhi azzurri fosse la persona giusta con cui creare una famiglia.

Così, dopo pochi giorni, ha dato ordine a un servo di andare a palazzo Antici per consegnare al padre di Adelaide un messaggio nel quale egli esprimeva chiaramente i suoi sentimenti.

Signor Marchese,

le sarei grato se lei potesse ricevermi al più presto in quanto intendo chiedere ufficialmente la mano di sua figlia Adelaide e spero nel suo consenso. Sinceramente innamorato e pronto a rendere felice la marchesina

Conte Monaldo Leopardi

Il marchese Filippo ha letto il contenuto della lettera ad alta voce perché potesse sentirlo anche la moglie, che era accanto a lui, e non si è affatto stupito perché di una possibile proposta di matrimonio da parte di Monaldo gli aveva già parlato proprio sua moglie Teresa, a cui durante la messa non erano sfuggiti gli sguardi tra i due giovani. Ha quindi preso un foglio e ha subito risposto:

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Signor Conte, mia moglie e io saremo lieti di riceverla domani nel tardo pomeriggio.

– Rispetto agli altri corteggiatori di Adelaide sono convinto che Monaldo sia il partito da preferire perché ha tante proprietà – ha esclamato soddisfatto il marchese, dopo avere consegnato al servo la lettera.

– A Recanati si contano non più di quaranta famiglie nobili e rispettabili – ha ribattuto la moglie – e tra queste il casato dei Leopardi è uno dei migliori per i suoi possedimenti.

– È soprattutto a quelli che si deve badare, se vogliamo che nostra figlia abbia in futuro una vita agiata – ha risposto Filippo.

– E Adelaide sarà felice per questa decisione, perché ne abbiamo già parlato… – ha aggiunto Teresa – Vado subito a raccontarle la novità.

Il giorno successivo il giovane conte, con l’animo felice, si è vestito secondo la tradizione della nobiltà perché alla gente di Recanati ci teneva a far capire che era contrario alle idee rivoluzionarie.

Si sentiva davvero un aristocratico quando indossava i calzoni che arrivavano ai polpacci e la giacca lunga, entrambi neri ma ravvivati dal bianco della camicia e della cravatta e, quel pomeriggio, mentre il cocchiere lo portava a Palazzo Antici, nel suo cuore diventava sempre più ardente il desiderio di sposare Adelaide.

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– Caro Conte, ha voluto incontrarmi e sono lieto che lei sia qui… – ha detto Filippo Antici accogliendolo con cordialità.

– Grazie – ha appena sussurrato il giovane, mentre la timidezza prendeva il sopravvento.

Nell’attesa di trovare le parole giuste, proprio quelle che si era preparato e che ora non ricordava più per l’agitazione, ha rivolto gli occhi verso la finestra e solo allora si è accorto che nel riverbero del sole al tramonto c’era Adelaide.

Gli appariva ancora più bella ed è stata quella visione a dargli il coraggio di parlare.

– Se lei, che è il padre, acconsente… io vorrei sposare Adelaide.

– A me e a mia moglie fa piacere questo matrimonio, ma desidero che mia figlia sia considerata con rispetto e gentilezza da lei e dai suoi familiari – ha replicato il marchese, e poi ha fatto cenno alla ragazza di avvicinarsi.

– Sarà la sposa più felice di Recanati – ha ribattuto il conte, inchinandosi davanti alla fanciulla che sembrava raggiante per quella promessa di felicità giunta a realizzare il suo sogno.

– E allora che si prepari quanto è necessario per celebrare le nozze! – ha dichiarato il marchese.

Il matrimonio, avvenuto tre mesi dopo quell’incontro, è stato celebrato nella cappella privata del palazzo della sposa, alla presenza di pochi parenti.

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La madre di Monaldo, per punire il figlio e mortificare gli Antici, non ha voluto parteciparvi e ha inviato solo un gelido consenso scritto, ma ciò nulla ha tolto alla gioia di quel giorno e, come una regina, subito dopo il piccolo rinfresco offerto agli invitati, Adelaide è entrata nel palazzo

Leopardi per dare inizio alla sua vita matrimoniale.

– da questo momento io sono la contessa Leopardi ed è qui che dovrò vivere… – ha pensato varcando la soglia –Ed è qui che desidero avere i miei figli.

Quel desiderio provato proprio nel giorno delle nozze è stato presto soddisfatto perché, dopo nove mesi, sono nato io, il primogenito, e a Monaldo, frastornato dalle emozioni, la vita sembrava bellissima.

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Una collana di classici avvincenti e storie senza tempo con cui scoprire il piacere della lettura. Opere fondamentali, trame appassionanti, testi chiari e concisi per arricchire l’apprendimento scolastico. Collezionali tutti!

Il poeta favoloso

In questa autobiografia immaginaria è lo stesso Giacomo Leopardi a raccontarsi in prima persona. Il poeta più amato dai giovani ripercorre l’avventura della propria vita, dai giochi fantasiosi dell’infanzia a Recanati agli anni di studio “matto e disperatissimo”, fino al mistero della morte. Ma soprattutto narra la sua continua ribellione, i tentativi di fuga dalla casa paterna, i viaggi a Roma, Firenze e Napoli, le passioni e l’amore, non corrisposto, per l’affascinante Fanny.

• Il racconto della vita di Giacomo Leopardi

• Con Focus di approfondimento su parenti e amici di Leopardi e sulla composizione de L’Infinito

Vendibile solo in abbinamento con un altro volume della stessa serie

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