L’occhio del lupo - dal romanzo di Daniel Pennac

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Dal romanzo di DANIEL PENNAC

L’OCCHIO del LUPO

MATHIEU SAPIN

Per Nina, Clara, Louis, Malo. Célestin, Gaspard e Félicie.

Grazie a Daniel per la fiducia, e a Karina per il suo entusiasmo contagioso.

MATHIEU SAPIN

Per Alice, principessa Li Tsou, e Louitou, un tipo pazzesco. E grazie all'occhio di Mathieu.

DANIEL PENNAC

dal romanzo di DANIEL PENNAC

L’OCCHIO del LUPO

di MATHIEU SAPIN

Colori di CLÉMENCE SAPIN

Traduzione di YASMINA MELAOUAH

1 L'INCONTRO

Davanti al recinto del LUPO c’è un RAGAZZO, immobile.

Il LUPO va su e giù. Avanti e indietro, senza mai fermarsi.

Sono ormai due ore che il RAGAZZO se ne sta lì, immobile come un albero gelato, a guardare il LUPO che va su e giù. che fastidio, quello…

Ma cosa vuole da me?

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Quel RAGAZZO lo incuriosisce.

Il LUPO non è spaventato (non ha paura di niente, lui), però è incuriosito.

cosa vuole da me?

Gli altri bambini corrono, saltano, urlano, piangono, fanno le linguacce al LUPO e poi nascondono la faccia nella gonna della madre. Quel RAGAZZO invece no.

Se ne sta lì immobile, in silenzio.

Solo gli occhi si muovono. Seguono l’andirivieni del LUPO lungo la recinzione.

Cos’è, non hai mai visto un LUPO?

Il LUPO, invece, riesce a vedere il RAGAZZO solo una volta su due.

grrr...

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Il LUPO, infatti, ha un occhio solo. L’altro l’ha perso dieci anni fa, il giorno in cui l’hanno catturato.

All’andata (chiamiamola così), il LUPO vede l’intero zoo.

Al ritorno (chiamiamolo così), vede l’interno del recinto.

Il recinto vuoto, perché la lupa è morta la settimana scorsa.

Il recinto triste, con l’unica roccia grigia e l’albero morto.

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Tsk…

Poi il LUPO torna indietro, ed ecco di nuovo il RAGAZZO con il suo respiro regolare.

“Si stancherà prima di me” pensa il LUPO.

io ho più pazienza di lui. io sono il LUPO.

Il giorno dopo, però, la prima cosa che il LUPO vede è il RAGAZZO, esattamente nello stesso punto.

Non avrà mica passato la notte qui?!

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2
Tsk…

Sta per sobbalzare dalla sorpresa, il LUPO.

grrr...

Ma si trattiene in tempo e riprende ad andare su e giù, come se niente fosse.

Il LUPO AZZURRO cammina come se non dovesse fermarsi mai.

Come se stesse tornando a casa. In Alaska.

"LUPO DELL’ALASKA". Così è scritto sulla piccola targa di ferro della recinzione.

Gli occhi del RAGAZZO si muovono lentissimi, come se seguissero una partita di tennis al rallentatore.

da

13 pfff...
Chissà cos’ho, interessarlo tanto… Pensa il LUPO.

Al LUPO secca farsi tutte queste domande sul RAGAZZO.

Ha giurato a se stesso di non interessarsi mai più agli uomini.

pfff...

E da dieci anni è così: mai un pensiero per gli uomini, mai uno sguardo, niente.

Né per i bambini che fanno i buffoni davanti alla sua gabbia, né per il guardiano dello zoo che gli getta la carne da lontano.

Né per i pittori della domenica che vengono a disegnarlo.

E neanche per le mamme sciocche che lo indicano ai figli strillando.

Guardalo lì, il LUPO: fai il bravo che sennò ti mangia!

Niente di niente.

Anche il migliore

non vale niente.

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degli uomini Questo diceva sempre Fi AMMA NERA, la madre del LUPO.

Fino alla settimana scorsa, ogni tanto il LUPO smetteva di andare su e giù.

E poi la LUPA è morta.

Lui e la LUPA si sedevano di fronte ai visitatori dello zoo. Ed era proprio come se non li vedessero!

Il LUPO e la LUPA tenevano lo sguardo fisso. E quello sguardo ti passava attraverso.

Da allora, il LUPO non si è più fermato.

Era bianca e grigia come una pernice delle nevi.

Va su e giù dal mattino alla sera, e la carne si congela per terra intorno a lui.

Non pensa più al RAGAZZO.

Peggio per lui.

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L’indomani, però, il RAGAZZO è di nuovo lì.

E anche i giorni seguenti.

Tanto che il LUPO è costretto a pensare a lui.

Cosa vuole?

Non ci va, a scuola?

Amici non ne ha?

Genitori?

Non fa niente tutto il giorno?

Un sacco di domande che gli rallentano il passo.

Domani, però, lo zoo resterà chiuso. È il giorno del mese dedicato alla cura degli animali e alla pulizia delle gabbie.

Mi libererò di lui. incredibile!

E invece no.

Niente visitatori, quel giorno.

L’indomani, come tutti gli altri giorni, il RAGAZZO è lì.

Oh no!

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Eh sì.

Adesso il LUPO si sente stanchissimo. Come se lo sguardo del RAGAZZO pesasse una tonnellata.

D’accordo.

E per un bel po’ se ne stanno così.

voluto tu!

E smette di camminare.

Vuoi guardarmi? Benissimo! Ti guardo anch’io, allora.

E staremo a vedere…

Ma qualcosa disturba il LUPO. Un dettaglio stupidissimo.

Si siede di fronte al RAGAZZO.

Lui ha un occhio solo, e il RAGAZZO ne ha due.

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L’hai

Così il LUPO non sa in quale occhio del RAGAZZO fissare lo sguardo.

Esita. Il suo unico occhio salta da destra a sinistra, e da sinistra a destra…

Il LUPO è terribilmente in difficoltà e dalla cicatrice dell’occhio morto ben presto gli spunta una lacrima.

Allora il RAGAZZO fa una cosa strana. Che calma il LUPO, che lo mette a suo agio.

Ed ecco che ora si guardano occhio nell’occhio, nel giardino zoologico deserto e silenzioso, con tutto il tempo per loro.

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Il Lupo con un occhio solo e il Ragazzo con un occhio chiuso. Uno di fronte all’altro, immobili.

A separarli soltanto un recinto.

Nell’occhio del Lupo, l’Alaska, l’avventura e la fuga disperata dall’uomo.

Nell’occhio del Ragazzo, tre diverse Afriche, il ghepardo, il dromedario, l’albero delle capre...

IL CAPOLAVORO PER RAGAZZI DI DANIEL PENNAC

IN UNO SPLENDIDO ADATTAMENTO

CURATO PERSONALMENTE DALL’AUTORE

traduzione di Yasmina Melaouah

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